ANTEPRIMA
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DESCRIZIONE: Il giardino delle parole è il racconto di me stessa che si dipana attraverso il filo dei ricordi, impressi non solo nella mente, ma anche negli occhi, sulla pelle, nel cuore. Ci sono le antiche contraddizioni della mia terra d'origine di cui porto nelle viscere venti e terremoti, mare e sole cocente, ma ci sono anche le brume e i silenzi di Bergamo che hanno stemperato il mio carattere e, unendo un po' di dolcezza a quel pizzico di originaria follia, mi hanno regalato la voglia di fare poesia. L'AUTORE: Scambia i tuoi libri Leggi gratuitamente i nostri libri Pubblica un libro Pubblica un racconto Concorso "Il Club dei Lettori" Guarda TeleNarro Crea il tuo Social Network personale Gioca con la Banda del BookO (che si legge BUCO)
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Rosalba Spagnolo è nata a Messina, dove si è laureata in Scienze Politiche. Trasferitasi a Bergamo, ha lavorato come dirigente amministrativo nella sanità pubblica. Ha ricevuto diversi premi letterari nazionali e internazionali.
Titolo: Il giardino delle parole Autore: Rosalba Spagnolo Editore: 0111edizioni Collana: I PiccoLibri Pagine: 64 Prezzo: 9,20 euro
7,82 euro su www.ilclubdeilettori.com
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LA BANDA DEL BOOKO
LA BANDA DEL BOOKO (CHE SI LEGGE BUCO) ANONIMA SEQUESTRI ovvero PERSONAGGI RAPITI
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Rosalba Spagnolo
Il Giardino delle Parole
www.0111edizioni.com
www.0111edizioni.com www.ilclubdeilettori.com
IL GIARDINO DELLE PAROLE 2009 Zerounoundici Edizioni Copyright © 2009 Zerounoundici Edizioni Copyright © 2009 Rosalba Spagnolo In copertina: Foto di Federica Mores ISBN 978-88-6307-215-0 Finito di stampare nel mese di Settembre 2009 da Digital Print Segrate - Milano
Al mio amico Orazio, grande poeta
Prefazione
Dopo l’esordio con Fantasia, memorie e silenzi, ecco la nuova raccolta di Rosalba Spagnolo: Il giardino delle parole, un titolo che rivela una concezione poetica precisa, tratto, non a caso, dalla lirica intitolata “Poesia” E’ la poesia un fiore raccolto nel giardino delle parole. Sillabe come petali venuti fuori da un sipario silvano. Teorie di versi legati in un nodo indissolubile, un’eco rimandata da un fondo cadenzato, approdo di ogni armonia, in un suono che diventa respiro. Ecco che il poeta è colui che sa cogliere, sa scoprire qualcosa di cosmico, di ancestrale, sa ascoltare una musica che attende solo di tornare a vivere nella composizione di chi, sapendola riconoscere, ne ricrea la forma, ne ripropone l’essenza, ne riproduce l’armonia. E la poesia è il fiore nato da questa cura attenta, paziente, di giardiniere che si è messo in ascolto delle profondità dell’anima, accordando il proprio respiro al respiro della terra… L’idea che la poesia sia un luogo dove si raccolgono le immagini, che la funzione del poeta sia quella di dare colore, sapore, calore alla vita,
per consolarci e riscaldarci il cuore, era già in “Notte a Oliveri” della precedente silloge Fantasia, memorie e silenzi dove: “ una manciata di zaffiri/ da un cielo di velluto,/ due luci tremule/ sullo specchio del mare,/ lo sciabordio discreto/ di un’onda leggera/ la carezza della sabbia/ ancora tiepida, sulla pelle” sono “il fiore” estivo da regalare in un giorno di nebbia… Nuove poesie in questa raccolta ci precisano il compito del poeta, che sa creare e giocare con le parole, lasciando che nascano melodie a cui prestare la voce.
EMOZIONI Da un mare di sogni aggalla un’emozione. Con audacia affiora, scintilla, vibra, un ricordo. E penso e parlo, gioco con le parole. Sillabe s’intrecciano, si slegano e tornano a legarsi. Suono la tastiera del linguaggio. E l’anima mia esce da sé per cantare il mondo. Il verbo, un po’ straniante ”aggalla” che fa pensare all’emersione di un palombaro, è una importante spia linguistica che attiene alla genesi della poesia: un venire a galla di vissuti profondi,
di ricordi, di emozioni che hanno subito un brillio, una vibrazione, e che si trasformano in un gioco di parole e musica, dove l’anima esce allo scoperto per cantare… “Poetare” poi, ai versi “quando la poesia ti pretende/ e uno spirito/ soffia” rivela che il poeta è un vas, raccoglitore, ricettacolo, strumento ispirato, soggetto passivo, abitato e agito dalla poesia, che lo guida e conduce al tripudio, alla gioia dell’anima… E “ Lasciate che io scriva” scopre infine che la poesia , scavo privilegiato verso il profondo, rende possibile comunicare ciò che ”l’anima nasconde anche a se stessa”. Rosalba Spagnolo ci promette e ci regala tutto questo con la sua lirica apparentemente sommessa dove non sono ricercate le parole in sé, ma prezioso è il loro accostamento capace di generare figure ( le corolle dei fiori ) come le sinestesie: polvere di ghiaccio e silenzi di cristallo (in Galaverna); blu di velluto della notte ( in I colori del cielo); giallo acre di zolfo (in Sicilianità); notte di salsedine e d’argento ( in X agosto); come le suggestive evocazioni: “Luna rubata al silenzio”; ”le serrande delle palpebre”; “ tempo senza vento”; ”quel grappolo di case color caramella” o come la personificazione de “il sorriso dei mandorli”, de “I fiori degli ippocastani rivolti all’insù” o di quei ”filari depredati,/ sgomenti/ nell’ultima luce / di un sole ottobrino./ Inaspettato e stanco”; o come la gestualità di certe immagini: “il tramonto accende l’aria”; “la nebbia regala alle cime collari da Pierrot”; ”l’aria dolce/ respira il verde degli alberi/ e il cielo pigro/ si appoggia sulle magnolie”.
Sempre in una situazione di ricerca, (guardo avanti/ con l’anima tra le mani,/ come una lanterna….) ella vive a metà tra cielo e terra come: “in piedi sull’arcobaleno” ponte per arrivare a Dio (che ricorda l’anelito alla “voce di Dio” in “Silenzi a Foppolo” o la singolare “Preghiera” della citata raccolta Fantasia, memorie e silenzi); si percepisce in bilico tra compiutezza e imperfezione: aspettavo di essere spiga/ mentre ero un seme/ che macerava…; o anche: Ma le nostre ali erano di cera / e noi/ volevamo arrivare vicino al sole. In: “Illusione”: … Cercavo il mare/ e ho visto una pozzanghera; si descrive su un crinale tra sogno e realtà, nel dubbio se identificarsi in un gabbiano o in un aquilone, se essere più vicina alle stelle o alle lampare, e si rifugia infine nella fantasia e nella favola, guardando alle nuvole come: fiocchi d’ovatta/ non so che forme di orchi o di fate; o consolando il suo cuore donandogli/ un forziere a tre punte, (Dono) o scendendo verso la fonte/ a cercare la pentola d’oro/ nel nascondiglio degli gnomi (Arcobaleno) o ancora fermando il mondo per: salire/ su un cocchio d’oro… Tra le sue figure retoriche è prevalente il contrasto (che è anche il titolo di una poesia) come in “Sottovoce”: anni come minuti, e attimi senza fine; o in “Specchio”: i miei visi di bambina/ i miei visi di donna, o in “Come eravamo”: Come eravamo ieri/ così inquieti/ nella nostra pelle/ E come siamo ora/ ancora inquieti/ nelle nostre scarpe…che nel gioco simmetrico con l’analogia crea spessori di significato e connotazioni a livelli sempre più profondi. Anche la tematica del tempo è visitata
con questa complessità dialettica dove convivono un passato vissuto con la nostalgia struggente del ricordo e un futuro affrontato con il coraggio e l’entusiasmo del nuovo. Riconosciamo infatti nei suoi versi una presenza costante della Sicilia, sua radice e linfa vitale, e non solo nelle liriche ad essa dedicate come “Messina mia” o “Che ne hai fatto?” Ma anche nell’imprevisto accendersi di un colore o un profumo:Tra mandorli e papiri/ e luce bianca/ sulle case calde di sole; nell’affiorare di un ricordo: la pelle ricorda/ il vento di scirocco(….) la pioggia di glicini / sul pergolato della casa di fronte ( I ricordi del cuore ) ; nell’improvviso ri-emergere del mare: onde che si frangono/ in lontananza; schiume e soffi di brezza, scogliere e risacche, ricami di corallo/ e morbide spiagge dorate; mare che si fa metafora stessa della vita: la chiglia/ della mia barca/ solca/ le onde/ di un sogno/ e mi racconta/ i segreti del mare; negli echi mitici di una cultura che non muore, (la presenza degli dei in “Stromboli”), nelle tracce di eredità/ fenicie e saracene/ arabe e normanne (Sicilianità) e nel rimpianto infine di una patria abbandonata e permalosa, che non è più ormai la sua provincia babba; il porto sicuro, d’infanzia, di grembo materno….(Forse perché)……ma la vediamo aprirsi al nuovo ed al diverso, con la grazia di chi sa vedere la bellezza anche nella galaverna e nelle brume di Bergamo o negli urli scomposti di un vagabondo di Città Alta, di chi sa appoggiare il suo sguardo puro su scenari inconsueti e immergersi con i sensi, distillandone gocce di poesia, anche nei luoghi più lontani, la Florida, per esempio, il Key West e soprattutto le Everglades, dove leggiamo alla fine: l’alligatore immobile continua a fissarmi. / Inquietante.
Intenta sempre a scoprire e a indagare, Rosalba sa scavare in profondità e cogliere emozioni autentiche, sa guardare il mondo con gli occhi di una bambina, che non ha dimenticato le favole, ma è anche la donna che sa trovare la bellezza nei gesti semplici d’amicizia e di condivisione ( Una stretta di mano), che non ha smesso di stupirsi anche nei ritmi della quotidianità, (Risveglio), che ci comunica i suoi vissuti di pienezza e d’amore, (Così è; Concerto di rane; Altalena) pur con la delicatezza e la cautela di chi allude più che dire, di chi suggerisce, per non sciupare i petali teneri dei suoi “fiori”, di chi bisbiglia per non fare invidia al cielo; e con lo stesso riguardo tratta il dolore e l’amarezza senza mai perdere la serenità, a volte dolce, della sofferenza; Ho regalato una rosa/ al tuo dolore/ quando ho mutato/ una lacrima in sorriso (Per mano). Nella sua lirica, persino la morte perde la sua crudezza e la sera/ disegna il cielo/ con voli di rondini/ mentre mia madre dorme/ la sua notte senza fine./ Sognerà sotto il bruno velluto/ delle sue ciglia? (Dolore), mentre in un piccolo cimitero di campagna: respira appena fra le selci,/ un po’ di selvatico, d’ortica./ Cantano gli alberi/ una ninna nanna/ di foglie stormenti/ e di nidi ridestati/ da una dolce stagione,/ ma piano,/ per non turbare il tuo sonno./ Finalmente quieto, Silvana. E infine una parola sulla musicalità, sottile e intima, da cercare in una continua rispondenza interna, fatta di pause, di riprese, di anafore (frantumi, in “Sogna che ti passa”) di variazioni, in un incalzare di ritmi che approdano sempre in clausole felici, su cui finalmente appoggia e si calma il respiro…. Beatrice Sacchiero Gelmi
Il giardino delle parole
“ Vita e sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare” Arthur Schopenhauer
Il giardino delle parole
PAROLE DI CARTA
Ho vinto una lotteria dove c’era in palio un sogno. Tra le mani frammenti di arcobaleno e negli occhi echi di un dolce aprile. Guardo il cielo e vedo un mare capovolto. Le stelle sono miriadi di pesci fluorescenti e la bianca luna una barca che veleggia verso l’infinito. E scrivo poesie, parole di carta che affondano le radici dentro al cuore.
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Rosalba Spagnolo
COSI’ E’
Come una vela che scivola nell’acqua. Leggero. Come ala di gabbiano che plana nell’aria. Fermo. Come refolo di vento che accarezza la pelle. Fresco e gentile. Come solida roccia cui aggrapparti sospinta dai marosi. Forte. Così, così è il tuo amore.
Il giardino delle parole
VERNAZZA
E poi, dietro l’angolo, quel grappolo di case color caramella. Civettuole, riflesse nello specchio dell’acqua. Terra strappata al mare. A palmo a palmo. In alto, terrazze scavate col sudore. Terra amara ma ferace. Generosa, regala profumi di zagara e gelsomini. Inebrianti. A sera tremola nell’acqua il color caramella di quel grappolo di case e si confonde col rosso del tramonto
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Rosalba Spagnolo
ILLUSIONE
Una mattina dolce. Una mattina di rondini. In piedi dentro al cielo dei miei sogni, con il cuore liquefatto di nostalgia, cercavo il mare e ho visto una pozzanghera. Brillava come un lago di luce. Allora ho chiuso gli occhi e ho sentito profumo di salsedine.
Il giardino delle parole
IL MIO NOME E’
Il mio nome è vento. Sogno spazi infiniti ma sono solo una particella di pulviscolo che danza in un raggio di sole. Il mio nome è amore. Sogno stagioni eterne ma sono solo una parola persa tra i tuoi pensieri, un pensiero nascosto tra le pieghe del tuo cuore.
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Rosalba Spagnolo
X AGOSTO
Notte di salsedine e d’argento. Alla luce dei falò sulla spiaggia voci di ragazzi e note di chitarra. All’orizzonte pioggia di stelle cadenti, promessa di desideri realizzati.
Il giardino delle parole
VENDEMMIA
Dov’erano pampini e grappoli biondi ora sono viali di pergolati spogli, promesse di calici inebrianti. Gocce di rubino che s’indovinano tra teorie di filari depredati. Sgomenti nell’ultima luce di un sole ottobrino. Inaspettato e stanco.
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Rosalba Spagnolo
NOVEMBRE
Arriverà novembre uggioso e triste. Mi chiedo dove vada il sole quando il cielo è di piombo e la nebbia regala alle cime collari da Pierrot. Cerco storie smarrite ma non c’è più chi le racconti. Tra malinconia e sogno il cuore annega in un mare di foglie morte.
Il giardino delle parole
MESSINA MIA
Non è inchiodata fra le montagne, Messina mia, ma naviga sul mare e incontra uomini e paesi lontani e diversi. Ha la sua casa fra le onde, Messina mia. Acciambellata nella falce del suo porto, solcato da pesci spada e ferry boat e si affaccia al rosso balcone del tramonto.
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Rosalba Spagnolo
CONCERTO DI RANE
Ricordi? C’era un concerto di rane gracidanti che s’interruppe d’improvviso e non capivi come mai. Allora hai riempito il silenzio di baci e di parole.
Il giardino delle parole
ALTALENA
Volevo un’altalena, una piccola altalena, una culla di vento per volare come aquilone o farfalla colorata e, tornando, prendere slancio per una spinta più forte, per un volo più alto. Sognavo un’altalena, una piccola altalena, una culla di vento, ma mi sono smarrita in una favola, la mia favola bella. E l’altalena me l’hai regalata tu insieme col tuo amore.
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Rosalba Spagnolo
DOLORE
Quale ricordo, quale dolore ha fatto nascere, improvvisa, una lacrima? Il pensiero si attarda su briciole di vita. Il mare recita la sua canzone. La sera disegna il cielo con voli di rondini, mentre mia madre dorme la sua notte senza fine. SognerĂ sotto il bruno velluto delle sue ciglia?
Il giardino delle parole
EMOZIONI
Da un mare di sogni aggalla un’emozione. Con audacia affiora, scintilla, vibra, un ricordo. E penso e parlo, gioco con le parole. Sillabe s’intrecciano, si slegano e tornano a legarsi. Suono la tastiera del linguaggio. E l’anima mia esce da sé per cantare il mondo.
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Rosalba Spagnolo
I SEGRETI DEL MARE
La chiglia della mia barca solca le onde di un sogno e mi racconta i segreti del mare.
Il giardino delle parole
LUCE
Amo il giorno che nasce. Entra dalla finestra il cielo nella mia stanza. Voglio un mondo di luce, perchĂŠ nel buio muoiono i colori. Voglio una giornata di sole perchĂŠ se piove, se piove io non vivo.
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Rosalba Spagnolo
I FIORI DEGLI IPPOCASTANI
Cercano forse il vento i fiori degli ippocastani rivolti all’insù come grappoli che sfidano il cielo. Ed eccolo il vento che con loro intreccia una danza e petali leggeri disegnano l’aria con arabeschi rosati.
Il giardino delle parole
RICERCA
Cerco altrove. Guardo avanti con l’anima tra le mani, come una lanterna, per far luce sulle cose, farle uscire dall’ombra dell’istante che precede la vita e farle entrare in un cerchio di chiarore. Torno a un momento felice: partenza e insieme approdo alla riva remota di un sogno.
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Rosalba Spagnolo
POESIA
E’ la poesia un fiore raccolto nel giardino delle parole. Sillabe come petali venuti fuori da un sipario silvano. Teorie di versi legati in un nodo indissolubile, un’eco rimandata da un fondo cadenzato, approdo di ogni armonia, in un suono che diventa respiro.
Il giardino delle parole
SPECCHIO
Rimanda, lo specchio, le cose perdute. I miei visi di bambina, i miei visi di donna, ritoccati ogni giorno da emozioni, replicate in un gioco di minute rifrangenze. Rimanda l’allegria, che ha messo due parentesi al sorriso e il dolore che ha solcato la fronte. Rimanda, lo specchio, riflessi catturati, colori che cambiano, l’oro che diventa argento. Dà un nome ad ogni ruga. E il tempo batte i rintocchi del cuore.
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Rosalba Spagnolo
I COLORI DEL CIELO
Quale straordinario artista dipinge il cielo con i colori della sua tavolozza? Da’ pennellate di rosa al primo chiarore del mattino fluendo in un azzurro intenso nel pieno del giorno, quando il giorno è sereno e grigio, di piombo, quando è fosco. Festeggia la fine della pioggia con un arco di sette colori. Al tramonto accende l’aria con un rosso di fuoco e poi diffonde un delicato violetto nel magico istante del crepuscolo, che subito vira verso il blu di velluto della notte.
Il giardino delle parole
AMICA MIA
Ci trovavamo, amica mia, sotto quei tigli pieni di foglie, ad un passo dal futuro ricco di promesse. Facevamo insieme progetti, cantavamo le stesse canzoni e nei nostri discorsi infiniti si ritrovavano in improbabili incontri Pirandello, i Beatles, Platone‌ e quel ragazzo tanto carino della quinta B. Ma il tempo non è passato. Abbiamo tanti minuti fino a stasera. Per ridere ancora di niente, per cantare le stesse canzoni, per fare ancora progetti sotto quei tigli pieni di foglie su cui si appoggiava il cielo.
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Rosalba Spagnolo
PER MANO
Ho regalato una rosa al tuo dolore quando ho mutato una lacrima in sorriso. Hai indovinato, lo so, le parole che mi affollano il petto e non trovano la strada della voce. Mi ritrovo in questo strano privilegio di sofferenza condivisa e ti tengo per mano. Per non lasciarti solo. Per non pentirmi domani di non avere amato tanto.
Il giardino delle parole
MEMORIE LONTANE
Bussa un ricordo alla porta della memoria, come una favola che vuole essere raccontata. Profumi, sapori, echi di note, onde che si frangono in lontananza. Groviglio di sensazioni In cui vaga, padrone, lo stupore. Scava la mente. Frenetica. Si tuffa a pescare perle dal fondo del mare. Ritrova il sorriso dei mandorli, il gusto delle fragole, gli scampanii di tante Pasque. Poi la sera cala vaporando e una foschia leggera sfuma i contorni di memorie lontane.
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Rosalba Spagnolo
RITORNERO’ A PRIMAVERA
Ritornerò a primavera quando l’aria dolce respira il verde degli alberi e il cielo pigro si appoggia sulle magnolie dalla chioma densa di foglie cupe, con una pagina di smalto verde e il rovescio di velluto ambrato. Ritornerò a primavera e raccoglieremo insieme primule e narcisi, ranuncoli e violette. E intrecceremo ghirlande colorate per festeggiare la felicità che torna.
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COME ERAVAMO
Come eravamo ieri, cosÏ inquieti nella nostra pelle, cosÏ smaniosi nelle nostre scarpe, ansiosi di provare ad allargare le ali al primo volo. Ma le nostre ali erano di cera e noi volevamo arrivare vicino al sole. E come siamo ora, ancora inquieti nelle nostre scarpe. Sulle spalle, mai vuota, la gerla dei progetti e c’incontriamo dentro un verso, dentro una poesia, dentro la nostra vita.
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Rosalba Spagnolo
CHE NE HAI FATTO?
Ho capito che dovevo andare quando ho preso a invidiare le rondini, a cercar lime dentro le pagnotte, a guardare gli aerei nel cielo e i treni alla stazione. Ho capito che dovevo andare oltre le mie colonne d’Ercole, vedere cosa c’era di là dallo Stretto; E ti ho lasciato, mia Messina E tu, adesso, non mi capisci più. Fingi di non sentire quando ti chiedo che ne hai fatto dei miei ricordi, dei miei sassi dei miei scalini, della mia gente ospitale e gentile. E tu, adesso, non sei più la stessa, provincia babba. Il cuore bambino che mi è toccato in sorte patisce l’angheria del tuo continuo mutare e si duole di non trovare ancora le stesse mura da cui non si era mai staccato.
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CONTRASTI
Voglio provare ancora a percorrere distanze infinite sul filo dei ricordi o lanciare lontano i dadi dell’avvenire e, in lotta con il tempo, ritrovare, in un prodigioso insieme, una dissipata eternità di bambina e un fugace domani che scorre come sabbia tra le dita di una mano.
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Rosalba Spagnolo
STROMBOLI
Ho camminato sul suolo minaccioso, fumante di un’isola permeata di fuoco, con l’anima tumultuosa, mai paga, dove Eolo ed Efesto si sono dati convegno per comporre scene d’inferno e di paradiso. Spazzano l’aria i suoi venti e sorprende un brillare di cieli che rifulge col consenso del sole, mentre Poseidone squassa il manto azzurro col suo tridente. E poi si addormenta nel silenzio profondo del cuore del mare.
Il giardino delle parole
PENNELLATE OROBICHE
Amo le nuvole di Bergamo, le sue brume, i suoi silenzi, alla luce del primo sole del mattino. Cantano i passi sulle selci del borgo medievale, di qua dalle mura venete e i chiostri risuonano di echi di antichi concerti d’arpe e di liuti, mentre le cime dei campanili emergono da un mare di dolce foschia.
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Rosalba Spagnolo
IL CICCIO
Cosa vai vaneggiando nel tuo continuo andare, avanti e indietro, sulle pietre del borgo antico? E poi ancora e ancora, avanti e indietro, tra i lazzi di giovinastri balordi, a contar ciottoli, a consumare suole e giorni, a tuonare strepiti senza senso. Avanti e indietro, tra un Amen e un’imprecazione contro un vago nemico. Avanti e indietro, sulle pietre del borgo antico.
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VITA
Ora lo so che vivere la vita è ascoltarla, è scrivere nel tempo, è coglierne ogni attimo. Perché non scorra fuori fuoco come dal finestrino di un treno in corsa. Perché non fluttui erratica come la coda di un aquilone nel vento. Perchè non lasci dietro di sé solo calchi vuoti di cere perse di un artista senza nome.
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Rosalba Spagnolo
VOLO
Abbozzolata nell'inerzia di un pomeriggio assolato con gli occhi seguo pigra un gabbiano che plana nel vento e un aquilone che incespica, si alza, vaneggia, poi torna ad alzarsi, in gara col compagno pennuto. Sembrano felici. E io con loro. Aquilone o gabbiano, non so. Ma volo.
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UNA STRETTA DI MANO
Una stretta di mano per dire: - “Io ci sono” per fare pace, per chiedere perdono. Per fare insieme un tratto di strada, per dare il benvenuto, per dire addio o arrivederci a domani. Una stretta di mano per suggellare un patto, per far soffrire un po’ di meno, per sfida, complicità o per paura. Una stretta di mano timida o vigorosa, sfuggente o prolungata, amorevole e pietosa, per fare coraggio e accompagnare nell’ultimo viaggio.
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DONO
Cuore di gabbiano malato di nebbia, spiego le ali su un ricordo di schiume e soffi di brezza, scogliere e risacche, ricami di corallo e morbide spiagge dorate. Piango su plastica ed ecomostri e consolo il mio cuore donandogli un forziere a tre punte, ricco di tesori, legato con nastri di mare verdazzurro dove stelle e lampare confondono il loro riflesso nelle notti d’estate.
Il giardino delle parole
FINALMENTE QUIETO
Voglio difendere il mio cuore da una disperata tristezza e torno alla mia Itaca, ai colli, ai sentierini che portano al piccolo cimitero di campagna. Respira appena, tra le selci, un po’ di selvatico, d’ortica. Cantano gli alberi una ninnananna di foglie stormenti e di nidi ridestati da una dolce stagione, ma piano, per non turbare il tuo sonno. Finalmente quieto, Silvana.
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Rosalba Spagnolo
NUVOLE
Non so dove corrono le nuvole del cielo di novembre in una cavalcata selvaggia, spinte da venti di tramontana. Non so perché sostano le nuvole del cielo d’aprile, immobili candide e spumose. In attesa di chi? E quelle dell’istante che precede il crepuscolo, madreperlacee e nottilucenti, chi le spazzola e le lustra come per una festa? Nuvole. Nuvole mutevoli e varie, ora orlate di nero, gonfie di pioggia, scure e minacciose gettano ombre sinistre sul mondo, ora rosate e civettuole nella loro veste più accattivante disegnano cieli naif. Dai, mettiamoci a giocare col naso all’insù come quando, bambini, s’indovinavano, in quei fiocchi d’ovatta, non so che forme di orchi e di fate, velieri e galeoni, cavalli e cavalieri, protagonisti di storie inventate magiche e cangianti.
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FORSE… PERCHE’
Forse perché sono nata un mattino d’estate tra mandorli e papiri e luce bianca sulle case calde di sole; forse perché ho ancora negli occhi quella falce di mare su cui insiste la luna regalandole scaglie di lamè; forse perché il mio respiro si modula al ritmo cadenzato di un’onda, che quando il primo sole tiepido di primavera allontana il grigio dell’inverno, mi prende come una smania di andare…dove? Di fare…cosa? Di tornare ad un porto sicuro, d’infanzia, di grembo materno, di allegria ritrovata. Ancora, ancora e ancora.
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Rosalba Spagnolo
POETARE
Dunque è questa la gioia pura: ritrovare emozioni profonde tracciate da un rigo nero su una pagina, quando la poesia ti pretende e uno spirito soffia polvere d’oro sulle dita. Il cuore guida la mano verso un tripudio di sillabe e di suoni che cantano la gioia dell’anima.
Il giardino delle parole
I RICORDI DEL CUORE
A ritroso sul filo dei ricordi verso i luoghi dell’infanzia. La pelle ricorda Il vento di scirocco; i tendini, il guizzo della corsa; gli occhi, l’oro liquido del mare sotto il sole e la pioggia di glicini sul pergolato della casa di fronte; le orecchie, una nota innamorata sfuggita ai tasti di un pianoforte di notte. E il cuore? Ha ricordi suoi, il cuore. Le emozioni e le atmosfere, le gioie e le paure, le ansie e le certezze, i progetti e le speranze. Ancora intatti. Nonostante.
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Rosalba Spagnolo
VIAGGIO IN FLORIDA
Palme spettinate dal vento caraibico caldo e profumato. Crepitanti al ritmo del son si tuffano nell’acqua di smeraldo. Sulla spiaggia senza fine di bianca, impalpabile sabbia tappeti di conchiglie con cui ornarsi o ascoltare l’eco dell’oceano infinito.
Il giardino delle parole
KEY WEST
E mi sorprende il sole sulla strada per Key West attraverso il seven miles bridge volando sopra una collana di mille isole di corallo fossile. Sorseggio un cuba libre al bar del porto dove aleggiano l’anima di Heminguay e il reggae di Bob Marley, colonna sonora dello spettacolo mozzafiato del sole che si esibisce in un tramonto senza pari.
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Rosalba Spagnolo
EVERGLADES
Assordata dal motore a vento dell’overcraft, gli occhi avidi catturano paludi di mangrovie, tavolozze di farfalle e pappagalli colorati, alligatori dallo sguardo fisso ed ipnotico, aninghe, cormorani e aironi cinerini. Scivolo su vegetazione prepotente tra schizzi d’acqua e vento indomabile. L’alligatore, immobile, continua a fissarmi. Inquietante.
Il giardino delle parole
LASCIATE CHE IO SCRIVA
Lasciate che io scriva, stasera che dica quello che l’anima nasconde anche a se stessa. Sento l’urgenza di un canto appassionato che si sfiata fino all’arrochimento nell’ansia di raccontare le tensioni della mente e del cuore. Traccio un pentagramma di note segrete che risuonano ora graffianti di rabbia, ora lievi di tenerezza. Lasciate che io scriva, stasera.
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Rosalba Spagnolo
SICILIANITA’
Ho visto con stupore comporsi in unità disparate tracce di eredità fenicie e saracene arabe e normanne greche e spagnole. Aspettavo d’essere spiga mentre ero un seme che macerava fra mille crudezze. E intanto si scolpivano nel cuore impronte di nera lava di giallo acre di zolfo e di azzurro infinito di mare.
Il giardino delle parole
GALAVERNA
Trame leggere, silenzi di cristallo, ricami vitrei orlati d’incanto. Rara magia di galaverna. Da fissare con l’obiettivo della memoria perché nessuna immagine può catturare l’emozione del brillio di trine sospese tra fili d’erba e aghi di pino. Gelo perlaceo, polvere di ghiaccio che ti lascia dentro una struggente sete di bellezza.
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Rosalba Spagnolo
ARCOBALENO
In piedi sull’arcobaleno percorro i colori come strade. Tendo l’arco del dio del fulmine e del tuono e infilo collane con pietre di sette colori. E’ più facile scendere verso la fonte a cercare la pentola d’oro nel nascondiglio degli gnomi, o salire faticosamente il ponte per arrivare a Dio?
Il giardino delle parole
LUNA
Luna misteriosa e mutevole ora placida e tonda rassicurante come una madre, ora falce sottile cui appendere i tuoi sogni. Luna rubata al silenzio, violata da un Ippogrifo di latta volato con ali d’aquila non per riprendere il senno di Orlando, ma per lasciare un’impronta umana che rimane nel tempo senza vento.
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Rosalba Spagnolo
SOGNA, CHE TI PASSA
Quando l’anima è piena di niente, quando credi che il mondo giri al contrario, sogna. Sogna, che ti passa. Lascia che i sogni abitino la tua esistenza. PerchÊ i sogni sono pagine mai definitivamente compiute sono tutte strade impreviste tutte soluzioni possibili. E magari puoi ancora rimettere insieme frantumi di parole frantumi di sogni frantumi di cuore.
Il giardino delle parole
RISVEGLIO
La radiosveglia rompe l’ultimo sogno come una bolla di sapone. Ne inseguo un brandello mentre sollevo le serrande delle palpebre. Buongiorno amore. Mi coccola una vestaglia calda, borbotta il caffé nella Bialetti e prepotente l’aroma pervade la cucina. Sbadiglia la TV sullo tsunami finanziario Pubblicitàoroscopochetempofa. Colazione insieme. Senza scosse comincia il nuovo giorno.
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Rosalba Spagnolo
CIURI CIURI
FIORE FIORE
Ciuri di rosa povera è la me’ musa ma pi’ cantari amuri non servi ‘a pinna, canta sulu ‘u cori. Ciuri di gersuminu ‘na stiddra fa d’a notti ‘nu matinu, e si tu si’ cuntentu luci ‘u me’ cori comu un firmamentu. Suli non semu nenti, ‘a vita non havi cchiu’ sapuri, ma in dui semu ‘na forza, ‘a forza di l’amuri. Ciuri ciuruzzu longa è la strada e veniri non pozzu, ma tu si’ sempri cca’, n’to’ me’ coruzzu.
Fiore di rosa povera è la mia musa ma per cantare amore, non serve la penna, canta solo il cuore. Fiore di gelsomino una stella fa della notte un mattino, e se tu sei contento brilla il mio cuore come un firmamento. Soli non siamo niente, la vita non ha più sapore, ma in due siamo una forza, la forza dell’amore. Fiore fiorellino lunga è la strada e venire non posso, ma tu sei sempre qua, nel mio cuore piccolino
Il giardino delle parole
SOTTOVOCE
Sottovoce ti racconto di un amore prezioso, cantato piano per non fare invidia al cielo. Anni come minuti e attimi senza fine vissuti a piene mani. Nella gola canzoni, risate, vino fresco. Tra le mani il mondo che tu puoi fermare quando vuoi, per farmi salire su un cocchio d’oro.
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UN AIUTO A COLPI DI PENNA & IL CLUB DEI LETTORI
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