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✔ Note
Legalesi.
Il webmaster 6502 & Terminetor Magnetico ha costruito nel testo una parodia in multitrama breve, di qualche racconto di fantascienza in stile anni cinquanta, narrazione ricca di cazzate tonanti, il cui obiettivo é divertire ed intrattenere il lettore in una lettura non impegnativa. https://www.youtube.com/user/steamer111717/videos In nessun caso sono collegate le persone, enti, organizzazioni e quant'altro citato direttamente od indirettamente nel testo. È importante tenere presente che ogni riferimento esplicito od implicito a fatti o persone, enti, organizzazioni, eventi, circostanze future o presenti o passate che taluni lettori possono riconoscere od associare è del tutto casuale ed immaginario. L'ebook.pdf è no-profit, l’autore non persegue nessuno scopo di lucro o profitto diffondendo online il materiale assemblato. Il volume è liberamente stampabile in tutto od in parte, è inoltre distribuibile senza alcuna limitazione legale, purchè non ne sia alterato il suo contenuto e siano rispettate le condizioni di Copyleft(by-nd-nc) A tale proposito ricordo che questo documento non è un sito d'informazione e nemmeno un risultato di un prodotto editoriale, l'ebook in PDF non contiene immagini di qualità, per cui la resa grafica dovrebbe essere alquanto limitata. L’ebook dovrebbe essere facilmente stampabile ed intuitivamente rilegabile o spillabile in un vero libro già correttamente impaginato. Le immagini non dovrebbero essere coperte da copyright, le ho trovate con google.images e le ho lasciate in RGB a 96dpi per complicare la stampa. E’ possibile che altre foto reperite con google.images io le abbia sintetizzate artificialmente mantenendo l’RGB per gli scopi letterari, oppure degradate in scala di grigio. In ogni caso le fotografie restano di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... Non è "garantita al limone" la resa grafica ed il processo di stampa di cui ogni utente ne assume la piena responsabilità. Il webmaster non si assume la responsabilità della completezza dell’informazioni pubblicate, dei problemi, danni di ogni genere che eventualmente possono derivare dall'uso proprio od improprio di tale file, dalla stampa, dall'interazione e/o download di quanto disponibile online. Tutti i marchi, loghi, organizzazioni citati direttamente od indirettamente sono di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... tutelati a norma di legge dal diritto nazionale/internazionale, bla, bla, bla... legalmente registrati ecc... sì insomma dai!, non dite che non avete capito!.
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retro”
“Il dottor Quatermenga e l’astronave dell’imper Imnika ” stampato il 5/1/2015 release (v1.0) è in COPYLEFT(BY-ND-NC)
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Il principio.
Quando il dirigente della British Petroleum atterrò con il suo C47 in un luogo imprecisato del Sahara, chiamato urgentemente dai tecnici che stavano scavando un pozzo di prospezione, non riuscì ancora a credere a quello che vedeva!. La forma di una “flying saucer” spuntava dalle rocce in una zona desolata ed arida. Lontani mille miglia dalla civiltà, spersi in mezzo al nulla, i tecnici della sua azienda avevano fatto una scoperta che era molto più preziosa di un pozzo di petrolio oppure di un giacimento di gas naturale!. Il primo oggetto era piccolo, non aveva segni d’usura, forse poteva essere atterrato di recente?!. Era stato dissotterrato a mano, usando pale e picconi, togliendo i detriti che lo ricoprivano. Emetteva un forte campo magnetico tale da distorcere le bussole ed attrarre oggetti di metallo in un raggio di cinquanta metri!. Era così che l’avevano scoperto!. I tecnici avevano visto animarsi di moto proprio pale, picconi, chiodi e bulloni, cavi di metallo e sbarre di ferro. Questi manufatti, si erano tutti accatastati silenziosamente sopra una collina di sabbia e sassi!. Il team della BP, incuriosito prese a scavare intorno al misterioso sito, scoprendo la “flying saucer” che a prima vista, non presentava segni d’usura oppure danni da UFO crash!. -Da quanto tempo é rimasta sepolta?! E poi perché non potrebbe essere un satellite americano caduto, oppure una sonda russa, che finita fuori controllo sia precipitata nel Sahara? Il vento e la sabbia del deserto, potrebbe averla ricoperta con il tempo!- commentò l’amministratore della BP. -Improbabile signore, c’erano almeno 3 metri di sabbia e sassi sopra l’oggetto, inoltre questo strano coso é identico ad un altro oggetto, molto più grande e molto più strano, che ha misteriose proprietà! L’abbiamo scoperto dietro quella collina, a poco meno di un centinaio di yards da quì!- risposero i tenici. -Un altra flying saucer ricoperta dalla sabbia?!-No!, signore! è una flying saucer schiantata a terra! Stiamo togliendo la sabbia che le é intorno, abbiamo anche già scoperto un misterioso lungo corridoio triangolare, che forse conduce a dei criptici locali sotterranei!-Anche quest’altro oggetto ha proprietà magnetiche come una calamita?!-
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-No! Signore, é molto più potente!, non attrae il metallo come l’oggetto più piccolo. Però dietro la collina non si riceve alcun segnale radio, le bussole impazziscono, lo deve vedere! perché é veramente qualcosa di straordinario!-
Un’enorme “flying saucer” inclinata e conficcata nel terreno, era di un color alluminio e brillava al sole. L’oggetto ricoperto da un pò di sabbia sui lati, pareva incastrato brutalmente in un’enorme cratere colmo di sabbia, di un colore leggermente rosato, che non sembrava essere simile ai detriti presenti nel terreno circostante. -Deve essere stato un bel botto!- esordì ammirato l’amministratore della British Petroleum, osservando estasiato il grosso reperto alieno. -Signore!, non sembra un cratere d’impatto, perché é decisamente troppo piccolo!- rispose uno dei tre geologi –Al contrario, ha tutta l’aria d’essere una caverna artificiale!, é ricoperta di sabbia rossastra molto sottile. Probabilmente é roccia triturata proveniente dal sottosuolo. Non é la stessa sabbia portata dal vento che troviamo facilmente in superficie!. Abbiamo già iniziato a togliere questa polvere rossastra, abbiamo scoperto un possibile vano d’accesso di forma triangolare, che conduce ad un corridoio di un qualche misterioso locale sotterraneo!-Da quanto tempo pensate che sia lì?!- chiese preoccupato l’elegante avvocato. -Non ne abbiamo idea!, ma sotto la sabbia nella grotta ed accanto al disco, sui lati della caverna... come può vedere!... beh! ci sono molti dipinti antichi! sono occhio e croce dell’età della pietra, all’epoca in cui il sahara era verde. Tali dipinti non sembrano essere danneggiati!. La mia idea é che probabilmente il CRASH della “Flying saucer” é precedente a tali pitture, altrimenti tali antichi dipinti si sarebbero danneggiati nell’urto!-
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Una questione per il Dottor Quatermenga.
-Non é possibile!- esordì sibillino il dottor Quatermenga –le distanze siderali sono troppo elevate per sostenere i viaggi spaziali, gli alieni non possono arrivare sin quì sulla Terra, quell’oggetto deve essere un satellite russo oppure americano– Nella saletta londinese, presso la sede del servizio segreto inglese Mi6, erano stipati un pingue numero d’accoliti ed esperti con alte clearance, intenti a visionare la proiezione dei filmati dell’eccezionale scoperta fatta qualche giorno fà, dal team della BP nel profondo Sahara. -E’ certamente un satellite americano!- esordì nuovamente il dottor Quatermenga –Anzi!, io penso proprio che siano due satelliti probabilmente americani, che sono precipitati nel deserto, c’é una corsa spaziale tra USA ed URSS questo lo sa tutto il mondo!-Non é roba nostra!- rispose con accento americano, l’osservatore che sedeva poco dietro il professor Quatermenga –Glielo posso garantire al limone!, quella fottuta flying saucer... non é made in USA!- terminò laconicamente il pelato ed occhialuto capo della CIA. -Allorà sarà qualche componente di uno stadio di un missile russo, derivato dalle V2 naziste!- commentò acido il professor Quatermenga, che si era voltato per rispondere a tono all’interlocutore americano. -No!, i pezzi di uno stadio di un missile sono rottami di ferro, inoltre i satelliti russi non emettono distorsioni magnetiche così forti come quelle registrate dai due oggetti!. E’ corretta la valutazione del tecnico della BP, come mostrato nel filmato, l’UFO crash é probabilmente molto antico, sicuramente precedente all’epoca della pietra!. Altrimenti le pitture rupestri presenterebbero dei danni!-Mmmhhh... dovremmo avvertire la comunità scientifica e dar vita ad un team multidisciplinare ed internazionale, per studiare questi complessi artefatti alieni sotto ogni punto di vista!. Serviranno molte menti! inoltre é una grande scoperta che riguarda tutta l’umanità!- commentò pensoso, il dottor Quatermenga. Prese la parola il primo ministro inglese, che interruppe bruscamente le considerazioni del noto accademico inglese –No!, abbiamo deciso di concerto
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con il presidente degli Stati Uniti, che terremo la faccenda segreta!. Lo shock culturale che ne deriverebbe, potrebbe essere pericoloso!. Si ricordi cosa accadde una manciata di decenni fà, nella futile trasmissione radio “la guerra di mondi” negli Stati Uniti!. Una dichiarazione al mondo di questo genere, avrebbe un severo impatto sull’economia, sull’ordine pubblico e sulle istituzioni democratiche!. Un caos che potrebbe colpire solo i paesi della NATO dove c’é più libertà di stampa, rispetto ai paesi della cortina di ferro, dove notoriamente le notizie sono censurate!. Un caos che si potrebbe aspergere nell’occiddente come un veleno mortale, di cui la Russia potrebbe avvantaggiarsene per lanciare un attacco alla NATO. Inoltre dobbiamo valutare se quest’antica cultura aliena sia una minaccia per la Terra, oppure no!. Potremmo sfruttare il vantaggio di molte scoperte scientifiche, studiando gli apparati alieni. Non possiamo coinvolgere i russi a causa della guerra fredda tra NATO e Patto di Varsavia. In primis i Russi potrebbero non credere alla faccenda. Inoltre, non possiamo fidarci dei Russi: le scoperte scientifiche dello studio delle Flying saucer, potrebbero essere usate dal Patto di Varsavia per costruire armi da rivolgere contro l’Alleanza Atlantica!-Ma se esiste una minaccia aliena...- obiettò il professor Quatermenga –Se esiste, un’antica minaccia aliena... – puntualizzò di nuovo il professore -Allora é una questione che riguarda tutta l’umanità!, non solo la NATO, questo fa entrare in gioco anche la Russia e la Cina!. Inoltre dietro la cortina di ferro, vi sono molte menti scientifiche fervide, che non possiamo e non dobbiamo estromettere da questa scoperta, che é del genere umano e non appartiene al mondo Occidentale!Il primo ministro inglese scurì in viso diventando di un color rosso porpora, quindi con tono di voce fermo proclamò –Quatermenga! Si attenga a quanto ha deciso il governo di sua Maestà!. Per il momento abbiamo concertato con il governo degli Stati Uniti, di tenere segreta tutta questa faccenda!. La Flying saucer più piccola é già stata trasferita prontamente nell’Area 51 negli USA, i quali avendo più risorse di noi britannici, hanno preso l’iniziativa per il bene dell’Alleanza Atlantica e con il consenso del governo di Sua Maestà!. Abbiamo già assemblato un ristretto team di scienziati e specialisti americani ed inglesi, per esplorare il disco alieno e la base aliena sotterranea. Il disco alieno é molto più grande e non sappiamo se o come potrà essere spostato, per studiarlo in sicurezza altrove!Il primo ministro fece una breve pausa, poi con voce più calma continuò rivolgendosi ai presenti della piccola saletta -Vostro compito sarà quello di valutare la tecnologia aliena, mi raccomando dottor Quatermenga! Approfondisca tutta la facenda, valuti bene i rischi di potenziali minacce per la Terra!. Se non ce ne saranno... beh!, allora é già stato deciso con il governo USA, che terremo l’incidente nel deserto del Sahara segreto!. Il mondo non saprà mai niente!. Altrimenti... se mai esisteranno delle minacce reali e presenti per la Terra... beh!, le prometto dottor Quatermenga che sarà mia
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cura, in un secondo momento... far pressione sugli alleati americani, perché anche i Russi siano parzialmente informati della pericolosa circostanza!. Al momento il governo di sua Maestà ed il governo americano, giudicano pericoloso, sbagliato e totalmente prematuro, coinvolgere i russi in questa faccenda! Quindi, dottor Quatermenga ci siamo compresi?! L’incidente nel deserto é Top Segret-Sì primo ministro!- rispose annuendo lo scienziato britannico. Il capo dell’Mi6 prese la parola, spiegando gli ultimi aggiornamenti della situazione. Due compagnie di paracadutisti, una inglese ed una americana, erano state aviolanciate in pieno deserto, per creare una fascia di sicurezza attorno al grande oggetto alieno.
Poiché il ritrovamento era in mezzo al Sahara presso una località molto distante da ogni oasi conosciuta, dato che sino a quel momento la Flying saucer non era stata scoperta da nessuno, si riteneva che la probabilità che la stampa mondiale oppure delle carovane locali potessero entrare in contatto con l’oggetto, fossero eventi molto remoti!. La BP aveva firmato un accordo di segretezza così come il Team di perforazione, che era sempre sul posto con le proprie attrezzature di scavo. Le due compagnie di militari avevano avuto l’ordine di schierarsi in una cintura di sicurezza attorno all’oggetto, evitando ogni potenziale rischio. Gli aerei da trasporto americani C119 vagoni volanti, avevano trasportato anche un piccolo manipolo di tank leggeri M3 Stuart e qualche pezzo d’artiglieria. I britannici in rinforzo, avevano dispiegato sul campo anche un’unità di mortai pesanti e mine anticarro e molto esplosivo ad alto potenziale, onde fronteggiare potenziali rischi imponderabili. Altro non era possibile spostare con così poco preavviso e con un piccolo ponte aereo. Maggiori forze dispiegate sul terreno, avrebbero necessitato un ponte aereo più vistoso, rischiando d’allarmare i servizi segreti russi. C’era anche un piccolissimo numero di Super Costellation, quadrielica americani di grande autonomia, che atterravano regolarmente nel deserto per scaricare acqua, viveri, munizioni, tende ed equipaggiamenti scientifici. Il fine era quello di mantenere operative le unità rapidamente dispiegate nel sahara, nonchè entro 8 ore, rendere operativa una piccola base scientifica molto ben attrezzata, per supportare lo studio in loco della misteriosa “flying saucer”. La missione denominata “Il vaso di Pandora” era segretissima e sotto l’egida della CIA e dal Mi6 nessuna comunicazione doveva provenire sui canali radio ancorché fossero criptati. Ogni ulteriore necessità non pianificata doveva
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essere comunicata a voce agli ufficiali di collegamento, che sarebbero stati a bordo dei pochi aerei che gestivano il piccolo ponte aereo. Ciò avrebbe evitato ogni rischio d’insospettire i servizi segreti Russi che erano costantemente in ascolto, monitorando il volume del traffico criptato americano ed inglese. Ovviamente ogni partecipante civile, avrebbe dovuto firmare un accordo di riservatezza, questo documento lo avrebbe vincolato a vita nel mantenere il più assoluto riserbo e segretezza, su tutta la faccenda. Il team scientifico che sarebbe subito partito per il sahara, era composto da: • Il dottor Quatermenga, eminente astronomo e fisico britannico, questi era il capo spedizione, dato che l’oggetto alieno era stato scoperto da una società britannica e gli americani avevano già trasferito presso gli USA, l’artefatto alieno più piccolo. • Il dr. McDouglas Tom, noto archeologo britannico, laureato in lettere antiche. • La dottoressa Eve Lynn, ricercatrice di fisica sperimentale ai Fermilab. • Donaldson Jimmy Junior, un eminente chimico/biochimico americano. • L’ingegner aereonautico Dyson Enry, capo della divisione progetti alla British Aerospace Engineering. • L’ingegnere elettronico Lampone Robert, capo della divisione progetti presso la società americana Lockeed-Martin. • Il dr. Lang Ernest un noto patologo americano, esperto di malattie rare. Come consulenti militari, sarebbero stati aggregati al Team: • Il Capitano Cable Jim, della 89th divisione americana, veterano della WWII. • Il Capitano Tires Samuel, Royal Marines veterano della guerra del deserto.
Dopo un lungo volo su un supercostellation, il piccolo team scientifico arrivò presso la base segreta nel sahara, dove vi trovò varie tende e molti strumenti scientifici, diligentemente disposti in un grande tendone all’aperto. Per ragioni di sicurezza, i consulenti militari imposero il vincolo che la ricognizione agli artefatti alieni, doveva essere intrapresa uno scienziato alla volta, sotto scorta.
Nel
prossimo quarto d’ora interpreterai virtualmente il ruolo del professor Quatermenga, prendendo decisioni sul campo: chi entra per primo nell’astronave e nei corridoi della base aliena sotterranea?! Te medesimo, il dottor Quatermenga con i due consulenti militari, vai a pag.15 Il dottor McDouglas, con i due consulenti militari, vai a pag.12 la dottoressa Eve Lynn, con i due consulenti militari, vai a pag.26 il dottor Donaldson, con i due consulenti militari, vai a pag.24 L’ingegner Dyson, con i due consulenti militari, vai a pag.22 L’ingegner Lampone, con i due consulenti militari, vai a pag.22 Il dottor Lang, con i due consulenti militari, vai a pag.24
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La ricognizione del dottor McDouglas.
Il corridoio sembrava scavato nella pietra, pavimento e mura di granito, con un’inclinazione di circa 45 gradi, i grandi massi da 80 tons l’uno erano lisci e ben levigati, nelle fessure non c’era verso d’infilarci nemmeno la lama di una baionetta!. Un incredibile lunghissimo corridoio di oltre 100 metri, leggermente in pendenza di 10° gradi verso sud, con una struttura architettonica di forma triangolare si dischiuse agli occhi dei tre esploratori. Sotto terra la bussola tornò a funzionare, essendo scomparse le distorsioni magnetiche prodotte dalla Flying saucer. -Mai vista una struttura architettonica così- commentò McDouglas estasiato, alla vista di tale magnificenza. –Ricorda vagamente l’anticamera del Re nella piramide di Gizah, anche se obiettivamente le forme e la pulizia stilistica di questa architettura triangolare, é completamente diversa!I due militari (che erano armati sino ai denti) si guardarono negli occhi e non dissero niente, presero ad illuminare il lungo corridoio, con le loro grandi torce elettriche per squarciare il criptico buio. Lo scienziato britannico era specializzato in lettere antiche, procedeva estasiato con un passo lento, osservando le pareti inclinate a 45 gradi, accarezzando gli enormi massi di granito che erano perfettamente levigati come il vetro, nonché privi di qualsiasi iscrizione od ornamento. Dopo una ventina di metri l’archeologo si fermò, s’inginocchiò a terra per osservare alcuni grandi segni tracciati sul pavimento. Illuminato dalla torcia elettrica di uno dei due militari, prese a stendere per terra un grosso foglio di carta velina, poi con un pezzo di grafite, l’archeologo rapidamente iniziò a prendere un calco improvvisato delle iscrizioni aliene, che si trovavano scolpite sul pavimento. -Cava III dell’impero Imnika- disse l’archeologo –E’ scritto in un antico dialetto egizio, ma perfettamente leggibile, le iscrizioni sono fantastiche e conservate alla perfezione, quasi come fossero state fatte oggi! E’ stupefacente, incredibile!. Mai sentito il nome di tale civiltà, nei miti della storia umana!-Impero Imnika...- commentò il capitano Cable della 89th aviostrasportata mentre storse la bocca e scrutò preoccupato con la torcia, il lungo e buio corridoio che continuava silente verso sud. –Santa merda!, non vi pare che
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suoni dannatamente un pò di roba militare... forse stiamo per sbattere il naso davanti ad una reale e presente ed antica minaccia aliena?!-Forse... ma c’é da dire che il termine impero potrebbe essere anche sinonimo di regno- aggiunse l’archeologo britannico, mentre continuava febbricitante a colorare con la grafite, il bel calco del pavimento che compariva sul grande foglio di carta velina. -E’ meglio se stiamo uniti, ci metteremo più tempo a dare un’occhiata tutto quà attorno, ma nessuno deve sganciarsi dalla corda di sicurezza che il professor Quatermenga ci ha dato!- Il royal marine indicò la corda a cui lui stesso era legato, fungeva da cordone di sicurezza, a cui tutti e tre gli esploratori erano agganciati, con una tolleranza di un metro circa. Lo scienziato ripiegò il grande foglio di carta velina e lo ripose nella borsa della tracolla, poi i tre tornarono a camminare lentamente, percorrendo il lungo e silenzioso corridoio. Dopo circa una diecina di minuti il piccolo manipolo d’esploratori si trovò di fronte ad un’enorme porta di pietra che era serrata. Sul grande portone a due ante, di forma triangolare, in diorite, con un megalitismo sproporzionato, l’archeologo tradusse gli antichi geroglifici toccandoli con la mano. –Stanza del centro... sala del potere, oppure... stanza dell’autorità anzi... direi più stanza del controllo!– poi esagitato, prese un secondo foglio di carta velina, ed iniziò a prenderne il calco. -Bingo!, sala del potere o stanza del controllo... da l’idea... di una sorta di centro di comando di questa antica base aliena!- esordì il paracadutista americano mentre con la torcia illuminava il buio e lungo corridoio vuoto, che si ergeva con direzione nord, silenzioso, alle spalle dei tre esploratori. -Controllo di cosa?!- chiese enigmatico il militare inglese, mentre faceva luce con la sua torcia, sull’iscrizione che l’archeologo stava ricalcando sul proprio foglio. –Quì dentro é tutta roccia di granito e non abbiamo ancora trovato nessun dispositivo tecnologico, fonti di energia, apparati automatici, non c’é niente di niente, a parte la grande flying saucer conficcata nella caverna!- continuò il militare inglese. -E’ vero!- rise sarcastico l’americano –Bisognerà aprire questa dannata porta di pietra, giusto per vedere che diavolo c’é in questa fottuta sala del controllo!-Questa porta sarà difficile aprirla- commentò laconico l’archeologo inglese –é in diorite, non sappiamo quanto é spessa. Sconsiglio d’usare dell’esplosivo in questa struttura, quindi dovremmo provare a bucare la porta usando dei trapani e non sarà una cosa semplice e neppure rapida!-Va bene!, va bene!... torniamo indietro a riferire al dottor Quatermenga, tanto quì dentro non c’é altro! a parte quel lungo corridoio triangolare di granito che termina davanti a questo enorme portone di diorite, chiuso! Torna a pagina 10
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La ricognizione del dottor Quatermenga.
Il corridoio alieno sembrava scavato nella pietra rocciosa, pavimento e mura di granito, con un’inclinazione di circa 45 gradi, i grandi massi da 80 tons l’uno erano lisci e ben levigati, nelle fessure non c’era modo d’infilarci nemmeno la lama di una baionetta!. Un incredibile e lunghissimo corridoio di oltre 100 metri, leggermente in pendenza di 10°gradi verso sud, con una struttura architettonica di forma triangolare, si dischiuse ai vostri occhi!. -Mai vista una struttura così!- commentasti –Ricorda vagamente, un po’ l’anticamera del Re nella piramide di Gizah, anche se la forma triangolare del soffitto di questa struttura é strutturalmente diversa!I due militari (che erano armati sino ai denti) si guardarono negli occhi e non dissero niente, presero ad illuminare il lungo corridoio, con le loro grandi torce elettriche, che squarciarono il buio del criptico corridoio. Procedesti estasiato con un passo lento, osservando le pareti inclinate a 45 gradi, accarezzando gli enormi pietroni di granito che erano perfettamente levigati, nonché privi di qualsiasi iscrizione od ornamento!. Dopo una ventina di metri ti fermasti: in terra c’erano alcuni grandi segni, erano enormi geroglifici tracciati sul pavimento, incomprensibili come caratteri e significato per i tuoi studi, potevano ricordarti un’antica scrittura egizia. -E’ meglio se stiamo uniti, ci metteremo più tempo a dare un’occhiata quà attorno, ma nessuno deve sganciarsi dalla corda di sicurezza!- disse il royal marine indicando la corda a cui era legato e che fungeva da cintura di sicurezza, a cui tutti gli esploratori erano vincolati, con una tolleranza di un metro circa. Il militare americano scartò una gomma da masticare, gettò la carta per terra e commentò –Sì, direi che é una buona idea!Dopo circa una decina di minuti, vi trovaste di fronte ad un’enorme porta di pietra che ostruiva il passaggio. Sul grande portone a due ante, di forma triangolare, in diorite, con un megalitismo sproporzionato, c’erano altri antichi geroglifici. -Chissà cosa diavolo c’é dietro questo portone di pietra!- esordì il paracadutista americano, mentre con la torcia illuminava il lungo e buio corridoio vuoto, che era alle vostre spalle.
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-Bella domanda!- rise il royal marine inglese mentre illuminava con la sua torcia il grande portale –Bisognerà aprire questo portone, per vedere che c’é nascosto quì dentro!-Quì dentro, é tutta roccia di granito! e non abbiamo ancora trovato nessun dispositivo tecnologico, fonti di energia, apparati automatici, non c’é niente di niente, a parte la grande flying saucer conficcata là fuori!- replicasti, mentre ispezionavi emozionato e febbricitante la parete aliena, in cerca di un qualche congegno automatico che potesse comandarne l’apertura. -Questa porta sarà difficile aprirla!- commentasti laconico –E’ diorite, non sappiamo quanto é spessa. L’unica soluzione rapida, potrebbe essere provare con una carica d’esplosivo, ma temo di danneggiare l’antica struttura aliena!-Esplosivo ad alto potenziale a carica cava!- rise il capitano Cable –Rischio nullo alla struttura, signore, noi della 89th lo abbiamo portato con noi, possiamo provare a fare una grossa breccia per vedere che diavolo c’é dietro, questa fottuta porta di pietra!-Non ci saranno schegge che potrebbero danneggiare il contenuto posto nella sala che é ermeticamente chiusa?!- chiedesti enigmatico. Il capitano Cable alzò gli occhi al cielo, storcendo la bocca, mentre masticava la sua gomma, quindi commentò laconico –Beh! signore, una dannata carica cava é una fottuta carica cava... qualsiasi cosa che sta dietro questa merda di porta... sarebbe investita da una bella scarica di schegge di pietra oltre che da una grossa onda d’urto!. E’ garantito al limone che il botto farebbe una grossa breccia, grande a sufficienza da farci passare un’uomo, però non garantisco per quello che sta dietro la porta!- Poi mentre si sollevava l’elmetto M1 con la mano destra, il militare aggiunse –Signore, la mia valutazione é che se aspettiamo di risolvere l’enigma, trapanando questo dannato portone di diorite, ne verremo a capo solo quando gelerà l’inferno!Il capitano dei Royal marines aggiunse -Signore, il capitano Cable ha probabilmente ragione, non abbiamo trovato niente in questo lungo corridoio ad eccezione di grandi pareti di granito, portoni in diorite e qualche iscrizione: la tecnologia aliena é forse reperibile solo sulla grande flying saucer, che é là fuori!. Il fattore tempo é determinante, i russi potrebbero mandare qualche ricognitore nel deserto, dobbiamo sapere che c’é dietro questo portale di pietra! -
Che cosa fai, metti l’esplosivo a carica cava ad alto potenziale per aprire una
breccia nel grosso portale di diorite, oppure attendi di far breccia nella struttura usando un trapano elettrico, per evitare danni a quello che potrebbe esserci nella camera aliena sigillata?! Se metti l’esplosivo ad alto potenziale a carica cava, vai a pag.20 Se usi il trapano per aprire una grossa breccia nella porta di diorite, vai a pag.18
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Missione conclusa.
A bordo del super costellation in volo verso la Gran Bretagna, terminavi di scrivere a macchina il tuo rapporto sulla missione “Vaso di Pandora”. Il governo britannico non ti aveva autorizzato a spedirti nel deserto i macchinari elettrici ed i trapani speciali, che sarebbero stati necessari per provare a trapanare il portale di diorite, che ostruiva il lungo corridoio alieno. Mentre te avevi investigato il corridoio alieno, l’ingegnere americano ed inglese erano riusciti a stimare il peso dell’astronave aliena, avevano concluso che poteva essere estratta dalla sabbia, usando almeno quattro dirigibili della marina. L’Us Navy spedì questi mezzi dagli States e nell’arco di una diecina di giorni arrivarono sul posto. Sollevarono l’UFO alieno che era stato coperto ed impacchettato per l’occasione, con un grande telone nero. Trasportarono l’oggetto verso Ovest, l’operazione fu fatta prevalentemente di notte e quasi nessuno fece caso al fatto che c’erano quattro dirigibili americani che sorvolarono per breve tempo il deserto del sahara. I mezzi lasciarono di notte le coste del Marocco, poi scaricarono il grosso pacco su una supercarrier americana, scortata da un solido gruppo navale alleato. La gigantesca e misteriosa incerata nera, fu stoccata prudentemente nell’hangar principale. L’accesso alla base aliena sotterranea, fu coperto con un enorme tappo di legno ed un telo mimetico. Grossi barili di metallo verniciati di giallo e pieni di sabbia, marcarono la posizione. Il governo americano e britannico ebbero a decidere che l’ispezione dentro la sala di controllo aliena, si sarebbe svolta in un secondo momento. Era forte il timore che i Russi stessero organizzando qualcosa: dopo il trasporto eccezionale che era stato completato in gran segreto ed in gran fretta, si ebbe un forte incremento delle trasmissioni radio criptate alleate a cui immediatamente seguì un incremento del traffico radio criptato, russo!. Il racconto termina quì, torna a pagina 1
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La minaccia dell’impero Imnika.
L’esplosione fu forte e potente, al punto da fare un grosso buco, tanto da permettere a due uomini di passare senza problema dal varco nella roccia. Entrarono nella sala i due militari e poi a ruota, entrasti anche te nella sala aliena. I due militari furono folgorati da raggi di color verde che provennero da alcune statue nere con forma antropomorfa, che misteriosamente presero ad animarsi. Mentre osservavi impietrito dalla paura ciò che era accaduto, nella grande sala ovale, in mezzo notasti una grande campana di bronzo con molti simboli sconosciuti. Si accese la luce sul soffitto, nella grande sala comparvero dalle pareti tre robot a forma di saliera, uno di questi emise un raggio verde che t’immobilizzò sul colpo, lasciandoti come una statuta di sale. Come era possibile che la base aliena risalente ad un periodo preistorico, fosse ancora attiva?! Era davvero corretta la datazione preistorica che era stata imputata alla base aliena, oppure questa struttura era stata costruita in tempi recentissimi?! Questi erano gli enigmi che ti frullavano in testa, dato che potevi ancora pensare lucidamente, ma non potevi muoverti!. I robot a forma di saliera presero a recarsi in fila indiana e silenziosi verso il lungo corridoio, gli seguirono le statue scure che marciavano in modo marziale. L’invasione dell’impero Imnika era cominciata!, fu questo l’ultimo pensiero che ti sovvenne prima di essere folgorato da un raggio verde che scaturì da un foro della sala, mentre i molti macchinari alieni presenti nella grande sala ovale, avevano molte luci lampeggianti, ma stranamente non emettevano nessun rumore!. Il racconto termina quì, torna a pagina 1
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Il trasporto della Flying saucer: missione conclusa!
I due ingegneri non si volevano curare del misterioso corridoio sotterraneo, non era questo il loro campo di studi, si misero quindi a misurare il disco alieno e dopo aver fatto qualche rapido calcolo, inferendo la profondità in cui era penetrato il disco nella sabbia, dopo aver svolto qualche esperimento empirico, i due tecnici stimarono il peso dell’astronave aliena!. A loro giudizio la Flying saucer poteva essere estratta dalla sabbia, usando almeno tre dirigibili della marina. Non c’erano emissioni elettromagnetiche nelle onde radio, nessuna emissione di raggi X o gamma. Mettere in sicurezza l’astronave, trasportandola altrove, in un posto più sicuro in cui sarebbe stato possibile studiarla, questa era a loro avviso la priorità principale!. Il mezzo alieno, a dire della dottoressa Eve Lynn produceva un forte campo magnetico oppure dell’antigravità. In un raggio di mezzo metro dalla Flying saucer, infatti persone e cose levitavano senza pericolo, galleggiando nell’aria e vincendo la forza di gravità terrestre!. Una volta disincastrata dalla sabbia a giudizio dei due ingegneri, sarebbe stato facile trasportare l’astronave altrove!. L’Us Navy spedì quattro dirigibili dagli States e nell’arco di una diecina di giorni arrivarono sul posto. Sollevarono l’UFO alieno che era stato coperto ed impacchettato per l’occasione, con un grande telone scuro. L’operazione di trasporto fu compiuta prevalentemente di notte e nessuno fece caso al fatto che c’erano quattro dirigibili americani che sorvolarono il deserto del sahara per scaricare su una supercarrier americana, contornata da un gruppo navale alleato, al largo del Marocco, una gigantesca incerata scura che fu poi stoccata nell’hangar. L’accesso alla base aliena sotterranea, fu coperto con un enorme tappo di legno ed un telone mimetico, per evitare che altra sabbia del deserto potesse ostruirne l’accesso. Dopo essere stato marcato il punto, lasciandovi dei barili verniciati di giallo e riempiti di sabbia, il governo americano e britannico decisero che l’ispezione dentro la sala di controllo aliena, sarebbe stata compiuta in un secondo momento!. Il racconto termina quì, torna a pagina 1
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La ricognizione del chimico/biochimico e del patologo.
Furono effettuate in momenti distinti e separati, le ricognizioni del dottor Jimmy Donaldson Junior eminente chimico e biochimico americano e del dottor Ernest Lang, noto patologo americano esperto in malattie rare. Da quello che le cavie riportavano (topi e scimmie) che erano stati introdotti nel portellone dell’astronave che era stato aperto, semplicemente appoggiando una mano a quello che si presumeva fosse una maniglia, il vano dell’astronave alieno non presentava rischi. Certo per essere sicuri si sarebbe dovuto attendere quaranta giorni, per osservare le cavie animali che erano state introdotte, solo così si avrebbe avuto la garanzia assoluta dell’assenza di ogni rischio battereologico!. Tuttavia le analisi del sangue degli animali usati come cavie, non avevano riscontrato virus o batteri ignoti. Alcune cavie erano state uccise e sezionate, non erano state riscontrate infezioni negli organi vitali. I rilevamenti indicavano che non c’erano gas pericolosi per l’uomo, all’interno nell’astronave. Anzi, il tasso di ossigeno era insolitamente alto al punto che si sconsigliava l’uso di apparecchi che potessero rilasciare scintille. Furono immesse nell’astronave delle dosi di anidride carbonica, per livellare il livello d’ossigeno a quello dell’aria della terra. Non c’erano emissioni di radiazioni anche se a dire della dottoressa Eve Lynn, forse il mezzo alieno produceva un forte campo magnetico oppure dell’antigravità. Infatti in un raggio di mezzo metro dalla Flying saucer, persone e cose levitavano senza pericolo, galleggiando nell’aria e riuscendo a vincere la forza di gravità terrestre!. continua a pagina 22
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La ricognizione della dottoressa Eve Lynn.
Non c’erano emissioni di radiazioni X o gamma, anche se a dire della bella dottoressa Eve Lynn, forse il mezzo alieno produceva in modo autonomo un forte campo magnetico oppure dell’antigravità. Propulsione ad antimateria oppure fissione/fusione atomica, erano queste a suo avviso le uniche fonti energia che poteva avere il disco alieno. Al Fermilab stavano facendo studi sulle particelle mecojoniche, ossia delle particelle subatomiche tra le quali si pensava esistesse il fantomatico gravitone. Interagendo con tale particella, a dire della dottoressa, forse si sarebbe potuto sterilizzare l’inerzia e la gravità. C’entrava anche la teoria di Eistein dei campi antanici unificati, che prevedeva l’esistenza di una particella mecojonica di Higgins che avrebbe dato la massa a tutte le altre particelle, composte unicamente da carica elettrica. Nessuno capì la spiegazione teorica che diede la ragazza, ma secondo lei, le nuove teorie che scaturivano dalla fisica sperimentale, potevano spiegare perché nel raggio di mezzo metro dalla Flying saucer, persone e cose levitavano senza pericolo, galleggiando nell’aria e riuscendo a vincere la forza di gravità terrestre!. La bella dottoressa Eve Lynn, entrò una mattina con la maschera antigas nell’astronave, seguita a ruota dai due militari armati sino ai denti. Per qualche ragione sconosciuta, accadde che all’improvviso il portello dell’astronave si chiuse, si materializzarono fuori dell’astronave i due militari che erano di scorta alla dottoressa. Il disco alieno, si solllevò istantaneamente dalla sabbia in cui sembrava incastrato. L’UFO diventò bianchissimo e luminescente, emettendo una fortissima luce bianca, poi accelerò salendo in candela verso il cielo azzurro, sino a scomparire!. Nessuno vide mai più l’UFO oppure la dottoressa Eve Lynn, che finì rapita dagli alieni!. L’accesso alla base aliena sotterranea, fu coperto con un enorme tappo di legno ed un telo mimetico. Grossi barili di metallo verniciati di giallo e pieni di sabbia, marcarono la posizione. Il governo americano e britannico ebbero a decidere che l’ispezione dentro la sala di controllo aliena, si sarebbe svolta in un secondo momento o forse mai!. Era evidente, che la base aliena non era abbandonata e non era riconducibile al periodo preistorico, come erroneamente si credeva!. I governi occidentali dovevano valutare la situazione in segreto, fu aperto dall’USAF il progetto Grudge, al fine d’investigare sulla fenomenologia UFO come rischio di una potenziale minaccia per l’Occidente. Il racconto termina quì, torna a pagina 1
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