LA PRESSIONE e IL PRESSING
scaletta intervento -
PRESENTAZIONE DIBATTITO “scaletta d’intervento” – Ispani Cristian
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IL PRESSING DIDATTICO
– Ispani Cristian
PAG.2
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IL “NOSTRO PRESSING” e CONSIDERAZIONI
– Baiocchi Filippo PAG.5
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ESERCITAZIONI
– Bruschi Luca
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DIBATTITO FINALE
BRUSCHI LUCA – ISPANI CRISTIAN – BAIOCCHI FILIPPO -1-
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LA PRESSIONE e IL PRESSING (PRESSING DIDATTICO interviene ISPANI CRISTIAN)
Relazione Innanzitutto credo sia opportuno fare una distinzione tra i significati dei concetti di pressione e pressing. LA PRESSIONE è un azione di tattica individuale (portata a compimento da un singolo giocatore) che ha lo scopo di togliere spazio e tempo al possessore di palla avversario, un azione individuale di avvicinamento e disturbo più o meno aggressivo che va eseguita con concetti di lettura spazio/tempo precisi. Per attuare quindi una pressione corretta ed efficace è consigliabile: 
Intuire e avvicinare il più possibile l’avversario che sta per ricevere palla;
ď‚·
Affrontare il portatore di palla col giusto orientamento e la giusta postura (vedi contrasto);
ď‚·
Indirizzare l’avversario in una porzione di campo esterna o prestabilita da dettami tattici.
ď‚·
Temporeggiare cercando di ritardare l’azione o eventualmente,approfittare di qualche esitazione da parte dell’avversario al fine di recuperare il possesso della palla.
Ci sono infine condizioni di gioco piĂą indicate di altre per attuare questo tipo di tattica e sono: ď‚·
Le scarse capacità tecniche dell’avversario portatore di palla;
ď‚·
La palla si trova in una zona del campo propizia (esterna o nel traffico);
ď‚·
Ci si trova a breve distanza dal portatore di palla;
ď‚·
Una lenta guida della palla da parte dell’avversario;
ď‚·
Una errata trasmissione da un avversario all’altro (palla lenta,palla alta,palla all’indietro etc)
ď‚·
Una situazione di gioco con avversario di spalle (alla nostra porta).
Per attuare una corretta pressione infine è indicato che il giocatore conosca e sappia praticare i principi difensivi di tecnica applicata e tattica individuale. (presa di posizione,temporeggiamento,intercettamento,anticipo,contrasto) IL PRESSING per definizione è un’azione di tattica collettiva, coordinata da più giocatori ed effettuata nella fase di non possesso palla,avente lo scopo di restringere spazio e tempo di giocata agli avversari al fine di consentire il recupero del pallone. Si attua andando in pressione sul portatore di palla avversario e contemporaneamente grazie all’aiuto dei compagni,accorciando sugli appoggi vicini. Possiamo parlare di squadra in pressing quando: - la palla è in possesso degli avversari; -2-
- più giocatori, seguendo una strategia prestabilita, cooperano collettivamente alla riconquista della palla. Per una corretta analisi della tattica del pressing, occorre poi valutare attentamente alcuni concetti: Quando è consigliabile attuarlo: 
l'avversario non ha eccelse qualitĂ tecniche;
ď‚·
l’avversario riceve palla “girato” alla nostra porta evidenziando un campo visivo molto limitato(palla coperta);
ď‚·
quando si perde palla in zona offensiva e non si vuole permettere una rapida ripartenza avversaria;
ď‚·
quando la trasmissione della palla è indirizzata in zona laterale o in una zona trafficata da compagni e avversari, in questo caso l’avversario ha una limitata zona di campo per gestire la palla, al contrario l’azione coordinata della nostra squadra ha un’evidente percentuale di possibilità di riconquista;
ď‚·
quando il giocatore si appresta a ricevere una palla di “difficile gestione” (alta, veloce, ecc.);
ď‚·
quando un giocatore riceve palla in “zona difficile” (scarsamente assistita dai compagni o dove costui non può permettersi di perder palla).
ď‚·
quando l’avversario viene indirizzato dal compagno in pressione,in una zona di campo ove ci sia una densità di giocatori favorevole o in una zona prestabilita da dettami tattici.
Chi deve attuarlo: il pressing è lanciato solitamente dal giocatore difendente più vicino alla palla e si sviluppa con l’azione coordinata di tutti i reparti,che rimanendo “corti e stretti” tra loro, riducono spazio e tempo agli avversari inducendoli a giocate affrettate e quindi più esponibili a qualsiasi tipo di errore che permetta la riconquista della palla. Come realizzarlo: la tattica del pressing esige una preparazione attenta e automatismi precisi, la prima regola è di non farsi attrarre solo dalla palla e di cercare di non farsi dribblare, ma di realizzarlo dopo una corretta elaborazione degli aspetti fondamentali come: 
dove si trova la palla e la nostra porta da difendere;
ď‚·
in quale zona del campo è collocato il portatore di palla da aggredire e l’appoggio avversario.
La considerazione fondamentale è che la squadra per una corretta attuazione deve essere equilibrata, deve conoscere i compiti tattici e una sincronia nei movimenti di reparto e di squadra. Dove eseguirlo: (tipologie di pressing): il pressing è distinto in tre modi – ultra offensivo; offensivo e difensivo. Il primo è caratterizzato dalla pressione di disturbo degli attaccanti, con lo scopo di impedire una libertà di gioco dei difensori avversari, in più un’eventuale riconquista in quella zona è favorevole per il contrattacco -3-
immediato. Il secondo ha lo scopo di copertura preventiva e di strategia offensiva, infatti, con la riconquista nella zona mediana, il nostro attacco ha molti spazi per attuare una pericolosa controffensiva. Quello difensivo è spesso abbinato alla necessaria inferiorità numerica della situazione o della gara e spesso è collegata alla trappola del fuorigioco. Altre possono essere però le classificazioni utili ad indicare le modalità con cui una squadra pressa in fase difensiva. E’ possibile distinguere il pressing settoriale da quello a tutto campo, il pressing a soggetto da quello generale, il pressing in avanti da quello all’indietro. 
Il pressing settoriale si differenzia da quello a tutto campo perché la squadra, impegnata in fase difensiva, va a ridurre tempi e spazi a disposizione degli avversari in possesso palla principalmente quando la stessa si trova in determinati settori (ad esempio nei pressi delle linee laterali);
ď‚·
Il pressing a soggetto si differenzia rispetto a quello generale per il fatto che la squadra concentra la propria azione collettiva principalmente quando la palla è in possesso di determinati giocatori (solitamente quelli più in difficoltà da un punto di vista tecnico oppure quelli più pericolosi);
ď‚·
Il pressing in avanti si differenzia da quello all’indietro perché la squadra per la sua attuazione esegue in un caso movimenti collettivi ad avanzare (ad esempio nel pressing ultra-offensivo) e nell’altro movimenti a scendere (ad esempio nel pressing difensivo con i centrocampisti che si abbassano, avvicinandosi ai difensori, per raddoppiare o coprire determinate zone).
Al di là del tipo di pressing praticato, una delle pietre miliari su cui si fonda l’organizzazione del movimento collettivo è indubbiamente la scalata. E’ proprio grazie agli scivolamenti difensivi organizzati, fatti verso la zona della palla, che si può generare quel movimento collettivocollaborativo identificato come pressing. E’ importante considerare che l’efficacia del pressing può esser legata alla zona in cui si trova il possessore di palla. E’ infatti indubbiamente più agevole pressare gli avversari quando la palla è in zona esterna piuttosto che in zona centrale. Tutto questo per le seguenti ragioni: 
quando la palla è nei pressi della linea laterale le direzioni di giocata del possessore vengono appunto limitate a quelle verso l’interno o lungo linea, viceversa quando la palla è in zona centrale il giocatore può orientare la manovra ovunque.
ď‚·
in secondo luogo, l’avvicinamento della palla alla zona laterale consente di creare un lato forte (quello della palla) ed uno debole (quello lontano dalla palla), permettendo alla squadra che si difende di allentare le marcature sul lato debole e favorire le scalate dei reparti verso il lato forte dove sarà più agevole andare a creare situazioni di superiorità numerica e/o pressione individuale massimale.
Per la buona riuscita del pressing infine,è fondamentale che la squadra mantenga un alto grado di concentrazione, interpreti il gioco sempre in modo propositivo e perciò scenda in campo con l’atteggiamento mentale ottimale, convinti sempre delle proprie capacità . L’acquisizione delle giuste motivazioni da parte dei giocatori è un fatto essenziale per una valida realizzazione della tattica del pressing.
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IL “NOSTRO” PRESSING e CONSIDERAZIONI (interviene BAIOCCHI FILIPPO) Premessa: CONSIDERAZIONI generali che derivano dall’esperienza personale dei relatori in merito al pressing e quindi da un confronto diretto che ha portato a ricavare delle interpretazioni che vanno al di là delle definizioni didattiche e comunque attinenti alla fase difensiva in oggetto. Il tutto al fine di ricavare ulteriori argomenti di dibattito, di confronto e quindi di crescita. Parte non trattata COS’E’ E PERCHE’ ATTUARLO Il pressing è un tattica collettiva da applicare nella fase di non possesso, al fine di recuperare palla mettendo in difficoltà l’avversario mendiante: - metterlo sotto pressione dal punto di vista mentale/emotivo - riducendogli lo spazio, il tempo e le soluzioni di giocata. Per attuare un buon pressing dal punto di vista collettivo si danno per scontati concetti e abilità individuali inerenti alle fasi difensive fra cui quelle che considero principali: - Pressione; 1vs1 difensivo (postura, palla coperta e scoperta che comporta maggiore agressione o temporeggiamento, sfruttamento dell’errore) - Intercettamento - Marcamento, presa di posizione. DOVE, QUANDO E COME ATTUARLO Il pressing, come premessa, va attuato in seguito a determinate considerazioni: - mentalità di squadra - impronta tattica delle squadra - abilità dei singoli giocatori della propria squadra e di conseguenza collettive. - caratteristiche, tecnico, tattiche, condizionali dei singoli e collettive della squadra avversaria - andamento della partita. Il pressing, su indicazione tattica dell’allenatore, può scattare automaticamente e sempre, tutte le volte che la palla è in possesso dell’avversario attraverso una fase di transizione negativa/difensiva focalizzata mentalmente alla riconquista immediata del pallone. ASPETTI FONDAMENTALI PER ATTUARE UN PRESSING FUNZIONALE La squadra che deve attuare la fase difensiva di pressing, deve avere due caratteristiche fondamentali, una mentale e quindi un atteggiamento aggressivo, personalità , coraggio e determinazione, l’altra caratteristica deve essere strutturale, cioè una squadra che in fase di non possesso sia compatta, quindi corta e stretta. I due requisiti citati, permettono una buona riuscita del pressing mediante, tempestività nell’esecuzione senza farsi condizionare da timori che potrebbero rompere gli equilibri di un’azione collettiva, mentre dal punto di vista tattico, la compattezza garantisce densità e quindi chiusura degli spazi e nel caso in cui la squadra avversaria, in possesso palla, si disponga larga in ampiezza, si determina superiorità mumerica in zona palla determinando di conseguenza zone forti e deboli del campo. I giocatori avversari posizionati nelle zone deboli (ad esempio la suddivisione verticale del campo con zona forte la porzione in cui si trova la palla e zona debole la porzione opposta), vengono di conseguenza lasciati liberi dalla marcatura individuale tenendo comunque in considerazione della -5-
loro presenza cercando da parte del nostro giocatore più vicino a loro di metterli in zona d’ombra ed intercettando le eventuali traiettorie di passaggio dirette a questi nel momento di un cambio di gioco. CONSIDERAZIONI PERSONALI SUL PRESSING (NON DIDATTICO) Parte non trattata Al di là delle terminologie e della spiegazione didattica a regola d’arte della fase difensiva collettiva mediante il pressing, fondamentali, oltre che importante uniformare nel suo concetto ed insegnamento all’interno di un progetto educativo, volevo esprimere un mio concetto e considerazione sul rapporto che ho avuto in passato nei confronti del pressing al fine di correggere le mie lacune in merito e magari, se ce ne fossero, confermare delle convinzioni positive e condivisibili. Pur rispettando e senza disconoscere l’esatta definizione del pressing, personalmente più che una tattica di gioco collettiva, più che una fase difensiva, l’ho sempre interpretato come una MENTALITA’ di squadra, addirittura un atteggiamento aggressivo di una squadra sia dal punto di vista del singolo che ovviamente collettivo e quindi mi piace pensare al pressing non a una fase difensiva ma ad una fase offensiva, nel senso che vorrei che la mia squadra pensasse che l’attacco coincida immediatamente con la perdita del pallone e quindi con l’attuale transizione difensiva/negativa termine introdotto con l’avvento della “periodizzazione tattica”. Una mia forte convinzione è focalizzare nel calcio sull’aspetto mentale ed emotivo, non so in quale percentuale scientifica, se ci fosse, ma che reputo personalmente e in maniera soggettiva superiore al 50% a livello di importanza rispetto a tutti gli altri fattori, per questo vorrei che la mia squadra ideale sia una squadra aggressiva, che entri in campo con un’elevata foga agonistica, una squadra che non accetti assolutamente il pensiero che gli avversari possano toccare la palla, perché “la palla è nostra e dobbiamo avercela noi”. Ecco che da questo atteggiamento mentale ed emotivo, nasce automaticamente la necessità di andare a conquistare palla pressando tutti quanti uniti… da squadra. Quindi per me il pressing non è una scelta tattica ma un atteggiamento e per questo, forse superficialmente dal punto di vista didattico, non ho mai dato importanza di dove fare il pressing, ma solo di come farlo, in maniera circoscritta alla postura del corpo del primo giocatore che va in pressione sul giocatore avversario portatore di palla e relativa agressione o temporeggiamento in base al concetto di palla coperta e scoperta, oltre alla marcatura delle linee di passaggio da parte della punta e da parte di chi si trova sulla parte debole del campo e alla marcatura individuale (a “uomo”) sugli altri giocatori avversari da parte del resto della squadra, con relativi raddoppi. Per questo io parto dalla convinzione che il primo difensore è l’attaccante che per me quindi deve avere atteggiamento aggressivo e la finalità della transizione negativa sia qualla di andare subito in pressione ad aggredire il portatore di palla sia esso difensore centrale che laterale. La pressione ed il pressing li utilizzo anche per motivare ad inizio partita la squadra, per combattere la classica tensione nervosa emotiva che blocca le gambe ad alcuni giocatori negli istanti pre-gara compremettondone il rendimento nei primi minuti di gioco o per un tempo intero e addirittura anche durante tutta la partita. Infatti io credo che prima di ogni gara il discorso dell’allenatore debba essere breve, poche parole ma buone, la lettura della formazione, con i relativi compiti individuali e collettivi in merito ai movimenti basilari, alle palle inattive, poi le classiche raccomandazioni per non incorrere ad errori tattici macroscopici (ad esempio no ai classici passaggi orizzontali, etc…) ed infine la raccomandazione più importante quella di volere una squadra disciplinata con mentalità vincente (il mio concetto di “mentalità vincente”) e l’atteggiamento aggressivo, la squadra va esaltata mentre troppe raccomandazioni aumentano incertezza e tensione, la squadra non va istruita prima della partita, non cambieremo nulla di ciò che è stato fino ad ora il nostro percorso di crescita, la squadra va caricata esaltandola, facendola sentire importante. Però c’è un problema, la squadra è un collettivo composto da singole persone con caratteri differenti, chi più estroverso al quale basta una parola o un gesto per caricarsi, chi più introverso, timido, emotivo, che invece potrebbe risentire troppo della tensione della partita (com’era per il -6-
sottoscritto) e che una volta usciti dagli spogliatoi, quando si presenta il momento di entrare in campo, in fila assieme ad arbitro ed avversari… ecco che in maniera incontrollata, tutta la carica scompare e si presenta quell’ANSIA… quella paura… quel qualcosa di ingestibile dal punto di vista mentale… ecco che per questi giocatori una SOLUZIONE INFALLIBILE, unica, matematica e meccanica… è il PRESSING… funzionava con me ed è quello che suggerisco ai miei giocatori da subito, cioè partite ai 100 all’ora… e pressare l’avversario… un modo per aumentare subito la foga agonistica, aumentare adrenalina, un atteggiamento che non richiede abilità tecniche e una volta messo in difficoltà l’avversario mediante la pressione individuale ed il pressing, anche dal punto di vista mentale il singolo e la squadra acquistano autostima, consapevolezza di essere all’altezza, coraggio, il ridimensionamento dell’avversario e in concomitanza con la scomparsa dell’ansia aumenta in modo esponenziale anche la prestazione tecnico/condizionale in virtù di una carica adrenalinica ed emozionale…esplosivi. L’aspetto emotivo e mentale al centro di tutto. Parte non trattata Anche il sistema di gioco che utilizzo 1-4-3-3 grazie alla sua disposizione tattica credo che faciliti il pressing, in quanto favorisce densità di uomini nella zona della palla, rende automatici scaglionamento difensivo e raddoppi, grazie alla presenza di quattro o addirittura cinque linee (orizzontali) oltre alla presenza centrale, nel rispettivo reparto di competenza, della punta e del mediano.
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ESERCITAZIONI (interviene BRUSCHI LUCA) Gli obiettivi di queste esercitazioni e situazioni di gioco sono legate allo sviluppo delle abilità tattiche. Gli obiettivi primari dimostrati riguardano la fase di non possesso (presa di posizione, marcamento, intercettamento, contrasto, difesa della porta) Metteremo in mostra nella fase di non possesso palla (rallentare l’avanzamento dell’avversario, impedire la conclusione, conquistare la palla, leggere le situazioni in funzione del movimento della palla) Le esercitazioni vanno dal semplice al complesso. Proposta di lavoro per arrivare ad una applicazione globale dei concetti esposti. I primi lavori si ricollegano alle esercitazioni proposte dagli altri colleghi nelle precedenti serate.
1) palla aperta /palla chiusa - 2 giocatori o allenatori si posizionano ad una altezza del campo variabile ed in possesso di un pallone esprimono i concetti di palla aperta o palla chiusa. Giocatore A in possesso di palla, e giocatore B che alterna apertura o chiusura sul portatore di palla in base al suo movimento laterale davanti al pallone. A palla aperta la squadra scappa, mentre a palla chiusa la squadra sale. - 2 giocatori o allenatori posti ad una distanza e ad un’altezza di campo variabile si passano la palla orizzontalmente, facendo esercitare la squadra disposta in campo secondi il sistema di gioco adottato, sui concetti di palla aperta e palla chiusa. ( consideriamo palla chiusa la fase successiva al passaggio cioè quando la palla è in movimento, e palla aperta quando la palla è in zona di giocata o in possesso di un giocatore) - 2 giocatori o allenatori posti ad una distanza e ad un’altezza di campo variabile si passano la palla verticalmente, facendo fede ai concetti esposti in precedenza. 2) pressione e Pressing - la squadra effettua un pressing laterale al comando dell’allenatore sulla disposizione degli avversari, che vengono contrassegnati dal nome( o un numero, o una lettera, o un colore) La squadra viene disposta in campo secondo il sistema di gioco adottato (ad una altezza pre-definita dall’allenatore in base alle proprie idee tattiche) - sempre con la squadra in pressione laterale, al momento dell’impatto sulla palla da parte del difendente, la squadra sale velocemente. - un giocatore o un allenatore in possesso di una palla tenuta in mano, si muove liberamente all’interno della metà campo avversaria. La squadra disposta in campo secondo il sistema di gioco adottato, cerca la corretta collocazione per la fase difensiva in funzione della posizione assunta dal -8-
giocatore o allenatore avversario. In questa esercitazione verranno evidenziati i concetti di pressione, situazione di giocatore vicino alla palla, e pressing, cosi come l’insieme di giocatori che effettuano la fase difensiva prendendo come riferimento proprio il primo giocatore andato in pressione. I giocatori che partecipano alla fase difensiva in pressing si possono disporre su 1 2,3 linee di copertura, in base ai concetti tattici preferiti dall’allenatore. - il passaggio successivo sarà il giocatore o allenatore che prima aveva il pallone in mano, lo alzerà sopra la testa per indicare una palla aperta, e lo abbassa sotto il bacino per comunicare il segnale di palla chiusa. La squadra agirà sempre in pressing secondo le disposizioni tattiche preferite dell’allenatore. - stesso esercizio fatto con i piedi ( si porta palla laterale frontale e si finta un lancio in profondità ) 3) Disposizioni per la fase difensiva - si dispone in campo la squadra per la fase difensiva secondo il proprio sistema di gioco, al comando dell’allenatore si muove sui cinesini distribuiti sul campo come a raffigurare uno schema di gioco avversario. I cinesini vengono contrassegnati da un numero o colore o lettera. Si evidenzieranno: pressione, pressing , diagonali e piramidi difensive, raddoppi , sempre in riferimento alla palla e alla zona in cui essa staziona. - stesso esercizio ma a fianco dei cinesini mettiamo un pallone e quando il giocatore uscirà in pressione/pressing calcia il pallone verso il mister. La squadra adeguerà il dispositivo difensivo sul movimento della palla, si allenerà la salita e l’accorciamento. - il mister ricevuto palla effettua un rilancio, quindi la squadra deve adeguare il dispositivo ad elastico difensivo alla nuova situazione creatasi. - si aggiungeranno due punte avversarie che riceveranno il rilancio del mister e si evidenzieranno triangoli difensivi, raddoppi ecc. 4) Ricerca del riferimento difensivo su palla circolante o guidata - la squadra in fase difensiva viene disposta all’interno di un rettangolo con larghezza area di rigore e profondità circa 30 metri ( l’esempio viene fatto 10m all’interno della propria metà campo e 20m in quella degli avversari). L’altezza della pressione può variare in base alle esigenze dell’allenatore. All’esterno di questo rettangolo si posizionano sei giocatori avversari che faranno circolare palla in senso orario e antiorario. I difendenti variano la propria disposizione all’interno del rettangolo in relazione allo scorrimento della palla. - varianti giro palla degli avversari libero e giro palla con possibilità di cambio di gioco - altro esercizio la squadra che difende affronta una circolazione di palla eseguita da 4 centrocampisti e due punte (nell’esempio proposto ma si può adattare anche con altri schemi) sui quali vengono effettuate pressione e pressing, triangoli e diagonali difensive. - variante palla circolante tra i 4 centrocampisti e le due punte con possibilità di utilizzo del cambio di gioco. - altra variante gli avversari attaccanti fanno una conduzione rapida nel breve per sollecitare il duello 1>1 e il conseguente adattamento della disposizione difensiva.
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5) Applicazione globale dei concetti esposti. - contro la squadra avversaria che effettua tutto il repertorio delle manovre del possesso palla-gioco offensivo (circolazione,cambi di gioco, palle filtranti in attacco, retropassaggi) i difendenti applicano tutti gli elementi della fase difensiva esposti (pressione in marcamento, disposizione difensiva, ricerca dell’elemento di riferimento difensivo ed elastico sui retropassaggi) - partita
N.B.: ESERCITAZIONI DA SVOLGERSI GENERALMENTE SU RETTANGOLO DI DIMENSIONI: 25/30 mt. x 35/40 mt.
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Palla coperta
Palla aperta
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A Palla coperta B Palla aperta
APERTA
COPERTA
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COPERTA
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APERTA
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ALTRE ESERCITAZIONI DA PROPORRE: SPIEGAZIONE SCHEMATICA: - lavagna tattica - Altro esercizio 11vs0 con suddivisione delle zone del campo in tre settori nel reparto avanzato per l’ultraoffensivo, tre settori nel reparto intermedio per l’offensivo e tre in quello arretrato per il difensivo. Alla chiamata del mister del tipo di pressing e del numero del settore la squadra si muove di conseguenza mantenendo distanze e compattezza. ALLENAMENTO DEI PRINCIPI IN MANIERA GRADUALE: - rondos (torello) con almeno due giocatori al centro in fase di non possesso allenando quindi la pressione e l’intercetto.
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giochi di posizione: possesso palla in situazione di gioco, rispettando i ruoli corrispondenti al sistema di gioco adottato in cui si allenano tutte e quattro le fasi (possesso, non possesso, transizioni negativa e positiva). In questo caso volendo focalizzare sull’obiettivo PRESSING, si pone attenzione alla squadra in fase di NON POSSESSO PALLA, e alla fase di TRANSIZIONE NEGATIVA da parte di chi perde il possesso di palla. Si può partite con l’utilizzo dei jolly per rendere più difficoltosa l’azione del pressing e poi arrivare in parità numerica, per rendere più efficace l’azione del pressing.
giochi di posizione per 4-3-3 – 10 giocatori più portieri – 7vs4 - 31 -
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Altra esercitazione può essere effettuata per reparti ad esempio nel reparto d’attacco un giocatore esce in pressione nel momento di palla “scoperta” in seguito ad un giro palla dei difensori e immediatamente anche gli altri compagni di reparto vanno a pressare.
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Esercitazione n.1
Si dispongono 3 linee fisse composte ognuna di 2 giocatori. I giocatori C e D hanno il compito di non far verticalizzare il gioco sulla linea opposta (E e F). C e D sviluppano il concetto di temporeggiamento Esercitazione n.2
Si dispone un triangolo di 3 giocatori in "possesso-palla" (A, B al vertice, C); Lo scopo di D, F e G è di impedire la verticalizzazione per G. D, E e F allenano il raddoppio di marcatura sulle fasce laterali. Esercitazione n.3
Si dispone una linea in diagonale di 3 giocatori in possesso-palla. Essi simulano la piĂš comune delle azioni per aggirare il pressing. Scarico della palla all'indietro e verticalizzazione, piĂš o meno improvvisa, sull'altra fascia per un giocatore che si inserisce nello spazio vuoto (nel nostro caso D). F e G hanno il compito di avanzare la linea del pressing per ridurre la portata spazio-temporale della soluzione avversaria, mentre E asseconda la loro pressione impedendo il cambio di gioco da B a D oppure da A a D.
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Esercitazione n.4
Si dispongono in una porzione di campo due squadre di 6 (come nelle figura) o 7-8 giocatori, suddivise in due distinte linee di gioco non interscambiabili. Le "prima linea" in fase di nonpossesso palla cerca di riconquistare il pallone. Una volta riuscitoci, deve subito ribaltare l'azione difensiva in offensiva con l'intervento esclusivo dei giocatori della "seconda linea". Possibili varianti: a) durante il ribaltamento dell'azione nessuna delle due linee avversarie è deputata alla riconquista della palla. Quindi ci sarà un turno a ciascuno di possesso e non-possesso; b) durante il ribaltamento dell'azione soltanto una delle due linee avversarie è deputata alla riconquista della palla; La prima variante svolge un lavoro di tipo schematico, più votata alla ricerca degli automatismi mentali per la ripartenza veloce che ha per obiettivo il gol. La seconda variante è di tipo invece situazionale, e rappresenta una "partitella" che cura lo specifico obiettivo della ripartenza veloce e dell'inserimento rapido nell'azione di gioco. Come ho sempre pensato, è meglio introdurre inizialmente un lavoro "schematico" senza opposizione per curare meglio i sincronismi spaziotemporali fra i giocatori attivi nello schema proposto.
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DIBATTITO FINALE
BRUSCHI LUCA – ISPANI CRISTIAN – BAIOCCHI FILIPPO
Suzzara, lì 17.02.2014
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