Focuswild agosto 2014a

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Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/03 art. 1 - comma 1 - Verona CMP

numero 37 AGOSTO 2014

€ 3,50 Svizzera CT. CHF. 12,50

O, CASTOR in re l’ingegne ia pellicc

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NUDIBRANCHI, arcobaleni marini

petCLUB LAB

Costruisci la mangiatoia per i ricci

POSTER!

CANI

Acqua, passione da INTERVISTA L’uomo che ascolta i delfini


le agine p

e il giornal gli i t t u li ma t a a i m h i c an per

Business Manager Paola Calza Direct Marketing & Digital Circulation Development Manager Michela Lupi Coordinamento Tecnico Valter Martin

ARCOBALENO

pag.

Amministratore delegato e Chief operating officer Roberto De Melgazzi Publisher magazine Elena Bottaro Direttore del personale e affari legali Lucio Ricci Direttore controllo di gestione Paolo Cescatti

Le tranquille avventure di Lipo

DOSSIER

Deep divers, animali da record pag.

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Focus Wild: Pubblicazione registrata al Tribunale di Milano, 344 del 27/06/11. Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica sono riservati. Il materiale ricevuto e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà restituito. Stampa: Nuovo Istituto Italiano Arti Grafiche Arvato - Via Zanica, 92 - 24126 Bergamo. Pubblicità: Mondadori Pubblicità - Sede centrale 20090 Segrate (Mi). Tel. 02/7542.3262 - fax 02/7542.3028. Servizio abbonamenti: www.abbonamenti.it/gruner Servizio collezionisti: I numeri arretrati possono essere richiesti direttamente alla propria edicola, al doppio del prezzo di copertina per la copia semplice e al prezzo di copertina maggiorato di € 4,00 per la copia con allegato (DVD, libro, CD, gadget). La disponibilità è limitata agli ultimi 18 mesi per le copie semplici e agli ultimi 6 mesi per le copie con allegato, salvo esaurimento scorte. Per informazioni: tel. 199 162 171 (il costo della telefonata è di 14,25 centesimi al minuto iva inclusa). Fax 02/95970342. E-mail collez@mondadori.it

Codice ISSN 2239-6993

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L’editore è a disposizione degli eventuali detentori di diritti che non sia stato possibile rintracciare.

petCLUB

Zoom

INTERVISTA

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che ascolta i delfini 46 L’uomo

DA VICINO FOTO

NATURA selvaggia

RUBRICHE pag.

crazy

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lettori

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autori

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L’ingegner

castoro

Foto di copertina: Getty Images/Flickr RF

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adozioni

Direttore responsabile Vittorio Emanuele Orlando Redazione Chiara Borelli (coordinamento, vicecaposervizio) Guido da Rozze (caporedattore) Photo Editor Lara Perego Ufficio grafico Silvia Santinelli (vicecaposervizio) Segretaria di redazione Daniela Pompili Progetto editoriale Chiara Borelli Progetto grafico Silvia Santinelli Hanno collaborato a questo numero: Alessio Arbuatti, Cristiana Barzaghi, Corinna Marrone Lisignoli, Francesco Orsenigo, Piero Papa, Giulia Paracchini, Tomas Pirani, Francesco Tomasinelli, Carola Vannini

I custodi dell’

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Gruner+Jahr/Mondadori S.p.A. via Battistotti Sassi 11/A - 20133 Milano

e dolcissima

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Volete scriverci, fare una domanda sugli animali o mandarci una foto dei vostri quattrozampe? Ecco l’indirizzo:

focuswild@focus.it

Notizie, test, consigli, cose da fare, storie vere. Tutto dedicato a cani, gatti, conigli & Co.

IN PROFONDITÀ ACQUA: una passione da CANI!

COPERTINA pag.

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LAB

Costruisci una mangiatoia per RICCI pag.

30 pag.

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STORIA VERA

Il cubo di RUBY: dalla gabbia a una nuova famiglia

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LIPO Le placide avventure di un ippopotamo rosa di Ale Giorgini

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IN PROFONDITÀ

Fossi e canali, laghetti e pozzanghere... Chi ha osservato un cane alle prese con una pozzanghera sa cosa si intende per “puro divertimento”. I cani amano il contatto con gli elementi della natura: rotolarsi nell’erba fresca della mattina, con naturalezza concedersi bagni di sabbia, o di fango. Gioiosi, corrono dentro i fossati con gli occhi semichiusi, per poter totalmente godere del solletico che gli schizzi d’acqua fanno sul muso. Il cane è un ecologista giocoso che ama immergersi dentro la natura.

Getty Images

Quando voglio far divertire un cane che viene a trovarmi a casa, lo porto insieme ai miei a fare una bella passeggiata: bella perché il nostro percorso incontra diversi fossati. Quelli ricchi di vegetazione, con ampi argini che permettono salti e corse, con acqua che scorre (anche lentamente, ma almeno mossa, per stimolare il gioco e la scoperta), sono perfetti parchi divertimento. Poi, quando si arriva alla piccola cascata, che rende l’acqua giocosa e invitante, i cani si perdono in esplorazioni condivise.

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Un momento di grande piacere individuale, il cane lo trova invece nel fango e nell’acqua sporca in generale, ancor meglio se puzzolente. Quando fa tanto caldo e si cammina molto, i cani amano immergere le zampe in pozze di fango, perché ha un efetto rinfrescante e lenitivo, attenua l’arrossamento dei polpastrelli e cura le piccole escoriazioni. Per i cani che vivono in città e camminano molto sull’asfalto, fare fanghi rigeneranti alle zampe dovrebbe essere un rituale quasi quotidiano, per i benefci che apportano.

Le spiagge che ammettono animali sono ormai una realtà, dove i cani trovano compagni di giochi e dove i più abili possono aiutare i più timorosi nella scoperta dell’acqua. Ma oltre a quella salata, i cani amano l’acqua in tutte le sue declinazioni: da quella fangosa a quella... del water!


Getty Images/Flickr Open

Una passione da

cani!

di Tomas Pirani


INCONTRI di Corinna Marrone Lisignoli

Gaspare Buffa

Che cos’è la bioacustica? Questa materia studia la produzione e la ricezione dei suoni negli animali marini e il significato ecologico che tali suoni assumono in relazione all’ambiente e alle altre specie che lo popolano. È una disciplina scientifica “giovane” che ha origine intorno agli anni ’50 del secolo scorso, quando lo sviluppo tecnologico raggiunto dalla Marina Militare ha consentito di poter inviare, captare e analizzare le onde sonore nel mezzo acquoso. I militari, a un certo punto, si trovarono a dover interpretare i suoni di origine biologica e la risposta acustica dei segnali sonar che, per esempio, riflettendosi su colonie di meduse o su banchi di pesci potevano essere scambiati per sommergibili in transito o altro. La bioacustica, come molti altri frutti del progresso umano, è nata dunque per esigenze militari, per poi essere applicata a scopo ecologico o civile. Oggi come si rilevano le onde sonore nell’acqua per studiarle? Per poter registrare e analizzare in ambienti acquatici i segnali acustici che non possono essere

Getty Images (2)

GASPARE BUFFA è biologo ricercatore del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), membro del Gruppo di Bio-Acustica (Bioacoustics Lab) dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero di Capo Granitola (TP). Svolge ricerche che riguardano l’acustica e il comportamento di differenti specie di cetacei, pesci e crostacei. Studia gli effetti del disturbo acustico di origine antropica (cioè tutti i rumori provocati dalle attività dell’uomo, per esempio quelli del traffico navale) su specie marine.

percepiti dall’orecchio umano – perché fuori dal suo spettro di udibilità, che va da circa 20 Hz a 20.000 Hz – si usano un idrofono (un microfono adatto a registrare i suoni in acqua), un amplificatore di segnale, un convertitore di segnale da analogico a digitale e un pc con un software in grado di elaborare il segnale e restituire uno “spettrogramma”, ossia, un’interfaccia che riproduce graficamente il segnale sonoro stesso (sotto se ne vedono tre). Che genere di ricerche stai conducendo attualmente? Sto studiando una popolazione di delfini della specie Tursiops truncatus – una specie diffusa in tutti i mari del mondo che può pesare più di 300 kg e raggiungere i 3 metri di lunghezza – che interagisce con le attività di pesca a strascico. Questo tipo di pesca usa una rete che viene trainata a galla, a mezz’acqua o sul fondo da un peschereccio o due che viaggiano in parallelo, tenendo i due capi della rete la cui parte terminale assume la forma di un sacco capace di contenere il pescato. Probabilmente, a causa dello sfruttamento eccessivo delle risorse marine, i tursiopi si sono adattati a sfruttare le attività di ARAGOSTA (Palinurus elephas) Spettrogramma registrato in mare dei segnali emessi dall’aragosta del Mediterraneo.

CORVINA (Sciaena umbra) Spettrogramma registrato in mare dei segnali emessi dalla corvina del Mediterraneo.

DELFINO (Tursiops truncatus) Click e Fischi. Spettrogramma registrato in mare dei segnali emessi dal delfino dal naso a bottiglia del Mediterraneo. Gaspare Bufa (4)

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L’uomo che ascolta

i

DELFINI I tursiopi (o delfini dal naso a bottiglia) emettono una grande varietà di suoni: fischi e click. L’uomo sta imparando a interpretarli.

Intervista a un ricercatore che studia la lingua dei delfini e il loro rapporto di odio-amore con i pescatori

segue nella prossima pagina


C

ostruiscono dighe e opere idrauliche talmente efficienti e raffinate da sembrare opera dell’uomo. Ma a metterle a punto sono grandi roditori acquatici originari del Nord America e dell’Europa: i castori. Spinti dalla necessità di creare uno specchio d’acqua su misura e una tana sicura, questi animali fanno le cose veramente in grande e alcune delle loro opere sono visibili anche su Google Earth, come le dighe del Wood Buffalo National Park in Alberta, Canada, una delle quali misura circa 900 m di lunghezza. È la più grande del mondo, almeno fino a ora... Ma perché i castori si impegnano tanto nella costruzione di queste strutture? Non sarebbe più semplice scavare un tunnel nell’argine di un corso d’acqua o costruire un semplice rifugio? In effetti, a volte i roditori adottano queste soluzioni, ma in molti casi non è sufficiente. Le grandi famiglie di castori hanno bisogno di un ambiente spazioso con un accesso nascosto sotto il livello dell’acqua, un’entrata segreta a prova di predatori, che in queste zone sono animali come orsi, lupi, linci, ghiottoni e coyote. Così, per mantenere il livello dell’acqua costante anche in periodi di siccità, non c’è altra soluzione che costruire una diga. Per fare fronte ai periodi di piena i castori preparano appositi passaggi di sfogo nelle sezioni laterali della diga; nulla è lasciato al caso. Controllare il livello dell’acqua è una scelta vincente per un animale legato alle zone umide, che in questo modo può anche evitare di esporsi troppo lungo sulla terraferma, dove è più vulnerabile.

L’ingegner di Francesco Tomasinelli

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CASTORO

Tom & Pat Leeson/ARDEA/th-lighthouse.it

DA VICINO


Tecnici in PELLICCIA solo uno spunzone che esce dal terreno con la caratteristica forma a “matita temperata”. La rapidità con cui lavorano è fenomenale: un tronco di 8 cm di diametro viene tagliato in soli 5 minuti. Un uomo con una sega non potrebbe fare molto meglio. Lavorando in gruppo, questi roditori possono abbattere anche alberi molto più grandi, fino a 20-30 cm di diametro, indebolendone la base fino a farli cadere al suolo.

Un mozzicone appuntito: ciò che resta di un albero... reciso a morsi.

Le dighe mantengono alto il livello dell'acqua, nascondendo gli ingressi delle tane Carr Clifton/the-lighthouse.it

è invece costituita di sola dentina, senza smalto. Quando gli animali rosicchiano, gli incisivi superiori sono “modellati” da quelli inferiori, che “limano” lo strato di dentina, meno resistente dello smalto, rendendo i denti affilati come scalpelli. La continua usura è compensata dalla crescita rapida del dente, fino a 2-3 mm a settimana. Grazie a questi “ferri del mestiere”, i castori tagliano rapidamente gli alberi più piccoli alla base, lasciando

Getty Images

Thomas & Pat Leeson/the-lighthouse.it (2)

Modificare l’ambiente acquatico in modo così radicale richiede la capacità di tagliare e spostare tronchi e rami, il principale materiale da costruzione. Per riuscire in questa impresa, i castori hanno un’arma segreta: denti incisivi rinforzati a crescita continua. Il colore giallo-arancione che vediamo è proprio del lato frontale dei denti, ed è dovuto a una modesta quantità di ferro all’interno dello strato di smalto. La parte posteriore

Sopra, un castoro "schiaffeggia" l'acqua con la coda. Qui, una diga nel Grand Teton National Park, Wyoming.


Illustrazione di Zeta C

Com’era papà?

AUTORI

Croccante...

Sei una bestia, Viskovitz di Alessandro Boffa

«Com’era papà?», chiesi a mia madre. «Croccante, un po’ salato, ricco di fibre». «Prima di mangiartelo, voglio dire». «Era un tipino insicuro, ansioso, nevrotico, un po’ come tutti voi maschietti, Visko». Mi sentivo più che mai vicino a quel genitore che non avevo mai conosciuto, che si era disciolto nello stomaco di mamma mentre venivo concepito. Da cui non avevo ricevuto calore, ma calorie. Grazie papà, pensai. So cosa significhi, per una mantide, sacrificarsi per la famiglia. Mi fermai un attimo in raccoglimento davanti alla sua tomba, cioè a mia madre, e recitai un miserere.

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