Lets light it up

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NON EDIZIONI CHIP 65C02

Lets light it up Release (v1.0) in Copyleft(BY-ND-NC) Chip 65C02 18/07/2018


✔ Note Legalesi. Il webmaster 6502 & Terminetor Magnetico ha costruito una serie di racconti distopici ambientati nel 2050, che narrano lo stesso evento, con variegati punti di vista: WWIII e Guerre Puniche II. L’obiettivo del racconto é intrattenere & far riflettere il lettore. In nessun caso sono collegate le persone, enti, organizzazioni e quant'altro citato direttamente od indirettamente nel testo. È importante tenere presente che ogni riferimento esplicito od implicito a fatti o persone, enti, organizzazioni, eventi, circostanze future o presenti o passate, che taluni lettori possono riconoscere od associare è del tutto casuale ed immaginario. L'ebook.pdf è no-profit, l’autore non persegue nessuno scopo di lucro o profitto diffondendo online il materiale assemblato. Il volume è liberamente stampabile in tutto od in parte, è inoltre distribuibile senza alcuna limitazione legale, purché non ne sia alterato il suo contenuto e sia citato il nome dell’autore, rispettando le condizioni di Copyleft(by-nc-nd) A tale proposito ricordo che questo documento non è un sito d'informazione e nemmeno un risultato di un prodotto editoriale, l'ebook in PDF non contiene immagini di qualità, per cui la resa grafica dovrebbe essere alquanto limitata, invocando il diritto di citazione. L’ebook dovrebbe essere facilmente stampabile ed intuitivamente rilegabile o spillabile in un vero libro già correttamente impaginato. Le immagini non dovrebbero essere coperte da copyright, le ho trovate con google.images e le ho lasciate in RGB e convertite in bianco e nero a 96dpi per complicare la stampa. E’ possibile che altre foto reperite con google.images io le abbia sintetizzate artificialmente mantenendo l’RGB per gli scopi letterari, oppure degradate in scala di grigio. In ogni caso le fotografie restano di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... Non è "garantita al limone" la resa grafica ed il processo di stampa di cui ogni utente ne assume la piena responsabilità. Il webmaster non si assume la responsabilità della completezza dell’informazioni pubblicate, dei problemi, danni di ogni genere che eventualmente possono derivare dall'uso proprio od improprio di tale file, dalla stampa, dall'interazione e/o download di quanto disponibile online. Tutti i marchi, loghi, organizzazioni citati direttamente od indirettamente sono di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... tutelati a norma di legge dal diritto nazionale/internazionale, bla, bla, bla... legalmente registrati ecc... sì insomma dai!, non dite che non avete capito!.

✔ Testo ottimizzato per una fruizione digitale in PDF ✔ Testo ottimizzato per la stampa in fronte retro ✔ Testo ottimizzato anche per la stampa “non in fronte retro” “Lets light it up ” stampato il 18/7/2018 release (v1.0) in COPYLEFT(BY-NC-ND)

➜ http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ 65C02 & Terminetor Magnetico

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Indice Introduzione: De collo dall’rF4 di Black Jack ……………………..……………………………………………Pag.4 Capitolo 1: Aggiornamenti dal colonne llo Shao ….……………………………………………..………..Pag.6 Capitolo 2: Cpt. Ge rtrude Lange Schulze ………………………………………………………….………….Pag.9 Capitolo 3: Il Sgt. Arcadiy Sokolov ……………………………………………………………….………….… Pag.12 Capitolo 4: Il Cpt Alte n Le wis ……………………………………………………………….…………………..… Pag.17

3 Capitolo 5: Il Lt Nung Lu ……………………………………………………………………………………………… Pag.24 Capitolo 6: Il Sgt Elizave ta Ivanov …………………………………………………………………………..… Pag.28 Capitolo 7: Il Lt Karolina Smirnov …………………………………………………………..……………….… Pag.29

Breve Prefazione Sette racconti di fantascienza, sul tema delle Climate Change Wars: escludendo l’aggiornamento del colonnello Shao che narra di Guerre Puniche II (la sua narrazione, l’avrei potuta inserire in un aggiornamento per “La Stella Verde”, che non ho voluto realizzare), tutti i racconti sono cent rati in Siberia nel 2050. Le storie dei sette testimoni, iniziano ad espandere da vari punti di vista, il contesto della spietata “battaglia di Kalinka” nella WWIII. La Battaglia per Kalinka (contemporanea a Guerre Puniche II) fu uno scontro gelido e mortale nel mar Polare Artico, una letale battaglia combattuta t ra sottomarini, il cui esito ebbe forti implicazioni anche per le truppe schierate in Siberia, che lottavano aspramente sulla Terra e nell’Aria. Da una parte, c’era la possente coalizione degli Aggressors (Impero Gengiskano, Nord Korea, Impero Rakistano, Impero Sumerico, Chartago) dall’altra, la più debole coalizione dei Defenders (Repubblica Zarina, Europa e quello che rimase della Repubblica del Gange). La WWIII deflagrò nel 2050, contestualmente un folto gruppo di nazioni sparse per il mondo con interessi differenti, contrastanti e divergenti, rimasero in uno stato di neutralità, aggrappandosi ad un fragile equilibrio politico, sino a quando gli USA non decisero di schierarsi in battaglia, in sostegno della coalizione dei defenders. Buona lettura a tutti! Chip65C02


Introduzione -Ho un contatto, dall’Early Warning Radar nei pressi di ore 10, riferimento per 315- dissi osservando i dati di bordo. L'aereo fece una leggera virata verso sinistra, dopo poco, tutta l'avionica di bordo iniziò a ricevere dat i.

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Poco prima, l'F4 Phantom II da ricognizione era parcheggiato vicino all'hangar, Blackjack il pilota era già nel vano di pilotaggio, io indossai il casco da pilota, poi iniziai a salire sulla scaletta metallica, con l'intenzione di sistemarmi nel sedile posteriore dell'rF4. Fu così, che per caso, m'accorsi che c'era una fila enorme di persone, queste erano tutte ai bordi della pista dell'aeroporto, erano in fila per quattro; una colonna incommensurabile di persone, di cui non se ne scorgeva la fine!. Tutti questi esseri umani erano taciturni, immobili: c'erano anziani, vecchi, bambini, poliz iotti, donne, marinai, giovani, sacerdoti, bambine, militari, medici, piloti, un'incredibile massa eterogenea di persone!. Alcune erano in pigiama, oppure prive di scarpe, piuttosto che normalmente vestite. S ilenziosi, mi guardavano attoniti, forse sbigottiti, con le pupille sperse nel vuoto, come se avessero visto un marziano!. -Santo Cielo! chi è tutta quella gente?- domandai a B lackJack, dopo aver innestato il microfono di bordo.


-Non so cosa pensi l’Alto Comando Tattico, ma sarà difficile essere chirurgici con le atomiche tattiche!- rispose lapidario BlackJack, guardandomi mentre sistemava con la sua mano destra, il grosso specchietto retrovisore, che era sul montante dei finestrini anteriori. -Che cosa sta facendo, tutta quella gente a bordo pista?- domandai, mentre bloccai le mie multiple cinture di sicurezza. -Con le B61 faremo centinaia milioni di danni collaterali…- continuò BlackJack, come se non avesse udito, la mia domanda. -Forse sono testimoni di WWIII?- mi sovvenne questo pensiero, talchè continuai dicendo -Santo Cielo! non potrò ascoltare tutti questi testimoni di WWIII e Guerre Puniche II, è umanamente impossibile romanzare tutte le loro storie, la fila è immane, non riesco nemmeno a scorgerne la fine!- poi guardai sbigottito, l’interminabile colonna di persone. -Il DeBriefing è al termine della missione- disse lapidario il pilota. -Che ci faccio, seduto sul seggiolino eiettabile di un rF4 Phantom II?!- domandai. -Siamo cacciatori- rispose BlackJack ridendo, mentre chiuse il tettuccio, fece Ok con il pollice, mentre l'aereo prese a rullare lento sulla pista, con i motori che prendevano potenza. -Cacciatori di cosa?- chiesi dall’interfono. L'aereo decollò rapido nel cielo, salendo in candela, mentre roteò in vite, B lackJack quasi come fosse stato galvanizzato dal decollo, urlò in cuffia come un esaltato -Uuuaaah!!!, are you shitting me?!-

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Capito lo 1: Aggiornamenti dal colonnello Shao

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L’elicottero gengiskano volava veloce, sopra le cime dei pochissimi alberi morenti nella rovente savana. A bordo del velivolo, l’ufficiale gengiskano era seduto accanto a quello sumerico e rakistano, i tre conferivano tra loro a bassa voce: erano invece più distanti, in rigoroso silenzio, i loro attendenti dell’HQ. -Non esattamente!- rispose secco il colonnello Shao –il centro di gravità egiziano è la diga di Assuan, con il bacino artificiale del lago Nasser. Se gli egiziani dovessero perdere tale riserva d’acqua, il loro destino sarebbe segnato!. Per difenderla, gli egiziani dispiegheranno in battaglia quasi tutto quello che avranno come forze di terra. A parte una piccola riserva, che rimarrebbe nei pressi del Cairo!. I sub-sahariani, dovranno solo limitarsi a dare l’impressione di cercare uno stupido sfondamento frontale da Sud verso Nord, lungo il Nilo e lungo il Mar Rosso. Mentre i sub-sahariani convinceranno gli Egiziani a schierare tutte le loro forze sul centro di gravità d’Assuan, vari corpi di spedizione sub-sahariani si muoveranno lateralmente verso nord, appoggiandosi alle molte oasi libiche. Parte delle colonne, muoveranno anche alla facile conquista di Libia, Tunisia. L’altra metà delle forze della manovra tornante, piegheranno ad Est, puntando su il Cairo. Stroncando il supporto logistico alle forze egiziane, le quali, senza carburante, senza potere aereo (in quanto distrutto dai nostri Su27plus), senza munizioni, gli Egiziani saranno in balia dei sub-sahariani!. Nella “Gloria di Chartago”, Libia, Tunisia


ed Egitto saranno assorbite in dieci mesi, forse in un anno, da parte della massa sub-sahariana!. A quel punto, potremo sfruttare la Stella Verde, per ingaggiare gli Europei da Sud, implementando una diversione strategica in favore della nostra azione in Siberia, contro la Repubblica Zarina; di cui gli Europei saranno probabilmente gli unici alleati, anche a causa dei contratti pluriennali sul gas siberiano!-Il suo piano, ha un falla strategica!- esordÏ il co lonnello sumerico Raq. -Quale?- chiese incuriosito il colonnello Shao. -Chartago, non ha sistemi d’arma complessi, per implentare una strategia SEA DENIAL contro gli Europei. Le raffinerie libiche sono obiettivi fissi: facili bersagli per le forze aeree e navali Europee. Distruggendo tali bersagli, pur galleggiando sul gas e petrolio, Chartago non avrebbe carburante per far salpare i propri sciami ed attraversare il Mediterraneo, ingaggiando gli Europei a Sud!. Trasportare carburante dai vostri protettorati, sarebbe oneroso, complicato, difficile, questo rallenterebbe lo slancio subsahariano sull’Europa!- rispose il co lonnello Raq.

-Che cosa suggerisce?!- chiese il co lonnello Shao, sorridendo glaciale.

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-Sarebbe utile, rinforzare Chartago con dei missili MRBM a media gittata. Le raffinerie libiche sulla costa non sarebbero difendibili, ma quelle nell’interno, oppure nel golfo della Sirte, potrebbero essere agevolmente difese, sia con la vostra INTEL-satellitare, quanto con i nostri missili MRBM. Questo implicherà il dispiegamento indefinito di un piccolo e limitato contingente di truppe dell’Impero Sumerico e Gengiskano, in NordEst Africa!.- disse il colonnello Raq. 8

Il co lonnello Shao annuì, poi aggiunse –Concordo!. E potrebbero non essere le nostre uniche forze dispiegate in NordEst Africa. Dopo la Gloria di Chartago, la maggioranza dei nostri Su27plus potrebbero essere spostati, mentre potremmo lasciare solo un esiguo contingente aereo, con qualche batteria di missili terra-aria, in rinforzo al blocco a Suez-Perfetto!- disse il colonnello Raq –Gli Europei non hanno missili da crociera a lunga gittata. Inoltre gli F35 finiranno a terra, saranno inutilizzabili, anche a causa della sindrome di Kessler, nonché dei pesanti difetti del costoso velivolo. Dubito molto che gli Europei, impiegherebbero missili francesi M51 con testate atomiche, per distruggere oleodotti e raffinerie in NordEst Africa, le quali strutture poi servirebbero a loro per succhiare petrolio!. Inoltre, è atteso che contestualmente a Guerre Puniche II, detoni nell’Artico la battaglia per Kalinka, dove gli europei saranno costretti ad ingaggiare tutti i loro sottomarini. Inclusi quelli lanciamissili, per garantire un ombrello di difesa atomico all’Europa-


Capito lo 2: Cpt Gertrude Lange Schulze

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##/##/2050 Siamo salpati da Murmansk in piena notte, abbiamo lasciato il porto in immersione, per eludere eventuali satelliti gengiskani. A bordo, abbiamo imbarcato un plotone di truppe speciali britanniche, saranno sbarcate alla base di Dudinka_2 _______________ ##/##/2050 Stiamo davvero stretti sul mio sottomarino, è davvero piccolo il Type_212 come battello, ma i nostri ospiti non si lamentano!. Io credevo che il mio sottomarino fosse più spazioso!. La cambusa è un po’ sotto pressione, ma non ci sono problemi irrisolvibili. Trasportiamo all’esterno un modulo Remora, un indispensabile contenitore extra, per alimentare un trasporto logistico a sostegno delle nostre truppe in Siberia. _______________ ##/##/2050 Per tutta la notte, ho dato l’ordine di procedere con andatura silenziosa, siamo in stato di combattimento!. L’ho dichiarato appena siamo transitati dalla porta di Kara; così come era suggerito nell’ INTEL russa. Procediamo a 5 nodi, siamo lenti, siamo silenziosi, quasi costretti a raschiare i bassi fondali siberiani, per sottrarci a tutti i rischi della battaglia per Kalinka.


_______________ ##/##/2050 Finalmente abbiamo doppiato in sicurezza la penisola di Jamal, ed anche quella di Gyda. Siamo però anche entrati nel grande cono d’ombra in Siberia; le telecomunicazioni satellitari, i segnali GPS, il GLONASS, tutte le telemetrie e ponti radio satellitari non sono operativi!. _______________ ##/##/2050 Oggi, nel primo pomeriggio (ora locale) siamo entrati (restando in immersione) nel fiume Jenisei; procediamo sempre silenziosi per precauzione, con rotta verso Sud, sino a quando non varcheremo il passaggio di Karaoul. _______________ ##/##/2050 Abbiamo varcato la base Karaoul: il sito è ancora distrutto ed abbandonato, i nostri sensori non hanno rilevato nessuna attività nemica, non ci sono segni d’incursori gengiskani.

##/##/2050 L’ufficiale di rotta dice che siamo vicini alla base di Dudinka2, io ho dato l’ordine di stazionamento silenzioso (ci limitiamo a contrastare in andatura silenziosa, la corrente del fiume che ci spinge a Nord). Quando saranno le 23 (ora locale) attiverò la propulsione convenzionale con lo

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“snorkel�, poi emergeremo a quota periscopica. Daremo una sbirciata: gli ordini sono di restare in attesa dei segnali convenuti (con lampade in infrarosso), da parte della fanteria russa, per poter disporre in sicurezza, all’attracco presso la base appoggio di Dudinka2.

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Capito lo 3: Il Sgt. Arcadiy Sokolov

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-Forse dovremo battercela- disse il fante che era seduto sulla slitta trainata dalle tre renne, poi questi aggiunse una soffice nuvola di vapore acqueo –Gli incursori gengiskani hanno droni con visori termici, ed hovercraft, anche se le nostre tute invernali sono a bassa traccia termica, la marcatura infrarossa di tre renne in linea, potrebbe essere sospetta!-Vorrei aiutare quel pilota di Yak_130, che è stato colpito, il velivolo si è schiantato o ltre quella co llina laggiù!- disse il sergente Sokolov che fissava impietrito, l’orizzonte glaciale che lo circondava. -Non vorrei essere nei panni di quel pilota- disse Igor Ljunakyn, che scosse la testa, mentre stringeva le redini di cuoio delle renne, nei suoi guantoni invernali –Se sono sopravvissuti, tra un po’ avranno tutto il reparto d’incursori gengiskani alle calcagna!. Sergente, non è igienico per la nostra salute, gettarci nella mischia!. I nostri ordini sono chiari: Cerca, Distruggi e Scappa-Se non gli aiutiamo quei due piloti, permettendo loro di ritornare alla base, nessun’altro lo farà!. Oggi, sono pochi i piloti che hanno il coraggio di volare, offrendo supporto aereo tattico alle truppe di terra!. Sono piloti di valore!,


devono lottare tutti i giorni contro missili terra-aria, droni, aerei nemici, un’elettronica infernale, ed il generale inverno che danneggia equipaggiamenti e che probabilmente, li ammazzerà prima degli incursori gengiskani, se non li caviamo fuori dai guai!- disse il sergente Sokolov con una nuvola di vapore, in cui si miscelò della palese preoccupazione. –Sono tutte balle! La verità è che vuoi andare a conoscere il tenente Karolina Smirnov. Nelle ultime tre missioni d’attacco che abbiamo svolto contro i gengiskani, il supporto aereo tattico l’ha portato coraggiosamente la mitica Smirnov!. Lei è uno degli assi del supporto aereo tattico russo!, adesso che l’hanno abbattuta, la vuo i salvare!. Va bene!, andiamo a salvare la Matta volante!- disse ridendo Igor Ljunakyn. ____________ T0+autunno, da qualche parte, nel Bassopiano Siberiano Occidentale, un’ora prima. La neve era gelida e spietata come la morte, l’aria era tagliente come mille lame di coltelli, il cielo era grigio, scarsamente illuminato da un fredda luce polare, tipica della stagione autunnale, che profetizzava l’arrivo dell’inverno Siberiano!.

Il drone quadripala russo, tornò al punto da dove lo avevo lanciato, aveva volato silenzioso con motori elettrici, seguendo una rotta inerziale, senza riferimenti GPS o GLONASS. Obiettivo del piccolo drone, era fare ricognizione tattica!. La guerra in S iberia, era ancora più mortale di tutte le altre guerre, che s’erano combattute nei secoli passati!. Era essenziale sfruttare

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il territorio e restare invisibili, rintracciando le unità nemiche, per coordinare attacchi missilistici, aerei, d’artiglieria oppure di fanteria. A quella latitudini, non c’era il rischio d’incontrare la massiccia e ben armata fanteria gengiskana; la fanteria tradizionale nemica non aveva equipaggiamenti idonei per sviluppare efficaci proiezioni su terreni pesanti in S iberia. Per cui, era prassi che le truppe regolari gengiskane pattugliassero a lisca di pesce, allontanandosi non più di trecento chilometri, da ogni punto della transiberiana. La linea ferroviaria transiberiana era stata occupata, era protetta, era costantemente riparata, era sfruttata dagli invasori per trasferire supplies, rimpiazzi e sostenere una biblica migrazione di civili in Siberia!. Questo lento movimento nemico, lasciava molto spazio d’azione alle truppe NATO e russe, le quali dopo attacchi alla logistica nemica, cercavano di sganciarsi, sottraendosi alla fanteria regolare gengiskana, per nascondersi nella folta taiga o nella surgelata tundra. Escludendo gli aerei gengiskani che vo lavano un po’ ovunque in Siberia, di cui spesso se ne udiva il rumore in alta quota, c’era un’altra minaccia: gli incursori gengiskani. Gli incursori gengiskani, erano le uniche truppe nemiche, che avevano equipaggiamenti adeguati, per scorrazzare incontrastati in Siberia!. Per arginare questo dominio nemico nel suo ampio movimento di terra, l’Armata Russa aveva contrapposto Spetnaz e truppe di montagna, con il prezioso supporto di truppe speciali OTAN. Tutti gli alleati, s’erano aspersi in piccoli gruppi, con l’ordine di cercare e distruggere e scappare. Siccome la sindrome di Kessler aveva reso la Siberia una “Black Box”, nessuno sapeva cosa facessero, e/o come manovrassero i gengiskani. La strategia difensiva delle forze Alleate del fronte nord, era quella di logorare la logistica nemica!. I lunghissimi fiumi russi, che defluivano da Sud verso Nord, erano arterie vitali per le truppe alleate, perché i picco li sottomarini NATO portavano un indispensabile sostegno in Siberia.

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Per ridurre le emissioni elettromagnetiche, evitando d’essere intercettato, il picco lo drone russo aveva registrato tutti i suoi dati della telecamera infrarossa sulla memory-card. Nella taiga a 10 chilometri, era un branco di lupi siberiani, c’erano delle renne. Poi c’erano alcune tracce termiche assai interessanti: erano alcuni APC, due elicotteri (uno da battaglia e l’altro da trasporto), c’erano vari rimorchi tutti agganciat i a gatti delle neve, c’erano poi anche un paio di Hovercraft. Questo era quanto mostravano i dati delle telecamera in alta definizione, del picco lo drone russo, che al momento era connesso con un cavetto, al pad tattico, con cui interagivo nonostante i miei grossi guantoni invernali. Non c’era segnale satellitare per riferire al comando di difesa, c’era solo una ricetrasmittente ad onde lunghe (poco diversa dai dispositivi Morse dei primi del novecento) con cui si trasmetteva in cifra, quindi si sarebbe ricevuto (sempre in cifra) le istruzioni sul da farsi. La devoluzione imperava regina: gli ordini andavano sempre interpretati, rispetto a cosa si poteva o non si poteva fare, compatibilmente con le risorse disponibili, tenendo presente i futuri rimpiazzi giunti dai sottomarini OTAN via fiume, rispettando sempre i vincoli ambientali e climatici, che condizionavano ogni maledetta azione militare in Siberia!. Insomma, serviva esperienza di guerra e dell’ambiente, per affrontare prima di tutto il generale inverno russo che ammazzava tutti: russi, europei, gengiskani e chiunque altro venisse in Siberia a combattere!. Colpire un picco lo reparto d’incursori gengiskani sarebbe stato una buona cosa: anche loro, non potevano essere ovunque nell’immensa Siberia!. Nessuno aveva chiaro quali fossero gli obiettivi degli incursori gengiskani, ma quello che per adesso s’era capito, era che gli “Incursori Gengiskani” erano le uniche forze nemiche che erano abili ed attrezzate per fare contro-insurrezione: erano i cani nemici

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che davano la caccia ali lupi alleati che calavano dall’Artico, per colpire le istallazioni logistiche nemiche!. Annientare un reparto nemico, avrebbe vendicato anche i mo lti amici, che erano già morti in questa guerra!. Beh!, certo… annientare era una paro la grossa!. Era più opportuno dire: danneggiare gravemente. Danneggiare pesantemente un reparto d’incursori gengiskani, avrebbe sicuramente ridotto la loro azione sul territorio, aprendo anche un’enorme buco in chilometri quadrati, nell’immenso fronte di guerra siberiano. Ovviamente, poi ci sarebbe stato da aspettarsi una violenta reazione nemica, tutta focalizzata nel mio settore!. Ma a questo, avrei pensato poi… L’unità gengiskana era a Sud, a circa 10 km dalla mia posizione: da qualche parte nella penisola di Gyda, sui bordi della taiga!. Arrivò la conferma via radio: uno Yak_130 avrebbe attaccato il reparto d’incursori gengiskani, che sino ad un’ora fa, erano tranquillamente accampati sul sacro suolo russo!.

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Capito lo 4: Il Cpt. Alten Lewis

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Ero decollato da una delle due portaerei britanniche, di cui non posso dirvi ne nome, ne reparto di vo lo. Sappiate che all’inizio della missione, non avevo serbatoi supplementari, ero armato con appena quattro missili aria-aria: due a guida radar, due a guida infrarossa. La mia rotta era iniz ialmente sicura: ero diretto nelle isole art iche di Francesco Giuseppe, in specifico presso la Terra del principe Giorgio. Da qualche parte, c’era un piccolo aeroporto improvvisato della NATO, dove un vecchio segnale TACAN sarebbe stato acceso intorno alla mia presunta ora d’arrivo, poi questo avrebbe orientato il mio F35B per l’approaching. Non c’erano serviz i satellitari, non c’era supporto GPS e non funzionava neppure il segnale del GLONASS, molta dell’avionica e delle tecniche di battaglia netcentrica del Pentagono che erano state implementate nell’avionica del mio F35B erano inutili: ossia erano disabilitate!. Di male in peggio: trascorsa ogni ora di volo, come stabilivano le ferree procedure di vo lo dell’F35B, ovunque fossi e quals iasi cosa stesse accadendo, dovevo riavviare i main computers di bordo, perché dei malefici glitch software saturavano i microprocessori rallentando tutta l’avionica e mettendo a rischio l’inco lumità del velivolo!. Volare in piena zona di guerra, mentre ogni ora di volo, si


era costretti a riavviare il computer di bordo, con l’aereo su cui si era seduti che continuava a volare, sapendo di disporre di un velivolo interamente digitale e computerizzato con controlli Fly by Wire, era una procedura da pazzi furiosi: nemmeno i “kamikazee giapponesi” avrebbero accettato una cosa simile!. Tutti i piloti di F35 invece s ì!. All’improvvisata base NATO denominata “King George 1”, erano stati stesi lastroni di metallo sul permafrost, l’atterraggio e deco llo VTOL andarono bene, senza imprevisti o blocchi al motore. M’installarono sul mio F35B un serbatoio supplementare ventrale, mi dissero di recarmi in bassa quota, verso l’isola russa di Komsomolec. Più o meno, all’ora del mio presunto arrivo, i russi avrebbero acceso dei fari infrarossi lampeggianti, quindi la mia telecamera infrarossa di bordo, avrebbe dovuto detectare l’aeroporto improvvisato, permettendomi d’atterrare in piena sicurezza, mantenendo il mio profilo stealth. C’era il divieto assoluto d’usare radar e radio. Mio compito, sarebbe stato fare perno dalla base aerea russa di Komsomolec, per svolgere varie missioni belliche: • Disturbare o interdire, il potere aereo gengiskano. • supportare le truppe alleate a terra • fare ricognizione in Siberia: ricercare potenziali obiettivi da attaccare e distruggere. • garantire delle teleco municazioni sporadiche e s icure, con le truppe a terra che erano in una posizione molto avanzata. Prima di me, altri due F35 erano stati mandati nello stesso ruolo, ma nessuno era tornato alla base di Komsomolec, dopo le rispettive sortite belliche. Questa cosa non mi piacque, era meglio se non me l’avevano comunicata nel briefing pre-missione: ma non c’era molto da dire, c’era anche poco da fare; gli ordini erano ordini!.

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Raggiunsi senza intoppi imprevisti la base di Komsomolec, atterrai senza problemi, con una manovra VTOL. Per il momento, il mio F35B si comportò molto bene, non mi diede grane inattese!. La base di Komsomolec era composta da una diecina di capanne coibentate, molt i serbatoi di carburante avio, tutte strutture coperte con teli mimetici artici. Era un piccolo aeroporto, per elicotteri e mezzi VTOL: un posto surgelato, in mezzo al niente!. Da qualche parte c’erano stufe per preriscaldare aerei ed elicotteri, ma i russi non le volevano usare, per t imore di creare una vistosa traccia termica, che avrebbe potuto essere rilevata dall’aria o dallo spazio. La difesa anti-aerea la garantivano alcuni fanti con la faccia livida ed infreddolita, armati di MANPAD terra-aria, che erano rintanati in igloò. Poi c’era qualche mitragliatrice ZSU, su cui però non c’era nessun servente, le vecchie mitragliatrici avevano l’aria d’essere armi inceppate per il freddo!. A me parve un aeroporto piccolo ed indifeso!. I gengiskani se ci avessero scoperto, avrebbero potuto spazzarci via con una scopa e qualche fionda!. Si diceva, che da quelle parti, nel Mar di Kara, nel Mar Po lare, nel Mar di Laptev, si stesse combattendo la “gelida battaglia di Kalinka”. Sottomarini russi, inglesi, francesi, tedeschi, lottavano contro sottomarini gengiskani. Si diceva, che immersi sott’acqua, da qualche parte, i gengiskani avessero i loro subs, con i quali avevano lanciato missili, con cui avevano intercettato tutti gli ICBM russi!. Non era passato nemmeno un missile intercontinentale russo. Le detonazioni atomiche nello spazio avevano scatenato la sindrome di Kessler, tutti i satelliti in orbita polare e geostazionaria sulla Siberia, erano andati distrutti, proprio come tanti popcorn in padella!. Di male in peggio: la sindrome di Kessler degenerava e s’espandeva. I detrit i in orbita, viaggiavano

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come proiettili, si moltiplicavano come un virus, distruggendo inesorabilmente altri satelliti, che in origine erano in orbite ritenute sicure. Per questa ragione, gli unici mezzi di co municazione per le truppe a terra, erano le vecchie ed affidabili radio a lunga frequenza. Le vecchie onde radio, rimbalzando dalla ionosfera, garantivano un lento ma ragionevole, canale di comunicazione!. 20

Ho detto un “ragionevole” canale di comunicaz ione, perchè i gengiskani non erano sordi, non erano ciechi, non erano mut i, non erano nemmeno stupidi!. In Siberia, i gengiskani stavano jammando, creavano tantissime interferenze elettromagnetiche, tanto che le nostre truppe speciali che s’erano infiltrate in profondità in Siberia, erano tagliate fuori!. Potevano usare solo le onde corte, a bassa potenza: ecco perché il mio F35B avrebbe svolto missioni in profondità, il ruolo di sporadico centralinistafattorino-portavoce. ______________ Ero in vo lo con due serbatoi supplementari, con quattro missili aria-aria (due a guida radar classe Meteor a lunga gittata, due a guida infrarossa Sidewinder a corto raggio) mentre nella stiva ventrale, avevo imbarcato due pesanti bombe a guida laser. Sfrecciavo in ipercrociera a 1.2Mach a 9000 metri, diretto a Sud. Il radar lo accendevo sporadicamente, mentre tutti i sensori infrarossi erano attivati e lavoravano correttamente, alla disperata ricerca di minacce. La suite di guerra elettronica era abilitata, per fortuna funzionava correttamente!. Non avevo dati GPS, ma dovevo adattarmi, con quanto fornito dalla stima del punto nave inerziale. Ero nervoso, ero veramente molto nervoso, perché sapevo che tra mezz’ora avrei dovuto riavviare il computer di bordo. Rimanere cieco e sordo per 1 minuto di rebooting, in territorio nemico, m’atterriva, ma non c’era altro da fare sul mio F35B. Il comando m’aveva fatto volare con una configurazione multiruolo: ero attrezzato teoricamente sia per un’intercettazione, quanto per


un bombardamento di precisione. Con i due grossi serbatoi supplementari agganciati, con due pod esterni con i 4 missili ariaaria appesi esternamente, la mia Radar Cross Section era però tutt’altro che Stealth. Tuttavia, non c’era altro modo di combattere in S iberia, non potevo fare a meno dei serbatoi supplementari, neppure dell’armamento, c’erano vincoli geografici e tecnici ineludibili, decollando da Komsomolec. All’improvviso, il mio radar detectò una minaccia a Sud. Era probabilmente un Su27plus, era a 9500 metri di quota, lo zomby stava sfrecciando a 1.17Mach, distava ben oltre 120 km. Cazzo!, siccome i Su27plus non viaggiavano mai da soli, io sapevo che da qualche parte, doveva esserci s icuramente un maledetto gregario, che per il momento, non ero ancora riuscito a detectare!. Decisi di sparare per primo, usando i miei due missili aria-aria Meteor a guida radar, da 100km di gittata!. Cazzo!, era meglio un Su27plus abbattuto subito, piuttosto che trovarsi a fronteggiare due maledetti Su27plus incazzati, che m’avrebbero trascinato in un combattimento aereo a distanza ravvicinata!. Il mio piano tattico prevedeva di svignarmela il più presto possibile, tornando alla base di Komsomolec, dopo la conferma dell’abbattimento Behind Visual Range. Dopo il lancio dei due missili aria-aria a guida radar, ridussi il gas, scesi di quota, poi virai il più stretto possibile, compat ibilmente con i limiti dell’F35B. Barattai una parte della mia quota con maggiore velocità, ma senza scaldare il culo del mio F35B con la postcombustione, in modo da non essere vistosamente visibile nell’infrarosso. Quel maledetto ambiente di combattimento era territorio gelido come la morte, le scie termiche si vedevano da molto lontano!. I Su27plus erano tutti dotati di letali sensori infrarossi prodieri, non volevo aiutare i gengiskani a spararmi alle spalle!.

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Sinceramente, avrei voluto sganciare contestualmente tutti e due i miei serbatoi supplementari. Il mio F35B era pesante come un elefante, era manovrabile come un maiale morto: ma potei sganciare solo un serbatoio, trovandomi anche con l’assetto sbilanciato a causa dell’asimmetria dei pesi. L’altro serbatoio supplementare, non lo potevo sganciare, aveva ancora carburante!. Cazzo, il carburante mi sarebbe servito per tornare di corsa alla base!. L’avionica del mio F35B, dopo 1minuto e 10 secondi, mi co municò la detonazione!. Lo zomby aveva fatto SPLASH, era stato centrato in pieno, da almeno uno, dei miei due missili aria-aria Meteor. Adesso che la minaccia principale era stata annientata, diedi piena manetta al post-combustore: contavo d’accelerare per battermela, allontanandomi dal gregario nemico, che non ero riuscito a scovare!. All’improvviso, tutti i segnali d’allarme s’accesero, facendomi accapponare la pelle!. Cazzo!, erano in arrivo tre missili aria-aria!. La suite di guerra elettronica dell’F35B era già attiva, cercava in automatico di jammare, il segnale radar nemico!. Da dove diavolo erano sbucati, i tre maledetti missili aria-aria?! Lo zomby aveva fatto splash, ma era ancora troppo distante per ingaggiarmi, quando lo avevo beccato!. Sicuramente era stato il gregario del Su27plus che aveva lanciato i missili aria-aria, ma io non sapevo dove fosse!. Cioè, sapevo solo che mi era di coda, da qualche parte!. Cazzo!, Maledetto gregario!. Ero davvero nella merda, con la merda sopra i capelli, l’impatto era imminente!.

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Potevo abbandonare l’F35B e lanciarmi, sarei atterrato con il paracadute in Siberia in pieno inverno!. Senza nessuno che avrebbe potuto salvarmi, perché le comunicaz ioni a lungo raggio erano disabilitate. Di certo sarei crepato di freddo, anche se fossi sopravvissuto all’eiez ione della carlinga. L’altra prospettiva, non era diversa: esplodere in volo!.

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Il mio velivolo fu colpito e saltò in aria, mentre speravo futilmente di scamparla, dai due missili nemici!.


Capito lo 5: Il Lt. Nung Lu Due caccia in configurazione di superiorità aerea Su27plus di produzione gengiskana (una variante retro-ingegnerizzata e modificata, della versione russa Sukoi_35) sfrecciavano sopra la scura taiga e la bianca tundra. I due velivoli erano armati con 8 missili aria-aria ciascuno (di cui sei a guida radar, due a guida infrarossa). Il cielo era grigio e senza sole, la temperatura esterna era molto bassa, gli aerei lasciavano una marcata striscia termica, che era facilmente visibile dai satelliti gengiskani nell’Infrarosso.

I due Su27plus volavano a 9500 metri di quota, al 50% della loro potenza, entrambi in iper-crociera a 1.17 Mach (1394km/h) mantenevano il silenzio radio. Tutti e due i velivoli, avevano il sistema di acquisizione IR-Infrarosso accesso, tale sistema era capace d’acquisire bersagli termici sino a 50km di distanza, dando ai due piloti un tempo di reazione di 2minuti e 9secondi circa, per bersagli lenti. Il capo formazione volava leggermente più in alto, era anche l’unico dei due velivoli che ad intervalli regolari riceveva un downlink satellitare a basso rateo di refresh, sulla situazione in infrarosso del settore, in cui i due velivoli svolgevano funzioni di Combat Air Patrolling.

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Il gregario, invece manteneva una quota leggermente più bassa rispetto al capo-formazione, il tenente Nung Lu era infatti molto distanziato, volava parallelo e distante svariati chilometri. Nonostante la lontananza, il tenente Nung Lu riceveva e scambiava i dati di telemetria dal capo formazione, in tal modo i due velivoli gengiskani condividevano sia le informazioni satellitari, quanto i dati dei loro pod IR-Infrarossi, con rilevamenti ampi, perché provenienti da angolazioni diverse. All’improvviso, il capo formazione detectò una traccia termica che era nemica, era stata lasciata in quota a circa 9000 metri, era un monomotore nemico, il velivolo manteneva una rotta verso Sud. Il gregario sganciò immediatamente la formazione, virò bruscamente a destra, accelerò con i propri post-bruciatori, mentre picchiò verso il suolo, per guadagnare ulteriore velocità, uscendo quanto prima dal potenziale cono di radar-vis ibilità, sulla posizione stimata del velivolo nemico. Il capo formazione invece virò lievemente a destra, poi mantenne coraggiosamente la sua rotta: il velivo lo nemico gli era adesso dritto di prua. Il comandante focalizzò la ricerca IRInfrarossa, poi accelerò alla massima velocità per accorciare le distanze, sperando d’andare quanto prima a tiro con i propri missili aria-aria, i quali sfortunatamente avevano una gittata assai più corta, rispetto ai missili aria-aria nemici. Siccome il proprio sensore IR-Infrarosso non detectava niente, mentre il suo radar passivo di bordo, già segnalava l’allarme di targeting, il comandante gengiskano accese il proprio radar per avere una piena telemetria sul caccia nemico. Lui sapeva che non poteva più sorprendere il velivo lo nemico, nonostante la sua INTEL satellitare, perché era stato tradito dall’alta Radar Cross Section del suo caccia. Tatticamente, non c’era più ragione di non usare il proprio radar di bordo per tracciare il nemico, correndo il rischio di rivelarsi al nemico tramite i radar passivi, dato che l’F35 già lo detectava in modo ostile!.

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La traccia radar nemica era di qualità discreta, tuttavia era ancora troppo distante per i propri missili aria-aria. Il comandante spedì i dati in telemetria al gregario in A lta Frequenza via satellite, perché il tenente Nung Lu era troppo distante per i normali ponti radio ravvicinati dei Su27plus. In questo modo, la posizione nemica sarebbe stata perfettamente nota anche al suo gregario, il quale di certo, adesso si stava rapidamente avvicinando al fianco del nemico, mantenendosi fuori dal cono nemico di radar-visibilità. L’allarme di lancio di missili aria-aria dal radar passivo del Su27plus scattò all’improvviso: il capo formazione picchiò, accelerando bruscamente, effettuò una violentissima virata stretta, tanto che fu così violenta, che si mise a gridare per radio a causa della brutale fatica fisica che dovette sopportare!. Poi il pilota iniziò una serie di disperati tonneau, picchiate, virate strette, tutte spossanti manovre acrobatiche, con cui sperava d’eludere i due missili aria-aria nemici. Non aveva molto tempo per difendersi efficacemente, c’era solo un minuto e due secondi prima dell’impatto. Nonostante i suoi sforzi e benché stesse jammando con guerra elettronica, il suo velivo lo fu colpito in pieno, esplodendo in volo!. Nel frattempo il tenente Nung Lu sfrecciava a 2.1 Mach, per radio il tenente Nung Lu udì il proprio comandante che un attimo prima d’essere colpito, dichiarò un May Day per imminente SPLASH DOWN da colpo diretto. Tuttavia, sul monitor di bordo del tenente Nung Lu, il sistema IRInfrarosso del suo Su27plus aveva agganciato perfettamente il motore dell’F35B che nel frattempo, stava virando stretto, mostrando così la caldissima coda. I dati di telemetria erano eccellent i, Nung Lu pre-impostò i dati sui missili aria-aria a guida radar, sfruttando i dati dei sistemi di localizzazione infrarossa, poi lanciò tre missili aria-aria. Nung Lu mantenne la piena potenza nei motori, essendo deciso a vendicare il suo comandante e perseverare nell’inseguimento, essendo in una posizione ottimale per un’intercettazione!.

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Il primo dei tre missili aria-aria gengiskani perse il segnale, mancò il bersaglio e poi si sperse nel niente, cadendo nella tundra. Storia diversa furono gli altri due missili, questi raggiunsero il bersaglio, frantumandolo impietosamente in volo!. Il tenente Nung Lu spense i post-combustori, rallentò, poi virò in alto ed all’indietro in un Immelman. Il nemico era stato abbattuto, il down link satellitare in infrarosso non segnalava nessuna minaccia. Nella sua zona c’era la traccia termica dell’esplosione in vo lo del F35B nemico, oltre alla sua calda scia termica. Po i si vedeva una nube più tiepida, che era tutto quello che rimaneva dell’esplosione in volo, del Su27plus del capo-formazione. Il tenente Nung Lu vo lò sulla rotta n°1 del suo comandante, con l’obiettivo di detectare con l’IR-Infrarosso un incendio a terra, oppure i rottami dell’abbattimento con il radar di bordo in modalità “search & look down”. Il tenente Nung Lu voleva verificare se il suo comandante s’era lanciato, prima d’essere stato abbattuto oppure se era morto. Nel caso che il suo capitano si fosse lanciato, se fosse sopravvissuto, allora avrebbe risposto ai suoi preoccupati appelli radio!. Nel qual caso, Nung Lu avrebbe trasmesso la posizione del pilota abbattuto, via satellite al co mando di Squadrone. Gli incursori gengiskani, erano sparsi in Siberia: forse nell’arco di una settimana o dieci giorni, avrebbero potuto tentare una ricerca e soccorso, provando a recuperare il pilota gengiskano, qualora questi, fosse stato capace di sopravvivere tanto a lungo al gelo siberiano!.

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Capito lo 6: Il Sgt. Elizaveta Ivanov

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Capito lo 7: Il Lt Karolina Smirnov Lo Yak_130 volava a manetta, era a meno di 8 metri dalla cresta della montagna, uno dei due motori fumava nero, mentre incombenti c’erano due missili aria-aria a guida radar, che tra centoventi secondi avrebbero colpito l’aereo!. Ai comandi c’era il mit ico tenente Karolina Smirnov, dell’aviazione tattica russa, la donna stava urlando selvaggiamente di dolore, a causa delle fatiche fisiche subite, per le brutali manovre acrobatiche che eseguiva, mentre tentava disperatamente di sganciarsi dai due missili aria-aria, che aveva alle calcagna!.

Non era d’aiuto l’ufficiale per la guerra elettronica il tenente Katerina Rostov, la giovane donna era seduta sul sedile posteriore, aveva il casco, la testa, il viso, reclinati: erano sfondati, i lineamenti quasi irriconoscibili, mentre il vetro posteriore dello Yak_130 aveva un’enorme buco laterale, da cui entrava tantissimo vento gelido!. ______________ Due ore e mezza prima, lo Yak_130 era decollato, in configurazione di Supporto Aereo Tattico: due serbatoi supplementari sotto le ali da 450kg, due razziere S8 per missili non guidat i anticarro, una postazione ventrale con il cannone Gch_23L, due missili aria-aria a guida infrarossa per difesa aerea ravvicinata, due radar passivi alle

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estremità alari. Lo Yak_130 era seguito da due piccoli droni, che erano pilotati per pin-point & obiettivi, dall’ufficiale di guerra elettronica il tenente Katerina Rostov. La giovane sedeva nel sedile posteriore, l’antenna posteriore dello Yak_130 emetteva e riceveva sporadiche emissioni radio in multifrequenza, con cui controllava e dirigeva i due droni, che erano in scorta e supporto tattico. Il primo drone era armato con 6 missili aria-aria ad infrarossi, ed un serbatoio supplementare ventrale, era stato posto a media 30 quota, anticipava la formazione. Avrebbe fornito protezione aerea allo Yak_130, ingaggiando se necessario le aquile gengiskane che dall’alta quota, a bordo dei Su27plus oppure dei J10 model F, sistematicamente piombavano per abbattere i velivoli russi, che cercavano di portare supporto aereo tattico, alle truppe russe di terra. Il secondo drone era armato con 1 bomba Kab500 da mezza tonnellata laser-guidata, due serbatoi supplementari e due cannoncini Gch_23L collocat i alle estremità alari. Il picco lo velivolo ronzava tranquillo, seguiva co me un cagnolino lo Yak_130 replicandone le manovre aeree, entrambi i mezzi sfrecciavano a pochi metri sopra le cime degli alberi della taiga innevata, mentre un sole pallido e freddo, se ne stava basso sull’orizzonte grigiobluastro. -Il nostro obiettivo è un reparto d’incursori gengiskani. Sono tranquillamente accampati nella taiga. Si preparano a dormire, noi rimboccheremo loro le coperte!. In ogni caso, non faremo più di due attacchi!. Quei bastardi reagiranno violentemente: hanno missili terra-aria MANPAD, cannoncini a controllo numerico a tiro rapido, inoltre ci scaglieranno contro tutto quello che hanno, incluso i loro piccoli droni da ricognizione che come kamikazee, cercheranno di danneggiarci ed abbatterci!. Se ci beccano, poi dovremo tornare a casa a piedi: sono circa 600km, in taiga è iniziato l’inverno!. Io ho le tette grosse, nelle neve alta cammino male!. Quindi, non dobbiamo farci beccare!. Il drone n°2 che ci tallona, dovrà colpire duro, già dal primo passaggio, ridondando e


distruggendo gli obiettivi. Ci sono domande?- chiese il tenente Karolina Smirnov. -Ricevuto, tutto chiaro- rispose Katerina Rostov. -Per l’amor del cielo, Katerina!, non vomitarti l’anima sulla strumentazione!. Altrimenti disattiverai l’avionica di controllo dei droni, questi cascheranno come mosche morte, poi saranno basse le nostre possibilità di far ritorno a casa!. Rischieremmo di dover fare 300km a piedi!- disse con tono serio Karolina Smirnov. -Non ti preoccupare, stai tranquilla!- rise Katerina Rostov- Sono digiuna!, non ho mangiato, non ho bevuto!. Ormai ho capito, perché il tuo nome di battaglia è la Matta Volante!____________ Lo Yak_130 sbucò fuori all’improvviso in volo rovescio, in picchiata, poi roteò su se stesso, riprendendo l’assetto orizzontale, quasi istantaneamente una pioggia di razzi anticarro S8 devastarono i due elicotteri, che erano fermi nell’accampamento gengiscano. Contestualmente, una grandinata interminabile di proiettili corazzati del cannoncino Gch-23L, riempirono di buchi un paio di rimorchi che erano agganciati a due gatti delle nevi. Lo Yak_130 poi sfrecciò via, scomparve temporaneamente alla vista della fanteria gengiskana, celato dalla taiga, facendo una veloce, lunga e larga, virata a destra. Contemporaneamente il piccolo drone che seguiva lo Yak_130 piombò sull’accampamento gengiscano. Fece cadere la sua bomba Kab 500 che centrò un lungo rimorchio che saltò per aria incendiandosi: un grande fungo rosso di carburante esplose nell’aria gelida siberiana!. I due cannoncini Gch-23L alle estremità alari del piccolo drone crivellarono alcuni rimorchi, che erano già stati colpiti dallo Yak_130. C’era un brulichio di militari gengiskani nell’accampamento, alcuni cercavano ingenuamente di gettare neve e spegnere l’incendio, altri impugnavano le armi e si guardavano in giro, altri saltarono dentro gli APC ed i gatti delle nevi, altri impugnando

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mitragliatori PKM seguivano il rumore dei motori dei velivoli guardando il cielo tra gli alberi. Altri erano nascosti nella taiga e poco distanti dal campo, erano aggrappati a delle radio satellitari, e chiedevano sostegno aereo amico, per scacciare l’attacco dei due velivoli soviet ici. A ltri militari gengiskani invece, gettarono per aria sei piccoli droni: questi rimasero a mezz’aria, a circa sei metri sopra le cime degli alberi, creando delle invisibili piccole mine vo lanti!. Quando lo Yak_130 fece il secondo passaggio, ebbe a finire tutti i missili anticarro S8 i quali ridussero in rottami i due elicotteri da battaglia, in sosta nell’accampamento. L’aereo russo virò, ma incoccò in pieno due piccoli droni che si conficcarono come kamikaze nella turboventola destra, danneggiando il motore!. Nell’istante in cui questo accadde, il velivolo iniz iò a virare vio lentemente verso sinistra, sganciò le due razziere anticarro, le quali caddero come sassi nella taiga. Poi lo Yak_130 roteò lentamente su se stesso, lasciando del tetro e fuligginoso fumo nero, mentre mantenendo il volo rovescio, il velivolo cercò disperatamente d’approssimarsi alla montagna, da dove era improvvisamente sbucato!. In quell’istante, un’interminabile raffica di due mitragliatrici rotanti a tiro rapido a controllo numerico, che erano poste sull’Overcraft gengiskano, centrarono parte della carlinga posteriore di destra e distrussero anche una grossa parte, del lunotto posteriore dello Yak_130. Quasi contestualmente, una grandinata di proiettili corazzati dai due cannonincini Gch-23L del secondo drone, crivellarono in saturazione l’overcraft, il quale smise di sparare allo Yak_130. Mentre il piccolo drone virava verso la montagna, replicando la manovra che aveva fatto lo Yak_130, il drone russo fu arpionato da un velocissimo missile MANPAD lanciato dall’accampamento: il drone esplose in volo, in una grossa palla di fuoco!. Lo Yak_130 era ancora in volo rovescio, fumava dal motore numero 1, ma aveva quasi raggiunto la vetta della montagna da

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dove era comparso, quando all’improvviso due missili terra-aria furono lanciati dai margini esterni dell’accampamento gengiskano, veloci come arpioni, i missili si dispersero nel cielo, perché lo Yak_130 riuscì a scollinare facendo perdere il suo segnale termico, mentre i due missili lo sorpassarono veloci passandogli sopra la pancia. Lo Yak_130 volava a manetta, a pochi metri dalle vette degli alberi, il motore numero 1 andava a fuoco, lasciando una tetra vistosa, caldissima, scia scura!. Karolina Smirnov chiamò con l’interfono la co llega, ma questa non le rispose, la pilota allora osservò dallo specchietto retrovisore il seggiolino posteriore: vide che Katerina Rostov era morta. I comandi del secondo drone erano tutti sul secondo seggiolino, non c’era modo per il pilota di disporre dell’utilizzo dei droni. Mentre volava verso casa, Karolina Smirnov si chiedeva se sarebbe riuscita a rientrare alla base, il suo Yak_130 era messo davvero male, il motore numero 1 andava a fuoco, non si voleva spegnere, stava consumando un sacco di carburante!. Forse avrebbe dovuto abbandonare l’aereo!. Potevano andare peggio le cose?!

Sì!, mentre gli allarmi dei Master Error Alarm sul motore n°1, Engine Fire n°1, General Malfunction sui comandi Fly by Wire del timone posteriore risuonavano in carlinga, con il cruscotto che era

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colorato e lampeggiante come un albero di Natale, s’aggiunse anche l’allarme imminente del Radar Passivo. Questi avvisava con una forte tonalità, il target ing potente ed imminente di missili ariaaria a guida radar!. La donna urlò selvaggiamente di dolore e rabbia, a causa delle spossanti manovre acrobatiche che eseguiva, mentre tentava disperatamente d’indebolire il segnale di targeting che risuonava tombale in cabina. Poi un gelido e lucido pensiero di pura sopravvivenza, surgelò le bollenti reazioni istintive della donna: lo Yak_130 era gravemente danneggiato, non c’era modo di difendersi usando il drone n°1, anche se era in piena taiga siberiana e mancavano 600 chilometri alla base, Karo lina Smirnov s’aggrappò con l’odio della disperazione alla leva in basso al sedile, la tirò violentemente, chiamò l’eiezione. Il portellone dell’aereo saltò per aria, il suo seggiolino a razzo schizzò via, mentre il suo Yak_130 continuò in volo livellato ancora per un po’, poi all’improvviso divenne una palla di fuoco, essendo stato raggiunto da due missili terra-aria!. Un paracadute co lorato con un corpo agganciato, scese lento e malinconico, in mezzo alla biancheggiante taiga siberiana. Karolina Smirnov non lo sapeva, ma il sergente Arcady Sokolov era a 10 chilometri di distanza, aveva visto l’ultima parte del dramma aereo della donna, aveva già una vaga idea di dove si fosse paracadutata. Questa però, è un’altra storia…

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