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PERIODICO TRADE LEADER NEI SETTORI ELETTRONICA DI CONSUMO ED ELETTRODOMESTICI * ANNO 55 *
HoMedics porta i centri bellezza all’interno degli store
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Le fiere di primavera scuotono i mercati consumer e professional
Wireless e mobile rilanciano il mondo dell’audio
Aspirazione: un settore sempre in salute
Gaming e merchandising: un’opportunità che fa business
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periodico trade leader nei settori elettronica di consumo ed elettrodomestici * anno 55 *
HoMedics porta i centri bellezza all’interno degli store
Ei-Elettroradio Informazioni
Le fiere di primavera scuotono i mercati consumer e professional
Wireless e Aspirazione: mobile un settore rilanciano il sempre mondo dell’audio in salute
Gaming e merchandising: un’opportunità che fa business
Periodico Trade per industria e distribuzione • Audio • Video • Elettrodomestici • Informatica • Telecomunicazioni
anno LV chiuso in redazione il 31 marzo 2015
edito da: la publiedim s.r.l. direzione, amministrazione e pubblicità: via matteo civitali, 51 20148 milano telefono: 02 48.70.32.01 r.a. fax: 02 48.70.36.14 e-mail: eired@tin.it (redazione) eigraph@tin.it (grafica) testata iscritta nel registro della stampa presso il tribunale di milano il 18-06-2007 con il n. 385 - iscritta nel registro degli operatori di comunicazione con il n. 6107 - direttore responsabile: fiorenza moradei coordinamento redazionale: roberto bonin (eired@tin.it) Social media manager: roberto zarriello impaginazione: adm studio - cologno monzese stampa: ingraph s.r.l. via bologna 104/106, 20038 seregno (mb) telefono: 0362 24.00.69 le opinioni espresse dai singoli autori non impegnano la direzione - le norme sulla pubblicità prevedono l’obbligo di ospitare qualsiasi messaggio di ditte regolarmente costituite e registrate; pertanto né la direzione né la casa editrice sono responsabili di quanto pubblicato su annunci pubblicitari a pagamento, in quanto ogni ditta firmataria è chiamata a rispondere in proprio spedizione in abbonamento postale 45% - art. 2 comma 20/b - legge 662/96 - filiale di milano i dati forniti dai sottoscrittori dell’abbonamento vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per nessun motivo.
A.N.E.S. Periodico associato a:
ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA
in questo numero: 6
Cover Story
26
HoMedics: il benessere diventa “social”
10
di Marco Passarello
News Aziende, Trade
12
Eventi
32
CeBIT 2015: un balzo nel futuro dell’ICT
di Federico Cociancich
Social di Barbara Bianchi
38
Internet of Things e Social Media: nuove connessioni e nuove esperienze
Psicology
Il suono tutto intorno a te
40
di Marco Passarello
42
di Raffaele Gomiero
44 Trade Marketing
Gaming Non solo per i gamer
di Dott.ssa Paola Nicolini
Offerte per veri intenditori
Tecnologia Miracast, la tua emittente privata
Essere un valido manager
24
Smart home di Federico Cociancich
di Roberto Zarriello
23
Focus audio Wireless e multiroom trainano il mercato audio
Tweeting in Barcelona
22
Aziende
di Federico Cociancich
dal nostro inviato Roberto Bonin
20
30
Gibson Innovations: al centro della musica MWC: il mondo Mobile si mostra a Barcellona
16
Focus aspirazione Aspirazioni frustrate
48
Nintendo: ecco il nuovo 3DS!
In-store GamePeople: obiettivo espansione
di Massimo Bolchi
di Raffaele Gomiero
50
Un po’ di sostenibile chiarezza di Arch. Olivia Carone
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editoriale
“U
Le leggi della dinamica
n corpo mantiene il proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, finché una forza non agisce su di esso”, recita il primo principio della dinamica, una delle leggi della fisica meccanica più note. E forse è proprio quello che sta aspettando il mercato in questo particolare momento: una forza esterna che agisca su di esso, e che sia in grado di alterare in qualche modo il suo normale andamento. Tutto sembra difatti evolversi, in modo propriamente “di quiete”, secondo le direzioni intraprese tempo fa; direzioni in cui aggregazione ed efficienza rappresentano le due principali forze motrici, in grado di imprimere quell’accelerazione necessaria per la ripresa dell’intero settore. Ecco per cui succedersi nuove importanti tappe del percorso già intrapreso, come il concretizzarsi di una nuova realtà distributiva specializzata, data dall’incontro di Expert ed Elite, il perfezionamento del nuovo gigante Unieuro, il riorganizzarsi di numerose insegne e l’alleanza tra varie realtà della GDO. Il tutto, accompagnato dalla chiusura di punti vendita poco performanti, dal restyling e riconversione di store ormai obsoleti e dall’apertura di nuovi, localizzati in posizioni più strategiche o ancora poco presidiate. A fungere da “accelerazione”, direttamente proporzionale e nella stessa direzione della forza agente come recita invece il secondo principio della dinamica, è l’industria, con la sua forza innovatrice e comunicativa, basata sulla concretezza di laboratori di Ricerca & Sviluppo e reparti markcom che, nonostante crisi economica, riduzione dei consumi e budget sempre più contenuti, continuano a far sentire la loro presenza e la loro influenza. D’altra parte, una delle “sacre leggi” del marketing riporta a chiare lettere come sia fondamentale aumentare gli investimenti in comunicazione proprio nei momenti di difficoltà: non a caso, Henry Ford soleva infatti ripetere che “Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi
è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo”. Quello che invece sembra proprio non voler cambiare, è quella “forza uguale e contraria”, citata dal terzo principio della dinamica, che si oppone allo sviluppo: la corsa spasmodica alla promozionalità. Se è vero che tale strumento rimane forse quello più efficace nella dura guerra alla conquista di nuove quote di mercato, è infatti altrettanto vero che, se utilizzato in modo inconsapevole o esagerato, può davvero divenire col tempo un’autentica “arma di distruzione di massa”, in grado di nuocere sia agli attaccanti che ai difensori. Occorrerebbe forse una sorta di “Convenzione di Ginevra” anche nel modo del retail, con cui fissare norme super partes chiare e precise onde evitare catastrofi di difficile controllo e risoluzione. Ricordarsi sempre che le formule della fisica hanno sempre bisogno dell’apporto delle regole della matematica; e, come ben noto, “la matematica non è un’opinione”. Ma, soprattutto, è assai ben chiaro che sia il cliente che il mercato non fanno sconti, né tantomeno Tassi zero. Le armi segrete, quelle davvero in grado di poter fare la differenza, rimangono – non ci stancheremmo mai di ripeterlo - la multicanalità, la digitalizzazione e il servizio: strumenti che – se ben utilizzati – sono in grado di adattarsi e plasmarsi alle nuove esigenze e abitudini dei consumatori e alle nuove regole del mercato. Non solo il consumatore difatti ha conosciuto una sua rapida evoluzione, ma l’intera filiera, dalla produzione del prodotto fino al post-vendita; e non sempre, purtroppo, si tratta di evoluzioni in senso positivo. Come in qualsiasi forma di adattamento, bisogna per cui “adeguarsi al modificarsi delle condizioni esterne”, individuandone le criticità e le opportunità. E, una volta individuate, agire di conseguenza: e ahinoi, purtroppo le soluzioni più semplici non necessariamente sono anche quelle più efficaci.
La Redazione
cover story
L’azienda americana punta a valorizzare il reparto salute e bellezza per mezzo di un vero e proprio progetto di category management
HoMedics
il benessere diventa “ L
a mission è sempre la stessa: “Realizzare prodotti in grado di semplificare il mantenimento del vostro benessere, perché riteniamo che la cura di sé rivesta un’importanza primaria”. Ed è proprio da questi concetti, e soprattutto dal fatto che “nulla è più importante della nostra salute”, che trae spunto la nuova strategia di HoMedics; una strategia che, come sottolinea un’altra parte della mission stessa, ha l’obiettivo di “mettere a disposizione degli ottimi alleati per il nostro benessere fisico e mentale”. Tenendo quindi fede a questi asset ben precisi, l’azienda americana si presenta ora sul mercato mettendo in campo ciò che di meglio ha saputo esprimere in questi anni: innovazione e qualità e affidabilità dei prodotti. E lo fa presentandosi in una veste nuova, che meglio gli si addice, ossia quella di un vero e proprio consulente di salute e
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bellezza in grado di occuparsi del benessere della persona nel luogo a lei più congeniale, tra le mura della propria abitazione, al fine di mantener fede alla promessa di ‘benessere domestico’ che ha da sempre nei confronti dei suoi consumatori. Da qui prende il via un nuovo posizionamento di HoMedics, molto più consono alla sua vera natura di “specialista della salute e della bellezza”, che si pone a pieno titolo tra le aziende proprie del mondo professionale, o meglio dire prosumer, piuttosto che marcatamente consumer. E proprio in quest’ottica, l’azione comunicativa dell’azienda verrà per cui potenziata e ampliata, occupando tutto l’arco dell’anno e non solo i periodi commercialmente più intensi, a sottolineare, ancora una volta, come i prodotti per la salute e il benessere non siano utili solo in particolari periodi
dell’anno o per celebrare qualche speciale ricorrenza, ma bensì un bene indispensabile di cui dotarsi, per aiutare se stessi a stare bene e per alleviare o risolvere le piccole problematiche della vita di tutti i giorni.
Punto vendita e nuovi media Il nuovo cambio di strategia passa soprattutto attraverso un nuovo modo di comunicare al cliente finale; una comunicazione che cambia non solo nei contenuti e nella grafica, ma anche nelle modalità e nei mezzi utilizzati, adattandosi sia alle nuove esigenze del mercato sia alle nuove abitudini e stili di vita dei consumatori. Punti focali dell’azione comunicativa di HoMedics sono ovviamente gli store specializzati, intesi come principali luoghi di contatto con il consumatore finale, allo scopo di informarlo e orientarlo alle miglio-
ri scelte per il proprio benessere. A tale scopo, la società ha ideato un apposito progetto di category management, messo a punto in collaborazione con l’agenzia di comunicazione MagN3t, con cui dar vita ad aree dedicate alla salute all’interno dei negozi, e non solo in ottica di semplice shop-in-shop, ma di vere e proprie aree esperienziali in grado di donare al reparto bellezza l’atmosfera di un reale centro estetico. Grazie a un nuovo layout particolarmente impattante, studiato grazie all’ausilio di uno studio grafico operante da anni nel mondo della moda e del fashion, i materiali pop e pos saranno declinati secondo le tre aree del beauty, del massaggio e della luce pulsata presidiate dall’offerta di HoMedics, caratterizzate rispettivamente, dai claim “La tecnologia della bellezza”, “Il massaggio che ti meriti” e “La luce che ti fa bella”. Si tratta, più in particolare, di
Sabrina Trombetti, Country Manager di HoMedics Italia, e Dante Cesaro, Brand Manager di HoMedics Italia
a “social” quattro differenti soluzioni espositive nate per ospitare i prodotti dell’azienda, tra cui i device per la cura del viso, del corpo, delle mani e dei piedi, i prodotti della gamma per l’epilazione Duo, i massaggiatori per la cervicale, i piedi e per la stimolazione manuale, e per la prova in-store delle sedute massaggianti. Soluzioni nate non tanto con l’intento di brandizzare l’area espositiva, ma al contrario con lo scopo di rendere meglio riconoscibile l’intero reparto, adottando un approccio alla vendita del tutto innovativo, caratterizzato da una comunicazione customizzata sul cliente finale: soluzioni, tra l’altro, che da test compiuti su un selezionato campione di negozi, sono in grado di aumentare la redditività dello scaffale di più del 200%. Sdoganando, tra l’altro, questo genere di dispositivi dalla categoria degli “acquisti d’impulso” che, sicuramente, non gli rende giustizia.
“L’idea è quella di offrire ai nostri partner commerciali non solo la possibilità di creare una nuova categoria con rotazioni e marginalità al di sopra della media dei prodotti dell’elettronica, ma anche di generare nuovo traffico, normalmente destinato a centri benessere, profumerie e department store”, tiene a precisare Sabrina Trombetti, Country Manager di HoMedics Italia. “Un’opportunità che sposa l’esigenza dei rivenditori di migliorare il proprio mix e di ravvivare e modernizzare i propri spazi di vendita”. Ovviamente, al nuovo tipo di esposizione, l’azienda affiancherà anche un’adeguata campagna di in-store promotion, per mezzo sia di promoter dedicati che
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l cambio di strategia passa attraverso
un nuovo modo di comunicare al cliente finale
attraverso un rafforzamento della formazione agli addetti alla vendita al fine di renderli del tutto autonomi nella spiegazione delle caratteristiche e delle principali feature dei prodotti ai visitatori degli store. Altro particolare focus dell’azione comunicativa di HoMedics è rappresentato dal web che, affiancandosi alle attività di PR e ai tradizionali media utilizzati dall’azienda, ricopre un ruolo di primo piano all’interno del mix media. Una scelta quasi obbligata dettata non solo dalle nuove abitudini multicanali dei consumatori, ma soprattutto dalla necessità di instaurare con loro un dialogo del tutto paritetico, non più unilaterale ma tipicamente “social”, grazie al quale poter informare e raccogliere preziosi feedback, utili soprattutto al miglioramento dei prodotti e dei servizi. L’azione di HoMedics in rete comprende un po’ tutti gli strumenti messi a disposizione dal web 2.0, dai tradizionali investimenti in adv display e search, fino ad arrivare al social media marketing e al blogger engagement. Una strategia di comunicazione con uno scopo ben preciso: risvegliare la voglia di salute, rendendola social e virale.
La tecnologia della bellezza L’innovazione è da sempre il fiore all’occhiello di HoMedics, fin dalla sua fondazione, testimoniata dai continui investimenti in Ricerca & Sviluppo e dalla qualità dei prodotti, testata e controllata costantemente da un apposito team di esperti. Appunto per questo, negli ultimi anni l’offerta dell’azienda americana si è andata via via ampliando, comprendendo al suo interno dispositivi altamente tecnologici studiati specificatamente per il benessere psico-fisico degli utenti. Dai massaggiatori fino ad arrivare ai prodotti per il trattamento del
cover story
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ogliamo che HoMedics sia il
punto di riferimento dell’elettronica applicata al wellness e alla bellezza
dolore o dell’aria degli ambienti interni, passando per i dispositivi per la bellezza, il suo portafoglio prodotti offre davvero un’ampia gamma di soluzioni per il proprio comfort e per le varie problematiche di tutti i giorni. Ultimo nato della grande famiglia di dispositivi per la bellezza e la cura del corpo è ad esempio Duo Pro, un nuovo dispositivo per la riduzione permanente dei peli superflui e per il foto ringiovanimento, basato sulle due tecnologie indipendenti a luce pulsata e fluorescente avanzata, normalmente utilizzate nei centri bellezza di tutto il mondo. “Tutti i nuovi lanci sono importanti, ma Duo Pro ci consente di rafforzare la nostra posizione di azienda di riferimento nell’elettronica della bellezza”, spiega a tal proposito Sabrina Trombetti. “Vogliamo infatti che HoMedics sia il punto di riferimento dell’elettronica applicata al wellness e alla bellezza. Un’immagine che unisca i concetti di rapidità, efficacia e semplicità della tecnologia alle esigenze della cura di del proprio benessere e del proprio aspetto”. Più nello specifico, Duo Pro è un sistema non invasivo che, lavorando sotto la superficie della pelle, non prevede alcuna rimozione diretta dei peli, riducendone di conseguenza la crescita con il minimo dolore. La presenza delle due tecnologie AFT e IPL permette inoltre di eseguire trattamenti altamente
flessibili, selezionando la tecnologia più adatta in base all’area da trattare e alla tipologia di pelle, e assicurando così un risultato mirato e un trattamento professionale e duraturo nel tempo. È possibile difatti scegliere tra AFT che emette fino a 1 impulso al secondo, per trattamenti facili e veloci e adatti anche per le pelli più sensibili, oppure trattamenti IPL a singolo impulso, con il vantaggio di un maggiore controllo quando si applica una potenza superiore.
Oltre la salute e il benessere HoMedics non vuol dire solo salute e benessere, ma anche controllo del peso e audio di qualità, rappresentati dagli altri tre marchi trattati dall’azienda americana: Salter, Jam e House of Marley. Anche per questi tre brand è in previsione un ampliamento e rafforzamento dell’attività di comunicazione che, come per HoMedics, interesserà tutto l’arco dell’anno e coinvolgerà in particolar modo il web e i punti vendita. Per quanto riguarda Salter, storico marchio inglese di bilance, la stra-
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tegia rispecchia quella utilizzata per HoMedics, con importanti investimenti sugli store, per mezzo di un progetto di category management finalizzato a dare maggiore visibilità alla categoria della bilance, spesso ingiustamente trascurata dalle logiche distributive. Nuove soluzioni espositive e un nuovo posizionamento interessano anche House of Marley, il marchio di cuffie e diffusori audio contraddistinto dall’effige del leggendario re del reggae Bob Marley. Molte sono le iniziative a supporto del nuovo concept di marca, migrato da un’immagine tipicamente “giamaicana” a un’immagine più prettamente giovane e freestyle. Molto significativa, in tal senso, è ad esempio, la partnership con la trasmissione radiofonica “ Mi Casa” di Radio 105, condotta dal DJ Max Brigante. Per quanto riguarda infine il marchio di speaker wireless Jam, le iniziative intraprese saranno per lo più mirate a replicare anche in Italia il successo già riscontrato in altri Paesi, come nel Regno Unito dove ricopre una posizione di leader incontrastato.
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GIANFRANCO LANCI CRESCE IN LENOVO
news aziende
In un nuovo ruolo, ancora più elevato, di leadership, Gianfranco Lanci è stato nominato Corporate President di Lenovo, con effetto dal 1° aprile 2015. Lanci diventa così leader di tutte le organizzazioni di vendita per aree geografiche di Lenovo e aggiunge la responsabilità dell’Enterprise Business Group al suo attuale ruolo di capo del PC Group aziendale. Avrà quindi responsabilità globale end-toend delle prestazioni e della gestione aziendale in queste aree, pur mantenendo la sua attuale posizione di Lenovo Chief Operating Officer. Lanci era entrato in Lenovo nel mese di aprile del 2012 e ha 30 anni di esperienza nel business dei personal computer, con numerosi ruoli di leadership ricoperti presso Texas Instruments e Acer. Lenovo ha anche annunciato la nomina di Gerry Smith a Executive Vice President e Chief Operating Officer di PC & EBG, posizione che riporta a Lanci. Nel suo nuovo e più ampio ruolo, Smith avrà la responsabilità di spingere la crescita e la redditività per due settori chiave che rappresentano oggi più dell’80% del fatturato totale, e diventa leader delle Global Operations per queste aree di business.
ADDIO A PEPPINO FUMAGALLI
Con affetto e con profonda tristezza abbiamo salutato il Cavalier Peppino Fumagalli, figura di riferimento del nostro settore all’interno del quale ha saputo trovare nuovi importanti percorsi capaci di tener alto il valore dell’inprenditoria italiana nel nostro Paese e nel mondo intero. Una storia, quella del Gruppo Candy, che si è intrecciata con quella della nostra rivista Elettroradio Informazioni seguendo, pur su due differenti strade, un percorso parallelo all’insegna della passione per il proprio lavoro e per il mondo degli elettrodomestici. Una figura indimenticabile con cui abbiamo condiviso molti momenti professionali mai disgiunti da una sempre grande attenzione ai valori umani e all’impegno nella vita e nel lavoro. Fiorenza Moradei
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YANNICK FIERLING AD DI HAIER EUROPE
Haier ha annunciato la nomina di Yannick Fierling ad Amministratore Delegato di Haier Europe. Fierling guiderà la sede centrale e operativa di Haier Europe a Parigi. Di nazionalità francese, Fierling succederà a René Aubertine e sarà il secondo europeo a cui verrà affidata la gestione complessiva di Haier Europe, la guida europea di Haier Group. La sua nomina rafforza l’impegno di Haier a diventare uno degli attori principali nel mercato europeo, puntando su una strategia di localizzazione. In qualità di leader mondiale nella produzione di elettrodomestici, anche in Europa Haier mira a essere tra i primi cinque maggiori produttori nel settore degli elettrodomestici.
NUOVA LEADERSHIP IN IMQ
Antonella Scaglia è il nuovo Amministratore Delegato di IMQ, Istituto Italiano del Marchio di Qualità. Nel suo nuovo ruolo Scaglia avrà due obiettivi ben precisi per l’anno 2015: il potenziamento della tecnologia dei laboratori di prova e lo sviluppo della gamma di servizi destinati alle imprese. Il tutto per un investimento di circa 5,5 milioni di euro e con previsioni di un aumento del fatturato del 7% rispetto al 2014.
CHER WANG ALLA GUIDA DI HTC
Il Consiglio di Amministrazione di HTC Corporation ha nominato Cher Wang, Presidente e Cofondatore di HTC, nuovo Chief Executive Officer, con effetto immediato. Peter Chou passa a un nuovo ruolo strategico mirato all’innovazione di prodotto. Negli ultimi due anni Cher Wang è stata sempre più coinvolta nella gestione di diversi aspetti del business, per consentire a Chou di concentrarsi sullo sviluppo del prodotto, un ruolo in cui ha dimostrato esperienza e competenza tecnologica. Il Consiglio di Amministrazione e il team esecutivo ha convenuto che era ora opportuno formalizzare tale avanzamento di carriera e apportare le modifiche organizzative necessarie per consentire HTC di procedere alla fase successiva del suo sviluppo. Cher Wang vanta una lunga carriera nel settore dell’elettronica. La sua visione strategica della tecnologia e dell’imprenditorialità le ha permesso di stabilire una serie di grandi successi all’interno di imprese IT.
NUOVO KEY ACCOUNT MANAGER PER L’ITALIA IN TP VISION EUROPE
TP Vision Europe ha annunciato l’arrivo di Alberto Tirenna, nominato Key Account Manager per l’Italia. Nel suo nuovo ruolo, Tirenna rafforzerà ulteriormente la posizione dei Tv Philips in Italia grazie alla sua profonda conoscenza dell’area Vendite. Alberto Tirenna ha iniziato la sua carriera nella distribuzione e supporto di prodotti di elettronica di consumo approdando nel 2009 in LG Electronics e ricoprendo in seguito la carica di Mass Merchant Market and Distribution Key Account. Nel 2015 fa il suo ingresso in Haier come Key Account Manager Brown Goods.
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CONTINUA LO SVILUPPO DI UNIEURO
I SOCI ELITE ENTRANO IN EXPERT
I soci del consorzio Elite sono entrati in Expert Italy dando vita a una nuova compagine il cui fatturato totale previsto è di circa 1,8 miliardi di euro, Iva esclusa. La sede del gruppo è quella attuale di Expert Italy in via Gustavo Fara 35 a Milano. Le imprese che sono entrate in Expert come nuovi soci, sono Comet Spa, Ires Spa, Grancasa Spa, Barni Carlo Spa, Carretti & C. Srl e Di Salvo & Della Martira S.r.l. I due consiglieri di Elite Marco Cervellati e Luciano Tisiotto sono entrati a far parte del Consiglio di Amministrazione di Expert Italy, mentre la direzione commerciale del gruppo è stata affidata a Fabio Cecchi, a cui riporta il responsabile del coordinamento commerciale e delle vendite Paolo Cocci Grifoni. Confermati invece il Presidente Tommaso Leso e il Direttore Generale Roberto Omati per quanto riguarda l’intero Gruppo Expert Italy.
UN NUOVO STORE TRONY A ROMA
Giovedì 26 marzo Trony ha inaugurato un nuovo punto vendita in via Appia Nuova 450° Roma, presso il centro commerciale Appio Il nuovo store parte integrante del Gruppo EDOM S.p.a. e impiega 24 addetti alla vendita coordinati dal Direttore Alessandro Sgamorra. Con 1.650 mq di superficie e 4 casse e un parcheggio da 400 posti auto, il nuovo negozio conta su 4.000 referenze e un bacino d’utenza stimato di oltre 300mila potenziali clienti.. Tra i reparti attivi, tutti quelli compresi nelle categorie del format Trony: audio video, telefonia, informatica, videogame e accessori, climatizzatori, piccoli e grandi elettrodomestici, incasso e articoli per la casa.
Continua il piano di sviluppo della rete di Unieuro che, dopo l’acquisizione dei punti vendita Dixons Travel presenti negli aeroporti italiani di Roma Fiumicino, Milano Linate e Milano Malpensa, ha aperto un nuovo store in Veneto. Si tratta di un cambio di indirizzo: dalla precedente sede di Treviso, il punto vendita si trasferisce a Silea (Treviso), presso il centro commerciale EMISFERO di via Eroi di Podrute 3/5, Uscita A27 Treviso Sud, a sua volta rinnovato e ampliato. Con una superficie complessiva di 1.100 mq e 4 casse, impiega lo stesso personale della precedente location, per un totale di 15 addetti. Nella stessa giornata ha inaugurato anche un nuovo Unieuro City: Fanfoni, esercente emiliano di lunga data operante con marchio Expert. Lo scorso 25 marzo ha poi aperto i battenti anche il nuovo punto vendita Unieuro City di Collecchio (Parma). L’insegna ha proseguito inoltre nel processo di restyling degli store con i due negozi di Pinerolo (Torino) e Somma Lombardo (Varese) che, sempre mercoledì 25 marzo, hanno riaperto le porte con una nuova veste, in linea con l’attuale concept di Unieuro.
MARCO MAZZANTI TORNA IN MEDIAMARKET
Marco Mazzanti è stato nominato Purchasing Director di MEDIAMARKET S.p.A., riportando direttamente al CEO Joachim Rösges. Marco Mazzanti vanta già una lunga esperienza all’interno di MEDIAMARKET, iniziata nel 1996 come direttore del punto vendita Media World di Rimini e culminata come Direttore Acquisti dal 2007 al 2013.
LA CENTRALE SISA SI RIORGANIZZA
La Centrale SISA SpA si riorganizza, con l’obiettivo di ottimizzare e implementare le attività strategiche, per migliorare sempre più la gestione e l’efficienza della struttura. La Direzione Generale SISA, affidata a Marco Ravagnan (foto 1) prosegue con il processo di attuazione delle linee corporate volto al miglioramento continuo delle attività strategiche dell’azienda che si riversano anche nel perfezionamento delle prestazioni e nella individuazione di ulteriori opportunità legate al mondo IT per relazioni sempre più strette e attuali con il consumatore. Marco Calcagno (2) è stato nominato nuovo Direttore Commerciale con l’obiettivo di rafforzare le potenzialità commerciali e le relazioni con i partner della IDM. Il Direttore Marketing e Comunicazione SISA Danilo Preto (3) continua la sua attività con operazioni diversificate mirate a occupare le aree di riferimento nei confronti del consumatore, dell’industria, delle istituzioni con la partecipazione anche nelle Associazioni di categoria. La Direzione MDD è stata invece affidata a Germano Ottone (4), già in SISA con una lunga esperienza con altri incarichi, con l’obiettivo di sviluppare sempre più una già solida area MDD rafforzando e segmentando l’offerta attraverso le tre linee SISA.
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CARLO SANGALLI ANCORA PRESIDENTE DI CONFCOMMERCIO
L’Assemblea di ConfcommercioImprese per l’Italia ha confermato, per acclamazione, Carlo Sangalli alla guida della Confederazione per il quinquennio 2015-2020. Nella sua relazione all’Assemblea, Sangalli ha evidenziato, tra le azioni più significative della Consiliatura appena conclusa, l’avvio di un importante processo di riorganizzazione, riqualificazione e rinnovamento della Confederazione, anche grazie all’adozione del nuovo Statuto e del Bilancio sociale, con l’obiettivo di rendere il sistema associativo più moderno, più agile e più efficace a tutti i livelli. Nel corso dell’Assemblea sono stati anche rinnovati i componenti del Consiglio Generale, del Collegio Sindacale e del Collegio dei Probiviri
LE COOP ADRIATICHE SI FONDONO
Via libera alla fusione delle tre più grandi cooperative di consumatori del Distretto Adriatico, Coop Estense, Coop Adriatica e Coop Consumatori Nord Est. I Consigli di Amministrazione delle tre cooperative hanno infatti deliberato, con voto unanime nelle tre rispettive sedi, un progetto di fusione i cui obiettivi e contenuti industriali e sociali saranno sottoposti successivamente al vaglio delle rispettive assemblee dei soci. La nuova realtà che vedrà la luce sarà rappresentata da una grande cooperativa in grado di vantare ben 2,6 milioni di soci, 4,2 miliardi di euro di fatturato, 19.700 collaboratori e ben 334 punti vendita di cui 45 ipermercati.
A CARMAGNOLA IL 25ESIMO STORE DI DIMO EURONICS
Giovedì 19 marzo scorso il socio Euronics Dimo Spa, ha inaugurato il suo 25mo punto di vendita a Carmagnola (Torino), in via Sommariva, all’interno del parco commerciale “Il Conte di Carmagnola”. Il nuovo negozio si sviluppa su una superficie di circa 2.150 mq, di cui oltre 1.700 mq destinati alla vendita, e occupa 28 addetti.
eventi
Si è concluso i primi di marzo il Mobile World Congress, l’appuntamento in cui i protagonisti del mondo della telefonia mobile si incontrano per presentare novità, sia in ambito dispositivi, sia per quanto riguarda reti e servizi, per identificare gli ultimi trend e affinare strategici accordi commerciali di Federico Cociancich
Il mondo Mobile si mostra a Barcellona T
ante novità quest’anno, anche se poche quelle eclatanti. Tra i grandi produttori, infatti, solo Samsung e HTC hanno scelto la fiera di Barcellona per annunciare i loro nuovi top di gamma mentre LG Electronics ha mostrato per la prima volta in Europa il G Flex2, ufficialmente annunciato a inizio anno al CES di Las Vegas. In compenso abbiamo potuto ammirare tanti smartphone di fascia media e qualche tablet, fatta eccezione per l’Xperia Z4 e pochi altri, che ormai sembrano suscitare ben poco interesse. Sono praticamente scomparse alcune categorie di prodotto come quelle dei diffusori audio Bluetooth, e degli auricolari, ormai evidentemente diventati commodities, mentre possiamo affermare senza pericolo di smentita che questo è stato l’anno degli smartwatch. I produttori hanno probabilmente cercato di battere sul tempo Apple, che il 9 marzo ha annunciato (nuovamente) al mondo il proprio Watch e che come al solito prevede di vendere diversi milioni di pezzi. Fatto sta che di orologi intelligenti ne abbiamo visti di ogni forma e con tantissime funzioni, oltre a quelle classiche di assistenza al fitness e alert fisico per gli eventi dello smartphone associato. I produttori ci hanno fatto capire che
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in una visione più globale di casa connessa, lo smartwatch potrà trovare un proprio spazio anche per il controllo di dispositivi come la Tv, per fungere da chiave elettronica per la casa o l’auto, e per tenere sotto controllo alcuni parametri importanti per la nostra salute. La fiera è stata inoltre l’occasione anche per vedere le prime sperimentazioni sulle reti 5G, su dispositivi per la realtà aumentata, sull’integrazione della tecnologia con il mondo automotive e più in generale sull’integrazione tra tutto ciò che è connesso, ovvero mercato definito machine to machine.
Smartwatch avanti tutta L’ultima tendenza, dopo i primi “patacconi” sembra quella di andare verso modelli più simili agli orologi tradizionali, sia come forma, sia come aspetto del quadrante. All’ora digitale a volte si preferisce persino quella classica data dalle lancette, magari sacrificando qualche funzione evoluta. Tra tutti spiccano i nuovi LG Watch Urbane e Urban LTE, sia per l’estetica particolarmente riuscita, sia per le funzionalità: tra le tante c’è quella che consente di connettersi all’auto per aprire la portiera e mettere in moto
senza bisogno di cercare le chiavi. Particolarmente riusciti anche i nuovi Huawei Watch, con corpo in metallo in acciaio inox forgiato a freddo e display Amoled da 1,4 pollici in zaffiro antigraffio, resistono all’acqua e sono di forma circolare con diametro di 42 mm. Basati su Android Wear, gli Watch vantano una serie di funzioni per il monitoraggio della forma fisica attraverso sensori integrati come il cardiofrequenzimetro e il barometro, un sensore a 6 assi e un
microfono. Gli Watch sono disponibili in 3 colori (oro, argento e nero) e con più di 40 personalizzazioni del quadrante. Anche Alcatel Onetouch ha prestato il suo watch: economico, dall’aspetto analogico grazie alla cassa e al quadrante rotondo e con cinturini dall’aspetto classico. Ha la particolarità di integrare un connettore USB standard nella parte terminale del cinturino per una ricarica che non necessita di alcun accessorio.
Per quanto riguarda gli smartband il quello che più ci ha colpito è stato il Garmin Vivofit 2, forse non particolarmente riuscito dal punto di vista estetico, ha l’indiscutibile vantaggio di avere un’autonomia di un anno pur con il display sempre acceso. Un device in meno da mettere in carica la sera.
Non solo smartphone Il MWC è diventata una vetrina internazionale per tutto ciò che è alta tecnologia, e capita sempre più
I perché di un successo Più di 93.000 visitatori da oltre 200 nazioni, di cui circa 5.000 CEO di aziende; 2.000 espositori; più di 3.800 giornalisti e analisti da tutto il mondo e ben 310 oratori per più di 140 eventi. Ecco solo alcuni degli incredibili numeri dell’edizione 2015 del MWC, una fiera che continua a crescere di anno in anno, nonostante la crisi e i prezzi da capogiro sia per gli espositori, sia per i visitatori (è una fiera risolta esclusivamente ai professionisti del settore). Merito di un’eccellente organizzazione in grado di supportare a pieno i visitatori, con hostess e steward nei punti nevralgici di tutta la città; gli espositori, garantendo l’accesso solo ai professionisti; di un calendario favorevole e di una location come Barcellona, che pur essendo messa a dura prova nei giorni della fiera (hotel e ristoranti sono tutti full) dimostra di avere le carte in regola per un grande evento come questo. La macchina organizzativa non si ferma ed è già attiva per la prossima edizione; l’appuntamento è, sempre a Barcellona, dal 22 al 25 febbraio dell’anno prossimo.
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Samsung Galaxy S6
eventi
Con un giorno di anticipo rispetto all’inizio della fiera, con un evento al Centre de Convencions Internacional de Barcelona, Samsung ha presentato il vero protagonista del MWC2015. Se vi possono sembrare tante le 5.00 persone presenti all’annuncio, sappiate che è stato seguito in streaming da più di un milione di persone nel mondo, a testimonianza dell’attesa per il nuovo terminale della casa coreana. Il nuovo top di gamma si declina in due versioni: quella classica e la nuova Edge con il display che si curva leggermente di lato proseguendo sui bordi. In realtà il design è stato notevolmente rinnovato anche per il “classic” che utilizza adesso una scocca in metallo e una tecnologia di stampaggio unica nel suo genere per integrare il vetro Gorilla Glass 4. Il risultato sono due smartphone spessi appena 6,8 mm per 138 g nel Galaxy S6 e 7 mm e 132 g per la versione S6 Edge, con schermo Super Amoled da 5,1” e altissima risoluzione (2.560 x 1.440). Il Galaxy S6 e il Galaxy S6 Edge integrano il primo processore mobile al mondo dotato di tecnologia a 14 nm da 64 bit, un nuovo sistema di memoria (3 GB) e una unità flash UFS 2.0, per garantire prestazioni più elevate e una maggiore velocità con un minore consumo energetico. Entrambi gli smartphone vantano una fotocamera frontale 5 Mpixel e una posteriore da 16 Mpixel ad alta sensibilità, luminosa e veloce, dotata di obiettivo F1.9 e sensori ad alta risoluzione che permettono di scattare foto di qualità, anche in presenza di poca luce, anche se questo lo abbiamo già sentito in altri mille modelli. Una delle più grandi innovazioni che portano con sé questi nuovi device è legata al tempo di ricarica: è garantita un’autonomia fino a 2 ore di riproduzione video HD dopo soli 10 minuti di alimentazione. Inoltre è (finalmente) integrato il sistema di ricarica wireless ed è di questi giorni l’annuncio di un accordo tra il produttore coreano e Ikea per la realizzazione di mobili con piani di alimentazione wireless integrata. L’S6 pensa inoltre al mercato business integrando Knox, la piattaforma di sicurezza mobile end-to-end in grado di offrire una protezione completa in tempo reale contro potenziali attacchi di malware e altre minacce. I nuovi smartphone sono infine ovviamente compatibili con il nuovo sistema di pagamento Samsung Pay, in aperta concorrenza con quello annunciato da poco da Apple. Per l’ennesima volta i due produttori hanno sviluppato sitemi differenti e non compatibili a tutto scapito dei consumatori finali. Samsung Galaxy S6 e Galaxy S6 Edge sono disponibili in Italia dal 10 Aprile, preceduti da una importante campagna pubblicitaria che coinvolge tutti i media. spesso che mercati presentino le proprie novità a Barcellona. Uno degli ambiti più vicini in questo momento è quello automotive; Ford ha mostrato l’ultimo modello di auto elettrica e ha presentato due modelli di biciclette a pedalata assistita. A renderle uniche sono proprio le tecnologie derivate dal mondo dell’auto come i sensori a ultrasuoni posteriori che rilevano quando un veicolo le sta sorpassando avvisando il ciclista tramite una vibrazione del manubrio. L’altra interessante innovazio-
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ne sta nel fatto che ogni bicicletta può trasformarsi in un centro di raccolta dei dati sul traffico e sulla circolazione urbana che viene trasmessa a una centrale tramite smartphone. Qualcomm ha invece mostrato come è possibile, grazie ai propri processori, traferire l’esperienza d’uso degli smartphone nel mondo dell’auto. In una Maserati quattroruote modificata ad hoc, ha mostrato sistemi multi-display, funzioni di controllo vocale, specchietti retrovisori digitali, connessioni LTE e ricarica wireless dei dispositivi mobili come smartphone e tablet. Non vedo l’ora che sia il futuro.
LG Electronics Tecnicamente LG ha presentato il suo G Flex2 al CES di Las Vegas a gennaio, ma è stato comunque uno degli smartphone più ammirati a Barcellona. Il Flex2 ha una forma originale e funzionale, è potente e leggero, e la cover posteriore ha uno speciale trattamento in grado di far scomparire i graffi superficiali in pochi secondi. Il display curvo è da 5,5 pollici con risoluzione Full HD, utilizza il potente processore Octa-Core a 64-bit Qualcomm Snapdragon 810, mantiene i comodi tasti posteriori e scatta a 13 Mpixel. LG non ha puntato su un’autonomia straordinaria,
quanto sui tempi di ricarica: in appena mezz’ora si raggiunge il 50% della carica. I nuovi annunci si sono concentrati su prodotti di fascia media e sugli smartwatch. Con i nuovi Magna, Spirit, Leon e Joy, LG vuole riconquistare l’affollato mercato dei telefoni sotto i 200 euro proponendo comunque un design premium, ottimi display e funzionalità utente introdotte con la Serie G, come Gesture Shot (lo scatto controllato dalla mano) e Glance View, che mostra una serie di informazioni sul device (data, ora, messaggi, chiamate) semplicemente scorrendo il dito verso il basso, anche a display spento.
eventi
CeBIT 2015
Ormai interamente votata al mondo professionale, la grande fiera di Hannover continua a crescere e a catturare l’attenzione di tutto il settore dell’information and communication technology dal nostro inviato Roberto Bonin
Un balzo nel futuro dell’ICT I
l CeBIT cambia forma, ma non sostanza. Ed è sempre un grande successo di pubblico e di critica, così come testimoniano i risultati più che lusinghieri raccolti anche quest’anno della kermesse tedesca: 220mila visitatori, 3.300 aziende espositrici provenienti da oltre 70 Paesi, più di 200 speaker di fama internazionale e, soprattutto, una spesa pro-capite per piani di investimento in IT e in applicazioni digitali di ben 150.000 euro. Numeri in costante crescita che,
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anno dopo anno, confermano la grande fiera di Hannover (di cui quest’anno Elettroradio Informazioni era media partner, ndr) come uno dei più importanti eventi a livello mondiale in tema di IT e ICT. Abbandonato definitivamente il settore consumer, lasciato ormai in eredità ai “cugini” berlinesi dell’IFA, il CeBIT sta ora vivendo una sorta di seconda giovinezza, spinto dalla corsa alla digitalizzazione delle imprese, indipendentemente dalla loro dimensione e natura, e
dall’avvento di sempre nuove tecnologie in grado di garantire rapidità, efficienza e sicurezza ai diversi flussi di lavorazione. In barba a tutti coloro che la volevano ormai una fiera in decadenza, non più capace di fornire valore aggiunto al settore della digital economy, quindi, il CeBIT ha saputo rinnovarsi e assumere una nuova identità che, già nelle più fastose edizioni dei primi anni del terzo millennio, aveva accennato ad attribuirsi: addio per cui a eventi
spettacolari e a stand tutti votati all’entertainment e al divertimento di curiosi e teenager e spazio invece a spazi espositivi più sobri ed eleganti destinati interamente a professionisti e a manager d’azienda. Padiglioni in cui prodotti come server, router, data center, software gestionali e apparecchiature professionali per l’automazione, la sicurezza e il printing hanno preso il posto di Tv, cellulari, Pc, impianti audio, videogame, console di gioco e accessori di ogni tipo e fattura.
Proprio la digital economy, sapientemente riassunta nello slogan “d!conomy”, è stata il leitmotiv di questa edizione, a testimoniare la vertiginosa crescita dell’influenza dell’information technology in tutti gli ambiti dell’economia e della società e il suo ruolo di motore dell’innovazione che da essa ne deriva. Ben rappresentata tutta l’industria del’IT e dell’ICT mondiale, a iniziare da grosse multinazionali del settore come IBM, SAP, HP, Microsoft, Intel, Huawei, Samsung, ZTE, Brother, Konica Minolta e Kyocera, fino ad arrivare a una fitta schiera di piccole e medie imprese molto attive soprattutto nel campo delle applicazioni software per i settori bancario, industriale e della pubblica amministrazione. Lista davvero interminabile di società, tra cui spuntano anche nomi assai noti nel mondo consumer, come ad esempio TCL e HiSense, che hanno approfittato del CeBIT per presentarsi al grande pubblico anche nella nuova veste professionale. Ben rappresentati, inoltre, il mondo del networking e della sicurezza informatica, con la presenza di aziende leader di settore, come AVM, D-Link, TP-Link, Kaspersky Lab e Sophos. Particolarmente ampia la partecipazione delle aziende provenienti dal’estremo Oriente e, in particolare dalla Cina, Paese partner dell’edizione 2015. Presente anche la nostra Italia, con una ristretta area presidiata dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall’Italia Trade Agency. Molto focus, inoltre, è stato riserva-
to ai giovani, grazie ad ampi spazi dedicati al recruiting, alle università e alle start-up: aree in cui si sono potute apprezzare – e toccare con mano – le reali potenzialità di crescita di questo mercato e del grado di innovazione ad esso associato. Innovazione assaporata anche nelle migliaia di case history che hanno fatto da sfondo agli innumerevoli convegni e workshop in programma, animate da oltre 200 speaker di fama internazionali in mezzo ai quali si sono registrate anche vere e proprie guest star della new economy, come ad esempio Jack Ma, Fondatore e Presidente di Alibaba Group, il famoso hacker Kevin Mitnick, e l’arcinoto Edward Snowden, collegato in video con il giornalista investigativo Glenn Greenwald. Davvero tanti i temi affrontati in questa edizione, alcuni dei quali veramente d’attualità, come il cloud computing, il CRM, la stampa 3D, la gestione dei Big Data, la sicurezza dei pagamenti in rete, il lavoro in mobilità e l’utilizzo delle nuove piattaforme social e dei nuovi media in ottica business e profittabilità. Temi a cui si sono poi aggiunti anche nuovi trend già anticipati dalle grandi fiere hi-tech dei mesi scorsi, il CES di Las Vegas e il Mobile World Congress di Barcellona, come le tecnologie nel mondo dell’automotive, la wereable technology e le nuove piattaforme per la smart home. Oltre, ovviamente, ai temi, sempre in voga, dell’ecologia e del risparmio energetico.
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Da segnalare, infine, la perfetta organizzazione messa in campo dall’ente fieristico della cittadina della Bassa Sassonia che, oltre a mezzi di trasporto veloci e puntuali e una cartellonistica precisa e di facile comprensione, ha disseminato le zone strategiche dell’intera area urbana con personale in grado di fornire tutte le informazioni e l’assistenza necessarie per raggiungere gli spazi espositivi. Vita dura invece per i famigerati “cacciatori di gadget” che si sono dovuti arrendere di fronte a un prezzo del biglietto di ben 60 euro: scelta oculata dell’ente tedesco per ribadire, una volta in più, la natura prettamente business dell’evento. La prossima edizione del CeBIT si terrà, sempre ad Hannover, dal 14 al 18 marzo 2016, anche se un assaggio supplementare della fiera si potrà assaporare in occasione del CeBIT Event che aprirà i suoi battenti a Sydney (Australia) il prossimo 5 maggio.
Tra gli stand di Hannover Messe “Poco fumo e tanto arrosto” quello che si è potuto trovare tra gli stand del CeBIT 2015, occasione in cui le aziende espositrici hanno preferito far prevalere proposte concrete piuttosto che progetti o dispositivi di prossima realizzazione. Nonostante questo, però, l’innovazione l’ha fatta veramente da padrone, con tecnologie che, nella loro totalità, hanno fatto assaporare un vero e proprio squarcio di futuro, e non solo in ambito professionale e
eventi
aziendale, ma anche in ambito privato e socio-economico. Dall’ambulanza e automobile della polizia connesse in rete e dotate di apparecchiature automatizzate fino ad arrivare al negozio o all’aula scolastica digitalizzate, passando da piattaforme per la comunicazione e il rapporto con le pubbliche amministrazioni: la fiera ha davvero riservato non poche sorprese, perfettamente in linea con le più moderne esigenze di cittadini e imprese. Pur dai toni assai sobri imposti dalla concretezza del settore professionale, anche il CeBIT non si è potuto sottrarre alla consueta “gara” allo stand più imponente e appariscente tra i colossi dell’ICT: grandi spazi espositivi, allestiti per le grandi occasioni, hanno difatti caratterizzato la cinque giorni sassone di multinazionali come IBM, SAP, Samsung, Huawei, Microsoft e HP. Tutto all’insegna della corretta gestione dei dati e delle più moderne piattaforme di telecomunicazione,
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la partecipazione di Huawei al CeBIT 2015, arricchita da interessanti sessioni formative e informative del suo management, impegnato a diffondere una vision aziendale che proietta l’azienda cinese in un futuro in cui la parola “innovazione” funge da collante e comune denominatore tra i diversi aspetti della vita, sia professionale che non professionale. Decisamente votato al business e, in particolar modo, all’informatica gestionale, la partecipazione di SAP che in questa edizione della fiera ha voluto fare le cose davvero in grande, riempiendo quasi un intero padiglione con il suo slogan “Discover Simple” e comparendo con il suo marchio e con i suoi prodotti in quasi tutto lo spazio fieristico, ospitato all’interno degli stand dei suoi innumerevoli partner. Assai sobria ed elegante, invece, la scelta fatta da Samsung che ha voluto portare ugualmente un po’ di mondo consumer all’in-
terno delle mura del CeBIT, mettendo in mostra i suoi modelli di smartwatch, tablet e smartphone, compresi gli ultimi due nuovi arrivati, il Galaxy S6 e il Galaxy S6 Edge. Ovviamente, corredati da accessori, periferiche e applicazioni software studiate appositamente per il mondo professionale e il lavoro in movimento. Sulla stessa linea anche la partecipazione di Microsoft che, unitamente al grande universo di applicativi associati ai mondi Windows e Office, ha messo in mostra le più recenti release dei suoi tablet Surface e dei suoi smartphone Lumia. Anche in questo caso ovviamente rivisitati da un punto di vista prettamente professional. Presente in fiera, poi, anche il colosso americano Google, con un piccolo stand tutto dedicato alla piattaforma Android e ai device della linea Nexus. Molto appariscente e ricca di effetti scenici, invece, la presenza in fiera dell’operatore tedesco T-Mobile, a cui va indubbiamente la “palma” dello stand più bello: un ampio spazio espositivo, ricco di monitor e postazioni multimediali, caratterizzato da un soffitto formato da centinaia di ombrelli aperti, colorati rigorosamente nel colore aziendale porpora, quasi a richiamare un’ambientazione da fiaba. Decisamente importante, e strategica ai fini del business, infine, la scelta di dedicare un ampio spazio al “Planet Reseller”, inteso come grosso centro di acquisto e contrattazione per i numerosi buyer intervenuti in fiera: due interi padiglioni affollati di aziende distributrici e rivenditrici, stracolme di ogni genere di prodotti, sia di natura consumer che professionale.
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social
Tweeting in
Il fascino del Mobile World Congress di Barcellona ha tenuto banco anche tra i cinguettii degli appassionati hi-tech… e non solo…
Barcelona
di Barbara Bianchi
P
er questo mese l’analisi di The Fool si concentra su uno degli “eventi tecnologici” più attesi dell’anno: il Mobile World Congress di Barcellona. L’analisi si focalizza su come gli utenti italiani hanno parlato dell’evento prendendo in considerazione l’intera durata dell’edizione 2015 del MWC dal 2 al 5 marzo scorso. Sono emersi 11.479 tweet prodotti da 3.607 utenti unici che hanno generato una mole di impression pari a 94.141.907 L’evento è stato coperto per lo più da autori e da account di siti e blog specializzati che si sono impegnati nel riportare in Italia le novità dal mondo hi-tech presentate durante il Mobile World Congress di Barcellona. Questa tipologia di utente risulta essere molto seguita all’interno del panorama twitter italiano e lo dimostrano, oltre all’elevatissimo numero di Impression, i quasi 15 milioni di follower totali. I tre utenti più attivi sono ricondu-
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cibili ad account che riprendono notizie dal mondo tech e diffondo le ultime novità tecnologiche riprendendole da diverse fonti italiane. A seguito di questi si trovano gli account di siti che trattano temi come il Mobile e la tecnologia a tutto tondo. @pianetacellular, legato all’omonimo blog, tratta tutte le novità dell’universo della telefonia mobile confrontandole tra loro pubblicando 102 contenuti. Altro esempio è @ spazioitech altro blog che parla di tecnologia a 360 gradi con una forte propensione social con molti contenuti video ed immagini.
Diversa invece la classifica degli utenti che hanno generato più impression dove i blog settoriali lasciano spazio a testate nazionali come @la_stampa o a piattaforme come @androidworldit (sito di riferimento per tutti gli utenti Android italiani) e ancora @wireditalia il giovane magazine sempre attento al panorama tecnologico. L’account più attivo legato alle aziende produttrici è @Lumiaitalia: l’account ufficiale di Microsoft Lumia Italia che non si limita solo a pubblicare tweet legati ai nuovi dispositivi Lumia ma interagisce retwittando altri utenti. Anche le compagnie telefoniche italiane sono della partita con @ TIM_Official che riprende articoli sul MWC2015 da importanti testate e @VodafoneIt che rilancia link a post pubblicati dal blog proprietario. Interessante osservare la tag cloud e le classifiche delle parole e degli hashtag più utilizzati dagli utenti, se si escludono gli hashtag legati all’evento come #mwc15 e #wmc2015 sono i produttori di software a fare da padroni con #microsoft che ha ottenuto 299 menzioni, complice anche il già citato nuovo lumia, e #android che segue a 257. #Apple si ferma a quota 193 men-
Nei tre grafici, dall’alto in basso: la timeline degli orari, gli utenti attivi e quelli popolari
tre, se si parla di dispositivi, il più menzionato è sicuramente il neonato Samsung Galaxy S6. Subito dopo il nuovo smartphone della casa coreana si posiziona il nuovo prodotto dalla squadra Microsoft: il Lumia640. A chiudere il podio delle case produttrici è il colosso cinese Huawei il cui hashtag di riferimento ha collezionato 108 citazioni. Nonostante i telefoni di ultima
generazione facciano da padroni nelle discussioni il tweet più popolare riguarda l’abbigliamento sportivo ed è di @Intel_Italia che pubblica in un contenuto le foto della maglia sportiva con tanto di videocamera incorporata prodotta da FirstV1sion: “Ti piacerebbe vedere lo #sport dal punto di vista dell’atleta? Con @FirstV1sion puoi #MWC15” con ben 48 retweet ottenuti.
trade marketing di Massimo Bolchi
Quello dell’audio appare sempre più un mercato in ripresa che, seppur non ai livelli dei grandi fasti del passato, può riservare non poche sorprese
C’
era una volta l’audio. O forse meglio, l’Hi-Fi. Non che queste definizioni appartengano ormai al passato: solamente, la trasformazione dei supporti e la digitalizzazione della musica hanno determinato effetti sull’industria e sulla distribuzione che potrebbero essere assimilati al passaggio di Attila l’Unno. La forbice che si divarica, il classico simbolo tanto spesso usato per indicare le direzioni divergenti che alcuni (o molti) settori imboccano, dall’alimentare fresco alla distribuzione dei redditi dei cittadini, nel caso del comparto audio si è aperta ai limiti della slogatura - ci si passi la metafora. E tutto questo avviene quando la domanda di musica, in termini di fruizione da parte dell’utente finale, è più viva che mai. Ma si esplicita attraverso modalità radicalmente cambiate rispetto anche solo a non molti anni fa. Pensiamo all’automotive, o all’hifi domestico. In entrambi i casi, ma con ancora maggiore evidenza nel secondo, la domanda si è spaccata tra i “pochi” che, oltre all’ascolto, si appassionano agli strumenti che lo rendono possibile, e quelli, molto più numerosi, che pur cercando di ascoltare la musica al meglio, chiedono soluzioni pratiche, veloci, ed economicamente accessibili. Senza voler contare coloro - e rappresentano la stragrande maggioranza - per i quali la musica si ascolta sullo smartphone (al massimo su un Mp3 player) e comprano quasi esclusivamente
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Offerte per v accessori quali docking station o cuffie. Il primo gruppo tra quelli elencati è costituito dagli “hobbisti del suono” o per meglio dire “audiofili”, che oggi, benché in lenta flessione, rappresentano una nicchia consolidata, che ha i propri referenti nei produttori e nei rivenditori altrettanto specializzati. Difficile ipotizzare un loro “crollo” a breve: sono uno zoccolo duro capace di vivere e prosperare in un’era economica che tuttora si caratterizza per la lunga coda. Ma i “grandi numeri” sono un’altra cosa: i grandi numeri non si fanno con le nicchie. E il mercato di massa, complice la ridotta capacità di spesa, si va orientando verso prodotti in cui il prezzo contenuto fa spesso aggio anche sul tanto citato rapporto qualità/ prezzo. Le dinamiche in atto sono tuttavia differenziate a seconda che si prenda in considerazione la quasi infinita offerta di accessori che richiede la presenza di un mobile digital device come sorgente del suono, oppure gli impianti di riproduzione stand alone e/o portatili che ancora occhieggiamo
r veri intenditori degli scaffali della grande distribuzione specializzata. In quest’ultima accezione, il declino dei supporti fisici e la diffusione dello streaming sta facendo gradualmente sparire intere categorie di prodotto, determinandone però la rinascita sotto nuova forma. Il problema è che l’attrattività dei brand storici si va dissolvendo - basta guardare alla parabola Sony - mentre il consumatore medio ha difficoltà a percepire e valorizzare le differenze tra un articolo e l’altro, quando l’informazione si riduce a una scheda tecnica i cui parametri si ripetono ossessivamente - come per i notebook, gli smartphone e i tablet - senza però riuscire a incidere efficace,ente sulla scala del valore. Fa parziale eccezione - come quasi sempre - il caso Apple, grazie da un lato alla sua forte percezione identitaria, e dall’altro al suo essere ancora un “sistema” relativamente chiuso, soprattutto nella mente dell’acquirente-tipo. Quanto scritto finora, comunque, non vuole essere una sottovalutazione di un settore che dispone ancora di potenzialità interessan-
ti. Lo conferma, ad esempio, la dichiarata volontà di Samsung di ritagliarsi un ruolo di primo piano anche nel mercato audio, come già fatto nei televisori e e nei mobile device. La multinazionale coreana prevede infatti un’espansione e un forte ritorno di interesse per i prodotti audio, dopo gli anni della crisi legati in buona misura alla “trasformazione” della musica in “intangible asset”. Come ha spiegato Robert King, Vice-President of consumer electronics di Samsung UK e Ireland, “il mercato audio offre un’incredibile opportunità. L’intero settore audio si sta rigenerando, con l’emergere degli speaker wireless multiroom, capaci di offrire agli utenti la musica dove, come e quanto vogliono. Pensiamo vi sia una grande opportunità per espandere quel mercato e migliorare le prestazioni sonore”. E andando poco indietro con la memoria, basti ricordare a metà dell’anno scorso la mega acquisizione, per oltre tre miliardi di dollari di Beats Audio, azienda produttrice di cuffie Hi-Fi e speaker audio che - in pieno stile Cuper-
tino - uniscono tecnologia e coolness, ma che era già entrata anche nel mercato della musica in streaming con un proprio servizio. Ma allontaniamoci per il momento dai grandi e futuristici scenari per tornare a posare - metaforicamente - lo sguardo sugli scaffali dei retailer. Certamente le direzione indicata da Samsung rappresenta il domani del comparto, ma l’oggi rivela una oggettività differente. L’audio, inteso come prodotto in senso lato, appare per il moneto ancora “satellite”: vuoi dei televisori nella sue versione home theater, vuoi del personal digital device nella sua declinazione mobile. Se poi consideriamo la sua presenza all’interno della attività promozionali, non possiamo che concludere che il suo appeal presso il grande pubblico viene valutato dai maggiori retailer limitato, al punto che lo spazio dedicato ai suoi prodotti nei volantini - metro di misura empirico ma in genere significativo - è davvero ridotto. Si esaminino alcuni dei più recenti flyer delle maggiori catene. In quello Media World dedicato al
15° compleanno in Italia dell’insegna, nelle 12 pagine è presente solo un modello di cuffia hi-fi Beats, in un modesto spazio su per giù equivalente a quello riservato a una tipologia “in estinzione” come i navigatori audio. Un po’ meglio va nel volantino Trony “Tagliati per la convenienza”, dove trovano posto un set di altoparlanti Trust e una mezza pagina dedicata ai sistemi sonori, in cui spicca una sound bar Samsung. Situazione analoga si riscontra nell’offerta “Grandi Sconti” di Unieuro, che vede al piede di due diverse pagine la Sound Plate di LG Electronics e i sistemi audio Onkyo, mentre un altro “piedino” e riservato alle cuffie “Hi-Fi”. Solo nel volantino di Mondadori Store “Offerte Sorprendenti” conquista la prima di copertina una cuffia Hi-Fi, ancora di Beats, presentata con uno sconto rilevante, e all’interno trovano spazio diffusori (JBL) e altre cuffie Hi-Fi (Sony). Che dire? Bisognerà attendere ancora po’ di tempo per vedere avverarsi la previsione di Robert King.
Le frontiere “social” del futuro
social
Internet of Things e Social Media
di Roberto Zarriello
nuove connessioni e nuove esperienze
I
l 2015, non c’è dubbio, è l’anno che consacra l’Internet of Things. È già un po’ che se ne parla in giro, ma con l’aumento di tecnologie wearable e dispositivi sempre più automatici collegati alla rete, la nostra vita che per cambiare completamente. Dopo tutto, se gli smartphone hanno generato un tale impatto sulla società, perché fermarsi al telefono? Perché non un’auto? O un frigorifero? O un tostapane che twitta quando i nostri toast sono pronti? Si prevede che l’Internet of Things coinvolgerà più di 50 miliardi di dispositivi entro il 2020. Orologi, occhiali, elettrodomestici e auto diventeranno sempre più smart e, come diretta conseguenza, sempre più social. Le persone saranno collegate per creare una rete intelligente e creare valore per coloro che scelgono di farne parte. Il Social Internet of Things è l’interconnessione di servizi, oggetti e persone, dove gli utenti hanno la possibilità di creare i propri servizi social personalizzati attraverso l’utilizzo di API pubbliche. Affinché ci sia un vero internet sociale delle cose, i dati devono essere liberi e condivisi su più piattaforme (o una piattaforma universale). Questa rete ibrida interconnessa getterà le basi per la creazione di nuove esperienze sociali online e offline. Wearable e altri prodotti connessi sono dispositivi che offrono esperienza, emozione e dati e che permettono di produrre il massimo valore per le persone. Una delle questioni principali da affrontare in virtù di questi cam-
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i prevede che l’Internet of Things
coinvolgerà più di 50 miliardi di dispositivi entro il 2020
biamenti in vista è senza dubbio la privacy. Se tutto sarà connesso e i dati pubblici accessibili su piattaforme aperte, che ne sarà del diritto alla riservatezza? Gli oggetti saranno in grado di comunicare tra loro e collegarsi ai dispositivi di altre persone. La privacy non morirà, semplicemente dovremo abituarci ad una concezione della privacy diversa e adattata all’era digitale. I social media avranno il loro ruolo anche nell’healthcare: i pazienti saranno in grado di connettersi facilmente e comodamente ai migliori medici e operatori sanitari e mantenere una comunicazione online costante con chi li sta curando. E perché non uti-
lizzarli anche per la gestione del traffico? Cosa che già è possibile fare in parte con l’app Waze, il navigatore sociale in cui gli automobilisti condividono informazioni in tempo reale sul traffico e le condizioni stradali. I cambiamenti che l’Internet delle cose porteranno nelle nostre vite possono essere tutti ricondotti a un’unica parola: comunità. Se i nostri dispositivi digitali connessi a Internet possono collegarsi ovunque andiamo, saremo in grado di entrare di volta in volta in micro comunità collegate al contesto in cui noi interagiamo, anche se per brevi periodi di tempo. Tali micro comunità forniranno un’esperienza più ricca.
Essere un valido manager
e
psicology
Non c’è leadership senza membership
P
er comprendere la dinamica aziendale e le sue potenzialità messe in atto bisogna conoscere chi è ai vertici della gerarchia, soprattutto i manager che seguono vari settori. Un’organizzazione è efficace ed efficiente nel momento in cui è guidata da validi leader, che sappiano infondere condivisione, fiducia e senso di appartenenza al gruppo di lavoro. Si sente spesso la domanda: Si nasce o si diventa un bravo manager? Possedere una propensione naturale alla leadership è importante, ma non basta! C’è chi nasce con un’alta potenzialità a diventare un ottimo manager ma non lo diventa, sia nel lavoro che nella vita, così pure persone meno predisposti naturalmente ad assumere un ruolo manageriale ma che, attraverso una formazione continua ed esperienze sul campo, affinano le proprie capacità. Il talento è un dono, il merito è saperlo usare. Un manager deve sempre tenere a mente alcuni aspetti, come la pianificazione, ovvero progettare e imparare a gestire al meglio le situazioni, e la comunicazione. Saper scrivere, dialogare e ascoltare sono tre paletti fondamentali. Il consenso e l’ascolto dei dipendenti si ottiene anche attraverso la comprensione dei loro bisogni: non c’è leadership senza membership! Un’altra caratteristica importante è quella di abituarsi a prendere decisioni e prepararsi anche alla possibilità di poterne prendere qualcuna sbagliata, comunque fondamentale per iniziare davvero a tendere alla leadership. La
Dott.ssa Paola Nicolini Psicoterapeuta e sessuologa clinica contributor@eimag.it
paura non deve paralizzare un manager, bensì deve essere riconosciuta e trasformata in energia e sfida personale positiva. E’ importante inoltre avere una adeguata capacità economico-finanziaria, al fine di raggiungere sia un obiettivo strettamente economico-finanziario, sia la valutazione delle performance e misurare i progressi compiuti per raggiungere gli obiettivi individuali e aziendali, attraverso la condivisione dei Key Performance Indicators (KPI). Ma essere un valido manager implica anche saper delegare, altrimenti è ad alto rischio la stessa mission aziendale. Delegare vuol dire fidarsi degli altri componenti del team-work e stimolare le loro capacità e senso di responsabilità, se serve anche attraverso una sana competizione. Risulta implicita e fondamentale un’elevata capacità di problem solving, per affrontare, risolvere i problemi e offrire ai collaboratori strumenti adeguati, oltre a feedback costruttivi strategici, questi ultimi validi soprattutto
quando si devono gestire performance scarse. Ho avuto il piacere di conoscere Serena Gerlinzani, General Manager di Biophil Italia SpA, società specializzata nella distribuzione di materie prime per il settore cosmetico. Lascio a Serena le ultime parole di questo articolo, in quanto, da valido manager, è riuscita a sintetizzare il segreto del suo successo: “Passione: cavalcare costantemente il business in movimento, e mettere la passione nella quotidianità imprenditoriale ci consentirà di raggiungere il successo. Perseveranza, nonché un atteggiamento positivo da trovare e ritrovare quotidianamente e nei momenti più difficili. Innovazione e Rinnovazione, lavorare con altre persone per imparare da loro, imparare dagli errori e migliorarsi. Azione Costante per sconfiggere la staticità. Sarà vincente colui che saprà costruirsi una reputazione, fondata su caratteristiche personali su cui costruire il proprio decalogo manageriale”.
focus Aspirazione
Gli aspirapolvere ancora non agganciano la ripresa, depressi da promozioni inopportune
Product Manager di Ariete, “La crisi dei consumi e la ricerca di prodotti sempre in promozione hanno sicuramente influenzato”. Per Andrea Romeo, Responsabile Marketing Home Appliances di Samsung: “Il mercato dei robot in Italia ha pesato molto, anche rispetto agli altri Paesi europei. Ora che è in contrazione è più difficile da recuperare, e quindi sul totale rimane un segno negativo”.
Un’etichetta ancora da digerire
di Marco Passarello
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el mercato dell’aspirazione la situazione è rimasta quasi invariata rispetto all’anno scorso: i dati di vendita rilevati da GfK mantengono complessivamente un lieve segno negativo: -2,8% a volume, -1% a valore. Dati certamente non catastrofici, ma che sottolineano come la ripresa che in Europa ha già toccato questo settore da più di un anno da noi stenti ancora ad arrivare. L’unico comparto trainante è quello delle scope elettriche ricaricabili, che segnano un +14% a volume e +17,7% a valore, ma che non bastano a risollevare il mercato dell’aspirazione nel suo insieme.
Aspirazioni frustrate Tutta colpa delle promozioni Per Simone Cazzaniga, Product Manager Home & Garden di Kärcher, la situazione ha spazio per migliorare: “Il fatto che il dato generale sull’aspirazione sia migliore dell’anno scorso indica l’inizio di un trend in crescita. Sarà fondamentale supportare questa positiva inversione di tendenza con adeguate operazioni sia commerciali che
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di marketing”. Ottimista anche Giampaolo Coggi, Product Manager Aspirazione e Stiro per Rowenta: “Se il mercato tradizionale si è dimostrato ancora in sofferenza, il mercato delle scope ricaricabili continua a crescere a doppia cifra. L’innovazione tecnologica è sicuramente una leva che spinge la crescita della categoria, ed è forse questo l’elemento chiave che permetterà al settore di ritornare a cre-
scere”. Pietro Mariotto, Marketing Manager per la categoria Home Appliances di LG Electronics Italia, incolpa della situazione le promozioni smodate: “Nel campo dell’aspirazione in generale c’è l’effetto distorsivo di promozioni aggressive, che quando si interrompono danno effetti negativi. I segmenti di fascia alta e di valore hanno in realtà un trend positivo, non negativo”. Anche per Donatella Mannini, Senior
Per il mercato si tratta anche di un momento particolare, dato che lo scorso settembre è stata introdotta la nuova normativa europea, che impone un tetto alla potenza degli aspirapolvere e l’applicazione di un’etichetta energetica che specifica i consumi e la qualità dell’aspirazione. Gli operatori sembrano ritenere prematuro un giudizio sull’operazione, senza però escludere che possa aver contribuito a causare l’attuale ristagno del mercato. Secondo Pietro Mariotto “le etichette energetiche sono utilissime perché hanno fissato standard comuni, e favoriscono chi già in partenza puntava a favore dell’efficienza energetica, dei materiali ecocompatibili e di una capacità aspirante ottimale. È un primo passo, ma non sempre i clienti finali hanno percepito il valore dei prodotti con le nuove indicazioni”. Per Donatella Mannini “l’introduzione dell’etichetta energetica è stata una vera rivoluzione sul mercato, soprattutto nel comportamento d’acquisto dei consumatori. È presto però per fare un bilancio perché sul mercato ancora sono presenti prodotti della vecchia generazione, il che potrebbe aver creato una situazione di stasi”. Anche Giampaolo Coggi fa notare che “più della metà dei prodotti venduti a fine anno erano ancora di vecchio tipo, con consumi superiori a 1.600 W. È quindi difficile fare un bilancio, i consumatori finali sono ancora nella fase di educazione alla lettura dell’etichetta. Nel 2015 potremo vedere i reali effetti e capire se questa innovazione farà crescere il mercato con prodotti più green. Gli italiani sono particolarmente attenti ai consumi, e questo potrebbe innescare un circolo positivo di
sostituzione degli aspirapolvere”. Daniela Pighini, Managing Director di Dyson per l’Italia, afferma: “Le categorie coinvolte dall’introduzione dei parametri di etichettatura energetica sono state colpite da una pressione promozionale nei mesi precedenti all’entrata in vigore, per favorire il cambio di gamma. Questo ha generato una rotazione a volume più alta, senza portare un vero valore alla categoria. Ciò vale in particolare per i prodotti sotto i 1.000 W, che però una volta erano territorio ‘esclusivo’ delle private label, mentre ora i maggiori brand operano all’interno di questo segmento, che vede anche un aumento del prezzo medio”. Conclude Andrea Romeo: “Sarà determinante il momento in cui le etichette energetiche saranno rodate, e tutti riusciranno a interpretarle. Altrimenti si rimane nel limbo del “consumare poco” senza avere bene in testa cosa significhino gli altri parametri. L’etichetta dà molto peso (circa il 50%) al consumo, ma persino un prodotto da 70 euro può essere di classe energetica A, anche se poi non aspira… Una volta il consumatore riteneva che il prodotto che consuma di più fosse anche quello che aspira di più. Ora invece trova che un prodotto da 700 Watt è comunque in classe A e può avere prestazioni pari al precedente. Se non gli vengono spiegati gli altri parametri si troverà spaesato”.
Robot incompresi Una parte importante nel ristagno del mercato è il calo dei robot aspirapolvere, che perdono ben il -27,1% a volume. Le perdite a valore sono più contenute, -8,3%, il che fa pensare che siano soprattutto i modelli economici ad essere espulsi dal mercato. Secondo Giampaolo Coggi “la discesa è legata al calo delle aspettative dei consumatori verso le reali capacità del prodotto, anche se le ultime innovazioni apportate (nelle fasce prezzo più elevate) stanno portando la categoria a garantire le presta-
Donatella Mannini, Ariete
Daniela Pighini, Dyson
Simone Cazzaniga, Kärcher
zioni attese. Per la prima volta da tempo i robot hanno avuto una fine d’anno positiva: potranno tornare a crescere se adeguatamente supportati da innovazioni”. Per Pietro Mariotto “la difficoltà è nel far percepire al cliente finale che il robot non è un gadget. Dà un guadagno notevole in termini di risparmio di tempo e di qualità della vita, aiuta moltissimo nella pulizia e anche nella prevenzione, soprattutto per chi tiene animali o soffre di allergie. Ma perché sia efficace deve avere una tecnologia innovativa, che si paga”. Andrea Romeo aggiunge che “quando la categoria è esplosa sono stati introdotti prodotti di fascia medio-bassa che hanno banalizzato il mercato. Questo ha aumentato i volumi nel passato, ma ha distrutto il prezzo e ha rovinato la categoria. Il robot deve contenere tecnologie che lo rendano efficace: sensori, rilevamento dello sporco, mappatura della casa. Perciò la categoria si sta spostando nuovamente verso tecnologie innovative, e i prezzi salgono. Va sottolineato che il robot non sostituisce l’aspirapolvere. L’ideale è usarlo durante la settimana, e passare l’aspirapolvere nel weekend”. Per Daniela Pighini i robot “sono apprezzati dal consumatore per l’autonomia e indipendenza che garantiscono. Ma è apparenza, perché hanno bisogno di costante manutenzione, come un aspirapol-
vere tradizionale, e con prestazioni minori. Inoltre l’impossibilità per un robot di eseguire tutti i compiti di pulizia lo relega al ruolo di aspirapolvere secondario. Forse occorre aspettare il prodotto giusto… come il Dyson 360 Eye.
ca A, con una rumorosità di soli 59 dB grazie a nuovi materiali e ad accorgimenti come il motore sospeso. Il filtro PureAir gli permette di raggiungere la classe A anche per quanto riguardo le remissioni di polvere.
Ariete: due colori
Dyson: il motore del Duemila
La linea “verde” di Ariete, detta Eco Power, vanta prodotti in doppia classe A, sia con motore ciclonico, come il Green Force Plus, sia con sacchetto, come il Green Force Compact. Ambedue con assorbimento di 700 W, come vuole la normativa. Ma vengono promossi in classe A anche i prodotti della linea “rossa”, come l’aspirapolvere ciclonico Jet Force, il compatto Smart dotato di doppio sacchetto, uno in carta e uno in stoffa, e anche il robot Pro Evolution, con sistema autonomo di navigazione e dotato di spazzole laterali per gli angoli.
Bosch: silensiosissimo La proposta di Bosch è l’aspiratore a traino In’genius ProSilence 59 mod. BGL8SIL59 in classe energeti-
Ci ha raccontato Daniela Pighini: “È in arrivo la nuova gamma di scope senza filo Dyson V6, il cui cuore è proprio il motore digitale Dyson V6 che dà il nome alla gamma. Abbiamo investito più di 250 milioni di sterline nello sviluppo del nostro motore brevettato, che raggiunge i 110.000 giri al minuto. Grazie alla densità di potenza fornita, i nostri apparecchi sono estremamente agili e garantiscono una grande capacità di aspirazione. In questi giorni stiamo presentando il modello Dyson V6 Fluffy la cui caratteristica è l’esclusiva spazzola progettata dai nostri ingegneri per consentire di far fronte contemporaneamente, sia alla polvere fine che a quella di grandi dimensioni”.
focus Aspirazione
Con Kärcher aspirapolvere ovunque
Potenti e flessibili, gli aspiratori Kaercher Multiiuso della serie MV sono ideali per un utilizzo a 360°, domestico o hobbistico: dalla pulizia della casa, al giardino, al box, fino all’impiego in piccole attività commerciali. Offrono tutto ciò che serve per lavorare in velocità e piena efficienza: per esempio il filtro è estraibile con la pressione di un pulsante e può essere pulito automaticamente al fine di mantenere sempre costante la potenza d’aspirazione. Una presa apposita rende possibile il collegamento con i più comuni elettroutensili , come un trapano o una smerigliatrice, e agevola qualsiasi lavoro integrato con l’aspiratore. La struttura in acciaio inossidabile. come nel caso del top di gamma MV6 Premium. rende il prodotto ancora più stabile e robusto. Grazie a queste ed altre caratteristiche, gli aspiratori Kärcher Multiuso sono inarrestabili su ogni tipo di superficie e contro ogni tipo di sporco: solido o liquido, fine o grossolano.
Electrolux: la trasformista Electrolux presenta Ultraenergica ZS345, scopa elettrica in classe energetica A, con funzionamento ciclonico senza sacco e un kit di accessori completo che le permette di trasformarsi per ogni esigenza di pulizia della casa. Altra novità è l’aspirapolvere a traino UltraOne Zuoquattro, anch’esso in classe energetica A e dotato di numerosi accessori, ma con funzionamento a sacco.
Imetec: si ferma da sola Tra le nuove proposte di Imetec la scopa elettrica Start&Stop, senza filo, senza sacchetto e in classe energetica A, dotata di una tecnologia che ferma automaticamente il motore durante le pause per ripartire automaticamente quando viene di nuovo impugnata. Altra scopa elettrica senza filo e di tipo ciclonico è la Duetta Cordless 2 in 1, che ha la particolarità di potersi trasformare in un miniaspirapolvere per la tavola e le altre suppellettili.
constatare come i test condotti dalle più importanti riviste tecniche di settore abbiano attestato la grande efficacia ed affidabilità delle nostre soluzioni. La gamma 2015 presenterà ulteriori vantaggi rispetto al
passato in termini di silenziosità e risparmio energetico: siamo certi genererà ottimi risultati anche in termini di vendite”.
LG: tutto senza fili Pietro Mariotto ci ha raccontato che “è in arrivo un progetto che è stato presentato a livello europeo e non è ancora presente in Italia. Una linea definita CordZero: robot, scope elettriche e aspirapolvere a traino, tutti senza fili, già lanciati in Asia con risultati di vendita molto buoni. I risultati sono entusiasmanti: chi si abitua a un aspirapolvere senza filo, che ti segue senza fatica grazie alle ruote robotizzate, troverà obsoleta qualunque altra tecnologia. Si ricarica come un cellulare, ma dura 40 minuti ed è quindi usabile anche su grandi superfici”. Altra novità è il robot Hom-Bot Square VR64701LVMP, con il sistema di mappatura della stanza potenziato grazie a un nuovo processore: è più veloce ed efficiente, con risparmio di tempo ed energia. La forma squadrata gli permette di andare a pulire negli angoli.
di rumorosità è cinque volte più silenzioso della gamma Silence Force, grazie al motore più compatto ed efficiente e alle nuove spazzole estremamente silenziose. Presenta l’esclusiva impugnatura Turbo Ergo Comfort Silence con scelta di prese ergonomiche: power, freedom, comfort. Il secondo è il Silence Force Multicyclonic, più silenzioso (68 dB) e compatto rispetto alla versione precedente. Presenta una filtrazione a 3 livelli: filtro in spugna, micro filtro, filtro Hepa 13. Questo garantisce una filtrazione quasi totale della polvere ed è stato pensato soprattutto per i consumatori allergici.
Samsung: il mondo dei robot
Rowenta presenta due traini, con e senza sacco. Il primo è il Silence Force Extreme, che con i suoi 64 dB
Andrea Romeo afferma che “Un progetto per noi determinante è il robot PowerBot che abbiamo appena lanciato. È caratterizzato dal sistema di aspirazione ciclonico, da un motore inverter, e da molti sensori. Oltre a creare una mappa virtuale della casa, esegue anche una scansione frontale completa, senza più punti ciechi, che gli permette di orientarsi anche tra i fili elettrici o le gambe delle sedie, e perciò ha diversi vantaggi rispetto ai concorrenti e ai prodotti precedenti, oltre a essere più potente. In più abbiamo i traini che vanno a completare la gamma nella fascia media. Non soltanto sono in classe A, ma sono migliori anche nella forza aspirante e nella qualità dell’aria. Riusciamo così ad avere un prodotto distintivo anche nella fascia tra i 150 e i 200 euro”.
Giampaolo Coggi, Rowenta
Pietro Mariotti, LG Electronics Italia
Rowenta: il silenzio è d’oro
Kärcher: per tutti gli usi Ci ha detto Simone Cazzaniga: “Nel 2015 sosterremo la nostra gamma di aspiratori a sacchetto e quella dei Multiuso, capaci di aspirare sia solidi che liquidi e pertanto di grande utilità in casa e in giardino, in cortile o nel box. Siamo orgogliosi di
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Andrea Romeo, Samsung
Assistance
aziende
Una nuova vita per Gibson Innovations che, dopo l’acquisizione da parte di Gibson Brands, si presenta al mercato in una nuova veste, tutta votata alla musica e al lifestyle
La nuova sede di Gibson Innovations
Al centro della musica U
n incontro memorabile. Da una parte un pezzo di storia dell’elettronica di consumo e dall’altra una leggenda della musica. Se a unire le loro forze sono infatti due brand del calibro di Royal Philips e Gibson, il “matrimonio” non può che essere d’eccezione e lasciare un segno indelebile nel futuro dell’audio. E’ ciò che è accaduto il giugno scorso, con la definitiva acquisizione di Gibson Innovations da parte di Gibson Brands, al termine di un lungo percorso che ha visto prima la separazione della divisione LE dal resto della struttura di Philips, e poi la creazione di una nuova società, completamente autonoma dal resto della multinazionale olandese. “Nel settembre 2012 si decise di scorporare la divisione audio video, chiamata allora Lifestyle Entertainment, dal resto di Philips, al fine di renderla totalmente indipendente dal resto della struttura, dotandola di un proprio mar-
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keting, una propria forza vendita, una propria logistica, ecc…”, spiega Michele Piemontese, Amministratore Delegato di Gibson Innovations. “Il risultato fu – un anno dopo – la nascita di una nuova azienda, Woox Innovations, con il proprio quartier generale confermato a Honk Kong, anche se ancora di proprietà di Philips”. “Dopo una prima trattativa di vendita con Funai (gennaio 2013, ndr) non andata a buon fine, nello scorso aprile è poi arrivata l’offerta d’acquisto da parte di Gibson Brands che ha rilevato l’intera società (con un investimento di 135 milioni di dollari, ndr)”, continua Piemontese. “Da allora è iniziato un processo di acquisizione che vedrà l’integrazione del business audio di Woox Innovations e del marchio Philips all’interno dell’offerta di Gibson Brands. La massima espressione operativa di tale integrazione si toccherà a maggio, quando Woox Innovations diventerà Gibson Innovations”.
Pur storicamente concentrata sul settore degli strumenti musicali, Gibson ha nel suo portafoglio anche importanti marchi dell’elettronica di consumo e dell’audio professionale, come Onkyo (in partecipazione, ndr), TEAC, Tascam, Stanton e KRK Systems. “La nostra nuova logica sarà quella del multi-brand”, sottolinea Piemontese. “Gibson Innovations sarà quindi il braccio CE di Gibson Brands, partendo da subito con una ricca serie di novità”. “Pur appartenente alla stessa azienda, il business degli strumenti musicali resterà del tutto distaccato dalla nostra sfera di competenza, per ovvi motivi di carattere organizzativo e di logiche distributive”, tiene a precisare Piemontese. “Le due anime inizieranno tuttavia a collaborare e a coesistere come in una grande famiglia”.
La nuova strategia La nuova Gibson Innovations ha quindi un’anima multi-brand e af-
Il mito continua L’immagine del grande B.B. King che strimpella una chitarra Gibson è ben impressa nella mente di tutti i musicisti e gli appassionati di musica. Così come le note fuoriuscite dalle custom di vere e proprie leggende del rock come Frank Zappa, Eric Clapton e Jimmy Page dei Led Zeppelin. E non potrebbe essere altrimenti vista la storia ultracentenaria della leggendaria casa costruttrice di Nashville. L’avventura di Gibson inizia infatti nel lontano 1894 in una piccola cittadina del Michigan, quando Orville Gibson iniziò a costruire i suoi primi mandolini, prodotti dalla cui commercializzazione nascerà poi nel 1902 la prima società, la Gibson Mandolin-Guitar Mfg. Co, Ltd. Da allora la storia della multinazionale americana, la cui sede storica si trasferirà più tardi nella capitale del Tennessee, la patria della musica country, è stata contornata da alti e bassi, fino all’entrata dell’attuale CEO e proprietario Henry Juszkiewicz che, oltre a risanarla e a imprimerle una nuova svolta imprenditoriale, le ha ridato lo smalto di un tempo, con tassi di crescita del 20% anno su anno. fiancherà a Philips e Fidelio anche i tradizionali marchi Onkyo e Gibson e i nuovi marchi Trainer by Gibson e GoGear. “Continueremo la distribuzione delle varie categorie di prodotti a marchio Philips e Philips Fidelio, a cui aggiungeremo anche un nuovo marchio con posizionamento entry chiamato GoGear” spiega Michele Piemontese. “Per quanto riguarda invece Onkyo, un Trade Mark License Agreement, ci consentià di entrare nei nuovi segmenti cuffie e BT speakers”. “Diverso è invece il discorso del brand Gibson che vedrà prodotti di fascia più elevata e dal design davvero ricercato, legato in particolar modo alla storicità del marchio e quindi alla linea di strumenti musicali”, continua Piemontese, che aggiunge: “Durante l’ultima edizione del CES di Las Vegas, inoltre, abbiamo presentato un nuovo brand, Trainer by Gibson, dedicato agli sportivi e agli amanti del fitness e che vede come testimonial il campione d’atletica giamaicano Usain Bolt”. L’obiettivo è quindi è quello di presentarsi al mercato, per l’ultimo quarter dell’anno, con un ampio portafoglio prodotti declinato secondo i vari marchi GoGear, Philips, Philips Fidelio, Trainer by Gibson, Gibson e Onkyo. Ovviamente anche la distribuzione sarà organizzata in modo diverso a seconda della tipologia di prodotto e del rispettivo target di riferimento: destinati a un ampio pubblico quelli a brand Philips
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e GoGear, mentre con una distribuzione selettiva quelli a marchio Philips Fidelio, Onkyo, Gibson e Trainer. Lo stesso vale anche per la presenza sui punti vendita che vedrà un’espressione differente a seconda del brand. Anche se, come tiene a sottolineare Piemontese, “il core business sarà ancora focalizzato sul marchio Philips e sui suoi principali prodotti, come cuffie, Dect, multiroom, soundbar e BT speaker”. Molte novità sono anche attese sul fronte delle iniziative di PR e comunicazione, sempre in linea con quelle di successo del recente passato, come ad esempio la partnership con MTV e con il mondo dei fashion blogger.
Henry Juszkiewicz, Gibson
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ibson Innovations sarà il braccio
CE di Gibson Brands, partendo da subito con una ricca serie di novità
Michele Piemontese, Gibson Innovations
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focus audio
Wireless e multiroom
trainano il mercato
Per la prima volta dopo anni di trend negativo a doppia cifra dell’intero comparto consumer electronics, alcune categorie, tra cui quella dell’audio, finalmente contribuiscono a risollevare un settore in contrazione, per quanto ancora in sofferenza, dando uno spiraglio di ottimismo
audio
di Federico Cociancich
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ablet e smartphone fanno parte del nostro stile di vita e ci permettono di accedere alla musica preferita grazie a tre tipi di servizi oggi in forte crescita: streaming di brani, librerie musicali e web radio. Anche in Italia molti consumatori ormai conoscono bene questi servizi e il trend di diffusione mostra una crescita sostenuta. L’evoluzione del modo di ascoltare e fruire della propria musica preferita sta guidando anche l’evoluzione del mondo audio, specialmente con i diffusori wireless e le cuffie, tornate di moda soprattutto tra i giovani. Il multiroom, inoltre, è una soluzione connessa che ci permette di riprodurre i nostri brani preferi-
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ti da smartphone, tablet e Pc con soluzioni audio che hanno una integrazione perfetta con il nostro modo di ascoltare la musica dentro casa grazie all’audio potente e alle connessioni wireless. Il multiroom è solo una delle soluzioni disponibili e si basa sull’utilizzo di una rete Wi-Fi. Nel mercato ne esistono anche altre per ascoltare la musica wireless in mobilità, come i diffusori Bluetooth ad esempio. Per entrambe le tecnologie le vendite sono in crescita e i dispositivi audio connessi hanno superato i 14 milioni di euro nel 2014 con un trend del +174% a valore rispetto l’anno precedente. Il mix di prodotto ha raggiunto nuove fasce prezzo più convenienti e
pertanto porta una riduzione del prezzo medio nel mercato a 236 euro (era 250 euro nel 2014). Le soluzioni audio multiroom non sono prive di limitazioni: richiedono una rete Internet domestica stabile e una certa domestichezza da parte dei consumatori con i prodotti IT. Il mercato degli altoparlanti portatili Bluetooth, è l’altra rivelazione del mondo audio infatti, con quasi 25 milioni di euro di valore raggiunto nel 2014 si attesta come uno dei mercati più interessanti e con trend di crescita importanti per il 2015. Tra i più giovani, ma non solo, le cuffie stanno sostituendo gli auricolari per l’ascolto di musica in
mobilità e hanno il vantaggio di essere utilizzabili anche per la gestione delle telefonate. A parte poche eccezioni, questo mercato è caratterizzato da una grande frammentazione dei marchi, con una notevole offerta di prodotti no-brand di origine asiatica. Gibson Innovations è un’azienda Gibson Brands con quartier generale a Hong Kong e con oltre 1.900 dipendenti nel mondo, che commercializza prodotti audio, per l’home entertainment e accessori. Da circa un anno ha in licenza i prodotti audio e home entertainment a marchio Philips. Ecco l’interessante commento di Domenico Rizzo, Marketing &
PUBBLIREDAZIONALE
SONOS: una casa piena di musica “Casa dolce casa, musica dolce musica”. Anche un famoso detto della cultura popolare italiana può trovare completamento nelle funzionalità offerte dai sistemi multiroom di Sonos, in grado di migliorare l’ambiente domestico grazie a un suono potente, chiaro e assolutamente privo di distorsioni, rigorosamente senza fili. L’azienda americana, distribuita in esclusiva in Italia da Nital Spa, propone dei diffusori amplificati senza fili di diversa natura, dimensioni e caratteristiche, che possono essere posizionati nella medesima stanza, in modalità stereo o home theater, o in stanze diverse, a prescindere dalla sorgente del suono stesso, sia esso un tablet, un Pc, uno smartphone o un servizio in streaming in rete, come ad esempio Deezer. Il centro nevralgico dell’intero sistema sono i tre diversi diffusori della linea PLAY:
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PLAY:1, il più compatto della famiglia, può essere utilizzato come diffusore singolo o come canale di un impianto stereo o home theater, a seconda delle preferenze; PLAY:3, è rappresentato invece da un sistema hi-fi a tre vie che permette di sonorizzare ambienti più ampi e che può essere posizionato sia in orizzontale che in verticale, sia in appoggio che a parete, PLAY:5, il più VOLUMINOSO, con cinque amplificatori digitali integrati e ciascuno dotato di cinque diffusori, amplificazione in classe D e subwoofer dedicato. Per poter integrare gli speaker Sonos all’interno della rete domestica è davvero semplice: è sufficiente posizionarli nel luogo più congeniale e collegarli alla corrente, scaricare l’applicazione mobile “Sonos” gratuita, disponibile sia per dispositivi iOS che Android, e identificare la sorgente musicale con la stessa app.
Una delle funzionalità più importanti dei diffusori Sonos è infatti quella di creare una rete propria, al riparo da eventuali interferenze, in grado di propagarsi e ripotenziarsi da punto a punto, in modo da coprire efficacemente tutti gli ambienti domestici. Ma non è tutto. Il sistema Sonos può essere anche utilizzato come moderno apparato home theatre, grazie alle potenzialità della PLAYBAR, una potente soundbar dotata di nove amplificatori digitali in classe D e di un sofisticato sensore di orientamento in grado di regolare l’equalizzazione. Grazie all’inserimento di un dispositivo SUB, anch’esso wireless, è poi possibile estendere ulteriormente l’impianto sonoro in gamma bassa, utilizzando – a completamento – una coppia di PLAY:1 come diffusori posteriori.
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focus audio Trade Marketing Leader Italy Israel Greece Malta Cyprus di Gibson Innovations. “I prodotti audio Wi-Fi sono diversi dai prodotti audio più tradizionali perché richiedono una installazione sulla rete internet domestica. Anche il funzionamento attraverso l’app e il pc è una novità per il consumatore che è abituato ad utilizzare supporti fisici come il CD oppure le memorie USB. Gran parte del nostro sforzo in Gibson Innovations è mirato al miglioramento della consumer experience e della semplicità di utilizzo e di installazione dei nuovi sistemi multiroom, un percorso che avevamo già avviato quattro anni fa con lo sviluppo delle prime app per le docking Apple e Android. Si tratta di prodotti complemen-
Domenico Rizzo, Gibson Innovations
Sabrina Trombetti, House Of Marley
Alberto Staderini, Bose
tari al mondo mobile, tuttavia la nostra impressione è che essi rimangono perfetti sostituti dei sistemi audio più tradizionali e pertanto dovrebbero rimanere nel settore audio. Il consumatore infatti ha iniziato a fare delle scelte di acquisto che hanno gradualmente spostato i volumi di vendita dal mercato dei micro/mini tradizionali alle docking e infine, a partire da quest’anno, all’audio connesso. Se mettiamo a confronto i trend nei tre mercati infatti lo switch dei volumi verso il multiroom è evidente. L’audio multiroom e i dispositivi mobili sono tra loro complementari, ma non sottovalutiamo il ruolo svolto dai fornitori di servizi musicali online: Spotify, Deezer e iTunes, per citarne solo alcuni,
sono già oggi un elemento chiave della consumer experience. In Gibson Innovations siamo esperti nella manifattura di prodotti audio ovvero l’hardware, mentre per il software abbiamo scelto di affidarci al fornitore di servizi musicali più dinamico nel suo genere, si tratta di Spotify. L’integrazione tra il nostro hardware e l’app di Spotify porterà vantaggi significativi per il consumatore. Grazie al servizio Spotify Connect già incluso nella versione premium dell’app Spotify potremo avviare uno streaming diretto verso i dispositivi multiroom, un vantaggio che ci permetterà di continuare a usare lo smartphone senza interrompere la musica e risparmiare la batteria, cosa sempre preziosa. Non solo questo ma anche tanti altri servizi avanzati forniti da Spotify. Esistono soluzioni connesse più semplici che possono rappresentare una alternativa al multiroom, come l’audio che si connette tramite Bluetooth ad esempio, che negli ultimi tempi è diventato sempre più “intelligente”. Basti pensare alla funzionalità multipair che consente oggi di collegare fino a tre dispositivi mobili ad una singola cassa altoparlante con notevole semplicità d’uso. Il mercato dell’audio comprende anche le cuffie. Un mercato per noi importantissimo, che supera i 90 milioni di euro e che negli ultimi anni ha visto come fattore guida la connotazione di accessori fashion attribuibile ad un prodotto che non è solo un mezzo
per ascoltare musica ma anche un complemento di stile; lo sanno bene i ragazzi, i millenials, che emulano lo stile dei propri idoli rap e pop. Ma il 2014, ed il trend è destinato a divenire ancora più marcato, ha mostrato un altro segnale di cambiamento nella categoria cuffie, con un marcato spostamento verso i modelli dotati di microfono; ancora una volta il binomio con smartphone e tablet si palesa, in questo caso per alternare l’ascolto della musica a chiamate telefoniche e via applicazioni per conferencing.”
Non è un semplice altoparlante multiroom (è accoppiabile con altri per lo streaming dei propri brani in qualsiasi stanza), ma integra Spotify Connect, per controllare la propria musica dall’app attraverso il telefono o tablet.
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Sonos è stato uno dei primi marchi ad introdurre sistemi multiroom nel nostro Paese, concentrandosi su prodotti di qualità piuttosto alta. Ecco il commento di Andrea Greggio, Product Manager di Sonos. “Siamo da oltre vent’anni distributori di prodotti hi-tech legati al concetto di “passione” e “innovazione” e condividiamo con Sonos le stesse brand value. Per questo motivo la sfida che ci ha proiettato in un settore, quello dell’audio, ricco di tecnologia e di passione, è ogni giorno più coinvolgente ed interessante. Oggi, con la sempre maggiore diffusione della musica liquida, gli apparecchi audio devono necessariamente “dialogare” con i device digitali usati comunemente: computer, smartphone, tablet. La tecnologia Wi-Fi sta segnando una vera svolta e Sonos lo aveva capito già nel lontano 2002; in tutti questi anni l’azienda americana ha lavorato per rendere que-
ART: KALIMERA.IT
Lo scatto vincente. Cellularline presenta la gamma di accessori sport per non rinunciare ai vantaggi dello smartphone anche durante gli allenamenti. Cardio, Waistband e Armband sono perfetti per running e fitness. Per non perdere mai il ritmo, invece, arriva Kite Sport: una coloratissima gamma di auricolari con lo speciale sistema Ear-Grip per il massimo comfort e stabilità. Tanti colori e funzionalità per la voglia di sport e movimento all’aria aperta che scatta con l’arrivo della primavera.
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focus audio
Sony è sempre Sony Nonostante il recente spin-off delle attività audio video (probabilmente per una vendita futura), attualmente in perdita, Sony ha presentato diverse novità in questo inizio 2015: una nuova gamma di diffusori wireless portatili, nuove cuffie Bluetooth e nuovi sistemi audio pensati per le feste. I diffusori wireless sono caratterizzati dal design compatto, un audio potente e le tecnologie Bluetooth/ NFC, che permettono di riprodurre musica in streaming accostando semplicemente lo smartphone al diffusore. Con la funzionalità vivavoce, inoltre, è possibile utilizzarli per rispondere alle chiamate, continuando ad ascoltare le proprie canzoni preferite una volta terminata la telefonata. Le nuove cuffie Bluetooth puntano sulla qualità audio grazie a un sistema (LDAC) che permette di trasmettere una quantità di dati tre volte superiore rispetto ai normali collegamenti Bluetooth, eliminando ritardi e consentendo l’utilizzo di lettori musicali ad alta risoluzione. I nuovi sistemi audio, infine, sono pensati per i più giovani: si collegano senza fili a smartphone e tablet e sfruttano un’apposita app che li trasforma in fari da discoteca che, producendo giochi di luce a ritmo della musica, aumentano il coinvolgimento.
sta connessione stabile e di grande qualità anche per la delicata riproduzione audio. Ha capito inoltre che i contenuti sarebbero cambiati e ne ha seguito l’evoluzione: oggi, infatti, si parla di streaming, cloud e provider musicali. Sonos è riuscita a mettere insieme tutto questo in un unico prodotto senza escludere da questo mondo i puristi dell’audio proponendo nella propria gamma anche prodotti che permettono di collegare vecchi sistemi analogici e trasformarli in attualissimi riproduttori wireless di contenuti digitali. Il mercato dell’audio in Italia sta crescendo rapidamente e Sonos sta riscuotendo interessanti risul-
tati, grazie anche ai molti partner commerciali che hanno creduto nel progetto e nella nostra gamma prodotto”. House Of Marley, è stato tra i primi marchi a introdurre un design caratterizzato dalla combinazione di materiali eco-sostenibili, un look molto originale e giovanile e da una buona resa acustica. Ogni dettaglio, dalla scelta dei materiali, alla loro provenienza, passando per la qualità del suono e ai colori dei vari modelli disponibili, è stato studiato per rispondere ai principi e alla filosofia di 1Love, il movimento globale avviato dalla famiglia Marley, che promuove
Pioneer cambia per sopravvivere Pioneer ha annunciato una nuova riorganizzazione a livello europeo che di fatto scorpora quasi tutti i settori del produttore giapponese. La gamma di prodotti per i DJ, uno dei settori in cui è oggi Pioneer è più attiva, è stata scorporata in una nuova società denominata Pioneer DJ Europe. Per quanto riguarda invece il segmento di prodotti audio, video, cuffie e accessori collegati, la distribuzione passa a Onkyo Europe, in seguito alla cessione della divisione a Onkyo, uno dei diversi brand Gibson. Per quanto riguarda la distribuzione non dovrebbero esserci grandi cambiamenti: Pioneer ha infatti annunciato che i propri negozi ufficiali rimarranno attivi, così come la rete di assistenza per i prodotti audio/video.
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iniziative e cause benefiche focalizzate sui giovani, il pianeta e la pace. Ecco un sintetico commento sul mercato italiano di Sabrina Trombetti, Country Manager Italy di House Of Marley. “Fondato dalla famiglia di Bob Marley, questo brand offre esclusivi prodotti audio earth-friendly e lifestyle e introduce un nuovo concetto di design nel mondo audio. Siamo presenti in oltre venti Paesi nel mondo e stiamo riscuotendo un enorme successo. In particolare, per il mercato italiano l’obiettivo è quello di accrescere la distribuzione incrementando da un lato la presenza dei prodotti nel canale specializzato e dall’altro di integrarci in un canale più selezionato che si sposi perfettamente con la filosofia e il target del Brand, quello dei negozi Action Sport/Lifestyle. Nei prossimi mesi inoltre organizzeremo numerose attività di visibilità a livello social puntando su performance sonore, spirito earth-friendly e un’allure fashion del brand che accresceranno la nostra awareness e che contribuiranno alla crescita e al successo di House Of Marley” Il marchio Bose non ha certo bisogno di presentazioni, l’offerta del produttore americano spazia in diversi mercati, dalla casa, alle automobili, alla mobilità e agli
ambienti pubblici. I suoi punti di forza sono i sistemi per l’home entertainment e Wave, le cuffie audio con tecnologia noise cancelling, gli altoparlanti Bluetooth e le soluzioni professionali. Ecco la dichiarazione di Alberto Staderini, Consumer Marketing Manager di Bose Italia. “Nell’ultimo anno abbiamo visto un mercato molto dinamico, nel quale nuove tipologie di prodotti sono andate ad affiancare segmenti più maturi. Se il segmento delle soundbar e soundbase continua ad essere molto interessante e tiene vivo l’home cinema grazie a prodotti di successo come il Solo 15 TV e le nuove “mini soundbar” dei sistemi CineMate, le cuffie e i diffusori Bluetooth confermano la loro crescita presso un pubblico sempre più vasto. I diffusori Bose SoundLink continuano ad essere il riferimento del mercato e il nuovo SoundLink Colour ha aperto la strada ad un pubblico ancora più grande, mentre le nuove cuffie hanno riconfermato la leadership tecnologica nel segmento della riduzione del rumore (grazie alle QuietComfort 25) e guadagnato l’interesse dei più giovani grazie alla nuova serie SoundTrue. Ma il segmento che ha mostrato maggior crescita nonché l’interesse di tanti player è quello del Wi-Fi e multi-room, nel quale Bose è entrata da poco più di un anno, diventando subito il riferimento assieme a un altro brand. I sistemi SoundTouch si distinguono per la loro qualità e semplicità di utilizzo ed offrono tantissime caratteristiche che li rendono un ecosistema molto flessibile: si può partire con un prodotto e poi aggiungerne altri, da diffusori come il SoundTouch 20 a veri e propri sistemi home cinema come il Lifestyle 535, per ascoltare la stessa musica in tutte le stanze o canzoni diverse per ogni stanza, al volume desiderato e da ogni sorgente: internet radio, musica dal PC, servizi musicali come Spotify e Deezer. Proprio con quest’ultimo abbiamo un’offerta speciale: acquistando un sistema wireless Bose si avrà un mese gratuito di Deezer Premium+ e sarà possibile abbonarsi per un anno a metà prezzo.”
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smart home
Le applicazioni e i dispositivi audio nella Smart Home sono tra i più richiesti dagli utenti. Massima interazione tra smartphone e impianti audio e soprattutto musica liquida in tutta la casa rappresentano le ultime tendenze del settore
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di Federico Cociancich
utti i produttori sembrano essere concordi sul trend di quest’anno: “Se le sound bar sono state il successo del 2014, l’audio multi room sarà quello del 2015”. Ma quali sono gli elementi più importanti per un sistema audio Hi-Fi della casa connessa? Tralasciando la qualità audio, il cui valore è soggettivo e ahimè direttamente proporzionale al prezzo, gli elementi fondamentali di un sistema sono la connettività e la possibilità di riprodurre il maggior numero di sorgenti possibili. CD, USB, ingresso audio (Aux-in), rete LAN (anche wireless), DLNA, AirPlay, Chromecast Web radio e ora Spotify Connect… queste sono solo alcune delle sorgenti che l’impianto ideale dovrebbe essere in grado di riprodurre. A compli-
to non è sempre semplice e non consente lo streaming diretto ma solo la copia e la condivisione di file. Ad Apple va riconosciuto il merio di aver reso la procedura semplicissima tramite AirPlay: mentre ascolti un brano sul tuo iPhone (o iPod o iPad) basta un tocco sull’icona AirPlay e puoi trasferire l’audio sul tuo impianto Hi-Fi o diffusore wireless, purché questi siano ovviamente compatibili. Ora anche Android di Google ha la possibilità di mandare in streaming i segnali audio e video tramite Chromecast, ma questi sistema non è molto diffuso soprattutto nei sistemi audio. Il Miracast, pur utilizzabile anche per l’audio, è stato pensato espressamente per la riproduzione dei video (specialmente dai tablet) e
ha il pregio di utilizzare la tecnologia Wi-Fi Direct che non richiede una rete wireless esistente.
Il flusso musicale di LG Il produttore coreano ha studiato un nuovo sistema, LG Music Flow, appositamente per l’audio multiroom: costituito da vari elementi, tra cui Speaker, Sound Bar, e Network Bridge (i dispositivi che collegano via wireless i diversi dispositivi audio della casa). I vari elementi possono essere posizionati in ogni stanza, per riprodurre lo stesso brano in tutta la casa o brani diversi in ogni ambiente. Grazie a un’app, è possibile controllare tutte le unità audio da smartphone o PC con la possibilità di generare automaticamente una
care ulteriormente la situazione c’è la compatibilità o meno con il tipo di compressione audio: file con uno stesso formato possono essere stati creati con un algoritmo di compressione diversa e non funzionare allo stesso modo con tutti i player. Uno dei limiti dei vecchi sistemi è intrinseco negli strumenti di controllo come i normali telecomandi o le classiche manopole: se dobbiamo scorrere migliaia di brani o anche un menù con centinaia di web radio questi strumenti non sono più adatti. È quindi necessaria l’interazione con smartphone e tablet per sfruttare i display touch e le tastiere.
Gli standard DLNA è stato il primo sistema pensato per la condivisione dei file multimediali attraverso la rete domestica tra smartphone, Tv e impianti Hi-Fi. Il funzionamen-
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int
n o r Il suono tutto o a te
playlist per ricreare una determinata atmosfera o di trasmettere automaticamente la musica in riproduzione sul proprio smartphone non appena entrati in casa.
Spotify Connect Spotify è un servizio musicale grazie al quale è possibile ascoltare in streaming fino a 30 mi-
lioni di brani di varie case discografiche incluse Sony, EMI, Warner Music Group e Universal, ed etichette indipendenti. Utilizzato con smartphone la riproduzione è gratuita ma solo in riproduzione casuale e con alcuni inserti pubblicitari. È possibile quindi ascoltare solo le nostre playlist, quelle create da altri utenti a cui siamo
iscritti, e tutta la musica in catalogo, ma senza possibilità di scegliere un brano specifico. Per poter riprodurre qualunque brano, e copiarlo localmente, bisogna sottoscrivere un abbonamento Premium a 10 Ð al mese. Chi si è abbonato alla versione Premium può anche utilizzare l’interessante funzione Connect che permette di ascoltare la musica in streaming attraverso gli altoparlanti connessi al proprio computer e a dispositivi compatibili, controllandone la riproduzione mediante un’app per smartphone.
Tante alternative Non c’è solo spotify, sono ormai tanti i servizi che offrono la musica in streaming anche nel nostro paese, in attesa che Apple lanci il proprio Beat music. Tra i più interessanti e conosciuti c’è Deezer (deezer.com), anch’esso disponibile in versione prova, puoi ascoltare solo i primi 30 secondi dei 20 milioni di brani presenti nel catalogo, o quella premium (10Ð al mese). Google Play Music è anch’esso un sistema molto simile, che ha il vantaggio di “aggiungere” i tuoi brani personali, che potrai così ascoltare su qualunque dispositivo. Per gli audiofili amanti dell’alta qualità adesso c’è anche Tidal (tidalhifi.com). Costa il doppio degli altri ma la maggior parte del suo catalogo è disponibile in formato FLAC a 16 bit e 44 KHz con un bit rate di 1411 Kbit/s: attenzione all’uso di banda quando siete in giro, ma la differenza si sente eccome.
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e le sound bar sono state il
successo del 2014, l’audio multi room sarà quello del 2015”. Ma quali sono gli elementi più importanti per un sistema audio Hi-Fi della casa connessa?
Un sistema per visualizzare sul televisore filmati provenienti da PC, tablet e smartphone
tecnologia
Miracast la tua emittente privata
di Marco Passarello
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i tratta di una connessione
di tipo Wi-Fi Direct che consente a due dispositivi di riconoscersi e “parlarsi” direttamente
tutti gli utenti di smartphone, tablet e computer portatili è capitato di desiderare di avere a disposizione uno schermo più grande, per condividere un videogioco o la visione di un filmato con altre persone, o semplicemente per maggiore comodità. La soluzione ideale è collegare il dispositivo a un televisore, ma non sempre è fattibile: fino a qualche tempo fa l’unica soluzione era usare un cavo HDMI, costoso e spesso non sufficientemente lungo per potersi sedere alla distanza giusta. Molti smartphone e tablet, inoltre, non avevano questa possibilità, essendo privi di uscita HDMI. Ora però si sta diffondendo uno standard che permette di collegare smartphone e tablet a un televisore in modo semplice e senza bisogno di alcun cavo: Miracast.
HDMI via Wi-Fi Miracast utilizza per la trasmissione il diffusissimo standard Wi-Fi.
Più precisamente si tratta di una connessione di tipo Wi-Fi Direct (che consente a due dispositivi di riconoscersi e “parlarsi” direttamente, senza che sia presente un access point a mediare lo scambio dei dati), con l’aggiunta di protocolli di negoziazione che permettono di trovare in modo automatico i settaggi ottimali, evitando all’utente di doversi preoccupare della scelta del codec o della risoluzione. Miracast permette di trasmettere video con risoluzione 1080p e audio surround 5.1: è perciò l’equivalente di un segnale HDMI trasmesso via Wi-Fi. Usare Miracast è semplicissimo: basta cercare sul dispositivo la relativa opzione, attivarla, e selezionare il televisore dall’elenco dei ricevitori disponibili. Nel giro di poco video e audio verranno riprodotti anche attraverso il televisore. Tutto questo, ovviamente, presuppone che sia il dispositivo trasmittente, sia il televisore siano compatibili con Miracast.
Android, Windows & C. Lo standard Miracast è stato lanciato ufficialmente il 31 maggio 2012 dalla Wi-Fi Alliance, l’organizzazione non-profit che sovrintende alla certificazione degli standard legati al Wi-Fi. Sul sito web www. wi-fi.org viene mantenuta una lista aggiornata di tutti i dispositivi
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ufficialmente compatibili con Miracast (ma, come vedremo più avanti, esistono modo per usare il sistema anche con dispositivi non certificati). A partire dalla versione 4.2 il più diffuso sistema operativo per dispositivi mobili, Android, supporta Miracast nativamente (tuttavia alcuni dispositivi della serie Nexus, quella prodotta direttamente da Google, non sono compatibili anche se hanno versioni successive del software). Anche il sistema operativo Windows a partire dalla versione 8.1 è compatibile con Miracast. A partire dalla versione 3.5 anche Intel ha adottato Miracast per il suo sistema video wireless
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o standard Miracast è stato
lanciato ufficialmente il 31 maggio 2012 dalla Wi-Fi Alliance
Wi-Di. I dispositivi Apple, invece, utilizzano un sistema differente e non compatibile (vedi riquadro).
Chiavette Miracast Che fare se il televisore non è in grado di ricevere il segnale Wi-Fi? Il problema è facilmente risolvibile acquistando per poche decine di euro una chiavetta (dongle) Miracast. Inserendola nella porta HDMI si mette il televisore in grado di ricevere il segnale Miracast da qualunque dispositivo. Da notare che le chiavette di questo genere richiedono alimentazione esterna, di solito attraverso una porta Micro USB. Se il televisore è dotato di una porta USB si può prendere l’alimentazione da lì, altrimenti occorrerà un alimentatore USB collegato a una presa elettrica. Esistono anche chiavette Miracast trasmittenti. Queste vanno inserite in una porta USB e permettono a un computer portatile di riprodurre video sul televisore (smartphone e tablet non hanno la possibilità di sfruttare questo tipo di dispositivi).
Difetti e problemi Il difetto principale del modo in cui è costruito il sistema Miracast è la sua scarsa flessibilità: riproduce esattamente sul televisore ciò che appare sullo schermo del dispositivo originale, e non sono possibi-
li altre modalità. Questo significa, per esempio, che non è possibile visualizzare sul televisore un cartone animato per i bambini e allo stesso tempo usare il tablet per controllare la posta, cosa che invece è permessa da altri sistemi. Più grave è il problema dello scarso rigore con cui lo standard è stato adottato. Per cominciare, lo stesso nome “Miracast” spesso viene tralasciato per utilizzare una diversa terminologia (per esempio, sui dispositivi Samsung si chiama
“AllShare Cast”). Ma soprattutto, spesso lo standard non viene adottato in modo completo, col risultato che anche dispositivi certificati che dovrebbero essere del tutto compatibili tra loro spesso non lo sono. Il consumatore, quindi, può avere qualche difficoltà a capire se il prodotto che sta acquistando sarà in grado di fare ciò che desidera. Nonostante questi problemi, ci sentiamo di dire che Miracast è una comodità cui è preferibile non rinunciare.
La concorrenza: AirPlay e ChromeCast Come abbiamo visto, i dispositivi Apple non sono compatibili con Miracast. Utilizzano invece un sistema alternativo chiamato AirPlay. I due sistemi sono concettualmente simili, ma quello Apple è molto più sofisticato, e consente per esempio di visualizzare un film sul televisore mentre sul dispositivo si sta facendo tutt’altro. Perché funzioni è però necessario collegare al televisore una periferica AppleTV: non esistono televisori compatibili. Un modo alternativo per trasmettere contenuti da un dispositivo al televisore è Google Chromecast. Si tratta di una chiavetta in vendita a soli 35 €, che va inserita nella porta HDMI della TV. L’hardware è molto simile alle chiavette Miracast viste in precedenza (inclusa la necessità di ricevere alimentazione elettrica via USB).
Tuttavia il funzionamento è diverso. Chromecast non sfrutta Wi-Fi Direct, ma si collega alla rete Wi-Fi di casa. Una volta effettuato il collegamento, è possibile riprodurre sul televisore contenuti multimediali presenti su siti web appositamente creati, utilizzando apposite app (per Android o iOS) oppure il browser Chrome. È anche possibile visualizzare il contenuto di qualunque scheda del browser Chrome; in questo caso però il risultato dipende dal dispositivo utilizzato e dal tipo di contenuto, e non sempre è soddisfacente. In altre parole, Chromecast non è un dispositivo per visualizzare i contenuti presenti su un computer o un tablet, ma essenzialmente per lo streaming dei filmati da Internet. In questo ha ottenuto un grande successo, risultando il player più utilizzato negli USA.
gaming
Non solo per i gamer di Raffaele Gomiero
Il merchandising legato ai più importanti titoli in commercio può rappresentare una buona occasione di guadagno e di visibilità
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l mondo del gaming non si basa solamente sulla vendita del gioco vero e proprio, ma anche – e soprattutto - sul merchandising che ruota intorno ai titoli più importanti. Pur trattandosi di un mondo particolarmente vasto, però, occorre fare dei distinguo e individuare quella fetta di mercato in grado di riscuotere, da sola, gran parte del successo di critica e di vendita capace di sostenere l’intero settore: stiamo infatti parlando di quei prodotti derivanti dai videogiochi più venduti, tra cui regnano sovrani i personaggi Nintendo e tutto ciò che concerne il campione d’incassi “Assassin’s Creed”. Per meglio
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addentrarci in questo complesso mondo, abbiamo chiesto ai maggiori esponenti del settore import l’attuale situazione di mercato, nonché le strategie impiegate in passato e quelle in serbo per i prossimi mesi dell’anno.
Bee Group L’azienda è giovane ma dietro ad essa c’è una figura storica nel settore importazione in Italia. Il punto di forza di Bee Group è senza dubbio la vastità del suo catalogo e nonostante l’azienda sia nata da pochissimo è già tra i protagonisti dell’importazione in Italia. Siamo andati a scambiare due chiacchiere
proprio con Giovanni Termagnini, Presidente e Amministratore Delegato di Bee Group, il quale ha una profonda conoscenza dell’importazione da Giappone e Stati Uniti in tutte le sue sfaccettature e ci ha potuto spiegare come funziona la logica d’importazione e soprattutto le variabili con cui si deve fare i conti durante tutti i mesi dell’anno. “Sia il 2014 che il periodo natalizio sono andati bene tutti dei numeri che sono proporzionati in base al periodo, anche se devo dire che sono andati molto meglio delle attese. Il nostro settore ha una relativa stagionalità, e tutto si basa sull’uscita dei prodotti, motivo
Vs Zombie’, gioco che ha avuto un successo clamoroso su smartphone e tablet per cui molto conosciuto anche dai casual gamer che rappresentano sicuramente una fetta più grossa di pubblico rispetto agli hardcore gamer, il che si traduce in vendite ampiamente superiori.
EMP Anche l’ecommerce ha la sua importanza ed EMP è tra i pochi in Italia a commercializzare gadget di videogiochi veramente esclusivi. Alberto Gaglio, Country Manager, EMP Mailorder Italia: “Di tutto il merchandise legato ai videogiochi è l’abbigliamento quello che va per la maggiore come t-shirt e felpe, in particolare quello di ‘Assassin’s Creed’. Se si sconfina negli accessori invece, i portafogli hanno un buon successo, in particolare quello a forma di Playstation 1 sta andando forte. Per noi rappresenta
per cui un prodotto può cambiare il fatturato di un intero mese, poi ovviamente tra ottobre e dicembre si fa più del fatturato dell‘ anno. Siamo nati nel 2013 per cui siamo attivi sul mercato da pochissimo, proprio per questo quest’anno ci aspettiamo ragionevolmente di raddoppiare il fatturato. In ogni caso siamo già contenti di quanto abbiamo già raggiunto fino adesso. Sicuramente i prodotti con più successo sono state le action figures piu snodate e particolareggiate come quella di ‘Assassin’s Creed’, anche se sono ampiamente più costose rispetto ad altre abbiamo visto che il pubblico collezionista preferisce spendere di più e avere un prodotto di altissima qualità piuttosto che risparmiare qualcosa ed avere tra le mani una riproduzione che non lo appaga al 100%, inoltre alcune action figures forniscono codici per sbloccare determinati contenuti all’ interno del gioco da cui e tratto ed essendo questi contenuti esclusivi i collezionisti di achievement le tengono molto in considerazione. Sicuramente in futuro aggiungeremo altri brand, ancora non sappiamo quali perché siamo costantemente alla ricerca di prodotti nuovi che abbiamo gli standard di qualità richiesti dai nostri clienti.
In esclusiva abbiamo la McFarlane che è stata l‘ azienda che ha lanciato le action figures come prodotti da collezione distinguendoli dal giocattolo, tra i suoi brand ci sono ‘Assassin’s creed’ e ‘Halo’, poi abbiamo Goodsmile Company, il secondo gruppo giapponese di prodotti per collezionisti dopo Bandai-Tamashii Nations, tra i suoi prodotti vendono molto i Nendoroid del mondo Nintendo e Metal Gear Solid. Poi abbiamo la Funko che produce piccoli pupazzetti super deformed che vengono mediamente 15 euro al pubblico e proprio questa abbordabilità di prezzo fa avvicinare il pubblico all’acquisto, naturalmente c’è massiccia
presenza di personaggi tratti da videogiochi come ‘Assassin’s Creed’, ‘Evolve’, ‘God of War’ e altri. Oltre a questi distribuiamo altri brand che anche se non li abbiamo in esclusiva rappresentano delle entrate importanti come ad esempio le action figure di ‘Final Fantasy’ di Square, quindi si parla dei protagonisti di tutti i capitoli della saga che abbiamo visto in questi anni. Poi abbiamo la Neca che sta riproponendo personaggi dei videogiochi realizzati riprendendo gli anni 80/90 e l’aspetto vintage per molti attrae più di quello moderno. Ultima ma non certo in ordine di importanza c’è la Diamond, la quale tratta le action figure di ‘Plant
Enrico Bergamini, Cosmic Group
Alberto Gaglio, EMP Mailorder Italia
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l nostro settore ha una relativa
stagionalità, e tutto si basa sull’uscita dei prodotti, motivo per cui un prodotto può cambiare il fatturato di un intero mese
gaming
intorno al 4-5% del fatturato, che nel caso di EMP, con un catalogo di oltre 25.000 prodotti di ogni tipo, è un risultato significativo. E’ un segmento che è cresciuto bene nell’ultimo paio d’anni. Vendiamo merchandise di molti brand di videogame: tra i più recenti ricordiamo ‘Destiny’, ‘Watch Dogs’ o ‘Evolve’, oltre a brand classici come ‘Call of Duty’, ‘World of
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he il 3DS sia la console più venduta del mondo non è certo un segreto. Fino ad oggi la famiglia 3DS ha venduto oltre i 50 milioni di unità in tutto il mondo tra normale e XL diventando la console più venduta. Sono passati circa 4 anni dal suo lancio del 2010 e per il 3DS è giunto il momento di un restyling, non solo esternamente ma anche internamente. Il New 3DS si presenta sia per forma che per dimensioni molto simile al precedente ma con una forma leggermente più arrotondata, con lo schermo superiore più grande di circa il 20%. La versione XL si presente invece praticamente identica alla precedente, solamente un po’ più leggera. La novità più importante è l’inserimento di tasti aggiuntivi; un secondo minuscolo stick analogico
Simona Portigliotti
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sopra il tasto Y e due tasti dorsali di fianco ai L e R tradizionali. Notevoli migliorie sono state fatte anche a livello hardware: il processore interno è più performante, il che riduce i tempi di caricamento di alcuni giochi e l’accensione della console, ed è stato inserito un sistema 3D Ultra Stabile, una tecnologia 3D che grazie a un Led a infrarossi abbinato alla telecamera segue lo sguardo del giocatore e adatta l’effetto 3D in tempo reale in base alla posizione della testa. Ma cosa si aspettano da queste nuove console? Lo abbiamo chiesto direttamente a Simona Portigliotti, Brand Manager Handheld Console di Nintendo Italia. “Possiamo dire che il lancio è andato molto bene, sopra le nostre aspettative per cui i forecast dei prossimi mesi sono decisamente importanti. Dopo esserci rivolti al pubblico gamer in fase di lancio, ora ci rivolgeremo ai bambini, in vista del picco di stagionalità legato alla fine della scuola, puntando molto sulle cover intercambiabili e la compatibilità con gli Amiibo. Il lancio della nuova versione della console è andato molto bene, sia in Italia che in tutta Europa. Possiamo tranquillamente dire che ha venduto molto di più in day one anche del Nintendo 3DS XL, sebbene quest’ultimo fosse stato lanciato in un periodo molto più favorevole dal punto di vista dei consumi. Il trend vede l’XL come console
Warcraft’, ‘The Elder Scrolls’, ‘Diablo’ o Nintendo in generale, o ancora ‘Little Big Planet’ e ‘Minecraft’. Non c’è quindi una restrizione di sorta, dipende molto anche dai periodi: i brand di maggior successo chiaramente tendono a essere presenti in maniera più costante nel catalogo. A livello di merchandise legato ai videogame il 2014 è andato molto
Nintendo: ecco il nuovo 3DS!
più forte, ma prevediamo di crescere anche con la normale sui kids grazie alle cover intercambiabili che verranno mostrate in tutti gli spot TV. La New 3DS non ha stravolto il prodotto con novità super eclatanti, ma l’ha reso semplicemente ottimale. Ora il 3DS ha davvero tanti argomenti in più proprio per rispondere alle eventuali critiche che potevano essergli rivolte in passato: è potente e veloce, non dà più assolutamente fastidio agli occhi, ha accessori super divertenti come le cover e gli amiibo e soprattutto vanta una line up davvero ricca e invidiabile. Visto il successo eclatante delle limited edition di Monster Hunter 4 e di Zelda, andate letteralmente a ruba, stiamo inoltre pensando se-
riamente a nuove versioni speciali per il futuro, ma al momento è ancora tutto in fase di studio. Non riusciamo però a fare una stima precisa del tasso di conversione, ma viste le forti promo legate al trade-in che vengono comunicate dai retailer al momento pensiamo che saranno molti a voler fare questo passaggio. Dai commenti dei nostri utenti ci rendiamo conto che la New Nintendo 3DS è la console perfetta per convincere all’upgrade i lapsed gamer che si erano fermati al DS Lite o quelli che avevano preso il primo Nintendo 3DS e non l’XL successivo.
I titoli sugli scaffali Battlefield Hardline
bene; il segmento continua a crescere, e il successo riscosso da ‘Destiny’ ha inciso positivamente anche sul relativo merchandise e in generale sotto il periodo natalizio il merchandise videoludico è cresciuto in maniera decisa. Contiamo di continuare a crescere in questo settore, arricchendo il catalogo con nuovi articoli e guadagnando clienti interessati a questo ambito. Negli anni scorsi EMP era presente anche alla Gamescom di Colonia, e speriamo di poter ripetere l’esperienza. In generale EMP si concentrerà molto sul proprio settore di riferimento, ovvero il merchandise ufficiale, che sia musicale o di videogiochi o legato al cinema e alle serie Tv.
Cosmic Group La prima azienda a portare in Italia i prodotti Bandai a prezzi contenuti punta molto sulle statuette, prodotti di alta fascia dal prezzo sensibilmente più alto ma in grado di soddisfare il pubblico più esigente. Enrico Bergamini, Direttore Commerciale e Marketing di
Nuovo episodio per Battlefield, uno dei titoli voltati al multiplayer più giocati degli ultimi anni. Questa volta niente ambientazioni belliche ma tutto si svolge in città e al posto di soldati controlleremo agenti di polizia. Per il resto gli elementi “storici” ci sono tutti; un single player cortissimo per farsi le ossa, un multiplayer enorme e praticamente infinto e una grafica ineccepibile. Piattaforme: PC, PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One
Cosmic Group srl: “L’anno è stato buono, e in crescita rispetto a quello precedente. Natale è stato buono ma non è stato quello che ci ha fatto migliorare l’annata, che è stata costante a livello di crescita. Sul fatturato il merchandising pesa non più del 5%. L’inizio del 2015 è stato discreto e si spera di riuscire a fare almeno, in caso peggiore, come lo scorso anno. Ma le premesse sono buone. La percentuale del licensing videogame per noi è piuttosto bassa. A parte alcuni classici come ‘Assasin’s Creed’ e ‘Super Mario’ non ci sono stati fenomeni nuovi e rilevanti per noi e per le nostre aziende di riferimento. Tendenzialmente i prodotti più venduti sono le figure dedicate a certi classici del mondo manga-anime come i robot come ‘Goldrake’ o ‘I Cavalieri dello Zodiaco’. Abbiamo avuto una buona crescita anche per il mondo dei GUNPLA, ossia i kit di montaggio dedicati alla saga di ‘Gundam’. Ogni anno inseriamo nuovi brand a catalogo e siamo già in trattativa con varie realtà”.
The Legend of Zelda: Majora’s Mask Dopo Ocarina of Time torna in versione rivista e corretta anche Majora’s Mask, una delle avventure più belle in assoluto dell’immortale saga RPG di Nintendo. Anche nel piccolo schermo del 3DS la giocabilità è rimasta immutata e il titolo non ha perso lo smalto di un tempo e risulta attualissimo. Per goderselo al 100% è meglio giocarlo su 3DS XL però. Piattaforma: Nintendo 3DS
BloodBorne Dai creatori degli acclamatissimi Demon’s Souls, Dark Souls e Dark Souls 2 ecco l’ultima frontiera dell’RPG fantasy: Bloodborne. Un sistema di combattimento tutto votato ad attacco e schivate rispetto al solito parata/attacco è la differenza più evidente mentre la corposa presenza di allucinazioni rende la storia ancora più surreale. Un acquisto obbligato per chi ama il fantasy: venderà, e molto! Piattaforma: PS4
Multiplayer Edizioni Leader assoluto per quanto riguarda i libri tratti dai videogiochi Multiplayer Edizioni da quando è nata si è sempre aggiudicata tutte le licenze migliori ed ha saputo sfruttarle al meglio. Tra i suoi libri troviamo la saga di “Halo”, “Mass Effect”, “Assassin’s Creed” e alcuni saggi di trend che raccontano particolari periodi come il recentis-
simo “Console Wars”. Ma non si solo libri campa l’azienda, per sapere di cos’altro si nutre siamo andati a chiederlo direttamente al suo fondatore. Andrea Pucci, Fondatore e Amministratore Unico NetAddiction Srl: “Multiplayer Edizioni nel 2015 avrà la distribuzione esclusiva per l’Italia della linea TOYS Nintendo . I pupazzi verranno distribuiti all’in-
Mario Party 10 Decimo episodio per il party game di Nintendo con protagonisti Mario & C. intenti a completare un simil-gioco dell’oca pieno zeppo di minigiochi. Se nei passati episodi si poteva giocare in 4 questa volta si sale di numero, fino a 5 giocatori si potranno sfidare contemporaneamente nella stessa stanza con la dinamica del 4-contro-1, dove l’1 è impersonato da Bowser che farà di tutto per impedire ai protagonisti di raggiungere la meta. Piattaforma: Nintendo Wii U
Final Fantasy: Type 0 Rimasterizzazione in HD dell’episodio uscito anni fa su PSP, questo Type-0 si mantiene all’altezza della saga di FF mantenendo alto sia il livello di storia che quello di grafica. Questa volta sarà una lotta contro il tempo nel vero senso della parola, sarà infatti il tempo a determinare le nostre azioni, missioni principali e side quest comprese, per cui attenzione, ogni secondo sarà prezioso! Piattaforme: PS4, Xbox One
terno della grande distribuzione di giocattoli e videogiochi. La media è di 25 titoli l’anno. Nel 2014 abbiamo avuto un piccolo calo nelle vendite della collana Videogiochi da Leggere rispetto alla collana Apocalittici, quindi i romanzi di genere horror e fantascienza apocalittica. Abbiamo inserito di recente Multipop, una collana che raccoglie generi letterari molto ispirati dalla cultura videoludica e popolare, come il fantasy. Abbiamo in cantiere due romanzi in cui l’iconografia avrà un’impronta importante: ‘The Queen Of the Tearling’, per esempio, conterrà illustrazioni di Roberto Recchioni e ‘I Cavalieri del Nord’ avrà invece una copertina scelta grazie a un contest letterario organizzato con l’Associazione Game Art Gallery. I videogiochi da leggere si difendono bene però e quest’anno inizieremo la pubblicazione dei romanzi di ‘Halo’ anche in ebook. Le guide strategiche rappresentano ancora una percentua-
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le importantissima del fatturato, soprattutto per il fatto che localizziamo ogni guida in 4 lingue: italiano, francese, spagnolo e tedesco. La guida più venduta è stata anche per quest’anno a brand ‘GTA’ con ‘Grand Theft Auto V’ aggiornata ed estesa , che ha bissato quasi il successo di quella precedente per le vecchie console. Quest’an-
Andrea Pucci, NetAddiction
no possiamo già confermare un art book molto bello, ‘The Art of The Witcher’, e la guida strategica di ‘The Witcher 3’.
Game Over Abbiamo parlato con grandi aziende che hanno dalla loro il vantaggio di avere sottomano importanti brand, ma come hanno affrontato l’importazione i classici negozi? Molti hanno iniziato anni fa, prima ancora che gli importatori ufficiali aprissero e le varie licenze vennero distribuite, per loro molto spesso voleva dire andare direttamente in Giappone o negli Stati Uniti a contattare direttamente le aziende, questo gli consentiva di avere dei prodotti veramente unici, poi è arrivato internet e di conseguenze l’ e-commerce e le cose sono cambiate drasticamente. Come hanno affrontato la loro avventura nell’importazione? Lo abbiamo chiesto a uno di loro. Claudio De Angelis, proprietario negozio Game Over, Roma: “Mi occupo di gadget da quando ho aperto l’attività. Ho iniziato ad acquistare giochi, gadget e altro materiale import per passione personale per poi accorgermi che alcuni articoli, chiamiamoli “esotici”, riscuotevano un gran successo presso il pubblico che non aveva occasione di ammirarli in altri negozi. Il vero collezionista punta al “pezzo” a tiratura limitata, alla statua del supereroe prodotta in 500 pezzi piuttosto che al robot/mech giapponese in metallo o iperdettagliato. C’è un grande ritorno al vintage anche nei videogiochi o nel collezionismo in generale. Spesso ci rivolgiamo al Giappone per
acquistare console o videogames mai usciti in Europa e il pubblico si dimostra affamato di questo genere di articoli. Ovviamente ora è diventato più semplice reperire alcuni articoli grazie alla miriade di siti di e-commerce e ai venditori privati che affollano il web. Personalmente però amo anche andare sul posto per cercare qualche articolo particolare. In più di un’occasione, ad esempio, mi sono recato a Tokyo e ho trovato delle chicche che su web sarebbe stato impossibile reperire. Per un’attività come la mia, soprattutto all’inizio, sono importanti a livello di immagine, come si dice... “fanno vetrina”. Con il tempo però il mercato import sta diventando sempre più importante, sono ancora molti gli articoli che non vengono venduti nei canali ufficiali europei e soprattutto italiani, ma come dicevo prima il pubblico li cerca, ne è affamato. Inutile nascondere che la crisi si è fatta sentire, ma proprio per alleggerire un po’ questa situazione ho cercato di affiancare ai prodotti che tradizionalmente vanno di più nel periodo natalizio, alcuni articoli in grado di catturare l’occhio e di caratterizzare il Game Over rispetto a tutti gli altri negozi di videogiochi e gadget. In questo momento ho la passione per i ‘LEGO’. Come al solito ne prendo alcuni che piacciono a me, ma sto vedendo che anche il pubblico adulto apprezza. Poi non perdo mai di vista il mondo Nintendo, nelle mie vetrine ho alcune chicche di Super Mario e soci che farebbero sgranare gli occhi a chiunque. E nel mio cuore rimarrà sempre la passione per la serie ‘Resident Evil’ e per il ‘Joker’”.
in-store
Numeri in crescita per il network di vendita di videogame
di Raffaele Gomiero
GamePeople
obiettivo espansione N
Walter Marzullo
ata dall’esperienza di Db-Line, uno dei maggiori distributori in Italia di videogame e presente da 20 anni sul mercato, GamePeople in un solo anno ha instaurato una partnership con oltre 60 punti vendita specializzati, entrando di prepotenza tra i protagonisti del settore. A supporto di ogni punto vendita c’è un’avanzata logistica e soprattutto disponibilità immediata dei prodotti e una velocissima evasione degli ordini, aspetti determinanti per qualsiasi settore e soprattutto nei videogiochi dove tutto si svolge molto in fretta. Ma cosa pensa una realtà così grande del mercato? Ne abbiamo parlato direttamente con il suo responsabile Walter Marzullo. Un bilancio del 2014 e in particolar modo del periodo natalizio “Siamo pienamente soddisfat-
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ti di come si è concluso l’anno 2014 per il network GamePeople. Rispetto allo scorso anno la performance del Gruppo ha registrato un incremento di fatturato pari al 23%. Questo dato testimonia la validità della nostra formula di affiliazione, un perfetto mix di “franchising-indipendente”per il settore retail. Il nostro affiliato, pur lavorando in perfetta autonomia, può contare su un’azienda strutturata che gli fornisce supporti commerciali, tecnici e logistici favorendo lo sviluppo del business videoludico in un mercato sempre più esigente e competitivo. Riguardo al Natale, l’intero network ha risposto in modo eccellente alle richieste del mercato, offrendo una serie di offerte variegate e super concorrenziali. Inoltre, tutti i punti vendita hanno dato una decisa spinta alle vendite di
console next-gen, buona premessa per l’anno in corso”. E per quanto riguarda il 2015 e le previsioni per i prossimi mesi? “L’anno è iniziato con l’apertura di nuovi store GamePeople in città come Ferrara e Roma. Per i prossimi mesi siamo in procinto di annunciare altre importanti aperture sull’intero territorio nazionale”. Come è composta la vostra attuale rete vendita? “Al momento abbiamo 72 punti vendita affiliati in Italia, suddivisi tra le nostre due nostre formule di affiliazione denominate - Invite ed Exclusive. Formule che sono in grado di adattarsi alle esigenze e ai bisogni dei diversi imprenditori, trovando così un punto di equilibrio tra opportunità e necessità del punto vendita. Abbiamo ovviamente negozi che performa-
Un vostro parere sul mercato e sull’introduzione della digital delivery “Il settore dei videogame è sostanzialmente cambiato in questi ultimi anni e gli scenari futuri di un possibile sviluppo su questo mercato sono vari. La diffusione di nuove piattaforme da gioco come smartphone e tablet continueranno ad attrarre nuovi giocatori e nuovi consumatori con modi alternativi di fruire il videogame anche attraverso il digital delivery. In Italia, però, abbiamo ancora dei limiti pratici non irrilevanti, scoraggiati dall’idea di dover scaricare 50-60 GB di dati con il supporto di una linea dalle prestazioni altalenanti per non dire scadenti”.
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amePeople in un solo anno
ha instaurato una partnership con oltre 60 punti vendita specializzati, entrando di prepotenza tra i protagonisti del settore
E in merito all’usato? “La vendita di giochi usati rimane una importante fonte di sostenibilità per il punto vendita specializzato in videogame. Nei nostri store GamePeople, grazie a un software gestionale avanzato, l’affiliato riesce ad offrire una corretta e aggiornata valutazione dell’usato in modo da differenziarsi da altri competitor del mercato”.
e
Un nuovo store a Roma
no meglio rispetto ad altri, come i punti vendita di Napoli, Roma e Faenza, ma devo ammettere che la maggioranza degli store GamePeople raggiungono importanti obiettivi di vendita. GamePeople, inoltre, realizza per l’affiliato esclusivi materiali di comunicazione per il punto vendita come poster, flyer, cataloghi, espositori, gadget, fidelity card, gift card e servizio di assicurazione
denominato “savethegame”, per promuovere il brand GamePeople, ampliare la pedonabilità all’interno dei negozi e aumentare la fidelizzazione dei clienti”. Pensate in futuro di spostarvi in altri mercati paralleli? “Si, e in particolar modo nei mercati che abbiano un punto in comune con il nostro core-business: toys, elettronica e gadget”.
Game Over di Roma a breve assumerà le insegne di GamePeople. Ecco i perché di questa scelta, direttamente dal responsabile del punto vendita Claudio De Angelis. “Ho scelto GamePeople come affiliazione per il mio negozio perché ormai da anni ho rapporti di lavoro ottimi con coloro che hanno creato questo marchio. GamePeople seleziona i suoi affiliati con cura, scegliendo attività presenti sul mercato da tempo, che abbiano ottenuto risultati di prestigio e che possano garantire al marchio (e all’attività stessa) una crescita nel tempo. Si sono presentati con una proposta interessante che mi permette di offrire vantaggi ai clienti e offerte competitive pur mantenendo intatta l’identità della mia attività, il Game Over, che ormai è conosciuta (e riconosciuta) in tutta la città, e anche fuori. Proprio la possibilità di far parte del circuito GamePeople pur mantenendo la nostra identità è davvero grandiosa: diciamo che sta iniziando l’era Game Over 2.0. In più, vi è la possibilità di offrire ai clienti vantaggi come una fidelity card, sconti periodici su giochi e console, offerte speciali in particolari periodi dell’anno, prenotazioni sui titoli in uscita (spesso con bonus), gadget esclusivi e altre novità in arrivo.
Una non ben chiara nomenclatura spesso provoca confusione e cattiva informazione
in-store
Un po’ di sostenibile chiarezza
Arch. Olivia Carone Pres. Ass. Casaclima Network Milano e docente IED contributor@eimag.it
T
roppo spesso sentiamo gli stessi termini utilizzati per descrivere fenomeni diversi e ciò crea confusione, contribuendo a rafforzare la nostra già ben sviluppata pigrizia intellettuale e inattività sull’argomento “sostenibilità” che dovrebbe invece vederci in primissima linea ed attivi. Alcuni dei più utilizzati:
Greenwashing Il termine deriverebbe dall’uso originale di “whitewashing” cioè i tentativi di insabbiare e “ripulire” deliberatamente da documenti, fatti e azioni negative, allo scopo di ricostruire un’immagine nuova, migliore e più credibile. Nel caso del “greenwashing” si tratta di ricreare un’ immagine più ecologica senza che ciò sia del tutto vero nella realtà, ovvero un’immagine che manca di consistenza o copre comportamenti scorretti o scarsa attività a favore dell’ambiente, attraverso attività prevalenti di pubblicità e marketing. Il risultato della diffusione di questa pratica po-
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co trasparente consiste in azioni ingannevoli verso il consumatore (diffusione di prodotti con nome che presenta il suffisso “bio”, “eco” etc., mirato a far credere lo siano realmente) e che danneggiano anche fortemente le aziende veramente green. Al contrario la credibilità di un’azione ‘verde’ utilizza marchi certificati e riconosciuti, sistemi di certificazione di qualità e generalmente dichiara le azioni e le scelte operate e attuate.
Energia primaria Si tratta di quella risorsa naturale che produce energia senza ricorrere a trasformazioni di altre fonti energetiche cioè utilizzabile direttamente come si trova in natura. Per esempio lo sono le fonti rinnovabili: energia solare, eolica, idroelettrica, geotermica, biomasse, oppure le fonti non rinnovabili: petrolio, nucleare, carbone, gas naturale. All’opposto le fonti secondarie derivano da trasformazioni, per esempio la benzina e l’elettricità
prodotta da centrali che utilizzano gas o carbone o nucleare come fonte energetica primaria.
pio lo zolfo che diventa pericoloso acido solforico) e danneggi piante, coltivazioni, animali etc.
Potenziale di acidificazione AP e potenziale di effetto serra o indice GWP
Impianti ecologici e rinnovabili
GWP significa Global Worming Potential ossia il contributo che un materiale o una sostanza danno alla creazione dell’Effetto Serra, a sua volta causa del surriscaldamento del pianeta, determinato dalle emissioni in atmosfera di gas climalteranti, in particolare la CO2 o anidride carbonica. L’indice misura nell’arco di 100 anni l’effetto serra provocato dal gas, p. esempio: • per l’anidride carbonica: CO2 = GWP100 1 • per il protossido di azoto: N2O = GWP100 310 Il potenziale di Acidificazione AP invece valuta l’impatto che la sostanza presente in atmosfera, ricadendo sulla terra insieme alla pioggia, si trasformi in una soluzione acidificante (come ad esem-
Alcune tra le fonti di energia sono definite rinnovabili, cioè forniscono energia senza che ciò ne riduca la quantità iniziale che consideriamo potenzialmente infinita. Lo sono per esempio: il sole, il vento, l’acqua, le maree, il calore della Terra. Gli impianti che le utilizzano per produrre energia elettrica o calorica fruibile dall’uomo si definiscono impianti a energia rinnovabile. Lo sono, per esempio: impianto solare termico, impianto solare fotovoltaico, impianto geotermico, impianto idroelettrico. Le cosiddette fonti non rinnovabili, invece sono costituite da una quantità finita di risorse, se pur grande, come ad esempio il petrolio, il carbone, il gas naturale e andranno ad esaurirsi con l’attuale velocità di utilizzo.