The legacy

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17/9/2017

NON EDIZIONI CHIP65C02

THE LEGACY

http://mia-fantascienza.blogspot.com | Collana JDAB


✔Note Legalesi. Il webmaster 6502 & Terminetor Magnetico ha costruito un omaggio Amazing Stories –giugno 1934- in particolare al racconto “Hastings 1066” di L.B.Rosborough assemblando un plot remix: l’obiettivo del racconto é intrattenere, divertire, incuriosire il lettore. In nessun caso sono collegate al testo o all’autore, le persone, enti, organizzazioni e quant'altro citato direttamente od indirettamente nel testo. È importante tenere presente che ogni riferimento esplicito od implicito a fatti o persone, enti, organizzazioni, eventi, circostanze future o presenti o passate che taluni lettori possono riconoscere od associare è del tutto casuale ed immaginario. L'ebook.pdf è no-profit, l’autore non persegue nessuno scopo di lucro o profitto diffondendo online il materiale assemblato. Il volume è liberamente stampabile in tutto od in parte, è inoltre distribuibile senza alcuna limitazione legale, purché non ne sia alterato il suo contenuto e siano rispettate le condizioni di Copyleft(by-nc-nd) A tale proposito ricordo che questo documento non è un sito d'informazione e nemmeno un risultato di un prodotto editoriale, l'ebook in PDF non contiene immagini di qualità, per cui la resa grafica dovrebbe essere alquanto limitata. L’ebook dovrebbe essere facilmente stampabile ed intuitivamente rilegabile o spillabile in un vero libro già correttamente impaginato. Le immagini non dovrebbero essere coperte da copyright, le ho trovate con google.images e le ho lasciate in RGB e convertite in bianco e nero a 96dpi per complicare la stampa. E’ possibile che altre foto reperite con google.images io le abbia sintetizzate artificialmente mantenendo l’RGB per gli scopi letterari, oppure degradate in scala di grigio, invocando il diritto di citazione. In ogni caso le fotografie restano di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... Non è "garantita al limone" la resa grafica ed il processo di stampa di cui ogni utente ne assume la piena responsabilità. Il webmaster non si assume la responsabilità della completezza dell’informazioni pubblicate, dei problemi, danni di ogni genere che eventualmente possono derivare dall'uso proprio od improprio di tale file, dalla stampa, dall'interazione e/o download di quanto disponibile online. Tutti i marchi, loghi, organizzazioni citati direttamente od indirettamente sono di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... tutelati a norma di legge dal diritto nazionale/internazionale, bla, bla, bla... legalmente registrati ecc... sì insomma dai!, non dite che non avete capito!.

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“The Legacy” stampato 17/9/2017 (v1.0) é in COPYLEFT(BY-NC-ND)

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Indice Prefazione: omaggio a Amazing Stories –giugno 1934- …………….… pag. 4

Capitolo 1-The Legacy ….….…………………………………..………. pag. 6

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Prefazione: omaggio ad Amazing Stories, giugno 1934

Questo ebook vuole essere un omaggio alla rivista Amazing Stories, Giugno 1934 in particolare al racconto “Hastings 1066” di L.B.Rosborough

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Henry Carteret è uno scienziato di famiglia nobile, assume il giovane Meadows (assistente del ricercatore Bruce Whiteman, che era di origini popolari). La società di ricerca e sviluppo di Whiteman non ha avuto buona fortuna, a causa della penuria di finanziamenti a differenza di quella di Carteret. Henry Carteret ruberà l’idea del crono-foto-visore (con l’aiuto dell’assistente Meadows) anche se, l’apparecchio era già stato sviluppato e costruito da Whiteman, ma non fu mai brevettato, per cui le sue specifiche rimasero segrete. Il crono-foto-visore funzionerebbe sul principio d’accumulare fotoni, in particolare solo i fotoni emessi dalla Terra in un lontano passato che poi ritornano sul pianeta Terra dopo aver rimbalzato come un’eco, sui pianeti vicini!. Carteret effettuerà una dimostrazione del suo macchinario, invitando Bruce Whiteman, il quale riconoscerà subito nell’apparato di Carteret, il suo progetto!. Il crono-foto-visore di Carteret difetta di una grave messa a punto, a causa di un vizio di progettazione: una turbolenza di gas nel piatto riflettore delle valvole termoioniche, impedisce de facto una risoluzione nit ida delle immagini storiche provenient i dal passato. Whiteman, sfiderà


Carteret e Meadows, dimostrando loro che il macchinario è in realtà un furto, perpetrato ai suoi danni. Whiteman installerà con il permesso di Carteret, un nuovo monitor da cui gli scienziati assisteranno in differita, con una migliore risoluzione d’immagine, ai veri eventi accaduti ad Hastings nel 1066. Nella storica battaglia del 1066 il Duca di Normandia ebbe a co mbattere contro Re Aroldo, una lotta tra sassoni e normanni per il dominio della Gran Bretagna. Quando Carteret si renderà conto che il monitor di Whiteman è 5 l’hardware perfetto per il funzionamento del crono-foto-visore, perirà d’invidia, contestualmente al termine della crono-visione della battaglia di Hastings!. Il remake del racconto, verterà su un remix di plot, mescolando la figura dei cavalieri medioevali in chiave aliena, declinata in un breve racconto di SciFi altamente tecnologico!.

Questo ebook fa parte della co llana JDAB-Joint Direct Attack Book, una serie di testi in PDF, composti da remix, porting in 5ulti trama, remake, di tutti quei racconti di “Amazing Stories & Wonder Stories & IF worlds of science fiction” che sono meritevoli di una moderna rivisitazione SciFi, a mio gusto personale!. Saluti e buona lettura! Chip65C02


Capitolo 1-The Legacy

Joice Maxwell salì una stretta scaletta di metallo, era immerso in 6 una fioca luce bianca e fredda, la piccola scala metallica del disco alieno, era il vano d’entrata inferiore dell’astronave. L’ergonomia dello stretto cunicolo non era compatibile per un essere umano adulto, piuttosto sembrava ottimizzata per un bambino di 8-12 anni. Maxwell trovò dopo poco, una sorta di snodo: c’era un tubo orizzontale che intersecava il suo cunicolo verticale. L’altro tubo orizzontale era angusto, poco illuminato, sembrava d’alluminio, anche quello aveva una forma circo lare, la struttura dava l’impressione che girasse in cerchio a 360° dentro l’astronave. Il volto di Ezezel spuntò fuori dalla botola superiore che era sopra la testa di Maxwell, filtrò molta luce bianca che proveniva dal ponte di comando; Ezezel disse d’ignorare il ponte inferiore dell’astronave, Maxwell doveva continuare a risalire la scaletta perché era atteso in plancia. Maxwell eseguì il suggerimento, si ritrovò in plancia: l’abitacolo era di forma circolare, l’ambiente aveva un soffitto posto a circa 1.60mt per cui Maxwell non s’alzò in piedi, ma prese a sedersi sul pavimento della nave. C’era una luce bianca assai intensa; Ezezel era seduto accanto ad un altro alieno (che era il pilota del Wananbau ed ignorò Maxwell). Ezezel disse che l’intensa luce bianca, l’alta quant ità d’ossigeno presenti nel ponte, servivano per sterilizzare alcuni specifici microbi terrestri. Incuriosito ed estasiato dalla tecnologia, Maxwell osservò con attenzione il ponte di comando, sforzandosi di ricordare il maggior numero di partico lari possibili.


Maxwell era un amico, disse Ezezel, tuttavia il sistema automatico lo aveva sedato con onde Tetha appena aveva risalito il primo gradino della scaletta. Questo spiegava perché Maxwell, percepisse la realtà in modo ovattato e rallentato. Ezezel disse anche che Maxwell era in uno stato di sonno cosciente, tuttavia l’ospite terrestre era capace di deambulare ovunque vo lesse. Per il suo bene, era però necessario che Maxwell si muovesse lentamente, perché i riflessi del suo sistema nervoso centrale e 7 periferico, erano stati rallentati del 60%. Il vano comando era di forma circolare, non c’erano oblò, era tappezzato solo di piccoli e soffici cuscini bianchi. Se il ponte di comando fosse stato un orologio: ad ore 9 c’erano tre sedili piccoli disposti in linea, erano circoscritti da un complesso cruscotto a forma di U su cui c’erano allineati molti monitor piatti, con simboli e grafici sconosciuti. Il quadro comandi dell’astronave, ricordava più un enorme tablet piuttosto che l’abitacolo di un’aereo o quello dello Space Shuttle. Ad ore 12 c’era una piccola aliena, era la piccola Tehia che era seduta in un comodo e piccolo sedile. Ad ore 3 quanto ad ore 6 c’erano altri due sedili; erano vuoti, troppo piccoli per contenere un essere umano, potevano ricordare un sedile di un aereo, con numerosi criptici tasti colorati, siti sui due braccioli. -Andremo sull’arcipelago di Vesta, per la cerimonia di legame- disse Ezezel. -Vesta?! Cosa è un isola?!- chiese Maxwell. -No!- rise Ezezel – è un complesso d’asteroidi vicino al più grosso planetoide che voi chiamate Vesta. Ci metteremo in termini delle vostre ore, un ora ad andare, ed una a tornare, più venti minuti per partecipare alla celebrazione. In totale tre ore circa, poi saremo già sulla Terra!-Se siamo già decollati, perché non percepisco accelerazioni e non ho nessun senso del moto dell’astronave?!- chiese Maxwell. -Perché abbiamo attivato gli smorzatori inerziali- rispose Ezezel.


-Smorzatori inerziali?!- ripetè Maxwell. Rispose la piccola Tehia, parlando nella mente di Maxwell. Gli smorzatori inerziali erano degli anti-gravitoni che erano rilasciati per mantenere l’astronave in una bolla di stato di quiete, annichilendo l’inerzia. Questa cosa, a dire di Theia era compiuta in due momenti: 1-in fase di decollo per azzerare l’accelerazione 2-in fase d’atterraggio per sterilizzare la decelerazione. Gli smorzatori inerziali, però erano disattivat i durante il volo siderale della 8 navetta. Poi Tehia chiese a Maxwell se voleva visitare il ponte inferiore del Wannabau. Adesso che erano in orbita, l’assenza di gravità avrebbe reso la visita più divertente: Maxwell avrebbe potuto galleggiare facilmente negli stretti cunicoli, nonostante la navetta non fosse stata concepita per ospitare umani.

Dalla cabina di pilotaggio c’erano due botole, (p) una conduceva al ponte inferiore, l’altra botola (E) era il cunicolo che Maxwell aveva percorso per salire al ponte di comando. Se necessario, il Wannabau poteva anche aprire il proprio portellone superiore, permettendo l’uscita d’emergenza dal ponte di comando. Sotto il ponte di comando, c’era un reattore a fissione nucleare che inizializzava un reattore a fusione, poi quando diventava autosostentato, il reattore a fusione alimentava tutta la nave ed anche i motori siderali. Il serbatoio magnetico degli anti-gravitoni era invece perennemente sotto la tensione del reattore a fissione. Poi c’era il serbatoio di carburante del materiale di fusione, ed anche questo era un dispositivo vitale per la navetta. Circa i motori Tehia non volle parlare, tuttavia Tehia disse che tutti i componenti vitali,


erano collocati centralmente nell’astronave, dentro ad una struttura a pozzo, di forma circolare. Maxwell e Tehia galleggiavano dentro al cunicolo stretto e poco illuminato del ponte inferiore, la struttura girava in cerchio per tutta l’astronave: la parat ia di destra era tiepida, si sentiva un discreto ronzio di sottofondo, causato dagli apparati d’alimentazione e propulsione. 9

I primi due vani che Maxwell visitò erano cabine di riposo, avevano due piccoli letti ai lati, due armadi a muro contenenti vestiti e tute e scarpe e scafandri, c’era poi un grande monitor piatto che era spento. Il monitor era un computer, ci si poteva comunicare, studiare, giocare, scrivere, leggere, poteva servire come finestrino a 360 gradi, mostrando i dati delle telecamere esterne. In casi d’emergenza, il monitor permetteva di pilotare la navetta, restando chiusi ermet icamente nella stanza. I due vani erano ident ici, avevano un pavimento ed un soffitto di forma trapezioidale, tuttavia la parete frontale su cui era incastonato il monitor era inclinato, sviluppando una sorta di doppio sotto-tetto molto basso. La sala medica aveva la stessa forma degli altri vani, salvo essere più lunga e più stretta, aveva una barella che s’alzava e s’abbassava, su cui poteva scorrere un anello che scansionava il paziente in tempo reale. Intorno alla barella si poteva anche far scendere delle tende a tenuta stagna, il chirurgo robotico composto da quattro bracci metallici, era guidato da un’intelligenza artificiale e coordinato dalle scelte del medico di bordo. L’I.A. avrebbe erogato le prestazioni di medicina terapeut ica, d’emergenza e/o invas iva. Tehia disse che al momento era infermiera, tuttavia presto sarebbe diventata medico di bordo. Avrebbe così servito sulle navette di cabotaggio e poi sarebbe stata trasferita nella colonia di Gonor, per assistere alla produzione artificiale di art i ed organi. Il servizio sulle navette di cabotaggio, disse Tehia, era ritenuto una sorta di preambolo necessario, prima di cambiare funzione.


Theia mostrò a Maxwell il medico computerizzato, spiegandone per sommi capi l’operato ipertecnologico. C’era un modello quasi matemat ico, in realtà era una simulazione fisica e biochimica che era processata dal computer, solo dopo che il paziente era stato scansionato. In tal modo s’inserivano i parametri vitali, le patologie e gli eventuali traumi, che erano stati identificati nel paziente. 10

Il modello biometrico veniva poi duplicato sullo schermo. Il primo modello biometrico che era sito a sinistra dello schermo, sarebbe stato l’aggiornamento in tempo reale dei dati del paziente: il monitoraggio continuo (registrato in una serie storica) aggiornato in tempo reale, sinchè il paziente sarebbe stato disteso sul lettino e quindi scansionato. Il secondo modello biometrico che era alla destra dello schermo, era l’elaborazione dell’Intelligenza Artificiale. Questo modello poteva indicare: 1-l’extrapolazione della salute del paz iente dopo X tempo (il dato era spesso fissato dal medico di bordo, per applicare terapie geniche o farmaco logiche di medicina preventiva). 2-cosa sarebbe successo al paziente, nel caso di traumi od infezioni se non si fossero applicate delle terapie, per fronteggiare il danno biologico. 3-gli impatti biochimici e fisiologici sul paziente di terapie sperimentali, composte da principi attivi mai testati sin’ora. Il medico di bordo, prima curava virtualmente simulando terapie e calcolando tempi e modalità di guarigione, poi applicava quanto elaborato, selezionando la terapia migliore, lasciando il compito dell’intervento concreto all’Intelligenza Artificiale, che poteva pilotare anche l’hardware per operazioni invasive. L’Intelligenza Artificiale scansionava e monitorizzava il paziente, interagiva e suggeriva diagnosi e terapie al medico di bordo, applicava le terapie al paz iente.


Nel quarto vano, leggermente più piccolo degli altri tre, c’era la mensa di bordo. Un piccolo forno a micro-onde, qualche frigorifero e qualche dispensa. C’erano anche delle piccole palle sferiche galleggianti da cui penzolavano degli arti plasticosi e metallici, che rendevano gli oggetti simili a piccoli po lipi. Erano dei piccoli robot, che potevano essere programmati, essere dotati di I.A. oppure controllati in remoto, e potevano occuparsi sia della manutenzione, oppure essere usati per raccogliere campioni all’esterno, qualora 11 l’equipaggio non avesse voluto lasciare l’astronave.

La sala nell’asteroide vicino a Vesta era assai grande, aveva il pavimento a scacchi, l’ampia stanza non disponeva di finestre, aveva un’unica porta, ed era co lma d’alieni. Ce n’erano di alt i, bassi, magri, grassi, grigi, rossi, neri, tutti avevano la Graphics Uman Interface accesa così che Maxwell non si potesse spaventare. Maxwell percepiva che le ent ità erano alieni, ma le loro immagini gli apparivano sfumate, vagamente umane e tranquillizzanti. Il cerimoniere sembrava umano ma non lo era, guardò Maxwell e rivolgendosi alla platea degli alieni che s’erano assiepati in cerchio attorno Maxwell, ebbe a dire:”Sappiamo bene tutti noi, quanto sia il costo del carburante siderale. Sappiamo bene tutti noi, quanto sia buona cosa allocare un efficiente consumo d’energia senza sprechi” e la platea d’alieni ebbe a ripeterlo in coro. Il cerimoniere disse:“Siamo giunti qùì dai quattro cantoni, siamo tutti soldati di Cristo, siamo votati contro la guerra, pronti a combattere il Falso” e la platea d’alieni ebbe a ripeterlo in coro. Poi il cerimoniere guardò Maxwell, il volto umano apparve sempre più gonfio, per un attimo il cerimoniere si trasfigurò nei lineamenti di una rana di co lore grigio, poi il suo voltò ritornò ad essere sfumato e sfocato, vagamente umano.


Il cerimoniere prese una strana mantella, Maxwell ebbe a notare 12 che tutti i presenti la indossavano, il cerimoniere stese la mantella sulle spalle di Maxwell e disse:“Sappi che furono pochi i Templari che furono scelti e contattati per essere informati della verità della pluralità dei mondi. Tra le false accuse di cui perirono, vi fu anche l’aver sostenuto la verità della pluralità dei mondi. Sappi che, Giordano Bruno fu scelto e contattato ed illuminato, sulla verità della pluralità dei mondi.” Maxwell disse -Non sapevo che i Templari fossero della stessa idea di Giordano Bruno. Sul momento non so confrontarmi su questa cosa, ma cercherò in internet, per documentarmi se è vero…Il cerimoniere sorrise divertito e disse:”Siedi su questa piccola sedia e lasciati cadere all’indietro. E’ un rito di fiducia nei nostri confronti: noi ti proteggeremo, noi ti sosterremo, noi continueremo a dirti cose. Tu potrai continuare a scrivere fiabe, mescolando quanto di vero ti diciamo, dentro al falso, per continuare ad assemblare novelle di fantascienza!”. Maxwell non era per niente convinto di questa richiesta, ma pensava che sarebbe stato scortese non acconsentire: per altro c’era una bassa gravità sul planetoide, una caduta all’indietro non avrebbe fatto poi così male. Maxwell si protesse la propria nuca con le mani, spostando la testa in avanti, poi come facendo una caprio la, fece cadere la sedia all’indietro, ma finì per trovarsi a galleggiare nell’aria. Ezezel ed un altro grosso alieno che aveva delle scaglie scure, presero la sedia dove Maxwell era ancora seduto, la ricollocarono senza rischi sul pavimento della sala.


Il cerimoniere mise quello che a Maxwell parve una manciata di fagioli dentro una lanterna, la quale s’accese sull’istante, poi la stanza si fece buia, il cerimoniere porse la lampada a Maxwell dicendogli:”Adesso apri la strada ed illuminala!”.

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Maxwell s’incamminò per la stanza, gli alieni si spostarono a destra e sinistra in silenzio, permettendogli di proseguire, mentre contestualmente accendevano la propria lanterna al suo passaggio, in segno d’amizia e consenso. Maxwell tornò camminando al suo posto, mentre gli altri alieni s’erano poi voltati ed inginocchiati, rivo lti verso il cerimoniere, intenti a praticare un altro tipo d’orazione. Ezezel non si curava della seconda parte della cerimonia, dondolava le gambe in modo infantile, guardando ed aspettando che Maxwell s’approssimasse al suo posto, quasi come se Ezezel già sapesse che Maxwell era in procinto di chiedergli varie spiegazioni, circa il criptico significato del rito alieno. -Che significato ha questa cerimonia?!- chiese Maxwell sotto voce, mentre prese posto accanto ad Ezezel. -Da quando hai passato il test sui 7 bugs capitali, sei risultato abile a donare il tuo sperma per la creazione di ibridi alieni-umani. Sei diventato un nostro amico!. Abbiamo seguito con attenzione i tuoi scritti, sei sicuramente degno d’essere un candidato a Jedi e forse potresti anche diventare MiB. Tuttavia, sappi che non tutti i MiB sono ex Jedi, anzi la maggioranza dei MiB sono giusti che sono stati morti ammazzati ed adesso presidiano i varchi dell’Extramondo.-MiB?!, Jedi?! Ma le spade laser ed i poteri telecinetici dove sono?!chiese Maxwell ridendo sottovoce.


-Le spade laser non esistono!, ci sono solo i gladio in policeramica supermassiva dotati di una carica al plasma interna- chiarificò Ezezel. Sul pavimento a scacchi, accanto al sedile di Ezezel c’era proprio un gladio, Ezezel stese la sua picco la mano destra, il gladio si sollevò dal pavimento come fosse stato calamitato istantaneamente dalla piccola mano. Poi l’alieno impugnando il gladio in modo deciso disse –Per quanto riguarda i poteri telecinetici… non tutti i Jedi li hanno, 14 sono utilizzabili unicamente in contesti siderali a bassa gravità!-Ma quale compito esegue un cavaliere Jedi?!- chiese Maxwell. -E’ l’eredità dei cavalieri di Cristo, che sono sparsi nella pluralità dei mondi. E’ onere di noi tutti, quello d’opporsi alla detonazione e sviluppo delle guerre, con soluzioni pro-attive- rispose Ezezel. -E se questo non dovesse bastare?!- chiese Maxwell. -Opporsi al Male secondo la regola- rispose triste Ezezel. -Quale regola?!- chiese Maxwell. -Non mollare mai in battaglia, perché nessuna grazia sarà mai concessa, nessuna grazia sarà mai richiesta. I cavalieri Jedi trasmigrano quando cadono in battaglia. E’ concesso loro di mantenere la propria sapienza. Ma quando questo ad un certo punto non accade più, è perché sono diventati MiB- rispose Ezezel. -Ma io che devo fare, concretamente?!- disse Maxwell. -Hai già fatto tutto quello che potevi per cambiare le condizioni iniziali al contesto. I politici umani sono stupidi e ladri, prendono sempre decisioni stupide: grandi responsabilità e grandi errori, lasciali bruciare!- rispose lapidario Ezezel, che poi aggiunse - La prossima volta, ti parlerò della programmazione neurale, così potrai assemblarci una fiaba di fantascienza!-


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