NON EDIZIONI IL CAZZARO DI 65C02
Al vertice della tensione Al ve rtice della te nsione, ne l bacino de l Nilo, un dramma climatico intre cciato nell'insolubile questione de lla sovrappopolazione in Africa!. Ne l bacino del Nilo, dove , come , quando tutto com inciò ne l 2050.
Chip65C02 18/02/2018
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“al vertice della tensione ” stampato 18/2/2018 (v1.0) è in COPYLEFT(BY-NC-ND)
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Indice Prefazione: breve introduzione alle Guerre Puniche II ….… pag. 4 Capitolo 1: I pozzi erano secchi …….……………….……………..… pag.12 Capitolo 2: Operazione Ramses …....……………….……….…….… pag.15 Capitolo 3: Il Nilo è degli egiziani …..……….….……….……….… pag.16 Capitolo 4: La battaglia per il golfo di Aden ..……….……….… pag.21 Capitolo 5: La cris i è innescata ………….….……...……..……...… pag.23
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Prefazione: Breve introduzione alle Guerre Puniche II Sono sintetizzate in poche pagine, senza costringere i lettori a leggersi gli Scenari Strategici su WWIII & Guerre Puniche II, una piccola introduzione sulle future Guerre Puniche II: ►Intorno al 2050 gli africani saranno 2.4MLD ►Se 1 africano su 2 africani migrerà per climate change, allora: • 1.2MLD di africani saranno in movimento. • 1.2MLD di africani resteranno stanziali. Non é detto che tutti gli 1.2MLD d’africani in movimento, si dirigeranno verso le coste bagnate dal Mediterraneo nel NordEst Africa, tuttavia è indubbio che la grande maggioranza punterà quella zona, per delle banali ragioni economiche e demografiche: →la Tunisia: perché con curva demografica bassa, con correnti marine di superficie favorevo li verso Sicilia, Sardegna, pers ino Tirreno centrale, nonché territorio d’interesse dove passa il green stream. →la Libia: perché con curva demografica bassa, un paese ricco con montagne di denari in c/c esteri, giacimenti di petrolio, gas, praticamente senza confini difendibili dato che ci sono moltissime oasi, con stabili rotte da sud a nord. →l'Egitto: perché il paese ha il fiume Nilo, nonché il grande bacino artificiale d’acqua dolce Nasser, il canale di Suez che é sia scalo portuale per migrare a nord, sia snodo strategico-militare e rapida porta per il golfo Persico e l’Oceano Indiano. Vi sono altre ragioni Strategiche sul perché la fantomatica realtà di Chartago sia attesa sulle coste NordEst dell’Africa, bagnate dal mar Mediterraneo; ma non è questa la sede per evidenziarne le ragioni. Stimando al 2050 circa 140MLN di nordafricani resistenti (egiziani, tunisini, libici) tali popolazioni del nordest africa se la dovranno vedere con 1.2MLD di sub-sahariani in movimento.
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E' vero che l'Egitto é oggi pesante militarmente (ha una grande eterogeneità d’equipaggiament i di terra e d’aria, che non aiutano nel tempo a mantenerli in efficienza, a causa dei diversi costi di manutenzione e bassa standardizzazione). Tuttavia, si suppone che anche domani l’Egitto sarà pesante militarmente, ma 1.2MLD di combattenti, sono 140MLN : 1.2MLD ossia 7difensori : 60attaccanti L’Egitto disporrà di atomiche tattiche in futuro?! Non credo proprio, il rischio che la NATO perda il controllo di tali armi (come quelle che sono state dispiegate durante la guerra fredda in Pakistan), è troppo elevato. Non è credibile che la NATO accetti una proliferazione atomica in Egitto sviluppate per vie esogene od endogene. La Libia del colonnello Gheddafi avrebbe voluto la bomba, ma ebbe ad ottenere solo armi chimiche!. L’Egitto entrerà nell’Unione Europea e/o nella NATO?! E’ possibile ma è alquanto improbabile. L’Egitto non è una democrazia e soprattutto non esiste alcuna strategia europea per disattivare la bomba demografica Africana ed i problemi di climate change nel Mediterraneo. Non esiste in UE, nemmeno un interesse ad allargare la UE ai paesi del Mediterraneo del Sud. E non vi potrà mai essere nulla di simile, s ino a quando gli stati europei non devolveranno le competenze della difesa e della politica estera agli Stati Uniti d’Europa, creando USE Navy, USE AirForce, USE Army, con un segretario di stato europeo che non abbia diplomatici europei di politica estera, tra le palle!. Aiuteranno gli Europei i popoli del nordest africa a difendersi da un'invasione di terra di dimensioni bibliche, composta da subsahariani (armati o semplice bomba umanitaria?) Non credo proprio!, il nuovo punto d’equilibrio sulle coste bagnate dal mar Mediterraneo nel NordEst africa, in ogni caso sarà avverso alla NATO, perché non ci sono risorse nell'area per sostenere 1.2MLD di persone oppure 900MLN di persone!.
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E tutto questo, senza articolare ipotesi sulle potenziali strumentalizzazioni gengiskane, su tale tipo di processo endemico in Africa, che potrebbe essere un’interessante opportunità per progettare una diversione strategica di WWIII, ingaggiando gli Europei da Sud, qualora fossero dei Defenders della repubblica Zarina. Quindi, stimando 300MLN di morti per i sub-sahariani per conquistare l'area di Chartago, il numero di africani deceduti solo per l'emersione di Chartago, si aggirerebbe sui 440MLN ossia: 300MLN di morti sub sahariani + 140MLN di morti dei resistenti nordest africani. Ovviamente non sarebbero finite le Guerre Puniche II, ma queste sarebbero solo l'iniz io!. Infatti sul Nord-Est resterebbero accatastati 900MLN di persone ossia i sopravvissuti (1.2MLD-300MLN). Queste popolazioni necessiterebbero di migrare, non essendoci risorse vitali sufficienti per tale massa di persone, nell'aerea di Tunisia + Libia +Egitto. Nell'universo pessimista E’ il più probabile, per un osservatore moderno. La repubblica italiana si sarà dissolta, la penisola italiana sarà immersa nel nuovo medioevo, con almeno 6 partizioni diverse, con 6 monete-coupon della disperazione, con 4 posizioni politiche diverse, di fronte alla massa sub.sahariana in movimento. I regni mafiocamorroidi stringerebbero accordi con Chartago, agevolando la migraz ione Sud→Nord. Confrontare con Guerre Puniche II nel Nuovo Medioevo. Quindi, in cifre si può stimare che solo al primo anno di WWIII, potrebbero arrivare nella penisola italiana (priva di filtri militari navali, priva di filtri militari di forze di terra) tra il 5%-10% dei sub-sahariani che saranno accatastati nel nordest africa. Ciò equivale ad un urto di 45MLN-90MLN di persone, che armate con armi leggere, un po' di APC ed un po' di tank, effettueranno pulizie
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etniche, nonché escaleranno il conflitto contro la NATO, con il "virus degli elefanti". Non ci vuole un genio militare per capire che sia la penisola italiana, quanto quella greca, se saranno colonie di Chartago, finiranno nuclearizzate dalla NATO, che applicherà la ferrea logica militare delle porte stagne, per salvare l’Europa!. Quanti morti italiani per Guerre Puniche II per pulizie etniche e nuclearizzazioni NATO, nell’universo pessimista?! • Il sud italia alleato dei chartaginesi non subirebbe pulizie etniche, dato che sarebbe alleato dei chartaginesi. • Il distretto umbro-maremmano: stimato a 7MLN circa • Il distretto orientale: stimato a 11.6MLN Totale≈17.6MLN • Le attese sono che il distretto piemontese sia solo marginalmente sfiorato dal fenomeno. Non perché questo sarebbe capace di resistere all'urto militare chartaginese, ma perché i chartaginesi attaccherebbero la ex_jugoslavia, virando ad Est, in seguito alla diversione strategica di WWIII. I cartagines i userebbero la penisola italica come colonia e proiezione verso l’Est Europa. Obiettivo cartaginese: minare la proiezione Europea ad Est, in sostegno della repubblica Zarina, saldando diversione con necessità migratorie!. Difficile valutare il numero di morti nel coacervo di piccoli stati della ex_jugoslavia, Austria, Ungheria, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovacca, per guerre urbane & epidemia di “virus degli elefanti”. In ogni caso é fuori di dubbio che nelle guerre puniche II saranno i sub-sahariani a versare più sangue all'altare di Chartago: ►perché i sub-sahariani perderanno le Guerre Puniche II, finendo nuclearizzati dagli europei sia nelle co lonie (italia e grecia) sia in
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terra di Chartago, dato che l’Europa salverà se stessa a colpi di B61. (900MLN-90MLN)*0.8≈648MLN stima neutra dei morti subsahariani, accatastati nel nordest africa del mediterraneo, per morte sotto le bombe nucleari tattiche europee, risposta militare non convenzionale all’attacco cartaginese con il virus degli elefanti, in Europa. 90MLN*0.5≈45MLN stima neutra dei decessi sub-sahariani per 8 nuclearizzazione della penisola italica, greca, ingaggi in paesi ex_jugoslavia ►perché i sub-sahariani e nordafricani, perderanno circa ≈400MLN di morti durante l'emersione di Chartago. Totale≈693MLN Obiettivamente cosa sono 11.6MLN di morti italiani per pulizia etnica chartaginese, contro i circa 693MLN di morti sub-sahariani?! Niente!, le pulizie etniche nella penisola italica sarebbero appena 1.67% dei morti delle Guerre Puniche II. Nell’universo atteso E’ il meno probabile per un odierno osservatore. Esiste un limite di 2.5MLN di moto barchini alla produzione di Chartago (con un potenziale rischio di un tetto massimo stimato a 7.5MLN≈3*2.5MLN) generando un reale e futuro rischio di una massa salpante annua minima di almeno 2.5MLN di natanti pari a 15persone*2.5MLN≈37.5MLN di persone all’anno, spalmate su un battlegroup quotidiano salpante di 6850 piccoli mezzi con 12 nodi di velocità media. I buonisti di oggi (e domani), delirano di tenere le frontiere aperte in modo costante nel lungo periodo. A mio avviso, questi pazzi aprono la strada alle Guerre Puniche II, dato che faranno passare il concetto in africa, che ai sub-sahariani basterà migrare in Europa per risolvere ogni loro problema. Tutte le risorse europee (che sono
scarse e suscettibili d'impieghi alternativi e concorrenti), finiranno in modo esponenziale per essere stanziate prima sull'accoglienza. Poi saranno tagliate, a causa delle migraz ioni interne alla UE per il “severe weather” nel nord Europa, causato da climate change e blocco della corrente del Golfo e per danni di mini-uragani mediterranei del Climate Change in Europa!. Il lavoro dei missionari in Africa andrà in vacca: per assenza di risorse dall’Europa all’Africa e per climate change in Africa (a prescindere da ciò che potrebbero 9 decidere di fare i gengiskani!). In ogni caso, non ci saranno risorse europee da spendere in Africa per aiutare queste persone, non si userà la leva del cambio Euro/monete africane decuplicando localmente gli aiut i stanziati in Euro, per politiche di controllo nascite, quindi l’Africa sarà lasciata all’iniz iativa Cinese. Questa non sarà percepita come minaccia, non avendo i gengiskani una storia colonialista alle spalle. Quindi detto in due parole: non ci sarà alcuna mitigazione delle Guerre Puniche II da parte dell’Europa. Chi fa la parte del cattivo in questa apocalittica storia futura?!
Sono forse oggi i “buoni” i cattocomunisti italiani, che vogliono spalancare le porte dell’europa senza soluzione di continuità, aprendo le frontiere a flussi sub-sahariani, che saranno esponenzialmente crescenti nel tempo, prima o poi porteranno ad un’inevitabile chiusura dell’Europa, scontro e nuclearizzazione del nord Africa, da parte dell’Europa. Oppure oggi i “buoni” sono quelli che appaiono duri con l'immigrazione clandestina e restano inascoltati sugli Stati Uniti d’Europa, l’unico veicolo istituzionale europeo, con cui sperare di raggiungere tardivamente l’universo ottimista, per provare a sminare l’attrattore caotico guerrafondaio delle future Guerre
Puniche II, nelle quali saranno soprattutto i sub-sahariani a perderci. Confrontare con “Remington Ride” pag.5
Mentre il lettore interessato, se vorrà, potrà sviluppare le analisi di Guerre Puniche II & WWIII consultando la collana Scenari Strategici, gli altri meno interessati al topic, potranno dilettarsi in questo breve romanzo distopico. La fabula della saga Battle for Chartago, si snoda a ritroso nel tempo, questo ebook è il prequel di “Battle for Assuan”. Incontreremo letterariamente il co lonnello gengiskano Shao (padre del “memorandum la Stella Verde”), nella Situation Room al Cairo osserveremo lo Stato maggiore egiziano. Il picco lo Kumi e la sua famiglia, il rivoluzionario Abasi, introdurranno il lettore sul campo, durante la fase iniziale del processo della levata di Chartago, quando all’orizzonte era già visibile la WWIII in Asia. Buona lettura!
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Capitolo 1: I pozzi erano secchi.
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Asad tornava a piedi dalle sue colt ivaz ioni, queste erano tutte secche e morenti, le fatiche di anni, erano state spazzate via in meno di una stagione, presto sarebbe restato loro solo un pugno di sabbia arida; il deserto e la savana secca avanzavano inesorabili, ormai avevano raggiunto il villaggio!. Asad era seguito dai suoi due figli: il ventenne Kamau ed il quattordicenne Lutalo, entrambi erano arrabbiati, preoccupat i, si sentivano impotenti davanti a quello che stava succedendo loro, silenziosi camminavano in colonna dietro al padre, per ordine di età decrescente. -Quanto durerà l’acqua nei pozzi?!- chiese Kamau. -Prima dell’inizio dell’estate i pozzi saranno secchi: lo ha confermato anche Onkono. Potremo usare i pozzi ancora per qualche mese, ma dovremo razionarla- rispose seccamente Asad. -Padre- chiese Lutalo -ed il nostro campo?! e tutte le nostre coltivazioni?! E poi se i pozzi dall’estate saranno secchi, nel villaggio cosa faremo?!-I campi sono distrutti, noi dovremo tornare a vivere di caccia, dovremo ritornare nomadi, dovremo razziare per sopravvivere! rispose Asad con voce aspra e dura, poi il padre si voltò per guardare negli occhi i suoi figli, quindi aggiunse con tono imperioso –Kamau, Lutalo, quando siamo a casa, prendete i vostri AK47, oggi
ci uniremo alla falange del nostro villaggio, andremo dagli Otsi ad 80km, per razziare loro, tutto quello che potremo portar via!Quando Adenike vide ritornare dopo appena mezz’ora il marito ed i due figli, vedendoli impugnare i propri AK47, la donna scoppiò a piangere, coprendosi il volto con le mani, ma non ebbe il coraggio di dire niente al marito. Asad e Kamau s’avviarono senza dire una parola, verso la piazza del villaggio, dove si stava radunando una poderosa falange armata, composta anche da tribù e clan alleat i, 13 che avevano lo stesso problema. Lutalo s’avvicinò alla madre per confortarla, accanto a lei la diciottenne Emefa era silenziosa, impastava l’ult ima porzione di miglio, con la magra scorta d’acqua che ancora era disponibile in casa, nelle due taniche di plastica da 10 litri. -Perché andate a razziare al villaggio vicino?!- chiese in lacrima Adenike –Perché non andate a coltivare il nostro orto?!.- disse la povera donna, mentre stringeva forte, le mani di Lutalo. -Madre- disse Lutalo –I pozzi sono secchi!. Non c’è abbastanza acqua per coltivare i campi. Potremo attingere acqua dai pozzi solo per bere, ma questa durerà solo per poco tempo!- Lutalo- disse Adenike – ascoltami!, torna nei campi a coltivare le piante!. Le piante hanno bisogno d’amore, prosperano solo se diamo loro attenzioni, poi ci ripagano con cibo e prosperità!. Lutalo, le armi portano solo morte e distruzione-Madre!- esordì Lutalo –I pozzi sono secchi!. Con l’aiuto dei villaggi vicini, ci stiamo raggruppando per fare qualcosa!. Altrimenti, presto moriremo tutti di sete e di fame!Adenike strinse le proprie mani ossute sui giovani polsi di Lutalo, ma questi si divinco lò rapido, mentre guardò la sorella maggiore Emefa, la quale teneva lo sguardo rivolto verso il basso e non disse nemmeno una parola. Lutalo corse via come il vento, per raggiungere il padre ed il fratello maggiore, che lo stavano aspettando con impazienza, nella piazza del villaggio.
Nel frattempo Kumi trascinava sopra un piccolo carretto di metallo, un piccolo impala morto, ed era aiutato dal suo amico Usutu. Lutalo si fermò a salutare i due bambini, chiedendo loro dove avevano cacciato l’impala. -L’ho ucciso io!- disse fiero Kumi, agitando nell’aria il suo arco di legno. –Ah! si?!- disse Lutalo – allora dove sarebbe la tua freccia, 14 conficcata nell’impala?-Non c’è la freccia, perché l’ho già ripresa!- rispose Kumi, indicando il picco lo cesto che portava sulle spalle, in cui vi erano riposte varie frecce. -Non ci sono buchi, tagli o lesioni sul piccolo impala!- rispose ridendo Lutalo, che sfoderò un sorriso bianchissimo a 34 denti. Kumi abbassò lo sguardo, non disse niente, lasciò che suo fratello Lutalo gli scompigliasse affettuosamente i suoi irsuti capelli scuri. Usutu intervenne nella discussione –L’impala lo abbiamo trovato già morto di sete – Usutu si voltò, indicando una direzione a nord, oltre i confini del villaggio – era vicino al ruscello, ma questo ormai è senz’acqua, ed è pieno solo di una putrida melma!-
Capitolo 2: Operazione Ramses. Tutti i Mig_29M egiziani erano stati dispiegat i in segreto, in due diverse basi sudanesi: una vicina al confine etiopico, l’altra prossima al confine ugandese.
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Una parte di questi velivoli erano stati equipaggiat i con serbatoi supplementari e missili aria-aria per il combattimento aereo, altri Mig_29M erano invece dotati di grosse bombe a guida laser, serbatoi supplementari, ottimizzati per distruggere al suolo i pochi aerei etiopi ed ugandesi. Il piano della prima ondata di piloti egiziani, era di penetrare lo spazio aereo nemico, in modo veloce, dalla bassa quota, per cogliere alla sprovvista i velivo li ugandesi ed etiopi, ancora fermi nelle proprie basi, distruggendo i velivoli al suolo. Gli altri Mig_29M egiziani, sarebbero decollati dalle due bas i sudanesi con un breve ritardo, avrebbero avuto rotte diverse, in quanto erano stati equipaggiat i con serbatoi supplementari e numerose bombe a guida laser e pod ottici-laser. Quasi tutti i velivoli erano stati ottimizzati per effettuare un bombardamento massiccio e chirurgico, sulle due dighe di Hidase e Bujagali. Solo un terzo dei restanti Mig_29M era stata dotata di serbatoi supplementari e missili aria-aria, impiegati co me scorta in alta quota, ai Mig_29M destinati al bombardamento delle dighe. Questa seconda forza aerea, sarebbe stata utile per ingaggiare i pochissimi aerei etiopi ed ugandesi, qualora non fossero stati tutti distrutti al suolo, e se qualche coraggioso pilota, avesse tentato di bloccare il bombardamento egiziano sulle dighe!.
Capitolo 3: Il Nilo è degli egiziani. Nella situation room al Cairo, c’era in riunione permanente il presidente egiziano, il ministro degli esteri, il capo di stato maggiore, i comandant i dell’esercito, marina, aereonautica, discutevano circa il da farsi, sulle crisi po lit ico-militari che erano detonate in Africa, dopo l’operazione aerea egiziana Ramses.
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Gli egiziani con un possente raid aereo, avevano sia annientato le poche forze aeree dell’Etiopia e dell’Uganda, quanto e soprattutto, il raid egiziano aveva distrutto le diga etiope di Hidase, la diga ugandese di Bujagali. Il possente raid aereo egiziano, era stato svolto impiegando tutti i Mig29 egiziani, che erano decollati da due basi poste nel deserto del Sudan, grazie alla collaborazione del governo sudanese, che soffriva degli stessi problemi egiziani. Operazione Ramses: il Nilo deve essere libero (da ostruzioni), il Nilo è degli egiz iani. I Sudanesi anche se non erano egiziani, si sentivano egiziani, avendo peggiori e più gravi problemi idrici degli egiziani, in quanto le dighe sul Nilo Azzurro e Bianco, avevano ridotto la portata del fiume. Il climate change aveva cambiato la quantità e la distribuzione delle piogge, le alte temperature per climate change procuravano una maggiore evaporazione, oltre ad alt i fabbisogni d’acqua dolce, sia per uso familiare quanto agricolo. Tra Egitto e Sudan, si contavano oltre 140Milioni di persone e non potevano contare su una costosa e crescente quota d’acqua mediterranea desalinizzata!. Il Nilo doveva essere libero da ostruzioni, il Nilo era degli egiziani e doveva restare degli egiziani.
La prima e l’unica diga che poteva essere posta sul Nilo, era quella di Assuan, con il suo bacino artificiale del lago di Assuan. Gli egiziani, non avrebbero mai tollerato la costruzione di altre dighe a monte di Assuan, specie se queste avessero ridotto la portata del grande fiume egiz iano.
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-Le popolazioni del corno d’Africa, per ritorsione hanno invaso il Gibuti, da cui bloccano il transito marittimo presso il golfo di Aden?chiese il presidente egiziano mentre scorreva il rapporto.
-Sì!- rispose il capo di stato maggiore – gli insorgenti usano artiglieria e tank. Hanno molti barchini, con truppe dotate di mitragliatori ZSU e lanciarazzi RPG con testate HEAT. I barchini salpano sia dalla costa gibuta, quanto dallo Yemen, che non si è opposto alla costruzione di un caposaldo, per bloccare lo stretto di Aden-Una risposta flaccida, inutile, inefficace: direi che questo stupido problema è facilmente risolvibile dall’Egitto - rispose ridendo il 18 presidente egiziano. -C’è anche un secondo problema: il Sudan ci ha chiesto aiuto. Colonne di militari e soprattutto milioni e milioni di civili, stanno invadendo il Sudan, provengono sia dal corno d’Africa, quanto dal centro Africa e dalla zona dei grandi laghi. In sostanza, sono tutti rivoltosi della fascia sub-sahariana. Si direbbe un’insurrezione contro il Sudan, un’azione che prima o poi, si potrebbe tramutare in una minaccia anche per l’Egitto- rispose il capo di stato maggiore. -Ci sono almeno 2000km, tutti di sabbia, che separano i confini dell’Egitto da questa marmaglia. Noi egiziani siamo oltre 110Milionirispose ridendo il presidente egiziano – Se e quando, questi stupidi rivoltosi, arriveranno a tiro dei nostri fucili, allora noi egiziani ci porremo il problema di sparargli addosso, mirando al bersaglio grosso!- disse ridendo sarcasticamente il presidente egiziano. Il capo di stato maggiore rispose – Signore, dovremmo approntare un piano, considerando l’eventualità che queste genti, prima o poi arrivino in Egitto, passando dal Sudan. Forse, sarebbe opportuno aiutare il Sudan a contenere l’invasione di sub-sahariani, inviando un contingente egiziano in aiuto dei sudanesi.-No!- rispose secco il presidente egiziano – Non voglio impegnare truppe egiziane fuori dai confini nazionali!.-Signore, avevamo promesso assistenza militare al Sudan, il quale ci ha concesso l’uso di due basi aeree, proprio per l’operazione Ramses- disse il ministro degli esteri.
-Non m’interessa!- disse il presidente egiziano che continuò - Oggi non è conveniente per l’Egitto, impegnare truppe in Sudan. Stiamo già motivando al mondo l’operazione Ramses, come un atto di mera sopravvivenza dell’Egitto che è anche in favore del benessere del Sudan. La risposta sub-sahariana a Ramses è stata 1-l’invasione del Sudan 2-il blocco del Golfo di Aden. Per la crisi del Golfo di Aden, manderemo un distaccamento anfibio, per liberare il Gibuti e tenere 19 aperto il traffico marittimo da/per Suez. Useremo la mano pesante, questo sarà anche un deterrente contro chi pensasse di aggredire l’Egitto!.
Sicuramente otterremo anche la solidarietà degli USA e degli Europei, forse anche un contingente militare NATO, affiancherà le nostre forze anfibie, per tenere aperto il canale di Suez!. I popoli del corno d’Africa saranno sospinti in una posizione isolata, dovranno subire passivamente la realtà dei fatti. Il golfo di Aden sarà mantenuto libero, il corno d’Africa dovrà rinunciare alla diga di Hidase, ed a tutte le altre dighe future, che potranno ostruire il corso del Nilo azzurro. L’azione di ritorsione che è stata scelta dagli stupidi subsahariani, li ha posti in una posizione internazionale che produce solo biasimo, ed ostilità del mondo. D’altronde, Etiopia ed Uganda non avrebbero potuto fare altro, questo era stato previsto, in sede di pianificazione del raid aereo Ramses. Per quanto concerne aiuti militari egiziani al Sudan, io non ho intenzione d’inviarne!. Ci sono oltre duemila chilometri, prima che il problema sudanese divenga anche un problema militare egiziano!. Il Sudan è
un arido cassone di sabbia, privo di risorse, un utile stato cuscinetto per l’Egitto. Lasciamo che la grana dei rivoltosi sub-sahariani detoni nelle mani dei sudanesi!. Se inviassimo truppe egiziane in Sudan, potremmo dare l’impressione che l’Egitto voglia applicare una politica di potenza in Africa. O peggio, che stia tentando d’annettersi il Sudan. Questo indebolirebbe la nostra tesi, della stretta necessità di sopravvivenza dell’Egitto, nel nostro raid aereo in Uganda ed 20 Etiopia!. Invece, ci limiteremo in modo civile, a sostenere attivamente le richieste d’aiuto e tutte le proteste del Sudan all’ONU, per una richiesta di un’operazione internazionale di peace keeping. Inoltre, sosterremo la giusta causa del Sudan contro gli insorgenti sub-sahariani, davanti al consiglio dell’Unione Africana!. Giocheremo la palla in modo diplomatico, come piace all’Occidenterise il pres idente egiz iano, che concluse sarcastico – lasciamo che si sparino tra loro, più ne morranno e meno nemici l’esercito egiziano avrà in futuro!-
Capitolo 4: La battaglia per il golfo di Aden. Tre sottomarini egiz iani classe U209 navigavano in formaz ione a V in immersione nel Mar Rosso. Erano in avanscoperta a protezione della picco la flotta egiziana: il loro scopo era scovare potenziali minacce nemiche sotto il livello del mare. I tre sottomarini egiziani non ne trovarono, così si posero in stazionamento silenzioso a poche miglia dall’entrata del golfo di Aden, a presidio dell’entrata nel Mar Rosso, per impedire che eventuali mezzi sottomarini 21 nemici, tentassero di minacciare la flotta egiziana.
Quattro fregate egiziane classe Burke, aprivano la rotta di superficie, erano disposte a V ed erano seguite dalla nave di Assalto anfibio Mistral e da due LCS. La nave d’assalto anfibio era colma elicotteri Apache, Mil- Mi_17, Tank M1 Abrams ed APC EIFV e tantissima fanteria egiziana. Era notte inoltrata, quando la flotta egiziana si fermò nel Mar Rosso, a poche miglia dai suoi obiettivi. I quattro destroyer classe Burke attaccarono usando il pezzo principale: obiettivo la piccola cittadina etiope di Assab, ed il piccolo paese yemenita di Moka. Esplosero rapidamente tutti i pochi pezzi d’artiglieria Howitzer che erano stati collocati dai rivoltosi lungo la costa etiope e yemenita. Il fuoco navale egiziano poi si spostò sulla città: le cannonate iniziarono a piovere come grandinate d’inferno, demolirono capannoni, case, palazzine, ecc... La gente dei villaggi prese a scappare verso il deserto, per allontanarsi dalla costa e dai due paesi. Dalla nave d’assalto anfibio egiziana, decollarono poi 6 elicotteri Apache da battaglia: tre erano diretti ad Assab gli altri erano in rotta per Moka. Gli elicotteri Apache incominciarono a ronzare sopra i due piccoli centri abitat i, co me valchirie di morte, nella notte di tenebra, distrussero con una letale rapidità tutti i pochi carri armat i,
i blindati, i trasporti truppa etiopi che si celavano in città, per sottrarsi al bombardamento navale. Poi, gli elicotteri da attacco presero a distruggere con le loro mitragliatrici pesanti, tutti i battelli e barchini, che erano ancorati nei due picco li porti Il BMP di Abasi era sulle co lline prospicient i la cittadina di Assab, i flash delle esplosioni, i cupi co lpi d’artiglieria, le luci degli incendi, svegliarono sia Abasi, quanto tutto il suo plotone. 22
Mentre gli elicotteri Apache ronzavano come calabroni mortali, lanciando razzi anticarro e facendo crepitare le mitragliatrici pesanti, giunsero dall’aria anche tre elicotteri Mil-mi_17 che nei pressi del porto, fecero sbarcare della fanteria egiziana. I Mil-Mi_17 poi tornarono sulla nave anfibia, per far sbarcare altra fanteria egiziana!. Al largo nel Mar Rosso, con il binocolo Abasi intravedeva le luci della grossa nave d’assalto anfibio, da cui s’approssimava alla costa un LCU, per far sbarcare due tank M1 Arams, sulla spiaggia bassa e sabbiosa.
Non era il caso di raggiungere la cittadina Assab per combattere, disse Abasi. Non c’era gioco per loro; le forze egiziane erano troppo potenti. Gli elicotteri da battaglia Apache, i tank M1 Abrams, i razzi anticarro degli elicotteri Mil-mi_17 avrebbero annientato il loro trasporto truppa, poi tutto il plotone sarebbe stato falciato dalle mitragliatrici egiz iane. I rivoltosi a malincuore, agganciarono il rimorchio al B MP, quindi Abasi ed il suo plotone fuggirono nell’interno dell’Etiopia.
Capitolo 5: La crisi è innescata! Era il tramonto al villaggio di Kumi, erano trascorsi ormai due giorni dalla razzia che era stata perpetrata ai danni dell’ignaro villaggio vicino. C’erano state sparatorie, alcune perdite, ma tante erano state le persone morte o mutilate nel villaggio razziato, per punire tutti quelli che avevano tentato d’opporsi. Manica corta o manica lunga?! Era questa, la domanda più frequente, che la falange del villaggio di Kumi, aveva violentemente imposto alla popolazione del villaggio che era stato devastato!.
L’elicottero gengiskano era seguito da altri due elicotteri Mil-mi_24 i mezzi ronzarono minacciosi in cerchio, al calar della sera, sopra il villaggio di Kumi. Il grande frastuono aveva attirato l’attenzione di tutta la gente del villaggio, che corse subito a prendere le armi, temendo una punizione governat iva, contro la truce razzia che era stata perpetrata. Invece, i megafoni degli elicotteri gengiskani, dissero che venivano in pace, portavano armi e munizioni, cibo ed acqua potabile ed aiuto militare. I gengiskani avevano a cuore il futuro degli africani, volevano che fossero liberi dall’oppressione capitalista, i gengiskani desideravano che i sub-sahariani potessero forgiare il loro futuro con le proprie mani, in Africa!. Due elicotteri continuarono a ronzare sul villaggio, solo uno atterrò: era quello che portava il co lonnello Shao, il militare scese scortato da tre militari pesantemente armati di mitragliatori PKM. Il colonnello Shao chiese del capo villaggio, poi con le sue mani, il
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colonnello gengiskano scaricò un grosso fusto di metallo, mostrò che era acqua potabile ed offrì il dono, in segno d’amiciz ia al capo villaggio. Kumi osservava silenzioso, dietro la tenda logora, con la bocca spalancata e la testolina riccia che usciva dalla finestra senza vetri, della sua casa fatta di mattoni di terra. Questi grandi elicotteri gengiskani con grandi luci accese che illuminavano il villaggio, ronzavano come calabroni minacciosi, ma già tutta la gente del villaggio vociferava che i gialli avevano portato armi e munizioni, ed erano potenti alleat i: solo il cielo, gli aveva mandati!. Il colonnello Shao, bevve in segno di rispetto una bevanda che gli fu offerta dal capo villaggio: le armi che per t imore erano state impugnate dagli uomini del villaggio di Kumi, furono riposte. Danze ed applausi di gioia, strinsero il grande elicottero verde che era atterrato!. Il colonnello Shao dette ordine di far atterrare anche gli altri due elicotteri, da cui furono scaricate altre armi, munizioni e numerosi altri fusti d’acqua potabile!. Tre soldati gengiskani sarebbero rimasti gratuitamente nel villaggio di Kumi, come consulenti militari, per insegnare all’uso delle nuove armi, per addestrare alle nuove tattiche di combattimento, tutta la tribù e tutti gli alleati del villaggio di Kumi. Il colonnello Shao, invitò poi il capo villaggio a partecipare co me suo traduttore personale, alla conferenza di pace che si sarebbe svolta all’Unione Africana. Il capo villaggio accettò con onore, poi il colonnello Shao fu invitato nella casa del capo villaggio, per conferire in gran segreto. I gengiskani non erano membri del Consiglio dell’Unione Africana, ma partecipavano come osservatori, in quanto avevano mo lti possedimenti in Africa orientale, erano quindi interessati alla pace e prosperità dei popoli africani!. __________
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La situazione presso il consiglio dell’Unione Africana era in stallo. Il colonnello Shao silenziosamente seduto in terza fila, era una maschera di ceramica cinese: totalmente inespressiva. Ma solo chi lo conosceva bene, dall’intensa luce che brillava nei suoi occhi, avrebbe potuto inferire che il militare gengiskano gioiva soddisfatto, dello stallo politico che aveva sapientemente organizzato. Il colonnello Shao agendo con sagacia ed arguzia, muovendo silenziosamente le fila da dietro le quinte, teneva le redini delle 25 marionette che popolavano buona parte del consiglio dell’Unione Africana. All’ONU, l’India aveva posto il veto ad una missione di “peace keeping” in Sudan, timorosa che qualcosa di simile fosse stato deliberato in Bangladesh. C’erano scontri quotidiani tra India e Bangladesh, ai confini. Mentre un numero crescente di boat-people del Bangladesh, venivano respinti dalla flotta indiana, che era schierata davanti al Bangladesh, per bloccarne i flussi migratori via mare. Gli effetti del climate change si facevano sentire in tutto il mondo, i paesi del primo mondo erano focalizzati all’accesso delle risorse ed alla mitigazione dei propri danni, impauriti o disinteressati non si curavano delle crisi che si molt iplicavano sul pianeta, come effetti del climate change. La crisi Sudanese, era solo un’altra crisi che era detonata dopo quella del Bangladesh, dopo i numerosi tumulti militari sui confini del Sud Africa. Poi c’erano crisi umanitarie per uragani, cali delle rese agricole, carestie e shock idrici. Incremento del prezzo delle materie prime/semilavorati, tensioni finanziarie, ed ogni altro problema che s’era intrecciato in modo insolubile, dentro gli effetti del climate change. I problemi più grossi erano in Africa: il problema della sovrappopolazione era stato cronicamente ignorato per molti decenni, adesso era intrecciato indissolubilmente con gli effetti del climate change, creando problemi militari, a cui nessuno dei paesi del primo mondo era disposto a mettere “boots on the ground”.
Inoltre i gengiskani avevano coperto l’eco mediatica della crisi sudanese, giocando la sagace carta della “Conferenza Mondiale sul trasporto del Ghiaccio Antartico”. Questo meeting politico, con interventi scientifici, aveva subito catalizzato i riflettori del I°mondo, marginalizzando lo stallo diplomatico che era stato silenziosamente pianificato dentro l’Unione Africana, dal colonnello Shao. Il Sudan era stato invaso dai sub-sahariani, gli egiz iani non 26 avevano fatto niente. Nemmeno il mondo aveva mosso un dito per aiutare il Sudan. Gli altri stati africani stavano andando gradualmente in pezzi a causa delle crisi da climate change. La nuova posizione d’equilibrio nell’Unione Africana sembrava precaria ma apparentemente stabile: era stato però innescato un processo, che presto avrebbe condotto alla nascita della Stella Verde!.
Le mosse successive del co lonnello Shao sarebbero state quelle di coordinare una conferenza segreta, coinvolgendo tutti i capi subsahariani. Obiettivo della stessa, convincerli ad applicare con la forza, e con le armi fornite dalla coalizione Baoista, una nuova politica in Africa che riallocasse in modo diverso, le numerose risorse che erano state drenate dagli sporchi capitalisti, fagocitate dai cani arabi in nord Africa!. Non sarebbe stato solo in questa complessa missione: un colonnello rakistano e sumerico, lo avrebbero aiutato nell’impresa!.
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