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Storia SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE

n°124 Febbraio

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HITLER

Il “fuori onda” che nel 1942 registrò le idee del Führer sulla guerra

Le dinastie di Roma

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TRAME, INTRIGHI, PERSONAGGI LE GRANDI FAMIGLIE DELL’URBE DALLA FONDAZIONE ALL’IMPERO CUBA

FATTI E PROTAGONISTI DELL’ISOLA CARAIBICA, DA COLOMBO A FIDEL CASTRO

SETTECENTO

LE SORELLE NESLE, DALLA PROVINCIA AL LETTO DEL RE DI FRANCIA

VITA QUOTIDIANA COME IL COTONE CONQUISTÒ IL MONDO E RISCRISSE LA STORIA


124 febbraio 2017

focusstoria.it

Storia Il matrimonio di Venere e Marte, in un affresco di Pompei.

A

Jacopo Loredan direttore

Le parole rubate al Führer nel 1942.

18 TECNOLOGIA 3.600 km

sotto i mari

La posa del primo cavo transatlantico.

24 ASETTECENTO letto con il re Le sorelle Nesle, amanti di Luigi XV.

FAMIGLIE ROMANE 36

Gens: il potere di Roma I legami tra politica, denaro e famiglia spiegati dagli storici.

40 Nati per la guerra Gli Emili signori delle legioni e gli Scipioni nemici di Cartagine.

46 Potenti matrone Cornelia, Livia Drusilla, Agrippina e le altre: le donne e il potere.

52 Sangue etrusco Urgulani: ascesa e caduta di una casata etrusca alla corte di Augusto.

RUBRICHE 4 LA PAGINA DEI LETTORI 6 NOVITÀ & SCOPERTE 9 AGENDA 10 MICROSTORIA 12 COLD CASE 72 UNA FOTO UN FATTO 74 DOMANDE & RISPOSTE 76 SCIENZA E SCIENZIATI 77 IN ALTRE PAROLE 114 FLASHBACK

IN PIÙ...

RIVELAZIONI 14 Hitler fuori onda

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nche gli antichi Romani “tenevano famiglia”. Ma non era considerato un difetto, anzi. I legami di parentela durante buona parte della storia dell’Urbe rinforzavano infatti il tessuto della società ed erano quasi più rilevanti delle istituzioni statali. Ciò era particolarmente vero in epoca repubblicana e riguardava soprattutto l’aristocrazia, ma anche in età imperiale le famiglie, specie quella regnante, mantennero un ruolo centrale nella politica e nell’amministrazione. Certo, si trattava di clan molto estesi, ai quali si poteva accedere persino da adulti e senza legami di sangue o matrimonio con altri componenti. Ma sempre famiglie erano. Il che non impedì a Roma di prosperare, pur con governanti così attenti agli interessi del proprio gruppo da averci trasmesso in eredità termini come “clientela” e “clientelare”.

CI TROVI ANCHE SU:

54 Gli imperatori venuti dal nulla I Flavi: Vespasiano, Tito e Domiziano imperatori dal pugno di ferro.

60

Fraterni intrighi La dinastia dei Severi, funestata da una lotta fratricida.

66

Gente dell’Urbe Giuli, Claudi, Fabi e gli altri “nomi che contano” della storia romana.

ECONOMIA 28 Come il cotone

cambiò il mondo Dagli Arabi agli Usa.

78 IGUERRE sentieri della

Grande guerra

I luoghi del fronte alpino, rivisitati oggi.

NOVECENTO 84 Disastri spaziali

I clamorosi fallimenti nella corsa allo spazio.

CULTURA 86 Maledetti libri I testi proibiti del sapere occulto.

NOVECENTO 92 Mazzetta nera

Il Ventennio fu senza corruzione? Pare di no.

D’ITALIA 96 IlSTORIE mistero dei

Malaspina

La nobildonna, lo stalliere e un fantasma.

GRANDI TEMI 100 Da Colombo

a Castro

Cinque secoli a Cuba.

106 CLeRIMINALITÀ parole

della camorra

Dalle origini a oggi, la storia nel gergo. IMMAGINE DI COPERTINA DI GRZEGORZ PĘDZIŃSKI

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RIVELAZIONI

Le preoccupazioni del Führer sulla guerra catturate da un microfono rimasto acceso in un incontro del 1942 A cura di Federica Ceccherini

HITLER FUORI ONDA

E

ra il 4 giugno 1942, in piena Seconda guerra mondiale, quando Hitler decise di recarsi in Finlandia dal colonnello Carl Gustav Mannerheim, comandante in capo dell’esercito finlandese. Il barone Mannerheim non volle ricevere il Führer nel suo quartier generale. Decise invece di accoglierlo in una piccola cittadina nel Sud del Paese, Imatra, a bordo del suo treno personale. Durante il pranzo organizzato per il compleanno del colonnello, il fonico Thor Damen aveva l’incarico di registrare il discorso di auguri. Quando i festeggiamenti finirono Hitler e Mannerheim rimasero 14

soli. Ma Damen non spense, come avrebbe dovuto, il registratore. Così sono arrivati fino a noi 11 minuti di una conversazione privatissima di Hitler sullo stato della guerra in corso. Scopo dell’incontro era assicurarsi l’appoggio della Finlandia, che nel 1941 si era alleata con l’Asse contro l’Unione Sovietica. Il conflitto infatti non stava andando come previsto: lo dice Hitler stesso, ricostruendo i primi anni di guerra. Il nastro ritrovato. A un certo punto la registrazione fu interrotta bruscamente. Alcuni ufficiali tedeschi si erano accorti che Damen stava ancora registrando, lo costrinsero a spegnere il microfono e

a cancellare tutto. Il nastro però non venne cancellato, fu ritrovato dopo la guerra e in seguito reso pubblico. In molti hanno contestato l’autenticità della registrazione e qualcuno ha sostenuto che non si trattasse della voce di Hitler. L’ultima e definitiva parola sulla questione è arrivata dalla polizia tedesca che, dopo un attento esame, nel 2014 ne ha accertato l’autenticità. Ecco dunque le parole di Hitler, con alcune note esplicative. È evidente ormai. [I sovietici] hanno l’armamento più mostruoso umanamente concepibile. Se qualcuno mi


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Tra i boschi avesse detto che uno Stato può armarsi di 35.000 carri armati avrei detto “sei matto” [...] Abbiamo localizzato alcuni impianti industriali. Uno di questi era in costruzione due anni fa e oggi è un impianto di produzione di carri armati che a pieno regime impiegherà più di 60mila lavoratori. Non ho mai sospettato tutto questo [...]. Nell’inverno del ’3940 ho avuto molti problemi sul fronte occidentale e aprire due fronti allora sareb-

be finita male per noi. [...] Saremmo stati schiacciati. Completamente. Inizialmente, nell’autunno 1939 pensavo di chiudere in breve la campagna occidentale, ma il cattivo tempo ci ha ostacolato. Tutto il nostro equipaggiamento era per il bel tempo. [...] Ero convinto che avremmo concluso la guerra in Francia in sei settimane(1), ma pioveva e c’era il problema di muoversi; siccome conosco bene il territorio fran-

(1) Hitler attaccò la Francia il 10 maggio 1940, convinto di affermarsi con una guerra-lampo che invece non fu tale. Al momento dell’invasione della Francia si era conclusa da due mesi la guerra russo-finlandese, combattuta

La stretta di mano fra Hitler e Mannerheim, capo delle forze di difesa della Finlandia: l’incontro (nella pagina a sinistra) avvenne a Imatra, nel Sud del Paese.

cese ero d’accordo con i miei generali sul fatto che, probabilmente, non avremmo avuto la giusta condizione per sfruttare appieno le potenzialità dei nostri Panzer e dell’aviazione, a causa delle condizioni meteo.

dal 30 novembre 1939 al 12 marzo 1940. La Finlandia, che voleva riconquistare i territori persi, era alleata della Germania e nel 1942 c’erano circa 200mila soldati tedeschi di stanza nel Paese. 15


TECNOLOGIA

In azione Nello sfondo, la mappa sottomarina della società Atlantic Telegraph fondata da Cyrus Field (a destra) con l’obiettivo di collegare America ed Europa con un cavo di comunicazioni telegrafiche (sotto, la nave che lo posò). A lato, un telegrafo del 1860.

Nel 1866 riuscì un’impresa tentata per anni: la posa di un

3.600 KM L’

Europa e l’America sono unite dal telegrafo. Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà”: fu questo, il 16 agosto 1858, il primo messaggio che attraversò l’Atlantico sfruttando un cavo elettrico sottomarino. Per quanto incerto e lentissimo per gli standard odierni, fu l’inizio di una rivoluzione epocale. Che ci mise un po’ a prendere piede.

18

Quando il presidente degli Stati Uniti Lincoln fu assassinato, nell’aprile del 1865, la notizia telegrafata, riportata a mano e sigillata in un pacchetto di pelle, fu portata da una nave a vapore e consegnata all’ufficio postale per poi essere spedita oltreoceano. Tempo necessario per divulgarla? 12 giorni. “Bastò” un cavo e si passò a una manciata di ore, quelle necessarie alla trasmissione tramite un telegrafo Morse. Questo strumento di


GETTY IMAGES (3)

cavo telegrafico sottomarino tra Europa e America. Che azzerò le distanze

SOTTO I MARI comunicazione esisteva da oltre vent’anni. E già nel 1850 era stato posato il primo filo sottomarino tra la Francia e l’Inghilterra. Ma creare un collegamento attraverso l’Atlantico fu un’impresa straordinaria, al limite delle capacità tecniche dell’epoca. Un’impresa visionaria, che anticipava Internet: oggi, infatti, sotto l’oceano corrono le fibre ottiche del Web. Ecco come ci si arrivò.

Primo ostacolo: trasportare le tonnellate di cavo

L’idea di un collegamento che unisse America ed Europa era dunque nell’aria, ma fu il magnate americano Cyrus Field a fare il passo decisivo. Field riprese un’intuizione dell’ingegnere telegrafico Frederick Newton Gisborne e nel 1856 fondò la Atlantic Telegraph Company per realizzare il progetto. Riuscì anche a convincere il

ministero del Tesoro britannico a garantire un sussidio di 14mila sterline l’anno e le marine britannica e americana a fornire le navi per l’operazione. Il progetto sembrava semplice, ma c’era un primo ostacolo: nessun vascello poteva trasportare da solo tutto il cavo necessario, quindi erano necessarie due navi. Si scelsero la britannica Agamennon e la nave degli Stati Uniti Niagara. Quando 19


SETTECENTO

Le Tre Grazie del pittore Jean-Baptiste Van Loo (1705-1765) sono state a lungo identificate come tre delle sorelle Nesle. In realtĂ il dipinto fu realizzato quando le amanti di Luigi XV (a destra) erano giĂ uscite di scena.

SCALA

La danza delle amanti


BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

Luigi XV di Francia, detto il Beneamato, fu “vittima” del fascino delle sorelle Nesle. Che per lui si fecero la guerra

TUTTE A

LETTO COL A

RE

Versailles, nel Settecento, la virtù non era di casa. La corte più lussuosa e pettegola d’Europa era infatti popolata da libertini, adulteri e nobildonne compiacenti. E non era certo da meno il loro re, Luigi XV, che nella sua carriera di dongiovanni ebbe tra le sue molte amanti ben quattro sorelle. Un po’ di ragioni forse Luigi le aveva. Nel 1725, a soli 15 anni, era stato costretto dalla ragion di Stato a sposare una principessa polacca più vecchia di lui, Maria Leszczynska: da quel matrimonio d’interesse nacquero dieci figli. Ben presto, tuttavia, il re si stancò di quella moglie sempre incinta e iniziò a guardarsi attorno. Timidone. Luigi, malgrado fosse, si dice, piuttosto attraente, era timido e impacciato con le donne: bisognava dargli una svegliata. Alcuni cortigiani presero l’iniziativa e lo spinsero tra le braccia di Louise de Nesle, marchesa di Mailly. Louise era la maggiore delle “famigerate” sorelle Nesle, che per 11 anni (tra il 1733 e 1744) incatenarono il cuore del sovrano. Del resto, che un re di Francia avesse relazioni extraconiugali era cosa assai comune. E per molte donne poter diventare “amiche intime” del sovrano era un privilegio. Ma che cosa voleva dire es-

sere l’amante di un monarca? La favorita di turno godeva di una posizione di prestigio: il re le regalava gioielli, un alloggio a corte e, talvolta, anche terre, rendite e titoli nobiliari. Non era poi raro che le amanti partorissero figli illegittimi, a volte riconosciuti dallo stesso sovrano. Non solo. L’amante in carica poteva avere una certa influenza su decisioni anche importanti. Marchese decadute. Discendenti da un’antica e nobile famiglia ormai in rovina, le sorelle de Nesle erano cinque: oltre a Louise, Pauline, Diane, Hortense e Marie-Anne. Tutte passarono dal letto del sovrano. Tutte tranne Hortense, che resistette alle avances del re e non divenne mai sua amante. Louise, infelicemente sposata a un cugino, era una delle dame di corte al servizio della regina Maria. Non bella, ma con un carattere gentile, era innamorata di Luigi alla follia. Si accontentò a lungo di vivere la sua passione nell’ombra, incontrando l’amante segretamente. Ma la verità venne a galla e arrivò alle orecchie della regina. Non ci fu nessuna scenata. Remissiva e molto devota a Dio, Maria fu costretta dalle regole del tempo a rassegnarsi. Con-

tinuò a “sfornare” figli fino a quando, nel 1738, preoccupata per la sua salute, interruppe ogni relazione fisica con il re. Oltre al disprezzo della regina, a Versailles Louise doveva sopportare quello delle molte rivali. Ma certo non poteva immaginare che a decretare la sua rovina sarebbero state proprio le sue sorelle minori. La più determinata. Nel 1738 Louise invitò Pauline a raggiungerla a corte. Di statura imponente, sgraziata e, anche per gli standard del tempo, maleodorante, la giovane Nesle aveva una certezza: avrebbe conquistato il re. E in effetti ci riuscì, sfruttando vivacità e simpatia, le sue armi seduttive migliori. Louise, comunque, era disposta a tutto per non perdere i suoi privilegi. Anche ad accettare di condividere il baldacchino del sovrano con la sorella. La cosa non passò inosservata. Versailles era come un grande paese, aperto al sesso disinvolto, ma fino a un certo punto. Si gridò allo scandalo, perché quel triangolo amoroso aveva il sapore dell’incesto. 25


PRIMO PIANO

C’era uno stretto legame tra politica, ricchezza e famiglia nell’antichità romana.

GENS

il potere di Roma

H

anno accompagnato la storia di Roma per tutta la sua fase repubblicana e anche gli im­ peratori si sono fatti belli gra­ zie a loro. Sono le gentes, le famiglie più antiche e aristocratiche dell’Urbe, quel­ le che facevano risalire le loro origini, in qualche caso, alle tribù semileggenda­ rie che si riunirono intorno ai Sette Colli, sulle rive del Tevere.

Dalla gens alla familia Il latino gens (“persone, gente”, o an­ che “stirpe”) è associato al termine di patres, i “padri” delle tribù che contribuiro­ no alla fondazione dell’Urbe. Per questo le famiglie aristocratiche romane erano dette patricii, “patrizi”. Ma che cos’era la gens? Era costituita da uomini e don­ ne discendenti da un personaggio mitico o leggendario. Schematizzando, le gentes più antiche discendevano dal centinaio di senatori scelti da Romolo, ai quali se ne aggiunsero altri, tra cui plebei con grandi risorse economiche. Non tutte le gentes erano “romane doc”: la originaria divisione in tre tribù (Ramnes, Tities e Luceres) della popola­ zione arcaica fa pensare che almeno due terzi dei Romani fosse di origine sabina ed etrusca: i Ramnes erano latini, i Tities sabini e i Luceres etruschi. Dalle gentes sarebbero derivate le familiae che in qualche caso contarono più 36

del ceppo originario: val­ ga per tutti l’esempio de­ gli Scipioni, appartenenti alla gens Cornelia ma pas­ sati alla Storia, appunto, co­ me Scipioni.

Il sistema famigliare La familia, che discendeva da un capo­ stipite, vivo o defunto, era più facilmente identificabile rispetto alla gens, che com­ prendeva diverse famiglie. Complicato, ma non troppo: i rapporti tra i membri della gens si possono ricostruire con il si­ stema di nomi usato dai Latini: praenomen: era il nome proprio del­ l’individuo, che non si trasmetteva ai discendenti; nomen: indicava la gens di appartenen­ za, che si trasmetteva ai discendenti; cognomen: caratteristico dell’individuo, si trasmetteva ai discendenti; signum: era il soprannome facoltativo. Così, per esempio, all’interno della gens Cornelia, il nome completo di Sci­ pione l’Africano (vincitore in Africa con­ tro i Cartaginesi) era Publio Cornelio Sci­ pione Africano, mentre suo fratello (vin­ citore in Asia contro i Parti) si chiamava Lucio Cornelio Scipione Asiatico. Nel sistema aristocratico tutto ruotava attorno al pater familias, che aveva pote­ re di vita e di morte su tutti i componenti, maschi e femmine, liberi e schiavi. E non

4 3


Cariche pubbliche e beni, infatti, erano spesso riservati ai “nomi” più in vista Una familia allargata La famiglia romana era di tipo “allargato”: comprendeva il pater familias e i suoi parenti, ma anche servitori e clientes. Ogni gens comprendeva diverse familiae.

1

2

1 Pater familias

Era il capofamiglia, autorità indiscussa del patriarcato romano alla quale tutti dovevano ubbidire. Era lui, nelle famiglie patrizie, a tramandare l’appartenenza alla gens.

2 Donne e matrone

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La matrona era la moglie, a volte molto influente, del pater familias. Le spose avevano beni propri ma, come le figlie e le sorelle, dovevano sottostare al volere del pater familias.

3 Servi e ancelle

Potevano essere consanguinei, ma più spesso si trattava di servitori legati alla famiglia anche da generazioni, oppure di liberti (schiavi liberati). Erano totalmente dipendenti dal pater familias.

4 Clientes

Non avevano vincoli di sangue con la famiglia. Erano cittadini legati al patronus (che coincideva con il capofamiglia) da un vincolo di obbligo, in virtù di favori ricevuti. La loro fortuna (e spesso anche la loro vita) dipendeva da quanto il pater familias li tenesse in considerazione. Chi aveva più clientes era più importante.

SOL90

5 Figli

I maschi venivano istruiti ai valori aristocratici dal padre o da precettori; le bambine erano introdotte al governo della casa dalla madre. 37


PRIMO PIANO

FLAVI Vespasiano, Tito e Domiziano: ascesa, guerre e caduta di una famiglia

Gli IMPERATORI Di padre in figlio L’anfiteatro Flavio (è questo il vero nome del Colosseo) fu inaugurato nell’80 d.C. da Tito. La costruzione era iniziata nel 72 con il padre, Vespasiano, il primo imperatore della gens.


che segnò uno dei momenti di massimo splendore per la Roma imperiale

venuti dal nulla T

ra le famiglie che fecero grande Roma non c’erano solo quelle di antica nobiltà. Una classe dirigente al tramonto, un immenso potere vacante e un uomo ambizioso pronto a prenderselo fecero emergere una dinastia venuta dal nulla (o quasi): quella dei Flavi. Era il 68 d.C. quando morì l’imperatore Nerone, ultimo esponente dei Giulio-Claudi, la dinastia imperiale che aveva ereditato la romanità dopo Augusto. Tra uno spettacolo e una sbronza, Nerone non si era curato troppo della successione e l’Impero romano precipitò nel caos. I pretendenti al trono spuntarono come funghi, ma di compromessi nessuno aveva voglia: sarebbe stata la guerra ci-

vile a decidere il nuovo imperatore. E così fu: nell’ottobre del 70 d.C. faceva il suo ingresso a Roma l’uomo che si era dimostrato più forte, il generale Tito Flavio Vespasiano. Dalla sua vittoria nasceva una nuova dinastia: la dinastia flavia, destinata a scrivere con i suoi tre imperatori consecutivi e con le sue opere (il Colosseo, per dirne una) non poche pagine della storia romana. Radici solide. Ma da dove venivano questi Flavi? A detta di Svetonio, biografo dei Cesari, la loro era una famiglia “oscura e priva di memorie di antenati illustri”. Lo scrittore, però, non va frainteso. «La famiglia di Vespasiano non era assolutamente di umili origini», spiega Gio-

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Vittorie impresse Il sacco di Gerusalemme durante la guerra giudaica combattuta in Galilea (70 d.C.) sull’Arco di Tito a Roma.

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I GRANDI TEMI

CUBA

DA COLOMBO A

Fatti e personaggi che hanno fatto la storia di un’isola da cinque secoli

Il vero padre della patria

P

oeta e scrittore, giornalista di gran talento. José Martí (1853-1895) fu questo, ma soprattutto, con Simon Bolívar e José de San Martín, un eroe dell’indipendenza latinoamericana dalla Spagna. Martí nacque all’Avana il 28 gennaio 1853, a 16 anni scrisse il suo primo dramma in versi ma poco dopo fu arrestato per avere appoggiato l’indipendenza. Condannato ai lavori forzati, dopo alcuni mesi passati a spaccare pietre in una miniera-carcere, fu deportato in Spagna. Riuscì a laurearsi a Saragozza (in diritto) e a 21 anni iniziò a girare il mondo. In viaggio. Prima visse in Francia, poi in Messico (dove sposò Carmen Zayas Bazán, che gli diede il suo unico figlio) e infine in Guatemala, dove insegnò all’università. Ma il suo cuore era ancora a Cuba. Ci tornò nel 1878 e ancora una volta fu deportato in Spagna. Nel 1881 approdò a New York, dove collaborò per vari giornali tra cui La Nación di Buenos Aires. Nominato console di Uruguay, Argentina e Paraguay, dal 1882 organizzò meticolosamente l’indipendenza cubana. In azione. Martí fondò il Partido Revolucionario Cubano e il 25 marzo 1895 firmò con il Generalísimo Máximo Gómez il Manifesto di Montecristi, il programma della “Guerra necessaria”. L’11 aprile sbarcò a Cuba con un manipolo di uomini ma il 19 maggio, in uno scontro con gli spagnoli, fu ucciso.

Garibaldi cubano José Martí, l’eroe per eccellenza, venne ucciso quasi subito dopo aver dichiarato nel 1895 la “Guerra necessaria”. Sopra, una litografia dell’Avana del XIX secolo.


INTANTO NEL MONDO

CASTRO

CUBA

28 ottobre 1492 Cristoforo Colombo sbarca a Cuba e avviene il primo incontro con gli indigeni Taino che ben presto verranno sterminati dagli spagnoli.

protagonista della geopolitica.

1511 Il conquistador spagnolo Diego Velázquez de Cuéllar fonda il primo insediamento spagnolo a Baracoa.

1517 Sbarcano a Cuba i primi schiavi africani che sostituiranno gli indigeni nelle piantagioni di canna da zucchero.

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1659-1668 Cuba viene flagellata dagli attacchi corsari.

A

nche se può sembrare incredibile, dopo quasi 60 anni di dittatura che ha concentrato la sua ricerca storica sulla revolución, esiste anche una Cuba pre Fidel Castro che vale la pena raccontare. Ad avvistare per primo le coste dell’isola caraibica fu Cristoforo Colombo, nella notte del 27 ottobre 1492. Battezzò l’isola Juana in omaggio al principe Juan di Aragona, primogenito dei re di Spagna che aveva finanziato la spedizione ma, alla fine a imporsi è stato il nome Cuba, sulle cui radici etimologiche ci sono almeno quattro interpretazioni, tutte legate all’età precolombiana. Monti e sigari. La prima ipotesi si ricollega alla parola ciba, che tra i Taino – l’etnia predominante alla fine del XV secolo – significava “pietra” o “montagna”. La seconda è che Cuba derivi da Cohiba: nulla a che vedere con gli omonimi sigari resi celebri da Fidel Castro, visto che era il modo in cui gli stessi Taino chiamavano l’isola. Una terza ipotesi è che Cuba discenda dall’arabo coba, che indica la cupola della moschea, per la forma delle monta-

1762 Gli inglesi occupano L’Avana e Cuba verrà riassegnata agli spagnoli dopo 11 mesi.

ALTRI PAESI

31 luglio 1492 Ferdinando II d’Aragona e Isabella di Castiglia unificano la Spagna ed espellono dal regno tutti gli ebrei.

1516 La Svizzera riunita in una confederazione di 13 cantoni si dichiara ufficialmente terra neutrale. 31 ottobre 1517 Inizia la riforma protestante di Martin Lutero.

1663 Con lo Staple Act l’Inghilterra vieta a navi e merci di altri Paesi europei di accedere ai porti coloniali inglesi, riservandosi il monopolio di tutti i commerci delle proprie colonie. 1763 Con il Trattato di Parigi termina la Guerra dei Sette anni.

23 febbraio 1455 Johannes Gutenberg stampa la prima Bibbia.

31 ottobre 1512 Viene inaugurata la Cappella Sistina.

1518 Viene introdotto il tabacco in Europa.

1660 Nasce il Grand Tour, viaggio in Europa effettuato da ricche famiglie nobili per completare la propria istruzione.

1769 Watt inventa la macchina a vapore. 1837 Prima linea ferroviaria a Cuba. In Spagna e nel resto dell’America Latina la ferrovia non esiste ancora.

1858-1868 Si combatte la Guerra dei Dieci anni per l’indipendenza dal governo spagnolo. 1879 Inizia la Piccola guerra, un’insurrezione popolare armata contro la Spagna.

CULTURA

1885 Le truppe italiane impegnate in Africa occupano Massaua. È l’inizio della politica colonialista italiana. 101


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