Storia SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE
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n°103
L’architetto di Hitler
Albert Speer, il ministro del Reich che scampò alla forca
L’AVVENTURA DELL’AMISTAD Gli schiavi che si ribellarono e conquistarono New York
Confini impazziti
Isole condivise, microstati e altre stranezze
DA NORD A SUD I PRIMI RE D’ITALIA
LONGOBARDI
MAGGIO 2015 � 4,90 in Italia
Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, DCB Verona
VITA QUOTIDIANA, PROTAGONISTI E CONQUISTE, DA PAVIA A BENEVENTO NOVECENTO
DAL CONFLITTO DEL 1898 A CASTRO, LE MANI DEGLI STATI UNITI SU CUBA
PASTA, PIZZA & Co. CIBI E RICETTE DIVENTATI SIMBOLI DEL MADE IN ITALY PER CASO
MAGNA GRECIA QUANDO GLI ELLENICI SEMINAVANO CIVILTÀ (E QUALCHE GUERRA)
maggio 2015
focusstoria.it
Storia
L
iutprando e Alboino, la regina Teodolinda, Rosmunda che beve nel teschio del padre e, per i più attenti, la morte di Ermengarda che giace, “sparsa, le trecce morbide sull’affannoso petto”, come canta Alessandro Manzoni nell’Adelchi. I Longobardi, per moltissimi di noi, sono questo: una reminiscenza scolastica, inserita nella cronologia tra gli Ostrogoti e i Franchi. Eppure questi germanici, varcate le Alpi nel 568, sono stati il vero anello di congiunzione tra l’Impero romano e l’Italia dei secoli successivi. E non soltanto perché da barbari guerrieri si sono trasformati in raffinati cultori delle arti, del diritto e della teologia. Ma anche perché, come vi raccontiamo in questo numero di Focus Storia, hanno (quasi) unificato la Penisola e, con la loro resistenza a Sud, contribuito fortemente ad alcuni caratteri specifici del Mezzogiorno... visto che hanno regnato più a lungo in Irpinia che a Pavia. Jacopo Loredan direttore
rubriche 4 LA PAGINA DEI LETTORI
6 NOVITÀ & SCOPERTE
8 TRAPASSATI ALLA STORIA
9 AGENDA
10 MICROSTORIA 12 CURIOSARIO 13 SCIENZA & SCIENZIATI 70 PITTORACCONTI 72 DOMANDE & RISPOSTE 74 UNA FOTO, UN FATTO
110 FLASHBACK
IN PIÙ...
DEA/SCALA
103
CI TROVI ANCHE SU:
PERSONAGGI 16 L’architetto
del diavolo
Albert Speer, l’urbanista di Hitler.
ALIMENTAZIONE 22 Ricettario
made in Italy
Storie curiose dei più noti piatti italiani.
26 LeNOVECENTO mani su Cuba
Gli alti e bassi dei rapporti fra Stati Uniti e l’isola caraibica.
Fibula d’oro longobarda del VII secolo.
L’Italia dei Longobardi 34
I barbari di Odino Litigiosi, guerrieri implacabili, convertiti al cristianesimo ma fedeli alle tradizioni pagane. I Longobardi erano tutto questo, ma non solo.
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Una regina quasi santa Teodolinda ebbe due mariti, un figlio sfortunato e un eccezionale fiuto diplomatico. E fece della sua reggia di Monza un centro di potere.
50 L’Italia longobarda L’avanzata a partire dall’anno 568, le rapide conquiste, l’espansione al Sud. E i luoghi che, dal Friuli al Meridione, conservano oggi i loro tesori.
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Liutprando il Grande Tentò di realizzare il sogno di unificare la Penisola. Non ci riuscì, ma sotto il suo scettro il suo popolo divenne una nazione.
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Gli altri protagonisti Da Alboino il conquistatore a Rotari il legislatore, dall’ultimo re, Desiderio, allo storico Paolo Diacono, i Longobardi che hanno fatto la Storia.
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Benvenuti al Sud Nel 774 Carlo Magno pose fine al regno longobardo al Nord. Ma i ducati del Sud sopravvissero e la “questione meridionale” iniziò proprio allora.
In copertina: un reenactor in tenuta da guerriero longobardo. FOTO C. BALOSSINI/ASSOCIAZIONE CULTURALE LA FARA - UDINE
76 LeOTTOCENTO catene spezzate
Gli schiavi ribelli dell’Amistad.
STORIE D’ITALIA 84 L’oste che
fece un ’48
Ciceruacchio, il capopopolo che difese la Repubblica romana.
88 10CURIOSITÀ tesori
inaspettati
Acquistati nei mercatini per pochi soldi, si sono rivelati antiche rarità.
MEDICINA 90 Non chiamateli
scemi di guerra
I soldati della Prima guerra mondiale con la mente devastata.
TEMI 96 IlGRANDI bello dei
migranti
Le meraviglie e le eredità della Magna Grecia.
102 N CAZIONI onfini pazzi
Le incredibili vicende dietro a microstati e isole in condivisione. 3
novità e scoperte
È la casa di Gesù?
A Nazareth gli archeologi avrebbero scovato l’edificio dove visse l’infanzia.
I
l pavimento sul quale Gesù ha mosso i primi passi: uno studioso è certo di averlo individuato a Nazareth in quella che fu la casa dove Gesù avrebbe trascorso la sua infanzia. Gli archeologi hanno ritrovato già nei decenni passati i resti di un piccolo villaggio agricolo del I secolo. Ora il britannico Ken Dark, dell’Università di Reading, è sicuro di avervi rintracciato la dimora della famiglia di Giuseppe. Il ricercatore ha analizzato nei dettagli la topografia del villag-
Cristo a Nazareth in un’opera del XIV secolo. A sinistra, la presunta casa della sua famiglia.
Aldo Bacci
DENIS GLIKSMAN, INRAP.
Al lavoro nel cantiere parigino.
GETTY IMAGES
gio confrontandola con una serie di testi antichi, come il De locis sanctis di Adamnano di Iona (VII secolo). Rintracciato. Nelle fonti si dice che l’abitazione era tra due tombe, presso una sorgente, e sotto una chiesa. E in effetti tracce di un edificio sono state trovate in mezzo a due tombe tra i resti di una chiesa bizantina costruita presso una sorgente. Sarebbero rimasti intatti solamente la soglia d’ingresso e la pavimentazione. •
Mega-scavi nella metropoli
P
er una curiosa coincidenza, due cantieri edili aperti a Londra e a Parigi sono all’origine di nuove scoperte archeologiche legate agli ospedali delle due capitali europee. A Parigi, i lavori di ampliamento di un supermercato costruito sulle rovine dell’Ospedale della Trinità, fondato nel 1202 e demolito
nel 1817, hanno portato alla luce i resti di circa 200 scheletri, sepolti in una serie di fosse comuni. Decimati. A Londra, dagli scavi per una nuova linea ferroviaria sono emersi circa 3mila scheletri. Apparterrebbero a vittime della peste che colpì la città inglese tra il 1665 e il 1666 e che falcidiò un
TRAPASSATI ALLA STORIA Personaggi sconosciuti che sono stati, in vita, protagonisti.
KENJI EKUAN
Disegnatore
Gli amanti della cucina del Sol Levante conoscono bene la pratica boccetta di salsa di soia dal tappo rosso, della Kikkoman. Kenji Ekuan, morto all’età di 85 anni, la disegnò nel 1961 pensando alla scomoda bottiglia da mezzo litro della madre. Monaco pentito. Diventato disegnatore dopo un’esperienza da monaco buddista, ha realizzato il design della moto Yamaha VMAX e di due treni, il superveloce Komachi e il Narita Express. Nel 2014 ha ricevuto il premio italiano Compasso d’Oro. 8
COLLEEN MCCULLOUGH
Scrittrice
Chi ha più di 40 anni ricorda di sicuro il successone televisivo Uccelli di rovo. La miniserie si basava su un bestseller (1974) da 30 milioni di copie vendute. L’autrice, Colleen McCullough, è morta a 77 anni nella remota isola di Norfolk, nel Pacifico. Scienziata. Dapprima medico a Sydney e nel Regno Unito, fu poi ricercatrice di neuroscienze e docente di neurologia negli Stati Uniti. Tornata in Australia si dedicò alla narrativa, prima quella romantica, poi storica e “gialla”.
quinto dell’intera popolazione (circa 80mila persone). I corpi erano stati sepolti in una fossa comune al Bedlam, il primo cimitero municipale al di fuori delle mura cittadine. Ospitava chi non poteva permettersi una tomba in chiesa o chi era stato discriminato per motivi religiosi o politici. (f.-x. b.)
A cura di Giuliana Lomazzi
PEPPINO FUMAGALLI
Imprenditore
Grazie a lui, morto a 86 anni, le massaie italiane hanno risparmiato un sacco di fatiche. Nel 1946, infatti, inventò insieme al padre Eden e ai fratelli la prima lavatrice italiana. “Il signor Candy”. Scomparso il padre nel 1970, fu amministratore delegato e portò l’azienda di Brugherio (Mb) a operare con marchi internazionali come Candy e Hoover. Cavaliere del lavoro nel ’73, nel ’98 la regina Elisabetta lo fece Honorary Commander of the British Empire.
PERSONAGGI
Progettò la Nuova Berlino, poi divenne responsabile della produzione bellica
L’architetto del DIAVOLO
Scenografie monumentali Un Reichsparteitag (raduno nazionale del partito nazista) a Norimberga nel 1937. L’architetto Albert Speer (1905-1981, a destra) fu l’artefice delle imponenti scenografie di quelle manifestazioni propagandistiche. 16
E fu un fedelissimo di Hitler
BPK/HANNS HUBMANN
durante la guerra.
N
BPK/HANNS HUBMANN
“
ei limiti in cui Hitler mi ha impartito degli ordini e io li ho eseguiti me ne sento responsabile, però preciso anche di non aver eseguito tutti i suoi ordini”. È il 19 giugno 1946, siamo a Norimberga, nel tribunale allestito per giudicare i crimini nazisti. Alla sbarra un uomo che nei giorni precedenti aveva uno sguardo smarrito e il volto segnato dai tic nervosi: è Albert Speer, l’architetto del Terzo Reich. 17
PRIMO PIANO
Litigiosi, guerrieri implacabili, cristiani ma fedeli alle usanze germaniche:
I BARBARI I
l tuono degli zoccoli era il loro tamburo di guerra. Quando i contadini e i pastori della Pianura padana li videro emergere dalla fitta bruma che avvolgeva la brughiera, credettero che un esercito infernale stesse marciando sulla terra: quei cavalieri indossavano mostruose maschere a testa di cane. Era l’anno 569 e dal Nord-est stavano dilagando i Longobardi, i futuri padroni, per due secoli, della Penisola. Chi erano veramente? Per uno storico romano che li aveva conosciuti cinque secoli prima, erano “più feroci della ferocia germanica”. Per uno dei nostri giorni, il medievista Massimo Montanari, «erano innanzitutto un popolo in armi». Armati fino ai denti. Di armi non ne mancavano certo, al seguito di quei guerrieri. Ma il loro capo, re Alboino, non si portava dietro solo un
carico di lance e spade. Con lui c’erano anche le masserizie di centomila persone tra donne, vecchi e bambini. Era il popolo dei Winnili, che nel corso dei secoli precedenti era migrato dalla Scandinavia attraverso le terre germaniche fino a giungere in Pannonia (l’attuale Ungheria). Da qui erano calati in Italia per fare razzia. Durante la loro secolare migrazione i Winnili avevano cambiato nome: adesso erano i Longobardi, ossia i guerrieri “dalle lunghe barbe” (dal germanico langbaerte). Un cambio di nome che era un atto di devozione verso Odino, il potente dio della guerra degli uomini del Nord, detto appunto “Lungabarba”. Per questo i Longobardi tenevano più che a ogni altra cosa a barba e capelli. Le capigliature degli uomini venivano tagliate una sola volta, a mezzo tonsura rituale, nella cerimonia di passaggio dall’infanzia all’e-
gli uomini “dalle
lunghe barbe” furono tutto questo. Ma non solo
DI ODINO Tesori germanici Sotto, la “lamina di Agilulfo”, frontale di un elmo, in bronzo dorato: raffigura il trionfo del re longobardo. In senso orario nella pagina: un corno da cerimonia, una collana longobarda e un pettine appartenuto a Teodolinda.
SCALA (4)
tà adulta. Dopodiché non vedevano più un rasoio per tutta la vita. Tranne che sulla nuca, dove i capelli erano tenuti cortissimi. Davanti si pettinavano ai lati del volto, divisi da una scriminatura centrale, fino a sembrare tutt’uno con la barba fluente. Fluente e intoccabile: chi tirava la barba a un guerriero rischiava, per le leggi longobarde, pene pesantissime. I più barbari. Con quell’aspetto, non c’è da stupirsi che fossero considerati poco più che selvaggi dai padroni di casa, gente che aveva memoria dei fasti della corte imperiale di Milano o di quella ostrogoto-bizantina di Ravenna. Una “perfida e puzzolentissima stirpe, che non viene neppure enumerata tra i popoli, e dalla quale è certo che abbia avuto origine la razza dei lebbrosi”, scrisse nel 770 papa Stefano III, senza
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OTTOCENTO
Nel 1839 un ammutinamento sulla nave negriera La Amistad sfociò in uno storico processo celebrato negli Stati Uniti, che denunciò la tratta atlantica. E rese più forte la causa abolizionista
BRIDGEMANART/MONDADORI PORTFOLIO
JOSEPH
CINQUÉ
AMISTAD CATENE SPEZZATE 76
CONTRASTO (2)
Liberi tutti I sopravvissuti dell’Amistad in una scena del film diretto nel 1997 da Steven Spielberg. Nel tondo a sinistra, Joseph Cinqué, leader dell’ammutinamento.
C’
era sempre un branco di squali nella scia di una nave negriera: si dice fiutassero l’odore della schiavitù. La traversata dall’Africa alle Americhe durava otto settimane, che i deportati passavano incatenati e nudi, ammassati a centinaia gli uni sugli altri in intercapedini della stiva alte poco più di un metro (50 centimetri per i bambini). Le epidemie facevano strage e i capitani gettavano morti e moribondi in mare. Due secoli fa, all’inizio dell’800, l’Inghilterra ave-
va dichiarato illegale il traffico di schiavi e dava ufficialmente la caccia ai vascelli negrieri. Ma il sistema delle piantagioni, fondato sulla schiavitù, faceva ancora ottimi affari negli Stati Uniti del Sud, a Cuba e in Brasile. Così, la tratta continuava a pieno regime clandestinamente. E i pescecani, non solo quelli nel mare, ne approfittavano. Deportati. Nell’estate del 1839, 53 africani finirono sulla nave negriera La Amistad: 49 uomini e 4 bambini. La loro era una storia come tante: provenivano da
una decina di popoli diversi dell’entroterra della Sierra Leone. Per la maggior parte erano di etnia mende, stirpe di guerrieri. Erano diventati schiavi chi per debiti o adulterio, altri erano stati venduti dai parenti ai mercanti di uomini africani, la maggior parte erano stati catturati in guerra o da razziatori di tribù nemiche. I cacciatori di uomini li avevano fatti marciare per settimane fino alla costa, dove erano stati imbarcati con altre centinaia sulla Teçora, una nave negriera brasiliana diretta a Cuba. A L’Avana erano rima77
ALINARI
flashback
Il “maruzzaro”, a Napoli, era il venditore di lumache (più propriamente chiocciole), chiamate appunto “maruzzelle”. Qui se ne vede uno fotografato dal francese Gustave Emile Chaufforier intorno al 1890. I molluschi venivano bolliti con pomodori e prezzemolo e venduti per strada, accompagnati da “freselle” (pane biscottato). Al banchetto si trovavano anche altri tipi di molluschi, come lumache di mare, vongole e cozze. Il che, se il maruzzaro non era stato più che scrupoloso nella scelta della materia prima e nella preparazione del cibo, si trasformava spesso in un pericolo per la salute. 110