ISSN 1973-5383
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settembre 2010 _ numero 46 _ anno V
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ISSN 1973-5383
IN COPERTINA Piero, Luigi e Francesco Barbuscia foto di Andrea Straccini
SETTEMBRE 2010 N°46 ANNO V NUMERO CHIUSO IN REDAZIONE IL 6 AGOSTO 2010
DIRETTORE RESPONSABILE
ELEONORA LOPES
REDATTORI MARCO TAGLIERI, DENIA DI GIACOMO, JENNY VIANT GÓMEZ, LAURA TINARI EDITORIALISTI GIUSEPPE MAURO, MAURO DI PIETRO, PIERO CARDUCCI HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO ALFREDO DE VINCENTIS, LUIGI CARUNCHIO, MASSIMILIANO PIAN, SIMONE D’ALESSANDRO, ANTONIO TETI, FILIPPO PAOLINI, MASSIMILIANO PALUMBARO, MASSIMO AVENALI, ALESSIO PELUSI, VALENTINA FARICELLI, NEDA ACCILI, RAFFAELLA DI MARINO, ANNA CUTILLI, CAROLINA PIERFELICE, PIETRO CAMPANARO, NICOLA BOSCHETTI, ALESSANDRA VALLERA, CHIARA STROZZIERI, PIERO VITTORIA, CAMILLA MARINO ART DIRECTOR
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capitano d’impresa
Piero Barbuscia
Sport
Lo sport è una componente immancabile nella nostra famiglia. Io da una decina d’anni gioco a golf e pratico parapendio.
Hobby
Piero Barbuscia
Il golf è diventato anche il mio hobby. Richiede molta concentrazione e ti costringe a non pensare ad altro. È un modo per staccare la spina.
un imprenditore instancabile Inizia con un aneddoto molto simpatico l’intervista a Piero Barbuscia. «Avevo 14 anni –ci racconta– quando ho iniziato il mio percorso in azienda. Andavo insieme ai venditori dei veicoli industriali per le campagne abruzzesi e ogni vendita si concludeva con un brindisi rigorosamente a base di vino rosso. Spesso quando tornavo a casa, capitava che fossi un po’ stordito dall’alcol…». Ne sono passati di anni da quei racconti, e oggi Piero Barbuscia guida con successo la Barbuscia SpA, una delle più importanti concessionarie di auto, veicoli industriali e carrelli elevatori in Abruzzo. Ma quest’azienda che sta per compiere un secolo di vita, affonda le sue radici nel lontano 1920, quando nacque per mano del fondatore Graziano Barbuscia, nonno di Piero. Alla fine degli anni ‘40 subentrano i suoi figli Luigi e Ignazio; Luigi prende in mano le redini dell’azienda. Ed oggi insieme a Piero, figlio di Luigi, ci sono Luigi Jr e Francesco, quarta generazione della famiglia. Piero è nato l’8 aprile del 1952 a Pescara, dove vive da sempre, insieme a sua moglie Paola. Paola si occupa di ambiente ed è responsabile regionale dell’associazione “Marevivo”. I figli dicono del papà che è esigente, preciso e puntiglioso. Ma che è anche un imprenditore instancabile, dedito al lavoro e che non si ferma davvero mai. Lo sport è sempre stata una componente immancabile per la dinamica famiglia Barbuscia. «Lo sport –dice Piero Barbuscia- trasmette disciplina, nella vita e nel lavoro». Il papà di Piero, Luigi (Gigetto per gli amici) era un amante della montagna ed è stato un noto alpinista della nostra regione. Piero invece pratica da diversi anni parapendio e golf. Luigi Jr gioca a tennis, ma è stato campione italiano di kick boxing. E infine Francesco ha giocato a pallanuoto per 8 anni in serie A. Oggi pratica tennis, surf, golf e suona il pianoforte e la batteria. Attualmente la Barbuscia SpA conta in totale circa 180 dipendenti, insieme alla consociata P&B SpA, con un fatturato annuo pari a 60 milioni di euro. Tanti anni di lavoro, tanti cambiamenti, ma la “mission” di Barbuscia SpA è rimasta la stessa: offrire al cliente un prodotto di qualità e una gamma di servizi completa.
Viaggiare
Mi piace molto viaggiare e quando posso lo faccio con mia moglie Paola. Ma purtroppo il tempo è sempre poco.
Curiosità
L’unico vizio che mi concedo è fumare un sigaro, rigorosamente cubano. Mi rilassa.
Tempo libero
Quando posso lo trascorro con la mia splendida nipotina di un anno e mezzo, Lisa Sophie, figlia di Luigi.
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La Newsletter della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Pescara Anno IV - n° 8
Buone Vacanze La Camera di Commercio di Pescara augura buone ferie a tutti voi che ogni mese ci seguite con le nostre pillole di informazione “Imprese InForma”. Considerando che l’estate, così come il capodanno, è un buon momento per fare i bilanci, vi auguriamo che riceviate dal sole e dal vostro meritato riposo tutta l’energia per ripartire con uno slancio in più nel mese di settembre. Noi cercheremo di fare la nostra parte continuando sia a lavorare su idee e progetti che a comunicare nel modo più capillare possibile, consapevoli che l’informazione rappresenti uno dei migliori mezzi per competere sul mercato. E allora, buone vacanze.
Imprese InForma la newsletter della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Pescara
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Agosto 2010
Mediterranea: Il Gusto non conosce confini Si è svolta dal 29 luglio al 1° agosto la XXV edizione di Mediterranea, Rassegna sui Tipici Agroalimentari d’Abruzzo. I numeri della manifestazione sono imponenti, oltre 30.000 presenze per 78 espositori. Il taglio internazionale della manifestazione è stato assicurato dalla partecipazione di rappresentanti provenienti dal Brasile, dalla Bosnia Erzegovina e dalla Serbia, tre Paesi che offrono interessanti opportunità economiche alle nostre imprese in particolar modo nel settore agroalimentare. Nelle due mattine dedicate al B2B, hanno avuto luogo oltre 35 incontri B2B tra le aziende locali e quelle estere. L’edizione 2010 di Mediterranea è stata anche caratterizzata da un’iniziativa che ha riscontrato grande successo: “Assaggiando S’Impara”. Due stand, uno dedicato all’olio e presieduto dal Comitato di Assaggio Professionale della Camera di Commercio IAA di Pescara con il suo Capo Panel Luciano Brancone, l’altro, dedicato al vino, con l’A.I.S., l’Associazione Italiana Sommelier, sezione Abruzzo, ormai in forte partnership con l’Ente per promuovere insieme il vino della provincia di Pescara.
www.youtube.com/camcompe Il canale della Camera di Commercio I.A.A di Pescara
Prorogato al 1° ottobre 2010 il termine per l’operatività del SISTRI il SISTRI è il nuovo sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti speciali dalla produzione alla destinazione finale. L’implementazione del nuovo sistema comporta la sostituzione delle tradizionali scritture ambientali quali:il Registro di carico e scarico, il Formulario di identificazione rifiuti e, a partire dal prossimo anno, il Modello Unico di Dichiarazione ambientale (M.U.D.). Il passaggio da un sistema cartaceo ad un sistema completamente informatizzato permette di semplificare le procedure e gli adempimenti, con una riduzione dei costi a carico delle imprese, e di gestire, in modo efficiente ed in tempo reale, un processo complesso e variegato che comprende tutta la filiera dei rifiuti. Il D.M. 9 luglio 2010 ne ha prorogato l’operatività al 1° di ottobre.
Corso di qualificazione professionale per sommelier L’A.I.S., l’Associazione Italiana Sommelier, sezione Abruzzo, in collaborazione con La Camera di Commercio IAA di Pescara, organizza un corso di qualificazione professionale per sommelier. Dal 13 settembre partiranno presso le sale dell’Ente le 15 lezioni relative al 1° livello del programma di studio. Saranno approfonditi gli argomenti di viticoltura, enologia, tecnica della degustazione e del servizio: le basi della professionalità di ogni sommelier. Per informazioni è possibile scaricare il pieghevole informativo direttamente dal sito www.pe.camcom.it. www.pe.camcom.it
sommario _ anno V n°46 _ settembre 2010
opinioni&rubriche editoriale
13
Gocce d’inchiostro
ctrl s
14
Tendenze, fatti e persone
nonsolo economia
19
La meritocrazia non è uno slogan
il punto
21
Il generale Agosto farà il resto...
la terra di Piero
79
22
Legge speciale per l’Aquila: si parte
in primo piano politica
22
La rivincita di Massimo Desiati
provincia Pe
26
Ruggieri, un assessore in “testa”
ambiente
28
L’ultima spiaggia
terremoto
32
Una luce per la rinascita
32
in copertina barbusccia spa
36
Barbuscia, la famiglia che muove gli abruzzesi
incarichi&carriere primavera/piccirilli/ piersante mancini/diaconale/ d’amico
43
Confindustria Chieti/Rotary Club Lanciano/Uil Pescara
45
Confartigianato Chieti/Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga/Scienze della Comunicazione
storie&persone americo di benedetto
46
46
New generation
Americo Di Benedetto
storie&persone antonella marrollo
48
L’Ance Chieti si tinge di rosa
marco mazzei
50
Il signore degli specchi
50
grandi storie steven paul jobs
53
La fortuna inizia da un garage
tematiche d’impresa mercati
55
Il fenomeno delle rinegoziazioni
fisco
59
Premiare la produttività conviene...
energia
62
La discontinuità del servizio elettrico: è sempre colpa del distributore?
ict
64
Il nuovo business di internet si chiama Gold Farming
89
93 9
sommario _ anno V n°46 _ settembre 2010
tematiche d’impresa creatività& innova ione
67
L’effetto Google Marketing
norme&leggi
70
Quando l’impresa passa dal padre al figlio
gestione d’impresa
73
Consulenza per le PMI: più pratica e meno teoria
credito&finan a banca dell’adriatico
77
96
Monitor trimestrale dei distretti Abruzzo e Marche
seminari&convegni generazione italia
86
Il Presidente della Camera fa tappa a Pescara
Regione Abruzzo
89
«Auguri Abruzzo!»
Confartigianato Ch
93
La piccola impresa al centro dell’azione pubblica
Confindustria Ch
96
A Confindustria è già Primavera!
Federturismo Abruzzo
99
Cultura e turismo per il rilancio dell’Abruzzo
101
“Uno sguardo dal ponte”
Confindustria Te
103
Il futuro è iniziato... ieri”
adecco
105
Stress audit: un’opportunità per le aziende
Isad
eventi Confapi Abruzzo
111
99
119
Le prossime Olimpiadi invernali parlano abruzzese con il consorzio “Abruzzo Marble”
tecnologia
115
Addio cara vecchia lavagna
airc
119
Cena di beneficenza Airc a Les Paillotes
enogastronomia
121
La vinosofia di Chiusa Grande
editoria
123
«Il Quinto Abruzzo - la storia cambiata dal terremoto»
gi confindustria Pe
125
Condividere per competere
cciaa Pe
127
Mezzo secolo per Mediterranea
121
sport&management trofeo matteotti
129
Riccardo Chiarini vince il Trofeo Matteotti
teramo calcio
133
Adecco e Teramo Calcio, insieme con ottimismo
rally diPescara Abruzzo
135
Il Rally di Pescara va a De Dominicis
segue a pagina
141
la vita è bella
127
129 11
editoriale
/ gocce d’inchiostro
Eleonora Lopes _ direttore
C’
è sempre un’emergenza in Abruzzo. Dopo Sanitopoli e il terremoto, sta dilagando (purtroppo già da tempo) un’emergenza morale. Mi riferisco all’ultima bufera che ha colpito in questi giorni la nostra terra. Fatti che hanno generato l’ennesimo brutto episodio di malcostume politico. L’inchiesta è nata dai rifiuti, ma ne ha generata un’altra che ha portato all’arresto di 4 persone e all’interdizione dell’assessore regionale all’Ambiente e alla Protezione Civile, Daniela Stati che si è dimessa. Secondo l’accusa, tutti e 5, indagati per corruzione, avrebbero agito per ottenere dei lavori sulla ricostruzione dell’Aquila. L’hanno già definita la “combriccola marsicana” per l’origine dei protagonisti: la Stati, il padre Ezio, il compagno dell’assessore Marco Buzzelli, Vincenzo Angeloni ex deputato di FI, Sabatino Stornelli, ad di Selex, società di Finmeccanica. Ezio Stati, ex assessore regionale della Dc, era stato già condannato a 2 anni e 4 mesi per falso, corruzione e turbativa d’asta, reati per i quali era stato arrestato nel 1992 nell’ambito dell’inchiesta sulla realizzazione della discarica comunale di Avezzano. Non c’è altro da aggiungere. Ma davvero l’Abruzzo si merita questa classe politica?
I
l presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, ha presentato il nuovo Testo Unico sulle indennità. «Con questo intervento legislativo - ha dichiarato Pagano - l’Assemblea abruzzese è la prima Regione a dotarsi di un Testo Unico organico in materia, che ha l’obiettivo di ridurre le indennità dei consiglieri regionali nell’ottica del contenimento della spesa pubblica». In tutta onestà, bisogna ammettere che le misure adottate dal Consiglio regionale muovono nella giusta direzione. Un esempio è la riduzione dell’indennità di carica, per la decisione di penalizzare gli assenteisti, di tagliare le somme a disposizione dei gruppi più piccoli, di elevare l’età prevista per godere della rendita vitalizia. Quest’ultimo aspetto però presenta delle evidenti criticità: perché se è vero che per godere della pensione occorre aver compiuto 65 anni (contro i 55 precedenti, ndr) resta in piedi senza modifiche, la possibilità, dopo appena cinque anni di contribuzione, di godere di una rendita vitalizia. Un privilegio che non trova nessuna giustificazione e che contrasta la linea rigorosa che va assunta in tempi di vacche magrissime. Ci vorrà molto di più affinchè i politici recuperino la fiducia dei cittadini.
M
a in questi giorni dalla Regione non arrivano solo scandali. C’è anche una notizia positiva. L’Abruzzo è la prima regione del Sud per percentuale di spesa dei fondi Fas. A confermarlo è stata la relazione del ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, pubblicata giorni fa su “Il Sole 24 Ore” in cui si preannuncia che il monitoraggio sarà sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni e al Cipe. Si afferma a chiare note che “tra le regioni del Mezzogiorno, meglio di tutte si comporta l’Abruzzo con il 61% dello stato di avanzamento economico delle opere”. «Si tratta -ha commentato il presidente Gianni Chiodi - di una ricognizione dei fondi Fas effettuata dal Ministero che conferma a pieno titolo quello che abbiamo sempre sostenuto e dimostra la grande capacità di questa amministrazione di porre in essere comportamenti virtuosi nell’utilizzo dei Fondi destinati allo sviluppo del nostro territorio. Questa amministrazione sta dimostrando grandi capacità ponendosi come riferimento nazionale anche nella capacità di spesa delle risorse disponibili ad esclusivo vantaggio dei cittadini abruzzesi». direttore@abruzzoimpresa.it
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ctrl
s
LE SPIAGGE ABRUZZESI TRA LE MIGLIORI D’ITALIA
LA REGIONE SPERIMENTA IL PIANO PREVENZIONE INCENDI BOSCHIVI
«I dati mostrano che l’Abruzzo si colloca, come negli anni precedenti, tra le migliori spiagge italiane, perfettamente in linea con la media nazionale, riportando il 96% di costa balneabile rispetto al totale di costa campionata all’inizio della stagione balneare 2009. Le nostre punte di diamante sono rappresentate dalle spiagge di Martinsicuro, Silvi, Città S.Angelo, Montesilvano, Fossacesia, Casalbordino e San Salvo». L’assessore all’Ambiente, Daniela Stati, ha così commentato i risultati del rapporto Balneazione anno 2009 redatto dall’ARTA, che illustra i risultati delle attività di controllo delle acque di balneazione della regione Abruzzo. La valutazione igienico-sanitaria rappresenta un presupposto fondamentale per una corretta gestione della fascia costiera e un criterio indispensabile per predisporre interventi mirati in grado di gestire, proteggere e valorizzare l’ambiente marino. L’attività di monitoraggio diventa, quindi, uno strumento indispensabile per controllare nel tempo e nello spazio i parametri e le informazioni utili alla definizione dello stato ambientale del mare, per stimare l’impatto delle attività umane e l’effetto degli interventi di riduzione dell’inquinamento.
La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Protezione Civile, Daniela Stati, ha approvato il Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi - fase di sperimentazione. «Il Piano - ha spiegato l’assessore - risponde all’esigenza di dare attuazione alle disposizioni della legge quadro in materia di incendi boschivi. Con qualche anno di ritardo la Regione si dota di questo strumento importante per il nostro territorio, cercando di recuperare il gap e allineandosi alle altre regioni. Abbiamo approvato il Piano con una fase di sperimentazione direttamente sul campo in sala operativa unificata con le postazioni della Forestale, dei Vigili del fuoco e volontari». L’approvazione definitiva del Piano è prevista nel prossimo autunno, quando potrà essere verificato e integrato in base agli esiti dell’esperienza maturata sul campo. Il Piano nasce grazie al lavoro del Tavolo tecnico di coordinamento, appositamente costituito, che «ha lavorato - ha sottolineato l’assessore - anche durante la fase emergenziale del terremoto». Nel periodo estivo saranno organizzate giornate informative e di condivisione del Piano per garantire la massima partecipazione di tutti i soggetti interessati con l’intento di fornire alla Regione Abruzzo e al sistema protezione civile uno strumento che assicuri risposte efficaci ed efficienti.
PESCARA ADOTTA IL “PROTOCOLLO MASTROMAURO” I lavoratori in mobilità della provincia di Pescara potranno lavorare per un periodo di tempo negli uffici del Tribunale, dove la carenza di organico è fortemente sentita. Lo prevede il protocollo d’intesa che il presidente della Provincia, Guerino Testa, e quello del Tribunale, Giuseppe Cassano, hanno firmato a Pescara alla presenza degli assessori Antonio Martorella e Fabrizio Rapposelli. Grazie a questa intesa alcuni lavoratori in mobilità presteranno la propria attività a Palazzo di Giustizia per un periodo compreso tra 8 e 12 mesi (per 20 ore settimanali). Tra i primi comuni a sottoscrivere un protocollo del genere è stato pochi mesi fa il Comune di Giulianova al quale in poche settimane si sono rivolti moltissimi Comuni di tutta Italia per richiedere copie e capire come fare ad imitare la buona pratica. «In tal modo - ha spiegato Testa - le persone espulse dal mercato del lavoro potranno usufruire di un’opportunità formativa, contribuendo a fronteggiare il carico di attività del Tribunale».
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tenden e fatti persone
ANTONIO TETI CAVALIERE DELL’ORDINE AL MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA La distinzione onorifica conferita dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stata concessa su segnalazione della presidenza del Consiglio dei ministri. Antonio Teti, esperto di informatica dell’Università di Gabriele D’Annunzio, ha ricevuto l’onorificenza per la rilevante produzione scientifica e la notorietà acquisita a livello internazionale nel settore dell’Ict. Lo scorso aprile, gli è stato conferito il Premio Guglielmo Marconi dall’Accademia delle Scienze di San Marino, direttamente dal principe Guglielmo Giovannelli Marconi (figlio di Elettra Marconi). «Quest’ambita onorificenza - ha detto Teti- costituisce per me un ulteriore stimolo per la prosecuzione del mio cammino nella ricerca e nello studio delle tecnologie informatiche avanzate». Uscirà prossimamente il suo nuovo libro “PsychoTech, il punto di non ritorno”, edito da Springer. Primo testo in cui vengono descritte le tecnologie informatiche e le tecniche psicologiche che consentiranno di attivare un collegamento reale tra la mente umana, i computer e la rete Internet.
PROVINCIA DELL’AQUILA E SINDACI FIRMANO UN CONTRATTO PER LA RICOSTRUZIONE «La Provincia vuole supportare i Comuni e i loro uffici tecnici e legali affinché le pratiche legate alla ricostruzione siano trattate velocemente per rendere il miglior servizio ai cittadini». Mimmo Srour, assessore provinciale dell’Aquila alla Ricostruzione ha così sintetizzato l’intento del Contratto per la ricostruzione proposto dal suo Assessorato sia ai Comuni del cratere che a quelli fuori. Alla presenza del presidente, Antonio Del Corvo, Srour ha assicurato che nulla sarà fatto senza il consenso dei sindaci, «Lo spirito dell’iniziativa è accelerare, non mettere i bastoni tra le ruote, tutte le azioni saranno concordate con le amministrazioni». Come ha tenuto a precisare i soldi sono pochi e vanno spesi bene, «Tutte le donazioni che arrivano e arriveranno - ha detto l’assessore - dovranno essere impegnate subito anche per rispetto a chi le ha fatte». Trentacinque i Comuni che finora hanno aderito al Protocollo, che prevede anche la costituzione di un tavolo di sindaci e Provincia per la discussione delle diverse tematiche. Il primo ad apporre la propria firma sul Contratto è stato Pierluigi Biondi, sindaco di Villa Sant’Angelo, comune che, tra i piccoli, ha più risentito degli effetti disastrosi del sisma.
L’ABRUZZO NEL DOSSIER DI LEGAMBIENTE SUL CONSUMO DI SUOLO IN ITALIA Un vero e proprio muro di cemento costruito in pochi anni che rischia di trasformarsi nella cementificazione dell’intera costa, così nel dossier di Legambiente vengono descritte le costruzioni lungo la riviera abruzzese. «L’Abruzzo rappresenta un caso emblematico dal punto di vista del consumo di suolo perché - si legge nel dossier - se i dati in materia nella regione parlano di una superficie artificiale, edilizia residenziale, commerciale e industriale pari a circa il 3,4% dell’intera superficie, nella realtà lo stravolgimento del paesaggio costiero, realizzato dall’urbanizzazione, ha creato una vera barriera tra la Regione e il mare Adriatico. Apparentemente un dato basso, ma legato alla presenza dei massicci montuosi che rappresentano il 65,1% della Regione, mentre le aree di pianura, più adatte alle costruzioni, sono appena l’1%!». L’ultimo aggiornamento ISTAT sulla superficie edificata mostra un aumento di quasi il 7% rispetto al 2001, mentre la popolazione residente è aumentata solo del 5,5%.
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“EKK L’ABRUZZO IN SINTESI” CONQUISTA MILANO La cantina storica Sant’Angelo, di Città Sant’Angelo (Pe), che a breve si trasformerà in “Ekk” - polo delle eccellenze d’Abruzzo, grazie ad un mercato delle tipicità, ad un ristorante, ad un laboratorio del gusto e ad un centro vivaistico di oltre 6mila metri quadrati - ha conquistato la stampa milanese riunitasi presso il ristorante abruzzese “Il Capestrano” di Milano. «Si tratta di un progetto ambizioso che vuole far conoscere la nostra regione in modo qualificato, immediato e innovativo – ha spiegato Umberto Febo, l’imprenditore florovivaistico ideatore del progetto». Durante la presentazione Claudio Ucci, responsabile marketing Ekk, ha illustrato il lavoro nel dettaglio partendo dal significato del nome. “Ekk”, (in dialetto abruzzese:“ecco qui”) è stato scelto per indicare che, in un unico luogo, si può trovare realmente l’Abruzzo in sintesi. Le attività saranno Ekk Hotel, Ekk Tipico d’Abruzzo, Ekk Ristorante, Ekk Garden, Ekk Cafè, Ekk Centro Business. Sebbene autonome, tutte saranno strettamente correlate.
A SCURCOLA MARSICANA L’IMPIANTO FOTOVOLTAICO PIÙ GRANDE D’ABRUZZO
ACCORDO BANCA DELL’ADRIATICO CANTINA SOCIALE TOLLO
Trentottomila metri quadrati di terreno incolto dei Piani Palentini sono stati trasformati nel più grande impianto fotovoltaico d’Abruzzo. Ben 7.839 moduli fotovoltaici sono stati utilizzati dal Gruppo Barattelli per realizzare l’impianto fotovoltaico che produrrà energia sufficiente per 1.000 famiglie. Ettore Barattelli, che ha realizzato l’impianto, ha chiarito: «L’impianto di Scurcola è il felice incontro di una serie di sinergie andata a buon fine. Abbiamo prodotto in questo impianto, dal 18 dicembre, oltre 2mila megawatt. Grazie all’amministrazione e al finanziatore, Carispaq, che ha creduto in noi. Questa struttura è perfettamente inserita nell’ambiente, e credo che sia fondamentale. Vedere coesistere un impianto innovativo del genere con una natura di questo calibro, ci fa capire ancora di più la valenza di questo progetto».
La Banca dell’Adriatico e la Cantina Sociale Tollo hanno siglato un accordo grazie al quale gli agricoltori associati alla Cantina potranno beneficiare di una serie di prodotti e servizi finanziari a condizioni vantaggiose per sostenere gli investimenti, per l’ammodernamento e la riqualificazione dei vigneti, e per la gestione corrente. L’accordo è stato realizzato grazie alla creazione di un canale diretto tra cantina e banca, sviluppato con il supporto di Agriventure, società del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicata al settore agroalimentare, agroindustriale ed agroenergetico, che ha integrato competenze finanziarie e di settore per offrire consulenza specialistica tramite lo studio della filiera vitivinicola del territorio.
INTITOLATO UN TRATTO DI RIVIERA A ERIBERTO Un tratto di riviera pescarese è stata intitolata al celebre imprenditore e balneatore Eriberto Mastromattei. La Passeggiata Eriberto si estende dalla spiaggia libera, all’altezza della rotonda di piazza Duca, fino allo stabilimento di famiglia, il Jambo, lungo il litorale nord di Pescara. Il tratto di lungomare, che negli anni lo ha visto protagonista della vita sociale e imprenditoriale della città, è stato inaugurato alla presenza di numerosi amici e parenti che hanno assistito alla cerimonia ufficiale, presieduta dal sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia. Presenti anche l’assessore regionale Carlo Masci, i figli Luca e Anita Mastromattei, la moglie Renata Iacone, Elisabetta Mastromattei, sorella di Eriberto e il comandante della capitaneria di porto di pescara Pietro Verna.
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tenden e fatti persone
A MOGADISCIO UN PO’ DI ABRUZZO IN UN CENTRO SPECIALIZZATO Asha Omar Ahmed, ginecologa somala di Mogadiscio, che nel 2008 ha ricevuto il Premio internazionale “La Donna dell’Anno” (per l’impegno umanitario e nella lotta contro le mutilazioni femminili), ha aperto un ambulatorio grazie all’aiuto dell’associazione italiana Onlus “Aiutiamoli a Vivere”. Va avanti grazie alla generosità dimostrata da molti abruzzesi, in particolare di una nota azienda abruzzese che, come era già accaduto nel 2008, le ha donato alcuni apparecchi acustici. I tecnici dell’azienda abruzzese hanno anche assicurato un’adeguata preparazione al personale medico di Mogadiscio. Tutto ciò ha permesso di rendere la struttura completamente autonoma e di poter operare tranquillamente in loco.
60.000 VOLTE NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA In Abruzzo sono state raccolte dall’Idv 60 mila firme per la campagna referendaria contro la privatizzazione dell’acqua, il legittimo impedimento ed il ritorno al nucleare. Un risultato che è stato accolto con grande soddisfazione da tutti i dirigenti regionali del partito impegnati in prima linea, con il sostegno di esponenti della società civile. «Una partecipazione straordinaria – ha commentato Alfonso Mascitelli, coordinatore regionale dell’Idv- accompagnata da un entusiasmo che, dal primo maggio, ha spinto centinaia di cittadini ad allestire raccolte firme in tutto il territorio regionale. E la risposta che gli abruzzesi hanno voluto dare alla nostra campagna referendaria è stato il chiaro segnale della grande voglia di democrazia che c’è in tutta Italia».
NO DEL TAR AL PEDAGGIO SUI RACCORDI Il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi contro l’aumento dei pedaggi sostenendo che al pagamento deve corrispondere un servizio, e dunque l’utilizzo di un’infrastruttura, e non può trattarsi di una mera tassa. «Il provvedimento impugnato», si legge nelle ordinanze, «per essere coerente con la finalità enunciata deve assumere il carattere di corrispettivo per l’utilizzo di una infrastruttura; al contrario, tale carattere non appare sussistente in alcune delle ipotesi evidenziate, vale a dire in tutte quelle che prevedono il pagamento del pedaggio in relazione ad uno svincolo stradale non necessario e non interessato dalla fruizione dell’infrastruttura». La sospensione dell’aumento ha effetto anche in Abruzzo.
INOPERA 2010, IL BENE COMUNE CI CHIAMA Con una conferenza di presentazione, si è ufficialmente presentato “INOPERA 2010” V expo delle relazioni. L’evento, rivolto alle imprese profit e non profit è ideato e promosso da Compagnia delle Opere Abruzzo Molise, e si svolgerà il 16 e 17 ottobre 2010 al Palacongressi d’Abruzzo di Montesilvano. Numerosi i suoi partner: Regione Abruzzo, Centro Estero Camere di Commercio Abruzzo, Coordinamento Csv Abruzzo, Confindustria Pescara e Confcooperative Abruzzo. Giunto alla quinta edizione, InOpera si articola in quattro “eventi nell’evento” Expandere (evento business per aziende profit e non profit), Costruendo (grande rassegna per l’edilizia in Abruzzo), Verso Forumed, il Forum del Mediterraneo che vede protagonista la Regione Abruzzo, e Gusto. Ci saranno anche numerosi convegni, seminari, e molto altro ancora. La manifestazione nelle prime tre edizioni si chiamava Cdo Adriatico Day poi è diventata InOpera per la volontà di dare visibilità non tanto a chi organizza, ma a quanti sono all’origine di opere profit e non profit, associate e non, ovvero a tutti coloro che, grazie al loro lavoro, quotidianamente costruiscono il bene comune. Altre notizie su InOpera sul sito www.in-opera.net.
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nonsoloeconomia
Giuseppe Mauro Economista e Ordinario di Politica Economica
La meritocrazia
N
non è uno slogan
el precedente numero di questa rivista il giornalista Mauro Di Pietro, prendendo spunto dal lavoro di Roger Abravanel, ha posto con enfasi il problema dell’esigenza di “una spallata meritocratica”, da tutti auspicata, ma che non arriva perché cozza con il potere della politica e della cultura dilagante in Abruzzo. Ha perfettamente ragione. Anche nel mio articolo Il futuro dei laureati ho sottolineato come il merito raramente viene riconosciuto come “criterio fondamentale” per l’inserimento nel mercato del lavoro. È il caso di tornare su questo argomento perché ritengo che costituisca una delle questioni più importanti per il futuro dell’Abruzzo in senso moderno e competitivo. Di solito, nell’analizzare gli aspetti economici e sociali della nostra regione si toccano vari elementi: l’andamento del prodotto interno lordo, il livello occupazionale, l’evoluzione della bilancia commerciale, il tasso di povertà, etc.. Poco risalto viene assegnato alla questione del merito e alla cronica carenza di meritocrazia che permea tutto il tessuto politico e sociale. Ciò produce effetti negativi di non trascurabile entità. Basti pensare alle conseguenze sulla capacità competitiva dell’Abruzzo in un contesto economico globale, sempre più fondato sulla conoscenza e sull’innovazione; oppure alla scarsa valorizzazione del capitale umano che ha come unico effetto quello di riprodurre un modello sociale ingiusto e ineguale, tale da condurre ad un allontanamento lento e progressivo della regione da quelle realtà che investono in risorse umane e nei giovani talenti. Ma c’è un ulteriore aspetto che merita di essere preso in considerazione e riguarda il comportamento dei giovani negli studi e nel lavoro. Molti ritengono di abbassare la
soglia dell’impegno e dell’apprendimento perché percepiscono il merito come un valore di relativa importanza, che può essere offuscato dalla rete delle “conoscenze” e dall’appartenenza politica. Ciò vale soprattutto in una regione come l’Abruzzo dove i giovani talenti sono costretti ad emigrare a causa di una domanda inadeguata di competenze e professionalità. L’ultimo Rapporto Svimez fornisce una chiara testimonianza di questo fenomeno. La situazione abruzzese sembra perciò essere sbilanciata in senso negativo, laddove il ruolo del capitale umano viene automaticamente ignorato. Occorre dunque fare un salto di qualità, spostando il merito da una concezione o virtù individuale ad un sistema di valori che coinvolge l’intera società e l’intera classe politica. Le Università hanno bisogno di giovani che mantengano alto il profilo degli studi; i luoghi di lavoro di persone in grado di esternare competenze e professionalità; il mondo politico ha l’obbligo di incentivare orientamenti volti alla correttezza istituzionale e alle idee innovative. Non esistono banche gestite secondo criteri di destra, di centro e di sinistra come non dovrebbero esistere enti pubblici dove l’appartenenza costituisce il criterio che guida il comportamento gestionale. L’unica cosa importante e che questi enti vengano gestiti in maniera efficiente, efficace e corretta ed essere in grado di creare un valore aggiunto in termini di qualità e di innovazione. L’Abruzzo è forse lontano da questi princìpi, ma non v’è dubbio che questo è il percorso da seguire al fine di considerare il merito e le capacità professionali non come uno slogan, ma come un percorso reale che coinvolge l’intera società e il suo processo di sviluppo
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Sede di Castiglione M. Raimondo Viale Umberto I 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/9941 Fax. 0861/994215
Filiale di Rosciano Via Roscio da Montechiaro 65020 Rosciano (PE) Tel. 085/8509142 Fax. 085/8509853
Tesoreria di Città S.Angelo C.so Vittorio Emanuele II 65013 Città S.Angelo(TE) Tel. 085/969343 Fax. 085/9699748
Filiale di Pianella Piazza De’ Vestini 65019 Pianella (PE) Tel. 085/972626 Fax. 085/971456
Tesoreria di Villa Bozza Viale Risorgimento 64030 Montefino (TE) Tel . 0861/996300 - Fax. 0861/996273
Filiale di Elice Contrada Sant’Agnello, 193/2 65010 Elice (PE) Tel. 085/9609006 Fax. 085/9609825
Filiale di Piane di Castiglione M. R. Fraz. Piane di Castiglione M. R.. 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/909150 Fax. 0861/909818
Filiale di Penne Circonvallazione A. Moro 65017 Penne (PE) Tel. 085/8278386 Fax. 085/8210200
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Filiale di Cerratina Via Trieste, 12 - 65010 Cerratina (PE) Tel. 085/9771919 - Fax. 085/9772234 Filiale di Loreto Aprutino Via Mameli - 65014 Loreto Aprutino (PE) Tel. 085/8290611 - Fax. 085/8509853 Filiale di Silvi Marina Via Roma, 285 - 64029 Silvi Marina (TE) Tel. 085/9359724 - Fax. 085/9354798 Filiale di Pineto SS. 16 - C. De Titta 64025 Pineto (TE) Tel. 085/9493471 - Fax. 085/9493374
il punto
Mauro Di Pietro giornalista
Il generale Agosto
S
farà il resto…
e ci sono ancora politici abruzzesi “onesti” battano un colpo. Se ci sono dovrebbero, anche con gesti clamorosi richiamarsi al proprio ruolo di servizio e convincersi che la questione morale lambisce anche loro, quando con il disimpegno o lo stare a guardare, non aiutano a fare chiarezza, isolando i casi in cancrena e delineando uno spartiacque tra buone e cattive pratiche. Il punto è che, dopo l’ennesima vicenda giudiziaria che ha coinvolto il Governo regionale, gli abruzzesi pensano che se si dà luogo ad una politica maneggiona e sporca tutti i politici sono maneggioni e sporchi. Un convincimento dilagante e pericoloso perché la crisi di fiducia verso le istituzioni produce una visione nichilista, e la visione nichilista una deriva verso il disfattismo sociale, l’arretramento dell’economia e la violazione delle regole, come strumento di ribellione estrema. Non dimentichiamoci che in Abruzzo, il malcostume politico denunciato dalla magistratura, ha avuto come conseguenza immediata l’elevato astensionismo. Non è stato un caso che per contrastare una sorta di dissenso popolare, Berlusconi volle ricorrere alla credibilità di Chiodi: il candidato dalla faccia “acqua e sapone”. Nonostante questo Chiodi vinse, ma si recarono alle urna solo metà degli abruzzesi. L’altra metà trovò più dignitoso non votare, così pensando di non su-
birne la beffa. Chiodi da subito parlò di rinnovamento, meritocrazia e moralizzazione come fari del suo fare amministrativo, ma solo dopo due anni, anche la sua Giunta viene travolta da accuse di corruzione. Per giunta il Presidente trova normale coinvolgere il proprio studio di consulenza, anche se gratuitamente, per verificare i piani industriali ed i bilanci di una società partecipata dalla Regione. Il risultato è che si sdogana il principio che, quel che appare legittimo, diventa pure istituzionalmente opportuno. Su tutte queste questioni, che pure risultano nodali per la tenuta democratica del sistema Abruzzo, si registra l’assenza dei politici che, soprattutto se reclutati per la loro faccia “acqua e sapone”, dovrebbero tutelare il loro buon nome, smarcandosi da certa politica compromessa, con la conseguenza di salvaguardare la buona politica, l’immagine della Regione e le giuste istanze dell’elettorato, che può così cogliere l’occasione per fare chiarezza. Ora, senza azzardarci in supposizioni del tipo se i politici onesti non prendono posizioni o non esistono o mancano di coraggio, può essere che, affannati dall’afa, pensino che il resto lo farà il generale Agosto, come suggerì Bettino Craxi. Con quali conseguenze è facile immaginare. Dopo l’estate arriverà l’autunno con numeri, cifre e tagli impetuosi, almeno a giudicare dalle previsioni
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in primo piano » di Eleonora Lopes
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foto concesse da Massimo Desiati
La rivincita di Massimo
Desiati
Assoluzione piena per l’ex assessore regionale al Turismo Desiati finito nel tritacarne giudiziario avviato per far piena luce sulla organizzazione in Abruzzo dello Ski World Cup, la Coppa del Mondo di Sci organizzata nella zona di Roccaraso. La fine di un incubo? Lui risponde: «Purtroppo era realtà»
I
l Tribunale di Sulmona lo ha assolto con la formula “il fatto non sussiste” dall’accusa di concorso in corruzione, l’unica che era rimasta in piedi. L’ex assessore regionale al Turismo Massimo Desiati, era finito nell’inchiesta giudiziaria avviata per far luce sulla organizzazione in Abruzzo dello Ski World Cup, la Coppa del Mondo di Sci organizzata a Roccaraso. All’epoca, il politico vastese era assessore nella Giunta di centrodestra guidata da Giovanni Pace. Nei suoi confronti, erano state formulate pesanti Partiamo dal suo spiacevole fatto giudiziario. Tutti i reati di cui lei è stato accusato sei anni fa, quando era assessore regionale, sono caduti e lei stato definitivamente assolto. E’ la fine di un incubo? Purtroppo non si è trattato di un incubo, ma della realtà. L’incubo è solo un brutto sogno e, al risveglio, ciò che ti circonda non è cambiato. Nel caso di un procedimento penale di questo tipo, invece, al suo termine, l’attualità politica è
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ipotesi di reato: associazione a delinquere, anche di stampo mafioso, concussione, corruzione, falso, abuso e truffa. Era rimasta solo l’accusa di corruzione. Le altre erano cadute in precedenza per proscioglimento o archiviazione. Da questa vicenda Desiati è uscito a testa alta, ma questi anni nessuno potrà restituirglieli. Una promettente carriera politica stroncata nel 2004 da quell’avviso di garanzia. Tanta solidarietà dagli amici e dai suoi concittadini, ma poca da parte dei politici.
ampiamente modificata e quel che era prima non è più. In definitiva, proscioglimenti, archiviazioni ed assoluzioni possono avere gli stessi effetti di una condanna. Sono comunque fatti che non mi hanno permesso di vivere una realtà che è andata avanti anche senza di me e che è impossibile riproporre nei medesimi termini in quanto a ruoli ed impegni. Direi, quindi, che ha avuto termine una incredibile e brutta vicenda che ha cambiato la mia realtà. Durante questo lungo
periodo, ho cercato di avere un atteggiamento distaccato, come se le accuse riguardassero un’altra persona. Questo mi ha aiutato molto. Ritiene che la sua carriera politica sia finita o è temporaneamente ferma? Preferisco chiamarlo “percorso” e non carriera…Non le nascondo che la voglia di fare altro è arrivata a più riprese. Insomma, ci ho provato a coltivare altri interessi, che permettessero, magari, di avere
maggiore tranquillità personale e uguali soddisfazioni, ma non ci sono riuscito. Sono entrato in una sede politica, la prima volta, a 17 anni, oggi ne ho 54 ed ho vissuto le mie esperienze in tutti gli enti istituzionali locali elettivi. In questi anni, nonostante la scelta di non ricandidarmi in attesa della fine dei procedimenti giudiziari, ho mantenuto vivo l’interesse per i temi della politica del territorio, almeno localmente. E siccome un percorso politico, non è detto debba essere costituito solo da momenti elettorali, direi che non mi sono mai fermato. Altro discorso è quello della rappresentanza istituzionale, quella sì, è stata interrotta e, con essa, anche un percorso di vita. Conosco i meccanismi della politica e non mi faccio illusioni. Non vorrei disturbare troppo chi è già impegnato nei vari ruoli istituzionali. Al tempo stesso, credo di poter contribuire alla gestione amministrativa del nostro territorio, rispettando chiunque stia svolgendo la propria funzione di rappresentanza. In ogni caso, sono pronto a condividere percorsi solo con persone per bene. In questi sei lunghi anni, ha ricevuto solidarietà da parte dei cittadini? C’è qualcuno che vuole ringraziare in particolare? Nei sei anni, posso dire che non è cambiato nulla nei rapporti interpersonali. Piuttosto c’è stata la voglia, da parte dei miei concittadini, di rimuovere la conoscenza di un fatto spiacevole. Successivamente, il… ritornello è stato: “Ma io già lo sapevo… non c’era bisogno di una sentenza”. Nell’ambiente politico, raccolsi l’immediato sostegno ed anche il moto di rabbia di Nino Sospiri e la solidarietà (e per questo li ringrazio) di Nicola Carlesi, Gianni Melilla, Angelo Orlando,
«Conosco i meccanismi della politica e non mi faccio illusioni. Non vorrei disturbare troppo chi è già impegnato nei vari ruoli istituzionali. Al tempo stesso, credo di poter contribuire alla gestione amministrativa del nostro territorio»
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Mario Amicone e Luciano Lapenna. Invece, tra le persone a me legate da motivi personali, il pensiero va a mia moglie Elisa, oltretutto mio avvocato, ed agli amici di sempre, quelli delle cenette e dei pasquoni… Attualmente di cosa si occupa? Due anni fa, ho posto in liquidazione la mia azienda e ne sto seguendo gli aspetti conclusivi. Per il resto, curo la pubblicazione di un free press settimanale, “il Taglio giusto per Vasto”, e mantengo vivi i rapporti con i miei concittadini sui temi amministrativi della città.
La politica oggi sta attraversando una fase molto difficile. I cittadini sono molto delusi dalla classe dirigente. Che commento vuol fare a tal proposito? Indubbiamente, la rivoluzione negli schemi di rappresentanza popolare ha modificato il rapporto tra cittadini e classe politica dirigente. La nuova formula bipolare o tendente al bipartitismo ha piuttosto appiattito su posizioni personalistiche l’indispensabile relazione tra chi fa politica ed amministrati. Le risposte per il territorio tardano ad arrivare e i partiti stentano
ad individuare strategie univoche e obiettivi chiari. Il crescente astensionismo elettorale ne è una dimostrazione lampante. Può darsi sia una fase di lunga ed estenuante transizione, ma potrebbe anche essere la prova di come le nuove formule non siano le più giuste. Certo è che la sensazione crescente, tra i cittadini, è quella che induce a considerare il cosiddetto personale politico più avvezzo al mantenimento dei propri ruoli che alla ricerca del bene comune. Occorrerebbero esempi contrari per recuperare il rapporto di fiducia
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«Certo è che la sensazione crescente, tra i cittadini, è quella che induce a considerare il cosiddetto personale politico più avvezzo al mantenimento dei propri ruoli che alla ricerca del bene comune»
Chi è Massimo Desiati
Cinquantaquattro anni, oggi Desiati vive a Vasto con sua moglie Elisa e le loro tre figlie. Dopo la laurea in Giurisprudenza presso “La Sapienza” di Roma, entra nell’azienda di fami-
glia diventandone amministratore. Nel 1972, si iscrive all’organizzazione giovanile del M.S.I. Durante la frequenza liceale, è componente degli organismi d’istituto. Negli anni successivi, svolge vita di partito negli organismi interni, comunali e provinciali, diviene segretario provinciale del M.S.I.- D.N. La sua prima esperienza elettorale è nelle elezioni comunali di Vasto, nel 1978. Nel 1980 è eletto consigliere della Provincia di Chieti. Sempre rieletto nelle elezioni cittadine, è nominato assessore comunale e, con il successivo rinnovo dell’amministrazione, svolge il ruolo di
presidente del Consiglio. Nel 1995 viene eletto consigliere regionale d’Abruzzo, e ricopre anche il ruolo di presidente del gruppo di AN. Nel 2000, rieletto in Consiglio regionale, Massimo Desiati è nominato assessore con delega all’Urbanistica, Territorio, Ambiente, Energia e Turismo. Nel 2004 partecipa alle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, raccoglie 15.000 preferenze nel solo Abruzzo. Nel 2005, con la sconfitta della coalizione di Centro-Destra, non viene rieletto. Nelle conseguenti elezioni regionali, sceglie di non ricandidarsi.
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L’assessore Roberto Ruggieri durante una riunione organizzativa
» di Denia Di Giacomo
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foto concesse dall’Assessorato ai Lavori Pubblici e Viabilità della Provincia di Pescara
Ruggieri, un assessore in “testa”
Roberto Ruggieri, assessore ai Lavori Pubblici e alla Viabilità della Provincia di Pescara ha in mente un nuovo ambizioso progetto: collegare significative aree di interesse paesaggistico, culturale ed enogastronomico con un percorso ciclopedonale attrezzato. Un modo nuovo di concepire la viabilità
U
no sviluppo che passa attraverso nuovi punti di vista. É su questo che Roberto Ruggieri, assessore ai Lavori Pubblici e alla Viabilità della Provincia di Pescara, desidera puntare l’attenzione. Tra le idee di Ruggieri è imminente la realizzazione di un progetto dai risvolti davvero interessanti sotto molti aspetti, i cui lavori cominceranno a breve. Si tratta di una serie di percorsi ciclo-pedonali che collegheranno i comuni di Città Sant’Angelo ed Elice per la provincia di Pescara e Silvi, Castilenti e Atri per la provincia di Teramo in un percorso di circa 64 chilometri, compreso un collegamento con l’area costiera tra Città Sant’Angelo e Silvi. Il tragitto sarà inoltre attrezzato con servizi di
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supporto quali ad esempio aree di sosta, rifugi coperti, illuminazione, segnaletica e staccionate. Obiettivi di un simile progetto sono la promozione delle bellezze naturalistiche del territorio, ma anche la sensibilizzazione del cittadino nei confronti di una viabilità più sostenibile, lo sviluppo di un turismo ecologico e consapevole e la crescita di una microeconomia locale che passi anche attraverso la creazione di tutta una serie di servizi correlati al percorso, come ad esempio bike-hotel e stazioni di bike-sharing. Abbiamo intervistato l’assessore Ruggieri per parlare di questo originale progetto e per stilare anche un breve bilancio a poco più di un anno dalla sua elezione.
intervista a Roberto Ruggieri
Assessore ai Lavori Pubblici e alla Viabilità della Provincia di Pescara
Assessore Ruggieri, come nasce il progetto? «L’idea nasce da una reale esigenza. Oggi, la provincia di Pescara non possiede sul suo territorio adeguate strutture di mobilità sostenibile, e manca quindi un discorso globale, che vada a interessare gran parte del territorio. Questo è un progetto ambizioso nelle cui potenzialità crediamo fortemente e che addirittura collega due provincie, Pescara e Teramo». Come si è mossa fino ad oggi la macchina organizzativa? «Il presidente Testa si è fatto subito promotore di un incontro con il presidente della provincia di Teramo Valter Catarra, e con i suoi assessori di riferimento, Elicio Romandini per i Lavori Pubblici e Lorena Cozzi, assessore per lo Sviluppo Economico, che ringrazio per avermi messo a disposizione l’apparato delle politiche comunitarie, fondamentali per trovare i fondi. Dopo questo primo incontro istituzionale, c’è stata anche una riunione tra alcuni tecnici e poi con i sindaci dei Comuni interessati, con i quali c’è stata subito intesa e collaborazione. La proposta è stata già deliberata in giunta, è questo è un passaggio concreto e fondamentale per attuare l’idea». Quale sarà l’investimento da porre in essere? «L’investimento si aggira sui 7 milioni di euro, perché numerosi sono i lavori da effettuare. Molte aree sono
in piena campagna, per cui dovranno essere creati ex novo dei tracciati ciclo-pedonali, e non verranno prese in considerazione strade asfaltate esistenti, ma al massimo strade bianche. Bisognerà effettuare diversi ponticelli in legno per l’attraversamento dei fiumi, c’è la spesa per la realizzazione dei punti di sosta e infine, subentrerà anche l’aspetto della gestione e della manutenzione, da non sottovalutare». Cosa rappresenta questo progetto per il suo assessorato? «È un progetto importante, con il quale si vuole sostenere lo sviluppo di una microeconomia fondamentale per il nostro territorio. Crediamo che forte sarà anche la spinta al turismo, specie nelle aree interne grazie alla valorizzazione di tutte quelle realtà esistenti sul tracciato. Nel caso diventasse un percorso noto a livello nazionale i risvolti sarebbero davvero grandiosi. Di solito l’assessorato ai Lavori Pubblici viene associato al cemento e all’asfalto e questa è un’idea che mi piacerebbe sfatare perché ritengo che la viabilità possa essere incentivata anche attraverso forme più sostenibili e innovative rispetto al passato. In questo io per primo, la giunta e il presidente Testa crediamo molto». È trascorso un anno dal suo insediamento, proviamo a tracciare un breve bilancio delle sue attività. «Le attività portate avanti sono state numerose, a partire dai fondi
regionali che abbiamo riattivato dopo due anni e con i quali abbiamo appaltato circa 10 milioni di euro di infrastrutture, per proseguire con lavori di manutenzione che non si effettuavano da 20 anni. Poi ci sono i 3 ponti sul Saline che rappresentano un progetto d’importanza strategica, che è stato appaltato e in questo autunno inizieranno i lavori. C’è il prolungamento della statale 16,un impegno che mi ha portato ad incontrare personalmente più volte il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Giuseppe Maria Reina e nonostante le difficoltà si prosegue con determinazione. Anche per il nuovo casello autostradale, sulla cui collocazione ritengo si debbano seguire le oggettive valutazioni tecniche del caso, si sta proseguendo spediti, affinché si arrivi ad una soluzione il prima possibile. Infine vorrei ricordare i lavori effettuati durante il Giro d’Italia, lavori i cui benefici rimarranno per lungo tempo. C’è ancora molto da fare, ma il mio impegno e quello di tutta la squadra è al massimo»
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» di Jenny Viant Gómez
L’ultima spiaggia… Il consigliere nazionale del Wwf Dante Caserta sottolinea i rischi insiti nel federalismo demaniale e preannuncia la linea strategica dell’associazione che rappresenta. Nel frattempo aumentano le polemiche sulle recinzioni delle spiagge
L’
assessore regionale al Turismo, Mauro Di Dalmazio, durante la terza puntata del nuovo talk show di approfondimento di tematiche territoriali – “Dire&Fare”, format ideato da Abruzzo Impresa e prodotto da Abruzzo Channel – parlando di potenziamento turistico regionale, ha testualmente riferito: «Bisogna evitare gli errori del passato e pensare a interventi settoriali sulla costa. Il federalismo demaniale è una chance da sfruttare. Sarà un’opportunità per trovare nuove risorse e coinvolgere i privati; anche perché ci sarebbe la necessità di effettuare interventi globali che hanno un costo troppo elevato per le possibilità della nostra regione». Prendiamo spunto dall’affermazione in questione per interpellare il consigliere nazionale del Wwf Dante Caserta. La spiaggia di Roseto degli Abruzzi (foto di Simone Cerio)
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Intervista a Dante Caserta Consigliere nazionale WWF
Condivide questa considerazione riferita al demanio marittimo? «I privati possono ricoprire un ruolo anche nella gestione di alcuni beni pubblici a condizione che però si mantenga fermo un punto: i beni collettivi sono di tutti. E chi ci amministra deve sempre ricordare che l’interesse primario da tutelare è quello della collettività, non quello di un singolo imprenditore. In ogni caso, l’intervento dei privati sul demanio in questi anni, in Abruzzo, è stato fin troppo invasivo dal punto di vista dell’occupazione fisica del demanio. Non si capisce di quali “investimenti privati” parli l’assessore quando è evidente che la spiaggia è già di fatto “privatizzata” e sfruttata da tutti i punti di vista da parte dei concessionari (spesso non tenendo conto che è un bene comune). L’unico vantaggio del federalismo potrebbe essere che le regioni, potendo incassare i canoni in proprio, forse ritoccheranno finalmente le concessioni al rialzo. Ogni tentativo di aumentare i canoni (irrisori) in questi anni è stato vanificato dalla potente lobby dei balneatori. In Abruzzo il prezzo medio è poco più di un euro al metroquadro di concessione, mentre sulla stessa concessione molto spesso insistono più attività che danno grandi profitti: servizio spiaggia, ristorante,
bar, palestra, a volte discoteca, ecc». L’Espresso, in data 16 luglio, ha intitolato un articolo “La spiaggia è vietata”, viene riportato l’esempio del territorio vastese, assediato in parte da recinzioni metalliche. C’è il rischio che il fenomeno dilaghi lungo tutta la costa abruzzese? «Il problema delle recinzioni riguarderà (ma già riguarda) tutta la costa. L’art. 5, comma 17, del Piano Demaniale Marittimo Regionale vietava espressamente le recinzioni degli stabilimenti balneari. La questione si è manifestata a Vasto (dove il Comune è intervenuto), ma anche molti stabilimenti di Pescara presentano recinzioni fuori norma. Il problema è che, nonostante le nostre continue segnalazioni, il Comune di Pescara fino ad oggi non ha ritenuto di dover intervenire. Oggi con l’emendamento Menna/Tagliente/Nasuti con cui “Gli stabilimenti possono delimitare, con sistemi di protezione a giorno non impattanti, di altezza non superiore a metri 1,80, un’area circostante la struttura principale”, queste violazioni non sono più sanzionabili e se si calcola che sulla costa abruzzese insistono circa 700 concessioni balneari, gran parte delle quali di dimensioni medio-grandi, con la norma dei 10 metriquadri concessi su ogni lato si può stimare che arriveranno sulla spiaggia circa 100 km di recinzioni alte 1,8 metriquadri: un dato pari quasi alla lunghezza di tutta la nostra costa (circa 130 km). Con buona pace della vista mare. Se esistono problemi di atti vandalici, ci sono sistemi ad impatto zero che i concessionari potrebbero usare per proteggersi (ad es. telecamere e servizi di sorveglianza a pagamento) senza dover ledere il diritto dei cittadini ad accedere liberamente alla spiaggia
Se esistono problemi di atti vandalici, ci sono sistemi ad impatto zero che i concessionari potrebbero usare per proteggersi senza dover ledere il diritto dei cittadini ad accedere liberamente alla spiaggia e vedere il mare
La locandina dell’iniziativa della Confcommercio Abruzzo
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e vedere il mare (non ingabbiato)». Come valuta la recente iniziativa di alcuni balneatori che hanno concesso ai cittadini la fruizione gratuita dei servizi per un giorno? «Ci è sembrata una mossa propagandistica di nessun effetto (e scarsissima applicazione) che nulla toglie al fatto che si sta progressivamente rinunciando ad un bene pubblico per affidarlo interamente a dei privati». Quali sono le proposte e le azioni del WWF a tutela delle nostre spiagge? «Stiamo lavorando alla proposta di revisione del Piano Demaniale Marittimo Regionale che andrà in discussione in settembre. I nostri obiettivi sono: ripristino di regole certe (visti gli abusi di questi anni che ci hanno visto impegnati anche sul fronte giudiziario), abrogazione dell’emendamento “salva recinzioni e recupero della vista mare (per quanto possibile) e degli accessi alla spiaggia che ancora oggi, dopo anni di denunce, sono pressoché inesistenti. Da una ricognizione fatta pochi giorni fa a Pescara (dove sono presenti circa un centinaio di stabilimenti) abbiamo
rilevato appena 4/5 “varchi”, ma nessuno conforme a quei “corridoi” di 5 metriquadr, tra ogni concessione come prescritto sul PDM regionale (e recepito dal PDM comunale vigente dal 2008). Per quanto riguarda il problema erosione/ ripascimenti, crediamo che con oltre 130 km di coste sia indispensabile che
questi tornino a trasportare i sedimenti al mare, e sulla costa, impedendone l’ingessamento con costruzioni di ogni tipo e porti che cambiano completamente le correnti. Tutti gli interventi per combattere l’erosione che sono stati attuati finora non risolvono il problema. Si buttano soldi
L’erosione è un problema che va risolto lungo i fiumi, facendo sì che questi tornino a trasportare i sedimenti al mare, e sulla costa, impedendone l’ingessamento con costruzioni di ogni tipo la Regione Abruzzo si doti di un Piano regionale per la gestione integrata e sostenibile delle zone marino-costiere che peraltro sarebbe utile anche per gestire, e non subire, le richieste di estrazioni di idrocarburi a mare e sulla terraferma. L’erosione, del resto, è un problema che va risolto lungo i fiumi, facendo sì che
in acqua senza nessun effetto pratico e duraturo perché si continua a ripetere l’errore di intervenire sugli effetti del problema e non sulle cause. Queste cose le sanno tutti, ma evidentemente si ritiene più utile sprecare ogni anno milioni di euro in interventi inutili che gestire correttamente il territorio dalle montagne fino al litorale»
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L’assessore regionale al Turismo Mauro Di Dalmazio
Pochi giorni dopo questa intervista è stato approvato un emendamento correttivo che, pur riconoscendo la facoltà ai balneatori di proteggersi, rimanda al PDM regionale la definizione degli standard qualitativi e quantitativi delle protezioni e ai Piani Spiaggia comunali la disciplina in dettaglio.
La decisione della Regione
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» di Denia Di Giacomo| foto concesse dall’Associazione “Una Luce per la Rinascita”
Una luce per la rinascita Un’associazione di solidarietà nata da un gruppo di professionisti milanesi. Un progetto che vuole il recupero architettonico, storico e culturale della bella Calascio, in provincia dell’Aquila, per farla diventare un polo culturale di primaria importanza
È
uno dei luoghi più suggestivi della nostra regione, posto su uno sperone roccioso che dall’alto domina la valle del fiume Tirino e la grande piana di Navelli. Parliamo di Calascio e della sua antichissima Rocca, in provincia dell’Aquila. Questo borgo medioevale, dalle innegabili attrattive sia naturalistiche che architettoniche, è sotto l’attenzione di un’associazione di solidarietà che ha deciso di rivitalizzarlo, ristrutturarne le antiche bellezze e soprattutto renderlo un centro di scambio culturale. “Una luce per la rinascita”, questo il nome dell’associazione, costituita da un significativo gruppo
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di professionisti milanesi che, capitanati dal presidente l’architetto Dario Banaudi, ha deciso di ridare vita a questo borgo, colpito anch’esso dal dramma del terremoto. Il progetto è partito molti mesi fa con l’illuminazione della Rocca, da questo il nome dell’associazione, seguita dall’illuminazione della Chiesa di Santa Maria della Pietà e del sentiero di arrivo, un modo essenziale per la valorizzazione di questi inestimabili tesori che devono assolutamente essere recuperati e conosciuti. Abbiamo intervistato l’architetto Banaudi per parlare con lui delle tante iniziative previste per sostenere la rinascita di Calascio e per scoprirne i numerosi risvolti.
La Chiesa di Santa Maria della Pietà a Calascio e il panorama sul Gran Sasso
Il logo dell’Associazione
intervista a Dario Banaudi
Architetto e Presidente dell’Associazione “Una Luce per la Rinascita” Come nasce l’idea del progetto “Una luce per la rinascita”? «Io mi sono sempre occupato di Centri Storici e di architetture antiche, sostenendo che l’Architettura deve occuparsi dell’intera struttura urbana e territoriale, relazionando ad essa ogni intervento. Appena seppi del terremoto in Abruzzo pensai subito che racimolare fondi necessari alla ricostruzione sarebbe stato per noi impossibile, mentre un’azione di tipo culturale e simbolica, basata sulle nostre disponibilità e le nostre professionalità, sarebbe stata un’idea più adatta e realizzabile. Così, cominciai un giro di telefonate, chiamando alcuni amici che come me fanno parte di associazioni solidali e si costituì
il nucleo di lavoro. Grazie a dei contatti in Abruzzo, mi fu indicato Rocca Calascio come luogo ideale per la mia idea, e sin da subito nacque la collaborazione con l’avvocato Dario Visconti, vice sindaco di Calascio, invitato anche a Milano per raccontarci la situazione della Regione e del suo paese. Siamo stati accolti a Calascio con cordialità e calore da parte di tutti e abbiamo potuto constatare che è un luogo eccezionale, con un panorama ed un paesaggio magnifico, uno spettacolo che non si può definire che sublime». Ad un anno dalla sua nascita, come sta proseguendo il progetto? «Il progetto si è molto esteso as-
sumendo la struttura di un master plan, ovvero un disegno di coordinamento e sviluppo generale, un piano regolatore e generatore. Il progetto generale è ora diventato, e questo grazie all’ottima collaborazione con l’amministrazione locale, un piano direttore adottato all’unanimità dal Consiglio Comunale di Calascio lo scorso 13 ottobre 2009». Quindi, quali sono ad oggi le idee che si stanno concretizzando? «Intanto si sta preparando il progetto di restauro, completamento e riuso delle parti residue delle case a torri e dei locali sotterranei, per situarvi un Museo storico e di interpretazione ambientale
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in primo piano
interattivo. Anche l’idea di una Scuola dell’Arte della Costruzione si sta concretizzando. Amos Nannini, presidente della Società Umanitaria di Milano, (una storica società filantropica tradizionalmente sede di una qualificata scuola d’arte) si è mostrato disponibile a collaborare con noi, per creare una scuola con sede a Milano e a Calascio, che formi “artigiani” e tecnici adatti ad intervenire con competenza sul tessuto storico. Ciò in vista anche del fatto che, la pur disastrosa situazione abruzzese, farà di questa regione un campo di applicazione per studi, progetti e tecniche adeguate al recupero delle costruzioni storiche danneggiate dal sisma ed alla conoscenza e rivalutazione del territorio, dell’ambiente e dell’architettura. La scuola userebbe come sede “diffusa”, a Calascio, alcuni edifici storici, mentre a Milano potrebbe contare sulla prestigiosa sede storica ubicata in un antico convento. La stessa Umanitaria si propone di usare strutture abbandonate del nucleo storico di Calascio per destinarle alle residenze degli studenti, durante l’anno scolastico e, in estate, per corsi estivi della Università della Terza Età, portando
in questi luoghi, sia giovani che persone più mature e creando per la comunità un fantastico motore economico e sociale. Si è fatta strada anche l’idea di attuare una serie di eventi, uno dei quali si è già svolto lo scorso luglio con grande riscontro. Questa iniziativa, speriamo sia servita ad attirare l’attenzione su questo luogo magnifico e sul progetto di rinascita». Quali sono state le difficoltà maggiori che ha riscontrato nel portare avanti il progetto? «I primi tentativi di trovare uno sponsor che fornisse l’illuminazione e l’impianto per la Rocca hanno visto varie esperienze fallimentari, con grandi aziende del settore che ci hanno fatto perdere molto tempo. Poi, dopo quasi un anno, abbiamo trovato aziende più piccole e più sensibili alla solidarietà, si tratta del produttore Roberto Biffi e dell’illuminotecnico Emiliano Ceriani che ci hanno fornito gratuitamente il progetto, le prove illuminotecniche e le lampade a basso consumo ed alta resa luminosa di ultima generazione (led)». La ricostruzione dell’Aquila e dintorni sarà un processo
lungo e faticoso. Quale potrebbe essere, a suo avviso, una buona strada per affrontare questo impegno con il giusto rispetto per la memoria storica e architettonica di questi luoghi? «Io credo nella “ricostruzione com’era e dov’era”, recuperando materiali, tecniche e forme conservate e tramandate dalla tradizione. Ciò dev’essere preceduto da un approfondito rilievo sulla totalità della struttura urbana, riportando alla luce la documentazione storica che permetta di ridare la forma originale al tessuto e agli edifici distrutti. Gli esempi post bellici di città ricostruite, come Dresda, sono concreti riferimenti di recupero di un tessuto storico nel quale gli abitanti devono poter riconoscersi e vivere. Le teorie del restauro sono da verificare ogni volta nella pratica, ragionando sulla singola occasione o città alla quale vanno applicate. Questa inderogabile e necessaria azione di ricostruzione, valutata nel suo complesso e proiettata nel futuro, deve e dovrà tener conto più che dell’economia a breve termine, del principio inequivocabile che la Città è da sempre il luogo della vita degli uomini e della loro anima»
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I protagonisti del progetto
Una veduta notturna della Rocca con le prime nuove luci
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Sono davvero numerose le professionalità e competenze messe in moto da quest’associazione, menzioneremo solo alcuni nomi scusandoci se la mancanza di spazio non permette di citare tutti. Partiamo dagli architetti Dario Banaudi e Eugenio Burnengo, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione “Una luce per la rinascita”, gli architetti Giuseppe Bellei Mussini, Paolo Salonìa e Andrea Marcolongo, il dottor Cesare Marco De Lorenzi, il giornalista Marco De Amicis e l’avvocato Marco Franzini.
in copertina » di Eleonora Lopes
Barbuscia la famiglia che muove gli abruzzesi
È
la concessionaria più antica d’Abruzzo e vanta 90 anni di storia contraddistinti da professionalità, serietà e attenzione per il cliente. Stiamo parlando della Barbuscia SpA, l’azienda pescarese che oggi è guidata con successo da Piero Barbuscia e dai suoi giovani figli Luigi e Francesco. Ma facciamo un passo indietro per ripercorrere la storia di questa famiglia giunta alla quarta generazione.. Nel 1920 a Sant’Elpidio, nelle Marche, Graziano Barbu-
Nata nel 1920, per mano del fondatore Graziano Barbuscia, oggi la importante concessionaria abruzzese è guidata da Piero e dai suoi giovani figli Luigi e Francesco, che rappresentano la quarta generazione. Qualità, garanzia del marchio ed attento servizio post-vendita per i clienti, sono le carte vincenti di questa storica azienda
scia avvia una attività di commercializzazione di macchine agricole e industriali, veicoli industriali e automobili. L’attività ben presto cresce e la sede viene spostata a Roma. Nel periodo compreso tra le due guerre, l’attività continua a svilupparsi, così come i rapporti con produttori italiani ed esteri. Dopo la seconda guerra mondiale, cogliendo le opportunità offerte dalla necessità di ricostruzione del paese, viene ancor più intensificata l’attività di importazione di macchinari destinati all’agricoltura e all’industria, per
Un atto di vendita a firma di Graziano Barbuscia datato 1929. Alcune immagini storiche dell’azienda Barbuscia
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» foto concesse da Barbuscia Spa
Da sinistra: Piero Barbuscia con i figli Francesco e Luigi (foto di Andrea Straccini)
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in copertina
la vendita e assistenza dei quali vengono aperte numerose filiali dirette in tutta Italia. Con il contributo dei figli Luigi e Ignazio, si intensificano e si strutturano in modo organico anche i rapporti di concessione di vendita e assistenza con i principali costruttori nazionali di automobili e veicoli industriali. Tra questi ultimi assumono rilevante importanza quelli con OM (gruppo FIAT) e Ford nelle sedi di Roma e Pescara. Nella prima metà degli anni ‘50, Luigi Barbuscia si separa dal fratello Ignazio e concentra la propria attività nella sede di Pescara, gestendo in proprio i mandati OM e Ford. Nel 1962 viene lasciato il mandato Ford per proseguire quello con OM, che, intanto affianca alla linea veicoli industriali una linea di carrelli elevatori. Nei primi anni settanta OM viene incorporata nella Iveco Veicoli Industriali, mentre il marchio OM rimane per
i carrelli elevatori. Nello stesso periodo entra in azienda Piero Barbuscia. Nel 1990 si conclude il rapporto con Iveco e si apre quello con Mercedes Benz con il mandato di vendita e assistenza dei Veicoli Industriali e Commerciali per l’Abruzzo. Nel 1992 viene acquisito il mandato per le vetture Mercedes Benz per la provincia dell’Aquila e nel 1997 per quelle di Pescara e Chieti. Nel 1998 viene acquisito il mandato Smart. Nello stesso anno, nel settore carrelli elevatori, viene a cessare il mandato OM per essere sostituito con quello della Linde. Nel 2001 e 2002 vengono aperte rispettivamente le filiali di Lanciano ed Avezzano. Nel 2003 si inserisce in azienda Luigi Barbuscia Jr. Nel 2005 viene acquisito il mandato di vendita ed assistenza dei Veicoli Industriali DAF. Nello stesso anno nasce la P&B Auto SpA,
Una panoramica della sede principale di Pescara sulla Tiburtina
Il reparto di carrozzeria della sede di Pescara
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Lo showroom delle vetture Subaru - sede di Pescara
partecipata dalla Barbuscia SpA, cui viene conferito un autonomo mandato di vendita ed assistenza Vetture e veicoli commerciali Mercedes Benz. Ed infine, nel 2006 entra in azienda Francesco Barbuscia dando continuità insieme a Luigi alla quarta generazione. Nel 2010
nasce la collaborazione con la storica casa giapponese SUBARU acquisendo il mandato di vendita per l’Abruzzo. Oggi la Barbuscia SpA conta circa 140 dipendenti, e 40 dipendenti per la consociata P&B, per un fatturato annuo di 60 milioni di euro.
I marchi che trovi da Barbuscia SpA MERCEDES-BENZ – SMART – SUBARU – DAF – MITSUBISHI MOTORS – LINDE – DULEVO – AIRO – ROBOPAC
I punti vendita di Barbuscia SpA e P&B SpA PESCARA (sede principale del Gruppo) FRANCAVILLA (vendita e assistenza carrelli elevatori Linde e veicoli industriali usati) LANCIANO (vendita e assistenza Mercedes- Benz e Smart) L’AQUILA E AVEZZANO (vendita e assistenza Mercedes-Benz, Smart, Subaru e Daihatsu con la consociata P&B SpA)
Lo show room della sede di Pescara
Officina Smart - sede di Pescara
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in copertina Luigi e Francesco insieme ad alcuni collaboratori
Un team competente e professionale che mette al primo posto il cliente e la qualità del servizio. Oltre la classica vendita di automobili, veicoli industriali e carrelli elevatori dei migliori marchi in commercio, i servizi post-vendita che eroga la Barbuscia SpA sono: assistenza tencnica, carrozzeria auto con vetture di sostituzione, autonoleggio, servizi finanziari ed assicurativi. E in più, le concessionarie Barbuscia offrono, per le autovetture nuove, una estensione della garanzia di fabbrica fino a 4 anni dall’immatricolazione. Tra i progetti futuri dell’azienda, iscritta alla Canfcommercio e alla Confindustria, c’è la realizzazione di una nuova sede su un’area di 60.000 metri quadrati a Manoppello Scalo, proprio nelle vicinanze dell’Interporto.
Chi era Luigi Barbuscia Non era solo un bravo imprenditore. Luigi Barbuscia, Gigetto per gli amici, era un grande scalatore, un amante della montagna. Nel 1969 partecipò alla spedizione “Abruzzi” che mancò, solo a causa del maltempo, la ormai vicina vetta del K6, settemila del Karakorum orientale. Nel 1986 guidò la vittoriosa spedizione denominata “Himalaia ‘86” che conquistò la cima inviolata di 7.000 metri di altezza cui fù dato il nome di “Abruzzo Peak”. La sua figura, molto nota nell’alpinismo abruzzese e non solo, è ricordata ancora oggi per la dedizione, la capacità organizzativa e la passione che ha dedicato a questo sport durante la sua vita. Luigi Barbuscia è scomparso nel 2004.
Luigi e Francesco, la quarta generazione Barbuscia Il papà dice di loro: «Sono due fratelli molto diversi. Luigi è metodico, non si stanca mai e ha un grande dedizione per il suo lavoro. Assomiglia un po’ a me. Francesco invece ha un carattere più simile a quello di mia moglie. È un ragazzo dinamico, energico, attento alle novità e molto portato per le pubbliche relazioni. Si completano e questo è un vantaggio per la gestione dell’azienda». Luigi è nato ad Atri il 4 settembre del 1976. Vive con la sua compagna Isabella dalla quale ha avuto una splendida bimba Lisa Sophie. Si è laureato in Economia e Commercio all’università di Pescara e nel 2003 è entrato in azienda diventando negli anni responsabile dei veicoli industriali. È stato campione italiano di kick boxing. Francesco è nato ad Atri il primo settembre 1981. Si è laureato in Economia e Mangement all’Università di Pescara e ha fatto diverse esperienza all’estero. Il suo ingresso in azienda è avvenuto nel 2006 ed oggi è responsabile del settore vetture. Anche per lui un’importante parentesi sportiva: Francesco ha giocato per 8 anni a pallanuoto in serie A vincendo anche lo scudetto e partecipando alla Coppa dei Campioni.
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a tu per tu con Piero Barbuscia Voi siete sul mercato da 90 anni. Qual è il segreto del vostro successo? «Per stare al passo con un mercato in continua evoluzione, è necessario puntare sulla qualità dei nostri marchi e su quella dei servizi che offriamo. Mi riferisco all’assistenza tecnica, ma anche ai finanziamenti, all’assicurazione, al noleggio vetture e a tutti gli altri servizi che eroghiamo per i nostri clienti. Il tutto contraddistinto da serietà e professionalità. Oltre che alla tipologia di prodotto, che senza dubbio deve essere di qualità, è fondamentale dare al cliente determinate garanzie di affidabilità nel postvendita. Da sempre la Barbuscia ha posto in primo piano la soddisfazione dei clienti come elemento distintivo in un mercato ricco di prodotti e competitors». Com’è avvenuto il suo ingresso in azienda? «Ho compiuto i primi passi in azienda all’età di 14 anni, iniziando a girare l’Abruzzo con gli agenti commerciali e ad esplorare il mondo dell’automotive. Poi pian piano, sotto la guida di mio padre, ho fatto il mio percorso fino ad assumermi la piena responsabilità dell’azienda». Quali sono gli insegnamenti che gli ha trasmesso suo padre Luigi? «Mio padre era un tenace lavoratore, e si è dedicato alla sua impresa con molta intensità e passione. Oltre a questi esempi i valori più importanti che mi ha trasmesso sono la lealtà, la professionalità ed il rispetto nei riguardi dei collaboratori. Il successo di un’azienda è merito del gruppo e mai di un singolo. Questi sono insegnamenti che sto cercando di trasmettere ai miei figli».
Cosa si augura per la vita professionale dei suoi figli? «L’augurio che gli faccio è che trovino una loro strada. Il cammino è lungo e il percorso non sarà affatto facile, ma è fondamentale che lo compiano effettuando le scelte che di volta in volta faranno in piena consapevolezza e responsabilità. Devo ammettere che sul lavoro sono piuttosto esigente, con loro in primis, ma lo faccio perché ritengo che, così come i valori etici, anche quelli professionali non nascono per caso, ma solo a costo di una rigorosa preparazione ed un’attenzione continua a tutti gli aspetti dell’attività». Dai tempi di suo nonno ad oggi, cosa è cambiato in questo settore? «In tutti questi anni, il settore auto ha subito diversi cambiamenti; è il mercato stesso che li ha imposti. Mio padre, che ha eredito questa attività damio nonno, ha iniziato in un periodo molto difficile, nel dopoguerra, quando in pochi potevano permettersi di acquistare una vettura oppure un mezzo di trasporto. Ma nello stesso tempo, in quegli anni, il nostro era un settore vergine, incontaminato, dove ci si poteva inventare di tutto. Oggi invece il mercato automotive è saturo, e sta attraversando una crisi molto grave. Ovviamente l’anno scorso, anche noi abbiamo risentito della crisi, specie perché con i nostri marchi, non abbiamo beneficiato degli incentivi auto statali del 2009. Sono, per altro, consapevole che ogni ciclo negativo ha una sua fine e che il momento attuale sarà seguito da una ripresa in cui sarà premiato chi ha saputo lavorare per migliorare la propria competitività»
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incarichi&carriere
PAOLO PRIMAVERA NEO PRESIDENTE CONFINDUSTRIA CHIETI
Già presidente dell’Ance Chieti e del Gruppo Giovani di Confindustria Abruzzo, Paolo Pri-
mavera, 43 anni, titolare della Co.Ge.pri. Srl azienda di costruzioni di Guardiagrele, guiderà l’Unione degli Industriali della Provincia di Chieti. Nel discorso di insediamento Primavera ha illustrato i punti salienti del suo intervento programmatico: «Oggi per me inizia una nuova fase di vita, fatta di prospettive e responsabilità. Ringrazio il presidente Silvio Di Lorenzo (past president, ndr) guida e modello di crescita per me e per il nostro sistema. Prosegue Primavera - l’Abruzzo deve essere laboratorio dell’innovazione, recuperando posizioni nella classifica regionale e tornando a meritare l’appellativo di “nord del sud”. Ci giochiamo il futuro su tre grandi temi: Campus, Costa dei trabocchi e innovazione. Proporremo alla Regione di istituire una commissione (Regione, province, rappresentanti datoriali e sindacali) che individui l’origine degli sprechi. Inoltre, intendiamo creare un blocco Confindustria Chieti-Pescara nell’ottica dell’area metropolitana».
Nel corso della tradizionale cerimonia del “Passaggio del Martelletto” è stata designata per la prima volta una donna presidente del Rotary Club Lanciano. Rossella Piccirilli, 45 anni, imprenditrice nel settore congressuale, rappresenterà per l’annata 2010-2011 il club lancianese. Il Rotary è un’organizzazione internazionale di imprenditori, dirigenti e professionisti che partecipano a iniziative umanitarie promuovendo la pace nel mondo. Conta 1,2 milioni di soci appartenenti a 33.000 club in più di 200 paesi. Il Rotary Club Lanciano ha realizzato progetti di interesse pubblico come la costituzione e sviluppo del Centro di ascolto e della Mensa del Buon Samaritano e la realizzazione di un asilo in Etiopia, grazie alle donazioni della professoressa Clara Albanese, vedova Russo, e della signora Perla Sigismondi vedova Marino.
ROSSELLA PICCIRILLI AL TIMONE DEL ROTARY CLUB LANCIANO
LUCA PIERSANTE ELETTO COORDINATORE UIL PESCARA
Il direttivo della Uil di Pescara ha eletto all’unanimità coordinatore provinciale Luca Pier-
sante. Quarantaquattro anni, ha iniziato la sua esperienza sindacale in Telecom negli anni ’90. Dal 1997 è impegnato a livello territoriale, con i metalmeccanici e come responsabile dei servizi fiscali della Uil e l’Adoc. Eletti anche i membri del coordinamento provinciale: Alberto Cilli, Gianni Cordesco, Fabiola Ortolano, Amelia Pagliaro, Antonio Settembrini. I responsabili delle sedi zonali Uil in provincia sono: Moreno D’Anastasio (Cepagatti); Alberto Cilli (Montesilvano); Alessandro Azzola (Penne); Gianni Cordesco (Popoli) e Luis Panza (Scafa). Piersante ha evidenziato la necessità di ridefinire l’identità territoriale. A questo proposito accoglie l’invito del direttore di Confindustria Pescara, Luigi Di Giosaffatte, ad aprire il confronto sugli strumenti per stimolare nuove assunzioni a tempo indeterminato.
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incarichi&carriere
ROBERTO MANCINI GUIDERÀ LA CONFARTIGIANATO FINO AL 2014
Lo scorso 5 agosto 2010, il consiglio direttivo di Confartigianato Chieti ha riconfermato, per un altro quadriennio, come proprio presidente il Cavaliere Roberto Mancini. È titolare dal 1967 di un’impresa artigiana. Mancini è sposato con Rosa Peri. Nel 1982 gli è stato conferito il titolo di Cavaliere della Repubblica. Attualmente è vice-presidente Confartigianato Abruzzo e consigliere della CCIAA di Chieti. «Nei prossimi quattro anni, -ha dichiarato Mancini- continuerò la mia battaglia sulla necessità di semplificare la burocrazia e di facilitare l’accesso al credito delle aziende». Insieme al presidente Roberto Mancini sono stati nominati vice-presidenti di Confartigianato Chieti Francesco Angelozzi e Vincenzo Larcinese. Il direttivo provinciale, invece, è composto da: Francesco Angelozzi, Claudio Di Marzio, Maurizio Federico, Tito Di Pillo, Carla Larcinese (Presidente Donne Impresa), Gabriele Zuccarini (Presidente Giovani Imprenditori) e Vincenzo Venditti (Presidente Pensionati).
ARTURO DIACONALE PRESIDENTE DEL PARCO GRAN SASSO-LAGA
Dopo oltre un triennio di commissariamento del Parco nazionale Gran Sasso e Monti della
Laga prende il comando per il prossimo quinquennio il giornalista Arturo Diaconale, già commissario straordinario. Il Decreto di nomina è stato firmato dal ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Diaconale ha accolto con soddisfazione la comunicazione ed ha commentato: «L’esperienza di commissario mi ha consentito di approfondire la conoscenza del territorio, da cui peraltro provengo. L’obiettivo prioritario sarà difendere le peculiarità naturalistiche di questa splendida area protetta e far comprendere alle popolazioni che il Parco rappresenta una grande opportunità e non solo un vincolo. Il mio impegno sarà, in sintesi, quello di difendere la natura interpretandola come strumento di sviluppo per il territorio».
LUCIANO D’AMICO A CAPO DELLA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE A TERAMO
Dopo Francesco Benigno, in carica dal 2002, alla guida della facoltà di Scienze della Comu-
nicazione dell’Università di Teramo arriva Luciano D’Amico, docente di Comunicazione economico-finanziaria. È stato eletto all’unanimità, con una sola scheda bianca. D’Amico è professore ordinario dell’ateneo di Teramo dal 2000 ed è stato direttore della Fondazione universitaria. Membro dell’Accademia italiana di Economia aziendale e segretario della Società italiana di Storia della ragioneria, ha svolto ricerche su temi istituzionali, di Accounting e Accounting History. È reviewer di riviste scientifiche e autore di monografie e articoli pubblicati da prestigiosi editori. Inoltre, è stato presidente di corsi di laurea e membro di numerose Commissioni di studio del Consiglio nazionale dottori commercialisti.
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storie&persone » di Laura Tinari
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New gener
L
o incontriamo nel suo splendido ufficio che dall’alto guarda la Città dell’Aquila. Un edificio, quello della nuova sede della Gran Sasso Acqua, che quando è stato progettato di certo non avrebbe pensato di affacciarsi su una città piena di gru e ponteggi. Americo Di Benedetto, 42 anni, è da poco stato riconfermato, con un voto quasi plebiscitario, alla presidenza della GSA SpA, la società a capitale pubblico che gestisce il ciclo idrico integrato nell’aquilano. Con tutta la sua semplicità, Di Benedetto è l’esempio del manager pubblico alla guida di una azienda pubblica sana. La sua informalità colpisce immediatamente, tutti i dipendenti gli danno del tu. Dopo il 6 aprile 2009, il tempo per lo sport e per le proprie passioni è andato scemando in favore dell’impegno lavorativo e politico, passione che oggi raccoglie tutta l’attenzione del giovane manager.
I numeri della Gran Sasso Acqua
L’attuale Gran Sasso Acqua nasce nel 2003 con la trasformazione in Società per Azioni del Consorzio per la Gestione delle Risorse Idriche. Trentacinque più L’Aquila, che garantisce il 47% delle utenze, i comuni gestiti dall’azienda, tutti ricompresi nel cratere, pertanto la più grande difficoltà affrontata dopo il terremoto è stata far fronte alla mancanza del pagamento delle utenze. Una società partecipata in forma totalitaria dagli enti locali, ma di fatto soggetto privato che svolge attività imprenditoriale in assenza di concorrenza, perché diretto affidatario di un servizio da parte di un ente d’ambito. Dunque una società pubblica che non ha il dovere di fare utili. La ricostruzione del territorio colpito dal sisma la vedrà impegnata in prima linea nei prossimi anni. La nuova sede dell’azienda, che occupa circa 80 dipendenti, si estende su 2mila metri quadri.
le parole di Americo Di Benedetto «Mi definisco un cattolico indipendente, in fondo la cultura cattolica riguarda tutti noi per la nostra storia, le nostre radici e le nostre consuetudini familiari. Credo nel lavoro, nel rispetto delle persone e nella capacità di interloquire con gli altri per capire i propri limiti. Noi siamo il risultato delle esperienze della nostra vita e della nostra sensibilità»
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«Alla luce della mia esperienza personale sono convinto che se si ha la determinazione giusta e la consapevolezza che i risultati si ottengono con il lavoro la possibilità per i giovani c’è. Se ci si mette in discussione e ci si impegna si riesce ad avere una visibilità anche in un sistema difficile e complesso come la gestione delle società pubbliche»
Nato all’Aquila l’11 agosto 1968, Americo Di Benedetto si laurea con il massimo dei voti in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Dal 2006 è presidente della Gran Sasso Acqua SpA, di cui nel periodo precedente è stato vice-presidente. Attualmente esercita la professione di dottore commercialista con specializzazione nella revisione degli Enti locali,
Americo Di Benedetto delle società a partecipazione pubblica e delle società di costruzioni edili. Una passione su tutte domina la sua vita: la politica. Un percorso lungo negli anni che lo ha portato prima a militare nella Democrazia Cristiana e ora ad essere uno dei giovani più promettenti del Partito Democratico aquilano. Per lui una importante esperienza prima da consigliere e poi sindaco per 11 anni al Comune di Acciano, in cui vive. Americo Di Benedetto ha ricoperto ruoli anche nell’ambito della Comunità Montana Sirentina e del Parco Regionale Sirente Velino.
«Sono stato a Roma solo un anno durante l’Università, ho sempre studiato ad Acciano, dove nella mia esperienza da sindaco ho messo tutta la passione e la riconoscenza nei confronti di una terra che mi ha dato molto. Volevo mettermi a disposizione, ma c’era anche l’ambizione. Ora sono presidente di questa azienda perché ho fatto il sindaco»
» foto di Andrea Del Cotto
«Abitavo ad Acciano e avendo lo studio all’Aquila ho iniziato a viaggiare con la valigia sempre in macchina. Dopo il terremoto ho deciso di sistemare la casa di mio nonno a Beffi e di stabilirmi lì. Il viaggio mattutino è piacevole perché passando in mezzo al verde ti permette di organizzare la giornata»
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storie&persone
M di Eleonora Lopes
«La nostra regione necessita di una programmazione seria e ben strutturata. Gli imprenditori non possono lavorare senza avere delle linee guida»
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amma, imprenditrice e donna. Tre mansioni che Antonella Marrollo riesce a coniugare perfettamente con grinta ed entusiasmo. Figlia del noto imprenditore ed ex presidente di Confindustria Abruzzo, Calogero Riccardo Marrollo, Antonella è nata a Chieti ma vive da sempre a Vasto, è sposata con Francesco e ha tre figli: Paolo, Teresa e Marco. Da sempre attiva nell’azienda di famiglia, oggi ricopre il ruolo di amministratore unico di alcuni rami del Gruppo Marrollo. Una donna energica, determinata, ma soprattutto innamorata del suo lavoro, tant’è che durante l’intervista ci dice: «In tutto quello che faccio, ci metto il cuore». Qualche mese fa, è stata eletta presidente dell’Ance di Chieti per il triennio 2010-2013, unica donna insieme ad una novarese a ricoprire il ruolo più importante di questo settore di Confindustria. Ma la vita associativa, seguendo le orme del papà, è stata sempre rilevante nella carriera di Antonella. Già presidente nel Gruppo Giovani di Confindustria Chieti, oggi è presidente della rivista “In Concreto” (organo informativo dell’Atecap), vice-presidente Atecap (Associazione Italiana dei Produttori di Calcestruzzo Preconfezionato), presidente della scuola edile di Chieti e membro del Cda della BCC della Valle del Trigno. Il poco tempo libero che ha lo dedica alla sua famiglia, ma trova anche quello per il sociale. È infatti impegnata insieme a suo marito nel Rotary Club di Vasto, nella Croce Rossa, ed è socia della Feidos (Federazione Italiana Donne contro l’Osteoporosi) ed è anche presidente del Consiglio d’Istituto del Liceo Scientifico Raffaele Mattioli. Presidente Marrollo, come è avvenuta l’elezione all’Ance di Chieti? Questo è un periodo molto critico per l’economia della provincia di Chieti e per l’intera regione, quindi, quando mi hanno proposto di diventare presidente dell’Ance, la mia prima risposta è stata negativa, perché non volevo sottrarre in questo momento del tempo alla mia azienda! Ma poi quando i vertici di Confindustria Chieti hanno insistito con il mio nome, ho deciso che dovevo compiere questa grande scelta di responsabilità. E così è iniziata questa nuova sfida. Che situazione ha ereditato dal suo predecessore Paolo Primavera? Paolo ha lavorato bene in questi anni e ha anche ottenuto molta visibilità sulla stampa. Ma c’è tanto ancora da fare. Storicamente l’economia della provincia di Chieti si caratterizza per una forte componente di imprese del mattone. Il settore, infatti, rappresenta il 15% delle associate Confindustria esprimendo un PIL che corrisponde al 13% di quello provinciale. E poi le costruzioni rivestono un ruolo di traino per l’intera economia, incidendo sull’andamento di numerosi comparti. Quali sono le linee principali del suo programma? Sono una donna con molta voglia di fare. Ma in questo mandato alla guida dell’Ance mi concentrerò su poche cose, ma che intendo portare a termine. Vorrei allargare la base associativa per dare più forza alle istanze rivolte dall’Ance nei confronti del mondo politico. Attribuirò specifiche deleghe all’interno del consiglio direttivo in
L’ANCE CHIETI SI TINGE DI ROSA
A tu per tu con Antonella Marrollo, imprenditrice e mamma di successo e di recente eletta presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili della provincia di Chieti relazione dell’area di provenienza Chieti, Vasto e Lanciano. Ciò consentirà la possibilità di interventi mirati su problematiche connesse alla specificità del territorio. Punterò sull’ampliamento dei servizi da offrire agli associati. Conferirò maggiore incisività decisionale nei confronti della consulta regionale dei costruttori. Ci tengo a dire che una particolare attenzione sarà rivolta alla ricostruzione dell’Aquila. Organizzeremo attività formative su argomenti quali: la qualità delle costruzioni, il risparmio energetico, l’edilizia eco-sostenibile e il regolamento degli appalti pubblici. Continuerò la battaglia della sicurezza del lavoro e la lotta al lavoro irregolare e rafforzerò i servizi offerti dagli enti paritetici aderenti al sistema Ance. Quali sono le problematiche più comuni degli imprenditori che lavorano nel settore edile? Il problema dei ritardati pagamenti nei confronti di imprese che eseguono lavori pubblici, la corretta applicazione della normativa per la redazione dei bandi di gara, il monitoraggio degli interventi immediatamente cantierabili, lo sblocco di risorse già disponibili, lo snellimento delle procedure
burocratiche e la sollecitazione di un programma d’investimento. Su questo punto mi batterò con tutte le mie forze. La mancanza di una governance ha creato nella nostra regione molti problemi e una situazione davvero caotica. Oggi è impensabile operare senza una programmazione. La classe politica deve mettere al primo posto il bene comune e la crescita del territorio e non gli interessi privati. Non pretendo di avere il consenso di tutti, ma mi sono data degli obiettivi e intendo raggiungerli o almeno provarci. Sono consapevole che ci vorrà tempo, ma lavorerò in primis sulla cultura imprenditoriale, puntando sui giovani. Sono loro il nostro futuro. Cosa le ha insegnato suo padre? Mio padre ci ha insegnato tanto, ma i valori che ci ha trasmesso con più vigore sono la serietà e la coerenza. Da applicare nel lavoro e nella vita. Sono virtù che si leggono nel tempo e si acquisiscono con l’esperienza. Sono stata educata ad essere sempre chiara nella vita, anche nei momenti di difficoltà, quando scegliere non è affatto semplice
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storie&persone
IL SIGNORE DEGLI SPECCHI di Valentina Faricelli foto concesse dall’Artista
Artigiano, musicista, designer e gallerista. Marco Mazzei è un eclettico e affermato artista pescarese, noto oramai a livello internazionale
I «Dopo aver ricevuto tanti riconoscimenti a livello internazionale, la sfida forse più difficile, sarà farmi apprezzare di più nella mia città, Pescara»
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l suo nome è legato a quello dei famosi specchi, con cornice in metallo sbalzato, che in pochi anni hanno quasi fatto il giro del mondo. Forme imprevedibili, eleganti, dai mille riflessi, che hanno reso il suo stile inconfondibile. Viene difficile pensare che usando un semplice martello si riesca a modellare in tale maniera il metallo con cui realizza le sue specchiere. Un lavoro da “puro” artigiano, come lui stesso ama definirsi. Eppure tutto comincia da un’altra parte. Dalla sua passione per la musica. E anche in questo caso entrando dalla porta principale, quella del bassista dei Litfiba, Gianni Maroccolo, perchè ciò che rendeva preziosa la collaborazione con il giovane Mazzei, allora sconosciuto, era la sua particolare attitudine, o meglio velocità nell’arrangiare ed eseguire brani fino a poco prima mai ascoltati. E’ sempre stata forte la sua voglia di sperimentare e creare suoni con l’elettronica. Suo padre, però, non era d’accordo che focalizzasse l’attenzione su una sola attività. Così lo ha spinto in tutti i modi a non abbandonare altre strade artistiche. E il tempo gli ha dato ragione. L’originalità, che, dunque, è una specie di vizio di famiglia, continua ad essere la sua carta vincente e oggi Marco Mazzei a 41 anni è un eclettico ed affermato artista pescarese, apprezzato ormai a livello internazionale. Nel suo laboratorio di via Genova, nel cuore di Pescara, forgia specchi, cornici, sculture, riuscendo a donare una preziosità inaspettata ai materiali più semplici. «Non ho fatto altro che rivisitare una tecnica antichissima di lavorazione dei metalli – spiega – quella dello sbalzo e cesello». Una tecnica che ha appreso dalla sorella che aveva completato un corso di studi al Poligrafico di Stato. «In quel periodo realizzavo pupazzi di design. Ma con il ritorno di mia sorella a Pescara, sono rimasto affascinato da questa tecnica ed ho iniziato a realizzare gioielli». Nel frattempo, Marco continua anche la sua crescita come musicista. Fino a che accade qualcosa che imprime una direzione al suo lavoro. «Mio padre decide di inserire uno specchio all’interno di un piatto d’argento – racconta – e così, quasi in maniera casuale è nata la mia creazione simbolo». A quel punto l’intuizione successiva è quella
Lo stand di Borsalino al Pitti Uomo di Firenze allestito con gli specchi di Mazzei
*BORSALINO Marco Mazzei ha collabo-
di unire le due passioni, quella musicale e quella artigianale. In che modo? Sempre il padre lo spinge a portare con sé le sue creazioni in giro per l’Italia, nei suoi concerti, sfruttando un ulteriore talento: l’attitudine di Marco alla vendita e gli innumerevoli contatti che era riuscito a coltivare in giro per l’Italia. E, sorprendendo forse lui per primo, tutto funzionava. Le sue creazioni erano apprezzate e soprattutto acquistate. E così, saltellando da una città all’altra e passando con disinvoltura da uno specchio ad uno spartito musicale, Marco ha conosciuto e si è fatto conoscere ovunque, da Pescara a Dubai, passando dal Kazahkistan a San Francisco. E anche un’apparente sfortuna, come lo scioglimento del suo gruppo musicale, si è trasformata per lui in una preziosa opportunità. Proprio grazie a questa circostanza, infatti, il suo produttore, Maroccolo, gli ha aperto il sipario sui palcoscenici più prestigiosi. Ha stretto una bella amicizia con Lorenzo Jovanotti, un aiuto prezioso per far conoscere i suoi specchi. Ha conquistato Mario Losio, un vero e proprio punto di riferimento tra la gente che conta a Milano. Diego Dalla Palma gli commissiona 5 specchi dedicati alla sua nuova casa. Alcuni giocatori dell’Inter possiedono le sue creazioni e persino un avanguardista come Lapo Elkann è rimasto affascinato dai suoi specchi, tanto da volerne diversi nella sua officina creativa a Milano. E adesso? La sfida forse più difficile, confessa Marco: farmi apprezzare di più nella mia città, Pescara.
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rato con Borsalino. L’azienda ha richiesto i suoi specchi per lo stand, a detta di molti il più bello, del Pitti Immagine 2010. Mazzei è stato ospite per alcuni mesi della Fondazione Borsalino. Ora sta studiando una creazione dedicata ai mitici cappelli. *MICROGALLERIA Marco Mazzei ha creato a Pescara un piccolo spazio, Microgalleria, dove periodicamente ospita esposizioni, presentazioni, ma soprattutto “sperimentazioni” di artisti. “Un luogo espositivo micro – lo descrive – in senso materiale e temporale, per depositare idee, disegni, suoni e tutto ciò che può aiutare l’aiutabile, dando la possibilità a tutti di vivere il sogno di essere famosi, solo per una sera in un’arte democratica. *CARRIERA MUSICICALE Frequenta diversi musicisti importanti, è presente in palcoscenici importantissimi della scena nazionale e internazionale (suona a Valencia al FIBERFIB il festival musicale più importante d’Europa) Heineken Jammin Festival, Primo Maggio a S.Giovanni a Roma in prima serata, Stazione Leopolda a Firenze, varie televisioni. Realizza la musica per la colossale inaugurazione del nuovo stadio Ucraino dello Shaktar a Donetsk dove si terranno gli Europei del 2012. È prodotto da Fandango il disco del suo duo OCOCO.
*INSTALLAZIONI INTERATTIVE Per DDN (rivista di riferimento per il Design) realizza con Andrea Gabriele un’installazione interattiva consistente in una goccia che innesca video e suoni evocativi. Ha tentato di esportare il progetto per metterlo a disposizione della ricerca dell’AIL, ma impedimenti burocratici hanno interrotto la missione. A breve avvierà una nuova installazione di disegni casuali sempre per beneficienza.
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Steven Paul Jobs fondatore della Apple
grandi storie » di Raffaella Di Marino
LA FORTUNA INIZIA DA UN GARAGE
È
Steven Paul Jobs, fondatore della Apple, è oggi uno dei 25 uomini d’affari più potenti al mondo e la sua grande ascesa è partita da un garage sotto casa…
ancora il settore informatico a sfornare uno degli imprenditori più famosi e ricchi al mondo: Steven Paul Jobs. Classe ’55, Jobs è stato cofondatore di Apple Inc., proprietario di NeXT Computer (poi acquisita da Apple al momento del suo ritorno dopo quasi 12 anni), amministratore delegato di Pixar prima dell’acquisto da parte della Disney e attualmente, è anche membro del consiglio d’amministrazione della Walt Disney Company, di cui, tra le persone fisiche, possiede il maggior numero di azioni. E’ stato annoverato dalla rivista Fortune, tra i 25 uomini d’affari più potenti del mondo per il 2007, con 6 posizioni di vantaggio sul suo eterno rivale Bill Gates, fondatore di Microsoft. Madre americana e da padre siriano, Steve fu dato in adozione appena nato ad una famiglia residente nella contea di Santa Clara, in California. Dopo il diploma si iscrisse al Reed College di Portland nell’Oregon, ma dopo solo il primo semestre abbandonò l’università per andare a lavorare. Grazie ad un finanziamento, nel 1976 fondò la Apple Computer, insieme al suo amico Steve Wozniak. La prima sede della società fu il garage dei genitori, dove i due ragazzi diedero vita al loro primo computer, l’Apple I, lanciato il 1º aprile dell’anno successivo in contemporanea all’uscita del primo personal computer. Il 1980 fu un anno importante per la Apple, tanto da farla entrare in Borsa. Continuando le varie fasi di crescita e di sviluppo del computer, nel gennaio del 1984 Apple produsse un personal computer compatto e con un nuovo sistema operativo a interfac-
cia grafica: l’Apple Macintosh riscosse un grande successo, diventando un punto di riferimento nel settore dell’informatica. All’età di trent’anni, dopo aver sciolto la società con Wozniach, Jobs decise di ripartire da capo, fondando una nuova compagnia, la NeXT Computer, con l’obiettivo di avviare una nuova rivoluzione tecnologica. Nel 1986 acquistò la Pixar dalla LucasFilms, con l’ambizione di realizzare unicamente animazioni computerizzate, diventata famosissima con il film d’animazione “Toy Story” seguito da un altro successo planetario “A Bug’s Life”. Numerosi sono stati i computer lanciati sul mercato, tra alti e bassi, ma Jobs, decise di dedicarsi anche al settore della musica digitale, spostando il suo core business dall’informatica pura a quella applicabile alla musica, con l’iPod, un avanzato lettore digitale di musica e iTunes, un software attraverso cui è possibile ascoltare musica e acquistarla attraverso il servizio online iTunes Music Store. Attualmente l’iPod è il lettore multimediale più venduto al mondo, con una quota di mercato superiore all’80%, mentre iTunes Store è il “mercato” digitale più usato al mondo, con 10 miliardi di brani venduti. L’ultimo successo, uscito a gennaio di quest’anno è l’iPad, un tablet computer capace di riprodurre i contenuti multimediali e di navigare su internet. Nonostante i suoi numerosi problemi di salute, a partire da una forma tumorale al pancreas diagnosticatagli nel 2004, Jobs sembra oggi godere di ottima salute e di voler continuare ad essere ancora per molto molto tempo il peggior incubo del “povero” Bill Gates
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«Essere l’uomo più ricco al cimitero non mi interessa... Andare a letto la notte sapendo che abbiamo fatto qualcosa di meraviglioso... quello mi interessa». (Steve Jobs)
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mercati » di Massimiliano Palumbaro
Il fenomeno delle rinegoziazioni Negli anni passati si è assistito a continue operazioni di chiusura di contratti swap che avevano delle perdite in corso e alla contemporanea apertura di nuovi contratti che inglobavano le perdite precedenti, con la speranza di un loro recupero
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ra le cause che hanno comportato la trasformazione dei derivati finanziari da strumento di supporto all’impresa, a strumento patologico, è stato senza dubbio il fenomeno delle frequenti rinegoziazioni. Si è assistito, soprattutto in passato, a continue operazioni di chiusura di contratti swap che avevano delle perdite in corso e alla contemporanea apertura di nuovi contratti che inglobavano le perdite precedenti, con la speranza di un loro recupero. Questo fenomeno, che sa molto di speculazione e molto poco di copertura, è stato favorito principalmente dalla necessità delle banche di massimizzare gli utili a breve, senza alcuna preoccupazione degli equilibri di bilancio delle aziende clienti.
l’ammontare finale del debito dell’imprenditore viene a lievitare. La banca ha quindi tutto l’interesse a che le rinegoziazioni siano le più frequenti possibili, incassando ogni volta commissioni implicite. Sotto questa spinta si sono viste decine di fenomeni di imprenditori locali che nel periodo 2000 - 2007 hanno sottoscritto consecutivamente diversi con-
Gli utili delle banche Quando nasce un contratto swap ha sempre uno squilibrio a favore della banca: il contratto nasce sin dall’inizio con un valore negativo per l’impresa, valore che varia nel tempo e che può anche diventare positivo. Questo valore negativo di partenza rappresenta la cosiddetta commissione implicita (ovvero nascosta), cioè la commissione che serve alla banca per remunerare i suoi costi di strutturazione del prodotto e per lasciare un determinato margine di utile. Questa commissione è detta implicita o nascosta in quanto non viene dichiarata nei contratti, anche se negli ultimi tempi, su sollecitazione della CONSOB, qualche istituto ha iniziato ad evidenziarli. Diversamente, il loro calcolo non è agevole e può essere effettuato, con l’ausilio di software specialistici, solo da persone molto esperte del settore.
Le rinegoziazioni Ad ogni operazione di rinegoziazione di un derivato (cosiddetto unwinding), la banca inserisce nel nuovo contratto la perdita accumulata nel precedente più la nuova commissione implicita, con il risultato che
tratti swap dai nomi più disparati: Convertible swap, Atlantic swap, Atlantic CMS swap, Sunrise swap, Inflation swap, Formula inflazione swap, IRS differenziale protetto. Molti imprenditori hanno spiegato che i passaggi da uno swap ad un altro erano sempre giustificati dal direttore della banca con il fatto che le avverse condizioni di mercato avevano fatto maturare perdite nel contratto in corso e si rendeva necessario sostituire detto contratto con uno diverso, più aderente alle nuove condizioni di mercato e che fosse in grado di far recuperare le perdite avute. Solo che l’istituto collocatore del prodotto si guardava bene dal dichiarare le commissioni applicate ed aggiungeva alle perdite maturate ulteriori costi impliciti che l’impresa avrebbe pagato nel tempo fino alla scadenza del contratto, ovvero prima, a titolo di mark to market negativo, qualora avesse avuto intenzione di
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mercati
uscire anticipatamente dall’operazione.
La struttura dei prodotti Quando un contratto swap è molto articolato, vuol dire che al suo interno vi è una complessa struttura di opzioni ognuna delle quali viene venduta dalla banca al cliente ad un prezzo notevolmente superiore a quello che è il reale valore di mercato. La possibilità di celare commissioni è dovuta essenzialmente all’asimmetria informativa esistente tra la banca (vero operatore qualificato) ed il proprio cliente, che non può assolutamente avere quelle conoscenze di ingegneria finanziaria necessarie per capire davvero il meccanismo di funzionamento dei derivati. A causa
Occhio ai mercati
di questa asimmetria informativa, il sistema bancario ha proposto in passato prodotti complessi ed oltremodo costosi, con conseguente lievitazione dei mark to market che hanno poi condotto l’imprenditore ha bruschi risvegli sfociati spesso in azioni legali. Il grafico riporta il caso concreto di un imprenditore che ha sottoscritto quattro swap dove ogniuno era la rinegoziazione del precedente. Dal grafico si evidenzia come ogni contratto ha un mark to market inziale negativo dovuto alle commissioni implicite più le perdite delle operazioni precedenti. Il totale delle commissioni implicite applicate all’imprenditore dalla banca controparte è stato di oltre 280 mila euro
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» di Alfredo De Vincentis
Prima di analizzare come sempre i principali mercati azionari, vorrei fare alcune considerazioni riguardo la parziale apertura che, in virtù della legislazione comunitaria, ha interessato il nostro mercato dei servizi finanziari, con l’arrivo del consulente finanziario indipendente. Questa parziale apertura rappresenta sicuramente un elemento positivo, in un “ambiente ostile” come quello italiano, tenuto sotto controllo dal sistema bancario. L’ingresso sulla scena della consulenza finanziaria di risorse nuove, di nuovi punti di vista si auspica meno ortodossi, dovrebbe tradursi in un miglioramento dei servizi resi ai risparmiatori, i quali, in virtù di una maggiore indipendenza di giudizio e di analisi da parte del consulente, dovrebbero giovare di “consigli” più orientati al mercato per così dire, che verso l’industria bancaria. La realtà di cui ho avuto esperienza da svariati anni a questa parte è invece diversa. Agiscono certo forti condizionamenti strutturali sull’operatore bancario o gestore privato che sia, ma la differenza fra un cattivo consulente e un buon consulente non risiede, secondo me, in questo aspetto ripetuto molto retoricamente. Basti pensare che alla fine dei conti, il risparmiatore acquisterà comunque, per la maggior parte dei casi, quote di fondi messi sul mercato da gruppi bancari o assicurativi, subendone i rispettivi costi e condizioni, e raramente invece si indirizzerà verso le “materie prime” della finanza: azioni, obbligazioni ( tassi di interesse) e valute. Qual è allora la cosa che fa la differenza? L’atteggiamento e il metodo. Un vizio comune che spiega spesso un basso livello nella qualità nella consulenza, è un atteggiamento di presunzione nei confronti dei mercati finanziari e delle borse: si prescinde da come vanno effettivamente le cose, non ponendo al centro delle analisi i grafici degli strumenti finanziari a cui si è interessati - siano essi titoli azionari, obbligazioni, ma anche fondi comuni di investimento- per concentrarsi invece sulle analisi di scenari macroeconomici, molto fini a se stessi, espressione della presunzione di poter prevedere l’andamento delle variabili economiche, ma che non permettono in realtà di leggere quello che il mercato in quel momento sta facendo e non soltanto dicendo di fare... L’errore che distingue i bravi consulenti dai cattivi consulenti, siano essi indipendenti o bancari, è la capacità o meno di
distinguere il rumore dal segnale, e il segnale lo danno solo e soltanto i grafici: è su di essi che bisogna concentrarsi per una consulenza che non prescinda dalla realtà dei mercati. Il titolo di oggi: QUALCOMM Incorporated, ( QCOM), società californiana quotata sul nasdaq, che si occupa di progettare, costruire e commercializzare sistemi di comunicazioni wireless. Sta focalizzando la propria attività nel ricco mercato dei palmari, progettando e costruendo uno dei migliori processori disponibili. Poiché il mercato degli smartphone non è certo saturo, ma in continua espansione ed ha appena cominciato a mostrare segni di forza, Qualcomm avrà molto probabilmente possibilità di far bene in futuro. Cosa ci dice il grafico ( al momento di scrivere, 23 luglio: dalla configurazione che sta assumendo il grafico credo tuttavia la valutazione rimanga positiva anche per i prossimi 30-60gg): ha tenuto il supporto sui 35 dollari e che il titolo ha intenzione di riprendere a salire. Timing questo molto buono per entrare in un titolo che vedrà salire di molto il proprio prezzo. e-mail: aldevinc@libero.it Contattando l’autore all’indirizzo mail, si potrà ricevere gratuitamente la sua newsletter settimanale di analisi dei mercati
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fisco » di Luigi Carunchio
Premiare la produttività
conviene…
Anche per l’anno 2010 è stata prorogata la detassazione sugli importi erogati al personale dipendente volto ad incrementare la produttività aziendale. L’agevolazione è rivolta ai dipendenti previa verifica di alcuni limiti reddituali. Scopriamo quali sono…
P
remiare la produttività aziendale costa meno. Anche per l’anno 2010 è stata prorogata la detassazione sugli importi erogati al personale dipendente volto ad incrementare la produttività aziendale. La norma di previsione della detassazione di tali somme è l’articolo 2 del D.L. 27 Maggio 2008, numero 93. Nel primo anno di applicazione la detassazione riguardò anche il lavoro straordinario, tale previsione, tuttavia, restò in vigore fino al 31.12.2008. Successivamente la L. 185/2008 e la L. 191/2009 prorogò rispettivamente per il 2009 e per il 2010 l’applicazione dell’imposta sostitutiva sulle somme erogate a titolo di produttività escludendone le retribuzioni da lavoro straordinario. L’agevolazione è rivolta ai dipendenti previa verifica di alcuni limiti reddituali. I beneficiari, infatti, non devono aver dichiarato un reddito da lavoro dipendente superiore ai 35.000,00 euro per il 2009 e l’applicazione viene effettuata fino ad un massimo di 6.000,00 euro di reddito annuo. Il beneficio consiste nella tassazione delle somme erogate a titolo di in-
cremento della produttività con una aliquota sostitutiva e fissa del 10% in luogo dell’ordinaria aliquota irpef e delle addizionali regionali e comunali. Per valutarne l’impatto sul costo del lavoro è opportuno fare un esempio: il sig Rossi dipendente della Alfa SpA con reddito annuo pari a 25.000,00 euro, percepisce un premio legato al raggiungimento di obiettivi
Uno dei punti di forza della riforma del modello contrattuale è rappresentato dal rafforzamento del secondo pilastro della contrattazione, quello di secondo livello, aziendale e territoriale aziendali pari a euro 1.000,00. Su tale somma viene applicata l’ordinaria aliquota Inps a suo carico del
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fisco
9,49% (94,90 euro) e sulla restante parte (imponibile fiscale) di euro 905,10 l’imposta sostitutiva del 10% pari a 90,51 euro. Il risultato netto per il sig. Rossi sarà di euro 814,59 euro. In caso di tassazione ordinaria il sig. Rossi avrebbe ottenuto, invece, 648,05 euro. A titolo esemplificativo abbiamo parlato di premio, ma le somme erogate a titolo di produttività abbracciano un ampio ventaglio di soluzioni e di opportunità. Tra i casi più diffusi, ricordiamo le agevolazioni su erogazioni a titolo di: » Ferie, R.O.L., permessi non fruiti » Premi presenza » Indennità e/o maggiorazioni di turno » Premi e provvigioni su vendite » Premi produttività » Straordinari forfetizzati » Lavoro festivo e lavoro notturno e relative maggiorazioni » Indennità di funzione » Assegni ad personam » Superminimi individuali » Una tantum a titolo di premio » Elemento Economico territoriale in edilizia Facile intuire quale possa essere il risparmio aziendale in termini di cuneo fiscale quando la somma da erogare al proprio dipendente sia stata concordata al netto di ogni trattenuta di legge. Nei casi di minore impatto della tassazione ordinaria rispetto all’aliquota sostitutiva del 10% (si pensi a persone con numerosi famigliari a carico) il dipendente opterà per la condizione a lui più favorevole. La normativa fiscale appena illustrata è parte integrante di politiche volte ad incentivare l’incremento della produttività così come l’erogazione di retribuzioni variabili legate al raggiungimento di risultati/ obiettivi aziendali. Retribuzione variabile quale strumento motivazionale, di aumento dell’efficienza, ma anche di riduzione del cuneo fiscale. Oggi, dopo l’accordo tra Governo e parti sociali del 2009, il sistema di contrattazione del lavoro è incentrato su due livelli: quello nazionale attraverso i CCNL di categoria, e quello aziendale (in alternativa territoriale). L’aumento della diffusione dello strumento della contrattazione decentrata, potrà contribuire positivamente in termini di produttività anche aumentando le retribuzioni reali. La contrattazione decentrata, quindi, come elemento di superamento della funzione redistributiva del reddito, maggiormente presen-
A differenza dello sgravio fiscale, lo sgravio contributivo appena descritto si applica se il contratto aziendale o territoriale che ha regolamentato l’erogazione del premio è stato depositato presso la Direzione Provinciale del Lavoro competente e se l’azienda è in possesso di regolare Durc (documento unico di regolarità contributiva) te nella contrattazione nazionale. Contrattazione di secondo livello intesa come strumento di ricerca di maggiore efficienza, in un contesto ambientale di recessione. Sulle retribuzioni variabili, corrisposte in forza di accordi collettivi e aziendali, oltre all’agevolazione fiscale sopra citata, potrà essere applicato anche uno sgravio contributivo nel limite di risorse finanziarie stanziate annualmente dal Ministero del Welfare (per il 2009 le risorse stanziate ammontano a 650 milioni di euro utilizzate per il 62,5% per i contratti aziendali e per il 37,5% per i contratti territoriali). Lo sgravio consiste in una decontribuzione del reddito lordo degli interessati alla erogazione della retribuzione variabile, per l’importo stabilito come premio/ incentivo, fino ad un massimo del 2,25% del reddito complessivo. Tornando all’esempio del sig. Rossi a cui viene erogato un premio di euro 1.000,00 oltre ad una retribuzione media annua di euro 25.000,00, per complessivi 26.000 euro lordi abbiamo il seguente risultato: tetto massimo soggetto a decontribuzione 2,25% di 26.000 = 585,00. Sgravio contributivo per l’azienda 585,00x25%=146,25 euro Sgravio contributivo per sig. Rossi 585,00x9,49%=55,51 euro. Concludendo, si può notare come l’intrecciarsi di politiche sociali, retributive e fiscali volte a incentivare l’incremento della produttività aziendale, opportunamente utilizzate portano a notevoli risparmi sul costo del lavoro. La riduzione del cuneo fiscale, in un contesto ambientale di forte competitività internazionale se non di recessione, può solo portare ossigeno al nostro tessuto imprenditoriale in affanno
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energia » di Massimo Avenali
La discontinuità del è sempre colpa del Proviamo a scoprirne di più attraverso l’intervista ad un esperto del settore energia: l’ing. Angiolino D’Orazio che è stato anche direttore della Rete Elettrica di Roma dell’Enel L’ingegner Angiolino D’Orazio
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i siamo più volte occupati, nella sezione energia delle tematiche d’impresa, della qualità e della continuità dell’energia elettrica. In questo numero abbiamo voluto inserire un’intervista ad una personalità del settore che vanta una più che trentennale esperienza nella gestione di impianti di distribuzione e di grandi reti Ing. D’Orazio, quali sono i fattori che determinano la continuità del servizio elettrico? «Premesso che la rete elettrica ideale (senza interruzioni) non esiste, le cause dei guasti e quindi delle interruzioni sono molteplici, ma non tutti determinano un disturbo alla clientela». Lei pensa che non ci possano essere margini di miglioramento nella distribuzione elettrica in Abruzzo e più in generale in Italia? «Pur sottolineando che molto è stato fatto nell’ultimo decennio, a seguito delle azioni di regolazione
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elettriche: l’ing. Angiolino D’Orazio. Già direttore della Rete Elettrica di Roma dell’Enel e successivamente dell’Acea è stato presidente del Comitato Consultivo di Federutility. Oggi è collaboratore esterno dell’Università dell’Aquila per incarichi di docenza in Impianti Elettrici e fa parte del Nucleo di Valutazione dello stesso Ateneo.
attuate dall’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas (AEEG), in tema di qualità del servizio, e vorrei sottolineare per il notevole impegno delle aziende distributrici, io penso che si possa e si debba migliorare l’intero sistema elettrico nazionale». Come vengono classificate le interruzioni? «La prima importante distinzione deve essere fatta tra la continuità del servizio, intesa come la presenza o l’assenza della tensione ai terminali di consegna della fornitura, che dipende dalla capacità della rete elettrica di far fronte ai guasti
permanenti sugli impianti di produzione, trasmissione e di distribuzione, e la qualità della tensione che dipende da guasti transitori e carichi disturbanti. Le interruzioni si classificano in: lunghe, di durata superiore ai 3 minuti; brevi, di durata superiore a 1 sec. e inferiore o uguale a 3 minuti ed infine transitorie (o microinterruzioni) di durata inferiore ad 1sec.» E i buchi di tensione cosa sono? «Si definisce buco di tensione una diminuzione istantanea della tensione tra il 90% e l’1% del valore nominale della stessa, per un
servizio elettrico: distributore? tempo compreso tra 10 millesimi di sec e 60 sec. Il numero dei buchi di tensione è certamente contenibile, ma il fenomeno non è azzerabile; pertanto, mentre il distributore è tenuto a migliorare progressivamente il livello della continuità del servizio (riducendo così anche il numero dei buchi di tensione) nel rispetto delle specifiche delibere dell’AEEG, è opportuno che anche i clienti, soprattutto gli stabilimenti produttivi a ciclo continuo, prestino la dovuta attenzione al fenomeno e adottino i necessari provvedimenti, in relazione all’incidenza dell’energia elettrica sui propri cicli di produzione». Il cliente può fare qualcosa per limitare i danni alle proprie apparecchiature e al ciclo produttivo? «Un provvedimento efficace per evitare interruzioni e danni al ciclo produttivo è quello di dotare le apparecchiature elettriche essenziali di un gruppo di continuità, ma esistono provvedimenti a basso costo (o addirittura nullo) che si possono adottare, mettendo in correlazione l’intero sistema produttivo e l’alimentazione elettrica disponibile; infatti, il problema dei buchi di tensione sta progressivamente crescendo con l’avanzare dell’elettronica di potenza e dei sistemi di protezione e controllo digitali delle
singole apparecchiature e dell’intero stabilimento. Un esame attento e complessivo dei fenomeni, che possono determinare danni ingenti al sistema produttivo, consente di ridurre, e spesso annullare, i rischi di interruzione dovuti ai buchi di tensione, agendo sulle tarature delle protezioni e installando gruppi di continuità di modesta entità. In generale un’apparecchiatura elettromeccanica di potenza non risente dei buchi di tensione, che hanno una durata di frazione di secondo, mentre le apparecchiature elettroniche computerizzate sono molto sensibili a qualsiasi alterazione della tensione. E’ necessario quindi dotare il sistema di regolazione, protezione, controllo e supervisione dello stabilimento di un piccolo gruppo di continuità; infatti, tale sistema assorbe di norma una modesta percentuale della potenza totale dello stabilimento. Come pure la taratura delle protezioni deve essere adeguata all’effettiva esigenza di proteggere le apparecchiature elettromeccaniche di potenza e non ad un’inutile e costosa ricerca di intervento delle protezioni a tempo zero». Ing. D’Orazio, i problemi della rete e del distributore, van-
no scaricati sui clienti e sulle imprese? «Il problema della continuità del servizio è certamente del distributore, mentre sulla qualità della tensione debbono agire sia il distributore che i clienti (in particolare le imprese). Come ho potuto spesso verificare, la maggior parte dei disturbi e dei danni provocati dai buchi di tensione, sono causati dall’assenza di un gruppo di continuità per il sistema di controllo e da una mancata correlazione tra le diverse sezioni, che costituiscono il sistema produttivo, nonché dal mancato coordinamento delle protezioni. Si ricorda che un buco di tensione della durata di una frazione di secondo, come in genere avviene sulla rete MT, non ha alcuna influenza sul funzionamento della macchina rotante di potenza e, a maggior ragione, sui processi termici»
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ict » di Antonio Teti
Il nuovo business di Internet
si chiama Gold Farming Dall’e-commerce all’e-service. Nuovi servizi on line per i cybernauti del futuro. Ma sono tutti legali e moralmente ineccepibili?
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l termine gold farming può essere testualmente tradotto dall’inglese come “agricoltura d’oro” e non credo che possa esistere un termine più azzeccato per descrivere questa nuova e straordinaria tecnica di commercializzazione di oro virtuale in cambio di denaro reale, che sta massimizzando i profitti di numerose aziende interessate alla fruizione dei Net Games. Stiamo parlando di un fenomeno collegato ad applicazioni legate al gioco on line, il cui successo sembra inarrestabile: la fruizione dei videogiochi in Internet. Naturalmente al centro di questa particolare forma di business non troviamo solo i produttori e gli sviluppatori dei più moderni software di giochi tridimensionali, in grado di trasmettere sensazioni ed emozioni sempre più reali e di grande effetto, ma possiamo identificare anche una nuova tipologia di struttura di servizi, il cui compito è quello di agevolare ed accrescere le potenzialità dei milioni di giocatori on line che si cimentano, quasi quotidianamente, con queste straordinarie applicazioni di intrattenimento. È determinante, per comprendere meglio la tipologia del fenomeno del gold farming, fare una premessa. Attualmente, molti dei più diffusi giochi fruibili in Internet, si basano sull’utilizzo di una sorta di valuta fittizia (oro) che consente di acquistare armi, cibo, piante, minerali preziosi, mezzi di locomozione, navicelle spaziali e tutto quanto occorre, in funzione della tipologia del gioco, per portare a termine la propria missione o obiettivo. In questi games, spesso il giocatore deve sostenere una serie di prove di capacità, a seconda dell’ambiente proposto, che si basa sull’elimi-
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nazione degli avversari, sull’estrazione di un prezioso metallo o raccogliendo alcune piante dotate di poteri particolari. In questo modo, il giocatore accumula riserve di oro (un tempo identificati come punti), indispensabili per avanzare nel gioco e per avere riserve auree sufficienti per acquistare un numero maggiore di strumenti e attrezzature per superare le varie difficoltà che vengono propinate durante la prosecuzione del net game. Tuttavia l’accumulo di queste riserve auree, può rivelarsi un processo lungo, noioso ed anche ripetitivo, che spesso può scoraggiare il giocatore nella continuazione della competizione. E’ proprio in questa fase che interviene il gold farmer, ossia un giocatore esterno (che può essere contattato in Rete), che solitamente è un giovanissimo ed abilissimo ragazzo asiatico, che per pochi euro “reali” si accolla l’onere di accumulare oro virtuale per conto del giocatore principale. Tanto per fare un esempio, nel gioco World of Warcraft (uno dei giochi più popolari in Internet), 1000 unità auree vengono vendutie per circa 10 dollari. Il pagamento reale avviene con strumenti di pagamento on line (generalmente PayPal). Le gold farm sono costituite, per la maggior parte, da giganteschi capannoni
ubicati principalmente in Cina, India, Corea del Sud e Vietnam, e al cui interno vivono (nel senso che dormono, mangiano e lavorano nello stesso ambiente) centinaia di giovanissimi ragazzi che hanno una retribuzione media di circa 50 centesimi all’ora, con turni di 1012 ore continuative per tutti i giorni della settimana. In compenso i profitti delle gold farm sono da capogiro: si stima che il giro di affari complessivo dello scambio di moneta reale, a livello mondiale, oscilli da i 200 milioni ai 3 miliardi di dollari. Non meno impressionante è il numero dei consumatori dei servizi di gold farming: dai 4 ai 12 milioni di utenti. Sembra addirittura che sia possibile acquistare un passaggio di livello di un gioco (equivalente all’avanzamento del livello di difficoltà) a quello successivo, ad una cifra che, a seconda dal game, si aggira sui 400 dollari. Un’ulteriore considerazione sulle implicazioni dello sviluppo di questa particolare quanto poco conosciuta forma di business, risiede nell’aspetto di sviluppo economico-sociale che la caratterizza. Il personale coinvolto, è costituito da ragazzi giovanissimi, muniti di una particolare preparazione sia a livello informatico che in termini di abilità nell’utilizzo degli strumenti e dei software più diffusi. In altri termini le gold farm sono delle vere e proprie fabbriche di talenti dell’Information Technology, in grado di accogliere le migliaia di giovani disoccupati, spesso provenienti dalle campagne asiatiche, alla disperata ricerca di una speranza per un futuro migliore. Nelle gold farm questi eserciti di giovani informatici trovano gratuitamente un alloggio, tre scadenti pasti al giorno e un posto di lavoro che, anche se minimamente retribuito, può consentire di alimentare un discreto ottimismo per il proprio futuro. Quindi, soprattutto per i paesi in via di sviluppo, il gold farming rappresenta una metodologia
imprenditoriale in grado di produrre migliaia di posti di lavoro nel settore dell’informatica, oltre a ridurre il problema della disoccupazione e della povertà urbana. In tal senso consentirebbe, a detta di alcuni, perfino una sostanziale riduzione della criminalità in funzione della possibilità di fornire occupazione a molti giovani che potrebbero scegliere la strada della criminalità, pur di sbarcare il lunario. Anche se esistono strutture di questo tipo in America Latina e nei paesi dell’ex blocco sovietico, è soprattutto nell’Asia orientale che il fenomeno si sta sviluppano a livelli impressionanti. Con un bacino di manodopera a bassissimo costo e già preparato nell’utilizzo delle tecnologie informatiche,
Le gold farm sono delle vere e proprie fabbriche di talenti dell’Information Technology, in grado di accogliere le migliaia di giovani disoccupati, spesso provenienti dalle campagne asiatiche, alla disperata ricerca di una speranza per un futuro migliore proprio la Cina rappresenta il paese maggiormente attratto da questa nuova forma di net-commerce, tanto da diventare il centro mondiale del gold farming. Anche se da un punto vista etico, l’accumulo di valuta di gioco con lo scopo di rivenderla in cambio di denaro vero è un’esplicita violazione delle regole del gioco, la questione della leicità dell’operazione di compravendita, è un problema che sta facendo discutere molto a livello mondiale e che ha già prodotto l’avvio di alcune cause legali. Di certo il fenomeno è in crescita soprattutto per l’aumento dei giocatori on line che, in funzione di alcune indagini condotte a livello mondiale, sembra crescere del 50% all’anno. E ciò, ovviamente, non può che tradursi in un aumento della domanda dei servizi offerti dalle gold farm. Con il progressivo ed incessante aumento del tempo che la gente trascorre in Rete, soprattutto per la fruizione di applicazioni dedicate allo svago e al tempo libero, anche il bisogno di servizi collegati alla Cyber Society non potrà che crescere, e ciò produrrà inevitabilmente lo sviluppo di nuove tipologie e forme di servizi on line. Resta da vedere quali e quanti di essi potranno essere annoverati tra i “leciti” e gli “illeciti”…
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creatività&innova ione » di Simone D’Alessandro
La copertina del libro “Google Marketing: guida al più grande mercato del mondo”
L’effetto
Marketing
Nato per orientare e velocizzare le ricerche sul web, Google è diventato, in breve tempo, il nuovo luogo di incontro tra domanda e offerta. Scopriamo come conquistare fette di mercato scegliendo le parole adatte
Q
uando nel 1998 due giovani universitari americani, Page e Brin1, svilupparono il modello matematico di un innovativo motore di ricerca, non avevano pensato di avere tra le mani il mezzo che avrebbe dettato la rivoluzione copernicana del marketing. Nato per orientare e velocizzare le ricerche sul web, Google è diventato, in breve tempo, il nuovo luogo di incontro tra domanda e offerta. La sua logica rovescia le regole classiche del marketing mix, rivoluzionando tutti i normali processi promozionali, commerciali e distributivi di prodotti e servizi. Con il Google Marketing non importa segmentare la domanda, non è necessario profilare un target in base alle informazioni di carattere anagrafico o psicografico. La strategia vincente è quella di intercettare le parole più cercate dall’utente rispetto all’esigenza. Google non è più solo un motore di ricerca, ma una
“suite” di strumenti innovativi che rivoluzionano il modo di essere creativi, di fare pubblicità e costruire un valore aggiunto per i prodotti/servizi che si intendono allocare nei mercati. Se nel marketing tradizionale e nelle relazioni interpersonali il Brand, il prezzo, la capacità distributiva e la visibilità costituivano gli assets fondamentali in grado di legittimare una rete commerciale agli occhi dell’acquirente-consumatore, nel mondo del Google Marketing il Brand si frantuma! Non conta il marchio, conta selezionare le parole adatte da legare all’oggetto da vendere. Allora sono le parole che diventano Brand! Il Google Marketing è, pertanto, l’insieme di quei principi, strumenti e tecniche che permettono ad un’organizzazione (pubblica, privata o no profit) di conquistare una visibilità sul web partendo dalle esigenze reali degli utenti.
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creatività&innova ione
Nel da
Facciamo un esempio pratico: immaginiamo di essere un’azienda che produce biciclette in fibre di carbonio ultra-leggere. Sicuramente decideremo di costruire un sito che promuova il nostro prodotto e il marchio ad esso legato, ma se vogliamo intercettare il mercato di coloro che realmente acquisteranno la bici, dobbiamo tentare di conquistare o acquistare, tramite Google, parole come “bici”, “velocità”, “bici leggera”, “bici da corsa” ecc., ossia tutte le parole che più frequentemente vengono cercate dall’utente che, avendo una necessità impellente del prodotto specifico, decide di fare una ricognizione sul web per individuare ciò che gli serve. Qui entra in gioco una delle infinite possibilità del Google Marketing e dei suoi esperti, i quamondo del Google Marketing, li, cercando di conquistare-acquistare le paronon conta il marchio, conta le più cercate nel web, tenteranno di legarle a selezionare le parole adatte quell’azienda che decida di affidarsi ai criteri di ricerca di Google. legare all’oggetto da vendere. In altre parole, esiste una nuova figura consuAllora sono le parole lenziale, l’esperto di Google Marketing il quale, che diventano Brand! attraverso una serie di strumenti e applicazioni (Adword, Adsense, Analytics) è in grado di individuare i potenziali clienti o contatti web e canalizzarli verso l’organizzazione interessata. In molti casi il Google Marketing diventa un vero e proprio strumento di indagine di mercato, di analisi di pre-fattibilità di un’idea. È possibile, infatti, stabilire a monte qual è il potenziale mercato di un determinato prodotto, indagando a priori tutte le parole legate a un tipo di esigenza. Insomma, il Google Marketing è un “indagatore di potenzialità di mercato” e al tempo stesso un “ottimizzatore dell’incrocio tra domanda e offerta”. Un modo nuovo di pensare il marketing e le conseguenti strategie di comunicazione. Ma come è possibile saperne di più, cercare di districarsi nel migliore dei modi in questo mondo complesso? Attualmente, in Italia, esiste un solo manuale ragionato e semplificato di Google Marketing e, caso insolito, è opera di un abruzzese, Fabrizio Barbarossa, consulente specializzato in Internet Marketing. Il suo libro Google Marketing: guida al più grande mercato del mondo è stato recentemente pubblicato dalla Franco Angeli e già si attesta come uno dei più accreditati manuali europei sul tema; esso presenta, altresì, idee e tecniche sperimentate dallo stesso autore il quale è tra i pochi in Italia a conoscere alla perfezione le regole di Google e le sue applicazioni nel mercato. Finalmente un primato tutto abruzzese nel multiforme mondo di internet. Così come fu un italiano, Marchiori, il primo ricercatore a spingere gli americani Page e Brin verso la realizzazione di Google, allo stesso modo oggi è un italiano, Fabrizio Barbarossa, il primo consulente ad aver scandagliato in modo sistematico le possibilità strategiche di Google in termini di marketing
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1. Anche se è più corretto dire che il vero “padre genetico” dei criteri di indicizzazione di Google è un italiano, Massimo Marchiori, professore di Reti e Tecnologie Web all’Università di Padova e visiting professor al Massachusetts Institute of Technology (Mit), il quale ha ideato il concetto di iperinformazione e creato il motore HyperSearch, ossia le fondamenta su cui è stato realizzato Google.
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norme&leggi » di Filippo Paolini
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l sistema industriale è caratterizzato dalla presenza preponderante di imprese familiari e sono note le difficoltà nella gestione dei passaggi generazionali tant’é che oltre la metà di queste scompare alla seconda generazione, mentre solo dieci su cento giungono alla terza. Pertanto, si può tranquillamente affermare che la pianificazione del passaggio della governance familiare costituisce un punto focale della vita dell’imprenditore nell’ottica della continuità dell’impresa e questo dovrebbe imporre la necessità di conoscere
patti sociali. In entrambi i casi si potrà scegliere di trasferire il tutto o soltanto una parte. L’imprenditore, quindi, con questo strumento può individuare quello che tra i suoi discendenti garantirà la continuità dell’impresa, ma, a differenza del testamento, il patto di famiglia produce effetti immediati: l’imprenditore, quindi, dovrà “farsi da parte subito” eccezion fatta per l’ipotesi in cui trasferisca la sola nuda proprietà dell’azienda o delle partecipazioni societarie, riservandosi l’usufrutto e mantenendo, in tal modo, l’amministrazione nelle proprie mani. Il vero vantaggio del patto di famiglia va individuato nella certezza della continuità dello sviluppo dell’impresa: il trasferimento, come detto, è La pianificazione del passaggio immediato e, dopo la morte dell’imdella governance familiare costituisce prenditore, non potrà essere messo in un punto focale della vita dell’imprenditore discussione dagli eredi perché i beni oggetto del patto di famiglia restenell’ottica della continuità dell’impresa ranno naturalmente fuori dalla successione. Ai discendenti dell’imprenditore che degli strumenti offerti dalla normativa vigente. avranno beneficiato del patto di famiglia è imposto In tale contesto assume particolare rilevanza il “pat- l’onere, a salvaguardia degli altri potenziali eredi e leto di famiglia” introdotto in Italia nel 2006 per con- gittimari, di corrispondere a questi ultimi, salvo loro sentire all’imprenditore di individuare subito il suo rinuncia, una somma di denaro (o beni in natura) pari discendente, un figlio o un nipote, che prenderà il alle quote che a loro spetterebbero in quanto legittitimone dell’azienda. mari prendendo come riferimento il valore dell’azienSi tratta di un vero e proprio contratto con cui si da o delle partecipazioni societarie al momento della “anticipano” le decisioni sulle sorti dell’impresa per stipula. il tempo in cui l’imprenditore avrà cessato di vivere E’ chiaro, quindi, che il patto di famiglia impone e già questa è un’opzione rivoluzionaria: come noto, all’assegnatario una consistente disponibilità di deinfatti, i patti successori sono in linea generale nulli, naro o di beni e questo, probabilmente, ha rappresenma non in questo caso. tato e rappresenta tutt’oggi un freno alla diffusione Le parti dell’accordo devono essere necessariamente del patto di famiglia; l’accessibilità sarebbe stata sil’imprenditore, il coniuge, i discendenti e comunque curamente più immediata se la legge avesse previsto tutti quelli che sarebbero eredi necessari (legittima- la possibilità per l’imprenditore di soddisfare diretri) se la successione si aprisse in quel preciso istan- tamente gli altri eredi esclusi dall’azienda, ad esemte. Ciò significa, in parole povere, che la possibilità pio assegnando loro immobili o somme di denaro. Ma di finalizzazione è chiaramente subordinata ad una questo meccanismo è vietato. totale unità di intenti all’interno della famiglia, che Ma che succederebbe se dopo la stipula del patto di sola giustificherebbe la deroga al divieto di patti suc- famiglia nascesse un nuovo figlio o l’imprenditore cessori. contraesse un nuovo matrimonio? Il trasferimento può riguardare una azienda di qual- Niente di grave. Al fine di garantire la certezza del siasi tipo (artigianale, commerciale, industriale, trasferimento, il patto rimarrà valido e gli eredi neagricola) oppure partecipazioni in società di qualsia- cessari sopravvenuti non potranno contestare il patsi tipo nel rispetto, ovviamente, di eventuali limiti to, almenoché l’assegnatario non provveda al pagaprevisti per le differenti tipologie dalla legge o dai mento della quota anche nei loro confronti
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Quando l’impresa passa dal padre al figlio Il passaggio generazionale è una fase aziendale molto critica che va pianificata attraverso gli strumenti legali offerti dalla normativa vigente
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L’energia della natura al servizio delle imprese.
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prima parte
gestione d’impresa » di Massimiliano Pian
Consulenza per le PMI: più pratica e meno teoria
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temi del controllo di gestione pensati per la PMI sono spesso presentati sotto forma di analisi di dati di contabilità analitica, grafici, formule, tali da apparire più vicini ad esercizi teorici di matematica o ragioneria che a soluzioni pratiche esportabili in reali contesti produttivi ed industriali. Anche il linguaggio della consulenza, che si è sviluppato attraverso il confronto con manager delle grandi imprese multinazionali, che per prime (per forza o per scelta è difficile dirlo) hanno sentito l’esigenza di avvalersi di consulenti per far evolvere i propri sistemi di governo e controllo, non è pienamente sintonizzato
Riflessioni sull’analisi delle esigenze delle piccole e medie imprese e sugli strumenti per soddisfarle per interagire con gli imprenditori delle Piccole e Medie Imprese. Per questo il dialogo risulta spesso difficile e non si riesce a far combaciare domanda ed offerta. Pertanto, avvicinando la consulenza gestionale in tal modo, è ovvio che non ci sia evidenza immediata della correlazione tra i costi necessari per adeguare i propri sistemi di controllo ed i benefici che tale investi-
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gestione d’impresa
mento dovrebbe portare. Inoltre, in una impresa dalle ridotte dimensioni, la sensazione che tutto sia comunque sotto controllo, in quanto abbastanza semplice nelle sue variabili organizzative, prevale sulla obiettiva relazione tra implementazione di un sistema di controllo ed i benefici da esso generati. Ora il punto non è quello di disquisire se uno strumento di Balanced Scorecard sia adatto o meno, se possa funzionare o miseramente fallire, se un sistema di reporting per Business Unit sia utile o diventare un ulteriore “peso” nell’area dei costi amministrativi. La domanda da porsi è molto concreta e tocca in prima battuta proprio la capacità dell’impresa di essere redditizia: “serve capire meglio come si genera (o si distrugge) il valore all’interno dell’impresa?” Prima di rispondere, analizziamo e scomponiamo tale domanda in tutte le sue componenti: “Serve”. Una cosa serve se il fatto di averla consente di passare ad uno stato migliore rispetto al non averla; nel caso di un impresa che sia orientata al profitto durevole nel tempo, servire significa essere di aiuto per il raggiungimento e mantenimento di questo obiettivo. “Capire”. Capire vuol dire passare dall’avere tanti dati all’avere poche informazioni; capire significa perciò avere consapevolezza di quello che sta succedendo, per dare la giusta interpretazione al presente, valutare gli effetti di scelte passate ed avere elementi previsionali di supporto alle scelte da fare per orientare il futuro. “Meglio”. Cioè in modo differente rispetto a prima, più efficiente ed efficace, ossia più aderente alla realtà ed in modo strutturato, più rapido, meno dispendioso. “Come si genera (o si distrugge)”. In che modo, lungo tutte le molteplici attività che ogni giorno ciascun dipendente esegue durante lo svolgimento delle pro-
prie mansioni e, soprattutto, attraverso tutte le decisioni che ciascuno prende, viene arricchita l’impresa. Il risultato economico-patrimoniale misurato a consuntivo, altro non è che la rappresentazione, basata sul meccanismo della partita doppia, di ciò che l’impresa è stata in grado di produrre attraverso il contributo di tutti e grazie alle azioni di tutti. Tale risultato è, però, la somma algebrica di una molteplicità di addendi, ciascuno dei quali con il proprio segno, positivo o negativo. “Valore”. Valore è ciò che determina l’essenza stessa di un’azione, cioè il suo fine ultimo; nel caso dell’impresa il valore è ciò che di positivo è stata in grado di produrre, sotto forma di molteplici punti di vista, dalla redditività generata, alla soddisfazione dei clienti e dei propri dipendenti, alle relazioni sviluppate con i fornitori, al know-how acquisito, etc. La sussistenza stessa dell’impresa è legata alla sua capacità di continuare a creare valore nel tempo: finchè sarà in grado di poterlo fare non avrà dubbi sulla propria evoluzione ed esistenza. “All’interno dell’impresa”. Anche se i fattori esterni di mercato condizionano pesantemente le performance di un’impresa e non è, ovviamente, pensabile ragionare senza tenerne conto, come l’azienda è al suo interno in grado di reagire, rispondere, anticipare, adeguarsi all’esterno è l’elemento che ne determina il risultato: a parità di condizioni esterne, non tutte le aziende rispondono allo stesso modo, anzi vi sono risultati anche diametralmente opposti, da chi cresce, guadagna quote di mercato, migliora la propria situazione patrimoniale a chi va in sofferenza, aumenta le perdite, riduce la propria capacità produttiva, fino a rischiare la chiusura. A questo punto, rispondere “Si” alla domanda iniziale diventa estremamente semplice
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note - Balanced Scorecard: è uno strumento di supporto nella gestione strategica dell’impresa che permette di tradurre la
missione e la strategia dell’impresa in un insieme coerente di indicatori di performance, facilitandone la misurabilità, superando i limiti della contabilità economico-finanziaria tradizionale. Il Balanced Scorecard venne sviluppato da R. Kaplan e D. Norton in un articolo del 1992 (“The Balanced Scorecard - Measures that Drive Performance”, Harvard Business Review). - Reporting per Business Unit: è l’insieme di report economici, patrimoniali e finanziari, che sintetizzano l’andamento di una divisione (Business Unit) all’interno della società. La divisione rappresenta un’unità organizzativa dell’impresa che gestisce un insieme omogeneo di prodotti/servizi.
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credito&finan a » a cura della redazione
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l Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha sviluppato per Banca dell’Adriatico una ricerca analitica (monitor) da cui emerge la situazione dei distretti industriali di Abruzzo e Marche, aggiornata al 31 marzo 2010. Spiccano le criticità nell’export
feltro (-11,7%). Il quadro negativo per le due regioni è confermato dal numero di ore di Cassa integrazione guadagni (CIG). Stabile la CIGO (cassa ordinaria), ma c’è un’impennata della CIGS (cassa straordinaria) e della CIGD (cassa in deroga). Le ore medie
Monitor trimestrale dei distretti Abruzzo e Marche La Banca dell’Adriatico propone l’analisi dei distretti industriali abruzzesi per il primo trimestre del 2010. Export in lenta ripresa e impennata delle Cassa integrazione guadagni straordinaria e in deroga. Previsto un aumento della domanda abruzzese (-15,1%), anche se un distretto su quattro ha un dato positivo. Torna a crescere il differenziale con l’export medio dei distretti nazionali, che è dello 0,7% grazie alle buone performance di regioni come Piemonte, Toscana e Puglia. In Abruzzo fa eccezione il distretto della pasta di Fara San Martino (+12,5%), mentre si ridimensiona la caduta degli scambi nei distretti del mobilio (-13,8%) e dell’abbigliamento sud e nord (-22% e -11,1% rispettivamente). Nelle Marche pesano il crollo del distretto degli elettrodomestici di Fabriano (-21,8%) e l’export delle calzature di Fermo (-11,4%) e della “Jeans Valley” di Monte-
mensili di CIGD fino al maggio 2010 risultano triplicate rispetto ai corrispettivi mesi del 2009, per un monte ore complessivo CIG mensile di circa 2 milioni (1,4 milioni la media mensile del 2009). Il futuro di molte imprese distrettuali è legato al miglioramento della domanda, previsto per i prossimi mesi. C’è una ripresa di ordini di beni del sistema moda e della meccanica e un recupero della fiducia delle imprese specializzate nel distrettuale. Un sostegno all’export dei distretti potrà venire anche dal deprezzamento nominale della moneta unica europea
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la terra di piero
idee per lo sviluppo delle aree interne » di Piero Carducci*
Legge speciale per L’Aquila: si parte
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i blocchi di partenza la “legge speciale per la ricostruzione dell’Aquila”. L’obiettivo è quello di arrivare rapidamente a quota 50 mila firme, da raccogliere a L’Aquila ma non solo all’Aquila, e presentare il provvedimento per la discussione in Parlamento nel gennaio 2011. La proposta è stata illustrata dal Capogruppo del PDL alla Regione, Gianfranco Giuliante, con il placet bipartisan del vice commissario alla ricostruzione nonché Sindaco, Massimo Cialente e del presidente della Provincia, Antonio Del Corvo. L’Aquila è una delle principali città d’arte italiane, una conurbazione stratificata di architetture pregiate rappresentative di tutte le epoche storiche, un capoluogo regionale ad alta densità di strutture direzionali, formative e culturali. Occorre dunque una strategia complessiva ed una regia unica per la ricostruzione, nonché un flusso costante di risorse finanziarie che non può sottostare alla logica estemporanea e frammentaria degli strumenti emergenziali, quali direttive e ordinanze. Flusso di risorse indispensabile non solo per la ricostruzione, ma anche per la ripartenza delle attività produttive, un aspetto questo centrale per la rinascita dell’intero comprensorio. Nella legge vengono inoltre individuati i tempi specifici (cronodiagramma) e le procedure adatte alla complessità degli interventi da realizzare: palazzi, piazze, strade, uffici, chiese, impianti di servizi e tecnologici, interi quartieri da rifare com’erano e dov’erano, oppure da ripensare, eliminando magari al-
cune immonde brutture del dopoguerra. Per questi ed altri motivi è maturata, in una logica bipartisan, la convinzione della necessità di una legge speciale per la ricostruzione. Il punto centrale della proposta è il meccanismo di finanziamento che, secondo stime prudenziali, dovrebbe garantire un flusso costante di 1 miliardo 250 milioni annui per ritirare su dalle fondamenta il capoluogo d’Abruzzo. Il meccanismo è ingegnoso: paghiamo tutt’ora alcuni centesimi di euro su ogni litro di carburante (le cosiddette accise) per la guerra di Abissinia (1935), la crisi di Suez (1956), il disastro del Vajont (1963), l’alluvione di Firenze (1966), il terremoto del Belice (1968), il terremoto del Friuli (1976) e così via dicendo. Se questi balzelli anacronistici sono accise, allora bisogna eliminare quelle più datate e destinarle alla ricostruzione; se invece si tratta ormai di entrate correnti dello Stato, si può utilizzare per lo stesso obiettivo l’Iva che attualmente si paga sulle accise (e che non è dovuta in caso di entrata). Si tratterebbe di appena 5 centesimi di euro al litro di carburante e, cosa fondamentale, non graverebbe minimamente sui consumatori. Chi vuole la ricostruzione dell’Aquila può firmare il testo della legge, che è aperto a miglioramenti e sarà certamente modificato in numerosi incontri con le istituzioni, i partiti, le forze sociali, i comitati ed i movimenti cittadini. Il tempo s’è fatto breve: chi ama L’Aquila ha l’obbligo morale di impegnarsi a sostegno della legge speciale per la ricostruzione. Basta una firma, almeno questo, per chi non vuole fare di più
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* Economista
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RSA, LA FORMAZIONE INNOVATIVA
NATA NEL 2009 DAL SETTORE FORMAZIONE GIÀ CONSOLIDATO NEGLI ANNI DAL GRUPPO RADIOSANIT, QUESTA SOCIETÀ CON SEDE A ROSETO OLTRE ALLE CLASSICHE ATTIVITÀ FORMATIVE E AI SERVIZI DI CONSULENZA E PROGETTAZIONE, FOCALIZZA LA SUA ATTENZIONE SUL LIFE LONG LEARNING
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SA FORMAZIONE nasce nel 2009 dall’intuizione del Gruppo Radiosanit di Roseto degli Abruzzi, in un’ottica di investimento e di ampio sviluppo dell’ormai già consolidato settore formazione. Obiettivo della società, fornire servizi di consulenza e progettazione ad hoc nell’ambito Education, fissando la propria mission nella costante ricerca e utilizzo di metodologie didattiche innovative applicate ai sistemi di aggiornamento e sviluppo professionale. RSA FORMAZIONE focalizza la sua attenzione sul life long learning inteso come strumento di negoziazione tra gli obiettivi e i bisogni dell’impresa e le esigenze dell’individuo, nella sua più ampia accezione, come fondamentale leva strategica per l’eccellenza. Eccellere, un imperativo fondamentale per gli individui e
Da sinistra: Naomi Cretoni, direttore operativo di RSA Formazione e Grazia Verdecchia socio amministratore di RSA Formazione e dirigente del Gruppo Radiosanit
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» REDAZIONAL E IN COL LAB
le imprese che oggi vogliono competere e sopravvivere nell’attuale scenario socio-economico, caratterizzato da una turbolenza e variabilità senza precedenti. I rapidi e profondi mutamenti economici, tecnologici, politici e socioculturali cui stiamo assistendo in questi anni, stanno incidendo sensibilmente sul modo di operare delle imprese. Le aziende di successo adottano oggi nuovi modi di comunicare, di definire le strategie, di gestire il proprio patrimonio di risorse. Hanno inoltre compreso l’importanza dell’innovazione, come principale fattore dei processi di creazione del valore, e della gestione strategica delle proprie risorse e competenze per il mantenimento o miglioramento del vantaggio competitivo. E così che il life long learning diviene un’area di scambio e di transazione, un’area di circolazione della conoscenza e competenza personali con le cosiddette competenze distintive proprie delle organizzazioni. In questo contesto si inserisce RSA FORMAZIONE che promuove la crescita personale e aziendale attraverso strumenti e metodi sempre capaci di rispondere alle richieste del mercato in trasformazione in termini di innovazione e usability.
ORA ZION E CON RSA FOR
MA ZIONE
co contesto, alla scelta di prodotti, servizi e strumenti più adatti alle sue specifiche necessità di cambiamento e ottimizzazione. È in grado di personalizzare programmi di sviluppo per il miglioramento delle perfomances delle organizzazioni e dell’individuo proponendo soluzioni integrate che utilizzano modalità didattiche e strumenti tradizionali e innovativi. Grazie all’esperienza maturata sul campo dal Gruppo Radiosanit, RSA FORMAZIONE risponde con competenza e affidabilità, avvalendosi di personale altamente qualificato, alle notevoli e sempre più complesse richieste del mercato. Responsabile operativo della società è la giovanissima Naomi Cretoni. Oltre alle caratteristiche attività di Formazione a Catalogo, Formazione in House, Coaching e di Business School, la function formativa e consulenziale è curata da RSA FORMAZIONE dalla valutazione dei fabbisogni di qualificazione, riqualificazione e aggiornamento professionale che emergono dal territorio, fino alla progettazione dei singoli interventi promossi dagli Enti preposti (Regione Abruzzo, Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, Unione Europea, etc.), dai Fondi Paritetici Interprofessionali e in ambito ECM, nonché al coordinamento didattico e metodologico e alla gestione amministrativa degli interventi stessi•
Accreditata presso la Regione Abruzzo con determinazione di Accreditamento nr. DL 24/220 del 27/07/2010, per le Macrotipologie Formazione Superiore, Formazione Continua e Permanente, la RSA è inoltre in possesso delPer info: web: www.rsaformazione.com - Tel. 085.8944586 - 085.8941654 la Certificazione di Qualità UNI EN ISO 9001: 2008 per la “Progettazione ed Erogazione di corsi di Formazione Professionale Superiore e Continua”. La società di Roseto si rivolge al mondo delle imprese, della scuola, delle aziende, degli enti e alle Istituzioni sostenendole e aiutandole a crescere. Infatti RSA FORMAZIONE antepone un’analisi puntuale ed efficace dei fabbisogni di sviluppo individuali e aziendali all’individuazione di possibili soluzioni di sviluppo alle esigenze del cliente, orientandolo, secondo lo specifi-
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SIMA 2 COSTRUZIONI, L’ESPERIENZA CHE GUARDA AL FUTURO
UN’AZIENDA CHE DA TRE GENERAZIONI OFFRE LE MIGLIORI SOLUZIONI ABITATIVE SUL MERCATO. PREZZI COMPETITIVI, QUALITÀ CURATA SIN NEI DETTAGLI E MASSIMA SODDISFAZIONE DEL CLIENTE. SONO QUESTE LE CARTE VINCENTI DI SIMA 2 COSTRUZIONI
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n’azienda che affonda le sue radici in valori imprescindibili, come l’etica, l’esperienza, la passione per il proprio lavoro e una forte spinta all’innovazione. Con queste caratteristiche la società immobiliare pescarese Sima2 Costruzioni, porta avanti una grande azienda da ben tre generazioni, guardando al futuro con ponderata lungimiranza. La lunga storia dell’immobiliare Sima 2 ha inizio nel 1982 con Biagio Mucci, alla cui scomparsa sua figlia Ornella, stimata pediatra, decide di proseguirne la strada intrapresa. Oggi Ornella Mucci è il presidente del Gruppo, ma al suo fianco ci sono i figli Simone e Marta Blasetti, il primo, impegnato nella direzione dei cantieri e la seconda nella parte legale e nei sistemi di qualità aziendale.
Ornella Mucci, Amministratore della Sima2, con i figli Simone e Marta Blasetti
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» REDAZIONAL E IN COL LAB
Quello della SIMA 2 Costruzioni è un percorso orientato al rispetto e alla cura del cliente,un elemento che per l’azienda rappresenta una vera e propria mission. In tal senso SIMA 2 Costruzioni due anni fa ha implementato un sistema di gestione aziendale per rendere agevole il monitoraggio di tutti i processi interni ed esterni. Questo percorso ha permesso alla Sima2 Costruzioni di arrivare alla Certificazione di Qualità ISO9001:2008. Ma esperienza, storia e qualità si accompagnano ad un ulteriore valore aggiunto di questa grande azienda, che vede nell’attenzione per il progresso degli standard tecnico-qualitativi degli edifici realizzati, un punto fondamentale della propria attività. SIMA 2 Costruzioni vuole che le proprie soluzioni abitative siano sempre inserite in un corretto e razionale disegno urbanistico, con molta cura per gli spazi verdi, per le opere accessorie e soprattutto con un ottimo rapporto qualità-prezzo. In un periodo economico così delicato come quello che stiamo attraversando, la SIMA 2 Costruzioni vuole rimanere vicina ai suoi clienti, offrendo una qualità sempre maggiore nelle materie prime e nelle attenzioni che dedica alla costruzione dei propri edifici, a prezzi estremamente competitivi, senza nessun rincaro. Questi obiettivi sono realizzabili grazie alla grande serietà e solidità finanziaria dell’azienda, che basa il proprio lavoro su fornitori qualificati e fidelizzati, sulla fiducia e la stima che ormai da anni i maggiori istituti di credito ripongono in essa e sulla prudenza che distingue una realtà aziendale fondata su valori radicati e caratterizzanti•
ORA ZION E CON SIMA 2 COS
TRUZIONI
Una posizione strategica a pochissimi minuti dalle principali vie di snodo di Pescara e a meno di 10 minuti da questa. Una linea sobria e pulita, arricchita di materiali raffinati, parliamo della soluzione abitativa in Villa Raspa di Spoltore, una zona tranquilla, ma allo stesso tempo comoda e vicina ad ogni esigenza. La struttura si trova in “Via Catania 16” ed è un condominio di 6 piani suddiviso in due ingressi con relative scalinate, è dotato di pannelli fotovoltaici e ampie zone condominiali. Inoltre è suddivisa in tipologie abitative da 1, 2 o 3 camere, queste ultime sono le più ampie, su tutti i livelli, dunque anche il single potrà usufruire del piano attico. I materiali utilizzati sono i migliori in commercio e sempre di prima qualità, come prevede il tradizionale modus operandi di Sima 2 Costruzioni. I condomini potranno usufruire anche di un parcheggio interno alla recinzione che prevede inoltre un delicato e gradevole spazio verde perimetrale. Come sempre Sima 2 Costruzioni prevede soluzioni finanziarie adatte ad ogni esigenza nel rispetto assoluto del cliente e delle sue richieste. Chi decide di scegliere Sima 2 lo fa perché nelle loro soluzioni nulla è lasciato al caso ma è il riflesso di attente valutazioni e ripetute prove. Sin dalla progettazione l’edificio è studiato affinché ogni spazio sia chiaro segno di funzionalità e abitabilità.
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COFFEESNACK, IL DETTAGLIO FA LA DIFFERENZA
LA SOCIETÀ DI GESTIONE DI DISTRIBUTORI AUTOMATICI SI È AFFERMATA CURANDO NEI MINIMI PARTICOLARI IL RAPPORTO CON IL CLIENTE: PRODOTTI DI QUALITÀ, ASSISTENZA PUNTUALE E IGIENIZZAZIONE COSTANTE
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iamo nella sede della Coffeesnack di Montesilvano, società di gestione di distributori automatici, e incontriamo i soci Massimo Raggi e i figli Alessandro e Fabio, fondatori di una realtà imprenditoriale che si è imposta sul mercato puntando forte su qualità e attenzione al dettaglio.
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Quando è nata la società? La Coffeesnack è attiva da oltre 5 anni e nasce da una attenta analisi del settore della distribuzione automatica. Come è composta la compagine sociale? La Coffeesnack è interamente detenuta dalla famiglia Raggi. In società, oltre all’amministratore Massimo ci sono i figli Alessandro, Fabio ed Elisabetta a cui si affianca uno staff di collaboratori. Perchè avete deciso di lanciarvi in questo settore entrando in competizione con società molto più grandi e radicate da tempo nel territorio? La decisione è stata presa dopo un lungo periodo di analisi. Avevamo compreso che spesso le società più grandi non erano in grado di erogare un servizio qualitativamente
» REDAZIONAL E IN COL LAB
sufficiente, spesso i disservizi ed i tempi di intervento erano eccessivi ed abbiamo pensato che focalizzare l’attenzione sulla qualità del servizio più che sui grandi numeri poteva essere una scelta vincente. Dopo 5 anni possiamo dire che la scelta era giusta. Nel nostro settore le società, anche più grandi, che non fornivano un servizio qualitativamente alto hanno cessato la loro attività o sono state vendute. L’aumento della concorrenza ha sicuramente elevato il livello medio del servizio e chi non è stato in grado di adattarsi ha dovuto purtroppo abbandonare il mercato. Come si misura il livello di servizio in una attività dove non c’è un contatto con il cliente? La gestione dei distributori automatici è solo una delle nostre attività, ma è sicuramente quella più impegnativa sia in termini economici che di risorse gestionali. Molti ignorano quanto lavoro c’è dietro un buon caffè e spesso si dà per scontato che i distributori siano sempre efficienti. È sicuramente vero che non abbiamo contatti diretti con l’utilizzatore finale dei nostri distributori ma ciò non ci esonera da responsabilità nei confronti degli utilizzatori stessi. L’erogazione del prodotto è solo l’ultimo passaggio di un processo che prevede, tra le altre, una attenta scelta dei prodotti in vendita, il rispetto delle normative HACCP, una assistenza puntuale in caso di guasti, un rifornimento efficace dei distributori ed una igienizzazione costante. Ci piace pensare che gestiamo diversi piccoli bar piuttosto che semplici macchinari automatici.
ORA ZION E CON COFFESNAC
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Quali sono le vostre aree di business? Coffeesnack è in realtà una società che svolge 3 attività: la gestione di distributori automatici sulle province di Pescara e Chieti, con macchine installate in aziende, uffici, enti e scuole. Un’altra attività è la concessione in comodato di macchine a cialde, sia a piccole attività commerciali che a privati. Siamo concessionari della Lavazza e concessionari esclusivi per la Illy e Caffe Mauro per le province di Pescara e Chieti. Il terzo ambito è quello della vendita di caffè, cialde e macchine da caffè all’interno di 2 punti vendita, uno a Pescara (in viale Marconi, 152) e uno di Montesilvano (in via Verrotti, 37) e tramite commercio elettronico sul sito www.mallitalia.net Quale sono le vostre prospettive per il futuro? Abbiamo diversi progetti. Attualmente la nostra società è in crescita costante e contiamo anche quest’anno, nonostante la crisi che ha colpito molte aziende in Abruzzo, di chiudere con un aumento del fatturato importante. La nuova partnership con un marchio importate come la Illy ci inorgoglisce ed è un riconoscimento per il lavoro svolto fino ad oggi e ci da nuovi stimoli per continuare a crescere. Un’ultima domanda: come è il vostro ambiente di lavoro? L’età media dei dipendenti è giovane e la voglia di lavorare è tanta, anche il fatto di appartenere alla stessa famiglia ci aiuta nei momenti più delicati•
Foto concesse da Coffeesnack
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
Emilio Nasuti
Luigi Vicinanza
consigliere regionale
direttore de “Il Centro”
Gianfranco Fini
presidente della Camera dei Deputati
Alfredo Castiglione
assessore regionale allo Sviluppo Economico
Il Presidente della Camera
fa tappa a Pescara
Gianfranco Fini, è giunto nel capoluogo adriatico per presentare il suo libro “Il futuro della libertà”. L’incontro, organizzato dai circoli abruzzesi dall’associazione Generazione Italia, è stato promesso dal vice presidente della Regione Alfredo Castiglione
È
stato accolto da un bagno di folla, il presidente della Camera Gianfranco Fini, giunto a Pescara, per la presentazione del suo ultimo libro “Il futuro della libertà”. L’evento, è stato organizzato dai circoli abruzzesi dall’associazione Generazione Italia che si propone come un laboratorio di idee e un “generatore di passione po-
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litica”. Sul palco del teatro Circus erano presenti: il vice presidente della Regione Abruzzo e promotore dell’evento Alfredo Castiglione, il consigliere regionale Emilio Nasuti, l’assessore della Provincia di Pescara Angelo D’Ottavio, il presidente Identità Domani Silvio Masci, e il direttore de Il Centro Luigi Vicinanza.
«Il presidente della Camera- ha detto Castiglione nel suo intervento- ha fatto appello ai giovani per cambiare il futuro. E in questo panorama di abulia, è giusto che questo messaggio, venga da noi sostenuto e diffuso. Stiamo parlando di idee e di politica vera, valori su cui si basa Generazione Italia». In prima fila, tra i politici presenti, (erano assenti quasi tutti
» foto di Simone Cerio
i berlusconiani) anche Mario Spallone, l’ultra novantenne medico personale di Togliatti, che è riuscito per qualche minuto a rubare la scena. Salito sul palco, si è complimentato con Fini definendolo, tra gli applausi del pubblico, “un politico dalla schiena dritta”. Poi i riflettori si sono puntati tutti su Fini che ha risposto con la sua consueta cordialità, alle domande di Vicinanza. «Non possiamo passare dal centralismo democratico –ha dichiarato il presidente della Camera– al centralismo carismatico. La democrazia è un’altra cosa. Allora, anche a costo di essere considerato un eretico, ma ci tengo a dire, in un partito liberale di massa, cos’è l’ortodossia se non il rispetto di valori fondamentali quali la coesione nazionale e la legalità?». Fini ha poi ricordato che: «il Pdl è una creatura che deve necessariamente impostare il suo lavoro per i prossimi dieci, venti, trent’anni. Noi abbiamo dato vita ad una nuova creatura politica a cui abbiamo consegnato cinquant’anni della storia italiana. Abbiamo consegnato al Pdl la nostra storia per gestire il presente, ma soprattutto pensando al futuro». E i continui conflitti con il Pdl? «Nel Pdl vogliamo continuare a rimanere –continua Fini- perché è la nostra casa politica. Lo dico con la ferma convinzione di chi sa che nel Pdl bisogna fare molto per migliorarlo. Non mi riferisco all’organizzazione interna, mi riferisco alla necessità di guardare in prospettiva oltre la gestione della quotidianità. Fermo restando che la leadership di Berlusconi non è assolutamente in discussione».
Sul tema caldo del momento, le intercettazioni Fini si è così espresso: «Voglio continuare a vivere in un Paese dove ogni giornale possa scrivere ogni giorno, assumendosi la responsabilità di quello che scrive, se vi sono delle indagini in corso, perchè sarebbe veramente un brutto momento se non si potesse più scrivere che è stata avviata un’indagine o che è stata aperta un’inchiesta». E sul futuro della ripresa economica, l’ex numero uno di An ha voluto citare il caso Germania. «La Merkel in Germania – ha continuato- ha fatto una manovra economica molto dura, più dura della nostra, ma ha individuato due, tre settori sui quali non solo non ha tolto un centesimo, ma ha addirittura investito: ricerca, sapere, tecnologie avanzate. A me piacerebbe un partito che guardasse al futuro superando le ideologie, ma partendo da un patrimonio nazionale condiviso. È ora di dire basta alla politica dello specchietto retrovisore». E non si poteva non parlare di federalismo. «Il federalismo è una grande opportunità –ha risposto- ma anche un rischio enorme per alcune regioni del centrosud se si limitano alcune prerogative costituzionali come l’istruzione e la salute. Non è a rischio l’unità nazionale, ma la coesione nazionale. La Lega, si può irritare quanto vuole, ma il fatto è che bisogna lavorare per il federalismo solidale». Per concludere, il presidente della Camera ha voluto mandare un saluto speciale agli aquilani e sulla situazione attuale del capoluogo di regione ha commentato: «Comprendo gli aquilani che dicono che non
Il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini
si può pensare di cancellare la città perchè bisogna ricostruirla esattamente com’era, ma questo è tanto giusto quanto difficile da fare. Credo che il Governo abbia ben operato per garantire un alloggio a tutti, ma questo non significa ricostruzione, la vera ricostruzione deve ancora iniziare e durerà diversi anni»
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I relatori intervenuti al seminario “Lavorare in Abruzzo”
seminari&convegni » di Jenny Viant Gómez
«Auguri Abruzzo!» È il saluto di Maurizio Sacconi, ministro del Welfare, ospite d’onore del seminario “Lavorare in Abruzzo”, promosso dall’assessore regionale al Lavoro Paolo Gatti. 2065 nuove assunzioni in 90 giorni. Un progetto da replicare
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i è tenuto nel padiglione congressuale della CCIAA di Pescara, presso il Porto Turistico Marina di Pescara, il seminario “Lavorare in Abruzzo - Una esperienza di successo da replicare nella programmazione del Fondo Sociale 2007/2013”. Un appuntamento che ha visto come ospite d’onore il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Ad accoglierlo, oltre all’assessore regionale alle Politiche del Lavoro Paolo Gatti e autorità locali, un gruppo di dipendenti della Bianchi Vending group di Città Sant’Angelo (ditta produttrice di macchine per caffè e distributori automatici) che
hanno richiesto l’intervento del Governo a tutela degli 82 addetti dell’azienda a rischio disoccupazione. Il ministro si è impegnato a indire un tavolo nazionale per affrontare il problema. C’erano anche i lavoratori dei centri di riabilitazione San Stef.ar, che hanno consegnato al ministro una lettera in cui implorano più attenzione. Singolare l’approccio scelto dal presidente dell’associazione “Dalla parte giusta” (Val Vibrata). Prima di esporre una vicenda riguardante alcune lavoratrici socialmente utili della provincia teramana, ha donato al ministro una miniatura del Partenone strappandogli un sorriso oltre alla promessa di
interessarsi al problema esposto. Al seminario, moderato dal giornalista della Rai regionale Nino Germano, sono intervenuti Giuseppe Mauro, economista dell’Università “G. D’Annunzio”, che nella relazione intitolata “L’Abruzzo alla prova della crisi globale” ha riportato i tratti distintivi della struttura produttiva abruzzese, analizzando i problemi strutturali e congiunturali ad essa correlati e auspicando un futuro economico che lasci spazio all’aggregazione di imprese e al sostegno al credito, contando sull’impegno della Politica Economica. Paolo Gatti ha relazionato su “Lavorare
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seminari&convegni
L’intervento di Paolo Gatti assessore regionale al Lavoro
in Abruzzo e linee guida per la programmazione Fse 2009-1011”. Nel 2° trimestre del 2010 l’Abruzzo ha visto il record di 5.737 assunzioni (+50% rispetto al 2° trimestre 2009, 3.809 assunzioni, e +335% rispetto al 1° trimestre 2010, 1.710 assunzioni); 1.550 i lavoratori assunti a tempo indeterminato dalle 652 aziende beneficiarie dei bonus, finanziati con risorse del FSE 2000-2006. Altre 405 aziende escluse dal beneficio dei bonus, su 2.580 aziende aderenti al bando, hanno confermato comunque i 515 nuovi rapporti di lavoro contratti per partecipare al bando. Il progetto “Lavorare in Abruzzo” ha prodotto 2.065 nuove assunzioni a tempo indeterminato in tre mesi dalla pubblicazione del bando. La Regione,
L’intervento di Maurizio Sacconi ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
nel nuovo piano operativo, ha previsto uno stanziamento di 125 mln di euro per il progetto “Lavorare in Abruzzo 2”, a favore della ricerca e del sistema produttivo, con il quale si favorirà l’inclusione sociale e si sosterranno anche le pmi e le pi grazie al microcredito. È intervenuto anche il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, che si è soffermato sul tema “L’Abruzzo e la sfida del risanamento”, significativa la sua frase di apertura: «È ora di finirla con la cambiale mefistofelica. Impossibile spendere più di quanto si ha». Spiegando il senso della “cura dimagrante” del sistema della Sanità abruzzese, Chiodi ha specificato che tutto è stato studiato nell’ottica di finirla con le lobby. Con la riforma il 99% degli abruzzesi
potrà raggiungere un ospedale modello entro 50 minuti. Il ministro Sacconi, chiamato a concludere i lavori ha osservato che: «L’Abruzzo è una regione con molte potenzialità ancora inespresse. Non bisogna guardare solo allo sviluppo industriale, ma puntare fortemente sul comparto turistico, oggi ancora legato al cosiddetto turismo di rientro, e sulla filiera agroalimentare. Inoltre bisogna investire sulle risorse umane. I dati sugli ordinativi dall’estero dimostrano che la ripresa c’è, ma purtroppo è ancora fragile e discontinua». Per Sacconi bisogna pensare un New Deal all’italiana basato sull’autorità di bilancio e il rigore, «perché è finita l’epoca dei mercati finanziari generosi nei confronti dei debiti sovrani»
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seminari&convegni » di Marco Taglieri
La piccola impresa al centro dell’azione pubblica Applausi e consensi per l’assemblea organizzata da Confartigianato Chieti: il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi auspica la semplificazione burocratica e la certificazione del mestiere di artigiano
I
nternalizzazione delle imprese, restituire dignità al contratto di apprendistato, riscoprire il valore del lavoro manuale e certificare il mestiere dell’artigiano. È la ricetta suggerita agli artigiani dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, ospite d’onore dell’assemblea pubblica organizzata da Confartigianato Chieti in un auditorium Cianfarani gremito da autorità e da addetti ai lavori. Tra i presenti anche l’onorevole Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, Alfredo Castiglione, vice presidente della Regione e assessore
alle attività produttive, Enrico Di Giuseppantonio, presidente della Provincia di Chieti e Cesare Fumagalli, segretario generale Confartigianato Imprese. La convention è stata aperta, nel primo pomeriggio, da un’assemblea privata convocata per rinnovare le cariche sociali dell’associazione e per approvare il bilancio consuntivo 2009. Dopodiché è iniziato un partecipato convegno dal titolo: “Protagonisti del futuro. L’artigianato: modello vincente per superare la crisi”. La scena, ovviamente, è stata rubata dal ministro Sacconi. «Abbia-
mo attraversato due anni di relativa stabilità economica grazie ad una buona disciplina di bilancio. Prerogativa per far ripartire i consumi inter-
I relatori intervenuti all’assemblea Il presidente di Confartigianato Chieti Roberto Mancini (foto di Simone Cerio)
» foto di Vincenzo Fedecostante
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seminari&convegni
Daniele Giangiulli
direttore Confartigianato Chieti
ni». Poi il ministro del Walfare si è rivolto agli artigiani in sala tracciando la strada del rilancio. «Per risalire la china le imprese, specie le più piccole, devono internazionalizzarsi. Bisogna tornare a fare formazione in azienda e si deve restituire dignità al contratto di apprendistato, fondamentale per i giovani. Inoltre è necessario ricreare la cultura del lavoro manuale e certificarlo». Nel corso dell’assemblea si è parlato, ovviamente, della crisi economica che ha attanagliato la categoria nell’anno appena trascorso e dall’impegno profuso da Confartigianato per supportare al meglio le imprese in difficoltà. E’ stato riproposto con successo il pacchetto anticrisi da 3 milioni di euro, sono stati incrementati gli sforzi sulla formazione degli artigiani ed è stata richiesta e ottenuta la costituzione di un tavolo anticrisi provinciale. Ma non basta. Il presidente di Confartigianato Chieti, Roberto Mancini, nella sua dettagliata relazione ha ribadito la
Maurizio Sacconi
ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
necessità di semplificare la burocrazia riservata alle imprese e di facilitare l’accesso al credito delle aziende. «Le imprese continuano a subire la crisi ma non hanno perso la voglia di fare sacrifici e di credere nelle loro attività. Tant’è vero che la provincia di Chieti è, secondo gli ultimi dati del Cresa (Centro regionale di studi e ricerche economico-sociali) relativi al primo trimestre 2010, la provincia che riporta variazioni su base trimestrale e annua positive e generalmente migliori di quelle medie abruzzesi. In provincia di Chieti continuano a nascere 8 imprese al giorno». Un patrimonio che va salvaguardato e implementato attraverso adeguati strumenti economici come ha sottolineato Daniele Giangiulli, direttore Confartigianato Chieti. «Le istituzioni devono fare in fretta per attingere ai fondi statali ed europei disponibili che farebbero la fortuna della categoria. Mi rivolgo in particolare alla Regione che deve recuperare con una certa urgenza fondi
Cesare Fumagalli
segretario generale Confartigianato Imprese
Fas e Fesr. Soldi che potrebbero essere impiegati per ridurre l’Irap in una regione con la più alta pressione fiscale d’Italia e per patrimonializzare i consorzi Fidi in modo da supportare al meglio l’accesso al credito delle imprese magari con la cogaranzia dello stesso ente regionale. In ultimo chiediamo di aumentare il conto interesse in favore delle nostre imprese». L’assemblea pubblica di Confartigianato è stata chiusa con la premiazione dei dieci soci più anziani. Gli attestati sono andati ai seguenti artigiani teatini: Antonio Di Leonardo, Giovanni Ferri, Francesco De Lutiis, Francesco Orsini, Pio Marinucci, Antonio Di Nicola, Luciano D’Urbano, Fernando Perinelli, Enzo Mammarella e Giuliano Brunetti
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
Il neo presidente di Confindustria Chieti Paolo Primavera
A Confindustria è già Primavera! Campus Automotive, Costa dei Trabocchi e Innovazione, questi i tre punti cardine del programma del neo presidente di Confindustria Chieti Paolo Primavera eletto nell’ambito dell’assemblea alla CCIAA di Chieti
I
n un’affollatissima assemblea, svoltasi nel salone della Camera di Commercio al foro boario di Chieti, è stato eletto il nuovo presidente di Confindustria Chieti, Paolo Primavera. Già presidente dell’Ance Chieti e del Gruppo Giovani di Confindustria Abruzzo, Primavera, 43 anni, è titolare della Co.Ge. pri. Srl azienda di costruzioni di Guardiagrele. Presenti in sala diversi nomi dell’imprenditoria abruzzese, politici e anche rappresentanze sindacali e delle altre associazioni di categoria. Assenti invece l’ad Fiat, Sergio Marchionne e l’imprenditore Pierluigi Zappacosta, che hanno comunque
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inviato al neo presidente un’affettuosa lettera di auguri. Visibilmente emozionato, ma sempre grintoso, il nuovo presidente, per il quale si apre come lui stesso ha detto:«una nuova fase di vita, fatta di esperienze e di emozioni nuove e di responsabilità», nel suo discorso programmatico, ha ringraziato il presidente uscente Silvio Di Lorenzo per il prezioso lavoro svolto nei quattro anni di mandato e ha subito tracciato le linee guida del suo piano di lavoro. Campus dell’automotive, costa dei trabocchi e innovazione sono i tre punti cardine del suo programma. «Sarà nostro impegno –ha detto Primaveralavorare su questi punti, essere
propositivi e progettuali, intervenendo nelle iniziative istituzionali e private e diffondendo la cultura imprenditoriale di cui siamo portatori». Qualche nota polemica è toccata alla politica che rallenta l’economia con la burocrazia e alle banche che spesso non concedono credito. «Mettere ordine ai conti pubblici –ha dichiarato- non basta, servono riforme strutturali che modifichino l’operare della Regione e delle Province, per spezzare la spirale di scarsi investimenti e ambiente sfavorevole alle iniziative imprenditoriali. La via prioritaria al risanamento deve essere il taglio delle spese e la liberalizzazione
L’affollata platea che ha partecipato all’assemblea
I relatori che hanno partecipato al convegno “Disegnamo il nostro Futuro”
di quella miriade di società a controllo pubblico, che tende a sottrarre spazi al mercato». «Dobbiamo fare massa critica –ha continuato- per farci conoscere, per fare export e fare business divenendo in prima persona portavoce presso i nostri colleghi, presso i nostri fornitori, i nostri partner internazionali e tutti quelli con cui entriamo in contatto. Le nostre caratteristiche e qualità sono l’eccellenza di molte produzioni, la capacità di conquistare mercati ed esportare, innovare, essere motore di modernità ed integrazione sociale; noi formiamo la prima linea nella difesa della nostra economia». Infine la proposta operativa fi-
nale di cui si parla da tempo: fare sistema con Confindustria Pescara e stringere sempre più i rapporti con l’Università. Al convegno dal titolo «Disegniamo il nostro futuro» che ha preceduto il discorso di Primavera, hanno partecipato anche l’oramai ex presidente di Confindustria Chieti Silvio Di Lorenzo, il presidente regionale Confindustria, Mauro Angelucci e l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Alfredo Castiglione moderati dal giornalista Rai Nino Germano. Tra i temi trattati, i poli d’innovazione, il risparmio energetico e la crisi del settore automotive della provincia di Chieti
Silvio Di Lorenzo e Paolo Primavera
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» foto concesse da Confindustria Chieti
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La tavola dei relatori intervenuti al convegno
seminari&convegni » di Laura Tinari
Cultura e turismo per il rilancio dell’Abruzzo Valorizzazione e rivitalizzazione dei beni culturali e dei tratti identificativi del genius loci abruzzese al centro della tavola rotonda “Risorse culturali e turismo sostenibile: binomio innovativo per il rilancio turistico dell’Abruzzo”, tenuta all’Aquila e promossa da Federturismo Abruzzo e dall’Anef Abruzzo
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er i relatori del convegno la giornata è iniziata con un giro nel centro storico della città, tra i monumenti danneggiati dal sisma, affinché si facessero portavoce nei propri ministeri di competenza e rafforzassero il loro impegno ad intraprendere azioni concrete e condivise per la rinascita dell’Aquila. «Un turista internazionale venendo in Italia non rinuncerà mai a visitare il Colosseo o il Ponte di Rialto, bisognerà allora saperlo attrarre e i parchi sono una grande fonte di attrazione», ha esordito così Roberto Corbella, presidente di Astoi (Associazione Tour Operator Italiani). Accanto a lui altri autorevoli relatori tra cui Patrizia Asproni, presidente di Confcultura (Associazione degli operatori ai servizi museali), Roberto Cecchi, segre-
tario generale del Ministero dei Beni Culturali, Dario Colecchi, presidente di Federturismo Abruzzo, Doriano Di Benedetto, presidente dell’ANEF Abruzzo (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari), gli assessori regionali al Turismo, Mauro Di Dalmazio, e ai Trasporti, Giandonato Morra. La tavola rotonda è stata coordinata da Antonio Colombo, direttore generale di Federturismo Confindustria. La cultura come motore di sviluppo per l’industria del turismo, capace di conferire autenticità alle destinazioni turistiche intese come ecosistemi naturali fruibili, culturali e antropologici è stata al centro del dibattito. «I beni culturali oggi sono la vera leva del marketing territoriale» ha affermato Asproni, che ha poi sottolineato «Siamo stati bravissimi a tutelare il nostro patrimonio e questo ce lo
riconoscono in tutto il mondo». Tra le proposte di Federturismo Abruzzo e dell’Anef Abruzzo c’è la costruzione di un programma organico per lo sviluppo turistico regionale, capace di valorizzare le risorse ambientali e culturali e la creazione di una rete museale coordinata della cultura, volta a raccordare le associazioni per far emergere il patrimonio dei beni culturali e paesaggistici presenti in regione. Presentato nel corso dell’evento il progetto la “Borsa Internazionale delle Mostre”, mirato a creare interazione fra i settori della cultura, del turismo e dell’innovazione. Il progetto, che vedrà la sua prima edizione all’Aquila nel 2011, ha come soci fondatori Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Federturismo Confindustria e Confcultura
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
“Uno sguardo dal ponte” All’incontro organizzato dall’Isad, l’Istituto per gli studi adriatici, per parlare dell’Adriatico e delle sue prospettive, è intervenuto anche l’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso che ha illustrato, ai numerosi cittadini presenti, la sua idea di “ponte”
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iù che un intervento di un politico, le parole dell’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, facevano pensare ad una lezione universitaria di Geografica Politica, tant’è che proprio lui ha esordito dicendo: «Questo è un pomeriggio interessante, colto e caldo». L’ex amministratore ha partecipato all’incontro dal titolo “Uno sguardo dal ponte”, svoltosi presso lo stabilimento balneare di Pescara Apollo, proprio a due passi dalla “sua” maestosa ed imponente opera “il Ponte del Mare”. Organizzato da Marilena Giammarco, presidente dell’Isad, Istituto per gli studi adriatici, l’evento aveva l’intento di discutere dell’Adriatico e delle sue prospettive, partendo proprio dall’opera architettonica fortemente voluta da D’Alfonso. Il suo arrivo è iniziato con l’oramai consueto bagno di folla, strette di mano e applausi. Al dibattito sono intervenuti anche il docente dell’Università di Padova Lorenzo Brac-
cesi, l’ex assessore di Pescara Massimo Luciani, il presidente Sanmar Bruno Santori, il neo capogruppo del Pd Moreno Di Pietrantonio, l’ex consigliere provinciale Aurelio Giammorretti e il docente dell’Università di Spalato Srecko Jurisic. «L’acqua è il superamento –ha detto l’ex sindaco- delle ristrettezze di vedute e Pescara deve avere un pensiero lungo, dirci quali saranno le sue prospettive. E allora mi auguro che l’Abruzzo e la città possano riprendere questo pensiero e farlo con una nuova guida. Il mare Adriatico, per noi, deve stare in capo all’agenda perché il mare come collegamento è fondamentale per i giovani e per gli imprenditori». Poi D’Alfonso ha deliziato la platea con qualche nota storica e filosofica: «Qual è il vincolo che ci consente di pensare in grande, di pensare Pescara in Europa, nel mondo? È l’acqua, perché è superamento, è ragione di vita, è sapienza, consente e facilita le relazioni. Ho scoperto che nel 1053 c’era una
comunità di nome Lauditello, vicino Larino, in cui nacque la contea voluta da Roberto l’astuto e che metteva insieme Abruzzo e Molise. Ecco, bisogna pensare a un’unione tra Abruzzo, Molise e Marche. Vorrei che a Pescara potessero nascere iniziative per mettere insieme quello che è separato, per unire ciò che è prossimo», ha concluso D’Alfonso
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L’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso
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seminari&convegni » di Jenny Viant Gómez
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intitola “Il futuro è iniziato… ieri” il protocollo promosso da Confindustria Teramo - rappresentata dal presidente Salvatore Di Paolo e dal direttore Nicola Di Giovannantonio - sottoscritto da Api, Ance, Cna, Apa Casa, Confcooperative Abruzzo, Legacoop Abruzzo, Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Le parti intendono promuovere azioni anti-crisi e opportunità di sviluppo nel teramano. Da alcuni anni il comparto industriale provinciale accusa
le misure per contrastare la fase recessiva e la contrazione dell’occupazione (ricorrendo anche agli ammortizzatori sociali - tutti condividono l’opportunità di chiedere alle forze politiche di prolungare la cassa integrazione ordinaria da 52 a 104 settimane); individuare iniziative per attrarre nuovi investimenti; fare in modo che le imprese aderiscano gratuitamente ai Fondi per la formazione continua; contrastare il lavoro irregolare; rafforzare l’impegno sulla sicurezza nei
Il presidente di Confindustria Teramo Salvatore Di Paolo
“Il futuro è iniziato… ieri” È il nome del protocollo anti-crisi promosso da Confindustria Teramo, siglato da sindacati e associazioni datoriali. Richiesto più impegno alle Istituzioni forti criticità (complice le carenze riguardanti i fondi FAS), con il protocollo e attraverso il confronto con le Istituzioni, i firmatari intendono proporre una politica di sviluppo incentrata sull’incremento occupazionale, la competitività aziendale e il miglioramento della qualità della vita territoriale. Tra gli obiettivi salienti del documento spiccano la volontà di: istituire un tavolo permanente di confronto per valutare l’andamento congiunturale dell’economia; sostenere
luoghi di lavoro e intensificare il confronto con l’Università. Con l’obiettivo di rilanciare l’economia e dare corso agli impegni sottoscritti a livello istituzionale, i firmatari hanno sottolineato l’esigenza di poter contare su un sistema creditizio idoneo, che dia garanzie e sia disposto a reinvestire nel territorio; inoltre, hanno sollecitato lo snellimento burocratico e la creazione di un “marchio territoriale” che annulli il commissariamento dei Consorzi Industriali
Un momento della firma del protocollo anti crisi promosso da Confindustria Teramo
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» foto concesse da Confindustria Teramo
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seminari&convegni » a cura della Redazione
Stress audit: un’opportunità per le aziende Massimiliano Ghini relatore del convegno
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Roseto, presso la sala convegni del gruppo Radiosanit- Rsa Formazione, si è svolto l’incontro organizzato in collaborazione con Six Seconds e Adecco, con il patrocinio di Confindustria Teramo. Obiettivo del convegno, presentare metodologia e strumenti di valutazione dello stress, risultati e ricerche, case studies e best practices riscontrate da Six Seconds, attraverso una modalità fortemente interattiva e pratica. Il relatore, Massimiliano Ghini, ha portato all’attenzione dei numerosi imprenditori presenti, diversi elementi su cui riflettere e che hanno generato interessanti momenti di confronto. Andiamo ad analizzare. È emerso che più del 50% di tutte le giornate lavorative perse è dovuto allo stress. In Europa, 1 lavoratore su 4 soffre di stress. Lo stress rappresenta la seconda causa di problemi di salute legati all’attività lavorativa. Poiché questi numeri sono destinati ad aumentare il D.Lgs. del 9 aprile 2008, n. 81 chiede alle aziende di interve-
Questa tematica è stata al centro di un convegno organizzato da Six Seconds e Adecco presso il gruppo Radiosanit-Rsa Formazione di Roseto. Relatore dell’evento, Massimiliano Ghini nire, entro il 1 dicembre 2010, obbligando i datori di lavoro a gestire lo stress legato all’attività lavorativa al pari di qualsiasi altro rischio per la salute e la sicurezza presente sul luogo di lavoro. Da recenti ricerche è emerso che lo stress spiega il
Il pubblico intervenuto al convegno svoltosi presso l’azienda Radiosanit
25% del fenomeno dell’assenteismo sul lavoro, il 47% dei problemi interpersonali e che l’Intelligenza Emotiva ha un effetto statisticamente significativo sulla sua riduzione Lo stress si manifesta quando le persone percepiscono uno squilibrio tra le richieste avanzate nei loro confronti e le risorse a loro disposizione per far fronte a tali richieste. Se a livello individuale i principali sintomi sono riconducibili a malesseri emotivi, mentali e fisici, a livello aziendale lo
stress incide su assenteismo, turnover, problemi disciplinari, riduzione della produttività, errori ed infortuni, aumento dei costi per spese d’indennizzo e mediche. L’indagine prevede l’utilizzo del questionario SPA, (Stress Perception Audit) il quale consente di acquisire consapevolezza rispetto al più del 50% delle giornate lavorative. Adecco Management School in collaborazione con Six Seconds propone alle azienda l’indagine di Stress Audit che consente di valutare il rischio stress all’interno. Con l’analisi stress audit, l’azienda può ottenere la certificazione di valutazione del rischio come richiesto dal D.Lgs 9 aprile 2008, n°81, identificare le fonti di stress legate all’attività lavorativa, valutare il livello di esposizione ai fattori di stress e i gruppi più a rischio, definire le misure di prevenzione e protezione più idonee a ridurre e controllare il rischio stress, ridurre assenteismo, turnover, problemi disciplinari e calo della produttività e quindi migliorare il proprio risultato
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Appuntamento con l’impresa
4a Convention delle imprese Ex Foro Boario Camera di Commercio di Chieti
Autunno 2010
Convention 2010, si parte! LA MACCHINA ORGANIZZATIVA È ALL’OPERA, CI SONO GIÀ LE PRIME CONFERME PER I RELATORI Convention 2007
Convention 2008
Convention 2009
Sopra alcune immagini delle precedenti edizioni della Convention delle Imprese. In basso l’editore Fabio De Vincentiis durante la Convention
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a pianificazione della quarta edizione della Convention delle imprese incalza. La location è già definitiva: l’ex Foro Boario della Camera di Commercio di Chieti, una struttura moderna, situata in una zona strategica e facile da raggiungere. Per i nomi degli ospiti, ci sono già le prime conferme, su altri si è in attesa di una risposta. In questi tre anni, sono cambiati i relatori e le location, ma l’impegno della rivista Abruzzo Impresa e di tutto il gruppo editoriale Ecco Italia è sempre lo stesso, trattare tematiche d’impresa di valenza strategica per la nostra regione attorno ad un tavolo che riconduca il mondo imprenditoriale a quello politico, sindacale, bancario e universitario. Un lavoro che ci vede sin dal primo anno, fianco a fianco a Confindustria Abruzzo. Tre Convention indimenticabili e dall’indiscusso successo, che hanno visto ospiti del calibro di: il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, il ministro Renato Brunetta, il giornalista Ferruccio De Bortoli e il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. Anche in questa edizione, ci piacerebbe fare un’at-
tenta analisi e una conseguente riflessione sulle opportunità da cogliere in Abruzzo. L’intenzione, insieme alla Confindustria regionale, è quella di proporre temi che riguardino lo sviluppo, l’innovazione, l’internazionalizzazione, visti però dalla parte dei protagonisti, cercando di svelare la chiave del successo delle eccellenze imprenditoriali della nostra regione. Ma sarà anche l’occasione per gli imprenditori abruzzesi, di potenziare ed allargare, nell’arco di quella giornata, le relazioni interpersonali. Al termine della tavola rotonda, come di consueto, ci sarà la premiazione delle ultime 12 copertine di Abruzzo Impresa con il premio “Aquila Reale”. Un riconoscimento agli imprenditori che rappresentano l’Abruzzo sano, produttivo, quello che nonostante il momento difficile, non intende mollare, ma anzi contribuisce con coraggio e sacrificio, alla ripresa del territorio. In attesa della data definitiva, non mi resta che rinnovarvi l’invito a partecipare numerosi •
DIRE&FARE DA UN’IDEA DEL MENSILE ABRUZZO IMPRESA, PRODOTTO DA ABRUZZO CHANNEL NASCE IL NUOVO FORMAT TELEVISIVO DELLA ECCO ITALIA
Un’immagine della puntata e accanto in primo piano la conduttrice Jenny Viant Gómez
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» REDAZIONALE
L’ Da sinistra, Alessio Giancristofaro, Maurizio Spina, Giuseppe Mauro e Camillo D’Alessandro
iniziativa mediatica del Gruppo Editoriale Ecco Italia. Dire&Fare, il talk show di approfondimento incentrato sulle tematiche di attualità riguardanti il nostro territorio, prodotto da Abruzzo Channel e nato da un’idea del mensile Abruzzo Impresa, costituisce già un immancabile appuntamento settimanale di 60 minuti in onda su Sky912 ogni mercoledì alle 21.30. Dallo studio televisivo del gruppo editoriale Ecco Italia, autorevoli ospiti hanno dato vita a dibattiti costruttivi finalizzati ad individuare la via più efficace per colmare il divario tra parole e prassi. La seconda puntata è stata dedicata all’emergenza occupazionale in Abruzzo. Gli ospiti presenti in studio, sulla base di schede statistiche riassuntive e contributi filmati, hanno dibattuto sulle strategie da adottare per arginare la disoccupazione e le misure a sostegno dei lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali. I protagonisti della seconda puntata sono stati: Paolo Gatti assessore al Lavoro della Regione Abruzzo; Camillo D’Alessandro consigliere regionale capogruppo Pd, Maurizio Spina segretario regionale Cisl e il prof. Giuseppe Mauro economista. Al centro del dibattito televisivo, le iniziative prese dall’assessorato guidato dal giovanissimo Paolo Gatti. Tra le più rilevanti, c’e’ sicuramente “Lavorare in Abruzzo” che attraverso l’utilizzo dei fondi Fas ha dato occupazione a circa 2.000 persone. Questo progetto che ha avuto anche il plauso del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, ha trovato anche il consenso dell’opposizione. Più tecnici sono stati i pareri dell’economista Mauro che ha riportato i dati della disoccupazione, specie giovanile, in Abruzzo e quello del sindaco che ha fatto un appello alla Regione affinchè tuteli le categorie più deboli•
L’assessore al Lavoro della Regione Abruzzo Paolo Gatti
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eventi l’azienda palumbo di Tocco da
Casauria
» di Mauro Di Cola
Le prossime Olimpiadi invernali parlano abruzzese con il consorzio “Abruzzo Marble”
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alla Sinergia delle due più importanti aziende del settore marmo in Abruzzo, Palumbo Marmi e Cialente Marmi, nasce il Consorzio “Abruzzo Marble”. Lo scopo primario è l’integrazione delle imprese aderenti al fine di offrire al mercato un’offerta e una capacità produttiva tale da garantire come in passato, un sempre riconfermato consenso di progettisti e operatori edili anche all’estero ed in particolar modo nel mercato Russo. Le aziende del Consorzio effettuano lavorazioni su marmi, graniti, travertini e agglomerati. Con l’antica sapienza dei maestri artigiani e l’impiego della più avanzata tecnologia settoriale di strumenti ed attrezza-
Dalla Sinergia delle due più importanti aziende del settore marmo in Abruzzo, facenti parte del mondo Confapi, come Palumbo Marmi di Tocco da Casauria e Cialente Marmi di Monticchio, sotto l’egida dell’ICE – Istituto Commercio Estero – e della della Regione Abruzzo, nasce il Consorzio “Abruzzo Marble”
ture, esse realizzano lastre d’ogni spessore per rivestimenti interni ed esterni, pavimentazioni e scale, piastrelle, zoccoli, lavorazioni artistiche e di componentistica d’arredo, quali caminetti decorati, mascheroni, tavoli, pianali per supporto vetri, statue, marmi invecchiati ed oggettistica varia. Nel 2014, Sochi, cittadina di circa 400 mila abitanti sul Mar Nero, ospiterà le Olimpiadi Invernali. Per promuovere le aziende italiane nei molteplici settori in vario modo collegati alla realizzazione ed organizzazione dei prossimi Giochi Olimpici Invernali, nell’ottobre 2009 l’ICE ha sottoscritto un accordo di collaborazione con la Camera di Commercio di Sochi. In base a tale accordo è stato avviato, presso i lo-
» foto concesse da Confapi Abruzzo
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eventi
cali della Camera di Commercio stessa, un Desk Italia che si compone di una mediateca, nella quale sono già esposti cataloghi ed altro materiale informativo di diverse aziende italiane, e di uno showroom per l’allestimento di mostre autonome. In questo ambito la Regione Abruzzo ha siglato una convenzione con l’ICE e le Regioni Lombardia, Veneto e Marche per la realizzazione di un progetto interregionale per lo sviluppo del Made in Italy in vista dei giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014. Tale progetto prevede un piano diversificato di iniziative, la prima delle quali è una mostra autonoma dedicata al settore dei materiali, attrezzature e macchine per edilizia. Le imprese abruzzesi selezionate avranno la possibilità di esporre i loro prodotti nello showroom appositamente allestito, presso il quale saranno organizzate, nel corso della prima annualità, almeno 3 diverse esposizioni. La Regione Abruzzo, per il tramite dello “Sportello Sprint” per l’internazionalizzazione delle imprese dell’assessorato allo Sviluppo Economico, ha deciso di supportare il consorzio manifatturiero “Abruzzo Marble” che premia le eccellenze della nostra regione come Palumbo Marmi, e Cialente Marmi, operanti in aggregato con ben 40 unità lavorative. In particolare, la Cialente Marmi, che dal borgo di Monticchio, ai piedi di L’Aquila, nonostante il sisma devastante del 6 aprile 2009 è riuscita a cogliere l’intuizione di Mario Palumbo. La Palumbo Marmi S.n.c. con sede a Tocco da Casau-
ria, nel cuore dell’Abruzzo è da oltre 30 anni leader nel settore dei marmi pregiati, bianchi e colorati. L’Azienda è da tempo impiegata anche in ristrutturazione di opere di carattere storico, quindi da tempo ha istaurato stretti contatti con le principali aziende che operano nel settore del restauro. Non a caso, la Palumbo Marmi dispone di un processo lavorativo all’avanguardia, che copre tutte le necessità della produzione, a partire dalla segagione dei blocchi fino alla realizzazione dei prodotti finiti nelle varie tipologie, formati, spessori e finiture. «Con L’ICE c’è stata un’intesa importante, -sottolinea il titolare della Palumbo Marmi, Mario Palumbo, grazie anche alle sinergie poste in essere dalla nostra associazione datoriale di categoria, API Pescara, con l’Istituto per il Commercio Estero e con la Regione Abruzzo. Infatti l’API pescarese – associazione delle piccole e medie imprese – ci ha permesso di mettere in mostra e in “sinergia” le nostre potenzialità nel campo della lavorazione del marmo e dei prodotti affini, facendo sì che in un momento assai difficile per la nostra economia, abbiamo permesso alle aziende aderenti al consorzio, ad aziende abruzzesi, di poter realizzare importanti commesse all’estero ed altresì mantenere stabile l’occupazione, in un momento assai delicato, particolarmente per quelle aziende come la Cialente Marmi che hanno la sede operativa all’interno del “cratere” aquilano»
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L’azienda Cialente Marmi di Monticchio
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eventi » di Laura Sacchetti
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ddio cara vecchia lavagna di ardesia nera… dal web alla carta stampata si rincorrono gli addii dei nostalgici che vedono scomparire uno dei simboli della scuola: la lavagna. Improvvisamente, nel rincorrersi rapido di innovazioni tecnologiche, è comparsa la LIM, una lavagna in plastica, collegata con USB ad un portatile e ad un proiettore, che fa di questo schermo una sorta di grande desktop multifunzionale ad uso di tutta la classe, uno strumento particolarmente versatile e accattivante. Sulla LIM si lavora come sul computer, si può scrivere disegnare vedere video foto, ascoltare musica, collegarsi ad internet, interagire attraverso il tocco delle mani. Anche l’editoria propone una didattica diversa, costruita sulle potenzialità e peculiarità del computer. Diventa d’un tratto anacronistico persino il laboratorio dove l’informatica è isolata come fosse una materia a sé, una fra le altre, quando nella vita di tutti i giorni è sempre più difficile relegare ai margini le tecnologie. In Italia, dopo i primi progetti locali, con la finanziaria 2006 il Miur ha predisposto un piano triennale di diffusione di LIM nelle scuole per 30 milioni di euro. Si mira a toccare il 25% nel 2012. Ai ragazzi questo vento di rinnovamento, fondi permettendo, piace. Trovano la presenza di un computer in aula “divertente”, stimolante, rassicurante, finalmente il lavoro scolastico sembra adottare un altro linguaggio, il loro. Ciò li gratifica e a volte li fa sentire più competenti dei docenti stessi. L’Istituto comprensivo Torre de’ Passeri-Casauria costitui-
Addio cara vecchia lavagna Al suo posto è comparsa la LIM, una lavagna in plastica, che collegata con USB ad un portatile e ad un proiettore, fa di questo schermo una sorta di grande desktop multifunzionale ad uso di tutta la classe. In Abruzzo viene usata già da diversi istituti sce nella nostra regione un punto di riferimento per chi vuole conoscere più da vicino il volto della nuova scuola. L’interesse e il favore per le nuove tecnologie applicate alla didattica è tale che le LIM qui coprono il 100% nella scuola media, il 50% nella primaria; senza contare tre KIDSMART per sezione nella scuola dell’infanzia, parte di una donazione della IBM alle scuole del cratere sismico. «Abbiamo sfruttato ogni fonte di finanziamento per raggiungere questo risultato perché ci crediamo – afferma la dirigente, prof.ssa Fantauzzi – Le LIM rappresentano uno strumento per avvicinare la scuola ai ragazzi seguendo il loro modo di apprendere e di comunicare, certamente non l’unico. Ma non si può fare finta che le tecnologie non esistano, mettendole al bando. È stato determinante per me prendere parte al programma di partenariato scolastico Comenius. Insieme alle delegazioni di Spagna e Germania, nel gennaio 2009 siamo stati ospiti di una scuola dello Yorkshire, che da dieci anni ha abbandonato le lavagne tradizionali. Siamo tornati entusiasti e convinti di dover importare questo modello».
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eventi
A Torre de’Passeri l’arrivo della LIM ad ottobre è stato un evento: questo oggetto cattura totalmente l’attenzione dei ragazzi, favorendo anche l’espressione di chi ha difficoltà scolastiche. Un esperimento interessante è il social network di classe creato dalla prof.ssa Mascitti a Tocco da Casauria, dopo il corso di aggiornamento sulle LIM. Nel 2009 il Miur ha lanciato il progetto sperimentale “Cl@sse 2.0” che sposta molto oltre l’innovazione digitale delle aule: non solo la LIM ma portatili per ogni studente, che affiancheranno libri e quaderni, e poi una cattedra “touch screen” (grazie ad un fondo di 30.000 euro per classe). Una sfida dettata dall’idea di accattivarsi le nuove generazioni a partire da un radicale rinnovamento dell’ambiente scolastico, «un po’ come rifare la cameretta ai bambini» ha detto il direttore del Dipartimento Programmazione del Ministero dell’Istruzione, Biondi, principale promotore del progetto, è tra i massimi esperti di innovazione tecnologica nella scuola. In realtà è molto di più. Già, perché i “nativi digitali”, secondo l’espressione coniata da Prensk, considerano le tecnologie naturali appendici e nel loro utilizzo
Il progetto Cl@sse 2.0 a cui ha aderito la scuola di Piano d’Orta (foto concessa dalla scuola media di Piano D’Orta) Alcuni ragazzi nel laboratorio scientifico di torre de’ passeri (foto concessa dall’Istituto comprensivo Torre de’ Passeri-Casauria)
L a classe iia di Torre de’ Passeri mentre utilizza la LIM (foto concessa dall’Istituto comprensivo Torre de’ Passeri-Casauria)
quotidiano integrano più linguaggi - visivo scritto sonoro - non più per sequenze, ma per connessioni reticolari, ponendo in essere strategie cognitive diverse da quelle che usiamo abitualmente noi, semplici “immigrati digitali”. Strategie non ancora perfettamente inquadrate dalla stessa ricerca in campo psicologico. È difficile, afferma ancora Biondi, capire cosa significhi crescere e formarsi, sviluppare la propria forma mentis in un mondo dominato da linguaggi complessi e presenze virtuali. L’importante però è evitare visioni catastrofiche o luoghi comuni. Il progetto Cl@sse 2.0 coinvolge per tre anni 156 prime classi di scuola media selezionate tra 2500. Sei sono abruzzesi: Piano d’Orta, Roseto, Avezzano, Pescasseroli, Orsogna e Castelli. Nel prossimo A.S. sarà la volta di 124 classi elementari e 136 secondarie superiori. «Erano necessarie delle referenze per partecipare – afferma la prof.ssa Pupillo della scuola media di Piano d’Orta - un grado elevato di competenze informatiche nei docenti e la volontà di prendere parte collegialmente al progetto». Oltre al supporto di ricercatori universitari di un vicino ateneo (in Abruzzo Scienze della Formazione dell’Università D’Annunzio), della sede locale dell’Ansa (ex IRRE) e dell’USR, ci sarà un monitoraggio a livello nazionale delle Fondazioni Agnelli e S.Paolo; una rete nazionale tra le classi coinvolte consentirà lo scambio di esperienze. Non resta che seguire questo graduale cammino della scuola verso un futuro sempre più tecnologico, aperto alla sperimentazione e al confronto con altre realtà sociali
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eventi » di Jenny Viant Gómez
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el prestigioso ristorante sul litorale pescarese “Les Paillotes” si è svolta una serata di beneficenza organizzata dal Comitato Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) Abruzzo e Molise, presieduto da Maria Francesca De Cecco. È stata organizzata una cena con l’obiettivo di raccogliere fondi per aiutare la ricerca sul cancro. Hanno dato il proprio contributo conosciuti imprenditori locali e personalità dell’ambito istituzionale. L’atmosfera conviviale e nel contempo raffinata, arricchita dalla bravura della band jazzistica “The Billy Bros. Jumpin’ Orchestra”, ha attirato numerosi partecipanti che, con la simbolica cifra di 100,00 euro, hanno sostenuto l’ambizioso e nobile progetto Airc. Tra i presenti anche: il senatore Fabrizio Di Stefano; il neo presidente di Confindustria Chieti Paolo Primavera; il titolare dell’azienda Contesa, Rocco Pasetti; l’amministratore della Laser Lab, Gabriella Di Muzio e Raimondo Taraborrelli, presidente del cda Styloffice spa. L’Airc, ente privato senza fini di lucro, è stata fondata nel 1965 grazie all’iniziativa di alcuni ricercatori dell’Istituto dei Tumori di Milano, fra cui i professori Umberto Veronesi e Giuseppe Della Porta, avvalendosi del prezioso sostegno di noti imprenditori milanesi. Dall’anno della sua fondazione l’Airc si è sempre impegnata a promuovere la ricerca oncologica nel nostro Paese e si è progressivamente ampliata, fino a contare oggi 17 comitati regionali e quasi 1.800.000 soci che con la loro generosità sostengono l’associazione, consentendole di esistere e di andare avanti. L’attività di AIRC consiste nel raccogliere ed erogare fondi a favore del progresso della ricerca oncologica e nel diffondere al pubblico una corretta informazione in materia. La raccolta di fondi avviene in vari modi: per il 50% attraverso iniziative nazionali e locali rivolte al grande pubblico e tramite progetti che coinvolgono il mondo del lavoro, per il restante 50% con la sottoscrizione in risposta alle lettere ed ai messaggi inviati per corrispondenza. Per Maria Francesca De Cecco, l’iniziativa da lei promossa «costituisce un modo concreto per prendersi cura di noi stessi e delle generazioni future. Ogni anno l’affluenza è maggiore, ci si diverte in queste occasioni, ma sempre pensando alla motivazione di base: lottare contro il cancro tenendo d’occhio la ricerca». Dalla sua fondazione ad oggi l’Airc ha distribuito un importo complessivo di oltre 584 milioni di euro per progetti di ricerca condotti in laboratori di istituti, di università e di enti ospedalieri in tutta Italia; ha erogato oltre 30 milioni di euro per borse di formazione a giovani ricercatori; ha attuato, come è richiesto dall’art. 2 del suo Statuto, un programma di divulgazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui progressi compiuti dalla ricerca nella prevenzione, diagnosi e terapia del cancro, principalmente attraverso la pubblicazione “Fondamentale”, con il supporto di Firc, e attraverso il proprio sito Internet
Cena di beneficenza Airc a Les Paillotes Il comitato regionale dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, diretto da Maria Francesca De Cecco, ha organizzato un evento di solidarietà per raccogliere fondi per la ricerca
Un momento della serata di beneficneza organizzata dall’Airc presso il ristorante Le Paillotes
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eventi » di Jenny Viant Gómez
Adua Villa sommelier presentatrice dell’evento
La cover del CD
La vinosofia di Chiusa Grande
DiWine Jazz è il progetto multisensoriale ideato da Franco D’Eusanio, vinosofo titolare dell’azienda agricola produttrice di vini biologici. I vini Chiusa Grande diventano partitura musicale
È
consuetudine abbinare il nettare di Bacco a espressioni artistiche, ma è la prima volta che un enologo - anzi, un bio-innovatore o vinosofo, come ama definirsi Franco D’Eusanio, titolare e colonna portante dell’azienda agricola Chiusa Grande di Nocciano, fa sì che le sensazioni organolettiche dei suoi vini si trasformino in note musicali. Questa è l’essenza dell’originale progetto multisensoriale “DiWine Jazz Vinosophy Collection”. In un cd il “Tony Pancella Rythm’s sing sextet” ha inciso nove brani inediti dopo aver degustato i vini Chiusa Grande, ma non solo. Ogni brano è preceduto da una narrazione di sensazioni evocate dal vino ad esso associato, narrazione fatta dalla potente voce della doppiatrice Gio Giò Rapattoni. Così D’Eusanio ha deliziato i suoi numerosi ospiti in una sera di fine luglio, spiegando la filosofia che genera i suoi vini (per lui nascono nella testa), consentendo l’ascolto dei brani dal vivo, dando spazio alla narrazione delle sensazioni degustative e facendo illustrare il giusto abbinamento vino-pietanze alla nota sommelier Adua Villa (curatrice di uno spazio nel programma televisivo “La Prova del Cuoco”). L’evento, che ha riscosso notevole consenso, si profila come il primo di una lunga serie. “DiWine Jazz” andrà in tournée internazionale, dopo Roma e Milano, sarà il turno di New York, Londra e Tokyo. Non si tratta di una semplice operazione di marketing, né di una intesa mecenate-artisti, bensì di «un sodalizio d’intenti tra vini, parole e musica», specificano D’Eusanio e Simone D’Alessandro, scrittore e responsabile advertising Carsa. La Carsa Edizioni spa ha pubblicato “Vinosophia, Vinofollia, la bevanda di Bacco e il pensiero creativo” (di D’Eusanio-D’Alessandro) e “L’uomo
che parlava alle piante” (di D’Alessandro). Quest’ultimo breve volume descrive l’approccio del vinosofo D’Eusanio con i suoi vigneti. Un approccio insolito, che gli ha consentito di innovare, nell’essenza e nella forma; non è casuale il packaging dei vini Chiusa Grande. Lo sforzo profuso negli anni per produrre vino biologico di qualità, senza anidride solforosa, è la sintesi di un modo di concepire la vitivinicoltura all’insegna dell’innovazione, ma nel rispetto dell’ambiente e della tradizione. Perché come ama ripetere Franco D’Eusanio, citando una frase di Bacon: «alla natura si comanda solo ubbidendole»
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I vini del concerto-degustazione PERLA NERA_ passione e tormento ROCCOSECCO_ equilibrio e armonia NATURA_ impeto e fascino VINOSOPHIA_ sapienza e carattere CIFERETTE_ irriverente e trasgressivo VINOFOLLIA_ ammiccante e sorprendente TOMMOLO_ seduzione e scoperta IS EA ID_ tendenza e ambiguità PERLA BIANCA_ amore assoluto
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eventi » di Jenni Viant Gómez
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aolo Mastri, giornalista professionista, caporedattore della redazione abruzzese del quotidiano “Il Messaggero”, si cimenta ancora una volta nel ruolo di scrittore ricevendo l’encomio della critica. Dopo il volume di esordio “3.32 L’Aquila gli allarmi inascoltati”- premio Majella 2010 nella sezione saggistica - Mastri ci regala “Il Quinto Abruzzo - la storia cambiata dal terremoto”, una fitta tessitura di avvenimenti, note scientifiche, storiche e citazioni letterarie che accompagnano il lettore lungo quattro capitoli, con l’obiettivo di muovere alla riflessione partendo da constatazioni ineluttabili. Il volume, edito da Edizioni Tracce – Fondazione Pescarabruzzo, è stato presentato nella sede della Fondazione, presieduta dal professore Nicola Mattoscio, alla presenza di numerosi esponenti dell’ambito politico, industriale, accademico, giornalistico e culturale. «Il dato obiettivo della realtà aquilana è il punto di partenza per passare a setaccio i rapporti politico-istituzionali che hanno da sempre accompagnato e afflitto la storia dell’Abruzzo». Per lo storico Costantino Felice questa è la sintesi dei fatti narrati nel libro. Mastri teme che l’Abruzzo possa risvegliarsi drammaticamente e inconsapevolmente più a sud. Infatti, il cronistascrittore, capendo che ci sono ancora possibilità di agire in maniera responsabile, si interroga: « L’Abruzzo se lo può permettere? Di fronte al rischio sud, può abbandonare la sua capitale al definitivo declino, all’inevitabile deriva sociale, al peggiore saccheggio speculativo su quel che resta di una città? Che Abruzzo sarà, consacrando la sua quinta vita alla definitiva frattura tra le due, vere regioni disegnate dalla natura?». È un Abruzzo al bivio quello raccontato nelle 136 pagine. Una regione che ha attraversato tante fasi, che ha conosciuto la ripartizione napoleonica, che vive una divisione “naturale” mare-monti e che a causa di un terremoto non del tutto imprevedibile - come ha sottolineato il geologo Uberto Crescenti - si è svegliato un giorno con un capoluogo di regione annullato nella sua fisionomia urbana e nel suo vigore produttivo. Questo è il disastro venutosi a configurare. Ora l’Abruzzo è di fronte a una quinta fase. È l’era del cambiamento drastico, che metta fine alle consorterie e al clientelismo; una fase in cui, per dirla con l’autore, il cambiamento faccia i conti quanto prima con «il grido di rabbia di una parte di città finalmente consapevole del proprio ruolo»
La presentazione del libro di Mastri alla fondazione “Pescarabruzzo”
«Il Quinto Abruzzo
la storia cambiata dal terremoto» È il titolo del nuovo libro di Paolo Mastri. La metamorfosi della nostra regione sotto la lente di ingrandimento del cronista-scrittore
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eventi » a cura della Redazione
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n una giornata caldissima e in una location un po’ trattati. Al termine del vivace dibattito, grazie alla collaborainusuale, lo stabilimento Tortuga a Pescara, si è svolto zione con l’Associazione Italiana Pubblicitari Professionisti, l’incontro promosso dai giovani imprenditori di Confin- Abruzzo e Molise, guidata da Massimo Pomilio, sono state dustria Pescara, “Condividere per competere” al quale proiettate le migliori pubblicità premiate al Festival Internahanno presso parte diversi rappresentanti dell’associazio- zionale di Cannes. ne provenienti dalle Marche, dall’Abruzzo e dal Lazio. Al termine della tavola rotonda, tra risate e tanta musica, è Obiettivo dell’incontro, lo scambio di idee e buone prassi su iniziata la festa d’estate dei Giovani Imprenditori come i Giovani Imprenditori nelle attività territoriali, regionali e interregionali possono fungere da facilitatori di rete, con il mondo della scuola, dell’università, della ricerca, della solidarietà, tra le sezioni “senior” di Confindustria e naturalmente gli stessi giovani che, facendo sistema, riescono ad affrontare le nuove sfide dell’economia globale. Ad introdurre i lavori, il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Pescara Alessandro Addari, che ha presentato il progetto “GI IN RETE”, teso all’informazione e formazione degli imprenditori sull’importanza di creare collaborazioni e sinergie per migliorare la competitività sui mercati locali ed internazionali, specialmente per le PMI. Gli ospiti intervenuti all’incontro Hanno preso parte alla tavola rotonda: Mauro Barnabei, organizzato dai giovani imprenditori abruzzesi presidente del Comitato Giovani Imprenditori d’Abruzzo, Simone Mariani, presidente Comitato Interregionale Giovani Imprenditori del centro, Riccardo D’Alessandro, neo presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Chieti, Alessandra Rossi, presidente Gruppo Giovani Imprenditori dell’Aquila, Gianluca Tondi, presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Ascoli Piceno, Giovanni Turriziani, presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Frosinone e Luca Questo il nome della tavola rotonda promossa Verdecchia, presidente Gruppo Giovani dai giovani imprenditori di Confindustria Pescara, Imprenditori di Teramo. Presenti anche il alla quale hanno presso parte diversi rappresentanti neo presidente di Confindustria Pescara Enrico Marramiero e il consigliere Marco dell’associazione provenienti dalle Marche, Bellisario. dall’Abruzzo e dal Lazio Tra gli ospiti, anche il presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Nicola Mattoscio, che ha presentato a tutti gli ospiti presenti, il progetto “Pescara x Haiti” che ha come scopo una raccolta fondi per la costruzione ad Haiti di un centro dedicato ai minori. L’iniziativa coinvolge istituzioni, forze dell’ordine della Provincia di Pescara e diverse organizzazioni di categoria e ordini professionali, tra cui Confindustria Pescara. Meritocrazia, relazioni pubbliche, il fare sistema tra gli associati e il rapporto con le università, sono alcuni dei temi
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Condividere per competere
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eventi » di Jenni Viant Gómez
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ell’accogliente scenario del Porto Turistico “Marina di Pescara”, si è tenuta la XXV edizione di Mediterranea, mostra di riferimento del settore agroalimentare abruzzese. Quest’anno l’iniziativa ha avuto un respiro internazionale, grazie alla presenza di delegazioni provenienti dal Brasile, dalla Serbia e dalla Bosnia Erzegovina. Infatti, sono stati allestiti gli stand della Feabra (federazione delle associazioni abruzzesi in Brasile), della Camera di Commercio Serba (con cui il Centro Estero delle Camere di Commercio d’Abruzzo ha stretto un protocollo d’intesa) e la Città e l’Ente Fiera di Mostar.
Un quarto di secolo per Mediterranea Presso il Porto Turistico “Marina di Pescara si è svolta la consueta rassegna del settore agroalimentare. Presenti il ministro per lo Sviluppo di Bosnia ed Erzegovina, la delegazioni del Brasile e numerose autorità locali
Il taglio del nastro. Da sinistra: Febbo, Becci e Mascia
Un momento dell’inaugurazione di Mediterranea
Di rilievo la partecipazione all’inaugurazione del ministro per lo Sviluppo Economico e le Attività Produttive della Federazione di Bosnia ed Erzegovina, Velimir Kunic – che ha apprezzato sentitamente il coinvolgimento della sua nazione nell’iniziativa – e il Segretario per gli Affari Economici dell’Ambasciata Repubblica di Serbia in Italia, Igor Culafic. Il Brasile, la Serbia e la Bosnia Erzegovina offrono interessanti potenzialità, come mercati di sbocco, per le imprese abruzzesi. il Brasile è caratterizzato da una forte crescita economica, negli ultimi anni sono emersi dalla povertà circa 25 milioni di persone. La Serbia e la Bosnia Erzegovina sono state individuate dall’amministrazione del presidente della Cciaa di Pescara, Daniele Becci, come due importanti territori dell’altra sponda dell’Adriatico su cui puntare per la valorizzazione turistica e lo sviluppo della filiera agroalimentare. La nuova strategia fieristica dell’Ente, orientata al potenziamento dei contatti commerciali, ha trovato un largo consenso da parte delle imprese partecipanti che hanno sfruttato un fitto calendario di appuntamenti “b2b” presso il padiglione espositivo ex – Cofa. Gli incontri, organizzati sulla base delle richieste dei buyer e dei seller italiani e stranieri, hanno contribuito ad incrementare i rapporti commerciali della nostre imprese in ambito nazionale ed estero. Particolare importanza hanno rivestito gli incontri tra le aziende vitivinicole e la Feabra (destinati al potenziamento dell’export dei vini abruzzesi in Brasile) e quelli tra gli imprenditori agroalimentari locali ed un’azienda teramana, finalizzati allo sviluppo dell’export attraverso il commercio elettronico
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sport&management » a cura della redazione
Riccardo Chiarini vince il Trofeo Matteotti
Alla 64esima edizione dell’evento, presente anche il commissario tecnico della nazionale Paolo Bettini. Soddisfatto il patron della manifestazione Renato Ricci
L’
assessore provinciale allo Sport di Pescara, Aurelio Cilli, alle ore 11,15 dello scorso 1 agosto in piazza Duca degli Abruzzi, ha dato il via ufficiale alla 64esima edizione del Trofeo Matteotti. 121 i partenti, in rappresentanza di 16 gruppi sportivi. Presente anche il Commissario tecnico della Nazionale, Paolo Bettini, ultimo vincitore della Classica pescarese nell’edizione 2008 (lo scorso anno, il Matteotti non si è disputato). Un’edizione che ha soddisfatto tutti, in primis il suo patron,
il noto imprenditore Renato Ricci. I primi giri sono stati percorsi a velocità sostenuta: il gruppo ha pedalato oltre i 40 chilometri orari nella prima parte di corsa. Dopo diversi allunghi, l’azione più importante è stata promossa da Vojtech Hacecky dell’Atlas Personal. Il gruppo, sempre pilotato dalla Isd-Neri di Giovanni Visconti e dalla Androni Giocattoli di Leonardo Bertagnolli, ha riagguantato il fuggitivo a 30 km dal traguardo. A due giri dalla conclusione, quindi, il gruppo è tornato nuovamente compatto.
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Sulla salita di Pescara Colli, all’ultimo giro dei 13 in programma, allungano in quattro: Leonardo Bertagnolli (Androni Giocattoli), Riccardo Chiarini (De Rosa), Miguel Angel Rubiano Chavez (Meridiana) e Domenico Pozzovivo (Colnago). I quattro attaccanti mantengono un vantaggio di 15 secondi. Alle loro spalle, il gruppo, guidato dall’Acqua&SaponeD’Angelo&Antenucci, si spezza in più tronconi. Staccato anche il campione italiano Giovanni Visconti (Isd-Neri), che tenta inutilmente di rientrare sui battistrada. Sul traguardo di Piazza Duca degli Abruzzi, in volata, vince Riccardo Chiarini, il quale precede Bertagnolli e Rubiano
Chavez. A 1 secondo Domenico Pozzovivo. Il gruppo degli inseguitori è regolato da Oscar Gatto (Isd-Neri)
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Il podio del trofeo Matteotti: al centro il vincitore Riccardo Chiarini, alla sua sinistra il secondo arrivato Leonardo Bertagnolli e alla sua destra il sudamericano Miguel Angel Rubiano Chavez terzo classificato
classifica finale 1) Riccardo Chiarini (De Rosa), copre i 188,500 km, in 4 ore, 36 minuti, alla media oraria di 40,956. 2) Leonardo Bertagnolli (Androni Giocattoli), st; 3) Miguel Angel Rubiano Chavez (Meridiana), st; 4) Domenico Pozzovivo (Colnago), a 1”; 5) Oscar Gatto (Isd-Neri), a 7”; 6) Paolo Bailetti (Ceramica Flaminia), st; 7) Daniele Callegarin (CDC-Cavaliere), st; 8) Pasquale Muto (Miche), st; 9) Giovanni Visconti (ISD-Neri), a 13”; 10) Davide Torosantucci (CDC-Cavaliere), a 18”. Partiti in 121; 70 gli abbandoni. MEDAGLIA D’ORO “FULVIO PERNA” (al primo abruzzese classificato): Davide Torosantucci (CDC-Cavaliere).
ERRATA CORRIGE Nel n. 43 di Abruzzo Impresa nell’articolo a pag.73 abbiamo erroneamente riportato il nome della sala convegni del museo dell’Automobile e del Trofeo Matteotti. La sala è intitolata a FULVIO PERNA.
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sport&management » di Marco Taglieri
Luca Di Giammatteo, direttore della filiale Adecco di Teramo durante l’evento di presentazione della Teramo Calcio (Foto di Vincenzo Ranalli)
La squadra del Teramo Calcio in sfilata per il corso di Teramo
Adecco e Teramo Calcio, insieme con ottimismo Il più importante gruppo italiano di gestione risorse umane sigla un accordo di sponsorizzazione con la società biancorossa. È un segnale di partecipazione e vicinanza al territorio
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na squadra che riparte dal basso, un progetto ambizioso da appoggiare. Perché la regione e il territorio hanno bisogno di un segnale forte. Un segnale di ottimismo verso il futuro. Nasce su queste basi l’accordo di sponsorizzazione tra Adecco e Teramo Calcio. Il più grande gruppo italiano di gestione delle risorse umane sceglie la società biancorossa, proseguendo così su una linea di promozione nel mondo dello sport, già avviata da tempo. Federico Vione, amministratore delegato di Adecco Italia, spiega come nasce questa sinergia: «Vogliamo dare un segnale forte di partecipazione e vicinanza a un territorio come quello teramano, cui siamo molto interessati». Nonostante la crisi che attanaglia da
mesi la regione Abruzzo, Adecco non si è tirata indietro. Anzi. «Crediamo che nei momenti di crisi sia opportuno stringere alleanze, soprattutto se il progetto parte da lontano e ha l’ambizione giusta». Eccole, le 2 caratteristiche del Teramo Calcio. Una società che ha toccato il fondo e ha iniziato una lenta risalita verso categorie più nobili. L’anno prossimo sarà la volta della Serie D, con Rinaldo Cifaldi nuovo allenatore. Che lo sport sia un terreno amico per Adecco è cosa nota. Federico Vione lo ricorda e rilancia: «Siamo già sponsor di svariate società, come il Milan, l’Olimpia Milano, la Foppapedretti Volley Bergamo, la Cremonese Calcio e altre ancora. E non ci fermeremo qui. Da settembre ci saranno altre novità, che per ora non posso svelare»
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Federico Vione, amministratore delegato Adecco Italia Spa
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sport&management » a cura della redazione
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opo la vittoria ottenuta al Rally di Teramo, Alfredo De Dominicis (“Dedo” per gli amici) fa suo anche il Rally di Pescara-Abruzzo per la terza volta. Una vittoria pulita, anche se con un paio di incognite che il pilota teramano è riuscito a superare con brillantezza: aver corso con una vettura diversa da quella abituale e aver dovuto battagliare con il pilota di casa Lucio Petrocco. De Dominicis ha gareggiato con una Toyota Corolla con motore turbo. «Mentre io ero abituato a gareggiare con una vettura aspirata», ha dichiarato alla fine il pilota teramano. Il Rally di Pescara è stato effettuato con la formula “ronde”, cioè un’unica prova speciale – di 13 km - da ripetere, tra i comuni di Carpineto, Civitaquana, Civitella Casanova e Vicoli, località della provincia pescarese in cui è di casa appunto Lucio Petrocco. Grande il fair play tra quest’ultimo e “Dedo”: «Petrocco era un avversario temibile, lo sapevo bene, quindi a maggior ragione sono soddisfatto. Ma al di là della vittoria, sono contento anche della qualità di questo rally, tecnico al punto giusto e con entusiasmo notevole da parte del pubblico sulle strade che abbiamo attraversato». Petrocco: «De Dominicis ha una guida molto pulita e poi è molto più allenato di me, ha vinto con merito. Il secondo posto è meglio del terzo, quindi bene così. Bene anche quello che ho potuto vedere, a cominciare dalla bontà dell’asfalto, per noi piloti è fondamentale la cura di questi particolari». Ovviamente ha parlato anche colui che ha completato il podio, il romano Mezzatesta: «La mia Focus ha fatto il suo dovere, anche se in una prova speciale ho perso inopinatamente una ventina di secondi per un equivoco con i cronometristi. Per il resto, bene, benissimo, bellissimo e con molta accoglienza di tutti voi pescaresi». L’organizzazione di Scuderia Essetech e Aci è stata quindi promossa a pieni voti, a detta dei piloti, che in fondo hanno sempre la parola più importante. Il pubblico era tanto sul percorso e anche al momento dell’arrivo in Piazza Salotto. Il patron Antonio Savini ha potuto concludere la serata sorridendo e pensando già all’edizione numero 25
Il Rally di Pescara va a De Dominicis Il pilota teramano si aggiudica la 24esima edizione della rassegna. È la sua terza volta. Un successo che “bissa” quello ottenuto nel recente Rally di Teramo
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classifica finale 1) De Dominicis-Daddoveri (Toyota Corolla Wrc) 25’41”; 2) Petrocco-Dalbard (Subaru Impreza Wrc) 25’59”; 3) Mezzatesta-Rossi (Ford Focus Wrc) 26’25”; 4) De Iuliis-Ottaviani (Ford Fiesta S2000) 26’57”; 5) Rovatti-Cheli (Peugeot 106 16v) 27’14”; 6) Dell’Elce-Franceschini (Renault Clio S1600) 27’45”; 7) Matteuci-Benedetti (Renault Clio) 28’16”; 8) Fiore-Raso (Renault Clio) 28’24”1; 9) Di ClementeDi Francesco (Renault Clio Williams) 28’24”6; 10) Luzzi-Mazzetti (Renault Clio S1600) 28’33”.
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COUNTRYMAN, LA MINI DIVENTA “MAXI”
È LA PIÙ GRANDE DELLA SUA STORIA, È IL SUO PRIMO MODELLO A 4 PORTE, È LA SUA PRIMA VERSIONE A TRAZIONE INTEGRALE. MA IL DIVERTIMENTO NELLA GUIDA E L’AGILITÀ DA GO-KART SONO QUELLI DI SEMPRE
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‘arrivo della Mini Countryman, la versione Suv della piccola inglese svelata al Salone di Ginevra, completa un percorso evolutivo che partendo da Mini e Mini Clubman ha visto nascere la Crossover Concept nel 2008 e la Beachcomber concept del 2009. La MINI Countryman, con le sue 4 porte e la possibilità di avere le 4 ruote motrici si propone quindi sul mercato sia come versione più pratica della Mini che come piccolo Suv con pretese da fuoristrada leggero. La Countryman è il primo modello Mini a 4 porte, nonché la Mini più grande della storia con oltre 4 metri di lunghezza (4,097 per la precisione). Il tutto mantenendo proporzioni e family feeling tipicamente Mini pur con una carrozzeria del tutto inedita a cominciare dal frontale, caratterizzato dalla
ZO
ORAZIONE CON AUTOABRUZ
» REDAZIONALE IN COLLAB
nuova griglia esagonale (con barre orizzontali cromate o in nero a seconda del modello) e i fari che si estendono sulle fiancate caratterizzate da finestratura alta ed estesa e sbalzi ridotti. Inoltre è la prima Mini a trazione integrale denominata Mini All4, sistema mutuato dall’xDrive di BMW che grazie a un controllo elettronico centrale trasferisce senza soluzione di continuità la coppia dalle ruote posteriori all’asse anteriore fino al 50 per cento in condizioni di fondo scivoloso. C’è, per fortuna, un aspetto che non cambia, ed è il divertimento nella guida. La Countryman sarà più grossa e imponente (il design, peraltro, ricalca felicemente gli stilemi del marchio), ma restano immutate l’agilità e quell’effetto go-kart che ha contribuito alle fortune della Mini. Qui c’è una visibilità panoramica, perché l’altezza da terra e quella della seduta sono maggiori, cui si aggiunge la possibilità di affrontare senza problemi anche un «fuoristrada» leggero con la All4. Questa nuova Mini sarà disponibile con 5 motorizzazioni, 3 benzina e 2 diesel e declinata in 2 versioni d’attacco One e 3 Cooper. La gamma partirà con la Mini One Countryman equipaggiata con il 1.6 da 98 CV e 153 Nm che promette un consumo di 5.9 l/km e 137 g/km di CO2. Accelera da 0 a 100 km/h in 12,7 secondi e raggiunge i 175 km/h. Sulla Cooper Countryman la potenza sale a 122 CV e la coppia a 160 Nm e dunque l’accelerazione migliora a 10,5 secondi e la velocità massima a 190 km/h, mentre consumi ed emissioni salgono a 6,1 l/100 km e 142 g/km. Sul fronte diesel si parte con la Mini One D Countryman da 112 CV e 270 Nm che assicura 180 km/h di velocità massima, accelerazione 0-100 km/h in 10,9 e consumi ridotti a 4,4 l/100 km con emissioni di CO2 di 116 g/km, le stesse prestazioni che vengono assicurate dalla MINI Cooper D Countryman. Grazie ad un passo di 2,59 metri la Mini Countryman può trasportare fino a 5 occupanti, anche se di base viene consegnata con i sedili posteriori sdoppiati. E’ però possibile avere senza costi aggiuntivi un divanetto posteriore a 3 posti, i cui schienali possono essere regolati in 3 posizioni. Lo si può far scorrere avanti e indietro per incrementare il bagagliaio che in posizione di partenza misura 350 litri e può salire fino 440 litri, mentre con lo schienale abbattuto arriva fino a 1170 litri. Anche il look dell’abitacolo, pur se con nuovi elementi, è nel tipico stile Mini conosciuto fino ad adesso, ma l’elemento che spicca è il binario centrale denominato Mini Center Rail sul quale si possono applicare accessori come portaoggetti di varia forma e dimensione. Mini Countryman, nuovo corpo ma stessa anima. Vieni a provarla presso la concessionaria Autoabruzzo di Pescara•
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ORAZIONE CON AGRIVERDE
» REDAZIONALE IN COLLAB
AGRIVERDE-FERRARI SULLA SCIA DELL’ECCELLENZA L’AZIENDA ORTONESE HA INIZIATO IL SUO “TOUR” MOTORISTICO IN COMPAGNIA DELLA FERRARI VERDE 599 HYBRID KERS: IN GERMANIA, LO SCORSO 22 LUGLIO, NEL PADDOCK DELLA “ROSSA” È STATO POSSIBILE DEGUSTARE I VINI BIOLOGICI PRODOTTI DALLA REALTÀ ABRUZZESE
P
er l’Europa è partita da Hockenheim, in Germania, lo scorso giovedì 22 luglio la degustazione dei vini biologici Agriverde nel paddock della scuderia Ferrari. A fare da cornice un’atmosfera emozionante: giornalisti, piloti, fotografi e curiosi appassionati non hanno certo perso l’occasione di apprezzare i “Vini superiori secondo natura” dell’ormai consolidata azienda ortonese. «L’esperienza di Hockenheim è tra le migliori ricompense possibili per tutto quello che l’azienda ha saputo fare in questi ultimi anni. - ha dichiarato Giannicola Di Carlo dell’azienda Agriverde - Aver focalizzato la nostra attenzione sulla ricerca, sul biologico, sulla qualità e soprattutto sul rispetto per l’ambiente ci ha consentito di esibire le nostre performance vitivinicole su palcoscenici importanti come quello della scuderia di Maranello». La realtà abruzzese continuerà dunque a seguire la Ferrari anche nei prossimi GP di Formula Uno e, per le variegate occasioni, verranno degustati i propri prestigiosi vini autoctoni dai marchi Plateo, Solarea, Riseis, Natum
e Zetis. Questi sono gli esclusivi e inconfondibili prodotti di Agriverde che riescono a divulgare in tutto il mondo la cultura del Terroir che fonde il concetto di clima, geologia, topografia e suolo. L’azienda Agriverde continuerà il suo percorso nell’eccellenza dell’innovazione, della ricerca e delle tradizioni etiche e culturali per la tutela dell’ambiente, del territorio e nel pieno rispetto del consumatore di questo terzo millennio•
Giannicola Di Carlo titolare dell’azienda Agriverde con i due piloti Ferrari Fernando Alonso e Felipe Massa in alto
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hanno collaborato
Giuseppe Mauro
Luigi Carunchio fisco | pag. 59
norme&leggi | pag. 70
È professore Ordinario di Politica Economica presso la facoltà di Economia dell’Università G.d’Annunzio di ChietiPescara. Ha seguito tutta la carriera accademica da borsista a assistente ordinario, a professore incaricato, a professore associato sino a professore ordinario. Ha insegnato Economia Monetaria e Creditizia, Economia Politica, Economia del Lavoro, Economia Industriale ed Internazionale presso le università LUISS di Roma, Teramo e Pescara. È stato Visiting Scholar presso l’Università di York (G.B.) e attualmente collabora con la London School of Economics. Attualmente ricopre la carica di presidente del Corso di Laurea in Economia e Commercio. È Membro della Società Italiana degli Economisti.
Socio fondatore dello studio “Valore” Professionisti Associati in Lanciano, struttura associata tra commercialisti che ha creduto nell’organizzazione dell’attività professionale in gruppo. Si occupa da sempre delle problematiche di categoria e per questo attualmente ricopre, tra le altre, la carica di presidente nazionale dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed esperti contabili, principale sindacato di riferimento dei commercialisti italiani. Presidente altresì della Fondazione Nazionale Centro Studi UNGDC il cui comitato scientifico è presieduto dal prof Lupi.
Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.
Massimiliano Palubaro mercati | pag. 55 Nasce a Pescara, sposato e due figlie. Dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio presso la facoltà di Economia dell’Università “G. d’Annunzio” di Pescara, svolge l’attività di promotore finanziario, dedicando, tuttavia, la maggior parte del suo tempo allo studio e all’analisi di strumenti derivati per la copertura dei rischi finanziari. Nel 2003 lascia il mondo della promozione, per dar vita, assieme a Roberto Diodati, ad uno dei primi Studi italiani di Consulenza Finanziaria Indipendente. Nel 2007 fonda, con Roberto Diodati e Giulio Caso, la CFI & Partnerns s.r.l. all’interno della quale si occupa di financial risk management.
Massimiliano Pian Antonio Teti ict | pag. 62 È responsabile del supporto tecnico informatico della Direzione Generale dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Laureato in Economia e Management delle Imprese, ha conseguito tre specializzazioni in Information Technology presso la ELEA Knowledge Integration. È Accademico Ordinario della Pontificia Accademia Tiberina, prestigioso Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori e Presidente Onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche (SISIT). Ha avuto incarichi di docenza in diverse università italiane e ha collaborato per attività di alta formazione con la facoltà di Informatica dell’Università Politecnica di Valencia e di Madrid.
Alfredo De Vincentis mercati | pag. 57 Nato nel 1970, è laureato in economia. Dopo anni di esperienza nel sistema bancario come promotore finanziario lavora come analista tecnico e trader dal 2005.
energia | pag. 73 È laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano nel 1989, ha lavorato per 20 anni in Accenture, società leader nei servizi di consulenza manageriale, tecnologica e organizzativa, ricoprendo il ruolo di Client Partner per importanti società multinazionali, nonchè di Responsabile della consulenza strategica in ambito “finance” per il settore dell’energia. Dottore Commercialista e Revisore Contabile dal 1992, è iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti di Pescara. Dalla metà del 2009 opera come libero professionista, collabora con lo studio N&CANicolini Commercialisti Associati, con particolare attenzione alla consulenza gestionale e strategica per le medie imprese.
Piero Carducci Simone D’Alessandro
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Filippo Paolini
nonsoloeconomia | pag. 19
creatività&innovazione | pag. 67 È scrittore, docente universitario, saggista e copywriter. Autore di opere di carattere scientifico. Dal 1997 è sceneggiatore di spot, cortometraggi e documentari. È Copywriter Senior presso CARSA Spa, agenzia leader nella comunicazione ambientale. Segue un dottorato di ricerca presso la facoltà di Scienze Sociali dell’Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti. Vincitore del premio nazionale di letteratura Parco Majella 2007, del premio letterario nazionale Alceste de Lollis e del premio Manzoni.
la terra di Piero | pag. 79 Economista e docente universitario, è specializzato in sviluppo territoriale e sistemi per il controllo di gestione. È stato direttore della scuola di formazione manageriale del Gruppo Telecom e presidente dell’Agenzia di sviluppo della Provincia di Potenza. Ha diretto la collana di management del ministero degli Interni. Attualmente è presidente dell’organismo di vigilanza delle Ferrovie regionali.
A R T E C U LT U R AC I N E M A L E T T ER AT U R A M U S I C A M O DAV I AG G I T U R I S M O G A S T R O N O M I A A R T I G I A N ATO
» a cura di Denia Di Giacomo
143TRAPARENTESI News in pillole
147USCITA DI SICUREZZA
Monaco di Baviera, armonia architettonica
151L’ALBERGO DEL MESE
Elodia nel parco, vivere l’Abruzzo
153ALKIMIE
Pane casereccio aquilano, sentori del passato
155PAPRIKA
Ristorante La Madonnina
157SALUS, IL CIBO PER VIVERE MEGLIO
Settembre, andiamo. è tempo di ...riparare!
159TRAINDEVIE
Ciak,si ricomincia!
161ARTE&CO./INCORNICE
I mille volti di Bruno Paglialonga
169ARTE&CO.
D’Annunzio diventa un festival
173ARTE&CO.
Quando l’architettura diventa arte
175ARTE&CO.
A spasso nel parco... con l’arte
183ARTE&CO.
Tutto fa impresa
185TEMPO RUBATO
165ARTE&CO.
Florilegio Tiflologico
L’arte di Vincenzo Balsamo 149ITINERARI D’ABRUZZO “Dentro la Terra”
170ARTE&CO. “Quando le stelle continuano a brillare”
178ARTE&CO. Un atelier per volare
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Aphrodite/Symphonicities
189VEZZI MODERNI
Nello shopper questo mese
181ARTE&CO. Il mondo non è mai stato così piccolo!
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traparentesi
AMBIENTE
INAUGURATA L’AREA MAR INA PROTETTA “TORRE D I CERRANO” È ufficialmente nata l’Ar ea Marina
Protet ta “Torre del Cerra state numerose le istituz no”. All’incontro di inaug ioni e le personalità inte urazione sono rvenute, tut te particola lezza del luogo e dal suo rmente colpite dalla be aspetto selvaggio e qu lasi incontaminato. L’Area del Cerrano” nasce pe Marina Protet ta “Torre r proteggere una delle aree più particolari e pre comprende una fascia ziose del litorale teram costiera di circa 7 Km, tra ano, la foce del Torrente Calva a Silvi. L’area protet ta si no a Pineto e P.zza dei Pin estende per circa 37 Km i quadrati suddivisi in 3 dif e tutela di un tratto di ma ferenti zone di protezion re unico in Abruzzo, pe ambiente dunale presso e rch é è un o de ché intatto. Inoltre in qu i pochi rimasti dove si pu esta stessa area, a pochi ò trovare un dell’antico porto di Atri, chilometri dalla costa, son elementi di grande inte o sommersi i resti resse archeologico ancor a oggetto di studio e val utazioni.
AMBIENTE
TROPPE CASE SULLE NOSTRE COSTE! La regione verde d’Europa è un caso emblematico anche per il consumo del suolo. È questo ciò che emerge nel dossier “Un’altra casa” e in particolare nel paragrafo dedicato alla nostra regione. «Perché - continua il dossier - se i dati relativi al consumo di suolo nella regione parlano di una superficie artificiale, edilizia residenziale, commerciale ed industriale, pari a circa il 3,4% dell’intera superficie, nella realtà lo stravolgimento del paesaggio costiero realizzato dall’urbanizzazione ha creato una vera e propria barriera tra la Regione e il mare Adriatico. Apparentemente un dato basso, ma legato alla presenza dei massicci montuosi che rappresentano il 65,1% della regione, mentre le aree di pianura, quelle più adatte alle costruzioni, sono appena l’1%!». Inoltre, solo 10 anni fa, secondo i dati di ISPRA, le aree artificiali abruzzesi erano il 2,49%, con un incremento in valori assoluti al 2006 di oltre 7 km², arrivando così al 2,56% della superficie totale. «Se si vuole uscire dalla crisi economica, bisogna mettere in campo nuove idee e politiche per i centri urbani – commenta Luzio Nelli, della segreteria regionale di Legambiente Abruzzo – e sostituire al modello di sviluppo centrato sul mattone, che caratterizza l’Italia, un altro più moderno e attento all’innovazione energetica e tecnologica, che abbia al centro il recupero del patrimonio edilizio, fermi il consumo di suolo e dia risposta alla domanda abitativa».
MOSTRE
IL FUTURISMO IN MOSTRA A AL COLONNA DI PESCAR terà le
Pescara ospi opere dei più importanti artisti che hanno fatto la storia del Futurismo. Nomi come Balla, Boccioni, Carrà, Severini e molti altri nto Futurista, illustri rappresentanti del movime mostra interuna di nisti ago saranno infatti i prot ria Colonna Vitto eo Mus al terrà si nazionale che . “Futurisimo di Pescara, fino a 7 novembre pros o deltitol il è sto que smo: dinamismo e colore”, re, inolt isti, prev sono le qua la mostra durante la spetze, eren conf e com li tera colla ità eventi e attiv che con prepatacoli, dibattiti e serate gastronomi . Il Futurismo, rista futu razioni ispirate al movimento progresso del a ond sull’ ue è bene ricordarlo, nacq in un pedi quin , ‘900 del i ann i prim tecnologico dei di vista to pun riodo di grandi cambiamenti sia dal il XX per nto, ime mov culturale che sociale, questo fondi gio sag pas di fase una secolo, rappresentò . La vista di to pun i ogn da nza, orta damentale imp staè ara, Pesc mostra, promossa dal Comune di e Arte iero Rizz con e ta realizzata in collaborazion dei uno ato ider cons , iero Scud curata da Maurizio massimi esperti italiani sul tema.
EVENTI
NI PREMIO SULMONA, QUASI 40 AN la XXXVII edizione del di Santa Chiara a Sulmona ospiterà
astero Dal 4 settembre al 3 ottobre l’ex mon io”, presieduto dal pittore Giuzato dal Circolo d’Ar te “Il Quadriv aniz Org . ona Sulm io Prem so prestigio zzi, segretario generale del Premio. zazione con l’artista Gaetano Pallo liano Presutti, che ne cura l’organiz alla cancellazione dei premi e alla i tagli economici, che hanno portato Questa nota rassegna, nonostante ata all’insegna dell’amore per nizz orga storico, è stata comunque stro mae un ad ggio oma sala re nominata anche una Commissione soppressione della enza degli artisti invitati. E’ stata inolt pres nte lifica qua a , Dino nari ordi stra della l’arte e o Fabrizio Carli, Giorgio Di Genova di presidente, Ivo Bonitatibus, Carl lità etaqua in segr , rbi ozzi Sga Pall rio tano Vitto Gae da: a ori, compost cio Trombad Simongini, Chiara Strozzieri, Duc le opere tutte errà cont che me volu un Pasquali, Giorgio Seveso, Gabriele di e zion ioni la rassegna prevede la pubblica rio. Come anche nelle passate ediz . ione miss Com della iosi stud e i esposte con testi scrit ti dai critic
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traparentesi CONCORSO FOTOGRAFICO
LE FOTO DI CLEVES
zione “L’idea dal terremoto del 6 Aprile, l’associa Dopo la triste sospensione causata umi e colori prof oni, “Su co grafi foto tra-concorso di Cleves” ha riorganizzato la mos amanti della fotoione. Il concorso è aperto a tutti gli della Natura”, per la sua terza ediz alla fotografia icata ti ed è diviso in tre sezioni: una ded grafia, sia amatori che professionis naturalistizze belle alle icata ica bracketing e una ded tradizionale, una dedicata alla tecn e non oltre o entr ndo invia orso conc al are ibile partecip che della Regione Abruzzo. È poss ificate nel bando di grafie secondo le indicazioni spec foto rie prop le il 15 Novembre 2010 pilando il form on com are con massimo tre fotografie gara. Ogni fotografo può partecip ificato nel bando. spec zo diriz all’in e inviando poi i propri scat ti ione ciaz asso dell’ sito sul ile onib line disp dini dei paesi considerati in via di 10 euro, ma è gratuita per tutti i citta L’iscrizione al concorso ha un costo es.it. di sviluppo. Info e bando: www.clev
CULTURA
A TORNARECCIO UN MUSEO ARCHEOLOGICO SULL A CIVILTÀ DI MONTE PALL ANO A Tornareccio, nei locali sotto il Belvedere è sorto un nuovo centro museale, nel quale sono stati raccolti i resti della civiltà millenar ia che viveva nel comprensorio attorno a Monte Pallano, laddove ora sorge Tornareccio. I resti di questo vero e proprio tesoro archeologico compre ndenti sei tombe e ricchi ornamenti in bronzo, provengono dalla necropoli di via De Gasperi. L’inaugurazione è avvenuta lo scorso 31 luglio con una conferen za dal titolo “Storie attorno a Monte Pallano”, presso il centro museale , alla quale hanno partecipato, il sindaco Nicola Pallante, il soprintendente Andrea Pessina e l’archeologa Amalia Faustoferri oltre agli archeologi Davide Aquilano, Paola Riccitelli e Marlene Suano, che hanno fatto parte dello staff che ha coordinato gli scavi e che ha realizzato l’interessante esposizione. «La zona attraversata dall’attuale via De Gasperi – ha spiegato Amalia Faustoferri - ospitava una necropoli di età arcaica (fine VII-VI sec. a.C.) ormai quasi completamente distrutta da uno sviluppo urbanistico incontrollato…». Il sindaco ha sottolineato che «Numerose sono state le scoperte ed i ritrovamenti avvenuti a Tornareccio e a Monte Pallano – spiega il sindaco Nicola Pallante -, non solo grazie alla Soprintendenza, ma anche per il lavoro realizzato sin dal 1994 da archeologi e studenti provenienti dalle università di Oberlin, negli Stati Uniti, e Oxford, in Inghilterra: alcuni reperti, particolarmente significativi, sono oggetto di questa presentazione al pubblico, e sono quelli rinvenuti dalla Soprintendenza nella necropoli di via De Gasperi. Era doveroso da parte nostra consentire ai tornarecciani di ammirare questi “tesori”, poterne apprezzare la bellezza e la particolarità, e comprendere la storia delle donne e degli uomini che oltre duemila anni fa vissero nel nostro territorio, lasciandoci una testimonianza imponente della loro vicenda umana» .
EVENTI E FOLCLORE
LA CORSA DEGLI ZINGARI
con sempre maggiore A Pacentro, ogni prima domenica dell’anno un evento si ripete di Loreto, a cui è dea Madonn della onore partecipazione: la “Corsa degli Zingari”. In nudi, si sfidano in piedi a posto, del giovani i urbane, mura le entro dicata una piccola chiesa dalla montagna via via do una caratteristica corsa a partire da un costone roccioso, scenden del paese, fino strade le lungo ire prosegu per o per poi arrivare al torrente Vella, poi risalgon e corpo. spirito per riposo del to agogna tanto luogo a, Madonn della a raggiungere l’altare in tempo remoto, tempo un di simbolo o il Con i piedi feriti dai rovi e dalle rocce questi coraggiosi ragazzi diventan la realtà In scarpe. le no nemme re possede non da povere e cui gli zingari erano identificati come persone talment fino al XV secolo come mezzo di selezione e tradizione orale di Pacentro vuole che questa corsa venisse utilizzata il “Palio”, che già dalle prime ore del mattino arruolamento per le milizie dei feudatari. Il vincitore della gara ottiene facciata della chiesa. Il Palio consiste in un sulla aprono si che è esposto, sospeso ad una canna, dalle finestre ambito nel Medioevo, e che oggi esprime taglio di stoffa di lana per confezionare un abito maschile, premio molto www.comunedipacentro.it solo una funzione simbolica. Info: Comune di Pacentro Tel. 0864-41114
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GLI ARROSTICINI R PE LE NA IO AZ RN TE IN SO ES CC SU NUOVO no Jody Scheckter, vincitore di 10
ENOGASTRONOMIA
il grande pilota sudafrica Probabilmente in pochi ricorderanno ri. Questo spor tivo do di Formula 1 nel 1979 con la Ferra mon Gran Premi, che fu campione del rstoke Park Farm Lave nda l’azie iede poss e itore agricolo sudafricano è oggi un noto imprend a mondiale del egn rass nella sua azienda si organizza la ggi noti. Anin Inghilterra. Ogni anno, a luglio, ona pers i eros num e issime persone e anch barbecue alla quale partecipano molt nti concorre selezionati, ta nel suo grande clima di festa e che quest’anno la rassegna si è svol sui carboni. L’Italia cotto no presentato le loro ricette di cibo provenienti da tutto il mondo, han giuria di esperti Una i. zzes abru i sticin successo, dagli arro è stata rappresentata, con notevole Seasons Hotel), r (Fou chef Iberica ristoranti) Cyrille Pannier fra i quali Santiago Guererro (Head presentati. Tutti ti piat i icato giud Nigel Barden della BBC, ha Scheckter. Il Ainsely Harriott (il Vissani inglese) e Jody di ria fatto ensa imm nella giche prodotte di pubblii cuochi hanno utilizzato le carni biolo esso succ e gior ara ha ottenuto il mag Vitileia e Fernando Rampa da Pesc lino Nico da o post com no er) Italia eckt team rriott e J.Sch (Nella foto N.Vitileia, F.Rampa, A.Ha co ed il secondo premio della giuria.
FESTE
IL SETTEMBRE LANCIANESE
ENOGASTRONOMIA
I FORMAGGI NOST ANI CONQUISTANO L’AMRER IC
A
Parco Produce, consor zio costituito nel 1996 per offrire le produzioni BIOLOGICHE dei propri associati, che si compo ne di sette aziende agricole rica denti nel comprensorio montano all’interno del Parco Nazionale de lla Majella e del Parco Nazionale D’Abruzzo, è stato il pro tagonista di ottimi riscon tri in America. Prima i suoi forma ggi sono stati osannati da Chris Cosentino, lo chef del rist orante “Incanto” di San Francisco, noto al grande pubblico per le molte apparizion i in trasmissioni televisive dedicate alla cucina in tutti gli Sta ti Uniti, poi la prestigiosa rivista “Cu lture – Word on Chee se”, un quadrimestrale molto noto ai cultori del forma ggio, ha voluto riservare ai forma ggi della Valle del Sagit tario la sua preziosa copertina . E così anche il popolo d’o ltreoaceano ha potuto conoscere non solo lo straordinario sapore e qualità di questi prodo tti di casa nostra, ma an che le modalità della loro produzio ne, estremamente risp ettosa del territorio e delle tradizion i, con tutto il loro baga glio di conoscenze e di valori. Per info ww w.culturecheese mag.com.
dal 1833, A Lanciano, ogni 15 settembre, sin e della zion rona inco dell’ feste si svolgono le città, che della ona patr e, Pont del a onn Mad bella città animano, notte e giorno, tutta la ininterrotti, avan o vann feste le i frentana. Ogg concerti, tra e, tamente, dal 13 al 16 settembr ppo, galo al e cors cio, spettacoli, fuochi artifi usepp Ma . iche orist folcl e iose relig cerimonie ine culm il o sian e re le feste dell’Incoronazion ianese è di tutto, in generale il settembre lanc per tutta one regi la tutta in oso fam o ntat dive sin da ano inizi che ni una serie di manifestazio Giodel Fiera La con incia com Si fine agosto. one cazi rievo cattolo il 31 agosto, con la nota a enic dom ma l’ulti to iura storica del Mastrog la tracon poi e egu pros si e e mes so dello stes mbre, per dizionale sfilata dei Donativi l’8 sette ufficiale rtura ape a ssim ttesi poi giungere all’a fuochi picon e, mbr sette 14 no gior il feste delle ensione rotecnici alle 4 del mattino e con l’acc . delle parature rappresenti Seppure per qualcuno settembre mese clou, un è iano Lanc a la fine dell’estate, ra di feosfe atm bella la e ento rtim dive dove il far rimnon e e glier sta, possono ancora acco o. end fugg sta che piangere l’estate
SOLIDARIETÀ
FARNESE BRINDA PER LA SOLIDARIET À La storica
azienda vinicola Farnese, anche que st’anno, come oramai di consueto, ha organizzato nella splendida terrazza del Castello Caldora ad Ortona, sede prin cipale del gruppo, una cena di beneficienza. I fond i raccolti sono stati destinati alla missione dei Frati Minori Conventuali in Burkina Faso . Presenti, oltre a tutto il managemen t guidato dal presidente Camillo De Iuliis e dal dire ttore commerciale Valentino Sciotti, anche personaggi provenienti dal mondo della politica, dello spor t e dello spettacolo. Tra que sti: Nazario Pagano, Fabrizio Di Stefano, Filippo Pao lini, Danilo Di Luca e Piero Mazzocc hetti. Una cena a base di tipicità abruzzesi accompa gnate ovviamente dall’ottimo vino targ ato Farnese.
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uscita di sicure
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Monaco di Baviera, armonia architettonica
onaco di Baviera, capoluogo dell’omonima regione, sorge sulle rive del fiume Isar, con i suoi circa 1.300.000 abitanti è una delle città più grandi della Germania e viene considerata tra i centri culturali più vivaci di tut- to il Paese, grazie alle sue numerose chiese, musei e palazzi. Monaco dopo la Seconda Guerra Mondiale iniziò ad arricchire il suo patrimonio storico ricostruendo luoghi di culto, castelli e lussuose residenze cittadine. Anni dopo spuntarono nuovi capolavori dell’architettura nella zona periferica: il bellissimo Olympiapark (Parco Olimpico realizzato in occasione delle Olimpiadi del 1972), la cui copertura a forma di vela è diventata un simbolo, e l’imponente Olympiaturm (torre televisiva panoramica di 290 metri).
Nel 2005 ci fu un dibattito pubblico sull’opportunità di costruire grattacieli in città; entrarono in gioco le torri sacre. Si decise di non sviluppare edifici di altezza superiore a 99m, perché nessun immobile può svettare al di sopra delle due torri, coronate da cupole semitonde in ottone, del Frauenkirche (Duomo di Nostra Signora). È la costruzione più famosa del centro città, al suo ingresso si trova la cosiddetta teufelstritt (impronta del diavolo). La leggenda racconta che il diavolo sarebbe entrato nella chiesa nottetempo per verificare aspetti architettonici. Monaco di Baviera, mix di storia e modernità, offre molto al di là della sua architettura, vanta una vita notturna che nulla ha da invidiare alle grandi metropoli. Ai turisti risulterà difficile credere che fino a pochissimo tempo fa il regolamento sull’orario di chiusura degli esercizi era rigoroso: serrande abbassate all’1.00 a.m.
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un motivo in più_ C’è l’Oktoberfest! È l’appuntamento più atteso. Tra la fine di settembre ed i primi di ottobre, per due settimane e tre weekend, milioni di persone affollano la città a caccia di ebbrezza, nel senso letterale del termine. La Baviera, si dice, ha la migliore birra al mondo, dal XVI secolo esistono regolamenti per la produzione e il mantenimento dello standard qualitativo della birra. Una delle leggi più antiche in materia riguarda i “Requisiti di purezza bavarese”: «Solo acqua, luppolo e orzo devono essere utilizzati». Per appurare la bontà della birra bavarese basta recarsi in uno dei principali tendoni tipici dell’Oktoberfest, corrispondono alle 6 marche di birra tedesca più famose. Oltre alla birra, c’è musica folk, piatti genuini e tanto divertimento.
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I nostri più affezionati clienti.
La prima azienda mangimistica italiana con sistemi certificati di gestione per la qualità e per l’ambiente. Dal 1981 la SAGeM produce e fornisce mangime di prima qualità per i propri clienti, senza trascurare le necessarie garanzie per i nostri produttori. Il ciclo di produzione, denominato Natura Ciclo Completo, avviene con un controllo attento e costante delle fasi di semina e raccolto. Qualità e rispetto dei naturali processi di nutrimento sono i principi che guidano il nostro lavoro. L’accurata selezione delle materie prime rende il nostro mangime di qualità superiore.
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itinerari d’Abru
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» di Alessandra Vallera
“Dentro la Terra”
el cuore della Valle Peligna, in provincia de L’Aquila, sorge Pratola Peligna, una cittadina di circa ottomila abitanti, che ha dato i natali all’illustre Antonio De Nino, grande studioso della seconda metà XIX secolo, e all’artista Amedeo Tedeschi, allievo del pittore Teofilo Patini che ha dato il suo originale contributo alla Storia dell’Arte dell’Ottocento. Ricca di numerose meraviglie Un piccolo paese custode di un antico culto, nascoste, Pratola Peligna è conosciuta in quasi tutto l’Abruzzo un museo dedicato alla civiltà contadina per la grande fede che i cittadini ripongono nella Madonna e un paesaggio naturalistico di grande bellezza, della Libera, un culto che ogni anno si rinnova e culmina tutto questo e tanto altro è Pratola Peligna con grandiosi festeggiamenti nelle prime due settimane di maggio, giorni che richiamano molti turisti e fedeli. Scenario indiscusso del culto è il Santuario di Maria SS. della Libera, due passi dal grande Santuario, è di epoca medioevale ed al una struttura che noterete appena giunti sul posto, imponente suo centro è posta la piazzetta di San Pietro Celestino su cui ed elegante. Questo Santuario è stato fortemente danneggiato affacciano le chiese della Santissima Trinità e di San Pietro dal sisma del 6 aprile dello scorso anno, infatti, grosse creCelestino, decorate da bellissimi e antichi portali risalenti al pe si sono aperte sulle navate causando danni notevoli e la XVI ed al XVIII secolo. Davvero poco distanti da questo borgo, chiusura dello stesso. Solo nel maggio scorso è stato in parte chiamato dagli abitanti “dentro la terra”, sorgono le due sugriaperto al pubblico dopo essere stato messo in sicurezza, gestive chiesette della Madonna della Pietà e della Madonna tra la gioia e la commozione dell’intera cittadinanza. La storia delle Grazie, risalenti entrambe al XVI secolo, e la chiesa di artistica custodita al suo interno è davvero San Rocco, probabilmente originaria del XVI Un momento della processione dedi- secolo. Nel 2006 alla graziosa cittadina di notevole, basti ricordare che, sulle volte di cata alla Madonna della Libera questo Santuario, l’artista Amedeo Tedeschi Pratola Peligna è stata conferita la medaglia realizzò, all’età di trent’anni, le prime impordi bronzo al valor civile dal presidente deltanti opere di committenza pubblica sotto la la Repubblica Carlo Azeglio Ciampi poiché guida esperta del maestro Patini. Di queste essa fu un centro strategicamente importantempere su muro meritano particolare attente durante l’ultimo conflitto mondiale, fu sotzione L’Annunciazione del 1908, L’Assunta toposta a continui e violenti bombardamenti realizzata tra il 1905 e il 1906, L’Assunta che provocarono numerose vittime civili e del 1908, Compianto ai piedi della croce del la distruzione del patrimonio industriale. La 1908, SS. Trinità del 1908. Al suo interno popolazione, costretta a rifugiarsi nella camè custodito anche l’antico affresco della Mapagna circostante, contribuì alla guerra di lidonna della Libera, ritenuto miracoloso, e la berazione con la costituzione dei primi nuclei statua della Vergine venerata dai pratolani. partigiani, subendo una feroce rappresaglia La parte più antica di Pratola Peligna, a solo da parte dell’esercito tedesco…”
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un motivo in più_ Il Museo della Civiltà Contadina Nell’antico mulino dei Celestini di Pratola Peligna è allestito il Museo della Civiltà Contadina, un caratteristico museo che raccoglie più di seicento attrezzature originali utilizzate dai contadini peligni fin dai secoli scorsi. Quest’edificio è stato costruito intorno al 1400 per conto dell’Ordine dei Celestini, il cui potere in paese è stato attestato dal 1294 al 1807, restaurato nel 1636 e fu operante fino alla metà degli anni ’50 dello scorso secolo. Il Museo è allestito su due piani, seguendo il criterio di raccogliere su un piano tutte le attrezzature da lavoro e sul piano superiore di ricostruire una tipica abitazione del tempo, dove è possibile osservare tutti gli oggetti presenti nelle attività quotidiane della famiglia. Tra i due piani è stata ricostruita un’aula scolastica risalente agli anni ’50, in cui è possibile ammirare i banchi a due posti, i calamai ed i pennini a inchiostro, un quaderno che custodisce i pensieri di una bimba del tempo e una stufa di terracotta. Il Museo della Civiltà Contadina è aperto su prenotazione telefonando allo 0864.274743 – 340.2966309.
» foto concesse dalla Pro-loco di Pratola Peligna
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Imbottigliamo la natura.
Questa è la storia di un Lui e una Lei. Lui è un idealista, innamorato a tal punto di lei da assecondare ogni suo capriccio. Lei detta le regole: vuole andare in collina, mentre gli altri vanno al mare; vuole vento e passione mentre gli altri dormono; ma soprattutto vuole cure e attenzioni solo da lui. Lui è Franco D’Eusanio, ideatore di vini. E lei? È la natura, ovviamente.
Vini Chiusa Grande: alla natura si comanda solo ubbidendole.
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L’interno del ristorante Elodia
l’albergo del mese » a cura della redazione
lax. La prima colazione, un vero rito propiziatorio per iniziare bene la giornata, viene servita tra pareti di vetro e propone i migliori prodotti tipici dell’Abruzzo aquilano. Dieci camere dotate di tutti i confort, arredate con gusto moderno e complementi dal design studiato in funzione di una piena vivibilità,
Elodia nel parco, vivere l’Abruzzo I membri della famiglia Moscardi, proprietari e gestori del Relais Elodia nel Parco
Una struttura nuova e molto curata, nel cuore della montagna, dove il relax non si cerca ma si respira a pieni polmoni e la buona cucina è all’ordine del giorno atura, relax, lunghe passeggiate e la scoperta di uno dei posti più belli d’Italia. Tutto questo e tanto altro ancora può regalare un soggiorno presso il relais Elodia nel Parco. Elodia nel Parco si trova in un piccolo centro abbarbicato alla montagna, Camarda, una frazione dell’Aquila, sulla Statale che conduce al Gran Sasso, è un posto dove alla semplicità dei valori, dell’ambiente che ci circonda e della serenità che si respira, si aggiunge quel tocco di sobria raffinatezza, di confort e di eleganza che assolutamente ben si adattano ad un soggiorno ispirato alla voglia di coccolarsi. Ampie vetrate lasciano che il paesaggio e la luce circostante siano costantemente lo scenario in cui trascorrere preziosi momenti di re-
tutte dotate di Tv al plasma, connessioni Internet, telefono e frigobar e caldamente rivestite di parquet naturale. Quattro le splendide“suite”: Ravioli con succo di patate allo zafferano tre con doccia idromassage crema di baccalà gio di ultima generazione e una, più grande delle altre, con vasca idromassaggio Jacuzzi. Ogni camera espone l’opera di un differente artista aquilano, grazie ad un progetto denominato “l’Arte dell’Ospitalità“, cui il relais Elodia ha partecipato con convinzione, confermando l’amore per il proprio territorio. A soli 15 minuti di macchina si raggiunge la città dell’Aquila e vengono organizzate escursioni sul Gran Sasso e nel territorio del Parco con itinerari enogastronomici appositamente studiati, tra aziende vitivinicole, laboratori artigiani, allevamenti e ristoranti di rinomata qualità. Inoltre, è in previsione la realizzazione di un centro benessere, per un soggiorno ancora più salutare. Nella struttura Elodia nel Parco si può anche gustare l’ottima cucina del ristorante Elodia, uno dei più rinomati d’Abruzzo, dove le tradizionali materie prime del nostro territorio, le più tipiche, si accompagnano ad un estro e una delicatezza degli accostamenti di grande particolarità. Inoltre, altra proposta tutta da provare, al relais Elodia nel Parco è collegata anche l’Osteria Moderna Aromi, con proposte più tradizionali ma sempre di qualità, due facce della stessa cucina. Piatti della memoria, che arrivano al cuore con i loro profumi e sapori, modernamente interpretati, ma sempre sorretti dalla stessa autenticità
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dove_ L’Aquila, Via Valle Perchiana fraz. Camarda info_ tel. 0862. 606830 categoria_ web_ www.elodia.it
» foto concesse da Relais Elodia nel Parco
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alkimie » di Nicola Boschetti
er avvalersi della dicitura “PANE CASERECCIO AQUILANO” bisogna rispettare una sorta di disciplinare che comprende tutto il territorio aquilano. Ing r e die nti s p e c i f ic i come: farina 00, farina integrale, lievito naturale, sale alimentare e acqua, senza aggiunte di Gli ingredienti più semplici al mondo e pochi piccoli segreti per creare additivi o prodotti chimici. L’aspetto, l’alimento più antico del mondo, il pane. Ma quello casereccio aquilano a cottura ultimata, ha un sapore inconfondibile deve corrispondere a caratteristiche ben conosciute ovvero una crosta color marrone dorato, spessa circa 5 mm, croccantezza e fragranza indispensabili, mollica Montepulciano D’Abruzzo 2006 compatta, scura e dal profumo appetitoso e poi il mantenimento di una buona umidità, secondo criteri stabiDopo un periodo fatto di annate più o meno felici, liti. Il sapore è ben riconoscibile, tipico, leggermente il TONÌ 2006 torna ad essere un cavallo di razza, sapido. Il suo peso, per essere immesso al consumo, per palati esigenti. Colore rosso rubino spesso, si aggira in filoni da 1,5 kg, e non va assolutamente che quasi intimorisce, denso nel bicchiere, quasi imballato in plastiche, o sottovuoto, in modo da non a farci intendere che acquistarlo ora e poi custodirlo gelosamente per 4/5 anni sia una mossa alterarne le caratteristiche originali. Gli ingredienti sono saggia. Al naso fanno impazzire le sensazioni di molto semplici: lievito madre naturale (rinfrescato tutti ribes nero, rosa appassita, tartufo, pepe e liquii giorni), solo lieviti autoctoni, ottenuti in precedenza, rizia, che ben coprono una leggera prepotenza farina 00, acqua a temperatura ambiente, e dopo aver olfattiva dovuta alla gradazione (14). Bella la perimpastato il tutto, si lascia riposare per dodici ore a temsistenza. Finalmente si assaggia, e ci conferma peratura ambiente, e successivamente viene aggiunta tutta la sua potenza e irruenza giovanile. Tannini la farina integrale, sale, acqua e si lascia “ricrescere”. che riempiono la bocca, corpo e calore la fanno Solo dopo che il mastro fornaio avrà valutato l’impasto, da padrone, ma una buona acidità lo rende absi procede alla formazione delle pagnotte che verranno bastanza piacevole, nonostante sia ancora in fasuccessivamente cotte in forni tradizionali alla temperasce. Io lo conservo a lungo, anche per vedere cosa tura di 250 gradi per circa 2 ore. Le fasi di lievitazioni ha creato alla lunga il buon Luigi, in un annata piccola per molti. Ma lui ci ha abituato alle sfide, e e di cottura sono i segreti fondamentali che consentono noi lo rispettiamo per questo. Ottimo con agnelli e al pane casereccio di essere consumato anche dopo montoni al forno. Prezzo indicativo: 26 euro una settimana. Una caratteristica importante oggi, ma di vitale rilevanza nel passato, che permetteva di evitare info_ Azienda Agricola Cataldi Madonna, Localita’ sprechi eccessivi di legna famiglie, e liberava anche Piano Ofena (AQ) Tel. 0862.954252 le famiglie dal peso delle tasse per l’uso dei forni (il Visite su prenotazione (Anna Pacione) - Vendita focatico) diretta cataldimadonna@virgilio.it
Pane casereccio aquilano, sentori del passato Tonì
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paprika » a cura della redazione
el cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, emerge un piccolo borgo medievale che conserva intatte le caratteristiche e la fisionomia tipica delle comunità pastorali d’altura: Opi, appartenente al club de “I Borghi più Belli d’Italia”. Opi sorge su uno sperone roccioso circondato da suggestive vallate e faggete che regalano un panorama rilassante e incantato. Il visitatore è sin da subito accolto in un’atmosfera rilassante e ospitale, in questo piccolo borgo ben curato e immerso in un verde e rigoglioso contesto. Ai piedi della collina di Opi è situato il Ristorante La Madonnina. Un esempio di arte culinaria, di memoria tramandata di madre in figlia, dalla signora Francesca alla figlia Piera, antichi sapori e squisite prelibatezze della cucina abruzzese, frutto di tradizioni e di piccoli segreti custoditi gelosamente. In particolare è possibile gustare le ricottine fresche di pecora su taglieri di salumi locali e succulenti fegatini uniti a dell’ottimo pecorino stagionato. Tra i primi piatti gli ottimi ravioloni di ricotta di pecora in burro e salvia, i carrati con gli orapi (spinaci selvatici di montagna) e le paste lunghe fatte a mano con tartufi e porcini, senza tuttavia dimenticare le minestre con farro e fagioli. Spiccano infine le carni di agnello e vitello alla brace cucinate appunto sul camino che allieta la sala posta al primo piano, e le casseruole di coniglio con patate e naturalmente gli arrosticini. Non mancano i dolci, piccole raffinatezze che sapranno conquistarvi, con la crema o con le mandorle, da accompagnare con un ottima genziana fatta in casa. Pietanze davvero squisite per accompagnare la salubre aria di montagna che rinfresca Opi, il tutto bagnato da una discreta scelta di vini locali che sanno ben valorizzare i sapori della Madonnina. Locale garbato, dall’eleganza sobria ed accogliente, il ristorante La Madonnina è situato a due passi dal Valico di Forca d’Acero, in un contesto totalmente inserito nel verde da dove si gode della splendida vista di Monte Marsicano e di Monte Amaro e dal quale si diramano i numerosi sentieri per le valli e le riserve del parco. L’ambiente caldo, rustico e conviviale, dalle piacevoli salette con pareti in sasso a vista, dove il sorriso è sempre presente e la tranquillità permea l’atmosfera, vi conquisteranno. Un luogo da visitare, perché la semplicità e la genuinità sono le uniche vere pretese
Ristorante La Madonnina Opi, uno de “I Borghi più Belli d’Italia”, ospita un piccolo locale dove la tranquillità regna sovrana. Cucina tradizionale, ottimi vini e splendida accoglienza. Un luogo per lo spirito e la gola L’esterno e la calda saletta del ristorante La Madonnina
info_ Ristorante La Madonnina, Strada Statale 83 67030 Opi (AQ) Tel. (+39) 0863912714
» foto concesse dal ristorante “La Madonnina”
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Spesso la vita frenetica e il lavoro sedentario ci inducono verso un’alimentazione del tutto sbagliata, frettolosa e non corretta per il nostro corpo. Seguendo la giornata tipo di un manager, ecco alcuni consigli di un esperto nutrizionista
salus, il cibo per vivere meglio » di Pietro Campanaro
Settembre, andiamo. È tempo di ...riparare! Con la fine del periodo più caldo e delle ferie, spesso ci si accorge di essere fisicamente molto stanchi e non in ottima forma. Ecco piccoli consigli per ripartire con più grinta
iciamoci la verità, chi durante la stagione estiva non si è fatto tentare da qualche prelibatezza di troppo o durante le vacanze non si è lasciato andare a qualche eccesso? Ed è giusto che sia così altrimenti che estate sarebbe! Inoltre spesso dopo un periodo “vivace e rigenerante” come quello dell’estate si arriva a settembre spossati e stanchi peggio di come si stava prima dell’inizio della bella stagione. Ciò è dovuto al fatto che le richieste di energia, liquidi e minerali durante il periodo di maggior caldo sono aumentate e generalmente i tempi di riposo e ristoro per il corpo sono diminuiti, in poche parole il corpo si stressa per cui appena i ritmi tornano normali e la temperatura rinfresca si paga il conto di quello che si è speso. Allora è tempo di tornare ad una alimentazione più giusta per il corpo, che lo prepari ad affrontare nella maniera migliore l’imminente stagione autunnale restituendogli tutto quello di cui ha bisogno per ripartire correttamente. E’ importante reidratarci e rimineralizzarci con un recupero di vegetali e frutta ricchi di vitamine A e C, magnesio e potassio in particolare per aiutare a riparare la pelle dagli stress dovuti all’intensa luce solare e all’aria più secca; pomodori, carote, cetrioli, peperoni, insalate miste, cocomeri, meloni, pesche e similari sono ancora abbondantemente reperibili per cui non dovrebbero mai mancare durante i pasti principali. Qualche eccesso estivo ha potuto portare ad “ingolfare” mag-
giormente il fegato, organo di fondamentale importanza per la metabolizzazione degli alimenti e allora pasti più leggeri e un po’ più di attenzione alle quantità dei secondi ricchi di proteine e grassi che hanno un notevole potere ingolfante, sicuramente aiuteranno il fegato a tornare ad una funzionalità ottimale. Utile anche il consumo di vegetali amarognoli come cicoria, radicchio e similari (e a coloro che gradiscono di cipolla cruda) che favoriscono una maggiore produzione di bile da parte del fegato aiutandolo a ripulirsi, in alternativa l’utilizzo di integratori alimentari a base di estratti di cardo mariano o tarassaco producono lo stesso effetto. A settembre le giornate si accorciano e il nostro organismo spesso ha qualche difficoltà a rientrare nei ritmi sonno veglia tipicamente autunnali o invernali, il ricordo delle lunghe giornate di sole è ancora troppo vicino e talvolta diventa difficile prendere sonno la notte o ci si sveglia prematuramente al mattino, inoltre di frequente viene a mancare quella sensazione di dolce serale che poteva essere un gelato o una bella fetta di anguria o una coppa di macedonia. Causa di ciò è la carenza di melatonina, una sostanza che il cervello sintetizza per favorire il sonno, che può essere stimolata nella produzione assumendo nel corso della serata piccoli quantitativi di cioccolato fondente (circa 10gr) da sciogliere lentamente in bocca, che apportano buoni quantitativi di magnesio e triptofano, sostanze importantissime per la produzione della melatonina stessa, e poche calorie (circa 50-60). Settembre, andiamo. È tempo di... riparare, ma non è poi così difficile!
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info_ Dr. Pietro Campanaro _ Medico-Chirurgo Nutrizionista,
Specialista in Scienze dell’Alimentazione, Fitoterapeuta – Giulianova – Teramo – Ascoli Piceno - San Benedetto del Tronto Web: www.fitomedicina.it - E-mail: info@fitomedicina.it
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traindevie » di Carolina Pierfelice
inite le ferie, purtroppo, si riprende il filo di un discorso lasciato con grande piacere un po’ di tempo prima e ci si rituffa, con rassegnazione, nei meandri di un universo complesso e multiforme che ci avvolge troppo spesso tirando i fili della nostra vita senza che noi riusciamo ad avere troppa voce in capitolo. Anche se questa descrizione può apparire un po’ troppo catastrofista, ritengo sia molto vicina alla realtà delle cose, dato che troppo La pausa estiva, breve o lunga che sia, grazie all’interruzione spesso ci capita di vivere lasciando che di alcuni meccanismi precostituiti, può servire per renderci siano gli eventi a scegliere per noi; penso più predisposti al cambiamento, ed essere utile a modificare che tutti si siano trovati a vivere questa esperienza, accompagnata da un senso di imciò che della nostra quotidianità troppo spesso non riusciamo potenza, su tutti i fronti, in primis su quello a controllare pienamente lavorativo, e credo che, approfittando della pausa estiva, questo sia proprio il momento di fare qualcosa sia sempre funzionale saranno più difficili perché costa molta per dare una direzione diversa alla nostra vita. meno fatica mantenere lo status quo piuttosto che impegnarsi In effetti, dopo un momento di interruzione, ripartire non per in manovre volte al cambiamento. Se, ad esempio, lavoriamo in inerzia, ma con grinta e idee chiare, può essere un’ottima un contesto in cui ci sono regole che non gradiamo particolaroccasione di cambiamento, e le possibilità di avere dei risultati mente, ma alle quali ci siamo adeguati pian piano, quasi senza sono molto più alte. Cerchiamo di capire meglio perché fa- accorgercene, sarà difficile senza una motivazione precisa o cendo qualche riferimento teorico. Watzlawick, in “Pragmatica senza un pretesto qualsiasi riuscire ad esprimere la nostra della comunicazione umana”, parla di meccanismi di retroa- contrarietà, dato che ci si troverebbe sicuramente a rompere zione applicando questo concetto cibernetico ai sistemi umani; l’equilibrio fino ad ora costruito andando contro, quindi, alle egli sostiene che la retroazione può essere positiva o negativa. tendenze omeostatiche del sistema. Un periodo di stacco è La prima gioca un ruolo importante nel far raggiungere e così l’occasione giusta per ricominciare in modo nuovo senza mantenere la stabilità del sistema, la seconda provoca un cam- innescare alcuna crisi, dato che l’interruzione ha creato la biamento, cioè la perdita di stabilità o di equilibrio. condizione per ripartire in modo diverso. Dato che, molto spesso, nelle organizzazioni umane, la stabili- Aggiungiamo anche che, dopo un periodo di relax, siamo tutti tà, soprattutto se raggiunta a fatica, viene difesa e mantenuta meglio disposti ad accettare proposte e consigli dagli altri, anche a prezzi molto alti in termini di perdite sia sul piano anche da quelli che non ci sono proprio simpatici. Allora forza, umano che relazionale, ma spesso anche funzionale, è molto riprendiamo in mano la situazione e ripartiamo cercando di importante cogliere tutte le occasioni per introdurre un cam- percorrere strade nuove e più efficaci, che ci facciano vivere biamento che, sebbene faccia perdere l’equilibrio precedente, con serenità le fatiche e le difficoltà che accompagneranno le può migliorare situazioni difficili e ricreare nuovi equilibri più nostre giornate e, soprattutto, ci facciano sentire protagonisti funzionali. consapevoli di ciò che stiamo vivendo e non burattini senza fili Se un sistema è rigido i cambiamenti necessari affinché esso di un teatro dell’assurdo
Ciak
si ricomincia!
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info_ Carolina Pierfelice,
Psicologa - psicoterapeuta CarolinaPierfelice@libero.it
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comunicazione aziendale
» Farnese vini
Edizione, cinque autoctoni V
ino di grande struttura, morbido, ricco di tannini vellutati, molto persistente e con finale lungo con note speziate di vaniglia e cioccolato. Pronto per essere bevuto subito ma sopporta bene un invecchiamento di 8/10 anni. Temperatura di servizio: 18-20° C circa. Abbinamenti gastronomici: Carni rosse, selvaggina, sughi robusti. Vino da meditazione. Vitigni: Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negroamaro e Malvasia Rossa. Area di produzione: Comuni di Colonnella, Ortona, Sava e San Marzano. Caratteristiche sensoriali: colore rosso granato molto intenso e persistente con sentori di ciliegia, prugna, ribes maturi, tabacco e nota tostata finale.
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«Nascono i nostri frutti»
vini Farnese riflettono tutti i colori della terra d’Abruzzo, dipingono incantevoli paesaggi di gusto e vivono della passione per i vigneti sconfinati che la Majella domina e protegge con le sue rotondità materne. Potete osservarli scivolare dalle colline fino al mare, distendersi alla ricerca delle esposizioni ottimali e godere di un microclima invidiato dall’Europa intera. Ecco perché i frutti di questa terra crescono bene e invecchiano ancora meglio.
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» di Chiara Strozzieri
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I mille volti di Bruno Paglialonga Da sempre diviso tra studi storici, ricerca pittorica e lavoro calcografico, Paglialonga svolge da oltre quarant’anni un’attività intensa e molto impegnativa, che gli è valsa una consistente produzione artistica, nonché la pubblicazione di più di 10 volumi
» foto concesse da Bruno Paglialonga
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in dagli anni ’60, quando dalla nativa Foggia si trasferisce in Abruzzo per frequentare l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, gli è chiara l’impossibilità di scegliere tra la grande dedizione all’opera grafica e una stimolante sperimentazione cromatica. Tale è il desiderio di appropriarsi di tutte le tecniche calcografiche, che l’artista diventa in poco tempo uno dei massimi esperti, ricevendo anche riconoscimenti significativi, come la partecipazione alle Triennali di Carpi, di Schwetzingen e Winterthur. Nell’85 pubblica il libro La Calcografia (Eugenio Riccitelli Editore, Pescara), che ancora oggi è uno strumento di ricerca validissimo per quanti si accostano per la prima volta all’argomento, mentre si dedica particolarmente alla realizzazione di ex libris, pluripremiati in concorsi internazionali. La pittura invece lo guida attraverso motivi informali, che prendono a muoversi da alcuni riferimenti reali, come quelli al cactus e alle conchiglie, fermati in composizioni coloristiche di grande effetto: splendidi i disegni accesi di arancio e fucsia, così come quelli dalle nuance delicate. Talvolta l’autore si è spinto verso allusioni ad una pittura decorativa, di sapore liberty, intitolata a Gustav Klimt, che non richiama tanto le prerogative rivoluzionarie della Secessione viennese, quanto l’amore per un’estetica raffinata e ricca. Non va dimenticato che Bruno Paglialonga è anche uno dei massimi studiosi di Margherita d’Austria: sono ben 7 i volumi redatti per questo personaggio straordinario, che lo affascina soprattutto per il mistero che avvolge la sua fisionomia, dato che la duchessa fu una dei pochi regnanti a non farsi ritrarre. L’artista si cimenta in questa impresa sul modello dell’unico ritrattista imperiale ad aver accennato la figura di Margarita alla fine del ’500, l’olandese Anton Mor van Dashorst. Ma sono tante le sfaccettature della “Madama” a interessarlo e da poco è uscito il frutto di un decennio di studi su I segni araldici della duchessa Margarita d’Austria (Progetti Farnesiani Edizioni, Ortona – CH). Un appunto va fatto anche a proposito di un altro personaggio storico studiato per la prima volta nei suoi tratti somatici: il poeta Sordello da Goito. Una grande opera plastica di Paglialonga lo ritrae insieme a tutta una serie di elementi simbolici e con in mano il cuore del cavaliere Blacatz (1165-1237). Sordello infatti compose un lamento per la sua morte, invitando i re a mangiare il cuore di Blacatz per acquisire il suo coraggio. Basterebbe questo riferimento storico per capire il valore del percorso professionale dell’artista e aver la voglia di aspettare le sue prossime evoluzioni
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1 - Un dipinto della serie dedicata a Gustav Klimt 2 - Bruno Paglialonga nel suo studio con il volto di Margarita d’Austria 3 - Il busto di Sordello da Goito 4 e 5 - Due opere calcografiche di Bruno Paglialonga 4
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» di Anna Cutilli Di Silvestre
L’arte di Vincenzo Balsamo Nelle sue incisioni la forza del colore e la delicatezza delle trine. Il Maestro Balsamo ama usare l’antico torchio a stella, nonostante il grande impegno che esso comporta e ha recentemente donato alla Fondazione Genti d’Abruzzo alcuni dei suoi capolavori
l fascino del colore è stato esaltato anche dai letterati. L’illuminista Diderot rilevava che il colore dà alle figure rappresentate quella vita che il disegno non può dare, vale a dire “le souffle divin qui les anime”. Successivamente, riferendosi ai pittori cubisti, Apollinaire annotava: “il colore non è più solamente una coloritura, neppure una trasposizione luminosa esso stesso è forma e luce di quanto rappresenta”. Baudelaire inneggiava alla magia del colore rivelando la sua capacità di attuare un “deragliamento dei sensi”. E così il Maestro Vincenzo Balsamo, alle sue incisioni, preferisce aggiungere l’incanto del colore, per di più steso a mano quando, dopo un inizio paesaggistico realizzato a larghe rettilinee macchie di colore per di più opache e scure, sente l’urgenza di sperimentarsi nel mondo delle incisioni. Il suo antico modello è il Dürer. Vincenzo Balsamo riesuma e riattiva l’antico torchio a stella abbandonato per il grave impegno che richiede quando si vuole ottenere l’efficacia della sua vastità e uniformità. Anche il Dürer dipingeva a mano le sue
Composizione-A90 (1990, Acquaforte colorata a mano su carta Fabriano - lastra di zinco)
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incisioni. E delle sue xilografie dedicate all’Apocalisse di San Giovanni, solo alcune copie egli ha colorato, dato il tempo che il lavoro di coloritura richiede. L’impegno di Vincenzo Balsamo si volge al segno paziente, lento e meticoloso, alla geometria fine, con le ombreggiature che incantano per i fili sottili che ci riportano alle antiche sfide di Apelle. Reticolati disciplinati che è un godimento esaminare da vicino per “sentire” il respiro del Maestro che procede nella sua opera mentre da lontano l’insieme non manca di suggestioni fuggevoli. Sopra i fittissimi reticolati frutto di perizia e pazienza, - che l’osservatore a un primo sguardo può ritenere garza applicata, per la difficoltà di rendere col bulino fili così sottili - si adagiano fantasiose linee fluttuanti che creano forme astratte. Sono quadri estasianti: una festa di linee e di colori a volte contrastanti, a volte coordinati, che si risolvono in poesia. Infatti la caratteristica che le contraddistingue è l’astrazione lirica corrispondente ad un periodo di ritrovata serenità dopo alcune angustie della vita e quindi corrispondente al bisogno di sognare una realtà nuova sbrigliando dolcemente la fantasia. Sono opere che evocano gli studi sulla forma (la Gestalt) e sui colori (Wassily Kandinsky quando insegnava al Bauhaus). Oppure alcune opere di Joan Mirò. Tra le opere di Vincenzo Balsamo, non passano inosservate le incantevoli incisioni in cui le tonalità graduate sono di un solo colore - marrone in Vibrazioni di terra (2008) e azzurro in Chiaro…Scuro (2008). Nelle altre, le delicate coloriture a mano danno un senso di fine leggerezza di trine, Astratto A97 (1997), Composizione A97 (1997), Astratto A96 (1996). A Pescara, il Museo delle Genti d’Abruzzo, ha avuto l’onore di esporre, nelle sale dello Spazio Arte, le opere grafiche del Maestro Balsamo. Tali capolavori il Maestro li ha generosamente donati alla Fondazione Genti d’Abruzzo, diretta dal direttore Ermanno de Pompeis. Acquistando un’opera di Vincenzo Balsamo chiunque può contribuire a sostenere le attività che tale Fondazione così bene organizzata al fine di arricchire l’offerta culturale della città di Pescara. Vantaggiosi sconti per gli iscritti alle associazioni del museo. «La mostra di Vincenzo Balsamo - afferma il Dr. Pompeis - inaugura un progetto di influenza reciproca fra arte e tradizione. Le opere d’arte che
Sognando (2000, Serigrafia a più passaggi su carta Zerkal)
via via saranno poste in mostra nel Museo, rappresentano il presente, i reperti conservati nelle teche ci aiuteranno a non dimenticare il passato che con il suo patrimonio di tradizioni, spesso inconsapevolmente tanto ci condiziona»
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Astratto-B96 (1996, Acquaforte colorata a mano su carta Zerkal, lastra di rame e torchio a stella)
Note Biografiche Vincenzo Balsamo nato a Brindisi nel 1935, dopo la morte del padre, ancora ragazzo iniziò a lavorare presso la bottega artigiana del pittore e decoratore Pietro Acquaviva. Divenuto buon pittore, a Roma, comincia a frequentare gli artisti della Scuola Romana. Dal figurativo paesaggistico passa all’astrazione e negli ultimi venti anni si dedica alle incisioni. Tante le mostre, anche all’estero, e ambiti i riconoscimenti ufficiali. PER INFO: tel 0761.572670
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» a cura della redazione
D’Annunzio diventa un festival Si sta per conludere la prima edizione del D’Annunzio Festival, un evento che ha visto Pescara accendere i suoi riflettori sul grande Vate a partire da luglio fino a settembre. Numerosi appuntamenti, tanti dibattiti e anche qualche polemica… on il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, a soli tre mesi dall’ingresso ufficiale di Pescara nel Circuito delle città dannunziane, è partita lo scorso luglio la prima edizione del D’Annunzio Festival, un appuntamento che vuole essere il primo di una lunghissima serie per celebrare e raccontare, attraverso le più svariate forme d’arte, il grande Vate pescarese. E così un ricco calendario di eventi ha animato la città a partire dal 23 luglio, con dibattiti, teatro, musica, danza, mostre e numerose altre occasioni che hanno visto coinvolte le personalità di maggior spicco memori e custodi del culto di D’Annunzio nel mondo, a partire dai Comuni e dalle Province che fanno parte del Circuito. Ultimi appuntamenti saranno quelli del 16, 17 e 18 settembre, con la rappresentazione teatrale “La figlia di Iorio” al Teatro Marrucino di Chieti e nella stessa giornata del 18 al Mediamuseum di Pescara con un convegno dal titolo “D’Annunzio essenziale” a cura del Centro Nazionale di Studi Dannunziani. Location degli eventi sono stati i luoghi simbolo della città di Pescara, in primis il Teatro D’Annunzio, ma anche l’Auditorium Petruzzi, l’ex Caserma Cocco, e, naturalmente, la casa natale del Vate. Secondo quanto emerso dalle dichiarazioni ufficiali, dopo i primi 11 eventi sono state ol-
tre 7mila le persone presenti al Festival, un risultato eccellente, considerato che si tratta della sola prima edizione e che il periodo in questione è molto ricco di eventi di ogni genere. È stato coinvolto anche il Vittoriale degli Italiani, nella persona del presidente della Fondazione Giordano Bruno Guerri, che ha visitato spesso la città, incontrando il primo cittadino di Pescara Luigi Arbore Mascia e ricevendo inoltre una targa in ricordo della prima edizione del Festival. «Come presidente del Vittoriale – ha detto Giordano Bruno Guerri nel corso di una conferenza tenutasi lo scorso luglio – ho già avuto modo di apprezzare le iniziative assunte dal Comune di Pescara per valorizzare la figura di D’Annunzio, a partire dal gemellaggio con le città dannunziane. Quello che l’attuale governo cittadino sta facendo per D’Annunzio non è paragonabile a nulla di quanto avvenuto in passato, come il convegno del 1988. L’organizzazione del Festival ha saputo toccare tutte le corde culturali, dal convegno al momento di festa…il Festival dannunziano ha la possibilità di diventare una festa culturale di grande bellezza, capace di coinvolgere l’intera cultura italiana. Bisogna ora sfruttare le forze locali per valorizzarle, ma già oggi il risultato è ottimo»
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e non potevano mancare le polemiche Ma come ogni grande iniziativa che si rispetti ci sono state anche aspre polemiche, che hanno aggiunto un po’ di pepe in un contesto che altrimenti sarebbe stato eccessivamente auto celebrativo. Questa volta il dibattito si è soffermato non solo sulla qualità del festival, che secondo la consigliera del Pd Paola Marchegiani, è stato un modo per “strumentalizzare la figura di D’Annunzio per fini meramente propagandistici”, ma anche, e soprattutto, su delle presunte irregolarità organizzative. Sembra infatti che per organizzare il Festival sia stata creata un’associazione la “D’Annunzio Festival” sui cui incarichi e compensi c’è molta maretta e poca chiarezza e che per questo evento siano stati stanziati 233.000 euro, di cui 175.500 di spettacoli e manifestazioni, una cifra che sembra eccessiva. Le polemiche sono state alzate dagli esponenti del PD e sono state raccolte all’interno di un dossier preparato appositamente per denunciare i presunti fatti.
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arte&co. » di Denia Di Giacomo
E le stelle
continuano a brillare… Dibattiti, incontri e iniziative, in occasione della settimana della cultura e del centenario della morte di Ennio Flaiano, che hanno visto protagonista anche uno dei suoi amici più controversi: Federico Fellini. Un corto di Luciano Dolcini rievoca il pensiero del famoso regista riminese
l centenario della morte del grande Flaiano si è da poco concluso, ma non si concludono i ricordi, le iniziative e le piccole grandi opere d’arte create in occasione di questo evento. Particolarmente viva e sentita è stata la partecipazione del MediaMuseum di Pescara, che per la settimana della cultura, inserita nel fitto programma del centenario di Ennio Flaiano, ha organizzato un convegno dedicato al grande artista pescarese e alla sua famosa e travagliata amicizia con Federico Fellini. All’incontro, dal titolo “Flaiano e Fellini un’amicizia difficile”, era presente tra gli altri, il regista e critico cinematografico Maurizio Liverani, che ha raccontato la sua personale esperienza nel corso della lavorazione del film “La dolce vita”. Al significativo racconto è seguito un interessante dibattito al quale sono intervenuti Gian Piero Consoli e Paolo Smoglica. In seguito l’evento si è arricchito della proiezione di filmati con interviste a Federico Fellini e Vittorio Gassman e con la proiezione del
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cortometraggio “Poi qualcuno” di Luciano Dolcini. È stato un evento pregno di significati, dove si è potuto ritornare con la mente agli anni d’oro della cinematografia italiana e al grande fermento intellettuale cui questa diede vita anche grazie alla fervida e originale presenza intellettuale di Ennio Flaiano.
Da sinistra: Cristian Della Chiara, voce recitante; Luciano Dolcini, autore di “Poi Qualcuno”; Roberto Molinelli, autore delle musiche originali del corto
Ennio Flaiano insieme a Federico Fellini
“POI QUALCUNO”… All’inizio c’era il buio, poi venne un uomo con grandi occhi incantati. Poi fu luce. (Louise Lumière) È con una citazione del grande Lumière che inizia il suggestivo cortometraggio di Luciano Dolcini. Un’opera breve quanto intensa che ha significato in pochi minuti tutto l’amore e la passione dello straordinario Fellini nei confronti del cinema. Suggellate dall’evocativa musica composta dal maestro Roberto Molinelli (insegna al conservatorio di Pescara) e recitate dalla voce di Cristian Della Chiara, le storiche immagini in bianco e nero, che ritraggono il maestro Fellini con tutti i migliori protagonisti delle sue opere, raccontano di un uomo che viveva per il cinema e che in esso riponeva tutta la poesia della propria esistenza. Pochi minuti di riflessione, pochi minuti di un semplice quanto profondo pensiero del regista onirico per eccellenza, pochi minuti per ripercorrere brevi tratti di una delle carriere cinematografiche più famose al mondo, al fianco di inter-
preti eterni come Marcello Mastroianni o l’intramontabile Sofia Loren. «L’idea di realizzare un filmato come omaggio al cinema utilizzando immagini di Fellini - ha affermato Luciano Dolcini nel corso di un’intervista - deriva dalla passione che ho per il cinema italiano e specialmente per il regista Romagnolo, che insieme a Marcello Mastroianni costituisce la coppia più affascinante del cinema di tutti i tempi. Il progetto, ideato nel 2003, per diversi anni è rimasto nel cassetto delle idee nel quale immagazzinavo scene e immagini che volontariamente o involontariamente mi si presentavano». Fortunatamente, alla fine, l’opera è stata compiuta e conosciuta e oggi è accolta e catalogata tra i film conservati nella cineteca del Mediamuseum Nazionale di Pescara e rappresenta una nuova e rievocativa traccia di storia del nostro cinema e della nostra cultura cui Dolcini ha dato vita con passione e grande professionalità
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Luciano Dolcini, e Roberto Molinelli all’interno del Mediamuseum di Pescara » foto concesse da Luciano Dolcini
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» a cura della redazione
noaUno_spazio Architettura come primo appuntamento all’interno di un progetto di arte e architettura, ha presentato a Pescara la mostra personale dell’artista Irina Novarese. Alla presenza di numerosi cittadini, architetti e autorità, si è svolta presso il “Caffè Letterario” in via delle Caserme, l’inaugurazione del Vernissage della giovane artista. La mostra prevedeva 3+1 proiezioni video all’interno di alcuni locali del centro storico di Pescara. Nello specifico: il Caffè Letterario (via delle Caserme), Vinoeoli (via Flaiano), UnoaUno_ spazioArchitettura (via Flaiano) e Suka_Club (via Flaiano). Irina Novarese è un’artista attiva tra Torino e Berlino. È considerata a livello europeo una delle personalità più UnoaUno_spazio Architettura, all’interno di un progetto d’arte, ha presentato capaci di innestare nel centro storico di Pescara alcune installazioni video della giovane artista Irina Novarese meccanismi e processi conoscitivi ed esplorativi degli spazi urbani. Ed è proprio per questo che è stata scelta dallo studio UnoaUno. Uno degli elementi principali per i suoi lavori è lo strumento di rappresentazione del video che ha utilizzato anche per il progetto di Pescara. «L’esperienza fatta con spazioMONO 01 -ha dichiarato la Novarese- é stata estremamente bella e stimolante, non solo per la possibilità avuta di esporre il mio lavoro a Pescara, città che non conoscevo e in cui questo non era mai accaduto, ma soprattutto per il formato dell’evento stesso. Grazie all’idea dello studio UnoaUno, l’interazione con il contesto urbano e con luoghi adibiti normalmente al tempo libero, mi hanno permesso una più ampia e piacevole percezione di Pescara, ma soprattutto un diverso livello di scambio con l’identità e il carattere culturale di questa città». SpazioMONO, questo il nome del progetto ideato da UnoaUno_ spazio Architettura, non intende sostituirsi ad enti o gallerie, ma vuole promuovere e attivare la costruzione di una rassegna capace di costruire il network necessario per la conoscenza del progetto di spazi. Quali scenari migliori se non gli spazi di Corso Manthonè, via delle Caserme e Via Flaiano a Pescara? «Oggi questi spazi –dichiara Alberto Ulisse, ideatore del progetto insieme al suo collega architetto Marino La Torre- sono vissuti quasi solo come luoghi per lo svago serale. Con questa mostra, SpazioMONO intende inaugurare una serie di eventi culturali per riscoprire gli spazi della nostra città e per favorire la diffusione di nuove idee e progetti»
Quando l’architettura diventa arte
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In questa pagina le proiezioni delle installazioni video di Irina Novarese tra le vie del centro storico di Pescara
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arte&co.
» di Neda Accili
mmaginate un bel parco in collina, disseminato di grandi, candide sculture. Sono in pietra bianca di Vigliano e hanno forme ovoidali, concentriche, antropomorfiche. Si chiamano Sibilla, Lagola, Cibele, Mater natura, Kore. Misurano uno, due metri e oltre, alcune molto meno e hanno superfici levigate oppure ruvide ma sono tutte di straordinaria, inaspettata eleganza. Con un po’ di fantasia le vediamo animarsi per raccontare una storia senza fine, il tempo di un altro tempo. Sono lì a testimoniare i passaggi meravigliosi operati dalla mano dell’uomo che li ha liberati dall’abbraccio della materia, perché l’Arte rende visibile il mistero del creato e ne diventa messaggera. Siamo a Collettara di Scoppito, a 10 chilometri dall’Aquila, nel museo all’aperto ideato da Massimina Pesce. L’artista lo ha attivato nello spazio verde del suo A Colettara di Scoppito, poco distanti dall’Aquila, ci si può immergere in un’atmosfera atelier e le opere tutta particolare, dove natura e arte hanno trovato un loro magico equilibrio presenti sono state realizzate dai più importanti scultori contemporanei provenienti dall’Italia e dall’estero, nel corso di simposi finalizzati all’apertura di un parco-museo. «Sono stati invitati quindici artisti di chiara fama con grandi critici a curare le manifestazioni- racconta Massimina- . Purtroppo la mancanza di fondi ha causato in seguito un rallentamento dell’attività i cui esiti erano confluiti in una esposizione all’aperto di grande richiamo e di notevole valore. Dopo il sisma e due mesi di permanenza in tendopoli abbiamo adattato questo immobile, che era adibito solo a studio, anche ad abitazione. Appena risolti i problemi legati alle strutture che sono state un po’ danneggiate, torneremo ai simposi -continua l’artista- e vorrei ampliare la superficie attuale per realizzare un grande parco museale di scultura monumentale con un parcheggio per i visitatori». Il sogno della scultrice comprende anche la realizzazione di un centro culturale con spazi da utilizzare per mostre, presentazione di libri, sala convegni, luogo di incontro per giovani artisti. Ci vorrebbe però il sostegno di alcuni sponsor amanti dell’arte per l’acquisto dei terreni circostanti. «Speriamo, dai» aggiunge Mimì con un sorriso.
A spasso nel parco… con l’arte
Il Volo e la Speranza La speranza si legge tutta nell’ultima opera della Pesce, una grande tela offerta al Museo di Arte Contemporanea di Costa da Morte, in Spagna. Il dipinto, della serie Angeli, presenta basiliche rotte, parti di un rosone, le croci della facciata di Collemaggio, un angelo che tiene il tutto, tre voli statici (l’elaborazione del lutto) e un piccolo volo rosso Le sculture di Massimina Pesce nel suo studio a Collettara di Scoppito (Aq)
» foto concesse da Massimina Pesce
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Il museo all’aperto di Collettara con le sue numerose sculture
Note Biografiche Nata a Prezza, in provincia dell’Aquila, Massimina Pesce (Mimì per gli amici) ha studiato presso l’istituto Statale d’Arte di Roma. Formatasi sotto la guida di Colla e Leoncillo, elabora un linguaggio personale che, attraverso un informale virante all’astrattismo, approda a esiti di pittoscultura in refrattario. Le prime mostre personali datano dagli anni Sessanta. Fratture, Babele, Tensioni, Pietrificati Voli, Menhir, Il Tempo Ritrovato, Angeli, Presenze, sono tutti cicli di opere dell’artista. Ha esposto in Italia e all’estero, ha vinto numerosi premi e le sue opere si trovano nei musei di diverse città. Dal 1999 ha organizzato, nello spazio verde del suo atelier in Collettara di Scoppito, simposi artistici per la realizzazione di un parco-museo di sculture monumentali in pietra. Fino al 6 aprile dello scorso anno ha lavorato nello studio di via S. Giusta, nel centro storico dell’Aquila, danneggiato dal terremoto come tutte le architetture urbane. Si è quindi trasferita con la famiglia nell’atelier di Collettara, da cui si vede in lontananza il profilo della città ferita. Dallo scorso mese di ottobre si può ammirare una scultura di Massimina Pesce raffigurante un guerriero e posta all’ingresso della caserma del Comando regionale della Guardia di Finanza dell’Aquila. Per saperne di più: www.massiminapesce.it email: massiminapesce@gmail.com
L’artista nel suo studio di Via San Giusta a l’Aquila
L’opera realizzata dall’artista per il Museo D’Arte Contemporanea della Costa da Morte in Spagna
pronto a ripartire. È la rappresentazione simbolica della tragedia del terremoto che ha colpito l’Aquila e l’Abruzzo lo scorso anno, la coscienza dell’orrore e infine la voglia di riprendere a volare verso un futuro più roseo. «Il volo è la metafora della vita, l’aspirazione dell’uomo al bello. Certo, il terremoto ha cambiato tutti noi perché ci ha tolto le certezze e le speranze, ci ha privato della nostra storia, delle nostre radici e nulla sarà più come prima. Ora stiamo ancora elaborando il lutto ma, secondo me, siamo a buon punto» conclude Massimina Pesce, artista aquilana, da anni affermata a livello internazionale
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arte&co. » di Neda Accili
‘idea è nata in una delle tendopoli, quella di Murata Gigotti a Coppito gestita dalla Proloco locale, dopo il sisma dell’aprile 2009. Un atelier per capi di alta moda è stato realizzato, grazie alla donazione di un terreno in comodato d’uso alle volontarie dell’Adonai (Associazione Donne Organizzate nell’Arte Internazionale) con sede a Milano. Un progetto che sembrava perfino troppo ambizioso per una piccola realtà come quella dell’Aquila. Invece tra qualche mese la collezione L’Aquila Renovation sarà pronta e sfilerà sulle passerelle di Roma, Milano, Parigi e gli abiti saranno indossati da Maria Grazia Cucinotta e da altre famose modelle. La collezione comprende capi di Alta Moda ispirati alla tradizione abruzzese realizzati da oltre sessanta donne dirette dalle professioniste dell’Adonai. «Abbiamo privilegiato le specificità del territorio, le ceste, i merletti a tombolo, lo zafferano, i pizzi all’uncinetto, la genziana, tutto viene utilizzato nella trasposizione su tessuto. Dopo un’accurata ricerca abbiamo individuato gli elementi legati all’architettura, dall’artigianato, alle colture locali, alle tradizioni» spiega Mariolina Bucciarelli, presidente dell’associazione. Una piccola eccellenza, dunque un altro segnale della voglia di ricominciare, dopo il dramma che ha colpito la città e le zone limitrofe. Ogni opportunità di lavoro è importante per rimettersi in moto, perché sono tuttora oltre 15.000 le imprese che non sono ancora ripartite e conseguentemente i disoccupati sono circa 16.000. Ma come è nata questa bella iniziativa e come si è realizzato il gioco di squadra che ha portato a un tale risultato? «Dopo 8 mesi di tendopoli al momento dello smantellamento non ce la siamo sentite di andarcene e quindi abbiamo pensato di dare vita a questo laboratorio di sartoria, approfittando dell’ospitalità della Pro-Loco di Coppito - racconta la signora Bucciarelli- la cosa straordinaria è stata che subito abbiamo trovato stiliste pronte a collaborare». Indubbiamente la Maison Le Sartore costituisce una modalità di recupero della normalità delle donne aquilane, la risposta giusta per ritrovare la fiducia in se stesse, riscoprendo capacità e manualità che si credevano perdute per sempre. «Abbiamo bisogno di riappropriarci della nostra vita, e di lavorare perché
L’obiettivo è quello di creare un’azienda artigianale nel campo della moda per dare lavoro a giovani di talento. Il progetto Maison Le Sartore si configura proprio come orientamento al lavoro per le donne
La prova di un abito da sposa
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solo realizzandoci nel lavoro possiamo tornare alla normalità» chiude Manuela, diplomata dell’Accademia dell’Immagine. Una bella sfida, non c’è che dire: dalla tendopoli alle passerelle, così un sogno può diventare realtà
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» foto concesse dalla Maison Le Sartore
Un atelier per volare Le stiliste della Maison Le Sartore di Coppito (Aq)
Associazione Adonai L’Adonai è un’associazione di volontariato al femminile e opera in vari settori della solidarietà legati al mondo dell’arte. Fra le varie attività nel settore dell’artigianato ha creato La Fenice Rosa, un atelier di produzione e noleggio di costumi teatrali. Quest’anno il ricavato è servito a finanziare il progetto a favore delle donne abruzzesi La Maison Le Sartore. Nel campo della solidarietà sociale l’Associazione Adonai coordina il progetto TELEFONO BIANCO DONNA E FAMIGLIA che si rivolge alle donne in difficoltà economica e organizza missioni umanitarie internazionali. Per donazioni: Adonai Carispaq, ag. Coppito AQ, Iban: IT64Fo604003607000000160028.
La struttura della Maison Le Sartore
Le Sartore al lavoro nella Pro Loco di Cppito (Aq)
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» di Raffaella Di Marino
vevo un budget limitato per le mie vacanze estive, ma volevo ormai da molti anni visitare la California, così dopo varie ricerche, su couchsurfing.org ho conosciuto Mark…sono stata ospitata nel suo loft di Los Angeles per 3 settimane ed è stata un’esperienza fantastica! Abbiamo fatto amicizia, ho conosciuto molte persone del posto e loro oggi, conoscono anche un po’ del nostro Abruzzo». Questa è la testimonianza di Martina, 25 anni di Pescara, e come lei molti altri giovani abruzzesi cominciano a prendere confidenza con il cosiddetto couch surfing. Il fenomeno del couch surfing, letteralmente, saltare da un divano all’altro, nasce da un’idea di Casey Fenton, un giovane programmatore di 25 anni del New Hampshire, che, per tutte quelle persone, in particolare i giovani, che pur amando viaggiare non possono permettersi pernottamenti in hotel e strutture simili, ha pensato a una valida alternativa. E così per non rinunciare ai viaggi, a Casey è venuta un’idea che può far viaggiare a prezzi contenutissimi, stringendo nello stesso tempo anche dei rapporti di amicizia ed entrando ancora di più nella cultura e nei modi di vivere dei paesi ospitanti. Si tratta, in poche parole, di cercare ospitalità a casa di qualcuno nel paese che si desidera visitare, accontentandosi di un divano o di un piccolo posto letto cui appoggiarsi, tutto attraverso la registrazione sul sito www.couchsurfing.org, con tanto di feedback rilasciato dall’ospite della casa in modo che tutti possano visionarlo attraverso internet. Questo dà la possibilità di relazionarsi con culture, abitudini diverse dalle proprie e conoscere anche piatti diversi; uno degli obiettivi che si prefigge questo sistema infatti è proprio quello di riuscire a creare una comunità globale basata sulla tolleranza e l’apprezzamento della diversità. Per cui basta essere maggiorenni, registrarsi con i propri dati anagrafici, indicare la propria città e nazione di provenienza, specificare la disponibilità nell’ospitare e poi si verrà contattati direttamente da qualche turista in cerca di un posto per dormire. Non c’è un corrispettivo monetario, ma di solito l’“ospite” porta con sé i prodotti tipici della propria nazione. couch surfing, pur essendo stata registrata da Fenton come una struttura senza fini di lucro, si regge sulle libere donazioni dei membri, qualcuno dovrà pur ringraziare questo ingegnoso ragazzo americano!
Il mondo non è mai stato così piccolo! Parliamo di un fenomeno che sta velocemente conquistando gli amanti del viaggio, il couch surfing, un modo nuovo per andare in vacanza
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arte&co.
» di Raffaella Di Marino
Tutto fa impresa “Il giusto riposo è un diritto per tutti gli esseri viventi”. Questa è una delle perle di saggezza di un imprenditore davvero originale, e considerate alcune vicende nella nostra regione, qualcuno potrebbe prendere spunto dalla sua attività
on molto tempo fa fece notizia sui quotidiani regionali, la morte di un gatto di nome Filippo, la cui padrona 88enne, di Pineto, organizzò un funerale a tutti gli effetti chiamando addirittura un’impresa funebre. Bara, lapide, sepoltura e fiori, una scomparsa ben commemorata, per un compagno che era stato in casa per ben 23 anni con l’anziana signora e sul quale la stessa aveva addirittura stabilito una quota ereditaria di 10 mila euro per chiunque, alla sua dipartita, se ne fosse occupato. Filippo è scomparso prima della sua padrona, ma è riuscito a godere di una celebrità inaspettata e oggi, casi del genere si pongono alla nostra attenzione sempre più di frequente, evidenziando una sensibilità verso gli animali notevolmente accresciuta. Uno dei casi più eclatanti relativi a questo argomento è quello di una vera e propria impresa funebre esclusivamente dedicata alla dipartita degli animali. Nicolò Verga, questo è il nome del singolare imprenditore quindicenne che nel 2004 ha dato vita all’impresa di pompe funebri per animali di piccola taglia dal nome PFA. Spinto dal suo particolare amore verso tutti gli animali e dal principio secondo cui tutti gli esseri viventi debbano avere una degna sepoltura, il giovane imprenditore ha deciso di dedicarsi proprio a quest’ultima premura verso i nostri amici a due o a quattro zampe. Il servizio che Nicolò offre è rivolto soprattutto a furetti, lucertole, pesci, criceti o tartarughe, anche se in un’ occasione, gli è capitato di seppellire un cucciolo di iguana.
La sede dell ufficio, è stata ricavata da una parte della sua stessa abitazione nel quartiere Ceresolo di Limbiate, a Milano, luogo in cui viene svolta anche la commemorazione; per la sepoltura, qualora non fosse possibile effettuarla presso la casa del cliente, viene messa a disposizione una zona del giardino di Nicolò che resta aperta al pubblico sei giorni su sette. In questa impresa il giovane è supportato anche da altri suoi amici: Nicholas Ricci, Andrea Parodi e Giovanni Guindani, tutti adolescenti come lui. Tutte le informazioni sono reperibili sul loro sito: pfa.beepworld.it. Questa piccola azienda provvede a tutto, dalla piccola bara di legno, alla lapide di marmo su cui scrivere il nome del “defunto”, ai fiori da adagiare sulla tomba. I prezzi sono accessibili a tutti, variano in base al servizio offerto, ma per quello “base” sono molto contenuti: per una cassetta piccola soli tre euro e cinquanta mentre per una grande cinque euro e trenta. Ciò che conta per Nicolò e i suoi collaboratori è la soddisfazione del cliente. Questa agenzia permetterebbe a molte persone di salutare il proprio animale in un modo più dignitoso e forse, meno doloroso. Ormai per molti di noi, gli animali fanno parte del nucleo familiare a tutti gli effetti e quindi sempre più persone si rivolgono a questa agenzia di imprese funebri. La media annua dei clienti che usufruisce di questo servizio si aggira attorno a 200, il mercato è ancora di nicchia, ma è così che si comincia no?
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LO SAPEVATE CHE...
A Manoppello (PE) esiste da due anni un piccolo e curato cimitero per animali d’affezione, si chiama “La valle degli affetti”, una struttura dedicata ad accogliere le spoglie di cani, gatti ed in subordine altri piccoli animali. Èuna struttura per ora unica in Abruzzo e una fra le prime ad essere realizzata a livello nazionale.
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tempo rubato
Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere.
» a cura della redazione
Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore
Domenico Buccione / con prefazione di Ezio Sciarra
Florilegio Tiflologico ttraverso la raccolta di testi, scritti negli ultimi trent’anni, Domenico Buccione traccia con avvertita sensibilità la problematica dei non vedenti nella gestione della propria possibile autonomia. Leggendo questo scritto, redatto con la prefazione del professor Ezio Sciarra, si ricavano informazioni aggiuntive sulle difficoltà dei non vedenti, ma si percepiscono anche le possibilità che consentono una vita equilibrata, nonostante le barriere architettoniche e sociali che la società impone a questi cittadini. Diversi gli argomenti che vengono trattati da Buccione: dal vivere con quattro sensi oggi rispetto al passato, ai diritti e le conquiste ottenute, dai consigli all’autonomia, ai suggerimenti sugli sport e le attività culturali da svolgere nel tempo libero.
l’autore_ Domenico Buccione nasce a Serramonacesca e a soli dodici anni perde la vista a causa di un ordigno bellico. Dopo aver svolto gli studi in Toscana e a Roma, torna a Pescara e si iscrive all’Accademia Musicale e inizia a suonare la fisarmonica. Una vita dedicata alla sua famiglia, alla vita sociale e alle sue passioni lo rendono personaggio capofila per le attività svolte dall’Unione Italiana dei Cechi e Ipovedenti. Un testo da leggere, utile non solo ai non vedenti. In effetti, noi che vediamo, raramente ci soffermiamo a riflettere sulle grandi e piccole difficoltà quotidiane nell’esistenza dei non vedenti e, dunque, non immaginiamo come una semplice, normale maleducazione possa essere causa per loro di problemi anche seri. Eppure, basterebbe soltanto pensare a come ci sentiamo noi quando, pur vedenti, pestiamo in pieno un escremento di cane.
le prime trenta righe_ “Quando si parla della vita del non vedente nell’ambito della famiglia, dell’ambiente di lavoro e nella società, bisogna tener conto di alcuni fattori che possono o potrebbero incidere principalmente nella vita di relazione e nei rapporti interpersonali. È da considerare l’età in cui insorge la perdita della vista: se nell’infanzia, nell’adolescenza, prima o dopo il matrimonio, se ricorre questa circostanza, o nella terza età. In un primo momento la perdita della vista per ciascuno costituisce un dramma che investe inevitabilmente anche i componenti della famiglia. Tuttavia, nelle fasi successive, i soggetti colpiti nel periodo dell’adolescenza, generalmente, riescono ad accettare questo loro handicap e ricostruire una forma di vita che li reinserisce nel tessuto sociale. Ciò avviene con maggior difficoltà per i soggetti colpiti dalla minorazione della vista in età avanzata. Per questi soggetti, se non
ci sono delle favorevoli condizioni ambientali e l’opportunità di un fattivo reinserimento sociale, a partire innanzitutto dall’ambiente familiare, potrebbe non verificarsi l’accettazione del proprio disagio. I non vedenti, accanto ai problemi di tutti, dovranno affrontare uno specifico problema psicologico: la gestione di fronte a sé e agli altri della propria minorazione. Egli deve perciò affrontare due problematiche: quella specifica dell’essere persona come membro fattivo della società nel suo complesso (lavoro, scuola, famiglia, partecipazione alla vita politica e civile nelle sue più svariate manifestazioni) e quella relativa al suo handicap. L’accettazione della minorazione visiva per i soggetti non vedenti dalla nascita, a mio parere, non desta particolari problemi se essi vengono educati tempestivamente e seguiti psicologicamente nelle varie fasi dell’età evolutiva.”
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musicamania » a cura di Piero Vittoria
Aphrodite
Symphonicities
Ballare ballare ballare… questo l’imperativo del nuovo cd di Kylie Minogue
Prosegue il percorso classico-sinfonico di Sting. Nel suo nuovo cd rivisita alcuni dei suoi vecchi brani, sia con i Police che da solista
Energia sonora allo stato puro, mai un attimo di pausa e una serie infinita di potenziali singoli: questo è il nuovo lavoro discografico di Kylie Minogue, Aphrodite. La dance è assoluta dominatrice nel disco, grazie alla sapiente produzione esecutiva di Stuart Price, vero guru del genere. Dopo alcune prove piuttosto deludenti, la cantante australiana si riappropria del suo ruolo di vera regina del pop mondiale: mentre le sue colleghe badano a cercare un rinnovamento più nel look che nella musica, lei invece confeziona un album praticamente perfetto. Qui si guarda solo a far ballare, con suoni orecchiabili ed accattivanti che fanno capolinea in ogni traccia. Si parte con All the lovers, singolo apripista, un mid tempo perfetto incontro fra dance pop anni ’80 e ’90. Get outta my way e Put your hands up (if you feel love) sono ricche di frizzanti e sensuali melodie. Closer e Everything is beautiful rappresentano il lato più intimo, raffinato e sorprendente dell’intero cd: spezzano in un certo senso la sua uniformità, portando l’ascoltatore in atmosfere più cupe e calme che si discostano appunto dal resto del progetto, ma ben vi si amalgamano. La title track Aphrodite è l’aspetto più sperimentale ed innovativo di tutto il disco, con rulli di tamburi che ben si mischiano ad un tappeto sonoro elettronico. Better than today è forse la canzone che più si ricollega al passato di Kylie: sprizza un’allegria immediata e non si può fare a meno di rimanerne subito coinvolti. Cupid boy: potenza pura con chitarra e beats fantastici che avvolgono e conquistano. La conclusiva Can’t beat the feeling è forse l’unico momento debole, poiché troppo scontata. Qualcuno ha parlato di un possibile Confessions of a dance floor parte seconda, scomodando un ingombrante paragone con il vendutissimo cd di Madonna di qualche anno fa: non è un caso che anche lì ci fosse alla regia Stuart Price, uno che qualsiasi cosa tocca la trasforma in oro. Kylie è dunque tornata e non ce n’è per nessuna!
Lascia un po’ interdetti il nuovo lavoro discografico di Sting: Symhonicities, il cui titolo gioca con quello del celeberrimo Syncronicity dei Police, è il terzo capitolo di un’intelligente carriera parallela che il cantante inglese ha saputo crearsi nel settore crossover, riuscendo a forgiarsi dell’etichetta di artista della Deutsche Grammophon, etichetta specializzata in musica classica. La domanda nasce spontanea: c’era veramente bisogno di rivisitare dei capolavori assoluti con arrangiamenti orchestrali? È forse finita l’ispirazione e dunque da qui l’esigenza di dare vita a questo progetto? Dopo questa necessaria premessa bisogna precisare che siamo comunque di fronte ad un buon disco, anche se si muove a corrente alternata. L’apertura è per una Next to you, dal primo periodo Police, che qui però perde tutta la sua potenza post-punk, abbandonandosi ad un’orchestrazione che ne sminuisce la potenza originaria a causa dei violini che si incrociano non troppo bene con il gioco di percussioni. Gli episodi più riusciti dell’intero cd sono Englishman in New York, che già però aveva dalla sua nella versione originale un arrangiamento che ben si adattava a questa sua nuova veste un po’ più swing, ed “Every little thing she does is magic, scelta come primo singolo, arricchita da un’introduzione di arpa sorprendente ed un flauto che ne accompagna l’incedere. Roxanne rappresenta quasi un infinito ed ostinato lavoro di reinvenzione ed è proposta oggi in una maniera sicuramente molto più intimista e rarefatta. When we dance non conquista ed è il momento meno riuscito dell’intero album. Trovano spazio anche episodi magari meno noti della carriera di Sting, come I hung my head, le b-sides End of the game e The pirate’s bride, o We work the black seam, quest’ultima tratta dal celebrato album di debutto The dream of the blue turtles, quasi però a dare la sensazione di cercare solo il gusto di un compiacimento personale. Symphonicities é un’operazione che nulla aggiunge ad un percorso musicale che forse ha già detto tutto quanto era possibile, ma allo stesso tempo ci regala un disco che sicuramente è più adatto alla situazione live che non all’ascolto in una fredda camera (previsti concerti in Italia con la Royal Philarmonic Orchestra diretta da Steven Mercurio in ottobre e novembre). Perché questa voglia di Sting di fuggire dal pubblico di massa che lo ha sempre idolatrato? Arriverà mai dunque un suo vero nuovo lavoro? Solo il tempo saprà darci risposta a questi quesiti.
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luglio/agosto 2007
Anno 1¡ n. 6 - novembre 2006 - (copia omag ggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P
Anno 1¡ n. 7 - dicembr re 2006 - (copia omag ggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P
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Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Ar t. 2 comma 20/C legge 626/96P
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settembre 2007
ottobre 2007
dicembre 2006
Anno 2¡ n. 1 - gennaio o 2007 - (copia omagg gio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P
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gennaio 2007
Anno 2¡ n. 2 - febbraio o 2007 - (copia omaggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P
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febbraio 2007
Anno 2¡ n. 3 - marzo 2007 - (copia omaggio o) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P
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marzo 2007
Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Ar t. 2 comma 20/C legge 626/96P
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giugno 2010 _ numero 44 _ anno V
44 giugno 2010
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a o V numero 422 _ aprile ann le 20 2010
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ISSN 1973-5383
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38 dicembre 2009
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ann anno nno IV IV num mero 38 _ dic dicemb emb m ree 200 20 9
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anno ann o IV IV num numero ero 36 ISSN 1973-5383
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anno IV numero 31
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settem set tembre tem te bre 20 2010 1 _ numero 46 _ anno nno V
aprile 2009
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Piano sanitario, altre critiche dopo l’approvazione a Roma Il Programma Operativo per l’anno 2010 della Regione Abruzzo è stato approvato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dal Ministero della Salute. ma taglia brutalmente posti letto ed ospedali
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