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L’IMPEGNO PER DARE UN SENSO ALLA PENA: INEDITE POSSIBILITÀ
Roberta Casco
L’associazione Icaro è nata nel 1994 e ci sentiamo già proiettati all’entusiasmo del prossimo anno, in cui festeggeremo l’anniversario di trent’anni di attività, un impegno che ha avuto come bussola il principio di offrire ai condannati, opportunità per giustizia e non per carità. Un volontariato animato non solo da buoni sentimenti ma dalla consapevolezza che il carcere deve essere un luogo di diritti e non di vendetta.
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Soprattutto crediamo che abbia un valore di rigenerazione il parlare e l’ascolto. Un rapporto non giudicante che può aiutare la riflessione e la comprensione. Alle iniziative di carattere culturale e ricreativo, si affiancano incontri di colloquio individuale finalizzati a instaurare un nuovo dialogo.
Il carcere è davvero stretto tra un “di più” rispetto alla perdita della libertà e un “senza” rispetto a espressioni della vita La scommessa per abbattere la recidiva e cancellare lo stigma rappresenta il terreno di realizzazione del principio dell’art. 27 della Costituzione per il reinserimento nella società.
Parto da lontano, citando l’ormai conosciuto progetto di ristrutturazione del carcere di via Spalato, che non è situato ai margini ma è parte della città e di una comunità accogliente.
A dispetto del comprensibile scetticismo dimostrato da molti l’anno scorso, i lavori nell’area dei semiliberi sono già iniziati, e nei futuri lotti a seguito della conversione dell’ex femminile in un polo culturale e formativo, verrà realizzato uno spazio polifunzionale dedicato alla cultura, un teatro. Uno spazio in cui la cultura potrebbe davvero diventare il ponte tra il dentro e il fuori. Il primo seminario riguardante questo progetto era intitolato “Via Spalato cambia volto”. Il Volto, nella sua duplice valenza di soggetto e oggetto di sguardi, è uno dei simboli più importanti della vita umana, forse il simbolo per eccellenza: anche se i volti si possono somigliare, ciascuno è irripetibile.
Nel 2000 l’artista Toni Zanussi ha donato al carcere di Udine l’opera dal titolo “Il corpo e lo spirito” in cui la prospettiva viene ostacolata dalla difficoltà del filo spinato che emargina gli autori di reato anziché promuovere una possibilità di riscatto e di ricostruzione.
E dal 2020 promuoviamo con lui una iniziativa che conferma la nostra convinzione che l’arte può salvare il carcere, come la bellezza può salvare la società: una mostra-laboratorio, con il coinvolgimento di persone in esecuzione penale, che ha visto la persistente attenzione di Zanussi agli ultimi, ai quali continua a portare messaggi di positività e di speranza attraverso un linguaggio ricco di libertà, nel quale prendono vita mondi fantastici.
In ogni forma d’arte è insito un messaggio teso a creare una sintonia tra l’uomo, la donna, la natura, l’universo. La bellezza apre all’incontro con il diverso.
E riteniamo sia questa la strada che conduce a scoprire “l’uomo inedito”, la
A sinistra - “Il corpo e lo spirito”, opera donata dall’artista Toni Zanussi alla Casa Circondariale di Udine nel 2000 peculiarità e l’unicità di ogni persona –per dirla con Ernesto Balducci. Questa citazione ci richiama la figura di Luigi Di Piazza, costruttore di accoglienza degli ultimi.
Il 15 aprile si è svolto un appuntamento straordinario, la terza edizione del premio letterario nazionale dedicato a Maurizio Battistutta riservato alle persone detenute (oltre 170 opere in concorso), con un pubblico sensibile di operatori e di studenti e il collegamento con tante carceri italiane, da San Vittore all’Ucciardone, con i volti delle autrici e degli autori delle opere premiate: poesie, racconti e grafica.
La conferma del pensiero che se il benessere del corpo sociale deriva dall’accordo delle sue parti, allora l’arte non può che essere sociale, di comunità, diventando strumento “di cura e benessere”.
A destra - Ragazzi impegnati nel progetto “L’Anima, la Terra, il Colore” realizzato dall’Associazione Icaro Volontariato Giustizia ODV assieme a Toni Zanussi presso il Comune di Tarcento info@icaro.fvg.it