27/8/2017
NON EDIZIONI CHIP65C02
UFO CRASH
http://mia-fantascienza.blogspot.com | Collana JDAB
✔Note Legalesi. Il webmaster 6502 & Terminetor Magnetico ha costruito un omaggio Amazing Stories –gennaio 1931- in particolare al racconto “The act of Retipuj” di S.Garfinkel assemblando un plot remix: l’obiettivo del racconto é intrattenere, divertire, incuriosire il lettore. In nessun caso sono collegate al testo o all’autore, le persone, enti, organizzazioni e quant'altro citato direttamente od indirettamente nel testo. È importante tenere presente che ogni riferimento esplicito od implicito a fatti o persone, enti, organizzazioni, eventi, circostanze future o presenti o passate che taluni lettori possono riconoscere od associare è del tutto casuale ed immaginario. L'ebook.pdf è no-profit, l’autore non persegue nessuno scopo di lucro o profitto diffondendo online il materiale assemblato. Il volume è liberamente stampabile in tutto od in parte, è inoltre distribuibile senza alcuna limitazione legale, purché non ne sia alterato il suo contenuto e siano rispettate le condizioni di Copyleft(by-nc-nd) A tale proposito ricordo che questo documento non è un sito d'informazione e nemmeno un risultato di un prodotto editoriale, l'ebook in PDF non contiene immagini di qualità, per cui la resa grafica dovrebbe essere alquanto limitata. L’ebook dovrebbe essere facilmente stampabile ed intuitivamente rilegabile o spillabile in un vero libro già correttamente impaginato. Le immagini non dovrebbero essere coperte da copyright, le ho trovate con google.images e le ho lasciate in RGB e convertite in bianco e nero a 96dpi per complicare la stampa. E’ possibile che altre foto reperite con google.images io le abbia sintetizzate artificialmente mantenendo l’RGB per gli scopi letterari, oppure degradate in scala di grigio, invocando il diritto di citazione. In ogni caso le fotografie restano di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... Non è "garantita al limone" la resa grafica ed il processo di stampa di cui ogni utente ne assume la piena responsabilità. Il webmaster non si assume la responsabilità della completezza dell’informazioni pubblicate, dei problemi, danni di ogni genere che eventualmente possono derivare dall'uso proprio od improprio di tale file, dalla stampa, dall'interazione e/o download di quanto disponibile online. Tutti i marchi, loghi, organizzazioni citati direttamente od indirettamente sono di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... tutelati a norma di legge dal diritto nazionale/internazionale, bla, bla, bla... legalmente registrati ecc... sì insomma dai!, non dite che non avete capito!.
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“UFO crash” stampato 27/8/2017 (v1.0) é in COPYLEFT(BY-NC-ND)
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Indice Prefazione: omaggio a Amazing Stories –gennaio 1931- …………….… pag. 4
Capitolo 1-UFO crash ….….……………………………………..………. pag. 6
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Prefazione: omaggio ad Amazing Stories, gennaio 1931
Questo ebook vuole essere un omaggio alla rivista Amazing Stories, Gennaio 1931 in partico lare al racconto “The act of Retipuj” di S.Garfinkel
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Nel 4036 su Venere il vecchissimo Ruyerem Arsm avendo oltre 900 anni ha assolto al suo compito di novello Noè, sul letto di morte rivela all'imperatore Runtas Sunaru, che il popolo di Venere ha perso la memoria delle sue vere origini. In realtà, i venusiani sono originari della Terra, in quanto l'umanità nel 2030 fu costretta a migrare a causa della CO2 presente sulla Terra che causò un’atmosfera tossica. Nel 2030 l'umanità dimenticò come co ltivare i prodotti agricoli e piantare alberi, essendo abituata da tempo a mangiare prodotti sintetici, costruiti dalla scienza. I gas serra ebbero a crescere senza controllo, causando una mortale tossicità sul pianeta. Ryerem Arsm divenne immortale per volontà di Retipuj, un essere alieno che consigliò a Ruyerem di studiare tutta la scienza umana, per guidare il genere umano verso Venere, perchè sulla Terra l'umanità non avrebbe potuto sopravvivere ancora a lungo. Arsm con il tempo, essendo dotato d'immortalità, costruirà enormi missili per far migrare tutto il genere umano su Venere, abbandonando la Terra al suo destino. Una volta assolto al proprio compito, il saggio Arsm perderà la propria immortalità, ma
prima di spirare sul proprio letto di morte, rivelerà le vere origini del popolo di Venere al suo reggente. Un atterraggio d’astronavi sul pianeta Venere sarebbe impossibile a causa dell’elevato effetto serra (che causa altissima pressione e temperature proibitive su Venere da +460°C) per cui sarebbe garantito al limone un UFO CRASH ☺ Questa verità scientifica, non era nota all’autore del 1931 quindi il remake del racconto, verterà su un UFO crash, sulla Terra!.
Questo ebook fa parte della co llana JDAB-Joint Direct Attack Book, una serie di testi in PDF, composti da remix, porting in 5ulti trama, remake, di tutti quei racconti di “Amazing Stories & Wonder Stories & IF worlds of science fiction” che sono meritevoli di una moderna rivisitazione SciFi, a mio gusto personale!. Saluti e buona lettura! Chip65C02
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Capitolo 1-UFO crash
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Tutte le basi denominate “Ultima Tule” seguite da un numero progressivo da 1 a 10 erano piccole postazioni disperse strategicamente tra l’Alaska, il nord del Canada, la Groenlandia; con il tempo tutti i capisaldi furono chiusi e sostituiti dal monitoraggio satellitare, che era meno costoso ed altrettanto efficace. Tuttavia nel 1968 c’erano ancora disperse in Nord America una diecina di basi di classe “Ultima Tule”, la loro funzione era quella di monitorare ed agevolare il traffico aereo da e per le rotte polari, riferendo via radio al NORAD. Tra i compiti speciali delle basi, c’era anche quello di valutare in loco i dati sonar passivi/attivi delle boe di monitoraggio SOSUS, che presidiavano il mar polare e lo stretto di Bering, l’oceano Atlantico. I picco li capisaldi erano composti da poche baracche rosse coibentate contro il freddo: il centro comando mobile con mo lti apparati elettronici per la gestione radar e sonar, nelle vicinanze varie poderose antenne radar, una rimessa ad uso magazzino con numerosi serbatoi di carburante che alimentavano almeno due generatori elettrici. Il personale era composto sempre da 11 persone: tre addetti radar e sonar (operanti in turni di 8 ore ciascuno), due tecnici manutentori (attivi su due turni da 12 ore ciascuno), due marines addetti alla sicurezza, un sergente maggiore dell’USAF al comando della base.
Tutto il personale delle basi era pienamente conscio di sostare presso un ostile clima polare, dove le notti oppure il giorno polare regnavano perenni, assieme a basse temperature con tantissima neve e forti vent i gelidi.
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Mentre nell’estate polare, c’era il sole e non c’era mai notte, il permafrost si scioglieva, rivelando un’aspra tundra solitaria, tappezzata di laghi. Non erano previsti mezzi di locomozione nelle basi, perché non c’era nessun posto dove andare, dato che ogni caposaldo era dislocato in mezzo al nulla!. Il personale era sostituito ogni 20 giorni, grazie ad un persistente ponte aereo/elicotteri in inverno/estate, per portare pezzi di ricambio, viveri e molto carburante, per mantenere operative le basi. Quello che segue, è la storia classificata della postazione “Ultima Tule 7” nel Gennaio del 1968 che era situata da qualche parte nell’isola di Banks, di fronte al mar di Beaufort. _____________ L’UFO era stato tracciato dall’operatore radar, mentre il sergente maggiore Garfinkel gli era accanto, sorseggiando del caffè bollente. Era inverno ed erano le 14 del pomeriggio, fuori c’era un vento gelido che portava in avvicinamento delle cupe nuvole basse che avrebbero causato un’intensa nevicata. Temperature all’esterno da pieno inverno polare con -22°C. Tutto l’ambiente sembrava avvolto nell’ovattata e gelida penombra, della notte polare!.
Osservando le caratteristiche di volo riportate dal radar, l’oggetto solido avrebbe potuto essere una meteora od un bolide, ma all’improvviso la traccia radar prese a zigzagare, compiendo ad una velocità incredibile, violente virate ad angolo acuto. Nessuna meteora o bolide era capace di compiere una così lunga sequenza di virate, mo lto strette e ritmicamente s incronizzate, mantenendo costante la relativa sequenza destra e sinistra. Non era nemmeno pensabile che la meteora si stesse frammentando 8 nell’atmosfera, perché il segnale radar dell’oggetto era costante, quindi l’oggetto misterioso non perdeva massa-radar riflettente!.
Davanti al monitor s’accatastarono rapidamente tutti gli 11 militari della base, da cui scaturì una piccola discussione collettiva: era opinione che il radar della base stesse tracciando un veicolo sperimentale, forse un’esercitazione a sorpresa!. Quando però l’oggetto all’improvviso rallentò in un batter d’occhio, abbandonando la velocità transonica per attestarsi ad una velocità subsonica, fu evidente che l’oggetto non poteva essere un veicolo sperimentale per il rientro manovrato di future testate atomiche. Il veicolo sconosciuto fu registrato come UFO, il sergente maggiore Garfinkel contattò il NORAD per riferire ed avere delucidazioni. Non c’erano esercitazioni in quell’area, tantomeno l’USAF stava testando veicoli sperimentali, l’oggetto presente sul radar della base di Ult ima Tule 7 era proprio un UFO e proveniva dallo spazio. Le caratteristiche del suo tracciato di volo indicavano che non poteva essere un mezzo costruito dai sovietici!.
L’oggetto continuò di moto lineare, perdendo velocità e per l’alta quota e l’aria rarefatta in cui era immerso, nessun aereo conosciuto avrebbe potuto sostenere una così bassa velocità, senza stallare!. Il lento moto di discesa dell’UFO, mutò solo alla bassa quota: sui 1500mt di tangenza, l’UFO effettuò un’improvvisa e violenta virata a sinistra, poi cadde rovinosamente in vite, finendo per impattare nella neve, a soli cento metri dalla base Ult ima Tule 7. 9
Un boato ovattato dalla neve, riecheggiò leggermente vibrare i vetri della base militare.
nell’area
facendo
Gli ordini del NORAD furono chiari: tutto il personale della base Ultima Tule 7 doveva rimanere al sicuro presidiando il caposaldo. Il tempo d’arrivo di un battaglione di fanteria era di circa 4 ore. Mentre entro 30 minuti una coppia d’intercettori F106 dell’USAF, avrebbero raggiunto la base di Ult ima Tule 7, avrebbero preso a volare in cerchio, restando a media quota ed in protezione aerea dell’area, sino all’arrivo degli elicotteri. Poteva il sergente maggiore Garfinkel restare chiuso dentro la propria base, quando un’astronave aliena s’era schiantata a meno di cento metri dalla propria base?! Garfinkel vio lò gli ordini, uscì in ricognizione armato sino ai denti, seguito dal soldato Washington, uno dei due marines addetti alla sicurezza della base.
Il disco emanava una luce verdastra, c’erano due luci molto intense sui bordi: una di colore rosso, l’altra bianca, entrambe
lampeggiavano ad un ritmo elevato. C’era poi una vaga luce blu che emetteva un misterioso alone rossastro, mentre su un fianco l’UFO aveva un criptico portellone aperto, da cui promanava un’intensa luce bianca, che impediva di capire cosa vi fosse dentro la navicella aliena!. -Sarà il caso di proseguire?!- chiese sotto voce e con tono enigmatico il soldato Washington, quando erano a circa 50 metri dall’UFO, mentre il possente marine di colore, stringeva il proprio 10 fucile M21 tra le mani, quasi che ne volesse trarre coraggio. -Coraggio Washington!, diamo soltanto una sbirciatina…- rispose sotto voce il minuto sergente maggiore Garfinkel che inserì la baionetta sul proprio fucile e poi continuò dicendo – poi dopo, torniamo alla base e ci barrichiamo all’interno!. Voglio solo valutare da vicino, che tipo d’eventuale minaccia rischiamo di fronteggiare, nell’attesa che i nostri rinforzi ci raggiungano!. Non sono poche 3 ore e 50minuti d’attesa!- disse il sergente maggiore, guardando negli occhi il marine Washington. Questi annuì, si t irò su il cappuccio bianco della sua uniforme invernale per coprire il metallico elmetto verde, continuò ad avanzare, distanziandosi lateralmente dal sergente maggiore. 3 ore e 25 minuti, era questo adesso il tempo mancante all’arrivo dei rinforzi, ed era indicato dal cronometro analogico e ticchettante che il sergente Garfinkel teneva stretto nella sua mano sudata, guardandolo nervosamente. Mentre i due s’avvicinavano all’UFO, restando guardinghi e prudentemente distanziati l’uno dall’altro, entrambi udirono distintamente un basso ronzio metallico e ritmato, che proveniva dal misterioso oggetto alieno. Nell’aria c’era anche un forte odore di metallo bruciato, inoltre più i due militari s’avvicinavano lenti e silenziosi all’oggetto alieno, tanto più il loro volto percepiva un intenso tepore che promanava dall’UFO. -Sergente maggiore!, non tocchi niente!- disse con tono preoccupato il marine Washington, che sul lato sinistro aveva
puntato il proprio fucile sul portellone alieno, da cui però non si poteva vedere niente a causa dell’intensa luce bianca. -Sì, stai tranquillo!- rispose Garfinkel che teneva anche lui il fucile rivolto sull’entrata aliena – mi limiterò solo a dare una rapida occhiata, senza entrare. Con tutta questa luce che proviene dall’interno della Flying saucer, non mi riesce di vedere un accidente di niente!11
-Signore!- ebbe a ripetere nuovamente con un robusto tono di voce il marine Washington – non penso che sia una buona idea mettere la testa dentro quel maledetto coso. Lasciamo stare, togliamoci subito da qui!Sorrise preoccupato il sergente maggiore, mentre guardò il marine che s’era accovacciato nella neve con il fucile spianato, pronto per coprire il superiore da potenziali minacce uscenti dal portellone alieno. La curiosità però attanagliava Garfinkel, che era il più vicino dei due militari, al portellone alieno. Garfinkel sentiva che la sua curiosità era come mutata in una mania irrazionale, era quasi stregato da quel portellone, conscio e sprezzante di ogni potenziale perico lo, l’unica cosa che Garfinkel voleva in quel momento, era di dare una fugace sbirciata, dentro quel vano dell’astronave!. Il militare mise il suo fucile a tracolla, estrasse deciso con la mano destra la sua Colt 45, tirò il carrello ed alzò il grilletto dell’arma e poi appoggiò la mano sinistra sullo stipite esterno del boccaporto, quindi in modo rapido e risoluto cacciò l’elmetto con la sua testa, dentro il criptico vano alieno, mentre la propria mano destra con la pistola era tenuta vicina al busto, con i nervi tesi e pronto a far fuoco. Garfinkel sbirciò dentro l’astronave solo il tempo sufficiente per permettere ai suoi occhi d’acclimatarsi dalla buia penombra polare, all’intensa luce bianca presente nel vano dell’astronave. -Signore, che cosa ha visto?! Che c’era dentro?!- chiese il soldato Washington, mentre i due militari s’allontanavano rapidi e silenziosi, guardandosi le spalle a vicenda, rientrando alla base
sotto una nevicata che era sempre più densa di grossi e pesanti fiocchi di neve. -C’erano tre sedili con tre piccoli corpi, le entità erano chiuse dentro delle tute spaziali. Erano di spalle al portellone, le entità non si muovevano, non le ho viste in viso. Uno era riverso in avanti sopra il complesso quadro comandi, gli altri due tenevano il grosso casco reclinato all’indietro. C’è un ampio vano comandi a forma di ferro di cavallo dentro l’astronave, ma l’abitacolo è molto piccolo, ed il 12 soffitto è davvero basso. L’ambiente era avvolto da un’intensa luce bianca che è quasi accecante, sono riuscito a malapena a vedere sui monitor tantissimi ideogrammi sconosciuti che lampeggiavano di una luce rossa!- rispose Garfinkel. -Santa merda!, signore! è stato da pazzi, mettere la testa dentro a quel coso alieno!. Gli ordini del NORAD erano di restare chiusi nella base, in attesa dei rinforzi!- disse il marine. -Era una cosa che doveva essere fatta!, adesso sappiamo che non ci sono minacce imminenti, ci chiuderemo nel magazzino a presidio dei generatori e del carburante e delle provviste, in attesa dei rinforzi!- disse il sergente Garfinkel. -Dovremo fare rapporto signore?!- chiese il marine Washington. -No!, non diremo niente agli altri. Al comando diremo che siamo usciti dalla base per assicurarci che non ci fossero minacce imminenti ai serbatoi di carburante ed al generatore elettrico. Abbiamo dato una sbirciata con il binocolo all’UFO, abbiamo notato il portellone aperto dell’astronave, da cui usciva un’intensa luce bianca, questo ci ha spaventato!. Siamo così rientrati alla base, per barricarci con tutto il personale, nel magazzino a presidio dei generatori e del carburante e delle provviste!. L’alto comando sicuramente ci ordinerà di mantenere il segreto militare!. Forse… e dico forse… se avremo fortuna… secondo me potremo anche essere trasferiti al comando NORAD, invece di restare in servizio nella base Ultima Tule 7- rispose Garfinkel sorridendo.
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