febbraio 2011 _ numero 51 _ anno VI
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NUMERO
ISSN 1973-5383
www.abruzzoimpresa.it
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ISSN 1973-5383
IN COPERTINA Fabio Spinosa Pingue foto di Simone Cerio
FEBBRAIO 2011 N°51 ANNO VI NUMERO CHIUSO IN REDAZIONE IL 12 FEBBRAIO 2011
DIRETTORE RESPONSABILE
ELEONORA LOPES
REDATTORI DENIA DI GIACOMO, JENNY VIANT GÓMEZ, LAURA TINARI, ALESSIO GIANCRISTOFARO EDITORIALISTI GIUSEPPE MAURO, MAURO DI PIETRO, PIERO CARDUCCI HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO LUIGI CARUNCHIO, MASSIMILIANO PIAN, SIMONE D’ALESSANDRO, ANTONIO TETI, FILIPPO PAOLINI, LUCIANO FRATOCCHI, MARTINA LUCIANI, VALENTINA FARICELLI, ROBERTA ACCARDO, ALESSIO PELUSI, ELISA DI VENANZIO, ALFREDO NEPA, MARZIO FORCELLA, ANNA CUTILLI, CAROLINA PIERFELICE, VITTORIA DI CANZIO, PIETRO CAMPANARO, NICOLA BOSCHETTI, ALESSANDRA VALLERA, CHIARA STROZZIERI, PIERO VITTORIA, CAMILLA MARINO, ART DIRECTOR
MARCELLO STARINIERI _ VISUALADV.IT
UFFICIO GRAFICO
VINCENZO SULPIZIO, ALEX DI NUNZIO
UFFICIO FOTOGRAFICO
SIMONE CERIO, ROCCO PETREI, GIUSEPPE CIAVATTELLA
CONTROLLO
DANILO MARTORELLI
COORDINATORE TV
GIANLUIGI TIBERI
REGISTA VIDEO/TV
PEPPE MELIZZI
RESPONSABILE SPEDIZIONI
TIZIANO POLIDORO
STAMPA
D’AURIA PRINTING SPA - AP
RESPONSABILE PUBBLICITÀ
ANTONELLA CARRIERI _ COMMERCIALE@ECCOITALIA.IT
EDITORE
FABIO DE VINCENTIIS _ EDITORE@ECCOITALIA.IT
SITO WEB
WWW.ABRUZZOIMPRESA.IT
WEB TV
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E-MAIL:
REDAZIONE@ABRUZZOIMPRESA.IT GRAFICA@ABRUZZOIMPRESA.IT COMMERCIALE@ABRUZZOIMPRESA.IT
INDIRIZZO
ECCO ITALIA SRL S. P. LUNGOFINO COMPLESSO IBISCO B 5/6 65013 CITTÀ S. ANGELO - PESCARA
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Abruzzo Impresa è registrato con il n. 04 del 07/04/2006 presso il Tribunale di Pescara. La 1a pubblicazione mensile è del mese di maggio 2006. Ecco Italia S.r.l. è iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 17047. Copyright© 2006/2010 tutti i diritti riservati. Ecco Italia srl - Pescara - Italia Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma o rielaborata con uso di sistemi elettronici o diffusa, senza l’autorizzazione scritta da parte dell’editore. Manoscritti e foto inviati al giornale, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Gruppo Editoriale Ecco Italia S.r.l. S. P. Lungofino complesso Ibisco B 5/6 - 65013 Città Sant’Angelo - Pescara
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capitano d’impresa
Fabio Spinosa Pingue
Passioni
Fabio Spinosa Pingue
l’imprenditore che fa dialogare Confindustria, Confagricoltura e Conad Fabio Spinosa, per tutti Fabio Spinosa Pingue, non ha bisogno di presentazioni. Il suo doppio cognome rievoca subito la sua azienda agroalimentare, la sua è una famiglia matriarcale da dove ha preso il cognome, ma lo abbiamo letto tante volte anche sugli organi di stampa per il suo operato in Confindustria. Classe 1967, è nato e vive a Sulmona con sua moglie Antonella e le loro tre figlie: Lorenza, Ludovica e Diletta. Ha 3 fratelli e una sorella e lavorano tutti nell’azienda di famiglia. Dopo la laurea in Economia&Commercio alla Sapienza di Roma e alcuni corsi di specializzazione è subito entrato in azienda. Dentro Confindustria ha portato una sana dose di autocritica. Le sue battaglie per combattere i deleteri campanilismi a favore dei virtuosi localismi, e a favore della legalità e l’etica sono molto note, e il suo spirito innovatore e battagliero è da sempre apprezzato sia da ambienti di centro destra che di centro sinistra. Ma passiamo ai suoi impegni come imprenditore. È socio assieme ai suoi fratelli e genitori della Pingue sas di Pingue Filomena&C., società capogruppo che opera con un affermato marchio “Fattorie Pingue” nel settore agroalimentare, nella distribuzione di prodotti di largo e generale consumo con Supermercati Conad, nel comparto del catering, ricevimenti e buffet a domicilio, nella cestistica e regalistica aziendale, nella produzione di salumi, di prodotti tipici di “Alta Qualità”. Un Gruppo molto articolato quello Pingue nel quale Fabio, assieme ai suoi fratelli e sorella, ricopre diversi ruoli di responsabilità. Un imprenditore davvero social responsability, sempre pronto a stimolare il territorio e la propria comunità con le innovative campagne sociali promosse dal gruppo Pingue, come la campagna per il divieto della vendita ai minori di 18 anni degli alcoolici nei suoi supermercati, le numerose iniziative a favore dell’ambiente come gli shoppers biodegradabili, la raccolta delle pile usate, il riutilizzo dei cartoni, la possibilità di pagare nei Supermercati Pingue Conad a distanza di oltre un decennio con la vecchia e amata lira, ma anche un uomo divertente e con una spiccata dose di autoironia. La sua passione per la vita associazionistica l’ha introdotto nel mondo confindustriale dove Spinosa ha ricoperto e ricopre ruoli rilevanti, ultimo in ordine di tempo, la guida degli industriali dell’Aquila. Quando era presidente regionale dei GI di Confindustria Abruzzo ha costruito una pinacoteca con opere di giovani talenti tanto da meritarsi l’appellativo di “il mecenate di Confindustria”. Da laico devoto qual è, ha regalato ai colleghi giovani imprenditori l’enciclica Caritas in Veritate di Papa Raztinger. Fabio Spinosa Pingue è un imprenditore capace di far dialogare come pochi altri le diverse sigle dove è iscritto; oltre a Confindustria la sua azienda infatti è associata anche a Confagricoltura, per il settore agrozootecnico, ed è socio di Conad Adriatico s.c.arl, per il settore GDO.
Gli piace andare al cinema, ama l’arte e la pittura, tant’è che come presidente dei GI di Confindustria Abruzzo, ha creato una pinacoteca per i giovani talenti.
Vizi
Non sa rinunciare ad un ottimo sigaro toscano, l’originale, dopo cena, magari accompagnato da una buona grappa o del rhum.
Sport
Da 10 anni, sempre con la stessa squadra, il sabato pomeriggio si riunisce per giocare a calcio a otto. È un autentico “sfogatoio” per scaricare la tensione che si è accumulata nella settimana. Fa anche un po’ di footing, scia e lunghe camminate in montagna.
Tempo libero
Tra lavoro e il mondo associativo, quel poco di tempo libero che ha, lo trascorre tutto in famiglia, è numerosa, e tra amici.
Hobby
Colleziona tazzine da caffè. Ne ha di tutte le forme e colori. Ma anche oggettistica pubblicitaria di aziende agroalimentari abruzzesi.
Varie
Legge Il Foglio di Giuliano Ferarra, ha come home page il Corriere.it e Repubblica.it, utilizza MAC Apple, idolatra i formaggi, ascolta musica napoletana.
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sommario _ anno VI n°51 _ febbraio 2011
opinioni&rubriche editoriale
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Gocce d’inchiostro
ctrl s
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Tendenze, fatti e persone
l’Abruzzo che produce
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Ripartiamo dalla Formazione
nonsolo economia
21
«Stimolare l’occupazione femminile, significa far crescere l’economia regionale»
il punto
23
La politica dei “poteri forti”
la terra di Piero
103
2010, un anno perso per la ricostruzione
26
in primo piano regione Abruzzo
26
«I miei due anni di operato»
consiglio regionale d’Abruzzo
28
Nazario Pagano “L’ambasciatore d’Abruzzo”
polo d’inovazione
32
Nova Oikos: la casa del futuro sarà verde
biologico
38
Biologicamente parlando
formazione
45
Il coaching, la nuova frontiera nel mercato della formazione
formazione
49
Knowledge Management una risorsa senza confini
gilberto ferri
54
Il ricordo di un vero capitano d’impresa
in copertina gruppo pingue
56
28
32
Fattorie Pingue, da più di 100 anni, la filiera agroalimentare di qualità
incarichi&carriere lucci/catarra addari
63
corbellini/ giuliante/defanis
65
Comitato “Media e Minori”/AICCRE GI Confindustria Pescara Ospedale civile Pescara/Regione Abruzzo Regione Abruzzo
storie&persone daniele pasquali
66
New generation
101
Daniele Pasquali
storie&persone giordano bruno guerri
68
“Pescara val bene un intellettuale”
tematiche d’impresa fisco
73
La rivoluzione federalista
ict
77
Chi si cela dietro Wikileaks?
creatività& innova ione
81
117
Perchè le cose finiscono in disordine?
119 9
sommario _ anno VI n°51 _ febbraio 2011
norme&leggi
85
C’era una volta il diritto del lavoratore...
energia
89
Qualità dell’energia: urge intervenire!
ricerca& innova ione
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La certificazione Halal: un’opportunità per l’industria alimentare abruzzese
gestione d’impresa
97
Ottimizzare gli approvvigionamenti
125
credito&finan a bda - confi PE
101
Banca dell’Adriatico: 600 milioni per il rilancio delle Pmi abruzzesi
seminari&convegni confi CH
115
Il Protocollo d’Intesa sul settore idrocarburi
pd
117
“La Marca Adriatica”
corso perfezionamento
119
Quando la formazione fa la differenza
totalconsult
121
“Qualità e sicurezza nella salute pubblica”
gran sasso shopping
123
“Vinci un sogno”
133
eventi winter school celano
125
Formare la classe dirigente del domani
informazione
129
È nato il nuovo quotidiano on line www.notizieabruzzo.it
polo d’innovazione
131
“Moda Inn” l’Abruzzo che fa tendenza
editoria
133
La malattia dell’Occidente: Marco Panara presenta il suo ultimo libro
editoria
137
Quando le idee volano alto, anche in politica
concessionarie
141
129
La professionalità a garanzia della serietà
formazione
143
Per una sicurezza che sia benessere
globalizzazione
145
Governare la globalizzazione
confesercenti
147
In Abruzzo dilaga la moda dei matrimoni
gastronomia
149
“Il cuoco del terzo millennio”
sport
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Farnese Vini si alza sui pedali
segue a pagina
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137
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la vita è bella
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Da un’idea del mensile Abruzzo Impresa prodotto da Abruzzo Channel nasce il format televisivo Dire&Fare il nuovo talk show di approfondimento. È un immancabile appuntamento settimanale di 90 minuti per affrontare tematiche di attualità inerenti il nostro territorio. Autorevoli ospiti danno vita a dibattiti costruttivi finalizzati ad individuare il modo più idoneo per ridurre il divario tra parole e fatti. Realizzato nello studio televisivo del gruppo editoriale Ecco Italia. tutti i martedì su tVQ ore 21:00 e in replica la domenica ore 14:00
editoriale
“P
ronto sono Annamaria, la segretaria del presidente Ferri, le passo il presidente”. Non era insolito ricevere questa telefonata alla redazione di Abruzzo Impresa, era Gilberto Ferri stesso che chiamava per invitarci ad un convegno o ad una conferenza. Nel 2006 la nostra rivista dedicò a lui e a sua figlia Simonetta la copertina. Ricordo che ogni intervista si rivelava una lezione di storia, a lui piaceva raccontare gli aneddoti e i tanti progetti realizzati per la sua Pescara e per l’azienda. Avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 17 febbraio, ma lo scorso venerdì 28 gennaio, Pescara ha perduto uno dei cittadini più noti e più innovatori, Gilberto Ferri. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 2007, timoniere della Ferri Holding, Ferri era per tutti “il Presidente”. Un imprenditore capace e lungimirante, ma anche uomo vanitoso che amava piacere e piacersi. Indimenticabili i suoi baffetti alla Clark Gable e le sue memorabili bretelle, lo ricordo seduto al suo tavolo con accanto la segretaria di sempre Annamaria. Con lui si chiude un pezzo di storia dell’economia abruzzese. Un sentito abbraccio da parte di tutta la redazione della Ecco Italia va alla famiglia Ferri, alla figlia Simonetta e un particolare abbraccio a suo nipote Alessandro.
Eleonora Lopes _ direttore
B
it o non Bit? È davvero questo il problema? Ci siamo forse dimenticati quando tutti si lamentavano perché lo stand della Bit della Regione Abruzzo era diventato solo una passerella di politici locali? E gli organi di stampa presenti erano tutti regionali? (Come dire che ce la cantiamo e ce la suoniamo…) «Quest’anno l’Abruzzo non parteciperà alla Bit». Lo ha annunciato, nel corso di una conferenza stampa per presentare i flussi turistici del 2010 in regione, l’assessore al Turismo, Mauro Di Dalmazio. Le condizioni finanziarie della Regione consentirebbero la partecipazione alla Bit - ha dichiarato Di Dalmazio -, ma in maniera tale che le risorse sarebbero sostanzialmente assorbite per l’80 per cento da questa attività. Abbiamo misurato dei gradi di ritorno maggiore - ha proseguito - da altre fiere e da altre manifestazioni sulle quali andremo ad investire, così come organizzeremo degli eventi nuovi, originali e specifici che riguarderanno solo l’Abruzzo». L’opposizione si è dichiarata contraria a questa scelta, per Carlo Costantini dell’IDV «È un grandissimo danno all’immagine dell’Abruzzo». È giusto dire che la decisione dell’assessore Di Dalmazio è stata condivisa dagli operatori, veri fautori dell’economia turistica.
/ gocce d’inchiostro
M
a c’è un altro problema che assilla gli operatori turistici in Abruzzo: la tassa di soggiorno inserita nelle misure sul federalismo fiscale. “E’ un provvedimento insostenibile che se dovesse passare al Governo, rischia di mettere in ginocchio l’intero sistema alberghiero italiano e di colpire il turista proprio in un momento di crisi economica, in cui le famiglie stanno riducendo le spese turistiche”. Questo il grido d’allarme lanciato dalle associazioni di categoria, Daniele Zunica presidente regionale di Assoturismo ed Emilio Schirato, presidente regionale di Federalberghi si sono già dichiarati contrari. «Se dovesse essere confermata –ha dichiarato Schirato- questa ipotesi vessatoria nei confronti dei consumatori, la FederalberghiConfturismo nazionale si preparerà ad alcune forme anche estreme di protesta, dichiarando da subito lo stato di agitazione della categoria, alla quale l’Abruzzo parteciperà, che si concretizzerà con una chiusura di tutti gli alberghi per il 17 marzo giorno della celebrazione dell’Unità d’Italia». La ciliegina sulla torta, riguarda l’Enit, pare che l’agenzia nazionale italiana del turismo, abbia escluso del tutto l’Abruzzo dalle mete segnalate per il 2011 alla stampa estera. direttore@abruzzoimpresa.it
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s ECONOMIA, IL “PATTO PER LO SVILUPPO”
ABRUZZO CAPOFILA NELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Si chiama “Patto per lo sviluppo” l’accordo che la Regione Abruzzo ha proposto alle parti sociali, datoriali e agli altri soggetti del partenariato economico e sociale, con l’obiettivo di risanare, riformare e sviluppare nei prossimi 10 anni. Il “Patto”, illustrato dal presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, sarà governato da una Consulta regionale, composta da 16 membri, rappresentanti di Province, Comuni, Comunità montane, Sindacati, Organizzazioni di categoria, mondo della Cooperazione, Università, Unioncamere e camere di commercio, Sistema creditizio, e aperta anche alle forze di opposizione. Tale Patto, che muove dal principio di alleanza tra il sistema istituzionale ed il sistema territoriale, si propone di centrare le priorità per promuovere e sostenere lo sviluppo economico, sociale, civile e culturale dell’Abruzzo e si svilupperà attraverso l’attuazione di specifici protocolli con i vari Enti. «Vogliamo iniziare a ragionare secondo un’ottica di medio e lungo termine, sapendo che da un lato c’è la rarefazione delle risorse e dall’altro il debito pubblico da colmare» ha spiegato il presidente.
«É di nodale importanza che l’Abruzzo sia Autorità di gestione nel programma Ipa in quanto ritaglia alla nostra regione una funzione centrale nel processo di integrazione e aggregazione dei paesi transfrontalieri verso la Comunità europea». Queste le parole del vicepresidente della Giunta regionale, Alfredo Castiglione, relatore al meeting internazionale sull’integrazione europea e i processi di sviluppo che si è svolto in Albania. «La capofilatura dell’Abruzzo - ha aggiunto Castiglione - mi pare anche un’ottima e concreta ragione per confutare le sgradevoli affermazioni dell’onorevole Borghezio, non soltanto sul fatto che l’Abruzzo non sia un peso morto per il Governo italiano, ma non lo è neppure per l’Unione europea, dentro la quale è in grado di sostenere ruoli di guida per le altre regioni».
TURISMO, PRESENZE IN CRESCITA, MA L’ABRUZZO NON SARÀ ALLA BIT Un bilancio 2010 assolutamente positivo per il turismo abruzzese quello presentato dall’assessore al Turismo, Mauro Di Dalmazio, da cui emerge una crescita delle presenze italiane ed estere pari ad un +10.62% e una crescita degli arrivi pari a +12.62% per un totale di presenze di 6 milioni e 200mila. Per il 2011 sono stati stanziati 500mila euro di promozione, cui si aggiungeranno risorse provenienti dalla partecipazione dell’Abruzzo a progetti interregionali. «Con questo contesto economico e la valutazione del grado di efficacia delle attività in termini di ritorno, per quest’anno abbiamo deciso di non partecipare alla Bit. La scelta è stata ponderata - ha detto Di Dalmazio - e, soprattutto, condivisa. L’investimento per la partecipazione avrebbe assorbito l’80 per cento delle nostre risorse, troppo per un’iniziativa che non incontra il massimo del gradimento degli operatori». Le attività di promozione, quindi, «seguiranno strade alternative, calibrate sull’Abruzzo».
INVESTIMENTO DI 32 MLN PER L’ACQUISTO DI NUOVI TRENI Regione Abruzzo e Trenitalia (Gruppo FS) hanno sottoscritto all’Aquila un nuovo contratto di servizio che prevede il miglioramento della qualità dei servizi e un investimento complessivo pari a 32 mln di euro per rinnovare e ammodernare i convogli regionali, attraverso l’acquisto di 8 nuovi treni (4 complessi elettrici e 4 diesel). Il contratto, firmato dall’assessore ai Trasporti, Giandonato Morra, e dall’amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano, avrà una durata di sei anni, rinnovabile, e punta a potenziare e migliorare la qualità dei servizi ferroviari in ambito regionale. L’accordo stabilisce infatti una serie di standard qualitativi: puntualità, affidabilità, affollamento, pulizia, comfort, decoro, informazione. «É nostra intenzione privilegiare il pendolarismo studentesco e lavorativo e attivare nuovi canali di operatività nel settore trasporti sulla falsariga di esperienze di altre realtà territoriali che hanno dato esito positivo» ha commentato l’assessore Morra.
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tenden e fatti persone
ADDIO A BOSONE, STORICO COMMERCIANTE PESCARESE Un altro lutto nel mondo dell’economia pescarese. È morto a 66 anni, Giovanni Bosone, storico commerciante di abbigliamento di Pescara. «Dopo Gilberto Ferri va via anche Giovanni Bosone, altra figura storica del commercio di Pescara: è un dovere di tutti noi, degli imprenditori e delle istituzioni non disperdere la passione di questi gentiluomini dell’impresa». Lo hanno affermato il presidente di Confesercenti Pescara Bruno Santori ed il direttore Gianni Taucci, commentando la scomparsa dello storico commerciante pescarese. «I negozi Bosone –hanno continuato Santori e Taucci- sono stati fra i primi ad aprire le porte della moda a tante famiglie che sceglievano Pescara per fare acquisti e la famiglia Bosone saprà tenere alto un nome prestigioso al quale i pescaresi continuano a dare fiducia». Bosone lascia la moglie Francesca e i figli Massimiliano e Luca che hanno ereditato l’attività del padre.
MONUMENTI AQUILANI PROTAGONISTI A TOKYO L’Aquila protagonista al “34 Symposium on the Conservation and Restoration of Cultural Property - reconstruction process and cultural heritage” tenuto nella capitale giapponese dal 19 al 21 gennaio scorso. «È stata un’esperienza molto positiva - ha dichiarato Luciano Marchetti, vicecommissario per la Tutela del patrimonio culturale, artefice della presenza aquilana a Tokyo - perché il seminario è stato un momento di confronto tra esperti di tutto il mondo su quale ricostruzione attuare per il patrimonio culturale. Tra i due filoni di pensiero, quello di un ripristino tout court del manufatto come è avvenuto per esempio a Dresda oppure quello di un’integrazione che tenga conto di quanto resta, è prevalso il secondo tanto più valido per gli interventi sul patrimonio culturale abruzzese danneggiato dal sisma». Il Symposium si è chiuso con la promessa di un nuovo incontro con gli esperti giapponesi da tenersi proprio all’Aquila.
A GIULIANOVA, UNA DELLE 10 SPIAGGE PIU’ BELLE D’ITALIA La porzione di litorale affacciato sul hotel Europa, è fra le 10 spiagge più belle. Il riconoscimento è della rivista “Spiagge d’Italia”, che ha deciso di inserire lo stabilimento nella top ten nazionale delle strutture balneari. Lo chalet dell’hotel Europa, situato sul lungomare di Giulianova, è stato segnalato per l’organizzazione e la qualità ricettiva messa a disposizione dei propri clienti. Lo stabilimento dei fratelli Di Carlo comprende strutture per lo svago ed il tempo libero e servizi mirati all’intrattenimento dei turisti ed è noto per la cura con cui vengono gestiti mare ed arenile, già fiori all’occhiello di tutta la riviera giuliese, stando alle bandiere e vele blu conseguite dal comune nella scorsa estate 2010. “Spiagge d’Italia”, nato nel 2005, è un periodico di informazione professionale per il mercato balneare, una pubblicazione rivolta agli operatori economici quale strumento per essere aggiornati sull’offerta turistica proposta dalle località marine su tutto il territorio nazionale.
ISTAT: « L’ABRUZZO INVECCHIA» I residenti in Abruzzo al 31 dicembre 2010 sono poco più di 1.340.000, di cui 1.260.000 italiani (94%) e 80.000 circa stranieri (6%). L’Istat stima che nel 2010 l’Abruzzo abbia perso poco più di 2 residenti ogni mille, a causa del sopravanzare del numero dei decessi su quello delle nascite (0,5 per mille il valore italiano), e sia cresciuto di quasi 4 nuovi residenti ogni mille, molto meno rispetto a quanto si era rilevato negli anni precedenti, per fenomeni migratori (4,8 per mille la media nazionale) che hanno interessato prevalentemente l’estero. Sotto il profilo della dinamica naturale si osserva, fermo restando un diffuso andamento negativo in quasi tutto il territorio nazionale, che il tasso di natalità regionale (8,6 per mille), leggermente in aumento rispetto all’anno precedente, è uno dei più bassi in Italia. Nel medio lungo termine la situazione determinerà grossi problemi economici, in quanto diminuirà la popolazione attiva che dovrà provvedere ad un numero sempre maggiore di persone anziane.
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DA UN’AZIENDA TORINESE, LA SOLUZIONE ECOSOSTENIBILE AL PROBLEMA DELLA MAREA NERA La soluzione ai recenti disastri ambientali nel Golfo del Messico e nel porto di Dalian in Cina potrebbe arrivare da una composizione tutta italiana che si avvale dei moderni mezzi di produzione e di materie prime di un tempo. A mettere a punto questa “retroinnovativa” soluzione è un’azienda green economy nel torinese che da 40 anni è impegnata nella ricerca e nello sviluppo di prodotti sicuri, ipoallergenici, biodegradabili e non infiammabili. L’azienda è riuscita ad inventare un formulato composto da estratti vegetali capace di disperdere e di disgregare il petrolio solubilizzando il manto oleoso. In questo modo, grazie al moto delle onde e alla vastità dell’oceano, quella che era una chiazza circoscritta diventa un inquinante disperso in concentrazione minima, così riducendo al minimo l’impatto ambientale. Questo prodotto si chiama Maggiordomo Ecoremover. Nato dall’esperienza dei prodotti de “Il Maggiordomo”, l’Ecoremover è un innovativo prodotto disinquinante presentato come rimedio ai danni provocati all’ecosistema dalla fuoriuscita del petrolio in mare perché emulsiona e disgrega senza essere infiammabile. Adatto per dissolvere petrolio, greggio, graffiti, gasolio, oli, catrame, solventi, vernici, inchiostri e colle, il prodotto si differenzia da quelli della stessa famiglia per l’aspetto della sicurezza per l’uomo e per l’ambiente, poiché la soluzione è biodegradabile e ipoallergenica in linea con la normativa Europea 67/548/EEC e succ. Questo significa che può essere utilizzato come detergente sicuro e rispettoso del ph della pelle degli uomini e degli animali, che attualmente a causa della mancanza di un prodotto sicuro ed efficace non vengono più ripuliti dal petrolio.
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CONFARTIGIANATO CHIETI FA IL PUNTO SULLA RACCOLTA PORTA A PORTA
L’AQUILA SIAMO NOI AL MACEF 2011
La Confartigianato teatina ha incontrato commercianti e artigiani del centro storico per tracciare un primo bilancio sulla raccolta dei rifiuti porta a porta, scattata nel cuore della città da alcune settimane. L’incontro-dibattito ha visto la partecipazione di Alessandro Bevilacqua, assessore delegato alla gestione della raccolta dei rifiuti urbani, e di esponenti della ditta teatina Mantini srl che si è aggiudicata l’appalto dei rifiuti cittadini per i prossimi cinque anni. Si è convenuto di potenziare le azioni di derattizzazione del centro storico e di realizzare punti di raccolta dei rifiuti differenziati in centro. «Un’esigenza che tocca, soprattutto, coloro che non hanno spazio a sufficienza a ridosso delle proprie attività commerciali - spiega Daniele Giangiulli, direttore provinciale Confartigianato Chieti. Comunque il cambiamento è necessario per regalare alla nostra città un futuro roseo ed evitare gravi emergenze ambientali come accaduto in Campania». È stato nominato un referente che interagirà costantemente con la categoria riguardo alla raccolta, si tratta di Francesco Cicchini responsabile dello sportello Ambiente e Sicurezza di Confartigianato.
L’associazione L’Aquila Siamo Noi, grazie ad un accordo con Fiera Milano S.p.A., Rassegne S.p.a. e Conservatorio “Alfredo Casella” di L’Aquila, ha partecipato al Macef, il Salone internazionale della casa e del vivere italiano, con il progetto “Concerto delle Arti e dei Mestieri”. Obiettivo del progetto è la promozione delle eccellenze culturali e artistiche di L’Aquila presso gli operatori economici di tutto il mondo accreditati presso la manifestazione e l’attivazione di nuovi canali commerciali per gli artigiani aquilani. Il progetto è stato ideato dal prof. arch. Marco Migliari di Milano in collaborazione con Bruno Carioti, direttore del Conservatorio di L’Aquila. «Due eventi culturali hanno caratterizzato la nostra presenza al Macef - precisa il vice presidente dell’associazione Alfredo Ranieri Montuori - il concerto dell’orchestra del nostro Conservatorio prima della cena di gala, offerta da Fiera Milano S.p.A. a 1.100 buyers stranieri accreditati presso la manifestazione, e la sua replica all’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, manifestazione organizzata congiuntamente dalla Provincia di Milano e dall’Associazione L’Aquila Siamo Noi».
tenden e fatti persone
I CONSUMATORI PREMIANO L’INNOVAZIONE TARGATA AMADORI I “Cuor Leggeri”, filetti di pollo non fritti lanciati qualche mese fa sul mercato, prodotti nello stabilimento di Mosciano Sant’Angelo (TE), sono stati eletti “Prodotto dell’anno 2011” nella categoria “Elaborati di carne”. Gli oltre 12 mila consumatori che hanno partecipato alla ricerca, promossa da Marketing e Innovazione Italia in collaborazione con TNS Italia, hanno voluto premiare le caratteristiche innovative del prodotto, ideale per chi ha poco tempo per cucinare ma non vuole rinunciare a un piatto appetitoso e leggero. Si tratta, infatti, di filetti di pollo 100% italiani che presentano solo il 5% di grassi (circa il 50% in meno rispetto alla media della categoria) e possono essere preparati in pochi minuti, non solo al forno, ma anche nel tostapane. Sono presenti sul mercato in tre varianti: filetti di petto di pollo impanati (ricetta originale), alle erbe aromatiche (con il profumo delle erbe della tradizione mediterranea, come prezzemolo e rosmarino) e ai cinque cereali (avvolti in un pane ricco di avena, orzo, segale, grano tostato e farro).
A CONFINDUSTRIA PESCARA UN SEMINARIO SUGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI Il prossimo 9 marzo alle ore 16.15 presso Sala Orofino dell’Unione Industriali di Pescara in via Raiale 110 si terrà il seminario Informativo dal titolo “Impianti fotovoltaici sui capannoni industriali” organizzato dalla Energy Service Company Solare Srl. L’obiettivo del seminario è quello di fornire informazioni su tutto l’iter decisionale e operativo connesso alla scelta e all’installazione di un impianto fotovoltaico con particolare attenzione al monitoraggio dell‘impianto realizzato. Tra i relatori, anche l’amministratore di ESCO Solare, l’ing. Sergio Castellano e il project management sempre di ESCO Solare, l’ing. Maria Strever. Per informazioni: Comma Srl 0873.762001.
STATISTICA DELLA GUARDIA DI FINANZA Nel 2010 la Guardia di Finanza ha scoperto imponibili non dichiarati al fisco e costi non deducibili per 49 miliardi e 245 milioni di euro, cui devono aggiungersi omessi versamenti di Iva per 6 miliardi e 382 milioni. È quanto emerge dalla documentazione consegnata alla Commissione Finanze della Camera dal comandante generale della Gdf, Nino Di Paolo. Sempre nel 2010 la Gdf ha accertato un’evasione complessiva di Irap per 30 miliardi e 434 milioni e ritenute non versate (o non operate) per 635 milioni di euro. Sono stati scoperti 8.850 evasori totali, il 18% in più del 2009. In dettaglio, sono stati individuati 3.288 responsabili di reato, per un totale di ricavi o compensi non dichiarati di oltre 20 miliardi, più 2,6 miliardi di Iva non versata. Inoltre, sono stati 7.822 i datori di lavoro che hanno impiegato manodopera in nero. Nel 2011 gli obiettivi prioritari sono la lotta al sommerso e ai paradisi fiscali.
PIANO DI RIENTRO REGIONALE SUL SITO DEL MINISTERO DELLA SALUTE Nel portale istituzionale http://www.salute.gov.it c’è una nuova area tematica dedicata ai Piani di rientro regionali, a cura della direzione generale della programmazione sanitaria e del Siveas, Sistema di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria). L’area presenta per ciascuna regione in deficit una sintesi degli accordi e i risultati delle verifiche e dei monitoraggi effettuati. Il monitoraggio formale, sintesi delle verifiche annuali in cui sono evidenziati i provvedimenti adottati e il risultato di bilancio; monitoraggio di attuazione: il rispetto dei programmi di riorganizzazione della rete dei laboratori, punti unici di accesso (PUA), flussi informativi; monitoraggio di sistema, sintesi e documentazione integrale dell’analisi del sistema sanitario regionale, con particolare riferimento all’assistenza ospedaliera (posti letto, tasso di ospedalizzazione), al personale (numero di unità, costi), all’assistenza territoriale (RSA, ADI, Hospice). L’area offre un quadro facilmente consultabile da decisori politici, operatori e stakeholder dell’azione di governo in materia di Piani di rientro.
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l’Abru
o che produce
Antonio Cappelli direttore di Confindustria L’Aquila e presidente di Fondimpresa Abruzzo
Ripartiamo dalla
I
Formazione
l tema del capitale umano è ormai entrato stabilmente nel dibattito europeo ed internazionale ponendo la formazione come uno dei principali fattori di sviluppo economico e sociale. La formazione continua rappresenta un fattore di anticipazione del cambiamento, da utilizzare soprattutto in funzione anticiclica. In periodi di crisi economica, come quello che attualmente stiamo vivendo, diventa fondamentale utilizzare la leva formativa in un’ottica di medio-lungo periodo, per salvaguardare il capitale umano presente nel sistema produttivo ed avviare un processo di sviluppo, assicurando nel contempo la competitività delle imprese e l’occupabilità delle persone. In Abruzzo, dove il livello di partecipazione al life-long learning da parte degli adulti è ancora insufficiente (come del resto in quasi tutta Italia), si registra tuttavia un crescente impegno da parte delle imprese, che riservano sempre più spesso momenti formativi ai propri dipendenti. L’entrata a regime, già dal 2007, dei Fondi Interprofessionali per la formazione continua, sta agevolando di fatto questo processo. I Fondi sono basati su una solida strategia bilaterale, ossia sul valore aggiunto della condivisione delle competenze delle associazioni datoriali e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, per impostare e dare vita a un progetto comune di crescita del territorio, nel senso di miglioramento sia della competitività aziendale che del benessere dei lavoratori. Dal 1978 le imprese versano, spesso senza rendersene conto, automaticamente all’Inps lo 0,30% di tutto il monte salari dei la-
voratori. L’assoluta novità è che oggi le imprese possono scegliere di accantonare tali risorse in “salvadanai” (i Fondi Interprofessionali per l’appunto), verificandone la consistenza ed utilizzandole per il finanziamento di piani formativi rivolti a propri dipendenti. Fondimpresa (costituito da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil) è il più grande fondo per la formazione continua che in Abruzzo è stato scelto da circa 1.700 imprese e 74.000 lavoratori, di qualsiasi comparto e dimensione. Ha un funzionamento molto snello: le risorse finanziarie che affluiscono nel “conto formazione” sono a disposizione dell’azienda titolare, che può utilizzarle per fare formazione ai propri dipendenti nei tempi e con le modalità che ritiene più opportuni, sulla base di programmi formativi condivisi con le rappresentanze delle parti sociali. Fondimpresa ha, quindi, un meccanismo molto snello, specie se paragonato ai classici strumenti di formazione finanziata (Por-Fse, L. 236, etc…): prevede un tempo predefinito, non superiore a trenta giorni, per comunicare l’accoglimento dei progetti presentati per i quali viene richiesto il finanziamento. A ciò si aggiunge l’estrema flessibilità e trasparenza di utilizzo delle risorse accantonate: non esistono bandi e rigidi termini temporali per la presentazione dei piani formativi. Il tutto va nella direzione di dare “certezze” alle imprese, specie a quelle di ridotta dimensione ed ai lavoratori, con l’obiettivo di rispondere tempestivamente ai mutevoli fabbisogni formativi
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Sede di Castiglione M. Raimondo Viale Umberto I 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/9941 Fax. 0861/994215
Filiale di Rosciano Via Roscio da Montechiaro 65020 Rosciano (PE) Tel. 085/8509142 Fax. 085/8509853
Tesoreria di Città S.Angelo C.so Vittorio Emanuele II 65013 Città S.Angelo(TE) Tel. 085/969343 Fax. 085/9699748
Filiale di Pianella Piazza De’ Vestini 65019 Pianella (PE) Tel. 085/972626 Fax. 085/971456
Tesoreria di Villa Bozza Viale Risorgimento 64030 Montefino (TE) Tel . 0861/996300 - Fax. 0861/996273
Filiale di Elice Contrada Sant’Agnello, 193/2 65010 Elice (PE) Tel. 085/9609006 Fax. 085/9609825
Filiale di Piane di Castiglione M. R. Fraz. Piane di Castiglione M. R.. 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/909150 Fax. 0861/909818
Filiale di Penne Circonvallazione A. Moro 65017 Penne (PE) Tel. 085/8278386 Fax. 085/8210200
Filiale di Marina Città Sant’Angelo Via Tito de Caesaris, 4 65013 Marina Città S. Angelo (PE) Tel. 085/9506431 Fax. 085/9506824
Filiale di Cerratina Via Trieste, 12 - 65010 Cerratina (PE) Tel. 085/9771919 - Fax. 085/9772234 Filiale di Loreto Aprutino Via Mameli - 65014 Loreto Aprutino (PE) Tel. 085/8290611 - Fax. 085/8509853 Filiale di Silvi Marina Via Roma, 285 - 64029 Silvi Marina (TE) Tel. 085/9359724 - Fax. 085/9354798 Filiale di Pineto SS. 16 - C. De Titta 64025 Pineto (TE) Tel. 085/9493471 - Fax. 085/9493374
nonsoloeconomia
Giuseppe Mauro Economista e Ordinario di Politica Economica
«Stimolare l’occupazione
femminile,
significa far crescere l’economia regionale»
I
l CRESA, il Centro Studi delle Camere di Commercio d’Abruzzo, in questi ultimi giorni ha diffuso un importante documento dedicato alla distribuzione per settori delle imprese femminili regionali confrontandoli con quelli esistenti a livello nazionale. Emergono alcuni aspetti che vale la pena riprendere, per poi fare qualche ulteriore osservazione sul ruolo che la componente femminile potrebbe rivestire nel mercato del lavoro e nel processo di crescita dell’Abruzzo. Ebbene, un primo indicatore appare meritevole di attenzione: il tasso di femminilizzazione (numero di imprese femminili su 100 imprese totali) esprime un valore superiore a quello nazionale, il 27,7% contro il 23,3%, ponendo la regione al terzo posto nella relativa graduatoria italiana. Alla data del 30/06/2010 le imprese femminili operanti in Abruzzo sono 41.522, la percentuale è del 2,9%, lo 0,4% in più del valore del Paese. All’interno di questi dati la provincia di Chieti è quella che assume valori piuttosto interessanti, in quanto presenta indicatori rispettivamente pari al 29,5% per il tasso di femminilizzazione e oltre il 33% per numero di imprese. Sotto il profilo settoriale il comparto dell’agricoltura e quello del commercio, le cui percentuali sono del 27,2% e del 25,3%, sono i settori in cui maggiore è la presenza femminile. Indubbiamente questi dati denotano un interessante spirito imprenditoriale della componente femminile. Il quadro muta quando si va ad analizzare il mercato del lavoro in senso stretto. L’ultimo dato che abbiamo a disposizione è quello del terzo trimestre del 2010. E’ vero che siamo all’interno di una profonda recessione e di una crisi economica mondiale,
tuttavia un valore del 44,8% come tasso di occupazione e del 10,6% come tasso di disoccupazione induce a qualche riflessione aggiuntiva. Al riguardo, le considerazioni da svolgere possono essere essenzialmente tre. La prima riflette il forte divario che ancora esiste rispetto ai parametri fissati a Lisbona, che prevedono un tetto minimo del 60%. In secondo luogo si manifesta un forte differenziale tra occupazione maschile e femminile di oltre 20 punti, mentre a livello europeo lo scostamento non supera i 14 punti. L’ultima considerazione riguarda il fatto che lo squilibrio tra la componente maschile e femminile abbassa notevolmente il tasso di occupazione complessivo della regione e quindi contribuisce a ridurre il valore del PIL. Esiste dunque il problema di innalzare la soglia di partecipazione delle donne nel mercato del lavoro. Gli effetti sull’economia possono essere davvero significativi. Si stima che per ogni 100 donne che entrano nel mercato del lavoro si creano 15 posti di lavoro aggiuntivo. Ad una maggiore occupazione femminile segue un maggior livello di consumo, una domanda più alta e un reddito più elevato. Non solo, ma tale processo potrebbe conferire maggiore sicurezza alla famiglia e ridurre il rischio di povertà o di marginalità delle famiglie monoreddito. Inoltre, e l’esempio è dato dai paesi scandinavi, ad un maggior livello occupazionale segue un più alto tasso di natalità. Quest’ultimo aspetto non va sottovalutato perché l’Abruzzo ha un tasso di natalità negativo, tra i più alti d’Italia, che sta determinando un non trascurabile fenomeno di invecchiamento. Stimolare l’occupazione femminile significa far crescere l’economia regionale
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il punto
Mauro Di Pietro giornalista
La politica
dei “poteri forti”
I
l commissario per la sanità, Gianni Chiodi, e il sub commissario, Giovanna Baraldi, in una cosa concordano: in Abruzzo ospedali e bilanci sono colpiti dai “poteri forti”. A questo punto dobbiamo farcene una ragione se, anche loro, dopo l’ex governatore Ottaviano Del Turco, sono arrivati alla stessa conclusione. Siamo sulla buona strada perché come facilmente pronosticabile, ci si dirà che la voragine della sanità abruzzese altro non è che un “complotto pluto-giudaico-massonico”. Ma è una tesi che non convince nessuno, anzi irrita i più. Vediamo perché. Anche in questi due anni la voragine dei debiti sanitari ha continuato ad inghiottire soldi pubblici; basta osservare che si spendono 132 milioni di euro per i ricoveri fuori regione, con una impennata del 22 per cento sui livelli di costo. San Benedetto e, più in generale la regione Marche, la fa da padrona con le sue cliniche. Infatti, in appena due anni sono transitate dai circa 30 milioni di crediti a oltre 40. Dopo di che è allarmante ma non sorprendente il fatto che, nelle strutture marchigiane super gettonate, lavora la stragrande maggioranza di professionisti prima operanti in Abruzzo. Una emigrazione di massa non certo dovuta alle minacce degli onnipresenti “poteri forti” quanto conseguente alla mala gestione della politica che li ha spinti a trovare altrove diverse condizioni di lavoro, diciamo più facilitanti sul piano organizzativo e della crescita complessiva delle tecniche e degli standard di cura. Anche su questo, il Governatore in affanno deve correre ai ripari della rovinosa emorragia e sottoscrivere con le Marche un accordo di confine, nel tentativo di risparmiare almeno sulle prestazioni ritenute inappropriate. E, intanto, mentre gli esperti sostengono che per risanare ci sia bisogno di tagliare i posti letto o addirittura
qualche ospedale, quindi di razionalizzazione della spesa, con la possibilità di istituire un centro unico per gli acquisti farmaceutici, così come per le strumentazioni e i servizi, per le politiche sanitarie si continua a navigare a vista. Basti pensare alla babele informatica con cui operano le diverse Asl, con centinaia di procedure diverse per ogni realtà, con migliaia di dati tra loro ingestibili unitariamente. Questo sì un vero “potere forte” che rende oscuro il sistema regionale e difficile qualsiasi controllo. D’altro canto a Vasto, tanto per citare l’altra faccia di una stessa medaglia, in un convegno sulla portualità abruzzese, i rappresentanti delle maggiori forze produttive locali, NSG/Pilkington, Denso e Honda, alla Regione hanno chiesto precise risposte e certezze sullo sviluppo infrastrutturale. “Noi stiamo pianificando oggi quello che faremo tra tre anni”, ha detto Graziano Marcovecchio della NSG/ Pilkington e la Regione cosa sta pianificando per non trovarsi ancora una volta in grave ritardo rispetto ai mercati? Aggiunge ancora Marcovecchio: “Lo stabilimento di San Salvo avrebbe potuto fornire vetri alla Fiat in Serbia se avesse avuto un porto efficiente. Invece li fornisce la Pilkington della Polonia. Con uno svantaggio per il business del gruppo perché il trasporto costa di più”. Con una grande penalità per il nostro territorio, aggiungiamo noi, perché così 180 potenziali candidati all’occupazione vedono svanire una possibilità di lavoro perché la politica assente, indolente ed inefficiente non ha creato i giusti presupposti. Altro che “poteri forti”. Per noi il potere è da sempre nelle mani della politica. Esso è buono quando fa le cose utili alla crescita comune; è cattivo quando pensa per sé; è forte quando impone con arroganza scelte che ostacolano la libera concorrenza e la libertà individuale
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Sa v
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25 NOVEMBRE 2011
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in primo piano
S
i sa, in ogni percorso si trova sempre un momento per voltare lo sguardo all’indietro, per fermarsi un attimo e riflettere sul cammino iniziato, sulla strada che è stata fatta. Ma in questo stesso momento, spesso, si osserva anche la strada che manca per raggiungere il traguardo. Nella vita, così come in politica. A due anni dalla consacrazione elettorale, il presidente della regione Abruzzo, Gianni Chiodi, nel corso di una conferenza stampa presso la sede regionale a Pescara, ha quantificato numericamente l’attività del suo esecutivo e ha tratteggiato le sfide del medio periodo che lo attendono. A partire dal debito regionale, sceso del 13,8 per cento, la diminuzione del 17,1 per cento del debito senza alcun aggravio di Irpef ed Irap, e la pressione fiscale pro capite che è tra le più basse in Italia. E una frecciatina è subito rivolta a chi lo ha preceduto all’Emiciclo: «Ho ereditato la Regione più indebitata d’Italia con 4 miliardi di debiti nel 2008 – afferma - definitivamente messa in ginocchio dalla crisi economica internazionale e dagli effetti del devastante terremoto». E ancora, sulla sanità: «L’Abruzzo è anche tra le regioni italiane con minori casi di malasanità – spiega il presidente Chiodi – secondo la Commissione parlamentare, mentre il debito delle aziende sanitarie è sceso del 22 per cento ed è diminuito del 53,3 per cento il loro disavanzo». Dalla sanità, al mondo dell’occupazione: «Con il progetto “Lavorare in Abruzzo” – sottolinea il capo dell’esecutivo regionale – sono stati creati 5700 posti di lavoro, la metà dei quali a tempo indeterminato e le imprese hanno ottenuto risorse pari a 120 milioni di euro». Di grossa attualità sono anche i cosiddetti “tagli della politica”, altro punto della conferenza stampa di Gianni Chiodi: «Il nostro impegno prioritario è stato quello di aggredire immediatamente il debito pubblico e lo abbiamo fatto con una seria e rigorosa politica di contenimento dei costi della politica – precisa il governatore – attraverso il taglio di vitalizi, l’eliminazione dei Consigli di Amministrazione, il taglio dei compensi, la chiusura delle sedi di rappresentanza e così via. Un’inversione di rotta l’abbiamo impressa anche agli enti strumentali – prosegue il presidente Chiodi – alle agenzie e le società controllate e partecipate dalla Regione e un taglio non meno efficace è stato esercitato sulla burocrazia regionale che fino alla fine – ricorda Chiodi - ha ostacolato l’approvazio-
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» di Alessio Giancristofaro
«I miei due anni di operato» A parlare è il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, che giorni fa, ha presentato alla stampa, l’attività del suo esecutivo. Tra le priorità, il debito regionale sceso del 13,8% ne in giunta del ciclo delle performance per premiare chi si impegna di più». E il governatore, con un pizzico di orgoglio, cita la Moody’s, l’agenzia di rating, che ha definito “stupefacente il percorso di risanamento dell’Abruzzo”. Le riflessioni di Chiodi interessano anche gli ultimi sei mesi dell’attività, da lui stesso definiti “i più drammatici”. «Le inchieste giudiziarie – afferma – la scissione del PdL, i tagli della manovra Tremonti, il buco di 360 milioni di euro nella sanità si sono fatti sentire, ma ciononostante – prosegue Chiodi – abbiamo ostinatamente percorso la nostra strada per arginare la crisi». Menzione particolare anche per le cosiddette “scelte strategiche” e per gli investimenti: «Non dimentichiamoci i 68 milioni per i progetti nel cratere sismico – sottolinea l’ex sindaco di Teramo – i 10 milioni per il progetto Abruzzo 2015, i 37 milioni di euro per aver
raggiunto gli obiettivi di servizio inseriti nel quadro strategico nazionale, i 300 milioni per la riqualificazione urbana, i 200 milioni per le micro, piccole medie imprese di finanziamento Bei. Siamo la prima regione del Sud per capacità di spesa – puntualizza il governatore - per il momento abbiamo tre opere inserite tra le priorità del Governo come la pedemontana Marche-Abruzzo, l’aeroporto d’Abruzzo ed il porto di Ortona e l’intenzione è quella di rimodulare i fondi Fas per anticipare almeno gli interventi sull’aeroporto e sull’automotive». Insomma, a “quanto fatto” bisogna sempre tenere d’occhio il “da farsi”: «Nel percorso – dice Gianni Chiodi – ci saranno altre criticità, ma la strada obbligata è quella della riduzione del debito pubblico. Nel futuro questa priorità sarà ancora più cogente – conclude Chiodi – atteso che la sanità sarà l’unica spesa destinata a crescere»
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MA L’OPPOSIZIONE NON CI STA Ma l’opposizione è in ebollizione. Camillo D’Alessandro, capogruppo del Pd in Consiglio Regionale, senza mezzi termini, chiede le dimissioni del governatore Chiodi: «Annunciare o paventare le sue dimissioni – dichiara – rappresenta l’unico modo per tenere una maggioranza che non c’è più, non ha nessun argomento. Il bilancio presentato da Chiodi – prosegue D’Alessandro – conduce l’Abruzzo alla celebrazione del suo funerale. Un bilancio ragioneristico fatto dalla sommatoria di zero sui capitoli essenziali: su attività produttive e politiche sociali che significa inibire ogni possibilità di ripartenza e di tenuta sociale della nostra Regione». Per il Pd deve essere portata avanti una politica di riduzione della spesa affiancata ad una vera volontà di generare altre risorse, a trecentosessanta gradi.
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in primo piano » di Eleonora Lopes
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foto di Fabio Sciarra
Nazario Pagano “L’ambasciatore d’Abruzzo”
Dal primo gennaio, il presidente del consiglio regionale d’Abruzzo è stato nominato alla guida della Calre, la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee regionali europee. Questo incarico rappresenta per la nostra regione, un’occasione di visibilità e crescita agli occhi dell’Europa
È
stato proprio il ministro degli Affari Esteri Franco Frattini a conferirgli l’appellativo di “Ambasciatore speciale dell’Abruzzo” dopo che il presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo Nazario Pagano, è stato eletto all’unanimità presidente della Calre la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee regionali europee. «La collaborazione del Ministero per gli Affari esteri nella valorizzazione del ruolo delle Regioni in Europa è
incondizionata». L’ha assicurato il ministro collegandosi telefonicamente con l’auditorium ‘’Petruzzi’’ di Pescara, in occasione del convegno celebrativo del presidente Pagano, quando ha ricevuto ufficialmente i poteri della Calre. Crediamo sia importate, aldilà della nomina, capire in concreto cosa rappresenta per l’Abruzzo questo incarico. Ce lo spiega direttamente Pagano, in una piacevole chiacchierata-intervista, nel suo ufficio a Piazza Unione a Pescara.
Nazario Pagano, fresco di nomina insieme al presidente uscente, Giovanni Kessler
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Alcuni momenti dell’elezione di Pagano avvenuta a Trento durante l’assemblea europea
intervista a Nazario Pagano presidente del consiglio regionale d’Abruzzo
Presidente Pagano, che valenza ha per la nostra regione la nomina che ha appena ricevuto? «L’anno 2011, che mi vede alla guida di questo importante organismo, ha per me un doppio significato: saper interpretare le politiche di tutte le Regioni nel contesto europeo, facendo sentire la propria voce e dare all’Abruzzo, la mia regione, l’opportunità di promuovere se stessa. Oggi le Regioni hanno un rapporto diretto e costante con l’Europa. In un periodo in cui temi come federalismo e sussidiarietà sono quanto mai attuali, è necessario che le Regioni si facciano spazio per contare di più nella fase ascendente dei processi legislativi europei, ed essere consultate prima, non dopo, a cose fatte. Attraverso il lavoro della Calre mi impegnerò
affinché vi sia una maggiore spinta al protagonismo delle Regioni. È un’occasione straordinaria per il nostro territorio da cogliere con entusiasmo e soddisfazione». Qual è il potere di questo organo? «Il trattato di Lisbona, come ha ricordato anche il ministro Frattini nel convegno di Pescara, ha da poco festeggiato il suo primo anniversario, segnato da un accresciuto ruolo delle Regioni che hanno acquisito un forte potere legislativo, ma c’è bisogno di chiarire fino in fondo il peso che, esse, insieme ad altre dell’Europa, avranno in prospettiva nella Comunità. Tutti però siamo chiamati ad uno sforzo comune altrimenti la stessa Europa rischia di perdere peso nella scena internazionale. Ecco perchè diventa preziosa la spinta innovatrice delle Regioni, che devono emergere sempre meglio e sempre più. È importante fare rete tra le assemblee legislative delle Regioni Europee per rafforzare
CHE COS’È LA CALRE La CALRE è la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee regionali europee con poteri legislativi. I presidenti che vi aderiscono non presiedono i parlamenti nazionali dei loro rispettivi paesi, ma il parlamento di una regione. L’adesione alla CALRE è limitata alle Regioni appartenenti all’Unione Europea. Il grado di autonomia attribuita alle Regioni varia fortemente da paese a paese. Certi paesi come Francia e Paesi Bassi sono Stati unitari nei quali solo l’autorità centrale possiede poteri legislativi. Paesi come Germania e Belgio invece sono delle federazioni all’interno delle quali le Regioni godono ampi poteri legislativi. In altri Paesi ancora, ad esempio Regno Unito e Portogallo, alcune Regioni hanno un proprio Parlamento, mentre per il resto del Paese sono in vigore solo le leggi nazionali.
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in primo piano
la vita democratica dell’Unione e la partecipazione dei cittadini alle decisioni comunitarie». Qual è il programma di incontri per l’anno 2011? «Il comitato permanente che è formato da otto coordinatori si radunerà nel corso del 2011 4 volte, (Bruxelles, Santiago de Compostela, Santa Cruz de Tenerife e L’Aquila), ma a questi incontri ho voluto fortemente che se ne aggiungessero altri 2, uno a Venezia dove si parlerà di Federalismo fiscale e uno a Pescara a luglio dove verranno trattati temi quali e-democracy, sussidiarietà , modelli istituzionali regionali e aree urbane rurali. Quest’ultimo appuntamento conferirà grande visibilità all’Abruzzo. Per coinvolgere anche il Consiglio regionale nel percorso di questa nomina, ho voluto donare ai vertici della Calre l’agenda 2011 del Consiglio Regionale. Nei prossimi giorni, parteciperò a Merida in Spagna, (la sua prima uscita ufficiale da presidente Calre) ad un seminario organizzato dalla Presidenza dell’Assemblea regionale dell’Extremadura, con il fine di costituire un gruppo di lavoro della Calre per consolidare l’equilibrio tra
lo sviluppo rurale ed urbano». Quanto dura il mandato? «La carica dura un anno, la mia è entrata in vigore il primo gennaio 2011. Sono il terzo italiano nella storia della Calre nominato presidente. È un grande orgoglio per me. Sono stato eletto a Trento all’unanimità dalle assemblee europee che compongono questa istituzione, in occasione dell’assemblea plenaria. Il presidente uscente, Giovanni Kessler, nominato recentemente direttore dell’ufficio europeo antifrode (Olaf), assumerà invece la carica di vicepresidente Calre». Questo rilevante incarico rappresenta una grande occasione per la promozione turistica del nostro territorio… «Assolutamente. L’appellativo che mi ha conferito il ministro Frattini, racchiude proprio questa mission. Intendo sfruttare al meglio questo incarico che ci vede protagonisti agli occhi dell’Europa promuovendo l’Abruzzo e il suo turismo, l’enogastronomia, l’artigianato ed esportando il Made in Abruzzo nel mondo. Voglio impegnarmi a sostenere anche tutte le aziende che in Abruzzo producono articoli di
È necessario che le Regioni si facciano spazio per contare di più nella fase ascendente dei processi legislativi europei Intendo sfruttare al meglio questo incarico che ci vede protagonisti agli occhi dell’Europa promuovendo l’Abruzzo e il suo turismo eccellenza noti ovunque. Tornando alla mia attività nel consiglio regionale, con orgoglio posso dire che il nostro consiglio ha approvato 66 leggi solo nell’arco del 2010. Questo vuol dire che quando si lavora bene, i risultati ci sono. Una buona e corretta attività legislativa è un modo per ridare autorevolezza alle istituzioni, concetto che ahimè è andato perduto negli anni, ma che voglio fortemente recuperare»
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COME È COMPOSTA LA CALRE La CALRE raggruppa dunque i Parlamenti regionali dell’Unione Europea che dispongono di poteri legislativi. In tutto si tratta di 74 regioni facenti parte di 8 Paesi. Tali Regioni rappresentano insieme 200 milioni di abitanti. Più specificamente la CALRE comprende i Parlamenti delle Comunità autonome spagnole; i Consigli regionali italiani; le Assemblee delle Regioni e Comunità belghe; i Parlamenti sia dei Länder austriaci che dei Länder tedeschi; il Parlamento autonomo di Åland (Finlandia); le Assemblee regionali delle Azzorre e Madeira (Portogallo); e quello di Scozia, Galles e Irlanda del Nord (Regno Unito). Per quanto siano diversi i loro poteri, si tratta in tutti questi casi di Parlamenti che hanno due caratteristiche comuni: fanno parte di Regioni dell’Unione Europea e hanno poteri legislativi. Tali caratteristiche danno alla CALRE una forma di omogeneità, cruciale nel determinare obiettivi comuni. Avendo poteri legislativi, tali Regioni hanno, tra l’altro, il compito di dare attuazione agli obblighi derivanti dall’ordinamento europeo. La CALRE è stata fondata con un atto firmato il 7 ottobre 1997 ad Oviedo, in Spagna.
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in primo piano » di Denia Di Giacomo
NovaOikos: la casa del futuro sarà verde È giunto il momento di concretizzare l’edilizia sostenibile, è per questo che nasce Nova Oikos, il Polo di Innovazione regionale per promuovere i green buildings, e già 100 aziende ne sono parte integrante con numerose collaborazioni in ambito scientifico e universitario
Da sinistra: Giuseppe Cingoli presidente Consorzio ISEA, Giuseppe Girolimetti presidente Ance Abruzzo e Mario Zoccatelli presidente GBC Italia
L
a sostenibilità ambientale delle attività umane è uno dei temi più importanti dell’immediato futuro, su cui convergeranno sempre di più tutte le politiche pubbliche, le dinamiche di mercato e l’evoluzione scientifica e tecnica. Uno degli ambiti centrali in questa emergente visione di compatibilità ecologica è l’edilizia, che nel corso delle storia ha spesso assunto il ruolo di “cementificatrice” indiscriminata. In Europa, circa il 40% di CO2 (anidride carbonica) è emessa dagli edifici, seguono le emissioni di trasporti e industria. Ed è l’intero ciclo di vita di un edificio che crea emissioni nocive di vario genere, a partire dalla sua fabbricazione, con l’acquisizione delle materie prime, passando attraverso il suo utilizzo, la manutenzione e infine la demolizione. Oltre alla questione ecologica, senza dubbio fondamentale, esistono però
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altre valutazioni anche in merito alla nostra salute, con ricadute pesanti sulle spese sanitarie nazionali (figura 1). Infatti, quasi tutte le persone passano fino al 90% del loro tempo all’interno di edifici e la qualità degli ambienti interni (IAQ) è considerata tra i primi 5 fattori di rischio per la salute, questo a causa di illuminazioni poco adatte, di scarsa ventilazione dell’edificio, di scarso comfort termico e di una bassa protezione nei confronti dei molteplici agenti tossici che ci circondano. La soluzione a tutto questo sono i green building o edifici sostenibili. Gli edifici sostenibili sono il risultato di pratiche di progettazione e costruzione che possono ridurre significativamente l’impatto negativo degli edifici sia sull’ambiente che sugli occupanti. Una progettazione accorta e l’uso di tecnologie al-
ternative possono ridurre fino al 50% il costo per l’approvvigionamento energetico di un qualsiasi edificio, riducendo anche del 39% le emissioni di CO2, del 40% il dispendio di acqua potabile e del 70% la produzione di rifiuti solidi. Nell’ambito di questo generale cambiamento dell’edilizia mondiale si inserisce “Nova Oikos” il nuovo Polo di innovazione regionale, presentato lo scorso gennaio nella sede di Confindustria Pescara. Nova Oikos si propone di essere un vero e proprio percorso di aggregazione e di crescita culturale ed economica, intorno al tema prioritario dell’edilizia sostenibile.
Nova Oikos, l’edilizia è verde Nova Oikos nasce da un’idea dell’ANCE Abruzzo e del Consorzio ISEA - Innovazione, Sviluppo, Edilizia e Ambiente – ma sin da subito trova ampia adesione tra numerosissime aziende abruzzesi, quasi 100 tra tutte le province. L’obiettivo è quello di applicare la cultura e le metodologie sostenibili in edilizia, attraverso la diffusione dei principali protocolli nazionali ed internazionali. Tutto dovrà essere certificato e trasparente dunque, ed è proprio con questa finalità che nasce la collaborazione tra Nova Oikos e la GBC Italia - Green Building Council – un organismo internazionale con sedi in tutto il mondo, nato per promuovere l’edilizia sostenibile attraverso la più grande rete globale di aziende e organismi di vario genere. Grazie alla GBC Nova Oikos potrà approfondire la conoscenza per l’acquisizione del protocollo di certificazione di sostenibilità ambientale LEED - Leadership in Energy and Environmental Design- un sistema di rating degli edifici sostenibili, il più diffuso nel mondo, usato per certificare progetti collocati in più di 140 nazioni. Nova Oikos, ha visto anche l’adesione di alcuni centri di ricerca tra cui il CRESME e il CRESA, stipulando accordi di collaborazione anche con alcune università. L’edilizia sostenibile è ormai talmente importante che presso l’Università degli Studi dell’Aquila è nato anche un dottorato di ricerca con l’obiettivo di formare dei ricercatori con competenze molto avanzate nei settori legati al green building. Questo Polo rappresenta un legame concreto tra imprese, territorio e ricerca, ora aspettiamo solo che funzioni.
intervista a Giuseppe Girolimetti presidente dell’ANCE
Come nasce l’idea della creazione del polo Nova Oikos? «La Regione Abruzzo, con un bando, ha individuato dei domini nei quali istituire dei poli di innovazione tra i quali il settore delle costruzioni. Il tema dell’edilizia sostenibile è stato ritenuto prioritario e da qui l’iniziativa Nova Oikos. Come ANCE abbiamo ritenuto opportuno promuovere il polo di innovazione anche perché, a causa delle conseguenze del disastroso terremoto, la ricostruzione dovrà necessariamente fare i conti con procedure, materiali e tecnologie innovative. La “sostenibilità” dovrà essere uno dei temi portanti per la ricostruzione della città dell’Aquila. I tempi sono maturi per un salto di qualità nel nostro settore e la nostra ambizione è quella di rendere l’Abruzzo, nei prossimi anni, un laboratorio per la ricerca e l’innovazione nell’edilizia». Quali sono i numeri dell’edilizia sostenibile oggi in Abruzzo? «Attualmente il ruolo dell’edilizia sostenibile in Abruzzo è marginale, anche perché, in mancanza di norme specifiche e “condivise” per la certificazione (che non sia soltanto energetica) della “sostenibilità” di un intervento, il tutto è lasciato
Figura 1: le emissioni di un edificio durante il suo ciclo di vita
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in primo piano Progetto Basilisco
all’iniziativa dei singoli. Posso dire, però, che la “sensibilità” degli operatori aumenta, e sempre di più troviamo sul mercato edifici nei quali aspetti connessi con la “sostenibilità”diventano elementi di valorizzazione economica dell’intervento edilizio». Quali saranno le prime mosse per raggiungere gli obiettivi che si propone NovaOikos? «Uno degli obiettivi è quello di
Pechino, Villaggio Olimpico
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giungere alla individuazione di un modello di certificazione coerente con il contesto abruzzese. Occorre che il modello sia “aperto”, “flessibile” e che contribuisca ad elevare la qualità complessiva dell’intero comparto, così da dare al “sistema Abruzzo” un vantaggio competitivo anche in altri contesti del Paese. La strategia che abbiamo utilizzato nella fase “fondativa” del polo è stata quella di coinvolgere tutti
gli attori dell’intera filiera. Questa strategia ha portato alla costituzione di una compagine molto forte e rappresentativa con il coinvolgimento anche di numerose imprese non aderenti al sistema ANCE. Nei prossimi giorni approfondiremo i temi prioritari da affrontare e come organizzare il Polo per meglio rispondere alle aspettative. Il Polo è una struttura “aperta” e per prima cosa dovremo conoscere a
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in primo piano
fondo le caratteristiche e le attese degli aderenti per delineare azioni finalizzate a soddisfare la domanda di innovazione». Pensa che l’Abruzzo sia pronto a cambiare il modo di concepire l’edilizia? «L’innovazione in edilizia è molto lenta, a differenza di altri comparti, ed è possibile solo se è richiesta da tutti i componenti della filiera e se tutti sono adeguatamente informati sui vantaggi di un edificio “di qualità”. Il problema principale
è, a mio avviso, la mancanza di un sistema “oggettivo” per misurare e valutare, economicamente, la qualità di un edificio. Come dicevo, uno degli obiettivi di Nova Oikos è proprio questo. La qualità si persegue se la stessa viene richiesta, valutata ed economicamente compensata. Proprio per questo, tra le attività del Polo ci sarà quella di compiere azioni di sensibilizzazione ed “educazione” dell’utente finale». NovaOikos è quindi una grande
opportunità… « Sì, l’edilizia, e la ricostruzione nelle zone terremotate, rappresentano l’unica occasione concreta su cui basare la ripresa economica della nostra regione in un momento in cui i modelli “industriali” del passato sono palesemente in crisi. Anni fa abbiamo lanciato lo slogan della Regione Verde d’Europa, questo è il momento di riempirlo di contenuti e Nova Oikos intende dare il proprio contributo».
intervista a Carlo Cecati
coordinatore del dottorato di ricerca “Sistemi e metodi per il management delle energie elettrica e termica da fonti rinnovabili ed assimilate e per il costruire sostenibile” presso l’Università degli Studi dell’Aquila
Qual è l’obiettivo principale di questo dottorato? «Gli obiettivi del dottorato sono molteplici, riconducibili all’esigenza, espressa anche dal territorio, di formare giovani ricercatori con competenze nei settori legati allo sfruttamento ottimale ed ecocompatibile delle fonti di energia rinnovabili ai fini della produzione di energia elettrica e termica, al risparmio ed all’ottimizzazione energetica, al contenimento dei consumi negli edifici e di un miglioramento delle qualità ambientali, alle problematiche di ottimizzazione della produzione, trasmissione, distribuzione ed utilizzazione dell’energia elettrica. Tali obiettivi
sono stati condivisi con entusiasmo da due imprese: Soave Engineering di Sulmona e Wolf Haus di Bolzano - azienda leader nel settore degli edifici in legno ed ad elevata efficienza energetica - (per tramite della ONLUS: Rilaquila) che hanno finanziato due borse triennali; una terza borsa è stata finanziata dalla Regione Abruzzo nell’Ambito del Piano Operativo F.S.E.» Come hanno risposto in partecipazione i dottorandi? «La risposta è stata soddisfacente. Abbiamo ricevuto 14 domande, a fronte di 3 borse disponibili e di 3 idoneità, di cui due pervenute da cittadini extracomunitari. Per il prossimo anno accademico, ci auguriamo un ancora maggiore interesse da parte delle imprese, oltre che dei giovani laureati: a fronte di un “investimento” di soli 20.000 euro annui, esse avranno la possibilità di partecipare fattivamente
a progetti di ricerca in settori di interesse. La collaborazione fra il mondo accademico e quello delle imprese è uno dei principi a cui si ispirano la recente riforma universitaria e numerosi altri provvedimenti legislativi, personalmente ritengo che la partecipazione ai dottorati da parte delle imprese sia uno dei passaggi obbligati se si vuole investire nella ricerca e nell’innovazione». Verso quali ambiti di ricerca si rivolgono i vostri studi? «Le ricerche sono rivolte a tutti gli aspetti legati al risparmio energetico, all’utilizzazione delle energie rinnovabili ed alla realizzazione di un’edilizia sostenibile, intesa anche come recupero energeticamente ed architettonicamente corretto, del preesistente. Il dottorato ha quattro distinti indirizzi: elettrico, termofisico, termochimico e costruire sostenibile»
•
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in primo piano
I
l comparto delle produzioni biologiche va assumendo un crescente interesse soprattutto per l’attenzione dimostrata dai consumatori, continuamente alla ricerca di prodotti di qualità, sani e certificati. Dare una definizione a questo settore risulta difficile poiché comprende una miriade di aspetti, ma sicuramente la descrizione data dall’Ifoam, (federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica) è quella più articolata: «L’agricoltura biologica comprende tutti i sistemi agricoli che promuovono la produzione di alimenti e fibre in modo sano, socialmente, economicamente e dal punto di vista ambientale. Questi sistemi hanno come base della capacità produttiva la fertilità intrinseca del suolo e, nel rispetto della natura delle piante degli animali e del paesaggio, ottimizzano tutti questi fattori interdipendenti. Riduce drasticamente l’impiego di input esterni attraverso l’esclusione di fertilizzanti, pesticidi e medicinali chimici di sintesi. Utilizza la forza delle leggi naturali per aumentare le rese e la resistenza alle malattie». Dagli esordi in Germania, Austria e Svizzera, nella prima metà del secolo scorso, l’agricoltura biologica si è estesa in seguito in Olanda ed altri paesi, fra cui l’Italia. Superata la fase in cui molti associavano ai prodotti biologici una connotazione negativa, tacciandoli addirittura di prodotti nocivi, oggi assistiamo al trend di crescita di un ambito produttivo che vuole scrollarsi di dosso l’etichetta di comparto di nicchia e che inizia ad abbracciare altri ambiti, come il turismo. Questo processo vede al centro gli operatori del settore, alcuni dei quali ci propongono di seguito il proprio punto di vista.
» di Jenny Viant Gómez
Biologicamente parlando
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Il settore biologico visto dagli operatori. Quattro interviste per parlare di iniziative, prospettive di sviluppo ed un esempio concreto: l’azienda agricola abruzzese “Chiusa Grande”, di Franco D’Eusanio
Paolo Carnemolla presidente Feder.Bio
«In Italia ci sono circa 48mila imprese certificate per una o più produzioni bio e di queste circa 40mila sono produttori agricoli e allevatori, per una superficie coltivata di oltre 1 milione di ettari, pari a circa l’8% della superficie agricola coltivata a livello nazionale. La parte più consistente di queste superfici si trova nel Sud e nelle isole e le colture principali sono i cereali e le forag-
Natale Marcomini e Andrea Ronchitelli rispettivamente, presidente nazionale dell’associazione Terra Sana e presidente di Terra Sana Abruzzo
giere, anche se l’Italia è un forte produttore e esportatore di ortofrutta e trasformati verso il mercato europeo (Germania in primis) e altri mercati mondiali. Nel 2010 gli acquisti di prodotti bio sono cresciuti nel nostro paese di oltre il 12%, confermando la tendenza positiva dell’ultimo triennio. Ancora più consistente è la crescita dell’export, stimata intorno al 15%, anche se non esistono ancora statistiche ufficiali. A fronte di questo andamento positivo, in contro tendenza con il resto dell’alimentare italiano, si riscontra un calo continuo di aziende di produzione agricola e allevamenti, mentre crescono le importazioni di materie prime dagli altri paesi del Mediterraneo e dell’Europa dell’Est. È quindi evidente la necessità di una nuova politica di filiera, in grado di agganciare la produzione agricola locale con la crescita di un mercato in cui l’Italia è leader in Europa e
anche a livello internazionale grazie alla presenza di numerose imprese di trasformazione e commercializzazione. Larga parte del sistema di imprese del settore è rappresenta dalla FederBio, la federazione nazionale delle organizzazioni dell’agricoltura biologica e biodinamica, nata nel 2005 come soggetto interprofessionale. Conta 34 soci raggruppati in sezioni tematiche, le principali sono quelle dei produttori, dei trasformatori e distributori e degli organismi di certificazione. Infatti, a FederBio sono associati dieci organismi di certificazione riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, che certificano oltre il 95% delle imprese in Italia e che hanno ormai un’operatività consolidata anche nei principali paesi di esportazione per i prodotti biologici italiani».
«L’associazione Terra Sana Italia nasce nel 1998, spiega Marcomini, per favorire lo sviluppo dell’agricoltura biologica, è un’associazione senza fine di lucro e non ha carattere politico. Tra le attività fondamentali ci occupiamo di: rappresentare i produttori associati nei confronti degli organismi, associazioni o enti privati e pubblici; esercitare attività di vigilanza nei confronti delle aziende associate; svolgere compiti di intervento in esecuzione di regolamenti comunitari; stipulare convenzioni e contratti anche interprofessionali, utili al raggiungimento degli scopi statutari; promuovere la costituzione di imprese cooperative e di altre forme associative per la realizzazione e la gestione di impianti collettivi di selezione, stoccaggio, lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli biologici; promuovere e realiz-
zare attività di assistenza tecnica; contrattare al fine di raccogliere e promuovere contratti di coltivazione per valorizzare i prodotti dei soci e creare filiere rappresentative; valorizzare i prodotti tramite lo sviluppo delle filiere corte tra produttore e consumatore e attuare progetti in tal senso come filiera corta bio e, infine, partecipare a fiere ed eventi, come le manifestazioni Sana, Biofach e Agritour. Abbiamo sedi regionali in Emilia Romagna, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Umbria, Veneto e Abruzzo». Per descrivere l’operato dell’associazione abruzzese interviene Andrea Ronchitelli: «Da circa un anno stiamo cercando di dare un taglio impostato verso la commercializzazione dei prodotti bio, non solo assistenza tecnica alle aziende. Ci stiamo focalizzando sulla filiera corta, con l’obiettivo di accorciare quasi tutti i passaggi.
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Lavoriamo al fianco delle aziende, circa 50, per creare contatti e estendere la rete, vogliamo accreditare la sezione abruzzese di Terra Sana come associazione importante nella fase di commercializzazione. Per contrastare le problematiche del nostro settore dobbiamo essere coesi. Fino a due anni fa l’intervento pubblico era legato alla fase di produzione, si spingevano le aziende tradizionali a passare al bio tramite l’utilizzo di fondi comunitari, politica che ha portato la regione Abruzzo a crescere, riportando circa 1500 tra operatori e produttori bio,
in linea con il numero delle aziende nazionali. Ora succede che queste aziende hanno iniziato a produrre bio, ma riscontrano problemi nella fase di vendita. Paradossalmente molte aziende vendono il prodotto bio come prodotto tradizionale, è una perdita in termini economici e qualitativi. Noi auspichiamo un intervento pubblico in fase di promozione, la contribuzione deve essere legata solo al biologico. Vogliamo un marchio che identifichi i nostri prodotti. La nostra prima assemblea, celebrata a inizio anno, è stata propedeutica a un importan-
te incontro nazionale che vedrà a breve tutti gli operatori del settore a confronto. Attraverso la nostra azione vogliamo coinvolgere anche i Gas (gruppo dei acquisto solidale), gli interessati a questo argomento possono trovare informazioni consultando il sito www.filieracortabio. it. Bisogna superare la logica del mercatino rionale, sarebbe utile, ad esempio, recuperare strutture pubbliche dismesse e metterle al servizio di produttori e cittadini. Oggi il biologico non è più un prodotto di élite. Il nostro ruolo è anche quello di informare i consumatori».
Fausto Faggioli territorial marketing manager di Bioturismo
attività tra cui l enogastronomia. In questo sviluppo il maggior alleato è il settore del turismo, una delle industrie al mondo che cresce più velocemente e che diventerà non solo la prima industria del prossimo decennio, ma sarà anche uno dei primi tre settori dell’economia mondiale, trovandosi sempre più al centro di un sistema complesso collegato ad altre attività: trasporti, agro-industria, energia, ecc. Il Bioturismo è un nuovo modo di concepire una vacanza, all’insegna di uno stile di vita sano ed equilibrato, a contatto con la natura e scoprendo itinerari enogastronomici che valorizzano la genuinità delle produzioni tipiche
locali. Il Bioturismo quindi, in Italia, non è un’economia tra le altre, ma un generatore di sostenibilità che orienta tutti gli altri comparti economici. La sfida sta nel far sì che ogni abitante si senta attore principale dello sviluppo. Solo così può generare lavoro e reddito, dando un significato pratico allo sviluppo sostenibile, nel quale sono compresi tutti i prodotti e servizi a marchio bio. La vera strategia è la condivisione dei progetti pubblico-privato di tipo partecipativo, improntati a elaborare una visione comune e condivisa del futuro del proprio territorio».
Franco D’Eusanio, dottore in Scienze Agrarie, fondatore dell’azienda agricola Chiusa Grande nel 1994, è un acerrimo sostenitore della “filosofia bio”, tanto da coniare due termini per descrivere il suo ruolo: “vinosofo” e “bio-innovatore”. Ama la natura e la difende per motivi etici, ambientali, ma soprattutto perché ritiene che sia una scelta responsabile, orientata alla riscoperta della tradizione e all’equilibrio dell’ecosistema. «Non
si può decidere di passare all’agricoltura biologica solo per logiche riconducibili al posizionamento sul mercato – sottolinea D’Eusanio - alla base deve esserci una solida convinzione e uno stile di vita coerente con la scelta fatta. Dobbiamo capire che fare agricoltura ricorrendo all’uso esasperato della chimica ci porterà in un vicolo cieco. Credo che si possa fare un vino buono senza essere schiavi del profitto, avendo cura del
«Fino a poco tempo fa il termine “bio” era riferito solo al settore agricolo, oggi si affianca a molte
Chiusa Grande: esempio di-vino
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benessere di chi beve». Chiusa Grande avvia il processo di conversione da agricoltura convenzionale a biologica in seguito alla regolamentazione del settore con il Regolamento 2092/91. La prima vinificazione arriva con la vendemmia del 1999, subito dopo aver inaugurato la cantina. Da allora il sistema produttivo adottato impone criteri rigorosi. Si inizia dai vigneti, con il controllo della concimatura, della potatura, dell’uso di antiparassitari naturali e altri accorgimenti; in tal modo le uve prodotte risultano sane e ricche di elementi vitaminici e proteici. Nella fase della trasformazione dell’uva, per i vini bianchi si ricorre all’iperossigenazione e non alla riduzione. La riduzione protegge il mosto e il vino dall’ossigeno, ma paradossalmente il prodotto finito temerà l’ossigeno e dopo l’apertura della bottiglia le piacevoli sensazioni organolettiche si appiattiranno con il passare dei minuti. Invece, lavorando in ossigenazione si fanno ossidare tutti i componenti possibili prima della fermentazione, ne
deriverà un vino più stabile, con acidità non elevata e che esalterà le proprie caratteristiche con il trascorrere dei minuti. Per quanto concerne il livello di anidride solforosa si arriva al massimo a 80 ml/l, contro i 200 ml/l dei vini normali. La solforosa e un conservante e antisettico, ma si lega chimicamente laddove potrebbe farlo l’ossigeno, quindi modifica il vino. Il livello di solforosa presente in un vino incide sul suo colore, sui tannini, sui polifenoli, e tanti altri parametri. La ricerca di ridurre al minimo l’uso di componenti chimici, ha spinto l’azienda a creare addirittura una linea di vini privi di solfiti, ma ugualmente in grado di conservarsi nel tempo e invecchiare: i vini Natura. D’Eusanio specifica: «chi apprezza i nostri vini non va solo a caccia di un’effimera seduzione organolettica, ma condivide con noi uno stile di vita insito nella nostra filosofia produttiva». Infatti, non è un caso che esponenti della comunità ebraica abbiano affidato all’azienda di Nocciano la produzione di vini Koscher, che devono avere de-
terminati standard e per religione richiedono la purificazione da parte del Rabbino. C’è da scommettere che la schiera dei “sedotti” da Chiusa Grande si infoltirà. Tra le scelte commerciali del 2011 c’è l’espansione del mercato nazionale. Circa l’85% delle 600.000 bottiglie prodotte va all’estero (Usa, Germania, Giappone e Regno Unito), il resto rimane in Italia. «Non pretendo che i miei prodotti piacciano a tutti – chiarisce il titolare - ma voglio che tutti i clienti affezionati possano essere soddisfati dei nostri prodotti». È difficile ipotizzare che questi vini non riescano a conquistare i palati più esigenti e a coinvolgere tutti i sensi, dato che sono frutto di standard produttivi certificati, sono curati nei minimi particolari, hanno retroetichette poetiche e nascono da una testa sui generis, quella di Franco D’Eusanio, che chiude il suo “Decalogo del vinosofo” (un compendio di buone prassi) dicendo: «nella mia vita ho cercato di seguire quello che sono per dare un senso autentico a quello che faccio»
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Franco D’Eusanio fondatore dell’azienda agricola Chiusa Grande
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in primo piano » di Laura Tinari
Il coaching, la nuova frontiera nel mercato della formazione
Letteralmente il termine vuol dire allenare, ma il coaching nelle aziende e nella politica è un vero e proprio addestramento volto a far emergere e valorizzare talento, identità e capacità personali
N
el nostro Paese il coaching è stato a lungo considerato uno strumento d’élite, riservato solo ad alti dirigenti e a manager, oggi invece questa pratica vive un’inversione di tendenza nella forma del coaching individuale anche per gruppi di lavoro e se ne è iniziato a riconoscere l’utilità in momenti come il passaggio generazionale, l’incremento delle performance di ruolo, nei passaggi di carriera, nei processi di miglioramento della leadership e dell’incremento di produttività. Questo approccio ha creato le basi per un nuovo sviluppo della cultura del coaching e della formazione più in generale tra gli imprenditori, nella convinzione che questi strumenti possano incrementare direttamente la creatività, l’innovazione e, dunque, il vantaggio competitivo delle imprese. Se fino a qualche anno fa le aziende consideravano la propria crescita soprattutto dal punto di vista tecno-
logico, oggi a fare la differenza sono le Risorse Umane, vera energia e motore dell’organizzazione. Tanto che i nuovi bisogni delle aziende sono la necessità di
colmare competenze manageriali e gap motivazionali, migliorare le relazioni interpersonali e la gestione del tempo e dell’organizzazione. Termine e metodo derivano dal mondo dello sport: così come l’allenatore lavora sulle logiche di squadra, della motivazione e del raggiungimento degli obiettivi comuni, il coach d’azienda mira a migliorare
In questa pagina: Nicoletta Lanza durante una lezione
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Nicoletta Lanza e Fabio Padovan, autori del libro “Un talento per la politica”
le prestazioni e le competenze del personale, lavorando sulla comunicazione, sulla creatività, la capacità decisionale, la leadership, l’abilità nell’ascoltare e nel progettare, nel motivare lo staff, nel gestire tempo e conflitti. L’attività di coaching occupa così una posizione cruciale all’interno del ciclo di apprendimento, andando ad attivare un processo di consapevolizzazione delle proprie potenzialità e dei propri limiti, e diventando, così, uno strumento privilegiato di knowledge management. Uno strumento operativo pratico e immediato che permette di sperimentare nuovi comportamenti, che una volta immessi nel sistema attivano dinamiche diverse tra gli individui, modificando assetti cristallizzati nel tempo. Tutto ciò si ripercuote positivamente sull’azienda stessa che esce dall’intero processo arricchita, più dinamica e protesa all’innovazione. Il coaching si configura, quindi, come un momento in cui la competenza delle persone deve essere necessariamente integrata ed entra in modo diretto nel prodotto o nel servizio offerto dall’impresa che rappresenta
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Come nello sport, il coach d’azienda mira a migliorare le prestazioni e le competenze del personale
Arriva l’allenatore dei politici Non riuscire a trasmettere quanto si da nel proprio lavoro è la maggiore frustrazione del politico di oggi. Ma il problema non è solo saper parlare in pubblico o scegliere l’abbigliamento giusto, perché politici di talento si diventa. E anche per aiutare chi non è nato trascinatore di folle è arrivato il coach, un allenatore che questa volta segue il candidato o il neoeletto, ne osserva i comportamenti, ne corregge i difetti e ne valorizza le abilità. Nicoletta Lanza e Fabio Padovan sono i pionieri di questa tecnica e l’hanno raccontata nel volume “Un talento per la politica” (Franco Angeli Editore), presentato alla Camera su invito del presidente Gianfranco Fini davanti ad una classe di politici. Nel libro i coach hanno analizzato quali sono le capacità di un politico di eccellenza e come agirle in maniera coerente con i propri comportamenti. Gli autori hanno anche chiesto - nella prefazione del libro - un parere ad Edward De Bono, inventore del pensiero laterale e famoso per la tecnica dei sei cappelli per pensare. «Il pensiero creativo per i politici e per gli imprenditori - afferma De Bono - è essenziale per avere stimoli nuovi, per non subire i momenti di crisi, per avere una visione d’insieme e non solo territoriale. Politici e imprenditori sono chiamati tutti i giorni a trovare risposte a nuovi problemi e situazioni in divenire, il pensiero creativo tiene la mente sempre in esercizio per essere più reattiva e veloce a trasformare le scocciature in opportunità di business o di nuove soluzioni sociali». Ma come agire i comportamenti giusti nell’ambiente adeguato con la propria identità di imprenditore o politico? Nicoletta Lanza lo spiega nel suo primo libro “Essere coach – Lavorare con l’esperienza” (Franco Angeli Editore) dove l’autrice assieme ad Andrea Anastasi, coach della nazionale di pallavolo maschile, racconta i casi di 80 managers e imprenditori. Si possono veramente migliorare le performance prendendo spunto dalle proprie esperienze. Se un imprenditore riesce ad essere il coach dei suoi collaboratori e creare un team competente e all’avanguardia, avrà creato molto più valore aggiunto aziendale rispetto ad una crescita del fatturato. Lavorare sui propri valori, sulle proprie convinzioni sull’identità e sulla consapevolezza rende politici e manager forti e sicuri perché possono agire con un giusto equilibrio dosato tra istinto “la pancia”, razionalità “la testa” e passione per il loro lavoro “il cuore”.
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in primo piano » di Alessio Pelusi
Knowledge Management
una risorsa senza confini In un mercato sempre più difficile da affrontare torna alla ribalta il grande tema della gestione delle conoscenze, una ricchezza da saper gestire che può portare a risultati sorprendenti. Confrontiamo il knowledge management dell’orientamento occidentale con quello orientale, con un esempio concreto di due grandi aziende internazionali
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nowledge Management – KM - significa: “identificare, gestire e valorizzare cosa l’organizzazione sa o potrebbe sapere: skill ed esperienze delle persone, archivi, documenti e biblioteche, relazioni con i clienti, i fornitori, e altri materiali archiviati in database elettronici” (Davenport). Questa definizione di KM introduce una disciplina di ampio respiro e che abbraccia diversi aspetti del mondo culturale e lavorativo. Dalla filosofia alla
psicologia, dalle teorie manageriali alle innovazioni tecnologiche, tutto è necessario alla gestione della conoscenza, ma nulla è indispensabile. Il KM è percorso, per sua stessa natura, da 3 dicotomie principali: conoscenza implicita / conoscenza esplicita; approccio orientale / approccio occidentale; creazione di conoscenza / condivisione della conoscenza. Queste dicotomie, a loro volta, nascono da tradizioni culturali profondamente differenti che compongono l’eterogenea materia del KM. Sono
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presenti, in effetti, un orientamento occidentale ed uno orientale. Il primo considera la conoscenza organizzativa come un elemento facilmente formalizzabile e condivisibile attraverso l’ausilio di manuali e software. Essa può essere acquistata all’esterno dai fornitori, dai clienti, dai concorrenti e dagli specialisti. Il secondo orientamento, invece, giudica il sapere come un evento tacito che appartiene principalmente ai singoli individui, alle loro esperienze e che è intuibile nelle loro azioni. In questo caso la conoscenza è difficilmente esprimibile e condivisibile e ancora più arduo sarebbe apprenderla dall’esterno senza un processo di “internalizzazione”, cioè di riformulazione e traduzione per la propria cultura aziendale. Il Knowledge Management, per questi motivi, è una
disciplina che può essere introdotta in un’azienda seguendo due strade. In base all’approccio orientale ciò che conta nella gestione di un’impresa è la creazione di conoscenza. Per far questo bisogna progettare l’intera organizzazione in ogni sua funzione seguendo questo scopo. In Occidente al contrario l’importanza attribuita al sapere dipende dalla sua funzionalità in base alle esigenze dell’azienda in un determinato momento. Pertanto questa materia è intesa come un insieme di progetti e soluzioni tese a migliorare questo o quell’altro reparto dell’organizzazione. L’operatività aziendale, però, e più in generale la realtà, non ragiona attraverso categorie così nette e distinte. Dall’analisi della letteratura si scopre, infatti, che la soluzione migliore per la gestione della conoscenza sta nel centro.
Knowledge Management – KM - significa: “identificare, gestire e valorizzare cosa l’organizzazione sa o potrebbe sapere”
ESEMPI CONCRETI DI GESTIONE DELLA CONOSCENZA Per comprendere com’è possibile integrare l’orientamento orientale con quello occidentale, possiamo analizzare un esempio concreto. Nel 1987 l’americana Caterpillar e la nipponica Mitsubishi unirono le proprie risorse nel settore delle scavatrici idrauliche e formarono così una joint venture: la Shin Caterpillar Mitsubishi. Il prodotto, che si prefissero di sviluppare insieme, fu la serie REGA di scavatrici idrauliche. Da subito, però, ci furono ben
quattro “fronti di scontro”. Il primo riguardava il costo in opposizione alla qualità e alla sicurezza. In Giappone il costo era il fattore di produzione più importante e si cercava la migliore qualità possibile in base al budget a disposizione. L’azienda americana considerava, invece, fondamentali per il proprio mercato: la sicurezza e la performance. Rifiutava, inoltre, una limitazione dei costi. Il secondo fronte abbracciava il processo di cre-
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azione del concetto di prodotto. Negli U.S.A. era il marketing ad influenzare il processo produttivo, dall’altra parte era il dipartimento di ricerca e sviluppo che aveva voce in capitolo. Il terzo scontro s’incentrò sulla modalità di conduzione del progetto di sviluppo del prodotto. Alla Caterpillar il processo era in sequenza, si seguiva uno schema a staffetta. C’erano quattro fasi da seguire l’una propedeutica all’altra: definizione del concetto, costruzione del prototipo, prove pilota e produzione. In Giappone, invece, lo stile di sviluppo del prodotto era detto “rugbstico”. Dopo la definizione del concetto cominciavano contemporaneamente: la costruzione del prototipo, le prove pilota e la preparazione della fase di produzione su larga scala. Ciò consentiva lo sviluppo di un prodotto in 3-4 anni, e non in 5-10 come avveniva in America. Il quarto problema riguardava la standardizzazione del progetto. Gli apparati produttivi di Caterpillar erano uguali in tutte le aziende sparse per il mondo, mentre dalla parte nipponica si evidenziavano le diversità fra i singoli stabilimenti. Ulteriori frizioni fra i due approcci erano di tipo culturale e organizzativo. Gli ingegneri giapponesi, infatti, avevano difficoltà a comunicare con quelli americani perché erano abituati ad una trasmissione tacita ed esperienziale della conoscenza. La necessaria standardizzazione dei processi produttivi di REGA, però, indusse i nipponici ad uno sforzo di esteriorizzazione del proprio sapere e all’adozione della pratica dei manuali diffusa in Occidente. Anche Caterpillar apprese qualcosa dalla Mitsubishi. In particolare, nell’azienda americana le responsabilità ed i compiti erano ripartiti con estrema chiarezza, tanto da evitare qualsiasi sovrapposizione fra i settori. Ciò induceva i progettisti a non visitare gli stabilimenti e le macchine che loro stessi sviluppavano sulla carta. Questo comportamento impediva, però, il monitoraggio e miglioramento continuo dei
processi e dei macchinari. Gli ingegneri americani capirono, dai loro omonimi giapponesi, l’importanza dell’on-the-job training, dell’esperienza sul campo e dell’apprendimento per tentativi ed errori. Inoltre, i dirigenti dell’azienda occidentale presero in seria considerazione il problema della riduzione dei costi, tanto che tradussero gli insegnamenti provenienti dal management della Mitsubishi in un software. Nel 1992 venne introdotta sul mercato la serie REGA 300 di Shin Caterpillar Mitsubishi e aldilà della risposta più che positiva del mercato, il vero valore del progetto tornò indietro in termini di conoscenze acquisite, condivise e create. Questo è un esempio reale e fruttuoso di come la gestione delle conoscenze può essere la carta vincente sul mercato!
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Fonti: T. H. Davenport, L. Prusak, Il sapere al lavoro ,Etas, Milano, 2000 I. Nonaka, H. Takeuchi, The knowledge – creating company, Guerini e Associati, Milano, 1997
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La copertina di Abruzzo Impresa di dicembre 2006 dedicata a Gilberto Ferri e sua figlia Simonetta
» di Eleonora Lopes
Il ricordo di un vero capitano d’impresa È scomparso lo scorso 28 gennaio a 90 anni il grande imprenditore Gilberto Ferri. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 2007 e per anni alla guida della Camera di Commercio di Pescara, il padron della Ferri Holding, era molto impegnato anche nel sociale
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n imprenditore moderno, espressione tra i pochi in Abruzzo di un’imprenditoria sana, robusta, leale, legata alla tradizione, ma proiettata nello stesso tempo al futuro e ai giovani. Questo era Gilberto Ferri. Lo scorso venerdì 28 gennaio, Pescara e l’Abruzzo hanno perduto uno dei cittadini più noti e più innovatori. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 2007, Ferri era per tutti “il Presidente” della Ferri Holding. Un Cavaliere anche di animo, sempre gentile e sorridente, non si lasciava mai scappare un complimento ad una bella donna. Il suo era uno stile inconfondibile, un uomo d’altri tempi che amava piacere e piacersi. Sposato con Elena aveva due figlie Simonetta e Roberta e quattro nipoti, Simone, Marco, Alessandro e Francesco. La sua storia aziendale comincia con il padre Ferdi-
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nando che aprì nel 1919 a Pescara, il primo negozio di forniture elettriche. Nel dopoguerra entrano in azienda i tre figli: Rina, Danilo e Gilberto, ma è proprio quest’ultimo che dotato di spiccate capacità imprenditoriali, negli anni riesce a trasformare un piccolo negozio in un impero oggi diventato una Holding. Molto impegnato nella vita associativa, Ferri per quasi 20 anni ha guidato la Camera di Commercio di Pescara, è stato ideatore del Porto Turistico cittadino e ancora fautore del collegamento navale PescaraSpalato con la nave Tiziano. Una spiccata sensibilità per la cultura e l’arte, l’ha spinto anche a pubblicare un libro intitolato “Il rispetto”. Il volume ripercorre il percorso di Ferri, dalla formazione alla crescita imprenditoriale, dalla presidenza della Camera di commercio di Pescara fino alla
nomina di Cavaliere del lavoro. E ancora Marcello Benegiamo gli dedicò il libro “A colloquio con un capitando d’impresa: Gilberto Ferri”. Un imprenditore con mille progetti per la sua Pescara, in cui amava coinvolgere amici imprenditori, politici, medici e professionisti. Tanta impresa, ma anche tanta solidarietà nella sua vita. E poi ancora il Ponte del Mare, il finanziamento per il monumento ai caduti di Nassirya, il progetto per l’Angola e la “Fondazione Gilberto Ferri”. «Gilberto Ferri è stato il simbolo di una generazione di uomini che ha consentito a Pescara di trasformarsi in una vera ed importante Città». Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Nazario Pagano, che a nome dell’Assemblea regionale ha inviato un messaggio di cordoglio alla famiglia dell’imprenditore pescarese Gilberto Ferri. «Oggi – prosegue Pagano – lo spirito di quella classe imprenditoriale è andato perduto, e pertanto è necessario recuperare quegli insegnamenti che, a cavallo degli anni settanta, hanno favorito e spinto lo sviluppo economico di Pescara. Città – osserva il presidente – che ha avuto una forte crescita anche grazie agli scambi commerciali nel terziario avanzato di cui Ferri è stato precursore». Una grande vocazione alla concretezza, al fare piuttosto che al dire, con un’attenzione verso i temi so-
ciali e ambientali. Solo un anno fa, Abruzzo Impresa (che dedico a lui e alla figlia Simonetta la copertina nel dicembre 2006) lo intervistò insieme al suo amico il prof. Glauco Torlontano per la questione dell’inquinamento e delle micro polveri per cui i due amici si era fortemente impegnati. «La lungimiranza, una forte carica di intraprendenza, -ha commentato il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia- la schiettezza dei rapporti e la capacità di fare impresa: sono le quattro caratteristiche che sempre ricorderemo del Cavaliere Gilberto Ferri, scomparso in quella sua riservatezza che, pur nella capacità di incidere sullo sviluppo del territorio, ha sempre caratterizzato i momenti privati della sua vita». Gilberto Ferri ha saputo attraversare mode, correnti, crisi economiche, le stesse che hanno caratterizzato il paese, sapendo però trasmettere alle figlie e ai suoi eredi la fiducia nel futuro, la capacità di rischiare, di reinventarsi sempre, restando però ugualmente fedeli a un marchio, a un nome. Per i giovani imprenditori Gilberto Ferri resterà sicuramente un esempio da seguire. Con la sua scomparsa si chiude un pezzo di storia della nostra regione. A pochi giorni dalla sua morte si sta già diffondendo l’idea di intitolargli il Ponte del Mare
Gilberto Ferri nel 2007 durante la nomina di Cavaliere del Lavoro conferitagli dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
La copertina del libro “A colloquio con un capitando d’impresa: Gilberto Ferri” di Marcello Benegiamo
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La copertina del libro “Il rispetto” scritto dallo stesso Gilberto Ferri
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in copertina » di Eleonora Lopes
I fratelli Spinosa all’interno di un supermercato Conad-Pingue a Sulmona, da sinistra: Claudio, Domenico, Fabio, Rossana e Sandro
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utto è iniziato nel lontano 1889 quando Sabatino Pingue, bisnonno di Fabio e i suoi fratelli, cominciò ad operare in agricoltura e zootecnia diventando il fornitore di cibarie e prelibatezze per le nobili famiglie della città di Ovidio, Sulmona, patria dei confetti e dell’aglio rosso. Nel 1961 Filomena Pingue e Antonio
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Spinosa, tornati da un breve periodo trascorso in Canada, continuano l’attività agricola dei rispettivi genitori. Nel 1963 insieme alla mamma Rosina Pingue aprono a Sulmona una piccola macelleria. Nel 1976 viene inaugurato a Sulmona un supermarket che vende, tra l’altro, le tante specialità prodotte dalla loro azienda agricola. Gli anni
FATTORIE
PINGUE, DA PIÙ DI 100 ANNI, LA FILIERA AGROALIMENTARE DI QUALITÀ
La storia del Gruppo Pingue affonda le radici nel lontano 1889. Da una piccola realtà, oggi l’azienda di Sulmona, gestita dai 5 figli di Antonio e Filomena, è diventata la più grande filiera agroalimentare abruzzese che controlla direttamente tutte le fasi, dalla coltivazione, alla produzione, alla distribuzione. E oggi l’azienda Pingue scommette su L’Aquila con un Supermercato Conad, innovativo, ecologico e di alta qualità
» foto di Simone Cerio
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in copertina Un particolare del banco gastronomia dei Pingue Conad
a seguire permetteranno all’azienda agro-zootecnica di incrementare le produzioni che incontrano una clientela sempre più soddisfatta in termini di qualità e genuinità.
Il banco carni in un supermercato Pingue Conad
Un particolare del catering Pingue
Pingue ha realizzato il catering per il cast del film “The American” girato in Abruzzo con George Clooney
A fine anni ottanta ed inizio anni novanta viene realizzato un moderno centro zootecnico con annesso laboratorio e impianto di macellazione. A metà anni novanta vengono aperti gli altri punti vendita. A distanza di poco più di un secolo il gruppo Pingue è diventata una filiera agro-alimentare, certificata biologica, che controlla direttamente tutte le sue fasi; dalla coltivazione dei terreni, all’allevamento di capi ovicaprini, suini, bovini ed equini, dalla macellazione alla lavorazione e trasformazione delle carni, del latte e dei prodotti della terra; alla vendita diretta con negozi e supermercati. È con il controllo diretto dell’intero ciclo produttivo-distributivo che sono assicurati al consumatore la genuinità e l’alta qualità di tutte le specialità Pingue; carni fresche bovine ed equine, manzo e maiale, salumi tipici abruzzesi come il salame al tartufo, al vino montepulciano, l’agnello ed il capretto del Monte Genzana, i gustosi arrosticini di pecora, ma anche l’olio extra vergine di oliva, il prelibato aglio rosso di Sulmona, il pecorino ed il caprino. Pingue Catering, nato nel 1986 da un viaggio in Canada Accademia del Gusto, il marchio creato da Pingue per valorizzare i piccoli produttori regionali
Il tipico aglio rosso di Sulmona prodotto dal Gruppo Pingue
il campo dei tartufi delle Fattorie Pingue
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Rossana all’interno del Conad di Sulmona
da zii e cugini, è il ramo dell’azienda che valorizza i prodotti tipici abruzzesi attraverso l’organizzazione di eventi, pranzi e cene, ricevimenti, coktail e buffet, a domicilio. Fattorie Pingue, rifornisce ristoranti, enoteche, enti, comunità e mense; oltre alle baite degli impianti sciistici del comprensorio Roccaraso Aremogna/Montepratello. E ancora, Fattorie Pingue valorizza i prodotti tipici regionali anche attraverso la cestistica aziendale. Oggi il Gruppo Pingue rappresenta la più grande filiera agroalimentare privata abruzzese con laboratori artigianali per la produzione del formaggio, delle carni e salumi, della gastronomia, con negozi e Supermercati a marchio Conad tra Sulmona, Bussi sul Tirino e Pescara c/o l’aeroporto D’Abruzzo, dove ha uno show room dedicato ai prodotti tipici abruzzesi. Ultimo traguardo raggiunto dal Gruppo, l’apertura ad aprile, di un innovativo supermercato Pingue Conad a L’Aquila, in località Pettino all’interno del Centro Commerciale Amiternum.
I NUMERI DI PINGUE GROUP 1 Show rooms prodotti tipici c/o Aeroporto D’Abruzzo Pescara 4 i supermercati Conad 5 i fratelli (di cui 1 sorella) 6 le società del gruppo 18 i milioni di fatturato 75 i dipendenti 120 gli ettari di terreno coltivati 216 l’età complessiva dei fratelli 1259 gli ovicaprini delle Fattorie Pingue 1889 l’inizio attività del nonno Sabatino Pingue 1962 Antonio e Filomena ritornano dal Canada 1976 viene aperto il primo Market Pingue 2170 i metri d’altitudine dei pascoli estivi delle greggi 6350 i mq dei centri zootecnici di Introdacqua e Villalago
Alcune delle campagne pubblicitarie promosse da Pingue all’interno dei supermercati Conad a favore dell’ambiente e per il divieto dell’acquisto dell’alcool ai minori di 18 anni
Filomena Pingue con Paolo Bonolis riceve il premio Personalità Europea 2009 al Campidoglio
» foto concesse dal Gruppo Pingue
Fabio con suor Daniela invitato permanente del direttivo di Confindustria L’Aquila
Un cesto di prodotti tipici abruzzesi realizzato da Pingue
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in copertina
a tu per tu con Fabio Spinosa Pingue Quali novità apporterà nella sua presidenza di Confindustria l’Aquila? «Voglio contaminare l’ambiente di Confindustria, fino ad oggi legato esclusivamente all’impresa con l’influsso della società civile ed aprirlo ad altri mondi. A tal proposito ho voluto che partecipassero, al nostro consiglio direttivo, alcuni ospiti esterni: una suora per l’impegno sociale e non solo, un esperto del settore ambientale, e due rappresentanti del mondo scolastico un preside di un liceo e un preside di facoltà universitaria. Provengo da una famiglia matriarcale e anche a casa sono l’unico uomo e ho voluto fortemente che la Confindustria che io guido fosse “più rosa” con l’ingresso in consiglio di più donne imprenditrici. Penso ad una Confindustria con una nuova governance regionale, con più servizi al centro, con più iniziative regionali, non solo per abbattere i costi, ma anche per sfruttare le sinergie e offrire agli imprenditori un confronto più aperto. Oggi agli industriali sta stretto persino il confine nazionale, figuriamoci se possiamo tenerli dentro gli steccati dei piccolissimi confini provinciali!» Riassumendo, una Confindustria contaminata, “rosa” e che punta sull’ecologia e l’ambiente… «La mia sarà una Confindustria “verde” perché voglio incrementare la cultura della tutela dell’ambiente, rivolgendomi a tutte le imprese in un contesto anche di mercato e competitività. Tra le prime iniziative che ho intrapreso c’è quella della raccolta differenziata in tutti gli uffici, intendo avviare un progetto di green marketing che prevede l’utilizzo di carta riciclata, il miglioramento della nostra comunicazione all’insegna del rispetto dell’ambiente e dell’eco sostenibilità. Istituiremo anche un premio annuale per la miglior impresa sostenibile e spingeremo all’uso di fonti di energia rinnovabile. Ci tengo però a sottolineare che credo sì nel rispetto e nella tutela dell’ambiente per le future
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» foto di Andrea Straccini
generazioni, ma senza essere degli integralisti, senza criminalizzare le attività tradizionali e soprattutto credo che sia necessario informarsi bene su queste tematiche e non schierarsi violentemente contro come fanno i “comitati del no a prescindere”. Sono per il rispetto della vocazione di un territorio che comprende, però, oltre alle risorse ambientali, naturali ed architettoniche anche l’uomo con le sue specificità e professionalità. Senza dimenticare che l’industria e l’ambiente possono coesistere e questo ce l’ha insegnato la storia. Del resto il petrolio è un prodotto della natura, della terra. È solo l’ingegno dell’uomo lo ha reso utilizzabile agli usi civili ed industriali». All’Aquila si sta verificando un secondo terremoto economico, il suo gruppo invece ha voluto scommettere su questa città, con l’apertura di un nuovo supermercato Conad... «A mio avviso la crisi non passa semplicemente perché non è una crisi ma un parto dolorosissimo che ci sta portando in un nuovo mondo dove per competere dobbiamo indossare necessariamente occhiali nuovi che ci fanno vedere sì le insidie ma anche le tantissime opportunità. La mia famiglia, raccogliendo una proposta dei nostri amici Conad, ha voluto scommettere proprio sull’Aquila che è considerata da molti una città fantasma. Ad Aprile infatti apriremo un supermercato. Ma non un supermercato tradizionale. Sarà un Pingue Conad, innovativo, ecologico e di alta qualità dove sarà estremizzato il servizio al cliente. Che sarà coccolato per l’attenzione che riceverà, siamo maniacali per la cura dei particolari, e la pluralità di servizi. Regaleremo all’Aquila una autentica eccellenza, un supermercato davvero unico in l’Italia, frutto della creatività e della grande professionalità degli uomini Conad coniugato al forte radicamento sul territorio della mia famiglia. Un punto di vendita dove niente sarà lasciato al caso. A partire dalle forti innovazioni in tema di risparmio energetico con l’illuminazione
a led, con il recupero del caldo dei refrigeratori per la produzione di acqua calda e con un impianto di condizionamento a espansione diretta ad alta efficienza. E per non parlare della valorizzazione delle produzioni tipiche…» Ci sono le basi per concretizzare la sua idea di Abruzzo come “Città regione”? «Ho combattuto per anni, e continuo a farlo, i campanilismi che sono dannosi e arrestano la crescita e la cultura di una regione. Vedo l’Abruzzo, un territorio di appena 1milione e 200mila abitanti, come un “unicum”, ossia un’Area Urbana Policentrica Regionale, che abbatta i deleteri campanilismi ed enfatizzi i virtuosi localismi. Ma per realizzarla abbiamo bisogno di una classe dirigente colta e competente che abbia una visione regionale e compia scelte coraggiose. Sono convinto che per crescere dobbiamo essere disposti a perdere o rinunciare a qualcosa a partire ad es. dal settore sanitario. Meglio l’eccellenza a 50 km che il disservizio sotto casa. E Confindustria ha il compito di contaminare e fertilizzare l’ambiente. Confindustria deve porre al primo posto dei suoi valori la questione della moralità, etica, legalità, e rispetto delle regole. Deve rappresentare esclusivamente una classe imprenditoriale illuminata, illuminante e virtuosa. Che ogni giorno deve dare l’esempio; come “la moglie di Cesare”, al di sopra di ogni sospetto...» È vero che nel suo gruppo le assunzioni le fanno i responsabili di reparto? «Abbiamo un percorso di selezione del personale abbastanza complesso prima dell’inserimento fatto di valutazione dei titoli, di colloqui con esperti, di formazione in aula, di formazione on the job, di tirocini, di lavoro interinale ed assunzioni a tempo determinato. Il coinvolgimento dei responsabili di reparto nella valutazione definitiva è stato un successo in quanto i nuovi assunti devono essere loro collaboratori. Certamente si, l’ultima parola definitiva la danno loro. Oggi le imprese di successo non appartengono solo e soltanto alla proprietà. Appartengono a tutti gli attori come partners, fornitori, clienti e maestranze. Che devono essere opportunamente coinvolti. Tutti»
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L’IMPEGNO
DI FABIO SPINOSA PINGUE IN CONFINDUSTRIA di Antonio Cappelli, direttore Confindustria L’Aquila
Fabio Spinosa Pingue, imprenditore di quarta generazione, è il punto di riferimento di tutte le imprese del Gruppo di famiglia che opera nel comparto agro-alimentare, nella distribuzione di prodotti di largo e generale consumo, nel comparto del catering e nella produzione e commercializzazione di prodotti tipici di “Alta Qualità”. Conosco Fabio da oltre dodici anni e posso dire che la sua presenza ha accompagnato quasi tutto il mio periodo trascorso alla Direzione dell’Associazione Aquilana: componente del Gruppo Giovani Imprenditori fin dal secolo scorso (era il 1999), ne assunse la presidenza (e, quindi, anche la vice presidenza di Confindustria L’Aquila) nel 2004, per arrivare, in una bellissima giornata dell’ottobre caprese del 2007, ad essere eletto presidente dei Giovani Industriali Abruzzesi. Un “animale associativo” come lui, e purtroppo in provincia non ce ne sono molti, non poteva non raggiungere il successivo traguardo e, dallo scorso 16 dicembre, eletto all’unanimità dall’Assemblea dei Soci, è l’undicesimo presidente nella storia di Confindustria L’Aquila che, dopo due quadrienni di guida da parte di affermati manager di grandi imprese, ritorna ad essere presieduta da un imprenditore aquilano di nascita e di formazione. Dopo il terribile disastro del 6 aprile 2009, la nostra sede era gravemente danneggiata, e totalmente inagibile, e solo grazie all’ingegnosità, al talento ed alla innata capacità di problem solving di Fabio ed alla sua mediazione con il Gruppo Conad, gli uffici di Confindustria L’Aquila, Confindustria Abruzzo e di oltre 40 imprese del territorio furono posti nelle condizioni di essere subito operativi, nei locali situati presso il centro commerciale L’Aquilone. Fin dal primo giorno, ha chiaramente enunciato quelle che sono le innovative linee guida che caratterizzeranno il suo mandato che punterà ad un’associazione più vicina e più coesa con quella che Lui chiama “Il nostro Territorio S.p.A.”. Le sue parole d’ordine sono: legalità, etica, responsabilità sociale, green economy, Confindustria contaminata e contaminante, condivisione delle scelte e delle responsabilità. Mi piace, infine, ricordare l’augurio del presidente Sergio Galbiati a Fabio nel giorno del Suo insediamento: “Raramente si incontrano persone con così tanto entusiasmo ed orgoglio per l’opportunità ricevuta di poter rappresentare la propria Comunità e le proprie tradizioni, con tale immediatezza e velocità di azione. L’auspicio è di altri presidenti come te, affinché lo spirito associativo si alimenti e gli intelletti siano spronati alla crescita, alla sfida, al coraggio della paura: quelli amati ed odiati, approvati e biasimati, ammirati e vituperati, sostenuti ed osteggiati… sono gli Uomini che fanno, che credono e praticano l’azione. Una presidenza fortunata, della quale ti rendo merito”.
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incarichi&carriere
FILIPPO LUCCI NOMINATO COMMISSARIO DEL COMITATO “MEDIA E MINORI”
Il presidente del Co.Re.Com Abruzzo (Comitato regionale per le comunicazioni), Filippo Lucci, è stato
nominato commissario del Comitato “Media e Minori”. È la prima volta che la Regione Abruzzo è chiamata a rappresentare le regioni italiane presso il Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per le Comunicazioni. Il Comitato “Media e Minori” è un organo di monitoraggio e controllo del sistema delle comunicazioni nazionali nel settore di tutela delle utenze “di minore età”. Insieme con il neo presidente Lucci, nel Comitato sono presenti: l’On. Mariella Bocciardo, membro della commissione parlamentare Affari Sociali; l’On. Barbara Mannucci, membro della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza e Emilia Visco, dirigente Agcom (Autorità di garanzia per le comunicazioni). Il Comitato è presieduto da Franco Mugerli, già presidente del Copercom, presidente dell’Associazione Corallo e direttore di produzione dell’emittente Sat2000.
VALTER CATARRA ELETTO PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE ABRUZZESE DELL’AICCRE
L’assemblea della Federazione regionale dell’Aiccre (associazione italiana del consiglio dei comuni e
delle regioni d’Europa) ha eletto quale nuovo presidente Valter Catarra, che succede a Massimo Luciani. Quest’ultimo andrà a ricoprire la carica di vicepresidente insieme a Pasquale Di Nardo. Damiana Guarascio e Antonino Di Gianvittorio sono stati eletti membri del direttivo. Al Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (Ccre) aderiscono oltre 100 mila autonomie locali europee e, dal 1986, l’associazione è presente a Bruxelles con un suo ufficio di rappresentanza. Il presidente Catarra ha espresso la sua soddisfazione per la nomina dichiarando: «L’Aiccre abruzzese continuerà a svolgere il suo compito di pressione democratica e di proposta a fianco della Regione e degli enti locali in maniera da cogliere tutte le opportunità che ci derivano dall’Europa».
ALESSANDRO ADDARI RINNOVA LA GUIDA DEI GI DI CONFINDUSTRIA PESCARA
Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Pescara, composto da circa 90 iscritti, ha rinnova-
to il direttivo per il prossimo biennio. Alla carica di presidente è stato riconfermato Alessandro Addari. 36enne, fondatore e amministratore unico della Top Solutions – Exportitaly, azienda specializzata nel Marketing Internazionale e nella creazione di reti di imprese per l’internazionalizzazione. È inoltre presidente di Partner for Value, Contratto di Rete nel settore dei servizi innovativi, tra i primi ad essere costituiti in Italia dopo la Legge istitutiva n.33 del luglio 2009. Vice presidenti sono stati eletti: Roberto D’Eramo (Badine), Nicola Di Marcoberadino (Dmb Solutions) e Alberto Patriarca (Simatech). Nel consiglio direttivo eletti: Federica Angelucci (Oma), Massimiliano Antico (Livella Service), Guido Carletti (Impresa Carletti Guido), Cristian Di Nicola (Autelcom), Raffaella Di Zio (Deco), Eleonora Lopes (Ecco Italia), Giacomo Ortolano (Argon Energia), Franco Pietrantonio (C & D Servizi) e Paolo Spinozzi (Gp Tronic).
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incarichi&carriere
LUCIANO CORBELLINI NEO PRIMARIO DELLA PRIMA CHIRURGIA DELL’OSPEDALE DI PESCARA
In sostituzione del professore Giacomo Gigaro, andato in pensione, subentra Luciano Corbellini per ricoprire il ruolo di primario della Prima Chirurgia del presidio ospedaliero di Pescara. Corbellini, nato a Forte dei Marmi il 25 novembre del 1948, si è formato presso l’università La Sapienza di Roma, dove è stato professore associato dal 1987 al 1992. Dal 1992 è ordinario presso l’università G. D’Annunzio di Pescara ed è presidente del Consiglio del corso di laurea di Medicina e Chirurgia. Già presidente della società italiana di Chirurgia Ambulatoriale e Day-Surgery, è grande esperto di chirurgia del collo ed endocrina. Ha firmato numerose ricerche e pubblicazioni scientifiche. Il direttore generale dell’Asl di Pescara, Claudio D’Amario, ha dichiarato: «Con il prof. Corbellini verrà potenziata la chirurgia d’urgenza dell’Ospedale di Pescara e il nostro nosocomio diventerà un riferimento regionale della chirurgia della tiroide e paratiroide».
GIANFRANCO GIULIANTE, NEO ASSESSORE ALLA PIANIFICAZIONE, TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO E PROTEZIONE CIVILE
Gianfranco Giuliante, 58enne, nato a Pennapiedimonte in provincia di Chieti, laureato in giurisprudenza, attuale capogruppo regionale del Pdl, è stato per due legislature consigliere comunale all’Aquila e ha ricoperto la carica di vicepresidente in Consiglio provinciale dal 1998 al 2004. Ha militato nel Movimento sociale italiano, poi in An, quindi nel Pdl, prima di essere eletto nel 2008 in Consiglio regionale nel listino del presidente Chiodi. È attualmente presidente del Parco nazionale della Majella e vicepresidente nazionale di Federparchi, l’associazione italiana dei parchi e delle riserve naturali. Nel recente rimpasto del presidente Gianni Chiodi, è stato nominato assessore alla pianificazione, tutela e valorizzazione del Territorio e Protezione Civile.
LUIGI DE FANIS, NOMINATO ASSESSORE ALLE POLITICHE CULTURALI, VETERINARIA E SICUREZZA ALIMENTARE
Luigi De Fanis, medico ortopedico, nato il 7 luglio 1960 a Fara San Martino (Chieti) è stato sindaco di
Montazzoli e assessore della Comunità montana dell’Alto Vastese. Oggi è assessore alla sanità e all’ambiente del comune di Atessa e presidente della VI Commissione consiliare “Politiche europee, internazionali e programmi della Commissione europea”. Nel recente rimpasto del governatore Gianni Chiodi, è stato nominato assessore alle Politiche culturali, veterinaria e sicurezza alimentare.
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storie&persone » di Jenny Viant Gómez
ation
New gener
D
ialettica brillante, garbo e voce autorevole, che contrastano con i suoi 32 anni, sono le caratteristiche di Daniele Pasquali che colpiscono al primo incontro. È vicedirettore dell’Istituto di Vigilanza Metrosistemi di Pescara, società di servizi per la sicurezza, nata più di 20 anni fa e cresciuta grazie anche all’entusiasmo e alla ventata di freschezza che lui ha portato in azienda: ha abbinato la sua passione per la tecnologia ai sistemi di sicurezza. Orgoglioso del suo lavoro e fortemente orientato alla crescita professionale, non trascura la centralità della famiglia nella sua vita.
Metrosistemi Srl Metrosistemi Srl, è una delle aziende di riferimento nel panorama degli Istituti di Vigilanza. È stata fondata nel 1988 da Giuseppe Pasquali, ex dirigente in un noto istituto di vigilanza a livello nazionale e figlio di un esperto di sicurezza privata che gli ha trasmesso la passione per questo lavoro. La mission di Metrosistemi privilegia l’erogazione di servizi personalizzati ad alto tasso tecnologico. Negli ultimi anni il trend di crescita del settore dell’impiantistica è diventato il suo fiore all’occhiello, per questo importanti clienti stranieri, che hanno realizzato impianti fotovoltaici in Abruzzo e Molise, hanno deciso di affidare la sicurezza delle installazioni all’azienda pescarese. Il nuovo concetto di sistema di vigilanza sviluppato da Metrosistemi si avvale dell’esperienza di 21 dipendenti, di cui: 15 guardie particolari giurate, 4 tecnici e 2 amministrativi. L’organico è volutamente contenuto per ottimizzare le risorse a livello gestionale e garantire un servizio personalizzato.
le parole di Daniele Pasquali «Sin da piccolo ho sempre “respirato” e “mangiato” sicurezza. Il nostro è un settore particolare, si basa sul rapporto fiduciario. Non ci occupiamo solo del patrimonio o degli investimenti dei nostri clienti, ma tuteliamo parte della loro vita. È un lavoro di enorme responsabilità»
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«Non partecipiamo alla corsa a offrire un servizio abbattendo sconsideratamente il costo, perché è ovvio che ciò si ripercuote negativamente sulla qualità del nostro lavoro. I nostri clienti sanno che a determinate tariffe corrisponde uno standard qualitativo adeguato alle proprie richieste»
Daniele Pasquali Nato il 15 ottobre 1978 a Pescara, figlio unico. Molto legato ai suoi genitori, ma nel contempo desideroso di mettere su famiglia, sposando la fidanzata con cui condivide un solido legame da ben nove anni. Daniele dopo l’ottenimento del diploma al Liceo Scientifico, segue il corso di laurea in Scienze della Comunicazione per un anno e mezzo, ma capisce con sommo rammarico che per concentrarsi sui libri deve rinunciare al lavoro, quindi decide di seguire le orme di suo padre. Inizia a lavorare ad appena 19 anni. Inizia dal “basso”, facendo le ronde con le guardie - che lui affettuosamente chiama “ i ragazzi”. Entra subito in contatto con la complessità del settore in cui opera. Ciò non l’ha spaventato, bensì l’ha spronato a fare sempre meglio. Perché è un giovane tenace ed è stato sempre consapevole dell’importanza di capire a fondo tutti i segreti del suo mestiere. Ha una spiccata propensione alla scoperta di nuove culture, gli deriva fondamentalmente dalla mamma, nata in Brasile da genitori italiani e vissuta in quella lontana terra fino all’adolescenza. È uno sportivo a tutto tondo, pratica tennis, sci, squash, vela, nuoto e dall’età di 12 anni è appassionato di subacquea; inoltre ha un amore smisurato per auto e moto. Gli hobby preferiti vedono in testa tecnologia e cinema.
«Da piccolo sono stato abituato ad adattarmi a nuove situazioni, a conoscere contesti nuovi per non avere problemi di inserimento sociale in futuro. I miei hanno voluto che imparassi l’inglese. Grazie a questi insegnamenti oggi mi sento cittadino del mondo»
» foto di Simone Cerio
«Sono alla ricerca di un equilibrio interiore che contempli, oltre ai successi lavorativi, una vita serena con chi mi è accanto. Non voglio essere schiavo del guadagno. Se guardo al mio futuro, mi vedo sereno»
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storie&persone
L di Denia Di Giacomo foto di Simone Cerio
«La cultura è un’attività economica, lo dimostra la gran quantità di mostre, esibizioni, eventi, opere d’arte che abbiamo, e provoca un indotto di turismo, di immagine, di conoscenza, per cui si può creare un circuito virtuoso in cui la cultura serve all’impresa e viceversa. Io ho fatto questo al Vittoriale e questo vorrò fare a Pescara»
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a versione corta della sua esistenza è: “Ha vissuto moltissimo. E vuole continuare a farlo”. Ma per quella lunga non basterebbe un libro intero. Parliamo di Giordano Bruno Guerri, esimio storico, ma anche letterato, scrittore, un po’ uomo di spettacolo, Giordano Bruno Guerri porta con sé una lunga serie di partecipazioni, lavori e successi. Autore di 26 libri, ex direttore de L’Indipendente, da anni collaboratore de Il Giornale, di cui è un’opinionista, tiene regolarmente corsi di Storia Contemporanea alla facoltà di Scienze Politiche delle Università di Salerno, Madrid, Ginevra, alla Columbia di New York e a Rio de Janeiro, fino al 2007 è stato presidente della Fondazione “Ugo Bordoni”, Istituto di Alta Cultura ed è attualmente presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, la casa di Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera, alla quale ha restituito grande slancio. A partire dallo scorso novembre è anche responsabile della Direzione Artistica per l’immagine e le attività culturali del Comune di Pescara, voluto fortemente dal sindaco Luigi Albore Mascia con la “finalità di curare l’ideazione e la creazione di eventi nazionali e internazionali destinati a fare di Pescara un centro di fermento culturale in continua crescita” e non solo… Ci accoglie nella sua nuova casa spirituale, l’ex Aurum, monumento per il quale ha grandi progetti e con la disponibilità che da un intellettuale quasi non t’aspetti, comincia la nostra intervista. Come si possono convincere le imprese a investire sulla cultura? «Convincendole che la cultura non è solo un peso. La cultura è ricchezza e produce ricchezza, qualcuno la definisce “il nostro petrolio”, a me la definizione non piace perché il petrolio si esaurisce mentre la cultura si moltiplica. La cultura è un’attività economica, lo dimostra la gran quantità di mostre, esibizioni, eventi, opere d’arte che abbiamo, e provoca un indotto di turismo, di immagine, di conoscenza, per cui si può creare un circuito virtuoso in cui la cultura serve all’impresa e viceversa. Io ho fatto questo al Vittoriale e questo vorrò fare a Pescara. Per fortuna ho incontrato molti imprenditori attenti al discorso». Quali sono i progetti più imminenti da mettere in atto? «Il primo sarà il D’Annunzio Festival. Non lo farò solamente ispirato ad un’opera di D’Annunzio, che è un’attività che riguarda gli studiosi, ma verrà incentrato su tutto ciò che D’Annunzio ha fatto per lo stile italiano, ovvero puntando sulla moda, con i maggiori stilisti e studiosi del campo, tenendo sempre conto delle realtà del territorio, come ad esempio la Brioni e le numerose aziende tessili presenti. Per cui faremo sfilate in piazza, sul lungomare, con il pieno coinvolgimento della popolazione. Un altro punto di forza che voglio sfruttare è quello dell’enogastronomia, grande risorsa di questo territorio. Faccio un esempio, a Pescara c’è De Cecco, la pasta più buona del mondo, quindi Pescara è la capitale mondiale della pasta, mi sembra che nessuno se ne sia reso conto ma è così. Nei gourmet di Parigi o New York, la pasta più richiesta è la De Cecco. Dobbiamo far sapere queste cose e utilizzarle a nostro vantaggio. Abbiamo inoltre dei vini di ottima qualità, oltretutto con un presidente di Confindustria
“PESCARA VAL BENE UN INTELLETTUALE”
Incontro con lo storico e scrittore Giordano Bruno Guerri, da soli due mesi responsabile della Direzione Artistica per l’immagine e le attività culturali del Comune di Pescara. Figura acclamata e criticata, ma certamente con un obiettivo ben preciso: rivalutare la città dannunziana Pescara che si occupa proprio di questo settore, e allora cercherò di organizzare degli eventi di alto livello incentrati sull’enogastronomia, perché la cultura non è solo quella degli artisti, ma in senso antropologico sono anche i cibi. E questi sono due degli eventi principali». “Pescara è al centro dell’Italia e può diventare centro dell’Italia”, questa è una frase che lei ha dichiarato durante la sua presentazione ufficiale, crede davvero che questa città abbia le carte in regola per aspirare a tanto? «Se Pescara non avesse queste potenzialità non avrei rischiato la mia immagine in questo incarico, quindi è un rischio ben calcolato. Pescara può certamente diventare una città di attrazione nazionale e internazionale. Ha una posizione geografica straordinaria, un’efficiente aeroporto e snodo ferroviario, è a sole due ore da Roma, ha due autostrade, è una delle poche città capoluogo di provincia a possedere una spiaggia tipo Rio De Janeiro, con una maestosa montagna alle spalle, strutture culturali come questa - Ex Aurum ndr –. Inoltre è una città dinamica, commerciale, accogliente e aperta al mondo esterno. Quindi le potenzialità ci sono, ho solo messo in moto un meccanismo affinché Pescara rientri nelle cronache nazionali, ovviamente per eventi positivi!» E allora quali sono i punti critici da affrontare a Pescara? «Chi mi ha visto lavorare sa perfettamente che non mi focalizzo solo sulla cultura, ma l’immagine di una città riguarda tutto. Infatti una delle prime iniziative prese è stata quella di far partire le procedure affinché Pescara sia una delle prime città italiane completamente
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storie&persone
Giordano Bruno Guerri all’interno di una delle sale dell’ex Aurum di Pescara
wi-fi, perché crescita e cultura è anche questo. Quindi il punto critico della città, per quanto mi riguarda, è uno solo, ovvero che nel resto d’Italia Pescara non è individuata, spesso si confonde con altre città, è come se fosse una città anonima, invece può diventare una città con una propria personalità, un’immagine forte, ben determinata». È compatibile la vocazione commerciale di questa città con la sua voglia di aprirsi a turismo e cultura? «In realtà a Pescara si fa tantissima cultura, dal presidente di Pescarabruzzo Mattoscio, che anzi è un esempio perfetto di economia legata alla cultura al presidente di Confindustria giovani Addari, a molti altri impegnati in numerose iniziative, ma ho potuto constatare che si accendono mille candeline di cultura senza mai riuscire a fare un falò, perché sono tutte separate. Allora una delle mie prime iniziative sarà quella di unificare la comunicazione, mettendo sopra lo stesso manifesto tutti gli eventi che si svolgono in città». Il sindaco Luigi Albore Mascia ha affermato che “nessuna forza culturale locale deve sentirsi ‘colonizzata’ dalla sua presenza”. La sua figura è stata anche aspramente criticata, si sente un colonizzatore?
«Io sono stato accolto con molta naturalezza, disponibilità e apertura. Non voglio entrare nel merito delle critiche, ma il discorso è un altro, molto più concreto, aspettiamo la fine dell’anno e vedremo insieme quali sono i risultati, questo è il solo modo per valutare il mio operato». Stiamo realizzando la nostra intervista in un posto speciale, il cosiddetto Ex Aurum, cosa vorrebbe diventasse per Pescara? «Una delle prime idee è quella di dare a questa struttura il nome che più le si addice, ovvero non “Ex Aurum” ma “Aurum”. Ho notato che Pescara è una città di “Ex”, questo non da certamente l’idea di dinamicità. L’Aurum è uno degli edifici più belli d’Italia, in procinto di partecipare ad un concorso indetto dalla Presidenza della Repubblica con l’intenzione di stabilire quali siano i 1000 luoghi più belli d’Italia. Pescara concorrerà sia con l’Aurum che con il Ponte del mare, io spero con buone possibilità che possano affermarsi. Parliamo di una perla dell’architettura del ‘900, ristrutturata in modo encomiabile, che diventerà un luogo molto vivo, dotato di ristorante, tavola calda, book-shop, bar e poi ci saranno proiezioni cinematografiche, mostre, eventi e tante altre iniziative. Oggi l’Aurum ha anche un direttore organizzativo, Annarita Della Penna, figura fondamentale che dovrà portare avanti molto lavoro»
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fisco » di Luigi Carunchio
La rivoluzione federalista Alcuni cambiamenti che porterebbe il federalismo fiscale con impatto sui Comuni e sulle aziende. Tra i più importanti, la cedolare secca sugli affitti
C Il Ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli
edolare secca sugli affitti con doppia aliquota. È questa una delle proposte di modifica dello schema di DLgs. recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale che il Ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli ha presentato alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. In ordine alla possibile disincentivazione alla stipula di contratti a canone concordato per effetto dell’introduzione della cedolare secca, potrebbe essere disposta l’introduzione di una doppia aliquota, pari al 20% per i contratti di locazione a canone concordato e pari al 23% per i contratti a canone libero, prevedendo, inoltre, che il gettito derivante dalla maggiorazione del 3% confluisca in un fondo destinato a finanziare le detrazioni per gli inquilini con figli a carico. Tra le criticità emerse nel corso dell’attività istruttoria svolta dalla Commissione, vi è anche la sperequazione, che caratterizza la base imponibile relativa ai tributi immobiliari, accentuata dalla scelta di escludere dall’imposizione l’abitazione principale. Anche l’imposta municipale sui trasferimenti comporta effetti sperequativi, a causa della variabilità, nel tempo, delle transazioni immobiliari, soprattutto per i piccoli Comuni. Per attenuare queste sperequazioni e non affidarne la correzione solo al fondo di riequilibrio, la proposta di modifica prospettata dal Ministro Calderoli prevede che il gettito relativo all’imposta municipale sui trasferimenti non venga più destinato a finanziare il fondo di riequilibrio, ma attribuito allo Stato, che sarebbe tenuto a trasferire ai Comuni solo una quota, pari a una percentuale tra il 20 e il 30%.
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fisco
La parte restante del gettito, non attribuita ai Comuni, potrebbe essere compensata con una compartecipazione all’IRPEF, in prima approssimazione ipotizzabile al 2,5%. È altresì previsto un inasprimento delle sanzioni sui c.d. “immobili fantasma”, per la cui denuncia spontanea da parte dei proprietari il termine ultimo è il 31 marzo 2011. Per chi non si mette in regola con gli obblighi di dichiarazione previsti dal DL 29 dicembre 2010 n. 225 (c.d. “Milleproroghe”), infatti, le sanzioni potrebbero aumentare, prevedendo contestualmente che salga dal 50 al 75% la quota di introiti che andrebbe ai Comuni. Per quanto riguarda, invece, la partecipazione dei Comuni al contrasto all’evasione fiscale, è in vista un’accelerazione dell’accreditamento delle somme spettanti agli enti locali, dato che, attualmente, le risorse derivanti dall’attività di accertamento arrivano con un ritardo in media di 4 o 5 anni. A tal fine, le risorse derivanti dall’evasione fiscale potrebbero essere assegnate direttamente ai Comuni che hanno mostrato maggiore impegno in tal senso e non desti-
nate a fini sperequativi. La tassa di soggiorno, al momento prevista per il solo Comune di Roma, dovrebbe essere gestita come tassa di scopo, per finanziare attività inerenti il turismo ed evitare che venga utilizzata per ripianare i bilanci. Un provvedimento ad hoc disciplinerà, invece, l’addizionale comunale IRPEF, prevedendo una certa manovrabilità delle aliquote, che sarà più accentuata per i Comuni che si dimostreranno più attivi nella lotta all’evasione fiscale. Anche la tassa sui rifiuti sarà oggetto di specifico provvedimento, che ne disporrà la trasformazione in una tassa sui servizi legata non solo alla superficie, ma anche alla rendita catastale degli immobili, inserendo alcuni correttivi in base alla composizione del nucleo familiare. In riferimento allo scherma di DLgs. in materia di autonomia di entrata delle Regioni a Statuto ordinario e delle Province, nonché di determinazione di costi e fabbisogni standard nel settore sanitario, il termine per l’espressione del parere è stabilito per l’11 marzo 2011
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seconda parte
ict
» di Antonio Teti
Chi si cela dietro
Wikileaks?
In questa seconda parte cerchiamo di capire chi è Julian Assange e chi si occupa di finanziare la sua costosissima infrastruttura informatica…
Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange
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enza alcun dubbio, le pubblicazioni dei video e dei documenti che hanno creato non pochi imbarazzi alle strutture governative statunitensi, basterebbero a garantire l’immediata chiusura del sito, e quanto al fondatore di Wikileaks, una probabile lunga permanenza nelle patrie galere degli Stati Uniti. Tuttavia esiste un problema sostanziale: il portale web di Wikileaks non risiede sul territorio USA, quindi non rientra nella giurisdizione americana. Nonostante la coltre di segretezza che avvolge l’organizzazione di Assange, è noto che i numerosi server (computer connessi in rete) sui quali risiedono gli enormi database informativi, sono ubicati presso un ex bunker atomico, ubicato proprio in Svezia,
e risalente al periodo della Guerra Fredda. I server sono ospitati a Stoccolma presso la Bahnhof, uno dei più grandi provider di servizi Internet. La Bahnhof ha sedi a Stoccolma, Göteborg, Uppsala, Borlänge, e Lund. A circa 98 metri di profondità, in una collina rocciosa al centro di Stoccolma, ha sede il Pionen White Mountains, un ex bunker nucleare, straordinario cimelio della Guerra Fredda, sono attualmente custoditi i sistemi di Wikileaks. Gli enormi ambienti climatizzati in cui sono alloggiati i sistemi, sono protetti in strutture ad accesso controllato e sono muniti di porte di accesso spesse 40 centimetri in grado di resistere all’esplosione di un ordigno all’idrogeno. In funzione di quanto descritto, risulta evidente che l’intera infrastruttura di Wikileaks, per il suo fun-
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zionamento, fagociti enormi quantità di denaro, sia per quanto concerne i costi di gestione ordinaria, sia per quel che riguarda i costi riconducibili alla ricerca delle informazioni a livello mondiale. Quest’ultimo, è un costo che non va certo sottovalutato. È impensabile che per assicurarsi una mole di documenti così interessante ed imponente, Assange non sia costretto a sborsare fiumi di denaro. Se solo consideriamo i costi riconducibili al sostegno delle spese sostenute dai collaboratori sparsi per tutto il globo terrestre, saremmo già in grado di poter effettuare una superficiale stima del livello dei costi sostenuti. A questo punto sarebbe logico porsi alcune domande: perché un uomo come Julian Assange decide di fare tutto ciò esponendo la sua stessa vita a rischi e pericoli di ogni genere? Come mai il sito Wikileaks che ha provocato danni incalcolabili a governi e strutture militari non è stato ancora messo “offline”? E infine, chi finanzia l’imponente infrastruttura IT di Wikileaks? A chi giova e chi danneggia l’azione condotta dal portale? Tentare di dare una risposta a tutte queste domande significherebbe conoscere tutti i segreti che si celano dietro l’organizzazione ed il suo fondatore. Alcuni mesi fa, Julian Assange in un’intervista rilasciata al quotidiano El Pais, si definisce come l’incubo di governi, multinazionali e grandi banche, e persino dalla Chiesa di Scientology. Interrogato sulla rivoluzione digitale e sul giornalismo indipendente, ha asserito «Forse arriveremo a un sistema con un maggior controllo giudiziario e accordi internazionali per reprimere la libertà di stampa, o forse andremo verso un nuovo standard in cui la gente si aspetta e pretende un’informazione più aggressiva rispetto al potere; e un contesto commerciale che renda redditizie inchieste di questo genere; e un contesto legale che le protegga». E poi ha aggiunto «Con le nostre azioni di oggi stiamo
determinando il destino del contesto mediatico internazionale dei prossimi anni». Sembra quindi che dietro il liberalismo informativo e l’esaltazione ossessiva della verità assoluta dell’inventore di Wikileaks, si celino ben altri obiettivi… Il 7 dicembre, dopo una lunga ed estenuante trattativa con la polizia inglese, Assange si è consegnato alle forze dell’ordine londinesi lasciandosi arrestare, in funzione di un mandato di cattura internazionale, per rispondere all’accusa di presunto stupro e di molestie sessuali (episodio verificatosi in Svezia e che risale a qualche anno prima) a carico di due donne svedesi (accuse che Assange ha sempre respinto). Il 14 dicembre, viene liberato su cauzione (200.000 sterline pari a circa 236.000 euro, ma versati da chi?). Il giudice gli ha imposto una serie di divieti: divieto di uscire di casa dalle 10 del mattino alle 14 e dalle 22 alle due del mattino successivo dalla residenza indicata, il ritiro del passaporto, l’obbligo di firma in un commissariato ogni giorno alle 18 e l’obbligo di portare un braccialetto elettronico. Nel contempo i lettori del settimanale americano Time hanno eletto Assange “personaggio dell’anno” con oltre 382.000 voti assegnati online. Negli USA non la vedono allo stesso modo. Secondo un sondaggio condotto dal Washington Post, sembra che il 59% degli americani ritenga che Assange debba essere incriminato e arrestato. Di particolare interesse è la differenza di voto in funzione dell’età al sondaggio: il 30% degli intervistati tra i 18 e i 29 anni, una percentuale doppia di quelli con più di 50 anni, ritiene che le pubblicazioni di Wikileaks siano state utili per l’interesse pubblico, e per il 46% Assange non deve essere considerato un criminale. La storia continua, ma l’interrogativo rimane: chi c’è dietro l’enigmatico inventore della più potente macchina da guerra informativa del mondo?
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Julian Assange in un’intervista rilasciata al quotidiano El Pais, si definisce come l’incubo di governi, multinazionali e grandi banche, e persino dalla Chiesa di Scientology
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creatività&innova ione » di Simone D’Alessandro
Perchè le cose
finiscono in disordine? Il noto sociologo e antropologo Gregory Bateson prova a dare una risposta attraverso la relazione tra ordine e disordine
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n uno dei più famosi meta-loghi intitolato “Perché tutte le cose finiscono in disordine?1” del celebre antropologo, sociologo, psicologo ed esperto di cibernetica Gregory Bateson, viene affrontata la relazione tra ordine e disordine. Secondo Bateson qualsiasi sistema vitale tende al disordine e comunque l’ordine è, generalmente, un tentativo di un essere senziente di trovare una sua organizzazione, un suo sistema di classificazioni per orientarsi nel mare magnum di informazioni. Il problema è che l’ordine che dai all’inizio della tua classificazione te lo porti dietro fino alla fine del processo conoscitivo, come del resto sostiene anche De Bono, teorico del pensiero laterale (autore già affrontato in questa rubrica). Il modo di iniziare e strutturare un percorso implica dei paletti che si ripresenteranno alla fine del pro-
cesso. Ogni soggetto ha il suo modo di (ri)mettere in ordine un sistema di informazioni. Ne deriva che i modi di organizzare sono infiniti, ma anche che nessun sistema ordinato potrà contenere gli altri e che non si arriverà mai a ordinare tutto. Inoltre, nel momento in cui si ordina si stabilizzano le cose, ma l’evoluzione presuppone cambiamento; ciò significa che qualsiasi fenomeno vivente e agente o qualsiasi fenomeno non vivente, ma sottoposto a processi di organizzazione da parte del vivente, tenderà verso il disordine anche dopo essere stato ordinato: una stanza di un bambino dopo essere stata ordinata dalla madre, tenderà, nel giro di qualche giorno, a ricadere nel disordine. C’è un altro problema: il disordine non ha, anch’esso, un suo ordine?
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creatività&innova ione
Perché un certo modo di strutturare e organizzare la stanza dovrebbe essere più ordinato di un altro modo? Bateson, arrivando alla formulazione di ragionamenti paradossali, afferma che questo modo di pensare non deriva necessariamente da un processo euristico e induttivo, ma da un modo di procedere eminentemente deduttivo. Spesso noi crediamo che, mediante una qualsiasi classificazione, possiamo gettare le basi per l’inizio di un processo conoscitivo su di un argomento, che poi ci porterà a delle conclusioni solide; invece quell’inizio non è che uno dei modi di strutturare un pensiero su quel dato argomento. A volte la conoscenza non è altro che un processo infinito di definizioni che rimanda ad altre definizioni senza una via d’uscita chiara, univoca e finita. Forse è possibile parlare dei fenomeni, ma non è possibile conoscerli veramente; e questo tipo di scoperta paradossale viene fatta, dall’autore, attraverso un metodo assolutamente deduttivo (del resto, come direbbe Goedel, ci sono delle cose che sono vere anche se non è possibile dimostrarlo). Bateson affronta il tema dei limiti di forma e sostanza e dei limiti della conoscibilità dettati, a loro volta, dai limiti del linguaggio naturale umano che, essendo un sistema ricorsivo, organizza il pensiero in modo infinito, giocando su un sistema di regole finite. Questo sistema ricorsivo del linguaggio sembra produrre in modo “frattale” e ricorrente un dialogo senza termine tra modalità opposte di strutturazione del processo conoscitivo anche dal punto di vista sociale, poiché il diverso modo di procedere linguisticamente, determina il diverso modo di organizzarsi socialmente. In questo senso, riprendendo il pensiero di un altro grande studioso, Abbot, potremmo dire che non esiste una conoscenza sociale scientifica sistematica, assiomatica, universale in senso formale. Esiste solo una conoscenza universale che emerge dall’accomodamento, dal conflitto (…) una conoscenza universale che offre ponti provvisori tra conoscenze locali piuttosto che mappe sistematiche che li negano, una conoscenza universale che punta, come lo ius gentium, a permettere lo scambio tra genti che differiscono in modo sostanziale2.
Allora, forse, la vita intellettuale e creativa di una mente ha un carattere “frattale”. Il termine frattale deriva dal latino fractus che significa interrotto. Nelle scienze la parola frattale indica un oggetto di forma in apparenza irregolare, la cui caratteristica essenziale è quella di ripetere, in ogni sua
Secondo Bateson qualsiasi sistema vitale tende al disordine piccola parte, l’immagine dell’oggetto intero. Allo studio matematico di questa proprietà di autosomiglianza (self–similarity) degli oggetti – sia esso una montagna, una costa, una nuvola, o una struttura molecolare – è dedicata una specializzazione del sapere chiamata geometria dei frattali.3 Ciò significa che la conoscenza è un continuum frattale che procede all’infinito. Per esempio, partendo da una conoscenza interpretativa– narrativa–emergentista–contestualizzata–situata si può arrivare a un sapere positivo–analitico–individualista–non contestualizzato. Forse il modo di conoscere è frattale, perché il linguaggio naturale che ci permette di conoscere è frattale? Allora è frattale anche la creatività perché il suo processo ricorsivo parte da una regola e conduce alla sua anti–regola!
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1. Un metalogo è una conversazione su un argomento problematico. Bateson utilizza il modello del metalogo per instaurare un dialogo tra uomo e natura, si tratta di un canovaccio creativo che procede maieuticamente come le tecniche socratiche, simulando un procedimento dialettico che è poi il rapporto che l’uomo ha sempre avuto con se stesso e l’ambiente. Forse Ambiente e Uomo sono stati la prima “coppia creativa” ante-litteram. Il metalogo citato si trova in G. Bateson, Verso un’ecologia della mente, Adelphi, Milano, 2004, p. 33. 2. In A. Abbott, I metodi della scoperta, Bruno Mondadori, Milano, 2007, XIII, nota del curatore Marco Santoro. 3. In A. Abbott, op. cit., p. XVII, nota del curatore.
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norme&leggi » di Filippo Paolini
Lo stabilimento FIAT di Pomigliano d’Arco
C’era una volta il diritto del lavoratore... I casi di Pomigliano e Mirafiori hanno posto l’attenzione sulle mutazioni in atto nell’ambito delle relazioni industriali
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omigliano e Mirafiori sono i nomi di due storici stabilimenti della FIAT ma, oggi, sono diventati l’icona emblematica delle telluriche mutazioni in atto nell’ambito delle relazioni industriali. “Giornata storica”, “svolta epocale”, “nulla sarà più come prima”, sono tra gli slogan più ricorrenti con cui l’opinione pubblica, con sfumature ottimistiche o da catastrofe, ha enfatizzato gli accordi firmati tra la FIAT e la maggior parte delle Organizzazioni Sindacali (tutte meno la Fiom CGIL), con il benestare della maggioranza dei lavoratori addetti negli stabilimenti. Sui contenuti degli accordi si è scritto e parlato molto e, pertanto, in questa sede, anche per ragioni di spazio, mi limiterò a mettere luce su due dei punti che maggior interesse hanno ingenerato nell’ambito del diritto del lavoro e del diritto sindacale. Partiamo dall’assenteismo, dalle assenze per malattia. L’accordo di Pomigliano ha previsto che “per contrastare forme anomale di assenteismo che si verifichino in occasione di particolari eventi non riconducibili a forme
epidemiologiche… nel caso in cui la percentuale di assenteismo sia significativamente superiore alla media, viene individuata quale modalità efficace la non copertura retributiva a carico dell’azienda dei periodi di malattia correlati al periodo dell’evento”. In proposito, è stato posto in risalto lo “strano” fenomeno dei picchi di assenza per malattia, ad esempio, in occasione di partite di calcio infrasettimanali. Nello stabilimento piemontese, invece, facendo salvi ricoveri ospedalieri e comunque gravi patologie, laddove i dipendenti si assentino per malattie di durata non superiore a 5 giorni, che precedono o seguono festività, ferie o riposo settimanale, ripetute oltre due volte nell’arco dell’anno, dal terzo episodio non verrà riconosciuto il trattamento economico a carico dell’azienda per il primo giorno di assenza. Questo meccanismo si applicherà soltanto se, entro il prossimo mese di luglio, il dato medio di assenteismo per malattia non sarà sceso sotto il 6%. In entrambi i casi, quindi, viene prevista una penalizzazione retributiva per contrastare i possibili abusi che, in teoria, possono celarsi dietro un mal di
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norme&leggi
testa o un mal di schiena che dura un giorno o poco più. Escluso che si possa parlare nel caso di specie di contrasto con la legge, sostanzialmente ci troviamo dinanzi alla reintroduzione della “carenza malattia”, vale a dire ad una previsione contrattuale che conosce antenati illustri nella tradizione della contrattazione collettiva in Italia (anche se da molti anni era stata messa da parte). Il contrasto, invece, si porrebbe con il contratto collettivo dei metalmeccanici, ma è fuor di dubbio che la contrattazione di secondo livello, o aziendale, possa validamente derogare il contratto nazionale. Il secondo punto riguarda le conseguenze della violazione dell’accordo, in relazione alle quali si è invocato il tradimento della Costituzione. La clausola incriminata (clausola di responsabilità) è identica per entrambi gli accordi ed, in virtù di questa, i sindacati devono astenersi da “comportamenti idonei a rendere inesigibili il diritto di sciopero può essere le condizioni concordate per “regolamentato” dalle organizzazioni la realizzazione del piano” e, sindacali con effetti direttamente quindi, niente sciopero o altra forma di agitazione convincolanti per i lavoratori? tro i contenuti dell’accordo Il dubbio, come spesso accade, firmato, pena la risoluzione potrà trovare una soluzione automatica dello stesso ed il venir meno delle condizioni di solo in un aula giudiziaria miglior favore in tema di permessi sindacali previste dalla contrattazione, nazionale ed aziendale. Tale meccanismo vale anche a livello individuale e, pertanto, la risoluzione automatica dell’accordo si applica anche per i singoli lavoratori che violano l’accordo, con l’aggiunta della previsione di un’espressa ipotesi di mancanza disciplinare. È fuori dubbio che si tratti di un classico patto di “tregua sindacale” (assunzione dell’obbligo di non scioperare in relazione ai contenuti dell’accordo) che, in se e per sé, è pacificamente legittimo. I dubbi, tuttavia, si sono appuntati sugli effetti che inciderebbero direttamente nella sfera giuridica dei singoli lavoratori, i quali in definitiva vedrebbero limitata la prerogativa individuale sancita dall’art. 40 della Costituzione. In altre parole: il diritto di sciopero può essere “regolamentato” dalle organizzazioni sindacali con effetti direttamente vincolanti per i lavoratori? Il dubbio, come spesso accade, potrà trovare una soluzione definitiva – probabilmente - solo in un aula giudiziaria
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Qualità dell’energia: urge intervenire! È necessario agire subito per salvaguardare e non danneggiare il nostro territorio
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entre mi accingevo a scrivere queste righe ho letto che, a seguito delle nevicate, si sono avuti numerosi danni alla rete elettrica. In questa regione, nella quale la caduta della neve non è un evento eccezionale, come può una nevicata creare tanti problemi? Per capire se ciò che è successo avviene in regioni con caratteristiche analoghe sono andato a vedere le statistiche elaborate a livello nazionale e riportate in Fig. 1: sotto forma di istogrammi, viene riportata la percentuale di utenti in MT (in pratica quasi tutte le attività industriali) peggio serviti negli anni dal 2006 al 2009. La Valle d’Aosta, ad esempio, non ha praticamente avuto interruzioni lunghe. In modo altrettanto tranquillo hanno potuto lavorare le aziende di Lombardia, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. I dati analizzati evidenziano un divario tra le regioni citate e l’Abruzzo così netto da permettere di ipotizzare, nella nostra regione una minore affidabilità della rete di trasporto e di distribuzione dell’energia. C’è di più: il confronto con una regione molto vicina e molto simile (Molise) ci vede molto penalizzati. Cerchiamo allora di capire quali sono le zone più colpite dalle interruzioni utilizzando una carta della Regione (Fig.2) con indicati i disservizi lamentati negli ultimi 16 mesi. Ma andiamo più avanti: vediamo nella Figura 3 i comuni più sfortunati. Dirigere un’impresa in questi comuni è come guidare un’auto che, senza alcun preavviso, mentre corre in autostrada, spegne il motore: si è già fortunati se si riescono ad evitare danni alle persone. Subentra, nel responsabile della struttura, uno stato d’ansia continuo: non è più sicuro di poter rispettare le consegne, non è più sicuro di poter avere costi certi di produzione e non sa mai se le sue macchine ed il suo personale usciranno indenni dal prossimo disturbo. Spesso l’esasperazione porta a pensare di spostare l’attività in un altro luogo con una migliore qualità
Figura 1: percentuale di clienti MT peggio serviti in relazione alle interruzioni senza preavviso lunghe di responsabilità delle imprese distributrici e imprese interconnesse. Analisi regionale anni 2006-2009
dell’energia. Le conseguenze sono facilmente immaginabili. Dobbiamo agire subito se vogliamo ridare serenità e non danneggiare il territorio partendo da un’analisi dettagliata delle infrastrutture elettriche nelle zone più colpite dai disservizi. Occorre verificare se: 1. i componenti delle reti sono adeguatamente dimensionati; 2. la manutenzione è eseguita regolarmente; 3. la potenza di corto circuito è sufficiente per reagire ai disservizi; 4. la rete MT è magliata o in antenna; 5. la lunghezza delle linee può essere ridotta per diminuire la probabilità di guasto a terra; 6. è possibile riservare delle barre alle sole attività industriali. A questo punto sembrerebbe che le colpe siano tutte dei produttori e distributori d’energia. Non è così: una parte importante delle colpe dei disservizi può essere tranquillamente attribuita agli utenti. Per questo gli utenti, nel loro interesse, dovrebbero controllare se: 1. hanno verificato periodicamente i loro impianti;
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energia Figura 2 - Localizzazione dei disturbi lamentati nei vari comuni (i numeri riportati indicano il totale delle segnalazioni pervenute al 30/12/2010)
Figura 3 - Numero dei disturbi lamentati nei vari comuni in funzione del tipo.
2. li hanno messi a norma come da Delibera dell’AEEG n.333/07, art.33 (utenti MT) ; 3. hanno redatto ed inviato la dichiarazione di adeguatezza (utenti MT). Alla mancata redazione di quest’ultimo documento è legata una pesante penale (di alcune migliaia di € l’anno) nota come CTS, che molti pagano senza sapere che può non essere pagata (vedere a tal proposito l’articolo di cui al seguente link http://www.trovaenergia. it/joomla/articoli/qualita/23-impianti-mt-perche-econveniente-adeguarli-anziche-pagare-le-multe.html). Voglio chiudere con un documento proveniente da
un’azienda di non grandi dimensioni che ha già subìto il dramma del terremoto del 2009. La sua fonderia, nel 2010, per le interruzioni, senza preavviso, dell’energia elettrica, si è fermata sei volte generando un danno stimato in € 127.721. È solo uno dei tanti documenti che ricevo come sintesi del famoso “conteggio dei danni” che l’imprenditore avvia alla fine di ogni disservizio sulla rete. Vorrei che anche la Pubblica Amministrazione riflettesse su questa tabella quando deve rilasciare le autorizzazioni per la realizzazione delle infrastrutture elettriche e cercasse di ridurre i tempi della burocrazia
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FONDERIA DATA E ORA
30/03/2010 12:45
CAUSA
Black Out
24/04/2010 0:00
Black Out
25/05/2010 8:20
Sbalzo Corrente
CONSEGUENZA
Fermo Linea 2
Fermo Linea 2 Linea 1
Fermo Linea 1 22/06/2010 11:45
Black Out
Fermo Linea 2
5/09/2010 21:00
1/12/2010 14:10
Black Out
Black Out
Fermo Linea 1
Fermo Linea 2
DANNO
Costo Unitario Fermo
Totale
Mancata produzione per 6,00 ore
€ 1.700
€ 10.200
Rottame per Kg 1.675
€1
€ 1.676
Rottame per ripartenza linea Kg 670
€1
€ 670
Rottura Tip
€ 1.500
€ 1.500
Mancata produzione per 6,00 ore
€ 1.700
€ 10.200
Rottura Tip
€ 1.500
€ 1.500
Rottame per Kg 1.050
€1
€ 1.050
Taglio anticipato Coil a Kg 4.460
€ 500
€ 500
Rottamato Coil a Kg 3.115
€1
€ 3.115
Mancata produzione per ore 23 per ripartenza e ripristino linee
€ 1.700
€ 39.100
Scarto per ripartenza linea per Kg 3.730
€1
€ 3.730
Rottura Tip
€ 1.500
€ 1.500
Taglio anticipato Coil a Kg 7.160
€ 500
€ 500
Mancata produzione per ore 16 per ripartenza e ripristino linee
€ 1.700
€ 27.200
Scarto per ripartenza linea per Kg 1.320
€1
€ 1.320
Rottura Tip
€ 1.500
€ 1.500
Mancata produzione per 8 ore
€ 1.700
€ 13.600
Scarto per ripartenza linea per Kg 1.660
€1
€ 1.660
Rottura Tip
€ 1.500
€ 1.500
Taglio anticipato Coil a Kg 4.580
€ 500
€ 500
Mancata produzione per 1 ora per ripartenza e ripristino linea
€ 1.700
€ 1.700
Scarto per ripartenza linea per Kg 2.000
€1
€ 2.000
Rottura Tip
€ 1.500
€ 1.500 € 127.721
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I PRIMI NEL 4X4.
ricerca&innova ione » di Luciano Fratocchi
La certificazione Halal:
un’opportunità per l’industria
alimentare abruzzese
Per soddisfare la clientela di fede mussulmana, l’azienda agroindustriale deve ottenere questa apposita certificazione, che viene rilasciata solo da enti accreditati dalle autorità religiose mussulmane
I
processi di globalizzazione dei mercati e la multi-etnicità delle moderne società occidentali possono costituire un’opportunità per le aziende agroindustriali, non solo in termini di esportazione, ma anche per le vendite sul mercato interno. In tal senso, appare sempre più rilevante l’importanza delle comunità di fede islamica nelle principali città italiane, così come in molte aree industriali del Paese, inclusi alcuni territori della nostra regione. Tra le diverse comunità etniche presenti in Italia, un ruolo preminente è rappresentato dai migranti di fede mussulmana, la cui religione impone l’assoluto divieto di alcuni cibi e bevande (quali gli alcolici e carne suina), ma anche rigidi disciplinari di produzione. Indicativo, ad esempio, il caso della macellazione della carne che richiede il totale dissanguamento dell’animale prima dell’uso delle sue carni. Allo stesso tempo, bisogna assicurare al cliente che anche le fasi pre- e post- produzione non siano portatrici di “inquinamento”, come per esempio potrebbe avvenire utilizzando nelle fasi di sanificazione degli impianti disinfettanti che contengano alcol. Per dare certezze alla clientela di fede mussulmana – sia sul mercato nazionale sia su quello internazionale – l’azienda agroindustriale deve quindi ottenere un’apposita certificazione – definita halal (che in arabo significa “lecito”), rilasciata solo da enti accreditati dalle autorità religiose mussulmane. Tale certificazione
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ricerca&innova ione
riguarda i singoli prodotti dell’azienda e viene rilasciata solo dopo un approfondito audit che focalizza l’attenzione sull’intera catena di produzione del prodotto, dalle materie prime alla logistica in uscita (per approfondimenti, si può consultare il sito www.halalitaly.org). L’opportunità di una simile certificazione è ampliamente dimostrata da alcune evidenze numeriche: a) nella sola Europa, si stima che siano 25 milioni i clienti di prodotti halal; b) in Francia le vendite di questi prodotti nel 2010 sono state pari a 5,5 milioni di euro, in crescita del 22,2% rispetto al 2009; c) la popolazione mussulmana in Italia è stimata in 2 milioni di persone, per un fatturato annuale complessivo dei prodotti in parola di circa 2,5 milioni di euro; d) a livello nazionale sono presenti circa cento macelli accreditati halal, pari ad un quinto di quelli che hanno ottenuto la certificazione CE. In Italia, l’opportunità derivante da questo target di clientela – che cresce rapidamente a seguito dei fenomeni di immigrazione e che continuerà a crescere in maniera rilevante con il radicamento delle seconde generazioni nel nostro paese – è stata per molto tempo appannaggio di piccoli imprenditori stranieri di fede islamica, con una netta prevalenza della comunità marocchina. Più recentemente, i prodotti halal hanno attratto l’attenzione della GDO, come dimostrano i casi di Carrefour, Auchan e Coop Tirreno. Recentemente, anche alcune aziende italiane hanno deciso di dotarsi della certificazione in parola, tra questi assume particolare rilevanza il caso della sarda La Genuina di Ploaghe, in provincia di Sassari. L’azienda da anni produce salumi a base di carne ovina e caprina e nel 2009 ha conseguito un fatturato di 1 milione di euro. Nell’anno appena trascorso, l’azienda ha investito 15 milioni di euro nella
creazione di un nuovo stabilimento che consentirà, già da quest’anno di quintuplicare il fatturato annuale. Ancor più sostanziose sono però le opportunità che la certificazione halal – per il cui ottenimento è necessario un investimento ampliamente alla portata delle piccole e medie imprese – offre in termini di internazionalizzazione. In quest’ottica un interessante esperienza è quella recentemente maturata dalla Richetti Spa – azienda siciliana che ha rilevato i due stabilimenti teramani dall’ex Gruppo Malavolta. A tempo di record – appena tre settimane – l’azienda è riuscita ad ottenere la certificazione halal, uno step fondamentale nell’ambito di una più complessiva strategia di internazionalizzazione portata avanti da l d i re t t o re I prodotti halal commerciale hanno attratto Mario Orlando, l’attenzione della GDO, strategia che vede nei paesi come dimostrano arabi un target i casi di Carrefour, di fondamentale Auchan e Coop Tirreno importanza. Ed i risultati non si sono fatti attendere! Mentre questo articolo va in stampa, la Richetti Spa – superati severissimi test di prodotto – è tra le finaliste della gara promossa da una primaria compagnia aerea internazionale per la fornitura quinquennale di pizza surgelata per i pasti a bordo della clientela di fede mussulmana. Inoltre, dal 27 Febbraio al 2 Marzo, l’azienda sarà presente al Dubai Gulfood 2011 (www. gulfood.com), l’evento più importante nel settore del food & beverage dei mercati arabi, con 3.500 espositori e 55.000 buyer provenienti da 152 paesi
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prima parte
gestione d’impresa » di Massimiliano Pian
Ottimizzare gli approvvigionamenti Riflessioni sulle opportunità di miglioramento del processo di approvvigionamento per ottenere risparmi ed efficacia
L
a gestione degli approvvigionamenti, o per dirla in modo più completo ed organico del “ciclo passivo”, presenta significative opportunità di miglioramento, sia in termini di risparmio economico che di efficacia del processo, oggi ai primi posti nell’agenda dell’imprenditore. Dal rapporto sulle PMI del 2009 realizzato per il Centro Studi di Unioncamere emerge evidente che l’attenzione alla riduzione dei costi è di vitale importanza per le imprese. Alla domanda “Quali sono le leve su cui le aziende interverranno per contrastare gli effetti della crisi?”, al primo posto, con oltre il 30% delle risposte ottenute, si posiziona la “Riduzione delle spese esterne”, seguita con il 20% dalla “Qualità”.
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comunico.aq.it
18 Marzo Arrivo a Roccaraso e sistemazione in hotel. Visita del paese ed aperitivo. Cena conviviale informale seguita da una serata di divertimento.
19 Marzo L’inizio dei lavori è previsto per le ore 9.30. Ai saluti istituzionali ed all’intruduzione seguiranno due tavole rotonde. Nella prima tavola rotonda giovani imprenditori provenienti da storiche aziende del tessuto economico nazionale racconteranno come la propria impresa ha vissuto il passaggio generazionale. I lavori riprenderanno dopo la pausa pranzo con una seconda tavola rotonda dedicata alla politica, che vedrà invece tra i protagnisti esponenti della politica nazionale e regionale.
20 Marzo Giornata libera da dedicare allo shopping, alle escursioni, allo sci, al relax nel centro benessere dell’hotel convenzionato.
gestione d’impresa
In sintesi la strategia emersa dall’indagine che le PMI intendono perseguire si sintetizza in 4 punti: • Razionalizzazione dei costi • Riduzione delle spese • Rinvio degli investimenti non strategici • Rinegoziazione dei debiti con le banche Intervenire sull’ottimizzazione degli approvvigionamenti diventa, quindi, di vitale importanza: possiamo distinguere due macro categorie di approvvigionamento e vedere per ciascuna quali benefici si possono ottenere: • Acquisti “non core”: si tratta di tutto ciò che è residuale rispetto al processo produttivo, sono cioè materiali e servizi che servono al funzionamento dell’infrastruttura dell’impresa; si tratta prevalentemente di beni definiti “commodity”, ossia offerti senza particolari differenze qualitative (cioè il prodotto è lo stesso indipendentemente da chi lo produce). • Acquisti “core”: si tratta dei materiali e delle prestazioni che entrano nel “cuore” del prodotto o del servizio erogato dall’impresa; spesso si tratta di materiali e componenti realizzati su disegno, che seguono direttamente le specifiche fornite dall’acquirente. Acquisti “non core”. Questa categoria di acquisti, per il fatto che è residuale rispetto al business dell’impresa viene spesso trascurata, mentre offre significative e concrete possibilità di ottenere buoni benefici economici. Spesso l’approvvigionamento di materiali e servizi complementari non ha una struttura organizzativa dedicata che ha come obiettivo quello di analiz-
zare le diverse offerte sul mercato, elaborare analisi sui fornitori, aggiornarsi sulle novità disponibili; gli acquisti vengono effettuati spesso in continuità con il passato, rinnovando e riproducendo di volta in volta le medesime condizioni contrattuali e di prezzo, che spesso sono elaborate dai fornitori stessi e proposte alle imprese acquirenti. Anche in questo caso, esistono società specializzate, in grado di fornire un servizio estremamente mirato e focalizzato sui benefici economici che si possono ottenere attraverso riformulazioni del contratto, una selezione più ampia del parco fornitori, modalità innovative di accesso ad un materiale o ad un servizio. L’intervento si traduce in un reale aiuto alle imprese per migliorare la redditività attraverso l’ottimizzazione dei loro costi non strategici rispetto ai loro reali bisogni e alle loro necessità operative, attraverso: • la massimizzazione del rapporto “qualità/prezzo”; • l’identificazione delle possibilità di miglioramento dei processi di acquisto; • il monitoraggio delle performance dei fornitori attraverso l’implementazioni di consistenti indicatori. L’approccio è quello di proporsi come consulente dell’impresa che viene remunerato solo in base agli effettivi risultati e benefici ottenuti: in questo modo, oltre a garantire il massimo dell’impegno e della serietà nello svolgimento del lavoro, si preserva l’imprenditore da qualsiasi rischio economico derivante dal mancato raggiungimento di un effettivo risparmio
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credito&finan a » a cura della redazione
Banca dell’Adriatico: 600 milioni per il rilancio delle Pmi abruzzesi Nuovo accordo tra Confindustria Pescara, Confindustria Chieti e Banca dell’Adriatico per la crescita delle imprese, l’internazionalizzazione e l’innovazione
I relatori dell’incontro “Crescere Insieme alle Imprese, Finanza, Innovazione, Internazionalizzazione”
E
nrico Marramiero, presidente di Confindustria Pescara, Paolo Primavera, presidente di Confindustria Chieti, e Dario Pilla, neo direttore generale di Banca dell’Adriatico, hanno sottoscritto un importante accordo in cui si mettono a disposizione finanziamenti per 600 milioni di euro per assistere le pmi industriali abruzzesi. L’accordo conferma e prolunga gli strumenti del patto firmato nel 2009, come la linea di credito aggiuntiva per la gestione degli insoluti, i programmi di ricapitalizzazione per il rafforzamento patrimoniale, l’allungamento fino a 270 giorni delle scadenze a breve termine e il rinvio rate su mutui e leasing. Attraverso questi strumenti si è potuto dare, in 12 mesi, un riscontro positivo a oltre 1.300
» foto di Giuseppe Ciavattella
Dario Pilla direttore generale di Banca dell’Adriatico ed Enrico Marramiero presidente di Confindustria Pescara
richieste a livello locale. L’intesa permetterà inoltre di valorizzare nuovi strumenti diagnostici e di simulazione studiati per agevolare il dialogo tra clienti e banca e per facilitare la bancabilità di aziende e progetti, anche alla luce dei requisiti di Basilea, con la possibilità di migliorare il rating e quindi la capacità di credito delle imprese. Gli strumenti di autodiagnosi sono stati illustrati ai numerosi imprenditori presenti nella sala Orofino di Confindustria Pescara per ascoltare i firmatari dell’accordo. I 600 milioni di euro di plafond messi a disposizione da Banca dell’Adriatico, sono specificamente destinati a interventi e investimenti in tre ambiti strategici: la crescita dell’impresa, l’internazionalizzazione e l’innovazione. Attraverso lo sviluppo
di iniziative volte a migliorare i parametri patrimoniali e la cultura creditizia delle imprese, promozione delle reti d’impresa e delle sinergie territoriali; lo sviluppo di nuove strategie sui mercati esteri attraverso il supporto operativo in 40 paesi nel mondo e le consulenze specialistiche del polo per l’internazionalizzazione del Gruppo e con il finanziamento e sviluppo di programmi di ricerca, acquisizione di nuove tecnologie, raccordo tra banca, impresa e università
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www.puzzle.it Adecco Italia S.p.A. (Aut. Min. Prot. N. 1100-SG del 26.11.2004).
Leader mondiale nei servizi HR Adecco è il Gruppo n° 1 in Italia specializzato nella gestione delle risorse umane. Grazie a un’offerta completa di servizi, che include il temporary staffing, l’outsourcing, il permanent placement, l’outplacement, la formazione e la consulenza, Adecco è in grado di rispondere alle esigenze di ogni azienda. In Italia opera attraverso un team di 1700 professionisti e un network di 400 uffici capillarmente distribuiti su tutto il territorio nazionale. Adecco Avezzano Industrial Via Trento, 56 - Tel. 0863.41.58.55 Adecco Chieti Industrial Via T. Scaraviglia, 102 - Tel. 0871.55.20.74 Adecco L’Aquila Industrial Via Strinella, 12/e - Tel. 0862.41.92.58 Adecco Lanciano Industrial Corso Bandiera, 93 - Tel. 0872.72.40.18 Adecco Nereto Industrial Piazza Marconi, 16/17 - Tel. 0861.80.80.02 Adecco Ortona Industrial Via della Libertà, 74/76 - Tel. 085.906.83.60
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la terra di piero
idee per lo sviluppo delle aree interne » di Piero Carducci*
2010, un anno perso per la ricostruzione
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ensazione diffusa tra noi aquilani è che il 2010 sia stato un anno perso per la ricostruzione vera, quella del centro storico e delle abitazioni gravemente danneggiate. Il modello di “governance multilivello” non funziona. I soggetti istituzionali coinvolti non dialogano e se dialogano non si capiscono. Ordinanze barocche e confuse confliggono spesso con le leggi ordinarie che stabiliscono gli ambiti di competenza locali. Alcuni politici irresponsabili cavalcano poi lo scontento ed hanno gettato il terremoto in politica, in vista di prossimi appuntamenti elettorali. Il Comune non ha dimostrato di essere in grado di gestire le mille complessità connesse al processo della ricostruzione. Le polemiche inutili ed i conflitti paralizzanti sono all’ordine del giorno e, come se non bastasse, siamo caduti nelle paludi micidiali di una burocrazia ottusa ed arrogante. Dopo quasi due anni dal terremoto la ricostruzione pesante non è neppure iniziata. Tra i giri di valzer di ordinanze, Fintecna, ReLuis, Cineas, commissari e Comune, è stato complicato e rallentato tutto fino al grottesco e all’esasperazione di cittadini che non sanno neppure se i loro quartieri saranno riedificati o no, e come saranno riedificati (come l’ampia zona intorno a Piazzale Paoli o intere zone del centro). Ognuno procede per la propria strada, senza un coordinamento, e si rincorrono iniziative estemporanee ed illusorie come quella del Consiglio comunale sulla “ricostruzione a croce”. La situazione è francamente inaccettabile. Per snellire le procedure, abbattere le rendite di posizione, eliminare circuiti burocratici clientelari ed inutili, non bastano le quotidiane conferenze stampa. Oc-
corre recuperare la stella polare dell’interesse collettivo. Occorre leadership, determinazione, forza di carattere, capacità di contrastare gli interessi di bottega delle mille corporazioni italiane. Questo andazzo di lungaggini e burocrazia non può continuare. Si prefigurano tempi che L’Aquila non può permettersi, pena l’irrecuperabile e definitiva decadenza. Le lungaggini hanno cause note. Le conseguenti ricette sono condivise, ed occorre operare subito un quotidiano coordinamento dei troppi “decisori” ed una drastica semplificazione delle procedure e dell’architettura delle ordinanze e direttive. Ed invece tutto procede confusamente nella ricostruzione aquilana. Ma forse, più propriamente si dovrebbe dire che il sisma aquilano sta mettendo in luce tutti i mali della burocrazia e la confusione che c’è in Italia sulle tematiche delle costruzioni edilizie e delle leggi urbanistiche. Occorre una legge speciale per la ricostruzione, un corpus giuridico snello da usare specificatamente per il sisma aquilano, e dotare questa legge di risorse certe. Certamente occorre maggior chiarezza dei ruoli e consapevolezza delle responsabilità che si assumono, e questo deve valere anche per la corporazione dei tecnici. Molti aquilani sono sfiduciati, stanchi, depressi, fatalisti. Si auspicano soluzioni nuove, per quanto ingenue e confuse, e personalità carismatiche che abbiano la forza di penetrare il muro di gomma della burocrazia. Il tempo s’è fatto breve, e la ricostruzione vera deve partire subito, se non vogliamo essere Belice invece che Friuli. Occorrono fatti, azioni, evidenze. Quando li avremo, riavremo pure la forza sufficiente per prestare di nuovo fiducia
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* Economista
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Impianto fotovoltaico realizzato su pensiline con potenza di 600 kWp
ARGON ENERGIA: UNA FONTE INESAURIBILE DI OPPORTUNITÀ FOTOVOLTAICO, EOLICO, IDRICO E BIOMASSE; IMPIANTI RESIDENZIALI E INDUSTRIALI. PROGETTI SU MISURA PER IL MONDO DELL’AGRICOLTURA E MOLTO ALTRO ANCORA
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RGIA
ORAZIONE CON ARGON ENE
» REDAZIONALE IN COLLAB
I
l 2010, l’anno del fotovoltaico, è tramontato e ha lasciato dietro di sé i suoi frutti: un giro di affari riconducibile, soprattutto, a impianti ad energia solare chiavi in mano per le industrie. Ma nel 2011, Argon Energia è pronta ad ampliare il suo raggio d’azione perché, come afferma il fondatore ed amministratore Giacomo Ortolano, «bisogna rispondere alle principali richieste del mercato, senza mai perdere di vista gli obiettivi per il futuro». Nel sito della società, www.argonenergia.com, si legge “non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” ed Argon Energia dove andare lo sa. L’azienda nasce circa 3 anni fa e da allora si specializza su due fronti, il “working for ed il working on”, con un raggio che comprende ogni forma di energia rinnovabile. “Working for”: Impianti chiavi in mano ad energia rinnovabile per industrie, famiglie e pubbliche amministrazioni. “Working on”: Sviluppo progetti per la realizzazione di sistemi di produzione di energia alternativa in collaborazione con importanti player nazionali. Ne sono un esempio i due siti eolici in sviluppo, gli impianti a biomasse dedicati ai residui della lavorazione della vite e gli impianti a biogas realizzati appositamente per le aziende agricole. E non solo. Argon Energia sta cercando di seminare una nuova visione delle rinnovabili all’interno del mondo dell’agricoltura: Argon Agro. «Non intendiamo tappezzare i terreni di impianti – dice Ortolano - ma vogliamo che gli imprenditori agricoli colgano i vantaggi derivanti dalle fonti di energia rinnovabile. La normativa di riferimento sta ponendo diversi vincoli, alcuni di essi anche appropriati, ma siamo convinti che le opportunità offerte dall’utilizzo di risorse alternative rimarranno tali per il futuro».
Ben visibile l’impronta commerciale dell’azienda: da Roma e Milano, dove sono localizzate le altre due sedi, quella principale è a Pescara, si snoda una rete di contatti che copre gran parte dell’Italia e molti siti all’estero. Esempi di impianti chiavi in mano si vedono non soltanto nell’Italia centrale, ma anche in Piemonte, Lombardia e Puglia, mentre le attività di sviluppo progetti per la realizzazione di grandi impianti si incontrano soprattutto all’estero, grazie alla preziosa collaborazione con la Pem Group. Polonia, Bulgaria, Romania, Serbia, Ungheria, Repubblica Ceca ed Egitto sono i paesi che hanno mosso, nel 2010, i primi passi verso una nuova progettualità firmata Argon. «Una cosa a cui teniamo particolarmente è l’ambito dell’efficientamento energetico. Per questo motivo stiamo cercando di sensibilizzare il mondo industriale sul tema del risparmio. Con l’efficientamento abbiniamo all’alternativa energetica una reale riduzione dei consumi. Nel momento in cui ci sarà un’effettiva ripresa economica – conclude Ortolano - ci piacerebbe aver accompagnato i nostri clienti ad un consumo efficiente ed intelligente delle risorse a disposizione. Il nostro scopo principale è rendere i nostri interlocutori consapevoli di una scelta importante, a tutto beneficio della propria realtà e di quella dell’ambiente»•
CHI È GIACOMO ORTOLANO Ha 31 anni, laureato in Economia Aziendale alla Bocconi di Milano, Giacomo ha compiuto esperienze professionali in: Sorgenia, DNT Off Shore, Ernest&Young. Attualmente è vice presidente di Confindustria Pescara Sezione Energia.
Impianto a biogas di potenza 1 MW
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EURO PONTAC,
INNOVAZIONE E SICUREZZA L’AZIENDA PESCARESE CHE HA COMPIUTO DA POCO 30 ANNI, È SPECIALIZZATA NEL MONTAGGIO E NOLEGGIO DEI PONTEGGI. OGGI È FORTEMENTE IMPEGNATA NELLA RICOSTRUZIONE POST SISMA NELLA PROVINCIA DELL’AQUILA
L’
Aquila, Coppito, Paganica, Fossa, Pettino… comuni del territorio aquilano uniti da una triste sorte: sono stati colpiti dal sisma che il 6 aprile 2009 cambiò la fisionomia a una vasta zona dell’Abruzzo. Ma per fortuna, sono accomunati anche dalla possibilità di “rinascere”, grazie al qualificato contributo della ditta Euro Pontac, azienda specializzata che da più di trenta anni fornisce ed installa ponteggi di varie tipologie e che dal 1996 realizza tagli e carotaggi del cemento armato. Un know how indispensabile per poter operare in maniera qualificata in un contesto così delicato come quello dei cantieri della tristemente nota zona
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rossa. Edifici pubblici e privati, luoghi di culto e immobili di vario genere, con ponteggi installati per una superficie di circa 30.000 mq, che rappresentano gli attuali cantieri di Euro Pontac, tra cui spicca la Basilica di San Bernardino nel centro della città dell’Aquila. La particolare situazione strutturale della cupola della Basilica di San Bernardino, non idonea a sopportare i carichi derivanti dal peso dei ponteggi, ha imposto alla ditta di optare per scelte tecniche non convenzionali per la messa in sicurezza. All’esterno della cupola è ben visibile un complesso ponteggio, del tipo multidirezionale, che sembra sfidare la forza di gravità, solo l’esperienza maturata nel settore e la propensione all’in-
C
ORAZIONE CON EUROPONTA
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novazione hanno permesso alla ditta di effettuare un simile allestimento. Basti pensare che per coprire l’intera volumetria esterna alla Cupola della Basilica, (pari a 35.000 metri cubi di ponteggio), i tecnici hanno invertito, in alcune zone, le classiche procedure di montaggio, che prevedono l’installazione dal basso verso l’alto, partendo dalla sommità della cupola, con installazione dello stesso scendere verso il basso. E non sono meno semplici i ponteggi della navata centrale, 50 metri di lunghezza ed altezza del piano di lavoro a sbalzo di 18 metri, così come quelli all’interno della cupola lesionata, realiz-
La Basilica di San Bernardino nel centro della città dell’Aquila
zati per l’accesso a tutte le zone di lavoro, con piano di lavoro a sbalzo posto ad un’altezza di 26 metri e quelli che si innalzano per i successivi piani di lavoro, a rastremare, seguendo l’inclinazione della cupola sino al raggiungimento della quota di 38 metri. Misure forse poco comprensibili per i non addetti ai lavori, ma che, tuttavia, lasciano intuire che il compito dell’Euro Pontac è stato assai complicato. Altro cantiere di rilevanza, che ha presentato notevoli difficoltà logistiche di approvvigionamento dei materiali, data la sua l’ubicazione, e difficoltà derivanti dalla conformazione della struttura provvisoria da eseguire (partenza ristretta e sbalzo perimetrale per proteggere la zona di lavoro sul tetto), è l’edifi-
cio dell’ente pubblico ubicato su Corso Federico II. L’installazione è stata curata sin dalla primissima fase di progettazione dall’Euro Pontac e tecnicamente è stata realizzata con struttura mista, a telaio del tipo a portale, integrato con tubi innocenti e giunti ortogonali, per complessivi 4000 mq. Oltre alla realizzazione L’interno della Basilica delle opere descritte, la ditta ha fornito due ascensori a servizio del cantiere. Tutti accorgimenti tipici di aziende improntate a elevare gli standard qualitativi dei servizi, non a caso l’Euro Pontac è associata all’Acai (associazione costruttori acciaio italiani) aderente a Confindustria, nella sezione montatori e noleggiatori ponteggi, che raggruppa le maggiori aziende del settore, presso tutti gli ambiti, nazionali ed internazionali. La storia di Euro Pontac, iniziata nei primi anni Ottanta, sarà anche l’auspicabile e sorprendente storia della rinascita del territorio aquilano•
Due immagini dell’ente pubblico lungo corso Federico II a L’Aquila
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SOPES COSTRUZIONI: QUALITÀ FATTA AZIENDA DA 30 ANNI SUL MERCATO DELLE COSTRUZIONI CIVILI E INDUSTRIALI, GRAZIE ALLA FORZA E ALLA COSTANZA DELL’IMPRENDITORE PASQUALE PALLINI, CHE INSIEME ALLA SUA FAMIGLIA, HA RESO QUEST’AZIENDA UN FIORE ALL’OCCHIELLO DELLA NOSTRA REGIONE
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OPES COSTRUZIONI srl non è una semplice impresa edile, è molto di più, in primis uno dei punti di riferimento del mercato immobiliare abruzzese, che vanta numerose opere industriali e civili anche fuori regione, in particolare nelle Marche. SOPES COSTRUZIONI srl ha un’esperienza trentennale nell’ambito delle costruzioni di edifici di qualsiasi genere, per conto proprio o terzi, nonché una comprovata serietà nella vendita degli stessi. È un’azienda sinonimo di qualità delle opere, realizzate seguendo le ultime tecniche in materia edile per garantire alti standard qualitativi, garantendo al cliente finale un ottimo rapporto qualità/prezzo. Ma è professionalità
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e competenza, grazie ad una struttura aziendale supportata da propri uffici tecnici, amministrativi e direzionali capaci di far fronte a qualsiasi necessità costruttiva e amministrativa. SOPES COSTRUZIONI è inoltre trasparenza dei processi costruttivi e contenimento dei costi, grazie alla possibilità di potersi avvalere di mezzi propri, di operai preparatissimi, di tecnici e di figure altamente specializzate, sempre attente a fare bene il proprio lavoro e proiettate nel progetto con coinvolgimento e competenza. Nata dalla lungimiranza dell’imprenditore Pasquale Pallini, la SOPES COSTRUZIONI srl, il cui nome deriva dalle abbreviazioni delle parole “SOCIETA’ OPERE EDILI CIVILI E INDUSTRIALI”, nasce nel 1989, dopo 10 anni come ditta individuale, e da allora continua ad essere
ORAZIONE CON SOPES
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gestita con impegno e serietà dallo stesso Pasquale Pallini e dalla sua famiglia. Una lunga storia alle spalle dunque, che arricchisce ulteriormente il know-how di un’azienda che ha voglia ancora di crescere e cambiare, restando al passo coi tempi e con le attuali normative, formando sempre i suoi dipendenti, attraverso l’uso costante delle nuove tecnologie. La Sopes Costruzioni Srl vanta anche un ampio parco macchine ed attrezzature di marchi leader nel mercato (Liebherr, Komatsu, Mercedes-benz, Palfinger, Bomag, Jcb, Potain, Pilosio), scelte a seguito di continue ricerche e studi da parte del titolare Pasquale Pallini, realizzando così il miglior compromesso tra resa in opera, costi di esercizio, facilità di utilizzo e affidabilità. Ogni anno l’Azienda investe e rinnova il proprio parco macchine per mantenersi aggiornata circa le nuove tecnologie e le nuove proposte di mercato e questo la rende capace
di supportare tutti gli eventuali cambiamenti del mercato, dai più lievi a più impegnativi. Inoltre, per la propria manodopera, SOPES COSTRUZIONI si serve da anni di ditte di fiducia, professionisti di grande valore che hanno conquistato credito con opere portate a termine in modo efficiente e qualitativamente ineccepibile. Testimonianza tangibile della serietà e del modo trasparente di lavorare della SOPES COSTRUZIONI è la certificazione di qualità che l’azienda ha ottenuto per “Un sistema di gestione per la qualità conforme ai requisiti della norma ISO 9001:2000, valutato secondo le prescrizioni del documento SINCERT RT-05”. Insomma mission della SOPES COSTRUZIONI è quella di costruire seguendo le attuali normative tecniche e di sicurezza al fine di garantire elevati standard qualitativi, nel pieno rispetto delle esigenze dei propri clienti•
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CANTINE DRAGANI, UN SUCCESSO DAL 1812
RACCONTIAMO UNA DELLE AZIENDE PIÙ IMPORTANTI DEL SETTORE VITIVINICOLO ABRUZZESE, DA SEMPRE IMPEGNATA NELLA PRODUZIONE DI VINI DI ALTA QUALITÀ. CANTINE DRAGANI, ESPERIENZA E INNOVAZIONE COME CONNUBIO PERFETTO!
I
l territorio circostante alla bella Ortona è da sempre sede dei più antichi insediamenti vitivinicoli d’Abruzzo, che hanno dato alla nostra regione merito e vanto per la creazione di vini di alto pregio. Le Cantine Dragani, una delle realtà più importanti e di successo della regione, vero punto di riferimento del comparto vitivinicolo abruzzese, ne rappresentano l’esempio più emblematico, con una storia che comincia addirittura nel lontano 1812. È questa infatti la data riportata su un documento dell’epo-
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ca che autorizza Emanuele Dragani, l’allora borgomastro dei Caldari, all’esercizio di vendita dei suoi prodotti nel territorio dello stesso Comune. Così parte l’ascesa della famiglia Dragani, che già a quel tempo, possedeva i suoi agri più rinomati, come la Selva dei Canonici e la Fonte Melata, due tenute avute probabilmente in affitto dai monaci della badia di Frisa, allora Signori del territorio circostante e che hanno costituito per decenni la riserva naturale della famiglia, ovvero i luoghi dove veniva prodotto il vino personalmente usato dai Dragani.
GANI
ORAZIONE CON CANTINE DRA
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Grazia Dragani, titolare di Cantine Dragani
Uno dei vigneti delle Cantine Dragani
Seguirono anni di duro lavoro e di impegno ineguagliabile, che resero il vino dei Dragani uno dei più apprezzati e noti della zona, vari documenti, infatti, permangono a testimonianza delle attività dei vari capostipiti nel settore dei vini: per citarne alcuni, vanno ricordati quelli che dichiarano la Famiglia Dragani fornitrice ufficiale del Vescovo e dei Signori di Ortona. Poi, il periodo del dopoguerra, vede l’impareggiabile impegno di Gabriele Dragani, lungimirante imprenditore e uomo di grande tempra, scomparso nel 1999. In quegli anni i Dragani, rinnovano i vigneti e cominciano la commercializzazione dei loro vini in tutta Italia, modernizzando la cantina con l’edificazione della parte più recente della stessa. Sono gli anni della svolta, che traghettano le Cantine Dragani verso la moderna concezione del vino con un’invidiabile preparazione ed esperienza.
LE CANTINE DRAGANI OGGI
Oggi, le Cantine Dragani sono il maggior produttore ed imbottigliatore privato d’Abruzzo, oltre a rappresentare una delle aziende più dinamiche del settore, sia per produzione e crescita che per innovazioni tecnologiche e capacità distributiva dei prodotti. L’obiettivo primario di questa azienda è sempre stato quello di far conoscere e valorizzare al meglio i prodotti locali, con una sapiente lavorazione dell’uva sempre molto attenta al rispetto delle proprietà naturali della stessa e quindi alla genuinità del vino. Attraverso una efficiente rete distributi-
Enologo Renzo Tortora delle Cantine Dragani durante il suo lavoro
va e una vasta scelta di vini in bottiglia, le Cantine Dragani riescono a soddisfare anche il cliente più esigente, mentre la propensione alle innovazioni tecnologiche la rendono estremamente al passo con i tempi e in grado di avvalersi di strumentazioni altamente specifiche che seguono la produzione durante tutti i suoi passaggi. Sono questi i segreti dei suoi prodotti: l’esperienza che si abbina all’innovazione.
PREMIO GABRIELE DRAGANI
Oggi ogni grande azienda conosce l’importanza della cultura associata al proprio prodotto, e soprattutto riconosce quanto le imprese possano fare per essa, per la sua diffusione e valorizzazione. Le Cantine Dragani non potevano che pensare al grande mondo del vino e ogni biennio, in collaborazione con il Rotary Club di Ortona organizzano il “Premio Gabriele Dragani” dedicato alla cultura enologica abruzzese. Quindi ogni due anni, nel grazioso Teatro Vittoria di Ortona, le Cantine Dragani premiano un personaggio che si è particolarmente distinto nell’ambito della valorizzazione e della divulgazione della cultura enologica abruzzese, lo scorso 2010 il Premio G. Dragani è stato assegnato a Luca Maroni, uno dei guru della comunicazione del vino. Il premio si avvale di un comitato di valutazione presieduto dal prof. Angelo Cichelli, docente dell’Università d’Annunzio ed è sempre associato ad un interessante dibattito sul mondo del nettare divino•
CONTATTI Cantine Dragani Via Macinini, 15 66026 Caldari di Ortona (CH) - Abruzzo Telefono: +39 085 903331 Fax: +39 085 9032235 Informazioni: info@cantinedragani.it Commerciale italia: commerciale@cantinedragani.it Commerciale estero: vgaeta@cantinedragani.it Amministrazione: rpoeta@cantinedragani.it www.cantinedragani.it La bottaia di Cantine Dragani
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BANCO ALIMENTARE, LA CARITÀ CHE CONVIENE ORMAI DA 14 ANNI LE FAMIGLIE MENO FORTUNATE DI ABRUZZO E MOLISE POSSONO CONTARE SU UNA GRANDE E FUNZIONANTE CATENA DI AIUTI CHE HA NEL BANCO ALIMENTARE IL SUO MOTORE. UNA SOLIDARIETÀ CHE NON SOLO REGALA SPERANZA E CIBO, MA CHE È VANTAGGIOSA ANCHE PER LE AZIENDE IN TERMINI DI COSTI RISPARMIATI. SCOPRIAMO COME…
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al 1997 c’è anche in Abruzzo una grande opera di carità che recupera alimenti perfettamente commestibili, ma non più commercializzabili per varie ragioni, per donarli a chi vive nel bisogno. Da ormai quattordici anni, il Banco Alimentare dell’Abruzzo affronta il problema della
povertà con grande intelligenza, sociale ed economica: nel suo magazzino in via Celestino V a Pescara, nella zona del nuovo tribunale, ogni giorno è un via vai di camion e furgoni che entrano e escono, carichi di speranza per tante famiglie che vivono nel bisogno. I camion che entrano sono quelli di numerose aziende agroalimentari o della grande distribuzione, non solo abruzzesi, ma anche
ENTARE ONLUS
ORAZIONE CON BANCO ALIM
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di altre regioni, che donano al Banco alimenti che non si Nel 2010, il Banco dell’Abruzzo ha raccolto da imprese possono più vendere per le ragioni più svariate: etichette agroalimentari, grande distribuzione, Agea e Colletta sbagliate, campagne promozionali terminate, campioni Alimentare 2.150.534 chilogrammi di prodotti, e ne ha fuori commercio. Alimenti perfettamente commestibili, distribuiti 2.188.473 (la differenza consiste in un avanzo insomma, che il consumatore esidi scorte dall’anno precedente), di gente (e spesso pignolo) non vuole cui 1.707.264 in Abruzzo, 301.246 ma che, invece, rappresentano la in Molise, 79.963 in provincia di vita per tante famiglie di Abruzzo Foggia e 100.000 ad altri banchi, e Molise che non ce la fanno ad in un’ottica di solidarietà con le arrivare a fine mese. Camion che altre regioni: quello dell’Abruzzo, entrano, poi, sono quelli dell’Agea, infatti, è uno dei venti banchi ital’agenzia per le erogazioni in agriliani, coordinati a livello nazionale coltura, che recupera le eccedenze dalla Fondazione Banco Alimentare della produzione a livello comunitaonlus. Sempre l’anno scorso, i prorio, in base ad un sistema di aiuti, dotti sono stati distribuiti a 224 enti contributi e premi ai produttori. E convenzionati in Abruzzo, Molise l’ultimo sabato di novembre, infine, e provincia di Foggia, che hanno i camion che entrano sono quelli assistito un totale di 36.669 perche portano da vari supermercati e sone indigenti. Nel 2011, gli enti centri commerciali i prodotti donati convenzionati sono saliti a 232, dalla gente nel corso della giornata di cui 193 in Abruzzo, 36 in Molidella Colletta Alimentare. I furgoni se e 3 in provincia di Foggia, che Scatoloni di prodotti dopo la Colletta che escono dal magazzino del Banassisteranno complessivamente co ogni giorno, invece, sono quelli 39.586 indigenti, di cui 32.920 in delle numerose strutture convenAbruzzo, 4.331 in Molise, 2.335 in zionate: si tratta di mense per i provincia di Foggia. A fronte di enti poveri, associazioni di volontariato, convenzionati e persone assistite Caritas, parrocchie, enti di assiin crescita, si rende necessario un stenza, asili, case famiglia, centri aumento delle donazioni. Per quedi recupero di tossicodipendenti e sto, dalla fine del 2010 il Banco ha disagiati, sparse in Abruzzo, Moliintrapreso una campagna di coIl grande cuore dei volontari se e provincia di Foggia. In breve, municazione “La carità conviene”, sono la “prima linea” della carità, rivolta alle aziende agroalimentari, realtà che quotidianamente porin cui si fa presente che donare le tano un sorriso e una speranza ai eccedenze al Banco significa non tanti poveri e indigenti. La “filiera” solo partecipare ad un’opera di cadella carità è tutta qui: recupero di rità, ma anche risparmiare sui costi cibo che altrimenti sarebbe destidi smaltimento e sulle tasse, ridurre nato al macero, e sostegno a chi adempimenti burocratici, ma anche ogni giorno dà da mangiare a chi diminuire l’impatto ambientale delUn volontario in azione non ne ha. Una filiera semplice ed la distruzione. Insomma, diventare efficace, insomma, ideata anni adpartner del Banco conviene. Per dietro da monsignor Luigi Giussani, scoprire come entrare nella rete fondatore del movimento di Comudel Banco visitare il sito www.bannione e Liberazione, e il cavalier coalimentare.it/abruzzo o contattaDanilo Fossati, presidente del noto re la sede del Banco a Pescara al gruppo Star. In quattordici anni, la numero 085 4313975 per fissare sede abruzzese del Banco ha ragun appuntamento• La Colletta di fine novembre giunto numeri davvero significativi.
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seminari&convegni » di Martina Luciani
Il Protocollo d’Intesa sul settore idrocarburi
Come mettere d’accordo sviluppo economico e tutela dell’ambiente. I firmatari del Protocollo sono: Confindustria Chieti e le organizzazioni sindacali provinciali CISL, UIL e UGL
Alcuni momenti della conferenza stampa con il presidente di Confindustria Chieti Paolo Primavera e i rappresentanti del sindacato
P
er contrastare la crisi di un comparto industriale che sta risentendo la situazione di stallo degli investimenti, che rischia di lasciare a casa centinaia di lavoratori, è necessario lavorare in una logica di sviluppo sostenibile e compatibile con le altre attività, in particolare con quelle legate alle produzioni agroalimentari di qualità e dell’industria turistica. È da questi primi ed importantissimi passi che muove il Protocollo di intesa sul settore idrocarburi tra la Confindustria di Chieti e le organizzazioni sindacali provinciali CISL, UIL e UGL. I firmatari, il presidente di Con f industr ia Chieti, Paolo Primavera e i segretari dei sindacati Leo Malandra
(CISL), Antonio Cardo (UIL) e Leonardo De Gregorio (UGL), hanno siglato questo Protocollo per l’attuazione di iniziative congiunte tese a salvaguardare l’occupazione nel settore idrocarburi in Abruzzo. In Abruzzo gli investimenti privati, fermi per il blocco autorizzativo, per progetti cantierabili e immediatamente attivabili, ammontano a circa 438 milioni di euro solo per gli impianti a terra, mentre altri 200/250 milioni sono relativi alle operazioni off shore. Ulteriori investimenti sono previsti, ma bloccati dal decreto legislativo 128 del 2010 che vieta la realizzazione di ogni attività a meno di 5 miglia dalla linea di costa. «Occorre che la Regione riconsideri la propria politica
in questo settore – sottolinea Paolo Primavera – come pure le autorità locali devono essere consapevoli del danno economico ed occupazionale che deriva da decisioni drastiche che di fatto ignorano le dimensioni economiche, occupazionali e produttive del settore a livello regionale». Ma il Procotollo si basa anche sul concetto di sostenibilità. In collaborazione con le imprese del settore e con le comunità locali, ci si prefigge di definire le linee guida per la tutela dell’ambiente, il miglioramento della sicurezza e la costruzione di un dialogo con il territorio e la promozione di attività di informazione e formazione in materia di sicurezza mineraria con Università ed Enti Locali
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seminari&convegni » di Laura Tinari
“La Marca Adriatica”
L’incontro organizzato a Teramo dal Gruppo Consiliare regionale del Partito Democratico prende spunto dall’ormai antica riflessione sulla “Via Adriatica”, che negli anni ha interessato molti studiosi economici e che oggi deve tornare ad essere il baricentro dell’Europa in quanto crocevia di culture differenti
«E
ssere più grandi in scenari che si fanno più grandi», così Camillo D’Alessandro, capogruppo del PD, ha riassunto l’obiettivo della segreteria abruzzese sulla proposta di una partnership tra Abruzzo, Marche e Molise per la creazione di una macro area che si affacci sull’Adriatico, sintetizzata nel brand “La Marca Adriatica”. Tra gli ospiti Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche, Michele Scasserra, presidente Assindustria Molise, e in videoconferenza il sindaco di Bari, Michele Emiliano. «Vorremmo che i tre presidenti di Regione costituissero una cabina di regia pensata per condividere le problematiche simili delle tre regioni centrali della costa adriatica e mettere in campo le progettualità per favorire la ripresa», ha detto D’Alessandro, che ha continuato suggerendo di prendere a modello la Regione Marche, dove «è più facile vivere, intraprendere e accedere al credito e i tassi d’interesse praticati ad imprese e famiglie sono più bassi. Questo vuol dire dare delle possibilità». Le Marche rappresentano infatti la Regione più industrializzata d’Italia se si considera il rapporto con la popolazione. Al
Il tavolo dei relatori
centro dell’incontro l’esigenza di affrontare congiuntamente le priorità interregionali nell’ottica del prossimo futuro, poiché dal 2014 la Comunità Europea concederà fondi solo a macro aree. È stata l’ipotesi di una nuova dimensione interregionale che aiuti l’Abruzzo a proiettarsi nel mondo e prima ancora che renda i cittadini «camminatori di un Abruzzo che sta in Europa» a spingere a promuovere questo brand. «È arrivato il momento di allargare i nostri confini, - ha esordito il presidente Scasserra - in termini di miglioramento della qualità della vita e dell’efficienza vanno affrontate situazioni e temi necessari per lo sviluppo di un’area più vasta e rappresentativa. Abbiamo la forza derivante da un’ottima collocazione geografica, perciò lavoriamo insieme in una direzione federale che rafforzi una
struttura nazionale importante e legata alla forte identità italiana». «Per definizione l’imprenditore non ha confini e noi stiamo già andando in questa direzione con le reti di imprese e con i poli di innovazione. Ha sottolineato il presidente di Confindustria Abruzzo, Mauro Angelucci - Allinearsi con le altre regioni è un’opportunità molto grande anche per aumentare la forza delle imprese». A conclusione il presidente delle Marche Spacca ha focalizzato l’attenzione sulla politica industriale della sua Regione «Internazionalizzazione anche per le imprese più piccole e innovazione soprattutto di prodotto, già 10 anni fa abbiamo iniziato ad entrare in mercati nuovi che stimavamo in crescita». Spacca ha parlato di una missione in Cina ad inizio marzo dando la possibilità di partecipare a due aziende abruzzesi e molisane
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
Quando la formazione fa la differenza Se ne è parlato alla cerimonia di chiusura del VI Corso di perfezionamento di Economia e Tecnica della gestione bancaria e finanziaria dell’università d’Annunzio diretto dal professor Pino Mauro. Tra gli ospiti anche il vice presidente della Regione Abruzzo Alfredo Castiglione
«I
n questo periodo difficile, nel quale i giovani hanno sempre più difficoltà occupazionale, è fondamentale la formazione e la specializzazione. Con questo intento ho voluto creare questo corso che attraverso docenti esperti e casy history di aziende importanti è riuscito nelle passate edizioni, e riesce ancora oggi a dare ai corsisti un valore aggiunto alla propria formazione». Si è aperta con queste parole del professor Pino Mauro la cerimonia di chiusura del sesto corso di perfezionamento in Economia e Tecniche della gestione bancaria e finanziaria, diretto dallo stesso Mauro, presidente del corso di laurea in Economia e commercio dell’ateneo. La manifestazione, svoltasi all’Università d’Annunzio di Pescara, ha visto la
Un momento della consegna del diploma
I relatori intervenuti alla cerimonia
consegna degli attestati di partecipazione a 28 alunni. Presenti all’incontro per la consegna degli attestati: il dirigente bancario Franco Coccioli (docente del corso dei moduli di area creditizia), il dottore com-
mercialista e docente di finanza aziendale Alfredo D’Incecco (docente del corso dei moduli di finanza ordinaria e straordinaria) e l’assessore regionale alle Attività Produttive e vice presidente della Regione Abruzzo Alfredo Castiglione. Nei vari interventi, gli ospiti presenti hanno evidenziato che la forza di questo corso che si avvia alla settima edizione, è il binomio tra il mondo accademico e quello bancario, para-bancario e industriale. La teoria che si unisce alla pratica. Al termine dell’incontro dopo aver rilasciato agli allievi l’attestato di partecipazione al corso, il professor Mauro, ha ringraziato tutti i partner aziendali che sin dal primo anno, hanno sostenuto e creduto in questa iniziativa. L’appuntamento è per la settima edizione
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Gli iscritti del VI corso Angelucci Giuseppe, Capuni Michele, Carnoso Francesca, Ciccone Giampiero, Cormano Paolo, Cristino Matteo, Di Berardino Mariangela, Di Campli Nunzio, Doris Valentina, Giangiulio Domenico, Graziani Alessia, La Valle Antonio, Maier Amoroso Tommaso, Marinelli Andrea, Marino Valentina, Mastrogiacomo Gabriele, Natalini Flavia, Onesti Gianni, Orlando Alessio, Petraccia Angela, Piacere Patrizia, Planamente Annalucia, Quatela Andrea, Rescio Lorella, Santilli Maria, Spadano Martina, Spinozzi Luisa e Zimei Matilde
» foto di Simone Cerio
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Soluzioni e assistenza per la sicurezza macchine e impianti legati all’automazione.
seminari&convegni » a cura della redazione
S
i è tenuto presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti, un convegno per dibattere la tematica del concetto di “qualità e sicurezza nella salute pubblica”, organizzato dalla “Totalconsult S.r.L.”. L’incontro ha fornito un’occasione d’approfondimento sul significato, delle differenze e sullo stato dell’arte di “Certificazioni”, “Accreditamenti di Laboratori di Prova” ed “Accreditamenti Istituzionali” a tutti coloro che operano nel settore Sanità e Servizi sociali, Far-
sicurezza in ambito sanitario: OHSAS 18001:2007”, Sabrina Rotolo – medical and health consultant, auditor ed esperto tecnico III parte SGQ - “Le norme di certificazione in ambito sanitario e farmaceutico: dalla parte del cittadino, un aiuto alle aziende”, Stefano Bartoli - dirigente medico ASL RM C - Chirurgia Vascolare Auditor SGQ TUV SUD - “Significato della certificazione ISO 9001:2008 in Sanità oggi, alla luce della valutazione dei rischi, Antonio Di Stefano,
“Qualità e sicurezza nella salute pubblica” Di questo e molto altro si è parlato ad un convegno organizzato dalla società Totalconsult presso l’Università d’Annunzio a Chieti maceutici pubblici e privati (aziende ospedaliere, cliniche, poliambulatori medici ed odontoiatrici, laboratori, farmacie, università e ricerca, laboratori odontotecnici, operatori sanitari, etc) o che interagiscono con questo settore come fornitori. Obiettivo del convegno, far chiarezza sul reale apporto che le normative ISO in materia di Qualità e di Sicurezza possono dare a questo settore, partendo dalle cogenze nazionali e regionali alle quali gli operatori sono sottoposti. Diversi gli argomenti su cui hanno relazionato i relatori: Roberto Ardizzi, amministratore unico di Totalconsult srl, Consulente Aziendale Qualità e Sicurezza -“lo standard della
professore di Tecnica e legislazione farmaceutica - facoltà di Farmacia - Università d’Annunzio - Il contributo della Qualità nell’esercizio della professione di Farmacista: Attualità e Prospettive” e Marco Pradella - Accredia - Comitato Settoriale di Accreditamento Laboratori di Prova, “Accreditamento di laboratori medici e laboratori di prova in biologia umana secondo UNI EN ISO 15189:2007 e UNI EN ISO 17025:2005”. A seguito delle richieste della platea – composta da operatori del settore e professionisti del mondo sanitario – la “Totalconsult srl” prevede di organizzare un ulteriore forum di approfondimento sull’argomento
Un momento del convegno organizzato dalla società Totalconsult
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Divisione
SICUREZZA ANTINTRUSIONE VIDEOSORVEGLIANZA
La EUROSERVICE è azienda leader nella progettazione, installazione e manutenzione di Impianti antintrusione esterni ed interni, sistemi di telecomunicazioni e videosorveglianza intelligente, sistemi di controllo accessi e servizi di teleassistenza, teleprogrammazione e telecontrollo. Come parte fondamentale dei sistemi di Sicurezza, la Euroservice ha scelto di lavorare con partner’s specializzati nella produzione di sistemi intelligenti. Grazie alla tecnologia RSC (Remote Sensitivity Control) afancata al sistema RDV (Remote Digital Verication) si ha il controllo remoto totale di ogni singolo componente dell’impianto. Sensori, sirene e consolle di comando possono essere raggiunte via Network dall’installatore in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo con la possibilità di regolare e tarare da remoto tutti i sistemi. I nostri sistemi di videosorveglianza permettono di rilevare, classicare, inseguire automaticamente e in tempo reale soggetti (persone, veicoli, oggetti, …) o eventi di interesse, basandosi sui più moderni e aggiornati algoritmi di video analisi con la possibilità di ltrare efcacemente falsi allarmi dovuti a fenomeni atmosferici o luminosi e soggetti non di interesse.
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Divisione
VENDITA ASSISTENZA MANUTENZIONE
La DGM ASCENSORI nasce nel 1984 per opera di Mario Di Gregorio, dopo che per diversi anni aveva lavorato nel settore. L’esperienza, la conoscenza, la passione e la professionalità acquisite col tempo sono alla base della DGM Ascensori, ditta individuale addetta al montaggio e manutenzione ascensori, impianti elettrici e riparazioni. Da subito la DGM decide di lavorare con ditte specializzate nella progettazione costruzione e precollaudo dell’intero impianto elevatore, consegnano l’impianto direttamente in cantiere pronto per essere montato. Oggi la DGM Ascensori srl si avvale oltre che della pluriventennale esperienza del suo fondatore, anche della collaborazione dei gli, che hanno acquisito la passione, la serietà, l’accuratezza, la capacità tecnica e la sicurezza del fondatore, ma anche di un nutrito staff di tecnici e di collaboratori amministrativi che ugualmente applicano il know-how acquisito. La DGM Ascensori srl opera prevalentemente in Abruzzo e Molise, ma conta impianti anche nel Lazio e nelle Puglie.
Corso Europa, 25/B - 66054 Vasto (CH) - Tel. 0873.364346 - Fax 0873.379231 E-mail: info@dgmascensori.it - Web: www.dgmascensori.it
seminari&convegni » a cura della redazione
Un momento della conferenza stampa presso il centro comerciale Gran Sasso Shopping di Teramo
“Vinci un sogno” Questo il nome del concorso filo conduttore di tutte le attività di marketing in programma per il 2011 del centro commerciale Gran Sasso Shopping di Teramo in comarketing con l’azienda di Tortoreto Di Gennaro Costruzioni
C
on il concorso “Vinci un Sogno” il Centro Commerciale Gran Sasso, in comarketing con Di Gennaro Costruzioni, si fa interprete di una delle esigenze primarie dei cittadini e di un desiderio concreto e condiviso: la casa. Grazie infatti ad una modalità di gioco semplice e divertente, che prende spunto dalla classica meccanica del Gratta e Vinci, i clienti del Gran Sasso avranno la possibilità di vincere ogni settimana premi di vario genere e di partecipare all’estrazione del super premio finale: una casa. Al vincitore del concorso “Vinci un Sogno” sarà infatti regalato un appartamento situato nel Residence Mediterraneo di Tortoreto Lido.
L’ampio progetto di eventi ed iniziative programmate per il 2011 vede inoltre il centro commerciale Gran Sasso Gran Shopping divenire sempre più un punto di riferimento attivo per tutto il territorio, molto attento agli aspetti più delicati e attuali della propria regione. Nell’arco dei primi sei mesi dell’anno, saranno organizzate una serie di attività che coinvolgeranno i clienti e la cittadinanza. Ogni mese è caratterizzato da un tema specifico ed è legato di volta in volta al mondo dell’intrattenimento, della danza, della musica, della cultura o dello sport. «Il Centro Commerciale Gran Sasso, con i progetti e le attività in programma – dichiara Lucio Bezzi, Direttore del cen-
tro, – si inserisce sempre più nel tessuto sociale del territorio di riferimento, impegnandosi ad offrire eventi che stimolino l’interesse dei cittadini e ponendosi obiettivi di alto livello per incontrare i desideri e le esigenze reali dei suoi clienti». Tutte le informazioni relative al regolamento di gioco del concorso e alle attività e iniziative del Centro sono pubblicate sul sito internet www.forumgransasso.it
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I numeri del Centro Commerciale Gran Sasso Gran Sasso Gran Shopping è un centro commerciale situato a Teramo, Località Piano D’Accio. Ideato dal gruppo Foruminvest e gestito dalla società Larry Smith, il centro è stato inaugurato a Novembre 2007. Con un progetto moderno, che si integra perfettamente nel contesto architettonico e culturale nel quale è stato costruito, il centro commerciale Gran Sasso include 100 negozi, distribuiti su un’area coperta di 36.000 m2, che si affacciano su una piazza centrale e sulle ampie gallerie. www.forumgransasso.it.
» foto concesse da Gran Sasso Shopping
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eventi » di Valentina Faricelli
Formare la classe dirigente del domani Questo l’obiettivo più importante della Winter School, la Scuola di formazione politica rivolta ai giovani e organizzata dall’Associazione Magna Carta Abruzzo. Grande successo per la seconda edizione che ha visto tra gli ospiti, anche il ministro Meloni
Alcuni relatori della Winter School di Celano
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o Stato che cambia e le sfide del presente: meritocrazia e sussidiarietà. Un titolo straordinariamente attuale per la seconda edizione della Winter School, la Scuola di formazione politica rivolta ai giovani e organizzata dall’Associazione Magna Carta Abruzzo, sotto l’egida della Fondazione Magna Carta. Un titolo che si è trasformato in un vero e proprio manifesto programmatico per la Regione Abruzzo e per i tantissimi giovani che, dal 14 al 16 gennaio, hanno trasformato Celano, sede della Winter School, in un teatro di dibattiti, incontri, riflessioni, con un occhio rivolto al futuro, che proprio i giovani vede protagonisti e impegnati in una sfida difficile ed impegnativa. Essere la classe dirigente del domani implica responsabilità e consapevolezza di fronte ad un mondo che cambia e che diventa sempre più competitivo. Fondamentale è perciò formarsi e prepararsi. Un obiettivo che la Winter School mette al primo posto offrendo un’opportunità irripetibile ai giovani, quella di ascoltare interlocutori prestigiosi e attenti. Due i temi portanti dei dibattiti e delle lezioni: merito e sussidiarietà e molteplici le prospettive attraverso le quali sono state approfondite e attualizzate. Auto-
revoli i relatori che si sono succeduti. Da Luca Antonini, presidente della Commissione per l’Attuazione del Federalismo che significativamente ha voluto intitolare il suo intervento: “La verità sul federalismo fiscale”; a Giuliano Cazzola, vicepresidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati. A lui, in particolare, il compito di aprire le sessioni di lavoro e il compito di entrare immediatamente nel vivo degli argomenti: la società è cambiata, presenta sempre nuove sfide che non possono essere ignorate. Accade in tutti i contesti, e il mondo del lavoro non ne può essere immune. Ed è stato proprio questo il tema centrale del suo intervento: il diritto del lavoro nell’era della globalizzazione. Strettamente connesso ai temi precedenti, l’intervento di Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, che ha approfondito l’argomento della Riforma del fisco in Italia. Una riforma altrettanto urgente e necessaria, perché oggi il sistema si presenta estremamente complicato e soprattutto non trasparente. Giovani ancora protagonisti di uno degli interventi più attesi della prima giornata della Winter School, quello di Roger Abravanel, che ha presentato il suo ultimo libro “Le Regole”, un manuale
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eventi
I giovani che hanno partecipato alla seconda edizione della Winter School
prezioso in cui lancia ai giovani una provocazione importante: imparare a ragionare con la propria testa. Spazza il campo dalle discussioni inutili Abravanel, tra chi discute se in Italia ci siano troppe regole o troppo poche. «Il problema non è di quantità – ha spiegato – ma di qualità. Bisogna avere regole giuste e farle rispettare, è questa l’essenza del futuro dell’economia perché non si può competere evadendo le regole». L’approfondimento sul federalismo ha invece impegnato la seconda giornata di studio. Un tema dibattuto prima da Roberto Di Maria e poi da Giuseppe De Vergottini, costituzionalisti, il primo all’università di Enna, il secondo all’Università di Bologna. In una sintesi ideale, dal particolare al generale, dagli aspetti più tecnici a quelli di principio. E interessante è stata anche l’analisi di Paolo Vigevano, amministratore delegato di Acquirente Unico Spa, che ha analizzato il rapporto tra Federalismo ed energia. E dopo i “tecnici”, non sono mancati gli interventi politici. La più applaudita è stata il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. A confermarlo le parole decise del ministro che ha posto sul tappeto la questione delle questioni: quella giovanile. «Le nuove generazioni –ha detto- sono quelle su cui la crisi attuale sta impattando nella maniera più forte e drammatica. Per questo è urgente procedere alle riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno». È un vero e proprio grido d’allarme quello della Meloni, che se da un lato chiama in campo chi ha la responsabilità di governare, dall’altro scuote i giovani. Apprezzato anche Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl al Senato. La sua, rivolta ai giovani, è stata una riflessione tutta al positivo, che prende spunto dal ruolo del Pdl, portatore proprio tra i giovani di una cultura innovatrice e riformista. E proprio Gasparri, con Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario del Pdl al Senato è stato protagonista di un dibattito che ha acceso tutti i riflettori politici nazionali su Celano. Moderati dal direttore de l’Occidentale, Giancarlo Loquenzi, Gasparri e Quagliariello hanno affrontato un’altra emergenza che sta attraversando l’Italia, la mancata riforma della giustizia. Loquenzi ha posto un interrogativo urgente e cioè come uscire dallo
Altri ospiti intervenuti a Celano
scontro tra poteri che investe il sistema giudiziario italiano. E per il senatore Quagliariello, quello a cui oggi si assiste è un fenomeno preoccupante, che vede il primato della legge sostituito dalle sentenze dei magistrati. Ad arricchire il “parterre” politico della Winter School sono poi intervenuti il senatore Filippo Piccone, coordinatore regionale del Pdl in Abruzzo, ma in questo contesto soprattutto sindaco di Celano e il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi che ha ricordato le difficoltà dell’Abruzzo, ma soprattutto i risultati che sono stati raggiunti: «Abbiamo affrontato il terremoto e un crisi congiunturale. Ora abbiamo ricominciamo a correre e davanti a noi abbiamo traguardi importanti: le riforme, lo sviluppo». «Quello che è arrivato ai giovani in questi giorni – ha quindi concluso il consigliere regionale Federica Chiavaroli – è un messaggio tutto positivo. Quella che li attende è una sfida impegnativa, ma non impossibile. Potranno essere artefici del proprio futuro, se avranno coraggio e soprattutto passione di credere nel valore dell’impegno e del sacrificio. Federica Chiavaroli, consigliere regionale e organizzatrice La Winter school è una scuodella Winter School la di formazione politica, ma è soprattutto una palestra di vita». Un monito per i giovani, attenti e partecipi e soprattutto consapevoli di essere i principali protagonisti del cambiamento. E la loro risposta è stata un omaggio ad un simbolo di patriottismo e passione politica. I ragazzi infatti hanno scelto di intitolare questa edizione della Winter School a Goffredo Mameli. “Ha lottato fino alla morte per la libertà del nostro paese – hanno spiegato i ragazzi – infondendo in tutti l’orgoglio di essere italiani”
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eventi » di Eleonora Lopes
È nato il nuovo quotidiano on line www.notizieabruzzo.it Nato da un’idea del dinamico imprenditore Sabatino Casini, il nuovo portale è diretto dal giornalista Mauro Di Pietro. L’obiettivo non è dare notizie di cronaca, ma porre attenzione ai problemi reali dei cittadini quali, la malasanità, la disoccupazione e le opere incompiute nella nostra regione
Sabatino Casini, insieme allo staff del quotdiano on line Notizie Abruzzo
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ecine e decine di siti di informazione locale, o dedicati a paesi, città, province abruzzesi, si affollano e si rincorrono, ogni momento e sempre di più nel fantomatico spazio sconfinato del web. In questo contesto di overdose di comunicazione che nasce il quotidiano on line www.notizieabruzzo.it dicendo la sua e ritagliandosi il suo spazio attraverso la: condivisione, commenti, spazio alle idee, riflessione, politica e cultura, ma soprattutto cultura politica e ponendo attenzione ai problemi reali della gente come malasanità e disoccupazione. Www.notizieabruzzo.it, non intende riportare meramente i fatti di cronaca, ma vuole dare voce ai cittadini facendoli partecipare attivamente con uno spazio (all’interno del portale) dedicato a loro, ma soprattutto intende dare notizie che raramente si reperiscono, ma che interessano molto ai cittadini. Parliamo di opere lasciate incompiute da anni, delle liste d’attesa interminabili della Usl, dei disservizi della nostra regione, insomma, una sorta di “Striscia la notizia” abruzzese. Il quotidiano è diretto dal giornalista Mauro Di Pietro, editore invece è il noto imprenditore teramano Sabatino Casini. Casini oggi è amministratore unico dell’azienda Ecoinforma srl che si occupa di sistemi di riscaldamento ad energia solare e impianti solari termici, opera con altre aziende, anche nel settore dell’ambiente e del
» foto concessa dal quotidiano “Notizie Abruzzo”
turismo, ed è stato anche direttore generale della USL di Teramo. «Vogliamo creare, -ha detto Di Pietro durante la conferenza stampa di presentazione del portale-con il tempo e con la dedizione quotidiana, uno spazio virtuale che aggreghi passioni ed interessi reali, con un’attenzione alle difficoltà della sanità pubblica abruzzese e a quelle dell’economia e dell’occupazione. Vogliamo coinvolgere le persone e chiedere la partecipazione attenta e consapevole di ciascuno: commenti, idee, opinioni, proposte, possono trovare spazio ed incontrarsi con le nostre, per fare della nostra regione un posto sempre migliorabile, aiutando i cittadini ad essere più liberi perché più consapevoli, informati, attivi. Soprattutto, vogliamo stimolare chi rappresenta il popolo abruzzese nelle sedi istituzionali a dedicarsi ai nodi reali della nostra regione, senza sconti, melassa o retorica». «Siamo animati –ha spiegato l’editore Casini- solo da una forte responsabilità e sensibilità politica; non esclusivamente per criticare, ma per capire cosa e come migliorare; non per dividere, ma per cercare e agevolare insieme soluzioni. Pian piano, crescendo insieme ai lettori ed ai collaboratori – i cui ruoli vorremmo fondere e scambiare, auspichiamo di diventare un riferimento dell’informazione in Abruzzo»
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eventi » di Jenny Viant Gómez
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i chiama “Moda Inn”, ed è il Polo d’innovazione della filiera del settore tessile-abbigliamento/calzaturiero-pelletterie. Promosso da Cna, Confindustria e Confartigianato, il Polo d’innovazione conta sull’adesione di circa sessanta imprese delle province di Chieti, Pescara e Teramo, oltre a una serie di centri d’eccellenza nel campo della ricerca e dell’istruzione universitaria e secondaria superiore. Alla prima assemblea del nuovo raggruppamento, il presidente regionale di Cna Federmoda, Giovanni Di Michele, ha specificato: «Il Polo punta alla conquista di nuovi mercati, all’innalzamento della qualità del prodotto ed al rafforzamento dei legami con il mondo della ricerca e dell’impresa. I rappresentanti delle università abruzzesi hanno assicurato il proprio sostegno all’iniziativa, così come alcuni grandi gruppi nazionali del settore, disposti a loro volta a mettere a disposizione la propria collaborazione». Il Polo d’innovazione, vuole rappresentare lo strumento ideale per le esigenze di crescita ed innovazione di cui il settore ha indubbiamente bisogno. Concetti come “stare insieme” e “fare rete” trovano in questo caso una realizzazione concreta, perché oltre a rappresentare un’indubbia crescita culturale delle imprese locali, diventa immediatamente un valido strumento per intercettare tutte le potenzialità che le imprese singole avrebbero difficoltà ad esprimere. Il lavoro svolto da CNA nell’ultimo anno, volto alla costituzione del Polo, è iniziato con la cernita dei fabbisogni delle aziende abruzzesi, da cui è emersa la consapevolezza che il futuro imprenditoriale del settore si gioca sui terreni della competitività qualitativa e innovativa in campo delle economie eco-socio/sostenibili. Pertanto, gli obiettivi di qualità, formazione, ricerca di nuovi mercati, risultano assolutamente improcrastinabili per le aziende tessili-pellettiere abruzzesi. La prima assemblea è l’apice di un lavoro preparatorio che servirà a dare slancio al progetto. Infatti, dopo aver riepilogato le attività fino ad oggi svolte, durante il dibattito si sono tracciate le future linee di lavoro, che vanno dalla costituzione della società consortile, all’inizio delle attività lavorative del Polo, prima fra tutte: l’intercettazione dei prossimi bandi regionali per le imprese abruzzesi
“Moda Inn”
l’Abruzzo che fa tendenza Il Polo d’innovazione della moda disegna la linea da seguire. Imprenditori e mondo della ricerca sfilano coesi verso la competitività
Il presidente regionale di Cna Federmoda, Giovanni Di Michele
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eventi » di Martina Luciani
La malattia dell’Occidente: Marco Panara presenta il suo ultimo libro Dalla perdita del valore del lavoro, ai rimedi per uscire dalla crisi. Partendo dall’analisi del libro dell’abruzzese Panara, gli addetti ai lavori s’interrogano
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a globalizzazione, la crisi economica che ci accompagna da due anni, il mutamento del concetto di lavoro. Questi i temi affrontati sabato 15 gennaio, presso la sede della Fondazione Pescarabruzzo, nel centro di Pescara, in occasione della presentazione del libro di Marco Panara La malattia dell’Occidente. Perché il lavoro non vale più. Insieme all’autore del libro, sono intervenuti Nicola Mattoscio (presidente Fondazione Pescarabruzzo), Marcello De Cecco, Franco Rositi (professore presso la facoltà di Economia a Pescara), Silvio Di Lorenzo e Giuseppe Ranalli (presidente Tecnomatic Group). Panara, noto giornalista di Repubblica nato in Abruzzo, si è rivolto al pubblico parlando degli attuali spostamenti di ricchezza. Dai paesi industrializzati dell’Occidente, verso quelli in via di sviluppo dell’estremo Oriente. Ma anche all’interno delle nostre società: dalla classe media verso alcuni redditi che ora sono diventati altissimi, provocando un aumento delle disuguaglianze sociali, con relativa polarizzazione dei suddetti redditi. Panara si è quindi interrogato sul perché di questi cambiamenti. Ed ha trovato la risposta nell’impoverimento del cuore delle nostre società: il lavoro. Il lavoro ha perso il suo valore politico, economico, sociale, culturale e personale. Il giornalista ha continuato affermando che tutto è partito dalla distruzione del lavoro medio. Sostanzialmente il lavoro resta lo stesso, ma la precarizzazione gli fa perdere di valore, viene pagato meno e quindi ne esce impoverito. Se il lavoro perde valore, perde valore tutto il resto. Inclusione,
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merito, democrazia, welfare. È da qui che deve cominciare il nostro nuovo processo di crescita. Dopo Marco Panara, moderati dal giornalista Antonio Del Giudice (direttore del nuovo progetto editoriale Domenica d’Abruzzo), si sono susseguiti gli altri relatori che hanno spiegato il loro punto di vista sulla crisi, su come uscirne e su come ridare il giusto valore al lavoro. Interessante è stato l’intervento del professor Franco Rositi che ha cercato le cause di questo particolare momento storico nell’espansione finanziaria data dai crescenti debiti pubblici e privati. Oggi la ricchezza non si fonda più sul lavoro, ma su tesi miracolistiche che però poi portano solo all’indebitamento. Indebitamento economico che porta ad un preoccupante vuoto di valore morale. Nicola Mattoscio, prendendo continuamente spunto dal libro di Panara, concorda con l’autore sulle soluzioni alla crisi. In primis c’è l’economia della conoscenza che si ricollega al tema dei diritti che resta sì imprescindibile, ma deve essere visto sotto un’altra ottica. Teso alla nascita, crescita e sviluppo del nuovo continente asiatico. Sul tema della perdita di valore del lavoro, Mattoscio ribatte a Panara affermando che in grandi parti del mondo, invece, il lavoro oggi sta acquistando sempre più valore. Per questo è necessario che il “vecchio mondo” si svegli e cominci a capire le nuove esigenze del mercato per non restare troppo indietro. Dal canto suo, Silvio Di Lorenzo propone un’altra chiave di lettura. Secondo il presidente della Camera di Commercio di Chieti, infatti, il problema non sta tanto nella perdita di valore, quanto nella perdita di attrattiva del lavoro. Nel progressivo decadimento del concetto di lavoro nelle nostre economie. Senza contare quante nuove forme di lavoro esistono a cui noi dell’emisfero nord non siamo ancora abituati a rapportarci. Come fare, perciò, per risalire la china? Lavorare di più. In Italia si lavora solo 220 giorni all’anno, contro i 280 della media estera. Ridurre tutto ciò che rappresenta uno spreco. Evitare di comprare prodotti che provengono da luoghi in cui c’è molto lavoro precario e poca democrazia. Giuseppe Ranalli ha posto l’accento sulla conoscenza. Conoscenza e competenza però non possono essere separate. Sapere e saper fare vanno di pari passo. Non possono prescindere l’uno dall’altra. Gli ultimi brevi interventi di Enrico Marramiero, Deborah Caldora, Antonio Di Nunzio e Gennaro Zecca hanno tutti ruotato intorno al concetto di lavoro come valore. Gli imprenditori hanno affermato che il nostro problema è di star via via togliendo dignità a lavori invece più che meritevoli. Se vogliamo che il lavoro torni ad essere il fulcro delle nostre economie, si deve educare al lavoro. E nell’educare, al primo posto c’è la formazione specifica. A conclusione di questo intenso dibattito, è emerso che la ricetta per venir fuori dalla crisi sta in quattro semplici parole: educazione, innovazione, sviluppo e ricerca
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Marco Panara, giornalista di “Repubblica” e autore del libro “La malattia dell’Occidente
Alcune immagini della presentazione del libro presso la fondazione “Pescara-Abruzzo”
La copertina del libro
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eventi » di Simone D’Alessandro
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ual è il vero significato dell’espressione proverbiale verba volant, scripta manent? Generalmente intendiamo questa citazione, tratta dal discorso di Titus Caius al senato romano, con “le parole volano via (nel senso che si disperdono, sono effimere) mentre le cose scritte rimangono, formando documenti incontrovertibili”. In realtà, andando oltre il significato letterale, è possibile dare un’interpretazione rovesciata, antìpode: “le parole espresse oralmente ti fanno volare, viaggiano di bocca in bocca e permettono che il loro messaggio continui a circolare, mentre gli scritti restano, fissi e immobili, a impolverarsi senza diffondere il loro contenuto; le parole ti trasportano verso orizzonti trascendentali, contrariando l’immanenza degli scritti”. Ascoltando le parole di Luciano D’Alfonso, in un giorno freddissimo di dicembre, dentro una sala gremita del Circus di Pescara, e trangugiandole nuovamente e meglio nel libro di Umberto Dante Le ragioni dell’Abruzzo. Intervista a Luciano D’Alfonso, Textus Edizioni, L’Aquila, 2010, mi sono tornate alla mente le lezioni di Gorgia, Cicerone e Quintiliano sulla capacità che ha la parola di “delectare, flectere atque movere”. Ho ascoltato parole in grado di volare e far volare, perché ricche di idee profondamente meditate, frutto non soltanto di una grande esperienza, ma oltretutto di una conoscenza minuziosa della storia politica abruzzese dall’unità d’Italia ai giorni nostri. Mettiamo per un attimo da parte le militanze politiche, le vicende giudiziarie e anche le personali opinioni di ognuno di noi sull’uomo; concentriamoci sullo spessore intellettuale e la capacità del politico: nel libro di Umberto Dante affiora un D’Alfonso che scorre come un fiume carico d’acqua capace di non tracimare; abilità e passione si “inestricano” con rigore neoclassico, evocando “la forza tranquilla” di Mitterand. Il libro ripercorre la storia personale di Luciano D’Alfonso e nello stesso tempo analizza la storia politica abruzzese da Spaventa a Mattucci, passando per Gaspari e Natali, soffermandosi anche sulle tradizioni intellettuali da Agostinone a Silone, da D’Annunzio a Laporta e, infine, commentando la contemporaneità. C’è stato un tempo in cui Pescara era visibile nell’agenda politica nazionale; un tempo in cui un sindaco parlava di città globali in grado di competere con metropoli lontane; un tempo in cui si stabilivano piattaforme di condivisione tra Barcellona, Spalato e Pescara. Quello è stato il tempo di D’Alfonso, erede della migliore tradizione della “politica pensante”. Oggi D’Alfonso continua a proporsi uomo di pensiero, regalando alla politica nuove idee, per smuovere un dibattito super partes, per tornare a parlare di sviluppo. Nelle risposte date da Luciano D’Alfonso a Umberto Dante non vi è stato l’intento di autoassolversi, né di auto-celebrarsi, ma semplicemente di dire a tutti (centro-destra e centro-sinistra) ciò che è ancora possibile fare,
Luciano D’Alfonso
Quando le idee volano alto, anche in politica Gli spunti sul futuro nel libro “Le ragioni dell’Abruzzo. Intervista a Luciano D’Alfonso” presentato a dicembre al Circus di Pescara
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al di là di un suo ritorno in politica. La parte più intrigante del libro è proprio quella sul futuro. Mentre leggo, navigando piacevolmente tra le correnti verbali delle pagine sporcate d’inchiostro, arrivano “onde” che mi spingono verso l’alto: «A Pescara lo spazio perde la sua centralità e guadagna centralità un’altra categoria: il tempo, la velocità. Questo, ovviamente, a condizione che tu sappia organizzare. Non ho bisogno di avere tutto lo spazio che mi serve dentro le mura; lo spazio che mi serve lo posso avere anche fuori da me1». Questo è un primo tema straLa copertina del libro tegico, frutto di una riflessione filosofica e politica (del resto D’Alfonso è laureato sia in Filosofia che in Scienze Politiche): quando lo spazio diminuisce, aumenta il tempo, quando una città non riesce a fare politica dentro, va a farla fuori dal suo confine amministrativo. Secondo tema: «un diritto all’estetica2». Terzo tema: sviluppo a partire da una «defiscalità non decretata dallo Stato3». Quarto tema: la svolta del federalismo «perché esistono enormi strumenti normativi che prima non c’erano4». Quinto tema: alleanza e/o fusione tra regioni passando dal «“Quadrilatero”, imperniato sul tandem Marche-Umbria (…) al “Triangolo”, Abruzzo-LazioMarche5» per arrivare ad un asse Marche-Abruzzo-Molise. Queste sono alcune osservazioni meritevoli di attenzione; ad esse si aggiungono discorsi più operativi, chiamiamoli pure “i cinque provvedimenti urgenti” che adotterebbe D’Alfonso - se potesse farlo - per il futuro: «Alleggerire il più possibile di attività gestionali improprie l’ente Regione (…) un piano di potenziamento infrastrutturale (…) politiche di attrazione d’investimenti (…) un grande programma regionale per la realizzazione di alloggi per giovani coppie (…) fare in modo che ogni giovane universitario abbia la possibilità di realizzare esperienze di alternanza lavoro-studio6». D’Alfonso è un “uomo non casuale della politica”, come lo furono - pur con i dovuti distinguo - Dossetti, Berlinguer, Moro, La Malfa (quell’Ugo della bilancia definito anche Cassandra per le sue indovinate quanto infauste previsioni) e come
lo sono oggi Maragall e Ljubo Beslic. Ma D’Alfonso è, nei fatti, anche erede di figure come Mattei e Olivetti, a metà strada tra imprenditorialità e politica industriale, personaggi con luci ed ombre che hanno osato e sbagliato, coscienti (forse) del fatto che solo le persone “immobili” possono essere “pure”.
COSA RIMANE DELL’ESPERIENZA DI D’ALFONSO? Al di là degli errori (che se ci sono stati verranno giudicati sul piano giuridico dalla magistratura e, sul piano politico, dallo sviluppo effettivamente prodotto, nonché dalle opinioni della cittadinanza) rimane la grande competenza, la vis oratoria, l’abilità nel progettare, la voglia di rispondere tempestivamente ai richiami della comunità, con quel ruolo di “pontifex” e intermediatore tra interessi diffusi.
COSA POSSIAMO PRETENDERE ANCORA DA D’ALFONSO? Un contributo permanente in termini di idee per il futuro, da dispensare a tutta la classe politica abruzzese che oggi non ha più scuole, né “mentori” in grado di educare alla τέχνηη politica, come accadeva anticamente con Temistocle e in tempi più recenti con i Gesuiti e la Scuola di Frattocchie. D’Alfonso “suggeritore”? Ritengo questo un pensiero condivisibile da tutti al di là, lo ripeto, dei valori personali, della militanza, delle tifoserie.
P.s.: chi vi scrive non ha mai avuto tessere di partito, ma ha sempre sostenuto appassionatamente le ragioni di una politica alta, raggiungendo posizioni rilevanti nella consulenza strategica senza l’aiuto di “amicizie”, confidando semplicemente nelle proprie capacità; chi vi scrive è, poi, un cittadino “esigente”, bisognoso di nuovi orizzonti di sviluppo, possibili anche in Abruzzo; chi vi scrive, infine, auspica l’avvento di una classe dirigente illuminata e coraggiosa, sorridente e risoluta!
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Note 1. Umberto Dante, Le ragioni dell’Abruzzo. Intervista a Luciano D’Alfonso, Textus Edizioni, L’Aquila, 2010, p. 79. 2. Umberto Dante, op. cit.., 2010, p. 80. 3. Umberto Dante, op. cit.., 2010, p. 86. 4. Umberto Dante, op. cit.., 2010, p. 95. 5. Umberto Dante, op. cit.., 2010, p. 98. 6. Umberto Dante, op. cit.., 2010, p. 101.
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eventi » a cura della redazione
La professionalità a garanzia della serietà È questa la mission dell’Unione Concessionari Ufficiali D’Auto, un gruppo formato dai più importanti imprenditori frentani di vendita di auto. Prima uscita ufficiale sarà all’evento fieristico Ruote e Motori Show a Lanciano con uno stand tutto loro
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ell’area frentana nasce un’importante iniziativa da parte dei Concessionari Ufficiali d’Auto. Per la prima volta gli imprenditori frentani del settore auto, titolari di concessionarie ufficiali, hanno deciso di coalizzarsi a favore di una iniziativa che li vede coesi e motivati ad intraprendere delle azioni collegiali, volte a risollevare il mercato dell’auto anche attraverso una comunicazione, incisiva e diretta, di valori caduti quasi in “disuso” nel settore. Parliamo della qualità del servizio offerto, dell’onestà nella trattativa, fino ad arrivare all’assistenza post-vendita al cliente e al prodotto acquistato. L’importanza di scegliere il concessionario ufficiale per l’acquisto della propria vettura diventa con questa sorta di consorzio una necessità per godere dell’irrinunciabile binomio serietà- professionalità. L’idea nasce nel luglio 2010, a seguito di eclatanti casi di cronaca che hanno visto coinvolti rivenditori d’auto non ufficiali, poco professionali, in reati di truffa ai danni dello stato, delle case automobilistiche, della concorrenza e in ultimo del cliente finale che sempre più si mostrava disorientato e spaventato di fronte all’acquisto di un’auto. La crisalide è diventata farfalla nell’agosto 2010 quando, finalmente, l’Unione Concessionari Frentani è veicolata al pubblico attraverso la pubblicità ufficiale. Oggi la Saraceni Automobili Srl, concessionaria Toyota per la provincia di Chieti, con l’Unione Concessionari si imbatte in una nuova missione, quella di partecipare all’evento fieristico Ruote e Motori Show, che si terrà i prossimi 25, 26 e 27 febbraio 2011 nell’area fiera di Lanciano. Il Ruote e Motori Show è una vetrina irrinunciabile per questo settore, ma con gli anni il suo valore si è affievolito. Quest’anno l’Unione Concessionari parteciperà coesa all’evento occupando un unico padiglione allestito in monocromia. L’obiettivo di veicolare ancora un messaggio di solidità, professionalità e qualità del prodotto-servizio offerto
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eventi » di Laura Tinari
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e sono state stampate per ora solo 99 le copie a testimonianza delle 99 sorgenti che hanno permesso di dar vita alla Scuola Internazionale Etica e Sicurezza dell’Aquila», ha così esordito il segretario Carlo Alberto Anfossi. La Scuola ha voluto produrre un primo documento significativo per comunicare con tutti coloro che vogliono educarsi, informarsi e interagire per la crescita di un pianeta sempre più sereno, civile e sicuro. Uno strumento che darà a tutti la possibilità di usare nel bene la propria lingua per superare la babele tipica di ogni situazione di emergenza. Dall’etica dell’impresa e nell’impresa all’etica nella ricerca scientifica, la sicurezza aziendale, alimentare, ambientale, delle informazioni e delle infrastrutture, la sicurezza individuale e i diritti umani, tanti gli argomenti affrontati nella Guida che non vuole essere solo il mezzo contenente il modus operandi per abbracciare a 360 gradi il tema della sicurezza e fornire soluzioni affidabili e condivisibili da tutti gli stake-holders, piuttosto un insieme di regole che facciano rivivere la voglia di costruire, il coraggio di affrontare, la capacità di comunicare ed essere creativi. A moderare gli interventi il giornalista de Il Messaggero, Angelo De Nicola. «La guida ha lo scopo di fornire le basi che formeranno specialisti del nuovo futuro; - ha sottolineato Paola Guerra, presidente GAM Education Srl e del Comitato di Direzione Scuola - offrire supporto riguardo ad aspetti economici, organizzativi, manageriali, giuridici e tecnici in materia di gestione dei rischi, delle emergenze e della sicurezza aziendale, ambientale ed alimentare». «Le nostre ricerche sul futuro e i cambiamenti sociali ci hanno portato ad affermare che il futuro è incertezza - ha detto Stefano Palombo, direttore del Settore Ricerca di S3 Studium Srl -. Gli intrecci tra le diverse società e la continua condivisione delle conoscenze apporta sì dei vantaggi, ma anche un debole rispetto delle regole, dell’etica e soprattutto dell’altro, creando instabilità
Per una sicurezza che sia benessere
Presentata all’Aquila la prima Guida in Etica & Sicurezza, prodotta dagli studenti e dai docenti della Scuola Internazionale Etica e Sicurezza Tripla A, con il contributo dei maggiori manager italiani del mondo della sicurezza ed insicurezze. Gli studi effettuati hanno evidenziato un altro dato importante: il crescere dell’insicurezza porta alla ricerca di freni che facciano riflettere e risorgere l’etica per colmare la voglia di sicurezza». Del rapporto che lega l’etica alla società attuale ha parlato anche Isabella Corradini, docente di Psicologia sociale dell’Università dell’Aquila e della stessa Scuola Internazionale E&S «In una società dell’audience e non dell’ascolto il rispetto dell’etica è fondamentale per non accrescere sfiducia ed incertezza di fronte al cambiamento sociale. Da questo presupposto e con questa guida si cercheranno di creare persone capaci di adattarsi, di reagire e di gestire eventi prevedibili ed imprevedibili con trasparenza ed integrità nel rispetto di tutti»
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Un momento della presentazione della Guida
» foto di Federica Panella
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AbRUZZOimpresa.It si riveste
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quinta parte
eventi » di Alfredo Nepa*
Governare la globalizzazione Come regolamentare e rendere più democratici i processi di globalizzazione
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onostante vi siano profondi contrasti sulla concettualizzazione di alcuni dei fatti più evidenti nell’ambito del processo di globalizzazione, David Held e Anthony McGrew sostengono che tutte le parti concordano sul fatto che: si è assistito a una profonda trasformazione di tutti i legami e i rapporti tra comunità politiche, c’è stata una crescita delle comunicazioni, dei legami economici e politici tanto all’interno quanto all’esterno degli stati e delle regioni, i problemi transnazionali e transfrontalieri sono diventati pressanti in tutto il mondo. C’è stata un’ espansione del numero e del ruolo delle organizzazioni intergovernative, delle organizzazioni non-governative e dei movimenti sociali negli affari regionali e globali. Che i meccanismi e le istituzioni esistenti, saranno insufficienti per affrontare in futuro le grandi sfide dei problemi regionali e globali che ruotano ad esempio, intorno ai problemi della disuguaglianza e dell’ingiustizia sociale. L’intensità del dibattito su natura, portata è impatto della globalizzazione, trova rispondenza nell’intensità del dibattito politico sull’opportunità e la maniera di respingere, contestare, controllare le forze globali o adattarsi ad esse. Tante, anche in questo caso, le tesi a confronto; neoliberisti, riformatori istituzionali, statalisti/protezionisti ecc.. Analizzandole però, si scopre che fra le diverse interpretazioni si designa un terreno condiviso che coltiva alcuni valori universalmente riconosciuti come la democrazia, la giustizia, la solidarietà sociale, l’efficienza economica. Viene proposta una riforma della governance globale che indica una direzione di cambiamento con punti di orientamento da realizzare nel breve e nel lungo termine. Gli interventi riguardano modificazioni che devono intervenire nell’ambito della governance, dell’economia e della sicurezza globale. Nella sezione delle iniziative da realizzare nel breve termine rientrano: a) la riforma della governance globale, attraverso l’istituzione di un Consiglio di Sicurezza rappresentativo, necessario per coordinare le politiche di sviluppo globale, b) il rafforzamento dei sistemi di responsabilizzazione globale attraverso un miglioramento delle capacità
e delle infrastrutture di governo regionale, e un rafforzamento del controllo parlamentare, c) la regolamentazione dei mercati globali, attraverso controlli selettivi sui capitali; la regolamentazione dei centri finanziari offshore, attraverso l’adozione di codici di condotta volontari per le multinazionali, d) la promozione dello sviluppo attraverso la cancellazione del debito dei paesi più poveri altamente indebitati e l’adeguamento al target dello 0.7% del Pil fissato dall’ Onu per gli aiuti ai paesi più poveri, e) l’introduzione di norme di correttezza commerciale e l’abolizione dei sussidi Ue e Usa all’ agricoltura e ai prodotti tessili. Nella sezione relativa alle trasformazioni a lungo termine rientrano: 1) una migliore distribuzione della fornitura globale di beni collettivi e l’istituzione della cittadinanza globale, 2) la disciplina dei mercati globale e l’istituzione di un Authority finanziaria mondiale, 3) l’introduzione di codici di condotta obbligatori per le multinazionali e un meccanismo fiscale globale, 4) l’istituzione di un Authority globale per la concorrenza, 5) la correzione del mercato attraverso l’introduzione di standard obbligatori globali sul lavoro e l’ambiente, 6) l’introduzione di codici e standard di investimenti stranieri, misure di ridistribuzione, di compensazione e accordo su prezzi e offerta dei prodotti base
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*Giovane imprenditore, laureando in Scienze Internazionali all’Università di Milano, dopo alcuni anni di formazione presso la CCIAA di Milano e la Sda Bocconi, ha iniziato a lavorare presso l’azienda di famiglia, Nepa Packaging Srl. Dal 2010 è membro del Consiglio Direttivo dei G.I di Confindustria Teramo.
Riferimenti bibliografici David Held & Anthony McGrew; Globalismo e antiglobalismo
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eventi » a cura della redazione
I
n Abruzzo più di 4 mila 600 matrimoni celebrati nel 2009, dei quali il 27,7 per cento con rito civile. La provincia più sensibile alla tradizione religiosa è quella dell’Aquila, con il 77,4 per cento dei matrimoni celebrati in chiesa, seguita da Chieti (75 per cento), Pescara (73) e Teramo (72,6). L’età media del primo matrimonio è per gli uomini 33 anni, per le donne 29,8. Il 5,3 per cento degli uomini e il 5,1 per cento delle donne invece bissano e celebrano un secondo matrimonio. Sono alcuni dati elaborati dal centro studi di Confesercenti Abruzzo attingendo da diverse banche dati, Istat prima fra tutte, e che proiettano anche il capitolo-costi dei matrimoni: agli sposi una cerimonia tutto compreso costa in Abruzzo circa 22 mila 350 euro. Un vero e proprio business che fra ristoranti, fotografi, fiorai, agenzie di viaggio si aggira sui cento milioni di euro l’anno in Abruzzo. Anche per questa ragione cresce la domanda di wedding planner, la nuova professione interamente dedicata all’organizzazione dei matrimoni. E dopo il successo della prima edizione, Secondo i dati del centro studi di Confesercenti, con il tutto esaurito e una lunga lista d’attesa, più di 100 milioni di euro vengono spesi ogni anno torna a Pescara - unica occasione nel Medio e per i matrimoni. Al via il secondo corso per wedding Basso Adriatico - il corso organizzato da Confesercenti e tenuto da Enzo Miccio: il nome planners organizzato dall’associazione più quotato nel settore, conosciuto al grande pubblico per la conduzione di trasmissioni come Wedding Planners e Ma come ti vesti? su Discovery Real Time, piattaforma Sky. Le lezioni, che si terranno dal 17 al 20 febbraio e per le quali sono state aperte le iscrizioni (formazione@confesercentipe.it, 0854313264 e 339.33.41406), si terranno sulla base di un programma rinnovato: accanto all’organizzazione dei dettagli, dall’addobbo alla fotografia, dal banqueting al viaggio di nozze, ci sarà infatti un focus tutto dedicato ai matrimoni italiani nel mondo in occasione dei 150 anni dell’Unità nazionale. A salire in cattedra sarà Patrizia Angelini, giornalista di Rai International e presidente dell’associazione Italian Woman in the World. «Il successo della prima edizione è andato decisamente oltre le attese» spiega Bruno Santori, presidente della Confesercenti di Pescara che organizza il corso, «le richieste sono arrivate da tutta Italia e hanno superato i posti disponibili. Per questa ragione abbiamo deciso di ripetere il corso, dando così la possibilità di frequenza ai tanti che si interessano a questa nuova professione. D’altronde molti dei corsisti dello scorso anno hanno avviato o arricchito la propria attività». Il corso punta infatti a formare nuove competenze, concentrandosi sull’eccellenza e il dettaglio. «Fra i primi che si sono iscritti» dice Gianni Taucci, direttore provinciale di Confesercenti, «ci sono persone di tutte le età: giovani aspiranti wedding planners ma anche persone che decidono di professionalizzare una passione. Non mancano gli addetti alle pubbliche relazioni e gli organizzatori di eventi che cercano così di ampliare il proprio ventaglio di servizi da offrire ai clienti»
In Abruzzo dilaga
la moda dei matrimoni
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eventi Lo chef Niko Romito insieme ai cuochi dell’Associazione di Pescara
» a cura della redazione
“Il cuoco del terzo millennio” L’associazione provinciale cuochi Pescara ha organizzato il suo 1° congresso con il rinnovo delle cariche e la nomina a soci onorari per Massimo Di Cintio e Alessandro Quartiglia. Ospite d’onore, il super chef Niko Romito che pensa per il futuro ad una cucina “semplice, pulita e sincera”
S
i è svolto presso l’Hotel Promenade di Montesilvano, il 1° congresso dell’Associazione provinciale cuochi Pescara sul tema “Il cuoco del 3° millennio”. I lavori sono stati aperti dalla relazione del presidente, Lorenzo Pace che tra le altre cose ha dichiarato: «L’associazione cuochi Pescara oltre ad essere la più numerosa e attiva delle 5 abruzzesi, ha la peculiarità di annoverare tra i suoi soci i cuochi di qualunque tipologia di cucina; da quelli stellati fino agli apprendisti. E attraverso le numerose iniziative nel campo gastronomico, l’associazione, si pone l’obiettivo di contribuire allo sviluppo della gastronomia abruzzese quale strumento di crescita economica, sociale e culturale della regione». Un grande impulso all’iniziativa è arrivato dall’intervento di Niko Romito, ambasciatore della cucina abruzzese, che ha sostenuto: «Non bisogna dividersi tra i cuochi che fanno cucina
innovativa o tradizionale: ciò che conta è la qualità del prodotto utilizzato e la ricerca che su di esso si fa, in modo da realizzare la cucina del 3° millennio che è semplice, pulita e sincera». L’assemblea ha riconfermato presidente provinciale Lorenzo Pace, presidente onorario Nicolò Di Garbo, vice presidente Lucio D’Angelo, segretario Rino Saturni e consiglieri Gianluca Carrozzi, Enea D’Amico, Giuseppe Di Malta, Michele Ottalevi, Enzo Piccirilli, Mario Rabottini e Luca Spinosi. Durante i lavori congressuali sono stati nominati soci onorari della Federazione Italiana Cuochi (Fic) il giornalista enogastronomico Massimo Di Cintio e il noto imprenditore agroalimentare Alessandro Quartiglia. È stato inoltre consegnato il premio alla carriera a uno dei fondatori dell’Associazione, lo chef Vincenzo Scerpa
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eventi » di Roberta Accardo
Farnese Vini si alza
T
utto pronto. Bisbigli di sottofondo, teatro gremito, luci soffuse… si apre il sipario, flash accecanti, squadra schierata e dal nulla una voce, la voce forte e imponente del grande tenore Piero Mazzocchetti che sulle note del “Nessun Dorma” ha aperto l’evento di presentazione del Team ciclistico professionistico Farnese Vini – Neri Sottoli. La squadra capitanata dal campione Italiano Giovanni Visconti si è presentata in grande stile al pubblico del main sponsor Farnese Vini, una giovane azienda vinicola che, in pochissimi anni di attività, grazie ad un’attenta politica votata alla più alta ricerca qualitativa e di marketing, è riuscita a diventare leader tra le aziende esportatrici del Centro-Sud Italia con quasi 13.000.000 di bottiglie esportate in oltre 70 Paesi di tutto il mondo. Il grande successo del sistema produttivo e commerciale della Farnese Vini è stato esteso anche in Puglia, Campania, Basilicata e Sicilia dove si mantiene come obiettivo principale quello di produrre vini di altissimo livello qualitativo, in grado di soddisfare le aspettative dei clienti più esigenti a prezzi molto competitivi. Tuttavia il successo di Farnese non è tutto nei pur considerevoli numeri, gran parte della notorietà è arrivata anche dai riconoscimenti nazionali ed internazionali ottenuti. «Per lo sport nutriamo, da sempre, una grande passione – ci racconta Valentino Sciotti, direttore commerciale di Farnese – e lo spirito competitivo che ci contraddistingue viene trasferito sui nostri vini. Proprio grazie alla nostra grinta, alla tenacia e alla continua ricerca della Il Team ciclistico professionistico Farnese Vini – Neri Sottoli
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Valentino Sciotti direttore commerciale di Farnese Vini
Grande successo per la presentazione al teatro di Ortona del Team ciclistico professionistico Farnese Vini – Neri Sottoli. La squadra capitanata dal campione Italiano Giovanni Visconti si è presentata in grande stile al pubblico del main sponsor Farnese Vini
sui pedali perfezione abbiamo raggiunto importanti vittorie ottenendo riconoscimenti assoluti e globali. I nostri vini hanno mietuto un impressionante numero di premi e di riconoscimenti che ci hanno portato ad essere l’Azienda vinicola più premiata delle regione». A sostegno e consolidamento di tanto successo, nel 2009, di fronte ai primi segnali di una crisi economico-finanziaria mondiale, la Farnese ha deciso di investire fortemente sul brand con la scelta di essere secondo sponsor di un team professionistico che ha potuto contare sull’apporto di campioni del calibro di Danilo Di Luca e di Alessandro Petacchi. I primi grandi riscontri commerciali sulla notorietà del marchio, hanno portato a rinnovare, nel 2010, l’impegno in un team ancora più importante, divenendo secondo sponsor del Team Lampre – Farnese Vini di Giuseppe Saronni che fa parte dell’élite dei team pro-tour, portando così il marchio a primeggiare nelle gare più importanti a livello mondiale. Dopo poco più di due anni nel mondo del ciclismo la Farnese è riuscita a mettere il proprio marchio sulle tre maglie più prestigiose del Giro d’Italia, sulla seconda maglia del Tour de France che Petacchi ha portato fino all’epilogo di Parigi e oggi vanta il tricolore del Campione Italiano. Malgrado l’espansione a macchia d’olio della crisi economica mondiale, il gruppo Farnese ha aumentato la sua notorietà, al punto da decidere, per il 2011, di diventare primo sponsor del Team Farnese Vini – Neri Sottoli, che potrà contare sull’apporto del Campione del Giappone Myazawa, del tedesco Sinkewitz che, nelle corse a tappe, potrà
dare grandi soddisfazioni e naturalmente del Campione Italiano Giovanni Visconti, grazie al quale la squadra ha ricevuto l’invito ufficiale a partecipare al Giro d’Italia nel 150° anniversario dell’Unità del Paese. Nella formazione del direttore sportivo, Luca Scinto, anche i promettenti abruzzesi Matteo Rabottini e Roberto De Patre. «Se pensiamo che il Giro d’Italia riesce a raggiungere oltre 500 milioni di spettatori ed il Tour quasi un miliardo, - continua Sciotti - comprendiamo facilmente quanto efficace si sia mostrato l’investimento fin qui sostenuto ed i riscontri commerciali ne sono la conferma!». Alla presentazione del team Giallo Fluo, all’interno della splendida cornice del Teatro Tosti di Ortona, è emersa una caratteristica fondamentale che si sposa perfettamente con la mission di Farnese: «In azienda abbiamo due grandi punti di forza: l’immagine, che curiamo in modo particolare e il gruppo. In questa squadra abbiamo ritrovato subito gli stessi valori» così ha esordito Valentino Sciotti, applaudito con calore dal suo pubblico. E intanto, proprio per ottemperare al “Nessun Dorma” cantato da Mazzocchetti, arrivano, dal Team, i primi importanti successi che vedono protagonista con ben cinque vittorie Andrea Guardini neoprofessionista e talento puro, come definito dal direttore sportivo, Luca Scinto, al Tour della Malesia e la doppia vittoria di Oscar Gatto, classe 1985, che ha rinnovato l’entusiasmo di tutto il clan con la vittoria di due tappe in Calabria
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La presentazione della squadra al teatro di Ortona
» foto concesse da Farnese Vini
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hanno collaborato
Antonio Cappelli
Massimiliano Pian
creatività&innovazione | pag. 81
gestione d’impresa | pag. 97
Nato a Sala Consilina (SA) nel 1953, si è laureato in Giurisprudenza nel 1975 e nel 1979 ha sostenuto e superato gli esami per l’iscrizione nell’Albo dei Procuratori Legali. Dal 1978 ha sempre lavorato nell’area delle Risorse Umane e delle Relazioni Industriali di grandi imprese manifatturiere nazionali, multinazionali e delle Partecipazioni Statali. Dirigente di Aziende Industriali dal 1990, è direttore di Confindustria L’Aquila dal 1996 e presidente di Fondimpresa Abruzzo dal 2004.
È scrittore, docente universitario, saggista e copywriter. Autore di opere di carattere scientifico. Dal 1997 è sceneggiatore di spot, cortometraggi e documentari. È Copywriter Senior presso CARSA Spa, agenzia leader nella comunicazione ambientale. Segue un dottorato di ricerca presso la facoltà di Scienze Sociali dell’Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti. Vincitore del premio nazionale di letteratura Parco Majella 2007, del premio letterario nazionale Alceste de Lollis e del premio Manzoni.
È laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano nel 1989, ha lavorato per 20 anni in Accenture, società leader nei servizi di consulenza manageriale, tecnologica e organizzativa, ricoprendo il ruolo di Client Partner per importanti società multinazionali, nonchè di Responsabile della consulenza strategica in ambito “finance” per il settore dell’energia. Dottore Commercialista e Revisore Contabile dal 1992, è iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti di Pescara. Dalla metà del 2009 opera come libero professionista, collabora con lo studio N&CANicolini Commercialisti Associati, con particolare attenzione alla consulenza gestionale e strategica per le medie imprese.
Giuseppe Mauro
Filippo Paolini
nonsoloeconomia | pag. 21
norme&leggi | pag. 85
È professore Ordinario di Politica Economica presso la facoltà di Economia dell’Università G.d’Annunzio di Chieti-Pescara. Ha seguito tutta la carriera accademica da borsista a assistente ordinario, a professore incaricato, a professore associato sino a professore ordinario. Ha insegnato Economia Monetaria e Creditizia, Economia Politica, Economia del Lavoro, Economia Industriale ed Internazionale presso le università LUISS di Roma, Teramo e Pescara. È stato Visiting Scholar presso l’Università di York (G.B.) e attualmente collabora con la London School of Economics. Attualmente ricopre la carica di presidente del Corso di Laurea in Economia e Commercio. È Membro della Società Italiana degli Economisti.
Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.
Luigi Carunchio fisco | pag. 73 Socio fondatore dello studio “Valore” Professionisti Associati in Lanciano, struttura associata tra commercialisti che ha creduto nell’organizzazione dell’attività professionale in gruppo. Si occupa da sempre delle problematiche di categoria e per questo attualmente ricopre, tra le altre, la carica di presidente nazionale dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed esperti contabili, principale sindacato di riferimento dei commercialisti italiani. Presidente altresì della Fondazione Nazionale Centro Studi UNGDC il cui comitato scientifico è presieduto dal prof Lupi.
Antonio Teti ict | pag. 77 È responsabile del supporto tecnico informatico della Direzione Generale dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Laureato in Economia e Management delle Imprese, ha conseguito tre specializzazioni in Information Technology presso la ELEA Knowledge Integration. È Accademico Ordinario della Pontificia Accademia Tiberina, prestigioso Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori e Presidente Onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche (SISIT). Ha avuto incarichi di docenza in diverse università italiane e ha collaborato per attività di alta formazione con la facoltà di Informatica dell’Università Politecnica di Valencia e di Madrid.
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Simone D’Alessandro
Abruzzo che produce | pag. 19
Pietro Pastorelli
energia | pag. 89
Nato all’Aquila nel 1941, si laurea nel 1965 al Politecnico di Torino in Ingegneria elettronica. Dopo una breve esperienza di docente, svolge la sua attività lavorativa presso alcune importanti aziende multinazionali operando nei settori delle apparecchiature e degli impianti MT/BT. Opera anche, come libero professionista, nella progettazione di impianti elettrici per complessi industriali e banche e, come imprenditore, nel settore dei componenti meccanici per applicazioni aerospaziali. Dal 2006 è delegato di Confindustria Abruzzo per le politiche energetiche.
Luciano Fratocchi ricerca&innovazione | pag. 93 È professore associato di Ingegneria economico gestionale presso la facoltà di Ingegneria dell’università dell’Aquila dove insegna Economia ed organizzazione aziendale, Sistemi di controllo di gestione e Gestione aziendale. Dopo la laurea in Economia e commercio presso la LUISS di Roma ha conseguito il Dottorato di ricerca in Direzione aziendale presso l’università di Bologna. Docente in diversi corsi Master, svolge attività di ricerca in tema di internazionalizzazione delle imprese minori, sistemi di supporto alle decisioni aziendali e management dell’innovazione, con particolare attenzione a quella organizzativa e gestionale. Ha pubblicato su questi temi articoli su riviste nazionali ed internazionali e con case editrici nazionali ed internazionali.
Piero Carducci la terra di Piero | pag. 103 Economista e docente universitario, è specializzato in sviluppo territoriale e sistemi per il controllo di gestione. È stato direttore della scuola di formazione manageriale del Gruppo Telecom e presidente dell’Agenzia di sviluppo della Provincia di Potenza. Ha diretto la collana di management del ministero degli Interni. Attualmente è presidente dell’organismo di vigilanza delle Ferrovie regionali.
Nicola Boschetti Alkimie | pag. 165 Nato a Guardiagrele l’8 maggio 1971, sposato con un figlio di 10 anni, affianca da oltre 22 anni Angela e Peppino Tinari nel ristorante Villa Maiella, con la piacevole responsabilità di occuparsi di una ricca cantina. Molto conosciuto nel mondo del vino, ha ricevuto riconoscimenti sia regionali che nazionali, tra cui la 1° Edizione 2005 del premio “Francesco Di Cintio” dell’Associazione Italiana Sommeliers. Collaboratore di varie riviste del settore (Gambero Rosso, Cucina e Vini, Slow Food), docente dei master sul vino Slow Food, organizzatore di serate a tema. Coadiuvante nei progetti sull’alimentazione riservati ai bambini delle scuole elementari. Fuori dal suo mondo si rifugia nel ciclismo, sport che pratica con passione.
Chiara Strozzieri In cornice | pag. 171 Laureata in Tecnica Pubblicitaria presso la Lumsa di Roma, svolge attività di critico d’arte e copywriter. Ha curato significative rassegne nazionali e mostre d’arte contemporanea e redatto saggi critici per cataloghi. Ha tenuto conferenze in luoghi pubblici di prestigio quali l’Istituto Italiano di Cultura a Vienna, il Collegio Raffaello di Urbino, il Lavatoio Contumaciale di Roma. Nel 2010 fa parte della commissione inviti al XXXVII Premio Sulmona insieme a Vittorio Sgarbi, presidente.
A R T E C U LT U R AC I N E M A L E T T ER AT U R A M U S I C A M O DAV I AG G I T U R I S M O G A S T R O N O M I A A R T I G I A N ATO
Gabriella Capodiferro: “Donna che si pettina”, 1969, olio su tela
» a cura di Denia Di Giacomo
155TRAPARENTESI News in pillole 159PREZIOSANDO Una grande e variopinta famiglia: il fascino dei quarzi 163ITINERARI D’ABRUZZO Una perla sulla Majella 165ALKIMIE La regina dei poveri 167SALUS, IL CIBO PER VIVERE MEGLIO Fast food, regressione all’infanzia 182TEMPO RUBATO Il giardino delle ortensie 185MUSICAMANIA Jovanotti/Gianna Nannini 187VEZZI MODERNI Nella shopper questo mese
171ARTE&CO. / IN CORNICE
Gabriella Capodiferro alla Civitella di Chieti 161USCITA DI SICUREZZA Kenya, mal d’Africa
169TRAIN DE VIE Essere leader: parla il manager del secolo
175ARTE&CO. A scuola sotto l’albero
179ARTE&CO. Quando la foto racconta…
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SOCIETA’
“I COLORI DELL A VITA”
amenti deale che possono sfociare in comport Contrastare forme di disagio soci colori della “I etto sto il primo obiettivo del prog vianti e in azioni di bullismo. Que mo. Sei Tera di incia Prov politiche sociali della vita” promosso dall’Assessorato alle AdriaAlba o, icur tins Mar a : à svolto il progetto gli istituti comprensivi nei quali verr vento inter e Cellino Attanasio. I destinatari dell’ tica; Castellalto, Teramo, Nereto iea nier stra ori particolare attenzione ai min sono i minori fino a 14 anni con una orto app dell’ rrà avva si e i etto si svilupperà nell’arco di sei mes altre le fra che, e quelli con difficoltà relazionali. Il prog iglia fam la e la ori che affiancheranno la scuo professionale di tre psicologi/mediat la. cativi 2 ore a settimana in ogni scuo edu ri cose, daranno vita a dei laborato
CORSO
PROGETTO “LA FAMIGLIA CHE SOSTIENE” Il terzo Circolo didattico di Montesilvano, ripropone ormai da molti anni il progetto “La famiglia che sostiene”, rivolto a tutti quei genitori che sentono l’esigenza di una formazione e di un confronto che permetta loro di sostenere al meglio i figli nella loro crescita. Il corso sarà totalmente gratuito, sviluppato in 7 incontri e gestito da psicologi-psicoterapeuti ed esperti in ambito formativo. Data la sua alta valenza formativa, per dare la possibilità di frequenza al maggior numero di persone, il Circolo offre l’opportunità di portare i bambini che saranno intrattenuti da una insegnante in un’aula attigua. INFO: 085/4470203 – 333.9821967 - e-mail: carolinapierfelice@libero.it
ARTE
MICROCOSMI IN MOSTRA
Dal 15 febbraio al 14 ma rzo 2011, al Museo Vena nzo Crocet ti di Roma ci mostra “Microcosmi” de sarà la ll’artista teramana Ga briella Fabbri, a cura Cristina Ricciardi. Un’elo di Maria quente mostra persona le per sot tolineare la rice torica di uno dei nomi im rca pitprescindibile dell’arte con temporanea italiana, che fat ta subito notare per si è la capacità di fondere po esia e riflessione scientific sue opere. Sarà questo a nelle l’obiettivo di Microcosmi: esposizione organizzata Fondazione Museo Ve dalla nanzo Crocet ti di Roma (Via Cassia n. 492) che aperta al pubblico fino res terà al 14 ma rzo 2011 (dal lunedì al martedì e mercoledì: chi giovedì: 11:00 – 18:00 // uso). INFO: Numero Verde Gra tuito 800 910 580; E-mail partner@dirittidiretti.it
NATURA
ANCHE IL GATTO SELVATICO SCEGLIE L’ABRUZZO
Un altro ecceIl Parco Nazionale d’Abruzzo continua a stupire con le sue meraviglie. , si trattava di febbraio di giorni primi i zionale avvistamento è stato registrato durante nte si trova, solitame e rara molto è specie questa di a un gatto selvatico. La presenz individui, pochi ivono sopravv ne Parco Nel d’Italia. parti varie in ri, in pochi esempla zone tare frequen e predilig difficili da avvistare, dato che l’animale è molto schivo e una ha anni, 12-15 ai intorno vive impervie. Solitario e territoriale, il gatto selvatico rettili. e uccelli roditori, piccoli vista “da lince” e si nutre di
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traparentesi
MUSICA
36ESIMA STAGIONE PER L’ORCHESTRA SINFONICA ABRUZZESE concerti ripetuti in molti teatri in Abruzzo ed in Italia, trentotto le
Quattordici sta zzese eseguirà i programmi di que date in cui l’Orchestra Sinfonica Abru tocapi vo nuo un incia Com . 2011 ad aprile seconda parte della Stagione fino to mol to con un certosino lavoro comincia lo per l’Ente musicale abruzzese, testi e com de Ettore Pellegrino, che pren tempo fa per il direttore artistico ni. nelli Anto rio Vitto di iera i di onorata carr mone la bacchetta dopo trent’ann 0 RIDOTTO Euro 8,00 10,0 Euro RO INTE I IETT 70,00 - BIGL ABBONAMENTO AI CONCERTI Euro abruzzese.it INFO: 0862.411102-3 - www.sinfonic
EVENTI
L’ABRUZZESE DELL’ANNO Sono aperte le segnalazioni per decretare l’Abruzzese dell’anno, ovvero la persona abruzzese di nascita, di adozione, discendente di abruzzesi, che nel corso dell’anno si è particolarmente distinto per il bene di tutti, dando più lustro all’Abruzzo, facendo conoscere le nostre tradizioni al mondo intero e interpretando al meglio lo spirito dell’Abruzzo etc… L’Abruzzese dell’anno è nomina to dallo staff del sito www.ilprimato.eu su indicazioni mensili di tutti i visitator i del sito. Mensilmente lo staff di www.ilprimato.eu controlla le segnalazioni ricevute e in base a tali dati stabilisce chi è l’Abruzzese del mese. Alla fine dell’anno, sulla base dei risultati mensili, si provvederà alla nomina.
EVENTI
NOTTE BIANCA PER L’UN ITA’
TRICOLORE!
Pescara festeggerà i 150 anni dell’Unità d’Italia con una notte bianca. Accadrà la notte tra il 16 e il 17 marzo, dalle 21 alle 6 del mattino ne l centro storico della citt à dove verrà allestito un Villaggio dell’Unità d’Italia e i pro tagonisti saranno gli studenti de lle scuole. Un’iniziativa voluta dalla Presidenza del Consiglio Comunale per: «vivere i 150 anni dell’Unità d’Italia - ha spi egato il presidente Licio Di Biase - in mezzo alla gente e tra i ragazzi».
SALUTE
RI IL CANE CHE RICONOSCE I TUMOtato asorprendente, scoprendo che un labr
un risul Uno studio giapponese ha raggiunto Cancer Sniffing una muta addestrata dal St. Sugar a te nen arte app a, min fem ver dor retri individuazionell’ pia nsco colo è affidabile quanto una Dog Training Center di Minamiboso di feci di 300 e alito di i pion cam rato cane ha infatti odo ne di un cancro del colon-retto. Il individuare ad o end tte dal tumore del colon retto, riusc persone, un quarto delle quali affe ndo caso. seco nel 98% il tumore al color retto e nel i pazienti malati nel 95% dei casi per igni. Un ben i polip e ori tum fra e inoltre riconosciuto distintamente anch precisa. ben ica chim Marine, questo il nome del cane, ha bilità osci ricon sua luce come il tumore abbia una risultato straordinario che met te in
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SOLIDARIETA’
46 RAGAZZI COME ANGELI CUSTODI Lo scorso gennaio, i 46 giovani selezionati per i sette progetti di servizio civile presentati dalla Provincia di Teramo, Assessorato alle politiche sociali, hanno iniziato la loro attività. Anziani, bambini disabili, persone indigenti potranno contare sul support o di questi ragazzi che hanno vinto la selezione – per l’attività che andranno a prestare percepiranno un assegno mensile di 433 euro – «Non è un lavoro ma un’oppo rtunità – ha detto il vicepresidente della Provincia di Teramo Renato Rasicci – una maniera per servire lo Stato, essere d’aiuto a persone in difficoltà». Curatore dei progetti di servizio civile, Walter Costantini, che ha istruito i ragazzi sui loro compiti e sulle loro responsabilità.
STE L’ANNO INTERNAZIONALE DELLE FORE ato il 2011 anno internazionale delle fo-
NATURA
e ha proclam L’Organizzazione delle Nazioni Unit per sostenere, sallle iniziative promosse dall’uomo reste, dedicato quindi a tutte que in boschi e foreste enti pres i modo i delicati ecosistem vaguardare e valorizzare in ogni presenti sulla terra. e chiunque voente rientrano in questa celebrazione Anche i boschi d’Abruzzo naturalm informarsi può te men e verso questo tema o semplice lesse rendere note iniziative orientat farlo sul sito www.un.org
ARCHEOLOGIA
A GIULIANOVA DA 60 MILIONI DI ANNI Scoperto a Giulianova un geode la cui formazione risalirebbe a 60 milioni di anni fa. Il ritrovamento, avvenuto nei pressi della costa è di Dante Di Pompeo, appassionato naturalista del luogo, impegnato da molto tempo nello studio dei materiali fossili rinvenuti nella zona circostante. Il geode è una cavità interna ad una roccia, di forma tendenzialmente sferica, rivestita di cristalli. Ora si attende che altri naturalisti possano sostenere Di Pompeo nello studio di questo straordinario ritrovamento.
GASTRONOMIA
AL VIA IL PRIMO CONCORSO DELLE
VIRTU’
Il prossimo 29 aprile, alle ore 11.30 , si svolgerà a Tortoreto, presso il Parc o sul Mare, il Primo Concorso Gastronomico “Le virtù”. Il concorso sarà intitolato alla memoria di Giavanna Lamolinara, sommel ier ed esperta di enogastronomia scomparsa qualche mese fa. Tema del concorso è appunto il piat to tipico teraman o “Le Virtù”. Il Concorso, avendo lo scopo di riscoprire e valorizzare antiche e fedeli ricet te della tradizione, premierà i piat ti realmente tipici privi di contaminazi oni moderne estranee al territorio di riferimento. A giudicare le pietanze, una giuria enogastronomia. Chiunque può part di esperti di ecipare al concorso pagando una quota di 30 euro. Per info e iscrizioni, “Associazione Giovanna Lamolinara”, c/o Cia Tera mo, Via Panfilo Gammarelli 8, tel: 0861 240264- fax: 0861 253793.
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l vino è la poesia della terra
Mario Soldatii
In Agriverde vive l’essenza della rafnata sintesi armonica degli elementi naturali: terra, acqua, sole, fuoco e... passione. Per emozioni secondo natura...
Agriverde Via Stortini 32/a ∙ 66020 Villa Caldari, Ortona (CH) Tel. 085.9032101 ∙ Fax 085.9031089 www.agriverde.it ∙ info@agriverde.it
pre iosando » di Marzio Forcella
CAP. C • il Calcedonio, il Cristallo di rocca, il Citrino e la Corniola
Una grande e variopinta famiglia: il fascino dei quarzi Il Calcedonio Il nome deriva da Calcedonia, città della Bitinia. È una pietra composta da un’aggregazione di cristalli microscopici di quarzo, il cui colore varia dal grigio al giallo pallido al blu. Ma la presenza di ferro o di nickel spesso fa assumere a questa pietra altri colori e, di conseguenza altri nomi: crisoprasio quando il colore è verde vivo (traslucido-opaco), corniola se è arancione-rosso, sardonica se è marrone, agata quando presenta certe venature, onice quando è nera o nera e bianca, diaspro quando le impurità nella pietra la rendono opaca e le conferiscono delle tonalità variamente sfumate e variopinte. Il calcedonio è dunque una delle famiglie più vaste del mondo minerale. Rinomato fin dai tempi antichi, la sua porosità permette di poterlo tingere facilmente tanto che in commercio ce ne sono molti di colori artificiali. Naturale o tinto che sia è sempre stato apprezzato dalla glittica e per realizzare cammei; con l’avvento dell’Art Nouveau ha conosciuto un forte interesse nell’oggettistica più varia. Ha eccellenti qualità calmanti, libera da tensioni interiori, rasserena l’animo. Provenienza: Uruguay, Brasile, India, Madagascar • Affinità zodiacali: Sagittario, Gemelli.
Il Cristallo di rocca
Questo quarzo trasparente, noto e apprezzato in tutte le antiche civiltà, non ha mai smesso di essere impiegato in gioielleria. Il nome deriva dal greco krustallos (ghiaccio), poichè ricorda l’acqua ghiacciata. In occidente fu in gran voga nei sec. XVI-XVII, come dimostra il numero rilevante di coppe e cofanetti presenti nei musei europei. Successivamente il cristallo di rocca tornò di moda con l’avvento dell’Art Déco, che prediligeva la purezza di stile e il contrasto fra colori decisi e netti come l’onice ed il cristallo che hanno potuto formare un vero stile utilizzato da tantissimi designer. Tagliato in qualsiasi maniera, ha conquistato la creatività di tantissimi scultori che da sempre lo usano in oggettistica raffinatissima. È la pietra della trasparenza, dona chiarezza e razionalità. Provenienza: Stati Uniti, Brasile, Francia • Affinità zodiacali: Leone, Gemelli.
Il Citrino
È un quarzo macrocristallino trasparente di colore puramente giallo (da pallido ad arancio), come indica il suo nome che deriva dal latino citrus (limone). Il citrino naturale è una pietra rara: se ne ottiene un equivalente riscaldando la sua pietra sorella di colore viola, l’ametista, che è molto più comune. Reso molto disponibile grazie a questo trattamento termico, il citrino offre ai gioiellieri la possibilità di lavorare cristalli di grandi dimensioni e privi di difetti senza essere però confuso con il topazio, pietra più pregiata, giallo-bruna molto splendente. Favorisce l’individualità e rende molto sicuri di sè, simbolo di sensualità. Provenienza: Brasile, Madagascar • Affinità zodiacali: Vergine, Bilancia, Capricorno.
La Corniola
Questo calcedonio traslucido rosso-bruno-arancione è usato in gioielleria sin dall’era neolitica. In quell’epoca veniva spesso lavorata in forma di perle; nell’antico Egitto era adorata come simbolo della vita tanto da ritrovarsi sul pettorale di Tutankhamon. Con gli Etruschi conosce il suo massimo utilizzo in pietre taglio cabochon, lastrine intagliate, glittica. È la favorita per anelli “chevalier” da incidere con gli stemmi di famiglia. Dà coraggio, stabilità, favorisce il senso della realtà. Provenienza: India, Yemen, Brasile • Affinità zodiacali: Ariete, Toro, Scorpione. A rileggerci al prossimo numero con il corallo.
info_ Marzio Forcella Designer di gioielli e oggettistica, Esperto in storia dei preziosi e mineralogia www.amalteapreziosi.com - mf@amalteapreziosi.com
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uscita di sicure
a
» a cura della redazione
a c i r f ’A d l a m , a y n e K
l Kenya era la meta preferita di nobili e appassionati alla caccia grossa, un tempo. Dagli anni della sua dichiarazione di indipendenza, 1963, il paese ha conosciuto una notevole trasformazione, puntando alla salvaguardia dell’enorme patrimonio naturale di cui la nazione equatoriale è ricco. Inoltre, sono stati predisposti capitali e strutture ricettive per un turismo di amanti della natura che vogliono visitare ambienti incontaminati. Dalla sconfinata savana ai parchi marini. Il Kenya ha una superficie di 582.646 kmq e una popolazione di circa 32.800.000 abitanti, che si traduce in una densità di circa 56 abitanti/kmq. Nella capitale, Nairobi, si concentrano oltre 2 milioni di abitanti. La sua configurazione attuale è dovuta all’amministrazione coloniale
britannica, che ha unificato territori e gruppi tribali diversi nella regione attraversata dalla ferrovia che collega la zona dei Grandi Laghi all’Oceano Indiano, e per gran parte compresa sulle terre dell’Est Africa, tra le più belle ed ospitali del continente. Oggi la suddivisione regionale corrisponde in gran parte allo stanziamento delle diverse tribù, sono presenti anche minoranze non africane come gli arabi, gli indiani e gli europei, che spesso sono titolari di grandi aziende agricole, industriali o alberghiere. Anche dopo l’indipendenza, la lingua inglese è rimasta la lingua ufficiale assieme alla lingua swahili, parlata in tutta l’Africa Orientale. Il Kenya gode di un clima particolarmente piacevole tutto l’anno, si tratta di un clima tropicale temperato in cui l’estate e l’inverno sfumano l’uno nell’altro
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un motivo in più_ Fare il safari dei sogni Il “pezzo forte” di una vacanza in Kenya è sicuramente il safari, considerato che ci sono ben tre Parchi nazionali. Impareggiabili per varietà di flora e fauna. Il Parco nazionale degli Aberdare-Nyandarua si estende per 766 kmq e comprende la più vasta foresta di quota ai ripidi margini orientali delle Grande Valle del Rift. Il Parco Nazionale dello Tsavo ubicato a est di Nairobi, confina con la Tanzania ed è uno dei più visitati. Il Parco Nazionale di Amboseli, che include anche le terre del Masai Mara, è sorto con lo scopo di offrire un riparo agli animali e porre freno alla caccia che rischiava di portare all’estinzione molte specie animali, in primis l’elefante. I turisti che giungono in queste zone possono essere ”armati” esclusivamente di binocolo e macchina fotografica.
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itinerari d’Abru
o
» di Alessandra Vallera
Una perla sulla Majella Scopriamo insieme il piccolo e vivo borgo di Abbateggio, dove tra farro, notti di San Lorenzo e letteratura è sempre la Natura e farla da padrona! on i suoi due terzi del territorio nel Parco Nazionale della Majella la cittadina di Abbateggio sembra essere una meta ricca di numerosi spunti per il visitatore. L’attuale struttura del paese risale agli anni immediatamente successivi la costruzione dell’abbazia di San Clemente a Casauria, avvenuta nell’871 d.C., per volontà di Ludovico II. Sorto come castrum di Casauria, questo borgo appare già dal XII secolo con il nome di Castrum Abbatigii. Spesso citato come possedimento dei Farnese fino al 1731, passò tra i possedimenti di Carlo III di Borbone, segnando un momento decisivo per la cittadinanza che, dopo una lunga successione di feudatari, ritornò sotto il Regno di Napoli. La cittadina di Abbateggio lascia tracce dinamiche nella storia, infatti, durante i moti del 1799 sembra comparire, con i paesi limitrofi, nel cercare di ristabilire il potere dei Borbone, una forte indipendenza che verrà minata nel periodo fascista, quando venne riunita in una circoscrizione con San Valentino e Roccamorice, per riacquistare l’autonomia solo nel dopoguerra, nel 1947. Nel grazioso centro abitato un monumento che il visitatore sicuramente apprezzerà è la chiesa parrocchiale di San Lorenzo, arricchita da una facciata rinascimentale e da una torre, e la piccola
Un caratteristico tholos nei pressi della Valle Giumentina
Le cascate del fiume Lejo
chiesa della Madonna del Carmine. Nelle immediate vicinanze sorge l’abbazia di San Clemente a Casauria, purtroppo inagibile dopo l’ultimo grande sisma che ha colpito la nostra regione, il caratteristico comune di Sant’Eufemia a Majella, il paese di Caramanico Terme, il Castello di Salle, oppure, per gli appassionati naturalisti, la valle del fiume Orta, che meraviglia per le bianchissime rocce in cui scorre silenziosamente. Da non tralasciare assolutamente la visita all’altopiano della Valle Giumentina, la località che testimonia le antiche origini di Abbateggio fin dall’era del Paleolitico, attraverso i numerosi ritrovamenti archeologici dovuti alla presenza di insediamenti umani nella zona, in cui oggi è possibile individuare un gruppo di capanne a tholos, caratteristiche per dimensioni e fattura. L’antico spirito dinamico della popolazione sembra essersi tramandato di generazione in generazione, infatti, la cittadinanza di Abbateggio, pur non essendo particolarmente numerosa, è sempre impegnata in primo piano dal punto di vista sociale e culturale. Due sono i momenti in cui questa cittadina è in pieno fermento, in estate, precisamente la sera di San Lorenzo, durante la sagra del farro, cereale qui riscoperto e valorizzato tutto l’anno. Un altro evento, meno prelibato per il palato, ma altrettanto apprezzato, è il “Premio Nazionale di Letteratura Naturalistica” che si svolge proprio nel mese di febbraio
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Gli antichi tetti di Abbateggio
un motivo in più_ Il Premio Nazionale di Letteratura Naturalistica Il Premio Nazionale di Letteratura Naturalistica è una particolare manifestazione culturale che vede premiati i migliori autori la cui fonte d’ispirazione è il mondo della natura. I partecipanti sono sempre numerosi, sia italiani che stranieri, e tra loro possono annoverarsi scrittori professionisti, giornalisti, senza tralasciare naturalmente i dilettanti.
» foto di Fabrizio Di Giacomo
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Da un’idea del mensile Abruzzo Impresa prodotto da Abruzzo Channel nasce il format televisivo Dire&Fare il nuovo talk show di approfondimento. È un immancabile appuntamento settimanale di 90 minuti per affrontare tematiche di attualità inerenti il nostro territorio. Autorevoli ospiti danno vita a dibattiti costruttivi finalizzati ad individuare il modo più idoneo per ridurre il divario tra parole e fatti. Realizzato nello studio televisivo del gruppo editoriale Ecco Italia. tutti i martedì su tVQ ore 21:00 e in replica la domenica ore 14:00
alkimie » di Nicola Boschetti
La regina dei poveri
Parliamo di uno dei piatti più poveri per eccellenza, oggi diventati una prelibatezza: la trippa. Un’ antica ricetta di Penne ne esalta al massimo i sapori
a ricetta di questo mese narra di un piatto usato nel secolo scorso, e diffuso soprattutto nella provincia di Pescara, come citano alcuni testi scritti sulla cucina abruzzese. “La trippa cucinata oggi appare in salsa densa e succulenta, e rappresenta uno dei piatti più diffusi nell’area Vestina, precisamente a Penne. È un piatto unico da gustare, particolare l’uso di prezzemolo, alloro, maggiorana, mentuccia e peperoncino che ne esaltano la bontà. La trippa di vitello necessita di un accurata lavatura da ripetere almeno 5/6 volte, tre in acqua calda e tre in acqua fredda. Dopo averla tagliata a strisce va soffritta con olio, sedano e cipolla tritata. Quando la rosolatura risulterà perfetta si aggiungono tutti gli aromi, pomodoro, acqua e far cuocere lentamente per oltre due ore. Ottima l’aggiunta di un buon pecorino di media stagionatura, e per i più temerari anche peperoncino piccante abbrustolito. Alcune versioni prevedono il peperone dolce. La trippa alla Pennese si diffonde in un periodo di grande povertà, la leggenda narra che attorno al XIII secolo, durante le uccisioni dei vitelli per i signori di allora, la trippa veniva lasciata ai poveri che ne facevano il principale nutrimento. (Fonte: Atlante dei prodotti tradizionali d’Abruzzo)
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Montepulciano d’Abruzzo Vigna Sant’Eusanio 2009
Un’altra piccola perla arricchisce lo scrigno di questa preziosa azienda che tanto sta facendo per promuovere la tipicità differente da un territorio ad un altro delle uve autoctone regionali. Leonardo, il giovane, ma già esperto titolare, può contare su uno staff affiatato che gli ha permesso di farci assaggiare un vino che ricorda i giovani Pinot Nero di Borgogna. L’idea di lasciarlo circa 10 mesi in acciaio é risultata vincente. Il colore è rosso rubino splendido, dinamici e immediati i profumi al naso, ciliegie, viola fresca, ribes rosso e cioccolato al latte. In bocca esplode la freschezza, tannino elegante ed educato, buona e non prepotente la struttura e la persistenza, dal finale sapido e leggermente amarognolo. Da bere ora perché è perfetto, anche se in evoluzione potrà darci grandi soddisfazioni. Sui 12 gradi di temperatura é favoloso. Vista la sua spontaneità si adatta sia sul pesce che sulla carne, soprattutto quella speziata; filetti di coniglio allo zafferano o alla trippa. Dal costo fantastico se si pensa che le bottiglie prodotte sono solo qualche migliaio: 15 € info_ Az. Valle Reale, località San Callisto 65026 Popoli (Pe). www.vallereale.it Visite su prenotazione (085 9871039). Vendita diretta.
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comunicazione aziendale
» Farnese vini
Edizione, cinque autoctoni V
ino di grande struttura, morbido, ricco di tannini vellutati, molto persistente e con finale lungo con note speziate di vaniglia e cioccolato. Pronto per essere bevuto subito ma sopporta bene un invecchiamento di 8/10 anni. Temperatura di servizio: 18-20° C circa. Abbinamenti gastronomici: Carni rosse, selvaggina, sughi robusti. Vino da meditazione. Vitigni: Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negroamaro e Malvasia Rossa. Area di produzione: Comuni di Colonnella, Ortona, Sava e San Marzano. Caratteristiche sensoriali: colore rosso granato molto intenso e persistente con sentori di ciliegia, prugna, ribes maturi, tabacco e nota tostata finale.
I
«Nascono i nostri frutti»
vini Farnese riflettono tutti i colori della terra d’Abruzzo, dipingono incantevoli paesaggi di gusto e vivono della passione per i vigneti sconfinati che la Majella domina e protegge con le sue rotondità materne. Potete osservarli scivolare dalle colline fino al mare, distendersi alla ricerca delle esposizioni ottimali e godere di un microclima invidiato dall’Europa intera. Ecco perché i frutti di questa terra crescono bene e invecchiano ancora meglio.
FARNESE vini s.r.l. Castello Caldora - 66026 Ortona (Ch) tel. 085 9067388 - fax 085 9067389 - www.farnese-vini.com
Spesso la vita frenetica e il lavoro sedentario ci inducono verso un’alimentazione del tutto sbagliata, frettolosa e non corretta per il nostro corpo. Seguendo la giornata tipo di un manager, ecco alcuni consigli di un esperto nutrizionista
salus, il cibo per vivere meglio » di Pietro Campanaro
Fast food, regressione all’infanzia La nostra alimentazione si è modellata sullo stile di vita e mangiare al fast food è diventata quasi un’abitudine per molti… ma mangiare veloce non è la sola motivazione del loro successo… a piccolo vivevo in campagna e in estate, con la scuola chiusa, mi alzavo presto al mattino e correvo dai nonni a bere il latte appena munto e insieme facevamo lo “sdijuno” ovvero una sorta di primissima colazione prima di iniziare i vari lavori. Poi verso le otto c’era la vera colazione con pane e affettato o frittata con i peperoni, e per i grandi un buon bicchiere di vino, e ci si rimetteva al lavoro fino all’ora di pranzo che tassativamente era a mezzogiorno; un bel piatto di pasta al sugo di carne, secondo, verdure in abbondanza, pane e frutta, altro bicchiere di vino e via di nuovo nei campi fino a sera per poi cenare con l’immancabile minestra o la pasta avanzata dal pranzo riscaldata in padella che diventava croccante (ancora oggi a pensarci mi viene l’acquolina in bocca!) e poi cena completa con due bicchieri di vino. Pensare ad una alimentazione del genere oggi fa sorridere, e chi potrebbe mangiare tutte quelle cose senza “scoppiare” e poi soprattutto dove si troverebbe il tempo per farlo visto che andiamo sempre di corsa con una notevole quantità di cose da fare ogni giorno? Ecco allora che l’alimentazione nel corso degli anni si è adeguata agli stili di vita (purtroppo non è successo il contrario) e se bisogna andare veloci per tenere i ritmi anche l’alimentazione è diventata fast anzi “fast food”; colazioni rapide al bar con cappuccino e cornetto, pranzi veloci nel poco tempo a disposizione con panini o pizza e bibite, spuntini rapidissimi con barrette e snack e cene spesso arrangiate tra i vari impegni. Per spiegare il successo planetario del fast food (cibo veloce) si sono scomodati illustri sociologi e psicologi arrivando alla conclusione che questo modello di alimentazione oltre a essere molto pratico, è particolarmente gratificante per i nostri sensi innescando una sorta di regressione psicologica che ci riporta alla felice età neonatale. Mangiare panini morbidi e caldi con
ripieni sempre teneri e ricchi di sapore grazie alle diverse salse ricorda le prime pappe, bere bevande zuccherine con la cannuccia ricorda la suzione del latte dal seno materno o dal biberon, mangiare in ambienti frastornanti è rassicurante perchè da l’impressione di non essere mai soli. E allora ecco declinato il fast food nelle sue variopinte forme: hamburger, hotdog, patatine, ma anche kebab con le salse più diverse oppure la più nostrana pizza insieme a una bevanda gassata che apportano una miscela di carboidrati, proteine e grassi che sazia molto velocemente e appaga notevolmente e il gioco è fatto. Poco tempo sprecato per mangiare, poca spesa, pancia piena e molta soddisfazione! Purtroppo non è tutto oro quel che luccica ed è chiaro che se mangiare fast food ogni tanto può essere una piacevole esperienza, farlo tutti i giorni comporta dei rischi per la salute. Ma se proprio si è costretti conviene utilizzare qualche trucco per non farsi male più di tanto. Eliminare le salse o se proprio non si riesce utilizzare quelle meno caloriche e grasse come ketchup e senape, non abbinare le patatine fritte a panini o pizza, se possibile scegliere una bevanda non zuccherina o del succo di frutta, laddove il fast food lo permette prendere una insalata o della frutta che contenga fibre tipo l’ananas, scegliere delle pizze con vegetali. Piccoli e semplici accorgimenti che possono essere un grande aiuto per evitare “ingolfamenti” da fast food al nostro organismo
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info_ Dr. Pietro Campanaro Medico-Chirurgo Nutrizionista, Specialista in Scienze dell’Alimentazione, Fitoterapeuta Giulianova – Teramo – Pescara – Ascoli Piceno – Fermo Web: www.fitomedicina.it - E-mail: info@fitomedicina.it gruppo su Facebook: Nutraceutica e Fitomedicina
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traindevie » di Carolina Pierfelice
pprofondiamo l’articolo dello scorso mese stilando un vero e proprio elenco delle caratteristiche prioritarie che deve avere un leader. La classifica è tratta dal libro “Vincere!”, il cui autore è Jack Welch, considerato uno dei più grandi manager degli USA, definito il ceo (amministratore delegato) del secolo dai più autorevoli professori di management americani. Secondo lui sono queste le regole per essere davvero dei leader… Regola n°1: I leader sviluppano incessantemente il loro team, usando tutte le interazioni come opportunità di valutazione, di coaching e di rafforzamento dell’autostima. Sfruttate tutte le opportunità per infondere autostima in coloro che hanno dimostrato di meritarsela. Usate ampiamente gli elogi, e più specifici sono, meglio è. Regola n°2: I leader fanno in modo che i collaboratori non si limitino a capire la vision, ma la vivano e la respirino. Dovete parlare costantemente della vision. La vision è l’elemento essenziale del lavoro del leader. Non c’è vision che valga la carta su cui è stampata, se non viene comunicata costantemente e rinforzata attraverso le ricompense. Regola n°3: L’umore del leader è contagioso. Un manager dinamico che affronta la giornata con un approccio positivo si ritrova a guidare un team o un’organizzazione i cui componenti mostrano un approccio positivo. Regola n°4: i leader creano un clima di fiducia attraverso la sincerità, la trasparenza e il credito. La fiducia si crea quando i leader sono trasparenti, sinceri e rispettosi della parola data. I leader creano fiducia anche attribuendo correttamente i meriti. Non ingannano mai i collaboratori e, nei momenti difficili, si assumono la responsabilità di ciò che è andato per il verso sbagliato. E nei momenti di gloria, estendono elogi. Regola n°5: i leader hanno il coraggio di prendere decisioni impopolari e di seguire l’istinto. Non siete leader per vincere una gara di popolarità; siete leader per dirigere. Non concorrete ad un incarico elettivo, vi hanno già eletto. A volte prendere una decisione è problematico, non perché la decisione sia impopolare, ma perché è istintiva e sfida la razionalità “tecnica”. I leader si trovano continuamente alle prese con le sensazioni istintive. Regola n°6: i leader indagano con una curiosità che sconfina nello scetticismo, e fanno in modo che alle loro domande si risponda con l’azione. Quando agite come professionista, cerinfo_ Carolina Pierfelice Psicologa - psicoterapeuta CarolinaPierfelice@libero.it
Jack Welch, considerato uno dei manager più bravi d’America
Essere leader: parla il manager del secolo Poche regole da seguire per essere dei leader di successo, sono quelle scritte da Jack Welch, considerato uno dei manager più bravi d’America cate di avere tutte le risposte. È il vostro lavoro. Quando siete leader, il vostro compito è avere tutte le domande. Tutte le conversazioni che avete devono essere punteggiate dalle vostre domande. Fare domande, tuttavia, non basta mai. Dovete assicurarvi che le vostre domande diano l’avvio a un dibattimento e sollevino dei problemi che trovino soluzione. Ricordatevi, proprio perché siete leader, che dire una determinata cosa non significa metterla in pratica. Regola n°7: i leader ispirano con l’esempio l’assunzione di rischi e l’apprendimento. Se volete che i vostri collaboratori sperimentino nuove soluzioni, date direttamente l’esempio. Potete creare una cultura che la promuove ammettendo spontaneamente i vostri errori e parlando di quello che vi hanno insegnato. Il semplice fatto di essere i capi non implica che siate la fonte di tutte le conoscenze. Regola n°8: i leader festeggiano, danno ai collaboratori il senso tangibile della vittoria e creano un’atmosfera di riconoscimento e di energia positiva. Il lavoro è troppo importante nella vita per non celebrare le vittorie
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arte&co.
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Âť di Chiara Strozzieri
Gabriella Capodiferro alla Civitella di Chieti
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Âť foto di Antonio Taricani
La retrospettiva in occasione di un evento per la riscoperta delle risorse del territorio
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arte&co.
arà inaugurata sabato 19 marzo, presso il Museo della Civitella di Chieti, una mostra-evento dell’artista Gabriella Capodiferro, che al cinquantennale della sua attività di ricerca desidera omaggiare le storiche origini della città, che da anni ospita il suo studio e la sua associazione culturale M.G.C. (Movimento del Guardare Creativo). Il progetto è nato dall’esperienza fatta presso il Museo Archeologico insieme agli alunni del Laboratorio Creativo per Adulti, da lei diretto, e dalla riscoperta di una forza primitiva che, dopo questo incontro, l’ha portata alla realizzazione di un intero ciclo pittorico. Sarà proprio questo a campeggiare nelle sale espositive dietro il nome di Grembo della Dea Madre: Capodiferro è stata infatti invasa dalla sacralità e dalla potenza della figura della Potnia, a cui fanno riferimento diversi ritrovamenti, una divinità femminile primordiale, presente nella mitologia, che attesterebbe l’esistenza di una struttura matriarcale nelle civiltà preistoriche. La Grande Madre, come viene spesso chiamata nei documenti, è presente nella Civitella in una serie di antefisse, a cui l’artista teatina risponderà con opere messe a specchio in fase di allestimento. Scrive lei stessa a proposito del rapporto creato con il luogo espositivo: “Ho compiuto ancora una volta il mio viaggio all’interno del Museo, vivendolo emozionalmente, creativamente e culturalmente come luogo dove l’identità della donna e dell’artista, dello spirito e della religione, della terrestrità e dell’iperuranio, si fondono, formando un’amalgama nuova, un nuovo portato di idee e riflessioni”. La particolarità della mostra sta anche nella presentazione di una retrospettiva dell’autrice, che a giusto titolo è considerata uno dei nomi più illustri dell’ambiente culturale abruzzese, per aver rinnovato negli anni un linguaggio originale, partito
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1. Figlia e madre, 1985, tecnica mista su tela 2. Autoritratto con Schiele, 1981, olio su tela, 70x100 cm 3. Primo inverno, 1992, acquerello e collage, 40 x 60 cm 4. Qui si vive, 1982, tecnica mista e olio su tela, 100x120 cm
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da una raffinata figurazione negli anni di studio presso l’Accademia di Venezia e finito in un informale di rara liricità. La giustezza delle sue composizioni accompagna sempre una crescita del pathos coloristico, che avviluppa lo spettatore e lo immerge nella materia, concedendogli di ascoltare con una consapevolezza rinnovata i movimenti dello spirito. A storiciz-
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zare tutto questo, verrà presentato un elegante volume monografico, edito da Il Vecchio Faggio e organizzato in 3 sezioni, curate rispettivamente dai critici d’arte Leo Strozzieri, chi vi scrive, Chiara Strozzieri, e Maria Cristina Ricciardi. Al centro dell’evento tuttavia resterà la Civitella di Chieti e il desiderio di renderla luogo di incontro tra l’archeologia e la contemporaneità, anche grazie a delle attività di laboratorio per le scuole, che sono state programmate dal personale competente del museo in collaborazione con Gabriella Capodiferro per tutta la durata della mostra. Il progetto, promosso dalla Fondazione Carichieti, metterà in luce le risorse culturali e artistiche del territorio, arricchendo ogni appuntamento con l’approfondimento della vicenda umana e professionale di un’artista davvero eccelsa
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5. Il sempre movente, 2002, tecnica mista su tela, 60 x 50 cm 6. Aggrappata a una nuvola, 2008, tecnica mista su tela, 70 x 40 cm 7. Donna che si pettina, 1969, olio su tela
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Educazione ambientale - Foto archivio Cogecstre
arte&co.
» di Elisa Di Venanzio
A scuola sotto l’albero È questo il titolo di un articolato ed interessante progetto ideato dalla Riserva del Lago di Penne e dal centro di educazione ambientale A. Bellini. Stimolare e promuovere una coscienza ecologica nelle nuove generazioni
Intervista a Adelaide Leone responsabile della promozione dell’offerta formativa e dei contatti con le scuole
ll’ombra del Gran Sasso, tra le dolci colline pescaresi, qualche chilometro a sudovest della città di Penne, si estende un piccolo lago artificiale, creato negli anni ’60 e divenuto in poco tempo un importante luogo di sosta e di riproduzione dell’avifauna. La ricchezza di specie animali e vegetali ha indotto la Regione ad istituire una riserva per tutelare e valorizzare questo patrimonio e per cercare di riportare sulle rive del lago e dei corsi d’acqua della zona la lontra, ormai in via di estinzione. In questo scenario operano da alcuni anni gli educatori del centro A. Bellini che offrono a turisti e scolaresche, tramite escursioni e itinerari didattici, la chiave per accedere alle bellezze naturalistiche e la possibilità di avvicinare gli animali delle aree umide. Abbiamo incontrato Adelaide Leone, responsabile della promozione dell’offerta formativa e dei contatti con le scuole, per farci raccontare questa esperienza.
Il centro offre numerosi laboratori legati a tematiche di educazione ambientale. Quali sono gli scopi che vi prefiggete con queste attività? «Gli obiettivi didattici dell’educazione ambientale, protesa a considerare sia gli aspetti naturali che quelli derivati dalle attività umane, devono essere incentrati sulla sensibilizzazione delle future generazioni in merito alla salvaguardia dell’ambiente, con lo scopo di sviluppare
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arte&co.
il senso critico che metta in discussione la visione antropocentrica che ha accompagnato il progresso lo sviluppo produttivo del novecento». Quali attività e servizi proponete alle scolaresche per agevolarle nella visita della riserva? «Abbiamo un’ampia offerta divisa per tematiche. Innanzitutto l’ambiente e la biodiversità, con visite all’area florofaunistica, con attività di bird watching per imparare a riconoscere gli uccelli anche dal loro canto o laboratori sul riconoscimento dei fiori e dei semi con lo scopo di elaborare un erbario. Poi le attività sostenibili con visita al centro di educazione ambientale dove da anni si sperimentano nuove fonti di energia (fotovoltaico, biomassa, solare, eolico ecc.). Ampio spazio viene anche dedicato al problema dei rifiuti e all’importanza della raccolta differenziata. Un gruppo di laboratori è incentrato sull’educazione alimentare. Durante le attività gli alunni imparano a fare il pane con la farina di farro proveniente da agricoltura biologica, o ad individuare, con l’aiuto di un botanico, le piante eduli presenti in natura. Queste sono solo alcune delle nostre proposte, per visionare tutto il programma è possibile visitare il sito della riserva». Per voi dunque è fondamentale l’esperienza sul campo… «Certo! Grazie alla presenza dell’orto botanico, che raccoglie parte del patrimonio floristico abruzzese e del giardino delle farfalle, un’area con piante che attirano questi insetti, gli studenti hanno l’opportunità di osservare direttamente, sperimentando per un giorno il lavoro del botanico o dell’entomologo. In alcuni laboratori è prevista proprio una fase manipolativa, come nelle attività sull’artigianato tradizionale o in quelle sull’alimentazione. Rispetto quindi alle lezioni
classiche, tenute in aula, i ragazzi sono molto più stimolati e recettivi». Vi sono strutture adeguate ai disabili per agevolare la visita e la partecipazione alle attività? «Sì. Lungo la riva del lago è stato realizzato un percorso che si sviluppa per circa 800 metri, strutturato con passerelle di legno, che permette ai disabili motori di passeggiare liberamente con la propria carrozzella e di visitare l’orto botanico ed il giardino delle farfalle. Inoltre sono presenti dei capanni per l’osservazione della fauna, in particolare degli uccelli che frequentano il lago. Una parte del sentiero è anche attrezzata per non vedenti mediante schede Braille e passamani». Vogliamo quantificare il numero delle visite avute sino ad oggi? «Per quanto riguarda l’anno passato il numero dei minori si aggira intorno a circa 10.000 presenze, concentrate soprattutto tra la primavera e la fine dell’estate perché l’attività educativa non termina con il periodo scolastico, ma prosegue nei campi estivi. Rispetto agli anni passati il numero è diminuito a causa della forte crisi economica. A questa cifra dobbiamo aggiungere 5.000 visitatori occasionali, che accedono alla riserva autonomamente, senza guida, distribuiti lungo tutto l’arco dell’’anno, con picco massimo nei mesi estivi».
Educazione ambientale della Cooperativa Samara Una bimba all’osservatorio - Foto di A. Di Federico
L’esperienza positiva maturata in questi anni dal vostro staff dimostra che l’impegno per l’ambiente può dare vita a nuove forme imprenditoriali ed occupazionali. Quante persone lavorano ai progetti didattici? «Nei nostri progetti sono impegnate, a tempo indeterminato, tre persone che nel periodo primaverile-estivo, per far fronte alle numerose richieste, vengono affiancate da altre dieci unità»
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arte&co. » di Anna Cutilli Di Silvestre
omo di straordinaria energia. Entusiasta, coinvolgente, superattivo, con facilità crea anche un’associazione; da poco divenuto ex primario gastroenterologo nell’ospedale di Termoli, ma da tempo catturato dalla passione per la fotografia. Tutto questo è Danilo Susi, noto pescarese, mago degli scatti. Per lungo tempo ha prodotto foto reali più del reale, ma in seguito si è dedicato agli esperimenti di astrazione digitale regalandoci immagini misteriose e affascinanti. Quando nella metà del XIX secolo nacque la fotografia, essa riproduceva fedelmente il vero ritraendo oggettivamente la realtà. Grande lo sconcerto dei pittori che si sentivano superati nella loro funzione documentale e sofferta la disapprovazione di poeti come Charles Baudelaire e critici come Walter Benjamin che in essa notavano la mancanza del pathos dell’opera d’arte e una perdita di valore per la sua riproducibilità. Il direttore delle Regie Gallerie di Firenze alla fine dell’Ottocento scriveva agli Editori d’arte Alinari “ la società ebbra della sua mediocre e vana istruzione, non si avvede che anche le più belle fotografie fatte dal vero sono prive di quell’anima che si ritrova pur anche nelle pitture di terz’ordine”. Invece lo sviluppo della tecnologia ha fornito i modi per superare la realtà gareggiando con l’immaginazione e la fantasia. Danilo Susi fotografo, si è sperimentato appunto nei due filoni di questa nuova arte. La tragedia del devastante terremoto di San Giuliano di Puglia, che il 31 ottobre 2002 ha sconvolto paesi e colline del Molise causando anche la morte di 27 bambini a scuola, è stata
» foto concesse dall’artista
La radice del mare succhia linfa dal caos e le riversa qui, trasforma in luce
Quando la foto racconta… Tra il realismo del reportage e la poesia dell’opera d’arte, scopriamo insieme l’universo fotografico di Danilo Susi raccontata con un centinaio di scatti da Danilo Susi e dal suo collega Renato Corradi. I due fotografi poi hanno pubblicato le foto in un accurato catalogo edito dalla Casa Editrice Tracce di Pescara. Il linguaggio verbale è sicuramente più preciso ed analitico di quello iconico, eppure ha bisogno delle immagini perché queste offrono un’ informazione veloce e simultanea, e soprattutto più coinvolgente. Quindi le immagini, pur fragili rispetto alle parole, rendono la tragedia del terremoto meglio di un
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arte&co. Due immagini tratte dalla raccolta “Quando la mia vita cambierà” con immagini del terremoto a San Giuliano di Puglia del 31 ottobre 2002
Una immagine tratta dalla raccolta “Astrattismi paralleli”
lungo discorso facendo rivivere, purtroppo appieno, lo sconforto di quella tragedia. Se la fotografia classica non può mentire, gli ultimi scatti di Danilo Susi sono creazioni libere, non raccontano niente, danno solo sensazioni ed emozioni. Sono immagini marine dolcissime, delicate, di movimenti dell’acqua che cambia di continuo. A volte il colore si liquefà tra le increspature del mare colorandolo con un giallo ocra che spicca sull’azzurro cupo. In altre fotografie le forme sono estenuate, domina il celeste che comunica un languore, uno sfinimento che ci trasporta al di là del contingente e del vissuto, nel mondo dei sogni. Altre volte, invece, il disegno color senape suggerisce un ricercato festone settecentesco coronato da un frastaglio verde e rosso. Nonostante l’indiscussa magia del colore Danilo Susi ha prodotto anche finissime foto in bianco e nero in cui l’acqua agitata dal vento si innalza, ricade frantumandosi in minutissime gocce dai riflessi perlacei che spiccano sul fondo cupo del mare. Queste foto evocano il ricordo dei versi dannunziani in cui il Vate descrive l’acqua che in un breve golfo scintilla come le piastre di metallo sul pettorale di un guerriero: “il Mare / Sembra trascolorare/ S’argenta? s’oscura?/A un tratto / come colpo dismaglia / l’arme, la forza / del vento l’intacca. / Non dura. / Nasce l’onda fiacca, sùbito s’ammorza. / Il vento rinforza. / Altra onda nasce, / si perde, / ”. Quindi Danilo Susi nella sua attività di fotografo, ha raccontato l’ira incontrollabile della Terra documentandola come un reporter mentre con ispirazione poetica, ha saputo anche rendere gli imprevedibili travestimenti del mare
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Qui sotto e in basso: altre due immagini tratte da “Astrattismi paralleli”
Chi è Danilo Susi Danilo Susi, pescarese, classe 1949, vive a Termoli nel cui ospedale è stato primario di gastroenterologia. Nel 1980 ha seguito l’esperienza parigina “Le mois de la photo a Paris”. Nel 1994 ha fondato un’associazione di medici-fotografi italiani, l’AMFI, di cui è presidente. Dal 2004 si è ispirato all’impressionismo di Claude Monet, dedicandosi alle forme e ai colori dell’acqua. Mostre personali recenti: a Palermo, Spoltore (PE), Monreale (PA), nel 2007; a Livorno, Pescara Roma, Termoli (CB), Ancona nel 2008; a Termoli (CB); Roma, nel 2009; ad Ancona, Vasto (CH) nel 2009. Mostre collettive recenti: a Termoli (CB) nel 2006; a Bologna, Torino nel 2007; a Bologna, Parigi, Bucarest nel 2010; con Carlo D’Orta a Pescara nel 2011. www.danilosusi.com
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tempo rubato » di Vittoria Di Canzio
Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere. Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore
Proponiamo un breve ma emozionante racconto di Vittoria Di Canzio... buona lettura!
Il giardino delle ortensie ebriata ed annichilita dalla seducente essenza dei casablanca, ipnotizzata dalla risacca, la mia mente subiva la sua quotidiana obnubilazione dalla realtà, quasi per mezzo di canti onirici le mie membra si intorpidivano lasciandosi trasportare da quello spirito, da quella sublime presenza che ormai la mia esistenza non poteva ignorare per più tempo. La luna, ricordo la luna che limpida si rifletteva sul mare caraibico a creare tremuli riflessi illudendo i miei occhi, come se volesse incoraggiarmi a continuare, come se mi desse il diritto di attribuire tutti i miei fallimenti all’incomprensione altrui e alla natura stessa, colpevole del semplice portarmi in estasi con la sua eterea bellezza. Stremata ero solita trascinare le mie gambe là dove un giorno non ricordo se più o meno lontano nel passato assistetti alla fine di ogni mio vitale impulso. Ancora allora continuavo a fingere che quel posto non significasse nulla per me, solo lo scenario dell’atto più orribile che la mia psiche avesse mai potuto sopportare, solo il luogo in cui ebbi il coraggio di uccidere quell’uomo grazie ad una striscia con cui da allora
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strinsi un patto indissolubile, un rapporto esclusivo che come una corrente mi afferrava per condurmi sempre più in basso”. Seduta su quell’amaca che tante volte mi portò in salvo dalla psichedelica morsa euforizzante degli stupefacenti, parlo come un’automa all’eterea ragazza che mi siede davanti con gli occhi lucidi e la testa fra le mani. “Penso a quelle sensazioni che nonostante ogni drastico rimedio tornano a martellare insistentemente la mia mente di donna a cui il potere dei fiori non regalò altro che schiavitù. La faccia dell’uomo che uccisi, il volto di quel padre capace solo di violenza viene ogni giorno, ogni maledetto giorno a visitarmi: si affaccia tra le ortensie rosate e mi ripete quelle suppliche. Le sue parole rimbombano come echi di lontane promesse, scongiuri per una redenzione troppo tardiva. Non ricordo esattamente l’immensità del coraggio con cui afferrai quella bottiglia, la stessa su cui quell’ignobile persona aveva poggiato le labbra per trarre benessere nella gola e nel cervello. La tagliente superficie vitrea che la bottiglia presentava dopo essere rovinosamente caduta da quelle mani così robuste rifletteva il satellite lunare come a
chiamarmi e ad ipnotizzarmi, ad attirarmi verso la demoniaca idea di un omicidio, la risoluzione che avrebbe posto fine alla mia ossessione, il lieto fine che avrebbe permesso il riposo alle mie narici così stanche. Ero convinta che da allora la mia vita avrebbe potuto acquistare un senso, io adolescente illusa pensavo di avere il controllo su qualsiasi mia azione, credevo di poter combattere quella dipendenza, ma ciò che ignoravo era che la vista di fine polverina era come una musica leggiadra, un richiamo peccaminoso: in realtà la mia vita era nelle mani di piccoli sentieri che il mio naso seguiva ciecamente. Allora piangevo, la mia disperazione raggiungeva il culmine nel momento in cui davanti ai miei occhi si presentavano i fotogrammi del passato. Guardavo da occhi divini l’omicidio che io stessa commisi, dall’alto tutto sembrava più lontano e freddo ma ciò non impediva al dolore di angosciarmi fino a togliermi il respiro, la mia ipocrisia giaceva lì, tra sangue e lacrime. Non fui indagata per quell’atto brutale, Dio solo sa perché; al contrario si ipotizzò un assassinio commesso da estorsori, meschina gente a cui mio padre spesso ricorreva pur di soddisfare ogni momento il suo palato avido di alcol. La verità? Soltanto mia e di mia madre. Così passavano le mie giornate, in questo modo mandavo avanti la mia presunta vita, diventando sempre più apatica. Il solo sentimento che mi teneva aggrappata alla speranza di tornare a respirare un giorno era quella specie di sensazione, una colpa che mi mordicchiava lo stomaco, un proposito di rettitudine che infrangevo subito dopo il caffè delle 10: davanti agli occhi impotenti e così supplichevoli di mia madre accendevo il mio primo spinello, quasi sformata dal dolore di quella ferita mai rimarginata mi accingevo a tornare sull’unico sentiero che mi illudesse sull’esistenza dell’amore. Povera diciassettenne che ero! Allora non mi rendevo conto di distruggere
ogni briciolo della mia essenza, con quel fumo avvolgente e silenzioso e in compagnia di bustine biancastre rendevo ogni parola un’accozzaglia di suoni ovattati, allontanavo dalla mia anima quel vero affetto che solo mia madre ormai teneva vivo per me. Riesco ancora, nonostante i danni che il prolungato uso di droghe ha apportato al mio cervello, a far riaffiorare quegli occhi lucidi e speranzosi quando ritardavo anche di un solo minuto lo sfregamento del fiammifero, ricordo il suo sorriso sfocato in vari tentativi di farmi tornare la bambina che ero. Io rimanevo zitta, credo, o al massimo farfugliavo qualche indistinta sillaba dopodiché tutto mi girava attorno acquisendo forme e colori mai visti. Fu mia madre stessa che tra le lacrime alzò la cornetta per procurarmi una buona disintossicazione, per porre fine al mio disagio. È anche grazie a lei che adesso sono qui a raccontarti la mia storia.” E mentre parlo la ragazza mi fissa con uno sguardo compassionevole, i suoi occhi verdi scorrono sul mio viso in cerca di qualche famigliare carattere che segretamente ci accomuni. Io la guardo meglio: la sua pelle liscia, il colorito roseo, i capelli lunghi e scuri. Sono quasi certa che i nostri pensieri, malgrado le generazioni ci dividano, siano gli stessi. Poi la ragazza spezza il silenzio irreale tra noi con voce calma, suadente, ma serena: “guardami, io sono quella che tu mai sarai, sono l’effigie negata della tua giovinezza, sono la ragazza che mai vedrà i colori del mondo, la fanciulla che mai realizzerà i suoi sogni di felicità.” in questo istante riflesso nello specchio, finestra del mio passato, non c’è più l’amaro sorriso serafico della bella donnetta, ma un volto, il solito volto che dopo tanti anni sente ancora la mia mancanza. È rimasto lo stesso, giovane, inquieto e orripilante, pronto ad infestare l’inutile esistenza di una psicopatica, della giovane donna mascherata da anziana signora in grado di negare la vita perfino a se stessa
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l’autore_
Vittoria Di Canzio nata il 23/12/1994 a Teramo, frequenta il terzo anno del Liceo Scientifico Albert Einstein di Teramo. Leggere è sempre stata la sua grande passione ma è la scrittura che l’accompagna ovunque. “Trovo che scrivere sia il mezzo più potente per esprimersi appieno ed è per questo che credo che anche la cosa più banale possa essere fonte di grande ispirazione”.
» foto concesse da famiglia Di Canzio
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Ora
Io e te
Il nuovo attesissimo album di Jovanotti
Il grande ritorno di Gianna Nannini
Che a Jovanotti piaccia ad ogni sua uscita discografica rimettersi in gioco e sperimentare è cosa nota, ma stavolta forse nessuno si aspettava un disco sorprendente come “Ora”, soprattutto così diverso dal precedente e fortunatissimo “Safari”. A lasciare esterrefatti è come suona tutto l’album: un sound dalle forti tinte internazionali e molto pieno in ogni traccia, tanti generi al suo interno, ma una costante, in molti suoi episodi (l’uso dell’elettronica) che non fa che arricchire lo stile già consolidato di Lorenzo. Tutto è forse fin troppo perfetto, la sperimentazione è padrona assoluta della scena ed il risultato finale è un giusto mix fra tradizione e ritmiche supermoderne che ammiccano quasi all’indie americano. “Ora” mostra l’assoluta voglia di Jovanotti di libertà, il suo desiderio di non avere vincoli, ma di dare sfogo alla creatività ed il risultato finale ne trae sicuramente giovamento. “Megamix”, pezzo che apre il cd, è quasi un manifesto delle intenzioni di partenza: suoni incalzanti che stendono. “Tutto l’amore che ho”, primo singolo estratto, ha già riscosso un grande successo. Fra gli altri brani “Amami” e soprattutto “Io danzo” fanno ballare alla grande a ritmo di synth e beat incalzanti. C’è spazio anche per il rock di “Il più grande spettacolo dopo il big bang”, le atmosfere meravigliose di “Le tasche piene di sassi”, “L’elemento umano” (l’episodio più bello del disco, con un cameo di Luca Carboni alla voce). “La bella vita” ha ritmi etnici che conquistano, grazie all’intervento di Amadou & Mariam. In “Battiti di ali di farfalla” prestigioso apporto del grande Michael Franti. Fra le collaborazioni si segnalano anche quelle con Franco Battiato (presente un sample di un suo brano) e Cesare Cremonini. “Ora” è uscito nella versione standard con 15 brani ed in quella deluxe che ne comprende invece ben 25.
“Io e te” è il nuovo ottimo lavoro di Gianna Nannini. La rocker senese con questo disco sembra quasi chiudere idealmente una trilogia iniziata con il fortunatissimo “Grazie” e proseguita con “Giannadream”: la direzione musicale seguita nelle dodici tracce qui presenti ne rinnova i fasti. Una serie di riuscitissime ballate in cui la calda voce della Nannini si esalta con una spruzzata di rock qua e là: questa la ricetta dunque più che collaudata. La prima parte dell’album è un susseguirsi di brani sognanti in cui l’amore è grande protagonista, in tutti i suoi aspetti. “Ogni tanto” è lo splendido singolo di lancio. Segue un trittico di canzoni che stende in quanto ad intensità: “Ti voglio tanto bene”, “I wanna die 4 U” (scritta da Pacifico, qui autore anche di altri tre brani) e “Dimentica”, quest’ultima un’autentica gemma. Si passa poi alla seconda parte del disco con “Perfetto” in cui sembra tornare la Gianna degli anni ’80, quella che molti di noi amano ancora. “Rock2” sembra risvegliare la sua anima più graffiante e tagliente, quella alla “Latin Lover”. La title track spiana la strada alla meravigliosa “Com’era”, altro potenziale ed accattivante singolo da radio, in cui archi, chitarre e sezione ritmica raggiungono un’amalgama perfetta. La chiusura è affidata alla cover di “Nel blu dipinto di blu (Volare)” di Modugno qui proposta in chiave quasi hard rock: sacrilegio? Giudicate voi… forse azzardata questa versione, ma sicuramente in pieno stile Nannini. “Io e te” è dunque un lavoro vario, emozionante, caldo ed avvolgente. Cosa manca a questo album? La provocazione rock della Nannini degli esordi, presente in minima parte, ma non è una pecca, bensì la normale evoluzione di un’artista che oggi ha raggiunto la sua piena maturità.
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» a cura di Camilla Marino
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K-WAY Marchio storico per le giacche impermeabilizzate, che per primo le portò sul mercato nel 1965, K-way ha saputo col tempo rinnovarsi e produrre sempre capi di qualità senza perdere la sua naturale originalità. Ne sono esempio le borse, i porta i-pad, i trolley (foto), le sacche, tutte rigorosamente in nylon impermeabilizzato. Come vuole la tradizione. www.k-way.ca
SOUNDWAGON È un giradischi portatile. È a forma di furgoncino della Volkswagen, che è anche il licenziatario ufficiale. Come funziona? Sotto il bus c’è una puntina che è alimentata da una batteria, basta quindi mettere il furgoncino sul disco e farlo partire. Come sarà il sound? La Stokyo, che lo produce, garantisce che avrà standard adeguati. Il gira-bus che era stato inizialmente commercializzato solo in Giappone, ha convinto i produttori ad estenderne la vendita a livello mondiale, grazie al suo fascino 70s. Fatelo partire…. www.stokyoworld.com
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ire&Fare, il format di approfondimento del gruppo editoriale Ecco Italia, è pronto a ripartire. Fervono i preparativi per entrare nel vivo della seconda edizione, avvalendoci come sempre del contributo di quotati ospiti, interviste, sintesi statistiche e il parere dei cittadini, che si esprimono attraverso l’amata rubrica Vox Populi. Questi sono gli ingredienti indispensabili per trascorrere insieme 80 minuti all’insegna del dibattito costruttivo, orientato a fare una disamina concreta della distanza esistente tra buoni propositi e
fatti. Nelle prossime puntate affronteremo tematiche di attualità che ci condurranno a soffermarci su argomenti inerenti alla riforma della pubblica istruzione, la ricerca attiva del lavoro, la tutela ambientale, lo sviluppo dell’economia territoriale, i nodi del sistema turistico regionale, i trasporti, la sicurezza sul lavoro, solo per citarne alcune. Da marzo 2011 su Tvq ogni martedì alle ore 21.00, Jenny Viant Gómez e Alessio Giancristofaro vi danno appuntamento dallo studio televisivo del gruppo editoriale Ecco Italia, con la regia di Roberto Morelli, per colmare il divario tra parole e fatti.
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Anno 1¡ n. 3 - luglio/a agosto 2006 - (copia a omaggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P
Anno 1¡ n. 3 - luglio/a agosto 2006 - (copia omaggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P
Anno 1¡ n. 4 - settemb bre 2006 - (copia oma aggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P
Anno 1¡ n. 4 - settembre 2006 - (copia omagg o) - Registrazione Reg egist str tra ra azione n. 04 del el 07/04/2006 07/ 7/0 /04//2006 Tribunale Tr ribunale r ibuna ale d dii Pescara Pesc Pesca cara ara a - Sped. Sped ped. p ed. in n a.p. a.p .p.. Art. Art rt. t. 2 comma comm co mma ma 20/C C legge leg gge 626/96P 626 626/96P /96 6P
Anno 1¡ n. 5 - ottobre 2006 - (copia omagg gio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P
Anno 1¡ n. 5 - ottobre 2006 - (copia omagg o) - Registrazione Reg egis ist str tr razione ne n. 04 del del 07/04/2006 07/ 7/0 /04 4/2006 Tribunale Tr ribun un nale di Pescara Pesc Pesca cara ara a - Sped. Sped ped. in n a.p. a.p .p.. Art. Art rt. t. 2 comma comma 20/C legge co leg gge 626/96P 626 6 /96 6P
Anno 1¡ n. 6 - novembr re 2006 - (copia omag ggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P
Anno 1¡ n. 6 - novembr re 2006 - (copia omaggio) - Registrazione Reg gis str razio azione n. 04 04 del 07/04/2006 07/ 7/04/ 4//2006 Tribunale Tri Tr ribunale ibuna na ale di di Pescara Pesc Pes esc sca ca ara a - Sped. Sped ped. in n a.p. a.p. p. Art. Art rt. t. 2 comma comma 20/C legge leg egg ge 626/96P 626 6 /9 /96 6P
Anno 1¡ n. 7 - dicembre 2006 - (copia omag ggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P
Anno 1¡ n. 7 - dicembre e 2006 - (cop a omaggio) - Regi Registrazione ist str tr razio one n. 04 del 07/04/2006 07/ 7/0 04//2006 Tribunale Tribuna Tr ribunale nale d dii Pescara Pesc Pes esca ca ara a - Sped. Sped ped. in n a.p. a.p. p. Art. Art A rt. rt t. 2 comma comma 20/C 20/ 0/C legge leg egge 626/96P 626 6 /9 /96 6P
Anno 2¡ n. 1 - gennaio o 2007 - (copia omagg gio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P
Anno 2¡ n. 1 - gennaio 2007 - (copia omaggio) - Reg Registrazione egist str tra ra azione n. 04 del el 07/04/2006 07/ 7/0 /04//2006 Tribunale Tr ribuna al le di Pescara Pesc Pesca cara ara a - Sped. Sped ped. p ed. in n a.p. a.p .p.. Art. Art rt. t. 2 comma comma 20/C co C legge leg gge 626/96P 626 626/96P /96 6P
Anno 2¡ n. 2 - febbraio o 2007 - (copia omagg gio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P
Anno 2¡ n. 2 - febbraio o 2007 - (copia omaggio) - Registra Registrazione raz azione n. 04 del 07/04/2006 07/ 7/04/2006 4/2 /2006 Tribunale Tr ribu buna na ale e di Pescara Pesc Pe esca ara a - Sped. Sped ped. ped ed. in n a.p. a.p .p.. Art. Art rt. t. 2 comma comm ma 20/C legge leg egge 626/96P 626/96 6P
Anno 2¡ n. 3 - marzo 2007 - (copia omaggio o) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P
Anno 2¡ n. 3 - marzo 2007 - (copia omagg o) - R Registrazione egis ist str tr razione n. 04 del 07/04/2006 07/ 7/04/ 4//2006 Tribunale Tribuna Tr nale di Pescara Pesc Pes esca ca ara a - Sped. Sped ped. in n a.p. a.p .p.. Art. Art A rt rt. t. 2 comma comma 20/C 20/ 0/C legge leg gge 626/96P 626 6 /96 6P
ABRUZZO IMPRESA FEBBRAIO 2011 N°51 ANNO VI IN COPERTINA FABIO SPINOSA PINGUE
CINQUANTUNO VOLTE ABRUZZO IMPRESA DA MAGGIO 2006 IL MENSILE DEL MANAGER
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segno dei tempi » di Vyck
Impianti fotovoltaici al posto dei vigneti: «Serve una legge che regoli il settore» Il consigliere regionale del Pd, Claudio Ruffini, torna sulla questione e sollecita un adeguamento normativo in Abruzzo rispetto al proliferare di pannelli fotovoltaici nelle nostre campagne
No, no... ho scoperto che mi danno di piu’ per questi che per il vino
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