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e i r o t s e n a r t s RE T L A eE c i r at n i m e s n i la o t TE t A R o l T l S a U p L L I a l L’ultimo lupo mannaro ■ Bonaparte in gonnella ■ Il barbiere fantasma di Hitler ■ Pioggia di sangue su Parigi ■ Gli Ufo dell’Ottocento ■ Il Papa stregone ■ Le nozze in bianco del re di Francia... ■
strane storie
TE A R T S ILLU
Strane storie
dicevano di loro
6 Il barbiere fantasma al servizio di Hitler
62 Il poeta e la giovane musa
8 quanto è buono il radio!
64 SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI
10 l’ultimo lupo mannaro
66 L’ultima sfida di Mata hari
12 Gli Ufo “puzzoni” di Sua Maestà
68 Intrigo alla corte di svezia
14 A ritmo di porcoforte
70 Molière l’incestuoso
16 il rospo che visse due volte
72 la marchesa in cerca del “vitellone”
18 “Amleto”... senza Amleto
74 I falsi amori di Teutberga
20 lacrime incendiarie
76 In guerra per lei
22 I due trovatelli verdi
78 il Genio infelice
24 dodici scolari rapiti dal vento
80 Don Giovanni, il latin lover d’Austria
26 charley monocolo
82 Paganini e il patto col diavolo
28 La pallottola inseminatrice
84 Bonaparte in gonnella
30 lampadina eterna
86 Lo scandaloso baronetto caprese
32 pioggia di sangue: che paura!
88 Tommaso e lo sgambetto del destino
34 il pinguino gigante
90 Le punizioni “creative” di Anna Romanova
36 teletrasporti
92 Il turbolento vate dei buoni sentimenti
38 Fermate l’uomo con il cilindro!
94 I segreti di un poeta “maledetto”
40 Il messaggio degli alieni
96 Un “reale” matrimonio bianco
42 l’aereo perduto
98 I demoni del papa stregone
44 Quando non erano ufo
100 Il SOVRANO tradito dai suoi vizi
50 150 anni di ufo
102 Potente d’Europa, ma schiavo del sesso
56 La bestia del GÉvaudan
104 di loro dicevano che...
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i v r e s l a l i a o m n s a o t u a n b n a è f n a e o r ant m e i o b p ua r u u a q l b r Il itler timo ” di S o f l i o H di io! l’u zzon i porc lte o u d d v p a “ r e o r Ufo c u m a d t l i e r i s o Gl stà A e vis mlet elli h A e t i c a a a v z M o o pit p .. sen s r t o il r leto”. e I due ari r a ocol l i n m r o o A a c “ i s e m d i c i y n c i r e e l t d c a r n o cha i n d i d . i i a m s i d e rio strg nig s u a r c o e n e t o i n li Up no v ven i i i o b a f i u d l li g cre ron g o a n a i l n t ù i i a a t p p nnr d alloI fattilupe a e l o i m t c o ! a o r moa u m La p pDaald ’l ulitin g a o e p u d ’ e l h m o e i la gue: c rmat sagg s e n e F a o m e s t t l I u n ! d a o r gig lindr eo pe i c il ni l’aer e i l a
e n a e r i st stor
Testi di Massimo Polidoro e Paolo Toselli Illustrazioni di Antonio Molino
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STRANE STORIE
Capelli tagliati nel sonno. Ma per quale scopo e da chi?
Il barbiere fantasma al servizio di Hitler
N
ell’estate del 1942, tra gli abitanti di Pascagoula (Mississippi, Usa) si diffuse il panico. Un ignoto assalitore si intrufolava di notte nelle camere da letto e tagliava i capelli agli ignari occupanti. Il primo caso si registrò all’inizio di giugno, ai danni di due bambine che dormivano beate nei loro letti nel convento di Nostra Signora delle Vittorie. Seguirono un’altra decina di episodi simili. La polizia brancolava nel buio e del caso si occupò anche l’agenzia investigativa Pinkerton, la più importante d’America. Inchiodato. Inizialmente furono accusati due afroamericani, ma in agosto il capo della polizia annunciò la cattura del “barbiere fantasma”: un certo William Dolan, chimico di 57 anni nato in America ma istruitosi in Germania. Alcune ciocche di capelli erano state ritrovate nei pressi della sua abitazione. Nel mirino. Dolan fu processato per aggressione e si cominciò a sospettare che facesse parte di una “quinta colonna” filonazista: i capelli, si arrivò a dire, sarebbero serviti per i reticoli dei visori utilizzati dai bombardieri tedeschi. Fu condannato a 10 anni di reclusione ma, 6 anni dopo, si riaprì il caso. Dolan passò il test della macchina della verità e uscì di galera. E il barbiere tornò fantasma. ■ 7
STRANE STORIE
Ha visto la luce nel 1901. E da allora non s’è più spenta
lampadina eterna
P
uò una normale lampadina elettrica restare accesa per oltre 100 anni? Tempo fa le guide in servizio nella tenuta di Thomas Edison a Fort Myers, in Florida (Usa), affascinavano i turisti con il racconto di una lampadina, costruita da Edison in persona, che dal 1886 non si era mai spenta. Ma la storia era inventata. La ricerca della lampadina eterna si infervorò nel 1970, quando il Guinness dei primati accreditò un esemplare posto in un teatro di Fort Worth, Texas, come la più duratura al mondo. Ma tre anni dopo, un’altra lampadina venne insignita del primato, esautorando la collega. Luce senza fine? L’eccezionale lampadina, prodotta dalla Shelby electric company, sarebbe stata donata nell’estate del 1901 al Dipartimento dei vigili del fuoco di Livermore, non lontano da San Francisco (California) da Dennis Bernal, un uomo d’affari del posto. In origine pendeva dal soffitto di una rimessa utilizzata anche dalla polizia, ed è rimasta accesa in continuo per oltre un secolo, se si tralasciano le sospensioni di corrente elettrica e le tre volte in cui è stata spostata. Prova in Rete. In America la lampadina è meta di pellegrinaggi e per molti pompieri è una sorta di talismano portafortuna. Nel 2001, in occasione della celebrazione del centenario, è stata installata una webcam che permette a chiunque, collegandosi al sito www. centennialbulb.org/cam.htm, di constatarne il funzionamento e la flebile luce emessa, pari a quella di tre candele. E anche se potrebbe avere tre o quattro anni in meno di quanto si crede, resta pur sempre la lampadina più longeva al mondo, come certificato dai tecnici della General electric. Il suo segreto? La bassa potenza (circa 4 watt), lo spessore considerevole del filamento di carbonio e il fatto di non essere mai stata spenta. ■ 31
STRANE STORIE
Dall’Unità d’Italia a oggi, i 7 avvistamenti più eclatanti (e un incontro ravvicinato del 3° tipo) avvenuti nei nostri cieli. E tuttora inspiegati
150 anni di UFO
I
primi “oggetti volanti non identificati” definiti come tali, cioè i primi Ufo (erano 9), furono avvistati il 24 giugno 1947 dall’aviatore statunitense Kenneth Arnold. Da lì a poco si cominciò a parlare di “dischi volanti”, civiltà extraterrestri e “incontri ravvicinati del 3° tipo” tra umani e alieni. Ma gli avvistamenti esistevano anche prima: gli annali sono pieni di prodigi, fenomeni, apparizioni. Anche in Italia. I più belli. Gli avvistamenti segnalati nel nostro Paese sono innumerevoli, ma pochi di questi hanno retto il giudizio della Storia. In queste pagine troverete pubblicati per la prima volta gli episodi più significativi e ancora inspiegati, avvenuti dalla proclamazione del Regno d’Italia fino ai giorni nostri. ■ Paolo Toselli
La sfera della contessa MONTESPERTOLI (FI) 1° NOVEMBRE 1864
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ILLUSTRAZIONI S. PEZONE
L’
avvistamento più antico tra quelli raccolti in queste pagine è stato riportato dopo soli tre anni dall’Unità d’Italia dalla contessa Baldelli, appassionata di astronomia, sulla rivista Astronomical Register. La nobildonna raccontò che la sua attenzione era stata attratta da un “bianco globo di fuoco molte volte più grande della luna piena” che restava sospeso nell’aria pressoché immobile. Sfere colorate. Erano le 22:53. Una grande porzione di cielo circostante era illuminata dalla luce bianca con ombre di arancio e blu. Dopo un minuto abbondante, improvvisamente la luce scomparve, ma non prima che sotto di essa comparisse una palla più piccola, di colore arancio vivo. In quel momento anche il globo principale assunse la stessa tinta.
Fulmini, alieni e schegge metalliche ABBIATE GUAZZONE (VA) 24 APRILE 1950
A
l termine di un violento temporale, un operaio fu attratto da uno strano scintillìo in lontananza. Pensando all’inconveniente di una linea elettrica si diresse preoccupato verso la zona. Ma tutto era a posto. Erano le 22 circa quando notò nell’oscurità uno strano oggetto al suolo: era come una palla schiacciata, alta circa 10 metri, con la superficie “quadrettata da strisce verticali e orizzontali, poste a intervalli regolari”, dotata di un portello aperto e di scaletta. Guasto. Presso l’oggetto c’erano due individui, un terzo era posto sopra una specie di “elevatore meccanico” e stava come saldando un “mazzo” di tubi esterni all’ordigno, producendo lo scintillìo scorto in lontananza. Gli individui, alti circa 1,7 m, indossavano scafandri e maschere trasparenti all’altezza degli occhi. In corrispondenza della loro bocca penzolava un tubo terminante con un bocchettone. Pensando di trovarsi di fronte a un aereo sperimentale in avaria, l’uomo si mostrò e chiese se poteva essere d’aiuto. Gli individui compirono strani gesti, emettendo suoni gutturali. Spaventato, l’operaio si allontanò, notando che uno degli esseri aveva impugnato una scatola che teneva al collo: da questa si sprigionò un raggio luminoso che colpì l’uomo alla schiena, facendolo cadere. Mentre l’uomo era a terra, i 3 individui rientrarono nell’oggetto, chiudendo il portello. L’ordigno si alzò, accompagnato da un ronzio, e velocemente sparì. Il mattino dopo, il testimone tornò sul posto e rinvenne 4 orme circolari. Alcune zone d’erba erano ingiallite e fra queste l’operaio raccolse alcune schegge di metallo. Fatte analizzare dall’Istituto sperimentale metalli leggeri di Novara, furono definite “un bronzo al piombo ad alto tenore di stagno”, una sorta di metallo antifrizione. Ora è venuto fuori un altro frammento da sottoporre a ulteriori studi.
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DICERIE
Il filosofo Cartesio fu ucciso dalla polmonite, alla corte svedese. Ma forse c’è un’altra verità
Intrigo alla corte di svezia
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opo una vita che sarebbe riduttivo definire avventurosa, la regina Cristina di Svezia (1626-1689) riposa oggi nelle Grotte Vaticane, a fianco dei sovrani sassoni venuti a Roma per abbracciare il cattolicesimo. Nel 1649, qualche anno prima della sua conversione, aveva invitato alla corte di Stoccolma il filosofo francese René Descartes, noto in Italia come Cartesio (1596-1650). E aveva preteso che le lezioni del maestro si tenessero nel freddo dell’alba svedese, alle cinque del mattino. Stroncato. Le poche volte in cui Cartesio, poco avvezzo ad abitudini così spartane, prese parte a questi incontri furono sufficienti a farlo ammalare di una forma influenzale, che in breve degenerò in polmonite e ne causò la morte l’11 febbraio 1650. Almeno, questa è la versione ufficiale. Nel 1980,
però, il medico e storico Eike Pies ha scoperto negli archivi dell’Università olandese di Leida una lettera inviata a un suo antenato, Willem Pies, dal medico di corte della regina Cristina, Johan van Wullen. Nella lettera si descrive in dettaglio l’agonia di Cartesio, contrassegnata da brividi, nausea e vomito, sintomi più compatibili con l’avvelenamento da arsenico che con una polmonite. Il giallo. Ci sarebbero anche un sospettato e un movente. L’omicida potrebbe essere stato il monaco agostiniano François Viogué, incaricato segretamente dal Vaticano di convertire al cattolicesimo Sua maestà. Il movente? I principi filosofici che Cartesio avrebbe potuto inculcare in Cristina, ostacolando il progetto di conversione. Ma nessuna analisi è stata finora condotta sulle spoglie di Cartesio, oggi conservate a Parigi. ■ 69
Di loro
DICERIE
Non c’è “grande” del passato che non abbia ricevuto la sua dose di maldicenze. Spesso, ma non sempre, infondate
j.F. kennedy
Foscolo
D
ietro l’ode All’amica risanata di Ugo Foscolo (1778-1827), dedicata alla contessa milanese Antonietta Fagnani, si nasconderebbe un omaggio alla salute ritrovata dalla donna dopo una malattia venerea. Chi fosse stato il responsabile del contagio non è dato saperlo. Vi sono però alcuni indizi. Dalle lettere del poeta, infatti, si può facilmente capire che i due erano appassionati amanti. Palco galeotto. La loro relazione, breve ma intensa, avrà come sfondo un palco del Teatro alla Scala. La Fagnani era sposata con il marchese Marco Arese Lucini, ma conduceva una vita sentimentale molto libera. La fine della relazione con Ugo Foscolo, che le tirerà una scudisciata per averla sorpresa con un altro, sarebbe stata segnata dalle reciproche accuse di contagio. Va detto che nella famiglia di lei non mancavano casi analoghi: il padre, per esempio, era morto a 45 anni proprio di sifilide e lei stessa fu poi consumata dalle malattie veneree.
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Kennedy flirtò con Marilyn
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ulla presunta storia tra John Fitzgerald Kennedy, trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti, e l’attrice, cantante e modella Marilyn Monroe sono stati scritti fiumi d’inchiostro. Un episodio, in particolare, è rimasto impresso nella memoria collettiva: la languida versione di Happy Birthday che lei gli dedicò nel maggio del 1962, al Madison Square Garden, in occasione di una celebrazione per il quarantacinquesimo compleanno del presidente. Auguri, Mr. president! Lui abbozzò, apparentemente imbarazzato, e dichiarò che dopo aver ricevuto degli auguri così dolci avrebbe anche potuto ritirarsi dalla politica. Prima che, recentemente, dagli archivi emergessero alcune rare foto di John e Bob Kennedy con l’attrice (non compromettenti, eppure tenute nascoste) quel filmato rimase l’unica “prova”.
MONDADORI PORTFOLIO / ARALDO DE LUCA / ALINARI
Foscolo scrisse odi sulla sifilide
dicevano che... marilyn
cesare
casanova
Giulio Cesare era bisessuale
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ià nell’antichità giravano molte voci sui costumi sessuali di Giulio Cesare (ca. 100-44 a.C.). Nonostante le quattro mogli e la lunga lista di amanti, infatti, i pettegolezzi sulle sue preferenze si sprecavano. In particolare durante i trionfi, quando le truppe seguendo un’antica tradizione gli rinfacciavano ritualmente i suoi difetti non era raro sentirlo apostrofato come “il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti”. Reginetto. Sembra, in particolare, che tra le sue frequentazioni più assidue ci sia stato Nicomede IV Filopatore, re della Bitinia, morto nel 74 a.C. Il giovane Cesare si era recato alla sua corte una prima volta per chiedere l’invio di una flotta che avrebbe dovuto aiutare i Romani nell’assedio di Mitilene. Ottenute le navi, le consegnò ai suoi superiori e ripartì subito per la Bitinia, dicendo che doveva riscuotere del denaro per conto di un liberto, ma facendo nascere così i pettegolezzi più maliziosi e il soprannome che lo accompagnerà per sempre: Regina della Bitinia.
Casanova figlio illegittimo
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u lui stesso a sostenerlo in un suo scritto, confermando così le voci che circolavano: Giacomo Casanova (1725-1798), diplomatico, agente segreto e scrittore, ma soprattutto avventuriero e tombeur de femmes, non sarebbe stato figlio dell’attore Gaetano Casanova, ma del ben più altolocato Michele Grimani (1697-1775), nobile rampollo di una delle più potenti e rinomate famiglie veneziane dell’epoca. Indizi. Giacomo sarebbe stato il frutto di una breve relazione extraconiugale dell’attrice Maria Giovanna (detta Zanetta) Farussi o Farusso, soprannominata “La Buranella”. Tra gli indizi che lo confermerebbero ci sarebbe il fatto che, alla nascita di Giacomo, Gaetano e “la Buranella” erano di scena al teatro veneziano di San Samuele, di proprietà proprio della famiglia Grimani, e la circostanza che fu guarda caso il fratello di Michele, l’abate Alvise, a essere nominato tutore di Giacomo fino al raggiungimento della maggiore età.
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Cavour convinse Napoleone III a sposare la causa italiana sfruttando come arma la seducente cugina
SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE
GLI SPECIALI DI FOCUS STORIA N째 106
DICERIE