Focus Storia Domande&Risposte estate 2017

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QUAL È IL NOME SEGRETO DI ROMA?

Chi ha inventato il primo drone?

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E PIÙ CURIOSITÀ SULLA STORIA: FATTI, RECORD, PERSONAGGI

Perché i samurai non usavano armi da fuoco?

Gli antichi Egizi avevano il Kama Sutra?

È VERO CHE CARLO MAGNO ERA ANALFABETA

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GLI SPECIALI DI FOCUS STORIA N. 129

NON VENDIBILE SEPARATAMENTE DAL NUMERO DI FOCUS STORIA IN EDICOLA * PREZZO RIVISTA ESCLUSA

Domand Domande nde nd de & RISPOSTE ESTATE 2017


Estate 2017

Domande & RISPOSTE

Perché si dice che la pizza è il “cibo dei poveri”? 79

Che cosa simboleggia il “ferro” sulla prua delle gondole? 52

ALINARI

I PIRATI FACEVANO SALTARE I PRIGIONIERI DA UNA PASSERELLA? 12 L’IMPERATORE MARCO AURELIO ERA TOSSICODIPENDENTE? 20 IL KILT ERA L’ABITO DELLA SCOZIA MEDIEVALE? 32 IL FRUTTO BIBLICO DEL PECCATO È LA MELA? 42 NEL FAR WEST ERANO FREQUENTI I DUELLI TRA COWBOY? 50 LA RIVOLUZIONE FRANCESE INIZIÒ CON LA BASTIGLIA? 60 CARLO MAGNO ERA ANALFABETA? 84 A NAPOLI PER UN BACIO SI POTEVA ESSERE GIUSTIZIATI? 94

Invenzioni 4 Misteri e Leggende 14 Vita Quotidiana 22 Record e Primati 34 Nomi e Modi di dire 44 Società 52 La Storia con i numeri 62 Battaglie e Guerre 68 Cucina 76 Personaggi 86 Sesso 96 Sport 102 Cosa sarebbe successo se... 108 COPERTINA: GETTY IMAGES

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AKG-IMAGES

È VERO CHE...



SHUTTERSTOCK / HEAVEN MAN

Invenzioni


CHI HA INVENTATO IL PRIMO DRONE?

I

l matematico e stratego (o generale) greco Archita di Taranto (428360 a.C.). Archita, nell’ambito dei suoi pionieristici studi sui fenomeni della meccanica, mise a punto un prototipo di automa in grado di alzarsi in volo: la cosiddetta “colomba di Archita”. Si trattava di un dispositivo in legno dotato di una cavità interna per il passaggio di aria compressa e un sistema di valvole che ne regolava la fuoriuscita. Il getto d’aria in uscita consentiva all’apparecchio la spinta ascensionale, mentre l’uso di contrappesi regolava la posizione delle ali e la direzione dell’automa. Archita amava stupire gli osservatori facendo compiere alla sua colomba lunghi spostamenti (Nella foto, un uccello di legno decorativo).

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Misteri e Leggende

QUAL È IL NOME SEGRETO DI ROMA?


econdo la storiografia antica ogni città aveva tre nomi: uno popolare, uno sacrale e uno segreto (o iniziatico). Per quanto riguarda l’Urbe, i tre nomi pronunciati da Romolo al momento della fondazione sarebbero stati, rispettivamente, Roma, Flora e Amor. Tuttavia si tratta solo di una congettura: essendo appunto segreto, il terzo nome non poteva

assolutamente essere detto e solo i pontefici ne erano a conoscenza. L’arcano è stato ampiamente dibattuto e tra i vari nomi presi in esame (spaziando da Amaryllis ad Antusa a Valentia) il suggestivo “bifronte” Amor ha però persuaso maggiormente gli studiosi anche per il legame con la dea Venere, madre di Enea, il mitologico fondatore di Roma.

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AKG/MONDADORI PORTFOLIO

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Vita quotidiana

I BAMBINI EGIZI GIOCAVANO CON LE BAMBOLE?

SCALA (2)

Nell’antico Egitto esistevano bambolotti di varie fogge e materiali, che avevano sia la funzione di giocattoli sia un valore simbolico nei corredi funebri. Le prime bambole egizie risalgono a oltre 4mila anni fa, e tra queste le più semplici sono in legno o in terracotta e presentano corpi stilizzati con gli arti appena abbozzati e i fianchi molto larghi, con probabile allusione alla fertilità femminile. I bambolotti più elaborati, espressamente pensati per il gioco, avevano invece braccia e gambe ben definite e in grado di muoversi, grazie a ingegnose articolazioni meccaniche. Erano inoltre abbelliti con stoffe e, in taluni casi, avvolti con pellicce di animali, come peluche ante litteram. Infine, sia le bambole più semplici sia quelle più complesse avevano una folta capigliatura realizzata con perline infilate in sottili cordicelle di lino.


Quando è nato il corsivo?

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IPA/ALAMY

a cosiddetta scrittura corsiva, in cui le lettere hanno una lieve inclinazione verso destra, era già presente nella grafia latina in uso nell’antica Roma. In particolare, essa appariva su supporti non lapidei, come la pergamena o le tavolette cerate, si trattasse di missive o documenti commerciali (le iscrizioni monumentali presentavano invece una grafia maiuscola nota come “capitale quadrata”). Per vedere nascere il corsivo quale carattere tipografico bisognerà però attendere il periodo a cavallo tra XV e XVI secolo. A metterlo a punto fu il tipografo bolognese Francesco Griffo. Ma il primo ad adottarlo fu l’editore Aldo Manuzio (in basso), attivo a Venezia, che diede alle stampe nel 1501 le Bucoliche di Virgilio, primo volume pubblicato tutto in corsivo. Dietro tale elegante carattere vi sono dunque menti italiane, tanto che nel mondo è noto come Italic.

Che cos’erano le statue parlanti?

BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

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ei statue di varia origine che, poste in alcune strade di Roma, furono utilizzate a partire dal XVI secolo per affiggervi messaggi anonimi con sfoghi contro i governanti della città ed esponenti ecclesiastici, spesso ricorrendo a versi satirici. Tali sculture, note un tempo come “Congresso degli Arguti”, furono ribattezzate con i seguenti nomi: Abate Luigi, Babuino, Facchino, Madama Lucrezia, Marforio e Pasquino. Quest’ultima statua (in alto), vicina a piazza Navona, fu senza dubbio la più utilizzata, tanto che i messaggi di sfogo vennero presto detti “pasquinate” e ancora oggi la scultura ospita biglietti e cartelli di scherno. La pasquinata più celebre? Quella che prese di mira papa Urbano VIII, un Barberini, che nel 1625 aveva fatto prelevare elementi in bronzo del Pantheon da riutilizzare nel baldacchino di San Pietro: “quod non fecerunt Barbari, fecerunt Barberini”, “quel che non fecero i Barbari, lo fecero i Barberini”. 27


Record e Primati

QUAL È IL GIORNO IN CUI SI SONO REGISTRATE PIÙ INCORONAZIONI?


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JOSSE/LEEMAGE

ndubbiamente il 2 dicembre, giorno al quale sono legate tre famosissime incoronazioni. La prima fu quella di Napoleone Bonaparte, imperatore dei francesi incoronato il 2 dicembre 1804 nella cattedrale di Notre Dame a Parigi (nell'immagine). Il 2 dicembre 1848 toccò invece a Francesco Giuseppe I, divenuto imperatore d’Austria a seguito dell’abdicazione di Ferdinando I, suo zio, e della rinuncia al trono del padre Francesco Carlo d’Asburgo-Lorena. Infine, il 2 dicembre 1852 fu la volta di un altro Bonaparte: Carlo Luigi Napoleone, nipote del primo imperatore dei francesi (era figlio di suo fratello Luigi) che, incoronato sovrano con il nome di Napoleone III, diede vita al cosiddetto Secondo impero. Già l’anno precedente aveva peraltro interrotto l’esperienza repubblicana attraverso un colpo di Stato, perpetrato anch'esso il 2 dicembre.


Cucina

QUANDO È NATO L’APERITIVO?

L

a moda dell’aperitivo era già in voga 2.000 anni fa, nell’antica Roma. I Romani (ricchi) avevano l’abitudine di anticipare la cena con bevande alcoliche e stuzzichini vari. Era la gustatio, un momento previsto nei banchetti più sontuosi, di grande convivialità, nato per stimolare l’appetito con antipasti saporiti accompagnati dal mulsum, vino ad alta gradazione alcolica miscelato a miele aromatizzato. Tuttavia, solo nel XVIII secolo

questa moda iniziò a diffondersi indistintamente in ogni ambiente sociale, esattamente dal 1786, quando a Torino il distillatore piemontese Antonio Benedetto Carpano ideò il celebre Vermut, la bevanda da aperitivo per eccellenza. Ottenuto da vino bianco moscato aromatizzato con oltre 30 varietà di erbe e spezie, il Vermut riscosse nel giro di pochi anni un enorme successo, grazie anche ai costi contenuti, che ne favorirono la larga diffusione.


GETTY IMAGES

Di che cosa era ghiotto il filosofo Aristotele?

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LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO

BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

Il filosofo greco aveva una passione per le cicale (sotto, una cicala Huechys incarnata), tanto che, nella sua Historia Animalium (343 a.C.), si dilunga nel descrivere con dovizia di particolari gli esemplari più buoni da mangiare. Aristotele afferma che quelli allo stato di crisalide e le femmine dopo l’accoppiamento sono i più saporiti. Non fu peraltro l’unico personaggio dell’antichità ghiotto di insetti, cibo che spopolava anche nel mondo romano. Basti pensare che Plinio il Vecchio nella sua celebre Naturalis Historia (77-78 d.C.) ci parla con disinvoltura di un piatto chiamato cossus, “prelibatezza”, consistente in larve di Lucanus cervus (o cervo volante) allevate su farina e vino e condite con olio. È proprio il caso di dire: “de gustibus non est disputandum”.


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