Focus Storia n.144 - ottobre 2018

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Storia SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE

n°144 ottobre

MENSILE – Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna � 8 - MC, Côte d’Azur € 8,10 - Germania � 11,50 - Svizzera CHF 10,80 - Svizzera Canton Ticino CHF 10,40 - USA $ 11,50

IL GIGANTE DEL NILO La vita rocambolesca di Giovanni Belzoni, pioniere dell’egittologia

DAGLI INTRIGHI DI LUDOVICO IL MORO AI DELITTI DI CESARE BORGIA

IL LATO OSCURO DEL RINASCIMENTO CONGIURE, GUERRE E CRUDELTÀ DEI NOSTRI SECOLI D’0RO

15 SETTEMBRE 2018 - MENSILE � 4,90 IN ITALIA

Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, DCB Verona

IL CONTE FERSEN FU IL VERO AMORE DI MARIA ANTONIETTA. FINO AL PATIBOLO

LA PRIMA ROMA

LA DURA LOTTA DEI POPOLI ITALICI CHE VOLEVANO LA CITTADINANZA DELL’URBE

BELLE ÉPOQUE

GIOCHI PROIBITI, VIZI ED EROS NELL’EUROPA DI FINE ’800


Ottobre 2018

focusstoria.it

Storia

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iamo abituati a parlarne soprattutto per i suoi geni assoluti, come Leonardo, per artisti come Michelangelo o scienziati come Copernico. Ma il Rinascimento, nato a Firenze e poi diffusosi in tutta Europa, è stato anche un periodo torbido, di incessanti complotti e guerre religiose, di contrasti sociali e profonde disparità tra uomini e donne. Il che non toglie nulla a una fase storica in cui l’Italia fu centro culturale del mondo post medioevale, ma la rende semmai ancora più affascinante e sfaccettata. È a questo lato più oscuro e forse meno conosciuto del Rinascimento, dunque, che abbiamo dedicato la copertina di Focus Storia. Dagli artisti maledetti alle superstizioni più diffuse, dalle violenze dei capitani di ventura ai complotti e alle congiure dei sovrani, stavolta vi raccontiamo il XIV e il XV secolo da una prospettiva che sarebbe probabilmente piaciuta a qualche pensatore di quell’epoca. Nicolò Machiavelli, per esempio. Jacopo Loredan direttore

RUBRICHE

4 FLASHBACK

6 LA PAGINA DEI LETTORI

8 NOVITÀ & SCOPERTE

11 I RACCONTI REALI 12 MICROSTORIA 73 COLD CASE 74 DOMANDE & RISPOSTE 112 AGENDA

MONDADORI PORTFOLIO

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Particolare del dipinto Tre età dell’uomo di Giorgione (1500-1501).

CI TROVI ANCHE SU:

In copertina: Ludovico il Moro.

IN PIÙ... ANTICHITÀ 14 Gli Elamiti

Meno noti di Sumeri e Babilonesi, costruirono un regno autonomo con regole precise.

20 IlSETTECENTO conte Fersen

Il vero amore di Maria Antonietta.

NOVECENTO 24 Mississippi killing Un atroce delitto del Ku Klux Klan.

LUOGHI 76 Quartieri

IL LATO OSCURO DEL RINASCIMENTO 32 52

L’altro lato della medaglia Un periodo di prosperità e spensieratezza? Non fu così: povertà, intrighi e guerre religiose dilaniarono il Rinascimento.

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L’epoca delle congiure

Dietro i capolavori

Spiritualità, bellezza: le opere del Rinascimento trasudano valori esemplari. Ma a dipingerle furono uomini, non sempre perfetti.

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Chi ha paura del lupo?

Per risolvere problemi e rivalità politiche si ricorreva spesso alla cospirazione.

Tra superstizione e premeditazione, i delitti più efferati del passato venivano ricondotti alla licantropia.

42 Scalata al potere

64 Guerra agli ebrei

La corte degli Sforza ospitò le menti più brillanti dell’epoca, ma fu anche teatro di intrighi e congiure: Ludovico il Moro il titolo di duca se lo prese.

Il Rinascimento fu segnato da un crescente antisemitismo, che portò a espulsioni di massa dai regni europei. A partire dalla cattolicissima Spagna.

48 Delitti eccellenti

68 Capitani di (s)ventura

Avvelenamenti e accoltellamenti erano all’ordine del giorno. Anche all’interno delle famiglie, che così si contendevano il potere.

Potenti e crudeli, i “signori della guerra” si battevano per chi li pagava meglio. Tra Comuni, Signorie e Papato.

Spagnoli

Nelle zone di Napoli più ricche di storia.

80 LaMISTERO casa

degli spiriti

Nella dimora della vedova Winchester.

84 IlARCHEOLOGIA gigante del Nilo Giovanni Belzoni alla conquista dell’Egitto.

90 SiCOSTUME faceva così

L’erotismo ai tempi della Belle Époque.

GRANDI TEMI 96 Guerra sociale

La lotta dei popoli italici per diventare cittadini dell’Urbe.

ARTE 102 Picasso...

... e la sua passione per l’antichità.

STORIE D’ITALIA 108 Campotizzoro

Nel rifugio antiaereo più grande d’Europa. 3

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IL PRESENTE, LO SPECCHIO DEL PASSATO

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SETTECENTO

Nessun lieto fine I ritratti di Maria Antonietta e di Hans Axel von Fersen. I due si conobbero diciottenni nel 1774: lei era giĂ sposata da quattro anni con il delfino di Francia.


Lo svedese Hans Axel von Fersen amò Maria Antonietta e tentò di salvarla dalla rivoluzione. Ma non ci riuscì.

L’AMANTE DELLA REGINA V

i amo alla follia. Non c’è momento in cui io non vi adori”. È un messaggio scritto in codice dalla regina Maria Antonietta (17551793), solo recentemente decifrato. Il destinatario è il conte Hans Axel von Fersen (1755-1810), che le risponde: “Vivo ed esisto solo per amarvi. Adorarvi è la mia sola consolazione”. Lei è la regina di Francia, stretta da ragioni dinastiche nella gabbia di un matrimonio politico, lui un nobile svedese, un’anima ardente sotto una corteccia di ghiaccio. Il loro amore clandestino attraversa la storia della Francia in uno dei suoi momenti più drammatici, quelli della rivoluzione.

IRRESISTIBILE. Tutto era iniziato nell’inverno del 1774, quando la futura regina di Francia e Fersen, appena diciottenni, si incontrarono per la prima volta. L’occasione, un gran ballo in maschera all’Opéra di Parigi. Lei indossava il “domino”, un lungo mantello con cappuccio, una sottile mascherina a coprire gli occhi e la voglia di innamorarsi, come ogni ragazza della sua età. Lo svedese era arrivato in città nell’ambito del Grand Tour, viaggio d’istruzione che facevano tutti i giovani del suo lignaggio. Alto un metro e novanta, i lineamenti regolari, gli occhi azzurri orlati da scure ciglia nere: per le dame di corte divenne presto le beau Fersen, “Fersen il bello”. Raramente i matrimoni dinastici sono felici, ma quello celebrato a Versailles il 16 maggio 1770 tra Maria Antonia

Giuseppa Giovanna d’Asburgo-Lorena, figlia di Francesco I imperatore del Sacro romano impero, e il delfino di Francia Luigi Augusto, fu decisamente infausto. A dettarlo, d’altronde, erano state mere questioni politiche, ovvero cementare la ancora fresca alleanza tra le storiche nemiche Francia e Austria in funzione antiprussiana (1756). La prima notte di nozze fu un disastro, ma era solo l’inizio: l’unione rimase “bianca” per i primi sette anni. E fu in questo infruttuoso ménage che Fersen divenne il favorito di Maria Antonietta, quello che più spesso e facilmente poteva accedere al suo cospetto. Il 10 maggio 1774 Luigi XV morì di vaiolo e la delfina divenne la nuova regina

di Francia, con la responsabilità e la condotta che questo implicava. Fersen capì che era meglio cambiare aria. Con sollievo dei cortigiani, ingelositi dalla sua rapida ascesa.

CENTRO DI GRAVITÀ. Passarono anni prima che i due si rivedessero: Fersen era diventato un uomo e faceva i primi passi in politica sotto l’ala del suo sovrano, Gustavo III. Maria Antonietta era una giovane regina finalmente incinta. Anche questa volta Fersen non si trattenne a lungo sul suolo francese. Gli americani si battevano per la loro indipendenza dall’Inghilterra e Parigi, nemica naturale di Londra, inviò oltreoceano un contingente ad 

In un quadro dell’800, una serenata in onore della regina Maria Antonietta, nei giardini sontuosi di Versailles.

LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO (3)

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NOVECENTO

MISSISSIPPI

KILLING Nel 1964 tre attivisti nordamericani per i diritti civili furono uccisi dal Ku Klux Klan. Ed ebbero giustizia totale solo nel 2005.


Suprematisti

GETTY IMAGES

Uomini del Ku Klux Klan stanno in cerchio intorno a una croce fiammeggiante. A lato, Martin Luther King mostra le foto degli attivisti scomparsi: da sinistra, Michael Schwerner, James Chaney e Andrew Goodman.

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IPA/ALAMY

gennaio 2018, Mississippi. Muore in carcere Edgar Ray Killen, leader del Ku Klux Klan locale ed ex predicatore battista. Con la sua fine si chiude definitivamente una delle pagine più buie dell’America segregazionista. Killen, ormai ultranovantenne, stava scontando una pena a 60 anni nel penitenziario di Parchman per l’omicidio di tre giovani attivisti per i diritti civili, avvenuto nel 1964. Il caso era diventato famoso in tutto il mondo alla fine degli anni Ottanta, grazie al pluripremiato film Mississippi Burning. Le radici dell’odio, del regista Alan Parker. Ma già all’epoca dei fatti, 

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PRIMO PIANO

L’ALTRO LATO DELLA

EDR/LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO

MEDAGLIA

Esoterismo

Un laboratorio alchemico in un dipinto del ’500. Fra riti e formule magiche, nel Rinascimento si gettarono le basi della chimica moderna.


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assato alle cronache per le bellezze prodotte da illustri artisti e architetti e per la diffusione della cultura umanistica, il Rinascimento ebbe anche un lato meno “patinato”, tra contrasti ed emarginazioni sociali, disparità nei rapporti tra i sessi (a scapito delle donne), condanna degli omosessuali, censure ecclesiastiche, caccia alle streghe, derive culturali magicoastrologiche, intrighi di corte e omicidi illustri. Per indagare più a fondo su questi “lati oscuri” dei secoli rinascimentali, ci siamo fatti aiutare da Alessandro Arcangeli, docente di Storia moderna all’Università di Verona, esperto di cultura e società dell’Europa del Rinascimento. Partiamo dalla società: al di là dei grandi fermenti artistici e culturali, il Rinascimento fu anche un’epoca di conflitti sociali? Quanto pesavano le differenze tra classi? Lo storico svizzero Jacob Burckhardt, tra i maggiori studiosi del Rinascimento, teorizzò nel XIX secolo come l’epoca rinascimentale avesse conosciuto un “livellamento delle classi”, dal momento che la nobiltà era ormai data dal “valore” di una persona e non dal sangue. Questa visione risulta però un po’ troppo ottimistica: nella realtà esistevano ampi strati della popolazione estremamente svantaggiati, costretti a lottare quotidianamente con fame e povertà. La massiccia presenza di mendicanti era un fenomeno anche dei grandi centri. Nel mezzo, tra diseredati e benestanti (quasi sempre nobili), c’era però un ampio ventaglio di ceti – dediti all’agricoltura, all’artigianato, al commercio e ad altre professioni – che godevano di condizioni di vita più che dignitose e potevano anche ambire a scalare le gerarchie della società. Di certo, però, i fasti artistici e culturali del Rinascimento coinvolsero un numero limitato di persone.

Inquisizione

SCALA

Un periodo di prosperità e spensieratezza? Non fu così: povertà, intrighi e guerre religiose dilaniarono il celebrato Rinascimento. Il terribile Tomás de Torquemada (1420-1498), rappresentato come consigliere segreto di Sisto IV (papa dal 14711484) in un quadro dell’Ottocento.

Qual era invece, nel complesso, il trattamento che la società riservava alle donne? Come sottolineò lo stesso Burckhardt, il Rinascimento vide emergere una sorta di “protofemminismo” che iniziò a mettere in discussione i fondamenti patriarcali e maschilisti della società. Ma i miglioramenti furono molto relativi. Di fatto per le donne, prive delle tutele giuridiche degli uomini, l’esistenza si traduceva in un “passaggio di consegne” tra la potestà paterna e quella del coniuge, senza alcuna forma di autonomia, tanto che a volte venivano “invidiate” le vedove e le monache. Le cose andavano meglio negli ambienti di corte, dove le nobildonne disponevano di più modi per affermare la loro personalità. Tuttavia, laddove una donna avesse raggiunto un particolare potere, magari nelle vesti di regina, pagava comunque pegno a una mentalità ostile, che

considerava “innaturale” che il potere fosse gestito dalle donne. Non a caso, abbondavano i femminicidi... Sì, in particolare gli uxoricidi erano piuttosto frequenti, anche perché le circostanze, culturali e giuridiche, che consentivano a un uomo di uccidere una donna senza subire un’adeguata punizione non mancavano affatto. Qual era invece la condizione degli omosessuali? Intanto va detto che l’omosessualità, sia come parola sia come concetto, fu “inventata” nell’Ottocento, quando si cominciò a definire l’orientamento sessuale di un individuo in base alla scelta dei partner. Prima di allora non vi erano particolari distinzioni, salvo l’uso del termine “sodomia” per definire i comportamenti sessuali giudicati “illeciti” in quanto non finalizzati alla  riproduzione, indipendentemente dal 33

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BETTMANN ARCHIVE/GETTY IMAGES

MISTERO

LA CASA degli

SPIRITI


Winchester House oggi è un’attrazione turistica. Per la sua proprietaria, fu la tela di Penelope con la quale tenne in scacco i parenti avidi e le anime dei defunti.

SOLDI E LUTTI. Nel 1922 moriva infatti Sarah Pardee Winchester, l’eccentrica proprietaria dell’altrettanto eccentrica residenza. La signora aveva 83 anni, metà dei quali passati a seguire, progettare e finanziare l’edificazione della casa. Nata nel 1839, intelligente, ottimamente istruita e così avvenente da essere soprannominata “la bella di New Haven” (Connecticut), poco più che ventenne sposò William Wirt Winchester, figlio del fondatore della

fabbrica d’armi Winchester Repeating Arms Company. Un nome mitico nella storia degli Stati Uniti: fu con le armi dell’azienda che i nordisti vinsero la Guerra di Secessione, mentre il modello 1873 fu definito l’“arma che conquistò il West”. Il 12 luglio del 1866 Sarah divenne madre di una bambina, Annie. La piccola morì subito dopo, a 40 giorni di vita, stroncata da una grave malattia. Fu il primo di una serie di lutti: il suocero Oliver morì nel 1880, lasciando il patrimonio e le redini della società a William, che però se ne andò poco dopo, nel marzo 1881, stroncato dalla tubercolosi. Sarah si ritrovò così con un’eredità impressionante, che fece di lei una delle più ricche donne al mondo. Aveva beni per oltre 500 milioni di euro (al valore attuale) oltre alla metà delle azioni della Winchester Repeating Arms Company. Ma l’ingente fortuna non poté nulla contro la disperazione della donna, così ripetutamente provata dai lutti. E in breve si convinse di essere perseguitata dagli spiriti.

INIZIANO I LAVORI. La ricchezza della famiglia era legata a strumenti di morte e dunque era “logico” che le anime delle vittime ce l’avessero con lei, Sarah. Questa la tesi del medium (tale Adam Coons) cui si rivolse la donna. Il sensitivo aggiunse che, per liberarsi della maledizione, era necessario costruire una casa che ospitasse tutte quelle anime tribolate. Non solo: qualora Sarah avesse smesso di ampliare l’edificio, sarebbe morta. La costruzione perciò ebbe subito inizio, sulla base di schizzi tracciati dalla vedova stessa su fazzoletti e tovaglioli. Secondo alcuni testimoni i disegni riproducevano le indicazioni fornite dalle anime dei defunti durante le sedute spiritiche a cui Sarah partecipava frequentemente. Il che potrebbe spiegare le numerose bizzarrie della costruzione, così assurde che i domestici dovevano orientarsi all’interno della casa con un’opportuna mappa. Oltre a decine di stanze, ci sono locali che contengono altri locali, porte minuscole che danno 

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piani, 160 stanze, 2.000 porte, 10mila vetrate, 52 lucernai, 1.257 finestre, 47 camini, 6 cucine, 3 ascensori, 13 bagni e 40 scale. E tutto questo per una sola persona. Sono i numeri della Winchester Mistery House di San José (California), una residenza straordinaria – per composizione, dimensioni e   “frequentazione”   – che ha richiesto ben 38 anni di lavori per la sua costruzione. Lavori che, alla fine, più che terminati, si sono interrotti.

Anime in pena La grande casa di San Josè (California), fatta costruire ininterrottamente per 38 anni dalla ricca ereditiera Sarah Winchester (a destra).

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PERSONAGGI

IL GIGANTE

DEAGOSTINI/MONDADORI PORTFOLIO

D’EGITTO

Giovanni Battista Belzoni

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Duecento anni fa aprì per primo la piramide di Chefren e, sempre per primo, entrò ad Abu Simbel: ecco come il barbiere mancato Giovanni Belzoni diventò un pioniere dell’egittologia.


“senza lavoro e senza soldi”. A dire il vero un lavoro, all’inizio, avrebbe potuto averlo. Suo padre, barbiere, lo mise subito a bottega, ma Giovanni Battista Bolzon (questo il vero cognome) aveva altri programmi. Nel 1794, a 16 anni, lasciò Padova (era nato a Borgo Portello) e tentò la sorte a Roma, dove l’attendeva il seminario. Ma dalla Città Eterna «ormai preda dei bonapartisti e con il pericolo di essere forzatamente arruolato nell’Armée, se ne andò: anzi, con tutta probabilità scappò. Divenne disertore», racconta Gaia Servadio, scrittrice, biografa e autrice del libro L’italiano più famoso del mondo. Vita e avventure di Giovanni Battista Belzoni (Bompiani). Intraprendente e senza paura, Belzoni non si diede per vinto. E tentò la fortuna fuori dall’Italia.

ARTISTA IN INGHILTERRA. Con la prima tappa, a Parigi, andò male: il commercio di oggetti sacri che provò a lanciare non funzionò e dovette fare i bagagli. Senza lavoro e senza soldi, ovviamente. La tappa successiva, ad Amsterdam, non gli portò denaro e successo, ma qualcosa di altrettanto importante: un bagaglio di conoscenze di idraulica (che aveva già iniziato a studiare a Roma) che si riveleranno in seguito fondamentali. Nel 1803 lo ritroviamo in Inghilterra: qui Belzoni (come si faceva chiamare ora) sposò Sarah, “una irlandese di Bristol” e, cambiando di nuovo cappello, si diede al teatro. Il physique du rôle l’aveva: con la sua corporatura fuori dal comune mise in scena spettacoli in stile circense (soprattutto numeri di forza: si caricava in spalla

Un’impresa!

Il trasporto della colossale testa di Ramses II, nota come il Giovane Memnone: fu Belzoni, su incarico degli inglesi, a escogitare il modo di spostarla.

ALAMY STOCK PHOTO

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uesta è la storia di come Giovanni Battista Belzoni, un ragazzone classe 1778, non volle diventare né barbiere né monaco, studiò idraulica, fece l’artista girovago e la fame. Ma poi andò in Egitto e, fra intrighi internazionali e intuizioni geniali, scrisse il suo nome negli annali della storia dell’archeologia, quando gli investigatori del passato erano più simili ad avventurieri che a topi di biblioteca. Per capire com’era Giovanni Battista, detto “Gio Batta”, si fa prima a spiegare cosa non era: una persona ordinaria. Già dall’aspetto fisico: era un gigante alto 2,10 metri. E poi l’indole: irrequieto e intrepido, si rialzò sempre dai rovesci di fortuna. Prima di raggiungere il successo il leitmotiv della sua vita era


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