20/5/2016
NON EDIZIONI CHIP65C02
10 DAYS
http://mia-fantascienza.blogspot.com | Collana JDAB
✔Note Legalesi. Il webmaster 6502 & Terminetor Magnetico ha costruito un omaggio alla rivista Amazing Stories Quaterly estate 1928 al racconto “10 days to live” di C.J. Eustace, assemblando un plot remix con l’obiettivo d’intrattenere, divertire, incuriosire il lettore. In nessun caso sono collegate al testo o all’autore, le persone, enti, organizzazioni e quant'altro citato direttamente od indirettamente nel testo. È importante tenere presente che ogni riferimento esplicito od implicito a fatti o persone, enti, organizzazioni, eventi, circostanze future o presenti o passate che taluni lettori possono riconoscere od associare è del tutto casuale ed immaginario. L'ebook.pdf è no-profit, l’autore non persegue nessuno scopo di lucro o profitto diffondendo online il materiale assemblato. Il volume è liberamente stampabile in tutto od in parte, è inoltre distribuibile senza alcuna limitazione legale, purché non ne sia alterato il suo contenuto e siano rispettate le condizioni di Copyleft(by-nc-nd) A tale proposito ricordo che questo documento non è un sito d'informazione e nemmeno un risultato di un prodotto editoriale, l'ebook in PDF non contiene immagini di qualità, per cui la resa grafica dovrebbe essere alquanto limitata. L’ebook dovrebbe essere facilmente stampabile ed intuitivamente rilegabile o spillabile in un vero libro già correttamente impaginato. Le immagini non dovrebbero essere coperte da copyright, le ho trovate con google.images e le ho lasciate in RGB e convertite in bianco e nero a 96dpi per complicare la stampa. E’ possibile che altre foto reperite con google.images io le abbia sintetizzate artificialmente mantenendo l’RGB per gli scopi letterari, oppure degradate in scala di grigio. In ogni caso le fotografie restano di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... Non è "garantita al limone" la resa grafica ed il processo di stampa di cui ogni utente ne assume la piena responsabilità. Il webmaster non si assume la responsabilità della completezza dell’informazioni pubblicate, dei problemi, danni di ogni genere che eventualmente possono derivare dall'uso proprio od improprio di tale file, dalla stampa, dall'interazione e/o download di quanto disponibile online. Tutti i marchi, loghi, organizzazioni citati direttamente od indirettamente sono di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... tutelati a norma di legge dal diritto nazionale/internazionale, bla, bla, bla... legalmente registrati ecc... sì insomma dai!, non dite che non avete capito!.
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“10 Days” stampato il 20/5/2016 (v1.0) é in COPYLEFT(BY-NC-ND)
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Indice Prefazione: omaggio a Amazing Stories Quaterly estate 1928….... pag. 4
Capitolo 1- Il viaggio ………………………………………..………….. pag.6 Capitolo 2-Il quinto giorno ..………………………………………….. pag.9 Capitolo 3-Il sesto giorno ..……………………………………….….. pag.13 Capitolo 4-Il settimo giorno ..………………….……………….….. pag.16 Capitolo 5-L’analisi dei dat i ..………………….……………….….. pag.18 Capitolo 6-La verità ..……………..……………..……………….….. pag.20
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Prefazione: omaggio Amazing Stories Quaterly estate 1928
Questo ebook vuole essere un omaggio alla rivista Amazing stories Quaterly, estate 1928 in part icolare al racconto “Ten Days to live” di C.J.Eustace.
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Il plot originario è così sintetizzabile: il professor Eden ebbe ad inventare un macchinario capace di modificare l’orbita della Terra attorno al Sole, tanto da far avvicinare in 10 giorni la Terra al Sole determinando potenziali catastrofi climatiche irreversibili. Il dr.Eden mostrò il dispositivo a due suoi amici (Gaspard e Villiers) i quali decideranno di rimanere ospiti del dr.Eden, per valutare il grado di sanità mentale del dottore, quanto il reale pericolo del misterioso macchinario. Philippa (la sorella del dr.Eden) era corteggiata da Gaspard, mentre Greely un forzuto pescatore del villaggio vicino, scoprì un passaggio segreto per il laboratorio del dr.Eden. Greely era innamorato di Philippa, vedendo che la donna flirtava con Gaspard, per gelosia Greely ucciderà il dr.Eden e ruberà il macchinario gravitazionale, innescando la rottura dell’orbita terrestre!. Potenti cambiamenti climat ici e tempeste inizieranno a devastare la Terra come effetto diretto del cambiamento dell’orbita terrestre. Gaspard, Villiers e Philippa si metteranno alla ricerca di
Greely e dell’invenzione del dr.Eden quindi dopo varie vicissitudini, risolveranno il giallo dell’assassinio del dr.Eden, riusciranno anche a scongiurare la fine del mondo, che era stata innescata da Greely. Come il lettore potrà scoprire leggendo questo piccolo testo, la suggestione del termine di 10gg prima di una catastrofe è stata mantenuta, niente del plot originario è rimasto nel plot remix. 5
Questo ebook fa parte della co llana JDAB-Joint Direct Attack Book, una serie di testi in PDF, composti da remix, porting in multitrama, remake, di tutti quei racconti di “Amazing Stories & Wonder Stories & IF worlds of science fiction” che sono meritevoli di una moderna rivisitazione SciFi, a mio gusto personale!. Saluti e buona lettura! Chip65C02
Capitolo 1-Il viaggio Furono necessari QUATTRO giorni sui DIECI GIORNI pianificat i, per raggiungere la Luna ed inserire in un’orbita polare, l’Apollo 18. Al primo passaggio orbitale, l’astronave sfrecciò a bassa quota sulla faccia nascosta della Luna che era illuminata dal sole; fu spettacolare quello che l’equipaggio vide dai finestrini del modulo di comando. 6
A prima vista sembravano rovine di una qualche base aliena, indubbiamente erano palesi dimostrazioni di una sosta sulla Luna d’intelligenze extraterrestri, in un indefinito passato. Ma non era quello il sito d’atterraggio previsto per la missione Apollo 18, il Lunar Module avrebbe dovuto comunque atterrare sulla faccia nascosta della Luna, ma presso un’altra zona, che probabilmente avrebbe svelato meraviglie ancora più grandi!.
Tecnicamente non c’era niente di diverso in quella missione spaziale, rispetto alle altre precedenti che la NASA aveva realizzato. Stessa capsula di comando, stesso LM Eagle per l’atterraggio, gli apparati del modulo lunare erano però stati tarati per fornire TRE giorni d’autonomia sulla Luna, invece delle tradizionali poche ore. Tre giorni era infatti il tempo della sosta che era stato pianificato dalla CIA, per quella missione segreta. I successivi TRE giorni sarebbero stati consumati da tutto l’equipaggio dell’Apollo 18, per
rientrare sulla Terra, ammarare nell’Oceano Pacifico, presso le isole Salomone, dove l’Us Navy aveva già dispiegato una portaerei con una picco la flotta di sottomarini e navi di superficie. Onde evitare i tradiz ionali clamori mediatici impiegando il vistoso missile Saturno V, sia il Lunar Module quanto il modulo di comando con equipaggio, erano stati posti in orbita terrestre effettuando due lanci segreti e separati, dalla base aerea di Vanderbergh, usando due piccoli vettori di proprietà dell’USAF. 7 Ovviamente per ragioni di segretezza, le telecomunicazioni radio con la Terra erano state ridotte al minimo nei protocolli di viaggio, inoltre queste avvenivano solo tramite dei sofisticati canali radio criptati. I segnali radio emessi dall’Apollo 18 erano intercettati da una costellazione di satelliti in orbita lagrangiana i quali facevano rimbalzare le trasmissioni su altri satelliti in orbita geostazionaria. Questi poi trasferivano le telecomunicazioni al centro di comando e controllo di Vanderbergh, dove tutto il personale era militare, soggetto a restrittivi accordi di sicurezza, circa il contenuto della missione dell’Apollo 18. Il maggiore Irwin Colin era il comandante della missione dell’Apollo 18, il capitano Patrick Eustace era il pilota del Thunder il modulo di comando dell’Apollo 18 (nonché quello che sarebbe rimasto in orbita polare sulla Luna), il capitano Samuel Pershing era invece il copilota per l’atterraggio lunare del modulo LM. Tutti e tre erano militari di carriera nell’USAF o piloti collaudatori USAF, tutti avevano eseguito uno specifico addestramento segreto, proprio come la CIA aveva pianificato e prescritto. _____ -Non c’è mai stata un’atmosfera, nella storia naturale della Luna. Il nostro satellite potrebbe essere probabilmente un pezzo del pianeta Terra che forse si staccò come detrito, durante una collisione con un altro pianeta, in un tempo immemore durante la fase di formazione del sistema solare. In ogni caso, quelle costruzioni aliene non possono essere delle strutture aliene abitative per una base aliena di superficie!. Sarebbe folle progettare una base sulla superficie della Luna: troppe radiaz ioni, troppe meteoriti!, un
mortale mix che impatta continuamente sulla superficie della Luna!esordì Samuel Pershing, che poi continuò dicendo –Alla base di Vanderbergh non ci hanno detto niente, su cosa pensano che potrebbero essere quelle rovine. Forse per minimizzare il silenzio radio o per clausole Top Segret. In ogni caso, voi che cosa ne pensate di quelle strutture?!-La NASA pensa che la Luna potrebbe anche essere un piccolo planetoide, che durante la fase di formazione del sistema solare, 8 rimase catturato dalla gravità del pianeta Terra. In ogni caso, a mio avviso quelle strutture aliene potrebbero essere degli hangar a cielo aperto per delle Flying saucers oppure delle rimesse di qualche t ipo, per mezzi alieni da ricogniz ione sul suolo lunare. Oppure, potrebbero anche essere delle strutture di protezione per apparati automatici di comunicazione od intercettazione di segnali radio, per studiare la Terra- rispose Eustace, mentre osservava estasiato il fantastico panorama lunare, dal finestrino del modulo di comando. Intervenne il comandante Colin che lapidario aggiunse –A mio avviso, potrebbero anche essere delle strutture di protezione per delle rampe sotterranee o protezioni per alcuni portelli d’accesso, di una base aliena totalmente sotterranea!-Se la base fosse sotterranea… allora la struttura aliena potrebbe anche essere attiva!- esordì Eustace mentre si vo ltò a guardare il comandante. -E’ davvero possibile che vi sia una base aliena attiva, sotto quelle rovine?!- chiese Pershing che poi continuò dicendo –una cosa è certa: a Langley la CIA ha deciso che non sarà questo il nostro punto d’allunaggio!-Esatto!- disse il comandante Colin –tra un paio d’ore quando inizieremo le procedure di distacco del LM per avviarci sul sentiero d’atterraggio, ne scopriremo le ragioni!-
Capitolo 2-Il quinto giorno. Il punto di atterraggio del Lunar Module era davvero straordinario, quando il maggiore Colin ed il capitano Pershing uscirono per Attività Extra Veicolare, lo fecero attenendosi rigidamente alle finestre di tempo in cui il modulo di comando Thunder era a portata radio. A causa del fatto che gli astronauti erano atterrati dietro il lato oscuro della Luna, la loro zona non aveva copertura radio 9 diretta per la Terra.
Il modulo di comando Thunder era stato equipaggiato per registrare tutte le comunicazioni dalla superficie lunare, al fine di ritrasmetterle criptate, tramite il complesso ponte radio, sfruttando i regolari intervalli di tempo di percorrenza dell’orbita polare sul lato visibile dalla Terra. Fu subito chiaro che le trasmissioni dei due astronauti sulla superficie lunare erano leggermente disturbate, ma nonostante le attrezzature fossero in bianco e nero, lo spettacolo ripreso dai due astronauti era fantastico!. Nei dintorni del luogo d’atterraggio, c’era un folto gruppo di sculture, erano composte di roccia ed erano delle raffigurazioni di teste umane, grandi come frigoriferi e ricordavano l’arte Assiro-Babilonese. Una grande collina celava un’enorme portale di roccia, con uno stile che poteva ricordare l’architettura Maya-Incas, tranne per il fatto che l’enorme portale era ampio quanto un campo da tennis ed era alto come una casa di 7 piani.
L’enorme portale era sigillato da un’enorme lastrone di pietra, che pareva essersi rotto e fessurato in varie parti. I due astronauti si recarono a piedi, come da programma, sopra la collina: vi passarono sopra un georadar, che inviò tutta la telemetria al modulo di comando Thunder.
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Tornati al LM il maggiore Colin ed il capitano Pershing estrassero il lunar rover dal LM e comunicarono che il mezzo a quattro ruote era in piena efficienza, quindi rientrarono nel modulo lunare, per fare una breve sosta, durante il periodo di black out radio, con il modulo Thunder. -Irwin!, i dati del georadar indicano che sotto la collina c’è probabilmente un grande vano vuoto. Le dimensioni sono simili ad un hangar di una portaerei!. Anche il portone megalit ico sembra suffragare le letture del georadar!. Che cosa pensi che s ia?!- chiese il capitano Pershing, mentre sorseggiava un succo di frutta alla pera. -E’ una base aliena, non c’è ombra di dubbio!- rispose sorridendo il maggiore Colin.
-Sì!, ma a cosa serve?! E cosa c’è dentro la base aliena?! Quando è stata costruita?! E da chi è stata costruita?!- commentò Pershing. -Non lo so- rispose laconico il maggiore Colin –non c’è atmosfera sulla Luna, la NASA sa che non c’é attività vulcanica sulla Luna: il nostro satellite è un globo morto. Quelle strutture aliene potrebbero avere milioni di anni co me miliardi di anni: quì sulla Luna le cose rimangono surgelate nel tempo, a meno che non ci cada sopra un 11 asteroide oppure un micro-meteorite!-Già!- disse Pershing –questo spiegherebbe perché l’enorme portone di pietra è fessurato. Ma perché costruire strutture in pietra?!-Perché sulla Luna ci sono rocce, meteoriti… sono le risorse del luogo e perché tali materiali solitamente bloccano abbastanza bene le radiazioni, se sono abbastanza spesse!- rispose il maggiore Colin mentre si apriva un succo di frutta alla pesca.
Durante la seconda parte di AEV i due astronauti si recarono in un cratere che era a circa 20 minuti di marcia con il lunar rover. Il cratere era enorme, era profondo un chilometro circa, ma non aveva pareti scoscese ma bensì fianchi molto stondati e sicuri da percorrere, anche a piedi. Su un lato del cratere c’erano tanti piccoli tubi metallici, dal diametro di mezzo metro circa, che scaturivano dalla roccia. Erano in ombra rispetto al sole: i due astronauti presero visione dell’area, presero delle rilevazioni poi cercarono
senza successo di prelevare dei campioni di metallo dai tubi, quindi tornarono sul LM per riposare. -Secondo me erano degli sfiatatoi oppure dei sistemi di spurgo di qualche genere, passo- disse il maggiore Colin alla radio, mentre guidava il lunar rover, riferendosi ai tubi che erano stati osservati dentro al cratere lunare. -Sì!, lo penso anche io! Forse quelle strutture potrebbero condurre 12 al grande hangar sotto la montagna?! Sono a circa 10 km dalla prima struttura che abbiamo visitato, passo- disse il capitano Pershing. -Sfiatatoi per un’officina aliena!, passo- commentò Colin rivolgendosi a Pershing il quale annuì dicendo –Sì! non è un’ipotesi da buttare nella spazzatura!, passo-
Capitolo 3-Il sesto giorno. L’Attivita Extra Veicolare che il maggiore Colin ed il capitano Pershing effettuarono il secondo giorno sulla parte nascosta della Luna, fu un’avventura ancora più memorabile!. Il piano della CIA prevedeva di recarsi in un dato luogo, dove apparentemente non c’era niente. Dentro ad un grande canalone dalle forme molto stondate e desolate, all’improvviso comparve sul suolo lunare, 13 impo lverato e scassato, un F4 Phantom II.
I due astronauti quando se lo trovarono davanti rimasero trasecolati, il maggiore Colin che era un tipo solitamente taciturno e sempre ben educato, infranse il suo “aplomb” per commentare la circostanza con un –Santa! Merda! Cosa ci fa un fottuto F4 Phantom sul suolo lunare?!-. I due astronauti presero delle rilevazioni e cercarono tracce di una qualche scia d’impatto sul terreno lunare, poi lessero il numero di matrico la dell’aereo, quindi rimontarono a bordo del Lunar Rover, per recarsi in tutta fretta presso un altro sito. -Non abbiamo armi e non possiamo difenderci in caso di necessità!. Sarà una buona idea continuare disarmati la nostra gita lunare?! passo- chiese Pershing, chiamando per radio il maggiore Colin, mentre questi era alla guida del lunar rover. -Sta diventando una brutta gatta da pelare!- esordì il maggiore Colin –Dobbiamo avere fiducia nella CIA, nella NASA, nell’USAF, nel programma che ci hanno redatto. Siamo quì sulla Luna, per
compiere la nostra missione e dobbiamo terminare le nostre ricognizioni! Passo.-Sì!, questo lo so!- rispose Pershing –ma quell’F4 non ci è arrivato da solo… quì sulla Luna!. Non abbiamo trovato i cadaveri dell’equipaggio, ma le rovine che abbiamo visto in orbita lunare, potrebbero essere interpretate anche come segni di una qualche sorta di guerra spaziale!. Forse alieni contro alieni, oppure terrestri 14 contro alieni, oppure terrestri ed alieni contro altri alieni?! Noi quì sulla Luna siamo disarmati ed incapaci di difenderci!. La CIA ci ha mandato in ricognizione, forse potremmo anche essere delle pedine sacrificabili!. Questa cosa non mi piace!. Non ce l’avevano detto tutte queste cose, durante i briefing pre-missione!. Passo!concluse Pershing. -Speriamo che tu abbia torto!- rispose amaro il maggiore Colin che aggiunse -Prima finiamo la nostra ricognizione, prima ce ne possiamo tornare a casa! Passo.-
Il quarto sito era decisamente un avamposto alieno dove c’erano stati combattimenti, erano palesi e vistose le tracce d’armi aliene ad energia diretta, con bruciature e distruzione di una sorta di missile che giaceva semi-interrato sul suolo lunare. Ruppe il silenzio radio il capitano Patrick Eustace, che era rimasto sul modulo di comando Thunder in orbita polare, quando vide le immagini che provenivano dalla superficie lunare, non riuscì a
trattenersi e disse -Ragazzi!, siate prudenti! e cercate di fare il più presto possibile! Questa storia non mi piace!, passo.Il maggiore Colin sorrise e rispose cercando di sdrammatizzare la situazione: evidenziò che c’era già sua moglie, sua sorella e pure suo padre e sua madre che s i sarebbero tutti preoccupati molto di questa storia, se avessero saputo cosa era stato scoperto sul lato nascosto della Luna!. Colin e Pershing avrebbero fatto un’accurata 15 ricognizione sul sito, poi sarebbero partiti per tornare rapidamente a bordo del LM. L’avamposto alieno era di roccia, sembrava una sorta di cubo a forma di mastaba, alta oltre 2.5mt e larga poco meno di 10mt. L’architettura ricordava alcune misteriose megalitiche costruzioni Incas che erano sulla Terra. Di pianta apparentemente quadrata, nell’avamposto non sembravano esserci entrate, tranne una piccola scalinata che era troppo piccola per un essere umano.Il presunto punto d’entrata era sul margine destro della struttura. Le scale scendevano di qualche metro sotto il suolo lunare, ma quasi tutto il piccolo corrido io era ostruito da vari metri di sottile polvere lunare!. Poiché nel programma di ricogniz ione lunare redatto della CIA, non era stato fatto cenno di strutture aliene oppure di segni di battaglia, il maggiore Colin decise che non era saggio provare a ripulire l’entrata dell’avamposto alieno, per cercare d’entrarvi. Al momento non avevano l’attrezzatura idonea, inoltre le scorte d’aria degli zaini di sopravvivenza non erano sufficienti per tale attività fisica, nonché la scalinata era decisamente troppo piccola per passare con la tuta spaziale!. Sembrava una sorta di missile, in metallo, aveva delle strane iscrizioni con caratteri alieni, l’oggetto era mezzo sommerso nella sabbia lunare. Non erano rintracciabili a vista o sotto lo strato di polvere, nessun motore, nessun ugello, nessun segno di un mezzo di propulsione conosciuto. L’oggetto era altamente radioattivo, disturbava le comunicazioni se ci si avvicinava a meno di mezzo metro: le misurazioni sentenziavano che era circa due vo lte e mezzo più lungo del lunar mobile.
Capitolo 4-Il settimo giorno. Il settimo giorno era l’ultimo giorno che i due astronauti avrebbero trascorso sul suolo lunare, alle 22:10UTC sarebbero decollati dalla Luna e per le 23:00UTC avrebbero dovuto incontrarsi con il modulo di comando Thunder e terminare le manovre d’aggancio. La mattina di buon ora, alle 8:00UTC i due astronauti si recarono alle coordinate lunari che la CIA aveva fornito loro, seguendo gli 16 ordini del misterioso piano di ricognizione. Gli astronauti dovevano raggiungere un luogo assai distante dal LM e quindi fu piuttosto lungo e tortuoso il tragitto che il lunar rover fece, tanto che i due astronauti consumarono il 45% delle loro riserve di ossigeno, per raggiungere il loro obiettivo.
I due astronauti scesero dal proprio mezzo lunare e si guardarono attorno, non riuscirono a credere ai loro occhi!. C’era una grossa cupola in cristallo oppure poteva essere in metallo!. La struttura era vistosamente ricoperta con della grigia polvere lunare: la cosa apparve assai strana, dato che sulla Luna non c’era atmosfera e non c’erano venti!. L’oggetto alieno si stagliava abbastanza nitido all’orizzonte, era collocato sopra un grosso promontorio lunare. Il maggiore Colin s’allontanò con la telecamera per riprendere meglio
l’oggetto, salendo su una collina lunare che era prospiciente alla valle. -WOW- esordì il capitano Pershing –Questa struttura pare essere ancora in ottimo stato di conservazione, rispetto alle altre che sembravano abbandonate!-Sì! è decisamente così!- rispose il maggiore Colin. All’improvviso la radio gracchiò era il capitano Eustace dal modulo 17 di controllo Thunder –Ragazzi! Ho perso le vostre trasmissioni video… bzzzz anche le trasmissioni radio… bzzzz… incompresibili… bzzzz mi copiate?! bzzz-
Capitolo 5-L’analisi dei dat i.
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Il settimo giorno di missione, furono perse le comunicazioni con il Lunar Module, il modulo di controllo Thunder rimase in orbita in vana attesa, di un ricongiungimento che non avvenne mai!. Dal comando missione della base USAF di Vanderbergh fu ordinato al capitano Eustace di restare in orbita lunare per altre 24 ore, sperando che qualche comunicazione radio potesse essere ristabilita con il suolo lunare, oppure che il LM effettuasse un ricongiungimento tardivo. Nonostante il prolungamento inatteso della missione, il capitano Eustace fu poi costretto ad avviare le procedure d’accensione per ritornare sulla Terra, altriment i anche la sua missione di rientro sarebbe diventata critica!.
Non furono mai note alla segretissima commissione d’inchiesta sulla missione Apollo 18, quali furono le cause che determinarono il black out improvviso delle comunicazioni e la perdita dell’equipaggio in esplorazione sulla Luna. Forse un guasto letale agli zaini di sopravvivenza?, forse un guasto al lunar rover assieme ad un’escursione lunare pianificata erroneamente dalla CIA, dato che era stato scelto un obiettivo troppo lontano dal Lunar Module?. Più probabilmente un maligno 19 intervento alieno sulla missione?!. Era evidente a tutti, che sul lato nascosto della Luna c’erano state in un passato indefinito delle presenze aliene. Esistevano almeno tre avamposti: uno di questi presentava dei segni di scontri bellici. Il terzo avamposto alieno, sembrava in ottimo stato e forse poteva essere ancora attivo!. Forse l’ultimo avamposto alieno era popolato da alieni ostili?. Oppure c’erano solo delle strumentazioni aliene automatiche che avevano invo lontariamente danneggiato i fragili sistemi aerospaziali degli astronauti?!. Forse gli astronauti erano stati addotti dagli alieni?! Forse gli astronauti erano stati invitat i a visitare lontani mondi alieni e forse avrebbero fatto ritorno sulla Terra mo lti decenni dopo?!. Molte erano le ipotesi, che vorticosamente roteavano attorno al significato della missione Apollo 18. Il consulente della NASA propose di realizzare una nuova missione l’Apollo 19 per andare a vedere che cosa era successo all’Apollo 18, oppure suggerì di pianificare una ricognizione automatica con delle sonde lunari. La CIA e l’USAF non erano favorevoli a nuove missioni lunari, fecero valere la clausola sicurezza nazionale e tutto il materiale dell’Apollo 18 fu archiviato con l’et ichetta TOP SEGRET e poi segretato negli archivi del Pentagono, sino a data indefinita!.
Capitolo 6-La verità. -WOW- esordì il capitano Pershing –Questa struttura pare essere ancora in ottimo stato di conservazione, rispetto alle altre che sembravano abbandonate!-Sì! è decisamente così!- rispose il maggiore Colin.
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All’improvviso la radio gracchiò era il capitano Eustace dal modulo di controllo Thunder –Ragazzi! Ho perso le vostre trasmissioni video… bzzzz anche le trasmissioni radio… bzzzz… incompresibili… bzzzz mi copiate?! bzzz-Affermativo! Thunder ti copiamo!, anche noi riceviamo male il tuo segnale, ripeto: trasmissione disturbata!, passo- ma la radio in alta frequenza rimase silenziosa, non vi fu alcuna risposta dal modulo di comando Thunder. -Andiamo via!- esordì preoccupato il maggiore Colin. Pershing non se lo fece ripetere due vo lte, entrambi raggiunsero il lunar rover e provarono a ripartire per ritornare subito al LM ma il tentativo d’accendere il rover fu vano!. Il capitano Pershing provò tre volte ad accendere il lunar rover ma non vi riuscì. Scese e lasciò il posto di guida al maggiore Colin, il quale non ottenne alcun risultato: il lunar rover non dava segni di
vita!. Forse il rover era guasto, forse qualcosa di alieno lo aveva misteriosamente danneggiato?. Le trasmissioni radio con il modulo di comando Thunder si erano misteriosamente interrotte, i due astronauti osservarono la mappa lunare e poi diedero una rapida occhiata ai propri manometri degli zaini di sopravvivenza. La cattiva notizia era che non erano sicuri di disporre di scorte sufficienti d’ossigeno per raggiungere a piedi il LM, semplicemente ripercorrendo a ritroso, le 21 tracce del lunar rover. -Samuel!, siamo nella merda s ino al collo!- disse il maggiore Colin Non possiamo perdere tempo!. Dobbiamo tagliare per di quà!. Noi siamo a piedi, il lunar rover è fuori uso!. Dobbiamo cambiare tragitto per tornare al LM. Se no i tagliamo per di quà… e se non sprechiamo troppo tempo in chiacchere inut ili, forse potremo ancora farcela a tornare al LM-Va bene Irwin, andiamo!- disse il capitano Pershing. I due astronauti s’avviarono camminando in modo impacciato, verso una ripida collina antistante con la chiara necessità d’accorciare il loro tragitto, scalando colline lunari, attraversare crateri, per provare a disegnare un percorso diretto e più breve, verso il Lunar Module. Il cammino fu lungo e faticoso, quando all’improvviso i due astronauti si trovarono in un enorme piazzale di pietre che poteva essere anche il tetto di una grossa struttura aliena sotterranea. I due astronauti incominciavano ad essere stanchi, accaldat i, vistosamente sotto stress, perché le loro tute erano sempre più sporche di polvere lunare, dato che questa si stratificava sui tessuti, provenendo dall’incidentato e polveroso percorso. -Non possiamo esplorare questo luogo- disse il maggiore Colin – Andiamo avanti!, altrimenti non arriveremo vivi al LM-Irwin, il mio manometro dell’ossigeno segna 25% il tuo è al 33% io sono stanco, non credo che ce la farò a rientrare al LM. A lmeno
io non posso farcela. Nessuno di noi due può farcela, il LM è troppo lontano. Solo uno di noi può farcela…-Che cosa vuoi dire?!- esordì preoccupato il maggiore Colin. -Amico mio, ti cedo la mia scorta d’aria! così potrai farcela a tornare vivo al LM. Potrai concludere la missione!. Io cercherò di trovare un varco in questa struttura aliena, forse chiederò ospitalità alla locanda degli omini verdi…- disse laconicamente il capitano 22 Pershing, che cercò di sdrammatizzare la situazione. -Stupido idiota! maledizione!, possiamo ancora farcela, basta con le chiacchere, muoviamoci!- sibilò infuriato il capitano Colin. -Irwin… amico mio, non ti alterare! altrimenti consumi troppo ossigeno e poi non ti basterà nemmeno la mia riserva!. Lo sai anche te, che il LM è troppo lontano!- il capitano Pershing allungò il manicotto dell’ossigeno per agganciarlo alla tuta spaziale del maggiore Colin, poi aggiunse –Maggiore Colin, per Dio, concluda la sua missione, questo è un ordine!-Pezzo d’idiota! sono io il comandante della missione!, non puoi darmi ordini!. Sono io quello che deve darti l’ossigeno e spedirti al LM!- disse il maggiore Colin mentre respinse la mano dell’amico con il manicotto dell’ossigeno. -No!, amico mio!- rise Pershing –la tua riserva d’ossigeno è più alta della mia, lo sai anche te, che hai più chance di farcela di me, io ho consumato più ossigeno di te!. E’ il mio metabolismo… io sono una schiappa a camminare sulla Luna!-Samuel, allora prendiamo una foto della base aliena, la segnerò sulla mappa e tornerò indietro dal LM con una scorta d’aria e poi ti riporterò sul LM- disse mentendo, il maggiore Colin. Il capitano Pershing sorrise sarcastico e disse –Ok!, Sì, facciamo così…- poi innestò il manicotto e girò la valvola dell’aria per iniziare a trasferire il suo ossigeno nello zaino di Colin.
-Che gli devo dire a tua moglie Vicky?!- chiese imbarazzato e triste il maggiore Colin. -Devi dire a mia moglie Vicky, che io sono voluto rimanere quì a fare quattro parole con gli alieni… Ho voluto restare sulla Luna, ed è stata una mia scelta: non è stato un tuo ordine!.-Le dirò anche delle basi aliene!- disse il maggiore Colin. -Questo non te lo permetteranno mai! È questione di sicurezza 23 nazionale- rispose ridendo Pershing. -Che vada a farsi fottere la sicurezza nazionale!- disse Colin, dopo essersi sganciato dal manicotto dell’aria perché la procedura di trasferimento era quasi terminata. L’astronauta fece qualche decina di passi indietro e prese l’ultima foto del capitano Pershing da vivo, e disse –A Vicky le porterò questa tua foto!-
____ Il maggiore Colin riuscì a raggiungere appena in tempo il LM, ormai era già in riserva d’aria e stava già suonando l’emergenza della sua tuta spaziale. Seduto in cabina del LM, Colin osservò l’ora della missione e provò a contattare il modulo di comando Thunder, dato che l’astronave avrebbe dovuto essere ancora nella fascia oraria di
rintracciabilità radio, ma sfortunatamente Colin non riuscì a stabilire alcun contatto radio!. Il maggiore si guardò attorno nell’angusto abitaco lo del LM, sapeva bene che non c’era un secondo zaino di sopravvivenza nel modulo lunare e che non c’era modo di portare ossigeno oppure soccorso, all’amico Samuel Pershing, anche perché in ogni caso l’avrebbe trovato sicuramente morto asfissiato. Il maggiore Colin fece cena in silenzio, poi provò a riposare per qualche ora, nel pomeriggio contava d’installare l’antenna 24 d’emergenza del LM per contattare il modulo Thunder per avere le conferme di rientro. Il piano di volo originario prevedeva che alle 22:10UTC l’Eagle avrebbe dovuto lasciare la superficie lunare per raggiungere il meeting point in orbita lunare alle 23:00UTC assieme al modulo di comando Thunder.
Non fu possibile stabilire alcun contatto radio con il modulo Thunder, nemmeno con la parabola d’emergenza!. C’era energia a bordo, gli apparat i radio avevano luce verde, ma stranamente non si riceveva alcun segnale. Forse c’era un guasto nella scatola di ricez ione ma il suo trasmettitore era funzionante?!. Dopo aver effettuato tre tentativi, tutti finiti senza successo, il maggiore Colin disattivò la parabola e si chiuse dentro al LM. Non voleva fare tardi ad avviare le procedure di lancio e rinunciò alle co municazioni con il Thunder. Quando sarebbe stato in orbita, avrebbe potuto manovrare ed usare il radar per orientarsi intorno al meeting point.
Erano le 23:00UTC ed il maggiore Colin era ancora dentro al modulo LM sul suolo lunare. Numerose, ripetute, sistematiche erano stati i tentativi d’accensione del motore a razzo dell’Eagle e tutto era stato infruttuoso!. Le luci della strumentazione erano accese, non sembravano esserci guasti elettrici, ma il motore non si accendeva e la radio di bordo riproduceva solo rumore di fondo. Non c’era modo di abbandonare il suolo lunare!. 25
Colin sapeva che sarebbe morto sulla Luna, le batterie del LM avrebbero avuto corrente per altre 24 ore e poi sarebbe stata la fine. Anche razionando l’uso dell’energia e dell’ossigeno, non avrebbe potuto superare le 96 ore, in ogni caso, sarebbe stato solo un prolungamento di un’agonia, che avrebbe reso ancora più dura la fine. Il giorno successivo Colin rimase quasi tutto il giorno a bordo del LM, raz ionando l’uso d’energia e dell’ossigeno. Cercò nuovamente ma senza successo, di ristabilire le comunicazioni con il modulo Thunder usando la parabola d’emergenza. Provò ad effettuare varie accensioni del motore senza ottenere alcun esito positivo, quindi cercò di rovistare nei serbatoi del LM e nella circuiteria di bordo per cercare di trovare il guasto, ma non gli riuscì di scoprire niente, dato che non aveva assistenza radio dalla base di Vanderberg. Avvilito, il maggiore Colin ad un certo punto decise di uscire dal LM e raggiungere il suo amico Samuel Pershing, tanto un posto valeva l’altro, per morire sulla Luna. Il maggiore s’incamminò nel lungo tragitto che aveva percorso il giorno prima, ma la meta era molto distante e l’ossigeno non gli fu sufficiente!
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