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In ogni circostanza, l'Inghilterra

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considerare come la r< grande democrazia per eccellenza dell'Occidente euroPeo. La magica parola << democrazia rr viene sventolata da questo Impero come uno stendardo bluffistico per opporla ai regimi rt autoritari rr, alle rt dittature n fascista e nazionalsocialista ! La guerra che l'Inghílterra ha dichiarato alla Germania e in cui essa voleva coinvolgere tutto il m.ondo perchè accorresse in suo aiuto, sarebbe stata scatenata per la <t difesa della rlemoctazia )) e per la tr libertà dei piccoli popoli rr ! Recentemente l'agente dell'Inghilterra Reynaud ha trovato una nuova formula arrcora più comica e menzognera, per giustificare la guerra; egli ha sostenuto, nientedimeno, che gli Atleati lottano per la tr difesa del cristianesimo rtCome devono essersi sbellicati dalle risa i finanzieri della Borsa di Londra, gli arricchiti con le forniture di guerra, gli speculatori e i magnati della plutocrazia britannica, nel sentire che questa combatte per la t< difesa del cristianesimo rr. In tutta questa retorica rt democratica rr vi è un rr

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mito che si trascina da decenni e che ora viene a poco a poco smascherato; non r': affatto vero che l'Inghilterra sia uno Stato democratico, nel senso che dovrebbe avere questa parola. La favola della democrazia e della guerra antifascista e antinazionalsocialista si sta sfasciando come un castello di carte; sotto le istrioniche parvenze pseudodemocratiche, la Gran Rretagna appare nel suo vero volto reazionario, colì la sua cricca di dirigenti rapaci e imperialisti, con la sua aristocrazia guerrafondaia, con I'oppressione coloniale, col disprezzo det diritti fondamentali dei cittadini e dei sudditi coloniali, che sono spinti al macello per difendere i profitti dei varii Churchill, Chamberlain ed Halifax. L'Inghilterra dei Lord e dei funzionari in parrucca, dei vescovi incaricati di missioni politiche all'estero, della morale ipocrita e delle finzioni ulnanitarie, appare nella sua vera veste di Stato oppressore di 4Bo milioni di schiavi coloniali, di monopolizzatore di tutte le ricchezze della terra, di vera sariguisuga dei popoli che gemono sotto il suo dominio, di sfruttatore di tutte le energie, del lavoro e dei beni dei suoi sudditi. L'Inghilterra della guerra feroee e spietata contro il piccolo e debole popolo boero, delle sanguinose repressioni in India, in Palestina, in Egitto, nel Varizistan, contro i popoli che lottano per la loro libertà e indipendenza: ecco il vero aspetto mostruoso di questa idra gigantesca che pretende il monopolio e il predominio del mondo.

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Le compagnie industriali inglesi che sono penetrate come un cancro, dovunque, pagano salari di fame ai loro dipendenti e considerano questi ultimi come appartenenti a tazze inferiori, unicamente destinate ad accrescere le riccliezze della metropoli. Ma nè la censura nè la dittatura militare salverà i pseudodemocratici di Inghilterra, perchè la verità non può essere soffocata da nessuna censura nè da nessuna museruola. È giunto il momento rli togliere la maschera ai reazionari e agli incendiari di guerra, cioè a questi famosi tr democratici rr inglesi. I1 mondo attende un'esemplare vendetta. L'Italia -fascista e la Germania nazionalsocialista, con la loro spada vindice, compiranno questa opera di giustizia, scardinando dalle fondamenta la traballante e decrepita plutocrazia britannica, sedicente democratica, mettendo fine per sempre a una èra di imperialismo rapace, di egoismo sordido, di cinismo ributtante, che è ormai al suo inesorabile tramonto e che è condannato per sempre nella coscienza degli uomini.

2. La grave situa,zione inúenna della Gtra,n Breta,gna.

Lloyd George ha fatto tempo fa un raffronto tra la situazione economica odierna e quella della guerra passata. Precisamente egli ha messo in evidenza le seguenti considerazioni: r) la Germania è bloccata oggi da una sola parte; z) la Gran Bre-


tagna ha 5 milioni di tonnellate di naviglio mercantile in meno; 3) la produzione alimentare interna è fortemente dirninuita e la necessità di importare è aumentata; ù l'area coltivabile è diminuita di due milioni e mezTto di acri. Come si vede, il quadro tracciato da l.loyd George è tutt'altro che allegro per la Gran Bretagna. Particolarmente allarmante è la deficienza di tnnnellaggio commerciale. Ilf S"/, delle merci consumate nel paese viene importato per via mare; quasi nella stessa misura, anche I'industria dipende dall'importazione per via mare in fatto di materie prime. Inoltre I'Inghilterra è entrata in guerra in condizioni assai meno buone che nel rqr4. Il tonnellaggio della sua flotta mercantile era nel settembre rg3g, inferiore di un milione di tonnellate a quello del r9r4, mentre la pclpolazione inglese è cresciuta in questo periodo di tempo di z milioni di abitanti. La necessità di adibire un notevole numero di navi mercantili a uso di guerra - nel sistema di navigazione in convoglio e le perdite dovute alla f1uerra stessa, hanno inferto un gravissimo colpo al commercio marittimo inglese. Allo scopo di assicurare un'importazione regolare, il Governo britannico si è visto costretto a pr:endere sotto il proprio controllo tutta la flotta mercantile e ad acquistare vecchio tonnellaggio all'estero, Il costo clelle costruzioni navali è aumentato pure notevolmente. Ciò preoccupa gravemente le società di navigazione anche perchè in caso di perdita del naviglio,

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i danni vengono risarciti, da parte del Governo, in base agli antichi Prezzi' Tutto ciò è causa di serie difficoltà per l'economia

britannica. La sproporzione tra i salari rirnasti invariati e l'aumentato costo clella vita si rivela sempre più ampia. Il leader laburista Walter Citrine, itr ot discorso pronunziato nello scorso marzo, ha affermato: ,t È uno scandalo che un gran numero di datori di lavoro continui, durante questa lotta che si combatte per la democrazia, a negare la democrazia nei confronti dei loro operai rr. Il Governo inqltre vuole intenzionalmente cornprimere la capacità di acquisto dei consumatori per impedire che attraverso una progressiva svalutazione della moneta si precipiti nell'inflazione'

B. Il fallimento tlel bloeeo eeonomieo' Qualche tempo fa, il Primo Ministro Winston Churchill, rispondendo a un'interpellanza in Parlamento, dichiarò : tt Nessuno può ritenere che con l'allargamento delle basi aeree costiere germaniche al giorno d'ogpp, la flotta inglese possa effettivamente bloccare le coste tedesche,r. Questa dichiarazione del Ministro inglese signifi.* itt sostanza il riconoscimento del fallimento del blocco antitedesco, proclamato con tanto rumore fin dall'inizio della guerra dai Ministri inglesi e dai loro colleghi francesi. Qualunque blocco ha un significato solo se esso è effettivo, cioè efficace; un blocco inef,ftcace è pri-


vo di un serio significato e si riduce in fin dei conti a una bolla di sapone. La dichiaraziane di Churcill, pronunziata prima dell'occupazione tedesca della Norvegia e della Danimarca, riguardava, occorre tener presente, solo il blocco economico delle coste del Reich. Con maggiorl fondamento si può quindi parlare dello sfasciamento del piano inglese del blocco economico della Germania nel suo complesso. In genere, i piani dei circoli dirigenti inglesi sono di regola affetti da un vizio fondanrentale; vengono cioè messi in atto senza tener conto della situazíone reale. I dirigenti inglesi amano tirar fuori questi piani dagli archivi e presentarli all'opinione pubblica come l'ultima parola della loro saggezza politica. L'attuale programma di blocco è una copia precisa del vecchio piano, applicato durante la guerra mondiale contro la stessa Germania. Allora tale blocco arrecò al Reich un danno assai notevole; ma. ora, un quarto di secolo dopo, la situazione è radicalmente mutata, e un blocco di questo genere non ha avuto e non 1>uò avere alcuna probahilità di successo. Nella guerra passata la Germania fu bloccata effettivamenfe su q.uasi tutti i fronti; il Mare del Nord e I'Oceano Atlantico furono di fatto preclusi alla navigazione tedesca e le comunicazioni marittime con i paesi scandinavi attraverso il Baltico fu' rono rese assai difficili. La Germania aveva soltanto qualche possibilità nei mercati dei paesi neutrali: Olanda, Danimarca e Svizzera. In tali con-

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Louis 8olha, generale boero


dizioni, un blocco rappresentava veramente ttn'atma cli iotta nelle mani dell'Intesa Oggi la situazione europea è del tutto mutata' Con il trattato tedesco-sovietico e con il recente ac- ' cordo tra i due paesi, viene assicurato il rifornimento al Reich delle materie prime industriali e dei generi alimentari, in cambio dei manufatti industriali che la Germania esporta nell'U.R.S-S. Con l'occupazione dei territori norvegese e danese, olandese e belga, non soltanto questi mercati sono perduti per gli Alleati, i quali avevano cercato in tutti i modi di accaparrarseli come un proprio monopcrlic', escl':Cenctovi tutti gli altri paesi, ma rappresentano un acquisto tutt'altro che indifferente per il Reich e infliggono un nuovo duro colpo al piano di affamamento della Germania e dell'Italia da parte ciell'Inghiiterra. Infine, la Germania mantiene normali rapporti economici con i paesi baltici, con la Svizzera, Ungheria e con gli Stati della penisola bàlcanica- In tal modo, a est, a nord e sud il Reich ha libero accesso ai mercati internazionali. Ciò è arnmesso a denti stretti dagli stessi dirigenti anglo-francesi. Non a caso l'organo conservatore Obseruer scriveva tempo fa che il blocco economico rr è attualmente un atto di guerra impiegato in condizioni assai meno favorevoli per l'Inghilterra che negli anni rgr4-r8 r. Agti imperialisti inglesi è riuscito soltanto di bloccare il commercio tedesco nell'Oceano Atlantico, ciò a cui contribuisce jn non lieve misura la <t non

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belligeranza n degli Stati Uniti. Tuttavia, come sta a dimostrare la surriferita dichiarazione di Winston Churchill, anche in questo settore il blocco ha una efficacia incompleta. L'anello che si voleva stringere intorno alla Germania, e oggl anche intorno al nostro Paese, e su cui gli anglo-francesi avevano tatto così stoltamente assegnamento, non si è potuto attuare. Al posto di egso, si è creata una certa barriera solo a occidente, barriera che nemmeno il ministro della Marina inglese osava qualificare come veramente solida ed efficace.

Può concludersi pertanto che il blocco economico, col quale la democrazia britannica che arriva sempre e dovunque in ritardo, voleva soffocare il popolo tedesco, si è già risolto in un fiasco solenne.

4.

L*niluttanza dei lDorninÍons nollt&itt' tnre la madre pa,tria.

Erano trascorsi appena sei mesi dall'inizio della guerra che già in Inghilterra si cominciarono a diffondere note assai pessimistiche, dimostranti quali gravi preoccupazioni regtrino nel campo dei fautori della guerra. L'Impero inglese è stato gíà costretto a constatare, assai più presto che nell'ultima guerra,le enormi difficoltà che si presentano sul suo cammino. La parola d'ordine di stringere la cintura, i calcoli del noto economista Keynes sulla grave contrazione deiconsumi, l'appello rivolto ai paesi neu:si

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trali per invocarne l'aiuto, le proteste contro l'inaudito aumento delle imposte, il forte gravame dei tutto ciò inspira all'inglese medio la debiti, ecc. domanda ben fondata : rr Che cosa avverrà in seguito? u. Il Time.s parlava qualche mese fa con grande ostentazione dei tt doni rr che da tutte le parti dell'Impero britannico sono andati ad affiuire al cosiddetto ,r fondo imperiaie rt. Ad es. in data 13 gennaio, esaltava il sultano del Protettorato inglese di Aden, il quale aveva dimostrato la sua fedeltà alla madre patria con un invio di r3.5oo rupie per i bisogni della guerra. rr Quale unità di tutte le regioni del grande Impero britannico ! n gridava il Times nella sua esaliazione. Infatti, nel tirar fuori denai e mezzi dai loro possedimenti coloniali, gli Inglesi sono stati sempre abilissimi. Tuttavia,la realtà di questa gigantesca macchina di oppressione e di assoggettamento, che ipocritamente si chiama <t British Commonwealth rr, è dei tutto diversa : gli sforzi della Gran Bretagna di ser virsi delle risorsg, in uomini e in merci, dei Dominions, urta pontro la resistenza dei popoli coloniali

e semicoloniali. Gli esigui reparti gunti sul fronte occidentale dai Dominions harlno avuto un valore di mera forma, di campioni, e nient'altro' Nella guerra passata, le colonie e i Dominions furono di grande aiuto alla metropoli, in quanto non solo le fÀrnirontl prodotti finiti, viveri, materie pri-

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me e forua lavorativa, ma finanziarono generosamente la guerra. Durante la guerra mondiale, il Canadà mandò in Europa un corpo di spedizione di 595 mila uomini; l'Australia di circa 34o mila; la Nuova Zelanda ,mobilitò oltre 3zo míla uomini tra flotta e forze di terra; la Unione sudafricana mise a disposizione dell'Inghilterra zzt mila uomini, di cui ro mila, sotto il comando del generale Smuts, eseguirono il compito affidato loro da Londra di impadronirsi delle colonie tedesche. Le truppe dei hminions e delle colonie'operarono prevalentemente sul fronte orientale; basta riÒordare 1o sbarco, ordinato dal Comando Supremo inglese nell'aprile r9r5, nella zona settentrionale e occidentale della penisola di Gallipoli, nelle retrovie {elle posizioni turche; le truppe di sbarco erano costituite quasi esclusivamente da reparti australiani, neozelandesi e indiani. In complesso i Dominions e le colonie misero allora a disposizione della Gran Bretagna oltre duemilioni di soldati e circa un milione di operai. Oggi la situazione è del tutto mutata. IJn esarne, anche superficiale, permette di constatare il notevole sviluppo, in confronto del rgr4, delle forze centrifughe antibritanniche. In tutte le regioni dell'enorme Impero, in cui i dorninatori inglesi dispongono di 48o milioni di schiavi coloniali, cresce il movímento per un'indipendenza completa dalla metropoli, e si estende la lotta di liberazione nazionale contro l'imperialismo britannico.

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È caratteristico che alla t< madre patria

rr tocca

ora esercitare una forte pressione sui suoi <r figli l' per convincerli'della necessità di essere patrioti su una (( scala panimPeriale rr. La borghesia dei Dominions preferisce ricavare lauti guaàagni coi rifornimenti bellici alla metropoli, piuttosto che prestarle un aiuto armato e sopportare i fastidi di una guerra' Ad es. gli industriali canadesi sperano di raccogliere una larga messe per ffrezzo della nuova gueria, prerrd"ndo in ciò esempio dai loro vicini degli Staii Unltl. Sintomatica è la reazione britannica a questa fiacca partecipazione dei Dominions alla go.rr". Nel Canadà., l'Inghilterra insiste per la fre"zione di un Governo più forte di quello attuale, di un Governo che, secondo le parole del premier Mackenzie King, (( possa sostenere una guerra per tre anni e più r,' Not p.t niente è stato sciolto il Parlamento e sono state indette le elezioni generali' Nel contempo, mediante larghe ordinazioni belliche' l,Inghilterra cerca di cattivarsi la simpatia clegli indusìriali canadesi, i quali sono più orientati verso gii Stati Uniti. Più complessa è lq situazione di un altro !ominion, di enonne imfortanza per la Gran Bretagna: l'Unione sudafricana. Per trascinare questo esercitare la [""r" in guerra, a Londra è toccato più torte pressione e far saltare il Governo di Hertzog, favoievole alla politica di neutralità' Il ntlovo Governo, con a capo il generale Smuts, eroe della

guerra anglo-boera, e appoggiato da elementi della

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borghesia inglese e boera nonchè dai laburisti locali, ha dichiarato, come è noto, guerra alla Germania e recentemente al nostro Paese. Tuttavia è da rilevare il fatto che finora esso nón ha inviato forze armate in aiuto all'Inghilterra. La ragione è da ricercarsi evidentemente nell'opposizione dei seguaci cli Hertzog e dei nazionalisti boeri capeggiati dal dott. Malan, nonbhè nella decisa ostilità dell'opinione,pubblica in genere specialmente delle classi agricole a una partecipazione attiva a - Bretagna. fianco della Gran Se il Governo volesse inviare truppe in Europa, probabilmente clovrebbe aspettarsi un'insurrezione. Gli agricoltori più agiati e notevoli strati della borghesia boera non intendono togliere le castagne dal fuoco per amore dei finanzieri inglesi nè cedere una parte dei propri Iucri ai banchieri della City. Per quanto riguarda I'Eire (Irlanda), il suo Governo ha proclamato la propria neutralità, suscitando non lievi preoccupazioni in Inghilterra. L'fr* landa ha un'importanza strategica eccezionale per la difesa delle isole britanniche e costituisce inoltre una fonte di rifornimenti di generi alimentari. Alla domanda rivoltagli in Parlamento, sul perchè i piroscafi tedeschi trovano ospitalita nei porti irlandesi, Churchill, non senza irritazione, ha risposto: rr Ciò riguarda il governo dell'Eire u. Contro i repubblicani irlandesi, riflettenti il malcontento per la politica di compromessi di De Valera, I'Inghilterra risponde con le pene di morte e con feroci condanne di reclusione, cioè con quegli

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stessi metodi che furono applicati nel 1914'16 contro il movimento nazionalista irlandesQ e che sboccarono nella rivolta di Dublino dell'aprile 1916' Il problema dell'aiuto alla metropoli' da parte rlelle colonie e dei Dominions, è in primo luogo una questione di sicurezza delle comttnicazioni imperìali, minacciate attualmente da nemici e rivali' per cui anche in questo settore la situazione della Gran Bretagna è assai più grave che non nel rqr4'

Incrltrelaflottael'aviazionetedescaostacolano fortemente tali comunicazioni; I'Iughilterra è costretta a far navigare il suo naviglio mercantile in convoglio e a farlo scortare cla unità di guerra' sot-

traeudo così una parte notevole delle sue forze marittime alla guerra diretta contro la Germania' Le vie imperiali inglesi sono dunque seriamente pregiudicate e minacciate - il che è eccezionalor.rrt" €{rave, quando si tenga presente che questo di prodotti alif""t* àipende- dalle importazioli mentari fer il 7o"/o del suo fabbisogno, di cotone per il v)o%, di caucciù per il r(no/u, di nafta.per rl g3"/o, di metalli per il 95-roo"/" e di seta per il 75 per cento. pitì Quanto all'india, la cui funzione economica importante.è quella di rifornire I'Egitto, questa cotonia inglese diede all'Inghilt9r11, durante la guerra passata, merci per Bo milioni di sterline - sopratiutto enormi quantità di materie prime e di prodotti

semilavorati. L'imperialismo inglese, che ha'dato fuoco all'Europa, làtta per .orri"r'oute il suo predominio nel

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mondo e per mantenere Xo sfruttarnento delle colonie che esso ha strappato nella guerra passata. Sotto questo aspetto vanno esaminate le misure prese dall'Inghilterra per rafforzare .\e sue posizioni militari nei paesi dei prossimo Oriente, che potrebbero diventare forse domani il teatro più importante o addirittura decisivo delle operazioni belliche.

Col tentativo di estendere la guerra nei Balcani e in Oriente, la Gran Bretagna si propone naturalmente di precludere alla Germania le fonti di materie prime e di prodotti alimentari; col tentativo di coinvolgere nel conflitto la Turchia e gli altri Stati della penisola b/canica e del prossimo Oriente,

essa dimostra dhiaramente il vero scopo della guerra da essa scatenata. Tuttavia i tempi sono radicalmente mutati e non certo a vantaggio dell'invecchiato imperialismo britannico. Le colonie sottoposte finora allo sfruttamento e al saccheggio da parte degli ingiesi, presentano, sempre con maggiore insistenza, le loro richieste alla rnetropoli. I-a lotta per la liberazione nazionale, che si stà. svolgendo in India, è particolarmente notevole. La nota dichiarazione fatta dal Comitato esècutivo del Congresso nazionale indiano dietro il quale vi è un partito che conta ben 4 milioni di membri sulla ferma intenzione del popolo incliano di non- subire la guerra e sulla richiesta di autonomia e di libertà democratiche, ha avuto una vasta ripercussione nelle masse. Agli imperialisti inglesi non riesce ora di limitarsi

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solo a promesse, come fu fatto per l'Irlanda e per i'India alla vigilia della guerra mondiale. Oggi, le masse nelle colonie e nei paesi dipendenti vogliono una soddisfazione più concreta alle proprie aspirazioni. Si possono fare pertanto tre conclusiciri : r) I'utilizzazione, da parte della Gran Bretagna, delle sue colonie e Dominions, incontra nella guerra attuale assai maggiori diffrcoltà che non nei Ígr4 z) malgraclo le formali dichiarazioni di guerra alla Geràania, i Dominions non partecipamo effettivamente al conflitto odierno; 3) le correnti centrifughe dell'lmpero si sono notevolrnente rafforzate ed esigo.to soddisfazioni immediate e pbsitive, e non più promesse non mantenute' Ciò significa che in questa guerra che l'Inghilterra afferma cli sostenere per (( salvare la democrazía )) e per creafe 1n tr rnontlo nuovo )) - secondo l'espressione impiegata da lord Halifax i popoli oppressi dai rr democratici tr inglesi chiedono l'applicazione della democrazia, tanto per cominciare, anzitutto entro i confini dell'Impero britannico.

l. f l)orniniorls e le ()olonÍe eonúro la parúeeipRziorre a,l eorrflittoIn India, in lìirmania e in Australia le cose nott

vanno troppo bene per gli inglesi. Netla prima, cr-r rne abbiamo già accennato, vi è un forte movimento antibritannico che cresce continuamente malgrado

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le feroci repressioni. È sempre più diffusa la parola d'ordine : rr Il popolo indiano ha diritto alla libertà";

l'Intlia deve rompere ogni legame con I'Inghilterra

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Nella provincia del Punjab sono stati arrestati qualche tempo fa oltre duemila contadini che insistevano per ottenere soddisfazione alle loro richieste di rniglioramenti economici; nel principato indigeno di M1,5i1g sono stati fatti parimenti lumerosi arresti di persone che protestavano contro la lggg* sui prc,fitti forestali, la quale aggrava notevolmente la situazione degli agricoltori. Anche la Birmania, colonia inglese sita nella regione occidentale dell'Indocina (dell'estensione di 6o5 mila kmq. e avente una popolazione di ry7 milioni di abitanti) è contraria alla partecipazione ''alla guerra. T,a Birmania fu separata dall'India nel 1937, per diventare un'unità amministrativa indipendente, a capo della quale fu rnesso un governatore generale inglese. Secondo la Costituzione rr do' nata r dall'hnpero britannico, questa colonia ha un Parlamento composto di due Camere: Senato e Carnera dei rappresentanti. La Carnera dei rappresentanti ha adottato recentement_e all'unanimità, una risoluziohe nelia quale si esprimeva il risenti.mento per il fatto che la Gran Bretagna ha coinvolto il paese in una guerra senza il suo consenso. Nella stessa risoluzione e contenuta'ia richiesta che rr i princìpi della democrazia e della garanzia dei diritti delle minoranze nazionali siano immediatamente applicati in Eirmania, che deve essere ricoPO

noscitrta corne uno Stato inclipendente u. Questa risoluzione è una nuova aperta espressione dell'acuto malcontento che reÉina contro la politica dj Lonclra" I-'Australia, in{ìne, è stata coinvolta nell'attuale: conflitto, quanclo non si era ancora rimessa clalle gravi ripercussioni dell'ultima guerra. rnondiale e della conseguente crisi economica. La popolazione australiana deve sopportare il peso del vecchio debito di guerra, che ammonta al l'incirca all'enorme cifra di 35o milioni di sterline. Il debito pubblico raggiunge a sua volta la somma di r,3 miliardi di sterline il che equivale a circa un terzo clell'intera ricchezza nazionale. Infìne, il prograrnma di riarmamenti, previsto in conformità" dei piani inglesi, che vogliono trasformal'e i'Australia in un arsenale di guerra della Gran Bretagna, esige nuove spese colossali; nei solo bilancio in corso le spese militari sonq preventivate in 73 milioni di sterline. Queste cifre climostranci quali enonni sacrifici sjano stati imposti alla popolazione austlaliana dalle classi dir:igenti locali e dal Governo britannico. L'Australia è un paese esportatore cii materie prime; la seta e il grano costituiscono oltre la rnetà di tutta l'esportazione. Intanto i prezzi cli questi prodotti continuano a scendere di anno in anno; ad es. il prezzo medio di mercato della seta è diminuito da 16,5 pence per libra nel rqr36-37, a ro,5 nel rg38-39. La guerra europea ha tagliato.fuori il paese da un complesso di impoitanti mercati e ne ha limitato l'accesso ad altri. Là stessa Gran Breta-

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gna, che è il più grande mercato di sbocco per la produzione australiana, ha introdotto tutto il sistema di limitazioni all'importazione di numerosi prodotti, costituenti le vocì essenziali delia esportazione atrstlaliana. Per il contatlino australiano è poco consolante il fatto che I'Inghilterra abbia accettato di acquistare tutte le rimanenze di grano e di seta; t tarmers sono anzi sdegnati per i bassi prezzi che l'Inghiiterra paga loro per questi proclotti. ' La guerra ha peggiorato, inoltre, la situazione delle classi lavoratrici nelle città; la disoccupazione è aumentata e il numero degli operai addetti all'industr:ia e tlirninrrito in quest'ultimo anno di 8-g mila unità". In consegvenza del colossale bilancio militar.e, sono stati ridotti gli stanziamenti per le assicurazroni operaie e per le opere di carattere sociale in genere. Nel paese infrerisce infine la censura e vengono soffocate le voci crescenti di protèsta contro la forzata partecipazione alia guerra. Nel periodo rgr4-rgr8, il Governo australiancr chiamò sotto le armi 4r7 mila soldati e ne spedì in Europa oltre j36 mila; di questi, 58 mila furono i morti e 136 inita i feriti. Il tentativo di ripetere oggi questo esperimento incontra una vivace resistenza. La maggior parte delle organizzazioni operaie, sia nella Nuova Galles del Sud, dove esse contano 3oo miia lavoratori; sia nello Stato di Victoria, dove ne contano zoo mila, sia nel Queesland, dclve ne contano r5o mila, si c).>

sono prorìunziate, in numerosi ordini del gitnro contro la guerra, e hanno protestato contro l'iruio di truppe in Europa.

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Possedi rnenti dorrroer:r,úi ci brÍta I * ffiei.

(Secorrdo inf'ornta,zioni {tetla stanrp,r i rrgleq.

La stampa inglese è assai avara di notizie sullr

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situazione esistente nelle Colonie e nei Dominions I-a politica del silenzio su ciò che effettivamente avviene nei possedimenti coloniaìi ha trovato una dimostrazione larnpante nel rifiuto del Governo britannico di pubblicare, in periodo di gnerra, un resoconto clella speciale Cornmissione nominata per" indagare sui motivi delle agitazioni in India neì 1938. A propclsito di tale relazione, il quotidiano latrurista Triburre osserva che tr come è noto, alcuni materiali dr questa commissione avevano per scopo speciale quello di riabilitare le autorità ir; eppure un documento sebbene così moderato nt;n è stato pottrto pubblicare. Recentemente la stampa britannica dava notizia che nella città di Kingston, in Giamaicq, gii operai sono costretti a vivere nei gatrinetti, e che parecchie centinaia di persone, per evitare di morire tli fa.me, hanno rivolto domanda alle autorità di essere messi in prigione ! Gli indigeni sono privati di tutti i diritti politici. Secondo le parole del suddetto giornale, il Gover'-


BOTTINO DI TRE $ECOLI I possedirnenti inglesi

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BRIGANTAOOIO: UN FA$TO ENORME PER

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POPOLO DAI CINQUE PASTI

r;onrprerr.dono una superficie di quasi 2O rrrilioni di km. quadrati r:on 47rJ milioni di sudditi


natore di Giamai6a ,r è nello stesso tempo re, prinro rninistro e rnaggioranza nei due rami del Parla-

Nello stesso giornale Tr'ibune del z'j lebbrraio scorso era pubblicata una lettera clel direttore di un gitrrnale di Kingston Worker in cui era - guerra detto : rt Mentre il Governo- inglese fa la corìtro la (ìer-mania in nome della democrazia, nello stesso Impero coloniale britannico, e in particolare a Giamaica, la pr:polazione è privata delle liberta civili più elementari, che ricordino, seppure da iontano, la democrazia. Attualmente a Giamaica èr stata istituita una censura eccezionalrnente rigorosa, che .ton ionsente la pubblicazione di nessuna notizia. che faccia anche minimamente allusione alla situazione clegli indigeni e agli scioperi, indipendentemente dai fatto che queste notizie si riferiscano a Giamaica o a qualsiasi altra parte del montlo ri. A Giamaica, prosegue l'autore di detta lettera, ogni giorno aumenta la disoccupazione; in questa colonia non vi è un minirno di salario fissato per legge e non esistono assicurazioni malattie e infortuni; piu ;lel 65/" della popolazione non sa leggere e, scrivere. Giamaica non costituisce certo un'eccezione; ín condizioni non Íteno gravi si trova la popolazione laboriosa delle altre colonie britanniche. Il corrispondente speciale del Daily Express, che non può certo essere sospettato di speciali simpatie per gli indigeni, e che ha visitato I'estate scorsa ia colonia di Garnbia (Africa ociidentale) * che la È6

Gran Bretagna possiede da 3oo anm -_ scrlveva <r I quartieri indigeni della città di Bathurst (città principale della colcrnia) sono fatti di sudice capanne di paglia, disposte senz'ordine e site tra le acque puzzolenti e paludose. Queste capanne son costruite di giunchi e impastate di fango; i tetti sono di erbe; per pavimento vi è la nuda terra. Tutto il mobilio delle capanne consiste in un letto di giunchi e in pochi miseri oggetti di uso familiare. La ventilazione può effettuarsi solo attraverso la porta che durante la notte viene chiusa. I vestiti degli incligeni si riducono a pochi stracci. A Bathurst vi è un intero q"uartiere denominato " semimorto ", dove I'estrema miseria ha raggiunto limiti spaventosi rr. l.[on si può stabilire con precisione, continua il corrispondente, quante persone muoiano ogni anno di fame, nè si può determinare il numero clei disoccupati, poichè le autorità" inglesi non fanno alcun computo e non prestano loro alcun soccono. Invece, osserva il giornalista, nei quartieri iir ctti risiede la popolazione inglese, vi sono rnagrLifrche palazzine e giardini. Su z4o mila sterline spese clalle autorità della colonia nel rq38, la metà è servita per pagare stipencli e lrensioni ai funzionari inglesi. .Ad un esoso sfruttamento è sottoposto, nelle colonie britanniche, il lavoro dell'infanzia. Cosi, ad esempio, nel Kenia è stata adot(ata una speciale legge, che autorizza I'assunzione, nelle piantagioni di tè, di fanciulli di ro anni. Nella legge in parola, lo sfruttamento di questi ragazzi decenni è rnotivata dal pretesto che ,r i bambini possono più age.


volmente e accuratamente raccogliere le foglie cli tè senza danneggiarle rr. Per il loro larroro, questi ragazzi ricevono pochi centesimi. Speciali ar.ruolatori; assai spesso anche senza ii'consenso ciei genitori, rr armolano rr i fanciulli e li portano lontano dalla famiglia, dove essi lavorano e vir,ono in condizioni spaventose. La schiavitrì e il regime feudale non sono affatto rari nelle colonie inglesi. Nella stessa colonia del Kenia, norr molto tempo ta, è stata adottata una legge la quale stabilisce, come scrive il giornale MancJt,ester Guardian, c]ne l'aflittuario resiciente nel terreno datogli in afhtto, è obbligato.a lavorare per il proprietario z7o giorni all'anno anzichè r8o, come era stàto stabilito precedentemente. Secondo i dati della Commissione della Lega delle Nazioni, nel rg38, nei possedimenti inglesi.ltt" p*nisola di l\'Ialacca, sono state contate rToo schiive cinesi. Queste schiave sono conosciute col nome di rr mui-tsai r. A Hong-Kong sono state registrate r5oo di queste tr mui-tsai rr; oltre 5o<t di esse non avevano compiuto rb anni. Nella colonia inglese di Nigeria, esiste ulficialmente un sistema] noto sotto il nome di <r ivofa ,r, che accorda la facoltà al creditore di far lavorare. in conto estinzione del debito, non solo personalmente il debitore, ma anche i suoi figli; i ragazzi di oltre ró anni devòno vivere nell'azienda del creditore. Le autorità inglesi nrrn possiedono neppure d,ei dati sui numero di questi semischiavi. Infine, in Beciuania (colonia inglese del Sud 2a

Africa), secondo i dati ulfrciali, presso zoo ricchi proprietari e allevatori di bestiame si trovano, in condizioni di schiavi, non meno di zo mila individui. Costoro, scrive il giornale Reynold's News, ol-

tre a uno scarso alimento, non ricevono nessun compenso dai loro padroni. Tale situazione sussiste, sebbene formalmente la schiavitù nei possedimenti inglesi sia stata abolita fin daÌ r83q. È curioso al riguardo rilevare che le autorità inglesi si sono pro_ poste di lottare in Beciuania contro la schiavitù con un metodo assai originale, stabilendo che tutti i fan_ ciulli nati da schiavi, devóno diventare tiberi. In tal modo, tra cinquant'anni, è detto nel progetto, la schiavittì sarà abolita in tutto il paese. Non esiste una colonia inglese in cui la popolazíane indigena viva in condizioni almeno i.ollerabili e goda di determinati diritti politici !

7. Il rnovirrrerlrto di ritrellÍone in hlrlin e le pr(ro*errpazioni della ([fnan Bretagna.

L'India e consiclerata a giusto titnlo la pirì bella perla della (,orona lrritannica. Da secoli, questo immenso paese, con la sua popolaziane cli 35o milioni di abitanti, costituisce rrn'abbonclantissima fonte cli materie prime, un'ingente rìserva cli uornini, uno sbocco per I'inclustria britannica e una fonte di so_ praprofitti per gli industriali, per i banchieri e per i conrmercia'ti i'glesi. nurante la guerra rno'cliale rc;r4-rqrB, I'India fu lar:gamente utilizzata clall,In,


ghilterra per le sue esigenze belliche, e la sua eco* nomia fu completamente subordinata agli scopi del ciò che ebbe gravi ripercussioni sulla conflitto esportazione e sull'agricoltura clel paese' La situa-' zione delle classi meno abbienti si aggravò notevolmente e t orezzi delle principali merci divennero sensibilmente più eievati. Tuttavia, nel contempo, le autorità mantenevano a-rtificiosamente a un livello assai basso iprezzí dei prodotti agricoli, obbligando così i contadini a vendere estremamente a buon mercato i frutti dei prr:pri terreni e ad acquistare le merci .indispensabili a ptezzi molto alti. La carestia, che faceva nelle Indie frequenti apparizioni, infierì più terribilmente ancora- I1 popolo indù, privato di tutti i suoi diritti, e i cui figli morivano al fronte, doveva pure sopportare gli oneri della guerra. Il malcontento e i rnovimenti di massa furono repressi bmtalmente. Per assicurarsi I'appoggio clei ceti elevati della popolazione, il Governo britannico fece numgrose promesse; il Primo Ministro di Gran Bretagna, Asquith, giudico necessario studiare il problema indrì rt cla un punto di vista nuovo )); ma in realtà dimostrò di non avere la mirnima intenzione di accordare alcun diritto al popolo indù: Tuttavia la pressione dovuta al crescente malcontento e al movimento delle masse obbligò il Governo britannico ad attuare alcune riforme; nel rgrg fu introCotta la cosidetta Costituzione Montegue-Chelmsford, che non portava in reaità nessun cambiamento essenziale alla. situazione; la popolazione restò ugualmente asservita e oppressa' BO

Oggi che l'Inghiiterra si trova di nuovo in statc_r di guerra,. intencle, come per il passato, fare questa guerla con le f.orze e r mezzi t1i altri popoli. Senonchè, dalla guerra monrliale in pr:i, la situazione è notevolmente mutata: un movimento di massa si è sviluppato in India, come nelle altre colonie britanniche, per ottenere f indipendenza nazionale. Un vasto movimento di contadini, di un'ampiezza fin qui sconosciuta, si è cliffuso attraverso tutto il territorio dei principaJi indù. Le autorità. britanniche tentairo invano di reprimere questo movimento; non vi sono rappresaglie capaci di contenerlo; esso cresce senza soste. Il popolo dell'India non vuole

,

dare le sue forze e i suoi uomini per favorire le mire del governo inglese, suo oppressore. Il Congresso nazionale indùr, la rnaggiore organizzazrone dell'trndia -* in quanto rappresenta la schiacciante maggioraraza cli 3o milioni di elettori indiani una posizione senza equivoci, - ha assunto nella questione della partecipa.zione e dello sfruttamento del paese nella guerra in corso; esso si è trasformato in un organismo che conta circa cinque milioni di membri, e alle elezioni legislative clelle provincie, nel rq37, ha riportato la vittoria in otto su undici province. Già in una risoluzione concernente il problerna della guerra, adottata dalla Sessione del Congresso

tenuta ad Haripura (febbraio rq38), era detto: ,r L'India non può partecipare a una guerr a imperialista, nè am,mettere che si utilizzincl le sue riserve di uomini e le sue ricchezze nell'interesse dell'irnpe,


rialismo britannico; ma se malgrado tutto, sl volesse tentare di coinvolgere I'Inclia nella guerra, ttoi ci opporremmo )1. Una successiva risoluzione adottata alla sessione di Tripuri (marzo rg3q) fu redatta nelkr stesso senso.

Gli agenti britannici cercano di lavorare I'opi-

nione pubblica, vogliono trarre vantaggio clalle correnti antifasciste e si sforzano di inculcare con tutti

i

mezzí I'idea che'la guerra condotta dall'Inghilterra corrisponde agli interessi delia stessa India. Gli antagonistui tra l'India e I'Inghilterra sarebbero, secondo costoro, (( q,uerele di famiglia rr, che si devolo mettere da parte durante la guerra. Il Governo inglese assttme un atteggiamento di campion'è della libertàL e delta democrazia, e, ltello stesso tempo, senz.a chieder:le il consenso' dichiara che l'India è un paese belligerente. La tr legge sulla difesa dell'India )) conferisc.e alle autorità inglesi pieni poteri e diminuisce i diritti già limitati dell'autonomia provincialc che la Costituzictne accorda ai governi delle prt-rvincie. È stata introclotta inoltre una crellsllra severissima.' Fin dalI'inizio della guerra I'Inghilterra ha adattato l'economia dell'India ai bisogni della guerra: I'esportazione di ogni genere di viveri, di carburanti, cli lana, di foraggi, di atrni, cli metalli, ecc. è stata proibita. La carestia è in aumento; a l-ahore i prezzi sono aumentati del35?i, in media, e per certe merci sono perfino triplicati. I principi {eudali dell'India, pilastri dell'imperia-

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*,J,

lismo inglese, si sono affrettati ad assicurare la Gran Bretagna del loro aiuto. Ancora poco tempo fa, le autorità inglesi aiutavano i principi a reprimere ogni movirnento popolare nei loro Stati' Questi stessi principi che generalmente non pensano che al proprio benessere, vogliono ora dimostrare la loro riconoscenza ai loro protettori. Ad esempio, il maraja di Bikanir ha messo a disposizione delle autorità 5o mila rupie per i bisogni di guerra e ha dichiarato di voler arnare sei battaglioni di fanteria. Questo stesso marajà spende per i suoi bisogni

personali la maggior parte del bilancio del suo Stato à ttott lascia che somme infime per l'organizzazione dell'igiene e per la pubbli'ca istruzione. Il marajà di Indore ha dato per la guerm 5oo mila rupie; il marajà di Travancore 6oo mila rupie' ecc. I liberali indù avevano deciso in un pnmo tempo di appoggiare l'Inghilterra; il leader del Partito liberale, Bahadue Sapru, aveva propoÉto di sospendere le rivendicazioni indiane fino allo rt schiacciarnento del nemico comune rr. Lo stesso punto di vista era stato espresso dal Primo Ministro del Governo di Pendhaba, membro dirigente della Lega maomettana, Sikander Hvat Han e dal Primo Ministro del Governo del Bengala, F-aslul I'Iug. Tuttavia il Congresso nazionale dell'India non ha condiviso questo punto di vista. Nella dichiarazione del Congresso sul suo atteggiamento di fronte alla guerra ha detto : tr .,. Il Goveruo inglese non ha ' tenuto conto dell'opinione pubblica del popolo in-' diano e ha dichiara.to contro la sua volontà. di metB:I


terlo a fianco dei belligeranti r. Il Congresso ha proclamato inoltre che rr la questione della partecipazione dell'India alla guerra non può essere risolta che dal oopolo inCu stesso, e questo non tollererà che le riserve dell'India siano sfruttate per fini imperialistici. Ogni tentativo di questo genere provocherà inevitabilmente la resistenza del popolo indù n. Il Congresso ha chiesto quindi al Governo in* glese una dichiarazione sui suoi scopi di guerra, domandando, in particolare, se la professione di fede democratica si applicava all'India. In effetti, se l'Inghilterra non fa una guerra imperialista, ma lotta per la democrazia, dovrebbe accordare la democrazia stessa all'India; se l'Inghilterra lotta per la libertà, dovrebbe rinunziare al suo dominio sull'India e permettere al popolo intlù di essere padrone del suo destino. La risposta clel vicerè è equivalsa a un rifiuto; egli ha ripetuto una volta di più le promesse di uno t< Statuto dei Dominions )) per una data futura e incerta. Simili promesse erano state fàtte zz anni fa e non sono state mai mantenute. Il Governo inglese ha dichiarato precisamente tr che dopo la fine della guerra, esso delibererebbe con i rappiesentanti dei partiti, dei comuni e delle órganizzazioni indiane, nonchè con i principi indigeni, allo scopo di assicurarsi il loro aiuto e la loro collaborazione nella elaborazione dei cambiamenti della struttura federale del governo indiano, che gli sembrerannel più desiderabili u. s.{.

nemmeno una Questa dichiarazione non contiene allusione all'autonomia, nè a un'assemblea costi-

tuente. La struttura federale resta pienamente in vigore. Anzichè creare un governo resPonsabile' il viierè delle Indie ha proposto la creazione di un (( organo cleliberante )i, per la durata della guerra' che igli stesso presiederà e di cui si incaricherà di scegtàre i membri. Il vicerè inviterà inoltre i compon-enti di quest'organo alle sedute, quando 1o riterrà opportuno. La risposta del Governo inglese ha provocato un profondó malcontento ín tutto il paese' I1 Governo infatti si è smascherato da se stesso. Gandhi, che in un precedente colloquio col vicerè si era pronunziato ier l'appoggio all'Inghilterra durante l'attuale conflitto, hi dichiarato, dopo la pubblicazione di questa dic[iarazione : (( L'Inghilterra dà all'India dele pietr. inrre.. di pane rr' Perfino i litrerali, che reclamavano un appoggio assoluto alla Gran Bretagna, non hanno approvato la dichiarazione del vióerè. Gli elementi pitì avanzatt del Congresso hanno già reclanrato apertamente I'indipendenza del paese; già le basi di questo movimento hanno assunto ttn'estensione che i movimenti Swaraj e di rr disobbedienza civile rr del dopoguerra non avevano mai conosciuto. Cinquantamila operai tessili di Bombav hanno proclamato lo sciopero di protesta contro la guerra. A titolo di risposta alla dichiarazione del Governo inglese, il Congresso nazionale ha dato l'ordine agli otto ministri principali clel Congresso di dare le dimissioni.

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Il

Governo britarlnico conta su una divisione intestina nei ranghi stessi della nazione indù; le sue speranze riposano sull'appoggio delle persone più principi e ricchi propriereazionarie del paese tari interessi nonchè sugli di gruppi di minoÍanza, di cui il Governo ha favorito la costituzione secondo il principio del diuide et imferu. Il Governo britannico tenta di nascondere la gravità della crisi che si sviluppa nelle Indie; esso tenta di nascondere il fatto che nel momento in cui è i'npegnato in una guerra che asserisce di fare per l'indipendenza e per la libertà delle Nazioni e per la causa della democrazía contro il nazionalsociblismo e il fascismo, nello stesso tempo nega la dernocrazia a 27o milioni di indù e governa con decreti-legge e con la forza militare. .In realtà ql"*o movimento ha creato le maggiori apprensioni in Gran B.retagna, specialmente nei circoli liberali, i quali reclamano attualmente una serie di promesse in favore dell'India, rt allorchè la guerra sarà finita n. Si spera così di guadagnare gli elementi moderati del Congresso. Lo stesso atteggiamento è seguìto dal Labour Party inglese, la cui sola attività attualmente è quella di assicurare il maggior appoggio possibile alla causa della guerra. Il problema indiano è il problema più grave che l'Impero britannico dovrà affrontare, e la cui importanza aumenterà in proporzione diretta con la durata della guerra. Fin dall'inizio delle ostilità, gli avvenimenti.di-

il6 I

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mostrano, del resto, che lllmpero britarrnico non è quella armoniosa comunità di naziclni aila quale esso vorrebbe far credere.

t. La, loúta dell'frla,nda per la

sua,

libora,zÍrrrle. Anche gli Irlandesi combattono da anni per liberare il loro paese dai giogo degli imperialisti inglesi che hanno affogato nel sattgue, nel rgt6, la Repubblica di Dublino. Recentemente sono avvenute varie dimc,rstrazioni contro gli Inglesi, nelle varie cittàr dell'Eire. Queste climostrazioni, che hanno avuto un grandioso carattere e sono riuscite irnponenti per il nurnero dei convenuti, richiaurano l'attenzione di tutto il mondo sulla lotta del popolo ir-landese contro l'imperialismo britannico. Gli imperialisti ingiesi auiano atteggiarsi a difensori dei piccoli popoli. Come è noto, in questi ultimi tempi, i politicanti inglesi hanno proclamato ai quattro venti che solamente essi stanno a guardia degli interessi dei piccoli popoli, anzi recentemente Churchill ha proclamato che l'Inghilterra è rimasta sola a difendere la causa della libertà del mondo. Allorchè però si chiede ai dirigenti britannici perchè essi non accordino allora la libertà a 4Bo milioni di schiavi coloniali, che vivono nei loro Dominions, essi ripetono i soliti discorsi ipocriti sulla rr missione colonízzatrice rr dell'Inghilterra nei confronti degli Stati e dei popoli extra-europei. B?


Le djmostrazioni del popolo irlandese ricorrlano ancora una volta che proprio nella stessa Europa che geme sotto l'Irlanda vi è un piccolo paese il feroce e spietato giogo dell'imperialismo britan' nico.

Le classi dirigenti dell'Inghilterra già da secoli oppri,mono la loro piccola vicina lrlanda. Dopo aver coqquistato tr l'isola verde rt col ferro e col fuoco, essi la mantengono in una condizione di miseria e di arretratezza. L'Irlanda è rimasta 1ìno ad oggi un paese prevalentemente agricolo posto qlle dipendenze economiche dell'Inghilterra. I contadini irlandesi semiaffamati sono stati aggravati da elevati canoni per il pagamento della terra loro strappata dai conquistatori e poírestituita ai possessori originaii dietro un'onerosa sonìma di riscatto. Le stamberghe della periferia delle città irlanclesi, prirna di tutte Dublino e Belfast, sono focolari di spaventosa miseria e vivai di malattie sociali. Tali sono i frutti della rr missione colonizzatrice l

dell'Inghilterra. Il popolo irlandese ripaga i tt civilizzatori rr inglesi con un inestinguibile odio. Esso conserva la sua alta cultura, aspira alla libertà e non interrompe la lotta contro i suoi oppressori. L'Irlanda è ripetutamente insorta contro il dominio britannico; gli oppressori hanno soffocato sempre queste insurrezíoni con la ferocia loro caratteristica.'Così fu soffocata anche l'insurrezione del 1916, scoppiata nel cuore dell'ultima guerra. aa

Dopo la fine di quella, la plutocrazia inglese fu costretta ad accordare alcune concessioni agli Irlandesi : I'Irlanda meridionale fu dichiarata Dominion autonomo dell'I,mpero britannico sotto la denominazione di Stato libero cl'lrlancla. Tuttavia invisibiii iegami di dipendenza ecotìomica continuano ad aggiogare il Dominion irlandese al carro dell'imperialismo inglese; lo sviluppo inglese dell'ri Isola verde r viene artificiosamente contenuto e il paese è ri,masto un mercato di viveri dell'Inghilterra; inoltre, e.sso è stato spezzato in due parti, poichè r'Irlanda del nord, che è la regione più industriale del paese, è restata a far parte dell'Inghilterra. Le masse irlandesi non hanno mai cessato di esprimere la loro violenta indignazione contro queste monche <. concessioni rr che mantengono la dipendenza del paese dalla Gran Bretagna. Oggigiorno le relazioni anglo-irlandesi hanno ripreso di nuovo un'estrema tensione; i civilizzatori inglesi tentano di coinvolgere l'Irlanda nel vortice della guerra; ma gli Irlandesi non intendono combattere per la fallita causa dell'imperialismo britannico; essi non úogliono versare il loro sangue nell'interesse degli speculatori della City, di questi odierni possessori cli schiavi. La volontà unanirne delle masse popolari iriandesi ha costretto il Governo dell'Eire a proclamare il mantenimehto della neutralità. Tuttavia, gli Inglesi calpestano la volontà del popolo irlandese'così chiaramente manifestatasi; I'Irlanda del nord è stata costretta a mandare ipropri figli in guerra. Nel contempo l'InghilB9


terra opera una pressione economica sull'E'ire per cercare di farla entrare nel conflitto, Ecco cotne si presentano le (( cure rr degli imperialisti inglesi per i piccoli popoli. Non c'è da meravigliarsi che il popolo irlandese conduca contro i suoi oppressori una lotta intensa per la pace e per la libertà. Un giovane sedicenne irlandese, portato davanti al giudice inglese, ha pronunciato in sua presenza parole verarnente coraggiose : rt Io sono fiero, egli ha detto, del fatto che la sórte rni abbia riservato l'onore di confermare daYanti a un tribunale britannico la incrollabile decisione del popolo irlandese di combattere per ogni pollice del nostro territorio nazionale r. La lotta liberatrice dell'Irlanda si rafforzerà indubbiarnente col prolungarsi della guerra- Da ciò si può arguire che le spalle dell'imperialismo britannico sono abbastanza malsicure !

9. L.'imperialisrno bnitannieo nolla lotúa oonÚro i Boer:i. L'imperialismo britannico è i'mplicato oggi in una guerrb che i suoi rappresentanti giustificano con ipocrìti discorsi sulla rr democrazia rt e sulla libertà delle piccole Nazioni rr. Non è inopportuno pertanto ricordare l'aggressione compiuta dallllnghilterra nel 1899 contro le due piccole repubbliche del Transvaal nell'Africa del Sud. I Boeri, popolo di contadini e di pastori, erano i tr

40

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Perqulslzlonl di arabi In Palestina

discendenti degli emigrati che nel xvtr secolo lasciarono l'Olanda per trasferirsi nell'Africa del Sud in cui si erano rifugiati anche gli ugonotti francesi. Per loro sventura, il territorio che i Boeri coltivavano si trovava nel campo di espansione della politica coloniale inglese e conteneva per di più ricchissi,mi campi diamantiferi. Ciò diede luogo ad

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una guerra di rapina che costituisce uno dei capitoli più odiosi della storia dell'i'mpérialismo coloniale britannico. I Boeri difesero eroicarnente la loro libertà contro la travolgente superiorità numerica e tecnica dell'Inghilterra. Perdue anni emezzo, questa dove' continuare la lotta e inviare un esercito di ben r5o ' mila uomini, per spezzare la resistenza di questo piccolo popolo che contava appena r5o rnila persone, comprese le donne, i fanciulli, i vecchi- GIi Inglesi dovettero assediare tasa per casa e villaggio per villaggio pni'ma di conquistare il territorio e sostenere inoltre un'aspra guerriglia di scontri e di imboscate. Allo scopo di influenzare i contaclini, che si erano arruolati nei distacca,menti dei difensori del paese, gti Inglesi fecero del sistema degli ostaggi an mezzn normale di lotta. Circa 4o mila, tra dnnne e fanciulli boeri, portati via dagli Inglesi, perirono nei campi di concentramento in condizioni spaventose. L'intervento inglese contro i Boeri ebbe una formidabile ripercussione in tutti i paesi. un'ondata di indignazione si diffuse per tutto il mondo; migliaia di voJontari accorsero in aiuto dei Boeri, mentre dai territori vicini, sottoposti al giogo coloniale della Gran Bretagna, moltissirni passarono la frontiera per lottare insieme contro il nemico comune. La guerra del Transvaal era stata accuratamente predisposta e minuziosamente preparata- Da quando sr accertò che i càmpi coltivati dai Boeri racchiudevano oro e diamanti, l'imperialismo inglese 42

inviò i suoi agenti, sotto la veste di coloni.

Il

Go-

veino b<;ero, resosi presto conto dei piani imperialistici britannici, non volle accordare a tali coloni il dintto di cittadrnanza. Allora si fomentò la famosa ,r insurrezione )) di Johannesburg, per sostenere la quale il governatore inglese Cecil Rhodes inviò sul posto un avventuriero, certo Jameson. In seguito, allorchè il presidente Krúger pubblicò vari documenti dai quali risultava f intesa intercorsa tra i circoli governativi inglesi e questo avventuriero, il gabinetto di Londra si vide obbligato a richiamare Cecil Rihocles. Alla Camera dei Cornuni, il Ministro delle Colonie, Joseph Chamberlain, padre dell'ex Primo Ministro, fece una dichiarazione veramente cinica e sintomatica : ri Senza uomini come Cecil Rhodes, la storia della Gran Bretagna non sarebbe mai stata così brillante e i suoi possedimenti non sarebbero così vasti n. Gli arnbienti conservatori e reazionarj plaudirono; erano quegli stessi ambienti che avevano diretto dietro le quinte la <r missione )) Jameson a Johannesburg. Più tardi si venne a sapere che per indurre in errore l'opinione pubblica, il Governo britannico aveva comprato la maggior parte dei giornali sudafricani e aveva speso migliaia di sterline per telegrafare alla starnpa inglese le notizie più sensazionali, assolutamente false, nella maggior parte dei casi, che pretendeyano che gli stranieri erano maJtrattati dai Boeri. I telegrammi ricevuti dall'Inghilterra erano falsificati e (( accomodati n secondo le istruzioni della propaganda governa4B


corrispondenti di. quasi tutti i giornali di Londra falsificavano perfino i dispacci ufficiali' La guerra del grande e potente Impero britannico contro un popolo di r5o rnila abitanti ha dimostrato che l'imperialismo inglese non ha mai avuto scrupolo di violare l'indipendenza dei piccoli Statil e che le sue afferrnazioni o$ierne sulla difesa dei principi democratici e della libertà dei popoli, non sono altro che ipocrisia e menzogna.

tiva.

I

lO. Ire ipocrite formnle sugli xeopí della Euorra, sca,úonota, dall'Irrglril' ^ terlra e i veri finÍ di questn'

Più volte, nei loro discorsi, gli uomini di Stato

inglesi hanno sostenuto che I'attuale conflitto è una lotta tra la democrazia e I'assolutismo e che perciò si tratta di una guerra giusta, liberatrice delle nazioni e fatta per la difesa della democtazia contro il rr dispotico rr regirne tedesco, e contro gli Stati to-

talitari in genere. Alla ricerca di uno scopo di guerra che potesse essere pres.entato alle masse, le quali devono sacrificarsi, e che fosse tale da giustificare tali sacrifici' il ministro Halifax ha dichiarato alcuni mesi fa che

gli Inglesi fanno la guerra per costruire un tr rnondo ttoono n. Lord Halifax ha dipinto questo tr mondo nuovo r tutto in rosa : r, il mondo che noi desideriamo realizzare comporterà la collaborazione di tutti i popoli sulla base dell'uguaglianza, della sti41

ma di se stessi nità rr.

e

della tolleranza reciproca dell'urna*

Si potrebbe facilmente obbiettare che se la grande democrazia britannica r sentisse un simile desiderio n di liberare i popoli oppressi, potrebbe ampiamente soddisfarlo, cominciando dal proprio impero coloniale. Perchè non mettere in atto la sua missione liberatrice in India e negli altri paesi coloniali e semicoloniali, che si estendono su una superficie complessiva di 3z rnilioni di chilometri quadrati, e contano una popolazione di circa 48o rnilioni di abitanti ? Fino ad oggi non si è sentito dire che la Gran Bretagna abbia accordato l'uguaglianza al popolo indiano; non si è mai saputo che lord Halifax, allorchè era vicerè delle Indie, abbia contribuito a favorire la tr tolleranza D tra indù e musulmani. Al contrario, non è un segreto per nessuno che gli .Inglesi hanno messo tutto in opera per accentuare la intolleranza e per scatenare le passioni, e ciò allo scopo di mantenere il popolo indù sotto il giogo. Nè si è mai inteso dire che le classi dirigenti britanni,che abbiano rispettato il popolo cinese e rinunziato alle rr concessioni u e ai privilegi, così umilianti per la << stima di se stessi r di quella Narr rr

Infine, che cosa mai può significare questa crociata democratica, la quale pretendeva di portare le sue conquiste sulla punta delle baionette in Germania, ma che sopprime conternporaneamente, con 415/


un tratto di penna,

il

regime

<r

democratico rr neì

proprio paese ? Il <t mondo nuovo rr di coioro che hanno scatenato la guerra e hanno voluto continuarla, respingendo'le proposte di pace del Fùhrer dell'ottobre scorso, non può non essere che un pretesto, e assomiglia tragicamente al veechio mondo senile della - àemocrazia, dell'assolutismo e dell'imperialismo democratico. Coloro che oggi spingono la gioventù di tutto il mondo al macell,o per la <r difesa della democrazia n sono i suoi peggiori nemici; in realtà essi continuano la ESrerra per conservare i propri privilegi e i propri beni, per màntenere l'oppressione coloniale degli altri popoli e per perpetuare l'asservimento brutale dell'umanita. Essi hanno tentato ogni sforzo per estendere il conflitto, per coinvolgere in esso altri paesi, per farne una guerra mondiale, perchè considerano la guerra come vnmezzo per consolidare ed allargare le proprie posizioni nel mondo Azzuffarsi su un numero di fronti quanto più grande possibile,, sì, questa è la verità della pottica imperialipta inglese. Perchè rnai ciò è necessario? Perchè gli irnperialisti inglesi possano anche presentemente, come nel passato, spegnere l'incendio con le mani altrui. Un tempo, alla voce minacciosa dell'Inghilterra, tremavano la Scandinavia,'i Balcani, l'India; per la gloria della plutocrazia britannica si battevano i qopoli d'Europa e d'Asia; milioni di uomini di dit*6 I

verse nazionalità erano costretti ogni tanto a ver_ sare il loro sangue affinchè la borsa inglese potesse sempre più rimpinguarsi. Ciò aweniva una volta, ma per {ortuna è finito per sempre. Gli imperialisti inglesi non si rasse_ gnano in nessun modo alla mutata realtà. Essi sognano continuamente il passato e vivono secondo il quadrante del secolo passato. perciò ar_ rivano sempre in ritardo. La ragione degli insuccessi della loro politica è che essi non intendono tener conto della realtà odierna : cioè di un,Italia giovane, ardente, disciplinata, consapevole dei suoi compiti, potentemente arnata, risoluta a finirla con le prepotenze e con i soprusi della Gran Bretagna, e di una Germania possente, forgiata nel fuoco di una guerra vittoriosa, formidabile per il suo poten_ ziamento bellico, per le sue avanzate fulmin"" p*, " le sue battaglie che non danno tregua all,avversaiio. I-e schiaccianti vittorie dell'Asse mostrano oggi l'app;rensione tragica dei dirigenti britannici ài fronte alle masse combattenti; malgrado gli sforzi fella propaganda per convincere i popófi della bontà della causa inglese e per abituarli all,idea dell'jnevitabilità della grrerra e della sua durata, l,opi_ nione pubblica della Gran Bretagna e del suo iin_ pero coioniale non si fa illusioni sulla portata im_ mensa e sulle conseguenze spaventosé ai questa guerra, che graverà per intero sulle spalle dàl po_ polo inglese e che terminerà inesorabilmente con lo schiacciamento definitivo dell,imperialismo bri_ tannico.

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