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UN CAFFÈ AL PASSO CON I TEMPI

Un caffè sostenibile e al passo

con i tempi

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Un nuovo Global Coffee Fund servirebbe per aumentare la sostenibilità del caffè

Il caffè è la bevanda preferita al mondo, con oltre 400 miliardi di tazze consumate all’anno. I bevitori di caffè di tutto il mondo amano il loro caffè e lo apprezzano ancora di più quando sanno viene coltivato in modo sostenibile. Questo è il motivo per cui noi e molti altri bevitori di caffè siamo profondamente preoccupati per la crisi di sostenibilità che ha colpito il settore. Questa crisi di sostenibilità ha due aspetti principali: in primo luogo, mentre il prezzo del caffè continua ad aumentare per i consumatori, i prezzi sono estremamente bassi per i coltivatori di caffè. In secondo luogo, il caffè è profondamente minacciato dai cambiamenti climatici e da altri mali ambientali come lo stress idrico. Non deve essere così. Il caffè può essere coltivato in modo sostenibile e in armonia con la natura, ma le famiglie di agricoltori sono spesso troppo povere per investire nelle soluzioni necessarie o troppo lontane dalle organizzazioni basate sulla scienza per conoscerle.

A causa delle crisi intrecciate di povertà e stress ambientale, il futuro è desolante per i coltivatori di caffè in molti paesi, proprio come i nuovi consumatori in tutto il mondo stanno scoprendo le gioie di questa meravigliosa bevanda. I prezzi bassi che ricevono gli agricoltori possono sorprendere alcuni consumatori. Quanto paghi per una tazza di caffè? In Italia, dove viviamo, potresti pagare attorno ad un euro in un bar. L’agricoltore, in media, riceve tra uno e due centesimi. Questo non è economicamente fattibile per molti coltivatori di caffè e questi prezzi bassi stanno alimentando una profonda povertà e la fame. Sebbene i mezzi di sussistenza degli agricoltori siano stati decimati dai prezzi bassi, i torrefattori e i rivenditori di caffè stanno prosperando all’altro capo della catena del valore. E mentre molte di queste aziende del caffè si sono tormentate per i prezzi bassi ricevuti dagli agricoltori nelle loro catene di approvvigionamento, poche aziende hanno adottato misure specifiche per affrontare seriamente il problema.

Siamo d’accordo sul fatto che sia necessaria un’azione collettiva, come il lancio di un nuovo Global Coffee Fund. Le società di caffè verserebbero così nel Fondo, che verrebbe utilizzato per finanziare attività a sostegno dei coltivatori di caffè e aumentare la sostenibilità del caffè. Queste attività potrebbero includere: fornire sostegno al reddito agli agricoltori più poveri durante le crisi dei prezzi; lo sviluppo di opzioni assicurative convenienti e fondi di soccorso in caso di calamità per aiutare gli agricoltori a riprendersi da eventi climatici estremi; e aumentare la formazione, migliorare le infrastrutture e sostenere altri approcci che consentono agli agricoltori di essere più redditizi e resilienti. Il Global Coffee Fund verrebbe anche utilizzato per incoraggiare ulteriori fondi da donatori internazionali e dai bilanci dei paesi produttori di caffè, da investire in beni sociali come acqua, istruzione e assistenza sanitaria nelle regioni produttrici di caffè.

Le sfide per la sostenibilità del caffè sono grandi e tra queste c’è proprio il Global Coffee Fund: 2,5 miliardi di dollari all’anno da contributi del settore privato “precompetitivo”, il che significa 2,5 miliardi di dollari dalla fascia ad alto reddito del settore per per il bene degli oltre 12 milioni di coltivatori di caffè e delle loro famiglie, circa 60 milioni di persone in totale. Ciò ammonterebbe a circa l’1% dei ricavi stimati di torrefattori e rivenditori di caffè. Questo è molto di più della somma di denaro attualmente dedicata alla sostenibilità del caffè. E’ bene sottolineare che questa cifra è trascurabile rispetto a quanto i consumatori già pagano per il caffè, arrivando a non più della metà di un centesimo per tazza di caffè venduta. Pagheremmo quindi meno di un centesimo in più per far prosperare gli agricoltori, non è vero? Non dovrebbero le aziende?

E’ doveroso chiarire che questi soldi, e il Global Coffee Fund, non sono beneficenza. Il Fondo sarebbe un modo per le aziende del caffè di adempiere alla loro corresponsabilità per la realizzazione di un settore del caffè sostenibile. Il Fondo fornisce anche un percorso per le aziende del caffè per assumersi più rischi, come i rischi di prezzo e i rischi climatici, che attualmente ricadono troppo pesantemente sugli agricoltori.

Da solo, però, il Global Coffee Fund non basta. Riteniamo che sia fondamentale, ad esempio, che i paesi produttori di caffè sviluppino piani nazionali di sostenibilità del caffè atti a definire strategie di sostenibilità chiare, in grado di tenere conto dei probabili impatti climatici. Questi piani fornirebbero tabelle di marcia per le attività che potrebbero essere finanziate da un Fondo globale per il caffè.

I coltivatori di caffè hanno anche l’opportunità di utilizzare la tecnologia per avvicinarsi al consumatore, acquisendo sempre più valore lungo il percorso. I modelli diretti al consumatore sono attualmente di nicchia, ma un maggiore sostegno istituzionale, combinato con strategie di commercio elettronico, potrebbe contribuire a renderli fattibili. Pachamama Coffee, ad esempio, è un’azienda di proprietà di agricoltori e controllata da agricoltori, gestita da cinque cooperative di cinque Paesi diversi. Pensiamo al cambiamento epocale che potrebbe accadere se più coltivatori di caffè fossero posizionati in modo simile per catturare la maggior parte dei profitti da una tazza di caffè, invece di guadagnare solo un centesimo o due. Il caffè sostenibile potrebbe quindi essere il carburante che fa girare il mondo.

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