N°16 Marzo 2015 d € 6,90
SOLDATI E BATTAGLIE NEI SECOLI
d AEREI d SOMMERGIBILI d TANK d MITRAGLIATRICI d GAS
1915-18
LA PRIMA GUERRA MODERNA
d d d d d d
MONTE NERO. LA VITTORIA DEGLI ALPINI SFIDA MORTALE IN ATLANTICO IL RAID DI AISOVIZZA LA 2A BATTAGLIA DI YPRES L’OFFENSIVA DI GORLICE-TARNÓW I TEDESCHI NELL’AFRICA ORIENTALE
Sped. in A. P. - D.L. 353/03 art. 1, comma 1 NE/VR
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ANTICHITÀ Sargon il Grande: il generale che sconfisse i Sumeri e conquistò la Mesopotamia
ROMA L’Urbe piegò Mitridate, il suo nemico più ostinato
SAMURAI
Così vestivano gli spettacolari guerrieri del Giappone feudale
LIBR
O
Un romanzo che racconta quell’epoca sanguinosa e corrotta, immediatamente successiva all’unità d’Italia, vissuta tra illusioni e disillusioni continue, nate da scontri tra detentori del potere e cafoni, notabili e contadini, soldati italiani e sbandati borbonici… “1861” si propone come un saggio dallo stile dichiaratamente divulgativo, con l’intento di dar rilievo a un periodo della nostra storia ancora poco analizzato e conosciuto. Ripercorrendo Ie gesta dei reali protagonisti del “brigantaggio post-unitario” e intrecciandole a quelle di personaggi inventati ma verosimili il romanzo riproduce situazioni e scenari, basando le proprie ricostru-
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WARS
SOMMARIO
La Prima guerra moderna
Da secoli ormai sui campi di battaglia non serviva più guardare in faccia il nemico, e ci si affrontava a distanza con l’uso di proiettili e granate. Né erano sconosciuti gli eserciti popolari e di massa, basta pensare alle campagne napoleoniche. Ma nel 1915 (1914 per gli altri belligeranti) le nuove armi tecnologiche, la leva e un formidabile apparato industriale si allearono per cambiare radicalmente le regole, le tattiche e le strategie belliche. Addio copricapi piumati, addio uniformi variopinte, addio cavalli e cavalieri. Era arrivato il momento degli elmetti di ferro, di camion, aerei e sommergibili. Era arrivato il momento dei gas, dei tank e delle mitragliatrici. Era scoppiata in tutto il mondo la Prima guerra moderna. Jacopo Loredan d direttore
4 PROTAGONISTI SARGON IL GRANDE 10
Si dice che con il re guerriero che unificò le città-Stato della Mesopotamia sia nato il primo impero della Storia. SUI CAMPI DI BATTAGLIA
FINISCE QUI IL VOLO DELL’AQUILA
Due secoli fa, il 18 giugno 1815, Napoleone veniva sconfitto nella campagna belga. Ecco i luoghi della Storia.
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PRIMO PIANO
1915-18 LA PRIMA GUERRA MODERNA Inizia come una battaglia dell’800, poi si trasforma in un conflitto nuovo, con aerei, tank e armi chimiche.
22 TECNOLOGIA ARMI SEMPRE PIÙ LETALI
Il modo di combattere cambia e si affacciano in battaglia nuovi strumenti di morte.
26 LA PRIMA VITTORIA
MONTE NERO - LA 1A BATTAGLIA DELL’ISONZO Nel giugno del ’15 il conflitto si sposta anche in quota e gli alpini vengono impiegati sul loro terreno, la lotta in montagna.
BATTAGLIA DELL’ATLANTICO 32 LAIL FRONTE MARINO
Compare un nuovo protagonista, il sommergibile, che nel secondo anno del conflitto sostiene la sua prima battaglia negli abissi.
RAID DI AISOVIZZA 38 ILCIELI IN FIAMME
WARS I NOSTRI ESPERTI
Con lo sviluppo del mezzo aereo, nel ’15 la lotta si sposta anche fra le nuvole.
GIORGIO ALBERTINI
Milanese, 46 anni, laureato in Storia medievale, illustratore professionista per case editrici e riviste (giorgioalbertini.com).
44 IL NEMICO È NELL’ARIA
GASTONE BRECCIA
DI GORLICE-TARNÓW 52 L’OFFENSIVA SUL FRONTE ORIENTALE
Livornese, 52 anni, bizantinista e storico militare, ha pubblicato saggi sull’arte della guerra, sulla guerriglia e sulla missione ISAF in Afghanistan.
ANDREA FREDIANI
Romano, 51 anni, medievista, ha scritto vari saggi di storia militare e romanzi storici di successo (andreafrediani.it).
STEFANO ROSSI
Milanese, 55 anni, già ufficiale degli Alpini paracadutisti. Reporter di guerra, collabora con molte testate giornalistiche.
WARS
RUBRICHE
LIVING HISTORY
PAG. 79
RECENSIONI
PAG. 82
TRUPPE D’ÉLITE
IN COPERTINA
Getty Images/MILpictures by Tom Weber
PAG. 80
LA 2A BATTAGLIA DI YPRES
Entra drammaticamente in scena una nuova arma: il letale cloro viene impiegato in Belgio, dove i tedeschi usano il gas su larga scala.
A partire dalla maggiore operazione a est del ’15, si inizia a usare l’artiglieria in appoggio alle truppe.
CAMPAGNA DELL’AFRICA ORIENTALE 58 LASAFARI CON I TEDESCHI
La lotta si sposta su un nuovo terreno, le colonie, dove la guerriglia entra nella strategia delle grandi potenze.
64 UNIFORMOLOGIA LA CASTA DEI SAMURAI I guerrieri del Giappone feudale vivevano di rituali, curando la spada come la loro anima.
70 PROTAGONISTI IL GRAN CAPITANO
Gonzalo Fernández de Córdoba eccelleva nell’arte della guerra, che mise al servizio degli spagnoli contro i francesi nella conquista del Regno di Napoli.
74 APPROFONDIMENTI MITRIDATE SFIDA ROMA
Con una lunga serie di battaglie il re del Ponto si rivelò per un quarto di secolo il nemico più ostinato, intelligente e velenoso dell’Urbe. S
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PRIMO PIANO
INIZIA COME UNA BATTAGLIA DELL’800, POI SI TRASFORMA IN
S
i dice che gli eserciti si addestrano come se dovessero combattere l’ultima guerra, ma sono poi costretti a scendere in campo nella prossima. Non sempre è vero: anche i vertici militari, talvolta, sono capaci di immaginare il futuro. Ma fu certamente quel che accadde all’inizio del primo conflitto mondiale, tra l’agosto e il dicembre del 1914: tedeschi, austriaci, russi, francesi e britannici entrarono in battaglia seguendo istruzioni tattiche ispirate ai conflitti ottocenteschi, e vennero falciati a centinaia di migliaia. Non c’era scampo per chi si ostinava a combattere alla vecchia maniera: il progresso tecnologico aveva dotato gli eserciti europei di armi micidiali, che rendevano quasi certo il sanguinoso fallimento degli attacchi in massa tipici del XIX secolo. Si pensa subito alle mitragliatrici, ma già il fucile a ripetizione aveva enormemente aumentato il volume di fuoco prodotto da ogni sin-
golo uomo, garantendo un vantaggio decisivo alla difesa. Era un suicidio avanzare verso un reparto nemico dotato di armi capaci di sparare ogni cinque secondi, con una gittata utile di circa 1.000 metri. I cannoni. Anche l’artiglieria aveva fatto enormi passi avanti: l’invenzione di esplosivi più stabili e potenti, la fusione di componenti in acciaio capaci di sopportare la forza sprigionata dalle cariche di lancio, i meccanismi idropneumatici che assorbivano il rinculo senza dover rimettere in punteria il pezzo dopo ogni colpo sparato erano innovazioni recenti, che avevano migliorato esponenzialmente l’efficacia di tutti i tipi di obici e cannoni. Nel 1897 era entrato in servizio il “soixante-quinze” francese (75 mm), forse il più celebre pezzo da campagna della Storia, che tirava fino a 20 proiettili al minuto a oltre 6 chilometri di distanza, con effetti devastanti sui reparti nemici che
1915-18 LA PRIMA GUERRA MODERNA
UN CONFLITTO NUOVO, CON AEREI, TANK E ARMI CHIMICHE si fossero fatti sorprendere allo scoperto. Non si era del tutto al sicuro nemmeno quando ci si sottraeva al tiro diretto dell’artiglieria, perché gli obici di medio e grosso calibro a traiettoria arcuata potevano colpire bersagli nascosti da ostacoli naturali o artificiali a una distanza anche maggiore. Gas letali. Le grandi offensive del 1914 si risolsero dunque in un sanguinoso fallimento; sul fronte occidentale, gli eserciti si trincerarono dalla Svizzera al Mare del Nord, bloccati dalla superiorità del fuoco nemico. Bisognava trovare a tutti i costi soluzioni innovative che permettessero di superare lo stallo. Così la guerra mostrò ben presto la tendenza ad ampliare il proprio orizzonte oltre i confini dell’arte militare conosciuta. Il 31 gennaio 1915 i tedeschi usarono per la prima volta gas tossici sul fronte orientale, con scarsi risultati per la temperatura troppo rigida; quando il tentativo venne ripetuto il 22 aprile 1915 in
Ottobre 1916, cannone ferroviario francese. I francesi ordinarono centinaia di locomotive a vapore appositamente concepite per trainare l’artiglieria pesante su rotaie.
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BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO
ARTIGLIERIA SU ROTAIE
UNIFORMOLOGIA
I GUERRIERI DEL GIAPPONE FEUDALE VIVEVANO DI RITUALI CURANDO LA SPADA COME LA LORO ANIMA
LA CASTA DEI
SAMURAI S
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aburau, “servire”. Da questo verbo deriva il nome samurai, i “servi” guerrieri delle isole giapponesi. I loro costumi e le loro armi avevano una unicità che li distingueva da altri guerrieri medievali. Al pari dei popoli delle steppe, dei Mongoli e dei Cinesi, anche per questi cavalieri del Sol Levante un singolo elemento era alla base dell’armamento di difesa: un piccolo pezzo di metallo, in genere di forma rettangolare, che andava a comporre le strutture lamellari di armature e protezioni leggere e flessibili, adatte a correre contro il nemico con la spada sguainata (la tipica katana giapponese) o a scoccare frecce in sella a un cavallo in corsa.
La varietà. Ma poi la classe guerriera del Giappone mutò le forme del suo vestire introducendo varianti estetiche. L’armatura lamellare, che dal V secolo d.C. aveva fornito l’elemento primario del vestito militare, andò evolvendosi integrando parti metalliche con eleganti e coloratissimi lacci e stringhe di seta; o ancora con imbottiture di cuoio trapuntato, o ricoperte di anelli metallici. Un’evoluzione che si fermò solo in piena età moderna, nell’epoca Edo (16031868), quando il samurai perse di centralità sul campo di battaglia (proprio come avveniva allora con la cavalleria europea), lasciando il posto alle fanterie armate di archibugi, i teppou-ashigaru, meno blasonati ma più efficaci dei nobili combattenti con spada e arco. d Giorgio Albertini
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4 HARAATE KAMAKURA XIII SEC.
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Nel periodo Kamakura (XIII-XIV sec.), le classi di samurai meno agiate indossavano semplici armature dette haraate. Queste proteggevano solo la parte frontale del corpo e i fianchi, lasciando libere la schiena, le braccia e le gambe. Il capo è coperto con un tradizionale tate-eboshi (il copricapo nipponico) e, oltre a una naginata (lancia), il samurai è armato con grosse frecce simili a giavellotti.
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1 HATA-SASHIMONO XVI SEC. Tra fine ’500 e inizio del ’600 l’armatura tousei-gusoku si arricchisce di accessori, come gli hata-sashimono, stendardi di forme variabili: dagli ombrelli alle ali di farfalla, dai palloni di stoffa alle bandiere con il simbolo del proprio signore. Per aumentare l’effetto coreografico, il kabuto (l’elmo) di questo samurai è ornato con corna di bufalo d’acqua e associato con una maschera facciale detta menoshitabou.
2 TENKOU IV SEC.
Tra IV e V secolo, l’influenza delle armature continentali, soprattutto coreane, penetra nella produzione giapponese. Un nuovo modello di protezione, il tenkou, l’armatura a grosse piastre, si impone abbinato con manopole e schinieri in cuoio cotto.
3 TARDO HEIAN XII SEC.
Per secoli, fino quasi alla fine del Medioevo, il samurai è principalmente un arciere a cavallo. Nel tardo periodo Heian, XII secolo, l’armatura ooyoroi è alta dal collo al ginocchio tra gli 80 e i 90 cm e la parte alta del braccio è protetta da ampie oosode (spallacci). L’elmo, il kabuto, è composto da placche metalliche rivettate. Un foro al culmine permette al copricapo eboshi di fuoriuscire.
WARS
LIVING HISTORY
REGOLE TEMPLARI
A cura di Camillo Balossini
M
olto si è detto e scritto sui templari, dando luogo a leggende che ben poco hanno a che vedere con la loro storia e che, spesso, sconfinano nell’esoterismo o nel fantastico. L’ordine cavalleresco nato per difendere e scortare i cristiani durante il pellegrinaggio in Terrasanta ha generato da sempre miti e leggende. Colpiti da queste contraddizioni e mistificazioni sul mondo delle Crociate, un gruppo di appassionati di storia medioevale ha riportato in vita usi e costumi dell’ordine monastico. La Mansio templi parmensis, questo il nome dell’Associazione che ha sede a Parma ed è attiva dal 1998, basa la sua attività di living history su testimonianze storiche e ha come punto di riferimento la Regola del Tempio, il documento approvato nel Concilio di Troyes del 1129 che, con l’approvazione di Bernardo di Chiaravalle, istituiva i monaci guerrieri. Prega e combatti. Lo studio di tali fonti ha permesso di ricostruire un campo con 8 tende, e fra queste la tenda usata dal tesoriere dell’Ordine, il commendatario, e la tenda cappella, il luogo adibito alla recita del mattutino, fulcro del tempio in movimento. Uno spaccato di vita quotidiana della metà del XIII secolo, con i suoi risvolti civili, militari e religiosi, riproposto al pubblico in un susseguirsi di tableaux vivants coinvolgenti per sfatare quelle credenze alle quali
A lato, cappella di un castello templare in Terrasanta: fratelli cavalieri e sergenti a messa prima della battaglia. Sotto, sergente balestriere, con cappello d’arme e cotta d’arme nera; pausa di riposo durante l’assedio di S. Giovanni d’Acri.
ci hanno abituato cinema e letteratura di genere. Si cura persino l’arte culinaria dell’epoca, con le sue pietanze sia occidentali che orientali, in una cucina da campo medioevale perfettamente attrezzata. Capita dunque di vedere un templare inginocchiato davanti all’altare della tenda cappella, nell’atto della preghiera e poco distante un sergente nell’atto di lucidare il proprio elmo pentolare, o un altro assistere alla cerimonia di investitura di due nuovi cavalieri, che si conclude con l’abbraccio fraterno di tutto l’Ordine. La Mansio parmense porta la sua missione anche nelle scuole per dare una lettura corretta di ciò che ha rappresentato l’Ordine dei cavalieri templari nel mondo delle Crociate. d
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WEB
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C. Balossini (3)
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MONACI GUERRIERI
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