Focus storia 133

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Storia SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE

n°133

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novembre

MARTIN LUTERO

Qui ci vuole una riforma...

I

RUSSIA 1917

GIORNI DELLA

RIVOLUZIONE I FATTI, LE IDEE, I PROTAGONISTI CHE 100 ANNI FA HANNO CAMBIATO IL MONDO

14 OTTOBRE 2017 - MENSILE � 4,90 IN ITALIA

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MADRI TERRIBILI OLIMPIADE, LA MAMMA CATTIVISSIMA DI ALESSANDRO MAGNO

RINASCIMENTO

SCIENZA

NIENTE SBADIGLI, NÉ COME NASCONO CORSE, NÉ CANTI: LA (DURA) I BAMBINI? ECCO CHI VITA DEI CORTIGIANI L’HA CAPITO PER PRIMO


DISEGNI G.RAVA (3)

IPA/ALAMY

ANTICHITÀ

Galla Placidia

Augusta d’Occidente (425437) e figlia dell’imperatore Teodosio I. Prigioniera dei Visigoti (410-416), diventò la loro regina nel 414, sposando il re Ataulfo. Restituita ai Romani, mise al mondo con il generale Costanzo III il futuro imperatore Valentiniano III.

In un impero dilaniato dalle lotte interne e dalla pressione dei barbari, Bonifacio ed Ezio si sfidarono per quel che restava del potere.

GLI ULTIMI

ROMANI B

onifacio e Flavio Ezio si ritrovarono al centro della mischia. Non vedevano le proprie guardie personali battersi con ferocia, non vedevano i feriti e neppure i morti intorno: non c’erano che loro in mezzo al campo di battaglia. Si fissavano, con i nervi tesi, mentre il respiro si cristallizzava in fumo nell’aria gelida di quell’inverno a cavallo tra il 432 e il 433 d.C. A un tratto Ezio scoprì il fianco. Bonifacio istintivamente avanzò per colpire, il suo avversario però intuì la mossa e lo precedette, affondando la sua lancia. Il sangue cominciò a inzuppargli la tunica sotto la corazza, ma Bonifacio non si fermò. Continuò a duellare, là vicino a Rimini, sulle macerie di un Impero romano d’Occidente ormai al tramonto. Chi erano questi valorosi contendenti? E chi, 

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Ezio

Di origini sciite, fu seguace di Giovanni l’Usurpatore (423-425), poi generale supremo in Gallia (425-430), infine comandante supremo dell’esercito d’Occidente (430-432 e 434454). Venne fatto uccidere dall’imperatore Valentiniano III nel 454.


Bonifacio

Probabilmente di origini africane, comandò le truppe della diocesi d’Africa (422-432) e in seguito, fino alla morte (433), fu comandante supremo dell’esercito d’Occidente. Nelle lotte per il trono, si schierò sempre con Galla Placidia e i Teodosi.


ALAMY/IPA (2)

PRIMO PIANO

Ecco come, cent’anni fa, Lenin e i bolscevichi si appropriarono di una rivoluzione con radici lontane.

OTTOBRE

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ROSSO


Rivolta armata

IPA

Lenin in un comizio del 1918 festeggia il primo anniversario della Rivoluzione d’ottobre. A destra, le insurrezioni di Pietrogrado sulla prima pagina del quotidiano inglese The Daily Mirror del 19 settembre 1917. Sotto, anche la polizia si unisce ai rivoluzionari.

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rano le tre del mattino. Sulla Nevskij tutti i lampioni a gas erano accesi [...]. La città era calma, calma come forse non era stata mai nel corso della sua storia; in quella notte non fu commesso un delitto, non un furto”. Con queste parole da militante il giornalista statunitense John Reed descrisse le ultime ore della cosiddetta Rivoluzione d’ottobre, il cui momento clou fu l’assalto al Palazzo d’Inverno. Si conclusero così quelli che lo stesso Reed, lì presente, definì “I dieci giorni che sconvolsero il mondo” (titolo di un suo celebre reportage). L’epilogo si ebbe a Pietrogrado, odierna San Pietroburgo, tra il 25 e il 26 ottobre 1917 (secondo il calendario giuliano usato in Russia, in “anticipo” sul nostro di 13 giorni), e determinò la nascita della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, nucleo di  quella che nel 1922 sarebbe stata l’Urss, 33

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PRIMO PIANO

NEL VAGONE PIOMBATO Q

uando a Pietrogrado scoppiò la rivoluzione di febbraio, nel 1917, Vladimir Ilich Lenin fu colto di sorpresa. Mentre a Zurigo il bolscevico si dedicava ai suoi studi nella fornitissima biblioteca pubblica, a migliaia di chilometri di distanza succedeva l’impensabile: un governo provvisorio deponeva lo zar, mentre i soviet, le assemblee degli operai, dei soldati e dei contadini, si affiancavano al potere legale ufficialmente riconosciuto. Lenin che, esule da anni, viveva pellegrinando per vari Paesi europei, capì subito che era arrivato il momento di rientrare: l’occasione di cavalcare la scintilla rivoluzionaria e organizzare l’assalto finale al potere era a portata di mano. Più o meno, perché tornare in Russia, in piena guerra, non era un problema da poco. Ma quel viaggio, fatale per le conseguenze che ebbe su tutta la storia della rivoluzione, si fece. E fu molto, molto particolare.

UN AIUTO INTERESSATO. La Prima guerra mondiale aveva tagliato in due l’Europa, e per arrivare in Russia attraverso la Francia e il Mare del Nord, Lenin aveva bisogno di un lasciapassare che gli alleati occidentali dell’Intesa mai gli avrebbero concesso. Non avevano alcun interesse infatti a favorire il ritorno in patria di un leader che avrebbe fatto di tutto per far uscire la Russia dal conflitto (il che avrebbe favorito Germania e Austria). Né avrebbe potuto entrare nel proprio Paese via mare, attraverso il Mediterraneo, perché neanche la Turchia avrebbe autorizzato il transito. La fantasia dei rivoluzionari si scatenò così nelle ipotesi più improbabili. La prima era quella di far travestire Lenin da sordomuto, facendogli attraversare la Germania fino a raggiungere la Danimarca. Ma la possibilità che fosse scoperto era altissima. Il secondo progetto era quello di far volare Vladimir Ilich in Russia, su un aereo noleggiato. Peccato che quel mezzo di trasporto, all’epoca, non fosse una garanzia di sicurezza.  44

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Un trionfo

L’ingresso trionfale di Lenin alla stazione Finlandia di Pietrogrado. È il 3 aprile 1917: il lungo viaggio in treno (in alto a destra) da Zurigo era iniziato il 27 marzo.


ALAMY/IPA (2)

Il viaggo che il padre della rivoluzione bolscevica fece per tornare in Russia è diventato leggenda. Ecco come andarono davvero le cose.

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PRIMO PIANO

Dai più radicali ai liberali, tutte le fazioni russe

A cura di A. Bacci

Vperiodisti

Bolscevichi

Partito operaio Menscevichi socialdemocratico russo

Trotzkisti

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i trattava di una fazione bolscevica che prese il nome del giornale Vperëd, storico organo di partito proprio dei bolscevichi: tra il 1906 e il 1909 si oppose a Lenin da posizioni più estremiste e di ultrasinistra, accusandolo di essersi spostato troppo a destra. I vperiodisti davano priorità all’attività illegale del partito e all’azione militare, ritirandosi da attività legali come il sindacato e la rappresentanza parlamentare. Furono infine sconfitti ed estromessi dal partito.

In piazza

Mosca, febbraio 1917. Allora le proteste furono guidate dai socialisti più moderati, mentre i più radicali rimasero (solo momentaneamente) ai margini. 60

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ra la fazione di maggioranza (bolscinstvo in russo) del Partito operaio socialdemocratico, che appoggiava le tesi di Lenin. Fu proprio la linea di Lenin ad affermarsi sugli altri gruppi socialdemocratici: il partito era l’avanguardia della rivoluzione e perciò doveva essere “democraticamente centralizzato, stabile e coeso, fondato su di un programma marxista rivoluzionario”.

ondato nel 1898, il Partito operaio socialdemocratico russo era un’organizzazione politica marxista nata clandestinamente a Minsk. Già nel 1903 ci furono duri scontri tra la corrente “iskrista” (quella di Lenin e del giornale Iskra) e quella economicista ed ebraica dell’Unione generale dei lavoratori ebrei (che sosteneva le rivendicazioni economiche dei lavoratori). Nella stessa maggioranza si sviluppò uno scontro che portò alla divisione tra fazione maggioritaria bolscevica (di Lenin) e minoritaria menscevica. Nel 1918 i bolscevichi cambiarono il nome in Partito comunista russo (bolscevico), per evidenziare la distanza dai riformisti.

E

rano la fazione di minoranza (menscistvo in russo) del Partito operaio socialdemocratico. A guidarla inizialmente fu Julij Martov che all’interno del Partito operaio socialdemocratico russo si contrappose a Lenin fin dall’inizio del ’900. Le posizioni dei menscevichi erano più moderate: propugnavano un partito aperto e di massa, e credevano alla collaborazione con la rivoluzione liberal-borghese.

ev Trotzkij modulò il proprio pensiero a cavallo delle posizioni mensceviche e di quelle bolsceviche, gruppo cui aderì nel luglio 1917. Elaborò la teoria della rivoluzione permanente, che s’inseriva quale terza via tra le due diverse tattiche delle correnti bolsceviche e mensceviche. Secondo Trotzkij il governo operaio doveva “unire tutte le sue forze con quelle del proletariato socialista dell’Europa occidentale”.


Il panorama politico alla vigilia della rivoluzione era un mosaico di tendenze diverse: dalle posizioni più estremiste (a sinistra nella nostra grafica) a quelle liberali (a destra), ecco le forze in campo e i loro modi di vedere il futuro della Russia. Partito socialista rivoluzionario di sinistra

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l Partito socialista rivoluzionario di sinistra è nato nel 1917 dalla fuoriuscita dal Partito socialista rivoluzionario della minoranza che non appoggiava il Governo provvisorio russo e simpatizzava con i bolscevichi. Dopo la Rivoluzione di ottobre i suoi esponenti appoggiarono l’iniziativa bolscevica, anche se non entrarono subito nel nuovo governo. Seguì un duro scontro con Lenin.

Partito socialista rivoluzionario

I

l Partito socialista rivoluzionario fu il protagonista mancato della Rivoluzione russa. Nacque nel 1902 da gruppi socialisti rivoluzionari locali. Univa propositi socialisti democratici ed ebbe il suo punto di forza nei piccoli coltivatori. Era un partito non marxista, nel senso che credeva che i contadini (e non i proletari industriali) avrebbero costituito la classe rivoluzionaria in Russia. Sposava il terrorismo come strategia verso la rivoluzione.

Posizioni di sinistra ed estrema sinistra Posizioni moderate e liberali

Partito dei trudovichi

Partito cadetto

Partito dei costituzionali conservatori

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trudovichi (trudovik significa “lavoratore”) costituirono un partito laburista moderato che si era scisso dal Partito socialista rivoluzionario. Loro maggior esponente fu Aleksandr Kerenskij, Primo ministro del governo provvisorio nel 1917, anche se a quell’epoca i trudovichi erano stati di fatto riassorbiti dentro il Partito socialista rivoluzionario.

l Partito democratico costituzionale, detto anche Partito cadetto, fu di ispirazione liberale: nato nel 1905, mirava alla formazione di un parlamento elettivo sul modello occidentale, e di uno Stato di matrice monarchica e costituzionale. Era favorevole a proseguire la Prima guerra mondiale a fianco di Francia e Inghilterra, e a promuovere riforme politiche ed economiche. Alla fine fu travolto dai bolscevichi.

etti “ottobristi”, furono un gruppo di liberali russi che, alla fine del 1905, si schierarono per una monarchia costituzionale accettando il suffragio universale e l’attuazione di un regime democratico, respingendo gli estremismi. A destra dei cadetti, nella III Duma del 1907, il Partito dei costituzionali conservatori ottenne ben 131 deputati ma poi perse forza. Dopo la rivoluzione del febbraio 1917 formarono con il Partito cadetto il blocco progressista. Furono messi fuori legge dopo la presa del potere dei bolscevichi.

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SEICENTO Visse una vita maledetta, ma in 15 anni cambiò la pittura. In queste pagine vedrete alcuni suoi capolavori. Ve ne raccontiamo segreti e retroscena.

DENTRO CARAVAGGIO

©DETROITINSTITUTEOFARTSCONSERVATIONIMAGINGLAB

a cura di Irene Merli

Pèntiti...

Marta e Maria Maddalena (1598-1599). Maria Maddalena, con il viso illuminato, ascolta la sorella Marta che la invita a lasciare la sua vita di peccato. La “pittura dal vero” si spinge a ritrarre i riflessi di luce che scivolano sui tessuti e battono sullo specchio. E Maria Maddalena ha il volto di una celebre cortigiana della Roma del tempo, Fillide Melandroni. Osservatela bene: rivedremo la bella Fillide come modella in Giuditta e Oloferne e nella Sacra famiglia con San Giovannino, nelle prossime pagine. 92

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PHOTOJAMISONMILLER©THENELSON-ATKINSMUSEUMOFART

Dove guarda?

San Giovanni Battista (1604). Il forte chiaroscuro mette in risalto la figura del giovane santo, che regge in una mano una semplice croce fatta di canne. La sua espressione è turbata, gli occhi guardano lontano, fuori dalla tela, come se presagisse il tragico destino che lo aspetta. Questo dipinto venne eseguito per l’oratorio di un banchiere genovese e dà un’immagine del Battista intima, impenetrabile, molto diversa dalle rappresentazioni tradizionali.


133 Novembre 2017

focusstoria.it

Storia Alcuni uomini dell’Armata rossa feriti nel 1919.

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Jacopo Loredan direttore

RUBRICHE 4 FLASHBACK 6 LA PAGINA DEI LETTORI 8 NOVITÀ & SCOPERTE 10 TRAPASSATI ALLA STORIA 11 TECNOVINTAGE 12 MICROSTORIA 64 PITTORACCONTI 66 DOMANDE & RISPOSTE 68 RACCONTI REALI 69 CURIOSARIO 110 UNA FOTO UN FATTO 112 AGENDA

In copertina: Lenin e lo zar Nicola II nel 1917.

IN PIÙ... ANTICHITÀ 14 Gli ultimi Romani La sfida tra Ezio e Bonifacio, generali romani in lotta in un impero allo sfascio.

STATI UNITI 20 Sotto accusa

Impeachment: come si licenzia un presidente?

24 IlRINASCIMENTO perfetto

cortigiano

Il galateo comparve nel ’500 per regolare la vita di corte.

ALAMY/IPA

uel viaggio di Lenin in vagone piombato con la scorta dei soldati tedeschi, la traversata del Baltico e poi i “Dieci giorni che sconvolsero il mondo”, secondo l’espressione del giornalista americano John Reed, testimone e cantore della Rivoluzione d’ottobre. Ma oggi, a un secolo esatto di distanza da quando i bolscevichi, alla guida di lavoratori e soldati, presero il potere in Russia, gli avvenimenti del 1917 alimentano le stesse domande che Reed si pone nella prefazione al suo libro all’indomani dei fatti. Che cos’è stato il bolscevismo? Che struttura diedero i bolscevichi al loro governo? Perché la borghesia russa cambiò più volte la propria posizione sulla rivoluzione in corso? E per quali ragioni da quella rivoluzione nacque una tirannide tra le peggiori del secolo? Lo storico Ettore Cinnella, uno dei massimi sovietologi italiani, risponde bene nell’intervista a pagina 30 di questo numero di Focus Storia, dedicato a uno dei massimi avvenimenti del secolo scorso. E non soltanto di quello.

CI TROVI ANCHE SU:

SCIENZA 70 Come si nasce?

A lungo si è tentato di FATTI E PROTAGONISTI rispondere, con varie teorie anche divertenti. DELLA RIVOLUZIONE RUSSA OTTOCENTO 30 76 Sulla zattera Un mito da smontare? Lo storico Ettore Cinnella rilegge l’epopea della Rivoluzione russa. .

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Ottobre rosso

Nel 1917 Lenin e il partito si appropriarono di una rivoluzione con radici lontane.

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Guerra civile

Dopo anni di violenze e milioni di morti nel 1922 la Russia fu dei bolscevichi.

44 Nel vagone piombato

Il viaggio che il padre della rivoluzione bolscevica fece per tornare in Russia.

50 1917: fuga dalla madre Russia

L’esodo di nobili e dissidenti, destinati a un duro esilio in Europa.

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Vite da romanzo

I protagonisti del periodo di passaggio dal regime zarista al Paese dei soviet.

60 Tutte le fazioni in campo

Alla vigilia della rivoluzione: un mosaico di tendenze politiche diverse.

Nel 1816 il capitano della Medusa lasciò i suoi uomini alla deriva.

MISTERO 82 Uccello incantato La leggenda del thunderbird.

ANTICHITÀ 86 Mammina cara

Alessandro Magno e sua madre Olimpiade.

SEICENTO 92 Caravaggio

Opere e tormenti del grande pittore.

STORIE D’ITALIA 98 Colpo di pistola

Brasile 1900: un emigrato italiano sparò al suo datore di lavoro.

GRANDI TEMI 102 Nel nome di Dio

500 anni fa iniziò la “rivoluzione” di Lutero. 3

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