Focus Storia 135 Gennaio 2018

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Storia SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE

n°135

MENSILE – Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna � 8 - MC, Côte d’Azur € 8,10 - Germania � 11,50 - Svizzera CHF 10,80 - Svizzera Canton Ticino CHF 10,40 - USA $ 11,50

gennaio

TRE GUERRE E 120 ANNI DI SFIDE TRA LE CAPITALI DEL MARE NOSTRUM

Roma contro Cartagine

16 DICEMBRE 2017 - MENSILE � 4,90 IN ITALIA

Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, DCB Verona

SCANDALI REGALI LA SAGA DI DUE SORELLE ALLA CORTE DI FILIPPO IL BELLO DI FRANCIA

ESPLORATORI G. C. BELTRAMI, IL BERGAMASCO CHE PARLAVA AI SIOUX

L’ISOLA FANTASMA

UNO STATO INDIPENDENTE MEZZO SECOLO FA AL LARGO DI RIMINI


gennaio 2018

focusstoria.it

Storia

F

urono due superpotenze dell’antichità, entrambe governate da un Senato e da una coppia di magistrati. Ma più diverse di così non potevano essere. La prima, città di mercanti e marinai, la seconda di agricoltori e soldati. Per tre secoli e mezzo si scambiarono merci e ambasciatori, trattati e ultimatum fino a quando i legionari di Scipione Emiliano rasero al suolo Cartagine e garantirono a Roma la supremazia sul Mediterraneo. Ma come si arrivò a una rivalità così feroce? La colonia fenicia, che divenne più potente della madrepatria Tiro, controllava i mari per arricchirsi. Roma, forgiata dalle guerre italiche, mirava soprattutto a espandere i propri territori per guadagnare potenza e sicurezza. Più terra che oro, insomma. Ciascuna sfidò l’altra sul terreno che le era meno familiare. Cartagine mise insieme eserciti formidabili, Roma costruì dal niente una flotta. E fu lì, sul campo dell’altra, che le istituzioni dell’Urbe si guadagnarono la vittoria. Jacopo Loredan direttore

RUBRICHE

4 FLASHBACK

6 LA PAGINA DEI LETTORI

8 NOVITÀ & SCOPERTE

10 TRAPASSATI ALLA STORIA 11 TECNOVINTAGE 12 MICROSTORIA 65 RACCONTI REALI 66 DOMANDE & RISPOSTE 68 PITTORACCONTI 110 AGENDA

LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO

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La vittoria romana contro Annibale a Zama nel 202 a.C. “vista” nel Cinquecento.

CI TROVI ANCHE SU:

In copertina: un generale romano e, sullo sfondo, la città di Cartagine.

IN PIÙ...

14 IARTEmisteri

di Caravaggio

Perché è stato dimenticato per anni?

GEOPOLITICA 18 Piccole patrie

Le rivendicazioni indipendentiste in Europa.

QUOTIDIANA 20 VITA Come facevamo

la spesa

Gli acquisti nel passato.

SOCIETÀ 26 L’Isola delle Rose

LE GUERRE PUNICHE E LA NASCITA DI ROMA 32 E se avesse vinto Cartagine?

Ecco come sarebbe finita se Roma non avesse avuto la meglio.

34

Tutto iniziò coi Fenici

Il popolo che nell’VIII secolo a.C. dominava il mare. E fondò Cartagine.

38

Due mondi a confronto

Dalla politica alla religione, diversità e analogie tra Cartagine e Roma.

44 Duello in mare

Così Roma riuscì a battere la grande forza navale di Cartagine.

52

Eterni rivali

Gli uomini che si sono sfidati nelle guerre puniche.

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Sardo ribelle

Nel 215 a.C. Ampsicora guidò la Sardegna contro Roma.

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Gli italiani alleati di Annibale

Capua, Siracusa e Taranto: le città che volevano smarcarsi da Roma.

La micronazione nata nel ’68, davanti a Rimini.

CULTURA 70 Fake news

La lunga storia delle “notizie contraffatte”.

76 LaMEDIOEVO Torre di Nesle Scandalo sessuale nella Francia del ’300.

SOCIETÀ 80 Mala milanese

La storia criminale della città lombarda.

SCIENZA 86 Scienziate

nonostante tutto

Geniali ma senza lode.

GRANDI TEMI 92 L’ultimo valzer

A Vienna il Congresso che ridisegnò l’Europa.

MISTERO 96 Movente oscuro Nel 1768 il delitto Winckelmann.

STORIE D’ITALIA 102 L’uomo che parlò

coi Sioux

I viaggi oltreoceano di G. C. Beltrami. 3

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È IN EDICOLA IL NUOVO FOCUS STORIA COLLECTION

L’America è la grande protagonista del secondo volume dedicato ai grandi imperi che hanno dominato il mondo. Dalle civiltà precolombiane alla nascita degli Stati Uniti, passando per le potenze commerciali e coloniali (Portogallo, Spagna e Olanda), andremo alla scoperta della Storia del continente americano e dei suoi rapporti con il resto del mondo.

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SCALA (2)

PRIMO PIANO

Una maschera di volto maschile del V secolo a.C. proveniente da Cartagine.

Colloquio intimo

L’incontro tra Enea e Didone in un quadro ottocentesco. Secondo la leggenda, la principessa fenicia, nell’814 a.C., fondò Cartagine, dove in seguito avrebbe trovato rifugio il troiano Enea, la cui stirpe gettò le fondamenta di Roma.


Le origini, la politica, la religione e, infine, le guerre: diversità e analogie tra Cartagine e Roma.

DUE MONDI A CONFRONTO

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e separava un braccio di mare e neppure mezzo secolo d’età: Cartagine e Roma, così vicine eppure così lontane. Due civiltà, la prima orientale, fondata dai Fenici e fortemente legata al mare; la seconda occidentale, composta da genti autoctone del Lazio antico e ancorata alla terra. Amiche prima, acerrime nemiche poi, entrambe estremamente ambiziose: inconciliabili nelle loro differenze o solo troppo simili per andare d’accordo? «Nascevano da storie diverse e avevano credenze differenti, ma in fondo Romani e Cartaginesi non erano così dissimili», sostiene Sandro Filippo Bondì, docente di Archeologia  fenicio-punica all’Università di 39

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PRIMO PIANO

DUELLO STANLEY MELTZOFF/NATIONAL GEOGRA

Come ha fatto una potenza di terra qual era Roma a


IN MARE

battere la piĂš grande forza navale del Mediterraneo?

Asso nella manica

Una nave romana getta il suo “corvo� contro una nave cartaginese: con questo ponte girevole, inventato dai Romani durante la Prima guerra punica, si arpionavano le navi nemiche. 45

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CULTURA Le “notizie contraffatte” vengono da molto lontano: già gli Spartani diffondevano informazioni false per manipolare l’opinione pubblica.

FAKE

ALAMY STOCK PHOTO

Imbrogli ad hoc

Una macchina per scrivere e, in alto, un’illustrazione del 1894 dove i giornali in copertina hanno notizie fake (“contraffatte”) o humbug (“disoneste”). Il sensazionalismo non è un fenomeno solo moderno.


È

grazie a loro se, secondo molti analisti, Donald Trump è diventato presidente degli Stati Uniti. È grazie a loro se molti sono convinti che i richiedenti asilo facciano vita da nababbi in alberghi di lusso. Ed è ancora grazie a loro se c’è chi crede all’esistenza delle sirene, alla terra piatta o alla presunta morte (e relativa sostituzione con un sosia) di uno dei Beatles, Paul McCartney. A chi dobbiamo tutto questo? Gli amanti degli anglicismi le chiamano fake news ossia “notizie contraffatte”, inventate e diffuse ad arte per un profitto che, in genere, è di tipo economico o politico. Purtroppo il fatto di non essere vere non le rende meno capaci di manipolare l’opinione di milioni di persone, anzi: in genere rafforza il loro potere, perché spesso raccontano proprio ciò che una fetta di lettori vuole sentirsi dire. “Colpa dei social”, direte. Eppure questa piaga non è una prerogativa dei nostri giorni: prima di Facebook e delle “legioni di imbecilli” a cui,

secondo Umberto Eco, i social avrebbero dato voce, le cronache del passato sono piene di sensazionalismi a buon mercato, razzismo e morti illustri, usati per screditare potenti o trarre vantaggi personali.

LA CONDANNA DELL’EROE. Agli efori, i magistrati spartani, fu sufficiente una lettera per liberarsi dell’odiato generale Pausania nel 469 a.C. Nella missiva, mostrata al popolo dopo la sua morte, l’eroe della guerra ai Persiani chiedeva al suo acerrimo nemico, il Gran Re di Persia Serse, un’alleanza matrimoniale in funzione antigreca. Il testo segnò la sua condanna, anche se, dicono oggi gli storici, era inverosimile sotto vari aspetti: non ultimo il fatto, noto all’epoca, che le figlie del Gran Re di Persia sposavano solo notabili persiani. Imprecisioni e anacronismi permisero anche al filologo e umanista Lorenzo Valla di bollare come falsa, nel 1440, la cosiddetta Donazione di Costantino. Il documento, datato 30 marzo 

NEWS

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GETTY IMAGES

I GRANDI TEMI LA RESTAURAZIONE

Talleyrand Uno...

Il principe di Talleyrand, rappresentante della Francia, detto il “diavolo zoppo” per il suo difetto fisico e per la sua propensione alle astuzie politiche. A destra, i partecipanti al Congresso, che si tenne a Vienna dal 1º novembre 1814 al 9 giugno 1815.

Al Congresso di Vienna le potenze europee tentarono di riportare indietro l’orologio della Storia, senza riuscirci.

L’ULTIMO

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VALZER


BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO (2)

von Metternich ... contro l’altro

Il principe austriaco von Metternich che si mise in luce durante i lavori del Congresso e nel 1821 divenne Cancelliere dell’impero. Aveva come principale obiettivo contrastare lo spirito rivoluzionario che dilagava in Europa.

P

er più di venticinque anni uno spettro si era aggirato per l’Europa, togliendo il sonno a re e imperatori e terrorizzando una generazione di parrucche incipriate. Questo spettro si chiamava “rivoluzione”, un sconvolgimento che si era allargato a macchia d’olio in tutta Europa a partire dal fatidico 14 luglio 1789, quando il popolo parigino aveva dato l’assalto alla Bastiglia. E con il tempo aveva prodotto anche un mostro, Napoleone, che con le sue baionette aveva messo a ferro e fuoco il Vecchio Continente. Ora però il peggio sembrava alle spalle e il “Piccolo caporale” aveva come impero personale solo l’isola d’Elba, mentre i potenti d’Europa si

riunivano in congresso a Vienna il 1° novembre 1814 per rimettere le cose a posto. Nelle cancellerie europee, infatti, in quei giorni la parola d’ordine era “restaurazione” e l’obiettivo era riportare le lancette della Storia a prima della Rivoluzione francese, come ha scritto lo storico Franco Della Peruta: “I teorici più intransigenti della controrivoluzione restauratrice coltivavano l’ideale di un ritorno integrale al passato, di una cancellazione totale dei cambiamenti introdotti nella società civile e politica europea sotto il regno dei principi dell’89 e con la forza delle armate di Napoleone”. Più facile a dirsi che a farsi, dato che Napoleone e le sue armate avevano rivoltato il continente come un

guanto, facendo e disfacendo nazioni. All’apertura del Congresso si presentò al castello di Schönbrunn una folla di duecento delegazioni, in rappresentanza di Stati e Staterelli, ciascuna pronta a perorare la propria causa.

PARTITA A QUATTRO. Il Congresso “assomiglia a una fiera in un piccolo paese, in cui ognuno dà una lucidata al dorso del proprio bestiame per venderlo e barattarlo”, scrisse, in quei giorni, un dignitario prussiano, Gebhard Leberecht von Blücher, e in mezzo a tanto clamore poche erano le voci che contavano veramente. “A Vienna i due Stati guida furono la Russia e l’Inghilterra, le due  potenze che più avevano contribuito al 91

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MISTERO A Johann Joachim Winckelmann dobbiamo la storia Ma l’amore per la bellezza non lo salvò da una morte

MOVENTE

Libri e antiche mura

Il ritratto di Johann Joachim Winckelmann, su un paesaggio classico, di un pittore anonimo (1760). 96

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dell’arte, il Neoclassicismo, l’archeologia moderna. orribile e, ancora oggi, con un...

OSCURO

BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

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inque fendenti mortali: così, 250 anni fa, moriva in una locanda triestina una della menti più brillanti e ammirate del XVIII secolo. Storico dell’arte e “padre” del Neoclassicismo, a Johann Joachim Winckelmann (1717-1768) il mondo è debitore per l’enorme contributo che diede all’archeologia e alla cultura. Ma che sia morto così, assassinato in una stanza d’albergo, pochi lo sanno. E tra quelli che lo sanno, in tanti hanno ancora oggi più di un dubbio. Lo accoltellò un ladruncolo, Francesco Arcangeli, ma le certezze finiscono qui. Perché sul movente i dubbi sono più di uno: davvero si trattò di una rapina finita male? E se non fu così, c’era forse un mandante dietro l’omicidio? A queste domande prova a rispondere il libro Il delitto Winckelmann. La tragica morte del fondatore dell’archeologia moderna (Metamorfosi Editore), che la storica dell’arte Paola Bonifacio ha scritto seguendo le tracce dello studioso tedesco e ricostruendone soprattutto gli ultimi giorni e le ultime ore.

ROMA VAL BENE UNA MESSA. Fu proprio grazie alla sua solida cultura che, nel 1755, Johann coronò uno dei suoi più grandi sogni: trasferirsi a Roma. Il nunzio apostolico in Polonia, il cardinale Alberico Archinto 


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