Focuswild gennaio 2015a

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Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/03 art. 1 - comma 1 - Verona CMP

numero 42 GENNAIO 2015

€ 3,50 Svizzera CT. CHF. 12,50

ll ooda zé G e Jan cimpan s e gli

LE

ANIMA

io

Viagg

a Gombe

petCLUB

IN PROFONDITÀ

La chiusura di un canile... a zero stelle!

2

POSTER

STORIA VERA

Le avventure di Douglas il wombat

LEOPARDO il signore delle nevi


le agine p

e il giornal gli i t t u li ma t a a i m h i c an per

ZOOM

Business Manager Paola Calza Coordinamento Tecnico Valter Martin

Casa

DOLCE CASA

Le tranquille avventure di Lipo

pag.

pag.

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pag.

4

DOSSIER

A casa di Jane Goodall

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pag.

COPERTINA

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autori

Volete scriverci, fare una domanda sugli animali o mandarci una foto dei vostri quattrozampe? Ecco l’indirizzo:

58 66

redazione@focuswild.it

Notizie, test, consigli, cose da fare, storie vere. Tutto dedicato a cani, gatti, conigli & Co.

IN PROFONDITÀ

La fine di un incubo: cani e gatti usciti da un canile a zero stelle

STORIA VERA Armonie in natura

lettori

FOTO Foto di copertina: © Don Johnston/All Canada Photos/Corbis

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pag.

Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica sono riservati. Il materiale ricevuto e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà restituito. Stampa: Nuovo Istituto Italiano Arti Grafiche Arvato - Via Zanica, 92 - 24126 Bergamo. Pubblicità: Mediamond S.p.A. - Sede centrale: Palazzo Cellini - Milano Due 20090 Segrate (MI) Telefono 02/21025917 - Mail info.adv@mediamond.it Servizio abbonamenti: www.abbonamenti.it/gruner Servizio collezionisti: I numeri arretrati possono essere richiesti direttamente alla propria edicola, al doppio del prezzo di copertina per la copia semplice e al prezzo di copertina maggiorato di € 4,00 per la copia con allegato (DVD, libro, CD, gadget). La disponibilità è limitata agli ultimi 18 mesi per le copie semplici e agli ultimi 6 mesi per le copie con allegato, salvo esaurimento scorte. Per informazioni: tel. 199 162 171 (il costo della telefonata è di 14,25 centesimi al minuto iva inclusa). Fax 02/95970342. E-mail collez@mondadori.it Garanzia di riservatezza per gli abbonati: L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 D. leg. 196/2003 scrivendo a: Press-Di srl Ufficio Privacy – Via Mondadori, 1 – 20090 Segrate (MI). E-mail: privacy.pressdi@pressdi.it. Codice ISSN 2239-6993

petCLUB

pag.

RUBRICHE

Publisher magazine Elena Bottaro Subscription Manager Alessandro Scampini Direttore del personale e affari legali Lucio Ricci Direttore controllo di gestione Paolo Cescatti

L’editore è a disposizione degli eventuali detentori di diritti che non sia stato possibile rintracciare.

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Leopardo delle nevi

Amministratore delegato e Chief operating officer Roberto De Melgazzi

Focus Wild: Pubblicazione registrata al Tribunale di Milano, 344 del 27/06/11.

Andrea Crosta, il creatore di WildLeaks,

crazy

Direttore responsabile Vittorio Emanuele Orlando Redazione Chiara Borelli (coordinamento, vicecaposervizio) Ufficio fotografico Lara Perego Ufficio grafico Silvia Santinelli (vicecaposervizio) Segretaria di redazione Daniela Pompili Progetto editoriale Chiara Borelli Progetto grafico Silvia Santinelli Hanno collaborato a questo numero: Cristiana Barzaghi, Alessandra Fasola, Claudia Fachinetti, Annalisa Losacco, Francesco Orsenigo, Giulia Paracchini, Dunia Rahwan, Cristina Rovelli, Francesco Tomasinelli

INTERVISTA

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Gruner+Jahr/Mondadori S.p.A. via Battistotti Sassi 11/A - 20133 Milano

Douglas, il wombat. Dall’Australia con amore pag.

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LAB

Costruiamo una stazione meteorologica. Prima parte

pag.

26 pag.

38 pag.

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LIPO Le placide avventure di un ippopotamo rosa di Ale Giorgini


di Annalisa Losacco

È

così che Jane Goodall descrive nel suo libro, Le ragioni della speranza, l’area di Gombe quando, nel 1960, a soli 26 anni, vi sbarcò per la prima volta per studiare il comportamento degli scimpanzé in natura, su incarico del paleo-antropologo Louis Leakey. Come

DOSSIER

… il lago si estendeva a nord, a perdita d’occhio, verso il Burundi. Era come essere su un oceano d’acqua dolce, dalla trasparenza cristallina… I pendii ripidi della scarpata, che salivano per circa 300 metri al di sopra della superficie del lago, erano coperti da una fitta foresta…

bagaglio culturale aveva solo una grande passione per gli animali e la ferrea volontà di vivere in Africa, la terra di Tarzan che sognava fin da bambina. Ed è così che ancora oggi appare il Gombe Stream National Park, il più piccolo parco nazionale della Tanzania, una sottile striscia di terra sulla costa orientale del lago Tanganyika. Dopo solo due ore di barca da Kigoma, sbarcare a Gombe è come arrivare in un vero e proprio santuario della natura: la storia della grande etologa Jane Goodall e dei suoi trent’anni di studi sugli scimpanzé ha reso questo parco mitico. Se poi capita di incontrarla proprio lì - oggi ottantenne dal grande carisma - mentre cammina lungo i sentieri del parco, l’emozione è ancora più forte. Il suo sguardo trasmette una grande energia interiore, che la spinge a viaggiare intorno al mondo 300 giorni all’anno per renderci consapevoli che ognuno di noi, anche con piccole azioni, può fare la differenza e rendere questo pianeta un luogo migliore. Il suo abbigliamento è semplice: niente di tecnico e neanche scarpe da montagna; solo un paio di scarpette di gomma, quelle da spiaggia. E un binocolo al collo. Il suo augurio di trascorrere una bella giornata porta bene.

Michael Neugebauer

La visita per vedere gli scimpanzé si può effettuare solo guidati da un ranger esperto, che comunica via radio con alcuni tracker, partiti all’alba per individuare la posizione degli animali. Le regole sono rigide: dal momento in cui si

r , e i z a G

avvistano i primi scimpanzé, si può sostare a osservarli al massimo per un’ora e bisogna rimanere a una distanza non inferiore ai 10 metri, per non correre il rischio di trasmettere loro eventuali malattie.

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Sotto, Jane Goodall con Uruhara, uno scimpanzé orfano.

Oggi i sentieri del parco sono ben tracciati, per permettere ai visitatori di percorrerli agevolm ente,

nonostante la ripidità dei pendii. I tracker comunicano al ranger la possibile posizione degl i scimpanzé, facendo deviare il gruppo nella direzione corr etta. Il ranger, di tanto in tanto, lancia un grido simile a quel lo di questi primati, per sentire una loro eventuale risposta . Dalla radio un messaggio concitato : comunicano di affrettarci. Una corsa a perdifiato lung o un pendio scosceso e scivoloso e, all’improvviso, la mer aviglia: un gruppo di scimpanzé davanti a noi! Una mam ma raccoglie frutti da un albero e li cede al proprio figlio aggr appato sull’albero di fronte a lei. Insieme dondolano sui rami sottili. Un altro, fra le foglie di un grande albero, osserva il gruppo di umani con indifferenza, sgranocchiando qualcos a.

È molto emozionante. Dopo averli visti nel loro ambiente, penso a quanto innaturale, invece, sia vede rli apparire in uno spot pubblicitario o al circo, vestiti com e pupazzi. Camminando proprio su quei sentieri, viene da pensare a come potesse essere questo luogo nel 1960, quando la grande scienziata iniziò le sue ricer che, completamente da sola, accompagnata inizialmente solo dalla madre e da un paio di assistenti al campo. Ci volle ro settimane prima che Jane riuscisse a vedere gli scimpan zé, che in una prima fase scappavano spaventati per la sua pres enza. Ma poi, finalmente, trovò il luogo adat to per osservare da lontano con il binocolo come gli anim ali interagivano fra loro, come si cibavano e come si muo vevano nella foresta. Si tratta dell’ormai famoso Jane’s Peak , un picco di roccia che sorge a circa 150 metri al di sopr a del lago e che domina le vallate di Kalombe e di Kasa kela. Proprio da qui Jane imparò a riconoscere la presenza degli scimpanzé dal movimento di foglie nella foresta

J

ane!

Foto di gruppo

Suzi Eszterhas / naturepl.com/Contrasto

Alla presenza dei visitatori, con tutta calma, dagli alberi e spariscono nel folto della fore scendono sta.


IN PROFONDITÀ

Non

tutti i canili italiani sono uguali: mentre alcuni sono definiti “a 5 stelle” per le attenzioni e le cure con cui vengono seguiti i cani (uscite quotidiane dalle gabbie, percorsi rieducativi per chi ne ha bisogno, alimentazione studiata in funzione del soggetto, solo per fare qualche esempio), altri invece vengono chiamati lager, per le pessime condizioni di vita, al limite della sopravvivenza, in cui sono tenuti gli sfortunati quattrozampe che lì finiscono. Il canile dovrebbe essere solo un luogo di passaggio, in attesa dell’amorevole famiglia che adotti per sempre il cane o il gatto. Purtroppo, dai brutti canili, o gattili, è spesso difficile uscirne, se non impossibile.

La fine di

Il canile privato Parrelli, a

Roma, sembra essere stato un canile... a zero stelle: segnalato come lager da centinaia di denunce, la sua storia si è forse conclusa nell’ottobre del 2013 con il sequestro della struttura, in cui ancora oggi si trovano gli ultimi cani in attesa della libertà. Inaugurato all’inizio degli anni Sessanta, questo “rifugio” per cani e gatti è stato da sempre oggetto di terribili accuse da parte di volontari, associazioni animaliste e cittadini romani, che denunciavano il sistematico maltrattamento degli animali e le loro condizioni di detenzione inumane. I gestori hanno sempre respinto le accuse proclamandosi amanti degli animali.

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LAV

Dopo il sequestro della struttura, i cani e i gatti hanno cominciato a uscire dal canile: chi per essere curato, chi per incontrare la nuova famiglia, chi per essere portato in rifugio.


Lo sguardo di questi due cani, oltre alle loro condizioni fisiche, testimonia la loro sofferenza.

un

INCUBO di Dunia Rahwan

segue nella prossima pagina

ďƒ§


DA VICINO di Francesco Tomasinelli

?

Perché è così re difficile incontra questo felinoo,più famoso,

quando il suo cugin tamento il leopardo, è un avvis durante i te en qu fre a nz sta abba o delle rd pa leo il safari? Perché stante sé a ie ec sp a un è nevi, che del a” fic ra og e non una razza “ge ità ns de e ss ba in leopardo, vive inaccessibili in una delle zone più ntagne che mo e del pianeta: le alt tri (e spesso me ila em du superano i dell’Himalaya, anche i quattromila) re catene alt e et i pianori del Tib come il te, no no me e montuos h e i monti us Karakorum, l’Hinduk confine il o on isc fin Altai, che de presente in È a. Cin e lia go on tra M ia, Pakistan, 12 nazioni tra cui Ind , Cina e lia go on M , Afghanistan za delle en Nepal, ma la consist e molto an rim i ion singole popolaz dubbia.

Il 52

Si muove come un fantasma sui versanti scoscesi delle montagne dell’Asia Centrale. La sua pelliccia grigio-bruna a chiazze lo fa scomparire tra le pietre e i suoi passi non producono alcun rumore. Molti degli abitanti di questi luoghi non sono mai riusciti a vederne uno e anche le guide più esperte lo hanno incontrato poche volte in tutta la loro vita: il leopardo delle nevi (Uncia uncia) è uno dei grandi felini più affascinanti, e sicuramente il meno

conosciuto.

SIGNORE


Getty Images/National Geographic Creative

delle

NEVI

Difficile, se non impossibile, incontrare un leopardo delle nevi nel suo ambiente naturale: per questo, le immagini pi첫 belle sono fatte usando fototrappole. Come questa, scattata nel parco nazionale di Hemis, in India.


Potrei sbavarci sopra e altre poesie scritte dai cani

di Francesco Marciulano Elaborazione di ZetaCi

AUTORI e

pezzat s o n o s Le piante

parpagliata L’immondizia è s

asticato m è c P l Il filo de

ttato Col divano ho lo gnato a b è o t t Il le to Il liquore è versa

Il televisore è scassato li ha più le voca n o n ra e ti s ta La

l tostapane C’è un cellulare ne

Ci sono delle mutande nella mia cuccia i andare Sono andato dove non dovrei ma

sare otrò mai scu p i m n o n i u c e al gatto di Ho detto cos

Ho visto un lato di me che non dovrei mai scoprire

e r o v a f r e p i d n i u Q 66

NON ripartire!


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