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ACASAMOOD NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO

>>>> LIMITED EDITION <<<<


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Via Sant’Orsola, 15 - 17 - Bergamo - elaantichita.it - shop.elantichita.it - Tel. 035 242307


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ACASAMOOD NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO

NUMERO SESSANTATRE

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EDITOR’S LETTER Aut. Trib. Bergamo n°19 del 22.06.04 Direttore responsabile: Vito Emilio Filì Direttore editoriale: Patrizia Venerucci

E’

ACASAMOOD 02

un progetto editoriale in evoluzione, che cambia continuamente con la versatilità dei nostri tempi. Con il titolo aCasa, architettura arredamento decorazione design, nel 2000, esce sul mercato editoriale, subito con una veste grafica e lo spirito chiaro nelle intenzioni. Il carattere non le manca e, nei primi 14 anni di pubblicazione, è un continuo crescere di risultati e soddisfazioni. (Citando solo le punte di diamante, le due "TRIENNALI del 2008 e 2011”, manifestazioni con location nel prestigioso Chiostro di Santa Marta dedicate alla progettazione).

Responsabile di redazione: Tommaso Revera Progetto grafico ed impaginazione: Paolo Biava Responsabile commerciale: Roberto Maestroni Ufficio pubblicità e relazioni esterne: Tel. 035.270989

Hanno collaborato Valentina Colleoni - Paolo Bussi - Vittoria Zambaiti Credits: Paolo Stroppa Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta senza autorizzazione dell’editore. Edita Periodici srl 24121 Bergamo Via Bartolomeo Bono, 10 Tel. 035.270989 Fax. 035.238634 25100 Brescia Via G. Renica, 63 Tel. e Fax 030.2808528 e-mail: segreteria@editaperiodici.it www.EDITAPERIODICI.it Stampa: Euroteam - Green Advanced Printing

Cambia veste nel 2014 e s'integra con QUI BERGAMO E QUI BRESCIA , le due realtà mensili della casa editrice e nel format A CASA LAB. Dal 2015 esplode nel grande formato, assumendo una nuova mission e nuove dinamiche di linguaggio. Raggiunge un pubblico curioso, a cui arriva per canali inesplorati. Ogni numero uguale nella carica emozionale, è ricco di spunti e attira lo sguardo per la singolarità delle linee, le scelte grafiche, il linguaggio delle immagini ed i contenuti. Ogni uscita riconduce ad un unico obiettivo, quello di aggiungere uno spunto, un modo diverso di porsi e di "vedere" quanto ci ruota intorno. Come un catalizzatore, racchiude in 36 pagine un insieme di semi che si spandono e generano idee ogni qual volta lo si sfoglia. Camaleontico, si lascia interpretare e si svela ad ogni lettore con pieghe e dettagli unici. Al suo interno, moda, design, progettazione, food, fotografia, arte, oggetti, tendenze, vintage, passioni, tutto declinato in MOOD.

ACASAMOOD

NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO


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>>>> SOMMARIO <<<<

05, DRESS BOOK

13, VITTORIA ZAMBAITI

I DI COPERTINA

I LE ILLUSTRAZION

NO HA REALIZZATO PER

LA SPONTANEITÀ E’ FRUTTO DI LUNGHE MEDITAZIONI

03

15. A PASSO DI ELEGANZA

21, YVES SAINT LAURENT MESSO A NUDO ACASAMOOD

NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO


NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO

ACASAMOOD

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24. ILVY JACOBS ORIGAMI BAGS

25. PUMA BY RIHANNA CREEPER 04

29. GOHAR DASHTI. LIMBO

33. UN DESIGN IN CONTINUO RINNOVAMENTO ACASAMOOD

NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO


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DRESS BOOK

"IL SEGRETO DELLA BELLEZZA CONSISTE NELL'ESSERE INTERESSANTE ;NESSUN TIPO DI BELLEZZA PUO' ESSERE ATTRAENTE SENZA ESSERE INTERESSANTE" CHRISTIAN DIOR 05

MOOD

NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO


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"I WANT TO MAKE CLOTHES THAT ARE BEAUTIFUL OF COURSE, BUT ALSO CLOTHES THAT ARE INTERESTING AND CONSIDERED AND INTELLIGENT AND NOT OUT OF PLACE" MIUCCIA PRADA

MOOD

NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO


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"WHAT YOU WEAR IS HOW YOU PRESENT YOURSELF TO THE WORLD. FASHION IS INSTANT LANGUAGE” MIUCCIA PRADA

"LA MIA PASSIONE: CREARE ABITI, PER TUTTO IL RESTO SONO UN DISASTRO!" VALENTINO


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"I AM A MELANCHOLY TYPE OF PERSON" ALEXANDER MC QUEEN

"NEVER DOING THINS LIKE THE OTHERS" MIUCCIA PRADA


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NELLE IMMAGINI: DIOR - CHANELDOLCE E GABBANA- BALLY PRADA - CASADEI ALEXANDER MCQUEEN VALENTINO - CELINE ALAIA - CESARE PACIOTTI CARTIER

MOOD

NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO


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""UNA DONNA PUO' ESSERE ATTRAENTE A VENT'ANNI AFFASCINANTE A TRENTA E IRRESISTIBILE PER TUTTA LA VITA" COCO CHANEL

MOOD

NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO


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poltronafrau.com

Via Paleocapa 3/L, ang. Via Paglia, Bergamo Tel. +39 035 219953 bergamo@internionline.it - www.internionline.it seguici su

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ODE AL CARCIOFO

MEDITAZIONI

ODE AL POMODORO

LA SPONTANEITÀ E’ FRUTTO DI LUNGHE

…e sulla spontaneità si basa tutto il mio lavoro. La scelta rappresentativa voleva avvicinarsi alla semplicità con la quale Neruda è riuscito a rendere cose di tutti i giorni così speciali. Per questo motivo ho utilizzato materiali come il pastello a cera, l’acrilico, il gessetto e il cartoncino: cose semplici, con cui ho cercato di dare espressività a tutto il lavoro. Non mancano i dettagli, spesso ottenuti con l’utilizzo delle mani direttamente a contatto con il colore, per rendere il tutto ancora più materico e concreto. Quella delle Odi elementari è una poesia all’insegna delle cose belle, spesso minuscole ma sempre essenziali: pane, vino, cipolla, carciofo, pomodori, castagne, limone, mela, arancia, cocomero, nella loro umiltà e immediatezza, sono i veri portatori della bellezza della vita. Pablo Neruda ci aiuta a coglierla, coltivandone la spontaneità. Le mie illustrazioni vogliono rendere omaggio alla sua intuizione, dandole un corpo.

ODE ALLA CASTAGNA CADUTA AL SUOLO

PORTRAIT_VITTORIA ZAMBIAITI

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Pane, vino, cipolla, carciofo, pomodori, castagne, limone, mela, arancia, cocomero. Dieci delle oltre duecentotrenta liriche dei quattro libri delle Odi elementari, scelte perché vicine alle nostre esperienze quotidiane. Per quanto queste poesie risultino spontanee nel trattare cose piccole, di tutti giorni con naturalezza, dare loro un corpo è stato tutt’altro che naturale ed istintivo. Per capire meglio come è stata affrontata questa sfida, cito una delle innumerevoli frasi di Neruda che mi ha colpito maggiormente: “La spontaneità è frutto di lunghe meditazioni”. L’intero lavoro infatti è stato meditato a lungo: sono le cose semplici le più difficili da raccontare, ed ogni illustrazione ha qualcosa da raccontare, sempre. Per quanto riguarda lo stile illustrativo, la scelta è ricaduta sull’uso di materiali come il pastello a cera, l’acrilico, il gessetto e il cartoncino, con cui ho cercato di dare espressività a tutto il lavoro. Il pastello a cera è un oggetto che particolarmente mi sta a cuore: i bambini spesso lo usano perché apparentemente semplice da usare ma in realtà, dietro quell’involucro così pastoso, si nasconde un oggetto in grado di trasmettere un’immediatezza e una carica di energia uniche. Per comprendere meglio il lavoro svolto, analizziamo ora ogni illustrazione. Osserviamo ad esempio “Ode al carciofo”: possiamo notare quanto sia stato importante l’uso del pastello a cera con una sovrapposizione di verdi e di gialli che rende comunque visibile la trama rigata del cartoncino lasciando trasparire la materia del colore. Inoltre, è interessante come tramite l’uso delle mani e delle unghie si sia creata la corazza del carciofo, incidendo sul corpo del colore. Di fatto in tutte le illustrazioni non mancano i dettagli spesso ottenuti proprio con l’utilizzo delle mani direttamente a contatto con il colore, per rendere il tutto ancora più materico e concreto. Ogni tavola è ricca di colori vivaci, accesi, solari perché Neruda scrive un inno alla vita. L’unica che fra queste si differenzia per la colorazione è “Ode al pane”. Nella lirica, inizialmente il poeta cita i semplici ingredienti con cui si fa il pane ma poi inizia a metterne in evidenza l’importanza, paragonandolo alla vita che cresce nel ventre materno e agli elementi naturali all’origine della Terra. Nella seconda strofa sottolinea come il pane sia il frutto della pazienza, della fatica di chi ha seminato; proprio per questo non deve essere destinato ad una singola persona bensì a tutti: va condiviso, così come la terra, la bellezza e l’amore. Infine, nell'ultima strofa, Neruda fa diventare il pane simbolo della vittoria umana, elemento che libera la Terra: l’uomo deve lottare per permettere che tutti abbiano la parte che spetta loro. Neruda si riferisce quindi alla povertà, alla prevaricazione e all’egoismo, lasciando trasparire il suo pensiero comunista. La mia scelta illustrativa quindi è caduta sull’uso del gessetto nero per creare dei corpi che richiamino delle forme primitive, grezze, rudi e sofferenti - la povera gente - contrastate da uno sfondo colorato di bianco; nascosto tra questo ruvido tormento è possibile però intravedere uno squarcio di luce: il colore oro dell’acrilico evidenzia la vita, la speranza portata in grembo da una donna. “Ode al vino” e “Ode alla cipolla” sono due illustrazioni dall’aspetto ascetico, spirituale: vogliono suggerire le sensazioni durante la lettura del canto. Il valore che assume il vino è universale, vissuto non come un piacere individuale ma collettivo; esso permette di abbandonarci ai ricordi e alle lacrime ma porta anche gioia: ciò si evince quando il poeta inserisce l’avversativo “ma” e quando dipinge il vino in veste primaverile e solare, che “cresce come una pianta di allegria”. Infine associa l’immagine del vino ad una donna, alla sua amata. La conclusione dell’ode è pienamente lirica: il poeta invita i bevitori ad apprezzare ciò che la terra offre, e questo diventa un monito per scoraggiare cattivi comportamenti, con la

speranza che “ricordino in ogni/ goccia d’oro/ o coppa di topazio/ o cucchiaio di porpora”. Nell’illustrazione quindi possiamo vedere come al centro del vortice bordeaux, creato con l’acrilico, è situato un volto in cui il lettore si può immedesimare; esso è circondato dalla primavera - l’uccello e il pesce -, dalla donna - il corpo nudo -, dal vino - il bampino - e il tutto gira vorticosamente, come se girasse all’interno del calice di vino, come ricordi girovaghi nella mente. La cipolla, l’umile bulbo che dona sapore a moltissime preparazioni, non è considerata solo cibo dei poveri, ma viene addirittura paragonata ad un miracolo. Neruda non solo cantò la bellezza e bontà di questo ortaggio, ma amò anche profondamente il suo gusto e la sua eccezionale versatilità in cucina. Per creare questo senso di elevazione, la tavola illustra la cipolla in diverse prospettive, come se fluttuasse nello spazio; inoltre, le mani del popolo sono intente nel far qualcosa: l’occhio in lacrime suggerisce che è in corso il taglio dell’ortaggio. L’uso del gesso quasi sfumato, ha contribuito a generare un senso di spiritualità reso però concreto dalla stesura dell’acrilico per la creazione della cipolla. “Ode al Cocomero”, “Ode al limone” e “Ode a una castagna caduta al suolo” dissomigliano esteticamente dalle altre Odi perché hanno in comune, al centro della tavola, la sovrapposizione di un quadrante con i contorni strappati: ho voluto sperimentare nuove forme con i materiali, nuovi effetti visivi e portare a sensazioni diverse, dato che un foglio bianco e un foglio bianco strappato trasmettono due emozioni diverse. Il cocomero allevia la fatica umana data dal caldo, come sottolinea Neruda. I frutti estivi, in genere, soddisfano egregiamente questa necessità, ma il cocomero, è “il più fresco di tutti/ i pianeti” con la sua morbida polpa color rubino, fresca, zuccherina, grondante acqua. “È la balena verde dell’estate” e dalla balena parte la mia illustrazione, incorniciata sia dal foglio che da una serie di figure rosse che richiamano il corpo umano; il verde della balena ottenuto dall’acrilico diluito con molta acqua - proprio per rimandare alla sensazione dissetante del frutto - e il rosso degli arti - piedi, mani, occhi, labbra -, richiamano i colori tipici del frutto in questione. Il limone è il frutto mediterraneo per eccellenza, tanto rinomato ed importante al punto di essere decantato in un’ode: “Da quei fiori/ sciolti/ dalla luce della luna,/ da quell’/ odore d’amore/ esasperato,/ immerso nella fragranza,/ sorse/ dall’albero del limone il giallo,/ dal suo planetario/ discesero i limoni sulla terra.”. Tutte le sue parti possono essere utilizzate in cucina: il succo, oltre che essere impiegato per condire insalate, macedonie e marinare carne e pesce, unito ad acqua e zucchero, diventa un’ottima bevanda rinfrescante. La buccia invece, è ottima per aromatizzare creme dolci e piatti salati o per la preparazione di liquori come il più famoso Limoncello, divenuto ormai simbolo dei sapori e delle tradizioni della nostra terra. La riproduzione, interamente dipinta con l’uso dell’acrilico, mostra uno scorcio della pianta del limone, come fosse una fotografia, ponendo l’attenzione sul contrasto giallo- blu; la stesura del colore è grezza, si possono vedere le pennellate che creano dei filamenti. I limoni sembrano avere vita propria, così freschi, luminosi, come pianeti e hanno l’aria di venire verso noi; lo strappo enfatizza l’intero lavoro. La castagna, “Dal fogliame irto/ sei caduta/ completa,/ del colore del legno lucidato,/ dello splendido mogano,/ veloce/ come un violino/ appena nato sull’altura,/ e cade/ offrendo i suoi doni rinchiusi,/ la sua nascosta dolcezza,/ finendo segretamente/ fra uccelli e foglie”, non si è scalfita, si è semplicemente decisa a saltare a terra. Ed è questo l’attimo che ho scelto di rappresentare a pieno in questa tavola, e, come col carciofo, grazie al pastello a cera e grazie alla sovrapposizione dei colori e all’uso delle unghie, sono riuscita a creare degli effetti sulla superficie del guscio che ricordano quelli

reali; in questo caso si è creato una specie di collage perché sia l’uccello che le foglie sono state applicate successivamente. In “Ode all’arancia” è interessante notare come Neruda si diletti a paragonare i frutti ai pianeti e viceversa; in questo caso la terra ha la forma d’arancio “A tua somiglianza/ e a tua immagine,/ arancia,/ fu fatto il mondo”. Mi è piaciuta l’idea di rappresentare questa palla arancio “frutto del fuoco”; inoltre, rifacendomi all’idea del collage, ho riempito questa sfera disegnando donne nude raggruppate e color fiamma: “quando/ penetro/ il tuo contorno, le tue acque,/ lodo/ le tue donne” creando “i paesi/ uniti/ come settori di una sola frutta”. Infine, per vivacizzare la tavola ho usato il cartone come sfondo, a contrasto con la carta strappata bianca. A differenza di altri lavori è evidente come mi sia concentrata molto sul motivo del cerchio. In “Ode alla mela” già dai primi versi l’io lirico si rivolge alla mela “Te, mela,/ voglio/ celebrare”; al suo cospetto, qualsiasi altro frutto è in una posizione inferiore: “Quanto difficili/ sono/ paragonati/ a te/ i frutti della terra,/ le uve cellulari,/ i manghi/ tenebrosi,/ le ciliege/ con i nòccioli, i fichi”. Frutto controverso per eccellenza, simbolo di fecondità per l’antica Grecia, immagine della tentazione e del peccato originale per la religione cattolica. Infatti, benché nel libro della Genesi la mela non venga esplicitamente citata, l’intera iconografia cristiana l’ha sempre rappresentata come frutto proibito. Nell’ode di Neruda non c’è spazio però per alcuna visione negativa, nessun peccato, nessuna violenza: la mela resta un oggetto del desiderio e di un desiderio positivo, sincero, naturale. Se nella Genesi l’innocenza è un dono, una dimostrazione di virtù e purezza, nella visione nerudiana l’innocenza è parte dell’ignoranza e di un velo che separa l’uomo dalla modernità. L’atto di dominare la natura - mordere la mela - e di perdere l’innocenza è un fenomeno che il poeta desidera espandere oltre i limite della terra. È possibile trovare questo desiderio di espansione nell’ultima strofa del poema: “Io voglio/ un’abbondanza/ totale,/ la moltiplicazione/ della tua famiglia,/ voglio/ una città, una repubblica,/ un fiume Mississippi/ di mele”. A causa della controversia dell’ode, ho preferito non far riferimento a nessun tratto dell’inno in particolare ma limitarmi alla rappresentazione della mela nella sua contemplazione, attraverso l’uso dell’acrilico steso a piccole pennellate, facendo riferimento alla tecnica pittorica di Van Gogh. Anche il pomodoro è un frutto fondamentale per la nostra cucina: secondo i dati Istat, l’Italia riesce a produrre circa 6.000.000 di tonnellate di pomodori annualmente, la metà nelle regioni del Sud. Inoltre vi sono ben 320 qualità differenti di pomodoro diffusi in tutto il mondo. In “Ode al pomodoro” il poeta racconta quando, tramite il mercato, il pomodoro invade le strade e arriva fino a casa; qui si espande poi a sottolineare la sua versatilità in cucina. La tavola coglie un attimo particolare: si è voluto mostrare il pomodoro nella credenza, prima che venga “ucciso” per la preparazione di qualche squisito pasto, quando cioè “si siede/ tranquillo/ nelle credenze,/ fra i vasi,/ i piatti del burro,/ le saliere azzurre”. La colorazione scelta si rifà prettamente al testo, azzurra con un bagliore rosso di pomodori. Quindi, attraverso l’uso motivato di diverse tecniche, ogni illustrazione cerca di rendere omaggio all’intuizione di Neruda tanto semplice quanto complessa con altrettanto semplice complessità.

VITTORIA ZAMBAITI

GRAPHIC DESIGNER ILLUSTRATRICE

LAUREA TRIENNALE GRAFICA, DIPARTIMENTO DI ARTI VISIVE, ACCADEMIA DI BELLE ARTI “SANTA GIULIA” BRESCIA. TESI DI LAUREA: “DALLA PAROLA ALL’IMMAGINE. DIECI ILLUSTRAZIONI PER DIECI ODI ELEMENTARI”. VITTORIA.ZAMBAITI@GMAIL.COM

HA REALIZZATO PER NOI LE ILLUSTRAZIONI DI COPERTINA

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SAINT LAURENT

CHIARA FERRAGNI

DOLCE E GABBANA

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SANTONI

A PASSO DI

ELEGANZA La moda è cambiata. Questa una tesi, non più una teoria, ben giustificata dalla creazione di un nuovo stile che si pone come punto di congiunzione tra l'eleganza e la sportività. Potremmo definirla quasi una sfumatura che da un confine all'altro traccia le linee di uno stile metropolitano capace di mixare capi eleganti a capi più jogger, con il risultato di outfit all'apparenza casuali ma in realtà studiati in ogni dettaglio. Elemento chiave per giocare con questo MOOD le calzature, focus intorno al quale creare addirittura uno stile personale. Perché ciò che più conta oggi è essere se stessi, assordire la moda, adattarla al proprio essere e trasformarla in un lifestyle che ci contraddistingue. Complice una vita frenetica che necessita per diretta conseguenza di uno stile versatile e adattabile ad ogni momento delle giornata, dalla colazione di lavoro all'happy hour con gli amici. Per questo la mano dei designer ha dato forma a calzature di ogni genere, forma e colore: slip on glitterate, espadrillas rivisitate in stile urba e mocassini flower per la donna, mentre per l'uomo sneakers, borchie e lavorazioni tout court.

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NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO

SAINT LAURENT


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COLORI

LE RICERCATE SFUMATURE DEI GRIGI, DEI BROWN E DEI BLU COSTITUISCONO UNA PREZIOSA BASE ARMONICA, SULLA QUALE TOCCHI DI COLORE INTRODUCONO SFUMATURE MEDIO SCURE DI ROSSI E DI VIOLA, CROMIE INTENSE CHE INTRECCIANO TEMI RICORRENTI ATTRAVERSO LA COMMISTIONE DEGLI STILI. LE FANTASIE GIOCANO UN RUOLO FONDAMENTALE NEL DIALOGO TRA I CODICI E LE TIPOLOGIE: DISEGNI PRINCIPE DI GALLES, PIED-DE-POULE E GESSATI CARATTERISTICI DI GIACCHE E ABITI SI DIFFONDONO ANCHE NEI CAPPOTTI E NEI PIUMINI; EFFETTI FIAMMATI E BOTTONATI AFFIORANO NELLA MAGLIERIA; TESSUTI CHEVRON E DONEGAL CONFERISCONO SPESSORE ALLE NUANCES DEI PANTALONI CUCINELLI.


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COMBINAZIONI

LE COMBINAZIONI RISPECCHIANO IL LEGAME CHE UNISCE LE TIPOLOGIE E I DIVERSI CODICI D’ABBIGLIAMENTO: LA CREAZIONE DELLO STILE DIVIENE UN PROCEDIMENTO RAFFINATO, IL CUI EQUILIBRIO POGGIA SU UNA SAPIENTE MISCELA DEGLI ELEMENTI. ALLE GIACCHE DAL CARATTERE PIU’ FORMALE RISPONDONO DENIM SPORTIVI CON ROTTURE E CALZATURE D’ISPIRAZIONE INGLESE, MENTRE IL PANTALONE SARTORIALE DEFINISCE IL GUSTO IN ABBINAMENTO A T-SHIRT, MAGLIE IN CASHMERE E SNEAKERS CUCINELLI.


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VERSACE

DOLCE E GABBANA 18

VERSACE Un concentrato di creatività che impreziosisce, sdrammatizza e personalizza ogni look, anche il più sobrio o elegante. Ecco perché ammirando la preview della collezione autunno/inverno 2016 di Brunello Cucinelli, così chic e ricercata, ma già propria di contrappunti tra fit morbidi, moderni e forme sportive, ci si rende conto come l'eventuale contrasto con calzature più sportive e versatili sarebbe comunque perfetto. Via libera quindi alla fantasia e alla scelta di accessori capaci di creare quello stile urban con tratti dandy che tanto impazza tra blogger e trend setter. In tutto questo il confine tra moda maschile e femminile pare quasi azzerato, creando così un punto di congiunzione tra due emisferi che mai come ora si fondono per la creazione di un nuovo "mondo" in cui le calzature, prima di tutto regnano sovrane.

MARC BY MARC JACOBS

DSQUARED ACASAMOOD

NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO


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DI ELLE AMBIENTI

SUPERFICI

SOLUZIONI


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altamar.ea路 R@"~atM

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YVES SAINT LAURENT, IL SUO NUDO IMMORTALATO DA SIEFF NEL 1971

YVES SAINT LAURENT

MESSO A NUDO

E' un giovanissimo Yves Saint Laurent, in una posa da statua greca, immortalato nel 1971 da uno scatto del fotografo francese, di origine polacca, Jeanloup Sieff (1933-2009). La foto servì per la campagna del primo profumo maschile firmato YSL, Pour Homme, con lo stilista testimone di se stesso. Era la prima volta che uno stilista posava per promuovere un suo profumo. L'immagine all'epoca fece scandalo, ma segnò la storia della pubblicità. Fotografo della «nouvelle vague», Sieff è ricordato soprattutto per le sue sofisticate immagini di moda, per i suoi raffinati nudi, per il rapporto primordiale e fisico che aveva con la stampa, «un po' come uno scultore con la pietra». E infine, per l'uso grandangolo: un tipo di visione che gli permetteva, da claustrofobico, di respirare.

YVES HENRI DONAT MATHIEU SAINT LAURENT E’ STATO UNO STILISTA FRANCESE, TRA I PIU’ FAMOSI E CONOSCIUTI CREATORI DI MODA DEL XX SECOLO. DATA DI NASCITA: 1 AGOSTO 1936, ORANO, ALGERIA DATA DI MORTE: 1 GIUGNO 2008, PARIGI, FRANCIA


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Yves Henri Donat Matthieu-Saint-Laurent nacque il primo agosto 1936, a Orano, Algeria francese, da Charles e Lucienne Andrée Mathieu-Saint-Laurent. Crebbe in una villa sul mediterraneo con le due sorelle Michelle e Brigitte. Al giovane Yves piaceva creare bambole di carta e sin dalla più tenera adolescenza iniziò a disegnare vestiti per la madre e le sorelle. A 18 anni si trasferì a Parigi ed entrò nella Chambre Syndicale de la Haute Couture (Camera Sindacale dell'Alta Moda), dove i suoi disegni ebbero subito successo. Michel De Brunhoff, editore di French Vogue, presentò Saint Laurent al designer Christian Dior. Saint Laurent riferì dopo sull'incontro di essere stato ispirato da Dior e che nonostante quello che successe dopo, le basi della sua arte sono state tracciate da lui e che non potrà mai dimenticare gli anni spesi al suo fianco. Infatti lo stile di Saint Laurent crebbe notevolmente sotto la guida di Dior, maturando e guadagnando sempre più fama. Morto Dior nel 1957, divenne il direttore artistico della maison.Nel 1960, nel pieno del successo, Saint Laurent si trovò costretto ad arruolarsi nell'esercito francese a causa della guerra d'indipendenza in Algeria. Dopo soli 20 giorni nell'esercito, lo stress da nonnismo portò Saint-Laurent ad un ricovero nell'ospedale militare dove ricevette la notizia di essere stato licenziato da Dior. Questo non fece altro che aggravare la situazione psicologica di Yves che fu ricoverato nell'ospedale militare di Val-de-Grâce, dove venne sottoposto a cure psichiatriche con sedativi, psicofarmaci ed elettroshock. Saint Laurant ritenne poi, questo periodo in ospedale, l'origine dei suoi problemi mentali e della sua dipendenza da droghe.Nel novembre del 1960, SaintLaurent fu dimesso dall'ospedale e citò Dior per non aver rispettato i termini contrattuali. La vittoria in tribunale gli permise, dopo un periodo di convalescenza, di aprire l'omonima casa di moda al fianco del compagno e socio Pierre Bergé.Negli anni sessanta e settanta la firma godette del massimo prestigio grazie a ingegnose

JEANLOUP SIEFF (PARIGI, 30 NOVEMBRE 1933 - PARIGI, 20 SETTEMBRE 2000) FIGLIO DI GENITORI POLACCHI, INIZIA LA PROFESSIONE DI FOTOGRAFO COME REPORTER, NEGLI ANNI CINQUANTA, ED OTTIENE RICONOSCIMENTI PER IL SERVIZIO SUGLI SCIOPERI NELLE MINIERE DEL BORINAGE BELGA. PASSATO ALLA FOTOGRAFIA DI MODA, COLLABORA CON LE PRESTIGIOSE RIVISTE DELL'EPOCA. NEI PRIMI ANNI SESSANTA SI TRASFERISCE A NEW YORK, QUI SVOLGE SERVIZI CHE LO RENDERANNO SEMPRE PIU’ POPOLARE E CHE VEDONO PERSONAGGI DEL CALIBRO DI ALFRED HITCHCOCK POSARE PER LUI. TRASCORRE IN QUESTA CITTÀ POCHI ANNI PER POI TORNARE A PARIGI. IL SUO NOME VIENE LEGATO ALLA FOTOGRAFIA DI NUDO. ANCHE IN QUESTO CAMPO ARTISTICO, COME NEGLI ALTRI, SIEFF FA MOLTO USO DELL'OBIETTIVO GRANDANGOLARE SPINTO CHE CONFERISCE UN'IMPRONTA UNICA ED INCONFONDIBILE AL SUO STILE IRONICO E MAI VOLGARE.

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innovazioni in fatto di moda. Nel 1980 fu il primo creatore di moda vivente a godere di una grande retrospettiva del suo lavoro al Metropolitan Museum di New York.Nel 1989 il gruppo YSL si quotò in borsa, per poi essere venduto nel 1993 alla casa farmaceutica Sanofi[1] per circa 600 milioni di dollari. Nel 1999 la casa di moda fiorentina Gucci acquistò l'etichetta e mentre Tom Ford si occupava della collezione prêt-àporter (più accessibile al grande pubblico), Yves Saint-Laurent disegnava la linea di alta moda. Alla pari di Chanel, Saint Laurent ha creato uno stile unico, è stato per decenni simbolo dell'eleganza più raffinata, moderna, innovativa. Per primo, negli anni 60, ha capito che l'alta moda poteva trarre ispirazione dalla strada e non essere soltanto una realtà autoreferenziale, un mondo chiuso in se stesso senza rapporti con la realtà. Creò scalpore la collezione del 1958 con la quale esordì, quando, successore di Christian Dior, presentò negli eleganti saloni di Avenue Montaigne, una silhouette grintosa e irriverente, molto poco politicamente corretta per il conformismo sartoriale dell'epoca. Si intuiva già lo spirito eterodosso di questo nuovo disegnatore, il quale, nell'arco della sua carriera ha mantenuto la promessa di allora, diventando un innovatore costante, un modernizzatore dell'immagine femminile. Ha fatto tutto o quasi tutto prima degli altri. Sua, decenni prima di Giorgio Armani, è stata l'intuizione di trasferire alcuni capi del guardaroba maschile in quello femminile: il blazer, la sahariana, lo smoking, il trench, il giubbotto di pelle, il tailleur-pantalone, sua la dirompente carica di vitalità abbinata a una divorante passione per l'arte che gli ha fatto fare omaggi estrosi ai maestri della pittura del Novecento, da Picasso a Andy Warhol, da Matisse, a Braque, da Mondrian a David Hockney, quando il binomio arte-moda non era ancora una trovata scontata, un luogo comune da passerella "colta". Sue, ancora per primo, sono state le commistioni etniche e folcloristiche con le quali ha arricchito gran parte delle proprie collezioni di suggestioni che gli venivano di volta in volta dall'Africa, dalla Spagna, dall'India, dal Marocco, dalla Russia. L'amore per il teatro e per la letteratura, Marcel Proust in testa, come autore feticcio, come nume tutelare, sono state anch'esse trasposte nella sua moda, infuse nei modelli che ha saputo creare. Ma al di là di una creatività multiforme, Saint Laurent ha avuto anche intuizioni commerciali geniali, come avere capito, ancora una volta in anticipo sui suoi colleghi, che le idee così moderne della sua alta moda potevano, sapientemente corrette, trasformarsi in prodotto industriale. Dopo una lunga malattia, lo stilista si spegne per un tumore al cervello a Parigi, nella sua casa, la notte del 1º giugno 2008, all'età di 72 anni. Il suo corpo è stato cremato e le sue ceneri sono conservate nei giardini Majorelle di Marrakech, in Marocco, nella villa appartenuta al celebre artista francese Jacques Majorelle e in seguito acquistata e ristrutturata da Saint Laurent e Bergé.

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La nuova Audi R8 VlO plus Coupé è L'Audi più incredibile di sempre. La supersportiva da 610 CV, con trazione integrale quattro, raggiunge i 100 km/h in soli 3,2 secondi. Derivat a diret tamen t e dalle vetture da gara, con Lequali condivide il 50% delle componen t i, come il propulsore centrale VlO FSI aspirato, Lastruttura in alluminio Audi Space Frame e i rivoluzionari gruppi ottici a LED con tecnologia laser, Lanuova Audi R8 Coupé è capace di trasmettere anche in strada Leemozioni della pista. www.audi.it

Gamm a R8. Consumo di carburante {l/100 km): ciclo urbano 17,5 - ciclo extraurbano 9,3 - ciclo combinato 12,3; emissioni C02 (g/km): ciclo combinato 287.

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ILVY JACOBS

ORIGAMI BAG

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Piegando la carta con una tecnica simile a quella degli origami, Ilvy Jacobs trasforma le comuni borse di carta da pacchi marrone in un accessorio fashion caratterizzato da forme e volumi molto moderni. Dopo aver studiato product design, la giovane designer olandese si è specializzata nella creazione di borse, dando una nuova interpretazione creativa ai materiali poveri e sperimentando nuove tecniche in grado di aggiungere valore e durata agli oggetti quotidiani che normalmente vengono buttati via dopo l’uso. Oltre che con la carta, Ilvy Jacobs lavora con la pelle e con i tessuti.

WWW.ILVYJACOBS.NL

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PUMA BY

RIHANNA CREEPER Puma e Rihanna e le nuove colorazioni Peacoat/Cool Blue, Off White/Gum e Coral Cloud Pink/Green/Oatmeal, dell’esclusiva collezione Creeper, l’originale sneakers nata da un vero e proprio remix tra l’iconica Puma Suede e le influenze punk rebel della Grande Mela. La linea di sneakers PUMA BY RIHANNA è la prima realizzata dalla star mondiale della musica pop e R&B, Creative Director e Brand Ambassador dello SportsBrand.

“SONO COSI’ EMOZIONATA DI PRESENTARE FINALMENTE LA CREEPER PUMA AL MONDO. LA PARTNERSHIP CON PUMA MI HA DATO L’OPPORTUNITÀ DI CREARE CAPI UNICI E IMPREVISTI. VOLERE DAVVERO SCAVARE NEL LORO ARCHIVIO E A DARE AGLI STILI CLASSICI IL MIO TOCCO PERSONALE. LA CREEPER PUMA E’ PROPRIO QUESTO” RIHANNA

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- TOMAIA SCAMOSCIATA. -. CHIUSURA CON STRINGHE PER UNA PERFETTA VESTIBILITÀ. - SUOLA IN GOMMA CON PLATEAU E STRUTTURA A CARRO ARMATO. - STRISCIA SAGOMATA PUMA NELLE PARTI LATERALI E MEDIANE. - SCRITTA PUMA FENTY IN FOGLIA D'ORO SULLA LINGUETTA. - SCRITTA PUMA IN FOGLIA D'ORO SULLA PARTE LATERALE E LOGO PUMA SUL TALLONE. Puma Creeper è stata ideata da Rihanna con l’intento di richiamare l’atmosfera, la musica e la moda dell’epoca punk mescolandola alla tradizione sportiva del brand; i riferimenti culturali sono quelli del periodo storico nel quale il punk accese Kings Road alla fine degli anni ’80, suscitando grande scalpore e arrivando a invadere anche la scena dei club underground di Manhattan. Un richiamo ad uno stile che non è mai scomparso e che ancora oggi influenza la moda e la musica in tutto il mondo.

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La Creeper è caratterizzata da un’inedita suola platform o ‘creeper’ combinata alla classica tomaia in suede, presentata in diverse varianti colore, scelte in collaborazione con il designer di Los Angeles Mr. Completely. Ecco il video del backstage dello shooting fotografico con protagonisti Rihanna e il musicista e produttore discografico Travi$ Scott.

WWW.PUMA.COM


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GOHAR DASHTI. LIMBO.

A CURA DELL’ ARCH. PAOLO BUSSI

Per la seconda volta, a distanza di tre anni, l’arte delicata e intraprendente di Gohar Dashti arricchisce nuovamente lo spazio milanese Officine dell’Immagine. Nata nel 1980 a Ahvaz (Iran) ma residente tra Tehran e Boston, Gohar Dashti ha ormai impreziosito con il proprio talento i più importanti musei al mondo, tra cui il Victoria and Albert Museum di Londra, il Mori Art Museum di Tokyo, il Museum of Fine Arts di Boston e la National Gallery of Arts di Washington. La sua arte è decisa ma sottile, lascia intravedere la potenza espressiva ad una prima occhiata, per poi sedurti e colpirti poco dopo. Il linguaggio espressivo è dei più sinceri e doloranti: ha vissuto sulla pelle l’allontanamento forzato dalla propria terra e non fa niente per nasconderlo. Anzi, lo rende assoluto protagonista di ogni sua opera.

UNA MOSTRA A CURA DI SILVIA CIRELLI MILANO, OFFICINE DELL’IMMAGINE FINO AL 16 APRILE 2016 29

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GOHAR DASHTI, STATELESS - 2014-2015 - 80X120 CM, ARCHIVAL DIGITAL PIGMENT PRINT. EDIZIONE DI 10. COURTESY L’ARTISTA E OFFICINE DELL’IMMAGINE, MILANO (6)

Il fascino di queste fotografie risiede nella estraniante sofferenza che provocano: soggetti indaffarati a svolgere faccende comuni o quasi, incorniciati da uno sfondo crudelmente neutro, distante da loro, fermo in una funesta illogicità. I protagonisti della sere Stateless del 2014-2015 da cui prende spunto il titolo dell’esposizione Limbo, sono protagonisti in un ambiente che platealmente non li vuole, non li accoglie. Il contrasto netto e voluto tra il paesaggio arido e desertico, ma dotato di sculture naturali dal tenebroso fascino, dell’isola di Qeshm e i protagonisti che lo vivono ha un senso di magico disincanto.

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GOHAR DASHTI, IRAN, UNTITLED - 2013 - 80X120 CM, ARCHIVAL DIGITAL PIGMENT PRINT. EDIZIONE DI 7. COURTESY L’ARTISTA E OFFICINE DELL’IMMAGINE, MILANO (3)

GOHAR DASHTI, STATELESS - 2014-2015 - 80X120 CM, ARCHIVAL DIGITAL PIGMENT PRINT. EDIZIONE DI 10. COURTESY L’ARTISTA E OFFICINE DELL’IMMAGINE, MILANO

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Come esseri catapultati in un territorio inviolato e inadatto a loro, osserviamo incuriositi uomini che trascinano una palma non si sa dove e a che scopo, donne con valige che si incamminano lungo una strada misteriosa, nell’atto di voltarsi e quasi attendere un confortante aiuto, che naturalmente difficilmente arriverà, per poi trovare una Madonna avvolta di nero che abbraccia il figlio morente, accerchiata dalle spettrali gole ricavate dalla roccia. La sensazione di inadeguatezza, la sottile malinconia del volere essere accettati, la remota speranza di poter vivere un luogo magnificamente poco accogliente, riflettono lo stato d’animo dell’artista e di un popolo intero, costretti ad abbandonare la propria storia e la propria terra. Il dolore dello stato di profugo e di esiliato fa da contraltare alla sofferente bellezza solitaria dei luoghi che dovrebbero essere la nuova casa, ma che invece sono una prigione immensa, fatta di aria e terra, di spazi senza pace e senza cuore. Anche nella serie Iran, Untitled del 2013, Gohar Dashti ripropone il netto contrasto tra paesaggio, questa volta straniante e vuoto, e i personaggi protagonisti di azioni quasi ridicole nella loro semplicità. Goffi giovani sdraiati sopra un materasso, improbabili code allo scivolo, spettatori incuriositi da lotte tra galli feroci, il tutto circondato da una sconfinata amarezza, una ironia tristemente leggera, quasi velata, per fare riflettere e non giudicare, rappresentata da un terreno arido e senza gioia. L’uomo è vulnerabile, inadatto ad un contesto che lo isola invece che accogliere, che lo rende povero e indifeso, invece di offrire possibilità e sicurezza. Anche in questo caso lo stato di esule imprime la elegante ma determinata sensazione del fuori posto, dell’incompreso. Il paesaggio naturale viene abbandonato nella serie Me, she and the others (2009), per fare spazio alla condizione umana della donna nella cultura iraniana in tre differenti situazioni: al lavoro, a casa propria e nella vita pubblica. Tre donne molto differenti, tre sguardi che rifiniscono riproposizioni opposte tra loro, in una fotografia che espone ma non moralizza, lasciando trasparire la continuità della cultura iraniana in un mondo in perenne evoluzione, nonostante le molteplici contraddizioni socio politiche. Grazie alla raffinata arte di Gohar Dashti possiamo quindi ammirare la personale interpretazione della realtà che ha caratterizzato l’Iran nel corso della storia, vissuta da lei in prima persona, ma senza per forza trovare una soluzione o una critica, senza avere la necessità di comprendere o di giudicare. La grandezza dell’artista rende la sua opera sospesa in un vuoto senza tempo, uno stato etereo in cui provoca una sconfortante ammissione, una inconsueta certezza di non riuscire mai a comprendere fino in fondo, una prepotente ma sofisticata rassegnazione.

GOHAR DASHTI, STATELESS - 2014-2015 - 80X120 CM, ARCHIVAL DIGITAL PIGMENT PRINT. EDIZIONE DI 10. COURTESY L’ARTISTA E OFFICINE DELL’IMMAGINE, MILANO (4)_0 32


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UN DESIGN IN CONTINUO

RINNOVAMENTO

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Supporto Babylone - Cofanetto Designerbox#11 di Designer Box star del design internazionale immagina di volta in volta un oggetto inedito, introvabile altrove. Prodotto in piccola serie, per un solo mese dai migliori artigiani, ogni oggetto è accuratamente imballato in uno splendido cofanetto in legno chiaro numerato. Gli stampi sono sistematicamente distrutti dopo la produzione per preservare l'unicità dell'oggetto e "aumentarne" il suo valore nel tempo. Oggetto supporto, destinato ad accogliere in base ai propri desideri, lettere o fogli, Babylone è una micro architettura ideata dal designer harri Koskinen, star del design finlandese. La leggerezza dell'oggetto non ha uguali se non la sua robustezza. Babylone testimonia dell'arte del designer finlandese Harri Koskinen – un'attenzione per i dettagli, con le sue linee fluide accuratamente organizzate, delle proporzioni perfette e un tocco di colore quasi vintage, clin d'oeil ai maestr del design degli anni '50. Made In Design è partner di Designer Box, editore e promotore di un design reso accessibile grazie al suo modello unico di abbonamento. Dimensioni : Supporto: L26 x P9,5 x H20 cm Caratteristiche : Cofanetto numerato in edizione limitata Consegnato con un certificato di autenticità e un libretto di istruzioni Prezzo: 59 euro

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