NON EDIZIONI CHIP 65C02
4 Rekons Release (v1.0) in Copyleft(BY-ND-NC) Chip 65C02 23/12/2017
✔ Note
Legalesi.
Il webmaster 6502 & Terminetor Magnetico ha costruito una serie di racconti distopici ambientati nel 2050, collocati in universi separati ed indipendenti, che tuttavia narrano lo stesso evento, con variegati punti di vista: WWIII e Guerre Puniche II. L’obiettivo del racconto é intrattenere & far riflettere il lettore. In nessun caso sono collegate le persone, enti, organizzazioni e quant'altro citato direttamente od indirettamente nel testo. È importante tenere presente che ogni riferimento esplicito od implicito a fatti o persone, enti, organizzazioni, eventi, circostanze future o presenti o passate che taluni lettori possono riconoscere od associare è del tutto casuale ed immaginario. L'ebook.pdf è no-profit, l’autore non persegue nessuno scopo di lucro o profitto diffondendo online il materiale assemblato. Il volume è liberamente stampabile in tutto od in parte, è inoltre distribuibile senza alcuna limitazione legale, purché non ne sia alterato il suo contenuto e sia citato il nome dell’autore, rispettando le condizioni di Copyleft(by-nc-nd) A tale proposito ricordo che questo documento non è un sito d'informazione e nemmeno un risultato di un prodotto editoriale, l'ebook in PDF non contiene immagini di qualità, per cui la resa grafica dovrebbe essere alquanto limitata, invocando il diritto di citazione. L’ebook dovrebbe essere facilmente stampabile ed intuitivamente rilegabile o spillabile in un vero libro già correttamente impaginato. Le immagini non dovrebbero essere coperte da copyright, le ho trovate con google.images e le ho lasciate in RGB e convertite in bianco e nero a 96dpi per complicare la stampa. E’ possibile che altre foto reperite con google.images io le abbia sintetizzate artificialmente mantenendo l’RGB per gli scopi letterari, oppure degradate in scala di grigio. In ogni caso le fotografie restano di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... Non è "garantita al limone" la resa grafica ed il processo di stampa di cui ogni utente ne assume la piena responsabilità. Il webmaster non si assume la responsabilità della completezza dell’informazioni pubblicate, dei problemi, danni di ogni genere che eventualmente possono derivare dall'uso proprio od improprio di tale file, dalla stampa, dall'interazione e/o download di quanto disponibile online. Tutti i marchi, loghi, organizzazioni citati direttamente od indirettamente sono di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... tutelati a norma di legge dal diritto nazionale/internazionale, bla, bla, bla... legalmente registrati ecc... sì insomma dai!, non dite che non avete capito!.
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“4 Rekons ” stampato il 23/12/2017 release (v1.0) in COPYLEFT(BY-NC-ND)
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Indice Capitolo 1: la bre ve storia narrata dal Se rgente Grave s ………………………………………………Pag.4 Capitolo 2: Corto SEQUEL di “Rem ington R ide ” …………………………………………………..………..Pag.15 Capitolo 3: Piccolo INTERQ UEL di “R im of Hell”……………………………………………………………….Pag.26 Capitolo 4: Il Sgt. Arcadiy Sokolov nel dramma di “Battle for Kalinka”…………………….… Pag.37 Appendice: Inte rvista al se rgente Grave s dall’Unive rso O ttim ista …………………………… .. Pag.42
Breve Prefazione Quattro racconti di fantascienza sul tema delle Climate Change Wars: tre su quattro dei contesti narrati, possono essere anche giocati sulla piattaforma ludica Bohemia Interactive Arma, ovviamente previa programmazione ;-) dei relativi contest tattici. E’ per questa ragione che sono indicati meticolosamente dotazioni ed armamenti dei vari protagonisti che appaiono nei racconti. Il primo racconto è un breve spaccato a tema delle rivolte sub-sahariane, che furono osservate dal Sergente Graves. Egli narra il suo punto di vista dall’universo ottimista: non conosce Guerre Puniche II perchè nel suo spaziotempo tale evento catastrofico non è mai detonato!. Al termine del libro, una breve intervista, sul perchè l’ebook “Rocky Top“è in PAUSE e forse non verrà mai scritto!. Il capitano Miller, i lettori lo ebbero a conoscere letterariamente in “Remington Ride”, era l’ufficiale che sulla LHA USS Tarzawa, gestì la squadra RAZOR che finì dispersa nel caos del nuovo medioevo italiano. I lettori ritroveranno il Capitano Miller sul campo di battaglia, da qualche parte in un’isola greca, dopo una missione NATO finita male, a causa dei molti MANPAD detenuti dai cartaginesi, durante le Guerre Puniche II. Il terzo racconto di climate change wars è un breve INTERQUEL: il tenente Miles espande il suo dramma in “Rim of Hell”, narrando ai lettori in dettaglio quello che accadde nel 2050 all’Aeroporto di Malta tra le 0:22 e le 6:30. NEW ENTRY tra i testimoni della WWIII è il sergente dell’Armata Rossa Arcadiy Sokolov: il militare russo parla anche l’inglese, è stato possibile tradurlo in italiano, offrendo ai lettori di Climate Fiction Wars uno spaccato del 2050 in Siberia, durante la “Battaglia per Kalinka”. Buona lettura a tutti! Chip65C02
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Capitolo 1 Oh, oh-oh I got a love that keeps me waiting Oh, oh-oh I got a love that keeps me waiting I'm a lonely boy I'm a lonely boy The Black Keys –The lonely boy-
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Il sergente Graves teneva nella mano destra il suo pad tattico, all’improvviso l’hardware beeppò, la connessione WiFi criptata in mult ifrequenza comunicò aggiornament i tattici. L’Intelligenza Artificiale del piccolo drone elettrico che ronzava silenzioso in cerchio a 1000 metri di quota, distante 3.1km in linea d’aria da Graves, aveva rilevato una nuvola di fumo: indiz io palese di movimenti tattici sul terreno, dalla direzione Sud. Graves armeggiò sul pad per disabilitare il grandangolo, poi zoomò in Alta Definizione sul target: era un piccolo camion, forse un 6 oppure un 10 ruote, senza rimorchio, nessun mitragliatore pesante ZSU. A bordo c’erano numerosi rivoltosi sub-sahariani che provenivano da Sud, parevano andare di fretta verso Nord. Il militare si voltò di 180 gradi, corse raggiungendo la vetta della duna, quindi si sdraiò a terra, in silenzio cercò il bersaglio con il proprio telemetro laser. Il camion era a 10 km, viaggiava a 30km/orari, tra 17 minuti sarebbe stato a tiro del suo SAKO TRG42. Graves settò il piccolo drone in modalità HUB, poi inviò un SMS dalla sua radio tattica, comunicando al comando l’imminente ingaggio del nemico.
Dopo due minuti ebbe il ricevuto dall’HQ, lo informarono che stavano seguendo l’azione dal suo drone tattico, tramite la modalità ECHO. Sarebbe stato dirottato sulla sua posizione un elicottero da battaglia, per terminare il lavoro, quando Graves avesse ripiegato verso l’HQ. - Oh!, oh!, oh!, I got a love that keeps me waiting. Oh!, oh!, oh!, I got a love that keeps me waiting, I'm a lonely boy, I'm a lonely boy…- il sergente Graves canticchiava tranquillo, sotto voce, il ritornello dei Black Keys, mentre osservava il target dal telemetro laser, attendendo paziente che questo fosse a tiro. Ad un certo momento Graves ripose in modo ordinato e sicuro il suo telemetro laser nel proprio marsupio tattico, impugnò il fucile di precisione Sako TRG42 caricato in .338 lapua magnum, prese la mira con cura, mosse qualche tacca del fucile, poi dopo qualche secondo… premette il grilletto!. Dopo circa 1.6 secondi, la testa del guidatore del camion esplose!. Il cranio dell’uomo era stato aperto come un cocomero, la testa prima fu spinta all’indietro, poi il corpo inanimato s’accasciò come un sacco di patate dentro l’abitacolo. In mezzo al vetro frontale lato guida, adesso c’era un enorme buco da cui si poteva vedere fuori, mentre s’irraggiavano una miriade di crepe che impedivano la visuale. Centinaia di cubetti di vetro erano dispersi sul cruscotto e sull’abitacolo, in mezzo a sangue e pezzi di cervello. L’altro sub-sahariano che era seduto nell’abitacolo, mo llò senza pensarci due volte la mappa e la bussola che teneva in mano, si sporse verso sinistra, afferrò con forza il volante, contestualmente dette un robusto calcio al piede del commilitone defunto, per toglierlo dal pedale dell’acceleratore, quindi il sub sahariano cercò di far girare il volante verso la sua destra, poi ignorando il pedale della frizione del camion che era troppo distante da raggiungere, fece grattare il cambio, mettendo il veico lo in folle. Esplose all’improvviso la gola sinistra del secondo rivoltoso subsahariano che era nell’abitacolo. L’uomo sputava e zampillava
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sangue come una fontana, non riuscì a parlare per chiedere aiuto, ma tentò disperatamente di portarsi istintivamente le due mani sul collo, per tamponare l’emorragia; dopo qualche secondo d’agonia, s’accasciò sul cruscotto. Tutto il cristallo frontale del camion era come una barriera caotica di fratture che impedivano la visione. Sul parabrezza sfondato, c’erano due grossi buchi, centinaia di cubetti di vetro, due cadaveri 6 che ingombravano l’abitacolo, in mezzo ad un mare di sangue!. Sul grande bagagliaio del camion prima dell’inizio dell’attacco, c’era seduto un plotone di sub-sahariani, le truppe parlavano tra loro, molti di loro sentirono distintamente il rumore fraz ionato di due colpi di fucile, tutti notarono che il camion svoltò violentemente prima verso destra, poi il veico lo rallentò sino a fermarsi, restando con il motore acceso. Nessuno dei fanti della falange sub-sahariana aveva capito da dove stessero sparando!. Il plotone dei sub-sahariani scese rapidamente come tante cavallette impazzite dal camion, s’accatastarono in terra, dietro il fianco destro del loro mezzo. Nessuno di questi provò a metter fuori la testa usando un binocolo, per scoprire da dove stessero loro sparando. Forse il cecchino sparava da una di quelle dune che erano a nord, forse era una di quelle dune che segnavano il passo, da dove il camion avrebbe dovuto transitare?!. Dopo i primi due co lpi che erano andat i a segno, Graves osservò dal suo mirino telescopico i rivo ltosi sub-sahariani che saltavano via, come rane impazzite dal camion!. Erano tutti armat i con AK47, alcuni di loro avevano anche un lanciagranate; poi c’erano vari uomini dotati di mitragliatori PKM, molti nastri di munizioni erano portati al busto, al collo da altri fanti che erano armati sempre in AK47. C’erano almeno dieci uomini che erano dotati di mitragliette Scorpion con un lanciatore RPG con tre razzi RPG7 ciascuno. C’erano solo due fanti, che avevano sulle spalle un solo MANPAD SA7 ciascuno ed AK47!. Graves cercò d’identificare dal mirino telescopico, se ci fosse stato qualche intrepido rivo ltoso che fosse stato armato di Dragunov, che da sotto
il camion, stesse cercando di rispondere all’attacco, ma non riuscì a scorgerne nessuno!. I casi erano tre: non c’era un cecchino subsahariano nel plotone nemico, od era già crepato dentro l’abitacolo, oppure il cecchino sub-sahariano non era un cuor di leone!. SDENG! FFFSSSSSS… SDENG! FFFSSSSSS… due colpi diretti centrarono e forarono il radiatore del camion sub-sahariano, uscì molto vapore e grossi getti acqua bollente!. 7
BUM! PPPFFFSSSSSS… un colpo diretto centrò la ruota anteriore sinistra del camion, questa si sgonfiò rapidamente, poi il grosso veicolo prese a piegars i leggermente verso sinistra. L’elicottero da battaglia avrebbe raggiunto il punto d’ingaggio tra +21 minut i. Graves però aveva segnalato la presenza di due fanti armat i di MANPAD, per cui il militare non ripiegò, ma rimase per dare supporto all’elicottero da battaglia, per ingaggiare i due fanti sub-sahariani armat i di MANPAD, quando sarebbe stato necessario. Dopo 10 minuti di silenzio, dato che non giunsero contro il camion sub-sahariano altri attacchi, accadde che otto sub-sahariani corsero abbandonando il sicuro riparo del camion. Questi rivoltosi si distanziarono in linea tra loro, poi s’aprirono a ventaglio: quattro a destra e quattro a sinistra. I sub-sahariani sparacchiarono a caso, cercando di far fuoco contro le vette delle varie dune di sabbia che erano prospicienti, distanti oltre 1000 metri. Erano proprio intrepidi questi sub-sahariani, cercavano di reagire, nonostante sapessero che le loro armi fossero inutili o ltre i 300metri. Era tatticamente utile, che i nemici pensassero che il cecchino NATO se la fosse svignata!. Graves rimase tranquillamente seduto di poco al di sotto della vetta della propria duna, invisibile per il punto d’osservazione dei sub-sahariani. Il sergente Graves dominava il contesto tattico dal pad, tramite l’occhio del drone che ronzava silenzioso in cerchio, a 1000 metri di quota. Non essendoci stati altri ingaggi da parte di Graves, dopo 15 minuti di completo silenzio, il reparto nemico ebbe a tranquillizzarsi e diventò molto operoso!.
Tre sub-sahariani s’erano messi all’opera per cambiare la ruota anteriore sinistra del camion. Uno cercava d’armeggiare attorno al radiatore, per cercare di ripararne i danni. Altri quattro toglievano i due morti dalla cabina di guida, mentre due fanti stavano demolendo con il calcio dell’AK47 il parabrezza anteriore del veicolo, per poter guidare senza impedimenti visivi. I restanti sub-sahariani del plotone erano divisi in due gruppi. Una prima metà era distanziata dal camion, si guardavano intorno ma non avevano dispositivi di precisione. L’altra metà, era composto da donne giovani, queste erano coraggiosamente risalite sul bagagliaio del camion, mentre un sub-sahariano da sotto il camion, stava scrutando le dune prospicienti, usando un binocolo!. - Oh!, oh!, oh!, I got a love that keeps me waiting. Oh!, oh!, oh!, I got a love that keeps me waiting, I'm a lonely boy, I'm a lonely boy…- il sergente Graves canticchiava ridacchiando il ritornello dei Black Keys, mentre valutava il contesto tattico, dal suo pad tattico. -Stoker 1, this is Reaper 3, in bound in 6 minutes, over- disse per radio l’elicottero da battaglia, che stava piombando come un falco sulla posizione d’ingaggio. -Roger, Stoker 1 is ready for action!, overL’elicottero da battaglia giungeva da Nord, veloce e letale, tallonato da due piccoli droni anti_MANPAD, l’equipaggio del mezzo già conosceva la posizione del sergente Graves, quanto quella del target da colpire. Presto sui disgraziati sub-sahariani si sarebbe rovesciato un fuoco d’inferno, da cui nessuno avrebbe potuto salvarsi!. Tuttavia, nonostante il velivolo vo lasse basso per occultarsi, il rumore dell’elicottero anticipò di qualche minuto il suo arrivo. Questo scatenò il panico nel plotone dei sub-sahariani: tutti corsero via come lepri, in modo caotico, cercando di distanziarsi dal proprio camion!. Il primo riparo utile era però ad un chilometro da dove erano dispiegati i sub-sahariani. Un chilometro di corsa, sotto il sole del
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Sahara, alle 10:35 con +42°C con armi e munizioni sul groppone, sarebbe stata un’impresa degna delle fatiche d’Ercole; soprattutto perché dal punto di vista di Graves, i sub-sahariani sembravano in linea come tanti birilli, in attesa d’essere abbattuti!. Graves si mise a scrutare i bersagli con il telescopio del suo SAKO TRG42, mosse una tacca sul fucile, poi fece fuoco. Dopo circa 1.5 secondi un fante dotato di MANPAD cadde a terra. Fu subito soccorso da un secondo fante che gli correva accanto, questi però non si curò di medicare il rivoltoso, ma cercò di prenderne il lanciatore MANPAD SA7. Ovviamente questo Graves non lo poteva permettere: esplose così il cranio del secondo fante sub-sahariano, che cadde come un sasso. Tutti i sub-sahariani che erano in fuga, avevano però visto la scena e probabilmente avevano compreso la lezione: prendere il MANPAD da un fante morto, sarebbe stata una pessima idea!. BUM!, esplose all’improvviso il camion, fu colpito da un razzo che nessuno aveva visto arrivare!. Dopo l’esplosione e la grande onda d’urto, grandi fiamme roventi ardevano divorando il veicolo subsahariano, mentre il plotone sub-sahariano aveva corso in linea, a perdifiato, allontanandosi di circa 100 metri. I sub-sahariani impauriti od esausti, alla fine si gettarono a terra nella polvere: là rimasero!. Le dune erano a circa +880 metri ed erano veramente troppo lontane da raggiungere per i sub-sahariani, che erano anche sulla linea di fuoco del cecchino nemico. Tutto questo, il plotone subsahariano lo aveva capito!. Erano caduti in una trappola, il terreno di battaglia era tutto allo scoperto, un arido pianoro sassoso e sabbioso, privo di qualsiasi protezione naturale, un ottimo poligono di tiro per l’elicottero da battaglia e per il sergente Graves. L’elicottero NATO fece piovere sul plotone nemico una mortale tempesta di fuoco, vomitato dalla mitragliatrice pesante in tiro
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rapido a controllo numerico, che in un attimo falciò dilaniando in pezzi, quasi mezzo plotone sub-sahariano!. L’elicottero da battaglia virò rapido intorno ai resti in fiamme del camion, semi-nascosto dalla rovente nuvola di fumo, i due droni anti_MANPAD si frapposero sostando a mezza quota tra l’elicottero ed il plotone sub sahariano, mentre la mitragliatrice frontale dell’elicottero non smise di far fuoco, macellando anche il secondo fante sub-sahariano che tentò d’impugnare il suo MANPAD. Nessuno dei fanti sub-sahariani che era vicino all’uomo, s’azzardò ad alzarsi, per provare a raccogliere il MA NPAD. Quello che restava del plotone sub-sahariano s’alzò in piedi: i vari machine gunner con il proprio PKM spararono contro l’elicottero, qualche altro provò ad impugnare un RPG ma gli esplose la testa oppure fu tranciato a metà dalla mitragliatrice dell’elicottero!. Quello che rimaneva del mezzo plotone, era nel panico, tutti i fanti abbandonarono le armi, iniziarono disperatamente a correre in ogni direzione!. La battaglia durò circa 4 minuti: più che una battaglia, fu una mattanza. -Stoker 1, this is Reaper 3, all enemys are FUBAR, have a nice day, overL’elicottero corazzato sparì rapido verso Nord. Non c’erano abbastanza truppe NATO, per rastrellare o curare i feriti nemici e scortarli in campi di prigionia. Per altro in pieno deserto del Sahara, dopo le 11:00AM le temperature sarebbero diventate quasi proibit ive, a causa del climate change!. Dopo altri 5 minut i di tiri al piccione, per assicurarsi che tra i feretri non si celassero dei fals i cadaveri, il sergente Graves recuperò il suo drone, poi rientrò all’HQ con il suo Quad 4x4. Sahara desert, una settimana prima. Scese dall’Osprey il fireteam del sergente Graves, subito tutto apparve loro l’ambiente sahariano: arido, assolato, roccioso e polveroso, come una landa marziana!. Sulla pista d’atterraggio
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sassosa e sabbiosa, c’era un’enorme nuvola di polvere alzata dalle pale del mezzo, quando questo ripartì, gradualmente la nebbia arida si dissolse lentamente. -Fog of War di Clausewitz- disse qualcuno del fireteam, ridendo!. Dalla nebbia polverosa apparve come un fantasma, un cartello di legno inclinato, che era piantato nel terreno, con la scritta rossa in campo verde “Rocky Top HQ”. Accanto all’insolito cartello comparve materializzandosi dalla nuvola di polvere, un simpatico sergente dell’89th aviotrasportata, con elmetto e grandi occhialoni ant isabbia, s’abbassò il fazzoletto che gli copriva bocca e naso, sfoderò un simpatico sorriso sornione a 32 denti. -Benvenuti all’HQ Rocky Top, lo abbiamo chiamato così perché questo posto è identico al Tennessee!- disse divertito l’abbronzato sergente. Graves si guardò intorno togliendosi gli occhiali scuri, era in mezzo al nulla, in quella landa desolata arida e riarsa, con un caldo bestiale. L’avamposto era in una valle sassosa e sabbiosa, senza un fottuto albero!. C’era solo un piccolo campo base, martoriato dal sole con varie tende sparse e qualche tendaggio mimetico chiaro. Pannelli solari e due grosse antenne satellitari, vari APC coperti da tende mimetiche, degli Humvee sparsi in modo caotico, quattro piccoli posti di guardia con mitragliatrici pesanti ai vertici del campo, disposti a quadrilatero. Graves si sganciò l’elmetto dal sottogola, poi si asciugò il sudore che grondava dalla fronte, scrutò da capo ai piedi il sergente della 89th e poi disse:”Amico!, ti si é fritto il cervello dal caldo, a forza di stare quì?!”. Il sergente della 89th rise sarcastico e rispose -No! É proprio così!. Le telefonate a casa sono gratis, abbiamo un collegamento satellitare via internet!- Indicò le due parabole che erano piazzate ai bordi del campo. Poi il militare continuò dicendo -Le ragazze beduine della zona sono metà orsi e metà gatte!. Sono off limits perché rischieremmo di far scoppiare una guerra tra le tribù e le
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nostre forze!. Scordatevi di trovare un locale di strip tease, una discoteca, un barIl sergente della 89th si girò indicando un promontorio di sabbia che stava alla sinistra della base -L’altra settimana da quel costone, una squadra é partita di notte con la luna piena, dovevano fare una ricognizione notturna ma si sono quasi persi in mezzo al deserto!. In giro è tutto pieno di qualche fottuta roccia magnetica, le bussole friggono ed il GPS era scarico, nessuno di quegli idioti 12 aveva un backup di pile. Le radio in queste zone a volte funzionano male a causa delle montagne e delle tempeste di sabbia. C’é mancato poco che quei coglioni della ricognizione, non ci crepassero di sete!Il sergente della 89th si voltò, Graves ed il suo fireteam gli s i erano disposti attorno, in semicerchio. -Tutto attorno a noi per milioni di chilometri c’é un dannato deserto!, non cresce niente, ne mais, ne grano, ne alberi, ne un fottuto filo d’erba!. I superalcolici sono vietati!. Se li avete buttateli!, perché se ve li scoprono passate guai seri!. Poi con questo caldo, bere superalcolici é come spararsi in testa con una .357 magnum!.L’alcool disidrata!. Acqua!, Acqua!, Acqua!. Se avete sete bevete Acqua!. Se non avete sete, bevete Acqua!. Se non sapete cosa fare: bevete Acqua!. Dovete bere 2.5 litri di acqua al giorno, altrimenti rischiate di perdere i sensi e cadere in coma!. Fidatevi gente!, alla ROCKY TOP HQ la vita é semplicissima; 1-pulite i fucili continuamente perché é pieno di polvere!, 2bevete molta acqua!, 3-batterie di backup & batterie di backup, sempre per il vostro GPS 4-non uscite in missione senza avere un’adeguata scorta d’acqua!. 5-attenti agli scorpioni!. 6-non gironzolate lontani dalla base da soli, senza avvertire nessuno!”. Il sergente Graves annuì e giratosi verso il proprio FireSquad chiese:”Volpini del deserto!, vi é tutto chiaro?!- Tutto il gruppetto in ordine sparso, annuì ridendo. -Ok! Gente, il tenente vi aspetta per il briefing e gli ordini di missione!- disse il sergente della 89th; poi il gruppetto entrò nella tenda del comando, lasciando zaini e fucili fuori.
Il briefing del tenente fu piuttosto sintetico, in effetti non c’era molto da dire. Obiettivo della missione: difendere le istallaz ioni di Euroma, l’area da presidiare era geograficamente vasta, le truppe NATO erano scarse, quindi ognuno sarebbe stato impiegato come giocatore singolo, a bordo di un Quad 4x4. Scopo di ogni missione notturna: presidiare il confine lungo la piana desertica, patrollando in luoghi strategici. Ingaggiare il nemico per rallentarlo, chiamare il supporto aereo tattico, che poi avrebbe fatto il lavoro sporco. Niente prigionieri e niente feriti, mano pesante, così i rivoltosi avrebbero capito la lezione!. La maggioranza dei rivoltosi sub-sahariani proveniva da Sud-SudEst con armi gengiskane. Prima delle 11:00 era imperativo per ogni esploratore rientrare all’HQ, perché poi le temperature nel Sahara sarebbero diventate proibit ive per un essere umano, a causa del climate change!. Il tenente disse che alla NATO temevano che i satelliti avrebbero potuto collassare, a causa della crisi in Asia; per questa ragione i droni Predator/Reaper erano a terra, l’HQ preferiva la ricognizione a breve raggio ed il classico supporto aereo tattico, per fermare i rivoltosi sub-sahariani. Prima d’entrare in azione tutto il Fireteam sarebbe stato riequipaggiato con SAKO TRG42 oppure M21, Remington 700, Barrett M82. Il resto delle regole d’ingaggio, sarebbe stato riassunto nel picco lo manuale che era disponibile nel pad tattico, che gestiva un mini-drone utilizzabile da ogni fante.
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Capitolo 2 Oh, oh-oh I got a love that keeps me waiting Oh, oh-oh I got a love that keeps me waiting I'm a lonely boy I'm a lonely boy The Black Keys –The lonely boy-
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Ore 4:42 da qualche parte su una piccola isola greca. Il capitano Miller incurante dei proiettili che fischiavano intorno a lui, scese correndo a zig-zag tra gli aridi sterpi, puntando verso il piccolo paese. Il militare con sangue freddo, ingaggiò a vista, rapido e preciso, tutti i cartaginesi che erano ancora in piedi ed intontiti, sul grande piazzale prospiciente il centro abitato, sparando loro un paio di co lpi di fucile mirando al bersaglio grosso, aiutandosi con il suo mirino laser. _________________ Ore 3:50 da qualche parte su una piccola isola greca. Il capitano Miller armeggiava preoccupato con la radio, inviando un SMS satellitare all’Head Quarter per richiedere un’estrazione d’emergenza, con un elicottero. Matt Burkholder era l’infermiere, riempiva di morfina il soldato Meek che era ridotto male, mentre giaceva dolorante sulla piccola barella di tela ed alluminio, che era in terra. Thomson soprannominato Techno era l’operatore dell’hardware tecnologico: non c’erano robot o link satellitari da attivare, il militare era seduto con mezzo volto fasciato, un solo occhio sano, in silenzio, attendeva che l’infermiere gli desse della morfina.
Il possente sergente maggiore Freeman era ancora inco lume come il capitano Miller, Freeman era armato di un fucile M21 silenziato, con mirino telescopico, aveva un visore notturno, ed era andato poco più avanti per dare uno sguardo al picco lo paese che stava oltre la collina, dato che era un passaggio obbligato per raggiungere l’Evac Po int. -Signori, siamo piuttosto nella merda!- disse laconico il capitano Miller, rivolgendosi a Freeman, Burkholder, Meek e Thomson. –Ho chiesto un’estrazione notturna, in emergenza, con un elicottero. Il comando non ha acconsentito. Dopo quello che ci è capitato oggi, l’HQ ritiene che i cartaginesi abbiano tantissimi MANPAD e ci romperebbero il culo, abbattendo ancora una volta gli elicotteri!. Quest’isola è considerata persa, dall’alto comando NATO. Alle 6:00 sono attesi tanti altri sbarchi cartaginesi, tutta l’isola brulicherà di questi bastardi!. La marina militare greca però ci ha inviato una motovedetta in soccorso!. La motobarca arriverà alle 4:05, attenderà al largo nella baia. Resterà in silenzio radio, a motori e luci spente. La PBY rimarrà in zona sino alle 5:30 poi filerà via, con noi o senza di noi. Potremo contattare la barca dalla spiaggia, solo con brevi segnali luminosi, i greci ci verranno a prendere in spiaggia usando un piccolo gommone biposto, a remi. Abbiamo solo 75 minuti per percorrere 6km, perché ci vorranno 8 viaggi di gommone. Serviranno 25 minuti per salire a bordo della PBY, in silenzio, senza farci scoprire dai cartaginesi, che hanno occupato il vicino paese!. Questa è la nostra posizione – disse il capitano Miller indicando un punto sulla cart ina- Tra noi e la spiaggia c’è questo maledetto piccolo paese, che è stato invaso dai cartaginesi. Ci sono solo due strade che portano alla baia. La prima strada passa per il paese, sarebbero solo 2 km da percorrere, ma non è una soluzione praticabile.
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L’altra strada, non è una strada: consisterebbe nel girare attorno al paese, per 6km, muovendosi tra sassi, campi aridi e sterpi. Tuttavia, l’ultima parte del tragitto costeggerà il paese, perché c’è una sola via per raggiungere l’Evac Point. La costa è troppo rocciosa ed aspra, non c’è modo di scendere a mare, passando dalla vetta del monte che è sito alle spalle del paese. Purtroppo, non ci sono altre spiagge per un EvacPoint sicuro, questa è l’unica maledetta spiaggia a Nord di quest’isola, dove i 17 battelli cartaginesi non hanno mai attraccato, non è ancora presidiata da vedette nemiche!.Il capitano Miller si rivo lse al sergente Freeman e chiese –Come è la situazione al paese?!-E’ un delirio infernale!- rispose Freeman scuotendo la testa – quei fottuti bastardi, stanno facendo la loro pulizia etnica: massacrano la popolazione civile!. Inoltre, ho visto alcune vedette cartaginesi di guardia, poco fuori al paese: sembrano controllare le due vie principali d’accesso al paese!-Forse questa cosa può tornarci utile!- disse il capitano Miller che continuò gelido – Sinchè i cartaginesi faranno il loro inferno in paese, non s’accorgeranno di noi. Burkholder e Thomson porteranno la barella di Meek, mentre il Sergente Freeman coprirà l’aggiramento del paese. Dovrete girare intorno al paese, rapidi, silenziosi, possibilmente senza ingaggiare ostili cartaginesi. Forse, sarete costretti a liquidare alcune sentinelle a Nord del paese. Il sergente Freeman con il suo M21 silenziato, sarà risolutivo. Il terreno in quella zona è allo scoperto, c’è anche Luna piena!. Per assicurarsi di poter sgusciare via, senza rimanere inchiodati dal fuoco nemico, vi servirà un maledetto diversivo a Sud!. Questo distoglierà i cartaginesi dal manovrare e rastrellare a Nord. L’Evac Point rimarrebbe anche sicuro, dandovi il tempo per filarvela!.-Signore, non è un piano questo!- esordì il sergente Freeman –è una missione kamikazee!. Non avrebbe il tempo necessario per tornare sulla collina, girare intorno al paese, raggiungere
l’EvacPoint incolume. La motobarca sarebbe già salpata!. Inoltre, non può passare attraverso il paese: è maledettamente strapieno di cartaginesi, non potrebbe mai raggiungere la spiaggia!. Inoltre, anche se riuscisse ad uscire dal paese vivo, avrebbe tutti i cartaginesi alle costole!. Noi tutti invece, possiamo girare attorno al paese e raggiungere la spiaggia!Il capitano Miller storse la bocca e rispose nervosamente –No!, E’ un fottuto imbuto mortale, la strada per la spiaggia è allo scoperto. 18 Rimarremmo inchiodati sotto il fuoco cartaginese, che proverrebbe dal paese. Inoltre, le forze nemiche manovrerebbero uscendo dal paese, ci chiuderebbero a tenaglia in una sacca. C’è la Luna piena, è estate, in Grecia albeggia presto. Tra poco perderemo anche il poco concealment di cui disponiamo!. E’ necessaria una maledetta diversione a Sud. La diversione deve essere energica, deve essere convincente, dovrà distogliere l’attenzione cartaginese da cosa accadrà a Nord del paese!.-Lasciatemi quì- esordì il soldato Meek –senza di me, Burkholder e Techno non impugneranno la barella, ma potranno sparare. Io vi rallento!. Se mi lasciate quì, voi sarete rapidi, tutti armati, potrete raggiungere la spiaggia, girando intorno al paese!-Meek stai zitto!- sibilò il capitano Miller –sei un fottuto coglione, ti sei fatto anche sparare addosso!. Quindi, su questa storia non hai diritto di parola!-Posso farla io la diversione!- disse il sergente maggiore Freeman, mentre nervosamente si morse le labbra, storcendo la bocca –Io ho il mio M21 con il silenziatore; sono ancora pieno di mags. Poi mi nasconderei nell’isola. Ho ancora due razioni K e se mi date la vostra acqua delle borracce, riuscirò a farmela bastare!. Voi dopo qualche giorno, potreste prelevarmi di notte, da qualche parte, con un elicottero!-No!- rispose il capitano Miller, che scosse la testa, prese ad agitare sempre più nervosamente le sue mani –L’isola è data per persa dall’HQ, nessuno della NATO tornerà su quest’isola!. Inoltre ne io, ne l’infermiere, ne Meek, ne Thomson, abbiamo il silenziatore sui
nostri SCAR-L. Quando saremo costretti ad aprirci la strada a Nord del paese, finiremmo per rivelare la nostra presenza. Manderemmo in vacca tutta la tua diversione disegnata dal tuo M21 silenziato. I cartaginesi infatti, penserebbero che quello che accade alle loro spalle, ossia a Nord del paese, potrebbe essere l’attacco principale: noi finiremmo inchiodati sotto il fuoco nemico!. Invece te, poi saresti braccato ed ucciso come un animale, con l’arrivo degli altri cartaginesi alle 7:00. Thomson non ha mai avuto molta mira, figuriamoci con un occhio solo, i cartaginesi lo ammazzerebbero subito. Noi non avremmo il tempo per girare attorno al paese, perché poi i cartaginesi rastrellerebbero l’area intorno al paese!. Burkholder è indispensabile, nel caso che qualcuno sia ferito da qualche pallottola vagante!.Prese la paro la l’infermiere Matt Burkholder che disse –Signore!, potremmo nasconderci nell’isola, cercare di rubare qualche battello cartaginese, per salpare in modo autonomo verso la Grecia!Il capitano Miller prese la borraccia, ne bevve un sorso, poi s’asciugò il palmo sudato delle mani sulla mimetica e disse –No!, questa isola è data per persa dal comando NATO. Ogni battello che salperà da domani, sarà attaccato dalle forze NATO. Inoltre, l’isola dalle 7:00 brulicherà di cartaginesi, noi non potremmo fare mezzo metro, senza essere ammazzati!. Basta discutere!. Sono io in comando!. Questa maledetta cosa la posso fare solo io!. Questo è un ordine!. Burkholder, Thomson tenete solo due caricatori per i vostri SCAR-L. Datemi il resto degli STANAG, le due granate a mano. Lo SCAR-L con l’EGLM di Meek, le sue ultime 3 granate, le prendo io!. Conservate le vostre pistole M17 con tutti i caricatori in 9mm, potrebbero servirvi!. Lasciate invece le borracce, le radio portatili, il pad tattico, le razioni K, il piccolo drone, ecc... Portatevi la vostra torcia tattica, vi servirà per contattare la PBY. Dovete essere leggeri, per poter sgusciare via silenziosi, attorno al paese!-
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Mentre l’infermiere porgeva i suoi tre caricatori in 5.56NATO al capitano Miller, disse –Signore, potremmo sfilare anche gli anfibi a Meek. Forse risparmieremmo almeno un kilogrammo di zavorra!Thomson allungò al capitano Miller i suoi quattro caricatori STANAG e le sue due ult ime granate a mano, poi disse –Signore, se togliamo gli anfibi a Meek, i cartaginesi ci fiuteranno da chilometri e saremmo fottuti!.Il capitano Miller aveva la mascella contratta, stivava nervosamente l’equipaggiamento nella sua sporta tattica, commentò lapidario –Sì, sfilate gli anfibi al soldato Meek, risparmierete peso, appallottolate un sasso nei suoi calzini, così avrete anche una bomba chimica da lanciare ai cartaginesi!Il sergente maggiore Freeman porse al capitano un fumogeno e tutti i suoi caricatori in 9mm. Il capitano Miller prese il fumogeno e solo due caricatori, poi disse –No John, mi bastano solo due caricatori per M17, non voglio essere troppo pesante!.-Signore!, posso aiutarla in qualche modo?!- chiese con tono triste e preoccupato, il sergente Freeman. Il capitano Miller smise di verificare lo stato di buon funzionamento del fucile e del lanciagranate del soldato Meek, che impugnava; Miller estrasse la mappa dalla tasca e la studiò per qualche secondo, poi disse –Sì!, amico mio, dammi la tua scatola con la pasta mimetica, sei già nero di tuo come un tizzone di carbone!.Il sergente maggiore John Freeman sorrise, porse la picco la scatola di metallo con la pasta mimetica scurente per il volto. -John- disse il capitano mentre s’impastava nervosamente il volto con una doppia dose di nero mimetico - dopo che avrete passato l’imbuto stradale che costeggia il paese, trova un buon posto riparato per coprire il ripiegamento di Burkholder, Meek e Thomson sull’EvacPoint. Ti sarei grato se tu potessi togliermi un po’ di cartaginesi dalla coda, se uscirò dalla via principale del paese, dato che avrò tutto l’inferno alle calcagna!.-
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-Certo signore!, lo consideri come fatto!- disse il sergente maggiore John Freeman, che salutò in modo marziale il capitano Miller. L’infermiere Burkholder, il soldato Meek, Thomson imitarono il sergente, salutando in modo marziale. Il capitano Miller rispose al saluto e disse –Ci ritroveremo all’EvacPoint, ma non aspettatemi!.Ore 4:02 da qualche parte su una piccola isola greca. Il capitano Miller era steso tra le sterpaglie, osservava con il piccolo binocolo tattico i quattro marines che erano chinat i, mentre cercavano silenziosamente di correre rapidi, lungo le pendici aride e desolate, popolate da alte sterpaglie.
Miller lanciò il suo piccolo drone, ne pilotò la direzione dal pad tattico, mentre osservava le immagini dalla picco la telecamera frontale. Il picco lo paesello greco brulicava di cartaginesi, questi avevano già perpetrato una totale pulizia etnica!. C’era un’enorme catasta di feretri, composta da pezzi di esseri umani, teste, mani, gambe, braccia, piedi, erano accatastati sul grande piazzale prospiciente il centro abitato. Per lo più erano resti umani di uomini, giovani, vecchi e donne anziane. Era un’enorme pila di arti, alta come un furgone. Alcuni cartaginesi ci versarono una tanica di benzina, poi diedero fuoco. Divampò un’enorme falò che t inse di rosso il grande piazzale, dove c’era anche un’enorme quantità di sangue, che era quasi incredibile da credersi!. Molti cartagines i, iniziarono ad urlare e danzare, agitando per aria i loro pugni chiusi, brandendo minacciosi grosse armi da taglio, mimando poi mortali fendent i nell’aria!. Nell’aria prese a diffondersi un fumo grigio e puzzolente che presto, ammorbò l’aria!. Le strade del piccolo paese greco avevano tutti i lampioni stradali spenti, anche la via principale che Miller avrebbe dovuto percorrere
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era completamente al buio. Anche nelle case del paese, tutte le luci interne erano spente, non si scorgeva alcuna lampadina elettrica accesa nelle case!. Il paese era al buio, palese evidenza che non c’era corrente elettrica nell’isola!. Questa cosa, era di certo una buona cosa: Miller avrebbe avuto più concealment, anche se doveva vedersela contro un plotone d’invasati cartaginesi, in un contesto che era fortemente illuminato da una Luna piena, che svettava in cielo silenziosa ed ignara delle vio lente umane sorti. Quasi tutte le case del paese avevano le porte aperte, si sentivano pentole metalliche gettate a terra, rumori di vetri rotti, porte sbattute, cassetti e mobilia rovesciata, il microfono direzionale del drone intercettò anche brusii e dialoghi cartaginesi, all’interno degli appartamenti. La falange cartaginese non aveva ancora ultimato il saccheggio del paese!. Tuttavia, sul percorso che Miller avrebbe dovuto fare, ogni porta e finestra, avrebbe potuto trasformarsi all’improvviso in una maledetta minaccia mortale!. La buona notizie era che all’entrata del paese, quanto all’uscita del villaggio, c’erano solo due vedette cartaginesi, tutte armate in AK47, senza visori notturni: il resto della falange cartaginese era probabilmente sparsa nel paesello greco?! C’era infatti un grosso gruppo di giovani, molti uomini, che in coro urlavano, ridevano, bevevano, guardavano!. Erano tutti racco lti in un ampio semicerchio sul piazzale, vicino all’entrata principale, proprio lungo la strada che Miller avrebbe dovuto percorrere, per uscire dall’altro lato del paese!. Il fo lto gruppo stava stuprando violentemente una diecina di donne greche, anche in due o tre alla volta: solo alcune donne greche urlavano e tentavano di dimenarsi, le altre erano inerti e silenziose, forse morte o prive di sensi. Obbligat i ad assistere all’orrenda violenza, perpetrata su madri e/o sorelle, c’era una fila di vent i bambini greci. Questi piangevano, si coprivano il vo lto con le mani, altri disperati erano abbracciati in
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cerchio tra loro, singhiozzando. I bambini e le bambine greche erano in cerchio, presidiati da donne soldato che in spalla avevano mitragliette Scorpion, ma in mano brandivano minacciose grossi macete. Il picco lo manipolo di marines, nel frattempo aveva quasi raggiunto il punto critico: la strada ad imbuto, con terreno allo scoperto, prossimo alla via per il mare, che costeggiava perico losamente il 23 paese. Era quasi l’ora d’andare, pensò amaramente il capitano Miller, mentre lasciò in terra il picco lo binocolo tattico. Il capitano Miller dette un’ultima occhiata al pad tattico, s’accorse che tra i vari cartaginesi che danzavano attorno all’orrenda pila di cadaveri in fiamme, c’era un fante cartaginese che impugnava un pad: non partecipava al macabro rito!. Il giovane all’improvviso alzò gli occhi al cielo, quasi co me se stesse cercando qualcosa nell’aria: pose il suo sguardo esattamente nella direzione della telecamera del piccolo drone, che nel frattempo lo stava zoomando, sotto il controllo remoto del capitano Miller, che cercava di capire che stesse facendo il cartaginese con il proprio pad. Era assai improbabile che il picco lo drone si fosse rivelato ai cartagines i, dato che il piccolo robottino volante era elettrico, ed era silenzioso; inoltre c’era un’infernale trambusto, per lo più causato dall’orgia cartaginese, dalle urla dei danzatori notturni attorno al macabro falò. Il drone tattico lavorava sul WiFi in multifrequenza, aveva il protocollo criptato, trasmetteva al pad del capitano Miller immagini in alta definiz ione ad alto refresh, cambiando continuamente la propria frequenza wireless, all’interno tuttavia di un dato spettro di frequenze possibili. Forse il pad cartaginese poteva accedere alla cifratura NATO?!
Oppure il giovane cartaginese era riuscito solamente con il suo pad tattico ad intercettare il campo WiFi emesso dal drone?! Se fosse stato così, anche la sola presenza di un campo elettromagnetico non identificato, avrebbe indicato che qualcuno, da qualche parte, stava osservando in tempo reale la falange cartaginese!. Questo poteva essere un buon motivo, per dare l’allarme!. Ore 4:40 da qualche parte su una piccola isola greca. Il capitano Miller canticchiò tristemente a bassa voce il ritornello dei Black Keys - I'm a lonely boy, I'm a lonely boy, Oh!, oh!, oh!, I got a love that keeps me waiting. Oh!, oh!, oh!, I got a love that keeps me waiting, - inserì rapido una granata nel lancia bombe EGLM del suo fucile, poi prese la mira con cura. Il giovane cartaginese armeggiava sul suo pad, camminò con passo deciso, dirigendosi verso il folto gruppo di soldati cartaginesi che erano impegnati a bere, ridere, picchiare, violentare le poche donne greche, che gridavano disperate!. La prima granata a frammentazione cadde proprio nel gruppo di uomini intenti a vio lentare: fece un macello!. Un grosso boato interruppe l’orgia!. Iniziarono a diffondersi urla di dolore di tono maschile, mentre erano ancora numerosi i cartaginesi che in semicerchio, sembravano intontiti e storditi, come se non avessero compreso cosa era accaduto!. Dopo un paio di secondi, cadde un’altra granata a frammentazione, fece una seconda ecatombe, mettendo fuori combattimento quasi tutti i fanti cartaginesi, che erano barcollanti. Il capitano Miller incurante dei proiettili che fischiavano intorno a lui, scese correndo a zig-zag tra gli aridi sterpi, puntando verso il piccolo paese. Il militare con sangue freddo ingaggiò a vista, rapido e preciso, tutti i cartaginesi che erano ancora in piedi e dispersi sul grande piazzale prospiciente il centro abitato, sparando loro un paio di colpi al bersaglio grosso, aiutandosi con il suo mirino laser.
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Capitolo 3 Oh, oh-oh I got a love that keeps me waiting Oh, oh-oh I got a love that keeps me waiting I'm a lonely boy I'm a lonely boy The Black Keys –The lonely boy-
Erano le 0:22 il tenente Miles con il primo fireTeam si diresse a piedi verso l’aeroporto, lasciando il co mando del secondo fireTeam al sergente Graves. Gli ordini per il sergente Graves erano semplici: mantenere la posizione nel porto di Malta sino alle 4:30 poi evaquare con l’AAV7 entro le 4:45 senza aspettarlo, perché per le 6:30 era attesa una nuclearizzazione tattica dell’isola, dalla NATO. Erano le 1:25 quando il gruppo del tenente Miles uscì dal paese “Il Brogli”, per iniziare a recarsi all’aeroporto. Il gruppetto dei marines era dotato di maschere antigas, riuscì così a girare lungo i margini del paese, restando illesi dai fumi tossici dell’incendio che ancora divampava violento. Le grandi e rosse fiamme, divoravano qualsiasi cosa, il calore era infernale. Per questa ragione il FireTeam fu costretto a costeggiare i bordi dell’incendio, dato che non fu possibile attraversare il paese, per dirigere diretti verso l’aeroporto. C’era un fumo nero, denso, greve, tossico, mortale, non si vedeva niente a meno di mezzo metro: uno scenario così i marines l’avevano studiato solo a storia militare, negli scontri in Kuwait, durante la Seconda guerra del Go lfo. -Prenderemo la strada principale, spero che non ci siano IED - disse il tenente Miles parlando sotto voce –I cartaginesi ne hanno disseminate così tante, che hanno rotto il culo al nostro secondo plotone. Il Terzo plotone avrebbe dovuto consolidare l’aeroporto, ma dato che il secondo plotone era stato distrutto, il comando ha lanciato in battaglia anche il terzo plotone. Hanno lottato come leoni, l’obiettivo è stato raggiunto, adesso controllano una parte dell’aeroporto!. L’ordine di attacco al terzo plotone è stato dato anche per ingaggiare i cartaginesi da Sud, mentre delle forze navali NATO a nord, cercavano di soccorrere i maltesi asserragliati alla Valletta, che si difendevano con le unghie e con i denti.
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La pista dell’aeroporto però è risultata essere piena di buche, le hanno scavate con le ruspe i cartaginesi durante la giornata, de facto la pista non è utilizzabile dagli aerei NATO. Alla USS Tarzawa non ci sono riserve di fanteria da gettare in battaglia!. Non si possono usare gli elicotteri, perché i cartaginesi hanno molti MANPAD. Il nostro saliente è stato tagliato dai cartaginesi che continuano ad affluire nell’isola!. Quello che resta del secondo plotone è accerchiato, mantiene con difficoltà la propria posizione 27 dentro l’aeroporto!. E necessario che qualcuno li aiuti a rompere l’accerchiamento, tenendo aperto un varco, da cui muovere ad Est, per filare via!.-E’ una situazione tattica maledettamente rognosa- disse De Santos il marksmen che imbracciava stretto il suo M21 con mirino telescopico. -Che stanotte non ci sarebbe stata una festa con un barbeque, birra e ragazze in topless, ve lo avevo detto!- disse il tenente Miles che poi aggiunse –Sono le 1:25 il nostro AAV7 salperà alle 4:45.De Santos annuì e disse –Ok!, allora è meglio darci una smossa, apro io la strada!I cinque uomini in colonna frazionata, procedevano rapidi e silenziosi, con il marksman De Santos in avanscoperta: correvano bassi tra i rottami d’auto in fiamme, crateri d’esplosioni, carcasse di tank M1 in fiamme, molte barricate distrutte, cadaveri e pezzi di esseri umani sparsi ovunque. I combattimenti erano stati violenti, anche lungo la rotabile per l’aeroporto!. Erano le 1:35 e l’avanzata procedeva insolitamente rapida e silenziosa, stranamente senza alcuna resistenza cartaginese. Iniziò a maturare l’idea nel tenente Miles che forse i cartagines i dopo aver stroncato l’attacco dei Marines all’aeroporto di Malta, si fossero defilati verso la capitale la Valletta. L’aeroporto aveva la pista devastata, era inutilizzabile: forse c’erano solo pochi cartagines i che ingaggiavano quello che rimaneva del terzo plotone, che era asserragliato in difesa nell’aeroporto di Malta!.
Il terzo plotone era già stato avvertito con un SMS tattico, dell’arrivo di un FireTeam amico da Est, quando all’improvviso alle 1:41 un’IED esplose, uccidendo il marksmen De Santos, poi piovve sui quattro marines una potente grandinata di fuoco di PKM, proveniente dal tetto dell’aeroporto!. Per fortuna sulla strada c’erano molte rovine di blocchi stradali semi-distrutti, che fecero da improvvisato riparo ai marines. Il tenente Miles non lo sapeva, ma a far detonare una delle poche ultime IED inesplose, era stata Afia, mentre a far fuoco con varie raffiche di PKM era stato Abasi. I due cartaginesi erano arroccat i sul tetto dell’aeroporto di Malta, presidiavano la rotabile ad Est, per interdirne l’uso, mentre sul loro fianco destro potevano coprire parte della pista dell’aeroporto, dove poco distante c’era la ruspa di Kumi e Shami. -Come sta De Santos?!- chiese l’infermiere Sanchez. -E’ morto!- rispose lapidario il tenente Miles. De Santos e Sanchez erano grandi amici, erano nati nello stesso quartiere, si erano arruolati nei Marines lo stesso giorno. Mogli e figli giocavano assieme, vivevano in due villette vicinissime, praticamente erano due amici inseparabili. Mentre il tenente Miles attirò il fuoco nemico, sparando qualche colpo, il possente marine di co lore Robinson impugnò il suo lanciarazzi Amerikansky RPG7 caricato con testata HEAT e fece fuoco contro il tetto. Mezzo tetto in cemento saltò via, aprendo una voragine nel palazzo grande quanto un furgone!. Abasi morì sventrato in vari pezzi, mentre Afia fu ferita gravemente da varie schegge, cadendo al piano sottostante, poi entrò in coma. –Ammazzali tutti quei bastardi!- sibilò pieno d’odio l’infermiere Sanchez rivolgendosi a Robinson. Fu l’unica cosa che Sanchez ebbe a dire quella notte, dopo che constatò di persona che il suo amico De Santos era morto, diviso in due parti dall’esplosione dell’IED. Serviva un marksman nel FireTeam, il tenente Miles strisciò accanto al cadavere del caporal maggiore De Santos, prese il suo fucile M21
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e tutte le sue mags. Mentre lo SCAR-L di Miles che era dotato di lanciagranate lo prese l’infermiere Sanchez, che abbandonò il suo Colt M4. Le granate per il lanciatore EGM però se le caricò sulle spalle il possente Robinson, disse ridendo che s’era liberato del peso di una delle quattro testate HEAT che si portava sulle spalle!. Alle 1:52 il caporale Growler armato di mitragliatrice FN entrò nell’aeroporto aprendo la strada, seguito subito dagli altri 3 militari del FireTeam: dopo pochi minuti, il tenente Miles si ricongiunse con quello che restava del terzo plotone. La situazione del terzo plotone era pessima, perché dopo le 0:22 c’erano stati vari attacchi di cartaginesi che erano cessati alle 1:10. Quello che restava del terzo plotone era composto da 5 fanti abili + 9 marines feriti che erano tutti gravi, necessitavano d’assistenza, altrimenti non sarebbero sopravvissuti. Le forze del tenente Miles erano esigue: 9 fanti abili (incluso Miles ed i suoi 3 fanti del FireTeam) con il problema di spostare 9 feriti. Non si poteva restare asserragliati all’aeroporto, in quanto l’area alle 6:30 sarebbe stata nuclearizzata dalla NATO. In ogni caso nessuno sarebbe giunto in aiuto di Malta, anche se i Marines fossero sopravvissuti all’esplosione atomica, poi sarebbero stati sopraffatti dagli sbarchi cartagines i. Era atteso che questi sarebbero continuati per tutta la giornata successiva, nonostante il bombardamento atomico tattico. Erano le 1:58 c’erano soltanto 3 ore per raggiungere l’aeroporto!. Se l’operazione si fosse svolta a piedi, in silenzio, sarebbero stati necessari 6+6 viaggi. I primi 6 viaggi, in uscita avrebbero estratto un solo ferito: il tenente Miles e Growler sarebbero stati in protezione di Robinson e Sanchez, i quali trasportando una barella con un ferito, non avrebbero potuto sparare in caso di rapida necessità. Non si poteva sguarnire il caposaldo dell’aeroporto, tirando via i 5 marine del terzo plotone che erano attestati a difesa, altriment i i cartagines i avrebbero conquistato il caposaldo, ammazzando tutti.
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L’ultimo viaggio, però lo si sarebbe potuto espletare portando via 3 feriti in una volta sola: sarebbero stati trasportati da 6 fanti, in protezione del distaccamento ci sarebbero stati 3 fucilieri. In totale 13 viaggi da fare in 3 ore, ossia 13minuti a tragitto. Non era umanamente possibile evaquare via terra, a piedi, sfilandosi in silenzio, nell’oscurità della notte. Il FireTeam del tenente Miles era partito dal porto di Malta alle 0.22 senza l’onere di trasportare feriti, aveva costeggiato il paese “Il Brogli” in fiamme, aveva gestito un conflitto a fuoco, poi aveva raggiunto l’aeroporto alle 1:58 necessitando di +80 minuti, per percorrere l’accidentato percorso!. Alle 2:01 il tenente Miles contattò la USS Tarzawa informandoli della situazione, chiese un’estrazione con degli elicotteri. Se però anche un solo elicottero avesse trasferito almeno 6 feriti, allora l’operazione di soccorso sarebbe stata possibile via terra, perché a giudizio di Miles le restanti 3 ore sarebbero state sufficienti per tornare al porto. Le comunicazioni radio dall’aeroporto verso il sergente Graves, erano molto disturbate, forse a causa del jamming dei cartaginesi. Se il tenente Miles avesse saputo la reale situazione del terzo plotone all’aeroporto, si sarebbe portato una tanica di carburante per rifornire qualche Stryker, ma il tenente dei marines aveva preso l’iniziativa d’istinto, senza stare a pensarci troppo, evitando di perdere del tempo prezioso. Le comunicazioni radio con la USS Tarzawa erano ancora possibili, almeno per adesso. Il comando della USS Tarzawa alla radio negò l’uso degli elicotteri. Tuttavia i due droni Reaper erano atterrati sulla USS Tarzawa, li stavano riarmando, sarebbero stati dispiegat i sul campo a media quota, per offrire supporto aereo tattico al tenente Miles. Al comandante della USS Tarzawa non piacque l’iniziativa che era stata presa dal tenente Miles, ma dato che l’evaquazione era
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stata pianificata per le 4:45 i due droni avrebbero aiutato la missione di soccorso sino alle 5:00. All’aeroporto c’era un solo APC Stryker che per fortuna non era stato distrutto o danneggiato in combattimento, però aveva il serbatoio quasi vuoto. Non ci sarebbe stata benzina sufficiente per raggiungere il porto, perché il carburante dell’APC era stato travasato in taniche, per sostenere in combattimento un tank Guzzler, in supporto del Terzo plotone. Poi il carburante del tank M1 era terminato, il tank fu disabilitato ed abbandonato, perirono anche due dei quattro carristi, nell’abbandono del mezzo. Il tenente Miles comunicò per radio alla USS Tarzawa che avrebbe stivato tutti i feriti nello Stryker, il mezzo era quasi privo di benzina, mentre i restanti 7 fucilieri, avrebbero coperto la rit irata del veicolo. Sicuramente l’APC sarebbe rapidamente rimasto senza benzina e non avrebbe mai raggiunto il porto!. Tuttavia a giudizio di Miles, ci sarebbe stato tempo e modo per trasferire a mano dal porto, varie taniche di benzina per rifornire l’APC e poi raggiungere la USS Tarzawa. Il comandante della USS Tarzawa disse che avrebbe trasferito delle taniche di benzina, lasciandole nel porto di Malta, nell’area presidiata dai militari maltesi; la USS Tarzawa avrebbe offerto supporto aereo tattico con i due droni, sino alle 5:00 ma altro non poteva fare, a sostegno dell’iniziat iva del tenente Miles. Miles aveva solo 2h e 40minuti per applicare con successo il suo piano. Alle 2:05 iniziò rapido e silenz ioso, il trasbordo dei feriti, dal caposaldo dell’aeroporto verso lo Stryker: questo era in mezzo alla pista, immerso tra buche, ruspe abbandonate, cadaveri, detriti d’esplosione d’ogni genere. Per risparmiare carburante, il veicolo non fu avvicinato al caposaldo marines. Due fucilieri in copertura, con al seguito 2 fanti che trasportavano una barella ed un ferito e via così dicendo... Salirono a bordo dell’APC un guidatore ed un artigliere, i quali però non accesero il motore del veico lo, sia per non dare nell’occhio, sia per risparmiare il carburante!.
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Alle 2:39 il trasbordo di tutti i 9 ferit i era terminato, l’intima speranza del guidatore e dell’artigliere, tanto quanto dei 9 feriti che erano stati stivati nel mezzo, era quella di riuscire a fare quanta più strada possibile, prima di rimanere senza benzina, trasformandosi in un grosso e facile bersaglio fisso. Alle 2:41 l’APC Stryker che s i mosse lento, con i fari spenti, fu centrato da tre RPG che furono lanciati dalla parte sud dell’isola. Il mezzo esplose in una grossa nuvola di fumo scuro, nessuno ebbe 32 ad uscire dal mezzo!. Con loro rimasero a terra anche due marines del terzo plotone che camminavano a distanza ravvicinata dal veicolo, nel tentativo di proteggerne la manovra. I droni Reaper, attaccarono varie posizioni nemiche che erano arroccate in varie palazzine a Sud dell’aeroporto. Fu però impossibile stabilire quante furono le perdite dei cartaginesi, i sopravvissuti del terzo plotone erano solo 3 a cui aggiungere i 3 marines + il tenente Miles. Alle 2:45 i due droni furono dirottati verso il mare, perché la USS Tarzawa riferì che stavano arrivando nuove ondate di cartaginesi. Ingaggiare di notte i cartaginesi sull’isola era meno efficiente di affondare naviglio cartaginese in arrivo sull’isola. Se tutti i battelli cartagines i avessero approdato nell’isola, la situazione per i marines sarebbe rapidamente diventata impossibile. I 3 marines del terzo plotone erano anche bassi con le muniz ioni, avevano combattuto a lungo per tenere il caposaldo dell’aeroporto, così per far restare in azione i 3 fucilieri, il machine gunner Growler, il possente granatiere Robinson, l’infermiere Sanchez, dovettero condividere le loro scorte di munizioni, con l’ordine di risparmiare i colpi. Il Tenente Miles armato di M21 ordinò al manipolo di 6 marines di sganciarsi dal fuoco dei cartaginesi che proveniva da nord e dall’aeroporto. Forse erano fanterie cartaginesi che provenivano dalla Valletta. Il tenente avrebbe coperto il ripiegamento del FireTeam superstite, manovrando di lato e garantendo fuoco d’efficacia, sporadico e pulito con il suo M21. Poi il FireTeam
avrebbe coperto in modo sporadico il tenente, dandogli la possibilità di sganciarsi senza troppi rischi. Era necessario ingaggiare da ambo le part i i cartaginesi, evitando che questi potessero accerchiare i marines che disperatamente tentavano un ripiegamento verso il porto. Alle 3:15 il comando della USS Tarzawa comunicò via radio che il porto di Malta, era sotto un pesante attacco delle milizie cartaginesi che provenivano dal nord del paese. C’era stato uno spostamento di truppe dalla Valletta al porto di Malta. Molt i cartaginesi filtravano da nord, piegando ad Est, per evitare il grande incendio della cittadina “Il Brogli”, queste truppe percorrevano lo stesso percorso del tenente Miles, tagliando così la strada al manipolo di marines. I sette marines erano scarsi con le munizioni, furono costretti a ritornare verso l’aeroporto, poi avrebbero piegato a Sud, per tentare di raggiungere la costa. Le abitazioni a Sud dell’aeroporto erano già state attaccate dai droni Reaper, il comando della USS Tarzawa sperava che la presenza cartaginese fosse marginale. Il tenente Tales alle 3:20 con il suo AAV7 era salpato dal porto di Malta, diretto verso la costa maltese che era prospiciente l’aeroporto. Avrebbe sostato in mare dalle 3:45 e sarebbe rimasto in attesa d’approdare a Sud dell’isola, per imbarcare i marines superstiti!. Il rischio a cui s’esponeva il tenente Tales con il suo AAV7 era altissimo, dato che proprio da Sud stavano arrivando molti sciami cartaginesi. Inoltre tutta la costa Sud dell’isola di Malta era in mano ai cartaginesi, di cui però s’ignorava dislocazione e consistenza di truppe!. Nel frattempo il sergente Graves alle 3:25 assieme alle truppe maltesi erano sull’LCU, avevano abbandonato il porto di Malta, grazie all’aiuto dei massicci t iri dell’artiglieria navale del destroyer Uss Popeye. I due droni Reaper erano in volo a Sud dell’isola, stavano ingaggiando un denso sciame cartaginese che tra poco tempo avrebbe raggiunto l’isola di Malta.
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Alle 3:40 i sette marines furono ingaggiati da fuoco cartaginese, proveniente da Sud, questo gli impedì di superare la pista dell’aeroporto. Il tenente Miles si sganciò dal distaccamento per ingaggiare come marksmen libero, i cecchini cartaginesi che sparacchiavano da Sud. Alle 3:41 la USS Tarzawa comunicò che era stato ordinato al tenente Tales di rientrare. Era mo lto alto il numero di battelli cartagines i che avrebbero attraccato in Malta intorno alle 4:00 e non c’erano le condizioni tattiche per un’estrazione dei marines, sulle coste a SudEst di Malta. Alle 4:20 la situazione dei 7 marines stava diventando veramente drammatica. Nascosti ai bordi dell’aeroporto dentro a due grossi crateri, i marines osservavano in silenzio e nascosti, il mo ltiplicarsi di fanteria cartaginese proveniente da Sud. Le munizioni che i marines avevano erano poche, non potevano permettersi inutili conflitti a fuoco con il nemico, decisero di rimanere occultati per guadagnare quanto più tempo possibile. Il tenente Miles era alle prese con un multiplo dilemma che appariva insolubile. Era imperativo trovare un riparo sicuro per sopravvivere alla nuclearizzazione NATO delle 6:30. Tuttavia tank M1, APC Stryker ed Humvee erano tutti rottami fumanti, non potevano offrire un riparo da un’esplosione atomica. Anche se ci fosse stato qualche APC parzialmente danneggiato e tale da poter offrire un riparo, il veicolo fermo si sarebbe trasformato in una trappola mortale. Erano ormai una pratica standard gli attacchi cartaginesi provenient i di Sud, con RPG, a tutti i mezzi americani sparsi nel circondario dell’aeroporto, che non apparivano palesemente distrutti. Il porto di Malta era caduto, il comando della USS Tarzawa suggeriva di dirigersi verso la costa SudEst di Malta, trovando quanto prima un riparo per proteggersi dalla deflagrazione atomica. In un secondo momento, i marines avrebbero potuto contattare via
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radio il sottomarino Uss Los Angeles, sperando in un’estrazione con gommoni dalla costa SudEst dell’isola di Malta. Al mo mento il tenente Miles decise che era più saggio rimanere nascosti nelle due grandi buche dell’aeroporto, dato che i marines non potevano manovrare a SudEst, senza rischiare d’essere annientati dai cartaginesi che provenivano da Sud ed erano diretti verso Nord oppure verso il porto di Malta. 35
Erano le 6:30 il tenente Miles impugnava il suo M21 con mirino telescopico, in retroguardia proteggeva la marcia del drappello di fanti in formazione ad Y che si dirigevano mestamente lungo i bordi dell’aeroporto, sperando in un improbabile extraction point con qualche elicottero proveniente dalla Uss Tarzawa. Il marconista era disperatamente attaccato alla radio da campo, chiedeva contatto radio con la Uss Tarzawa, quando all’improvviso un grande sole ad Ovest, s’accese nel cielo albeggiante di Malta!.
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Capitolo 4 Oh, oh-oh I got a love that keeps me waiting Oh, oh-oh I got a love that keeps me waiting I'm a lonely boy I'm a lonely boy The Black Keys –The lonely boy-
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Il sergente Arcadiy Sokolov stringeva in modo saldo e sicuro tra i suoi grandi guanti invernali, il suo possente mitragliatore PKM. Il militare era preoccupato, osservava lo sterminato e desolato orizzonte bianco dal suo mirino ottico. - Oh!, oh!, oh!, I got a love that keeps me waiting. Oh!, oh!, oh!, I got a love that keeps me waiting, I'm a lonely boy, I'm a lonely boy‌- disse il sergente Sokolov, mentre canticchiava il ritornello del pezzo musicale dei Black Keys, per tenere occupata la propria mente ed alto il proprio morale. Il militare russo indossava la sua mimetica invernale, era vestito con indumenti pesanti, seguendo la severa regola dei vestiti a strati, come una cipolla. Un grosso passamontagna scuro in lana, impediva l’emergere di nuvole di vapore, causate dalla respirazione umana. La neve alta e gelida non era soffice, era compatta e fredda come la morte, limitava i moviment i sul terreno, trasformando ogni passo in una gara di triathlon!. Ogni rumore in quella landa infinita era ovattato, come se fosse stato assopito dalle glaciali temperature siberiane, che erano ancora proibitive in inverno. Dicevano che il ghiaccio era sottile e che il Mar Polare Artico era facilmente navigabile anche in inverno e primavera. Dicevano che bastavano delle navi rompighiaccio per accompagnare le navi da guerra.
Ma nessuno delle forze di difesa, s’azzardava a mandare navi di superficie in quelle zone!. In estate, tanti echi sonar a causa dei ghiacci vaganti, nel mar polare libero dalla calotta polare, ed era impossibile fare una concreta lotta antisom. Inoltre in inverno, anche se il ghiaccio era sottile e con il rompighiaccio si poteva navigare, i destroyer non potevano manovrare liberi, rendendoli così facili obiettivi, per attacchi di missili da crociera gengiskani. Non era vero che c’era da combattere i gengiskani: la realtà sul campo era che c’era da distruggere i gengiskani, c’era da lottare contro il generale inverno, il quale non si esimeva da falcidiare impietosamente gengiskani, russi, alleati occidentali, insomma tutti quelli che decidevano di giungere in Siberia a combattere. Le tre renne alle spalle del sergente Sokolov grugnirono, i tre animali emisero delle morbide e calde nuvo le di vapore acqueo, le bestie cercarono d’attirare l’attenzione del militare russo, il quale non le degnò nemmeno di uno sguardo. Il proprietario delle renne era della tribù dei ciucki, Cecenko era vestito di pelle di renna scura, l’uomo giaceva morto sopra la sua slitta accanto al suo AK47 bloccato dal freddo. La preziosa guida siberiana, era morta a causa delle ferite subite, durante uno scontro a fuoco con gli incursori gengiskani. La taiga era lontana, il fiume Siberiano era gelato, le nuvole erano basse e silenziose, l’aria era limpida e tagliente come un rasoio dall’odore cristallino. L’enorme frigorifero siberiano viveva i suoi ancestrali riti, era ignaro e disinteressato delle dinamiche dei violenti destini umani, che configgevano in quelle lande desolate. I cicli perenni siberiani erano però interrotti nell’estate, da temperature mo lto più miti, nuovi eventi climat ici sconosciuti forgiavano una nuova Siberia. Inondazioni estive del mar polare, che a causa dello scioglimento dei ghiacci e delle basse coste siberiane, l’oceano polare divorava costa siberiana. Questo causava uno scioglimento del permafrost, disperdendo grandi quantità di metano prodotte da organismi primordiali, che da tempi immemori erano imprigionati nel permafrost.
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Un’enorme desolata lastra di ghiaccio perfettamente pianeggiante, larga quanto mezza pista di un aeroporto, era un tempo un fiume siberiano, adesso non mostrava alcun indizio che tra due ore, sarebbe diventata un improvvisato porto militare!. Il sergente Arcadiy Sokolov, era l’ultimo della squadra di guastatori russi, che era riuscito a raggiungere incolume il punto logistico posto nella tundra, poco distante dal mare Artico. La guerra in Siberia non permetteva l’esistenza di feriti: si restava vivi oppure si era morti oppure si sarebbe stati morti. Se s’era vivi, si poteva morire per il freddo, per la fatica, per i lupi siberiani oppure per cause di guerra. Se s’era ferit i in combattimento, era come essere già morti, perché non c’erano ospedali in Siberia, ne mezzi per essere curati. Inoltre a causa del freddo, si formavano anche co mplicazioni che stroncavano la resistenza fisica del ferito, per cui non c’era mai nessun ferito da evaquare dai presidi logistici. Il presidio logistico non era niente di speciale: una tenda termica dal colore mimetico, montata in mezzo al nulla, accanto un “igloo” costruito con del ghiaccio. Entrambe le strutture erano state collocate poco distanti dal fiume. Il fiume adesso era ancora ghiacciato, in estate il corso del fiume a Sud si sarebbe scio lto, avrebbe esondato perché la foce a Nord sarebbe stata ancora gelata, nonostante i cambiamenti indotti dal climate change. Le acque del disgelo avrebbero distrutto il pres idio, se qualcuno non si fosse preso la briga di spostarlo!. Per il momento non c’era alcuna urgenza, c’erano ancora vari mesi prima di trovarsi interdetti da quel presidio logistico. Era però una cosa da riferire al comandante del Sottomarino NATO. Questi ufficiali europei sapevano tutto delle coste siberiane, del fondale dei fiumi russi, ma spesso non tenevano presente il fatto che in estate tutta la tundra diventava una marcita fangosa, in cui non si sarebbe potuto sbarcare nemmeno un barile di carburante!. Un buon posto per l’avamposto, per il periodo in estate ed autunno, sarebbe stato più sud, vicino alla taiga, dove c’erano
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anche dei rilievi montani, assai utili per allontanarsi dagli allagamenti del fiume. Era di là, che Sokolov e Cecenko erano passati, per sganciarsi dalle truppe gengiskane, due giorni fa, dopo che avevano applicato una tattica cerca e distruggi, per danneggiare le linee logistiche gengiskane. Solo gli incursori gengiskani avevano equipaggiament i adeguati per spadroneggiare in Siberia e fare lotta di controinsurrezione, perché la fanteria gengiskana abbandonava subito il combattimento, non avendo capacità di proiezione su terreno pesante. Per cui c’era ampio gioco per le truppe speciali russe e NATO, in Siberia. Bastava agli alleati avere proiezione sul terreno pesante, essere equipaggiati ed addestrati a combattere in climi ostili, dopo aver fatto i danni alla logistica gengiskana sarebbe bastato correre via, sganciando il contatto!. Il sergente Sokolov prese un pezzo di cioccolata e ne staccò un vigoroso morso, poi si ricoprì il vo lto con il suo passamontagna di lana. Non era possibile comunicare direttamente con Mosca, a causa della sindrome di Kessler. Tutti i satellit i erano saltati, anche il GLONASS ed GPS non erano operativi in Siberia: mancanza di segnale, causato da buchi nella costellazioni dei satelliti. Il sergente Sokolov estrasse un accendino e coprì la fiamma con il palmo della mano, poi pose l’accendino sotto il suo mitragliatore PKM, per riscaldare il meccanismo di sparo inferiore. Tra qualche ora, rompendo il sottile strato di ghiaccio del fiume, avrebbe attraccato un sottomarino NATO Type_212 da cui sarebbero stati scaricati rimpiazzi e supplies e tra queste supplies ci sarebbe stata anche una scatola d’accendini. Indispensabili gadget per riscaldare le armi, evitando così che potessero ghiacciarsi, nell’ostile clima siberiano!.
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Non era possibile per il sergente russo avvisare del rischio degli incursori gengiskani gli alleat i europei: il sottomarino NATO era in immers ione e navigava in modalitĂ silenziosa nel fiume siberiano. Era pratica standard per i piccoli sottomarini U212, navigare lenti e silenziosi vicino alle basse coste siberiane, poi infiltrarsi furtivi dal Mar Po lare nella foce dei fiumi russi, portando cosĂŹ del prezioso sostegno alle truppe russe e NATO, che in Siberia combattevano i gengiskani!.
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Appendice: intervista con il sergente Graves. Il sergente Graves è giunto dall’universo ottimista, nel suo spaziotempo non sono mai detonate le Guerre Puniche II, ma esistono solo insurrezioni sub-sahariane. Il sergente Graves mi ha raccontato un sacco di cose del suo universo, ma al termine della sua rapida sintesi, mi ha suggerito di non scrivere niente, di quanto da lui narrato circa il contesto dell’universo Ottimista. Io ho chiesto:”Perché non dovrei scrivere dell’universo ottimista?” Graves ha risposto che era bene non mettere in circolazione idee che avrebbero potute essere travisate, per raccontare balle, mentendo spudoratamente sul destino della penisola italiana. Io ho chiesto:”In che senso idee travisate?!”. Graves ha dato uno sguardo ai giornali e riviste del mio spaziotempo, ha detto che nel suo spaziotempo le cose che erano già accadute nel mio spaziotempo, non erano mai accadute nel suo. Il caso dell’isola di Mayotte fu studiato con profondità dalla NATO e dalla UE, dal caso francese BEEP. “Si ho capito” ho risposto, “ma c’è spazio nel mio spaziotempo per BEEP?!”. Graves ha risposto che nell’isola di Mayotte anche nel suo spaziotempo si formavano specifici dinamiche socioeconomiche: • una migrazione spontanea con battelli di fortuna • gli scafisti sfruttavano gli immigrat i clandestini nel loro tragitto sull'isola di Mayotte • gli immigrat i clandestini implementavano una propria mafia locale • le forze dell'ordine di Mayotte perdevano il controllo del proprio territorio • aumentava lo spaccio di droghe & stupefacenti, il racket, i furti ed aggressioni contro turisti e residenti di Mayotte, a causa degli immigrat i clandestini
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• una parte dei residenti di Mayotte sfruttavano la situazione d'illegalità di alcuni degli immigrati clandestini, per farli lavorare in nero • gli abitanti di Mayotte si rinchiudevano in casa oppure organizzavano ronde notturne spontanee • nell’isola di Mayotte c’era ovviamente un’assenza di coglioni bianchi vestiti di bianchi vestiti, che di notte nei campi davano fuoco a croci di legno • c’era nell’isola di Mayotte una natalità fuori controllo a causa degli immigrat i clandestini • gli immigrat i clandestini bloccavano la vita economica e sociale dell'isola di Mayotte, calamitando odio dalla popolazione residente in Mayotte • c’era nell’isola di Mayotte da parte delle autorità francesi, l’applicazione di respingimenti assistiti. Tutte queste dinamiche socioeconomiche s’erano replicate nel mio spaziotempo in Italia, in questi ultimi 5 anni di governo "cattocomunista" tranne alcune differenza fondamentali: 1. La migrazione spontanea in Mayotte era causata dai battelli dei migrant i in modo spontaneo 2. La Francia non aveva mai abbandonato l'isola di Mayotte, per cui la picco la isola delle Comore calamitava le popolazioni locali. invece • In Italia gli immigrati clandestini erano stati trasportati con le navi della Marina Militare Italiana & ONG • L'Italia non aveva mai fatto respingiment i assistiti, come invece aveva sempre fatto la Francia nell'isola di Mayotte. Graves continuò dicendo che storicamente l'Italia, non ha mai avuto pesanti responsabilità co loniali in Africa: fu breve e fugace la politica coloniale italiana rispetto all'operato secolare di Gran Bretagna, Olanda, Spagna, Portogallo, Francia, Belgio, Germania che iniziarono politiche espansionistiche e coloniali dal 1472 e perdurarono sino al 1970s con tardo il conflitto Algeria vs Francia.
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Era evidente quindi, a parere del sergente Graves, che nello spaziotempo in cui io mi trovavo, in Italia nessun partito politico italiano aveva reale intenzione di ripagare il debito pubblico italiano, adempiendo al Fiscal Compact, tantomeno in Europa c’erano Stati Nazionali intenzionati a ripagare il debito pubblico italiano!. Anzi, in questi ult imi 5 anni invece d'affrontare il problema complesso del rientro del debito italiano, il governo "cattocomunista" aveva perorato una politica demografica criminogena ed autolesionista. L’Italia aveva osteggiato la nascita degli USE dato che nessun politico italiano ne aveva mai invocato la nascita. Inoltre il governo cattocomunista negava l’utilità di una polit ica di difesa, ma anzi in Europa aveva inventato scuse e deliri, per scaricare il debito pubblico italiano sulle spalle Europee. Peggio ancora, i cattocomunismi invocavano una Social Security Europea, diment icando che lo Stato Sociale in Europa c’era già da molti lustri, ed era declinato in ogni paese europeo a seconda della propria storia ed economia naz ionale. Quello che era successo in Italia negli ultimi 5 anni era che il governo cattocomunista aveva alimentato il business dell'Africa Ferries per uno scopo preciso. Il falso buonismo occorreva alla sinistra per creare un problema ad hoc in Italia, che impedisse di risolvere un precedente grosso problema (il rientro del debito pubblico italiano) perchè, in modo banale tutti gli attori politici italiani erano miopi & stupidi, focalizzati sul consenso elettorale di brevissimo periodo. Tutti i partit i politici italiani erano disinteressati a fare la cosa giusta in relaz ione all’interesse nazionale italiano, osservato in una visione prospettica di lungo periodo. Per questa ragione, a parere del sergente Graves, era necessario che io non scrivessi nemmeno mezza riga di cosa era realmente accaduto nell’universo ottimista, per evitare che si potessero stravolgere suggestioni, per mentire spudoratamente al popolo italiano, su quale fosse il vero destino della penisola italiana.
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