Operation Flashpoing

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Operation Flashpoing Raccolta di walkthrough romanzati in multi-trama

29/05/2010 Non_Edizioni Il cazz@ro di 6502 Versione v2.1


Note Legalesi. Il webmaster 6502 & Terminetor Magnetico ☺ sono contro la guerra, l’opera esprime tacitamente il concetto che la guerra è sempre ingiusta, inutile, mai santa. Le opinioni politiche e filosofiche espresse direttamente od indirettamente nel libro, così come le analisi storiche sono da ritenersi personali opinioni del webmaster. Tali opinioni non sono collegate in nessun modo alle persone, enti, organizzazioni e quant'altro citato direttamente od indirettamente nel website e nel libro, e come deja.dit, il contenuto del testo rappresenta esclusivamente e semplicemente la personale opinione del webmaster. E’ importante tenere presente che ogni riferimento esplicito od implicito a fatti o persone, enti, organizzazioni, eventi, circostanze future o presenti o passate che taluni lettori possono riconoscere od associare è del tutto casuale ed immaginario. Non esiste alcun collegamente diretto/indiretto tra l’autore e gli enti od organizzazioni citate direttamente od indirettamente, il cui riferimento è stato fatto per scopi letterari di fuffentertainment. L'ebook.pdf è no-profit l’autore non persegue nessuno scopo di lucro o profitto diffondendo online il materiale assemblato. Il volume è liberamente stampabile in tutto od in parte, è inoltre distribuibile senza alcuna limitazione legale, purchè non ne sia alterato il suo contenuto. Se ci trovate frasi troncate, vocali mancanti, punteggiatura a ca%%o, abbiate pazienza non è un prodotto commerciale questo, io non l’ho passato sotto i correttori . A tale proposito ricordo che questo documento non è un sito d'informazione e nemmeno un risultato di un prodotto editoriale, l'ebook in PDF non contiene immagini (e la copertina è in cmyk) dovrebbe essere facilmente stampabile ed intuitivamente rilegabile o spillabile in un vero libro già correttamente impaginato. Le immagini non dovrebbero essere coperte da copyright, le ho trovate con google.images e lasciate in RGB per complicare la stampa altre le ho sintetizzate artificialmente in CMYK per gli scopi letterari di copertina. In ogni caso le fotografie restano di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla… Non è "garantita al limone" la resa grafica ed il processo di stampa di cui ogni utente ne assume la responsabilità. Il webmaster non si assume la responsabilità della completezza delle informazioni pubblicate, dei problemi, danni di ogni genere che eventualmente possono derivare dall'uso proprio od improprio di tale file, dalla stampa, dall'interazione e/o download di quanto disponibile online. Tutti i marchi, loghi, organizzazioni citati direttamente od indirettamente sono di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... tutelati a norma di legge dal diritto nazionale/internazionale, bla, bla, bla… legalmente registrati ecc... sì insomma dai!, non dite che non avete capito!.

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Esegesi palloccolose & cervellotiche. La copertina l'ho creata così perché ho perso il conto delle volte che mi hanno accoppato dentro il gioco Operazione Flash Point, che é stato d’inspirazione per la scrittura di questo ebook. OF è un videogioco non recentissimo, si differenzia dagli altri arcade sparatutto perché é posizionato come un simulatore tattico ludico. Vuol dire che forse é un pochino più realistico degli altri sparatutto ammazzasette guerrafondai. Cioé se si é da soli, non si può stendere una legione intera di nemici e poi uscire dalla missione senza nemmeno un graffio compiacendosi dei bonus e punteggi ottenuti. Una delle cose che ho subito capito dentro OF é che basta anche un solo colpo per finire la partita. A differenza degli altri videogiochi che considero simili alla propaganda, questo videogioco dovrebbe far pensare l’utente giocatore sulle più reali dinamiche della guerra. Una variante professionale dello stesso gioco, sarebbe usata pure dal Pentagono per un corso Basico per le truppe USA. Quanto il videogame tattico ludico risenta di tale influenza essendo meno decontestualizzato, é rilevante in alcune missioni di gioco che io quì ho provato a contestualizzare di più integrandole con le informazioni di mia fantasia, non presenti nel gioco.. Insomma l’ebook l’ho scritto perché dopo aver giocato ad OF, avevo qualcosa da dire Volevo giocare a sintetizzare una serie di racconti di guerra estratti da memorie ludico sintetiche ed integrati con l’immaginazione per narrare pseudo.racconti plausibili. Se volete é un esercizio ludico per far riflettere i lettori “esorcizzando il fantasma della guerra e ringraziare il Cielo che nel post 2000dc nella UE sono più di 65 anni che gli europei hanno smesso di spararsi addosso. Fuori dalla UE o lungo i suoi bordi, però non é così; appena nel 1991 la guerra in Jugoslavia ha riproposto orribili spettri di pulizia raziale, tipici della WWII. Mentre nel 2008 lo scenario WWIII/Cold War Crisis con la crisi Georgiana é stato fortunatamente solo sfiorato. Il tutto mentre gli stati nazionali europei dentro la UE restano ancora troppo potenti imho, non esistendo uno spazio mediatico satellitare/internet che crei una coscienza comune europea lungo una serie di ceppi linguistici dominanti (inglese, francese, tedesco, italiano, spagnolo,russo,araboperché i più densamente parlati in Europa). Quindi chissà quali altri potenziali rischi di -Guerre Puniche 2x- potranno mai palesarsi lungo il fossato meridionale del Castello di Fort Euro?!. Salvo notare che tali zone non sarebbero altro che le romaniche ed europeissime coste mediterranee”, da quì appunto il palese rinvio alle Guerre Puniche!. Questo ebook non a caso si richiama alla saga “Orizzonti Sintetici & Guerre Puniche 2x” nel quale lo scenario del macro.evento é pressoché identico, cambiano le ragioni che fanno esplodere le Guerre Puniche 2x. Nella saga degli Orizzonti Sintetici infatti ci sono 4, anzi 3, forse 2, praticamente 1 testimone. L’ambiente é da qualche parte in un paese europeo bagnato dal mediterraneo. Le Guerre Puniche 2x nello scenario di fondo sono indotte da cause endemiche!. In questo ebook invece l’ambiente dei racconti é attorno al Mar Caspio, lo scenario del macro.evento Guerre Puniche 2x é identico ma è il frutto di una diversione strategica scaturita dalla WWIII (che io ho immaginato in un determinato modo, raccogliendo ed elaborando informazioni di pubblico dominio). Se queste considerazioni vi appaiono troppo “palloccolose” riflettete sull’espansione dell’Euro (e di riflesso della NATO) proposta come un’adesione volontaria alla CSI (e non ai suoi singoli stati, provando a frammentare la CSI che é poi la ex_URSS), salvo la UE non finisca per dimenticarsi anche degli altri stati nazionali bagnati dall’europeissimo “Mar Nostrum che é il Mar Mediterraneo” . In “Operazione Flashpoing” sono narrate in multi-trama le missioni che ho ritenuto più plausibili, coinvolgenti, con sorprese tattiche inattese da strizza continua . Le ho organizzate in modo da generare una narrazione lineare in multi trama che abbia un senso cronologico per un lettore. Se siete utenti di tale videogioco sappiante che non sono evidenziate tutte le soluzioni di gioco, anche se leggendo i racconti si dovrebbe capire come finire le missioni!. L’ebook non ha tutte le soluzioni anche perché se siete dei giocatori di OF e leggete questo testo per andare a caccia di dritte per risolvere mnemonicamente i vari livelli, imho vuol dire che avete capito meno di zero di come giocare con un software tattico ludico. Se non siete utenti di tale videogioco, approcciate all’ebook come un’opera di narrativa multitrama e scoprite quale potrebbero essere le vostre presunte memorie sintetiche durante la WWIII Il linguaggio con cui ho scritto i racconti è un tutt’uno con il presunto testimone narrante. Fonts e caratteri identificano sempre chi narra, chi parla, chi commenta, od interviene, all’interno nei racconti. Il discorso indiretto è il più usato, la modalità di narrazione spero appaia quasi come un dialogo diretto tra il libro che è la forma e la sostanza dell testimone narrante ed il lettore che è la controroparte di un immaginario dialogo scritto. Questo spiega perché ho cercato d’imitare un linguaggio semplice, non troppo ricco di termini, senza verbi ricercati, usando espressioni colorite per renderlo più plausibile e schietto. Spero che non risulti troppo ripetitvo in talune parti. La crescita del personaggio è sinonimo d’evoluzione, cambia anche la forma narrativa, che culminerà nel punto di vista esterno, per poi ritornare in soggettiva, in quanto i

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testimoni delle future memorie sintetiche sono due Armstrong il milite di fanteria ed un pilota non ben identificato dal nickname BlackJack, che racconta il suo dramma sul fronte mediterraneo.

Ogni ebook un MP3 e viceversa, quindi all’ebook ho associato un fantastico pezzo musicale del genere America’s Bluegrass Band–Shoutin’on the Hills- il file lo potete ascoltare quì: http://beemp3.com/download.php?file=1548008&song=Shoutin%27+On+the+Hills http://www.youtube.com/watch?v=8w0ybP12-ds Il testo, di una canzone remake lo trovate invece quì: http://www.lyricsmode.com/lyrics/s/stanley_brothers/shouting_on_the_hills_of_glory.html Shouting on the Hill = Urlare dalla collina / é una canzone religiosa. Questo libro parla di Guerra ma in realtà é un ebook contro la Guerra e capirete anche il perché. La canzoncina oltre che facilmente fischiettabile ha il grande pregio di potersi declinare con un gioco di parole Shooting on the Hill sparando sulla collina . C’é in effetti più di una missione simile in OF. Inoltre ho provato ad emulare dell’humor sarcastico anglosassone (per lo più basato sul cambio di vocale / consonante di una parola cambiando il senso della frase) ragion per cui ho scelto proprio di giocare sull’equivoco Shouting on the Hill / Shooting on the Hill . Non é una bestemmia e non é neanche una preghiera. Se l’iniziale sorriso che avrete stampato sul viso nell’ascoltare la canzoncina, vi si ghiaccerà sul volto man mano che leggerete i primi capitoli del libro, allora avrò raggiunto l’obiettivo . Incuriositi? Speriamo di sì, Buona lettura

Operation Flashpoing:”de bello notrum” 1. Preludio. [5-8] 2. Operation Flashpoing [10-12] 3. Combined Arms [14-16] / [18-21] 4. Alert [23-26] / [28-31] 5. Ambush [33-39] / [41-43] 6. Montignac must fall [45-47] / [49] 7. After Montignac [51-52] / [54-62] 8. Night Patrol Vulcan [64-66] 9. Blackhawk & Chinhook [67-72] 10. Pathfinder [73-74] / [76] / [78-80] / [82-83] / [85-86] / [88-91] 11. Shadow Killer / Laserguide [92-96] 12. The Convoy [97-99] / [101] / [103] / [105-106] / [111-113] / [115-118] / [120-124] 13. Taking your time [126] / [128] / [130] / [132-133] 14. Scouting [135-137] 15. Guardian [138-141] 16. Return to Eden [145-146] / [148] / [150] / [152] 17. Epilogo Off Topic [Echo 1]: blue moon flying plan (a pag.154) 18. Epilogo Off Topic [Echo 2]: blackjack (a pag.160) 19. Etichette sul pacco & imballaggio (a pag.168)

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1.Preludio. Il mio nome é Armstrong ho appena ultimato il corso BASICO d’addestramento mi hanno spedito quà. Un cazzo di paese sperso in culo al mondo che é stato invaso dal nemico. Nemico motivato e ben armato e ben addestrato che conosce il territorio. Per di più dispone di armamenti dell’Est che sono a buon mercato e facilmente acquistabili per ragioni politico economiche. Ma i nemici non hanno sempre gli armamenti tipici dell’est, hanno anche sistemi d’arma dell’Ovest perché tutti gli stati in guerra finiscono per fare i loro porci intere$$i, per cui i guerreggianti sono sempre ben armati da destra e sinistra. Io di politica, embarghi ne capisco poco e sinceramente non sono quì per raccontarvi questo ma per narrarvi la mia esperienza che trovate sintetizzata in queste pagine!. La sintesi é un riassunto, un’approssimazione, come tutte le descrizioni sommarie difetta di particolari. Quando il numero di particolari mancanti é così elevato da non descrivere la realtà dei fatti allora la narrazione é decontestualizzata. Viceversa é contestualizzata e rappresentativa, narrando gli esiti reali di quello che fu. La memoria oltre che storie e scelte é composta da sensazioni, odori, circostanze e sequenze temporali, dialoghi, espressioni, idee, speranze, caratteri ed eventi... Quello che leggerete quì sono un tentativo di un’integrazione della memoria futura di quello che probabilmente potrebbe avere a che fare con la realtà dei possibili fatti, in pieno teatro operazioni nelle Guerre Puniche 2x causate dalla diversione strategica della WWIII. A bordo degli elicotteri che conducevano la compagnia, il sarge dava gli ultimi suggerimenti e regole d’ingaggio, rinfrescando gli obiettivi della missione. C’era da occupare e liberare un piccolo paese vicino al mare, occupato dalle truppe nemiche, la resistenza stimata dall’intel era data per modesta tuttavia era bene fare molta attenzione!. Il sarge prese la mappa mostrando il percorso, gli elicotteri ci avrebbero depositato su una collina, poi la compagnia avrebbe raggiunto il paesello. Il III plotone sarebbe rimasto di riserva a presidiare la zona d’atterraggio in caso di sconfitta per coprire la ritirata. Il secondo plotone si sarebbe avvicinato dal fianco destro lungo il costone degli alberi; i cecchini nei boschi o sui tetti sarebbero stati una loro eventuale grana. Il I plotone, ossia il nostro, avrebbe dovuto approssimarsi al paese dal fianco sinistro. Il sarge fu piuttosto resoluto con tutti quelli del plotone. Non gli andava di compilare fogli e di vederci andar via in scatole o sacchi neri, guai a chi si avventurava sulla strada allo scoperto. Solo i 2 apripista dovevano avventurarsi là come diversione per attirare il fuoco nemico. Tutto il resto del plotone doveva coprire loro le spalle e spostarsi in silenzio lungo il costone basso, i cespugli e gli alberi. Nessuno doveva aprire il fuoco se prima non era il nemico a spararci addosso. Non dovevamo bruciare l’effetto sorpresa, c’era parecchio terreno allo scoperto quindi era meglio farlo sfruttando il massimo dell’effetto sorpresa. Detta così non sembrava troppo diversa da una qualunque esercitazione, tranne per il fatto che guardando le dotazioni, il sarge mi disse che tutte quelle granate che mi ero portato appresso non

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mi sarebbero servite a niente. La prossima volta era meglio se barattavo tutte quelle granate con più ammos per il mio fucile M16. Il pilota disse che mancava ancora un quarto d’ora all’obiettivo. Uno del plotone estrasse dal taschino una fisarmonica ed iniziò a suonare una canzoncina. Tutti nell’elicottero gli andarono dietro canticchiandola, era il rito portafortuna del plotone prima di ogni azione. -Shouting on the Hill-un ottimo pezzo Bluegrass. http://www.youtube.com/watch?v=8w0ybP12-ds

Tuttavia nel canticchiare e fischiettare la canzoncina ebbi l’impressione che alcune parole fossero state cambiate nel testo. Il ritornello in taluni casi si alternava e non risuonava corretto, ma bensì: -Shouting on the hill of glory-Shooting on the hill of glory-Shooting on the hill of God-Shouting on the hill of God-

Chiesi spiegazioni in merito, perché la versione originale in taluni segmenti era stata storpiata oppure ibridata. Mi rispose il sarge. La canzone era un pezzo religioso, parlava dell’estasi di stare sulla collina di Dio guardando l’immensità del creato. Almeno più o meno questo era il senso originale della canzone. Fischiettarla prima di ogni missione era un pò come tornare a casa, la musica ti porta sempre un pezzo di casa propria ovunque tu sia. La realtà dei fatti però era diversa. Il plotone non era a casa, stava andando in guerra. Il paese guarda caso era un pò in collina. Per una ragione o per l’altra c’era sempre da prendere e tenere qualche fottuta collina. Il nemico non si ritirerà, ci sarà lo scontro, 6


ed il nemico sparerà. Se l’unità non si fosse difesa di certo sarebbero tutti andati sulla collina di Dio a cantare. Se invece si fossero difesi sparando, c’era più probabilità d’arrivare vivi in collina. A quel punto di certo l’unità avrebbe urlato felice di essere giunta in collina. Tuttavia ciascuno dell’unità per arrivare vivo in collina, probabilmente avrebbe finito per ammazzare qualcuno. Quindi molti avrebbero finito per violare uno dei comandamenti più importanti di Dio, il comandamento di non uccidere. Ossia come diceva la canzoncina, andando in collina e sparando sulla collina della gloria é come se ciascuno avesse sparato sulla collina di Dio. Detta così, il dilemma della guerra non faceva una piega, non c’era nessuna soluzione apparente. Morire e farsi ammazzare oppure provare a sopravvivere con dei pesanti sensi di colpa. Il chap della compagnia però aveva detto che c’erano due soluzioni al dilemma della guerra circa la bella canzoncina storpiata in -shouting on the hill-shooting on the hillDe facto evidenziava la cruda realtà della Guerra. La soluzione al dilemma della guerra a dire del chap era banale. Sarebbe bastato che nessuno si fosse mai trovato in guerra. Se nessuno mai si fosse trovato in una situazione simile, non avrebbe mai dovuto scegliere su cosa fare davanti ad un dilemma così. Purtroppo questa soluzione assai banale, era impossibile o quasi, perché gli stati nazionali erano sempre restii a seguirla per mille ragioni. Tra le mille ragioni, una delle più importanti era che gli Stati Nazionali avevano un diverso sistema di computo del benessere collettivo. Un sistema di computo del benessere che era terreno e non era un sistema di computo della felicità con criterìcelestì. La seconda soluzione al dilemma della guerra cantato dal plotone in : -shouting on the hill-shooting on the hilla dire del chap, era quella di provare a raggiungere comunque la collina, lì ciascuno avrebbe scoperto a posteriori, quale era davvero la cosa giusta da fare in quella circostanza. Io domandai-Qual’é la cosa giusta?!Il sarge scurì in volto e non rispose. Io ero un novellino rispetto all’unità quindi chiesi di nuovo-Ehi!, Quale é la fottuta cosa giusta da fare?- Quello che era seduto accanto a me disse che il chap aveva parlato con tutti quelli del plotone ma che a ciascuno di loro a quattr’occhi non aveva detto quale era la cosa giusta. Questo perché il chap non era nessuno per giudicare, solo Dio giudicava. Inoltre nemmeno il chap sapeva quale fosse la vera cosa giusta. Di una cosa però il chap era certo, Dio che sapeva ogni cosa, avrebbe saputo cosa

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sarebbe stata la cosa giusta da fare. A posteriori quindi, tutti quanti avrebbero saputo quale era la cosa giusta da fare e quale era le collina da prendere e da tenere. Siccome il plotone ascoltava in silenzio nell’elicottero il breve dialogo ed il morale dell’unità sembrava essersi incupito pesantemente, allora il sarge disse a quello con la fisarmonica-EHI!, SAM, PLAY IT, AGAIN!Riecheggiò così nell’elicottero la canzoncina -shouting on the hillChe parve quasi un raggio di sole uscir fuori da dietro una giornata cupa e tetra. Ciascuno del plotone la cantava a propria discrezione, per cui era difficile dire coralmente se la canzoncina in certi tratti risuonasse: -shouting on the hill of glory-shooting on the hill of glory-shooting on the hill of God-shouting on the hill of God-

Se vuoi continuare a leggere le memorie sintetiche in “Operation Flashpoing”, adesso devi prendere una decisione ossia:

se vuoi continuare a leggere, vai a pagina 10 se non vuoi continuare a leggere, allora il racconto finisce quà Vai a pagina 154

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2.Operation Flashpoing Appena atterrati il sarge fermò il plotone dietro agli alberi, c’era un’importante comunicazione radio. Il paesino a dire dell’intel non avrebbe dovuto avere civili, se ce n’erano di civili non erano civili ma collaborazionisti. Le regole d’ingaggio dicevano di sparare a tutti quelli che erano armati. Uno del plotone chiese cosa fare qualora si fosse avvistato dei civili disarmati. Il sarge disse di sparare loro alle gambe, così non sarebbero scappati ad avvertire il nemico. Poi aggiunse che non voleva sentire colpi singoli ma tutti dovevano settare il loro fottuto M16 su modalità burst e che tutti in caso di fuoco nemico avrebbero dovuto sparare dove proveniva il fuoco. Poi aggiunse-Brutte merde!, tenete la testa bassa, se dico di stare al coperto!Il plotone si avviò al paesino, mentre l’altro plotone passò lungo il costone. Arrivammo nei pressi di una strada. Cazzo!, era tutta zona allo scoperto, sulla mappa il tragitto sembrava più corto, c’era un lungo tratto prima di arrivare al paesello, era maledettamente tutto allo scoperto a parte qualche albero e cespuglio. L’adrenalina incominciò a salirmi a mille, se c’era qualche cecchino sul campanile con un fucile automatico avrebbe fatto una strage! Speriamo che l’intel avesse avuto ragione. Mi buttai in terra dietro ad un cespuglio, cercando di restare in gruppo ma allo stesso tempo abbastanza distanziato da non essere troppo vicino qualora fossero iniziati a piovere dei colpi di mortaio. -CONTATTO!-urlarono i 2 apripista sulla strada, che dopo aver scambiato appena un paio di burst, caddero in terra beccati in pieno. Il sarge ordinò fuoco di copertura, ma io nemmeno avevo capito da dove cazzo i nemici stessero sparando!.

Fischiavano le pallottole da tutte le parti, io avevo una fifa che me la feci sotto, rimasi acquattato tra dei cespugli, poi sentii un’esplosione. Sollevai la testa dai cespugli perché volevo capire che succedeva. Era l’altro plotone che aveva ingaggiato un BMP nemico centrandolo in pieno. -VIA, VIA, VIA! AL PAESE!-urlò il sarge. Mi alzai ed iniziai a zig-zagare con piccole corse brevi, buttandomi in terra dietro a dei cespugli o degli alberi oppure cercando di sfruttare il terreno ed ogni avvallamento per restare più al coperto possibile. Fui preso dal panico, quando mi venne in mente che forse potevo essere capitato in un campo minato!. Lo diceva il manuale, era una soluzione standard minare tutto attorno ad una posizione per difendere i fianchi ed

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inibire l’avanzata del nemico, costringendolo a passare da eventuali passaggi obbligati, sui quali porre del letale fuoco incrociato!. Mi fermai a guardare se altri del plotone fossero nel frattempo incappati in mine antiuomo, ma per fortuna nessuno stava saltando per aria... Raggiunsi così gattonando e facendo piccole corse e zigzagando i bordi del paesello. Il resto della metà del plotone lo aveva già raggiunto. Il sarge quando mi vide mi disse-Armostrong, brutto cazzone pisciasotto, vai dietro quella casa e copri il fianco sinistro! Spara a tutto quello che si muove!-Sì sarge-

Giunsi dietro ad una casa mentre coprivo l’avanzata degli altri del plotone. Guardando con il mirino dall’M16 mi accorsi che ancora non avevo nemmeno sparato un colpo mentre già la metà del mio plotone era stesa a terra morta o ferita. Avevo le mani sudate, la salivazione azzerata, avevo fifa ma volevo vendicare almeno qualcuno del mio plotone, beccando qualche nemico!. Fu così che quasi per caso mi accorsi d’avere nel campo di tiro un nemico. Non stetti a pensarci troppo, gli tirai un burst e lo presi in pieno. Poi mi ritrassi dietro al muro, con una strizza tremenda, sperando di non essere stato visto da nessuno. Un altro del mio plotone che era vicino mi disse-Ehi! Armstrong, brutto cazzone devi coprire l’aria di tiro, cazzo Armstrong! copri l’aria di tiro del fianco sinistro, merda Armstrong cosa credi che sparare sia come rubare un cucchiaio di marmellata dalla cucina della mamma?!, santa merda! Armstrong stai sul bersaglio e copri il fianco sinistro. E poi fai attenzione che alla nostra destra sta arrivando il secondo plotone, lo hanno detto per radio!-Ok!- Mi riaffacciai colpevole, guardando sulla piazzetta con il fucile spianato. Ero curioso di vedere se il nemico era ferito o morto. Il nemico stava steso in mezzo alla piazzetta nei pressi della fontana in un lago di sangue. Ci furono altri vari scambi di fuoco, ma dalla mia posizione non avevo tiro, non c’erano nemici o meglio forse non li vedevo. Però in piazzetta giacevano vari cadaveri, oltre a vari fanti del nostro plotone gravemente feriti. Alcuni urlavano, chiamavano aiuto, oppure domandavano del medico. L’altro del mio plotone corse con l’M60 zigzagando verso la fontana mentre io disteso a terra cercavo di capire dove diavolo potevano essere altre sacche di resistenza. Corse sino alla fontana e poi fu beccato da un burst che proveniva dalla

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destra. Mi girai e vidi un nemico disteso dall’altra parte della strada che aveva sparato al mio amico. Lo inquadrai con l’M16 e non feci nemmeno in tempo a sparare che lo vidi saltare in pezzi. Una granata lanciata da qualcuno del II plotone lo aveva beccato in pieno. Rimasi sdraiato a coprire la piazzetta quando giunsero anche degli M113 dall’altro lato del costone. Dopo qualche minuto sentii urlare-CLEAR- la zona era sicura. Raggiunsi l’infermiere che intanto stava medicando quello con l’M60 che si era avventurato in mezzo alla piazza correndo. Gli dissi che mi dispiaceva che gli avevano sparato e che non avevo proprio visto dove era quello che gli aveva sparato. Era dall’altra parte della piazza dietro ad un muro, insomma fuori visuale. Quello con l’M60 mi disse che adesso erano cazzi miei, insomma non mi dovevo preoccupare per lui, perché dopo tutto lui si era beccato un biglietto per casa, era ferito ad una gamba… robetta insomma a dire dell’infermiere. Volevo andare a vedere chi era quello a cui avevo sparato ma non ci andai perché presi la borraccia e bevvi un sorso d’acqua. La battaglia era durata si e no dieci minuti, forse cinque eppure avevo sete come se non avessi bevuto da ore in mezzo al deserto. Ero grondo di sudore e mi ero pure pisciato sotto però ero contento di essere ancora vivo!. Felice che non mi avevano sparato, mi sentivo insolitamente vivo e vitale, poi realizzando che ero in piedi in mezzo alla piazzetta circondato da morti, feriti ed agonizzanti ebbi un conato di vomito e vomitai. Parola mia, vi giuro che ci si sente sempre meglio dopo aver vomitato!.

Devi prendere una decisione adesso, pensa un numero da 1 a 10. se hai pensato un numero pari, vai a pagina 14 se hai pensato un numero dispari, vai a pagina 18

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3.Combined Arms Obiettivo un cazzo di paesino da qualche parte in campagna. La compagnia é impiegata per intero. Primo plotone per l'assalto sul lato sinistro, il secondo sul lato destro, il terzo in retrovia di riserva. La compagnia potrà contare sul supporto di un plotone di tank m1 abrams e blindati M113. Il sarge prima della missione, dispensa consigli e suggerimenti alle reclute che ormai alla seconda volta che sono stati sotto il fuoco, pensano già di essere dei veterani invece sono dei pirla . -Ok!, il nostro plotone deve avanzare e tenere il fianco sinistro, il secondo plotone si muove sulla destra, centralmente avanzeranno gli m1 abrams, gli m60 ed i blindati m113 in copertura e rastrellamento-sarge, perché non radiamo a zero con i mortai e l'artiglieria?-INTEL riporta che la resistenza é minima, una passeggiata insomma-Alcuni consigli, correte rapidi, zig-zagate, buttatevi a terra, trovate un cespuglio, un albero, un avvallamento, usate il territorio per restare al coperto. C'é da far parecchia strada dalla collina al paesino, é tutto terreno scoperto. Fate attenzione prima di muovervi guardate bene dove andate, non sparate se prima non sparano loro, altrimenti mandate in vacca l'effetto sorpresa. Se sentite fischiare le pallottole state a terra, sparate sulle luci, state a culo stretto e testa bassa. Per quelli che lo sanno usare, usate il mirino dell'M16, avrete del tiro più preciso, settate in modalità burst e non sparate mai più di una raffica, altrimenti attirate l'attenzione!. Coprite il machine gunner, le eventuali punte avanzate del plotone, seguite gli ordini. Attenzione alla dinamica della battaglia, occhio al fuoco nemico dalla boscaglia o dal paese. Quì e quì, mi attendo degli RPG, machine gunner e forse qualche cecchino. domande?-MERDA! I CECCHINI SARGE? DOVE CAZZO STANNO, DOVE STANNO I FOTTUTI CECCHINI?-non lo so!, ma se fossi un cecchino mi piazzerei tra gli alberi, ecco quà. Restate al coperto tra i cespugli oppure dietro ai muri se raggiungete il paesello. Attenzione ai solai oppure attenzione ai tetti, oppure alle finestre, tutti ottimi posti per avere tiro libero. Quì e quì, invece potrebbero esserci delle possibili truppe RPG, e machine gunner di supporto,perché é li che starei io per difendere il paese dai tank, ottimo questo terreno scoperto per metterci mine e qualche machine gunner. Tutto chiaro?-NO!-cioé?-CAZZO SARGE, LE MINE? CHE MINE SONO?-non ci sono le mine antiuomo, non possono aver avuto tempo di minare-

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-PERCHÉ?-perché il paesino é stato occupato da poche ore, non hanno avuto tempo di minare-AH! BEH! ALLORA SIAMO APPOSTO!-Ok!, let's go!-UUUAAHH!!!-

Inizia la missione, delle 5 granate ne baratto 3 per prendere altri 3 caricatori per l'M16. Raggiungo il plotone il quale parte al via. Per ora niente, nessun contatto, però merda! se c'é un bel pezzo di strada da fare allo scoperto!. Troppo allo scoperto. Merda!, sulla cartina sembrava più semplice, tutto più facile. Mi prende la strizza e mi butto a terra. Niente, non sparano. Uno vicino mi dice-ehi! Armstrong che diavolo fai?-niente son inciampato!- mi rialzo e riprendo a camminare. L'altro ride e mi diceArmstrong, sei proprio un caz*BANG!*-gli esplode la faccia centrato da una raffica di fuoco nemico. Mi ributto a terra, il sergente grida che porca puttana! quì piovono proiettili da tutte le parti!!. Dove cazzo stanno i tank!. Mentre io non capisco nemmeno da dove cazzo sparano!!. Sto a testa bassa e mi guardo attorno, per capire da dove provenga il fuoco nemico. Nel frattempo forse il sarge ha appena chiesto il supporto corazzato, però di tiri di mortaio non ne arriva o tantomeno arrivano cannonate.

Il plotone é sempre sotto un intenso fuoco nemico sul lato sinistro ed io me ne sto sdraiato con la testa nella terra facendo il morto senza sparare perché non ho ancora capito da dove cazzo stanno sparando!. Ma per il momento... l'M1 abrams non si 15


vede, merda! dove cazzo stanno questi fottuti di tank? Fischiano le pallottole da tutte le parti, altri due, tre poi quattro del plotone sono beccati, qualcuno é solo ferito, urla! chiamano il dottore. E’ stanno freschi… il dottore é a terra con la testa scoppiata! Disteso a terra, ho un conato e vomito. Dopo aver vomitato ci si sente sempre meglio, sono anche contento, perché per fortuna é capitato a lui, non a me. Poi d’un tratto mi sento in colpa e penso che sono una merda, come cazzo faccio a pensare una cosa simile?. Quando mi riprendo dallo shock, vedo che arriva un M1 abramhs, sulla destra, spara una lunga raffica, i traccianti indicano una collinetta sulla sinistra ai bordi della città. -Brutte merde!,sono annidati lì quegli stronzi fottuti!!-prendo la mira con l’M16 cercando qualche nemico ma non vedo nessuno. Le pallottole hanno smesso di fischiare, io non ho sparato nemmeno un colpo ancora, il primo plotone é ormai falcidiato, é rimasto meno della metà, incluso i feriti. Io sono ancora in azione, si e no con altri 4 unità, gli altri tutti morti od agonizzanti. Lo so, lo so, io non ho ancora sparato un colpo, mi sento sempre più in colpa con me stesso, ma allo stesso tempo sono contento di essere ancora vivo. Mi rialzo e scopro che mi son pisciato sotto un’altra volta, santa merda!, il peggio é che non me ne ero nemmeno accorto. Adesso il sarge mi darà di nuovo del piscia sotto. Dov’è il resto del mio plotone? Merda!, sono tra gli alberi, il resto del plotone sulla sinistra gattona lungo il costone, io porca puttana sono isolato. Non é una bella cosa restare sganciato dalla propria unità in azione. Anche questo è una regola basilare che t’insegnano al corso, perché non sono mica vere quelle stronxate che si vedono nei film!. Devo provare ad arrivare in città, là c'é uno scontro pesante di tank, ma c'é c’è anche della nostra fanteria, è il secondo plotone ed un paio di M113, se ce l’hanno fatta loro ce la posso fare pure io!. Mi metto a sparare un paio di burst nei cespugli lontani dove aveva sparato il tank M1, poi mi alzo e corro più in giù. Poco distante c'é una specie di avvallamento, é allo scoperto ma c'é una specie di buca, posso trovare un pò di riparo e forse ce la faccio ad arrivare al paese se passo da lì. Si insomma poi posso gattonare sino alle siepi e poi é quasi fatta... Mi alzo, corro iniziando a zig-zagare... BANG un burst mi stende.

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3.Combined Arms Obiettivo un cazzo di paesino da qualche parte in campagna. La compagnia é impiegata per intero. Primo plotone per l'assalto sul lato sinistro, il secondo plotone sul lato destro, il terzo in retrovia di riserva. La compagnia potrà contare sul supporto di un plotone di tank M1 abrams e blindati M113. Il sarge prima della missione, dispensa consigli e suggerimenti alle reclute che ormai alla seconda volta che sono stati sotto il fuoco, pensano già di essere dei pirlaveterani. -Ok!, il nostro plotone deve avanzare e tenere il fianco sinistro, il secondo plotone si muove sulla destra, centralmente avanzeranno gli m1 abrams, i tank m60 ed i blindati m113 in copertura e rastrellamento-sarge, perché non radiamo a zero con i mortai e l'artiglieria?-INTEL riporta che la resistenza é minima, una passeggiata insomma-Alcuni consigli, correte rapidi, zig-zagate, buttatevi a terra, trovate un cespuglio, un albero, un avvallamento, usate il territorio per restare al coperto. C'é da far parecchia strada dalla collina al paesino, é tutto terreno scoperto. Fate attenzione prima di muovervi guardate bene dove andate, non sparate se prima non sparano loro altrimenti manderete in vacca l'effetto sorpresa. Se sentite fischiare le pallottole state a terra, sparate sulle luci, state a culo stretto e testa bassa. Per quelli che lo sanno usare, usate il mirino dell'M16, avrete del tiro più preciso, settate in modalità burst e non sparate mai più di una raffica, altrimenti attirate l'attenzione. Coprite il machine gunner, le eventuali punte avanzate del plotone, seguite gli ordini. Attenzione alla dinamica della battaglia, occhio al fuoco nemico dalla boscaglia o dal paese. Quì e quì, mi attendo degli RPG, machine gunner e forse qualche cecchino. domande?- I CECCHINI SARGE? DOVE STANNO, DOVE STANNO I CECCHINI?-non lo so!, ma se fossi un cecchino mi piazzerei tra gli alberi, ecco quà. Restate al coperto tra i cespugli oppure dietro ai muri se raggiungete il paesello. Strisciate in silenzio lungo i muri, attenzione ai solai oppure sui tetti, oppure dalle finestre, sono tutti ottimi posti per avere tiro libero. Quì e quì invece, potrebbero esserci delle possibili truppe con RPG, machine gunner di supporto, perché é li che starei per difendere il paese dai tank, ottimo questo terreno scoperto per metterci mine e qualche machine gunner. Quindi appena scollinato ,brutte reclute di merda state tutti giù in terra e strisciate in silenzio, fate attenzione a dove aprono il fuoco, diamo il tempo ai tank di far la salita. Tutto chiaro?-NO!-cioé?-E LE MINE?-

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-non ci sono le mine antiuomo, non possono aver avuto tempo di minare-PERCHÉ?-perché non hanno avuto il tempo, hanno preso il paesello da meno di un’ora-AH! BEH! ALLORA SIAMO APPOSTO!-Ok!, let's go!-UUAAAHH!!-

Inizia la missione, delle 5 granate ne baratto 3 per prendere altri 3 caricatori per l'm16. Raggiungo il plotone il quale parte al via. Per ora niente, nessun contatto, però santa merda! Cazzo se c'é un bel pezzo di strada da fare allo scoperto!. E’troppo allo scoperto. Merda!, sulla cartina sembrava più semplice, tutto più facile. Tutti a terra a strisciare in silenzio. Il terreno é abbastanza allo scoperto, ma il suolo é sconnesso, ci sono buche, avvallamenti, piccoli crinali, qualche cespuglio e qualche alberello, non é un gran che ma é meglio di niente!!. D'un tratto si sente un burst, viene da un cespuglio sulla destra, gli lancio un burst e stendo un nemico. Il sergente prende la radio ed urla-CONTATTO!!!, MANDATEMI I TANKS, PRIMA CHE IL MIO PLOTONE SIA FALCIATO ALLO SCOPERTO!!Sto a testa bassa e mi guardo attorno, per capire dove stanno altri nemici. Alcuni li detectano dietro a dei cespugli, in effetti c'é del movimento, gattono più in là per mettermi meglio al coperto, poi lancio un paio di burst tra i cespugli in lontananza dove vedo del movimento. Il plotone é sotto il fuoco nemico frontale, ma é poco intenso. Arriva un M1 che con una raffica di mitragliatrice pesante “ara tutti i cespugli”, poi se ne va verso il paese. Qualche nemico vedendo i tank lascia i cespugli, i nemici si alzano e corrono verso il bosco, sono 3 o 4. Attirano l'attenzione sia del plotone che del mitragliere dell'M113 che intanto é sopraggiunto, una raffica li falcia tutti e 3. C'é un ferito nel plotone ed un morto, per il resto il plotone é integro. Disteso a terra continuo a guardare dal mirino dell'M16,gattono lentamente in avanti, il grosso del plotone si posta verso i bordi del bosco altri girano verso il centro del campo. L'M113 si sposta sulla sinistra, io continuo a strisciare ed ho raggiunto gli alberi. Ci sono delle pesanti esplosioni nel paesello, l'M1 ed il tank M60 stanno attaccando qualcosa di grosso, si vede del fumo nero che sale, raffiche di mitragliatrici pesanti. Le pallottole riprendono a fischiare, provengono da oltre il paesello, in mezzo alle

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siepi si annida della resistenza, vedo le luci degli spari, lancio un paio di burst poi cambio posizione mettendomi al riparo. Forse almeno un nemico l'ho centrato. Boh?!

Il II° plotone si muove sulla destra, io ricarico il mio caricatore, di ammos ne ho ancora tante. Devo provare ad arrivare in città, il sarge dice di raggiungere la città, buona parte del plotone lungo il bosco ha quasi raggiunto i bordi della città. Mi alzo e corro zigzagando, poi mi butto in terra e striscio rapidamente sino ai cespugli. Altri del secondo plotone sempre in piedi camminano lentamente guardando nel mirino dell'M16, tutti i soldati sono in piedi e nessuno é colpito da burst vaganti. Allora, mi alzo e raggiungo correndo i bordi del piccolo paese. Mi sposto sulla sinistra, c'é un sacco di sterpaglia e striscio lungo i muri, era da queste parti che avevo visto della resistenza nemica!, cazzo un posto ideale per nascondersi tra gli sterpi. Lancio tutte le mie bombe a mano a ventaglio in avanti e lievemente spostate sulla sinistra, tanto la mia unità dovrebbe essere fuori tiro. BUM, BUM! striscio dietro ad un muro, mi alzo e corro dentro al paesello, per raggiungere l'estremità passando dal centro. C'é più in là un BMP in fiamme, beccato in pieno, molti nemici sono morti sparsi in terra per la strada del paese. C'é una mano, un piede, qualche braccio, una testa, un torso da cui escono delle budella. Un fumo nero, denso, un puzzo dolciastro di bruciato, sangue, puzzo di cherosene, zolfo, di polvere da sparo. Mi fermo e vomito, non riesco proprio a trattenere il conato di vomito. Mi metto dietro ad uno spigolo di una porta e bevo un sorso d'acqua. Mi sento meglio, é uno spettacolo tremendo!. Questa volta non mi sono pisciato sotto, cazzo forse è perché non ho avuto il tempo di pensare che avrei potuto anche rimanerci secco?. Penso che se si sta dentro ai blindati od i tank si é al riparo dalle pallottole, ma si attira l'attenzione dei tank, o colpi di bazuca o cannonate e se si sta dentro quelle lattine si salta per aria bruciando. Se invece si sta fuori, é difficile che un tank spari ad un fante, a meno che non sia un granatiere con LAW od RPG. In compenso é possibile saltare su una mina anti-uomo, essere beccati da un cecchino, un burst oppure un colpo di mortaio oppure una granata. Passa uno del II° plotone, anche lui é entrato in città mi guarda e mi dice-amico, tutto ok?-Mi vede un pò bianco poi nota del vomito da una parte. Ride e dice che l'unico modo per cavarsela é proprio non 20


essere quì. Non ha tutti torti, se si sta dentro ai tank si salta per aria, se si sta fuori ci si becca come minimo un burst, l'unica é non essere in questo cazzo di paese di merda. Quello dell’altro plotone ride e poi corre in avanti fischiettando-shouting on the hill-. Mi viene il sospetto che questo rito scaramantico sia comune a tutta la compagnia!. Allora corro in avanti raggiungo la fine della via, mi butto in terra, sulla destra c'é un tank M60 poco più in là un carro M1. Non so dove sia la mia unità, ho perso il contatto con il plotone. Non é una bella cosa; il sarge s’incazzerà coma una jena di sicuro. Poi d’un tratto vedo sulla mia destra il secondo plotone e vedo accorre il terzo plotone dalla collina in rinforzo. La mia unità, se é ancora attiva dovrebbe essere sulla mia sinistra, ma potrebbero esserci anche i nemici dalla stessa parte!. Devo fare attenzione, la via del paese curva sulla sinistra e sulla sinistra c'é il boschetto. I nemici in ritirata potrebbero aver messo qualcuno sul bosco appostato a coprire la ritirata. Mi muovo strisciando in silenzio nel giardino; ti vedo 2 nemici faccio appena in tempo a mirargli e stenderli con un burst che anche io mi becco una raffica!. Son ferito ad una spalla. Porca troia fa un male boia, pare che la carne vada a fuoco. Nel frattempo spunta il sarge con gli altri del plotone, sono quasi tutti interi, corrono dalla boscaglia verso i margini del paesello. C'é anche l'infermiere, mi alzo, gli faccio un fischio, lui già aveva visto che ero ferito e correva verso di me. Mi medica il braccio e mi dice che non é niente di grave, foro pulito, di striscio. Sarà, ma fa un male boia, il braccio lo muovo male, se provo a muoverlo mi fa male il muscolo. Il sarge da l'ordine di ritirata, arriva una colonna corazzata di tank, gli M1 se la filano di gran carriera, pure gli M60, anche se sono meno veloci, gli M113 invece indietreggiano più lentamente coprono la ritirata della fanteria che accorre verso i boschi del fianco destro. Seguo il mio plotone tra gli alberi. Arrivano dei tank nemici, fanno saltare un M113 che si era attardato troppo a coprire in silenzio la ritirata della compagnia. Il grosso della compagnia però é già sparito tra gli alberi, i 4 tank nemici non inseguono nessuno. Dietro probabilmente hanno la fanteria, ma é più distante quindi abbiamo il tempo di ritirarci di buon grado. Abbiamo conquistato il paese ma non lo abbiamo tenuto perché non abbiamo retto all’urto del contrattacco nemico!. A cosa é servita tutta l’azione? c’é rimasto un terzo del plotone tra morti e feriti e siamo alla stessa situazione di prima?! Boh?!

Che tipo di patente hai? Hai una patente tipo B oppure A, B, AB,ABC,D ecc…. se hai solo la patente B, vai a pagina 28 se non hai la patente B (oppure se non hai solo la patente B, ma la AB) vai a pagina 23

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4. Alert Per fortuna il giubbotto anti proiettile ha tenuto, era un burst di ak-qualcosa, cascando mi sono rotto pure il naso ho il viso pieno di sangue, l'infermiere dice che sono stato un cazzone fortunato!!.

Sono reintegrato nel primo plotone, pieno di rimpiazzi, il sarge è sempre vivo, pure lui, é contento di vedermi-Armostrong, brutta merda!, cazzo allora stai bene!, brutto figlio di troia!!, credevo fossi morto!-si sarge, no, sarge! -sei proprio un fottuto cazzone, sai!, cascare in terra come uno stronzo per un burst, e poi romperti il naso per la caduta, bravo! son contento Armostrong!!-grazie sarge!-vieni, lascia quel troiaio di M16a1 e prendi questo M60-dice il sarge. -WOW, un M60 che figata! e l'altro machine gunner?-morto, sparava troppo...-commenta lapidario il sarge Io sbianco, penso che forse era meglio se mi tenevo l'M16. -Considerando i rimpiazzi che mi hanno mandato, porca merda, tutte reclute!, te sei tra i più veterani del plotone, prendi questo M60, e copri il plotone. Sai come si usa l'M60?-No!-facile, prendi le ammos dell'M60, un paio cartucciere bastano!, dovrai cambiare la canna ma se ci butti l'acqua della borraccia la canna non la cambi, prendi anche quest'altra borraccia d'acqua. Stai sempre in coda al plotone, a meno che io non ti mandi da qualche altra parte. Trovati sempre un buon posto per restare al coperto e copri sempre il plotone quando si muove. Poi il plotone coprirà te, se e quando ti dirò che ti potrai spostare. Corse brevi, mi raccomando zigzaga, poi buttati in terra, ma sopratutto raggiungi sempre un posto al coperto. Non mi va di perdere un altro machine gunner!-Ok! sarge, grazie sarge!, come si usa questo maiale?-miri e spari, l'uso del M60 é unico, ma te lo puoi usare sia con raffiche brevi d'interdizione che con raffiche lunghe di fuoco di saturazione. Le raffiche brevi attirano poca attenzione, sono letali, sopratutto non surriscaldano troppo la canna. Il 23


fuoco di saturazione non lo usare mai, a meno che non te lo chieda io, attira troppa fottuta attenzione. Finirà che l'M60 s'incepperà oppure dovrai cambiare contenitore di ammos, oppure dovrai cambiare la canna e se non c'é qualcun'altro vicino che ti copre, sei bruciato. Hai capito Armostrong?-Ok! sarge!-Armstrong, porca puttana, non fare il cazzone e non farti sparare!, niente fuoco di saturazione! hai capito!-Sì sarge!, niente fuoco di saturazione!Il capitano con il primo tenente andava alla base a prendere ordini, pare sia caduto in un'imboscata, tutti salgono a bordo dell'M113 per una missione di soccorso. Il sarge é scuro in viso, non dice una fottuta parola. Il capitano ed il tenente alla radio non rispondono.Non é un bel segno, dice il mitragliere dell'M113. Il sarge gli dice di chiudere quella fottuta fogna di merda!. -OK!, fuori!Esco dall'M113 faccio 2 passi e mi butto a terra, restando semicoperto dall'M113, copro il fianco sinistro del plotone. Cazzo siamo in mezzo ad una specie di larga valle ad U. É sera, non ci si vede quasi un cazzo di nulla! porca troia!, che posto di merda!.

-Libero!Non c'é un cane, per ora, tutto tace, c'é troppo silenzio, sembra una trappola fottuta!. In fondo alla strada c'é la jeep del capitano mezza scassata. -Andiamo!-urla il sergente e si butta all'assalto!. L'M113 parte in quarta e si avvia in avanti, il plotone lo segue come può, camminando in fila indiana sul ciglio della strada. Cazzo, cazzo!, la vedo brutta, é brutta, porca troia se é brutta, c'é un sacco di terreno allo scoperto, minchia se i nemici ci aspettano, ci fanno neri quì!.Mi butto in terra vicino a dei cespugli e copro il plotone, rinviando l'onere di dover passare tutta quel pezzo di strada allo scoperto. BUM! Esplode l'M113!-cazzo! é una trappola fottuta!- Ma il plotone non é ancora sotto il fuoco. Forse i nemici sono solo dopo oltre gli alberi. Speriamo di si.

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Cazzo, non abbiamo nemmeno un fottuto cecchino nel plotone, nessuno é stato mandato in caccia, od in copertura alta in alto lassù sulla valle, tra gli alberi. Porca merda, se io fossi un nemico starei annidato lassù, e piscerei in testa a tutti!!. Merda, non si vede un cazzo è buio!. Porca troia, speriamo non ci sia nessuno sul costone!. RATA-RATA-RATA-TA! Il plotone é sotto il fuoco, grandinano burst di ak47 ed ak74, ne sento i colpi, ma non vedo da dove provengono gli spari. Oriento l'M60 sul fianco sinistro e sparo a caso qualche burst sparso tra gli alberi, sul fianco sinistro. Il plotone intanto "gattona” sui margini verso il fianco destro, per raggiungere un boschetto. Continuano ad arrivare colpi, burst su burst, forse dal fianco sinistro, oppure dall'alto? Non lo so? non capisco un cazzo, piano piano il plotone é fritto!. Quasi uno dopo l'altro, cascano in terra beccati, chi feriti chi è steso. Io sparo qualche burst quà e là sul fianco destro e sinistro a casaccio, ma non so dove sparano!. Sento fischiare le pallottole, minchia ho attirato troppa attenzione!. La canna dell'M60 é pure rovente. Prendo dell'acqua della borraccia e ce la butto sopra. Esce del vapore acqueo, ma é sera, speriamo non mi detecti nessuno. Forse era meglio se cambiavo la canna. Però ci avrei messo di più, prendere i guanti da fornace, staccare la canna, metterne una nuova... Gli spari diminuiscono d'intensità. Il sarge é stato avventato, é stato troppo avventato!!, non si é coperto i fianchi. Doveva tenere l'M113 in retrovia, lontano dai tiri di RPG, usarlo per coprire l'avanzata del plotone. E poi doveva mandare in caccia un cecchino sul costone della valle a verificare se era pulita ed eventualmente, prendere posizione per coprire dall'alto la nostra unità. Invece niente. merda!, un bagno di sangue... quelle reclute non sono rimaste nemmeno un giorno, c'é pure chi era arrivato giusto oggi!. Ma oramai la frittata é fatta, speriamo di non lasciarci la buccia questa volta. Speriamo di non aver finito la fortuna!!. Il sarge é rimasto ferito, il plotone é fatto a pezzi, ci sono rimasti io e quell'altro con l'M203 ancora in azione. Il sarge e l'M203 son distanti, hanno quasi raggiunto gli alberi. Io ho consumato circa un ¼ di scatola di ammos, ne ho ancora molte e non so che fare. Attendo ordini, ma nessuno me li da.

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Arriva un trasporto! C'é da scollinare, perché quì dove sono, il trasporto non viene. Me lo hanno detto per radio. Sono io che devo andare dal trasporto truppa. Merda!, Era una trappola!!, non dovevamo buttarci a pesce come degli stronzi!. Quello che rimane del plotone forse verrà evaquato, con un trasporto. E’ però c’è da arrivarci vivi al trasporto, io son distante dai 2 del plotone, figuriamoci dal trasporto. cazzo, mi prende la cacarella che mi lascino quì. Ricarico l'M60 e poi lascio tutte le mag dell'M60, in modo da avere l’M60 caricato a palla. Mi alzo e mi metto a correre come un cazzone impazzito. Zig-zago e mi butto in terra. Striscio per un pò. Mi fermo, ma non vedo nessuno. Gli alberi sono ancora lontani, porca merda, c'é un sacco di terreno allo scoperto prima di raggiungere il sarge e quell'altro con l'M203. Porca merda, era meglio se tenevo il mio M16, era più leggero di questa merda di maiale di M60. Maremma puttana… senti come pesa. Mi manca il fiato, mi devo fermare. I 2 si sono imboscati, oppure si sono scordati di me!, cazzo, non mi copre nessuno!. Sono l'unico stronzo che gattona tra questi morti. Ci metto troppo, se continuo a strisciare così resto troppo a lungo un ottimo bersaglio allo scoperto per strada. Se mi alzo e corro sono un'ottimo bersaglio ma almeno corro più velocemente e mi tolgo dalla strada!. Porca troia, c'é rimasto poco, ormai non sparano più, mi faccio coraggio, mi alzo e mi rimetto a correre. Forse ce la faccio, sì, sento che ce la faccio, poi stavolta non mi sono nemmeno pisciato sotto! BANG! un burst mi atterra. É mi sa che questa volta il corpetto non ha fermato il proiettile, ho il respiro affannato, sto sputando sangue. Mentre mi chiedo se tornerò mai a casa, la vista mi si annebbia…

L’ebook “Operation Flashpoing” è finito vai a pag.153

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4. Alert Sono reintegrato nel primo plotone, pieno di rimpiazzi, il sarge sempre è vivo pure lui, Ê contento di vedermi-Armstrong, brutta merda!, cazzo allora stai bene!, brutto figlio di troia!!, credevo fossi morto!-si sarge, no, sarge! -sei proprio un fottuto cazzone,sai!, beccarti una pallottola di un burst e non farti quasi niente, bravo son contento, Armstrong!!-grazie sarge!-vieni, lascia quel troiaio di M16 e prendi questo M60-dice il sarge.

-L'M60 pesa una tonnellata, sarge, questo M60 pesa un casino!. -Non mi frega, mi serve un machine gunner, prendi meno ammos per l'M60-quante?-2 scatole bastano, e prendi 1 granata-WOW, un M60! che figata! e l'altro machine gunner?-morto, sparava troppo...-commenta lapidario il sarge Io sbianco, penso che forse era meglio se mi tenevo l'M16 con 2 granate e prendevo il pieno di ammos. -Non ho ancora la copertura di un cecchino nel plotone, ed oltre al light machine gunner con l'M203, voglio che il plotone abbia un machine gunner con l'M60.-Ok! sarge!-Sai come si usa l'M60?-No!-facile, prendi le ammos dell'M60, un paio cartucciere bastano, dovrai cambiare la canna ma se ci butti l'acqua della borraccia la canna non la cambi, prendi anche quest'altra borraccia d'acqua. Stai sempre in coda al plotone, a meno che io non ti mandi da qualche altra parte. Trovati sempre un buon posto per restare al coperto e copri sempre il plotone quando si muove. Poi il plotone coprirà te, se quando ti dirò che ti potrai spostare. Corse brevi, mi raccomando zigzaga, poi buttati in terra, ma sopratutto raggiungi sempre un posto al coperto. Non mi va di perdere un altro 28


machine gunner!-Ok! sarge, grazie sarge!, come si usa questo maiale?-miri e spari, l'uso del M60 é unico, ma te lo puoi usare sia con raffiche brevi d'interdizione che con raffiche lunghe di fuoco di saturazione. Le raffiche brevi attirano poca attenzione, sono letali, e sopratutto non surriscaldano troppo la canna. Il fuoco di saturazione non lo usare mai, a meno che non te lo chieda io, attira troppa fottuta attenzione. Finirà che l'M60 s'incepperà oppure dovrai cambiare contenitore di ammos, oppure dovrai cambiare la canna e se non c'é qualcun'altro vicino che ti copre, sei bruciato. Hai capito Armostrong?-Ok! sarge!Il capitano con il primo tenente andava alla base a prendere ordini, pare sia caduto in un'imboscata, tutti salgono a bordo dell'M113 per una missione di soccorso. Il sarge é scuro in viso, non dice una fottuta parola. Il capitano ed il tenente alla radio non rispondono, non é un bel segno, dice il mitragliere dell'M113. Il sarge dice al mitragliere di chiudere quella bocca fatta a fogna!. Il sarge dentro all'M113 da dei piccoli suggerimenti, allora probabilmente era un'imboscata, quasi sicuramente sarà una trappola per annientare il plotone che accorre in soccorso. Non abbiamo nessun cecchino aggregato nel plotone, quindi dovremo accontentarsi di un pesante fuoco di saturazione, sia dall'M113 che dall'M60.-fuoco di saturazione, sarge?-domando. -si!, Armstrong, appena arriviamo scendi, copri il fianco sinistro dell'M113, trovati un buon posto al coperto e copri l'avanzata del plotone, appena vedi un contatto muoversi su un fianco, spara sul fianco con del fuoco di saturazione. In alternativa, se non ci sono contatti, rimani al coperto e poi spara con del fuoco di saturazione sul fianco da dove pensi che arrivino gli spari appena c’é il contatto. Tutto chiaro?-si, sargeIo penso, cazzo, speriamo di non rimanerci secco... -OK!, fuori!-

Esco dall'M113 faccio 2 passi e mi butto a terra, restando semicoperto dall'M113, copro il fianco sinistro del plotone. Cazzo siamo in mezzo ad una specie di larga valle

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ad U. É sera, non ci si vede quasi un cazzo di nulla! porca troia!, che posto di merda!. Guardo con il mirino dell'M60 vedo movimento sul fianco sinistro. Faccio fuoco, vedo dei nemici, sparo ne becco forse 2, continuo con un pesante fuoco di saturazione su tutto il costone di sinistra, urlando a squarciagola-CONTATTO!!-contatto!-urla il sergente, il plotone é già a terra, l'M113 spara una raffica pesante, sulla destra poi parte di gran carriera lasciandomi sdraiato in mezzo alla strada allo scoperto. Il plotone avanza strisciando, ingaggiando il nemico con qualche sparo quà e là. Forse non sono in tanti a fare l'imboscata, forse si stavano ritirando, gli abbiamo presi mentre si ritiravano. Non c'é un cane, per ora, tutto tace!. BUM! Esplode l'M113!-cazzo! é una trappola fottuta!Aveva ragione il sarge, gattono rapidamente dietro ad un cespuglio, cerco di restare sdraiato, restare in mezzo di strada non mi pare una grande idea. Il plotone intanto é leggermente spostato più avanti, si muove lentamente ma é esposto su terreno che é tutto allo scoperto. RATA-RATA-RATA-TA! Scelgo il fianco sinistro, dove avevo già visto movimento e scarico un pesante fuoco di saturazione,raffiche lunghe. Poi giro l’M60 sul fiancho destro. L’unità continua a strisciare bassa mentre riprendo a sparare qualche metro sopra le loro teste coprendo la loro avanzata con piccoli burst sparsi a caso. Tutto tace sul fianco sinistro e sul fianco destro, la canna dell'M60 é rovente, butto dell'acqua della borraccia, sale una condensa di vapore dall'odore ferreo. Ok!, sono a mezza scatola, e non devo nemmeno cambiare canna, cazzo sono sempre in tiro!.-Gengiskani di merda!-urlo come un’esaltato, ma non sento voci od urli di nemici. Tengo l'M60 sul fianco destro ed attendo in silenzio. Un fante é colpito, un altro ferito, sparano dalla collina, ma il plotone riesce ad individuare da dove proviene il fuoco; qualcuno becca il nemico. Il plotone intanto striscia in silenzio sui margini del bosco sul fianco destro, per raggiungere il coperto. Altri invece piegano a sinistra, da dove non si sente più sparare un colpo dopo l'aratura di saturazione che c'ho dato. Arrivano alcuni burst, forse dal fianco destro?. Apro il fuoco di saturazione a caso, raffiche brevi ma numerose, i fanti del plotone sdraiati sparano sui margini del bosco, io sparo sui margini del bosco allungando il ritmo delle raffiche di M60 che passano sopra di loro. Canna rovente, un caricatore di ammos per M60 finito!. Ricarico e cambio canna. Resto accucciato dietro al cespuglio ed ho le mani sudate dalla fifa. Mi guardo intorno e mi faccio coraggio. Non c’é un cazzo di nessuno, porca merda sono solo!. santa merda! non é mai una bella cosa restare soli in azione oppure restare troppo sganciati dalla propria unità!!. Gli spari diminuiscono d'intensità, sento qualche scoppio di granata, oltre gli alberi, il sarge mi chiama! Dice che devo raggiungere gli 30


alberi del fianco sinistro. Mi alzo e mi metto a correre come un cazzone impazzito zig-zagando. Zig-zago e mi butto in terra. Forse mi sbuccico i gomiti perché mi incominciano a frizzare, ma lì per li non ci faccio molto caso. Gattono per un pò. Mi fermo, ma non vedo nessuno. Mi alzo e corro zig-zagando ancora per poi buttarmi a terra. Striscio raggiungendo un cespuglio. Per fortuna ho solo 1 caricatore con 2 granate, insomma viaggio leggero. Merda quanto pesa questo maiale ! Il plotone ingaggia i nemici oltre gli alberi, necessitano di un fuoco d'interdizione sul fianco destro, mi devo appostare da qualche parte al coperto sul lato sinistro oltre gli alberi. Mi alzo e corro dritto verso gli alberi, dai Armstrong che c'é rimasto poco!. Zig-zago rapidamente tra gli alberi e trovo molti morti, chi riverso sul davanti in una pozza di sangue, taluni riversi all'indietro con delle gore rosse o la faccia sfondata. Sicuramente tutta opera mia, fuoco di saturazione di M60. Raggiungo un abete e mi ci butto sotto, poi ho un conato di vomito e faccio appena a tempo a vomitare da un lato senza imbrattare l'M60. Ho il manico della mimetica sporco di vomito, mi frizza la gola come se avessi il mal di gola, mi sente lo stomaco, ho sempre la nausea, mi sento in colpa, anche se son contento di averli beccati. Gengiskani di merda, se non li beccavo, avrebbero beccato me oppure il plotone. Il plotone é sotto il fuoco nemico sul fianco destro oltre gli alberi e lungo la piana!. Non ho tempo di pensare ad altro oppure quanti ne ho stesi con l'M60. Non mi frega!, ci penserò dopo!, apro il fuoco senza pensarci con rapide raffiche d'interdizione, sparo sulle luci degli spari, 2 burst per ogni lampo di fuoco, così tanto per essere sicuri!. Alcuni del nostro plotone sgattaiolano sugli alberi ai margini del bosco e tirano qualche granata. BUM!!, BUM!! Poi silenzio, completo. I nemici se non sono tutti morti, di certo se la son data a gambe oppure stanno sganciando il contatto. Urlo al sarge che sono basso, santa merda sono a metà della scatola dell'M60. Il sarge manda il light machine gunner (quello con l'm16+m203) che si stende poco distante da me. Io tiro un sospiro di sollievo, lui ride grasso, dice di non preoccuparsi. Io poi lancio verso gli alberi alle mie spalle, così a caso, le mie 2 granate, perché temo che tutto quel fuoco di copertura con l’M60 abbia attirato l’attenzione d’eventuali nemici, residui nascosti che potrebbero essere scesi dalla collina per dar man forte a quelli che se la filano dietro la valle?. Fantasie, non c’é nessuno… Ok cambio la canna all'M60 e ci verso sopra dell'acqua della borraccia, durerà di più, giusto per finire la scatola di ammos. Lascio la borraccia vuota da una parte. Il suggerimento del sarge é stato utile. Attendo in silenzio, il light machine gunner 31


ridacchia divertito e mi tira sassetti sull’elmetto che fanno STING!, poi rimbalzano rotolando a terra. Io lo mando affanculo!, lui ride e dice che non me la devo prendere, sono stato bravo!, cazzo!, ho coperto il plotone con l’M60 in un modo ottimo, praticamente da manuale. Io gli dico che non mi piace che non si muova niente tutto attorno, insomma cazzo c’è troppo silenzio, merda! troppa calma. –Son tutti morti!commenta ridendo grasso il light machine gunner. Poi dice che tra un pò arriva un trasporto a portarci via di quì, ce la possiamo fare, basta non farsi beccare!. Dopo un paio di minuti, in effetti arriva un camion, é un trasporto. Il sarge ed il plotone fanno rastrellamento, io però non mi muovo da dove sono. Copro loro le spalle, ossia il fianco destro del bosco mentre loro risalgono la collina alla mia sinistra. -PULITO!Tutti sul trasporto. Il plotone incomincià a salire sul camion, il light machine gunner si sgancia. Io resto sdraiato a coprire il fianco destro, ma quello con l’M203 non si ferma a coprire la mia ritirata ma corre dritto verso il camion. Io mi ritrovo solo, cazzo, mi alzo e corro sul primo morto che trovo, lascio l'M60 e prendo un più leggero AK74, poi corro zig-zagando verso il camion. Mi butto in terra un paio di volte e mi guardo attorno. Non so il perché ho il timore che mi sparino alle spalle, magari qualche ferito. Ce ne sono vari e tutti nemici lasciati agonizzanti sul campo. Il sarge dal camion urla di darmi una smossa, se no mi avrebbero lasciato quì ed avrei dovuto farmela tutta a piedi sino alla base. Corro dritto sino al camion e salgo. Cazzo é fatta, anche per questa volta non mi hanno accoppato e non mi sono nemmeno pisciato sotto!!. Il sarge mi dice-Armstrong, dove cazzo hai laciato l’M60-Scarico, ho preso questo AK74, signore!-santa merda! Armstrong, sei sempre il solito cazzone!, mai lasciare la propria arma sul campo, cazzo meno male che almeno non ti sei fatto sparare addosso!-commenta ridendo il sarge.

Devi prendere una decisione adesso, prendi un dado e lancialo e verifica che numero é uscito. se é uscito i numeri 1,2,3, vai a pagina 34 se é uscito i numeri 4,5,6 vai a pagina 41

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5. Ambush L’aver lasciato l’M60 sul campo mi ha fatto prendere una bella strigliata e mi hanno rimesso come fuciliere. Il sergente é promosso sergente maggiore, io sinceramente sono contento di riprendere l’M16 perché l’M60 é pesante, in battaglia attira sempre molta attenzione. Il sergente maggiore mi dice che c’é da coordinare un’azione con il terzo plotone, c’é da attaccare e ripulire un paesino poco distante dal mare. Anche se sono tornato fuciliere semplice, mi dice il sergente maggiore che io sono tra i più esperti nel plotone. Quindi ritiene utile informarmi su che tipo d’azione si vada realizzando. Stavolta sarà il capitano a guidare il primo plotone. Io nel frattempo vado all’M113 per prendere altre mag per l’m16 perché di tutte quelle granate che ho in dotazione, sinceramente non so proprio che farmene.

Poi raggiungo il sarge sulla jeep ed andiamo all’accampamento, deve prendere contatto con dei granatieri per coordinare un fuoco di copertura di mortai. Io scendo dalla jeep, mi guardo attorno, l’ospedale da campo sta togliendo le tende, c’é pure un’infermiera carina, bionda, occhi azzurri due tette che non vi dico… vado a darle una mano!. Lei é indaffarata nel caricare delle attrezzature. Si accorge da un chilometro che ci sto provando con Lei perché cerco di attaccar bottone. Quindi ridendo Lei prende una copia del giornale –Stars in Blue- e me lo sbatte in testa sull’elmetto dandomi del –pirla!!-. Il sarge mi chiama alla jeep e mi dice che cazzo stavo facendo?. Io gli rispondo ridendo che stavo dando una mano all’infermiera, il sarge ride e dice che sono una testa di cazzo immatricolata, perché neanche sapevo riconoscere i gradi delle divise!. Quella biondina era un’ufficiale mentre io ero solo un caporale… era già tanto se avevo recuperato una copia aggiornata della rivista Stars in Blue. Poi mi sfila dalle mani la rivista ed inizia a sfogliarla per darci un’occhiata, quindi dice-Armstrong, guida ‘sta cazzo di jeep ed andiamo alla base del terzo plotone-. Montiamo sulla jeep e guido sino al punto d’inserimento del terzo plotone, quindi il sergente maggiore prende contatto con il sergente del III plotone e dopo avergli passato gli ordini, mi dice di ripartire. Guido la jeep sino al punto beta. Il capitano é già là, ci attende al camion e spiega che sarà lui a guidare il primo

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plotone, il terzo plotone invece procederà parallelo sulla costa approcciando il paese frontalmente. Noi del primo plotone invece dovremo approcciare il paese sul fianco sinistro, prendendo il nemico di sorpresa. Non dovrebbe essere una cosa troppo complicata, in quanto l’Intel riferisce che dovrebbe esserci meno di un plotone a guardia del paese. In ogni caso il secondo plotone resterà di riserva al punto d’inserimento. Come piano sembra un pezzo di torta. Il camion conduce il primo plotone al punto d’inserimento. Io intanto scorro la rivista –STARS IN BLUE- c’é un articolo sulle Guerre Puniche 2, così le hanno chiamate. A quanto pare sarebbero un effetto della WWIII, insomma una specie di diversione strategica, ma le cose non stanno andando troppo bene per le truppe alleate.

“Le legioni gengiskane avevano attaccato la Siberia, l'ala destra gengiskana aveva fatto rotta verso

la kamciakta ma pare che le basi russe là fossero tutte navali, quindi gli invasori avevano vinto facilmente. L’ala destra stava rastrellando la siberia seguendo la transiberiana, probabilmente prima o poi si sarebbe ricongiunta con la forza principale. Questa aveva sfondato al centro della mamertinia, travolgendo facilmente le armate difensive, che erano poche perché a causa di un retaggio della guerra fredda, le forze erano tutte dislocate sui confini. All’inatteso attacco gengiskano l’ONU rilasciò una direttiva a favore dell’attaccato,ma gli USA non entrarono in guerra, de facto si limitarono a varare una legge “affitti & prestiti”. L’impero gengiskano reagì alla direttiva ONU di cinque giorni fa, con un blitz a Suez ed il blocco inferiore del golfo di Aden. Poi i chartaginesi avevano iniziato le guerre puniche 2x mettendo sotto pressione l’Europa onde ridurre il suo l'impegno a favore della Siberia. Si aggiunsero anche i proxy sumerici, i quali presero a salire a nord affiancando le legioni gengiskane. Le truppe alleate stavano prendendo delle batoste incredibili e non facevano che arretrare. Nel mediterraneo l’Europa aveva dichiarato il teatro bizantino strategico. Benché i cartaginesi provassero con i loro sciami a destabilizzarne la funzione, le forze Europee che avevano rinforzato il teatro bizantino respingevano con buoni successi gli assalti in massa degli sciami chartaginesi. Nel teatro italico invece i cartaginesi facevano grossi progressi, specie negli ultimi 2 giorni c’era stato una serie impressionante di vittorie cartaginesi con numerose e grandi città cadute in mano nemica. A guardare la mappa si capiva che se non si fosse reagito efficacemente sul teatro italico, presto avrebbe potuto collassare. L'India aveva aderito alla direttiva ONU, provando un affondo verso l’impero gengiskano passando dal sud-est asiatico, ma dato il territorio e gli stati satelliti, le armate gengiskane riuscivano a contenere la lenta, costosa avanzata indiana. Nello stesso tempo le armate indiane avevano provato anche a coordinarsi con gli alleati per colpire a nord le linee di rifornimento gengiskane. L’offensiva era ancora in corso, ma per ora i successi erano modesti. Intanto erano affluiti aiuti dall’Europa in Siberia. STARS IN BLUE parlava proprio della mia Divisione e diceva che presto intorno alla depressione del Mar Caspio le forze Europee avrebbero scatenato un’offensiva denominata OPERATION FLASHPOING.”

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La presa di quel piccolo paese nei pressi del Mar Caspio d’un tratto aveva preso un minimo di logica, all’interno del grande quadro delle Guerre Puniche 2x e della WWIII. Il plotone disposto a V iniziò l’assalto al paese, ma forse c’erano degli scout e dopo poco finimmo sotto il fuoco nemico. Io da terra neanche capivo da dove avevano sparato, però vidi che dietro delle siepi si avvicinava una squadra nemica, lanciai 2 granate e BUM!, probabilmente beccai 2 nemici. Il capitano era morto, prese il comando il sergente che rastrellò sul fianco sinistro, io mi alzai e corsi davanti alle siepi gettandomi a terra per coprire il plotone. Nel frattempo giunse notizia per radio che il terzo plotone era messo male, finito in un campo minato, sotto fuoco intenso di mortai e mitragliatrici quello che ne era rimasto si ritirava. Papabear ci ordinò di continuare l’attacco cogliendo di sorpresa il nemico, sarebbero arrivati anche degli elicotteri da battaglia in nostro supporto. Il sergente maggiore era un veterano, c’era da fidarsi perché sapeva sempre cosa fare. Continuammo l’assalto al paese e con il plotone quasi intatto e raggiungemmo un primo gruppo di case. Io mi buttai al coperto, il plotone formò una linea ed iniziò ad aprire il fuoco.

Nel frattempo dal paese salì su un BMP, il granatiere lo attaccò e lo fece saltare per aria. Io sparai qualche colpo e riuscii ad accoppare un paio di nemici che sul fianco sinistro scendevano da una cazzo di strada, il terzo se la filò dandosela a gambe. Provai a beccarlo con dei tiri singoli ma era troppo lontano fuori portata, mi fece solo consumare ammos inutilmente. Ci furono ancora degli spari, il plotone del BMP era già smontato e quindi adesso c’era da eradicare la resistenza. Scivolai lentamente tra gli avvallamenti e lanciai le mie 2 granate a mano verso le case. Poi mi spostai altrove e sparai un paio di burst. Il plotone aveva perso il 25% delle sue forze, feriti gravi o morti, non li potemmo portare con noi disse l’infermiere. Molti non erano nemmeno trasportabili. Io nel frattempo corsi nei pressi del piccolo paesino e mi stesi a terra dietro ad una colonna, ricaricai l’M16 perché volevo avere il caricatore in palla. Comunicarono dalla radio che i gengiskani avevano dei tank T80, avevano sfondato verso la nostra base abbandonando le posizioni nella piccola frazione. Noi del primo plotone eravamo tagliati fuori. La missione era abortita dovevamo raggiungere il punto di evacuazione Alpha, che era pure sulla costa. Papabear disse di tagliare dritto sul paese che avrebbero dovuto esserci poche truppe. Il sarge tirò giù

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un moccolo che se l’avesse sentito Dio probabilmente avrebbe fatto iniziare la fine del mondo!. Fu dura come decisione, ma tutti i feriti che non potevano camminare da soli furono lasciati dov’erano. L’unità se doveva muoversi in fretta doveva fare presto altrimenti saremmo finiti tutti arrosto. Non feci in tempo a sentire la risposta del sergente maggiore alla radio che chiedeva supporto aereo, che mi vidi venire su dalla collina una jeep gengiskana con 2 ufficiali a bordo. Mi alzai in piedi, prima che questi avessero avuto il tempo di scendere dalla jeep gli scaricai addosso tutto il caricatore. Accorse il sarge che mi diede una pacca sulle spalle e mi disse-bravo, Armstrong!, buon lavoro!, prenditi un RPG perché il nostro granatiere é andato…-. -Muoviamoci!, veloci, silenziosi, rapidi e nasty, dobbiamo raggiungere l’evac.point Alfa prima che i T80 tornino indietro e ci localizzino. Non avremo nessun supporto aereo, gli elicotteri da battaglia hanno ingaggiato i tank, c’é solo un black hawk che dovrebbe arrivare all’evac point, ma non resterà a lungo in zona, perché il settore é diventato fottutamente troppo caldo-. Così disse il sarge. Ricaricai l’M16, presi un RPG con un paio di missili da un nemico morto e poi incuriosito diedi un’occhiata ai 2 che avevo steso nella jeep. Erano un bagno di sangue, mezzi accasciati nella jeep, c’erano persino i fori di uscita sul pannello posteriore della jeep. C’era un puzzo di sangue incredibile, un odore di polvere da sparo. Vomitai, mi dispiacque di averli accoppati, ma allo stesso tempo sapevo che se non li avessi accoppati mi avrebbero accoppato loro. Ero stato veloce, per lo meno non avevo dato loro il tempo di scendere dalla jeep. Mi avviai seguendo il plotone che si muoveva silenziosamente iniziando a scendere dalla collina lungo i bordi della strada. Strisciai silenzioso in coda al plotone, provando ad avere qualche copertura dai cespuigli. Il plotone dopo poco ingaggiò un furioso conflitto a fuoco con la fanteria gengiskana asserragliata nel paese.

Io non vedevo quasi niente, sparai qualche colpo sparso quà e là sui lampi degli spari, cercando di dare il mio contributo, ed offrire un qualche supporto al mio plotone. Uno ad uno, quelli della mia unità cominciarono ad essere beccati ed io non é che potei farci un gran che, salvo iniziare a sparare burst all’impazzata senza capire se serviva a qualcosa o se i miei colpi andavano a vuoto. Il mio contributo fu modesto, 37


finii pure ferito di striscio ad un braccio. Ricaricai l’M16 ed attesi in silenzio cercando di trovare un compromesso con me stesso. Mediavo tra me e la mia coscienza e la fifa che avevo. Avevo una buona visuale sulla destra, casomai fosse arrivato qualche BMP avrei potuto ingaggiarlo con l’RPG. Ero l’unico della squadra che poteva ancora offrire un minimo di difesa alla nostra unità, nel caso di un attacco di mezzi pesanti nemici. Non era una scusa perché io avevo paura, era davvero così. D’un tratto ci furono esplosioni di bombe a mano, urla bestiali, fumo nero che salì lento e greve per aria. Guardai con il binocolo vidi morti e feriti, gridavano con urla strazianti. Pezzi di arti sparsi quà e là budella sparse in terra, gambe e mani sparse ovunque. Santa merda, speriamo che non fosse stato uno dei nostri!. Io intanto scesi piano dalla collina gattonando guardingo e restando vicino ai cespugli. Il sarge mi chiamò, eravamo rimasti solo in 3. Avevamo conquistato questa fottutissimo paesino di merda, avevamo vendicato il capitano, avevano vendicato i morti ed i feriti che avevamo dovuto abbandonare. Nonostante questo, Papabear non ci dava nessun fottuto supporto aereo, gli elicotteri da battaglia tornavano alla base, la brigata corazzata nemica era in rotta, e per di più, stava venendo dalla nostra parte.

In 3, eravamo decisamente in pochi per tenere questo fottutissimo paese, dovevamo battercela ed anche di corsa. Iniziammo a correre soffermandoci tra i cespugli dell’erba alta per coprirci rispettivamente le spalle. D’un tratto dalla strada arrivò un BMP che era di patrol, appena fu a tiro lo beccai con un RPG. BUM!, un denso fumo nero salì alto, un puzzo di benzina, ferro e carne bruciata si sparse tutto attorno. Il sergente maggiore scosse la testa e mi disse che forse sarebbe stato meglio lasciar stare, quel fumo nero adesso avrebbe potuto attirare troppa attenzione. Io gli risposi che se nel BMP ci fosse stato un plotone nemico e se avesse avuto il tempo di farlo scendere, noi saremmo stati fregati. –Anche questo é vero!-commentò a mezza bocca il sarge. Corremmo lungo ad un viottolo, dandocela a gambe levate. Poi essendo l’unico con un RPG mi appostai dietro ad un cespuglio per coprire l’Evac Point. Gli altri 2 poco più lontani erano tra le siepi per ispezionare se la zona fosse pulita. Il mare era in vista, si sentivano i gabbiani ed un forte odore di mare, una brezza salmastra proveniva leggera facendo ondeggiare le canne e l’erba alta. Il sole brillava nel cielo azzurro, se non ci fosse stata la guerra avrebbe potuto tornare ad essere

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quell’ottima zona turistica che era un tempo!. Non terminai nemmeno di pensarlo che sentii un cupo rumore di cingoli, il light machine gunner mi fece segno di non ingaggiare il tank nemico. Era in arrivo il black hawk, se era il caso ci avrebbe pensato l’elicottero. In effetti avevo un solo RPG, avrei potuto forse fare ben poco contro un T74 gengiskano.Si fermò poco distante dal BMP ancora in fiamme. Sostò un pò nell’area girando la torretta ma non riuscì a detectare nessuno in quanto noi 3 eravamo nascosti in mezzo ad una folta macchia di cespugli molto più lontani. Si incominciò a sentire il rumore delle pale del black hawk, il tank T74 fece una fumata nera e se la filò di gran carriera. Il light machine gunner sorrise e disse che ormai era fatta, mi disse di correre verso di lui restando basso che ci pensava lui a coprirmi. Mi alzai corsi e zig-zagai, poi mi buttai in terra. Atterrò il black hawk, noi 3 corremmo rapidamente a bordo, l’elicottero decollò in un lampo e per questa volta la buccia l’avevamo scampata!.

Il sergente maggiore provò a parlare al pilota in cuffia, dicendogli d’atterrare in vetta alla cava, c’era spazio per un black hawk, la zona era relativamente sicura, nel paesino non c’erano Shilka, al massimo avremmo potuto incontrare quello che restava della brigata corazzata gengiskana che se la stava dando a gambe dopo lo scontro con gli elicotteri da battaglia. Avremmo potuto atterrare quassù su questa piazzola, era facile da tenere, sopra una collina, avevamo ancora un RPG ed avremmo potutto facilmente evaquare almeno i feriti gravi che avremmo trovato ancora vivi e che sul momento avevamo lasciato lì in quanto non trasportabili.-Sorry guys, this sector is too hot!- sentenziò lapidario il pilota.

Devi prendere una decisione, ma non dipende da te bensì dal caso, verifica che giorno della settimana é proprio adesso mentre stai leggendo questo ebook?!

se é un giorno feriale, vai a pagina 49 se é un giorno festivo, vai a pagina 45 39


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5. Ambush Sapete!, l’aver lasciato l’M60 sul campo, spate, mi ha fatto prendere una bella strigliata. mi hanno rimesso come fuciliere. Il sergente é promosso sergente maggiore, io sinceramente sono contento di riprendere l’M16 perché l’M60 é pesante, in battaglia attira sempre molta attenzione. Il sergente maggiore mi dice che oggi c’é da coordinare un’azione con il terzo plotone, c’é da attaccare e ripulire un paesino poco distante dal mare. Anche se sono tornato fuciliere semplice, il sergente maggiore dice che io sono tra i più esperti nel plotone, quindi ritiene utile informarmi su che tipo d’azione si vada pianificando. Stavolta sarà il capitano a guidare il primo plotone!. Io nel frattempo vado all’M113 per prendere altre mag per l’m16 perché di tutte quelle granate che ho in dotazione, sinceramente non so proprio che farmene.

Poi raggiungo il sarge sulla jeep ed andiamo all’accampamento, deve prendere contatto con dei granatieri per coordinare un fuoco di copertura di mortai. Io scendo dalla jeep, mi guardo attorno, l’ospedale da campo sta togliendo le tende, c’é pure un’infermiera carina, bionda, occhi azzurri due tette che non vi dico… vado a darle una mano, Lei é indaffarata nel caricare delle attrezzature. Si accorge da un chilometro che ci sto provando con Lei perché cerco di attaccar bottone. Quindi ridendo Lei prende una copia del giornale –Stars in Blue- e me lo sbatte in testa sull’elmetto dandomi del –pirla-. Il sarge mi chiama alla jeep e mi dice che cazzo stavo facendo?. Io gli rispondo ridendo che stavo dando una mano all’infermiera, il sarge ride e dice che sono una testa di cazzo immatricolata, perché neanche sapevo riconoscere i gradi delle divise!. Quella biondina era un’ufficiale mentre io ero solo un caporale… era già tanto se avevo recuperato una copia aggiornata della rivista Stars in Blue. Poi mi sfila dalle mani la rivista ed inizia a sfogliarla per darci un’occhiata, quindi dice-Armstrong, guida ‘sta cazzo di jeep ed andiamo alla base del terzo plotone-. Montiamo sulla jeep e guido sino al punto d’inserimento del terzo plotone, quindi il sergente maggiore prende contatto con il sergente del III plotone e dopo avergli passato gli ordini, mi dice di ripartire. Guido la jeep sino al punto beta. Il capitano é già là, ci attende al camion e spiega che sarà lui a guidare il primo plotone, il terzo plotone invece procederà parallelo sulla costa approcciando il paese

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frontalmente. Noi del primo plotone invece dovremo approcciare il paese sul fianco sinistro, prendendo il nemico di sorpresa. Non dovrebbe essere una cosa troppo complicata, in quanto l’Intel riferisce che dovrebbe esserci meno di un plotone a guardia del paese. In ogni caso il secondo plotone resterà di riserva al punto d’inserimento. Come piano, sembra un pezzo di torta. Il camion conduce il primo plotone al punto d’inserimento. Io intanto scorro la rivista –STARS IN BLUE- c’é un articolo sulle Guerre Puniche 2, così le hanno chiamate.

“Le legioni gengiskane avevano attaccato la Siberia, l'ala destra gengiskana aveva fatto rotta verso

la kamciakta ma pare che le basi russe là fossero tutte navali, quindi gli invasori avevano vinto facilmente. L’ala destra stava rastrellando la siberia seguendo la transiberiana, probabilmente prima o poi si sarebbe ricongiunta con la forza principale. Questa aveva sfondato al centro della mamertinia, travolgendo facilmente le armate difensive, che erano poche perché a causa di un retaggio della guerra fredda, le forze erano tutte dislocate sui bordi. All’inatteso attacco gengiskano l’ONU rilasciò una direttiva a favore dell’attaccato, ma gli USA non entrarono in guerra, de facto si limitarono a varare una legge “affitti & prestiti”. L’impero gengiskano reagì alla direttiva ONU di cinque giorni fà con un blitz a Suez ed il blocco inferiore del golfo di Aden. Poi i chartaginesi avevano iniziato le guerre puniche 2.x mettendo sotto pressione l’Europa onde ridurre il suo l'impegno a favore della Siberia. Si aggiunsero anche i proxy sumerici, i quali presero a salire a nord affiancando le legioni gengiskane. Le truppe alleate stavano prendendo delle batoste incredibili e non facevano che arretrare. Nel mediterraneo l’Europa aveva dichiarato il teatro bizantino strategico. Benché i cartaginesi provassero con i loro sciami a destabilizzarne il ruolo, le forze Europee che avevano rinforzato il teatro bizantino respingevano con buoni successi gli assalti in massa degli sciami chartaginesi. Nel teatro italico invece i cartaginesi facevano grossi progressi, specie negli ultimi 2 giorni c’era stato una serie impressionante di vittorie cartaginesi con varie grandi città cadute in mano nemica. A guardare la mappa si capiva che se non si fosse reagito efficacemente sul teatro italico, presto avrebbe potuto collassare. L'India aveva aderito alla direttiva ONU, provando un affondo verso l’impero gengiskano passando dal sud-est asiatico, ma dato il territorio e gli stati satelliti, le armate gengiskane riuscivano a contenere la lenta, costosa avanzata indiana. Nello stesso tempo le armate indiane avevano provato anche a coordinarsi con gli alleati per colpire a nord le linee di rifornimento gengiskane. L’offensiva era ancora in corso, ma per ora i successi erano modesti. Intanto erano affluiti aiuti dall’Europa in Siberia. STARS IN BLUE parlava proprio della mia Divisione e diceva che presto intorno alla depressione del Mar Caspio le forze Europee avrebbero scatenato un’offensiva denominata OPERATION FLASHPOING.”

La presa di quel piccolo paese nei pressi del Mar Caspio d’un tratto aveva preso un minimo di logica, all’interno del grande quadro delle Guerre Puniche .x e della

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WWIII. Il plotone inizia così l’assalto al paese, ma forse da qualche parte c’erano delle vedette e dopo poco siamo già sotto il fuoco nemico. Io mi getto a terra, neanche ho capito da dove hanno sparato, però vedo che dietro alle siepi si avvicina una squadra nemica, lancio 2 granate, BUM!, BUM!, probabilmente centro in pieno 2 nemici. Il capitano é morto, dice l’infermiere. Prende il comando il sergente maggiore; poi con 2 squadre rastrella sul fianco sinistro. Io mi alzo e corro davanti alle siepi gettandomi a terra per coprire il plotone sul fianco destro. Nel frattempo giunge notizia per radio che il terzo plotone é messo male!, finito in un campo minato, è sotto fuoco intenso di mortai, le truppe si ritirano!. Papabear via radio ci ordina di continuare l’attacco cogliendo di sorpresa il nemico sul fianco sinistro; arriveranno anche degli elicotteri da battaglia in nostro supporto tra una diecina di minuti. Il sergente maggiore é un veterano, c’é da fidarsi, lui sa sempre cosa fare. Continuiamo così l’assalto al paese e raggiungiamo degli alberi prossimi ad un primo gruppo di case. Io mi butto al coperto dietro ad un cespuglio, poco distante da me c’é il granatiere che vede un BMP salire la collina.

Nel frattempo da sinistra scendono dei nemici, ne centro alcuni con 2 burst. Il granatiere ingaggia il BMP ma lo manca clamorosamente, mentre ricarica prontamente l’anticarro, arriva una cannonata del BMP. Nonostante io sia a terra, delle schegge dell’esplosione mi feriscono alle gambe. Urlo come un pazzo dal dolore, mi sembra che mi stia bruciando la carne viva, accorre l’infermiere ma una raffica vagante lo stende sfondandogli la carotide. Continua un pesante conflitto a fuoco, io continuo ad urlare poi perdo i sensi dal dolore. […] Mi svegliai in un letto d’ospedale, scoprii che non avevo più le gambe me le avevano amputate. Però continuavo a sentire il dolore nella mente delle gambe ferite, che però non avevo più. Il dottore disse che era cosa normale. Mi sentii distrutto, mi sembrava che il mondo mi fosse caduto addosso. Che cosa avrei fatto adesso?. A questo non avevo mai pensato!. Un’infermiera disse che non era questo l’approccio giusto, la vita non era finita, l’evento che mi era capitato era una cosa positiva perché ero ancora vivo. Era questo il punto di vista corretto da cui ripartire per considerare ogni cosa!.

L’ebook “Operation Flashpoing” è finito vai a pag.153 43


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6. Montignac must fall Siccome nella missione precedente me la sono cavata egregiamente, ebbi appena un graffio, mi hanno promosso “light machine gunner” e mi hanno dato un M16+M203, adesso ho 2 granate, 2 fumogeni d’emergenza ed il resto mags per l’M16

Il sarge dice che la mia compagnia é andata quasi distrutta devono arrivare i rimpiazzi. Poiché la situazione é estremamente spinosa, c’é da prendere a tutti i costi la piccola cittadina di Montignac. Vengo temporaneamente assegnato al II plotone di un’altra compagnia dove si sta organizzando un assalto. Praticamente io ed altri elementi del mio plotone finiamo spostati in un’altra unità perché tutti potevamo essere classificati come fanti esperti!. Io avrei preferito il quieto vivere, cioé rimanere aggregato a quello che restava della mia compagnia, che per altro era stata spostata in retrovia a fare da balia ad alcuni M113 Vulcan all’anti-aerea. Il nuovo capitano é molto conciso, c’é da conquistare a tutti i costi questa cittadina con il favore della notte. Il II°plotone attaccherà di fianco, il III°plotone attaccherà frontalmente. Questa cosa l’avevo già vista… cazzo! speriamo non porti jella.

Eccoci qua gente!, corriamo di notte lungo i margini della strada, zigzagando tra i campi. É notte, l'aria é pulita, tagliente, si vedono pure le stelle. C'é qualche civetta notturna, per il resto é tutto buio. Nonostante il plotone si muova in silenzio, vi giuro che il rumore di molti scarponi in movimento è proprio un grosso fracasso. D’un tratto la radio gracchia che il terzo plotone necessita di supporto; pare sia stato scoperto durante l’avvicinamento ed é entrato in azione prima che noi del secondo plotone si fosse raggiunto le nostre posizioni. Il terzo plotone ci chiede un sostegno al più presto perché da Montignac proviene un pesante fuoco nemico. Ormai, cazzarola!

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siamo al paesello, ed io mi getto a terra dietro ad un cespuglio perché é tutto terreno scoperto davanti a me. BUM!, Salta per aria un BMP nemico centrato in pieno da un granatiere del secondo plotone. Per un attimo il paese si illumina a giorno, poi un fumo nero di benzina, puzza di carne umana bruciata, risale in un nero fumo sordo spandendosi per i campi vicini. Corro a perdi fiato raggiungendo i bordi del paese poi mi butto a terra, vicino ad un muretto. Forse mi sbuccico pure le mani ed i ginocchi finendo nei rovi, ma poco male. Ho i nervi a fior di pelle, ascolto ogni rumore e cerco di muovermi silenzioso. D’un tratto avvisto qualcosa tra i cepugli, miro e faccio secchi con un paio di burst un paio di gengiskani che correvano verso la mia sinistra. Mi sembra di vedere un gruppo di nemici e lancio una granata (anche perché volevo provare questo lanciagranate M203). BUM!! É corta cazzo!!! si mira proprio male questo lancia granate M203, merda! dovrò farci l'abitudine. Ricarico perché voglio avere una granata sempre pronta in canna. Nel frattempo, ho perso il contatto con il mio plotone. Merda!, sapete!, non é una bella cosa rimanere sganciati dalla propria unità, specie di notte, in un’assalto ad una cittadina mentre 2 plotoni dovrebbero saldarsi. Mi alzo e corro ai margini del paesino raggiungendo un piccolo casale. Stavolta l’ho fatta grossa!, porca merda!, speriamo di non lasciarci le penne. Merda!, merda!, merda! i combattimenti sono furiosi, sento gli spari, urla bestiali, raffiche, bombe a mano, espolosioni. Non ho la più pallida idea di dove sia la mia unità, non mi va di entrare in paese. C’é ancora la corrente elettrica ed é illuminato. Dietro ogni finestra, ogni angolo potrebbe celarsi una possibile minaccia. E’ tremenda la guerra urbana, si crede d’essere al coperto camminando guardinghi dietro ad un muro invece si finisce per essere completamente allo scoperto. Ogni tetto, ogni finestra, ogni porta é una possibile minaccia. Combattere in città é un inferno, Cristo santo!, non si sa mai dove guardare, anche perché dove hai guardato un secondo fa e non c'era niente, finisce che può esserci un nemico in agguato. Se stai raggruppato con altri fanti sei esposto ai tiri di mortaio o granate. Se l’unità sta più distante hai le spalle scoperte. Per essere sicuri, cazzo bisognerebbe poter sparare su ogni possibile minaccia per anticipare la reazione del nemico, fosse per me raderei a zero ogni cosa ed avanzerei lentamente man mano. Qui, ed adesso, sapete che c'é pure il rischio di spararsi addosso tra forze amiche, specie se nonc’é buona comunicazione e non si sa chi sta facendo cosa e dove. Beh!, sapete cosa, io decido di non entrare nel paese, ma d’attestarmi su questo margine tenendo la mia posizione!. Spunta fuori dalla mia destra da un giardino un paio di nemici in fuga, forse scappano, io però prendo la mira e li stendo con un paio di burst. Dopo un pò sento le voci del II plotone, con il capitano che urla, è infuriato, mi dice che la zona é pulita, la cittadina é conquistata ma c'é da evaquare rapidamente perché la zona é veramente troppo calda. –Armostrong vieni quì!- il capitano mi urla 46


dai margini del paese. E’ incazzato nero perché io avevo perso il contatto con il plotone. Mi trova rannicchiato in terra ai margini della casa a tenere sott'occhio la strada principale. Poco più in la vede 2 nemici stesi in mezzo alla via ed altri 2 poco più indietro stesi in un giardino. Mi chiede se gli ho stesi io. Rispondo che si, gli avevo stesi io, tenendo il margine del paese ho praticamente tagliato una parte delle vie di fuga. Non é tanto convinto di quello che racconto, ma la storia gli pare credibile quando il sergente gli conferma che sul loro fianco destro, quando erano in azione aveva sentito dei colpi di M16. Il capitano allora dice che é Ok! Ma la prossima volta non devo perdere il contatto con l’unità. Mi alzo e seguo quello che resta del primo plotone, circa il 50% dell’unità é stata falciata nell’azione. L'aria della campagna notturna non é più pulita, c'é puzzo di bruciato, di polvere da sparo, cherosene, si sentono i lamenti dei moribondi, il crepitio dell’incendio del BMP ancora in fiamme. La radio gracchia che é in arrivo un black hawk, c'é da raggiungere rapidamente ed in silenzio il punto di evaquazione. Arriviamo così ad un distributore di benzina fuori dal paese, si sente il ronzio amichevole, tipico delle pale di un UH-BELL. No! Anzi é un black hawk, beh!, fa lo stesso, ormai é fatta!. Anzi No!, arriva non si sa da dove, un elicottero da battaglia gengiskano che prima incendia il black hawk con dei razzi, poi sparisce nella notte mentre il black hawk cade in mezzo ad un campo, quasi ai bordi di una foresta, illuminando la notte a giorno con una terribile esplosione. Santa Merda! Neanche provare a salvere i piloti, cazzo l’elicottero é un rogo che da molti metri si sente la vampata di calore. -Cazzo ed ora?!- Il granatiere vicino a me, commenta dicendo che siamo nella merda sino al collo, dovremo farcela tutta a piedi sino alla base, sempre che non restiamo quì, perché in radio hanno detto che varie compagnie di fanteria gengiskana con tank al seguito, stavano avanzando da sud-est . Il primo plotone s’infila così nei boschi di notte, alle prime luci dell'alba forse arriverà un'altro trasporto a portarci via, per adesso la zona é troppo calda. Ci sarà da passare la notte nella foresta, in silenzio e restando occultati.

Devi prendere una decisione, ma non dipende da te bensì dal casus bellico verifica che ora é proprio adesso mentre stai leggendo questo ebook?!

se é mattina tra le 8:00-15:00, vai a pagina 51 se é pomeriggio tra le 15:00-21:00, vai a pagina 54 se é notte tra le 21:00-8:00, vai a pagina 64 47


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6. Montignac must fall Siccome nella missione precedente me la sono cavata egregiamente, mi hanno promosso “light machine gunner” e mi hanno dato un M16+M203.

Ho 2 granate, 2 fumogeni d’emergenza ed il resto mags per il fucile, mi dice il sarge che la mia compagnia é andata quasi distrutta devono arrivare i rimpiazzi ed un nuovo capitano. Poiché la situazione é estremamente spinosa e pare che ci sia da prendere a tutti i costi la piccola cittadina di Montignac, vengo spostato al II plotone di un’altra compagnia dove si sta organizzando un assalto. Il sarge assieme ad altri elementi del plotone della mia compagnia, siamo stati temporaneamente assegnati in rinforzo ad un’altra unità, perché a suo dire potevo essere classificato come fante esperto. Io avrei preferito rimanere aggregato a quello che restava della mia compagnia, comunque tant’é… Corriamo di notte lungo i margini della strada, zigzagando tra i campi. É notte, l'aria é pulita, tagliente, si vedono pure le stelle. C'é qualche civetta notturna, per il resto é tutto buio e non c’é luna. Dovremmo arrivare tra un pò a Montignac, il secondo plotone dovrebbe congiungerci con noi, poi inizieremo l’assalto. Nonostante il nostro plotone si muova silenzioso, il rumore di molti scarponi in movimento rimane un bel fracasso notturno!. D’un tratto la radio gracchia; dice che il terzo plotone é stato scoperto é sotto pesante fuoco nemico, mortai e mitragliatrici pesanti e granate. Questo ancora prima che noi del secondo plotone potessimo raggiungere le nostre posizioni. Acceleriamo il passo correndo ma dopo poco la radio gracchia che il terzo plotone é caduto, la missione é abortita c’é da tornare indietro. Il capitano s’attacca alla radio e smoccola pesantemente, vuole sapere dove cazzo é il resto della sua compagnia e che ne é dei feriti. Papabear gli ordina di rientrare, il satellite ha visto che una colonna corazzata gengiskana stava avanzando dritta su Montignac. Il ripiegamento é facile e rapido, io penso che dopo tutto sono fortunato, cazzo poteva toccare se invece del secondo plotone, fossi stato assegnato al terzo.

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7. After Montignac

É mattina presto, sono stanco morto, tutta la notte l’ho passata rannicchiato nel bosco a guardarci le spalle nel buio più completo con il secondo plotone, per non farci scoprire. Ho fame, freddo, sono stanco, ed ho anche sonno. Mangio qualcosa, un cracker di una razione da campo, bevo un pò d’acqua fredda della borraccia. Ho 2 granate ed 1+2 mags. Sapete, il resto l'ho consumato ieri notte in azione nei pressi di Montignac. Il capitano mi lascia nel bosco a guardare le spalle all’unità, mi da la radio, va ai bordi del bosco per lanciare il fumogeno e predisporre per l'atterraggio dell'elicottero. Il sarge con 2 granatieri si appostano dietro agli alberi per coprire l'atterraggio, casomai dovesse spuntare un BMP gengiskano. Insomma sembra fatta, cazzo! non vedo l'ora di essere al campo, farmi una doccia e buttarmi in branda. Mi sento come se ci fossi nato con quei vestiti, cazzo puzzo di sudore, mi stanno scomodi, vorrei potermi cambiare. Nel bosco non c'é un cane, io colgo l'occasione per fare una pisciatina su un cespuglio. Sento pure che tra un pò mi scapperebbe pure da cagare, sono stato a culo stretto tutta la notte, la carta igienica non me la sono portata nello zaino. Pensavo fosse una missione. É mattina, é freddo, un clima rigido ed umido. Fanculo tutto e tutti, io piscio contento ridendo come un coglione, la piscia fa un leggero vapore acqueo, io rido come uno scemo e dipingo una specie di AR sulla corteccia dell'albero. L’intenzione, sapete, sarebbe stata quella di firmare il mio ARMSTRONG, ma é difficile e così decido che piscio e basta. La mimetica in goretex funziona bene, nonostante la bassa temperatura, non ho proprio freddo, sto relativamente al caldo. Mi sgranchisco un pò le gambe. Ho solo le punte dei piedi un pò fredde, ho i calzini bagnati di sudore della corsa della notte. Restando all'aghiaccio tutta la notte, mi sembra che i diti dei piedi sudati siano più freddi. Mi fanno un pò male gli scarponi, sono di cuio duro, sono nuovi, non c'ho fatto ancora i calli, ma niente di grave. Posso correre e camminarci ancora bene!. Accartoccio il contenitore delle gallette al cioccolato e lo nascondo sotto degli aghi di abete. L'M203 sembra pulito, non necessita di manutenzione, ricarico l'M16 perché non mi ricordo se c'ho la mag piena oppure se é mezzo consumato. Si sente il rumore

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sordo di un elicottero. Ormai é fatta penso, tiro un sospiro di sollievo. RATA-RATA-RATA-TA!-BUM! Un elicottero da battaglia nemico, sorvolando a sorpresa la zona di atterraggio, con una selva di razzi centra in pieno il capitano e falcia quello che resta del primo plotone. Porca merda adesso sono solo!!. Come cazzo faccio?! Dove é il trasporto?! Mi manca il fiato, mi tremano le mani, ho la salivazione azzerata, merda il capitano é mezzo bruciacchiato, é tutto bruciato, è nero e sta ancora fumando, gli altri 3 più in là sono in un bagno di sangue. Cerco di mantenermi lucido e considera la situazione. Adesso sono solo, sganciato dalla mia unità, dietro le linee nemiche!, sarà una bella rogna da pelare questa. Provo a contattare la base: "PAPABEAR, PAPABEAR, THIS IS ALPHA, DO YOU COPY?, OVER". Niente!, nessuna risposta. Quella fottuta radio deve aver attirato l’attenzione con le sue gracchiate audio. C’é un fante gengiskano in rastrellamento, sta venendo proprio dalla mia parte. Io sono steso a terra, sono tentato di vendicare la morte di quelli del mio plotone…

Quando spunta fuori da un albero, il gengiskano spalanca gli occhi sorpreso, non se l’aspettava di vedermi dietro ad un albero, io gli sparo un colpo dritto in faccia e lui casca come un sacco di merda. Meno uno, Ok, adesso vediamo di tirarsi fuori da questa merda di posto. Striscio rapidamente verso il bosco per nascondermi meglio. Ma devo aver attirato l’attenzione dei nemici. Risale velocemente dal bosco due squadre di fanti gengiskani che probabilmente seguivano lo scout . Merda!, adesso sono sorci verdi!. Appena mi sono a tiro ingaggio un rapido conflitto a fuoco con vari burst e lancio anche una granata dall’M203, prima che loro inizino ad aprire il fuoco. Ne becco due o forse 3 ma sono troppi, rimango a secco di ammos e mentre ricarico esce dai bordi del bosco un fante gengiskano che mi centra con due raffiche di ak74. Mi sa che questa volta il corpetto non ha fermato il proiettile, ho il respiro affannato, sto sputando sangue, sono riverso a terra, mentre mi si annebbia la vista mi chiedo se mai tornerò a casa…

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7. After Montignac

É mattina presto, sono stanco morto, tutta la notte passata rannicchiato nel bosco a guardarci le spalle nel buio più completo con il secondo plotone, per non farci scoprire dai gengiskani. Ho fame, freddo, sono stanco, ho anche sonno. Mangio qualcosa, una razione da campo, bevo un pò d’acqua fredda della borraccia. Ho 2 granate ed 1+2 mags. Sapete, il resto l'ho consumato ieri notte in azione. Il capitano mi lascia nel bosco a guardare le spalle, mi da la radio, va ai bordi del bosco per lanciare il fumogeno e predisporre per l'atterraggio dell'elicottero. Il sarge, con 2 granatieri s’appostano dietro gli alberi per coprire l'atterraggio, casomai dovesse spuntare un BMP gengiskano. Insomma sembra fatta, non vedo l'ora di essere al campo, farmi una doccia e buttarmi in branda. Puzzo di sudore, i vestiti mi stanno scomodi, vorrei potermi cambiare. Nel bosco non c'é un cane, io colgo l'occasione per fare una pisciatina su un cespuglio. Sento pure che tra un pò mi scapperebbe pure da cagare, sono stato a culo stretto tutta la notte, la carta igienica non me la sono portata nello zaino. Pensavo fosse una missione breve insomma. É una mattina fredda, rigida. Fanculo tutto e tutti, piscio contento ridendo come un coglione, la piscia fa un leggero vapore acqueo, io dipingo una specie di AR sulla corteccia dell'albero. L’intenzione sarebbe stata quella di firmare il mio nome ARMSTRONG, ma é difficile. La mimetica in goretex funziona bene, nonostante la bassa temperatura, non ho proprio freddo, insomma sono al caldo. Mi sgranchisco un pò le gambe. Ho solo le punte dei piedi un pò fredde, ho i calzini bagnati di sudore della corsa della notte. Restando nella notte all'aghiaccio mi sembra che i diti dei piedi sudati siano più freddi. Mi fanno un pò male gli i combat boots, sono di cuio duro, non c'ho fatto ancora proprio i calli ai piedi, ma niente di grave. Posso correre e camminarci ancora bene!. Accartoccio il contenitore delle gallette al cioccolato e lo nascondo sotto degli aghi di abete. L'M203 sembra pulito, non necessita di manutenzione, ricarico l'M16 perché non mi ricordo se c'ho la mag piena oppure è mezzo consumato. Si sente il rumore sordo di un elicottero. Ormai é fatta penso, tiro un sospiro di sollievo.RATA-RATA-RATA-TA!-BUM! Un elicottero da 54


battaglia nemico, sorvolando la zona di atterraggio, ha attaccato gli scout, con una selva di razzi centra in pieno il capitano e falcia quello che resta del primo plotone. Porca merda!!, adesso sono solo!!. Come cazzo faccio?! Dove é il mio trasporto?! Mi manca il fiato, mi tremano le mani, ho la salivazione azzerata, merda il capitano é mezzo bruciacchiato, tutto nero sta ancora fumando, ha un buco grosso come televisore da 20pollici sul busto, si vedono pezzi di organi interni, un razzo deve averlo trapassato. Prendo un fumogeno che gli pende dalla sacca, potrebbe tornarmi utile. Gli altri 3 più in là sono in un bagno di sangue. Vomito, poi cerco di mantenermi lucido e considerare la mia situazione. Adesso sono solo, sganciato dalla mia unità, dietro le linee nemiche!, sarà una bella rogna da pelare questa, cazzo, come faccio a tornare alla base e salvare la buccia?!. La radio gracchia qualcosa e la sintonizzo sulla frequenza d’emergenza-PAPABEAR, PAPABEAR, THIS IS ALPHA, DO YOU COPY?, OVER-. Quella fottuta della radio deve aver attirato l’attenzione. C’é un fante gengiskano in rastrellamento sta venendo proprio dalla mia parte. Io sono steso a terra, incazzato nero, lo metto sotto tiro, sono fortemente tentato di sparargli, ma riesco a sedare l’ira. Considero freddamente la mia posizione. Devo evitare ogni tipo di scontro con il nemico a meno che non ne sia costretto nel qual caso dovrò essere il più nasty possibile, perché non ho molte changes. Setto su burst l’M16, tengo sotto mira lo scout gengiskano ma anche quando é a tiro non lo stendo. Lo seguo tenendolo sotto tiro rimanendo nel cratere dove giace il capitano.

Lo scout gira verso il bosco, non mi vede nemmeno. Io scivolo rapidamente verso il bosco e mi metto dietro ad un cespuglio. Arrivano 2 squadre di gengiskani che fanno rastrellamento, le cose si fanno complicate… resto fermo e zitto fingendo di fare il morto tenendo il fucile sotto mano. Le squadre nemiche vedono i cadaveri e poi girano verso il bosco. Sono salvo! Almeno per ora!. Striscio verso i granatieri morti e lancio un fumogeno verso il bosco. La nebbiolina mattutina viene accentuata dal fumogeno. Il secondo granatiere ha le budella di fuori, c'é puzza di carne bruciata, un odore orrendo e dolciastro, le gambe quasi non ci sono più da quanti proiettili si é beccato, é sparito anche un braccio forse staccato, il volto é sfondato da una parte. Raccolgo un pò di mags. Cerco di stare calmo, mantenere la mente lucida, potrei aver bisogno di un LAW ma quanti prenderne?. Sono pesanti e me la devo fare tutta a 55


piedi. Decido che prendo 1 m72.LAW con 1 LAW, tengo le 2 granate dell’m203, il resto faccio il pieno di mags per l’M16. Vorrei seppellirli ma non é proprio il caso. Prendo anche il binocolo potrebbe servirmi!. Poi striscio rapidamente verso gli alberi, mi guardo in giro con circospezione. La radio gracchia, dice che il trasporto é atterrato nel settore... merda! quasi ad un chilometro da dove sono io!. Chiamo alla radio ma non mi rispondono. Poi dicono che la cittadina di Morton é sotto fuoco nemico, forse non reggeranno l'urto. Intorno a me é tutto silenzio, non sembra esserci un cane. Mi alzo e corro, zigzagando per un pò. Poi mi fermo dentro ad un cespuglio ho il fiatone eppure non ho corso tanto. Sarà la fifa, oppure tutto quel peso. Quasi quasi penso di mollare l’m72.LAW ma poi ci ripenso, vedo sfilare sulla sinistra un BMP gengikano. Non mi ha visto, lo punto con il cannocchiale merda! c'é pure della fanteria, un plotone intero!. Camminano in linea, sembrano tranquilli, alcuni scherzano, non imbracciano nemmeno i fucili. Sono tanti, sono troppi per attaccarli e fargliela pagare e camminano molto distanziati. Meglio filarsela, striscio via in silenzio, allontanandomi e zigzagando tra cespuglio ed alberi, restando occultato. La radio gracchia nuovamente, dice per tutti i dispersi intorno a Montignac c'é un meeting point alle nuove coordinate. La rescue squad resterà lì per un'ora, poi se ne andranno. Cazzo 60 minuti non sono pochi, ma sono tanti quando sei dietro le linee nemiche e ci sono truppe che rastrellano. Prendo la borraccia e bevo un sorso d'acqua. Sono a metà dell’acqua, dovrò farmela bastare, soprattutto dovrò farmela tutta a piedi, era meglio se prendevo la borraccia del granatiere, tanto a lui non serve più. Ci sono altri nemici, i gengiskani della prima squadra di ricognizione si ricongiungono al plotone uscito dal BMP, risalgono tranquilli la collina. No!, io lassù non ci torno a prendere una fottuta borraccia. Mi avvicino lungo i bordi del bosco all'inizio della prateria e guardo la cartina. Non so da dove passare, ci sono un paio di possibili posti quì, lungo il costone per raggiungere l'altro bosco. Poi ci sono gli alberi oltre il prato, correndo sin là poi seguendo il filare degli alberi si arriverebbe all'altro bosco. C'é il piccolo paesello quì vicino. Penso di passare in là in diagonale, ho solo 60minuti devo stringere i tempi se voglio arrivare al meeting point. Mi alzo e corro ai margini inferiori del bosco poi mi butto in terra e dietro ad un gespuglio osservo la situazione con il binocolo. RATA-RATA-TA! Riconosco dei burst di M16, odo degli urli, poi delle granate a mano. Un elicottero da battaglia gengiskano si avvicina, attratto dal fumo nero di 2 esplosioni. I nemici

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corrono e rastrellano sparendo oltre la collina. Forse inseguono qualcuno? Sarà qualcuno del terzo plotone? RATA-RATA-TA! altri burst di M16, poi varie raffiche di AK74. Poveraccio, non lo potevo aiutare!, non l'ho nemmeno visto, non potevo nemmeno offrirgli del fuoco di copertura!. Bevo un sorso d'acqua e gli dico una preghiera... sperando di non fare la stessa fine. Guardo con il binocolo, c'é pure un tank che corre oltre la collina, un T74 che accorre!. Di quì non posso certo passare, la zona é troppo calda. Mi giro e striscio all'indietro, poi piano piano raggiungo il margine opposto del bosco. C'é un filare di alberi, un prato allo scoperto, e laggiù sul costone sul fianco sinistro non c'é nessuno. Intanto incomincia a tuonare, il sole é sorto, è basso sull'orizzonte ma é una giornata di merda, veramente pessima, nuvolosa, fredda, piove piano piano, con gocciole gelide e c'é un vento freddissimo che taglia la faccia. L'acqua cola giù dall'M1 passa dal collo, rimpiango di non essermi portato la sciarpa di lana. Mi faccio coraggio e mi alzo, corro in linea retta, per accorciare la distanza, corro a perdifiato, ho il fiatone ma continuo, sinché raggiungo un cespuglio e mi ci butto in mezzo. Batto il ginocchio e mi faccio male, ma resto fermo dentro al piccolo cespuglio a riprendere fiato. Dopo un pò mi guardo in giro, ho preso una botta al ginocchio, poca roba, forse mi son sbucciato, perdo sangue, esce del sangue, sarà mica una pallottola vagante? Non l'ho sentita!. Mi giro e punto il bosco, guardo con il mirino ma non vedo nessuno, poi prendo il binocolo e guardo cercando un cecchino o qualche fante nemico. Nessuno, sono solo come un cane. C'é un elicottero da battaglia che sembra approssimarsi, mi alzo e corro a perdifiato raggiungendo il filare di alberi. Mi butto in terra e provo a riposarmi. Ho il fiato corto, umbraccio il lanciagranate e vedo dove sia l'elicottero, ha svoltato altrove e vola basso sull'altro bosco. C'é un BMP, ne sento il rumore, mi volto, vedo della polvere, dietro una collina, prendo il binocolo. Un BMP gengiskano svogliatamente scende il crinale passando su della terra rossastra, un fumo nero esce dai suoi tubi di scappamento. É fuori tiro per il LAW. Volendo lo potrei colpire, avvicinandomi un pò ma... é troppo rischioso, decido di lasciar stare, osservo il BMP che scende sulla piana e poi va in rastrellamento lentamente dove c'erano stati gli ultimi spari. Io mi alzo e corro verso il piccolo paese, raggiungo un cespuglio e mi ci butto in mezzo. Mi fermo e riprendo ancora fiato, guardo con il cannocchiale ma non si vede nessuno. Ho sete, ma non bevo, ho caldo e freddo allo stesso tempo. Sono accaldato per il sudore, ma sento che il sudore piano piano si sta gelando sulle spalle, la t-shirt di cotone é fradicia di sudore, la divisa di goretext forse non é traspirante? insomma è proprio paradossale ho caldo e freddo. Mi fanno male i piedi per via degli stivali troppo nuovi. Fanculo tutto, per ora nessuno mi ha sparato!. Mi rialzo e corro a zig57


zag raggiungendo un altro cespuglio. Son quasi tornato indietro, guardo la mappa forse oltre la cresta c'é una strada. Io non mi azzardo a guardarci, hai visto mai ci fosse una pattuglia? meglio sgusciare silenziosi sui bordi della strada, mi rialzo e corro a perdifiato sino al paese. Mi butto sotto gli alberi ed i cespugli e riprendo fiato. Sono esausto ma ancora vivo e nessuno mi ha ancora sparato. Nemmeno io ho sparato un colpo. Nessuno mi cerca, ho un vantaggio tattico da sfruttare!. Forse dopotutto, il meeting point non é tanto lontano, non credevo d’arrivare vivo alla piccola frazione cittadina. Bevo un sorso d'acqua, festeggio l’evento, c’è anche una fontana, riempio la borraccia. Mangio una razione di cioccolata e nascondo la confezione dentro ad un cespuglio. Poi guardo un pò in giro con il binocolo ma é tutto deserto. C'é anche un piccolo deposito di ammos. Mi alzo e corro verso la chiesa poi mi butto in terra. Ho la gola secca e le mani sudate, una fifa tremenda ma riesco a pensare piuttosto nitidamente. Vedo all'orizzonte un plotone nemico. Merda sono finito!. Mi ritraggo istintivamente buttando giù il binocolo, sperando che non mi abbiano visto. Prendo il fucile e gattono rapidamente dietro la chiesa. Poi corro rapidamente restando al coperto dell'edificio in fondo al paese, sperando che il plotone non mi abbia proprio visto. Guardo la mappa, se tornano alla base dovranno passare dal paese, se io me ne sto buono in silenzio ai margini del paese… forse la scampo. Aspetto 5 minuti interminabili, che sembrano un'ora, ma il plotone nemico non entra in paese. Mi avranno mica aggirato? Guardo con il binocolo, nessuno, sulla piana, cazzo non c'é nessuno. Striscio rapidamente verso la chiesa, torno al punto di prima e guardo con il binocolo, non c'é nessuno, il plotone nemico é tornato indietro?. In paese non c'é nessuno, il deposito di ammos é sempre intatto, mi avvicino lascio una granata dell'M203 e prendo un'altra mag dell'M16 ed una bomba a mano. Mi alzo e corro verso l'altro lato del paese. C'é un trattore ed una macchina, potrei prenderli ma non mi fido. Ho visto in giro il BMP, sulla strada il plotone nemico aveva 2 uomini RPG, non é il caso di girare in trattore od in auto. Corro zigzagando sul vertice della collina e raggiungo un cespuglio. mmhhh potrei passare da quì, passando su quest'altro bosco, arriverei ad un bivio stradale zeppo di alberi, coperto da un filare di vegetazione, poi da lì c’é il bosco e risalendo la collina sarei al rescue point!. L'unico problema é il terreno, un pò esposto quà davanti. Meglio entrare quanto prima su quel bosco là davanti. Mi metto a strisciare piano piano, sfruttando il territorio ed i sassi, i rilievi per restare al coperto. La punta del bazuca esce fuori come un periscopio di un sommergibile... sono assai preoccupato di questa cosa. Ma d’altronde sono allo scoperto se dovesse uscire all'improvviso un BMP potrei sempre difendermiì. Lasciare l’m72.LAW non mi va 58


proprio. Raggiungo un fianco della collina il bosco é vicino, posso infrattarmi e da lì é fatta. In genere, quando sei ad un passo dalla salvezza é il momento che ti frana sempre il terreno sotto i piedi. Esattamente, proprio quando pensi che sia fatta, allenti l'attenzione, ZAC! fai un errore e così sei fregato. Prendo una gomma da masticare, mi metto a scrutare l'orizzonte con il binocolo. Alla prima passata io non noto niente, non c'é niente, ma io é lì che starei se fossi un cecchino oppure é sui margini del bosco che starei se dovessi pattugliare la zona. Cazzo me ne starei lì al coperto da queste pioggia gelida infernale, che cade fitta fitta e pungente come aghi gelidi. Me ne starei in silenzio, al coperto e nascosto dalla nebbia o dagli alberi o dai cespugli ed aspetterei eventuali coglioni che scendono ignari dalla collina, per tirarli un a pallottola in testa!. BINGO!, Ecco che vedo un nemico, un fante gengiskano, cazzo la prudenza non è mai troppa quando stai dietro le linee nemiche. Cammina con attenzione lungo gli alberi, ha lo sguardo rivolto verso gli alberi, fuma una sigaretta, è rilassato. Più in là ce ne sono altri 2 fanti, s’incontrano, si scambiano delle sigarette, si salutano e poi i 3 si dividono. Uno torna verso sinistra, gli altri 2 verso destra. Io risalgo il crinale strisciando silenzioso e trovo un canalone di scolo che porta verso una grossa conca di fango. I 2 fanti scantonano la conca di fango, non gli va di passarci in mezzo. L'acqua della collina fruisce lungo il canalone io piano, piano gattono in silenzio con attenzione sino a dove trovo un grosso avvallamento. Mi da una copertura verso sinistra, ho l'area di tiro libera davanti ed una lieve copertura verso destra. Prendo un pò di fango e mi spalmo il viso di nero, é freddo ma profuma di terra umida. Meglio la terra che la merda di cavallo oppure di mucca.

L'acqua del ruscello continua a scendere, ma scende meno impetuosa, forse faccio da diga con il mio corpo. La mimetica é fradicia, comincia a permeare l'acqua nei vestiti, cazzo é fredda e gelata, ho le mutande gelate, ma non é il momento di lamentarsi. Guardo che ore sono... beh almeno so che ore sono, potrei non scamparla nella prossimo quarto d'ora… D'un tratto vedo un nemico che cammina, é rilassato, fuma ancora la sua sigaretta, ha il fucile dietro le spalle. Si ferma, pare tediato dalla corvé

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della ronda, si volta verso di me dando una generica occhiata svogliata alla conca di fango, al canale di scolo del ruscello che genera una specie di pantano.

BANG! é un attimo, io gli sparo 2 colpi singoli, casca come uno stronzo all'indietro. Io resto fermo, non mi muovo, setto su burst, continuo a tenere sotto controllo l'area di tiro, ho una paura folle. Se l'altro era vicino ed ha capito da dove provengono gli spari, potrebbe aggirarmi sul fianco destro oppure tirarmi una granata?. Devo rischiare, forse non ha capito da dove arrivavano i colpi, i due prima camminavano assai distanziati. Arriva il secondo fante gengiskano, arriva correndo, prova a risalire la collina, ha capito da dove provengono gli spari, ma non ha capito per niente dove sono nascosto io. Pensa che il nemico spari dalla sinistra, invece sono a destra. Non so quanto é passato da quando ho aperto per primo il fuoco, ma é durato un'eternità, tiro un sospiro di sollievo, sono quasi contento di vedere questo stronzo, insomma nemmeno avessi incontrato un vecchio amico che non si incontrava da tempo.

BANG!, Tiro il grilletto con un sogghigno diabolico sparandogli un burst in faccia. Lo centro in pieno, anche lui casca come uno stronzo, però cade sul davanti. 2 burst sparati, sono 6 colpi, quindi mi restano 24 colpi nel mag circa. Mi sposto sulla sinistra, dove é il terzo stronzo? Non vedo nessuno. Cambio il caricatore perché voglio l’M16 sempre in palla!. Sono in posizione sopraelevata, relativamente al coperto, domino la piccola vallata ed i margini del bosco, solo un pazzo potrebbe dare l'assalto ad una collina senza sapere da dove stanno sparando i nemici. Prendo il

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binocolo per guardarmi in giro. Dov é il terzo stronzo? Non lo vedo!, beh' io non starò di certo ad aspettarlo! Il terreno però é tutto scoperto davanti a me. Devo capire dove potrebbe essere, non mi va pri prendermi un burst. Riprendo il binocolo e riprovo a dare un'occhiata veloce, finalmente lo tano, é in terra dietro ad un albero.

É fuori tiro per me che ho l’M16, figuriamoci per lui che ha un ak74. Ha sentito gli spari ma non ha capito da dove provenivano. Rimane fermo vicino all'albero, non ha radio con se. Bene!, striscio buttandomi nel canalone e finisco di scendere nella pozza di fango. Poi mi alzo, corro sino al bosco. M'infilo dentro zigzagango per un pò tra gli alberi poi mi butto in terra e rivolgo il fucile verso i margini del bosco. Cazzo!, é fatta!, mi sono sganciato!, adesso con un pò di fortuna chi mi trova più? Non c'é nessuno, che m'insegue. Bene!, Mi alzo in piedi e di buon passo prendo a correre zigzagando tra gli alberi più o meno verso la mia meta, seguendo la bussola. Arrivo nei pressi del bivio, é un incrocio di una strada di campagna, la mappa dice che é piena di alberi, mi approssimo guardingo, strisciando silenzioso, voglio passare in mezzo al filare di alberi senza dare troppo nell’occhio. Pulito a destra, pulito a sinistra, niente pattuglie nemiche. Continuo a strisciare, quando sono a pochi metri dalla strada raggiungendo l’ultimo albero, mi alzo e corro rapidamente all'altra estremità restando al coperto tra il filare degli alberi. Quindi raggiungo i margini del bosco e poi mi butto in terra dietro ad un cespuglio. Fatta!, cazzo se é fatta! Porca puttana, troia d’una vacca zozza, merda se è fatta. Tutto liscio come l’olio. Lascio in terra il lanciatore LAW e pure la granata anticarro, tanto adesso é tutta montagna, alberi ancora più fitti e foresta, terreno in forte pendenza. Non incontrerò mai nessun BMP, il terreno mi proteggerà. Inizio a correre lentamente zig-zagando. Merda! son più leggero mi sembra di volare, la meta é sempre più vicina, m’approssimo al campo dal lato della collina, la salita si fa un pò impegnativa, ma oramai non sono neanche tanto stanco, sono troppo contento.

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Sono troppo rilassato!, allora mi fermo dietro ad un albero e mi guardo intorno. Cerco di riprendere la concentrazione persa. Intanto continua a piovere, si sentono degli uccellini di bosco, delle campane in lontananza, nessun rumore di blindati. Nessuno sparo o colpi di fucili. Piove, é freddo, ma dentro al bosco la pioggia é più rada, gli alberi riparano. C'é un pò di nebbia, a restare fermi viene freddo, la divisa é zuppa d’acqua e fango. Accendo la radio, la metto su stand by ma non ci sono trasmissioni in arrivo. Bevo un pò d'acqua, prendo una razione di gallette e mangio della cioccolata, mando un SMS alla base informandola che sto per raggiungere il rescue point. Dopo un minuto ricevo una risposta, devo usare una nuova frequenza per contattare il rescue point. Selecto la nuova frequenza alla radio e mando un SMS in avviso al rescue point. Sto arrivando ragazzi!, cazzo! meglio informarli non mi va di farmi sparare addosso, da fuoco amico, proprio adesso che ce l’ho fatta! L'altra metà della cioccolata non mi va più, mi é passata la fame così all’improvviso, da quando mi sono accorto che il rescue point non mi ha dato il ricevuto sulla nuova frequenza. La sessione d'invio é scaduta. Non é segno buono, ma se stanno occultati, non é che possono mandare segnali radio in continuazione. Metto la cioccolata in tasca, non ho più fame o forse la conservo nel caso che mi possa servire ancora. Quel fottuto ricevuto sarebbe stato meglio riceverlo!. Bevo un pò d'acqua e mando un'altro SMS al rescue point. Finalmente arriva il segnale convenuto.

Salgo gli ultimi metri arrivando in collina rilassato fischiettando -Shouting on the hill of glory- mentre penso a come sarà comoda e confortevole la mia branda stasera, dopo una doccia torrida ed un lauto pasto caldo.

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8. Night Patrol / Vulcan Il sergente maggiore é contento di vedermi mi dice-Armstrong! brutta merda, lo sapevo che hai stoffa…cazzo ho sentito della tua impresa!, bel lavoro!-Grazie sargeDomani arrivano i rimpiazzi, stanotte devi fare da baby sitter ad un M113 dell’anti aerea, vedi di non addormentarti, se no ti prendo a calci in culo!-Ok!, sarge-Tieni la mappa, fai attenzione che quì attorno é tutto minato, se ci sono problemi lancia un bengala, delle pattuglie verranno a darti una mano. Tranquillo! siamo lontani dal fronte, le truppe gengiskane non dovrebbero arrivare sin quà. Inoltre la marina ha messo delle motovedette di patrol onde evitare sbarchi notturni provenienti dall’altra parte del Mar Caspio-Ok!, sarge-

All’accampamento c’é un tenente ed un caporale, sono dell’anti-aerea, sono affabili ed amichevoli hanno acceso un bel fuoco ed hanno intenzione di farsi una grigliata con bistecche e wurstel, poi pomodori ed insatlata ed hanno anche una mega confezione di patatine. A me invece toccherà restare sveglio a fare la guardia. Faccio un giro alla base per rendermi conti della situazione. La mappa dice che la spiaggia é tutta minata, ci sono degli sbarramenti anticarro. Alle mie spalle ci sono gli accampamenti della compagnia. L’unità non é completa domani arriveranno i rimpiazzi ma comunque ho le spalle coperte. Sono sparsi un pò per tutto il bosco quindi dovrei stare tranquillo sul lato destro. Il fronte é lontano, dall’altra parte del Mar Caspio. Insomma direi che come missione sembra un pezzo di torta!. Il tenente mi chiama, é pronto il barbeque. Tra una risata e l’altra ci mangiamo una bistecca a testa, un sacchetto di patatine, pomodori e qualche arancio e dopo vari rutti, risate varie, il caporale dice che deve andare a cagare e quindi va al cesso portandosi con se il lettore DVD con un film porno che gli é arrivato con la posta di oggi. Il tenente ride e dice che il driver dell’M113 é un bravo soldato, però è un segaiolo accanito. Però è un grande!, l’altra volta aveva accomodato tutto da solo i cingoli dell’M113-Vulcan, dopo che erano stati aggrediti dai T80 sumerici. Io gli chiedo come avevano fatto a restare vivi con un M113-Vulcan se erano stati aggrediti da dei tank T80 sumerici. Il tenente ride e dice che é stato tutta questione di culo, la classica grossa botta di culo che può capitare una volta sola in battaglia, dice che può

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capitare a patto che non si abbia consumato la proprio fortuna!. Si siede davanti al fuoco, si apre una birra ed inizia a raccontare dicendo che qualche tempo fa erano fermi sui bordi del Mar Caspio nella zona di Dourdan. Cazzo, era tutto tranquillo, quando d’un tratto lo chiamano alla radio, deve accorrere con la sua unità a difendere un fottuto deposito di carburante. Ha solo 2 M113-Vulcan ed un M113 con una mitragliatrice pesante. Quest’ultimo però era del plotone di fanteria che lo scortava. Cazzo, il plotone l’ avevano spostato per impiegarlo in un rastrellamento e quindi dovendo andare a difendere il deposito di carburante, il tenente pensò bene di portarsi appresso anche l’M113 della fanteria. L’ufficiale in comando al deposito di carburante aveva un reparto di polizia militare, ma era un coglione immatricolato!. Non aveva minato niente tutto attorno, questo perché riteneva il deposito lontano da potenziali incursioni. Invece il deposito non era per niente al sicuro!. Tant’é che poi sono arrivati all’improvviso vari elicotteri nemici. É scoppiata una battaglia furiosa, mentre con gli elicotteri da trasporto truppa é stato quasi un tiro al piccione, le cose si sono complicate e non poco, quando gli M113-Vulcan sono stati attaccati dagli elicotteri da battaglia che erano corazzati, avevano piloti esperti, insomma, cazzo alla fine i sumerici hanno fatto fuori l’M113 della fanteria e danneggiato seriamente ai cingoli uno dei 2 M113-Vulcan.

Il deposito di benzina però era stata tenuto e l’assalto aviotrasportato era stato completamente respinto!. Santa merda!, l’inferno é venuto dopo!, alla radio hanno detto che sul deposito di benzina sarebbero arrivati delle unità corazzate sumeriche, che erano sbarcate di notte con delle zattere. Per cui c’era da filarsela ed anche di corsa!, il supporto aereo sarebbe arrivato dopo 5minuti. Ora 5minuti sono un’eternità quando si é aggrediti da un plotone corazzato sumerico e si hanno solo 2 M113-Vulcan ed un pugno di fanteria leggera senza armi anticarro. Mentre gli M113 si ritiravano sono stati colti dal fuoco nemico!. Per fortuna che il suo driver dell’M113Vulcan ha avuto la prontezza di piazzare il Vulcan dietro ad un capanno coprendosi le spalle. I

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gengiskani infatti avevano accerchiato il deposito di benzina!. Nello scontro ha perso anche l’altro M113-Vulcan, anche se prima di saltare per aria i commilitoni hanno dato del filo da torcere danneggiando un BMP nemico. Santa merda!, non c’era verso di sganciarsi dal deposito, erano finiti in una fottuta trappola!. Forse i tank sumerici avevano l’ordine di prendere il deposito di benzina intatto?!. Infatti quando i 2 BMP sono entrati nella base per far fuori la fanteria alleata, lui ha potuto coglierli di sorpresa facendone saltare uno e danneggiandone gravemente un altro. Quel poco di fanteria alleata che non se l’era data a gambe levate, restando in azione, ha fatto fuori i carristi nemici scesi dal BMP danneggiato . Quest’azione ha permesso di guadagnare il tempo sufficiente per impegnare il nemico e dare il tempo ai caccia alleati d’arrivare e friggere i tank sumerici prima che questi potessero prendere a cannonate l’intero deposito di benzina. Il driver é stato un grande a riparare i cingoli dell’M113-Vulcan che erano andati danneggiati nello scontro!!. Per farla breve, il tenente del Vulcan aveva perso solo 4 uomini e 2 M113, ma era riuscito a tenere il deposito di benzina e poi tornare alla base. Anche lui era in attesa di rimpiazzi, era stato spostato quà su questo fottuto promontorio. La sua missione era dare un minimo di copertura anti.aerea alla compagnia alleata, che occultata nella foresta, andava riorganizzandosi con l’arrivo di rimpiazzi.

É ormai notte fonda, io ho spento il fuoco e tutta la base é al buio. Arriva il sarge con la jeep per vedere come va. Gli confermo che per adesso é tutto Ok!. Poi vado ad infilarmi dentro la casa a fianco dell’M113, accendendo il visore notturno. Non é che sia un gran che, tuttavia é sempre meglio che non averlo. D’un tratto sento dei rumori, vedo scendere da dietro la collina un gengiskano, setto su burst l’M16 e mi butto a terra allontandomi dalle finestre, mi trascino rapido verso lo stipite della porta. Il gengiskano scende rapidamente, silenzioso e professionale, appena mi é a tiro lo secco con un burst. Spengo il visore notturno e lancio immediatamente un bengala luminoso in cielo. La luce del bengala illumina un altro gengiskano che scende dalla collina, non fa in tempo a fare qualche altro passo che lo stendo con un burst. La luce verde del bengala scende lenta dietro la collina, poi le tenebre coprono nuovamente tutto. Io esco dalla casa faccio il giro e mi vado a stendere dietro alla trincea vicina all’M113. Ricarico l’M16 perché voglio tenere il fucile in palla. Il tenente ed il caporale intanto si svegliano e prendono i loro M4, si piazzano alle mie spalle. Passa qualche minuto che arriva il sarge con un plotone ed un tank M60, mi chiede preoccupato che cazzo andava succedendo?!.

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9. Black Hawk & Chinook L’indomani mattina il sarge mi manda al vicino aeroporto, devo fare da mitragliere per un giorno agli elicotteristi, dato che c’é stato un ritardo negli arrivi dei rimpiazzi, sino a domani mattina la compagnia non sarà reintegrata al 100%. Mi presento all’elicotterista del BlackHawk il quale mi chiede se sapevo usare un M60, io gli rispondo di sì, ma che soffro di vertigini. Lui allora mi da un casco da elicotterista e mi dice-Non mi frega niente se soffri di vertigini, metti questo, attacca lo spinotto del microfono, allacciati la cintura, togli la sicura all’M60 e spara a volontà quando e dove ti dico di fare fuoco. Tutto chiaro?-Sì signore-Bravo figliolo!-. I blackhawk decollano, il nostro vola veloce, a bassa quota sopra al mare segue la costa, io prendo l’M60 e sparo un piccolo burst, la mitragliatrice é Ok. Gli altri blackhawk seguono in fila a ruota, sfalzati di varia quota. Entra parecchio vento in cabina con i portelloni aperti, é una bella giornata, sembra quasi una gita turistica, manca solo panini, birra ed un pò di figa. Se non guardo giù a piombo non sento nemmeno le vertigini e non ho nemmeno voglia di vomitare, anche se sinceramente continuo sincopaticamente a verificare che la cintura di sicurezza sia allacciata bene. Il panorama obiettivamente é una figata tremenda, specie se si guarda all’orizzonte. Il copilota si volta, ride grasso e mi chiama al microfono, dice di stare tranquillo che la cintura di sicurezza é chiusa, poi aggiunge che stiamo per atterrare vicino ad un faro,é zona amica, insomma nessun pericolo!.Dobbiamo solo fare un servizio taxi, ossia prelevare un plotone di fanteria alleato e trasferirlo altrove.

I blackhawk atterrano tranquilli e quando il mio tocca terra, sinceramente sono proprio contento, a me stare seduto mezzo fuori dal portello piace davvero poco. Sale sull’elicottero rapidamente tutto il plotone e dopo poco l’elicottero riparte. Il tenente del plotone, prende la cuffia e dice che sono appena sbarcati e che devono essere trasferiti in linea. Il secondo pilota via radio gli dice che il taxi e free, che devono solo godersi la gita turistica, manca circa una diecina di minuti all’obiettivo. Il tenente commenta che far la guerra così deve essere uno spasso, lui non c’era mai 67


stato a bordo di black hawk solo su UH Bells. A lui il blackhawk pare più grande, c’è un’ottima visibilità, buona velocità, si entra e si esce dai portelli più facilmente, ha mitragliatrici pesanti, missili, insomma c’é anche un buon potenziale di fuoco per dare supporto tattico!. Soprattutto si può entrare ed uscire dai guai con più velocità di quanta ne abbia un plotone di fanteria una volta che questo si trovi appiedato a terra. Il copilota si volta e ride e dice che é tutto vero!, tranne per il fatto che c’é sempre il fottuto rischio di qualche RPG oltre all’immancabile missile aria-aria spalleggiabile a ricerca calore che se centrano il velivolo, lo fanno saltare per aria in mille pezzi. In ogni caso a suo dire gli elicotteri sono più sicuri degli aeroplani in quanto anche qualora si piantasse il motore, il rotore continua sempre a girare per inerzia e quindi si riesce sempre ad atterrare. Poi il copilota mi chiama per radio e mi dice di tenere gli occhi aperti perché siamo già sul fronte da un paio di minuti. Arrivati alla landing zone, il blackhawk fa un paio di giri concentrici, la zona d’atterraggio pare pulita, lo confermano anche da terra, quindi l’elicottero atterra. Il plotone salta giù ed il blackhawk riparte. –A piece of cake!-commenta il pilota dell’elicottero che già fa rotta verso la base.

D’un tratto chiamano per radio, c’é un’emergenza c’é da evaquare dei feriti gravi da una zona relativamente calda, il blackhawk risponde alla chiamata. Il copilota mi dice di tenere gli occhi aperti e stare in campana perché la situazione potrebbe diventare rognosa. Io impugno l’M60 e mi guardo in giro, sento il capitano che chiama per radio il plotone charlie.S’informa sulla situazione e del luogo di atterraggio, il plotone a terra dice che la zona é sicura ma occorre fare presto!. Il blackhawk smette di girare in circolo ed atterra prontamente in mezzo al campo. Dopo qualche minuto arrivano i feriti che salgono a bordo. Neanche un paio di minuti e l’elicottero può decollare. Da terra, il secondo plotone charlie chiede se il blackhawk può offrire del supporto tattico, arrivano da sud un paio di BMP sumerici 68


ed un pò di fuoco di copertura non guasterebbe. Il pilota da l’ok, svolta e punta i BMP nemici che approcciano al villaggio. Fa un paio di passate lanciando missili e sparando con le mitragliatrici a tiro rapido, in poco tempo i 2 BMP saltano per aria, poi il pilota svolta a destra e raggiunge la costa del Mar Caspio quindi a bassa quota ed a tutta velocità fa rotta verso la base. Io sinceramente comincio ad essermi pentito d’essere un volontario, vedere i feriti i moribondi… vi giuro che passa la voglia d’andar a far la guerra!. I feriti più leggeri hanno per lo più burst a gambe, braccia, schegge, alcuni più fortunati solo colpi di striscio altri ferite più serie a dire dell’infermiere. Taluni stanno zitti, altri pregano, altri sono sotto shock hanno lo sguardo allucinato perso nel vuoto. Poi ce ne sono un paio che sono davvero gravi a dire dell’infermiere e non é detto che ce la facciano ad arrivare all’ospedale. Uno é fasciato alla testa a malapena respira, altri 2 delirano, c’é uno chi vede la mamma e pensa di essere a casa e vuole la crostata. L’altro vede sua sorella piccola e suo nonno ed é quello che é messo peggio perché l’infermiere smoccola come un turco, cazzo non gli riesce di rallentare l’emorragia. Ce ne avrà ancora per poco. Io mi volto dall’altra parte e cerco di guardare fuori dai portelli dell’elicottero. É uno spettacolo pesante, penoso, ci si sente impotenti contro la morte e non si può far niente per aiutare nessuno. Quando vedi uno morire, se non lo conosci si sta un pò meno peggio, se invece é uno del tuo plotone si sta peggio e si finisce per essere infuriati contro il nemico cercando la vendetta. Comunque la si rigiri, la guerra non é un bello spettacolo, i film d’azione non rendono proprio l’idea. Io ho un mal di stomaco, quasi voglia di vomitare, come testimone dei fatti cerco di sviare la mente distogliendomi e guardando il panorama che passa veloce sotto l’elicottero. Foreste con aghifoglie qualche latifoglia, poi campi polverosi e qualche paesino. Il mare é azzurro e calmo. Per fortuna che gli sportelli dell’elicottero sono aperti ed entra molta aria fresca, perché c’é una puzza di sangue e sudore che fa vomitare. Dopo neanche una mezz’ora siamo già atterrati ed i feriti evaquati.I 2 feriti gravi non ce l’hanno fatta!. Il pilota scende dall’elicottero e mi dice che per stamattina abbiamo finito, nel primo pomeriggio devo dare una mano a quelli del Chinhook a paracadutare del materiale logistico. All’ora di pranzo non sono andato a prendere il rancio, non avevo fame, chissà perché avevo lo stomaco chiuso. La missione con il Chinook dalle 18:00 é stata anticipata alle 14:00 perché pare che un elicottero da battaglia scorterà il Chinook. Salgo a bordo, l’elicottero da carico Chinook CH47 é stracarico di roba, il copilota mi da un’imbracatura e mi dice –tieni!, mettitela se non vuoi volare!-. Indosso l’imbracatura di sicurezza e l’aggancio ad un cavo, il copilota dice di stare tranquilli, quel cavo e quel morsetto di sicurezza sono separati dal cavo di sicurezza

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del carico, tutta l’imbracatura é tarata per 800kg per cui non c’é verso di cadere dall’elicottero mentre si sospinge il carico facendolo rotolare sopra i cuscinetti a sfera dell’elicottero. L’unico modo per cadere di sotto é che un RPG oppure un missile aria-aria spalleggiabile a ricerca calore abbatta il Chinook. Ed a dire del copilota, non é una cosa infrequente, ne erano già caduti due di CH47 in pochi mesi, perché le armate sumeriche di missili aria-aria spalleggiabili sembravano averne parecchi. Gli chiedo se c’é qualcosa che posso fare, lui dice d’andare al finestrino ed usare quell’M60, se mai per radio il pilota mi dirà di sparare a volontà.

Meno male che ho le cuffie, perché il Chinook é abbastanza rumoroso, sembra di stare più su una nave. Cazzo ci sono anche gli oblò sferici. Considerando il notevole carico sembra anche un tir, anzi forse il paragone con un tir é più azzeccato, dato i movimenti lenti che il CH47 ha nel manovrare. Dice che siamo scortati da un elicottero da battaglia ma io dal finestrino non vedo niente, forse sarà dall’altra fiancata. Siamo alti, al punto che si vede quasi la curvatura dell’orizzonte terrestre. Paradossale, più si vola alti e meno si soffre di vertigini, viceversa più si é bassi e più si sente un mal di stomaco tanto quasi da vomitare. Sull’elicottero trovo un’altra copia di STARS IN BLUE, ci sono parecchi articoli sulla WW3rd.

“Le legioni gengiskane avevano attaccato la Siberia, l'ala destra gengiskana aveva fatto rotta verso

la kamciakta ma pare che le basi russe là fossero tutte navali, quindi gli invasori avevano vinto facilmente. L’ala destra stava rastrellando la siberia seguendo la transiberiana, probabilmente prima o poi si sarebbe ricongiunta con la forza principale. Questa aveva sfondato al centro della 70


mamertinia, travolgendo facilmente le armate difensive, che erano poche perché a causa di un retaggio della guerra fredda, le forze erano tutte dislocate sui bordi. All’inatteso attacco gengiskano l’ONU rilasciò una direttiva a favore dell’attaccato, ma gli USA non entrarono in guerra, de facto si limitarono a varare una legge “affitti & prestiti”. L’impero gengiskano reagì alla direttiva ONU di cinque giorni fà con un blitz a Suez ed il blocco inferiore del golfo di Aden. Poi i chartaginesi avevano iniziato le guerre puniche 2x mettendo sotto pressione l’Europa onde ridurre il suo l'impegno a favore della Siberia. Si aggiunsero anche i proxy sumerici, i quali presero a salire a nord affiancando le legioni gengiskane. Le truppe alleate stavano prendendo delle batoste incredibili e non facevano che arretrare. Nel mediterraneo l’Europa aveva dichiarato il teatro bizantino strategico. Benché i cartaginesi provassero con i loro sciami a destabilizzarne il ruolo, le forze Europee che avevano rinforzato il teatro bizantino respingevano con buoni successi gli assalti in massa degli sciami chartaginesi. Nel teatro italico invece i cartaginesi facevano grossi progressi, specie negli ultimi giorni c’era stato una serie impressionante di vittorie.

L'India aveva aderito alla direttiva ONU, provando un affondo verso l’impero gengiskano passando dal sud-est asiatico, ma dato il territorio e gli stati satelliti, le armate gengiskane riuscivano a contenere la lenta, costosa avanzata indiana. Nello stesso tempo le armate indiane avevano provato anche a coordinarsi con gli alleati per colpire a nord le linee di rifornimento gengiskane. L’offensiva era ancora in corso, ma per ora i successi erano modesti. Intanto erano affluiti aiuti dall’Europa in Siberia. STARS IN BLUE parlava proprio della mia Divisione e diceva che intorno alla depressione del Mar Caspio le forze Europee avevano scatenato un’offensiva denominata OPERATION FLASHPOING.” E le coste cartaginesi erano state pure nuclearizzate!!.

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Comunque dopo un’ora di volo il CH47 é in hovering, il portellone elettrico posteriore si apre, siamo alti in quota. Si vedono i monti, c’é un pò di foschia e dentro l’elicottero é molto più buio che fuori, ci sono anche delle luci verdi accese. L’altro inserviente mi dice di spingere, io spingo, man mano tutto il carico che pesa un’enormità scorre piuttosto rapido sui cuscinetti a sfera e poi neanche prima del bordo cade giù per gravità, si sente uno STRAP e tutte le casse cadono a piombo giù dall’elicottero mentre si vede aprire il paracadute. Dopo un’ora di volo torniamo alla base, ma non atterriamo anzi facciamo quota e ci dirigiamo altrove. L’altro addetto al carico dice che é successo un casino. I gengiskani ed i sumerici giocano pesante, pare abbiano bombardato con roba NBC, per fortuna non ci sono molti morti perché il vento ha girato e gli effetti sono stati ridotti dal caso, dalla fortuna. Io sbianco e penso che la cosa sta diventando parecchio complicata, al corso basico mi hanno dato una maschera anti.NBC tuttavia una maschera antigas può far poco se incominciano a piovere bombe nucleari tattiche oppure armi chimiche. L’unica cosa positiva delle armi nucleare é che almeno nella maggioranza dei casi si é vaporizzati in un secondo. Se si é fortunati non si deve morire di stenti. La consolazione é minima. Cazzo io pensavo di poter tornare a casa alla fine di questa guerra. Insomma quando mi ero arruolato mica pensavo di poterci lasciare la pelle. Invece con le notizie che sento, comincio a pensare che dovrò stare molto attento a consumare la mia fortuna, perché per tornare a casa me ne servirà davvero tanta. Atterriamo in un campo da un’altra parte, dove mi dicono che é stata spostata anche la mia compagnia. Saluto i piloti e me ne torno al mio plotone, chissà se sono tutti vivi oppure se qualcuno c’ha lasciato le penne?. Penso che ho avuto fortuna oggi, é stato un bene essere chiamato come mitragliere, poi inserviente di carico sugli elicotteri, santa merda! almeno non ero alla base. Mentre cammino nel nuovo accampamento, mi guardo in giro per vedere se nel plotone ci sono tutti e che rimpiazzi sono arrivati. Più o meno ci siamo tutti, dice che sono stati fortunati, mi raccontano che erano di patrol sulla costa poi sono stati avvertiti per radio di non rientrare alla base, ma di tenersi sottovento andando a sud. Io in silenzio mi domando se ho consumato più fortuna io mentre facevo il mitragliere sul blackhawk e l’inserviente di carico sul chinook, oppure loro che sono rimasti alla base facendo patrol. Gli altri mi chiedono incuriositi com’é stato fare lo stronzo sugli elicotteri, io gli rispondo che in fanteria è centomila volte più rischioso, ma volare a me piace poco, cazzo io soffrò di vertigini e non é colpa mia se preferisco tenere i piedi ben piantati per terra. Ridono e mi danno dello stronzo, poi mi tirano una lattina di birra.

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10. Pathfinders (parte 1) Un problema rognoso così, giuro in vita mia non l’avevo mai visto!. Mentre il capitano illustrava il piano, mi chiedevo quanta fortuna mi fosse ancora rimasta e se mi sarebbe mai bastata per tornare a casa tutto intero?!. Il capitano disse che non c’era verso di farsi prestare dei mortai da campo con i quali devastare l’obiettivo, il fronte era troppo ampio e ogni singola unità era necessaria per presidiare le linee. Ragione per cui a noi esploratori sarebbe toccata un’azione lungo i bordi del fronte sumerico, un’incursione bella e buona. Il satellite aveva individuato degli Shilka sparsi per la campagna, occorreva metterli fuori uso. L’aviazione non se ne poteva occupare perché aveva altro da fare, dovevano mantenere il potere aereo evitando che aerei nemici s’infilassero per ulteriori bombardamenti NBC. Il primo plotone avrebbe attaccato frontalmente, il capitano avrebbe guidato il secondo plotone che invece si sarebbe incuneato sulla sinistra passando dalla foresta. Si temeva che la foresta fosse stata minata, quindi il capitano proprio per questo voleva guidare lui il secondo plotone per garantire che i rinforzi riuscissero ad arrivare in tempo e sul bersaglio. Il terzo plotone di riserva in coda a tenere la posizione. Le grane erano tutte per il primo e secondo plotone.

Dopo una breve spiegazione grafica delle linee d’azione, il nuovo capitano si eclissò. Il sarge riunì i veterani del plotone, eravamo appena 1/3 del plotone, a me disse che voleva uno esperto all’M60 e quindi mi diede la mansione di mitragliere, agli altri diede il lanciatore LAW. Poi mi disse-Armstrong, nel plotone sono tutti più testa di cazzo di te, questa é una missione tosta, ai veterani ho dato compiti tosti, alcuni hanno da togliermi dalle palle quel fottutissimo Shilka. Te invece hai sulle spalle tutto il peso del plotone, devi darci copertura. É fondamentale che ti trovi quanto prima un buon posto,che sia al coperto,che abbia un’ottima area di tirò, poi tieni la posizione e dacci il massimo della copertura con l’M60. -signore, se lo Shilka ci attacca prima che noi siamo a tiro? Sarge, io qui la vedo brutta, non si può manovrare in altro modo? oppure organizzare la cosa con 73


dell’equipaggiamento diverso?! Cazzo ci sono 350-200mt di terreno scoperto, potrebbe essere terreno minato,! quì va finire in una mattanza!-No, le foto satellitari mostrano che il terreno non é minato ci sono tracce di passaggio di cingolati. Per quanto sia terreno abbastanza accidentato, é una strada usata dai mezzi pesanti sumerici. Prima c’era una batteria d’artiglieria. Maledizione Armstrong, lo so!, é tutto fottuto terreno allo scoperto, l’intero primo plotone dovrà strisciare il più possibile per poter mantenere un minimo d’ effetto sorpresa, noi ti copriremo, mentre te copri noi, appena noi siamo a tiro fottiamo lo Shilka con un m72.LAW. Però Armstrong devi coprire il plotone!, devi ingaggiare il nemico e dare il massimo di copertura!. Armstrong non mi frega cosa succede, tieni la tua fottuta posizione e copri il plotone ad ogni costo, Armstrong questo é un ordine!.-Sì signore…-risposi a mezza bocca, ma sentii una brutta sensazione mentre lo dicevo. Il sarge continuò dicendo-Armstrong,lo so che é una brutta rogna da pelare questa, é un’incursione sulle linee nemiche, l’equipaggiamento non é adeguato, ma dobbiamo fare con quello che abbiamo, l’M60 l’ ho dato a te perché tra tutti i cazzoni del plotone, te sei quello che ha più stoffa degli altri, sei l’unico pirla che ha ottima mira con l’M60 e può riuscire a coprire il plotone!Il sarge poi mi diede una pacca sulla spalle, ma si vedeva da un chilometro che era triste e che non era per niente convinto di quello che diceva. Mentre stava per andarsene, si fermò all’uscita della tenda, tornò indietro e mi di diede anche la sua borraccia dicendomi-Tieni, questa borraccia porta fortuna! questa volta serve più a te, che a me!-. Era piena d’acqua, mi avrebbe sicuramente aiutato a raffreddare il maiale ed a cambiare il meno possibile la canna. Io presi carta e penna e scrissi una lettera a casa, perché forse non avrei avuto molte altre chance di scriverne altre.

Devi prendere una decisione, ma non dipende da te bensì dal caso, verifica che ora é proprio adesso mentre stai leggendo questo ebook?!

se é mattina tra le 8:00-14:00, vai a pagina 78 se é pomeriggio tra le 14:00-18:00 vai a pagina 82 se é notte tra le 18:00-8:00, vai a pagina 76

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10. Pathfinders (parte 2) “Form line, and God bless you” disse il sergente. Mentre il plotone formava in silenzio una linea, stando ben distanziati, io corsi in avanti per accorciare le distanze con il nemico e trovarmi un buon posto che fosse al coperto, che non fosse a tiro diretto dallo Shilka sumerico, che avesse un’ottima area di tiro onde assolvere alla funzione che il sarge mi aveva affidato. C’era un avvallamento con una buca, era più grande del normale mi ci infilai dentro e da lì vedevo tutto il paese, buona parte della strada, lo Shilka era leggermente spostato alla mia sinistra dietro a degli alberi ed una collina. Tolsi la sicura all’M60, mi sganciai due delle 3 borracce e le misi vicino all’M60. Poi guardai dal mirino ed attesi in silenzio. Il plotone stava avanzando lentamente dal costone, ancora non era stato detectato dalle truppe sumeriche. Continuai ad attendere, prima d’iniziare un fuoco di copertura vaporizzando il nostro effetto sorpresa, volevo avere un discreto numero di bersagli a tiro. Mi voltai, alle mie spalle il primo plotone stava avanzando, benché facessero del loro meglio per restare occultati, il terreno allo scoperto aiutava poco e la situazione presto si sarebbe fatta molto calda.

D’un tratto dal mirino dell’M60 vidi un paio di squadre di fanteria sumerica guidate da un’ufficiale che si avviarono verso i bordi esterni della collina, l’ufficiale in testa alla colonna mi parve che stesse per estrarre un cannocchiale, dovevo fare il mio dovere!. Urlai –CONTATTO!-ed iniziai a rovesciare sulla fanteria sumerica un fuoco di saturazione con l’M60. Dopo poco forse ero circa a metà mag, l’M60 fumava, la canna era rovente, presi dell’acqua della borraccia e la rovesciai sulla canna poi ci buttai della terra. Ero sempre in tiro, non dovevo ancora cambiare la canna. Ne avevo beccati parecchi di fanti sumerici, quelli in fondo alla colonna si erano però dileguati dentro al paese, anche se erano in parecchi quelli che giacevano a terra. Incominciarono a fischiare pallottole da tutte le parti ed anche il mio plotone iniziò a rispondere al fuoco. Per lo più il fuoco nemico proveniva dai bordi del villaggio, iniziai a bersagliarlo con dei burst sparsi di M60 quando d’un tratto…BANG!

L’ebook “Operation Flashpoing” è finito vai a pag.153 76


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10. Pathfinders (parte 2) “Form line, and God bless you” disse il sergente. Mentre il plotone formava in silenzio una linea, mi aggregai alla formazione. L’unità iniziò ad avvicinarsi al paese, io intanto mi guardavo in giro e cercavo una sorta di buon avvallamento, una sorta di buca o crinale naturale, dopo un pò ne trovai uno. Non era malaccio come posto, era relativamente al coperto sul fianco sinistro, non vedevo direttamente lo Shilka sumerico, l’area di tiro era buona dominavo ¾ del paese e parte della strada. Tolsi la sicura all’M60, mi sganciai due delle 3 borracce e le misi vicino all’M60. Poi guardai dal mirino ed attesi in silenzio. Il plotone stava avanzando lentamente dal costone, ancora non era stato detectato dalle truppe sumeriche. Continuai ad attendere, prima d’iniziare un fuoco di copertura vaporizzando il nostro effetto sorpresa, volevo avere un discreto numero di bersagli. Il terreno allo scoperto aiutava poco il mio plotone e la situazione presto si sarebbe fatta molto calda.

D’un tratto dal mirino dell’M60 vidi un paio di squadre di fanteria sumerica guidate da un’ufficiale che si avviavano armati di corsa verso la collina. Aprii il fuoco con l’M60 rovesciando sulla fanteria sumerica piccole raffiche sparse di M60. Dopo un pò finii la prima mag. Ricaricai, buttai un pò di acqua della borraccia sull’M60, questi prese a fumare, poi ci buttai sopra della terra e fece una sorta di fanghiglia, ma la canna non era rovente. Ero sempre in tiro. Ripresi a sparare a casaccio sui cespugli, sulle case, ove pensavo che si potessero nascondere i fanti sumerici. Fischiavano le pallottole da tutte le parti, il mio plotone rispondeva al fuoco, ma la battaglia stava piegando verso una mattanza. Uno ad uno i commilitoni del plotone che avanzava erano man mano beccati. Più io sparavo da tutte le parti, cercando di offrire un fuoco di copertura e più quelli del mio plotone erano beccati. Il sarge mi chiamò alla radio, c’era un fottuto cecchino sul costone ad ore 12. Io non lo vedevo ma seguendo le indicazioni del sarge che era steso a terra parecchi metri più avanti, con il binocolo riuscì a dirigere il mio fuoco di copertura, alla fine lo beccai, placcando l’emorragia di morti e feriti che quel maledetto stava facendo. Del mio plotone erano rimasti ancora in azione, si e no un 50%. Molti erano i morti, feriti, molti urlavano a terra 78


chiedendo soccorso. L’infermiere strisciava coraggiosamente sulla piana facendo quello che poteva, distribuendo tovaglioli di cotone emostatico anti.emorragie. Lo Shilka non era stato ancora abbattuto, anzi avevamo perso anche il supporto dei granatieri con l’m72.LAW. Del secondo plotone non c’era ancora traccia e non c’era nessun supporto sul nostro fianco destro. In più arrivò risalendo la strada un BMP sumerico il quale fece scendere anche un paio di squadre di fanteria in rinforzo alle magre truppe sumeriche testardemente arroccate nel paese. Io avevo ancora 3 mag di munizioni per l’M60, ma appena vidi comparire il BMP smisi di far fuoco. La fanteria nemica mi era fuori tiro, scendevano dietro al BMP e poi scomparivano dietro un avallamento. Probabilmente avrebbero tentato l’aggiramento da sinistra cercando di chiudere quel poco che restava del primo plotone tra 2 fuochi. Oppure avrebbero usato l’artiglieria del BMP per sopraffarci. Il sarge mi chiamò alla radio e mi disse di mollare l’M60 e di cercarmi un lanciatore LAW, perché avevamo perso il supporto dei granatieri. Mollai tutte le mag dell’M60 tranne quella mezza piena che avevo ancora in uso e poi iniziai a scivolare silenziosamente e velocemente nel costone, cercando di mantenere una qualche copertura dal terreno. Non sapevo bene dove diavolo potevo trovare un m72.LAW, dove erano i granatieri morti o feriti?.

Decisi di muovermi più o meno nella direzione di quel poco che restava del mio plotone perché almeno il territorio da quella parte sembrava avere maggiori avvallamenti e rilievi. Dopo un pò trovai un commilitone morente, ferite multiple da arma da fuoco a malapena respirava, non poteva più parlare perché sputava sangue dalla bocca come una fontana. Provai a chiamare l’infermiere il quale sollevò poco più avanti la testa da una buca, si voltò dalla mia parte. Gli feci cenno, indicandogli il rimpiazzo morente, ma l’infermiere scosse la testa ed il suo giudizio fu lapidario. Sparì nella buca poco più avanti, andando da un altro che piegato in due si reggeva una gamba. Lasciai l’M60 presi l’M16 e qualche caricatore. Questi si aggrappò alla mia mano e non la voleva più lasciare. Provai a rassicurarlo che l’infermiere stava arrivando e che ce l’avrebbe fatta e che sarebbe tornato presto a casa. Questo rantolò qualcosa ma non capii. Poi lo vidi smettere di respirare mentre mi guardava con uno sguardo terrificante di uno che era sia impaurito quanto sopreso, sentivo che si

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aggrappava con tutte sue forze alla mia mano. Io non potevo farci proprio niente, mi feci il segno della croce e pensai che se non altro la sua agonia non era durata tanto. Mi divincolai dalla presa e ripresi a strisciare. Avevo una fifa addosso ed un panico incredibile, riusci però a rimanere parzialmente lucido e finalmente identificai il corpo di un granatiere, da una parte in terra c’era un m72.LAW. Dalla foresta si udirono delle esplosioni, prima una, poi due, poi tre, saliva del fumo nero dalla foresta. Forse era il secondo plotone che stava arrivando in nostro soccorso?. Sentii per radio il sergente del secondo plotone che comunicava al sarge che il secondo plotone era intrappolato in un campo minato e non c’era verso di raggiungere in tempo i bordi del villaggio per soccorrere il primo plotone. Il sargé bestemmiò ed imprecò, poi mi richiamò per radio dicendomi di darmi una smossa e di trovarmi un rocket launcher, prima che le truppe sumeriche ci avessero fatto a pezzi con l’artiglieria del BMP. Io facevo quello che potevo, raggiunsi il granatiere morto e mentre raccoglievo l’m72. LAW con 3 razzi anticarro non potei fare a meno di non vedere che il granatiere era in un bagno di sangue, centrato da vari burst, aveva mezzo volto devastato. Per quanto mi fossi psicologicamente preparato a non far caso alle barbarie e mutilazioni della guerra, riuscii a trattenermi ed a non vomitare, in compenso fui assalito dal panico, mio malgrado avevo il tremito!.

Le pallottole fischiavano da tutte le parti, esplodevano anche delle granate, erano forse le squadre sumeriche che si avvicinavano dal fianco sinistro. Il BMP sumerico in prossimità della città sparava numerose raffiche con la mitragliatrice di bordo, insomma non feci in tempo a poter strisciare più in basso per collocarmi meglio al coperto, che un paio di burst di mitragliatrice pesante mi centrarono in pieno…

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10. Pathfinders (parte 2) “Form line, and God bless you” disse il sergente. Mentre il plotone formava in silenzio una linea, mi aggregai alla formazione. L’unità iniziò ad avvicinarsi al paese, io in tanto mi guardavo in giro e cercavo una sorta di buon avvallamento, una sorta di buca o crinale naturale, dopo un pò ne trovai uno. Non era malaccio come posto, era relativamente al coperto sul fianco sinistro, non vedevo direttamente lo Shilka sumerico, l’area di tiro era buona e dominavo ¾ del paese e parte della strada. Tolsi la sicura all’M60, mi sganciai due delle 3 borraccie e le misi vicino all’M60. Poi guardai dal mirino ed attesi in silenzio. Il plotone stava avanzando lentamente dal costone, ancora non era stato detectato dalle truppe sumeriche. Continuai ad attendere, prima d’iniziare un fuoco di copertura vaporizzando il nostro effetto sorpresa, volevo avere un discreto numero di bersagli. Il terreno allo scoperto aiutava poco il mio plotone e la situazione presto si sarebbe fatta molto calda.

D’un tratto dal mirino dell’M60 vidi un paio di squadre di fanteria sumerica guidate da un’ufficiale che si avviavano armati di corsa verso la collina. Aprii il fuoco con l’M60 rovesciando sulla fanteria sumerica piccole raffiche sparse di M60. Dopo un pò finii la prima mag. Ricaricai, buttai un pò di acqua della borraccia sull’M60, questi prese a fumare, poi ci buttai sopra della terra e fece una sorta di fanghiglia, ma la canna non era rovente. Ero sempre in tiro. Ripresi a sparare a casaccio sui cespugli, sulle case, ove pensavo che si potessero nascondere i fanti sumerici. Fischiavano le pallottole da tutte le parti, il mio plotone rispondeva al fuoco, ma la battaglia stava piegando verso una mattanza. Uno ad uno i commilitoni del plotone che avanzava erano man mano beccati. Più io sparavo da tutte le parti, cercando di offrire un fuoco di copertura e più quelli del mio plotone man mano erano beccati. Il sarge mi chiamò alla radio, c’era un fottuto cecchino sul costone ad ore 12. Io non lo vedevo ma seguii le indicazioni del sarge che era steso a terra parecchi metri più avanti, con il binocolo dirigeva il mio fuoco di copertura. Alla fine lo beccai quel dannato cecchino, placcando l’emorragia di morti e feriti che stava facendo. Noi eravamo rimasti si e no un 50%. Molti erano i morti e feriti che urlavano a terra chiedendo soccorso.

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L’infermiere strisciava coraggiosamente sulla piana facendo quello che poteva e distribuendo tovaglioli di cotone emostatico anti.emorragie. D’un tratto si sentì dei burst sul fianco destro, era il secondo plotone che aveva raggiunto i bordi del villaggio sbucando dalla foresta e passando i campi minati con successo, stavano ingaggiando il nemico sul nostro lato destro!. Saltò per aria il BMP, la squadra sumerica che aveva provato ad accerchiarci prese a ripiegare verso il paese, mostrò il fianco a quello che rimaneva del nostro il plotone, scoppiò uno scontro a fuoco molto violento dove la fanteria sumerica fu annientata. Lo Shilka stava indietreggiando cercando di darsela a gambe quando BUM! Saltò per aria. Io mollai le mag dell’M60 e continuai a strisciare verso quello che restava della mia unità.Trovai un commilitone morto, riverso su un fianco, presi il suo M16 e la dotazione di ammos e poi facendo brevi corse zig-zaganti, strisciando rapidamente, raggiunsi i bordi del bosco, da lì di corsa arrivai al paese dove il secondo plotone presidiava le poche case. Raccolsi un m72.LAW e le restanti 2 granate anticarro in dotazione ad un granatiere del secondo plotone, che essendo stato ferito ad una gamba non poteva più continuare la missione e sarebbe stato evaquato assieme agli altri feriti con un elicottero che era in arrivo. Quindi raggiunsi il resto del plotone che si avviava verso l’altro paese dove da qualche parte ci aspettava un altro fottutissimo Shilka sumerico.

Devi prendere una decisione, ma non dipende da te bensì dal caso, verifica che ora é proprio adesso mentre stai leggendo questo ebook, considera i minuti sono un numero pari o dispari?!

se i minuti sono pari, vai a pagina 85 se i minuti sono dispari, vai a pagina 88

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10. Pathfinders (parte 3) L’unità divisa in due parti, scese dal paese costeggiando il margine destro della strada, l’altra metà camminava lungo il margine sinistro. Raggiungemmo degli alberi e ci disponemmo in linea mentre il sarge si fermò per dare un’occhiata con il cannocchiale. La cittadina era quasi in vista, d’un tratto sul fianco sinistro oltre una piccola collina un paio di squadre di fanteria sumerica correvano al passo, forse mandate in ricognizione od in soccorso di quelli che nel paese precedente erano stati attaccati?. Loro armati con AK47, erano allo scoperto, noi eravamo disposti in linea, con fucili M16 e nascosti tra la vegetazione. Il sarge aspettò che tutte e due le squadre avessero scollinato e fossero completamente allo scoperto, poi iniziò la mattanza, in un paio di minuti tutti i nemici furono annientati.

Io ne beccai due forse tre, a parte qualche pallottola che si sentì fischiare sopra la testa, per il resto fu una passeggiata. Temendo un attacco di qualche mezzo corazzato proveniente dalla città, parte dei granatieri, fummo spostati in avanscoperta e raggiungemmo il boschetto prospiciente. Attendemmo per un pò a terra che accadesse qualcosa, ma non accadde niente. Il sarge contattò il comando per avere istruzioni. Nell’incursione sin’ora avevamo perso circa il 50% delle forze considerando sia i morti che i feriti ed i moribondi. Il comando ci concesse del supporto aereo tattico, degli elicotteri da battaglia avrebbero attaccato il paese, eventuali mezzi corazzati, bunker delle difese cittadine. Per far questo occorreva che prima si eliminasse il secondo Shilka, quindi avremmo dovuto ripiegare fuori dal villaggio onde permettere agli elicotteri da battaglia d’attaccare senza rischi sovrapposizioni da fuoco amico. Il nostro plotone poi avrebbe dovuto rastrellare e ci saremmo ricongiunti con il terzo plotone che nel frattempo era in movimento per raggiungerci e consolidare la posizione. Suggerii al sarge di provare con un’infiltrazione di una squadra, di lasciare il resto del plotone attestato al sicuro dov’era. Non troppo distante dalla città per poi avanzare e rastrellare, ma anche in 85


posizione difensiva nei confronti del primo paese conquistato, dove intanto era iniziata un’evaquazione dei feriti. Il sarge disse che il comando aveva detto che gli elicotteri da battaglia provenivano dalle retrovie, erano stati sparpagliati per minimizzare i rischi d’attacchi NBC e quindi non potevamo permetterci che la squadra fallisse, altrimenti avremmo perso il supporto aereo. Dovevamo annientare quel fottuto Shilka a tutti i costi, il terzo plotone ci avrebbe poi raggiunto dopo.

L’unità si avvicinò alla città strisciando tra gli alberi, quando d’un tratto fu attaccata sul fianco destro da una pattuglia sumerica che rientrava. Io ero immerso nell’erba alta e non avevo tiro, strisciai rapidamente come potei per dare un qualche supporto al plotone andando verso destra. Dopo un paio di minuti di violentissimo scontri a fuoco, il sarge chiamò l’appello per radio, quella svista sul fianco destro ci era costata un altro 50% delle forze, la situazione si andava facendo sempre più complicata. In più ci eravamo bruciati l’effetto sopresa. Io, assieme ai restanti due granatieri fummo mandati verso la città per beccare quel fottuto Shilka, mentre il sarge piegava con quel poco che restava del plotone verso sinistra, allontanandosi dalla cittadina prima che l’attacco dal cielo iniziasse. L’altro granatiere fu beccato da un cecchino, io continuai a strisciare lentamente tra l’erba alta raggiungendo la città. Il sarge intanto aveva raggiunto un campo di mele in prossimità del paese, ci si era attestato, già si sentivano i rumori delle pale degli elicotteri da battaglia-Armstrong, datti una smossa, scova quel fottutissmo Shilka, poi ripiega verso sinistra, noi da quà ti copriremo!-mi disse il sarge per radio. In effetti io lo Shilka lo trovai, lo centrai in pieno con un colpo di LAW. Poi dopo aver ricaricato l’anticarro, ripresi a strisciare nell’erba alta per sganciarmi. Incominciarono a passare sopra la mia testa vari burst di raffiche vaganti, ma io non mi fermai, sino a quando fui centrato in pieno da una pallottola vagante, quindi persi i sensi.

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10. Pathfinders (parte 3) L’unità divisa in due parti, scese dal paese costeggiando il margine destro della strada, l’altra metà camminava lungo il margine sinistro. Raggiungemmo degli alberi e ci disponemmo in linea mentre il sarge si fermò per dare un’occhiata con il cannocchiale. La cittadina era quasi in vista, d’un tratto sul fianco sinistro oltre una piccola collina un paio di squadre di fanteria sumerica correvano al passo, forse mandate in ricognizione od in soccorso di quelli che nel paese precedente erano stati attaccati?. Loro armati con AK47 erano allo scoperto, noi eravamo disposti in linea, con fucili M16 e nascosti tra la vegetazione. Il sarge aspettò che tutte e due le squadre avessero scollinato e fossero completamente allo scoperto, poi iniziò la mattanza, in un paio di minuti tutti i nemici furono annientati.

Io ne beccai due forse tre, fu una passeggiata. Temendo un attacco di qualche mezzo corazzato proveniente dalla città, parte dei granatieri, fummo spostati in avanscoperta e raggiungemmo il boschetto prospiciente. Attendemmo per un pò a terra che accadesse qualcosa, ma non accadde niente. Il sarge contattò il comando per avere istruzioni. Nell’incursione sin’ora avevamo perso circa il 50% delle forze considerando sia i morti che i feriti ed i moribondi. Il comando ci concesse del supporto aereo tattico, degli elicotteri da battaglia avrebbero attaccato il paese, eventuali mezzi corazzati , bunker delle difese cittadine. Per far questo occorreva che prima si eliminasse il secondo Shilka. Quindi avremmo dovuto ripiegare fuori dal villaggio onde permettere agli elicotteri da battaglia d’attaccare senza rischi di creare sovrapposizioni da fuoco amico. Il nostro plotone avrebbe dovuto solo rastrellare e ci saremmo ricongiunti con il terzo plotone, che nel frattempo era già in movimento, per consolidare la posizione. Suggerii al sarge di provare con un’infiltrazione di una squadra, di lasciare il resto del plotone attestato al sicuro dov’era. Non troppo distante dalla città, sarebbe stato facile avanzare e rastrellare. Ma tale posizione era ottima per difendere i nostri che intanto venivano evaquati. Il sarge però disse che il comando aveva detto che gli elicotteri da battaglia provenivano dalle retrovie, erano stati sparpagliati per minimizzare i rischi di attacchi NBC, l’autonomia di tempo era 88


limitata, non potevamo permetterci che la squadra fallisse l’infiltrazione. Dovevamo annientare quel fottuto Shilka a tutti i costi od avremmo perso il supporto aereo.

L’unità si avvicinò lentamente verso il paese, sul margine sinistro della strada incrociò una pattuglia sumerica che tranquillamente rientrava da un pattugliamento. O non avevano la radio o non erano stati avvertiti del nostro precedente attacco!, fatto sta che il nostro plotone ingaggiò un violento scontro a fuoco, ed in pochi minuti il drappello sumerico fu annientato!. Io ne beccai un paio, gli altri sumeri non ebbero proprio scampo. Erano allo scoperto, sulla strada, mentre noi eravamo nascosti in mezzo alle siepi. Io, assime ad un altro granatiere, più un light machine gunner c’infiltrammo nel paese con l’ordine di scovare ed annientare il fottuto Shilka!. Nel frattempo il sarge ripiegava verso sinistra, allontanandosi dalla cittadina prima che l’attacco dal cielo iniziasse. In un paio di minuti si scatenò un’inferno di eventi che descriverli é una cosa ardua!. Il granatiere beccò lo Shilka con un centro spaccato, poi corremmo tutti e 3 verso sinistra, già si sentivano i rumori delle pale degli elicotteri da battaglia Huey Cobra che stavano sopraggiungendo quando d’un tratto…

il drappello del sarge si ritrovò esposto sotto il fuoco nemico, mentre si stava spostando allo scoperto ed era diretto verso un meleto. Fu una mattanza, il sarge fu 89


colpito, l’infermiere fu beccato, l’altro machine gunner fu ferito gravemente, rimasero in azione solo un paio di fucilieri che riuscirono a strisciare più a sinistra nascondendosi tra dei cespugli ed il meleto. Noi 3 che eravamo in movimento, ci buttammo subito a terra, ma la situazione non era rosea. Eravamo su un piccolo rilievo, esposti ed allo scoperto, la situazione diventava rognosa!. Un manipolo di fanteria sumerica fuoriuscita dalla cittadina aveva attaccato il sarge, che non si era curato troppo di coprirsi i fianchi mentre ripiegava a sinistra. Arrivarono gli Huey cobra che iniziarono a sparare sulla fanteria sumerica, questo ci dette il modo a me ed un altro di muovere verso un capanno di legno scuro ai bordi della città. Non potevamo di certo rimanere sul piccolo promontorio così esposti. Il light machine gunner ci coprì, ma poi fu beccato da una granata. Io riuscii a vendicarlo beccando con un burst un fante sumerico che dai margini del paese ci stava attacando. Volavano pallottole da tutte le parti, l’unico riparo possibile era quel capanno, prendemmo a strisciare il più velocemente possibile. Arrivarono un paio di tank T74 sumerici ed un BMP, dal lato destro della città. Giunti in soccorso della città sotto attacco, la loro minaccia durò poco, gli elicotteri da battaglia Huey Cobra gli beccarono tutti in poco tempo. L’altro fante era una recluta, era stato beccato un paio di volte ad un piede ed alla spalla da dei proiettili vaganti. Sul capanno volavano burst tremendi, foravano il legno con la stessa facilità con cui si sfonda un cartone di legno bersagliato da colpi sferrati impugnando un cacciavite. Contattai per radio il sarge per avere informazioni ma il sarge era morto. C’erano solo 2 fucilieri dietro di noi, che potevano offrirci solo poca copertura perché non avevano tiro. Probabilmente i piloti degli elicotteri sentirono la nostra conversazione via radio e presero a gironzolare sopra le nostre teste offrendoci copertura. Dalla città fuoriuscì una squadra di sumeri che strisciando volevano prendere d’infilata il capanno di legno scuro, ma io che avevo tiro li centrai con una serie di colpi singoli. Non avevo tempo per dare una mano al commilitone ferito, il quale pensò lui stesso a cercare di tamponare le ferite. Io dovevo tenere il capanno, altrimenti saremmo morti tutti e due.

Insomma per farla breve, riuscimmo a tenere il fottutissimo capanno ai bordi del paese ed a ricacciare i sumeri dentro al paese. Anche se il grosso del lavoro lo fecero per fortuna gli elicotteri da battaglia. Fui avvisato per radio che stava arrivando il terzo plotone seguito da un paio di tank M60 e dei blindati M113, la cosa sembrava

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fatta. Se non che dai bordi del paese incominciarono ad avvicinarsi un plotone di fanteria sumerica. Da dove cazzo erano sbucati questi dannati sumeri?. Non erano stati tutti annientati degli elicotteri da battaglia?. Provai a chiedere supporto aereo ma gli elicotteri erano a corto di carburante e mi dissero di tenere duro, tra un pò sarebbe arrivato il terzo plotone. Gli altri due fucilieri oltre il meleto non si muovevano, uno era stato pure ferito, scontrandosi con dei sumeri che in piccola parte erano riusciti a filtrare dalla città in fiamme. Ebbi fortuna, molta fortuna!. Il plotone sumerico avanzava in silenzio sulla città a V, rastrellavano in silenzio. Forse erano reclute o forse pensavano che truppe alleate si fossero attestate in città?. Erano molto vicini e questo mi diede l’idea. Di certo i sumeri non potevano credere che gli alleati avessero potuto concepire una stronxata tattica come quella che il comando ci aveva fatto eseguire!. Il nostro plotone prima era avanzato e poi ci avevano fatto ritirare, finendo per pagare due volte in termini di perdite lo stesso terreno!. La frittata tattica era stata fatta, il povero sergente era stato costretto a non coprirsi i fianchi per eseguire il più rapidamente possibile questa merda di piano. Talché l’errore nel piano l’aveva dovuto pagare a caro prezzo, c’era rimasto secco!. Io invece ebbi fortuna, presi il lanciagranate LAW, tirai una granata centrando in pieno il plotone di sumeri. Fu una bella mattanza!, lo sfoltii parecchio. Ovviamente poi mi buttai dietro il capanno e strisciai rapidamente attorno per evitare di essere preso alla sprovvista sull’altro lato. Infatti alle mie spalle già vedevo le sagome di due tank M60, e la fanteria del terzo plotone che sopraggiungeva. Dovevo solo ingaggiare i restanti sumeri quel tanto che bastava per dare il tempo al terzo plotone d’avvicinarsi.

Beccai in pieno un paio di sumeri in rotta che mi passarono davanti di corsa; il resto é storia. Non c’impiegò molto il terzo plotone ad impossessarsi del piccolo paese. Io fui promosso sergente, però non saprei dire se ciò accadde perché la borraccia del sarge mi aveva portato fortuna. Oppure perché ero l’unico sopravvissuto che aveva più esperienza di combattimento, in una compagnia composta solo da reclute!.

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11. Shadow killer / Laserguide Ormai ero promosso sergente, in quanto il più esperto del plotone; d’altra parte la compagnia doveva essere riorganizzata dato che 2 plotoni su 3 erano stati annientati nella precedente azione. Parecchi erano i morti, feriti, il fronte era molto vasto e la situazione si andava facendo complicata!. Sia perché la tendenza del comando di zona era di tenere le unità alleate sempre molto disperse sul territorio per non subire pesanti perdite in caso di bombardamenti con armi NBC (dato che ogni tanto sia gli Alleati che i Gengiskani sferravano attacchi di questo genere), sia perché la linea del fronte era geograficamente molto vasta. Sulla carta geografica era facile descrivere con una linea rossa quale fosse la zona del fronte. Nella realtà era esattamente l’opposto!. Ossia non era per niente facile dire dove iniziavano le linee alleate e dove invece c’erano le truppe sumeriche e gengiskane. C’era una sorta di territorio di nessuno di vari chilometri in cui le truppe Alleate e Gengiskane si scontravano. Attacchi, contrattacchi, bombardamenti, incursioni, infiltrazioni, il tutto stando sempre attenti a non concentrare mai le truppe per evitare che il nemico le annientasse con un lancio multiplo di bombe o testate NBC tattiche. In queste condizioni, a dire del capitano le linee della logistica erano ritenute fondamentali per lo sforzo bellico. Mentre le truppe Alleate potevano contare su una linea di rifornimenti abbastanza costante sfruttando strade e ferrovie della CSI, che si andava rafforzando con il tempo, le truppe gengiskane e sumeriche dovevano far affluire supplies in modo efficace e parcellizzato lungo tutta la linea del fronte. Per ora nonostante lo sforzo immane e certosino, tale compito era stato assolto molto bene. Dal comando alleato ritenevano che tale tensione non sarebbe potuta durare molto a lungo e quindi prima o poi le linee logistiche gengiskane si sarebbero sicuramente sfilacciate. Se in prospettiva potevano esserci delle opportunità da poter cogliere per generare un’avanzata a rullo compressore, era anche vero che i depositi di carburante, munizioni, pezzi di ricambio non erano mai strategicamente concentrati sul territorio. Questi erano i dati. All’interno di questo scenario, anche la distruzione di un distributore di carburante requisito in un piccolo paesino, data l’ampiezza del territorio, poteva rappresentare un grave danno al nemico, facendo arretrare la linea del fronte di una cinquantina di chilometri. In quella parte della siberia infatti le città erano piccole, praticamente delle cittadine molto sparse ed isolate. Non c’era una densità di servizi con annessi e connessi comparabile con quella che si poteva trovare in altri paesi. Per queste ragioni, al comando delle operazioni fu deciso una serie di attacchi mirati alla logistica gengiskana. Tali attacchi dovevano essere effettuati con infiltrazioni notturne lungo la linea del fronte, al fine di creare una serie d’inconvenienti o difficoltà per porre le precondizioni per

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una frattura del fronte. Io non facevo parte delle truppe d’elite a cui tali operazioni erano demandate. Rispetto alle reclute del mio reparto, cazzo io avevo solo 8 mesi di guerra in più sulle spalle!. Certo loro non avevano avuto il battesimo del fuoco mentre io ero già riuscito più o meno a sopravvivere a situazioni a dir poco pesanti. Comunque il capitano mi chiamò, mi disse che dato il mio curriculum dovevo svolgere 2 missioni notturne d’infiltrazione relativamente facili, oltre le linee nemiche. In sostanza la compagnia aveva bisogno di tempo, non sarebbero arrivati i rimpiazzi prima di 4-6giorni. Il fronte era ampio e c’era il rischio che il nostro settore potesse collassare. Era vitale quindi indurre un’arretramento parziale del nemico di una cinquantina di chilometri tramite una serie di fastidiosi attacchi alla logistica. Il territorio geografico siberiano lo permetteva e quindi era necessario sfruttare tutti i possibili vantaggi. Il capitano mi disse che se avessi portato a termine queste 2 missioni, mi avrebbe proposto come sergente maggiore, poi inequivocabilmente mi faceva notare che queste micro fratture nella logistica gengiskana avrebbero fatto arretrare il loro fronte di una cinquantina forse anche cento chilometri. Quindi la nostra unità essendo sottodimensionata ed in attesa di rimpiazzi, non avrebbe avanzato. I gengiskani quindi sarebbero tornati indisturbati sulle loro precedenti linee, ma la nostra unità avrebbe guadagnato il tempo sufficiente per riorganizzarsi. Il capitano mi disse che poi mi avrebbe affidato sicuramente qualche banale missione logistica di routine atta a consolidare le nostre posizioni. Poi mi avrebbe promosso tenente, quando i rimpiazzi del primo plotone fossero stati trasferiti. La prima cosa che avevo capito era che in guerra é meglio non offrirsi mai volontario. Comunque ormai la cazzata d’arruolarmi l’avevo fatta, quindi accettai la proposta che il capitano mi offrì. Le 2 missioni in effetti almeno sulla carta sembravano semplici. La prima da eseguire intorno alle 23:00 c’era da far saltare un distributore di benzina in un piccolo paese. L’altra missione per le 03:30 del giorno dopo era ancora più semplice. Avrei dovuto aiutare l’aereonautica a bombardare un ponte, tramite un dispositivo a raggi infrarossi. Vietato l’ingaggio con il nemico salvo lo stretto necessario a difendersi. Il capitano mi spiegò brevemente l’equipaggiamento che avrei dovuto usare, un visore notturno di cui già ne conoscevo l’utilizzo. Un fucile mitragliatore HK-MP5 silenziato, cariche d’esplosivo radiotelecomandate. La cosa più complicata era il segnalatore laser che obiettivamente era voluminoso da trasportare, quasi come un bazooka. In compenso l’uso era identico ad una normale calcolatrice da tavolo. Io gli chiesi se potevo portarmi qualche spalla in modo da essere coperto, lui mi disse che dovevo andare da solo perché data la situazione un uomo era sacrificabile, mentre 3 erano decisamente troppi dato che le 2 spalle a cui pensavo, anche loro sarebbero state impegnate in azioni simili. 93


Intorno alle 22:50 mi trovai di notte intorno al piccolo villaggio. Era buio pesto, non c’era luna piena ed alla radio mi comunicarono che il satellite aveva detectato il convoglio che dovevo intercettare. Era a circa 7 minuti da me. Il satellite poco fa aveva rilevato la presenza di una squadra di guardia all’incrocio del piccolo paese. Corsi rapidamente verso gli alberi e poi strisciai veloce lungo i bordi del boschetto raggiungendo in prossimità la piccola frazione. Presi il binocolo e diedi un’occhiata da vicino. Allora c’era un ufficiale gengiskano che aveva un visore notturno, seguito da altri 2 fanti, camminavano in fila tranquilli. Dall’altra parte della strada c’era un’altra sentinella che scendeva svogliatamente la strada fumando una sigaretta. Per il resto sembrava tutto tranquillo. Presi l’MP5, tolsi la sicura e presi la mira: stavo per fare fuoco quando l’ufficiale gengiskano che mi dava le spalle si fermò e prese la radio, io mi guardai bene da mettere il dito sul grilletto ed attesi. Si accesero delle luci in lontananza, un tank T74 si muoveva lento verso l’incrocio. Ecco questo non c’era nelle informazioni dell’Intel! Cazzo, poteva essere un fottuto problema. Fatto sta che il tank girò ed iniziò a recarsi verso la frazione. L’ufficiale gengiskano rimise nella fondina la propria radio e fece cenno ai due fanti di continuare tranquillamente la ronda. Misi il dito sul grilletto e gli feci secchi con tre colpi ciascuno mirando al volto, caddero come dei sacchi di patate senza emettere un fiato. Il tank T74 scese attraversando la frazione ma non vide i 3 fanti in terra, in quanto erano nascosti dal caseggiato. Mi alzai e corsi verso le case, trascinai i corpi dentro al giardino di fronte per occultarli, poi entrai nella frazione strisciando silenzioso lungo i muri. L’altro fante della squadra gengiskana si era fermato davanti al distributore di benzina, mi dava le spalle, stava mangiando tranquillamente della cioccolata. Lo stesi con un burst al volto, anche lui cadde come un sacco di patate senza emettere un fiato. Lo trascinai rapidamente da una parte nei pressi del camion di benzina poi piazzai le cariche. Una nel distributore, una in mezzo alla strada spostata leggermente in diagonale. La terza carica la piazzai vicino ad un cartello stradale molto più avanti. Poi mi eclissai risalendo la collina in silenzio. Via radio mi comunicarono che tra 5 minuti sarebbe passato il convoglio, io ero già pronto, e per ora era andato tutto liscio come l’olio!.

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Ricaricai l’MP5 perché volevo tenerlo in palla. Quando il convoglio fu a tiro… BUM!! il distributore di benzina andò in fiamme, assieme a tre camion, un tank T74. Dalla Jeep che era di scout uscirono subito 3 fanti gengiskani che si gettarono a terra. Erano a tiro di MP5, non volevo correre rischi di beccarmi burst nella schiena mentre me la sarei filata. Gli stesi. Le fiamme illuminavano la notte, ma io ero assai lontano, presi il binocolo e diedi un’occhiata in giro. Un tank T74 in ricognizione dall’altra parte della valle, non sembrava procedere verso la frazione. Per il resto non c’era traccia di fanteria nemica. Io di certo non rimasi ad attenderla!. Mi alzai, in corsa veloce, zigzagando tra gli alberi, buttandomi spesso in terra dietro ai cespugli, facendo attenzione a coprirmi spalle, raggiunsi senza intoppi inattesi il veicolo civile che mi avevano lasciato a metà strada per agevolarmi nel rientro. L’indomani notte avrei dovuto supportare un’incursione aerea!.

Un F15 strike eagle avrebbe dovuto spedire un paio di bombe a guida laser su un ponte, mio compito era di “illuminare” il ponte con un voluminoso dispositivo a guida laser. Così la notte dell’indomani, dopo un’ora di viaggio in auto a luci spente raggiunsi una fattoria, lì trovai il contatto civile che mi aiutò a nascondere l’auto in un cortile separato. Verificai l’MP5 e spensi il fuoco del civile, il quale voleva invitarmi con la sua famiglia a cena per festeggiare il ponte che sarebbe saltato. Declinai l’invito, gli dissi di restare in casa, mentre io attesi in silenzio in un fienile per 2.5h circa. Alle 03:10 mi misi in azione, comunicando la cosa via radio con un SMS alla base. Corsi in silenzio di buon passo, andando più o meno nella direzione di un bosco vicino. Da lì zig-zagando tra gli alberi raggiunsi senza troppa fretta i margini del bosco. Detti un’occhiata con il binocolo e notai che sulla sinistra c’era un BMP e che la strada era pattugliata come dicevano i rapporti. In alto su una collina c’era un monastero cristiano ortodosso, sembrava pulito. Tutto attorno era terreno 95


scoperto. Erano le 03:30, decisi d’attraversare la pianura strisciando silenziosamente tenendomi sul costone di sinistra. Circa a metà strada incrociai un paio di fanti sumerici che camminavano nella loro ronda notturna, entrambi fumavano una sigaretta ed erano visibilmente rilassati tanto che ridevano e scherzavano tra loro. Pessima ronda, erano visibili e detectabili da parecchie centinaia di metri. Li lasciai passare senza ingaggiarli, poi continuai sino alla montagna e mi piazzai in silenzio a mezzo costone oltre la metà della roccia. Avevo una visuale perfetta sul ponte e sul paese che era immerso nel sonno. Tranne qualche BMP e della fanteria svogliata che vigilava,il paese dormiva alla grossa. Contattai per radio papabear per chiedere il supporto aereo, il quale era già in volo ed attendeva l’ingaggio.

Illuminai il ponte con il dispositivo a guida laser, dopo circa 5 minuti il ponte saltò per aria centrato da 2 bombe a guida laser!!. Io ripresi a strisciare rapidamente lungo il costone finendo di girare attorno alla rocca. M’infilai tra dei cespugli senza intoppi. Continuai a strisciare guardingo e silenzioso sino a raggiungere un bosco che era opposto al monastero. Entrato nel bosco presi a correre senza troppa fretta, zig zagando in silenzio nella foresta. Non incontrai nessuno sino ad una collina fuori dal bosco, dove in lontannza vidi delle luci di un BMP che pattugliava nei pressi di un casale. Lasciai che il BMP si defilasse, poi dopo aver sbirciato per 360 gradi con il cannocchiale che la zona fosse pulita, mi alzai e continuai velocemente sino al bosco opposto che era lungo i margini del mio punto d’inserimento. Sino a quì era andato tutto liscio!. Diedi un’altra occhiata con il binocolo, all’ultimo terreno scoperto che dovevo fare per raggiungere la mia fattoria. Sembrava tutto pulito!. Raggiunsi così senza alcuna difficoltà la fmia meta, poi riposi in auto il voluminoso illuminatore laser e guidai al buio con il visore notturno rientrando alla base, senza neanche aver sparato un colpo!.

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12. The Convoy (introduzione) Ero stato promosso sergente maggiore del secondo plotone!, cazzo adesso potevo scegliermi che tipo di fucile e dotazione portarmi appresso nelle missioni!. Il capitano mi disse che dopo domani sarebbero arrivati i rimpiazzi per la compagnia. Sarebbe stato riattivato il primo plotone e quindi sarei stato spostato nel primo plotone e nominato tenente. Non c’era niente da fare oggi, tranne nel tardo pomeriggio supportare il giovane tenente del secondo plotone che aveva meno esperienza di me; gli era stato affidato la missione di scortare un convoglio. La missione era di “routine” classificata a basso rischio. Una scorta logistica ad un piccolo convoglio composto da pochi camion per la distribuzione di carburante, munizioni, pezzi di ricambio e viveri. Tutte supplies per agli avamposti del nostro settore. Sarebbe stato sufficiente costeggiare la statale lungo il mar Caspio, non erano attesi grossi rischi dato che si sarebbe restati entro la nostra linea del fronte.

Parlando con il tenente gli domandai se fosse stato il caso di richiedere un tank di scorta. Mi rispose che non erano disponibili mezzi corazzati. Proposi di poter richiedere del supporto aereo tattico, mi disse che non ne era disponibile ma che la marina poteva offrirci una motovedetta che avrebbe fatto da scout qualche miglio più avanti, seguendo la strada. Mi dette l’ordine di guidare il camion con a bordo il plotone di scorta. Avremmo seguito il convoglio restando sul camion. Il tenente sulla jeep avrebbe fatto d’apripista poco più avanti. Partenza prevista intorno 14:00, rientro atteso intorno alle 20:00 giusto in tempo per la cena: tacchino arrosto con patate al forno!. Presi un fucile M4 light con 1+5mags, 2 granate, 1 anticarro LAW ed un m72.LAW ed un cannocchiale. L’M4 light era preferibile all’M16 che aveva solo colpo singolo e burst, mentre l’M4 aveva una buona precisione sul colpo singolo (ma per i tiri lunghi era scadente) oltre al vantaggio della modalità Full Auto, con cui ci si poteva offrire all’occorrenza un buon fuoco di saturazione. Il piccolo anticarro 97


lanciagranate m72.LAW poteva essere utile sia come artiglieria portatile “sfoltisci fanteria”, oppure come deterrente contro qualche BMP (qualora ne avessimo incontrati costeggiando la frazione di “Le Moule” che era poco distante dal fronte, insomma lì poteva starci il rischio d’incursioni simili a quelle che gli Alleati praticavano sulla logistica gengiskana).

Secondo me non valeva la pena di portarsi 2 oppure 3 razzi anticarro...

Tanks non ne avremmo mai incontrati e comunque essendo il convoglio senza scorta corazzata, la fanteria con i LAW non avrebbe potuto opporre molta resistenza. Al contrario sarebbe stato meglio portarsi delle extra mags per l’M4, che era un fucile leggero e poco ingombrante, permetteva un’ottima mobilità in battaglia. Infine un paio di bombe a mano, che potevano essere sempre utili. Marcai in rosso le zone che sulla mappa potevano essere a rischio d’eventuali assalti. Almeno immaginando le possibili minacce, io mi sarei aspettato rischi di mine, cecchini, una squadra d’incursori sumerici armati con RPG ed esplosivo per assaltare il convoglio. Al limite… avrei potuto incontrare qualche BMP nemico infiltrato in avanscoperta per far danni e creare scompiglio tra le linee logistiche alleate?. Marcai i moltissimi posti dove io avrei organizzato tali assalti, se fossi stato un gengiskano e se avessi avuto tale compito. Presi così la guida del camion e dissi alla recluta d’avvertirmi ogni volta che avremmo raggiunto i luoghi segnati. Avrei cercato di tenere il camion più distanziato dal convoglio onde avere piu spazio di manovra in caso di necessità. Il mio timore erano però i cecchini oltre al rischio di un’eventuale imboscata. Temevo che il tenente in apripista passasse illeso il 98


passaggio, mentre noi stronxi sul convoglio… avremmo potuto finire arrostiti su delle mine, dell’esplosivo telecomandato oppure finire fritti da vari RPG .

Il convoglio partì come previsto alle ore 14:00, si diresse verso i suoi obiettivi senza alcun intoppo. Scaricammo senza problemi parte del materiale nel paesino di Lamentin, poi ci recammo verso Le Moule. Alla fine della salita c’era da passare un brutto dosso ed una curva a gomito immersa nella foresta. Quel passaggio assieme a molti altri tragitti segnati in rosso, mi preoccupavano!. Fu un’attimo, appena arrivati in vetta il convoglio fu attaccato!. Il primo camion delle munizioni che seguiva la jeep del tenente, fu raggiunto da un RPG ed esplose con un fragore tremendo scagliando pezzi ovunque e danneggiando il camion della logistica che lo seguiva. Il terzo camion, quello del carburante sterzò verso sinistra, io per evitare di essere coinvolto in una potenziale esplosione a catena, accelerai e svoltai rapidamente verso destra. Il plotone scese dal camion, dal bosco prospiciente uscì un fante gengiskano armato di RPG che prese sotto mira il camion del carburante. Lo feci secco con tre colpi secchi di M4. Santa merda!, eravamo sotto attacco!.

Devi prendere una decisione tattica, cosa pensi che io abbia fatto? Infiltrazione in silenzio con una squadra dentro gli alberi sulla destra provando a sorprendere i nemici?. Disposto in difesa a semicerchio attorno al camion? attestato in linea sul costone sulla sinistra? Scegli quale opzione tattica seguire!.

infiltrazione tra gli alberi con una squadra per ingaggiare il nemico dalla destra, vai a pagina 101 disposto in difesa in semicerchio attorno al camion, vai a pagina 103 attestato in linea sul costone della strada che é sulla sinistra, vai a pagina 120

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12. The Convoy (parte 1) M’intrufolai assieme ad una squadra che mi seguì tra gli alberi, il tenente era sotto il fuoco nemico, piovvero delle granate BUM!,BUM!. Mi buttai subito a terra ed avanzai velocemente sul costone dietro gli alberi. Non si vedeva niente, benché ci fosse un dosso e del terreno allo scoperto, c’erano buche, avvallamenti ed il terreno era in forte pendenza. Non era stata una bella mossa quella d’imbucarsi tra gli alberi, il plotone lasciato senza ordini, con il tenente morto, era in balia dei caporali che avevano poca o nessuna esperienza. Presero ad avanzare come dei pirla stando vicini al camion per avere una qualche forma di copertura… BUM!, saltò per aria anche il camion del carburante centrato da un RPG, fu un disastro, mezzo plotone andò bruciato in un attimo!. Imprecai pesantemente! Ma ormai il disastro era fatto!. I pochi superstiti presero ad essere colpiti dal burst sparsi e da fuoco incrociato. Ogni millimetro di quel fottuto altipiano era stato messo sotto tiro!. Più disperato che infuriato, sapevo che dovevo fare qualcosa!, lanciai le mie due granate a mano, così a caso e poi avanzai gradualmente. Beccai un ufficile gengiskano che faceva fuoco sulle mie truppe, appena poco più in là.

Il light machine gunner ingaggiò un machine gunner gengiskano che oltre gli alberi dalla cuna del dosso aveva decimato il mio plotone!. Continuarono gli spari sul mio fianco sinistro, perdevo uomini continuamente, gli urlai di stare al coperto. Poi saltò per aria anche il camion con cui eravamo arrivati. Chiesi l’appello per radio e mi accorsi che il plotone era stato annientato!. C’era rimasto solo una fottuta squadra, eravamo circondati sotto tiro incrociato. Detti l’ordine d’indietreggiare, di tornare verso gli alberi, da lì avremmo provato a sganciarci per rientrare a Lamentin. Il convoglio era completamente in fiamme, non c’erano mezzi utilizzabili per una fuga. Sull’asfalto, lungo i bordi della strada c’erano moribondi, feriti gravi. Chiedevano soccorso, l’infermiere era morto in un lago di sangue. Mi costò assai, ordinare di non soccorrere i feriti. Dovevamo ripiegare rapidamente, coprirci la ritirata. Una volta a Lamentin saremmo tornati ad evaquare i feriti usando dei blindati.

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12. The Convoy (parte 1) Mi disposi in difesa a semicerchio con il resto del plotone, stando poco distanti dal nostro camion da cui eravamo scesi. Fischiavano pallottole da tutte le parti, cadevano fanti del mio plotone come fosse stata ad una mattanza. Imprecavo ed urlavo di stare giù al coperto! ma la maggioranza erano reclute, invece di stare distesi a terra si erano accucciati cercando di rispondere al fuoco, senza però capire da dove provenissero i colpi!. Non era facile capirlo, ogni singolo angolo del dosso sembrava essere stato messo sotto fuoco incrociato. Io sparavo un pò a caso quà e là qualche colpo singolo tanto per rispondere al fuoco, anche se non riuscivo nemmeno io, a vedere dove era il nemico. Poi mandai una squadra dietro agli alberi sulla mia destra per coprirmi il fianco, ma fu attaccata, ed annientata!. Ci furono delle esplosioni di bombe a mano, 2 morti e 2 feriti molto gravi di cui solo uno poteva ancora imbracciare un fucile per provare a difendersi. Stavo perdendo tutto il plotone!, uno dopo l’altro, non c’era verso di far smettere quella carneficina, mi sentivo infuriato e frustrato allo stesso tempo!. Poi saltò per aria anche il nostro camion colpito da un RPG. Altri fucilieri morti inutilmente, si erano nascosti nei pressi del camion per avere una qualche forma di copertura dai proiettili che fischiavano da tutte le parti. Io fui ferito ad una gamba da una scheggia rovente. Arrivò l’infermiere, mentre mi medicava una bruttissima ferita che mi aveva asportato mezzo polpaccio, sanguinava vistosamente e che a suo dire non mi avrebbe permesso di camminare per un bel pò, un burst vagante centrò alla gola l’infermiere, il quale che cadde di colpo all’indietro. Infuriato lanciai un paio di granate a ventaglio e ripresi a sparare a casaccio quà e là.Se non altro quei fottuti gengiskani avrebbero tenuto la testa bassa!.

Eravamo rimasti solo in 3, di questi un ferito abbastanza grave oltre gli alberi. Poi d’un tratto una bomba a mano cadde sull’asfalto, rotolando nella mia direzione…

L’ebook “Operation Flashpoing” è finito vai a pag.153

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12. The Convoy (parte 2) Eravamo in 4, quelli arrivati a Lamentin: io, l’infermiere, il light machine gunner (che era stato ferito mentre ci ritiravamo) ed il machine gunner con l’M60. Feci rapporto al tenente, il quale mi disse che la motobarca della marina che ci precedeva era stata attaccata ed era esplosa. Però aveva riferito che svariate unità meccanizzate gengiskane stavano muovendo verso le nostre posizioni, la frazione di Le Moule era caduta e probabilmente anche quì a Lamentin avrebbe fatto molto caldo. Mi diede il compito di tenere il fianco sinistro perché non aveva truppe sufficienti per difendere efficacemente i bordi della cittadina. Gli chiesi se avesse minato la città, mi disse di no, la frazione era distante dal fronte e non aveva ricevuto ordini in merito.

Fottuto idiota!. Piazzai l’infermiere ed il light machine-gunner ferito a bordo dell’M113-Vulcan, mandai il machine gunner con l’M60 dentro la fontana. La fontana era di cemento per ¾ coperta dalle case, sulla sinistra del paese si vedeva tutto terreno scoperto, il machine gunner avrebbe dovuto tenere la posizione ad ogni costo e bloccare la fanteria se fosse filtrata dalla sinistra.

Poi mandai l’M113-Vulcan dietro ad una casa a rinforzare l’entrata in città dal varco sinistro che aveva solo un granatiere a difesa. Corsi all’interno del campo, c’era un buon deposito di munizioni, presi un altro missile LAW e poi lasciai l’m72.LAW e 2 mags dell’M4 dietro ad un cespuglio. Tornai al deposito e presi 4 mine, pesavano tantissimo ed iniziai a correre per la frazione, cercando di minare i punti più sensibili. Piazzai una mina subito davanti al varco della seconda piazza del paese, poi ne

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piazzai una ad un incrocio a rinforzo del fianco sinistro. Corsi a perdifiato verso il fianco destro del paese e tagliai passando dall’interno di alcune case, quindi piazzai una mina in prossimità di uno steccato. Più avanti era tutto bloccato da barriere di acciaio e cemento. C’erano scontri pesanti, il Vulcan attaccò un BMP nemico che provava ad entrare dal fianco sinistro, poi esplose il BMP colpito da un granatiere. Nel frattempo c’erano stati contatti multipli con unità corazzate nemiche, un T80 ed un T74 stavano venendo in paese!. Sulla città ronzava anche un elicottero da battaglia gengiskano che mitragliava ogni dove e distrusse l’M113. La situazione stava diventando rovente, il tenente comunicò che non sapeva se era possibile tenere la frazione di Lamentin. Un pesante attacco integrato ci stava frantumando,ci occorreva subito del fottuto supporto areo tattico. Dal comando gli dissero che il supporto aereo tattico sarebbe giunto troppo in ritardo, i velivoli erano troppo distanti e gli diedero l’ordine di provare a tenere Lamentin oppure se era il caso di sganciarsi. Intanto il tank leggero Bradley era stato gravemente danneggiato dall’elicottero da battaglia gengiskano, i piloti del Bradley lasciarono il tank e scapparono infilandosi tra dei cespugli.

Io piazzai l’ultima mina sul fianco destro e tornai prima che potei al punto iniziale, ripresi il mio m72.LAW e le mags per l’M4 quindi ricaricai l’M4 e decisi di provare a raggiungere la casa sulla mia destra. L’idea era di provare a rinforzare con un granatiere in più, il fianco destro della frazione di Lamentin…

Devi prendere una decisione, ma non dipende dalla tua volonta ma dal casus bellico in che giorno della settimana stai leggendo, proprio adesso, questo ebook?!?

se é Lun, Mer, Ven,Dom, vai a pagina 108 se é Mar,Gio,Sab, vai a pagina 111

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12. The Convoy (parte 3) BUM!, il machine-gunner mi avvertì che era saltato per aria un BMP nemico sul fianco sinistro… porca merda! Pensai… quì finisce tutto a scatafascio, stanno filtrando le unità corazzate all’interno della frazione di Lamentin!!. BUM! Saltò per aria anche un T74 nemico, diretto sulla mina davanti al viale principale, il rottame fumante ora ostruiva il varco centrale tra i due palazzi semi distrutti. Il tank leggero Bradley era completamente inutilizzabile, il tenente, il sergente erano morti, io come sergente mi ritrovai il più alto in comando nella cittadina di Lamentin!. Brutta fottuta rogna!. Si sentiva il rombo di una colonna di mezzi corazzati che si avvicinavano!

Non avevo idea di dove fosse sparsa la mia residua fanteria, ma di certo le unità corazzate gengiskane stavano sfondando le nostre linee nella prima cintura di difesa, presto sarebbero filtrate anche nella seconda linea, le mine che avevo messo erano poche!. Era solo questione di tempo…

L’unica opportunità era di provare a sganciarsi ed attestarsi a difesa verso l’estremo sud della città, con le spalle al mare finendo intrappolati come topi. Forse però avremmo potuto provare a sfruttare il terreno era montagnoso, era scosceso e molto roccioso, ci avrebbe protetto dai tanks gengiskani oltre a darci un vantaggio tattico sulla fanteria nemica?. Di meglio non ero riuscito ad escogitare! al limite saremmo stati fatti prigionieri ma almeno saremmo sopravvissuti ai rastrellamenti!. Detti ordine di convergere a taluni verso la fontana a supporto del machine-gunner con l’M60, che resisteva eroicamente ingaggiando la fanteria nemica e creando un forte diversivo. Il machine gunner non durò a lungo, fu colpito da un BMP che distrusse la 108


fontana con una cannonata. Io ero troppo distante per coprire il machine gunner, non avevo tiro, c’erano i palazzi!. La battaglia era andata in vacca, il fianco sinistro del paese era collassato, c’ero solo io con il LAW ed un fuciliere a presidiare il fianco destro del paese, di certo non avremmo resistito ancora a lungo…

Gli altri del plotone, cazzarola non avevo idea di dove fossero, non c’era tempo per capire, le pallotole fischiavano da tutte le parti, così decisi di dare ordini a caso per farli convergere più o meno verso il sud del paese, sperando che le cose andassero per il meglio. Dannazione!, stavo perdendo tutto il plotone, uno dopo l’altro, i fanti erano colpiti, feriti, ammazzati!, non c’era verso d’interrompre quella carneficina, mi sentivo infuriato e frustrato, il T80 ed un BMP nemico e la loro dannata fanteria al seguito, con il robusto supporto dell’elicottero da battaglia, santa merda tutti stavano facendo una mattanza delle nostre forze. D’un tratto uscì un T80 dal fianco destro del paese, non aveva imbroccato nessuna mina di quelle che io avevo steso. Provai a colpirlo con un colpo d’anticarro LAW, ma non ottenni grandi risultati, mentre ricaricavo l’ultimo LAW la torretta della mitragliatrice pesante girò verso di me...

L’ebook “Operation Flashpoing” è finito vai a pag.153

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12. The Convoy (parte 3) BUM!, il machine-gunner mi avvertì che era saltato per aria un BMP nemico sul fianco sinistro, inoltre era in procinto d’arrivare della fanteria gengiskana… porca merda! Pensai… quì finisce tutto a scatafascio, stanno provando a filtrare le unità corazzate all’interno della frazione di Lamentin!!. BUM!! Saltò per aria anche un T74 nemico, beccò in pieno la mina davanti al viale principale, il rottame in fiamme ostruiva il varco centrale tra i due palazzi semi distrutti. M’imbucai nel Bradley che aveva la torretta del cannone ancora funzionante. I gengiskani o passavano dal fianco destro, ed io avrei avuto tiro sul fianco destro!, oppure sarebbero passati dal fianco sinistro!. Se filtrava della fanteria il machine gunner li avrebbe ingaggiati, se invece filtravano altri mezzi corazzati allora avrei dovuto filarmela ed anche alla svelta, perché non avevo tiro sul fianco sinistro, i cingoli del Bradley erano fuori uso e c’era una forte puzza di benzina da tutte le parti!.La mia fanteria mi chiamava per radio per avere ordini. Io non avevo idea di dove e come fossero sparsi in città, sapevo però che le unità corazzate nemiche stavano sfondando le nostre linee nella prima cintura di difesa, presto sarebbero filtrate anche nella seconda linea. Era questione di tempo, il T80 che un fuciliere aveva visto scendere dalla collina sarebbe sbucato presto!

L’elicottero da battaglia continuava a ronzare sopra le nostre teste, mitragliando da tutte le parti. Provai a far fuori quel maledetto elicottero da battaglia gengiskano. Ebbi fortuna, più che altro lo colsi di sorpresa, pensava che il Bradley fosse stato abbandonato!. L’elicottero da battaglia virò dal mare e puntò verso di me io lo colpii in pieno, mirando alla cabina di pilotaggio con un’interminabile raffica di cannoncino a tiro rapido. BUM! L’elicottero cascò sulla spiaggia bruciando in un rogo nero. Girai la torretta sul fianco destro dove avevo tiro. Entrò dopo poco di gran carriera il T80 e prese una delle mie mine BUM!, però il T80 non andò fuori combattimento anche se era gravemente danneggiato ed arrancava fumando vistosamente. Preso dal panico riuscii non so come a lanciare tutti i missili TOW che avevo a bordo e BUM!, il T80 esplose in un rogo incredibile!.-Brucia!,Brucia bastardo!-gridai. Balzai giù dal tank Bradley perché non era bene chiedere altro alla dea bendata!. Corsi nei pressi di un boschetto dove c’erano i piloti del tank leggero. Uno aveva uno squarcio alla gamba 111


incredibile, in un lago di sangue stava perdendo conoscenza, gli sentii le pulsazioni dal collo, quasi nemmeno più si sentiva il battito!. L’altro era il gunner e non era ferito, ma era sotto shock e piangeva aggrappato al suo M4. Cercai di riorganizzare le mie idee, dovevo pensare bene ed in fretta!. L’unica changes era provare a sganciarsi ed attestarsi a difesa verso l’estremo sud della città, con le spalle al mare, intrappolati come topi, santa merda! avremmo potuto provare a sfruttare un terreno montagnoso, scosceso e roccioso? forse ci avrebbe protetto dai tanks gengiskani e ci avrebbe dato un vantaggio sulla fanteria nemica?. Di meglio non ero riuscito ad escogitare così su due piedi!. Adattarsi ed improvvisare!, cazzo!, voglio vedere voi a stare sotto il fuoco nemico, quando fischiano le pallottole e piove merda da ogni dove, poi trovarsi a culo stretto a provare ad escogitare qualcosa per uscirne vivi da una manovra nemica a tenaglia!. Al limite saremmo stati fatti prigionieri!. Ordinai di convergere a taluni verso la fontana a supporto del machine-gunner con l’M60, il quale ancora resisteva eroicamente ingaggiando la fanteria nemica e creando un nocciolo duro di resistenza sul fianco sinistro. Gli altri, non avevo idea di dove fossero, non c’era tempo per capire!. Sperai che sapessero orientarsi per ripiegare verso la scogliera. Dannazione!, stavo perdendo tutto il mio plotone, uno dopo l’altro, i fanti erano colpiti, feriti, ammazzati!, urlavano con grida strazianti chiedendo aiuto od il medico. Non c’era verso di far smettere quella carneficina, mi sentivo infuriato e frustrato, un BMP nemico e la sua dannata fanteria al seguito stavano facendo un macello. Fottuti gengiskani! Dovevo provare a dare un supporto alle mie truppe che stavano spostandosi!. Corsi dietro ad una casa, in prossimità delle nostre jeep parcheggiate, cazzo! stava arrivando un BMP gengiskano. Il machine gunner con l’M60 era stato annichilito da un colpo diretto di BMP. Avanzai strisciando, riuscii ad avere tiro, presi l’anticarro LAW e centrai in pieno il BMP nemico. BUM! -Brucia!, brucia fottuto bastardo!-gridai. Avevo così salvato la buccia a 2 miei fucilieri che riuscirono a passare andando verso le rocce. Poi corsi anche io verso la scogliera a sud. Quando… caddi a terra. Mi avevano beccato, mi ero beccato almeno una pallottola al braccio destro,forse avevo pure un burst nel corpetto antiproiettile. Dolorante mi voltai ma non c’era nessuno che m’inseguiva, forse era stato un burst vagante?. Chiamai un granatiere che per fortuna era poco distante, gli chiesi di coprire la mia ritirata. Impallidì quando mi vide, ero una maschera di sangue. Lo tranquillizzai, mi ero rotto il naso, niente di grave. Strisciai rapidamente imbucandomi nel piccolo canyon roccioso che conduceva ad una serie di cespugli a picco sul mare. L’infermiere mi curò la ferita, non era grave ma non era nemmeno bella. Mi doleva maledettamente il braccio, se lo usavo per sollevare l’M4.

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C’era un granatiere dall’altra parte del piccolo canyon con un solo LAW. Poi c’ero io con 1 LAW. Poi c’era il gunner del Bradley con un M4 e delle granate. L’infermiere con un M16. Un caporale con un M16 e qualche granata. Poi un fuciliere che era ferito grave, non trasportabile. Insisteva nel voler combattere e poteva usare il suo M16. Per radio ci contattò anche il tenente. Non era morto!, ma era ridotto male!. Santa merda!, era rimasto incastrato dentro ad un bunker, gli erano cadute addosso le pareti del bunker, non sentiva più le gambe, ma aveva ancora qualche caricatore per l’M16. Poteva darci informazioni su cosa facesse la fanteria nemica che era sparsa dentro la piazza di Lamentin. Alle porte della città si era fermato un T80,una colonna di mezzi nemici si avvicinavano alla città. Io sbiancai, nel sentir questa notizia.

Spedii il caporale a tenere il fianco sinistro della scogliera. –Ok!, diamoci per morti, forse ne usciamo!-. Il tenente nel bunker ci avvertì per radio che la colonna di tank nemici non entrò in paese, ma continuò verso nord. Ottimo! Era una grana in meno!. Il plotone di fanteria nemico invece aveva attraversato la piazzetta, si era dileguato scendendo verso il mare alla nostra destra. Ricaricai l’M4, fu così che mi accorsi che la mag delle ammos era ancora piena. Risi amaro e commentai! -santa merda! con tutto questo casino, non ho ancora sparato un dannato colpo! Devi prendere una decisione, ma questa volta dipende dal casus belli pensa ad un numero compreso tra 1 e 10. se é uscito un numero pari, vai a pagina 143 se é uscito un numero dispari, vai a pagina 115

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12. The Convoy (parte 4) Quando il plotone di fanteria gengiskano che rastrellava spuntò dal nostro fianco destro lo accogliemmo con un ottimo benvenuto. Io ci tirai sopra l’ultimo LAW, poi mi buttai in terra. Avevo sfoltito un bel pò di fanteria, comunque scoppiò un violentissimo conflitto a fuoco. Strisciai più in giù, sparai vari burst in full auto con l’M4. Poi ci fu silenzio. Mi spostai lentamente verso il mare per avere visibilità, scoprii che il plotone nemico era stato annientato. Chiesi l’appello per radio. Eravamo rimasti in 4. Io, l’infermiere che era stato ferito ed era basso con le ammos del suo M16. Poi c’era il gunner del Bradley con il suo M4. Più a sinistra il caporale che ci copriva sul fianco destro da cui per fortuna non sembravano sortire altre minacce. Poi c’era il tenente che era ridotto male, incastrato com’era dentro al bunker. Corsi dal granatiere e recuperai il suo LAW, chiamai il medico per soccorrere il granatiere agonizzante e poi ricaricai il mio rocket launcher. Non si muoveva foglia a Lamentin, stava anche per iniziare a tramontare il sole e c’era un’insolito silenzio mortale per tutto il paese. Fumo greve e pesante asperso da vari incendi ancora accesi. Raggiunsi l’ospedale da campo con il gunner del Bradley, non si vedeva traccia di fanteria gengiskana, a parte il T80 fuori dal paese che il tenente aveva detectato. Risalì dal canyon anche l’infermiere, aveva il volto scuro, disse che il granatiere era andato, non aveva potuto fare gran cosa. Lasciai l’m72.LAW ed incominciai a strisciare per tutto il paese disseminando cariche ad alto potenziale. Se ci avessero ancora attaccato avrei fatto saltare tutto il paese, sbriciolando ogni cosa!. Dopo un quarto d’ora finii il lavoro, ripresi un 1 LAW per l’m72.LAW, una carica ad alto potenziale e contattai per radio la base. Lamentin era persa, tutti morti tranne una squadra, il tenente era incastrato in un bunker, gravemente ferito forse non era trasportabile. Mi dissero di rientrare andando verso nord, obiettivo la prima base alleata utile o l’ospedale da campo a Nord-Ovest.

Erano parecchi chilometri da fare tutti a piedi, ma almeno calava la notte!. Tornai dentro al canyon e presi il visore notturno dell’ufficiale gengiskano, avrebbe fatto più comodo a me che a lui, poi tutta la mia squadra si rifornì di ammos al deposito. Ero stanco, assetato, dolorante, affamato, avevo la nausea, ero contento di essere ancora vivo ma stranamente mi sentivo colpevole come se tutto questo disastro fosse stato colpa mia. Continuavo a chiedermi se gli ordini che avevo dato o non avevo potuto dare, erano stati giusti o sbagliati?! avrei potuto fare la differenza

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con altre scelte?. –E’ il fardello del comando!- disse l’infermiere mentre mi cambiava la fasciatura al braccio. Era quasi notte a Lamentin e la città sembrava un pezzo d’inferno con piccoli roghi ancora accesi, alimentati dai residui di carburante. C’era puzza di bruciato, di carne bruciata, di salmastro, di polvere da sparo, finii per vomitare. La città di Lamentin era ridotto uno scheletro fumante, morti, carcasse di tank ed auto incenerite che bruciavano. Ovunque stendevi lo squardo vedevi morti, cadaveri, gente bruciata e pezzi di parti umane sparse, fumo nero misto a nebbia, armi e fucili rotti sparsi tutto attorno e bossoli ogni dove. Case franate e pericolanti, mobilia sparsa, vetri rotti. Per fortuna che non c’erano civili nel paese, erano stati evaquati giorni prima. Merda!, ecco il risultato della guerra!, questo era quello che avevamo prodotto dopo un’ora di battaglia furiosa. Non ne ero per niente fiero!. Mi misi a sedere diedi una pulita all’M4, poi vomitai. Dopo aver vomitato, giuro ci si sente sempre meglio, infatti mi prese fame e mangiai un pò di gallette e bevvi un pò d’acqua dalla borraccia. L’infermiere mi chiese che sarebbe accaduto al tenente. Io ordinai al caporale ed al machine gunner del Bradely (che aveva il visore notturno, come me), d’aprire la strada. Ordinai loro di defilarsi passando attorno alla scogliera di Lamentin, se necessario ci avrebbero dovuto dare fuoco di copertura dal bosco sopra la collina prospiciente al paese.

Io e l’infermiere infatti saremmo andati a dare un’occhiata al tenente per vedere se era possibile tirarselo appresso con una barella di fortuna. Il tenente però era ridotto male… poi a meno di venti metri c’era quel T80 gengiskano. Tirare fuori il tenente era fuori discussione, a giudizio dell’infermiere era meglio lasciarlo lì, lo imbottì di morfina poi ci allontanammo con un peso nel cuore. La base aveva detto via radio che a notte inoltrata avrebbe mandato una motobarca per una missione di soccorso per evaquare il tenente. Secondo l’infermiere però il tenente alle 3:00AM di notte non ci sarebbe arrivato vivo, tuttavia si guardò bene dal riferilo alla base, perché disse che avrebbe potuto anche sbagliarsi. Tornammo in città per evitare di passare proprio davanti al T80 nemico che sostava fermo davanti al paese. Scendendo dalla scogliera ci defilammo dalla spiaggia passando dal fianco sinistro di Lamentin e raggiungemmo gli altri, sui margini del bosco osservavano in silenzio la situazione. –Muovete il culo!-dissi loro, c’era da farsela tutta piedi, c’era da evitare di sparare!, imperativo muoversi in silenzio e non cercarsi guai. Niente vendette, basta sparare!. Aprire il fuoco solo in casi di estrema necessità, come ad esempio se fossimo stati detectati. Nel qual caso volevo una risposta al fuoco che 116


fosse violenta, letale!, perché eravamo in pochi e non ci saremmo potuti permettere d’andare per il sottile. Era notte e ci saremmo mossi attraverso le foreste in silenzio. Io avrei fatto d’apripista portandomi appresso il caporale con l’M16. Mentre l’infermiere (che era ferito) non aveva il visore notturno, avrebbe quindi dovuto dipendere dal gunner del Bradley, il quale aveva il visore notturno e doveva anche coordinare la nostra copertura, da eventuali minacce alle nostre spalle.

Iniziammo a camminare silenziosi zig-zagando nei boschi, con piccole corse e restando sempre molto guardinghi. Raggiungemmo senza intoppi un bivio stradale dove non c’era nessuna sentinella nemica, quindi la squadra s’infilò senza problemi in un’altra foresta che continuava oltre la strada sterrata. Dopo un’ora di marcia ci fermammo su un costone, c’era una pianura da attraversare ed era tutta allo scoperto, in mezzo c’era un BMP parcheggiato. Il gunner del Bradley propose di far fuori il BMP con il LAW, quindi filarsela. Io dissi di no. Era meglio passare da un’altra parte e svignarsela, sfruttare al massimo il vantaggio dell’effetto sopresa. Nessuno ci cercava ed era meglio continuare a rimanere occultati piuttosto che andare a ficcarsi nei guai. Per altro la cittadina dove eravamo diretti, avevamo sentito per radio che era sotto attacco e forse sarebbe caduta. Cadere dalla padella nella brace non era saggio, per altro gli ordini erano di ripiegare non d’ingaggiare il nemico!. Prima dell’alba scavammo 4 buche distanziate a forma di quadrato, le coprimmo con rami e foglie e c’infilammo dentro. Restammo fermi e nascosti ed in silenzio per tutto il giorno, sulla sera del primo giorno riprendemmo a muoverci verso le nostre linee. Scivolammo così silenziosi attraverso una pianura in forte pendenza e dissestata, cercando di sfruttare il terreno per restare occultati. Non incontrammo fanteria gengiskana o tantomeno BMP od accampamenti nemici. Puntammo più o meno verso Nord-Ovest. Attraversammo poi un’altra foresta e quà dopo un’altra ora di marcia facemmo finalmente una sosta di una diecina di minuti. Continuammo camminare per tutta la notte, prima dell’alba del secondo giorno scavammo 4 buche distanziate a forma di quadrato, le coprimmo con rami e foglie e c’infilammo dentro. Restammo fermi e nascosti ed in silenzio per tutto il secondo giorno, sulla sera del secondo giorno riprendemmo a muoverci verso le nostre linee. C’infiltrammo in un’altra foresta allungando di molto il cammino per evitare ogni centro abitato, camminando per molte ore alle prime luci dell’alba del terzo giorno ripetemmo le stesse precauzioni per sostare tutto il giorno. Nella notte del terzo giorno, praticamente intorno alle 3:00AM della mattina del quarto giorno arrivammo in prossimità delle nostre linee. Sostammo dentro ad una foresta e tale sosta fu provvidenziale, perché mentre stavamo in silenzio seduti sotto degli alberi a sorseggiare un pò acqua ed a mangiare un pò di cioccolata, aspettando via radio degli 117


SMS dalla base, per la conferma di rientro della nostra squadra, udimmo un rumore di un motore di un tank. Un T80 in mezzo ad una piana, si stava spostando. Andai a vedere oltre il margine del bosco, portandomi appresso l’altro fante con il visore notturno.

Fermo in mezzo alla piana aveva spento i motori e se ne stava fermo a luci spente. Sul margine della piana passò una squadra di fanteria gengiskana, camminavano in silenzio, in fila, solo l’ufficiale in comando aveva il visore notturno. La lasciammo passare oltre, questi scesero in un paesino forse entrando in una casa. Il T80 ci sbarrava il passaggio, decisi di attaccarlo piazzandoli una carica ad alto potenziale nel culo. Se mi avessero accoppato, diedi l’ordine al gunner del Bradley di provare a defilarsi per un’altra strada. Gli lasciai mappa e radio e quindi mi avventurai nella piana, coperto dall’oscurità. Dopo un quarto d’ora riuscii a raggiungere il T80, l’equipaggio forse dormiva di grosso, oppure non avevano visori notturni comunque riuscii a piazzare l’esplosivo, BUM!. Il T80 saltò per aria ribaltandosi e spezzandosi in due!. La mia squadra attraversò la piana di corsa veloce, stando bassa illuminata dalla torcia dei rottami del T80. Fu così che c’imbucammo in un’altra foresta, continuando a filarsela di corsa. Avevamo perso la nostra invisibilità forse la fanteria gengiskana ci avrebbe cercato?. Per fortuna eravamo vicini alle linee Alleate. A circa mezz’ora di corsa, contattammo per radio un tank alleato, un Leopard che presidiava la zona. Era stato informato del nostro arrivo, passammo così le linee rientrando in zona “Alleata”. Era fatta!, cazzo! ci fermammo dietro un cannetto a fare una sosta. Dopo 4 giorni di marcia dentro le linee nemiche eravamo riusciti a passare il confine e rientrare in territorio amico. Le scorte di viveri ed acqua erano andate esaurite i medicinali erano quasi finiti,l’infermiere si cambiò la fasciatura e poi la cambiò anche a me. Il caporale rideva come un cretino, aveva un riso nevrotico. Il gunner del Bradley non diceva una parola. Io qualche giorno fa ero partito dalla base con un plotone, oggi tornavo con una squadra. Dissi-Forza!, un’ultimo sforzo!, il fottuto ospedale é solo a 6 ore di cammino continua a leggere a pagina 126

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12. The Convoy (parte 1) Era buio, ormai il sole era tramontato, ero stanco, assetato, dolorante, affamato, ma allo stesso tempo avevo un senso di nausea allo stomaco. Non sapevo se dovevo vomitare o mangiare qualche galletta. Il naso rotto era dolorante ma aveva smesso di sanguinare. Impolverato dalla testa ai piedi, sporco di polvere da sparo, fuliggine, sangue raggrumato sul bordo della mimetica. La consolazione di una doccia calda che m’aspettava tra un’ora mi confortò. Ero contento di essere sopravvissuto ma allo stesso tempo mi sentivo anche colpevole di essere ancora lì. Qualcuno incominciò a canticchiare con voce rauca, intervallata da qualche colpo di tosse per via della fuliggine e del denso fumo nero che c’era, la canzone-Shouting on the Hill of GloryIo mi voltai ad ascoltare, anche altri si aggiunsero al coro, devo dire che mai pezzo musicale fu più azzeccato, date le dannate circostanze.

La motovedetta della marina stava per avvicinarsi, si sentiva il rumore del motore diesel che gorgogliava mentre rallentava nell’attracco. Io continuavo a chiedere a me stesso se gli ordini che avevo dato o quelli che non avevo potuto dare, erano stati giusti o sbagliati?! Quanti dei miei erano morti per i miei errori? E che cosa sarebbe successo se avessi potuto fare altre scelte?. L’infermiere vicino a me, cambiava la fasciatura al mio braccio e mi disse-E’ questo il fardello del comando!-. Sorrisi ma non dissi niente, a questa idea non c’avevo mai pensato!. Mi voltai a guardare i roghi e presi a canticchiare anche io, più che un rito stava diventando una preghiera di perdono o forse un lamento di chi era sopravvissuto!

Era notte a Lamentin e la città osservata dalla scogliera sembrava proprio un tizzone d’inferno, grossi roghi sparsi, incendi ancora accesi ovunque, alimentati dai residui di

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carburante dei mezzi nemici in fiamme. C’era puzza di bruciato, di carne bruciata, di salmastro, di polvere da sparo.Sulla spiaggia in prossimità di Lamentin lo scheletro fumante dell’elicottero da battaglia gengiskano bruciava ancora. Morti e moribondi e resti umani sparsi od inceneriti un pò ovunque. Non volevo più risalire alla frazione di Lamentin, lassù lo spettacolo era ancora peggio!. Ovunque si guardasse si sarebbe visto solo desolazione e distruzione. Avevo visto abbastanza!. Tanto non c’erano minacce, a parte un T80 fuori città. E se mai si fosse azzardato ad entrare in città il granatiere sul costone mi avrebbe avvisato. Il telecomando delle cariche espolosive era nella tasca superiore del giacchetto, c’avrei messo una paio di secondi a sbriciolare il T80 e quel poco del paesino di Lamentin che ancora era in piedi. Era quello il risultato della guerra, pensai. Un’ora prima Lamentin era un ridente paesino sul Mar Caspio, con i civili evaquati, usato come deposito e testa di ponte logistica, dalle forze alleate. Questa devastazione era quello che avevamo prodotto dopo un’ora di battaglia furiosa contro le truppe gengiskane. Non ne ero per niente fiero, quando la motovedetta della marina attraccò mi destò dai miei pensieri, riportandomi alla realtà. Le mie due squadre salirono a bordo rapidamente, quindi il granatiere sul costone, poi io, quindi la motobarca prese il largo. L’infermiere di bordo collaborava con il nostro infermiere che era ferito, insomma davano una mano cercando di curare i feriti leggeri. Poi l’infermiere della motobarca si trasformò in cambusiere, salì sul ponte portando gavette di pasta al ragù e lattine di coke a volontà. Presi la mia gavetta ed iniziai a mangiare, era molto buona, forse la pasta era un pò scotta, ma ben condita con molto sugo al ragù!. Il guardiamarina che pilotava la motobarca sorridendo esordì-sergente!, allora è vero che avete debellato un attacco integrato gengiskano?-Si!-risposi svogliatamente a bocca piena.-Merda!, non sapevo che aveste una cambusa a bordo?-aggiunsi.– Infatti non l’abbiamo, è stato il capitano che ci ha obbligato a portare il rancio, sapendo quello che avevate passato, ha pensato che del rancio caldo sarebbe stato utile!-. In effetti non era stata una cattiva idea, tutti mangiavano in silenzio avidamente dalle gavette, tracannando cocacola e ruttando come dei maiali. Il guardiamarina mi fece cenno d’avvicinarmi al vano strumenti della motobarca. Mentre mi sedevo su uno sgabello a fianco, continuai a mangiare. Questi estrasse un foglio dalla tasca e me lo porse. Era la mia lettera di nomina ad ufficiale, ormai ero stato promosso tenente. Presi il foglio con le mani unte di sugo, lo lessi e poi riposi il foglio sporco di sugo in una tasca della giacca. Non dissi niente, in quel momento la notizia mi era proprio indifferente. Lui mi chiese come mai non dicevo niente. Io gli risposi che ero partito dalla base con un plotone e tornavo con appena una squadra dei miei. La seconda squadra che era a bordo della motobarca, non erano truppe del mio plotone, era tutto quello che rimaneva del plotone di fanteria che difendeva Lamentin. Appena 8 fanti, altro non mi era riuscito di salvare e coordinare durante lo scontro. Il guardiamarina storse la bocca, poi si rivolse a me dicendo-Mi vuol raccontare come è andata, signore?!-. Poggiai la gavetta sul ponte superiore, presi una Lucky Strike dall’elmetto, me l’accesi, diedi uno sguardo svogliato ai sopravvissuti che stavano sulla motobarca. 121


Alcuni si erano già addormentati altri sedevano in silenzio guardando con lo sguarddo allucinato l’oscuro Mar Caspio. Quindi mi voltai guardando il guardiamarina e gli raccontai che sul tornante

nei pressi di Lamentin il mio convoglio era stato attaccato, il tenente del convoglio era stato ucciso, io riuscii ad attestarmi fortunosamente sul costone alla mia sinistra, ponendo in linea il plotone. Tutta l’area era sotto il tiro incrociato di cecchini e fanti gengiskani, però il costone ci offriva una buona copertura e quando gli incursori nemici avanzarono dalla nostra destra si trovarono allo scoperto perché erano oltre il dosso. Fu facile annientarli. Mi sganciai rapidamente, in quanto il convoglio era distrutto ed in fiamme. Stetti molto attento a coprirmi le spalle durante la ritirata; raggiunsi così Lamentin subendo nel complesso solo 2 morti e 2 feriti leggeri. Forse avevo annientato una squadra oppure due squadre d’incursori gengiskani, ma per certo non lo saprei dire, non rimasi certo lì a contare i morti.

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Il tenente nella frazione di Lamentin aveva bisogno del mio aiuto, non aveva truppe sufficienti per coprirsi i fianchi così mi diede l’ordine di attestarmi a difesa lasciandomi libertà ed iniziativa. La motovedetta della marina che era di scout era stata attaccata da un elicottero da battaglia nemico, ma prima d’essere annientata aveva trasmesso che una colonna corazzata nemica s’approssimava a Le Moule. Via radio poi avemmo conferme che Le Moule era sotto attacco, chiedeva rinforzi ma non accorse nessuno. Alla fine, la piccola cittadina Le Moule cadde.

I nemici erano sulla strada per Lamentin, così usai il mio plotone per costruire una seconda linea di difesa, prendendo a minare ovunque. Stesi mine e cariche ad alto potenziale nei punti del paese che ritenni più critici. Nel frattempo l’M113-Vulcan che avevo mandato dietro la scogliera a livello del mare (per avere più tiro e stare al coperto dalle minacce corazzate nemiche), ingaggiò l’elicottero da battaglia gengiskano che iniziò per primo l’incursione contro Lamentin. Fortunatamente l’M113-Vulcan ebbe la meglio; quindi i nemici persero quasi subito il loro supporto aereo tattico. La battaglia che si sviluppò poco dopo fu violentissima e durò circa un’ora. Forse un’ora e mezza. Non saprei dire. Ma in buona sostanza gli attacanti persero l’iniziativa mentre noi difensori di Lamentin riuscimmo a tenere almeno mezza città, restando però in pochi per un contrattacco su Le Moule.

Nell’azione la prima linea di difesa oppose una forte resistenza ma alla fine cedette sotto all’urto di reparti corazzati nemici, il tenente della città morì in battaglia, io come sergente e più alto di grado presi il comando di quello che ne rimaneva. Riuscii fortunosamente a riposizionare le 2 squadre di fanteria di Lamentin in rinforzo alle mie unità. Noi eravamo saldamente attestati sulla seconda linea di difesa tra le case di Lamentin oppure nascosti tra le rocce sui fianchi della scogliera (come scorta tattica per una difesa mobile o per evitare accerchiamenti da parte di fanteria 123


nemica). L’offensiva gengiskana, rapida e violenta però s’infranse sulla seconda linea di difesa, a ruota i gengiskani persero rapidamente 2 T80, 2 T74, poco dopo 3 BMP, 2 plotoni di fanteria che erano appresso alle unità corazzate.

Noi difensori fummo costretti ad iniziare la battaglia avendo solo 2 plotoni, 1 M113-Vulcan, 1 tank leggero Bradley oltre a mine e cariche esplosive telecomandate ad alto potenziale, in grande quantità. Dopo un’ora e mezza di battaglia, con morti e feriti da ambo le parti, il risultato fu che il ridente paese di Lamentin sul Mar Caspio andò completamente distrutto, anzi meglio dire sbriciolato.

Noi, eravamo rimasti in 8 fucilieri, 2 fottutissime squadre!. Più tardi il comando ci avrebbe informato che avremmo dovuto abbandonare la città, la vostra unità navale ci avrebbe evaquati in piena notte. Il resto, era storia… continua a leggere a pagina 126

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13. Taking your time Ero nell’ospedale da campo per fami curare, nella ritirata frettolosa da Lamentin eravamo passati in zone dove erano stati lanciati armi NBC, necessitavo di alcuni vaccini, analisi, il capitano mi concesse 7 giorni di permesso.

Mi svegliai in mutande in branda, quasi a digiuno da un giorno, cazzo! avevo una fame incredibile. Sul momento nel rivedere inaspettatamente quell’infermiera carina che avevo provato ad abbordare vari mesi fà, e della quale non mi ero affatto scordato, i miei pensieri andarono ad altro. Bionda, occhi azzurri, belle tette, due graziosi dentini a coniglietta, rideva maliziosa mentre mi visitava guardandomi prima gli occhi, la lingua, palpandomi l’intestino per poi prendere lo stetoscopio per auscultare i polmoni. Mi chiese più volte di tossire. Poi mi disse che in giornata dovevo fare un’iniezione per precauzione, comunque sarei rimasto in osservazione per 7 giorni all’ospedale. Per l’iniezione, puntualizzò con un tono secco e molto acido, dovevo chidere dell’infermiera di servizio. La biondina sul camice bianco portava i gradi di tenente era dell’armata rossa, aveva una targhetta con la scritta K. Katjuscia o roba così. Poi lei si alzò, estrasse dalla borsa i gradi di tenente delle forze OTAN e me li gettò sulla branda dicendomi-Sergente!, che cosa sta aspettando!, si metta i suoi gradi di Tenente, non ha letto gli ordini del suo capitano?!-. Poi rise ed aggiunse-pirla!-. Aveva un gran bel culo, anche a tette era messa bene; si girò di scatto e vide che io le stavo guardando le kiappe mentre se ne andava, Lei mi sorrise e mi fece anche l’occhiolino.

Che cosa pensate che io abbia fatto? raggiunsi l’infermiera e provai a farci 4 chiacchere, vai a pagina 132 mi alzai dalla branda, quindi andai a fare l’iniezione, vai a pagina 128 mi alzai dalla branda, quindi andai a far colazione, vai a pagina 130

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13. Taking your time (parte 1) Entrai in un piccolo caseggiato in fondo al corridorio c’era l’infermeria del reparto, ne uscì un commilitone che rideva soddisfatto mentre si chiudeva la patta dei calzoni. Bussai ed entrai un pò sospettosamente, la capo infermiera sola nella stanza mi squadrò arcinamente da capo a piedi, sembrava un tipo glaciale, molto piacente, c’aveva un decoltè sotto il camice che era da urlo!. Anche di personale era messa molto bene. Forse un pò in carne, ma molto “succosa” . Disse freddamente che dovevo poggiare la cartella di ricovero sul tavolo, avrebbe visto che tipo d’iniezione mi avevano prescritto. Aggiunse che dovevo scucire E100.00 perché il trattamento non era a carico del servizio sanitario. Io gli dissi che diavolo di storia fosse questa? Lei rispose che i vaccini per questioni di restrizioni economiche durante lo sforzo bellico necessitavano di un contributo. Mi toccò scucire così il 50% della mia paga di un mese!. Poi Lei si mise a sedere su uno sgabello, si scostò il camice bianco da una parte quello che vidi, era tutto un programma…

Talchè io non ci pensai due volte, mi tirai giù le mutande mostrandole l’uccello padulo sorridendo malizioso le dissi-allora, questa prestazione medica?La signorina si voltò, non mi guardò negli occhi con voce molto sensuale ed un accento vagamente americano mi disse-beh!, non le faccio mica solo quella!-. Mi trattenni un’infuocato quarto d’ora in infermeria… poi andai a far colazione in mensa.

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13. Taking your time (parte 1) Entrai in una piccola tenda, i degenti che deambulavano erano pochi sia perché l’ospedale era piccolo sia perché il tasso di mortalità era alto. La struttura doveva essere ridotta in quanto il rischio di bombardamenti anche con ordigni NBC sarebbe cresciuto esponenzialmente se la base fosse stata più grande. Attaccai discorso con una biondina, una tenente di uno Shilka delle forze di difesa della CSI, una gran gnocca. Mi raccontò che era lì a fare colazione, parlava abbastanze bene l’inglese ma aveva un accento tipico dei paesi dell’Est. I feriti che transitavano dall’ospedale erano pochi in quanto durante le azioni di guerra, le forze Alleate non soccorevano i nemici gengiskani, questi venivano lasciati sul posto. Tale comportamente era la risposta data ai gengiskani.Questi furono i primi a praticare tale barbarie a suo dire. In mattinata andai al mare, feci il bagno, presi il sole, poi vedendo lo Shilka russo, andai a far quattro chiacchere con la tenente ed il suo equipaggio. Erano tutte e 3 donne, due erano more, una bionda. Passai il resto della giornata a bordo dello Shilka a giocare a ramino con le 3 russe. In serata accompagnai la tenente alla mensa e cenammo assieme. Era molto simpatica ed una gran gnocca. Le chiesi dove dormisse, disse che aveva una piccola tenda nei pressi dello Shilka, poi aggiunse che il suo turno finiva alle 2:00AM, la gunner avrebbe fatto il turno di notte sino alle 8:00AM, ora in cui doveva rientrare in turno. Quando alle 2:02AM bussai alla sua tenda, Irina mi chiese retoricamente con un accento russo-Sì, chi è?-

Il resto della settimana mi sistemai da Irina L’ultimo giorno lasciai la sua tenda mentre lei ancora dormiva, sfortunatamente dovevo presentarmi al mio reparto

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13. Taking your time (parte 2) Si chiamava Katjuscia od una roba così, a me sembrava di averla già vista da qualche altra parte; lei era medico nelle forze della CSI ma quando era stata adolescente, diceva che le piaceva ballare, aveva fatto pure danza classica. Aveva la mattinata libera, così andammo sulla spiaggia a fare quattro passi. Portò il kit per l’iniezione e me la fece direttamente lei, non voleva che andassi in infermeria. Mi raccontò che i feriti che transitavano dall’ospedale erano pochi perché durante le azioni di guerra le forze Alleate avevano preso l’abitudine di non curare i nemici, questi venivano lasciati sul posto a morire. La cosa l’avevano iniziata le truppe nemiche violando il trattato di Ginevra, quindi il carico di lavoro per i medici Alleati e Russi era ridotto. Le dissi che dato l’intensità della violenza degli scontri, non capivo come mai nell’ospedale ci fossero stati così pochi feriti. Disse che i feriti che arrivavano vivi con le eliambulanze erano quantitativamente pochi perché oltre il 75% moriva durante il trasporto. Scontri violenti,armi letali, ospedali piccoli e distanti, la stabilizzazione dei feriti gravi era poco utile. In effetti dietro ad un costone c’era un cimitero di dimensioni enorme, con migliaia di croci di legno. Cambiai discorso e le chiesi se le andava di fare il bagno, prendere il sole, ma lei disse che non si era portata il costume, io non mi sarei scandalizzato, ma lei ridendo mi dette del pirla!. Mi piaceva quando sorrideva, aveva due graziosi dentini a coniglietta che le davano un’aria sbarazzina. Provai a baciarla ma lei mi dette uno schiaffo, allora mi scusai e le dissi che sarei andato a fare un bagno. Quando uscii dal mare, se n’era andata via. Restai a crogiolarmi al sole, a fumare una cicca ed a nuotare. Nel primo pomeriggio tornai sulla spiaggia a godermi il mare ed il relax, ma Katjuscia non si fece vedere. A cena mentre mangiavo il rancio che tra l’altro era molto buono, Lei si sedette accanto a me. Disse che la dovevo scusare, non era una di quelle… insomma, era anche nervosa!. Anche se ci aveva fatto il callo, non le piaceva mai veder la gente morire ed oggi erano arrivati 4 eliambulanze. Era frustrante quando si perdevano pazienti con i quali si era speso tutto il pomeriggio a cercare di tenerli in vita in terapia intensiva, poi d’un tratto ZAC, una complicazione inattesa poi si finiva per dilavare il lavoro di un’intero giorno. Ascoltai in silenzio, non sapevo che dirle. Le raccontai dei miei sensi di colpa che provavo, in specifico l’inferno di Lamentin, le colpe che pensavo di tirami dietro per scelte errate in azione. Continuavo a chiedermi se facendo altre scelte avrei potuto migliorare gli esiti a Lamentin. Poi, era da lungo tempo che di notte spesso avevo gli incubi, mi svegliavo tutto sudato e fissavo per ore il soffitto della tenda. Altre volte avevo improvvisi vuoti di memoria, cioè proprio non mi ricordavo tutte le missioni a cui io avevo partecipato, era come se il mio cervello le avesse cancellate, ricordavo solo quel poco che avevo appuntato nel mio diario. Per non parlare dei volti e nomi di tutti quelli che erano morti sotto i miei ordini, non ne ricordavo più nemmeno uno. PTSD disse Katjuscia, Post Traumatic Stress Disorder, parola elegante per dire che anche l’uomo che non è ferito, in realtà rimane traumatizzato

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quando è messo a contatto con la cruda realtà della guerra!. Basta un rumore, una parola, un’odore, una circostanza che la sua mente è proiettata al passato ed all’orrore che ha vissuto. Le raccontai la storia della canzone –Shouting on the hill of glory-. Lei disse che era una cosa bellissima, insomma secondo lei poteva quasi essere una preghiera od una cosa così. Io non ci avevo mai pensato e dissi che forse poteva anche aver ragione. Poi lei mi chiese se ero sposato o fidanzato, le dissi che ero stato fidanzato ma la mia ex quando ero partito volontario mi aveva lasciato. Lei rise contenta mordendosi i dentini a coniglietta e commentò che questa era una bella notizia!. Poi aggiunse che era indecisa, da una parte avrebbe voluto baciarmi, dall’altra non voleva sentirsi legata perché aveva paura di verdermi steso su un tavolo in infermeria. Le era già capitato una volta di stare con uno di fanteria, era stato terribile e non voleva ricascarci più. Io le dissi che non so il perché, ma ‘sta cosa l’avevo già letta da qualche parte . Lei non rispose, ma disse che sarebbe smontata intorno alle 23:00. Io l’aspettavo fuori delle tende di terapia intensiva, fumando una sigaretta, Katjuscia mi prese per mano ed andammo in un’ufficio, disse che doveva darmi il certificato di fine licenza, era pronto e tra una settimana sarei dovuto tornare al mio reparto. Chiuse la porta a chiave, dalla borsetta estrasse un paio di scarpette da danza, le indossò, poi si sedette sul tavolo, si tolse il camice bianco e sedendosi in modo provocante, mi chiese se le piacevano queste scarpette da danza, le aveva conservate con cura, perché erano un ricordo prezioso per lei.

Ovviamente io non le dissi niente riguardo alle sue scarpette da danza, sinceramente avevo ben altro da fare. Rimasi una settimana nell’ospedale e furono i giorni più belli della mia vita poi l’ultimo giorno lasciai la sua tenda in silenzio, mentre lei ancora dormiva in branda, perchè io odiavo gli addii!.

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14. Scouting Per la prima volta in vita mia, il capitano mi mostrava una mappa completa con i luoghi delle azioni offrendomi una visione globale del nostro reggimento. Sapevo che grosso modo ero sempre stato intorno al Mar Caspio, ma i nomi ed i posti delle città a me non interessavano, non mi dicevano niente. La posta arrivava con nome, reggimento e reparto: quindi i luoghi geografici per me contavano poco!. Le cartoline non avevo mai avuto tempo di scriverle e le mappe che avevo usato erano in scala molto ridotta. Devo dire che non potei fare a meno di notare che la linea del fronte era stata alquanto mobile!.

Il capitano disse-8 MESI FA ERA INIZIATA L’OPERAZIONE FLASH POING, NELLA CITTADINA DI MALDEN. POI C’ERA STATO COMBINED ARMS, OSSIA L’ASSALTO COMBINATO AL PAESE DI REGINA CHE PERÒ ERA FINITO MALE. RIPIEGASTE CON LA COMPAGNIA DALLE PARTI DI FIGARI, POI IL CAPITANO CADDE IN UN’IMBOSCATA TRA FIGARI E MORTON E VOI ACCORRESTE IN SUO AIUTO CON LA CONDIZIONE D’ALLARME ROSSO IN ALERT. FOSTE SPOSTATI IN RETROGUARDIA POICHÉ LA VOSTRA COMPAGNIA

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AVEVA SUBITO PERDITE PESANTI, ALCUNI DI VOI FURONO SPOSTATI TEMPORANEAMENTE IN UN’ALTRO REPARTO E GLI ALLEATI PROVARONO A RIPRENDERE DOURDAN NELLA MISSIONE AMBUSH. DIFFICILE DA SCORDARE L’INFERNO DI MONTIGNAC NELLE FORESTE NEI PRESSI DEGLI URALI. A MALDEN FACESTI LA GUARDIA NOTTURNA AD UN M113-VULCAN IN NIGHT PATROL, MENTRE L’AFFABILE TENENTE DELL’ANTIAEREA ERA STATO AGGREDITO DAI T80 IN VULCAN DALLE PARTI DI DOURDAN. POI NON AVEVI IDEE DOVE ERI STATO NELLE MISSIONI DI BLACKHAWK & CHINOOK, MA LE BOMBE NBC NEMICHE ERANO CADUTE ATTORNO A MALDEN E PER FORTUNA TE L’ERI SCAMPATA!. POI FOSTE SPOSTATI PIÙ A NORD, A SAINTE MARIE E CHAPOI CI FU LA MISSIONE DI PATHFINDER IN CUI IL SERGENTE MAGGIORE CI LASCIÒ LE PENNE. QUINDI GLI ALLEATI LANCIARONO VARIE ARMI NUCLEARI TATTICHE PER ERADICARE LE RESISTENZE SUMERICHE E GENGISKANE. FOSTI PROMOSSO SERGENTE, POI PIÙ TARDI ESEGUISTI UN PAIO D’INFILTRAZIONI NOTTURNE CONTRO LA LOGISTICA GENGISKANA & SUMERICA.MISSIONI TUTTE ATTORNO ALLA ZONA DEL PONTE DELLA CITTÀ DI DAVLE. SHADOW KILLER L’ATTACCO AL DISTRIBUTORE, ERA PRESSO UNA DELLE TANTE FRAZIONI DI DAVLE. MENTRE IN LASERGUIDE SUPORTASTI UN F-15 STRIKE EAGLE PER DISTRUGGERE IL PONTE PRESSO DAVLE. APPENA 20 GIORNI FÀ PARTISTE IN CONVOY DA REGINA PER RAGGIUNGERE LAMENTIN (DOVEVATE IN REALTÀ ARRIVARE SINO A LE MOULE E POI PROSEGUIRE PER DAVLE), PERÒ FINISTI COINVOLTO NELL’INFERNO DI LAMENTIN. IL DOLCE OSPEDALE DI MASH IN TAKING YOUR TIME ERA SUL MARE, PIÙ O MENO TRA MORTON E REGINA.-

Io ascoltai in silenzio il capitano ma non commentai, da tempo avevo improvvisi vuoti di memoria, era come se il mio cervello avesse cancellato parte delle missioni, ricordavo solo quel poco che avevo appuntato nel mio diario. Mi guardai bene da farne parola con il capitano!. Ad ogni modo, scelsi quattro reclute, preparai con molta cura il mio piccolo reparto di ricognizione. Ci tenevo a tornare a casa senza subire perdite!. Diedi a ciascuno 4 piccoli microfoni portatili in modo da essere sempre collegati anche qualora avessimo dovuto separarci. Il mio nome in codice era Fox-1, presi un M4, 1+3mags, un paio di fumogeni e 2 granate oltre all’immancabile binocolo.

Fox-2 era il nome in codice dell’infermiere, gli feci prendere anche a lui un M4 assieme alle solite 1+3 mags. Fox-3 era il nome in codice del maghine gunner, gli feci portare l’M60 oltre a 2 mags per le ammos, più 2 bombe a mano. Fox-4 era il nome in codice dell’ultimo della squadra, volevo dargli un fucile M21 di precisione 136


ma non ce ne erano disponibili, così lo armai con un M16 con 1+3 mags con 2 granate. Zaino affardellato con acqua, pastiglie potabilizzanti, razioni per 5giorni e soprattutto carta igienica!. C’era da stare fuori per parecchi giorni. Stranamente non mi portai molte ammos, infatti quella zona era stata già rastrellata e ripulita con un bombardamento. Inoltre avevo la radio e se mi fosse servito supplies un BlackHawk ci avrebbe sganciato ammos ed altro in quantità. Preferii invece portarmi appresso delle maschere antigas e tute di gomma pesanti contro le armi chimiche, da indossare qualora fosse stato necessario. L’importante era viaggiare sicuri e leggeri e soprattutto silenziosi, evitando ogni contatto inutile con i sumeri in ritirata pacifica che rispettavano il cessate il fuoco. Ostilità di truppe nemiche ne avrei trovata poca a dire del capitano. Lo stato Sumerico era collassato, infatti le forze Indiane avevano sfondato a Sud ed a giorni il governo sumerico avrebbe convalidato l’armistizio. C’era tante tensioni politiche interne ed una mezza guerra civile in Sumeria. Tuttavia, mi disse il capitano, che nella zona di San Philippe alcune truppe sumeriche non avevano cessato del tutto le ostilità. Al contrario spostate verso sud per rientrare in Sumeria, alcune di queste stavano dando troppo fastidio con le loro incursioni e razzie. Mio compito sarebbe stato quello di detectare la loro base, tenendo presente il fatto che la zona che avrei percorso sarebbe stata relativamente sicura. Tutte le truppe Sumeriche avrebbero mosso più o meno sempre verso Sud. Una volta detectato l’obiettivo, un elicottero ci avrebbe poi raccolto e riportati alla base. La missione fu abbastanza semplice, anche se girammo a vuoto per ben 4 giorni, sulle montagne. Alla fine detectammo la base vicino ad un bosco nei pressi di una valle, dopo aver scalato un paio di montagne e passato un paio di valli. Comunicammo la posizione e ce la filammo in silenzio. Eravamo tutti stanchi, ci sentivamo sporchi e potete immaginare in che condizioni eravamo quando arrivammo alla base. Avevamo dormito per terra, camminato per chilometri, per 96 ore indossammo sempre i soliti vestiti e scarponi. Senza contare tutta la terra ed il fango che ci eravamo spalmati su mani e volto per rafforzare la mimetizzazione!. Trovare una doccia calda, un pasto caldo, una branda pulita, fu come abbandonare l’era della pietra!.

La differenza tra me e le reclute, era che per me era stata quasi un’esercitazione, nessuno c’aveva sparato addosso!. Per loro invece ero diventato “Lt. Blackjack”. Santa merda!, mi avevano soprannominato così!, poi narrarono l’impresa al resto del plotone, trasformandola in un’incredibile azione epica, tanto quanto la fottuta guerra di Troia!. Fu così che decisi di metterli al corrente della tradizione della compagnia, circa il rito della canzone –Shouting on the hill of glory!-

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15.The Guardian Il capitano dopo qualche giorno mi chiamò perché aveva una missione da affidarmi, dovevo scortare un convoglio. Quando me lo disse io sbiancai… il pensiero andò subito a Lamentin, non potevo di certo dire di no, ma la cosa mi preoccupò assai. Dovevo scortare un piccolo convoglio da La Passagne (una frazione di Le Moule) sino all’aeroporto nei pressi di Saint Lous. Il capitano mi consigliò di fare il tragitto più prossimo al Mar Caspio, ossia passare dalla statale che conduceva alla piccola frazione di Arudy, quindi avrei trovato Durdan e La Trinitè ed infine l’aeroporto nei pressi di Saint Lous. Missione da compiere entro il tempo limite di 5 giorni.

Chiesi subito se potevo avere un paio di tank Leopard di scorta, ma non erano disponibili nemmeno dei tanks M60, in compenso avrei potuto disporre di un M113 con una mitragliatrice pesante oltre ad un camion oppure una Humvee. Studiammo assieme il percorso evidenziando le probabili minacce che avrei potuto trovare.

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Tra La Passagne ed Arudy c’era molta strada, una brutta salita in cui camion e mezzi blindati sarebbero stati facili bersagli per della fanteria sumerica sbandata armata di RPG. Sopra il passo c’era un altopiano da cui avrei potuto aspettarmi l’attacco di qualche BMP sumerico in rotta che tornando verso la Sumeria poteva non rispettare il trattato di cessate il fuoco. Gli ordini erano di prendere ogni precauzione possibile per difendere il convoglio. Da quelle parti c’era un capanno, un tempo era una piccolo avamposto, non era stato controllato da tempo, poteva essere stato trasformato in un deposito di munizioni pronto a saltare per aria quindi c’era da verificare con cura. Poco oltre c’era un’ampia pianura e dalla sinistra una strada sterrata da cui avrebbero potuto uscire fanteria sumeriche ostile allo sbando. Al bivio per Arudy c’era da fare attenzione in quanto oltre la catena montuosa c’era il Mar Caspio e quindi avrei potuto incontrare altri rischi, anche se con minor probabilità in quando era raro che la marina sumerica si fosse infiltrata così all’interno per azioni d’interdizione, specie ora dopo il cessate il fuoco. Ad Arudy c’era solo un piccolo avamposto ma comunque era sempre meglio di niente. Tra Arudy e Dourdan c’era un brutto canyon da passare, sicuramente lì dei rischi e delle imboscate le avrei potuto trovare. Poi la statale correva vicino all’altipiano, tempo fa erano stati detectati delle unità di artiglieria ma c’erano state varie incursioni aeree, era difficile che dei sumeri fossero sopravvissuti. Presso Dourdan avrei trovato un distributore di benzina ed un punto di supporto logistico per le mie truppe se fosse stato necessario. Il paese di La Trinité si era liberato da solo dalle truppe sumeriche, tuttavia era vicino al confine sumerico e sarebbe stato bene fare molta attenzione prendendo ogni precauzione possibile. Saint Lous era stato nuclearizzato qualche tempo fà e probabilmente avrei trovato una cittadina spettrale, in ogni caso avrei dovuto fare attenzione perché il paese era ancora più vicino alla frontiera Sumerica, anche se c’era da tenere presente che il trattato di pace era stato ormai firmato, i sumeri si erano tirati fuori dalla WWIII con l’armistizio.

Preparai con molta cura il mio plotone scegliendo armi e munizioni per ciascuno e decisi di portarmi appresso sia il blindato M113 che la Humvee, il camion lo lasciai

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alla base in quanto c’erano già vari veicoli nel convoglio per imbarcare i fanti lungo i tragitti più sicuri. In ogni caso, dato il territorio, non sarebbero stati pochi i posti da rastrellare a piedi onde sventare possibili imboscate e minacce, quindi il plotone doveva farsela tutta a piedi nei punti più delicati e procedere con molta cura. Avevo 4 giorni di tempo per compiere la missione quindi oltre alle classiche radio portatili per ciascun fante onde essere in contatto continuo, scelsi anche: Free player:

Fox-1: io presi un fucile M21, 1+5 mags per il fucile, 2 granate e 2 fumogeni. Armoured squad: M113 con mitragliatrice pesante.

Fox-2: infermiere con M4 (driver) Fox-3: fante con M13+M203 1+3mags, 2 granate M203, 2 bombe a mano (gunner) Heavy squad:

Fox-4: granatiere con M16, 1+3mags con LAW e 3 LAW Fox-5:machine gunner con M60, 1+3mags, binocolo e 2 granate Light squad:

Fox-6: granatiere con M16, 1+3mags con LAW e 3 LAW Fox-7: fuciliere con M16+M203, 1+3mags, 2 granate M203, 2 bombe a mano Back squad:

Fox-8: fuciliere con M16+M203, 1+3mags, 2 granate M203, 1 m73.LAW +1 LAW Io, ero il tenente, avrei giocato come battitore libero mi sarei aggiunto a Fox-8 per la copertura delle retrovie, oppure mi sarei affiancato alla Light Squad, oppure alla Heavy Squad in rinforzo. Analogamente avrei potuto estrarre dalla Light oppure Heavy squad il machine gunner od il light machine gunner per avere maggiore copertura quando io oppure chi altro, fosse andato in avanscoperta a fare il capro. Spiegai che per procedere avevo intenzione di applicare la TATTICA DEL CAPRO: si manda il capro avanti a vedere che aria tira, sperando che si becchi solo di striscio qualche pallottola, mentre gli altri dalle retrovie cercano di dargli il massimo della copertura per smascherare agguati oppure fare rastrellamento!. La tattica del capro sarebbe stata utile ma non era vincente: nulla garantiva che in un’eventuale imboscata i nemici avessero lasciato passare il capro per poter sparare al convoglio. Poiché nessuno avrebbe gradito il ruolo fisso del capro (anche perchè prima o poi la fortuna, chiunque fosse stato a fare il capro, gli sarebbe finita assai presto!), dissi che per ovvie ragioni avrei distribuito tale compito sia a me che a tutti i light/heavy machine gunners. I granatieri e l’infermiere erano esentati in tale compito, in quanto troppo importanti dato chei primi servivano a fronteggiare il rischio d’incursione nemica con BMP e supportare l’M113. L’infermiere era necessario per poter disporre di un minimo di cure mediche. 140


Da escludere che l’unità corazzata dell’M113 avesse fatto il capro!. C’erano molti chilometri da percorrere, non volevo giocarmi l’unico mezzo pesante su cui potevo contare, sopra una fottutissima mina, un tiro di RPG nemico od una bomba al c4 radiocomandata. Spiegai brevemente quali erano alcune delle formazioni “standard” che le varie squad dovevano assumere nei confronti del convoglio, a seconda della morfologia e/o delle possibili minacce.

Fu così che il convoglio partì di buona mattina da La Passagne, una piccola frazione vicino a Le Moule, per rifornire di ammos, viveri, carburante i vari avamposti oltre che l’aereoporto di Saint Louis che era la destinazione finale.

Alla fine del quarto giorno raggiunsi l’aeroporto di Saint Louis, il convoglio era intatto, però nel viaggio il 25% del mio plotone era KIA (killed in action) durante pattugliamenti e rastrellamenti. Un restante 25% era WIA (wounded in action) con ferite superficiali. Cazzo!, ‘sta volta era andata decisamente meglio della missione per Lamentin!. Anche se i miei sensi di colpa… s’accumulavano, mi sentivo sempre più responsabile per quelli che non ce l’avevano fatta!.

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12. The Convoy (parte 4)

Il conflitto a fuoco fu devastante!. Anche quelli che sopravvissero allo scontro furono uccisi, praticamente fucilati sul posto!. La convenzione di Ginevra non la rispettava nessuno, i prigionieri infatti sottraevano risorse allo sforzo bellico, era meglio chiudere subito la questione sul posto. Questa era la dottrina gengiskana e sumerica a cui gli Alleati si adeguarono dopo poco tempo. Morimmo tutti, anche io. Sì!, state parlando con un fantasma dentro ad un libro, paradossalmente io sono sempre qui a Lamentin. A volte qualcuno sulla sera dice di vedermi mentre risalgo il canyon e canto la canzone –shouting on the hill of glory-. Non lo so perché sono ancora quì, ormai la battaglia di Lamentin è finita da molto tempo, la WWIII è finita da più di 60 anni, eppure io sono ancora qui!. Forse ho ancora qualcosa da fare. Forse devo solo finire questo discorso con te, simpatico ed assiduo lettore che sei giunto sin qui, ascoltando la mia storia!. Potrebbe essere che io continui a ripensare a quello che ho fatto e lo riveda continuamente passare davanti ai miei occhi, con una tristezza nel cuore senza fine, mentre mi chiedo penosamente se le decisioni che ho preso in vita avrebbero potuto cambiare gli esiti di quello che fu. Comunque sia, Beh!, perché non cantate un pò con me? questa canzoncina è davvero gradevole, facilmente fischiettabile, sapete non mi capita tutti i giorni di poter cantare con qualcuno e raccontar le mie storie!.

http://beemp3.com/download.php?file=1548008&song=Shoutin%27+On+the+Hills

L’ebook “Operation Flashpoing” è finito Puoi leggere i 2 racconti epilogo a pag.154, pag.160

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16.Return to Eden (introduzione) Il capitano mi disse che tra qualche giorno sarebbero arrivati i miei rimpiazzi per il mio plotone, che la mia compagnia a bordo di M113 avrebbe effettuato un’attacco amfibio presso il Mar Morto, previo bombardamento con bombe nucleari tattiche dell’OTAN. C’era da conquistare il piccolo aereoporto di Eden, vicino a Saint Philippe, sarebbe stato facile. Fu così che compresi il perché vicino alla nostra base erano atterrati 3 Harrier AV8. In effetti ci avrebbero raggiunto all’aereporto di Saint Phillippe, una volta che l’obiettivo fosse stato messo in sicurezza. Invece i 3 elicotteri da battaglia Apache avrebbero dato supporto aereo tattico nell’assalto, ma noi della fanteria prima avremmo dovuto eliminare ogni tipo di minaccia anti-aerea, Shilka oppure batterie di missili terra-aria o simili.

Incontrai di nuovo la dottoressa K. Katjuscia o cose così. Parlo di quella bionda dell’ospedale da campo!. Il suo reparto era stato portato più avanti dato che noi della compagnia saremmo partiti nel tardo pomeriggio. Io non sapevo che dirle, ero imbarazzato e Lei sembrava gelida, io non le avevo scritto e nemmeno Lei mi aveva cercato. La WWIII infuriava da un anno circa ma c’erano voci che presto sarebbe finita, infatti all’ONU le azioni diplomatiche degli ultimi mesi sembravano produrre qualche esito. Più che altro perché era da un mese circa che il fronte del nord, del centro si era più o meno stabilizzato intorno all’Ob. Lei mi disse che delle truppe russe sarebbero passate da nord, provando ad attraversare il pantano dell’Ob in piena. Io dissi che a sud noi dell’OTAN avremmo potuto avere a facile portata l’obiettivo di spostare il fronte oltre il Mar Morto, con un pò di fortuna avremmo potuto avere un congiungimento con le armate Indiane che da lungo tempo non riuscivano a risalire a nord per tagliare la linea dei riformimenti logistici dei gengiskani. Lei commentò che forse tra un pò di tempo avrebbe avuto molto lavoro da fare all’ospedale da campo. Io le dissi così a freddo, che non le avevo scritto e nelle fugaci licenze avute non l’avevo cercata, perché l’ospedale era lontano dal mio reparto. Era una balla!, ma suonava bene. Lei non disse niente, salvo guardarmi tenendo entrambe le mani sui fianchi. Io presi la mia macchina fotografica portatile e le feci una foto. La foto in digitale aveva i colori, gli ha persi e risulta essere anche un pò sgranata. La foto fu pesantemente alterata digitalmente perché la mia macchina fotografica fu esposta a delle radiazioni… tra un pò saprete il perché. Comunque K. Katjuscia dopo che le feci la

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fotografia non mi disse altro, tranne–God bless you- con il suo inglese dall’accento fortemente russo, aggiungendoci un bacio.

Poi Lei si voltò e riprese a montare la corsia dell’ospedale mobile. Io andai a prendere il mio elmetto M1 che avevo lasciato in branda, perché l’operazione amfibia con gli M113 verso il Mar Morto era prossima. Sapete!, la guerra mi aveva cambiato molto, ero diventato molto “scaramantico”, c’erano sempre degli amuleti che ormai usavo nelle azioni più toste, li mettevo sull’elmetto M1. Un asso di picche + jack di picche, 21!, Lt. BlackJack era questo ilnickname che il plotone mi aveva affibbiato. Aggiungevo sempre l’immancabile pacchetto di Lucky Strike, un’utile scorta di sigarette asciutte a portata di mano, oltre ad un illustre portafortuna!. Senza questi gadgets dopo ogni missione, le perdite nel mio plotone erano sempre più pesanti.

Devi prendere una decisione ma non dipende da te, ma dal “casus belli” che giorno della settimana è proprio oggi, adesso che stai leggendo questo ebook?

se è Lun,Mer,Ven, vai a pagina 148 se è Mar,Gio, vai a pagina 150 se è Sab,Dom, vai a pagina 152

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16.Return to Eden (parte 1) Stavo finendo così di prendere le mie ultime ammos, indossare il mio elmetto M1,

Però vi giuro che io stavolta mi sentivo molto preoccupato!. Sì insomma, dopo quasi 12 mesi di Guerra, uno poi finisce che le cose forse le sente prima?. Nell’arco di 500mt c’erano concentrate troppe cose importanti. C’era la dottoressa russa K. Katjuscia o come cavolo si chiamasse, c’era il mio plotone, la mia compagnia intera, c’erano 3 Harrier AV8 che stavano facendo il pieno da alcune autobotti, c’erano 3 Apache e 2 Huey Cobra che erano atterrati per fare anche loro il pieno di carburante. Stava arrivando una colonna di M113 (per iniziare l’operazione amfibia sul Mar Morto), seguiti da una batteria mobile di missili terra-aria patriot.

Iniziò come un fischio sordo sempre più forte poi… di me non rimase niente.

L’ebook “Operation Flashpoing” è finito vai a pag.153

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16.Return to Eden (parte 1) Non sto a terdiarvi su come andò la missione dell’aereoporto alla frazione di Eden, comunque fu un successo, il mio plotone subì appena il 20% di KIA ed un 10% di WIA. C’era solo uno Shilka, nessuna batteria anti-missile terra-aria. Chiamammo quindi gli elicotteri Apache, Huey Cobra i quali in pochi minuti devastarono i pochi BMP e T74 che erano accorsi per presidiare l’aereoporto, dopo che le nostre forze avevano bombardato con delle pillole al neutorne, qualche giorno prima.

Sembrava tutto sotto controllo, il terzo plotone si spostò più avanti, il primo ed il secondo invece restarono nei pressi dell’aereoporto. Dopo aver rastrellato iniziammo a prendere possesso delle baracche dei gengiskani e stavamo già assegnando i turni di guardia, quando iniziò come un fischio sordo sempre più forte poi…

Di me non rimase niente, salvo la mia macchina fotografica, con tutte le foto che avevo fatto in 12 mesi di guerra. L’avevo dimenticata all’arsenale. Le foto che avete visto, sono tutto quello che è rimasto di me…

L’ebook “Operation Flashpoing” è finito vai a pag.153 150


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16.Return to Eden (parte 1) Non sto a terdiarvi su come andò la missione dell’aereoporto alla frazione di Eden, comunque fu un successo, il mio plotone subì appena il 20% di KIA ed un 10% di feriti. C’era solo uno Shilka, nessuna batteria anti-missile terra-aria. Chiamammo quindi gli elicotteri Apache, Huey Cobra i quali in pochi minuti devastarono l’intero aereoporto distruggendo i pochi BMP e T74 che presidiavano l’aereoporto. Sembrava tutto sotto controllo, il terzo plotone si spostò più avanti il primo ed il secondo invece restarono nei pressi dell’aereoporto, dopo aver rastrellato iniziammo a prendere possesso delle baracche dei gengiskani. Iniziò come un fischio sordo sempre più forte poi… un’esplosione lontana tremenda! dopo qualche minuto arrivò una folata di vento così forte che sembrava essere quasi un tornado. Era caduta una bomba nucleare gengiskana sulla nostra base di partenza!. Dopo un’ora, arrivarono dei Black Hawk e la nostra compagnia fu evaquata, noi arretrammo come posizioni.

Sul BlackHawk mi venne in mente che a Lei non avevo chiesto nemmeno il nome, sì insomma, sapete, io non ho mai saputo che significasse la scritta K. Katjuscia o cose così, sulla targhetta del camice bianco che portava. […]

continua a pag.153

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Poi alla fine è successo, sono morto. Sì, state parlando con un fantasma dentro ad un libro… Non so il perché io sia capitato quì dentro. Potrebbe essere che io continui a ripensare a quello che ho fatto, con una tristezza senza fine nel cuore!. Può darsi che io mi stia chiedendo penosamente se le decisioni che ho preso in vita avrebbero potuto cambiare gli esiti di quello che accadde?. Più probabilmente ho forse ancora qualcosa da fare?. Ho ancora qualcosa da dire?. Forse sono ancora quì perché erano tante le cose che avrei voluto fare e dire?. Forse non pensavo che ci avrei lasciato la pelle nella WWIII?. Oppure devo solo finire questo discorso con te, simpatico ed assiduo lettore, che sei giunto sino a questa pagina ad ascoltare tutta la mia storia!. Comunque sia, perché non cantate con me?! questa canzoncina è davvero gradevole, facilmente fischiettabile, sapete non mi capita tutti i giorni di raccontar la mia storia a qualcuno!.

http://beemp3.com/download.php?file=1548008&song=Shoutin%27+On+the+Hills

L’ebook “Operation Flashpoing” è finito Puoi leggere i 2 racconti epilogo a pag.154, pag.160

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17. Epilogo Off Topic [ Echo 1]: blue moon flying plan -BLACKJACK IS ROLLING ON RUNWAY TWO, READY TO TAKE OFF, OVER-roger, blackjack stand by on runway two-ROGER-

Ci fu silenzio per qualche secondo alla radio, poi questa gracchiò -blackjack is clear for blue moon flying plan, over-ROGER THATErano le 2:59:30sec AM, in un aereoporto militare da qualche parte nel mediterraneo, l'f4 phantom II con nome in codice blackjack, decollava per la missione della luna blue. Il pilota a bordo dell'F4 phantom II saliva in candela rapido con i postcombustori accesi, appena un'ora prima si era alzato dalla sua branda perché non riusciva a dormire. Andò in bagno, si bagnò la faccia con l'acqua fredda poi si mise a sedere su una panca fissando con lo sguardo nel vuoto lo specchio sopra il lavandino. Teneva in mano la bibbia, l'aprì a caso per leggere qualche brano sparso, forse sperava di trovare risposte, ma non ne trovò nemmeno mezza. L'aveva saputo appena dopo le 18, poco prima della cena, che per ragioni di stato, per tenere sotto controllo l'invasione di chartaginesi che dilagavano nel mediterraneo e nel paese, fu deciso lo sgancio di alcune bombe nucleari tattiche al neutrone. Soluzione drastica per eradicare le resistenze nemiche che l'esercito non riusciva a rimuovere dal territorio nazionale. Ci furono anche delle perdite civili e qualche unità amica, pedine sacrificabili. Erano quei disgraziati che asserragliati in città, in paesini, tutti sparsi sul territorio nazionale, resistevano alle bande cartaginesi. All’improvviso quelli che stavano lì, inaspettatamente dalla mattina alla sera erano diventati enclave in casa propria, trasformata in territorio nemico. Ieri non aveva fatto altro tutto il giorno che decollare e bombardare ed atterrare; impiegato continuamente in missioni di supporto aereo tattico che sembravano non aver mai fine, quasi fossero inutili… tanti erano i cartaginesi. Poi nel tardo pomeriggio gli fu detto di rientrare, era impossibile evaquare tutti a causa della carenza di elicotteri. Assurdo!, niente aveva più una logica. Tutti i suoi affetti erano spariti d'un colpo. Non c'era più nessuno stamattina. Si passò una mano sulla fronte per togliersi il sudore freddo che gli colava dalle tempie. Ancora stentava a crederci, se così si può dire. Lo aveva saputo solo dopo le 18, pure sua

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moglie ed i suoi bambini erano spariti, classificati come danni collaterali di una guerra che non era una guerra ma un problema di ordine pubblico che aveva travalicato la soglia dell'ordine pubblico per raggiungere il livello di un'invasione anfibia di massa. Fottuti cartaginesi!. Era uno dei migliori piloti dello stormo, per questo il comandante gli aveva dato l'ordine di eseguire il piano di volo della luna blu, partenza prevista intorno alle 3:00AM, adesso erano le 2:05AM, mancavano ancora 55minuti al decollo. Il suo f4 phantom II lo avrebbe portato dritto sulla linea del fronte. Alla prima pagina sulla bibbia, c'era la dedica di suo padre e sua madre. Era stato il loro regalo quando era entrato in accademia di volo. Diceva che nel nuovo testamento c'erano tutte le risposte e tutto quello che serviva per discernere cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Sua madre aveva aggiunto una postilla, diceva che gli voleva bene e che doveva ricordarsi sempre che uno come lui, ce n'erano uno su un milione. Questo glielo avevano detto pure all'accademia di volo. Nonostante i cartaginesi indirettamente gli avessero ammazzato tutta la famiglia, non era sicuro che tirare giù una bomba nucleare tattica al neutrone fosse la cosa giusta da fare. Tuttavia si guardò bene dall’esprimere un parere a riguardo. Di certo sterminare un mezzo milione di disgraziati in un colpo solo, non gli avrebbe reso sua moglie ed i suoi 2 bambini piccoli. Era turbato da pesanti emozioni e ricordi, però riusciva a controllarli perfettamente restando lucido e freddo; analizzando la situazione dei fatti, così come era stato addestrato a fare. Forse i problemi erano altrove. La bibbia aveva un segnalibro, guardò il fermalibro. Come segnalibro era solito usare una foto della sua famiglia, c'era la moglie abbracciata a lui, assieme ai suoi 2 marmocchietti sorridenti. Un tipico quadretto felice. Una foto scattata chissà quando, neanche si ricordava più quando. La girò dietro c'era solo la firma della moglie, con lo stampo delle sue labbra impomiciate di rossetto, un'evidenza che diceva già tutto. E poi c'erano due scarabocchi colorati con dei pennarelli, erano le firme dei 2 figli che ancora non sapevano scrivere ma che erano sempre pronti a scarabocchiare con i loro pennarelli colorati. Sorrise amaro, era quello il loro modo di dire che volevano bene al papà. Pure loro archiviati come danni collaterali, dato che erano ospitati con sua moglie, dai suoi genitori. Tutti vaporizzati in qualche secondo. Spense la cicca, perché il pensiero della cenere della sigaretta che cadeva, gli dava fastidio. Aprì a caso qualche capitolo del nuovo testamento, sperando di 155


trovare risposte ma non ne trovò nemmeno mezza. Il chap non c'era, ieri sera dopo cena l'aveva cercato, ma il chap era stato trasferito assieme alle unità vam di supporto alla fanteria. Probabilmente loro avevano più bisogno del chap, di quanto ne avesse avuto bisogno lui. In silenzio si fece rapidamente la doccia e si rase. Si mise la tuta verde di volo, era già pronto alle 2:30AM.

Poi aprì l'armadietto e prese il suo casco, era tutto bianco, c'erano le sue 2 saette rosse disegnate ai lati, con la scritta in nero al centro *BLACKJACK*. Era questo il suo nickname da battaglia. Mise la tuta anti-g, si portò dietro la pistola d'ordinanza assieme a tutto il kit standard di un pilota. Si era scordato di darsi del dopobarba, aprì così l’armadietto di metallo e trovò il dopobarba che gli aveva regalato sua moglie. Arrivò nello spogliatoio IronMan. IronMan era il copilota dell'f4 phantom II, era il navigatore ed esperto di guerra elettronica & contromisure ECM. Questi fu assai sorpreso nel vedere che Blackjack era già pronto con la tenuta di volo. In effetti Blackjack se ne stava fermo in piedi, in silenzio davanti al lavandino, impugnava una bottiglia di dopobarba e si fissava nello specchio con lo sguardo perso nel vuoto. IronMan chiese enigmatico-come va?BlackJack rispose-non male-spostò gli occhi ed osservò IronMan riflesso nello specchio. Non sapendo che aggiungere, IronMan chiese-già alzato?BlackJack in silenzio ripose il dopobarba nell’armadietto di metallo verde e continuò lapidario-sì, non ho dormito.IronMan mosse la testa in cenno d’assenso, quindi aggiunse-capisco...BlackJack disse-vado in mensa, ci vediamo al briefing di volo.-roger!-rispose sicuro IronMan. Alla mensa c'era del caffé e torta di mele oppure uova e pancetta. Prese una fetta di torta di mele ed un caffé. Sua moglie sapeva fare una torta di mele favolosa, quella che aveva preso in mensa sapeva troppo di lievito ed era malcotta. Però non disse niente. Scacciò i suoi ricordi per mantenere la mente lucida e dopo aver bevuto il caffé, si accese una sigaretta. Dopo qualche tiro la spense nella tazza del caffé. Poi si recò senza dire una parola 156


in sala briefing alle 2:43AM. Era circa 2minuti in anticipo, cosi si mise a sedere nella stanza interamente deserta, restando in silenzio. Dopo poco arrivò anche IronMan che si sedette accanto a lui senza dirgli una parola. Una luce bianca, fredda illuminava la stanza, il personale della base era ridotto al minimo per esigenze di sicurezza. Inoltre era mattina presto e molte stanze della base sembravano deserte, un pò come stare in una base fantasma. Solo in sala operazioni in fondo al corridoio si vedeva un certo movimento, là tenevano d'occhio tutta la situazione del paese, sia per mare che per terra che per aria. C'era concitazione in sala operazioni, molta fottutissima concitazione, non si era mai sentito il comandante di stormo tirare una serie di moccoli così grossi, per lo più una serie d’imprecazioni quasi a ripetizione!. Ironman scosse la testa e non disse niente. Blackjack lo guardò glaciale, ma non disse niente. Forse erano questi i problemi che turbavano Blackjack un’ora fà. Il comandante di stormo arrivò nella salà, i 2 piloti si alzarono di scatto salutando il superiore. Il comandante salutò gelido, poi disse-riposo-. Estrasse dalla sua cartella rossa un foglio, era il piano di volo blue moon. Lo avevano già discusso ieri sera dopo cena, privatamente nella stessa sala appena 5 ora fà. Tutto era noto, non c'era da dire niente. Quella era solo una formalità burocratica. Il comandante di stormo appose una firma, prese un timbro e lo batté sul foglio. Il rumore del tonfo del timbrò sembrò riecheggiare con una tetra eco dentro la stanza con il suo tonfo sordo sulla scrivania di metallo che rimbombava. Piano di volo e missione, era tutto approvato. Una copia del piano di volo fu dato ai piloti che lo inserirono in un piccolo porta note, salutarono e si diressero verso la pista. Fuori l'aria era fresca e pungente, un leggero venticello di terra, da nordovest trasportava un flebile odore di aranceti e forse limoni, ce ne erano parecchi di agrumeti ai margini dell'aeroporto. Quà e là si sentiva anche un lento gracidio di grilli notturni, un lieve sottofondo di un motore di una jeep che a luci fioche si muoveva lungo i margini della pista, con funzioni di patroling. Il cielo era nero e stellato, quasi senza una nuvola. C'era luna piena, le luci della base erano quasi tutte spente, ma erano superflue, con la luna piena si vedeva benissimo i rilievi dei monti ed il mare che era calmo. Le luci della pista si accesero d’un tratto, comparvero tante piccole luci colorate intermittenti che delimitavano la pista di decollo. La sagoma nera dell'f4 phantom II si stagliava sui bordi esterni della pista, appena fuori da un hangar semicircolare in cemento armato. Il velivolo scarsamente illuminato da fioche luci rosse che provenivano dall'hangar, 157


aspettava i suoi piloti. Sui margini della pista, nei pressi dell’hangar c’era anche la squadra di 3 tecnici che salutarono i 2 piloti dicendo loro-Connie is nasty and loaded, ready to lift off, sir-.

Connie era il nomigliolo “affettuoso” dato all’rf4-c phantom II. Ironman salì sulla scaletta sedendosi sul seggiolino posteriore, blackjack fece un rapido controllo esterno all'f4. L'aereo viaggiava leggero, portava due piccoli serbatoi supplementari sui ganci esterni, due gondole ECM, e ventralmente c'era una bomba nucleare tattica al neutrone da molti kilotoni. Salì sull'aereo, poggiò la foto della sua famiglia sull'angolo inferiore del cruscotto, poi iniziò i controlli di prevolo. Blackjack dette una scorsa veloce al piano di volo della luna blu. Poi lo lesse nuovamente ad alta voce. Ironman ascoltava il piano di volo in silenzio. Era la prima volta che si sarebbe applicato la procedura standard per l'impiego di armi nucleari tattiche sul suolo nemico. Decollo previsto alle 3:00AM, poi dritti a sud sul check point charlie, un paio di caccia amici si sarebbero affiancati di scorta per l'avvicinamento alla zona zulu, poi si sarebbero sganciati al meeting point andando uno verso ovest ed uno verso est, prima dell'inizio della penetrazione in zona nemica. Blackjack avrebbe fatto quota sino a 18'000mt volando a radar spento con tutti i sensori passivi attivati. Avrebbe volato silenzioso e tranquillo verso il target point, senza dare l'intenzione di porre in essere azioni interdittive o manovre elusive antiradar. Se mai il nemico avesse avuto una stazione radar, lo avrebbe di certo scambiato per un ricognitore dato che la penetrazione in territorio nemico sarebbe stata di appena qualche minuto di volo. Poi avrebbe sganciato il razzo, virato stretto con i postbruciatori accesi per scendere in una lieve picchiata veloce sino a 15'000mt barattando quota con velocità. Almeno blackjack é così che vedeva la cosa. Appena raggiunta la zona di sicurezza, 158


l’f4 avrebbe poi ripreso rapidamente quota spostandosi sui 16'000mt per tornare al meeting point. IronMan avrebbe dovuto confermare la deflagrazione sulla frequenza Delta Foxtrot . Compito di IronMan anche quello di verificare di non essere stati inseguiti ed eventualmente usare contromisure elettroniche. Il meeting point con i 2 caccia di scorta sarebbe stato a 3minuti di volo; questi avrebbero coperto la loro ritirata intervenendo contro dei potenziali nemici qualora fosse stato necessario. Poi la formazione sarebbe entrata nella areovia 4, tenendosi sui 15'000mt, quindi da lì, dritti sino alla base!. Appena Blackjack finìdi leggere il piano di volo della luna blu, IronMan commentò sarcastico-a piece of cake!-. IronMan era uno scaramantico, prima del decollo fischiettava sempre una canzone quella che via via riteneva fosse la più opportuna per la missione da compiere. Questa volta dato l’inatteso nome del piano di volo “blue moon”, fischiettò per un poco il pezzo degli ALABAMA3-woke up this morning-. BlackJack accennò un sorriso glaciale, poi guardando IronMan dallo specchietto superiore commentò lapidario-I guess it’s better ACDC,Higway to hell-. Quindi allacciò la maschera d'ossigeno, avviò i motori e si diresse sulla pista 2, come la torre gli aveva comunicato.

Contattò nuovamente la torre di controllo per radio sulla frequenza charlie. -BLACKJACK IS ROLLING ON RUNWAY TWO, READY TO TAKE OFF, OVER-roger, blackjack stand by on runway two-ROGER-

Ci fu silenzio per qualche secondo alla radio, poi questa gracchiò -blackjack is clear for blue moon flying plan, over-ROGER THATErano le 2:59:30sec AM, in un aereoporto militare da qualche parte nel mediterraneo, l'f4 phantom II con nome in codice blackjack, decollava per la missione della luna blue. Il pilota a bordo dell'F4 phantom II saliva in candela rapido con i postcombustori accesi, appena un'ora prima si era alzato dalla sua branda perché non riusciva a dormire. […]

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18. Epilogo Off Topic [Echo 2]: blackjack

Cazzo, c’era solo da prendere e tenere una piccola collina, una fottuta piccola collina poco importante. Il plotone si fece avanti, crepitii di mitragliatrici falciarono la terra, ma nessuno fu colpito, l'unità era al coperto tra l'erba alta. I viets forse avevano sparato a caso avendo visto muovere delle sterpaglie. Il plotone non rispose al fuoco come avevi ordinato, te attaccato alla radio richiedesti supporto aereo, poi ordinasti alla II° squadra di spostarsi in silenzio sulla destra, restando al coperto e lontani dalla collina. Dopo 10 minuti, piovve l'inferno sulla collinetta, esplosioni al napalm parvero scuotere il terreno come se qualcuno avesse acceso le fiamme dell'inferno!. Poi il silenzio, c’era solo il rumore dei Phantom II F4 in lontananza e la loro scia nera che sfumava come il suono dei motori, dentro le nuvole nere basse sull'orizzonte. La II° squadra raggiunse senza intoppi la piccola vetta ripulendo l'unico dei 2 nidi di mitragliatrici che era ancora rimasto in azione. Crepitii di AK47, burst di M16, colpi di granata, urla bestiali, qualche altra raffica di AK47, vari altri burst sparsi di M16, poi un paio di scoppi di granate, quindi il silenzio. Dopo qualche minuto urlarono dalla collina-CLEAR!Facesti avanzare la I° squadra, seguisti prudentemente a ruota guidando la III° squadra, camminando lentamente con la sicura tolta dall'M16, con il dito fuori dal grilletto. Eri contento, lo dicesti a mezza bocca al sarge, eri contento per il fatto che non ti avevano ancora sparato addosso o che non eri ancora saltato su una mina, ed eri contento che non ti eri nemmeno pisciato sotto. Insomma la gora nei pantaloni quasi era scomparsa dopo che ti eri buttato a mezza vita nell'acqua della risaia. Il sarge rise, scuotendo la testa e ti rispose a bassa voce che poi tutti ci fanno l'abitudine a stare a culo stretto sotto il fuoco nemico. Chiedesti al sarge perché a suo avviso i viets non avevano aperto il fuoco sul plotone quando avevano passato la risaia per primi. Il sarge chinò la testa e non rispose. Merda santa!, c'era poco da sfruttare sulla collina come difese, tutte le trincee erano devastate e bruciavano ancora, quel fottuto napalm non si spengeva

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nemmeno con l'acqua, bruciava e bruciava sino a quando non aveva consumato tutto quello che c'era da consumare. Un fumo nero, un puzzo orrendo dolciastro saliva pesantemente verso l'alto, un fioco vento di sud est spostava la nube di fumo. La vetta della collina era un bersaglio perfetto, marcato com'era da quel fumo nero. Giunto in cima alla piccola collinetta in formazione allineata con la I°squadra, vi gettaste a terra perché i cecchini avrebbero potuto essere un rischio. L'adrenalina era a mille, i cecchini erano una minaccia che ti atterriva, era difficile individuarli. Il tuo terrore ed incubo peggiore era quello d'incominciare a perdere elementi uno ad uno e non capire da dove diavolo eventualmente provenisse il fuoco nemico. Questa era la tua seconda azione sotto il fuoco nemico. La prima azione era stata la ricognizione in risaia un'ora fà, il capitano ti aveva mandato in testa con il primo plotone. Ancora non avevi capito il perché, o come mai il benvenuto vietkong con i mortai, non aveva beccato proprio te. Anzi, aveva maciullato quasi mezza compagnia. Il primo plotone si salvò perché era molto più avanti in ricognizione. Era più distanziato nella risaia. Quando iniziò a piovere merda... sì insomma, i margini del bosco erano prossimi, nessuno fu ferito, al contrario degli altri 2 plotoni. Più di metà rimase a pezzi, sparsa in risaia quà e là, gli altri dovettero ritirarsi senza nemmeno portar via i feriti urlanti. Il sarge si rivolse a te, quasi fosse stato telepatico e disse che il capitano si attendeva del fuoco di sbarramento ed i casi erano due. Od il plotone in ricognizione veniva attaccato in risaia salvando da una letale imboscata il resto della compagnia. Oppure il resto della compagnia sarebbe stata attaccata ma almeno un plotone si sarebbe potuto infiltrare con successo nelle linee nemiche. Scacciasti via il pensiero di quell'inferno che avevi visto nella risaia, era tutto merito della fortuna?, forse avevi finito tutta la tua fortuna il primo giorno di guerra?!. Idiozie!, la mente andava dove gli pareva, non c'era ne spazio ne tempo per queste superstizioni e comunque anche se fosse stato vero, ormai era fatta... Non c'era più tempo di pensare. Ti attaccasti alla cornetta della radio. -PAPABEAR, PAPABEAR, MAD DOG IN POSIZIONE, MI COPIATE? OVER-

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Per farla breve l'azione fu svolta e portata a termine prima della sera, un fottuto e dannatissimo colpo di mano, cazzo!, su quella merda secca di una piccola collina fottuta, sperduta chissà dove. Questa volta l'intel aveva avuto ragione!. Il risultato erano un paio di perdite causate da qualche granata ed altri 3 feriti lievi. Tenere la posizione, almeno per le prossime 12ore, il resto della compagnia ed un'altra in supporto, vi avrebbe raggiunto domani mattina al sorgere del sole. -Siamo fortunati, se non si muovono i nostri di notte, forse non lo faranno nemmeno i viets-dicesti al sarge a bassa voce. Lui commentò a mezza bocca con una smorfia italiofona-ha da passà nuttata!- Te non eri napoletano, ma italoamericano proprio come lui, ed anche se non eri di origini napoletane, l'espressione ci stava proprio bene. Ridesti amaro dicendo-Esattamente!Ordinasti così di trincerarsi in posizione difensiva a mezzaluna, e concordasti con il sarge (che era veterano e più esperto di te in combattimento), che forse... sì, insomma, era meglio attestarsi in difensiva seguendo il suo consiglio. Attestare le buche ad una ventina di metri più avanti rispetto alla vetta. Una ventina di metri poco più in basso rispetto alla vetta della collina, questo avrebbe dato un'insolito vantaggio tattico. Le braci ardenti delle postazioni avrebbero bruciato ancora per varie ore. Il fumo nero aveva marcato la posizione. Se la collina doveva essere tenuta, era meglio stare più in basso ed in avanti. -Minare con tutto quello che c'é! poi costruite buche, mi raccomando, buche ben distanziate tutto attorno alla vetta, in un semicerchio, buche disposte a forma di mezza luna!-. Chiamasti il comando d'artiglieria, dando le vostre nuove coordinate dell'unità. Cazzo, era meglio avvertire quei fessi, onde evitare di farsi sparare addosso da fuoco amico, qualora nella notte ci fosse stato da chiedere un fuoco di sbarramento all''artiglieria.

Poi corresti in basso, tenendo la mano sinistra sull'elmetto M1 e l'altra sull' M16, non ti fidavi proprio a lasciarlo in terra il fucile vicino all'operatore radio. Ti segnasti sulla mappa dove il sarge ed il plotone avevano minato la prima linea di difesa, con i 162


varchi di uscita e poi guardasti rapidamente il territorio con il cannocchiale. Giungla verde, fitta, erbas alta, ai bordi di un ruscello di un metro circa poi terreno abbastanza scoperto con dell'erba non troppo alta. Una cosa é la cartina, un'altra cosa il territorio, sempre meglio rendersi conto di persona da dove potrebbe passare il nemico. Tornasti rapidamente in collina e facesti un rapido giro per le buche del plotone controllando come era il morale del plotone. Nessuno aprì bocca o commentò. Il sarge, che però era la bocca e gli orecchi del plotone, disse che l'unità non aveva ancora capito che pesce eri, sì insomma senza offesa tenente, avevi troppo poca esperienza sul campo, eri stato mandato di rimpiazzo con gli le altre 2 reclute che però erano già morti. Non era stata colpa tua se mezza compagnia era stata falciata in ricognizione. Quella era stata una scelta del capiano. Il caso, la fortuna, anzi a dire del sarge, alcuni del plotone pensavano che il loro tenente fosse maledettamente fortunato. Sì perché a guardare i fatti tutto il plotone se l'era scampata senza un graffio dall'imboscata nella risaia. Poi i viets erano tutti morti arrostiti con il napalm e la collina era stata presa facilmente, solo 2 morti e qualche ferito leggero. I 2 morti erano dei fottuti rimpiazzi, quindi più liscia di così la cosa sinceramente non sarebbe potuta andare!. Alcuni del plotone fischiettavano la canzoncina –shouting on the hill of glory- in effetti era fottutamente azzeccata, dato il dannato contesto.

Ti accendesti una cicca, il sarge ti guardò ed in silenzio scosse la testa. Aveva ragione, la cicca accesa sul calare della sera sarebbe stata un'ottimo bersaglio, dicesti. Il sarge disse che era meglio risparmiare un pò di fortuna, almeno finché si sarebbe potuto. –Ok!, stare in buca, in silenzio, niente cicche accese, dare un'occhiata alle armi e state tutti con gli occhi bene aperti!, nella notte potrebbe esserci un contrattacco nemico!-. Questi erano gli ordini, da comunicare con un rapido passaparola di buca in buca. 163


Raggiungesti l'operatore radio che aveva quasi terminato di scavare, era tutto sudato e smoccolava come un turco, imprecando santi, madonne, e vari altri beati e non, tutti di un'anonima famiglia sino alla ventesima generazione. Appena ti vide, però fece silenzio. Entrasti in buca, prendesti la pala, iniziando a dargli una mano per allargare la buca . Sudato, assetato, accaldato, trafitto da molti pinzi di zanzare commentasti -questo caldo umido, gli insetti, fango… é proprio un posto di merda! questo!- non fà una piega, signore-disse l'operatore radio. Bevesti un pò d'acqua, poi la offristi all'operatore radio. Il quale non disse niente, ma sembrò aver apprezzato il fatto che una parte della buca l'avevi scavata pure te. Non lo disse, certo!, eri il tenente, ma l'apprezzò!. Lo capisti perché accettò la borraccia, bevve un piccolo sorso d'acqua, poi ti porse la borraccia assieme ad un paio di pastiglie per la potabilizzazione. Diceva che era sempre meglio tenerne qualcuna nel taschino, proprio come i profilattici quando si andava in licenza a Saigon, perché profilattici e pastiglie potabilizzatrici erano indispensabili tanto quanto le ammos. Il sarge dalla buca vicina si aggiunse alla conversazione surreale. Era affabile e simpatico, raccontò una barzelletta sconcia e divertentissima. Poi disse che dopo un pò a stare sul fronte, molti passavano dall'ilarità ad un viso scuro ed impenetrabile quasi sofferente, così in un baleno. Non ci avrei dovuto badare troppo. Il sarge disse che se la gente era chiusa e schiva era colpa della guerra. Insomma se il plotone mi fosse parso poco socievole era perché le reclute duravano poco. Le reclute duravano sempre troppo poco. Ed anche se te eri il tenente, eri parificato ad una recluta o poco più, quindi il sarge scurì in volto e chiuse la discussione dicendo che quando qualcuno muore, se non li conosci é più facile compilare le lettere ed i sacchi neri da spedire a casa. L'allusione al macello del primo pomeriggio, quando il terzo ed il secondo plotone sotto i colpi di mortaio erano finiti maciullati nell'imboscata, era evidente. Buttasti le gallette nel sacco, non ti andava più la cena. -Santa merda!- forse era il caso di dare un'occhiata all'M16, anche se avevi sparato si e no un solo fottuto caricatore, in tutto il pomeriggio. -maledizione!- un ci si capiva 'na sega di nulla in questo manuale di merda!, fumetti o non fumetti, olio lubrificante, molle, mollettine, cangilli, viti, sturini, aghi, percussori... Stendesti la fottuta coperta nella buca e non facesti nemmeno in tempo a finire di smontare il fucile che calò la sera. L'operatore radio rintanato in buca aveva le cuffie, sembrava si fosse fatto piccolo piccolo, ti guardava con uno sguardo preoccupato. Era calata la sera, non potevi accendere lo zippo, ne la pila per vedere i pezzi del tuo M16. Rimontasti al buio a tentoni il fucile, così come avevi imparato al corso. Anche se in cuor tuo sperasti di non esserti perso qualche fottutissima molla. Tirasti un colpo a vuoto nel buio per vedere se l'M16 funzionava, ma scopristi che il fucile s'era inceppato!. -Porca troia!-commentasti sbiancando… -É difettoso, signore!-commentò amaro l'operatore radio. 164


Difettoso o no? Forse ti eri perso qualche fottutissima molla rotolata da qualche parte in fondo alla buca in mezzo al fango, maledetta molla che era sgusciata via!. L'operatore radio ti guardò ancora più preoccupato, perché un fucile in più in buca avrebbe fatto comodo.

Oramai era buio, era proprio buio pesto, non c'era luna, i nemici iniziarono il contrattacco. Fischi sinistri di colpi di mortaio in arrivo stridevano nell'aria, seguiti da esplosioni poco sopra la vetta della collina. Raffiche pesanti di mitragliatrici granulavano la terra, fischiavano proiettili da tutte le parti. Traccianti bianchi e tante lucine rosse fiammeggianti rivelavano che la jungla ai margini della collina era gremita di vietkong. Sembrava si fossero aperte le porte dell'inferno!. -Maledetti ciancimpei!-urlasti. -sì signore!, però mirano in cima, in vetta alla collina!-

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Era vero!, in poco tempo la cima della collina s'illuminò dalle esplosioni come se qualcuno c'avesse acceso svariatì falò. Però nessun colpo di mortaio era caduto nei pressi delle buche difensive del plotone. I traccianti e le raffiche nemiche colpivano bersagliando la cima della collina. Il plotone era ancora in silenzio ed attendeva ordini. -tenente! gli rompiamo il culo a questi viets o cosa?-chiese il sarge.

-No!, non sparate!, chiedo del fuoco di sbarramento all'artiglieria!-rispondesti. Il sarge rise grasso-ben fatto signore, per cena ci sarà viets arrosto!-. Il marconista chiese rannicchiato nella sua buca il supporto all'artiglieria e presto iniziarono a piovere bombe nella giungla prospiciente ed oltre i margini del ruscello. Un centinaio di metri in basso ai piedi della collina iniziò a piovere un altro inferno. Boati e fiamme un pò ovunque, la terra tremava come se fosse stata scossa da un terremoto che proveniva dalle viscere della terra. Dopo poco un nugolo di vietkong uscì correndo dalla boscaglia urlando; iniziarono a passare il fiume, probabilmente volevano dare l’assalto alla collina. Continuasti a tirare ripetutamente il dannato estrattore dell'M16 per cercare di farlo funzionare, ma non c'era verso di sbloccare quel fottutissimo fucile. –cazzo é sempre inceppato!-gridasti rivolgendoti al marconista, il quale non capì quello che andavi dicendo perché era troppo impegnato a parlare alla radio orientando un doppio fuoco di sbarramento. Tra le esplosioni dell'artiglieria vietkong, l'artiglieria alleata, gli spari delle mitragliatrici, merda santa!, non ci si sentiva quasi da quì a lì. Quando saltarono per aria le prime mine antiuomo disseminate a difesa delle buche, il plotone aprì automaticamente il fuoco dando un'inatteso benvenuto ai viets. Avevi l'adrenalina a mille, la salivazione azzerata, con tutto quel rumore era difficile pensare; il buio, le esplosioni, il fumo, la polvere, il fucile inceppato… merda santa!, era difficile persino capire cosa cazzo stava succedendo!. Come andava la fottuta 166


battaglia? Difficile dirlo, specie se si teneva la testa di poco sollevata dai margini della buca, la notte senza luna non permetteva una grande visibilità nonostante i lampi delle esplosioni. Prendesti dalla fondina la tua pistola, tirando il cane dicesti –santa merda!, speriamo non s'inceppi pure questa!-

Cazzo!, c’era solo da prendere e tenere una piccola collina, una fottuta piccola collina poco importante. […]

http://beemp3.com/download.php?file=1548008&song=Shoutin%27+On+the+Hills

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19. Etichette sul pacco & imballaggio. Quando accade un grande evento umano o socioculturale con un rileante impatto dalle dimensioni storiche, dove è coinvolta tutta l'umanità od una sua grossa porzione, spesso accade che si ha un'emissione d’emozioni a livello planetario. Tali emozioni attualmente la scienza non ha gli strumenti per poterle misurare in termini di volt, ampere, joule o watt, salvo rilevarle come una variazione statistica nell'emissione di numeri casuali.

Tali "energie emoziocognitive" filtrano fisiologicamente come l’acqua dentro ad un colapasta, passando dall'increspatura spaziotemporale flottando avanti ed indietro nello spaziotempo. Le emozioni,i ricordi,le sensazioni, le memorie, Jung ne intuì l’esistenza definendo l’insieme "incoscio collettivo". Tali essenze“riecheggiano” nello spaziotempo come un’esplosione, un’onda il cui fallout emozionale in parte piega verso una freccia positiva del tempo (si pensi a guerre, disastri, terremoti, maremoti… le cui immagini o ricordi destano a distanza di tempo sempre turbamento anche nei testimoni indiretti che ne apprendono la dinamica passata). Un’altra parte del fall-out emozionale ricade all'indietro del tempo, con freccia temporale negativa, finendo per essere percepita da moltissime persone come premonizione. Queste persone in uno spaziotempo lontano e precedente rispetto all’evento fonte, hanno difficoltà oggettive a razionalizzare la loro insolita percezione. Le circostanze irrazionali appaiono loro infatt fuori dal loro contesto storico conosciuto, le informazioni recepite sembrano prive di un’apparente logica. In breve, si può dire che ogni qual volta nella storia umana si verifichi un evento traumatico di carattere collettivo tale da scatenare uno shock emozionale sociale, allora si ha il rilascio d’intense e fortissime emozioni collettive, le quali s’infiltrano nelle increspature spazio-temporali, saturando l’incoscio collettivo, causando conoscenza per osservatori di un evento passato e fenomeni di premonizione per paritetici osservatori nel passato. Bene!, che cosa circa la WWIII del [2050-ε ,2050+ε]?! Santa merda!, avete vissuto letterariamente squarci di futuro, adesso qualche fottutissima cosa la dovreste sapere, o no?!

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