Guide 2015
SALUTE IL MEDICO GIUSTO LO SCEGLI COSÌ
NE REGIEOGIONE PER R
DALI E P S O GLI REPARTI E I L TOP A
GLI SPECIALISTI Dal cardiologo al chirurgo, dal diabetologo all’oncologo all’ortopedico... La prima guida completa per tutti ALLA BASE Prima degli altri ti cura lui. Ecco che cosa chiedere al medico di famiglia
DR. GOOGLE I pro e i contro delle autodiagnosi via Internet
€ 3,90* Gli Speciali di Focus n. 277 Non vendibile separatamente da Focus in edicola. *prezzo rivista esclusa
COME TROVARE IL PEDIATRA PERFETTO
Come si usa la Guida
E adesso da chi farci curare? La domanda è sempre la stessa, che in gioco ci sia la nostra salute o quella di un parente. Questa Guida è pensata come bussola per “navigare” le acque della sanità italiana. Con l’aiuto di Renato Ruggiero, già cardiochirurgo dell’Ismett di Palermo, spieghiamo come evitare i trabocchetti e dove trovare le informazioni utili. Ma troverete anche i dati sulla qualità delle cure prestate in alcuni ospedali della Penisola: per ogni specializzazione, i 22 ospedali che nel 2013 hanno dato risultati migliori della media italiana; non è una graduatoria, ma una guida per trovare rapidamente vicino a casa il centro più adatto a farci tornare in salute. Amelia Beltramini
Organizzazione • Che cosa significano per il cittadino i tagli alla sa-
nità? E come deve comportarsi?
• Ci sono malattie come ictus, infarto e tumori che
richiedono un team di specialisti. A chi rivolgersi? • Come consultare il database dei risultati di salute degli oltre 1.000 ospedali italiani. • E, se non bastano, dove sono in Europa e negli Stati Uniti gli ospedali più noti ai quali rivolgersi per casi particolari?
Per cominciare • Il medico di famiglia: un burocrate o un alleato prezioso? • Come districarsi fra le 50 specializzazioni italiane per trovare quella utile al nostro caso? • A volte la gravità e l’urgenza di una malattia determinano qual è lo specialista competente. • Come difendersi dai danni degli eccessi sanitari? • Quando consultare un altro medico se il primo non ci ha convinto?
Saperne di più • Tutti consultano Google alla ricerca di informa-
zioni mediche. Come evitare gli errori più comuni.
• Attingere alle pubblicazioni scientifiche, come
fanno i medici, per trovare informazioni utili e attendibili.
Le specialità • Di fronte a una diagnosi di tumore, a chi affidarsi per primo: chirurgo, oncologo o radioterapista? • Le specializzazioni mediche hanno al loro interno ulteriori iperspecializzazioni: le abbiamo analizzate una per una.
Guida alla scelta del medico Gruner+Jahr/Mondadori Spa - Via Battistotti Sassi, 11/A – 20133 Milano
La redazione integrata di Focus Direttore Responsabile: Jacopo Loredan Ha realizzato Focus Guida Specialisti: Amelia Beltramini Ufficio Centrale: Gian Mattia Bazzoli (caporedattore), Giovanna Camardo (caposervizio), Isabella Cioni (caporedattore), Emanuela Cruciano (caporedattore), Andrea Parlangeli (caporedattore centrale), Gianluca Ranzini (vicecaporedattore), Marina Trivellini (caporedattore art director) Redazione Grafica: Giorgio Azzollini (caposervizio), Gloria Galbiati, Elena Lecchi, Luca Maniero (caporedattore art director), Francesca Patuzzi (caporedattore), Emanuela Ragusa, Luca Tomasi Ufficio Fotografico: Paola Brivio (caposervizio), Alessandra Cristiani (vicecaposervizio), Sara Ricciardelli, Daniela Scibè Redazione: Amelia Beltramini (caporedattore), Sabina Berra, Marco Ferrari (caposervizio), Margherita Fronte, Roberto Graziosi, Raffaella Procenzano (caporedattore), Fabrizia Sacchetti (caposervizio), Vito Tartamella (caporedattore), Stella Tortora (caporedattore), Raymond Zreick (caposervizio) Segretaria di Redazione: Antonella Buccino Hanno collaborato a questo numero: Federico Bona, Fernando Mazzoldi, Renato Ruggiero. Raccolta e gestione dati in collaborazione con Dataninja.
Business Manager Carolina Cefalù Subscription Manager Alessandro Scampini Coordinamento tecnico Valter Martin Amministratore delegato, Chief Operating Officer e Publisher Roberto De Melgazzi Direttore del Personale e Affari Legali Lucio Ricci Direttore controllo di gestione Paolo Cescatti Direzione, redazione, amministrazione: via Battistotti Sassi, 11/A - 20133 Milano. Telefono 02/762101. Fax amministrazione: 02/76013439. Fax redazione: 02/76013379. Email: redazione@focus.it Stampa: Elcograf Spa, Verona. Distribuzione: Press-Di Distribuzione Stampa e Multimedia Srl - 20090 Segrate (Mi). Focus: Pubblicazione mensile registrata presso il Tribunale di Milano n. 552 del 16/10/92. Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica sono riservati. Tutto il materiale ricevuto e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà restituito. Pubblicità: Mediamond S.p.A. - Sede centrale: Palazzo Cellini - Milano Due - 20090 Segrate (Mi) - Tel. 02/21025917 - Mail: info.adv@mediamond.it Accertamento Diffusione Stampa - Certificato n. 7152 del 14/12/2011
Periodico associato alla FIEG (Federaz. Ital. Editori Giornali) Codice ISSN: 1122-3308
Guida alla scelta del medico Per cominciare
Consultare un altro?
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Anche in sanità in alcuni casi è utile cercare un secondo parere, perché la medicina non è una scienza esatta.
Saperne di più
Dr Google, pensaci tu 34 Molti lo usano come fonte di informazione medica, ma bisogna sapere come e dove cercare.
Saperne di più
Alamy Ipa
Tutti scienziati!
Organizzazione
Il Ssn? Indebolito
6
In meno di 40 anni ha consetito grandi progressi. Ora però sta arretrando a favore delle assicurazioni private.
Per cominciare
Il medico di famiglia
10
È uno specialista con una formazione triennale, un alleato prezioso da scegliere con attenzione. Così.
Per cominciare
Trovare lo specialista 16 Ci sono 50 specializzazioni mediche: qual è il professonista giusto, come prenotare la visita e che domande fare?
Per cominciare
Chi mi cura questo?
22
Alcune malattie possono essere seguite da più specialisti. Dipende da vari fattori, come gravità e urgenza.
Organizzazione
Ti salva il team
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Ictus, infarto, ma anche tumori e Alzheimer impongono la cooperazione di molte figure professionali dedicate.
Per cominciare
Casi senza giudizio
29
I pazienti hanno portato in tribunale il 15% dei medici. Che si cautelano con diagnosi e farmaci inutili. 4 | Focus Guida Specialisti
Volete andare ancora più a fondo? Provate con gli strumenti online gratuiti che usano i medici.
Organizzazione
I dati degli ospedali
40
44
I risultati dell’attività degli ospedali sono consultabili e consentono di scegliere. Ecco come.
Ginecologia
La scelta della donna 46 Se siete fortunate c’è il consultorio. Altrimenti rivolgetevi a un grande centro ospedaliero.
Chirurgia
Diamoci un taglio
Il chirurgo è oggi una figura iperspecialistica; difficile scegliere quello giusto. Ecco una bussola per aiutarvi.
Oncologia
Domatori di cellule
I pazienti a cui si scopre un tumore sono sempre di più, ma aumentano anche le guarigioni.
Trapianti
Organi di ricambio
Questioni di cuore
Anche il cardiologo è sempre più specializzato: ecco le dritte per identificare quello adatto.
Un bisturi nel petto
Neurologia
Specialista dei nervi
Pneumologia
Curare l’affanno
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Le malattie dell’apparato respiratorio sono al terzo posto per mortalità dopo quelle cardiovascolari e i tumori.
Endocrinologia
Se il sangue è dolce
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Il nostro stile di vita aumenta il rischio di diabete, che richiede collaborazione fra lo specialista e il medico di famiglia.
Oftalmologia
A me gli occhi
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L’oculista è oggi superspecializzato e affiancato da figure professionali che lo coadiuvano con specifici compiti.
Ortopedia
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Ospedali al top
64
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Epilessia, ictus, Alzheimer sono le malattie più frequentemente affidate alle cure del neurologo.
Scheletro fragile
60
70
Se un tempo era una chirurgia di frontiera, oggi è considerata routine e ne beneficiano anche pazienti anziani.
50
Fegato, rene, cuore e polmoni. Ma anche cellule del sangue e altri tessuti. In media, i risultati nei trapianti sono ottimi.
Cardiologia
Cardiochirurgia
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L’ortopedico tende a operare, ma alcune lesioni guariscono da sole. Il fisiatra può aiutare nella decisione.
Organizzazione
87
Se la pur ampia offerta italiana non basta, ecco i 25 centri migliori negli Usa e in Europa, con i link per consultarli.
Le informazioni contenute in questa Guida non devono considerarsi sostitutive del consulto e della visita di un medico.
La scelta
Come scegliere lo specialista In Italia ci sono ben 50 specializzazioni mediche: qual è il professionista giusto, come prenotare la visita, come prepararsi e quali domande fargli per uscire con le idee chiare.
I
n passato, la figura dello specialista era quella di un medico cui affidarsi completamente: un professionista in possesso di tutte le informazioni indispensabili, che tracciava per il paziente l’iter diagnostico e terapeutico ideale, illustrandolo senza discuterlo. Oggi, invece, pazienti e familiari chiedono di essere parte attiva nell’elaborare insieme ai propri sanitari un percorso di salute compreso e condiviso. Diventa perciò indispensabile istituire con il medico un rapporto di dialogo, condivisione delle informazioni, discussione di possibili opzioni, alternative e aspettative, per arrivare a scelte finali partecipate e informate. LA BUSSOLA. Un processo che inizia virtuosamente solo se possiamo affidarci con fiducia al nostro medico di famiglia, che è quasi sempre in grado di indirizzare con appropriatezza i propri pazienti a uno specialista e che resta la figura centrale in tutti i sistemi sanitari avanzati del mondo (medico di medicina generale in Italia, general practitioner nel Regno Unito, médecin traitant in Francia, Hau-
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sartz in Germania, family doctor negli Stati Uniti). Informarsi non è semplice e potrebbe persino aumentare i nostri timori e i nostri dubbi. Ne abbiamo già accennato per quanto riguarda Internet (vedi articolo nelle pagine precedenti) e vale anche per altre fonti: è importante discutere con persone di fiducia, come familiari o amici medici o che operano nella sanità, oppure confrontarsi con associazioni di pazienti con patologie simili alla nostra, specie in caso di malattie poco frequenti o addirittura rare, ma è altrettanto importante mantenere un riferimento sicuro nella figura dello specialista scelto, rivolgendogli tutte le domande che via via ci si presentano, mettendo continuamente alla prova il nostro percorso di guarigione e non esitando a cercare un secondo parere, se necessario (vedi articolo nelle pagine seguenti). Come individuare questa figura di riferimento? Basta un po’ di pazienza e la fiducia nel fatto che il sistema sanitario italiano è ricco di ottime professionalità. Ecco una breve guida per districarsi in mezzo alle comuni difficoltà.
Può apparire paradossale, ma spesso il primo problema da superare è individuare l’area di specializzazione della quale abbiamo bisogno. QUALE SPECIALITÀ? Ogni Paese ha le
proprie scuole di specializzazione e le differenze, a volte, possono essere sensibili: negli Stati Uniti, per esempio, secondo l’Accreditation Council for Graduate Medical Education sono 25; nel Regno Unito salgono a 40, lo dicono il Royal College of Physicians e Royal College of Surgeons; ma in Italia si arriva alla cifra record di 50, ovvero il doppio di quelle americane (vedi riquadro nelle prossime pagine). Per ricondurre la scelta a numeri più ragionevoli, va ricordato che in Italia le specializzazioni in medicina sono divise in 3 grandi aree: area dei servizi clinici (15), area medica (22) e area chirurgica (13). L’area dei servizi clinici include rami come la radiodiagnostica (radiologia), la patologia e biochimica clinica (esami di laboratorio), l’anestesia e rianimazione, la radioterapia, la medicina legale. L’area medica, il gruppo più nu-
Le tappe della visita specialistica
Piccolo vocabolario semplificato LA RICETTA. Per accedere alle prestazioni specialistiche ambulatoriali erogate dal Ssn è necessaria l’impegnativa o “ricetta rossa”. A stilarla sono il medico e il pediatra di famiglia, o un medico specialista pubblico che chieda la visita di un altro specialista. LE INDICAZIONI. Oltre ai dati anagrafici, l’impegnativa riporta alcune informazioni indispensabili: il tipo di visita o esame specialistico richiesto, il quesito diagnostico del medico che redige la ricetta (che permette al paziente di conoscere il motivo della prescrizione), l’eventuale esenzione dal ticket (per cronicità della patologia, o per invalidità del paziente, o legata a età o reddito, o ad alcuni stati come la gravidanza, o a esami di diagnosi precoce). IL TICKET. Se il paziente non è esente, deve pagarlo all’atto della visita o alla prenotazione: è una
compartecipazione al costo della prestazione sanitaria. LA TESSERA SANITARIA. È il “passaporto” del Ssn, da portare sempre con sé e valida in tutti i Paesi dell’Ue. LA PRENOTAZIONE. Visite ed esami possono essere prenotati attraverso il Ssn di qualsiasi regione telefonando ai numeri verdi dei Cup (Centri unici di prenotazione) regionali o delle singole Asl (Aziende sanitarie locali). In molti casi i Cup consentono di gestire online le prenotazioni e il pagamento delle prestazioni, permettendo di verificare i tempi di attesa. LE PRESTAZIONI. Nell’ambito del Ssn le prestazioni specialistiche possono essere erogate da professionisti degli ambulatori ospedalieri, delle Unità operative di medicina specialistica territoriale (ambulatori o poliambulatori extra ospedalieri), ma anche da specialisti ambulatoriali convenzionati o che operano in strutture private accreditate.
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Alamy/Ipa
Cuore. Lo specialista che si occupa dei problemi cardiaci è il cardiologo, ma in altri casi la moltiplicazione delle specializzazioni ha creato delle sovrapposizioni che confondono.
La scelta
Nell’acquisto di oggetti e servizi si ricevono preventivi e prezzi da più fornitori. Anche in sanità in alcuni casi è utile cercare un secondo parere.
Se chiedessi a un altro medico?
COSTI. Perché sobbarcarsi il costo di un secondo parere? Le assicurazioni, che sanno dove si annidano i falsi risparmi e investono oculatamente il loro denaro, sanno che il secondo parere, lungi
Getty Images
Q
uanti concessionari visiti prima di comprare una vettura? Quanti appartamenti prima di affittarne o di acquistarne uno? E quanti preventivi scorri prima di decidere dove andare in vacanza? Negli Stati Uniti la medicina non fa eccezione: prima di andare sotto i ferri o di prendere una diagnosi di tumore per buona, i pazienti chiedono il parere di un altro medico, la chiamano second opinion, o secondo parere, cioè il ricorso al parere di un altro professionista per confrontare, confermare o correggere la prima diagnosi o l’indicazione terapeutica. E non sono solo loro a chiederla. Negli Stati Uniti sono infatti gli stessi medici a chiedere il conforto del parere di un collega della propria o di un’altra specialità. E anche le varie assicurazioni che coprono le spese sanitarie, prima di finanziare un intervento chirurgico o una terapia oncologica, chiedono un secondo parere, a loro spese.
Saggezza popolare. A chi compra non bastano cent’occhi, a chi vende ne basta uno solo. Anche in sanità, soprattutto se per terapie impegnative, meglio due pareri.
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La scelta dall’essere un costo aggiuntivo, fa risparmiare. Infatti, se non si esagera e il secondo parere non diventa il terzo, il quarto, il quinto e via elencando, il secondo parere riduce i costi sanitari, evita gli interventi chirurgici inutili, riduce le terapie e aumenta la sicurezza e la qualità della pratica medica. E quello che per l’assicurazione è un risparmio economico, per il paziente si traduce in un risparmio di giorni di malattia, di dolore, e una riduzione dei rischi. Quindi, chiedere un secondo parere di fronte a una diagnosi di malattia seria significa maggiore tranquillità. FALLIBILE. Perché il secondo parere è
necessario? Prima di tutto perché il medico è un essere umano e come tale fallibile. Inoltre un altro medico può notare qualcosa che il primo non ha visto. O aver curato in passato proprio un caso analogo: l’esperienza ha un grande valore, soprattutto nelle malattie più rare. Non è un problema di sfiducia in chi ci cura: il dubbio è insito nella medicina stessa. Il 70-80% dei cittadini ritiene, infatti, che quella di Ippocrate sia una scienza
esatta. Inducono in errore le sempre decantate scoperte scientifiche, tecnologiche e biomediche. Ma non è così: alcuni problemi presentano molteplici e concorrenti soluzioni, e gli esiti, cioè il successo o l’insuccesso, non sono del tutto prevedibili. «Questo dovrebbe ridimensionare le attese», dice Gianfranco Domenighetti, che per anni ha diretto il Servizio sanitario del Canton Ticino. Qualche anno fa Domenighetti ha condotto un piccolo studio con un falso paziente che ha consultato dieci dermatologi mostrando sempre la stessa verruca sulla pianta del piede: dieci dermatologi e… otto diagnosi diverse. La storia, l’esame clinico del paziente (cioè quello che il medico percepisce visitandolo), quello che il paziente gli racconta, l’interpretazione dei risultati degli esami diagnostici e la stessa diagnosi possono indurre il professionista a scegliere una strada rispetto a un’altra. «Ho sempre ritenuto utile che, almeno a livello sociale, si promuova un sano sospetto verso l’efficacia e soprattutto l’adeguatezza di tutto quanto è proposto o prescritto sul cosiddetto mercato sanitario,
Pareri discordi? Scegliete l’ipotesi più convincente e con meno rischi.
Quando consultare
Come prepararsi
11. Dopo una prima diagnosi di malattia grave, per esempio una diagnosi oncologica. 12. Per malattie neurologiche. 13. Per i disturbi neuropsichiatrici infantili. 14. Quando si prospettano interventi chirurgici di asportazione di organi o ghiandole: utero, prostata, seno, tiroide. 15. Quando si prospettano interventi di colecistectomia, emorroidectomia, ernia inguinale, tonsillectomia, raschiamento dell’utero, meniscectomia, cataratta, vene varicose ed ernia discale in assenza di segni di paralisi agli arti inferiori o alla vescica. 16. Prima di un intervento cardiovascolare di bypass o di sostituzione di valvola cardiaca. 17. Per patologie rare a prognosi incerta. 18. Quando la diagnosi non è chiara. 19. Quando la terapia è sperimentale o non c’è consenso scientifico. 10. Quando viene proposto di partecipare alla sperimentazione di un nuovo farmaco.
11. Chiedete il secondo parere se non c’è vera urgenza con immediato pericolo di vita. 12. Ditelo al vostro medico, potreste scoprire che è disposto a parlarne con il collega per vedere quali sono le aree di accordo e di disaccordo. 13. Richiedete copia degli esami effettuati. 14. Cercate di chiarirvi quali sono i motivi per i quali cercate un secondo parere. È un problema di relazione medico-paziente? Non vi convince la diagnosi? Preferite essere sicuri che l’intervento chirurgico è necessario? 15. Scegliete il secondo specialista in un centro diverso. 16. Il rapporto con il medico è un rapporto complice. Siate disponibili alla comunicazione coinvolgente dal punto di vista emotivo, fornite tutte le informazioni in vostro possesso, anche quelle dei vostri “vizi”. 17. Preparatevi alle risposte che riceverete: se il secondo parere conferma diagnosi e terapia del primo parere, siete disposti ad accettarle? 18. Se il secondo parere propone una terapia più aggressiva, che cosa contate di fare? Attenzione: uno studio israeliano del 2012 ha dimostrato che se il medico cui ci si rivolge per il secondo parere sapeva che il parere precedente non era interventista, tendeva a consigliare un approccio più aggressivo, non necessariamente più corretto. 19. Non esagerate con le seconde opinioni, che non diventino le quinte o le seste. 10. E se i due pareri sono discordanti, quale ipotesi terapeutica privilegiare? Scegliete quella che vi convince di più, che vi sembra più sensata, che ha meno rischi. 11. Non cercate il secondo parere su Internet: ogni paziente è un caso a parte, e il dottor Google non può personalizzare le risposte. 12. La diagnostica medica è un’arte, alla quale contribuiscono in parti uguali la preparazione accademica, la formazione pratica, l’esperienza, la capacità di giudizio. I medici migliori hanno una strategia diagnostica del problema e considerano i risultati degli esami più o meno importanti, ma mai vangelo.
un medico in più
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al secondo parere
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CRESCE BENE?
O ZERNNI A D 4A A 1 ISITE
LE VA NONARE D NTIC E DIM
Impara a riconoscere le fasi di sviluppo di tuo figlio: linguaggio, movimenti, socialità, vista, udito. E scopri se devi preoccuparti oppure no
PICCOLI DISTURBI
Febbre e convulsioni, tosse, raffreddore, mal di pancia e coliche, sonno difficile. Come riconoscere i sintomi e scegliere le cure più aggiornate
Risolviamo le due cose più difficili: trovare il medico di cui fidarsi e capire quando deve visitare il bambino
PRONTO SOCCORSO
Dalla puntura d’insetto al trauma cranico, i 23 casi in cui correre subito all’ospedale
Guida alla salute del bambino Pediatra, scegli quello giusto
4
Fondamentale la fiducia reciproca, ma non solo. I criteri utili per decidere.
QUANDO ANDARE DAL PEDIATRA
La scelta del pediatra è fondamentale per i genitori, anche perché il suo compito va ben oltre quello di misurare il peso e l’altezza del bambino o di diagnosticare eventuali disturbi. Come precisa l’Associazione culturale pediatri, il pediatra è infatti uno dei pochi specialisti che lavora più sulla salute dei pazienti che sulla malattia, oltre ad aiutare mamma e papà a costruire una buona relazione con il figlio. Vi spieghiamo tutto a pagina 4. Sarah Pozzoli, direttore di nostrofiglio PICCOLI DISTURBI
8 Il bimbo scotta
I bilanci di salute
Un percorso per tenere sotto controllo le visite periodiche e per valutare lo sviluppo psicofisico del bambino.
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La febbre è un fenomeno di difesa contro le infezioni. I farmaci antipiretici non sempre servono.
Vaccini, perché farli 10 Malanni di stagione 16 Vaccinare o meno i propri figli? Ecco i rischi veri della non vaccinazione.
Piccoli campioni di salute
Nella grande maggioranza dei casi sono provocati da virus. Ecco come comportarsi ed evitare farmaci inutili.
Quando intervenire
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22
Alcuni problemi ai genitali potrebbero portare a infertilità in età adulta. È importante la diagnosi precoce.
Come cresce un bambino: le fasi dello sviluppo psicomotorio.
Il bebè piange
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Le cause del pianto possono essere bisogni fisiologici come la fame oppure le coliche. Ecco come capirlo.
Sogni d’oro
Gruner+Jahr/Mondadori Spa Via Battistotti Sassi, 11/A – 20133 Milano
L’importanza del rituale della nanna per i bambini.
Direttore: Sarah Pozzoli Coordinamento: Stella Tortora Hanno collaborato: Valentina Murelli, Simona Regina
QUANDO ANDARE AL PRONTO SOCCORSO
Email: redazione@nostrofiglio.it Digital Publishing Coordinator: Daniela Grasso Magazine Publishing Coordinator: Carolina Cefalù Coordinamento tecnico: Valter Martin Nostrofiglio: registrata presso il Tribunale di Milano n. 154 del 20/05/2013. Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica sono riservati. Tutto il materiale ricevuto e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà restituito.
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Che mal di pancia!
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Diarrea, vomito e febbre. Sintomi di una tra le malattie più comuni nei bambini.
Troppe visite d’urgenza 26 In un anno circa 5 milioni di bambini vengono visitati in emergenza. Spesso, la corsa in ospedale non serve.
Le informazioni contenute nella Guida non devono considerarsi come sostitutive del consulto e della visita di un medico. 3
Quando andare dal pediatra
Vaccini, perché farli
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pagna, giugno 2015: un bambino di sei anni è morto di difterite, malattia che mancava dal Paese da quasi 30 anni. Il piccolo non era vaccinato. Pochi mesi prima, a Roma, una bimba di quattro anni era morta per una rara complicazione del morbillo. Anche lei non era vaccinata. E ancora, a ottobre una bambina di 28 giorni colpita da pertosse - era ancora troppo piccola per essere vaccinata - è deceduta a Bologna. Eventi sporadici, è vero, ma spia di una
tendenza. «Negli ultimi anni, a livello internazionale, è aumentata la diffidenza nei confronti dei vaccini», dice Paolo Bonanni, professore di igiene all’Università di Firenze e coordinatore del gruppo di lavoro sui vaccini della Società italiana di igiene. Colpa di vari fattori, tra i quali un’informazione distorta, che sul web corre veloce. Risultato? Le vaccinazioni calano, con persistenza di malattie che potremmo facilmente sconfiggere, come morbillo e pertosse, o il rischio che ne tornino altre ormai date per scomparse,
Faccio o non faccio a mia figlia il vaccino anti-meningococco B? La meningite da meningococco è una malattia rara, ma che può comportare conseguenze molto serie, come ritardo mentale, disturbi neurologici o morte. La provoca il batterio Neisseria meningitidis, del quale esistono diversi gruppi. Contro alcuni di questi (A, C, W135, Y) sono già disponibili da tempo dei vaccini e dal 2014 c’è anche quello contro il meningococco di gruppo B. Dunque è recente, ma se l’Agenzia europea dei medicinali lo ha autorizzato, significa che ha superato le valutazioni previste ed è stato ritenuto sicuro. La vaccinazione è consigliata entro il primo anno di vita, ma secondo molti esperti di salute pubblica può valere la pena vaccinare i bambini a qualunque età. Sono previste più dosi, che in alcune regioni sono a carico della famiglia, mentre in altre (poche) sono gratis. L’effetto collaterale più rilevante del vaccino, soprattutto quando somministrato insieme ad altri, è la febbre. (Consulenza: Alberto Villani, responsabile del reparto di pediatria generale e malattie infettive del Bambino Gesù di Roma e vice presidente della Società italiana di pediatria, e Paolo Bonanni, professore di igiene all’Università di Firenze e coordinatore del gruppo di lavoro sui vaccini della Società italiana di igiene)
come difterite o poliomielite. Ad andarci di mezzo non sono soltanto i bambini delle famiglie che scelgono di non vaccinarli, ma anche quelli che non possono essere vaccinati, o perché troppo piccoli o per ragioni mediche, per esempio allergie ai vaccini stessi e immunodeficienze. IMMUNITÀ DI GREGGE. «La vaccinazione
è un atto di protezione individuale e sociale», sottolinea Bonanni. Più persone sono immuni a un certo virus o batterio, più è difficile per quel microrganismo diffondersi nella popolazione, fino a un punto in cui la trasmissione diventa impossibile. Oltre una certa soglia, risultano dunque protette anche le persone che non sono immuni: per questo si parla di immunità di gruppo o di gregge. Sotto la soglia, il rischio di malattia aumenta, per tutti i non vaccinati. Per questo è importante che le vaccinazioni raggiungano certi livelli minimi di copertura. I rischi delle vaccinazioni invece sono molto meno gravi di quelli temuti. «Il più grave, ma raro, è il rischio di shock anafilattico. I centri vaccinali però sono attrezzati per fronteggiarlo, per cui in genere non ha conseguenze», dice Bonanni. Non c’è invece alcuna dimostrazione scientifica di un legame tra vaccini e autismo: si tratta di una “bufala” che prende origine da una vera e propria frode scientifica. •
V.M.
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Negli ultimi anni, a livello internazionale, è aumentata la diffidenza dei genitori, anche a causa di disinformazione. Ecco però che cosa rischiano i bambini non “coperti”.
I confronti con i figli degli altri sono sempre da evitare, ma per mamma e papà è giusto conoscere le principali fasi di sviluppo psicofisico del bambino per accorgersi se qualcosa non va.
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C
Piccoli campioni di salute
i sono bambini che a 10 mesi camminano, mentre altri a 15 non lo fanno ancora. Alcuni cominciano le prime prove senza pannolino intorno ai due anni, altri ci arrivano un anno dopo. Inutile negarlo: i confronti tra bimbi possono essere fonte di grande soddisfazione o di altrettanta preoccupazione per i genitori. Eppure, gli esperti non si stancano di ripeterlo: ogni bambino ha i suoi tempi e conquistare un po’ prima o un po’ dopo una certa competenza non significa nulla rispetto allo sviluppo generale. «Detto questo, è vero che esistono delle fasi di sviluppo e sapere a grandi linee che cosa aspettarsi può essere d’aiuto per capire se c’è qualche problema», spiega Gherardo Rapisardi, pediatra e neonatologo dell’Azienda sanitaria di Firenze, fondatore e promotore del Centro Brazelton di Firenze.
DUBBIO LEGITTIMO. In caso di dubbio, la
cosa da fare è parlarne con il pediatra di famiglia. «Ogni bambino ha la sua personale sequenza di sviluppo, che può essere anche molto diversa da quella dei coetanei. Magari quella che sembra un’anomalia rientra in una normale variabilità e non c’è da preoccuparsi: basta aspettare», sottolinea il medico. «Altre volte, invece, potrebbe esserci davvero un problema: per esempio una lesione muscolare o neurologica che non era ancora stata sospettata, oppure un disturbo dello sviluppo cognitivo, af11
Piccoli disturbi: COLICHE
Il bebè piange Le cause del pianto possono essere bisogni fisiologici come la fame oppure mal di pancia infantili.
La regola del tre. Si parla di coliche quando le crisi di pianto durano più di 3 ore al giorno, per più di 3 giorni alla settimana. Per almeno una settimana.
1
Vorrei sapere che cosa sono le coliche e perché vengono?
Le coliche sono contrazioni eccessive e dolorose della muscolatura involontaria della parete intestinale. «Si accentuano sul finire della giornata, perché molto spesso sono dovute al ristagno di aria nell’intestino, che si accumula a ogni pasto», spiega Massimo Resti, direttore della Pediatria internistica all’Ospedale Meyer di Firenze. Sono disturbi transitori – in genere scompaiono alla fine del primo trimestre di vita – probabilmente legati all’iniziale lavoro che fa l’intestino, ancora immaturo, quando il bambino inizia ad alimentarsi. Plausibili fattori
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D
i solito il neonato con le coliche comincia a piangere in maniera acuta e improvvisa, di frequente dopo aver mangiato, diventando paonazzo in volto, raggomitolandosi su se stesso e irrigidendosi. Secondo la “regola del tre”, si parla di colica del lattante quando le crisi di pianto durano più di tre ore al giorno, per più di tre giorni alla settimana, per tre settimane consecutive. Di recente un gruppo internazionale di gastroenterologi pediatri ha suggerito però che è sufficiente che si protraggano per almeno una settimana. «Di fronte a ripetute crisi di pianto, bisogna dunque capire se si tratta di un pianto fisiologico, cioè piange per fame o altri bisogni, se è causato da malattie organiche, o è una semplice colica infantile», dice Francesco Savino, dirigente medico della Pediatria dell’Ospedale infantile Regina Margherita di Torino.
scatenanti sono: intolleranza al latte o allergie a cibi assunti dalla mamma; eccessiva deglutizione d’aria, legata alla fame e alla non perfetta coordinazione della suzione; alterato equilibrio tra i batteri che compongono la flora intestinale; problemi ormonali; fumo passivo; ansia dei genitori. «Gli studi più recenti», dice Savino, «si sono concentrati sul tratto gastrointestinale. Si è osservato che i lattanti che ne soffrono spesso presentano una microflora alterata, che influisce sulla funzione motoria intestinale provocando una maggiore produzione di gas e quindi la comparsa dei sintomi».
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Quali sono i rimedi utili?
Attualmente non esiste un protocollo terapeutico. Innanzitutto, è importante rassicurare i genitori e spiegare che il bambino ha bisogno di conforto e consolazione. «Solo nei casi più severi può essere utile la somministrazione di farmaci antispastici, da soli o in associazione a cambiamenti nella dieta della mamma che allatta. Ma è assolutamente da evitare il fai-da-te», dice Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. «A poco servono i prodotti antimeteorici, come il simeticone. In alcuni casi, invece, possono essere utili i probiotici». Alcuni studi ne evidenziano infatti l’efficacia,
proprio perché l’alterazione dell’ambiente microbico intestinale sembra giocare un ruolo nell’insorgenza del disturbo. Non è invece una soluzione sostituire il latte materno con uno in formula. In caso di bambini allattati con latte artificiale si può optare, invece, per formule speciali. Ma dopo il consiglio del pediatra.
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Servono le coccole?
«Le coccole permettono la gestione del dolore, dell’agitazione e dell’eccitabilità di un bambino che manifesta disagio», spiega Riccardo Davanzo, neonatologo dell’Ospedale Burlo Garofolo di Trieste. Si consiglia di cullarlo eseguendo movimenti ritmici ripetitivi, tenendolo in braccio col pancino all’ingiù: posizione che sembra favorire l’emissione di aria e procurare un beneficio immediato, anche se temporaneo.
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E i massaggi? «Il massaggio aiu-
ta a far rilassare il bambino, ad attenuare lo spasmo e a favorire il passaggio dell’aria», spiega il pediatra del Meyer. «Inoltre contribuisce ad alleviare il dolore perché stimola la produzione di endorfine, che agiscono come una sorta di ansiolitico o antidolorifico, procurando quindi un maggior senso di benessere generale». •
Simona Regina
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