Elettroradio Informazioni - Febbraio 2014

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elettroradio informazioni informazioni elettroradio

PERIODICO TRADE LEADER NEL SETTORE ELETTRONICA E INFORMATICA DI CONSUMO * ANNO 54 *

Galimberti Spa: una storia tutta italiana sotto le “stelle” di Euronics

CES e Mobile World Congress lanciano i nuovi trend del 2014

L’home care alla prova del mercato e delle norme UE

La moda del cake design travolge anche il mondo dell’eldom

Le nuove console alla prova del Natale: ecco come è andata

Il Senatore Paolo Galimberti, Vice Presidente e Amministratore Delegato di Galimberti Spa


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editoriale

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Confusione e certezze

a confusione regna sovrana. È spiacevole dirlo, ma purtroppo è questa la cruda realtà. Se sul fronte del mercato c’è chi dice che la ripresa è vicina e la “luce in fondo al tunnel” comincia sempre più a essere visibile, c’è chi invece sostiene che la crisi è ancora presente e, anzi, ancora più pressante che mai. Cifre assolutamente discordanti tra loro continuano a rincorrersi l’una con l’altra e, sinceramente, non si sa più a chi dare retta. Lo stesso accade a livello distributivo: di fronte a realtà in grave difficoltà, ve ne sono altre che, viceversa, investono e si rinnovano, puntando soprattutto su efficienza, managerializzazione e digitale. Anche la concentrazione, parola d’ordine che ha caratterizzato il mondo del trade negli ultimi due anni, continua a tenere banco, ma in modo non ben definito, con operazioni già concluse da tempo che, ad oggi, non sembrano ancora definite e consolidate. Stessa situazione si riflette sul mondo dell’industria, con continue riorganizzazioni a livello produttivo e di corporate, spesso caratterizzate da improvvisi stravolgimenti e cambi di rotta. Il tutto, come se non bastasse, condito da una situazione socio-politica davvero allarmante: se sul fronte del Governo sembra infatti (speriamo) che finalmente i “giochi siano fatti”, su quello sociale continua invece a persistere un momento di grande incertezza, con un tasso di disoccupazione e un potere d’acquisto delle famiglie arrivati ormai a livelli davvero insostenibili. Nonostante tutto questo, però, l’innovazione continua, e dalle due maggiori fiere di questo inizio d’anno, il CES di Las Vegas e il Mobile World Congress di Barcellona, sono scaturite ottime e interessanti novità di prodotto, contraddistinte soprattutto da piattaforme tecnologiche assolutamente all’avan-

guardia e da un nuovo modo di vivere e concepire l’hi-tech; una sorta di nuova “rivoluzione tecnologica” che investe un po’ tutti i settori merceologici, siano essi del mondo del bruno che del bianco, e che vede, come principale volano, il mondo mobile. Anche da parte nostra abbiamo voluto “rinnovarci” e, dopo più di 50 anni di storia della nostra rivista, abbiamo voluto ospitare in copertina uno dei principali protagonisti del trade italiano, che, oltre che autore di una lunga serie di importanti innovazioni nel settore della distribuzione specializzata, si è recentemente reso artefice di un’importante operazione di aggregazione che, sicuramente, lascerà il segno nell’intero panorama imprenditoriale del nostro Paese. C’è voglia di nuovo e di positività, è inutile nasconderlo: questi ultimi e lunghi mesi di crisi hanno ormai sfiancato e affaticato tutti, industria, distribuzione e anche noi, editoria di settore che abbiamo l’onere e l’onore di raccontare i fatti e i misfatti del mondo retail. Ben vengano quindi storie di innovazione, rinnovamento e, perché no, di intuizione, coraggio e audacia. Permetteteci infine di rivolgere un pensiero particolare al dott. Carlo Alberto Lasagna, una persona a cui tutto il mondo della distribuzione italiana deve molto. In questo nostro ricordo non vogliamo tanto celebrare la sua professionalità, cosa che tutti gli riconosciamo e gli attribuiamo ai massimi livelli, ma soprattutto l’uomo. Una persona sempre pronta e disponibile al dialogo e al confronto e sempre foriera di buoni e ottimi consigli. Di lui ci rimane soprattutto il suo sorriso contagioso. E così lo vogliamo ricordare. La Redazione


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Esce stirata

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Ei-Elettroradio Informazioni Periodico Trade per industrie e distribuzione • Audio • Video • Elettrodomestici • Informatica • Telecomunicazioni

anno LIII febbraio 2014 edito da: la publiedim s.r.l. direzione, amministrazione e pubblicità: via matteo civitali, 51 20148 Milano telefono: 02 48.70.32.01 r.a. fax: 02 48.70.36.14 e-mail: eired@tin.it (redazione) eigraph@tin.it (grafica) testata iscritta nel registro della stampa presso il tribunale di milano il 18-06-2007 con il n. 385 - iscritta nel registro degli operatori di comunicazione con il n. 6107 - direttore responsabile: fiorenza moradei coordinamento redazionale: roberto bonin (eired@tin.it) Social media manager: roberto zarriello impaginazione: adm studio - cologno monzese stampa: ingraph s.r.l. via bologna 104/106, 20038 seregno (mb) telefono: 0362 24.00.69 le opinioni espresse dai singoli autori non impegnano la direzione - le norme sulla pubblicità prevedono l’obbligo di ospitare qualsiasi messaggio di ditte regolarmente costituite e registrate; pertanto né la direzione né la casa editrice sono responsabili di quanto pubblicato su annunci pubblicitari a pagamento, in quanto ogni ditta firmataria è chiamata a rispondere in proprio spedizione in abbonamento postale 45% - art. 2 comma 20/b - legge 662/96 - filiale di milano i dati forniti dai sottoscrittori dell’abbonamento vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per nessun motivo.

A.N.E.S.

in questo numero: 6 10 12 16

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News Italia, Trade

Eventi Mobile World Congress: Barcellona capitale del mondo mobile di Federico Cociancich

International CES: largo a domotica, automazione e wearable technology

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Social Il Consumer Electronic Show a 140 caratteri di Barbara Bianchi

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Sempre connessi di Roberto Zarriello

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di Monica Renna

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Focus Audio Video Il mercato TV dribbla la crisi con le nuove tecnologie di Federico Cociancich

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Psicology Parlare per vendere di Dott. Paolo Zucconi

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In-store L’arte di far parlare il prodotto

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Technology Near Field Communication

Gaming

I veri edifici a basso consumo

La guerra delle console al vaglio del dopo-Natale

di Arch. Olivia Carone

di Raffaele Gomiero

Trade Marketing Marketing “aspirazionale”

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di Massimo Bolchi

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Focus Cucina Il cake design conquista la cucina

di Silvia Castoldi

di Sara Romito

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Focus Lista Nozze Casalinghi e lista nozze: un rapporto “complicato” di Daniela Compassi

di Raffaele Gomiero

Periodico associato a:

ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA

Cover Story Galimberti SpA, una storia tutta italiana

Focus PED Aspirazione al risparmio di Silvia Castoldi

Private label Alla destra dei leader di Luca Salomone

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Store Specialist Centri commerciali oltre la recessione di Luca Salomone


cover story

Una storia

tutta italiana

L’acquisizione dell’intero pacchetto azionario di Derta Spa da parte di Galimberti Spa è solo una delle tappe di crescita del socio Euronics, un’azienda dal cuore e dall’animo tricolore e animata dal motto del suo fondatore “Mai fermarsi!”

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essant’anni di storia. Tutta italiana. Era infatti il 1954 quando il Fondatore e attuale Presidente di Galimberti Spa, il Cav. Ilario Galimberti mosse i primi passi nel mondo della distribuzione, con un piccolo negozio. Da quel momento, l’azienda brianzola ha saputo ingrandirsi sempre più fino ad arrivare allo stato attuale: uno dei principali retailer specializzati a livello nazionale, sotto l’insegna Euronics, con ben 34 punti vendita dislocati in sei differenti regioni italiane. “Mai fermarsi!” è infatti da sempre il motto che accompagna il lavoro di tutta la Galimberti Spa: uno “slogan” coniato fin dall’inizio della sua avventura imprenditoriale dallo stesso Cav. Ilario e che è stato poi adottato dalla sua famiglia e dai tutti i loro collaboratori. “In questi 60 anni di storia non abbiamo mai dimenticato lo spirito che ha portato i nostri genitori a fondare questa azienda”, spiega Paolo Galimberti, Vice Presidente e Amministratore Delegato di Galimberti Spa. “E cioè quella di essere una società con l’ambizione, la voglia di crescere e la voglia di essere costruttivi e portare avanti quello che è da sempre il nostro sogno: gestire

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un’impresa a capitale totalmente italiano”. “La Galimberti Spa stima di chiudere il 2014 con un giro d’affari di oltre 300 milioni di euro, cosa che la pone nelle posizioni apicali tra le società del settore in Italia, in special modo tra quelle con capitale interamente italiano”, continua Paolo Galimberti. “È per noi un motivo di grande orgoglio rappresentare ciò che di meglio può esprimere l’imprenditorialità del nostro Paese: la nostra azienda è infatti nata e cresciuta basandosi solo ed esclusivamente sul lavoro delle persone e senza fare affidamento su risorse provenienti dall’estero”. Un passo importante per la crescita di Galimberti Spa è stata sicuramente l’acquisizione dell’intero pacchetto azionario di Derta Spa avvenuta nello scorso mese di novembre; un’operazione che ha, di fatto, fare un enorme balzo in avanti alla società di Limbiate (Monza Brianza) con una quota di oltre il 15% all’interno del Gruppo Euronics. “Galimberti e Derta sono due aziende che hanno sempre marciato parallelamente, operando in zone confinanti, senza però mai sovrapporsi l’una con l’altra”, sottolinea Paolo Galimber-

Il dott. Paolo Galimberti, 45 anni, è Vice Presidente e Amministratore Delegato di Galimberti Spa, Consigliere di Amministrazione di Euronics Italia e Vice Presidente di Euronics International. In passato è stato Presidente Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confcommercio e dal 2010 al 2012 è stato consigliere del CNEL, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Lo scorso anno è stato eletto Senatore della XVII Legislatura della Repubblica Italiana


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Galimberti Spa in numeri N. punti vendita totali: 62 N. punti vendita: 34 Sup. commerciale totale: 65.700 mq Copertura regionale: Lombardia (15), Veneto (8), Trentino Alto Adige (4), Friuli Venezia Giulia (3), Emilia Romagna (2) e Sardegna (2) N. collaboratori: 603 Fatturato 2014: 252 mln di euro + Iva

ti. “Due aziende che erano molto piccole e che sono cresciute col lavoro di chi le gestiva, tutte e due sotto la stessa insegna nel Gruppo Euronics ed entrambe che hanno sempre puntato sia sul dettaglio che sulla distribuzione come fattore strategico per la loro crescita”. Derta Spa, vogliamo ricordarlo, è una società veronese operante nel Triveneto, nata 28 anni fa, quando i tre soci Sonato, Galimberti e Butali rilevarono lo storico punto vendita fondato nel lontano 1948 da Dino Uber.

L’acquisizione di Derta Spa Dopo una lunga storia di “vite parallele”, le due realtà di Galimberti Spa e Derta Spa si sono incrociate lo scorso anno, in un momento di grave difficoltà della società veronese. Momento di difficoltà che poteva essere superato “solo attraverso un’operazione straordinaria, ossia attraverso una profonda e radicale ristrutturazione dell’azienda”. “Per il bene e per il futuro di Derta, tutti e tre i soci hanno conve-

nuto, di comune accordo, che la ristrutturazione dell’azienda dovesse passare di fatto solo ed esclusivamente da un’unione con un’altra azienda, allo scopo sia di applicare un importante taglio dei costi sia di creare profonde sinergie sulla gestione”, precisa Paolo Galimberti. “Sempre di comune accordo tra i soci, si è poi convenuto che fossimo proprio noi di Galimberti Spa a farci carico dell’operazione”. L’operazione – come conferma lo stesso Paolo Galimberti – è stata approcciata dalla società di Limbiate in maniera molto tecnica e pragmatica, grazie alla consulenza dello Studio Chiomenti e Associati, per quanto riguarda la due diligence sulla Derta Spa, e di KPMG, per l’elaborazione del successivo piano industriale atto a rimettere in sesto l’azienda veronese. I risultati di queste due azioni, oltre a confermare i gravi problemi in cui versava Derta già evidenziati dall’analisi sommaria della sua contabilità, hanno quindi rivelato che l’unica strada percorribile doveva necessariamente

passava per un taglio drastico dei costi, procedendo alla definitiva unione delle due società. Fu per cui scelto di procedere con una “fusione per incorporazione”, facendosi carico al 100% delle ingenti perdite accumulate da Derta negli ultimi due anni di attività. “Per lo stile imprenditoriale e l’etica comportamentale che da sempre ha contraddistinto la nostra famiglia, abbiamo preferito fin da subito perseguire la strada della fusione per incorporazione, pur essendo la più difficile e impegnativa”, conferma infatti Paolo Galimberti. “La scelta di procedere con questa operazione fu condivisa da tutta la nostra famiglia e da tutto il management di Galimberti Spa che, oltre a sposare con entusiasmo il progetto, sta lavorando in modo unito e compatto per procedere nei tempi più ristretti possibili al suo completamento”. L’acquisizione dell’intero pacchetto azionario di Derta Spa da parte di Galimberti Spa è stato effettuato in data 7 novembre 2013 e la fusione delle due società è di-

Tot. referenze: oltre 12.000 GED (19%), IT (21%), Audio video (23%), Telefonia (19%), PED (10%), Foto (3%), Home entertainment (3%)

La galleria di immagini del punto vendita di Limbiate dopo la recente ristrutturazione


venuta effettiva agli inizi del febbraio di quest’anno.

cover story

La nuova Galimberti Spa

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all’operazione Derta è nata

di fatto una nuova Galimberti Spa, con un totale di 34 punti vendita

Dall’operazione Derta è nata di fatto una nuova Galimberti Spa, con un totale di 34 punti vendita dislocati in sei differenti regioni italiane e un organico di oltre 600 collaboratori. Già nel 2012 la società brianzola aveva avviato un importante progetto di efficientamento all’interno dell’azienda, con la chiusura di alcuni punti vendita poco performanti e di una piattaforma logistica situata in Sardegna, oltre all’adeguamento di tutti gli store secondo i due nuovi format da 1.300 e 2.300 mq. Parallelamente all’efficienza, la società ha anche provveduto alla sua managerializzazione, portando al suo interno le competenze dell’Ing. Roberto Cuccaroni, nome assai noto nel mondo industriale e distributivo italiano. Il piano industriale per l’incorpo-

dislocati in sei differenti regioni italiane e un organico di oltre 600 collaboratori

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Un momento del meeting del management della nuova Galimberti Spa, svoltosi domenica 16 febbraio in un agriturismo del bresciano. In primo piano l’Ing. Roberto Cuccaroni che illustra ai suoi collaboratori il piano industriale, gli obiettivi e i progetti futuri della società

razione di Derta (che sarà completato entro la fine del mese di aprile), prevede innanzitutto la cancellazione di duplicazioni di funzioni e la creazione di una società sufficientemente snella. Da qui, la decisione della chiusura della sede amministrativa e direzionale di Verona e l’unione delle due logistiche in un’unica realtà che esprima il massimo dell’efficienza: più nello specifico, oltre alla chiusura dei magazzini tampone utilizzati da supporto alla logistica di Limbiate e Verona, si provvederà a far in modo che ognuna delle due piattaforme contenga al suo interno merceologie esclusive, evitando duplicazioni di stock, e creandone virtualmente una unica per mezzo

di navettaggi notturni. Dal punto dei vista dei punti vendita, invece, oltre a una piccola razionalizzazione a livello numerico, si provvederà a farli rientrare tutti nei due format adottati dall’insegna, a seconda del bacino d’utenza, della potenzialità di mercato e della concorrenza a livello locale. “Ma non finisce qui”, aggiunge Galimberti. “Non vogliamo limitarci solo al risparmio dei costi, ma stiamo lavorando anche sul miglioramento dell’efficienza delle vendite. Appunto per questo stiamo cercando di scambiare le eccellenze tra le due realtà, portando in Derta le eccellenza che sono di Galimberti e portando nel nostro perimetro le eccellenze che erano di Derta”.


Il Cav. Ilario Galimberti, Presidente e fondatore di Galimberti Spa, riceve il Premio per l’Innovazione 2012 dall’allora Presidente del Senato Renato Schifani

Altro aspetto di fondamentale importanza per l’azienda è il franchising, che, come conferma lo stesso Galimberti, “è strategico per i volumi che porta, ma soprattutto per la ramificazione capillare sul territorio che consente di avere una copertura più puntuale della propria area di riferimento”.

“Non ci fermiamo qui” Sul futuro di Galimberti Spa, Paolo Galimberti non ha dubbi: “Io considero l’operazione Derta non un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Non ci accontentiamo di certo di dove siamo arrivati”. “Una volta portata a termine l’operazione in modo positivo, dobbiamo non fermarci a sistemare lo status quo, ma dobbiamo cercare di guardare al futuro“, continua infatti Galimberti. “Ossia a mettere le basi oggi per fare nuovi investimenti, e di conseguenza nuove aperture, che abbiamo già in animo di fare nel 2014, cercando soprattutto di rafforzare la nostra leadership a livello territoriale”.

Parola d’ordine: successo e innovazione Il motto coniato 60 anni fa dal Cav. Ilario Galimberti “Mai fermarsi!” è stato sempre rispettato in tutti gli anni a venire, basti dare un’occhiata alla storia dell’azienda per rendersi conto di come impegno, ampliamento e innovazione siano ormai entrati a far parte del suo DNA. Proprio l’azienda di Limbiate, difatti, si è resa protagonista di numerose iniziative che hanno fatto davvero la storia del retailing specializzato nel nostro Paese come, ad esempio, la partecipazione nella fondazione del primo gruppo d’acquisto a livello nazionale GET o l’apertura, nel 2002, del più grande negozio Euronics d’Europa, con una superficie commerciale di ben 5.000 mq.

Non solo. Il Gruppo Galimberti è stato anche uno dei primi retailer italiani a sposare l’innovazione digitale, con l’apertura dei primi punti vendita 3.0, basati sull’utilizzo di tecnologie e accorgimenti all’avanguardia, come wi-fi gratuito, QR Code, cartellonistica digitalizzata e isole esperienziali; iniziativa che gli è valsa non pochi riconoscimenti, anche a livello istituzionale. Proprio per il carattere innovativo dell’iniziativa, difatti, il 12 dicembre 2012 il fondatore del Gruppo, il Cav. Ilario Galimberti, ha ricevuto il “Premio Nazionale per l’Innovazione nei Servizi” della Presidenza della Repubblica dalle mani dell’allora Presidente del Senato Renato Schifani. Premio a cui si sono poi aggiunti anche altri due prestigiosi riconoscimenti: il “Premio Innovazione Servizi 2012” indetto da Confcommercio e “Innov@tion Retail Award” ideato da Accenture e Gruppo 24Ore.


news aziende

IL SETTORE MARKET OPERATIONS DI WHIRLPOOL EMEA SI RIORGANIZZA

CAMBIO AI VERTICI DI CANON EUROPE E CANON ITALIA

Canon Europe ha annunciato la nomina di Stefano Zenti (foto qui sotto), Managing Director di Canon Italia, quale nuovo Head of Emerging Markets Business Unit a partire dal 1° marzo 2014. Zenti riporterà a Rokus Van Iperen, Presidente e CEO, Canon Europe, Middle East and Africa. In Canon Italia Stefano Zenti, passa il testimone a Enrico Deluchi (foto in basso), che assume il ruolo di nuovo Managing Director di Canon Italia. Anche Deluchi riporterà a Rokus van Iperen.

Lorenzo Paolini, Amministratore Delegato e vice presidente Market Operations West & South Europe, e Pam Klyn, vice presidente Products and Brands EMEA, hanno dato il via alla riorganizzazione e al riassetto del settore Market Operations di Whirlpool EMEA. Gian Luca Littaru è stato nominato General Manager Refrigeration, e riporterà a Klyn. Marco Casale è stato nominato General Manager Dishwashing, e riporterà anche lui a Klyn. Raffaella Berardo entra invece in Whirlpool EMEA come Regional Marketing Director West & South Europe, e riporterà a Paolini. Vladimir Cherevko è stato infine nominato direttore Brands & Innovation, e riporterà a Klyn. Sempre Whirlpool ha anche annunciato l’intenzione di chiudere la propria fabbrica di Norrkoeping (Svezia), allo scopo di rilanciare la competitività dei suoi prodotti da incasso nell’area EMEA. Più in dettaglio, il piano comprende: il consolidamento della produzione di microonde a incasso in un unico hub europeo, situato a Cassinetta di Biandronno (Varese), e per una piccola parte anche negli Stati Uniti per alcune piattaforme dedicate, il consolidamento delle attività di ricerca e sviluppo presso il centro di Cassinetta di Biandronno, e la chiusura dello stabilimento di Norrkoeping, inclusi i centri tecnologici e logistici.

LUIGI CATTANEO COUNTRY MANAGER PER L’ITALIA DI LENOVO

Lenovo ha annunciato la nomina di Luigi Cattaneo a Country Consumer Manager per l’Italia. In questa posizione Cattaneo è responsabile di tutto il business sul mercato consumer di Lenovo in Italia, in collaborazione con marketing e vendite. Prima di approdare in Lenovo Luigi aveva ricoperto numerosi incarichi di vendita e Business Development in varie aziende dell’ICT e del Consumer Electronics, da Cisco a Logitech e Toshiba, dove aveva assunto anche il ruolo di Country Manager. Più recentemente aveva lavorato nella distribuzione, con Ingram-Micro, aggiungendo così ulteriore competenza alla sua già vasta esperienza in marketing e vendite acquisita sia in ambito B2B che B2C.

AVVICENDAMENTO AI VERTICI DI CANDY GROUP

Il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Candy ha affidato il compito di perseguire i nuovi obiettivi di business a Beppe Fumagalli (nella foto), che si avvicenderà nel ruolo di Amministratore Delegato del Gruppo Candy con Aldo Fumagalli, chiamato a sostituire Beppe nella funzione di Direzione del Business Sector del Lavaggio; Aldo assumerà, contestualmente, la carica di presidente della società capogruppo Candy SpA. L’amministratore delegato sarà affiancato da un Advisory Board, composto da membri del management e da consulenti esterni, che contribuiranno alla realizzazione dei piani aziendali.

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CRISTIANO BOY NUOVO KEY ACCOUNT MANAGER DI BEKO ITALY

Beko Italy ha annunciato l’arrivo di Cristiano Boy come nuovo Key Account Manager, con responsabilità sui Gruppi Expert ed Evoluzione. Cristiano Boy ha ricoperto la carica di Key Account Manager in Haier Italia dal 2011 al 2013 e precedentemente ha maturato una solida esperienza nel Trade Marketing Management e nel Key Accounting all’interno del Gruppo BSH per i marchi Bosch e Siemens nei prodotti da incasso, libera installazione e piccoli elettrodomestici.

FRANCESCO BOROMEI PASSA A ELICA

Il Gruppo Elica ha affidato la carica di Chief of Marketing a Francesco Boromei. In questo ruolo, in cui risponde direttamente a Giuseppe Perucchetti, Amministratore delegato della società, Boromei avrà la responsabilità di definire e attuare la strategia di marketing e comunicazione a livello globale nel lungo periodo, con particolare attenzione ai bisogni dei clienti e dei consumatori dei mercati di riferimento. Avrà inoltre la responsabilità dell’area innovazione, sempre più strategica per l’Azienda. Boromei proviene da Groupe Seb, dove ricopriva il ruolo di Direttore marketing Italia e aveva la responsabilità dei brand Krups, Rowenta, Moulinex e Tefal.

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news trade

MARCO MAZZANTI DIRETTORE COMMERCIALE DI SGM DISTRIBUZIONE

TRONY.IT SBARCA SUL MOBILE

Trony.it è anche in versione mobile. Il sito di e-commerce del Buying Group Italiano sarà infatti accessibile anche in mobilità, da smartphone e tablet, per una navigazione facile, veloce ed intuitiva. Nella progettazione del nuovo M-Site Trony, ottimizzato e fruibile in multipiattaforma, è stata posta massima attenzione all’aspetto dell’usabilità per una navigazione sempre fluida e veloce. Grazie alle ultime implementazioni è ora possibile accedere e navigare nell’e-store Trony da qualunque dispositivo mobile per ottenere informazioni sui prodotti, acquistarli e riceverli comodamente all’indirizzo indicato. Altrettanta attenzione è stata posta anche alla fruibilità delle informazioni relative ai punti vendita: anche da mobile è infatti possibile consultare la mappa completa dei negozi Trony, cercare quello più vicino e informarsi sulle singole promozioni attive a livello locale. Così come da rete fissa, l’utente sarà immediatamente riconosciuto sin dall’atto del log-in e potrà ricevere informazioni personalizzate, un servizio dedicato e molte altre opportunità. Convenienza, assortimento e disponibilità sono sempre assicurate: da oggi anche su smartphone e tablet.

RINNOVATO LO STORE MERCATONE UNO DI PIEVE FISSIRAGA

Mercatone Uno ha rinnovato lo store di Pieve Fissiraga (Lodi), che ha riaperto i battenti lo scorso sabato 1° marzo presentandosi al pubblico con un look tutto nuovo dopo un’importante operazione di restyling che ha trasformato completamente i 5.700 mq del punto vendita. Il rinnovo totale dello store di Pieve Fissiraga è il primo di un importante piano di rilanci che vedrà nel 2014 il rinnovo di numerosi punti vendita con un nuovo look, un nuovo layout espositivo e un nuovo concept di offerta. Prossimo passo dell’importante piano di rilanci è il rinnovo sabato 15 marzo dello store di Arzano (Napoli).

6 NUOVI PUNTI VENDITA DIXE IN LAZIO E BASILICATA

Grazie a Perel, socio del Gruppo nonché piattaforma ufficiale con esclusiva per il territorio, l’insegna e l’affiliazione per Campania, Basilicata, Molise e Calabria, e con l’esclusiva di sviluppo per Toscana e Lazio, negli ultimi periodi del 2013 6 punti vendita si sono aggiunti all’elenco di affiliati a Evoluzione. Sono negozi significativi per la loro posizione: 2 a Roma, 2 in provincia di Roma, 1 in provincia di Viterbo e 1 in provincia di Potenza, situati o in zone centrali o in centri commerciali, tutti con spazi medio-grandi. A Roma, in via Casilina e in via Giacomo Andreassi, due Punti Sixx Elettrodomestici, entrambi all’interno di centri commerciali, hanno deciso di indossare i colori Dixe. In via Casilina, lo spazio di circa 700 mq ospita elettronica ed elettrodomestici sia free standing sia da incasso, vanta 5 vetrine, ha due casse e 5 persone addette alla vendita . Di recente apertura il punto vendita in via Giacomo Andreassi: quasi 1.000 mq e 4 vetrine dove trovare una grande varietà di prodotti dai piccoli ai grandi elettrodomestici, Tv e HiFi, telefonia e computer. Nel centro di Anzio, in via Palmarola 2, Tontini Cesare è dal 1958 il punto di riferimento della zona per tutto quello che è tecnologia, elettronica ed elettrodomestici. Anche il punto vendita Centro Sistemi Sicurezza si trova nel centro di Bracciano, in piazza Don Cesolini. Da C’è quel che c’è, a Celleno (Viterbo), si può trovare di tutto: non solo elettrodomestici ed elettronica ma anche casalinghi, accessori e articoli regalo. In Basilicata, ad Avigliano (Potenza), il negozio Carriero Carmela dispone di uno spazio nel centro della città di cui è un importante riferimento per piccoli e grandi elettrodomestici e materiale elettrico.

SGM Distribuzione, Gruppo leader nella distribuzione di elettrodomestici ed elettronica di consumo, annuncia la nomina di Marco Mazzanti come nuovo Direttore Commerciale. Classe 1963, bolognese, Marco Mazzanti vanta una lunga esperienza nel mondo del retail, cominciata nel 1985 nel settore della moda e proseguita negli anni passando per il Gruppo Conad fino ad approdare nel 1997 in MediaMarket Spa, dove ha progressivamente ricoperto ruoli sempre più di rilievo fino alla nomina, avvenuta nel 2012, a Direttore Commerciale Generale del Gruppo. Da oggi Mazzanti ricopre in SGM Distribuzione la carica di Direttore Commerciale, che prevede la gestione dei rapporti con tutto il mondo dell’industria e la definizione delle politiche commerciali del Gruppo

ANDREOLI EURONICS SI RIORGANIZZA

Andreoli SpA, azienda associata al gruppo Euronics, apre il 2014 annunciando una nuova struttura commerciale, guidata dal Direttore Generale Gianrio Falivene (nella foto) e composta da uno staff di 5 persone: Andrea Zago, responsabile commerciale retail; Salvatore Vitagliano, category telefonia; Tatiana Soriano, junior category telefonia; Giovanni Ventrone, category bianco e clima; Francesca Piliego, category ped.


eventi

Barcellona capitale del mondo mobile

di Federico Cociancich

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produttori di smartphone hanno capito – e bene – che i grandi volumi di vendita si fanno con i dispositivi di fascia media e medio bassa. Ecco dunque che anche grandi nomi come LG Electronics, Nokia, Huawei e HTC hanno puntato su nuovi prodotti per questa fascia di mercato piuttosto che su modelli al top della gamma che garantiscono sì maggiori percentuali di guadagno, ma volumi notevolmente inferiori. Fino ad oggi sono stati venduti un miliardo di smartphone, ma lo sguardo dei produttori è puntato verso i Paesi emergenti, primi fra tutti India e Cina, che promettono di raddoppiare questa cifra in poco tempo. Oltre ai nomi citati prima, si è vista una vera e propria esplosione di marchi meno noti al grande pubblico, in questo settore, come Acer, Asus, Wiko Mobile, Alcatel, Emporia, Haier, HiSense, HP, NGM o ZTE, pronti a invadere il mercato con i loro prodotti dal rapporto qualità/prezzo calibrato al millesimo. Si tratta in generale di prodotti ottimi, ognuno con qualche caratteristica innovativa o soluzione originale, che dovranno sgomitare tra gli scaffali e i volantini sempre più affollati. Wiko Mobile è forse l’esempio più eclatante: la casa francese, che produce in Cina, è nata nel 2011 e nel 2013 è diventata la terza azienda per cellulari venduti in Francia, dopo Apple e Samsung. Si prepara a invadere il mercato italiano con un catalogo di una quindicina di modelli tra cui il Wax, con il nuovo processore Tegra 4i, o l’Highway, il primo smartphone a integrare un processore octa-

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Per quattro giorni i padiglioni della fira Barcelona si sono trasformati in un’immensa vetrina di produttori, operatori, startup, sviluppatori e di tutto ciò che ruota attorno al mondo mobile

core (a 8 core). Persino Panasonic, Cat (quella dei caterpillar) e Kyocera sono saliti sul carrozzone con nuovi modelli super resistenti e destinati a nicchie professionali.

Tecnologia, innovazioni e idee A Barcellona, oltre ai processori super potenti a 64 bit proposti da Qualcomm e Mediatek, o a quelli a 8 core mostrati da NVidia, si è vista anche tanta voglia di innovazione grazie a nuovi sensori di ogni tipo e a tante idee per usarli al meglio. C’è chi, come 94 fifty, ha messo sensori dentro un pallone da basket per inventarsi un nuovo modo di giocare a distanza, chi, come theeyetribe, usa quelli per il riconoscimento oculare per controllare uno smartphone o un tablet senza toccarli, ancora chi, come Flir ha pensato a cover con sensori termici per trasformare uno smartphone in una termocamera. OralB si è persino inventata uno spazzolino in grado di dialogare con il telefono per rendere più divertente anche un’operazione noiosa come lavarsi i denti.

Tablet: il mercato è già saturo? In un momento in cui i display degli smartphone hanno ormai raggiunto come dimensioni quello dei tablet, i quali hanno aggiunto in diversi casi le funzioni telefoniche alla loro dotazione, si sono viste poche novità a Barcellona. Ad eccezione dell’Xperia Z2 di Sony, che ha impressionato per il display e il peso piuma, ai nuovi FonePad da 7 pollici di Asus e ai nuovi Me-

diapad di Huawei da 7 e 8 pollici, non abbiamo visto novità destinate a rivoluzionare il mercato. È vero che di modelli adesso ce n’è davvero di tutte le dimensioni e per tutti i portafogli, ma non bisogna lasciarsi ingannare da questa calma apparente: le unità vendute sono passate dagli oltre 116 milioni di pezzi nel 2012, agli oltre 195 milioni di unità vendute nel 2013. Lo scorso anno, secondo le statistiche pubblicate da Gartner, Android è riuscito a superare iOS conquistando il 62% del mercato. Apple insegue con il 36% delle vendite globali, lasciando Microsoft un misero 2% di market share. L’azienda che più di altre ha decretato il sorpasso di Android è stata ovviamente Samsung: è cresciuta del 336%, passando da un 7,4% a un 19,1% di market share (da 8,5 a 37,4 milioni di pezzi). Nonostante il sorpasso, Apple mantiene il primato come produttore e nel 2013 ha venduto circa 9 milioni di pezzi

in più rispetto all’anno precedente. Al terzo posto della classifica si posiziona Asus, con i propri Transformer, mentre subito sotto il podio troviamo Amazon e Lenovo, che ha visto triplicare le proprie unità vendute in un solo anno. Proprio Lenovo ha approfittato dell’evento spagnolo per lanciare il suo nuovo Yoga Tablet 10 HD+, un elegante tablet in alluminio con design a bordo cilindrico con display da 10,1 pollici con risoluzione Full HD 1.920 x 1.200 pixel, processore Qualcomm Snapdragon 400 quad core da 1.6 GHz, e due fotocamere, di cui una posteriore da 8 Mpixel e una frontale da 1.6 Mpixel.

Intercettazioni addio A Barcellona tutti i principali produttori di antivirus come Avast, AVG, Bitdefender, F-Secure, Kaspersky Lab e McAfeee proponevano le proprie soluzioni: Android infatti soffre di fisiologici problemi di sicurezza e, secondo una ricer-


I 5 prodotti più interessanti Sony Xperia Z2 Lo Z2 arriverà nella declinazione smartphone e tablet (sì, hanno lo stesso nome). Sono entrambi dispositivi al top: potenti, hanno entrambi processori Qualcomm Snapdragon 801 da 2.3 GHz, impermeabili all’acqua e alla polvere, con ottimi display, grazie alla tecnologia Triluminos ereditata dai TV Bravia, e un peso piuma. Lo smartphone inoltre ha una fotocamera da 20,7 megapixel in grado di registrare video a risoluzione 4K e filmati in slow motion a 120 fotogrammi al secondo.

Samsung Galaxy S5 smartphone a prova di intercettazione. Si tratta di uno smartphone con specifiche di fascia alta che si basa su una versione modificata di Android, chiamata PrivatOS. Consente agli utenti il controllo completo sui permessi richiesti dalle app, la ricerca anonima su Internet, lo scambio cifrato di dati, messaggi e telefonate.

Grande fermento

ca di Kaspersky, è vittima del 98% dei virus e malware per dispositivi mobili. In tempi di datagate c’è anche chi ha pensato di risolvere il problema alla radice come gli svizzeri di Geekspone e Silent Circle, la società di sicurezza di Philip Zimmerman, padre del sistema di crittografia PGP, che hanno annunciato Blackphone, il primo

Sono decine gli eventi che caratterizzano ogni anno il Mobile World Congress, ma due quest’anno hanno catalizzano l’attenzione più di altri. Il primo è stato l’intervento di Mark Zuckerberg, che raramente appare in pubblico, come speaker al keynote d’apertura della manifestazione. Ha parlato di digital divide e del progetto Internet.org, una coalizione tra Facebook, Samsung, Qualcomm, Nokia, Mediatrek, Opera ed Ericsson per garantire l’accesso a Internet a un terzo della popolazione mondiale che oggi non vi accede. Ovviamente si è parlato anche di WhatsApp, dopo la recente acquisizione da parte di Facebook per 19 miliardi di dolla-

Molta sostanza per il nuovo top di gamma Samsung che mantiene il design della serie Galaxy ma ora ha la scocca posteriore con un effetto soffice (similpelle) e una texture perforata. Grazie al processore quad-core, allo schermo super Amoled full HD da 5,1”, alla fotocamera con l’autofocus più veloce – solo 0,3 secondi – alla resistenza all’acqua e alla polvere, e alle funzioni per il controllo della forma fisica come il sensore del battito cardiaco, diventerà probabilmente il riferimento per questo inizio 2014.

LG G2 Mini Eredita buona parte delle caratteristiche del fratello maggiore con una forma più compatta e un prezzo più accessibile. Lo schermo passa a 4,7” (con una risoluzione 960x540), ma rimangono i comodi tasti posteriori, il processore quad-core, la connessione superveloce LTE e l’incredibile autonomia. Sono rimaste le utili funzioni come il Knok-on per l’attivazione dello schermo con un doppio tocco, la funzionalità Guest, per mascherare i dati nel caso in cui si presti lo smartphone a un amico e Android è aggiornato all’ultima versione.

Wiko Highway La francese Wiko teglia per prima il traguardo del primo smartphone con un processore a 8 core (Cortex A7 da 2 GHz). Ha un pannello posteriore in vetro temprato e un display IPS da 5 pollici full HD protetto da un Gorilla Glass. Come tutti i prodotti Wiko supporta due Sim, la fotocamera posteriore è da 16 Mpixel, mentre quella anteriore da 8 Mpixel per autoscatti in alta definizione. Nonostante le specifiche da top di gamma è già disponibile al Il prezzo consigliato al pubblico di 349 euro.

Nokia serie X Nokia, nell’attesa di diventare una divisione Microsoft a tutti gli effetti, propone i propri smartphone con sistema operativo Android (mascherato) e un’interfaccia a quadratoni molto simile a quella di Windows Phone. Tre dispositivi di fascia medio bassa, che vorrebbero unire i vantaggi delle applicazioni Android, i servizi Microsoft e le funzioni esclusive Nokia. Piacerà il lo stile finlandese agli amanti dell’androide?


Il polso della tecnologia eventi

I dispositivi indossabili sono stati il filo conduttore di tutta la fiera, proposti ormai sia dai grandi produttori come Samsung, Sony o LG, sia in mille declinazioni diverse da decine di startup che vedono in questi dispositivi wearable qualcosa più che una moda. All’appello mancano ormai solo Apple e Google. Alcuni hanno il display, come i tre nuovi Gear proposti da Samsung, altri integrano sensori di ogni tipo ma sfruttano app studiate ad hoc e il display dello smartphone per interagire con gli utenti. Sony con il proprio SmartBand, presentato per la prima volta al CES, non si limita a controllare l’attività fisica ma pensa all’intrattenimento a 360° catturando “i migliori momenti della propria vita”. È in grado di tenere traccia dei posti visitati, dei libri letti, della musica ascoltata, dei giochi. Misura anche il ciclo del sonno, indicando il momento ottimale in cui svegliarsi e notifica l’arrivo di chiamate, messaggi, Like di Facebook o tweet. Può anche essere utilizzato per riprodurre, mettere in pausa e scorrere le tracce musicali. Arriverà in aprile e il prezzo sarà inferiore ai 90 euro. Samsung invece, dopo l’insuccesso del primo Gear, punta ancora sugli smartwatch con i nuovi modelli Gear 2 e Gear 2 Neo, il secondo privo di fotocamera, che rispetto alla prima versione migliorano soprattutto la compatibilità e l’autonomia. Ma a impressionare maggiormente è il Gear Fit, lo smartwatch pensato per il fitness, con un display Super Amoled curvo da 1,84”, è dotato di accelerometro, giroscopio, sensore che misura il battito cardiaco attraverso la pelle del polso e con ben quattro giorni di autonomia. Anche Huawei ha lanciato il suo primo dispositivo indossabile, il Talk Band B1, che grazie agli auricolari forniti in dotazione e alla connettività NFC, consentono di ricevere ed effettuare chiamate. Inoltre è uno dei pochissimi dispositivi compatibili sia con iOS, sia con Android. Interessanti declinazioni anche da parte di i’m Spa, la società italiana che ha lanciato il primo smartwatch già nel 2012, e che quest’anno ha proposto i’m Tracer: un bracciale, poco elegante a dire il vero, in grado di identificare la posizione geografica delle persone care o del proprio animale domestico. A dimostrazione di quanto questo mercato sia diventato interessante, anche Intel e Qualcomm hanno mostrato i propri device intelligenti: la prima con gli auricolari Bluetooth che tengono sotto controllo il battito cardiaco durante l’esercizio fisico e abbinano la musica giusta alla vostra condizione fisica, la seconda con lo smartwatch Toq. In questo caso l’innovazione è rappresentata dallo schermo Mirasol, punto di incontro fra i display LCD e i quelli E-ink (è a colori ma basta la luce ambientale per vedere i contenuti) e dall’autonomia che raggiunge gli 8 giorni, un vero record per uno smartwatch. Il premio dell’innovazione spetta però a June, una startup che con il suo Smart Bracelet permette di sapere quando l’esposizione ai raggi del sole diventa pericolosa.

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ri: “La privacy su WhatsApp resta la stessa, il servizio non cambierà. E’ quello che la gente vuole, sarebbe stupido modificarla”. Facebook ha comprato la chat “perché un servizio che può connettere un miliardo di persone vale molto di più di quella cifra”. A poche ore di distanza si è svolto il Samsung Unpacked 2014 Episode 1, che almeno dal titolo lascia supporre che vedremo almeno un altro grande evento nel corso dell’anno, dove il produttore coreano ha mostrato le proprie novità. Davanti a più di 5.000 giornalisti e operatori del settore, nella sala grande del Centre Convencions International, J.K. Shin, Presidente e co-CEO di Samsung ha presentato il nuovo Galaxy S5 e i nuovi dispositivi indossabili Gear 2, Gear 2 Neo e Gear fit.

direttamente in aeroporto o in fiera da tre giorni prima dell’inizio della manifestazione; nei punti nevralgici della città hostess e steward davano informazioni agli operatori; da quest’anno era possibile utilizzare il proprio smartphone NFC come badge, per i piccoli acquisti in fiera e per l’accesso a servizi; persino la connessione Wi-Fi, fondamentale non solo per i giornalisti, funzionava ottimamente nelle aree comuni dell’esposizione. La GSM Association ha inoltre realizzato un’app per smartphone che ha rappresentato un vero supporto per i visitatori, utilizzabile per lo scambio di informazioni personali al posto dei biglietti da visita, con l’elenco personalizzato degli appuntamenti e l’indicazione su come trovare gli espositori all’interno dei padiglioni. Come parte integrante della fiera si sono svolti decine di eventi, seminari, congressi e conferenze che hanno contribuito a fare della fiera l’appuntamento più importante dell’anno per il mondo mobile.

Organizzazione 10 e lode Nonostante il Mobile World Congress non sia aperto al pubblico ma riservato agli operatori, Barcellona viene messa a dura prova nei quattro giorni di fiera. Fortunatamente l’organizzazione è eccellente e si fatica a immaginare un evento simile in un’altra città europea. Il traffico è intenso, gli alberghi sono tutti pieni ma non ci si sente minimamente abbandonati a sé stessi: era possibile ritirare il badge per l’ingresso

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eventi

Largo a domotica, automazione e wearable technology Dalla kermesse americana, le innovazioni di prodotto e le nuove tendenze di mercato di Raffaele Gomiero

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nche quest’anno l’edizione del Consumer Electronic Show di Las Vegas è stato l’appuntamento più atteso d’inizio 2014 Atteso sia con impazienza ma anche con tutti i dubbi del caso, considerato il periodo non certo brillante per industria e distribuzione. Conoscere su quali prodotti puntare in termini di vendite durante i primi mesi dell’anno era infatti il più importante quesito che inevitabilmente preoccupava gli addetti ai lavori durante le meritate vacanze di Natale. La kermesse statunitense è stata visitatissima, oltre 150mila visitatori, (di cui 35mila provenienti dall’estero) hanno calpestato i 2 milioni di metri quadri dello spazio espositivo per assistere al lancio di ben 20mila nuovi

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prodotti presentati da oltre 3.200 espositori suddivisi in 25 diverse TechZones, una per ogni settore di mercato, e focalizzate su 15 differenti categorie merceologiche. Le novità sono state appunto moltissime, e non sono mancati ovviamente i grandi nomi che hanno sfoderato tutte le frecce che non hanno fatto in tempo - o che per strategia aziendale non hanno voluto - a scagliare durante l’ultima edizione dell’IFA di Berlino. La massima attenzione l’hanno ottenuta naturalmente i dispositivi d’uso comune come smartphone, tablet, televisori e macchine fotografiche: i dispositivi introdotti in queste aree non sono stati pochi e solo i più originali hanno veramente svettato sugli altri come,

ad esempio, il TV curvo proposto da LG Electronics. Ma il CES è stata anche l’occasione per le aziende di dare un assaggio di quello che hanno in cantiere a livello di Ricerca e Sviluppo: Samsung, ad esempio, ha fatto bella mostra di sé con un prototipo di Tv a 98” che sfrutta la tecnologia 8K HD o Super Hi-Vision (7.680 x 4.320 di risoluzione), in pratica 16 volte la qualità di un normale Full HD. Grande attenzione l’ha ottenuta anche il settore del bianco, che pian piano si sta dirigendo verso la massima integrazione a livello di domotica, con dispositivi mobile come smartphone e tablet: un esempio è il forno della Discovery, dotato di schermo touchscreen da 7”, sistema operativo Android, app dedicate e connettività con altri device, oltre che di controllo da remoto. Peccato che al momento della commercializzazione il prezzo sarà fuori della portata dei normali acquirenti: si parla di ben 11.999 dollari.

LG Electronics si è concentrata in modo particolare sulle lavatrici con la sua Troom, controllabile sia da remoto che a voce attraverso un’apposita app: progetto audace certo, ma del resto LG ha sempre puntato molto sugli elettrodomestici intelligenti. Tanto è vero che ha attualmente in fase di sviluppo forni simili proprio al Discovery, nonché frigoriferi in grado di monitorare in real time la scadenza dei prodotti in essi contenuti, robot aspirapolvere capaci di attivarsi automaticamente e molto altro ancora. Immancabile la presenza della tecnologia indossabile che, a partire dai Google Glass, sta facendo parlare molto di sé in questi mesi. A parte i soliti braccialetti che monitorizzano le nostre condizioni fisiche, le ormai scontate actioncam e i vari smartwatch dedicati al fitness sono stati presentati anche progetti interessanti anche se, talvolta, un po’ troppo “impegnativi”. Cerchietti che si appoggiano


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sulle tempie allo scopo di misurare l’attività cerebrale e identificare possibili segni di stress, braccialetti da indossare in spiaggia che ci comunicano quando è tempo di mettersi all’ombra per evitare di scottarci e l’oggetto (secondo noi) più innovativo degli ultimi tempi: l’Oculus RIft. In continua evoluzione rappresenterà un notevole passo in avanti per quanto riguarda il gaming, immergendo il giocatore sempre di più all’interno del gioco grazie a un visore 3D che si aggancia alla nuca e permette di esplorare l’ambientazione del gioco semplicemente girando la testa. Alcuni esempi di utilizzo? Mentre si è alla guida di un’auto da corsa potremo vedere la macchina che ci sta sorpassando, oppure guardare il panorama mentre stiamo pilotando un aereo con un simulatore di volo, o guardarci intorno circospetti durante un’azione all’interno di un gioco d’azione o, addirittura, vivere realmente all’interno di una città ricreata in un gioco di ruolo. Sfortunatamente non siamo ancora in grado di poter giocare a questi incredibili livelli, ma l’interesse attorno al progetto dalle aziende videoludiche c’è e non mancherà molto prima di avere risultati concreti in termini di progettazione. Stesso discorso riguardo ai dispositivi indossabili, sempre da appoggiare sulla testa in stile Google Glass: duran-

te la fiera ne sono stati presentati un numero veramente esagerato, ma è ancora presto per sapere se effettivamente saranno un oggetto degno della normale vita di tutti i giorni. Un’ampia aera del CES è stata invece dedicata alla stampa 3D: come già ribadito più volte dalla stampa specializzata di tutto il mondo, infatti, il 2014 sarà un anno molto importante per la stampa 3D, visto che stanno comparendo sempre più stampanti a prezzi abbordabili. Poter stampare (o creare) comodamente a casa propria un oggetto o un pezzo di ricambio sarà sicuramente argomento di interesse non solo per i singoli utenti, ma anche per piccole o medie imprese che potrebbero

ridurre al minimo le strutture dedicate alla vendita, consentendo a chiunque di acquistare i progetti sotto forma di file oppure inviandoli direttamente da remoto a una specifica stampante, permettendo così all’utente di avere quanto desiderato pronto e realizzato in pochi minuti. Purtroppo bisogna ammettere che, tra pregi e difetti di ogni stampante attualmente in commercio, le idee non sono ancora del tutto chiare, anche se il settore è in continua evoluzione e, ne siamo certi, le linee di pensiero, e sopratutto i vantaggi, non tarderanno ad arrivare. Insomma quella del 2014, nonostante sia stata un’edizione leggermente più “povera” confronto a quelle passate, ha lanciato molti spunti riguar-

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ltre 150mila visitatori, (di

cui 35mila provenienti dall’estero) hanno calpestato i 2 milioni di metri quadri dello spazio espositivo

danti l’andamento di alcuni settori tecnologici che si potranno avere nel corso dell’anno. In questa sede non abbiamo però potuto parlare di tutti gli settori toccati dalla manifestazione: abbiamo infatti tralasciato quello che riguarda il relax (con letti in grado di riconoscere chi sta dormendo e, di conseguenza, regolarsi in termini di morbidezza e altri parametri), l’automotive (macchine che riconoscono pedoni, pericoli o addirittura che si guidano da sole) e molto altro. Ma il 2014 è appena iniziato e le occasioni per approfondire non mancheranno di certo.


social

Twitter è diventato il luogo privilegiato dove appassionati e curiosi sfogano la loro insaziabile voglia di hi-tech e innovazione: il CES di Las Vegas ne è un esempio

Il Consumer Electronics Show a 140 caratteri

di Barbara Bianchi

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tavolta The Fool ha deciso di analizzare quanto la maggiore fiera internazionale di elettronica di consumo sia stata chiacchierata e retweettata sul social dell’uccellino. Moltissimi i tweet riguardanti #CES2014 (et similaria) a livello mondiale e molti anche quelli tricolore: ben 6.812 nei giorni dalla vigilia dell’apertura sino al giorno successivo la chiusura. Il picco di maggiore affluenza di tweet si coglie nella giornata del 7 gennaio, giorno di inaugurazione dell’evento, quando si registrano 1.703 tweet, mentre nel minuto di maggiore flusso si sono registrati 56 tweet, quasi uno al secondo. Il CES, aka Consumer Electronic Show, è la più grande fiera internazionale dell’elettronica di consumo alla quale, non di rado, le case produttrici sfoggiano al pubblico prototipi inediti o nuovi modelli non ancora sul mercato e infatti, a giudicare dai tweet più popolari (retweettati da utenti nostrani, anche da siti stranieri, per cui noterete altre lingue, oltre l’italiano) la Tv da 120 pollici di

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Vizio, pare aver suscitato il maggiore interesse, almeno sul social dai 140 caratteri. L’audience potenziale è stata veramente ragguardevole: oltre 45 milioni di Impression generate da poco più di 3.900 utenti unici. Il dato si rivela molto significativo, considerando che le impression vengono calcolate moltiplicando il numero di follower di un utente per il numero di tweet che ha generato: molte impression per pochi utenti; ciò significa che gli utenti che hanno dato luogo a messaggi riguardanti il CES hanno un seguito importante di follower per cui la risonanza, anche di un solo tweet, è stata potenzialmen-

te enorme. D’altra parte tutte le riviste che si occupano di tecnologia, i blog e testate specializzate, hanno avuto inviati ad hoc, a partire da @pestoverde, al secolo Maurizio Pesce, inviato di Wired. Analizzando gli utenti coinvolti è possibile rilevare come quelli più popolari (calcolati secondo il numero di citazioni, siano esse mention o retweet) sono risultati capitanati da @intlces, profilo ufficiale del CES, che trova menzione in un totale di 249 tweet, subito seguito da @vizio con un totale di 237 tweet che lo menzionano e da @ wsj (Wall Street Journal) con 228 menzioni e @microsoft a quota 139 citazioni. Tra gli utenti più attivi nelle conversazioni, calcolati per numero di tweet inviati nella fascia temporale analizzata e contenenti le parole chiave selezionate, troviamo @micheleficara direttore editoriale di Assodigitale con 60 tweet effettuati e @macitynet che da bio si descrive come il sito di riferimento per tecnologia Apple e Hi-Tech, con un totale di 57 tweet. Seguono @btouchit e @notebookitalia rispettivamente con 40 e 39 tweet inviati. Sul fronte dell’analisi della capacità dei singoli utenti Twitter di generare Impression troviamo in prima posizione per quantità tre pro-


Nei tre grafici, dall’alto in basso: la timeline degi orari, gli utenti attivi e quelli popolari

fili di testate giornalistiche: @macitynet con un totale di 4.521.716 Impression generate, @corriereit con 4.057.350, @wsj (3.893.860 visualizzazioni potenziali) mentre Microsoft (@microsoft) spicca al quarto posto con 3.890.643 Impression. La somma delle Impression di questi primi 4 utenti assomma - da sola - al 36.1% dell’engagement totale. Andando a cerare invece le “Superstar” di Twitter dal punto di vista del numero di follower posseduti, gli utenti che vantano il maggior seguito che hanno twe-

ettato all’interno della finestra temporale presa in esame sono stati il Wall Street Journal, con i suoi 3.893.860 follower, microsoft con un numero pari a 3.890.643 follower, usatoday con 893.316 follower e engadget a con i suoi 869.423 seguaci. Tra gli hashtag più utilizzati emerge #samsung citato 172 volte da 114 utenti unici, a dispetto del tanto osannato 120 pollici di Vizio che, nonostante le condivisioni della presentazione del 120 pollici di Vizio colleziona 386 menzioni della parola.


Come esporre al meglio i prodotti: il caso dei televisori

in-store

L’arte di far parlare il prodotto

di Sara Romito

C

he cosa cattura la nostra attenzione quando entriamo in un punto vendita? Una riflessione profonda sulla risposta a questa domanda aiuta a comprendere quanto il coinvolgimento di un cliente in un contesto stimolante, esuberante e che lascia ampio margine all’immaginazione sia prioritario per risvegliare la sua parte inconscia e aumentare sensibilmente le opportunità di vendita. Il negozio non può essere considerato con un semplice “contenitore” privo di strategia comunicativa, perché la differenza tra una esposizione casuale o disordinata e una studiata consapevolmente può generare alla fine dell’anno un differenziale in termini di fatturato di alcune decine di migliaia di euro. Una corretta esposizione dei prodotti in grado di creare emozioni che rendano più appagante e piacevole l’acquisto è un obiettivo decisamente più complesso da raggiungere nell’elettronica di consumo rispetto ad altri settori, come quello del lusso. Questo non dipende tanto dalla tipologia del prodotto in sé, anche la tecnologia può infatti essere oggetto di sogno e desiderio, ma da una impropria abitudine dei negozi di questo settore a non valorizzarne la presentazione e l’aspetto sensoriale. Siamo abituati a vedere scatole dei dispositivi accatastate nelle corsie, prodotti

www.in-store.it

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esposti spenti che appaiono quindi uguali a tutti gli altri e privi di caratterizzazione, ambienti piatti ed omogenei, e altri elementi ancora che comprimono l’atmosfera del punto vendita e soffocano l’impulso all’acquisto. Pensando a un prodotto come un televisore, che possiede per sua natura un forte potere evocativo e immaginativo, le soluzioni che consentono di ottimizzarne l’esposizione sono molteplici e si focalizzano essenzialmente su tre aspetti: dislocazione nello spazio, fruibilità e illuminazione. Per quanto riguarda la dislocazione nello spazio, se è vero che il classico modello di layout a “Griglia” (file di scaffali con percorsi e corridoi rettilinei) aumenta la semplicità di percorso e utilizza la massima capacità di contenimento dei prodotti, non risulta certamente il modo più accattivante di esporre un tv a schermo piatto. Il modello di layout a Isole o “free flow” che prevede la disposizione dei prodotti in modo asimmetrico, al contrario facilita la fascinazione immediata in quan-

to non impone percorsi predefiniti e crea una atmosfera più rilassata. Il layout a isola aumenta inoltre il tempo di permanenza del consumatore e di conseguenza stimola maggiormente gli acquisti d’ impulso. Una regola di visual merchandising importante da considerare è quella del “3”, cioè esporre i prodotti a gruppi non superiori alle tre unità, eventualmente ripetuti uno accanto all’altro. In questo modo l’attenzione selettiva del consumatore sarà massima e il potere di attrazione del prodotto esaltato. Passando alla fruibilità dell’esposizione, una condizione indispensabile è che i Tv siano perfettamente puliti, accesi, funzionanti e che l’audio sia chiaramente distinguibile. È fondamentale infatti lasciare i consumatori liberi di toccare i prodotti e usarli per il tempo che desiderano (con tutte le funzionalità attive), per valutarne le caratteristiche ma soprattutto per rendere l’esperienza dell’acquisto personale, interattiva e polisensoriale. La soluzione ideale per contrastare il brusio di fondo tipico di qual-

siasi punto vendita potrebbe essere quella di fornire delle cuffie per l’ascolto dell’audio, un dettaglio che sicuramente arricchirebbe l’ecosistema dei messaggi comunicativi sottolineando ancora di più il carattere di intimità tra cliente e brand. Infine consideriamo l’aspetto dell’illuminazione, un dettaglio in grado di fare la differenza e di costruire intorno ai televisori un reale valore aggiunto. I negozi, soprattutto nel settore consumer electronics, non hanno l’abitudine di investire in illuminotecnica; gli spazi sono generalmente illuminati con una luce omogenea, piatta e uniforme in ogni punto. È possibile creare degli spazi emozionali di grande effetto utilizzando dei faretti o apposite illuminazioni, anche colorate, da posizionare intorno all’area espositiva. La luce non deve puntare sugli schermi, in quanto potrebbe alterare la nitidezza delle immagini o la brillantezza dei colori; deve semplicemente creare dei giochi di luce e ombra che delimitino l’isola e la distinguano in modo netto dalle altre merceologie.


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trade marketing

L’home care alla prova del mercato e dell’adv ATL e BTL

di Massimo Bolchi

Marketing “aspirazionale” P

arma, 24 febbraio. Stadio Tardini. La squadra ducale si appresta ad affrontare la Fiorentina nel posticipo di Serie A, quando i giocatori del Parma, schierati sul terreno di gioco accolgono quelli della Fiorentina con un regalo a sorpresa, consegnando a ciascuno di loro un Folletto VR100, robot aspirapolvere lanciato sul mercato dall’azienda tedesca. Questo mentre le telecamere di Sky e Mediaset inquadrano il tutto e partono i tweet e le condivisioni su Facebook e sugli altri social network da parte degli spettatori, portando l’evento nelle case degli italiani e rendendolo virale. D’accordo che anche Folletto, come il Parma, giocava in casa (Vorwerk Folletto è sponsor di maglia della squadra dal 2011-12) ma una simile attività di guerrilla marketing, in un contesto tipicamente maschile, è forse la prima volta che vede come oggetto un prodotto sì per la casa e la famiglia, ma il cui target - storicamente - è sempre stato di sesso opposto. Al di là dell’originalità dell’accaduto, tuttavia, ciò che sembra più significativo dell’iniziativa è la conferma di un posizionamento

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della categoria di prodotto - quella degli aspirapolvere robotizzati - ben distante da quello degli aspirapolvere tradizionali, tipici esemplari della classiche domestic appliance che nella percezione comune sono “dominio” delle responsabili di acquisto per antonomasia, l’equivalente nel marketing dell’arbasiniana “casalinga di Voghera”. Il Folletto VR100, così come la folta rappresentanza di prodot-

ti omologhi, si colloca infatti, come immaginario collettivo, sullo stretto crinale che separa un elettrodomestico da un prodotto tecnologico, tradizionalmente appetibile da diverse fasce di consumatori. La diffusione dei robot aspirapolvere, iniziata con la comparsa - riportano le cronache - del Roomba nel 2002, ha infatti ormai superato le fasi, sempre un po’ a rischio di fallimento, degli “innovators” e

degli “early adopters” per arrivare oggi a ritagliarsi fette crescenti del mass market. Il prodotto non ha però perso l’allure di tecnologia avanzata che l’ha caratterizzato sin dall’inizio, consentendogli di rivolgersi a e “sedurre” segmenti di consumatori più articolati di quanto la sua mera funzione potrebbe far supporre. Di questa trasversalità si è avuta conferma anche attraverso la “lettura” di due attività di marketing non recentissime di Samsung, in questo caso nel ruolo, non consueto per la casa coreana di follower. L’estate scorsa, infatti, l’azienda ha lanciato una promozione incentrata sui alcuni suoi modelli di robot aspirapolvere della gamma Navibot. Agli acquirenti bastava inviare la cartolina del concorso e la prova di acquisto all’azienda per essere “omaggiati” di un terminale mobile: uno smartphone Galaxy Music per i Navibot di fascia media, e un tablet Galaxy Tab 2 per i top di gamma. Anche in questo caso l’abbinamento sottolinea implicitamente il “contenuto” tecnologico. Ancor più rivelatore, in questo senso, è stato il lancio, un paio di anni fa, di due app che trasforma-


vano il Navibot in protagonista “fisico” di video giochi: “Navibot App” e “Polverizza la Vecchia” Il primo propone una serie di sfide e missioni da compiere per imparare a manovrare al meglio il proprio Navibot. Lo scopo principale viene incentrato sulla tempistica di pulitura della stanza proposta, le quali spazieranno da bilocali a veri e propri attici, cercando ovviamente di impiegare meno tempo possibile. Polverizza la Vecchia invece contrappone alla vecchina protagonista i robot Samsung Navigon S, pronti a darle battaglia per lo scettro di Regina delle Pulizie. Il giocatore deve guidare i propri robot attraverso vari scenari zeppi di trappole posizionate dalla stravagante antagonista e al contempo raccogliere quanta più polvere possibile. Un mix tra entertaiment e pulizia casa che in passato sarebbe stato impossibile proporre ai consumatori: il target delle app sono in primis i gamer e solo in subordine - e molto distanziate - le responsabili di acquisto. Un ribaltamento tattico che dice tutto. Quanto poi alla penetrazione nel mercato di massa e ai grandi nu-

meri che da esso ci si attendono, un esempio di strategia di comunicazione basata sul “volume di fuoco” arriva dalla campagna natalizia di Nital per iRobot,, iniziata il 6 dicembre scorso e pianificata su televisione, carta stampata, web & social network e cinema. Spot televisivi da 15’’ e da 30’’ sono andati in onda dall’8 al 22 dicembre sui canali a target Iris, La5, Real Time e Italia Due, mentre dal 9 al 21 dicembre sono entrati in scena quotidiani e settimanali, affiancati da una campagna web ha coperto i portali, i siti e i social network più visitati con advertising mirati. Roomba, Scooba e Braava sono stati infine protagonisti al cinema dal 6 al 19 dicembre con oltre 55.000 spot da 30’’ programmati in oltre 1500 nelle più importanti sale italiane. Una programmazione degna di un prodotto di massa. Per chiudere un’ultima testimonianza dal mercato: l’attività promozionale sviluppata da Hoover in partnership con Amazon. Una classica formula di taglio prezzo a scadenza, collocata però non

nel marketplace più ampio e frequentato, bensì nel più ristretto club degli acquisti di Amazon BuyVip, quasi a voler sottolineare ancora una volta, pur con un’offerta-sconto che porta sempre con sé una minaccia di “svalutazione” della qualità percepita, che i robot aspirapolvere sono e rimangono un prodotto “aspirazionale”, involontari giochi di parola a parte.

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n mix tra entertaiment

e pulizia casa che in passato sarebbe stato impossibile proporre ai consumatori


focus PED di Silvia Castoldi

La nuova normativa UE impone anche al mercato degli aspirapolvere norme rivolte a risparmiare energia e informare bene il consumatore

Aspirazione al risparmio R

ispetto a quanto abbiamo visto l’anno scorso, il mercato dell’aspirazione e home care non mostra grandi variazioni. Anche questa volta c’è una lieve decrescita a volume (-3%), più che compensata da un aumento dei prezzi che ha portato a una lieve crescita a valore (+0,8%). Più nel dettaglio, continua l’impetuosa crescita delle scope elettriche senza filo, che con un incremento del 52,4% a valore dimostrano il grande apprezzamento del pubblico per la comodità di questa nuova tipologia di prodotto. Ce lo conferma Damiano Assorgia, Head of Sales Unit Italy & Greece di Electrolux: “Il mondo delle ricaricabili emerge in modo significativo. Ed è qui che ci stiamo concentrando, offrendo un prodotto destinato ad un consumatore sempre più esigente, attento ed informato.” Anche Giampaolo Coggi di Groupe SEB afferma: “Il 2013 si è caratterizzato per un cambio

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nel mix dei prodotti acquistati dai consumatori, con una forte crescita delle scope elettriche (in particolare i modelli senza filo) che ha determinato anche un incremento del prezzo medio.” Per Marco Cavallaro, Trade Marketing Ma-

nager di De Longhi, “Il mercato dell’aspirazione mostra un momento di lieve difficoltà se guardiamo i volumi di vendita. Fortunatamente è stato parzialmente sostenuto da un leggero incremento dei prezzi: le aziende del

settore hanno proposto prodotti di più alto valore a dimostrazione che gli operatori continuano a credere in questo settore investendo in innovazione”. Secondo Simone Cazzaniga, Product Manager Home & Garden di Kärcher, “Il mercato dell’aspirazione nel 2014 sarà caratterizzato dalla capacità delle aziende di diversificare per cogliere le opportunità. Per esempio nel consumatore finale c’è ancora una sostanziale confusione sul ruolo degli aspiratori, e intendiamo presidiare proprio questa categoria, ritenendo che abbia margini di crescita in controtendenza con l’andamento del mercato, se si sarà fornirà al consumatore la necessaria chiarezza di informazione. Il più ottimista è Pietro Mariotto, Home Appliance Marketing Manager di LG Electronics: “Per il prossimo anno ci aspettiamo una significativa crescita sulla base di diversi motivi, tra cui il lancio di nuovi


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modelli e l’introduzione della etichetta energetica per questa tipologia di prodotto”. Incetezza per i robot aspirapolvere? L’unica inversione di tendenza è nel settore dei robot aspirapolvere, categoria che lo scorso anno era nettamente in crescita, e che ora sembra accusare un rimbalzo all’indietro, con un -14,5% a volume e un -8,1% a valore. Riceviamo però una precisazione da parte di Piermario Modugno, Product Manager di iRobot: “Il dato GFK non rileva una promozione piuttosto imponente fatta da Expert nel 2012, che ha riguardato circa 20.000 robot aspirapolvere. Tenendo conto anche di questo, si può dire che, a fronte di un mercato dell’aspirazione che ha subito un calo rilevante, il mercato dei robot è comunque cresciuto, a noi risulta di circa il 10% a volume, un risultato importante.” Anche prendendo per buono il dato di partenza, comunque, gli operatori si dividono tra ottimisti e pessimisti. Per Veronica Bracca, Trade & Marketing Manager di Hoover, “Stiamo assistendo a un rimbalzo fisiologico e attendibile, già visto in passato per altre categorie di prodotto. In linea di massima questo rimane un comparto la cui penetrazione nel mercato ha ancora ampi margini di crescita, trattandosi di un prodotto ad alto contenuto tecnologico e in continua evoluzione”. Secondo Andrea Romeo, Responsabile Marketing Home Appliances di Samsung, “Il mercato dei robot ha avuto una crescita del 200% dal 2009 al 2012. Lo scorso anno si è chiuso con un leggero calo, stabilizzandosi a circa 40 milioni e raggiungendo la maturità. Ci aspettiamo ora una razionalizzazione dei marchi e un investimento sui prodotti più significativi e apprezzati.” Il motivo dell’inversione di tendenza, per Giampaolo Coggi, è che “l’effetto novità è calato”. Secondo Simone Cazzaniga, invece, “l’effetto della crisi potrebbe aver influenzato l’andamento della categoria: il prezzo di un prodotto di buona qualità rimane comunque alto, lasciando spa-

zio a prodotti mediocri dal prezzo basso che deludono le aspettative dei consumatori, allontanandoli”. Gli fa eco Pietro Mariotto: “Molti marchi presentano sul mercato prodotti di scarsa qualità che, dal mio punto di vista, sono destinati fisiologicamente a scomparire”. Anche Marco Cavallaro accusa la crisi: “Non si tratta di un calo dei prezzi, che potrebbe essere dovuto all’entrata in gioco di aziende follower che propongono prodotti “entry price”. Si tratta di un evidente calo a volume che forse dimostra una diminuzione di

interesse nel prodotto da parte del consumatore, probabilmente dettata dal fatto che i robot sono considerati complementari al classico aspirapolvere, e in questo periodo di bassa capacità di spesa il consumatore preferisce indirizzare l’acquisto su prodotti “indispensabili”. L’opinione di Damiano Assorgia è che “Il nostro mercato non è ancora pronto per un prodotto così “intelligente”. È destinato ad un target giovane, dove il prezzo (ancora alto) crea talvolta una barriera d’entrata. Tuttavia sono convinto che in


focus PED

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er il 2014 ci sarà anche da tenere

conto dell’impatto della nuova normativa UE, che imporrà un tetto alla potenza nominale dei dispositivi (1600 W a partire dal prossimo settembre, 900 W nel 2017), oltre a limitare la rumorosità (massimo 80 dB) e a specificare varie caratteristiche qualitative

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un mondo sempre più high-tech ci sarà un’inversione di tendenza, determinata da una maggiore concorrenza in termini di proposta commerciale, verso tecnologia, qualità e problem solving, cioè prodotti che “puliscano veramente”.

Nuove norme UE: obbligo di risparmio Per il 2014 ci sarà anche da tenere conto dell’impatto della nuova normativa UE, che imporrà un tetto alla potenza nominale dei dispositivi (1600 W a partire dal prossimo settembre, 900 W nel 2017), oltre a limitare la rumorosità (massimo 80 dB) e a specificare varie caratteristiche quali-

tative. Come spiega Damiano Assorgia “L’etichetta energetica darà la possibilità al consumatore di confrontare efficienza energetica, capacità di aspirazione, silenziosità e ri-emissione della polvere nell’aria. La nuova normativa, permetterà al consumatore di risparmiare, grazie a consumo energetico ridotto e performance migliorate. Verrà prestata, inoltre, maggiore attenzione all’impatto ambientale”. Gli operatori in generale non sembrano considerare il cambiamento in problema. Per Giampaolo Coggi “L’introduzione della etichetta energetica non dovrebbe comportare incrementi di prezzo, in quanto ad oggi già diversi prodotti, Rowenta in primis, sono conformi alla nuova normativa”. Secondo Veronica Bracca “L’impatto sarà principalmente sui parametri di valutazione con cui il consumatore sceglie il prodotto. Sarà fondamentale, in questo passaggio, guidarlo nella scelta trasmettendogli più informazioni possibili attraverso materiali esplicativi dedicati”. Anche per Andrea Romeo “Il vantaggio sarà avere comparazioni oggettive fra i prodotti, il che permetterà di premiare gli investimenti tecnologici riconoscendo più facilmen-

te un premium price.” Sulla stessa linea anche Simone Cazzaniga: “Riteniamo che ci possa essere un impatto positivo per la ricerca: la chiave di lettura sta nell’innovazione tecnologica che permette di non rinunciare alle prestazioni rientrando nella normativa. La tecnologia si deve tradurre in benefit per mercato e consumatori e non necessariamente in aumenti di prezzo.” Più dubbioso Marco Cavallaro: “È molto difficile dire a priori quale sarà l’impatto della nuova normativa. La nostra esperienza in altri settori, in cui è già vigente l’etichettatura energetica, ci dice che una prima decodifica dei nuovi equilibri di mercato si potrà avere dopo almeno un anno dalla partenza.”

Ariete: in nome dell’ecologia La gamma di Ariete compre ogni aspetto del settore aspirazione. A cominciare dal robot Briciola, dotato di sensori antiostacolo, anticollisione e anticaduta che gli permettono di circolare senza rischiare di rovinare i mobili o di precipitare, e in grado di pulire anche negli angoli grazie alle spazzole laterali. La linea Ecopower, invece, è formata da aspirapolvere “ecologici”, senza sacco


Da oggi c’è un aspirapolvere ricaricabile che aspira la stessa quantità di polvere di un aspirapolvere con filo.

Motore Digitale Dyson V6. Una una ventola più grande per una più alta densità di potenza e un flusso d’aria che permette un’aspirazione potente.

Cicloni 2 Tier Radial ™. 15 potenti cicloni direzionano il flusso d’aria verso il motore, massimizzando l’aspirazione.

Spazzola motorizzata di nuova generazione. Filamenti in fibra di carbonio e setole in nylon lavorano insieme per rimuovere sia la polvere fine dai pavimenti che lo sporco annidato nei tappeti.

www.dyson.it/DC62


Electrolux: i primi in classe A

focus PED

Electrolux si prepara all’avvento della nuova normativa europea avendo già presente sul mercato il nuovo UltraOne Green, talmente efficiente che non solo è già conforme ai nuovi parametri, ma addirittura appartiene alla classe energetica A in tutte e tre le categorie: efficienza energetica, capacità di aspirazione sui pavimenti duri, e ri-emissione della polvere nell’aria. Utilizza la tecnologia a sacco e richiede soli 600 W di potenza, con un risparmio energetico maggiore del 60% rispetto agli standard.

e con motori ad alta efficienza in grado di impiegare metà potenza rispetto ad aspirapolvere tradizionali di pari prestazioni. Citiamo anche gli aspirapolvere tradizionali Jet Force e Diablo, e la scopa elettrica senza filo Cordless 2 in 1 che si trasforma in aspirabriciole.

Bosch: pulisce in silenzio

Dyson: addio manutenzione Dyson è da sempre un’azienda all’avanguardia tecnologica, creatrice della tecnologia ciclonica che consente gli aspirapolvere senza sacco, e che continua a proporre innovazioni. Quest’anno la proposta più interessante è Cinetic DC52, talmente efficiente che non richiede la pulizia o la sosti-

Anche Bosch si prepara all’avvento della nuova normativa ecologica con Runn’n BGS41267, aspirapolvere senza sacco e che richiede una potenza dimezzata rispetto al passato. Materiali isolanti, flusso d’aria e accessori ottimizzati contribuiscono a ridurre la rumorosità.

De Longhi: grande autonomia Ci spiega Marco Cavallaro: “Il focus aziendale per il 2014 sarà sulla nuova etichettatura energetica. Rimarrà alto, inoltre, il focus sul segmento delle scope ricaricabili, unico segmento del mercato che mostra una crescita a valore, a conferma degli investimenti corretti fatti da De’Longhi”. Lo testimonia la scopa elettrica cordless Colombina XLR24Li, con un’autonomia di aspirazione di 40 minuti, sistema di aspirazione senza sacco e ricarica veloce con LED indicatore del livello di carica.

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Dyson alla prova video

tuzione dei filtri (lo dimostra un test che equivale a dieci anni di utilizzo). Interessante anche il compattissimo DC48, pesante solo 2,7 Kg ma con le stesse capacità di una macchina di grandi dimensioni, e Digital Slim DC62, un cordless leggerissimo (2 Kg) e con 20 minuti di autonomia.


Le estremitĂ oscillanti vibrano ad alta frequenza, catturando la polvere microscopica che intasa filtri e sacchetti. Vedili in azione su dyson.it/cinetic

Senza filtri da pulire. Senza sacchetti da comprare. Senza perdita di aspirazione. (Solo questo aspirapolvere vi garantisce tutte e tre le cose.)


Hoover: la forza del vapore

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Ci spiega Veronica Bracca: “Amplieremo la nostra offerta di prodotti a vapore (che ad oggi comprende scope, traini e pistole) con Steamjet Steam&Vacuum, una scopa con due possibilità di pulizia (aspirazione e vapore) in un unico prodotto. Lanceremo

Alt alle allergie Ne soffre più del 30% della popolazione italiana, quasi quattro persone su dieci. Le allergie sono infatti tra i disturbi più diffusi nel nostro Paese: recenti studi epidemiologici condotti in Italia indicano che il 25% della popolazione compresa tra i 18 ed 44 anni soffre di rinite allergica e il 5% soffre di asma. L’allergia è la più comune malattia di origine immunitaria, ed è fondamentalmente provocata da un’abnorme reazione infiammatoria verso agenti generalmente innocui, presenti nell’ambiente esterno: da componenti dell’aria inspirata, come pollini, muffe e polveri, a sostanze presenti nei cibi, fino ad arrivare a farmaci, escrementi di acari (responsabili da soli di oltre il 25% delle allergie in Europa), peli di animali o veleni di insetti, ragni, pesci o serpenti. Le cause delle allergie sono molteplici, anche se da tempo è ormai riconosciuta la predisposizione genetica degli individui a sviluppare forme di allergia durante la loro vita; a questo poi si aggiungono ovviamente fattori ambientali e voluttuari, quali inquinamento atmosferico, condizioni igienico-sanitarie, stile di vita e abitudini alimentari. Il quadro sintomatologico dell’allergia è alquanto ampio e variegato e comprende al suo interno svariati segni e sintomi, come occhio rosso, prurito, lacrimazione, starnuti, congestione nasale, tosse, difficoltà respiratorie, orticaria, dolori addominali, nausea, vomito e diarrea. Sintomatologia che, in alcuni casi, può nello shock anafilattico, una condizione di estrema emergenza sanitaria che, se non ben trattata può essere anche fatale. Purtroppo, non esiste ancora una forma accertata di prevenzione, e l’unica difesa per i soggetti che ne sono affetti, rimane quindi il mancato contatto con l’allergene in questione. Appunto per questo, la scelta del tipo di aspirapolvere diviene di fondamentale importanza per tutti coloro che sono affetti e, la dotazione di efficaci sistemi di filtraggio assume un aspetto decisamente basilare. In mancanza di efficienti filtri di aspirazione si potrebbe avere infatti una costante e massiccia reimmissione nell’aria di particelle allergizzanti che, date le loro piccolissime dimensioni, non vengono trattenute dal sacchetto o dal sistema aspirante durante la fase di aspirazione. Il sistema più utilizzato è il cosiddetto filtro HEPA, acronimo di High Efficiency Particulate Air, filtri in grado di intrappolare particelle fini come pollini ed escrementi di acari. Il loro potere filtrante si misura dal diametro delle sue maglie: più piccolo è il diametro, più elevato è il livello del filtro. Per esempio, un filtro HEPA 10 è in grado di catturare circa l’85% delle particelle dell’aria con un diametro da 0,05 a 0,15 micrometri, mentre un filtro HEPA 12 arriva a catturarne circa il 99,5%. Alcuni modelli di aspirapolvere sono basati invece su dei particolari filtri ad acqua, sempre ad alta efficienza, che utilizzano i liquidi per intrappolare pollini, polveri e batteri e purificare di conseguenza l’aria in uscita.

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inoltre la terza generazione di robot Robocom, con un design completamente nuovo e nuove funzionalità in termini di interazione con l’utente. Un prodotto con un elevato contenuto tecnologico, grazie a un sistema di comando Wi-Fi gestibile tramite smartphone”.

iRobot: alta tecnologia L’azienda che ha creato il robot aspirapolvere, iRobot non si occupa solo di elettrodomestici, ma produce da 20 anni robot di ogni tipo. “È evidente che, al di là delle componentistica usata, è il software che è determinante per i l buon funzionamento. Un robot che si muove un po’ a caso non potrà mai raggiungere la copertura al 98% che ottiene un Roomba”, ci ha dichiarato Piermario Modugno, che aggiunge: “Stiamo per lanciare vari nuovi prodotti. La nuova serie Roomba 800 adotta una nuova tecnologia di aspirazione che lo rende fino a cinque volte più efficace rispetto ai modelli precedenti. Scooba 450 è invece il nuovo lavapavimenti, con caratteristiche innovative che gli permetteranno di sostituire completamente il mocio o lo straccio: non solo aspira e lava il pavimento, ma passa una spatola per asciugarlo”.


HOM-BOT SQUARE, grazie all’elegante forma quadrata, agli angoli stondati, alle spazzole lunghe e Dual Eye 2.0™ di LG, raggiunge gli angoli delle stanze con maggiore precisione assicurando, anche al buio, una pulizia più efficace. Il sistema anti-collisione, grazie ai sensori multipli, riconosce tutti gli ostacoli e li aggira. La modalità Smart Turbo aumenta, in caso di necessità, la forza aspirante migliorando le prestazione di pulizia. Il sistema Smart Diagnosis permette al robot di comunicare direttamente con te in caso di anomalie autodiagnosticando eventuali malfunzionamenti delle parti principali.

LA PULIZIA NON È CURVE MA ANGOLI It’s All Possible

Facile da svuotare e silenzioso. Ben più di un robot, un vero alleato che migliora la tua vita.

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focus PED

Kärcher: massima potenza

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a nuova normativa,

permetterà al consumatore di risparmiare, grazie a consumo energetico ridotto e performance migliorate

A quanto ci dice Simone Cazzaniga, “Nel comparto aspirazione Kärcher si presenta nel 2014 con una nuovissima gamma di aspiratori multiuso, sviluppati e realizzati per rispondere ancora meglio alle esigenze del consumatore finale. Analisi di mercato svolte a livello europeo mostrano come potenza di aspirazione, facilità di utilizzo, efficacia nei risultati e consumo energetico siano gli elementi chiave per la scelta del prodotto. Per tali ragioni i nostri prodotti sono stati sviluppati proprio in questa direzione. Basti pensare che il top di gamma , l’MV 6 Premium, è in grado di sviluppare una potenza di 2000 Watt, a fronte di un consumo di soli 1.300 watt, con un risparmio di oltre 12% rispetto ai modelli precedenti.

e non poteva mancare una scopa elettrica senza filo, che è anche senza sacco: la Air Force Extreme Lithium. La tecnologia ciclonica senza sacco si applica anche ai robot della serie Extrem’Air Motion, fino a tre volte più potenti rispetto ai robot tradizionali, con quattro diversi programmi di pulizia e due programmazioni orarie.

Samsung: esperti in efficienza

LG: piattaforma globale “Il nostro robot Hom-Bot Square,” ci racconta Pietro Mariotto, “racchiude il massimo dell’innovazione tecnologica e delle prestazioni. Forma squadrata per raggiungere gli angoli, praticità d’uso e 7 differenti metodi di pulizia che si adattano ad ogni esigenza. Oltre al lancio di nuovi prodotti saremo costantemente impegnati nell’evoluzione di quelli già presenti sul mercato. Il nostro obiettivo è di anticipare le esigenze dei consumatori offrendo nuove funzionalità e nello stesso tempo disegnare nuovi scenari di utilizzo davvero innovativi. Penso per esempio alla nuova piattaforma Home ChatTM, lanciata a livello globale da LG, che rende possibile comunicare con il proprio robot a distanza per impostare orari e metodo di pulizia”.

Rowenta: potenza e risparmio Rowenta (marchio di Groupe SEB) affronta la sfida del risparmio energetico con Silence Force Extreme, aspirapolvere con sacco che ottiene una potenza d’aspirazione di 2.200 Watt consumandone solo 1.100. Per chi preferisce i modelli senza sacco c’è il modello Silence Force Extreme Cyclonic,

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“Un anticipo delle nostre novità”; spiega Andrea Romeo, “sarà disponibile già ad aprile con l’evoluzione della gamma “Motion Sync Design“, con cui Samsung ha rivoluzionato il segmento premium dei traini senza sacco. Segue ogni movimento e facilita le operazioni di pulizia, grazie anche agli accessori integrati nel manico e al sensore polvere. Il motore “Digital Inverter” garantisce prestazioni in linea con

le attuali sul mercato, ma riducendo drasticamente i consumi. Il primo passo verso una nuova gamma orientata alle alte prestazioni con la massima efficienza energetica, con un motore garantito 10 anni”.

Termozeta: a tutto vapore La novità di Termozeta è la scopa a vapore SteriVapor, con snodo a 260°, boiler e pompa con ricarica continua, pronta all’uso nel giro di 20 secondi, in grado di disinfettare e igienizzare ogni tipo di pavimentazione, con potenza regolabile a seconda delle circostanze.


UN NUOVO, INCREDIBILE ANNO CON KÄRCHER.

Nuovo sistema pulizia vetri

Nuove idropulitrici Nuovi aspiratori multiuso

KÄRCHER 2014. Incredibile ma vero. Dopo l’enorme successo europeo del Window Vac, l’aspiragocce Kärcher arriva anche in Italia, con una grande campagna televisiva. Per tutto il 2014, Kärcher ha preparato promozioni cash-back per la nuova, innovativa gamma di aspiratori multiuso e idropulitrici Kärcher.

info@it.kaercher.com www.kaercher.it


focus lista nozze

Casalinghi e liste nozze

un rapporto “complicato” Crisi economica e nuove abitudini socio-demografiche mettono in difficoltà il settore, ma l’italianità della lista nozze resiste… di Daniela Compassi

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si e costumi degli italiani in materia di matrimoni e di creazione di liste nozze sono, negli ultimi anni, notevolmente cambiati e non sempre in positivo. Come abbiamo già avuto modo di analizzare, negli ultimi decenni il matrimonio in Italia ha subito due importanti trasformazioni. Se da un lato i matrimoni oggi sono diminuiti in numero dall’altro, quando si celebrano, avvengono sempre più in tarda età e dopo anni o di convivenza o di vita da single. Questo cambiamento ha portano a un’inevitabile contra-

zione del mercato dei matrimoni che ha lasciato non poche cicatrici anche in tutte quelle imprese che sull’unione di una coppia avevano fondato la loro attività. Dai ristoranti, ai fiorai, dai fotografi ai rivenditori di oggettistica per la casa tutto l’indotto ha risentito della crisi. Soprattutto il settore dei casalinghi continua a subire gli effetti di una lunga e difficile situazione di crisi. Il valore della produzione nel 2013 ha evidenziato una sensibile diminuzione (-5,6%) determinata principalmente da una

contrazione del mercato interno. Un dato questo aggravato anche dall’esaurirsi di alcune tipologie di vendita come per esempio quello del settore lista nozze, il cui mutamento ha penalizzato la parte più nobile del prodotto. Decidere di compilare una lista nozze, sia dal casalinghi sotto casa sia presso la grande distribuzione è cosa ormai desueta e considerata dai più giovani “fuori moda”; spesso superflua se non inutile la lista nozze intesa alla “vecchia maniera”, quella che comprende cioè servizi di piatti,


bicchieri, posaterie, pentolame di ogni tipo e piccoli elettrodomestici è stata oggi sostituita dalla cosiddetta “lista viaggio di nozze” o dalla consegna ai futuri sposi di una busta contenente del denaro. L’effettivo cambiamento subito del mercato della lista nozze è lo specchio dell’andamento socio-culturale di un Paese in trasformazione. Sempre più spesso l’acquisto di un bene per la casa è considerato “secondario” o fattibile in un momento successivo. Se negli anni 60, 70 e 80 era naturale pensare alla compilazione

della lista nozze appena una giovane coppia decideva di sposarsi oggi tale gesto sembra passato in secondo piano se non addirittura omesso; questo per due semplici motivi: prima di tutto non si ha più la necessità di acquistare subito tutto l’occorrente per arredare una nuova casa, questo perché spesso la coppia arriva alle nozze con un bagaglio (in questo caso non in senso figurato) di oggetti che provengono da una convivenza precedente, da un periodo di vita da single o da una precedente relazione. Un secondo motivo, forse il più importante dal punto

di vista sociologico, è che negli ultimi anni il retaggio culturale per cui era indispensabile possedere il “servizio bello”, in altre parole un servizio completo di piatti e bicchieri spesso di fattura pregiata e molto costosi da esibire nei giorni di festa o quando si ricevevano ospiti, è definitivamente tramontato. Di questo e di altri temi parlano quattro importanti brand che operano nel settore del piccolo elettrodomestico.

I protagonisti Abbiamo chiesto a Bugatti Casa di raccontarci come vive il momento di mercato e in particolare quanto incide il settore lista nozze nella loro attività. “Per Bugatti il peso della categoria piccolo elettrodomestico sta diventando sempre più importante, in particolare a livello di esportazioni nel mondo. In Italia ha raggiunto oggi circa il 25 % delle vendite complessive, buona parte del fatturato aziendale è costituito da oggetti per la tavola e la cucina di design e da posate”, spiega Savina Bugatti. “Pur subendo una piccola flessione legata all’andamento del mercato italiano, il trend del piccolo elettrodomestico non ha subito diminuzioni significative di fatturato nel 2013: i prodotti Bugatti sono tutti posizionati nella fascia premium e questi risultati sono quindi importanti per noi; ci aspettiamo un 2014 in ripresa”. Per quanto riguarda il settore lista nozze però anche Bugatti Casa ha avuto negli anni un calo legato al fatto che nelle regioni settentrionali e centrali sono andate sempre più diminuendo matrimoni e compilazione di liste nozze e

dove invece la tradizione della lista nozze prosegue si è notata una variazione sostanziale nella scelta degli oggetti e nel prezzo medio dei prodotti scelti, che va comunque diminuendo. Oggi il peso della lista nozze copre per il brand circa il 15% delle vendite a valore in Italia; il trend del settore per il 2014 è ancora negativo e non si vedono motivazioni che possano indurre a una inversione della tendenza. “Siamo presenti molto limitatamente nella grande distribuzione”, continua Savina Bugatti. “In generale supportiamo il punto vendita tramite materiali POP dedicati e mobilio Bugatti. Ci sono punti vendita di impostazione più tradizionale, con aree dedicate alla lista nozze, esempio tavole arredate, ma vi sono anche negozi che si concentrano più sulla cucina e sull’arredamento e che espongono gli oggetti con ambientazioni suggestive per questo ogni allestimento è studiato ad hoc. Come

canale distributivo privilegiamo i negozi del retail che espongono i prodotti evidenziando il marchio e la contiguità dell’esposizione e supportiamo i punti vendita con materiali POS, dal display dedicati a consumer leaflet, con promozioni che privilegiano alcuni periodi dell’anno o proprio a supporto dell’evento”. Conclude la manager “Investire nel settore della lista nozze oggi non è più prioritario per noi, probabilmente diventa più interessante scegliere di investire in prodotti che possano anche essere inseriti nella lista nozze, ma non prioritariamente che siano per la lista, adatti così a un pubblico più ampio e variegato”. “Il piccolo elettrodomestico è un mercato che vale circa 1,16 miliardi di euro e movimenta circa 25 milioni di pezzi ogni anno. Il 2012 per HoMedics si è chiuso con una flessione di circa 4-5% e il trend è in costante decrescita. Per il 2013 la flessione potrebbe essere più forte, attorno al 5-6% e per il 2014 si stima che il trend si assesti attorno al 5-6%” apre così il suo racconto Massimo Mucciolella, direttore commerciale del Gruppo HoMedics Italia. “Il piccolo elettrodomestico è un segmento composto da 33 sottocategorie e se è vero che ci sono categorie indispensabili come l’House Cleaning e l’Ironing, ci sono anche parecchi gruppi di prodotto che sono classificabili in ‘nice to have’ ma a cui il consumatore sempre di più non vuole rinunciare. Per quanto riguarda HoMedics, non abbiamo dati oggettivi relativi al fatturato


focus lista nozze

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egli ultimi anni il retaggio culturale

per cui era indispensabile possedere il “servizio bello”, in altre parole un servizio completo di piatti e bicchieri spesso di fattura pregiata e molto costosi da esibire nei giorni di festa o quando si ricevevano ospiti, è definitivamente tramontato

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proveniente dalle sole liste nozze anche se va rilevato che parecchi punti vendita indipendenti, soprattutto al Sud, utilizzano la lista nozze come leva di vendita”. Il mercato dei matrimoni non è mai stato direttamente un segmento focus per HoMedics ma un ‘di cui’ della domanda spontanea, cavalcato dai retailer più che dall’industria. Per quanto riguarda le grandi catene, invece, le vendite on-line rappresentano sicuramente una nota positiva in un mercato che in questi ultimi anni ha dato pochissimi segnali incoraggianti. “L’on-line, sia per la vendita che per la comunicazione, permette di ottimizzare le risorse grazie ad una più netta profilazione del target user e una riduzione dei costi, favorendo il risparmio del consumatore finale” continua Mucciolella. “HoMedics è presente con i suoi prodotti in tutte

le maggiori insegne della grande distribuzione tra cui: MediaWorld, Euronics, Expert, Trony, SME, Comet, Grancasa e Unieuro ma non essendo per noi un settore focus, quello della lista nozze, non abbiamo sviluppato materiale promozionale ad hoc a supporto della grande distribuzione”. Giacomo Biviano, Vice Direttore generale di illycaffè S.p.A. racconta l’esperienza del brand con il difficile mercato della lista nozze specificando che, nonostante il settore in questione sia per l’azienda molto importante, non è però l’unico e neanche il primo mercato di riferimento. L’acquisto di una macchina per il caffè espresso è infatti un acquisto trasversale che riguarda diverse fasce della popolazione; c’è la coppia che si sposa e che quindi si trovare a compilare una lista nozze ma c’è anche la coppia che decidere di convivere oppure il single che pur vivendo solo non per questo rinuncia all’acquisto di una macchina per il caffe. “Come Illy macchine espresso sistema capsule iperespresso siamo presenti più che nella grande distribuzione nel canale tradizionale, nel negozio di casalinghi per intenderci, dove oltre alla linea di macchine per espresso siamo presenti con le diverse serie di tazzine artistiche Illy e gli accessori” racconta il manager. “Supportiamo l’attività dei negozi attraverso il progetto Illy Experience creando corner ad hoc facilmente rico-

noscibile dal consumatore dove è possibile assaggiare i diversi gusti di caffre, conoscere tutti i prodotti Illy e acquistare le macchine per il caffè espresso. Ed è proprio qui che entrano in gioco anche le insegne della grande distribuzione come Euronics, Unieuro etc; per Illy sono infatti punti di distribuzione strategici per la vendita delle capsule successive all’acquisto di una macchina espresso in negozio. Anche qui naturalmente siamo presenti con attività di degustazione di caffè e adv instore che va ad affiancarsi alla tradizionale comunicazione televisiva. Sempre nella grande distribuzione siamo presenti con due partnership importanti che hanno portato alla realizzazione di macchine per il caffè espresso Hotpoint for Illy e macchine Uno Capsule Sistem nate dalla collaborazione di Illy con Kimbo e Indesit. In questo momento stiamo implementando la nostra rete distributiva di macchine per il sistema espresso presidiando i grandi ipermercati come IperCoop e Carrefour. Abbiamo 20 agenti che operano su tutto territorio e che seguono sia i canali tradizionali vendita che la grande distribuzione presidiando con attenzione anche il comparto lista nozze”. Biviano conclude l’intervista sottolineando l’andamento positivo del mercato per il brand: Illy macchine per il caffè espresso ha infatti fatturato 700 miliardi di euro nel 2013, in crescita del 1% rispetto al 2012. “In generale per il nostro settore c’è ancora una buona propensione al consumo con l’indice di fiducia dei consumatori cresciuto del 23% a dicembre 2013. Come marchio apprezzato in tutto il mondo non solo per la qualità del nostro caffè ma anche per il design dei nostri prodotti, abbiamo da poco lanciato una macchina per il caffè espresso super premium dal valore di oltre 1000 euro e nel corso del 2014 ci saranno molte novità: usciranno altri due nuovi modelli di macchine per il caffè espresso oltre al rinnovamento dei colori dei prodotti già esistenti”. Anche KitchenAid ha raccontato a Elettroradio Informazioni il rapporto che c’è tra il marchio e il mondo della lista nozze. “Il settore lista nozze sul nostro fatturato inci-


de circa del 25%” spiega l’azienda. “Per quanto riguarda KitchenAid, il settore negozi-casalinghi è in forte crescita (circa il 20%) e parallelamente abbiamo iniziato a lavorare con alcune grandi catene di elettrodomestici, cercando di mantenere un criterio di distribuzione selettiva in cui è essenziale la cura nell’esposizione del prodotto e la formazione del personale di vendita. In questo momento siamo presenti nelle catene Media-Saturn, in alcuni Expert e in alcuni Euronics. La grande distribuzione gioca per noi un ruolo fondamentale nella comunicazione, dandoci ad esempio la possibilità di organizzare delle lista nozze ad hoc, dove KitchenAid è la protago-

Giacomo Biviano, Vicedirettore Generale illycaffè

nista”. Data la tipologia di prodotto commercializzati il settore lista nozze è per KitchenAid molto importante ed è una fetta di mercato in cui vale assolutamente la pena investire e presidiare con attenzione. “Per questo - continua il brand - forniamo i punti vendita di gondole espositive, modular display, materiale informativo e ovviamente facciamo formazione a tutto il personale in modo che possa rappresentare sempre il punto di riferimento per l’utente che vuole avvicinarsi o che già conosce il mondo KitchenAid. L’approccio delle coppie alla lista nozze negli ultimi anni è decisamente cambiato, oggi la lista nozze viene vissuta non solo come l’acquisto di beni necessari ma anche come la possibilità di realizzare un sogno, che sia un viaggio o un elettrodomestico KitchenAid. Per questo motivo cerchiamo di soddisfare tutte le tipologie di coppie proponendo prodotti di grande qualità e forte appeal con prezzi assolutamente allineati con i negozi dedicati alle lista nozze, ad esempio il classico Robot da cucina ha un prezzo al pubblico di 619,00 euro”. Il 2014 sarà per il brand caratterizzato da numerose e importanti novità, anche nel mondo non elettrico. E’ stato infatti lanciato da poco un nuovo Robot da cucina Artisan 6 lt con ciotola in vetro; due nuovi colori del classico Robot da cucina Artisan, una nuova gamma di prodotti e accessori per la cucina.


focus cucina

È la moda del momento: il cake design. E aziende e distribuzione si adeguano…

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di Monica Renna

ecorare che passione! No, non stiamo parlando di bricolage e fai da te, bensì di Cake Design, forma d’arte culinaria che ha trovato spazio nelle nostre cucine da poco più di tre anni, ma che solo da pochi mesi sta letteralmente spopolando ovunque e in ogni settore. Il mondo del cake design è molto ampio, sia per la sua offerta di prodotti, sia per le attività di business che sono nate grazie a questa nuova cultura del “fare” dolci o, meglio, decorarli. Per alcuni è una vera e propria forma d’arte creativa che si concretizza con la realizzazione dell’opera scultorea da esibire e gustare in compagnia. A conti fatti il piacere visivo supera di gran lunga il piacere della degustazione, poiché a differenza dei dolci tradizionali a cui siamo abituati le torte e i cup cake realizzati con la tecnica del cake design altro non sono che basi di pan di spagna decorati da strisce di pasta di zucchero, declinate in varie colorazioni, o creme più o meno stucchevoli a seconda dei gusti a base di zucchero, burro e cioccolato. E qui le calorie lievitano parecchio!

Il cake design conquista la cucina Ad ogni modo il cake design piace proprio a tutti. Non esiste una vera e propria categoria definita di utenti; tuttavia è possibile tracciare un profilo generico del cake designer “addicted”. Donna, dai 20 anni in su, casalinga, studentessa o lavoratrice, appassionata di cucina e pasticceria, creativa e affascinata dal mondo dell’ar-

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te a 360°; paziente, attenta alle novità e portata alle attività manuali di qualsiasi tipo. È disposta a spendere il proprio denaro per acquistare strumenti in grado di garantirle ottime performance nel suo hobby preferito: cibo declinato nell’arte. Ma passiamo ad analizzare il lato tecnico e l’aspetto commerciale di questo mondo. Da un punto di vista di merceologie l’offerta è molto ampia: per il cake design è necessario utilizzare strumenti molto particolari, reperibili in grande distribuzione, presso piccoli retailer, in negozi specializzati per professionisti e sempre più spesso all’interno di fiere ed eventi di settore. Sono ormai molte le aziende presenti sul mercato, che vendono e distribuiscono articoli per il cake design e che trovano sempre più spazio in negozi specializzati, in

GDO e GDS. Parliamo di aziende rinomate, già produttori di piccoli/grandi elettrodomestici e realtà commerciali nate da qualche anno, che hanno cavalcato e stanno continuando a cavalcare l’onda del “fenomeno Cake Design”. Da Martellato a Pavonidea, da Zenker a Tescoma, per poi passare alle celeberrime Bialetti e Ariete, che distribuiscono strumenti molto interessanti, di cui parleremo a breve. Ovviamente ne abbiamo citate solo alcune, ma ce ne sono davvero molte. Tra le aziende leader del comparto pasticceria c’è senza dubbio Tescoma Italia, che in persona del suo direttore commerciale Andrea Cavinato ha confermato il trend di crescita di questo settore negli ultimi anni, “data la crescente moda di preparare in casa le proprie pietanze e in particola-

re i dolci. Anche se attualmente notiamo una stabilizzazione del fenomeno. Ciò nonostante siamo sempre pronti a evolvere tecnicamente il nostro prodotto secondo le necessità e l’esperienza che i nostri clienti ci trasmettono, cercando prodotti visivamente piacevoli e dal grande contenuto tecnico. Al punto vendita forniamo espositori dedicati e di forte impatto per adattarsi alle esigenze di layout ai quali affianchiamo la massima professionalità nella manutenzione e rinnovamento assortimentale. A tutto questo aggiungiamo anche forti azioni di comunicazione multicanale”. Il cake design per tutti. Questo il claim che Bialetti ha voluto far suo quando ha immesso sul mercato Dolce Chef, la sua prima collezione dedicata alla preparazione e alla decorazione di prodotti


focus cucina

La parola al Cake Designer

Paola Piu, Sugar Artist, nonché titolare di Polvere di Zucchero ha risposto ad alcune nostre domande. “Gli strumenti base necessari per questa attività sono: mattarello per cake design da 20 cm e 50 cm, taglierino, smoother, kit attrezzi per modelling, spatola per crumb coating e coloranti in gel alimentari. I mattarelli sono fatti di un materiale plastico antiaderente, che rende più semplice la stesura della pasta di zucchero; il taglierino è fondamentale per tagliare con precisione la pasta di zucchero; lo smoother per lisciare la pasta di zucchero sulla torta, ed è fondamentale utilizzarlo per rendere la torta perfetta; gli attrezzi per modelling sono utili per creare soggetti 3d, lavorando su piccoli soggetti le nostre dita risultano troppo grosse, pertanto è fondamentale l’uso dei tools. La spatola per crumb coating permette di realizzare un “fondo” idoneo ad accogliere la pasta di zucchero, se questa fase non viene realizzata correttamente la torta risulterà brutta e imprecisa. I coloranti per la pasta di zucchero sono fondamentali per dare sfogo alla creatività, basta aggiungerne davvero poco prodotto per ottenere un bell’effetto. Fare molto attenzione ai coloranti liquidi, di cui personalmente non consiglio l’utilizzo. Sul nostro shop online (polveredizucchero.it) sono reperibili questi materiali con la possibilità di essere seguiti e consigliati da professionisti delle torte, evitando così di effettuare acquisti sbagliati. Il prezzo medio di un attrezzo è di crica 8 euro; è im-

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portante che questi articoli siano contrassegnati dal marchio CE e siano destinati ad uso alimentare, purtroppo si trovano molti attrezzi provenienti dal mercato non autorizzato cinese. Ricordiamoci che questi strumenti sono utilizzati per decorare un dolce che poi si mangerà. Alcuni attrezzi sono fondamentali, non possono essere sostituiti, per altre attività invece è possibile adattarsi con gli strumenti presenti in cucina. Un esempio? Ottimo il piatto girevole che solitamente si usa durante le cene come passa vivande. È possibile usarlo per lavorare con meno fatica una torta. È opportuno valutare sempre attentamente cosa si vuole realizzare, quali attrezzi utilizzare e quali invece potrebbero non essere fondamentali.; in questo modo sarà più semplice gestire l’investimento ed evitare di acquistare prodotti che non servono o non riescono a utilizzare. Per questo consiglio sempre di frequentare un corso di cake design tenuto da professionisti. Sarà utile per comprendere quali attrezzi utilizzare per il cake design, nonché le tecniche più adatte. Preparare una torta di cake design è un vero progetto: si parte dalla realizzazione del disegno studiato ad hoc per il cliente secondo le sue richieste, bisogna preparare le decorazioni tridimensionali qualche giorno prima in modo che abbiano il tempo di asciugare e all’ultimo si realizzerà la torta (consigliate le basi inglesi), le creme per la farcitura e si passerà alla fase dell’assemblaggio. Dopo aver assemblato e ricoperto con pasta di zucchero la torta, ci si potrà dedicare ai decori e alle rifiniture finali. Mediamente ci sono 4 giorni di lavoro (ma si può arrivare anche a 6/7 giorni per le torte a piani con molti soggetti tridimensionali), quindi molte ore di lavoro più i materiali. 1 kg di buona pasta di zucchero costa attorno ai 9/10 euro, pertanto queste torte hanno un prezzo più elevato rispetto alla pasticceria tradizionale italiana; inoltre la lavorazione è completamente diversa”.

di pasticceria; una risposta, se vogliamo, alla crescita nella domanda di prodotti specifici per la decorazione di dolci firmando una collezione originale nelle forme e nei colori, innovativa nei materiali e completa nell’assortimento. Dolce Chef Bialetti può essere considerata un punto di riferimento sia per i consumatori alle prime armi sia per la clientela più esperta, attraverso un’offerta che spazia dagli stampi di ogni tipo e formato al cookware, dagli accessori più utili ai prodotti per decorazione (gel coloranti, pasta di zucchero, pennarelli alimentari ecc.). Gli articoli che compongono la collezione si distinguono in quattro linee: Stampi in Carbon Steel, Stampi in Silicone, Accessori Pasticceria e Decorazioni. Carbon Steel offre un assortimento di 20 stampi grandi e 5 stampi mini realizzati in acciaio rivestito ad alto spessore che dura nel tempo senza deformarsi ed è caratterizzato da soluzioni funzionali innovative. Silicone dispone di 23 referenze per la preparazione di dolci e 6 stampi per cioccolatini. Il materiale utilizzato è silicone a doppio strato ad alto spessore (da 1,8 a 2,5 mm) a garanzia di qualità, affidabilità e prestazioni (senza bisogno di imburrare prima dell’utilizzo). La linea Accessori affianca il set degli strumenti essenziali come spatola, pennello, frusta e pinza in silicone, con un ampio assortimento di


accessori e gadget da pasticceria quali stampi a espulsione, tagliabiscotti e mattarelli. Decorazioni riunisce in un’unica linea prodotti professionali per il cake design; la linea si distingue per piacere estetico, completezza di gamma e grande innovativa nei materiali, nelle forme e nei colori. “Il mercato degli strumenti per il cake design e la pasticceria è in continua crescita e Bialetti Industrie ha deciso di rispondere alle richieste dei consumatori, firmando una collezione completa nell’assortimento”, dichiara Roberto Ranzoni, marketing manager Caffè e Ped Bialetti Industrie. “Massima attenzione è stata rivolta alla scelta dei materiali che sono senza dubbio innovativi e di elevata qualità. Ne sono un esempio il silicone a doppio strato ad alto spessore e l’acciaio rivestito che rappresenta una soluzione a elevata resistenza nonché esteticamente molto piacevole. Per la linea Bialetti Dolce Chef, inoltre, il Gruppo ha investito molto sull’immagine e in termini di comunicazione predisponendo, ad esempio, una serie di espositori ad hoc di altissimo livello e molto funzionali. Siamo certi che anche il futuro ci riserverà molte soddisfazioni per questo tipo di prodotti come ad esempio il riconoscimento ricevuto dai consumatori che ha eletto questa linea Prodotto dell’anno 2014 e, come accade per tutti i nostri prodotti, continueremo a investire in termini di innovazione per soddisfare sempre al meglio le esigenze dei nostri consumatori”. Un’altra azienda che abbiamo selezionato per questo articolo è

Ariete, che da pochi mesi ha lanciato sul mercato una linea di piccoli elettrodomestici denominata Party Time, in perfetto stile Vintage anni 50. Parliamo nello specifico di Muffin & Cupcake Maker, Donuts & Cookies Maker e Waffel Maker. &Cupcake Maker e la Donuts Maker permettono di preparare in pochi minuti gradevoli muffins e cupcakes, nonché ciambelline e fragranti biscotti. Grazie alle piastre antiaderenti e alle apposite cavità, è possibile realizzare dolci perfetti a prova di pasticciere esperto. Anche in questo caso il rapporto qualità prezzo è buono e il risultato è soddisfacente. Da segnalare la collaborazione con l’azienda Molino Rossetto, grazie alla quale all’interno di ogni prodotto della linea Party Time è abbinata una confezione di impasto per dolci e delle decorazioni a base di zucchero.

Uno sguardo al punto vendita Un aspetto che abbiamo voluto valutare di persona è stato il posizionamento di questi prodotti all’interno dei punti vendita della GDO e, in alcuni casi, la sorpresa è stata notare quanto spazio sia dedicato a queste merceologie, talvolta con isole espositive brandizzate o totem multibrand dedicati al Cake Design. Situazioni di questo tipo sono state rilevate presso gli ipermercati, mentre all’interno degli store della GDS la collocazione è maggiormente concentra-

ta all’interno di reparti specifici, suddivisi per marchio e tipologia di prodotto. La presenza di offerte promozionali è molto limitata sia nello sconto proposto (al massimo una riduzione del 30% su referenze con un prezzo medioalto) che nell’entità della riduzione di prezzo. Situazione decisamente diversa presso i piccoli retailer come L’Outlet del Casalingo e Kasanova, la cui offerta è decisamente più concorrenziale (anche se più limitata in termini di referenze), soprattutto in termini di prezzo finale al consumatore. Non mancano comunque le “comparsate” di prodotti per il cake design tra le offerte dei volantini: strumenti promozionali che non disdegnano di ospitare qualche strumento destinato all’arte in cucina. Nello scorso mese di dicembre, difatti, Expert Italy aveva lanciato una campagna nazionale in cui, a fronte di una spesa di almeno 500 euro, si riceveva in regalo lo special pack “Prepara e Decora”, contenente un frullatore a immersione Minipimer 5 di Braun e un set composto da tagliapasta, spatola e attrezzi per il modelling.


focus audio video di Federico Cociancich

L’andamento del mercato TV rispecchia quello più generale del segmento Consumer Electronics che registra l’ennesimo segno meno rispetto allo scorso anno. Saranno sufficienti le nuove tecnologie – Oled e 4K – e un evento come i Mondiali di Calcio per rivitalizzare il mercato?

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Il mercato TV dribbla la crisi con le nuove tecnologie I

dati del quarto trimestre del 2013 mostrano il comparto Technical Consumer Goods ancora in sofferenza rispetto all’anno scorso con un -1,5% e in particolare il comparto dell’elettronica di consumo mostra un drammatico -12,2% (fonte: Gfk). Tutto il settore ha fatturato, nel periodo natalizio, 5,44 mld di euro, contro i 5,52 dello scorso anno, i 5,64 del 2011 e i 6,28 mld di euro del 2010. La crisi continua a farsi sentire in quasi tutti i segmenti confermando il trend negativo: segnano un andamento positivo solo la telefonia, trainata dagli smartphone, e i grandi elettrodo-

mestici, avvantaggiati dagli Ecobonus. In questo scenario il settore TV vede nelle nuove tecnologie, su tutte Oled e 4K, definita anche UHD (Ultra high Definition), e dall’evento televisivo per eccellenza, i Mondiali di Calcio, un segno di speranza.

Il punto di vista delle aziende Abbiamo chiesto un commento ai principali produttori di apparecchi televisivi partendo da Samsung che negli ultimi anni è stato leader indiscusso di mercato. Ci ha risposto Francesco Leveque, Direttore Marketing Audio Video di

Samsung Electronics Italia. “Il 2014 è iniziato positivamente e si rivelerà un anno di forte crescita e pieno di opportunità per Samsung, che negli ultimi anni si è contraddistinta come leader europeo del mercato TV per innovazione. Con l’arrivo sul mercato all’inizio del 2013 dei primi TV UHD, Samsung guida questa tendenza con prodotti altamente tecnologici e performanti comunicando il reale valore della rivoluzione UHD. Oggi il nostro obiettivo principale è rispondere al nuovo trend del settore TV che si sta muovendo verso schermi sempre più grandi per esperienze


e

Panasonic ha deciso da quest’anno di cessare la produzione di plasma per la disperazione dei – pochi – affezionati a questa tecnologia

immersive e altamente coinvolgenti. Per questo Samsung inaugura una nuova era della qualità dell’immagine con il nuovo U8500 UHD TV curvo, un televisore che combina tecnologia UHD con design curvo per immagini estremamente realistiche e una visione ancora più avvolgente. Continueremo a realizzare prodotti senza precedenti per portare il meglio della tecnologia in tutti i modelli top di gamma per soddisfare le esigenze del consumatore, molto sensibile ai nuovi trend e alle innovazioni tecnologiche”. Ecco invece il punto di vista di Paolo Locatelli, Home Entertainment Sales Director di LG Electronics Italia, tra le aziende più interessanti del mercato e che più delle altre punta sull’Oled già da quest’anno. “Crediamo che il 2014 sarà l’anno dell’OLED, una tecnologia che abbiamo lanciato nel 2013 e

che stiamo sviluppando con una gamma molto ampia nel 2014, con risoluzioni e formati diversi e con prezzi sempre più accessibili nel corso dell’anno. LG nel 2014 vuole creare il mercato dell’OLED. Abbiamo investito in nuove fabbriche e nuovi prodotti per creare economie di scala e trasferire il prima possibile ai consumatori i benefici di un prezzo al pubblico con un premio ridotto. Vogliamo che il prima possibile i consumatori possano godere di una esperienza di visione assolutamente unica”.

Francesco Leveque, Samsung Electronics Italia

Paolo Locatelli, LG Electronics Italia

Decisamente diverso il punto di vista di David De Vanna, Senior Sales Manager Audio Video Panasonic: “Dopo la flessione dovuta alla fine dello switch-off, il comparto dei TV mostra oggi ottimi segnali di ripresa grazie a impulsi interni ed esterni al mercato stesso. Da un lato infatti la tecnologia 4K, anche se introdotta da pochi mesi, rappresenta già

un fattore attrattivo per il consumatore; dall’altro, fornisce un nuova leva commerciale per un trade sempre interessato a proporre le ultime novità. Mondiali di Calcio e Olimpiadi costituiscono storicamente un acceleratore per questo mercato: sarà dunque fondamentale cogliere l’opportu-

nità per incentivare il processo di sostituzione dei vecchi apparecchi dai contenuti ormai antiquati. Panasonic è pronta per questa sfida e presenta un’offerta completa di TV Viera con tecnologie e caratteristiche evolute: Twin Tuner, per vedere un programma e registrarne un altro o vedere due


focus audio video

programmi differenti su TV e tablet; Swipe and Share 2.0, per inviare contenuti dal tablet al TV con un solo tocco; Face Recognition, che identifica l’utente tramite una videocamera posta sul TV per proporre settaggi personalizzati; My Home Screen, che permette di impostare fino a quattro schermate personalizzate con i programmi e i contenuti web preferiti da ciascun membro della famiglia. Siamo certi che tecnologia evoluta e grandi eventi sportivi sosterranno il mercato TV con un nuovo slancio, già visibile nei primi mesi del 2014”.

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l settore TV vede nelle nuove

tecnologie, su tutte Oled e 4K, definita anche UHD e

Il mercato dovrà giocoforza fare i conti con nuovi agguerriti marchi emergenti, specialmente cinesi, come ci conferma Gianluca Di Pietro, General Manager di Hisense Italia. “In Italia abbiamo l’opportunità di lavorare all’interno di un contesto dove la domanda di elettronica di consumo è molto ricettiva, ma questo non significa che il mercato non nasconda ostacoli e insidie.

Gianluca Di Pietro, Hisense Italia

Enrico Ligabue, Haier Italia

Quando si parla di 4k infatti si fa riferimento a una tecnologia che probabilmente cambierà non solo il modo di guardare la Tv, ma anche le abitudini di consumo e culturali degli utenti. Per questi motivi, soprattutto in questa fase di transizione, il ruolo di intermediazione e il contributo informativo dei nostri partner è essenziale.

Da qui una serie di risorse che il team Hisense ha già messo a disposizione dell’indiretta, a partire dai corsi di formazione tecnica e marketing che organizziamo a domicilio delle aziende due volte al mese”. Un’altra azienda cinese da seguire con attenzione è Haier, che

dall’evento televisivo per eccellenza, i Mondiali di Calcio, un segno di speranza

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Sony è stata tra i primi produttori a puntare sul 4K: grazie a un design estremamente elegante, a una qualità delle immagini eccellente e un audio di ottimo livello

Sony Sony sta cercando negli ultimi anni di diventare il marchio leader per i cosiddetti prodotti “di riferimento”. Da quando Kazuo Hirai è passato alla guida del colosso giapponese ha fatto capire di non voler essere uno dei tanti produttori di elettronica di consumo, ma uno dei protagonisti dell’innovazione. L’azienda giapponese diventerà quindi sempre più selettiva puntando principalmente su quei prodotti capaci di garantire visibilità e profitto come le Tv 4k, gli smartphone e i tablet, le fotocamere e videocamere full-frame, fino alla nuova console PS4. È in questo scenario che si posiziona la scelta dello scorporo della divisione TV, entro luglio 2014, e il suo conferimento in un’azienda controllata. Pur migliorando, infatti, i propri conti di anno in anno, la divisione TV è ancora in pesante perdita e le previsioni non sono rosee (circa 182 milioni di euro per il 2013). Sony è comunque leader sia nel mercato giapponese, sia in quello USA nel segmento hi-end/4K e lo scorporo è giustificato con il fine di trasformare l’attività in un’organizzazione più efficiente e dinamica.


tra l’altro ha appena presentato i propri smartphone e tablet per il mercato mobile. Ecco il commento di Enrico Ligabue, Market Director Haier Italia. “Le aspettative per il 2014 sono di una stabilizzazione del mercato: ci aspettiamo che il calo nei volumi venduti terminino. Crediamo che ci sarà l’effetto positivo del Mondiali di Calcio e che le nuove tecnologie, e in particolare il 4K, siano un altro degli strumenti che l’industria e il trade hanno nelle proprie mani per ricominciare a vendere e proporre prodotti di qualità. Queste saranno le chiavi del successo per il 2014. Purtroppo molti hanno finora puntato a vendere grandi quantità con prodotti di scarsa qualità; le nuove tecnologie dovrebbero ricominciare ad aiutare i numeri a crescere dopo i cali degli ultimi tre anni. Haier quest’anno punterà sicuramente sul 4K, l’Oled è certamente un prodotto importante che rappresenterà una nuova frontiera ma oggi il posizionamento dei TV Oled non consentono ancora numeri interessanti, anche perché la produzione non è in grado, al momento, di portare sul mercato grandi quantità. Noi stiamo lavorando con chi sta realizzando i pannelli, ovvero LG, e seguiamo questo trend con grande interessa ma non crediamo che sarà il prodotto dell’anno. Riguardo l’abbassamento dei prezzi che si sta già registrando anche nei TV 4K è chiaro che l’offerta si sta allargando e anche noi faremo la nostra parte da questo punto di vista. Questo contribuirà a vendere prodotti con polliciaggi alti, con posizionamenti che sono più idonei a un mercato già maturo. Ci deve essere un giusto equilibrio tra il prezzo e il valore dato alla tecnologia, e credo che noi quest’anno potremo dire qualcosa di importante a riguardo”.

La polemica Meglio consigliare ai clienti un TV 4K o uno Oled? Entrambi hanno una qualità video eccellente che si percepisce sin dal primo sguardo, ma mentre quella dell’Oled si può apprezzare appieno da subito con contenuti Full HD, quella 4K necessita di contenuti in altissima riso-

Le tv del futuro Samsung moltiplica le dimensioni La linea del nuovo TV curvo U8500 UHD rivoluziona completamente l’esperienza di intrattenimento permettendo di avere un campo visivo più ampio rispetto a uno schermo piatto e garantendo un effetto panoramico che rende le immagini ancor più grandi e realistiche. L’esperienza di visione è ottimale indipendentemente da dove si è seduti e la qualità d’immagine è ulteriormente potenziata dall’Auto Depth Enhancer, l’algoritmo sviluppato da Samsung in grado di analizzare la sorgente e regolarne automaticamente il contrasto per dare un maggior senso di profondità e un effetto 3D. Le dimensioni sono davvero eXtra Large: la serie U8500, è disponibile nella versione da 78”, 65” e 55”, ma ne esiste anche una versione da 105”, ben 266 cm di diagonale, il più grande sul mercato. LG curva i TV Oled La tecnologia Oled offre una qualità d’immagine davvero strepitosa, che lascia chiunque a bocca aperta: colori intensi, nero assoluto, contrasto praticamente infinito e l’estrema fluidità delle immagini sono davvero uno spettacolo, ed è anche per que-

luzione che difficilmente avremo a disposizione su larga scala prima di due o tre anni. La maggior parte dei produttori in questo momento però stanno puntando sulla tecnologia 4K anche per un minor costo di produzione dei pannelli. Quindi gli uomini di marketing stanno lavorando a discapito degli interes-

sto che il TV Oled curvo di LG, spesso appena pochi millimetri, è stato riconosciuto da diversi organismi internazionali come uno dei migliori. Non solo sbalorditivo dal punto di vista dell’immagine, ma innovativo anche per quanto riguarda la qualità del suono, grazie agli esclusivi speaker frontali semi trasparenti. Dando il via alla transizione dallo schermo piatto a quello curvo, questo innovativo TV assicura un maggiore coinvolgimento e una visione naturale, in cui si è sempre proiettati al centro dell’azione. Hisense punta sul prezzo Possiamo già parlare dei primi TV 4K “Low Cost”? La cinese Hisense propone TV 4K Ultra HD con un design accattivante e un costo estremamente competitivo. Si propongono come la soluzione ideale sia per gli appassionati del piccolo schermo, sia per tutti coloro che richiedono ai propri monitor un livello superiore di definizione delle immagini: dal designer all’esperto di fotografia, passando per i grafici e i cineasti. I modelli della serie XT880-Ultra HD sono disponibili in 3 formati: 50”, 58” e 65” a un prezzo di listino che parte da meno di 1.500 euro (per il 50”) e che non supera i 3.000 euro (per il 65”).

si dell’utente finale? È un giudizio un po’ affrettato: il 4K è una tecnologia che si diffonderà molto nei prossimi anni, tanto che le previsioni di Futuresouce Consulting prevedono nel 2017 la vendita di quasi 4 milioni di TV 4K, e quindi in realtà può essere un consiglio estremamente lungimirante.


social

È giunta l’era dell’internet ovunque, grazie alla tecnologia wearable: uno dei temi portanti del CES di Las Vegas e del Mobile World Congress di Barcellona

di Roberto Zarriello

Sempre connessi Orologi

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n principio fu il telefono cellulare. Ricordo ancora quanto fu bizzarro avere finalmente la possibilità di rintracciare una persona nonostante non fosse a casa. Che fosse per un’emergenza o solo per una chiacchierata, con quel pesante e ingombrante aggeggio siamo diventati reperibili praticamente sempre. Ma questo non ci è bastato, ed è così che con il diffondersi del web è nata la necessità non solo di essere rintracciabili per una telefonata, ma anche per una email, un messaggio privato e una menzione su Twitter, su schermi sempre più grandi, colorati e intuitivi. Che ci piaccia o no, la scusa del “non ero a casa” non è più valida, perché siamo sempre connessi, 24 ore su 24, attraverso smartphone, tablet e anche attraverso altri oggetti indossabili come orologi e occhiali. Parliamo della tecnologia wearable, quella che si sta prepotentemente presentando come the next big thing e che è stata protagonista delle ultime edizioni del CES di Las Vegas e del Mobile World Congress di Barcellona. Come ogni nuova tecnologia che si rispetti, il wearable ha già scisso l’opinione pubblica: voglio davvero avere costantemente un monitor davanti agli occhi? È proprio necessario che io sia reperibile in ogni secondo della mia giornata, ovunque io sia? Certo, si tratta di oggetti che possono essere spenti, proprio come gli smartphone, ma siate onesti: qual è l’ultima volta che avete spento volontariamente il vostro iPhone? L’Internet delle cose è sempre più

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Diciamoci la verità, c’è ancora qualcuno che controlla l’ora dall’orologio? Molto più semplice sbloccare lo schermo dello smartphone. Quindi i cari accessori da polso necessitano un makeover e, soprattutto, di notificare. Chiamate perse, SMS, messaggi su Facebook e mention su Twitter devono essere a portata di polso, basta collegare lo smartwatch al proprio smartphone e il gioco è fatto. L’orologio smart presentato da Intel non necessita neanche della connessione al cellulare, poiché è dotato di una connessione indipendente e integra il sistema Gps. E se l’ora proprio non ci interessa, possiamo scegliere uno dei tanti accessori da polso utilizzati soprattutto come strumenti per il fitness.

Fasce e sensori per il corpo

evidente, con oggetti che non ci bastano più per come sono e che devono diventare smart, pena l’esclusione dagli scaffali. Ecco gli oggetti smart che già sono o presto saranno disponibili nei negozi, voi li indossereste?

Occhiali Li abbiamo attesi per anni, incuriositi da cosa potessero davvero fare. Abbiamo visto video, parodie e presentazioni, fino a quando i Google Glass, gli occhiali intel-

ligenti di Big G, sono giunti finalmente tra noi. Ora che ci sono, li vogliamo davvero? Il colosso di Mountain View non è l’unico a proporli, possiamo scegliere anche quelli della startup italiana GlassUp o gli Epson Moverio, ma c’è ancora molto su cui lavorare. Comodità e design a parte, è importante valutare le conseguenze dell’indossare questi oggetti sempre e soprattutto in luoghi privati.

Utilizzati per il fitness e per il benessere o semplicemente per puro divertimento. Le fasce Spree sono un ottimo assistente per l’allenamento, grazie alla possibilità di tracciare battito cardiaco, temperatura e movimento; quelle di Muse ti guidano attraverso un training psicologico per aiutarti ad affrontare meglio la giornata; le fasce June analizzano la quantità di raggi UVA e ti consigliano quale protezione solare utilizzare. I prodotti più interessanti sono quelli che si rivolgono alla gamification: iBitz trasforma l’attività fisica in benzina per il tuo razzo, mentre i sensori PrioVR ti permettono di giocare in prima persona ad un gioco sparatutto. Per entrare davvero nello spirito del gioco.


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psicology

Parlare per vendere

Dr. Paolo Zucconi, specialista in Psicoterapia comportamentale e psicoterapia cognitiva contributor@eimag.it

Il dialogo è sempre alla base di tutto…

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arlare per vendere è ciò che quasi tutti pensano sia da fare quando si apre un negozio. Meglio sai parlare più vendi! Quindi se non hai una buona parlantina non vendi! Ma, nella pratica quotidiana, non funziona così. Peccato per i bravi parlatori e per chi si ritiene tale. Eppure la comunicazione, soprattutto se efficace e persuasiva, è considerata uno strumento indispensabile alla vendita: la comunicazione rappresenta l’ossatura di ciò che viene, tecnicamente, definito la trattativa di vendita su base psicologica. La comunicazione tuttavia è sempre bilaterale: uno ascolta e l’altro parla: lo scambio tra parlare ed ascoltare è proprio ciò che i due interlocutori mettono in comune tanto da dire che comunicano. La differenza fondamentale è che, paradossalmente, vende chi ascolta, o meglio chi ascolta di più e parla di meno dell’altro, considerando anche che tutti noi siamo forniti di due orecchie ed una bocca, proprio per ascoltare di più e parlare di meno. Si tratta quindi per vendere di ascoltare l’altro, di essere un buon

ascoltatore del potenziale acquirente. In questo modo si dà alla persona quella importanza che non ha, ma vorrebbe avere: più parla più si sente importante e così scopre se stesso, scopre quei desideri che il vero venditore dovrà soddisfare. Rivela inoltre preziose informazioni che un abile venditore utilizzerà proprio per vendere soprattutto quando, con specifiche domanda, conoscerà il nome della persona, i componenti della sua famiglia, il suo lavoro ed i suoi interessi, inoltre che cosa gli piace di più e di meno di ciò che fa. Si tratta solo di fare quelle domande che fanno piacere all’altro allo scopo di farlo parlare per darci le risposte attese Dale Carniege, uno dei più famosi addestratori dei migliori managers americani, venditore lui stesso, nei suoi corsi, frequentati da milioni di persone, affermava spesso il principio “siate buoni ascoltatori e incoraggiate gli altri a parlare di se stessi” . Infatti, nota sempre lo stesso Carniege, le persone si interessano molto di più al proprio problema che a quelli dell’altro tanto che “un forunco-

lo al collo è più inquietante - per quella persona che ci sta di fronte - di cinquanta terremoti in Africa”. L’importante è ascoltare con pazienza e simpatia, senza interrompere, senza contraddire e senza irritare l’interlocutore che va sempre incoraggiato a parlare in modo da sentirsi…importante. Frank Bettger, uno dei più abili venditori di fama internazionale, dichiara di aver appreso a proprie spese, spesso quindi sbagliando, come si ascolta, dimostrando all’interlocutore di essere sinceramente interessato alle sue parole, anche con evidente comportamento non verbale improntato a dimostrare ascolto (contatto oculare, corpo proteso verso l’altro, cenni d’assenso col capo, apertura degli arti verso l’altro). E il saper ascoltare viene definita da Bettger un’arte necessaria, non solo ai venditori. Solo ascoltando infatti è possibile impossessarsi del “più grande segreto dell’arte del vendere”, della “molla segreta che spinge gli uomini all’acquisto” (secondo le parole di Bettger): “scoprire quello che il cliente desidera ed aiutarlo ad ottenere”.


technology

Analizziamo la nuova tecnologia che permette a cellulari, tablet e molti altri dispositivi di comunicare tra loro grazie a un semplice gesto

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di Silvia Castoldi

FC è una sigla che sta per Near Field Communication, cioè comunicazione a distanza ravvicinata, e con tutta probabilità la vedremo sempre più spesso nel prossimo futuro. Si tratta di una tecnologia che permette a due dispositivi elettronici di “parlarsi” e scambiare informazioni con la semplicità di un gesto, senza le complessità necessarie per avviare una comunicazione con le abituali tecnologie di rete wireless. È già in uso in svariati dispositivi mobili come cellulari e tablet, e si sta diffondendo anche come sistema di pagamento. Ma è previsto che si espanda anche in ogni campo dell’elettronica, come mezzo per “accoppiare” rapidamen-

te due apparecchi che devono in qualche modo comunicare tra loro. Nel 2004 è nato un consorzio denominato NFC Forum, i cui membri fondatori sono Nokia, Philips e Sony, che si occupa di definire e diffondere la tecnologia. Attualmente conta più di 160 membri e ha un corrispettivo italiano, NFC Forum Italia. La tecnologia NFC deriva da quella RFID, che viene usata nelle carte di credito “contactless”, e anche nelle “tag” che vengono utilizzate nei supermercati per impedire il taccheggio. Quando si avvicina la carta di credito alla cassa, o quando si passa attraverso i cancelli di un supermercato, il chip RFID lancia un breve segnale radio che permette

di identificare il suo codice univoco, e quindi avviare la transazione monetaria, nel caso della carta, o di far scattare l’allarme antifurto se il codice corrisponde a quello di un articolo non ancora pagato. La principale differenza tra RFID e NFC è che i chip RFID sono passivi e la comunicazione funziona in un solo senso. Nel sistema RFID non è prevista la presenza di batterie o di altra alimentazione. I lettori di chip RFID emettono un lieve campo di onde radio. Il chip è dotato di un’antenna che, quando passa attraverso il campo, capta le onde radio e le converte in elettricità attraverso il fenomeno dell’induzione magnetica, in quantità debole ma sufficiente a far funzionare il

Near Field Communication

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chip e a permettergli di lanciare il suo segnale. Il chip non è però dotato di un ricevitore, e pertanto non è possibile comunicargli nulla: dichiara nome e numero di matricola come un bravo soldatino ma non può fare nient’altro. I chip NFC funzionano in maniera leggermente diversa. C’è un chip “iniziatore” e un chip “bersaglio”. L’iniziatore di solito è su un dispositivo dotato di batterie, e quindi ha un’alimentazione propria, ed emette un campo di onde radio che serve ad alimentare, attraverso induzione magnetica come nella tecnologia RFID, il chip bersaglio. Quest’ultimo può essere piccolo e leggero e, come nel caso dei chip RFID, risiedere anche in piccoli oggetti come carte di credito, chiavi, etichette di vestiario o addirittura adesivi. La tecnologia però prevede anche la possibilità di comunicazione peer-topeer con scambio di dati nei due sensi, nel caso in cui ambedue i chip siano dotati di alimentazione e in grado di ricevere. In tal caso, i due chip parlano e ascoltano a turno, scambiandosi il ruolo di iniziatore e bersaglio. La potenza del campo radio è molto limitata, e fa sì che i due chip possano comunicare tra loro solo a distanza di 10 cm (in pratica anche meno, di solito è necessario un quasi-contatto a 4 cm o meno). La banda di radiofrequenza usata è quella di 13,56 MHz, e la velocità di trasmissione può essere di 106, 212 o 424 kbit/s. Il segnale non viene crittografato, dato che il

brevissimo raggio di trasmissione lo pone al sicuro da intercettazioni. I chip bersaglio passivi contengono una memoria molto limitata, tra 96 e 4.096 bit, solitamente di sola lettura (ma anche riscrivibile) sufficiente solo per memorizzare codici di identificazione, PIN di accesso e simili. La velocità di trasmissione è molto bassa, ma questo non è un problema, in quanto uno dei principali scopi di NFC è quello di fungere da procedura di identificazione, per poi lasciare spazio a tecnologie di rete più efficienti. È così, per esempio, che funziona Android Beam, il sistema di scambio file NFC integrato nelle ultime versioni del sistema operativo Android. Con Android Beam, se due cellulari o tablet sono dotati di chip NFC attivato, è sufficiente avvicinarli perché si riconoscano a vicenda attraverso NFC, stabiliscano una connessione Bluetooth, la usino per scambiare i file inseriti in una lista dai proprietari, e poi si scolleghino automaticamente. Il semplice gesto di avvicinare i due dispositivi sostituisce la complicata procedura di connessione Bluetooth, che implicherebbe attivare la connessione su entrambi i dispositivi, scegliere il bersaglio tra tutti quelli presenti nella stanza, digitare una parola d’ordine e così via. Alcuni dispositivi Samsung utilizzano invece SBeam, un’espansione di Android Beam che utilizza la tecnologia di rete Wi-Fi Direct al posto del Bluetooth, giovandosi della sua maggiore velocità.

Un altro campo in cui l’NFC viene usato è quello dei pagamenti elettronici. Per esempio, il sistema Google Wallet permette di memorizzare nel proprio smartphone numeri di carta di credito, buoni fedeltà e simili. Avvicinando il proprio smartphone a una cassa dotata di lettore NFC, è possibile farsi riconoscere ed effettuare il pagamento o ottenere lo sconto, senza dover presentare alcuna tessera. Tecniche simili possono essere usate per pagare il biglietto dei mezzi pubblici. Google ha accordi con MasterCard, Visa e altri operatori perché i pagamenti attraverso Google Wallet vengano accettati dagli stessi lettori che leggono le carte di credito contactless. Tuttavia le cose procedono a rilento, e il meccanismo è stato attivato solo in alcune zone sperimentali (in Italia è in corso la sperimentazione presso gli uffici postali di alcune città). Un grosso ostacolo alla diffusione di questo sistema è che, mentre NFC è stato adottato con convinzione da Google, Apple non ha ancora introdotto il chip su alcuno dei suoi modelli di iPhone, preferendo attendere gli ulteriori sviluppi. È ancora presto per dire se NFC si diffonderà come i suoi promotori sperano. L’idea è che in futuro sempre più dispositivi ne facciano uso. Esistono già, per esempio, auricolari Bluetooth che usano NFC per collegarsi a uno smartphone. Una volta che la tecnologia di pagamento sarà stata sperimentata a sufficienza, si potrà usare il cel-

lulare per comprare una bibita al distributore, pagare le sigarette al tabaccaio, o anche il ritiro di un pacco al postino. Oppure visitando un museo, potremo avvicinare il tablet a un’opera d’arte e ricevere sullo schermo tutte le informazioni sulla sua storia. O ci saranno usi più bizzarri che ancora non immaginiamo, come quello fatto dall’artista Anthony Antonellis, che si è fatto installare un chip NFC sotto la pelle della mano per distribuire le proprie opere d’arte digitali toccando gli smartphone delle persone.

È

già in uso in svariati

dispositivi mobili come cellulari e tablet, e si sta diffondendo anche come sistema di pagamento


gaming

La guerra delle console a di Raffaele Gomiero

Terminato il periodo più “belligerante” dell’anno, tiriamo le somme su ciò che è successo nel mercato hardware tra i tre maggiori contendenti

A

distanza di due mesi dal periodo natalizio, tiriamo le somme di ciò che è stato a livello di sellin e sell-out per quanto riguarda i principali player di mercato. Per il settore del game è stato sicuramente il Natale più importante degli ultimi otto anni, visto che è la prima volta che due big, Sony e Microsoft, hanno presentato quasi in contemporanea una console di nuova generazione.

Sony Dalla data del suo lancio la PS4 ha venduto qualcosa come 5,4 milioni di unità in tutto il mondo, venendo apprezzata non solo per i suoi 100 euro in meno sul prezzo d’acquisto rispetto alla rivale Xbox One, ma anche per le sue caratteristiche uniche dedicate al social, al gamepad nuovo di zecca in termini di funzioni interne e a varie altre peculiarità. Il raggiungimento di un tale traguardo, con un così largo anticipo, è assolutamente motivo di orgoglio per Sony, visto che, secondo le previsioni, il suo raggiungimento era previsto non prima del mese di marzo. Lo dimostrano le quasi 800mila condivisioni e le oltre 7,1 milioni di visualizzazioni

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in streaming, per un totale di più di 20 milioni di minuti di gameplay live mandato in streaming attraverso la console.” Sono entusiasta che così tanti consumatori continuino a scegliere PS4 considerandola la migliore piattaforma su cui giocare durante e dopo la stagione delle vacanze” ha dichiarato Andrew House, President and Group CEO di Sony Computer Entertainment Inc. “Siamo lieti che, stando agli ultimi dati del Gruppo NPD, PS4 sia stata la console più venduta a gennaio negli Stati Uniti. I risultati di PS4 continuano a essere positivi e siamo estremamente grati a tutti i nostri fan per la passione e il supporto che manifestano”. È ancora presto per parlare del successo dei titoli sviluppati da Sony,

visto che al momento la bandiera è retta unicamente da Killzone: Shadow Fall con le sue 2,1 milioni di copie. Naturalmente Sony non rimarrà a godersi i suoi risultati con le mani in mano, i concorrenti sono agguerriti e perdere il primo posto è facilissimo, a tal scopo l’azienda nipponica è al lavoro su una tecnologia con realtà virtuale molto simile all’Oculus Rift e che molto probabilmente approfitterà della Game Development Conference di San Francisco il 17 marzo per presentare il suo casco VR Headset. L’attenzione è molta, sia da parte degli addetti ai lavori che da quelli del pubblico pagante, le capacità immersive dell’Oculus Rift sono ormai stra-conosciute da chi segue con un interesse superiore


e al vaglio del dopo-Natale I titoli sugli scaffali Dark Souls 2 Uno dei titoli più difficili mai apparsi su PC e console arriva al secondo capitolo e si prospetta ancora più impegnativo. Questa volta l’ambientazione sarà un regno stregato da una maledizione che dovremo cercare di annullare e come nel precedente episodio saranno inevitabili gli scontri contro ogni genere di creature fantasy utilizzando un sistema di combattimento più evoluto e completo con il protagonista che adesso potrà essere equipaggiato con ben tre armi per mano. Piattaforme: Xbox 360, PS3, PC

alla media il mercato videoludico ed è facile comprendere il vantaggio che avrebbe Sony nel mettere le mani (o per meglio dire il pad) su questo tipo di tecnologia per approfondirle e integrale sui suoi titoli.

Microsoft Arrivata nei negozi italiani il 22 novembre scorso, è stata all’inizio vista con diffidenza a causa della necessità di collegarla alla rete internet ogni 24 ore, ma in seguito alla correzione di rotta da parte di Microsoft è stata accolta decisamente meglio dagli impazienti appassionati. Evita Barra, Direttore della Divisione Retail Sales & Marketing di Microsoft Italia, spiega: “Dal lancio di Xbox One gli appassionati di videogiochi hanno avuto modo di accedere a un universo di contenuti di gioco e intrattenimento di altissima qualità, e la loro risposta, nel periodo natalizio ma non solo, è stata eccezionale: agli oltre 3,9 milioni di Xbox One vendute in 13 Paesi prima della fine dell’anno, si sono infatti aggiunti gli 83 milioni di ore spese tra giochi, Tv e applicazioni su Xbox One solo nei primi 18 giorni dal lancio. Anche in Ita-

lia l’accoglienza è stata molto positiva, con moltissimi consumatori che hanno scelto Xbox One in virtù dell’ampia gamma di contenuti di gioco e intrattenimento, delle molte esclusive – come Ryse: Son of Rome e Forza Motorsport 5, tra i titoli più venduti per Xbox One sul mercato italiano - e dell’incredibile multiplayer che solo la nostra console è in grado di offrire. Anche le tante attività sul punto vendita che abbiamo organizzato insieme ai retailer per far conoscere meglio la nuova console hanno dato un riscontro positivo e i bundle disponibili, come per esempio quello con Forza Motorsport 5, hanno riscosso un notevole successo e contribuito al raggiungimento di volumi di venduto veramente significativi anche nel nostro paese”. Queste cifre sono destinate ovviamente ad aumentare con il passare dei mesi a cui importante contributo lo daranno sicuramente i giochi attualmente in sviluppo in esclusiva tra cui le 8 nuove ip previste. Chi sta aspettando qualche titolo veramente esclusivo per ac-

LEGO : The Movie The Videogame In questa immancabile trasposizione videoludica del primo film d’animazione ambientato nell’universo LEGO dovremo aiutare Emmet, un mediocre cittadino di LEGO City a salvare il mondo ripercorrendo tutte le ambientazioni del film e le scene più d’effetto. Come al solito tanto umorismo e sopratutto tantissimi mattoncini. Piattaforme: Xbox 360,Xbox One, PS3, PS4, PS VITA, Wii U, 3DS, PC

Yaiba: Ninja Gaiden Z Violento, spettacolare, ma sopratutto esagerato, ecco come si può riassumere il nuovo Ninja Gaiden in tre parole. Questa volta realizzato in uno stile anime unico nel suo genere, si presenta con un gameplay simile al precedente titolo ma molto più veloce nei combattimenti e svariati personaggi tutti da far sfogare contro i nemici con le più devastanti tecniche. Per i fan dell’azione pura. Piattaforme: Xbox 360, PS3, PC


Metal Gear Solid V: Ground Zeroes Basato sul nuovissimo motore grafico Fox Engine, l’ultimo capitolo della serie capolavoro di Hideo Kojima comprende variazioni climatiche casuali, ciclo giorno e notte e tanto, tanto stealth. La novità più importante è senza dubbio il passaggio all’esplorazione in un open world in stile GTA che promette grandi cose ai fan vecchi e nuovi. E dopo 25 anni le promesse vanno mantenute. Piattaforme: Xbox 360, PS3, Wii U, PC

Infamous: Second Son Uno dei titoli più attesi per la console next gen di Sony per il 2014 è ambientato sette anni dopo la fine del primo episodio in una città reale: Seattle. Graficamente è impressionante con effetti di luce di prim’ordine e una cura maniacale in ogni dettaglio, per il resto il gameplay è frenetico e ricco d’azione esattamente come ci ha abituato il predecessore. Piattaforma: PS4

cima alle classifiche di vendita. Con queste importanti cifre dal lancio il Nintendo 3DS ha toccato la quota di 42,75 milioni di unità a livello mondiale diventando a tutti gli effetti la console più diffusa del pianeta. Anche se i numeri del Wii U non sono certo incoraggianti Nintendo non si perderà sicuramente d’animo, le carte da giocare sono ancora molte e stando alle recenti le recenti indiscrezioni l’azienda di Kyoto starebbe sviluppando due nuove console, una per il mercato casalingo e una per quello portatile, con all’interno tecnologie di ultimissima generazione e totalmente retrocompatibili. I nomi? Al momento dovrebbero

Evita Barra, Direttore della Divisione Retail Sales & Marketing di Microsoft Italia

quistare la console sarà accontentato a marzo, infatti in occasione del lancio di Titanfall, Microsoft proporrà un bundle con all’interno una versione speciale della console, il gioco in versione scaricabile e un mese si abbonamento a Xbox Live Gold, il tutto all’interessante prezzo 500,99 euro.

Nintendo Anche se è uscita ben un anno prima, la console next gen di casa Nintendo purtroppo non può contare sui numeri di Microsoft e Sony. Dalle ultime notizie diffuse, la multinazionale giapponese ha toccato i 5,86 milioni di pezzi a livello mondiale, una cifra sicuramente non soddisfacente per essere sul mercato con un anno di anticipo rispetto a Sony e Microsoft. Non a caso Nintendo ha chiuso il suo Q3 con un fatturato di 4,8 miliardi di dollari, con un calo dell’ 8,1% rispetto all’esercizio precedente e

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con ricavi di 96,7 milioni di dollari, un bel 30% paragonato al natale 2012. E, sempre non a caso, il Presidente della società Satoru Iwata ha annunciato che si auto-ridurrà lo stipendio del 50%, mentre altri alti dirigenti avranno una riduzione che andrà dal 20% al 30%. Fortunatamente grazie a titoli di punta come Super Mario 3D World, Zelda: A Link between Worlds, Wii U Sport e altri titoli usciti di recente chi non era ancora in possesso della console Nintendo ha trovato sicuramente una buona scusa per investire gli Euro racimolati a Natale, considerando sopratutto che sia Mario che Zelda hanno venduto 1 milione di pezzi ciascuno nelle settimane di Natale. Decisamente meglio il Nintendo 3DS grazie al quale in pratica sta in piedi tutta l’azienda. La console portatile della grande N ha venduto 11,5 milioni di unità con 57,25 milioni di pezzi a livello di software con Pokemon X & Y in

essere Fusion DS e Fusion Terminal. Oltre a questo le idee sono ben chiare, innanzitutto sfruttare al massimo il lancio globale di Mario Kart 8 previsto per Maggio e puntare molto sui software che utilizzano a dovere le caratteristiche del GamePad, in aggiunta prendere esempio da altre aziende e massimizzare il licensing dei suoi personaggi con iniziative speciali e stringendo accordi strategici con partner selezionati accuratamente. Ma oltre alle nuove console sopracitate quello che attrae la curiosità di tutti è l’intenzione nei prossimi anni di lanciare una nuova piattaforma che riguarderà la qualità della vita. Ulteriori dettagli saranno rivelati durante il 2014 ma una cosa è certa, Nintendo non mollerà senza lottare fino all’ultimo chip.



private label

Private label, alla destra dei leader Private label, marche del distributore, marchi di insegna o comunque si voglia chiamarli – nel mondo dell’abbigliamento si usa la locuzione, piacevolmente eufemistica, di “in house brands” - questi prodotti vanno forte. Durante la crisi sono diventati più che mai il cardine degli acquisti, fino a raggiungere, nei casi di eccellenza, quote di mercato anche superiori al 20%, come succede da Conad di Luca Salomone

I

l consumatore ha imparato a dare alla GDO una notevole fiducia, e i prodotti di insegna hanno perso definitivamente la propria caratteristica di parenti poveri delle marche industriali, per assumere, oltre a un’incidenza identica o superiore a quella del leader, un insieme di valori tipici della Marca con la lettera maiuscola: qualità, tracciabilità, freschezza, salubrità con in più la rassicurazione del “value for money”. “La marca del distributore è un prodotto di successo – conferma Francesco Pugliese, presidente di Adm e direttore generale di Conad – e deve il suo sviluppo al fatto che il consumatore vi riconosce una serie di valori che la assimilano a una vera e propria marca, diversa da quella industriale, ma con sue caratteristiche specifiche. È allora importante trovare un’identificazione univoca: non più di volta in volta private label,

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marca commerciale, marca privata, store brand, ma solo “Marca del Distributore (MDD). E’ un invito che rivolgo a tutti: operatori del nostro settore, media, società di ricerche, sociologi, opinion maker. Diamo, tutti insieme, il giusto riconoscimento a questi prodotti e attribuiamo loro il valore che meritano”.

Fornitori extra-large Vediamo le cifre. ADM (Associazione Distribuzione Moderna) ribadisce che nel carrello della spesa degli italiani continuano ad aumentare i prodotti a marca del distributore. Nel 2013 infatti sono cresciute ancora le vendite di prodotti a marca privata, un andamento virtuoso, che rimane costantemente positivo dal 1999 ad oggi. Secondo Iri, la marca commerciale ha raggiunto i 9,7 miliardi di euro di fatturato (+2,7%). Nel 2013 il 37% degli italiani ha


aumentato gli acquisti di questi prodotti. Sul totale in valore delle vendite di ipermercati e supermercati la quota delle PL è stata pari al 17,9% nel 2013, quota che presenta un aumento di 4 punti. “La percezione del consumatore rispetto al prodotto a marchio del distributore è ormai simile a quella di una vera marca, che porta valori propri che si affiancano e completano nel carrello delle famiglie l’offerta rappresentata dai grandi brand industriali, nazionali e internazionali – spiega l’associazione -. Un risultato determinato da un ottimo rapporto qualità/ prezzo, che rende il prodotto in grado di soddisfare pienamente i bisogni di una famiglia costretta a prestare sempre più attenzione al proprio potere d’acquisto”. I prodotti a marca del distributore sono un’eccellente opportunità di risparmio, tanto che Adm – durante le ultime feste - ha calcolato che per riempire il carrello del cenone natalizio una famiglia avrebbe potuto risparmiare, scegliendo solo private label, un bel 24% sullo scontrino finale. La decima edizione di Marca, la rassegna specializzata nelle pl, svoltasi a Bologna il 15 e 16 gennaio, ha confermato, con il proprio successo, la vitalità di questo settore di offerta, in cui operano, come fornitrici, aziende di tutte le dimensioni, moltissime Pmi ma anche colossi come La Doria (conserve rosse, 579 milioni di fatturato consolidato nel 2012), Pasta Zara (pasta secca, 215 milioni), Mantua Group di Castebelforte (Mn), che ha una “potenza di fuoco” giornaliera di 1 milione di pizze surgelate, 50.000 primi piatti e 25.000 Stir Frying, 110.000 vaschette di gelato, 77.000 multipack. La cosa che non tutti sanno è che i cosiddetti “copacker” non producono solo per le insegne della gdo – non riuscirebbero a saturare la capacità produttiva installata -, ma anche per grandi marchi nazionali e internazionali, integrando, o a volte sostituendo completamente, la funzione produttiva.

Tablet e smartphone entrano in gioco La marca del distributore si inserisce perfettamente nei nuovi mo-

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el 2013 sono cresciute

ancora le vendite di prodotti a marca privata, un andamento virtuoso, che rimane costantemente positivo dal 1999 ad oggi delli di consumo delle famiglie, modelli forgiati o almeno ripensati integralmente negli anni di crisi e improntati a una maggiore consapevolezza della spesa e a una ricerca del miglior modo possibile di “investire” i propri soldi: in un anno le pl d’Italia garantiscono un risparmio ai consumatori superiore ai 2,5 miliardi. Risparmio che è destinato a beneficiare sempre di più dell’apporto delle nuove merceologie che entrano in assortimento. Mai come nel 2013, infatti, la private

label è stata sinonimo di tecnologie: dai telefonini – Quechua Phone di Decathlon e Fnac 3.5 – ai tablet (valga per tutti il 7 pollici Hudl della britannica Tesco), agli e-reader, come Nolim di Carrefour. Per arrivare a linee complete, ossia Qilive di Auchan: 11 referenze tra smartphone, tablet e tv color. Non tutti questi beni sono ancora disponibili sugli scaffali d’Italia, ma non c’è da dubitare che, visti i consensi delle marche private, arriveranno presto e in forze.

Quando la PL diventa un monomarca A volte la marca privata diventa un supermercato o persino un ristorante. E’ successo in casa Conad e da Lidl. Il discounter di origine tedesca dopo avere sperimentato Dill, il ristorante dove si utilizzano solo prodotti e ingredienti Lidl con un esercizio temporaneo in Svezia nel mese di novembre ha inaugurato l’1 febbraio in Olanda, a L’Aia, il primo Dill permanente. Prezzo del menu 5 euro e ingredienti rigorosamente forniti dalla casa madre. E Lidl ha una particolare attenzione per il nostro Paese, dove è già il secondo operatore alle spalle del potentissimo Eurospin (1000 pdv). Il suo nuovo piano industriale per l’Italia prevede, entro il 2018, investimenti per 500 milioni, 1.000 assunzioni, un nuovo negozio ogni 15 giorni. Conad: il secondo gruppo distributivo italiano, con i suoi 11,5 miliardi di fatturato in crescita del 5,4% non ha bisogno di troppe presentazioni. Il suo marchio privato di fascia alta, Sapori e Dintorni - che comprende ricette e specialità regionali e nazionali e molti prodotti a denominazione di origine per 250 referenze - ha tenuto a battesimo il 24 gennaio, un monomarca di 600 mq all’interno della stazione Roma Termini. Il tutto in virtù sia di un proprio piano - avviato nel 2011 con un pilota di 490 mq nella stazione Santa Maria Novella di Firenze e proseguito il 19 settembre con un opening nel centro di Sassari – sia di un ottimo accordo siglato con Grandi Stazioni. Accordo che prevede, come prossime tappe, Milano Centrale e Napoli Centrale.


store specialist

Centri commerciali oltre la recessione C

ircoscriviamo la rete. Secondo la Commissione consultiva ricerca del Cncc –dati 2012 - si contano in Italia 957 strutture con una Gla (superficie lorda affittabile) superiore ai 5.000 metri quadrati, comprendendo nel calcolo anche 28 factory outlet. La dotazione è caratterizzata purtroppo da un marcato “nanismo”. Circa il 70% degli shopping center, per un totale di 669, si colloca nella tipologia dimensionale “small”, mentre solo 38 hanno taglie forti, “large” o “extra large”. Il concetto di dimensione è però abbastanza relativo ai tempi. Ma oggi i 20.000 mq massimi dei primi anni Ottanta non bastano neanche per incominciare. La soglia critica di ingresso si colloca ormai fra 30 e 50.000 mq. E questo per varie ragioni.

Il “leisure” come locomotiva Corrado Vismara, Vicepresidente Cncc e Amministratore Delegato di Larry Smith Italia, spiega che la nuova vocazione per il “gigantismo” è in parte riconducibile a logiche di puro investimento immobiliare e finanziario, con l’ingresso di fortissimi operatori esteri (dal

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celebre Fondo Sovrano del Qatar in giù). Fatta questa premessa, va detto che servono certamente grandi strutture, in quanto il consumatore è più che mai assetato di assortimento, di novità, di divertimento, anche se questo non si concretizza affatto in un tenore di spesa più elevato. “Il futuro – conferma Vismara – è legato al prevalere di componenti legate all’intrattenimento e al tempo libero. Il ‘leisure’ diventa il vero magnete, soppiantando il mall, come questo ha soppiantato l’ipermercato”. Il centro Europacity, che aprirà i battenti nel 2020 nel bacino di Parigi è un ottimo specchio dei tempi: su un totale di circa 430.000 mq, ne ha 200.000 destinati a intrattenimento, parchi, attrezzature sportive, cinema e… via fantasticando. Per non dire degli immani shopping center russi e cinesi. Essere grandi comunque non basta. Il centro commerciale deve avere molti plus. In prima battuta è chiamato a incorporare il valore della prossimità e dell’integrazione con il territorio. Non più “cattedrali nel deserto”, da raggiungere con auto costose e sempre meno diffuse, alimentate da carburanti

altrettanto costosi, ma luoghi vicini, anche fisicamente, alle persone o, in senso lato, luoghi dove valga almeno la pena di andare.

La scuola francese e quella italiana Lo testimoniano altre realizzazioni francesi. A marzo 2012, dopo oltre 10 anni di progetti e lavori, è stato presentato a Parigi il centro commerciale collocato nell’antica e centralissima Gare Saint-Lazare. Il tutto per 250 milioni di investimento e un polo di 10.000 metri quadrati (“piccolo” ma eccezionale), 80 negozi, 13 punti di servizio, ristorazione e divertimento, nel rispetto di una creazione architettonica di pregio che risale al 1837, con 1.600 treni al giorno o, se si preferisce, 450.000 viaggiatori ogni 24 ore. Altro esempio, più recente, è Aeroville. Aperto il 16 ottobre vicino all’Aeroporto internazionale Roissy-Charles de Gaulle, 61 milioni di passeggeri all’anno, è sì a 25 km da Parigi, ma in realtà gioca molto sul movimento creato dallo scalo aereo. In tutto parliamo di 84.000 mq disposti su un solo piano, 200 negozi e 30 ristoranti. La locomotiva è costituita da un Au-

chan di 7.500 mq, affiancato da altre grandi superfici, come H&M e Zara. Nel campo dell’intrattenimento campeggia il multisala del gruppo EuropaCorp, del regista Luc Besson, e una zona destinata a godersi il decollo degli aerei e dotata di simulatori di volo. Il risultato? Un milione di visitatori nel primo mese di attività. Se in questi casi a incidere è anche l’effetto transito, diverso è un caso italiano, quello di Parma Retail, ubicato alla periferia Nord Est della città. Commercializzato e gestito da Cogest Italia (promotore commerciale è La Policentro, e promotore immobiliare è Parcor srl) è stato inaugurato il 28 novembre ed è costituito da una superficie di oltre 40.000 metri quadrati, per un totale di circa 100 negozi. Il bacino di utenza nell’isocrona dei 40 minuti, è sulle 400.000 persone. All’interno sono presenti, fra gli altri marchi, Ovs, Decathlon Easy, Euronics, Kiabi e Nike, oltre a numerosi ristoranti e a uno spazio dedicato all’entertainment di oltre 9.000 metri quadrati. La locomotiva alimentare è costituita da un superstore Rossetto di 2.500 metri quadrati.


Se è vero che oggi il quadro del grande dettaglio è fatto di molte ombre, con qualche rara scintilla di luce, come si pongono i centri commerciali e soprattutto quali obiettivi si danno, a medio e lungo termine, per resistere alle ingiurie dell’economia reale? A dare risposte è lo stesso Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali di Luca Salomone

A pochi mesi dall’inaugurazione si può già parlare di un successo. A favore della struttura – una delle poche aperte in Italia nel 2013 – hanno giocato diversi fattori: la localizzazione strategica all’uscita dell’autostrada e in un’area ad alta capacità di spesa, l’innovazione architettonica e funzionale (un concept aperto, ma vivibile in tutte le condizioni atmosferiche grazie a una copertura hi-tech e a camminamenti coperti), ma soprattutto il mix di merceologie e brand assortiti per rispondere alle esigenze di un target giovane e familiare. Un ruolo chiave è affidato alle ancore specializzate, tra le quali Youngo (9.000 mq dedicati al gioco e all’intrattenimento di bambini e teen ager) ed Euronics, aperto dal socio Dimo srl su 2.500 mq di vendita. L’inizio dell’attività di Euronics è stata caratterizzata da un’importante offerta sottocosto, che ha creato per diversi giorni molta folla agli ingressi, ancor prima dell’orario di apertura. Un’efficace cam-

pagna pubblicitaria, che si è articolata su tutti i media disponibili, ha fornito al punto vendita immediata notorietà anche tra gli abitanti delle Province limitrofe.

Ritorno al futuro Passiamo la palla, di nuovo, alle tendenze. Obbligato per i nostri centri commerciali è l’appuntamento con le tecnologie. Michael P. Khercheval, World Chairman di Icsc (International council of shopping centers), vede la fusione tra shopping, telematica e intrattenimento come una delle più grandi opportunità del settore. “E’ finito il tempo in cui il valore economico era tutto. Si impone il sociale. La food court diventa determinante insieme a tutte le altre componenti che aprono le strutture commerciali alle vere esigenze delle persone. E le persone vogliono svago e servizi. “Questa disponibilità verso la gente va letta anche come multicanalità, anzi omni-canalità. Per cui lo shopping center non è più uno

spazio delimitato da confini precisi, geografici e mentali, ma una sorta di non luogo, costantemente on line. I negozi sono quasi show room dove si valutano i prodotti, si fanno esperienze, si prende contatto con beni e servizi, che verranno, forse, comprati in un secondo momento, su Internet”. Basti pensare che oggi una maggioranza schiacciante delle persone ha con sé uno smartphone e, spesso, anche un tablet, che i prodotti hanno QR Code che raccontano la loro storia, che le promozioni vengono sdoganate sui terminali personali in modo automatico, attraverso le app. Dunque il confronto concorrenziale non è più un patetico esodo da un negozio all’altro, ma è avviene già all’interno del punto di vendita, e a mano armata… di cellulare. Emblematico il caso delle librerie: nel negozio fisico si sfoglia un volume, lo si apprezza, se ne valutano la grafica, la copertina, ci si fa un’idea molto precisa, ma intanto…intanto si utilizzano i programmini dei grandi vendor online per vedere il prezzo minimo, per capire se la spedizione a domicilio è gratuita, se lo sconto è superiore al 15%, se l’opera si può trovare usata, se magari non è meglio un e-book. Democraticamente micidiale. E questo non è vero solo per i beni semi durevoli, i durevoli e l’abbigliamento, che sono la punta di un iceberg, ma anche per generi più banali e di prezzo unitario decisamente contenuto. Una perifrasi per dire l’alimentare.

“Il centro commerciale – commenta Pietro Malaspina, Presidente di Cncc e uomo di punta di Sonae Sierra Italia – va pensato come una piattaforma di affari altamente interattiva. Non è, ammesso che lo sia mai stato, una macchina per vendere, anzi in realtà non vende nulla. Sono i retailer che vendono e che utilizzano, o perdono, le opportunità messe a disposizione dagli shopping center. Capisco che molti sono spaventati davanti a un futuro scioccante, ma questa non può essere una scusa per fare male il proprio mestiere. La realtà va affrontata. Bisogna accettare il fatto che il negozio della nostra gioventù o dei nostri padri è al tramonto. Il produttore viene direttamente sul mercato e non mancano certo gli esempi di grandi marchi dell’alimentare o di terzisti non food, prima oscuri, ma oggi dispostissimi a lanciare catene di monomarca. “Il retail – conclude il Presidente non è acquisto, è intrattenimento, come provano i numerosi casi di fortunata contaminazione fra cultura e cibo: cito solo Red di Feltrinelli. Ma questo non deve fare paura. Anzi deve dare forza a chi è un vero imprenditore. Sono fiducioso quando penso solo a quale formidabile infrastruttura logistica possono rappresentare i negozi fisici, in un mondo che comprerà sempre più spesso su Internet, ma che ha comunque bisogno di ricevere fisicamente le merci e, in parecchi casi, di valutare, guardare, toccare, entrare in contatto con i prodotti”.


in-store

La roadmap aggiornata della certificazione energetica

Arch. Olivia Carone Pres. Ass. Casaclima Network Milano e docente IED contributor@eimag.it

I veri edifici a basso consumo

L’

Unione Europea, dopo avere stretto le maglie normative relativamente all’attestato di certificazione energetica, passa a stringere anche quelle dei valori consentiti in edilizia per l’efficientamento energetico degli edifici. Come sappiamo, abbiamo l’obbligo dal 3 giugno 2013 di modificare l’ACE, Attestato di Certificazione Energetica, con l’APE, Attestato di Prestazione Energetica. Le differenze sono sostanziali. Infatti l’APE obbliga a misurare i consumi dovuti non solo al riscaldamento ma anche al raffrescamento, e sappiamo che per la conformazione geografica dell’Italia questo è terreno ancora poco esplorato che dovrà sperimentare soluzioni efficaci e probabilmente innovative. Poi si rivolge per la prima volta anche alle abitazioni oggetto di ristrutturazione e estende la categoria di applicazione agli edifici esistenti in tutta Italia, sia in vendita che in affitto. Contrariamente a quanto avvenuto sinora inserisce multe per la mancata applicazione del certificato, da applicare a tutto il territorio nazionale mentre la nullità del contratto in caso di mancanza o errato certificato indicata nella Direttiva europea originaria del 2002 viene trasformata in sanzione. Con il tempo verificheremo se ciò faccia ben sperare nei confronti della presa di coscienza di un nuovo criterio di qualità che ri-

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guarda indistintamente tutte le categorie del costruito, che tuttavia giunge con ben dieci anni di ritardo rispetto alle indicazioni iniziali della UE la quale non solo ha marciato sulla strada dell’efficienza promuovendo altre Direttive e programmi come il 20-2020 che oggi fatichiamo ad attuare, ma si è spinta ben oltre. Infatti mentre con la direttiva RES 28/2009 lo scopo appare quello di avviare un percorso sostenibile di sviluppo a basse emissioni di CO2 attraverso la riduzione dei gas serra del 20%, dei consumi energetici del 20% e della quota di energie rinnovabili sino al 20%, con la successiva Roadmap 2050 approvata dal Parlamento Europeo il 14 marzo 2013, si osa decisamente di più: i ventisette paesi UE dovranno ridurre i gas

serra dell’80% entro il 2050 con tappe intermedie del 40% per il 2030 e del 60% per il 2040. A questo punto sorge spontanea la domanda sul ‘come’. Nella Direttiva vi sono varie indicazioni tra le quali spiccano l’efficienza energetica e la riduzione dei consumi. Tenuto conto della scarsa qualità termica degli edifici residenziali e del terziario che rappresentano la più ampia area di consumo energetico in europa, sarà necessario partire proprio da questi con l’applicazioni di sistemi costruttivi e manutentivi ‘intelligenti’, infatti entro nel luglio 2012 gli Stati membri hanno dovuto recepire la Direttiva Europea 2010/31/UE secondo la quale entro il 31 dicembre 2018 tutti gli edifici di nuova costruzione occupati da enti pubblici o di

loro proprietà dovranno essere “a energia quasi zero”. In un edificio ZEB o nZEB troviamo applicate in modo sinergico e coerente e non ‘una tantum’ una serie di tecniche costruttive volte primariamente al perfezionamento dell’involucro edilizio, come ad esempio l’ attivazione di luce naturale, la progettazione bioclimatica, l’ombreggiamento con brise soleil, il tetto verde o il tetto freddo, l’involucro a doppia pelle, l’illuminazione efficiente, sistemi avanzati di illuminazione a led, il design solare passivo, materiali performanti, gli impianti solari integrati per riscaldamento e raffrescamento, il riciclaggio dell’acqua…, con spiccata preferenza per le soluzioni che utilizzano in massima parte energie rinnovabili dato che si tratta, per definizione, di zero-energy-building o tutt’al più di nearly-zero-energybuilding ovvero edifici a energia zero o quasi zero, intendendo con ciò un edificio che per il suo utilizzo usa soluzioni avanzate che non richiedono uso di energia in senso tradizionale. Se consideriamo che il decreto di recepimento prevede la redazione di un Piano Nazionale per la definizione di edifici a zero energia entro il 31 dicembre 2014 comprensivo di obiettivi intermedi, dovremo obtorto collo accettare l’idea che il costruire è entrato, questa volta davvero, in una nuova era.


La scomparsa del Dott. Carlo Alberto Lasagna, un protagonista assoluto nel mercato dell’elettronica di consumo, lascia un grande vuoto nel cuore di tutti. Carlo Alberto Lasagna è nato a Mantova nel 1940, si è laureato in Scienze Politiche con un relatore d’eccezione, Giovanni Spadolini. Si è sempre distinto, fin dalle primissime esperienze professionali. Ha iniziato la sua carriera in Max Mara, nella sua terra d’origine, che ha poi lasciato per affrontare nuove sfide, dapprima in Kodak e successivamente in Brionvega. Passato poi in Sanyo, dove si è reso protagonista del successo del VHS in Italia, è diventato uomo-simbolo di quell’azienda: è infatti un suo personale traguardo l’introduzione di Sanyo nel nostro Paese e la sua affermazione come marchio tra i più desiderati e amati dai consumatori in quegli anni. All’inizio come distributore unico per tutta la penisola, il Dott. Lasagna ha puntato sulle più importanti catene di retail specializzate e, già allora, è stato precursore nell’uso dei materiali per una corretta esposizione e dimostrazione dei prodotti nei display dei negozi. Un primo risultato nel percorso di crescita della società, che il giovane manager sarà chiamato a capitanare dal 1980 al 1998, inizialmente come Direttore Commerciale poi come Direttore Generale, guidandone l’ascesa nelle classifiche dei top brand dell’elettronica di consumo. Dal 1999 Lasagna è entrato in Expert Italy Spa per rilanciare l’insegna, che stava vivendo un momento difficile. Con la passione, la determinazione e la grinta che lo hanno sempre contraddistinto come uomo, si è dedicato al suo sogno: portare il Gruppo a essere uno dei player più importanti nel mercato. Ed è stato soprattutto grazie alla sua tenacia e alla sua inesauribile energia che il progetto è diventato realtà, oggi infatti l’insegna è la seconda sia in Italia che in Europa, con numeri che parlano chiaro; dal fatturato di 670 milioni di Euro nel 2000 Expert Italy ha raggiunto, con 336 negozi, 1,810 milioni nel 2012. Il segreto della rinascita anche la lungimirante “vision” del suo Direttore Generale, che ha puntato su un associazionismo in grado di innovare e innovarsi, unendo tecniche evolute di servizio sul punto vendita, vocazione propria di Expert, a una politica di centralizzazione del sistema commerciale e di marketing, in grado di competere con le multinazionali. Le innegate doti diplomatiche e di mediazione del Dott. Lasagna hanno rappresentato il collante per tutti i soci: “Uniti per affrontare la crisi” è stato proprio il claim dell’ultima convention del Gruppo, da lui voluta ogni anno come momento di condivisione e confronto per tutta la grande famiglia Expert. Grande appassionato di arte e storia, ha sempre creduto nel futuro, nella libertà di espressione, a sostegno soprattutto dei giovani, che ha sempre stimolato nei suoi appassionati interventi nelle aule universitarie. Un uomo entusiasta e sempre sorridente, ha saputo trasmettere positività ai collaboratori, a chi ha avuto modo di lavorare con lui o l’ha conosciuto personalmente. Impegnato attivamente nel sociale, attraverso il sostegno costante, anche a livello istituzionale, della Associazione Onlus “Amici di Padre Querzani” che offre assistenza umanitaria ai bambini nel Congo. A Bukavu, da oggi il “Centro Sociale per la promozione delle donne” di Cimpunda porterà il suo nome, un omaggio doveroso e significativo che Padre Querzani e tutta la missione hanno voluto fare nei confronti di questo grande Amico e Benefattore. Questa grande persona, con la sua eleganza d’altri tempi e profonda cultura, lascerà un segno indelebile per il suo stile manageriale, un punto di riferimento nello scenario economico del nostro Paese.

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