Focus Storia Biografie n.1 - Settembre 2018

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SETTEMBRE 2018 4,90€

Una vita una storia

S ■

andy warhol ■ eleonora di toledo ■ ettore Majorana ■ Fryderyk chopin ■ galla placidia ■ giordano bruno ■ laura ■ nelson Mandela ■ rasputin

eleonora di toledo una nobildonna spagnola alla corte dei medici

pastore di greggi e guardiano in miniera Imprigionato per quasi un terzo della sua vita il rugby per unire il paese

rasputin il controverso santone che ammaliò la zarina

Mandela nel 1990, appena tornato libero dopo 27 anni di carcere.

andy warhol quando la trasgressione diventa arte

nelson

mandela

il padre nobile del moderno sudafrica

e poi le vite di: • ettore majorana • Fryderyk chopin • galla placidia • Giordano bruno • la “laura” del petrarca


Settembre 2018

Fryderyck Chopin Poesia in note

Nelson Mandela sogno d’africa

Era il virtuoso del suo tempo, il poeta della tastiera. Morì afflitto da una strana malattia e dall’abbandono della sua Polonia, sfinito dall’amore per una donna impegnativa. Ma anche lui era un bisbetico mai domo. pag. 78

La sua lotta contro l’apartheid gli valse il premio Nobel per la pace nel 1993. Prima, però, vennero l’infanzia nel veld, gli studi da avvocato e 27 anni di prigione. Ecco Madiba, che ha conquistato il Sudafrica e il mondo dal carcere. pag. 6

Galla Placidia Tutta perfidia Quando, durante il sacco di Roma del 410, i Visigoti di Alarico misero a ferro e fuoco la Città Eterna e spogliarono i suoi palazzi, si portarono via una giovane destinata a divenire imperatrice. E mal gliene incolse... pag. 68

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Eleonora di Toledo Madre dolente

1539

Rubriche

Mondadori Scienza Via Battistotti Sassi, 11/a 20133 Milano

4

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Scene da un matrimonio pag. 22

Inconfessabile

pag. 74

C’eravamo tanto amati

pag. 23

Mitico

pag. 76

Gangster story

pag. 43

Tengo famiglia

pag. 77

Ma che bel castello

pag. 44

Sei personaggi...

pag. 94

In posa

pag. 58

Biografie d’autore

pag. 95

Famosi in fasce

pag. 60

6 gradi di separazione

pag. 97

In odor di santità

pag. 61

Ultima dimora

pag. 98

Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone, sposò un nobile romano ma poi se ne separò. Anche per via di una certa statua... A pag. 23

Sono star del cinema, cantanti di successo, politici tutti d’un pezzo. Che cos’hanno in comune? La passione per la cucina. E, per essere delle celebrità, alcune non se la cavavano tanto male... pag. 52

Scomparve senza lasciare traccia uno degli scienziati più brillanti della sua generazione. Finì nei laboratori nazisti, morì suicida o si rifugiò in convento? E poi, che cosa sapeva? pag. 24

All’inizio del ’500 Cosimo de’ Medici, cugino povero dei signori di Firenze e figlio di Giovanni dalle Bande Nere, conquistò la città e una bella e volitiva spagnola. Ma i suoi 11 figli... pag. 16

1327

Album ai fornelli

Ettore Majorana chi l’ha visto?

1600

1849

1916

1938

1987

Giordano Bruno irriducibile

Andy Warhol una vita pop

Le fiamme lo avvolsero nella piazza di Roma dove oggi si celebra il rito della movida. Ma le idee del filosofo eretico restano tuttora la spina nel fianco della Chiesa inquisitrice. pag. 38

Alla fine degli Anni ’80 con lui morirono il glamour, le notti newyorchesi al Club 54, l’epoca dei barattoli di minestra venduti al prezzo di un Van Gogh. Ma l’uomo che inventò il pop e la “fama per tutti” era timido come un teenager. pag. 28

Laura e Petrarca fu Amore vero?

Rasputin santo demonio

Si incontrarono realmente nel 1327 in una chiesa di Avignone oppure Laura era per Petrarca solo un ideale amoroso? Forse il marchese de Sade ne sapeva qualcosa... pag. 46

Il guaritore dai magnetici occhi azzurri, inviso ai nobili russi perché era di casa a corte, fu ammazzato come un cane. Ma aveva previsto che anche lo zar avrebbe fatto la stessa fine. pag. 84

Una vita una storia

1993 Vite in città cospiratori a londra Mazzini, detto Pippo, dava lezioni d’italiano, Garibaldi si prendeva gli applausi come una rockstar, mentre qualcun altro fabbricava bombe. Tutto questo succedeva a metà ’800 nella capitale inglese. pag. 62


Nelson Mandela africa Rivoluzionari

La mia

ha trascorso l’infanzia scalzo tra le pecore, poi è diventato avvocato. ha pagato con 27 anni di carcere la sua lotta contro l’apartheid, riuscendo alla fine a riunire una nazione profondamente divisa tra bianchi e neri

E

ra il vecchio signore dal viso buono, capace di sedere su una poltrona pretenziosa con le sue camicie un po’ retró; il tifoso con giacca e cappellino degli Springboks, che festeggiava coi pugni alzati la vittoria della sua squadra; l’ex presidente, il primo, del Sudafrica democratico, che ripeteva alla sua gente “non c’è nessuna strada facile per la libertà”. Nelson Rolihlahla Mandela ( 1918-2013), era un uomo dalle mille facce, non tutte necessariamente sorridenti: quella indomita del combattente clandestino che lotta per la libertà del proprio popolo, quella emaciata ma mai rassegnata del prigioniero politico numero 466/64, quella luminosa del vincitore del premio Nobel per la pace. Un nome, un programma. Fisicamente negli ultimi anni della sua vita assomigliava al ragazzo magrolino che da piccolo ebbe il coraggio di lasciare la sua tribù perché non voleva imposizioni. Lo sguardo era sempre fiero, ma la dolcezza aveva preso il posto della superbia, a volte malcelata, dell’uomo un po’ più in carne, sigaretta in bocca e abiti cu-

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ratissimi, in prima linea nella lotta politica degli Anni ’50. Madiba aveva speso un’intera vita nella battaglia contro l’apartheid. Una vita cominciata lungo le rive del fiume Mbashe, nel villaggio di Mvezo, in una fertile valle dell’Africa Sudorientale. Forse, come dicevano gli antichi Romani, il suo destino era scritto nel nome che portava (rolihlahla nella lingua locale – lo xhosa – significa “colui che tira il ramo di un albero”, Mandela (nato in pratica, attaccabrighe) o il 18 luglio 1918) in un ritratto forse, invece, era stato suo paa 72 anni. dre a lasciargli in eredità i geni della ribellione. Gadla Henry Mphakanyiswa Mandela, infatti, era capo del villaggio e consigliere del re della tribù Thembu, ma aveva perso titolo e patrimonio per non essersi piegato all’autorità del magistrato bianco che presiedeva il territorio. Per questo, nonostante i nobili natali, Rolihlahla, ribattezzato Nelson dalla maestra della scuola missionaria, era cresciuto come un qualunque bambino di campagna: sempre scalzo, custodendo pecore e vitelli nei campi, sfidando ▸ gli amici in interminabili lotte col bastone.

Un vero lottatore

Mandela durante una protesta, nel 1960, brucia il lasciapassare che la legge imponeva ai neri per accedere alle zone riservate ai bianchi. Sopra, la passione giovanile di Madiba: la boxe. Era un peso massimo e a Johannesburg si allenava per un’ora e mezza al giorno.


eleonora La Storia al femminile

La moglie

di Cosimo I de’ Medici

di toledo Divisi dalla malattia

era la perla più bella in una corte di artisti, divenne una mater dolorosa che vide

Cosimo I de’ Medici (1519-1574) ritratto in armatura dal Bronzino all’età di 26 anni. Era granduca di Firenze già da 7. Sullo sfondo, Eleonora tra il 1560 e il 1562, anno della sua morte. Alessandro Allori la ritrasse trasfigurata dalla tisi e con un fazzoletto in mano.

morire molti dei figli senza poter far nulla

Madre Dolente L

Una donna fertile

Eleonora di Toledo (1522-1562) con suo figlio Giovanni, di due anni. Il Bronzino li ritrasse nel 1545 nella villa medicea di Poggio a Caiano, quando lei era già madre di 4 figli. La tela è agli Uffizi di Firenze.▸

ei era una bellezza spagnola di sangue purissimo, lui era il “cugino di campagna” dei regnanti di Firenze. Nel XVI secolo fu il caso a mettere insieme una delle coppie più affascinanti del Rinascimento, Eleonora di Toledo e Cosimo I de’ Medici, a farli innamorare, a dare loro in sorte un trono, una città ricca e una florida progenie. E furono la malasorte e le malattie a strappar loro la prole brano a brano, figlio a figlio. Coppia per caso. Leonor Álvarez de Toledo y Osorio, nobildonna spagnola nata nei pressi di Salamanca nel 1522, discendeva da una famiglia di grandi di Spagna tra le più blasonate e portava in dote una vera fortuna. Non era certo destinata al parente povero dei Medici di Firenze. Allo stesso modo Cosimo, figlio del condottiero Giovanni dalle Bande Nere e nipote di Caterina Sforza, la bellicosa signora di Forlì, avrebbe percorso più natu-

ralmente i sentieri polverosi dei capitani di ventura se il caso, o il fato complice, non gli avessero spalancato le porte di Firenze. Accadde, invece, che l’ultimo erede diretto del Magnifico, il duca Alessandro, venisse trafitto a morte da un parente del ramo “popolano”, Lorenzino, detto Lorenzaccio. Fu allora che il giovane Cosimo, all’età di soli 17 anni, apparve in città proveniente dal Mugello, scortato solo da pochi servi e da una smisurata ambizione: farsi nominare duca di Firenze. Apparteneva anche lui a un ramo cadetto della casata, ma la debolezza degli avversari gli spianò la strada e nel 1537 prese il potere con una vittoria militare che non lasciava dubbi sui suoi geni battaglieri. Purtroppo Cosimo era povero e privo di appoggi, quindi gli serviva in fretta una moglie di nobili e ricchissimi natali. Avrebbe voluto impalmare la vedova del du- ▸ S

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Musicisti

il compositore polacco fu tormentato nella sua breve vita dalla tisi, dagli amori infelici e dalla tendenza al perfezionismo

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Amore contrastato

Una moderna illustrazione di Fryderyk Chopin (1810-1849) e della sua amata, la scrittrice francese George Sand. Il fazzoletto insanguinato allude alla tisi, di cui era malato fin da ragazzo.

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cosa assomiglia Chopin? Alla sua musica”. Attraverso questa definizione, in apparenza semplice e scarna, il compositore e pianista Ignaz Moscheles, uno dei re dei salotti dell’Ottocento, fece un ritratto perfetto di Fryderyk Chopin, uomo a tratti inafferrabile, dal carattere complesso, poeta prima ancora che musicista. Mai, probabilmente, un artista è stato così connaturato alle sue note: Chopin fondeva nella sua musica il sentimento e la nostalgia per la sua terra, la Polonia – abbandonata ventenne, nel 1830, e mai più riveduta – con quell’alternarsi di malinconia ed entusiasmo caratteristico delle persone gravate da un’oscura minaccia. Proprio questo “male di vivere” per anni ha nuociuto all’immagine pubblica di Chopin, rappresentato a volte, e a torto, come l’autore di una musica salottiera e zuccherosa, per languide signorine da marito, oppure come un uomo senza nerbo, pieno di manie tipicamente femminili. La malattia. L’aspetto non lo aiutava: Fryderyk era gracile, anche per la tisi, che lo tormentava da quando era fanciullo, contratta forse sul letto di morte della sorellina Emilia. Pallido e biondo, aveva “occhi di un azzurro che si avvicina al grigio, che potevano essere resi ridenti da innocenti monellerie” come ha scritto il pianista Alfred Cortot (1877-1962), uno dei più grandi interpreti del compositore polacco, nella sua biografia dal titolo Alcuni aspetti di Chopin (1949): “La bocca e il mento sono da adolescente ma le labbra sono esangui e la linea dell’ovale porta le tracce di una preoccupante fragilità. Soltanto il fremente naso borbonico oppone a questi segni minacciosi di consunzione interna lo strano ardore della sua vitalità”. Un essere quasi immateriale, un “silfo del pianoforte” come amava definirlo un suo estimatore, il mar-

chese Astolphe De Custine, omosessuale ed esteta, mentre era “Chip-Chip” per la compagna, la scrittrice Aurore Dupin, in arte George Sand, e “Chopinetto” per l’amico-rivale Hector Berlioz. Eterno adolescente, era capace di incendiarsi per una fanciulla appena conosciuta e soffrire per mesi, come accadde per la cantante Konstancja Gladkowska, sua compagna di studi al conservatorio di Varsavia, che lo ignorava sistematicamente, della quale scrisse all’amico Jan Matuszynski “Finché il mio cuore batterà non cesserò di amarla” e per la quale compose l’adagio del Concerto per pianoforte in fa. Ma bastava un’occhiata o una parola sussurrata da un’altra allieva a farlo innamorare perdutamente di nuovo. Prime esperienze. Fryderyk Chopin, secondo figlio di Nicolas, francese di Marainville (Nancy), arrivato in Polonia nel 1787, e della polacca Justyna Krzyżanowska, nacque nel 1810 a Żelazowa Wola, a 50 chilometri da Varsavia. Venne alla luce il 1° marzo, così ha sempre dichiarato la famiglia, ma i documenti parrocchiali riportano il 22 febbraio. Già nel settembre dello stesso anno la famiglia si trasferì nella capitale, dove il padre era stato nominato professore di lingua e letteratura francese in un liceo. Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza in terra polacca rimasero per sempre nell’animo di Chopin come l’unico periodo davvero felice della sua esistenza, trascorsa giocando con le tre sorelle Ludwika, Izabella ed Emilia, mettendo in scena bizzarre rappresentazioni teatrali di cui era autore e attore, e perfino inventando un giornalino, chiamato Il S

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Visionari

Due icone

Andy Warhol, pittore, regista e fotografo (a destra in un autoritratto su polaroid del 1986) nacque a Pittsburg il 6 agosto 1928 e morĂŹ a New York il 22 febbraio 1987 per i postumi di un intervento. Negli Anni ’60 iniziò le sue serigrafie di personaggi-icona, come questa Marilyn del 1967.

Trasgressione in salsa S

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