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ACASAMOOD NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO
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ACASAMOOD NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO
EDITOR’S LETTER Aut. Trib. Bergamo n°19 del 22.06.04 Direttore responsabile: Vito Emilio Filì Direttore editoriale: Patrizia Venerucci Responsabile di redazione: Tommaso Revera Progetto grafico ed impaginazione: Paolo Biava Responsabile commerciale: Roberto Maestroni Ufficio pubblicità e relazioni esterne: Tel. 035.270989
Hanno collaborato Valentina Colleoni - Paolo Bussi Credits: Paolo Stroppa - Paolo Carlini - Rinaldo Capra Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta senza autorizzazione dell’editore. Edita Periodici srl 24121 Bergamo Via Bartolomeo Bono, 10 Tel. 035.270989 Fax. 035.238634 25100 Brescia Via G. Renica, 63 Tel. e Fax 030.2808528 e-mail: segreteria@editaperiodici.it www.EDITAPERIODICI.it Stampa: Euroteam - Green Advanced Printing
E NUMERO SESSANTACINQU
PARLANDO DI AMBIENTE… ELON MUSK HA PRESENTATO IL SOLAR ROOF, E LA NOSTRA CASA NON SARÀ PIU LA STESSA. ELON MUSK, CEO DI TESLA, HA PRESENTATO UNA BATTERIA CON TECNOLOGIA TESLA CHE ACCUMULA ENERGIA PER TUTTA LA CASA. CI SIAMO, SEMPRE PIU VELOCI, SEMPRE PIU AVANTI, ORA L'ENERGIA PRODOTTA DAL TETTO SOLARE CON INTEGRATA UNA BATTERIA AGLI IONI DI LITIO, CI PERMETTE NON SOLO DI PRODURRE ENERGIA ELETTRICA, MA SOPRATTUTTO DI ACCUMULARLA PER USARLA AL BISOGNO. MAGIA, LA NOSTRA CASA O MEGLIO IL NOSTRO TETTO NON SOLO CI PROTEGGE, MA CI FORNISCE L'ENERGIA PER ESSERE AUTO SUFFICIENTI. E... CI CARICHERÀ ANCHE L'AUTO IN GARAGE!
PARLANDO DI MODA …
STANNO CIRCOLANDO SULLE PASSERELLE "FALSI" D'AUTORE CHE CON GRANDE AUTOIRONIA AFFRONTANO IL TEMA COSI’ IMPORTANTE NELL'ALTA MODA PER ABITI E ACCESSORI, GUCCI E DOLCE E GABBANA APRIPISTA .
PARLANDO DI DESIGN…
RENZO PIANO HA INAUGURATO IL NUOVO CAMPUS UNIVERSITARIO DELLA COLUMBIA UNIVERSITY DI NEW YORK TEMI CHE NON MANCHEREMO DI AFFRONTARE NEL PROSSIMO NUMERO DI A CASA MOOD !
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05. LAMBORGHINI HURACAN LP 580 PURO PIACERE DI GUIDA
07. BELLERIVE UN SOGGIORNO A 4 STELLE 03
13. UN LABORATORIO CREATIVO, CON TANTE ATTREZZATURE A DISPOSIZIONE PER LAVORARE AL MEGLIO.
17. ACASAMOOD
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Lâ&#x20AC;&#x2122;AUTOBIANCHI 500 GIARDINETTA
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UNO SPAZIO DI 250 MQ DISPOSTI SU UN UNICO LIVELLO
>>>> SOMMARIO <<<<
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27. ARCIPELAGO DI OCNO
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29 LA PAROLA Eâ&#x20AC;&#x2122; MORTA
33. UN VIAGGIO SUL TETTO DELLE ALPI
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LAMBORGHINI HURACÁN LP 580
PURO PIACERE DI GUIDA Automobili Lamborghini presenta la nuova Huracán LP 580-2: una versione a due ruote motrici della coupé 10 cilindri. Specificamente pensata e progettata attorno alla trazione posteriore, la Huracán LP 580-2 abbina un'immagine nuova e dinamica a soluzioni tecnologiche volte a garantire un’esperienza emozionale alla guida. “La Huracán LP 580-2 continua la tradizione Lamborghini nel proporre modelli visionari e all’avanguardia tecnologica", afferma Stephan Winkelmann, Presidente e Amministratore Delegato di Automobili Lamborghini. "Il modello a trazione posteriore si inserisce perfettamente nella famiglia Huracán, rivolgendosi a coloro che desiderano
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La distribuzione dei pesi prevede un 40 per cento all'avantreno e un 60 per cento al retrotreno, riducendo così l'inerzia sull'asse anteriore rispetto alla versione a quattro ruote motrici. Una nuova gestione della potenza, insieme a sospensioni modificate, nuovo sterzo a sensibilità variabile e controlli di stabilità e trazione ricalibrati permettono al conducente di “sentire” la strada nel modo più diretto possibile. I settaggi di guida STRADA, SPORT e CORSA sono stati ritarati per fornire caratteristiche di sovrasterzo tipiche di una trazione posteriore. La guida coinvolgente e sportiva della nuova versione a due ruote motrici completa perfettamente l’attuale offerta Huracán, articolata in performance assolute con Huracán LP 610-4 e appeal lifestyle con la variante Spyder. La Lamborghini Huracán LP 580-2 è profondamente diversa dalla sua omologa a trazione integrale.
un'esperienza di guida ancora più coinvolgente, o che attualmente hanno una vettura a trazione posteriore di altre marche e aspirano a guidare una Lamborghini. Quest'auto può essere considerata, allostato attuale, l'espressione più pura di una supersportiva Lamborghini. Si tratta di una vettura adatta a conducenti in grado di farla esprimere al massimo del suo potenziale”. L’anteriore e il posteriore sono stati ridisegnati per accentuarne l'immagine giovane, fresca e decisa.Ogni dettaglio è il risultato di una stretta cooperazione fra i designer del Centro Stile e gli esperti Lamborghini di aerodinamica.
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La grande presa d'aria frontale serve specificamente ad indirizzare l'aria di raffreddamento e a creare carico aerodinamico sull'assale anteriore. Grazie al lavoro combinato al retrotreno di spoiler e di diffusore nel sottoscocca, la Huracán non richiede la presenza di appendici aerodinamiche mobili per creare portanza al posteriore. I freni a disco in acciaio con pinze in alluminio sono stati appositamente sagomati per conseguire una riduzione di peso e un migliore raffreddamento. Trazione posteriore per un perfetto piacere di guid Trazione posteriore per un perfetto piacere di guida Il V10 aspirato da 5,2 litri della Huracán, collocato in posizione centrale, è stato rivisto per erogare una potenza di 426 kW (580 CV) e una coppia massima di 540 Nm, il 75 per cento della quale già dispo-
nibile a regime di 1.000 giri al minuto. Come per gli altri modelli Huracán, la LP 580-2 dispone di una funzione di disattivazione dei cilindri per migliorare l'efficienza del motore. Se non è richiesta la piena funzionalità del propulsore, cinque dei dieci cilindri vengono temporaneamente disattivati con lo spegnimento di un'intera bancata. Quando il guidatore accelera, il sistema ritorna istantaneamente alla modalità dieci cilindri, in modo praticamente impercettibile per chi guida. Questa funzione abbassa il consumo di carburante a 11,9 litri/100 km (ciclo combinato) e le emissioni di CO2 a 278 g/km. Con un peso a secco di 1.389 kg, in virtù di una riduzione di 33 chilogrammi rispetto alla Huracán LP 610-4, la Huracán LP 580-2 raggiunge un rapporto peso-potenza di appena 2,4 kg/CV. La LP 580-2 è disponibile in tutta la gamma di colori e finiture interne ed esterne della linea Hu-
racán. Inoltre, attraverso il programma di personalizzazione Ad Personam di Lamborghini, le combinazioni di colori adottabili all'interno e all'esterno sono pressoché illimitate. La Huracán LP 580-2 è anche dotata del recente Lamborghini Infotainment System II, con uno schermo per la strumentazione di tipo TFT da 12,3 pollici ad alta risoluzione. I precedenti modelli Lamborghini a trazione posteriore includono la progenitrice Gallardo LP 550-2 e le Lamborghini Miura, Countach e Diablo, nella variante con trazione posteriore, icone di puro piacere di guida. La Huracán LP 580-2 è stata progettata per una pura esperienza di guida: il suo V10 aspirato di 5,2 litri eroga 580 CV sull'asse posteriore; inoltre la vettura ha un peso a secco di appena 1.389 kg, risultando 33 chilogrammi più leggera della versione a quattro ruote motrici.
LAMBORGHINI BERGAMO Concessionario per il Nord d’Italia Via Piemonte 12, Azzano San Paolo (Bg) Tel. 035 4596239 - Fax 035 4596356 info@lamborghini-bergamo.com www.bonaldi.it
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BELLERIVE
UN SOGGIORNO A 4 STELLE
08 Avevo già conosciuto Paolo Rossi almeno 10 anni fa, nell'hotel Laurin sempre a Salo' di proprietà della sua famiglia da sempre. L'hotel Laurin è una perla di rara bellezza espressione mirabile è conservata del periodo Liberty. Li'al Laurin il tempo sembra essersi fermato, e la tranquillità si respira in ogni ambiente. Ma è qui al Bellerive, che Paolo riesce ad esprimere un servizio di hotelleria più attuale e su misura al cliente, che varca la soglia di questo bel hotel a 4 stelle sul lungo lago di Salo'. Ci incontriamo per una breve colazione di lavoro, ma ben presto i discorsi diventano informali, e si insinua il piacere della conversazione. Comincio a notare tanti dettagli che sono stati pensati e costruiti insieme ad esperti, idee che nascono da Paolo Rossi soprattutto viaggiando, e che si concretizzano coinvolgendo altri"attori", l'architetto la paesaggistica , l'amico fotografo, tutte persone che sanno aggiungere all'idea iniziale quel valore di professionalità che fa la differenza. Lo staff crea situazioni e servizi, che insieme armonizzano gli ambienti e con efficienza confezionano un soggiorno a 4 stelle.
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PAOLO ROSSI E RINALDO CAPRA - LA QUADRERIA La Nouvelle Vague del giardino ha creato nuove sensibilità e favorito lo spirito di rinnovamento estetico del patron Paolo Rossi. La necessità di condividere le nuove emozioni ha favorito la discussione della concezione di collezione d’arte con artisti, intellettuali, architetti e fotografi. Nuove visioni, ricerca di oggetti e storie uniche, creano orizzonti inaspettati e il Bellerive è il luogo ideale per esporre il distillato di questa tensione. Le fotografie di Rinaldo Capra (che percorrono trent’anni di storia della nostra società raccontandone la sensibilità e il gusto poetico), aprono il percorso del Bellerive Life Style.
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L’iidea è di ispirarsi alle Quadrerie ottocentesche, riempiendo in modo fitto la parete, per avere un colpo d’occhio instantaneo della globalità del progetto. Fotografie di Reportage, Ritratti, Ricerca, ci guardano tutte assieme e ci raccontano una storia, che varia da persona a persona in continuazione e sempre in divenire: ognuno si riflette nella propria sensibilità. Il destino della Quadreria è di espandersi di continuo, tenere segno del tempo e custodire i nostri ricordi per sempre. La varietà e ricchezza delle cornici fa parte dell’opera, contrasti forti di dimensioni e stili ci catturano ed emozionano, come dicevano gli Antichi Maestri: la cornice fa il quadro. Io guardo il Bellerive oggi ed è come l’avevo sognato. È stata Mykonos? Anche! Ma determinante fu buttarsi a capofitto nello “Ian Schrager Works”, Poi le “sirene” di New York hanno fatto il resto. E poi i vasi d’Anduze. E Marsiglia così spigolosa ma piena di vita dove respiri il Mediterraneo. Ecco il Mediterraneo, il mare, il lago, l’acqua sono le parole chiave di questa consonanza di idee che ha turbinato sul Bellerive spalancando lo spazio alla Primavera. C’è un forte senso di appartenenza e una innata predisposizione alla bellezza nelle persone che vivono con me il Bellerive. Questo è il mio, il nostro Bellerive.
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L’ARCHITETTO MICHELA - IL SOgNO ESOTICO E LUSSUREggIANTE La parte selvaggia dell’orto, con le sue piante aromatiche e i peperoncini, guarda verso il lago e volge le spalle all’Hotel. Baciate dal sole le aiole, ricche di profumi rari e antichi, inondano i nostri occhi con i loro colori e ci invitano a percorrere lo spazio che separa la Villa dall’edificio dell’Hotel. Questo corridoio profondo e ombroso è l’ideale inizio di una passeggiata nel mondo magico, esotico e lussureggiante creato dal progetto di un’istallazione artistica. La voglia di vivere un’esperienza estetica e sensoriale anche lasciandosi alle spalle il lago, per una pausa dei sensi, ma senza perdere la magia, ha ispirato il progetto. Il mosaico del pavimento con le sue forme sinuose, i disegni ancestrali e i colori intriganti, guarda alle culture antiche che tanto ci hanno insegnato e che la frenesia moderna vorrebbe farci dimenticare. I legni che tracciano ideali orizzonti sono stati cercati a lungo e solo quelli che ci chiamavano evocando profonde emozioni sono stati scelti. Le sculture dei pesci colorati ricordano l’acqua come origine del tutto, ma nobilitano la presenza della mano dell’artista che con il suo talento modifica il paesaggio. Pochi passi e siamo in un altro mondo, dove sognare ad occhi aperti mondi inaspettati, per poi lasciarci tornare alla bellezza del lago per emozionarci ancora.
LA PITTRICE RAffAELLA Il progetto Nella cornice del Lago di Garda, tra una Buganvillea e la barca di un pescatore l’Hotel Bellerive, col suo manto azzurro, si rifà il look. Questo elegante Hotel si articola in un edificio principale con l’enigmatica hall, carica di simbolismo e riferimenti estetici, la sala ristorante, le camere e “la villa” un edificio secondario indipendente con appartamenti esclusivi. Il progetto si occupa dello spazio generato dalla vicinanza dei due edifici, trattandolo come un luogo di incontro e di passaggio, in cui si affacciano le differenti entità che compongono l’hotel. Il concept è uno studio per livelli: il camminamento, in un cocktail di pattern color pastello, evoca i romantici ornamenti portoghesi degli azulejo; gli arbusti che vestono l’intero spazio; gli eleganti vasi colorati ed infine i magnifici legni che, come dei guardiani silenziosi, dominano lo spazio rendendolo dinamico e solenne.
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PAOLA BONETTI - PIANTE AROMATICHE In un contesto fortunato, un albergo a 4 stelle, in una zona a clima mite, con una natura strepitosa, mi è stata data la possibilità d'intervenire con alcuni cambiamenti nel giardino già strutturato, ma troppo affollato di piante. La decisione di risistemazione più ampia avviene nel corso della stagione estiva, dopo che Paolo (l'albergatore) ed io ci troviamo sempre più d'accordo riguardo alla cura e manutenzione del giardino. L'idea è di assecondare la bellezza già esistente e alcun tempo di introdurre piante "semplici" , aromatiche soprattutto, da usare in cucina, che siano belle da vedere e che richiedano una manutenzione minima, la disponibilità di Paolo nel lasciarmi ampia libertà, la curiosità dello Chef nell'uso di queste stupende piante, che da un po' di anni sono state rivalutate sia a livello estetico che culinario, e l'aiuto di tutto lo staff mi hanno motivato ad impegnarmi sempre più nella realizzazione di questo giardino, nel cambiamento d'immagine e dell'uso che se ne vuole fare. L'intervento è stato graduale prima con l'introduzione di piante in aiuole poi creando spazi sempre più grandi e zone in cui lavorare per armonizzare l'esistente con il nuovo: scelta di piante "antiche" un po' dimenticate, messe a dimora e consociate con tecniche di giardini e orti antichi, Il ritorno "obbligatorio" a quei metodi che erano la norma, l'abolizione di diserbanti, concimi
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chimici, anticrittogamici e antiparassitari, sostituiti da macerati di erbe, propoli e argilla; un uso oculato dell'acqua, copertura del suolo con paglia, per migliorare la struttura del terreno stimolando l'attività microbica e la formazione dell'humus. La primavera arriverà dopo un inverno secco e molto freddo a momenti, a quel punto si vedrà la reazione del giardino a questi nostri interventi. Andremo incontro anche a sconfitte che serviranno però come punto di partenza per osservare, modificare o adattare nuove strategie. "guardare" la natura e seguirne il corso significa anche aspettare il momento giusto per intervenire ed è un tempo ben diverso da quello a cui siamo ormai abituati; ma il cambiamento è d'obbligo se si è coscienti delle problematiche ambientali e allo stesso tempo della volontà di offrire un ambiente confortevole e sano agli ospiti ma anche a chi ci vive e lavora. Il clima di collaborazione che si è creato dentro a tutto lo staff dell'albergo nella realizzazione di questo progetto è stato per me di incredibile soddisfazione, spinta a proseguire sempre meglio. Mi ha permesso di entrare in contatto con professionisti veri e limpidi che lavorano in questo settore e nella nostra stessa direzione. Personaggi che io reputo miei maestri in quest'arte, che da anni con passione lavorano e insegnano il rispetto e l'amore per la natura. si, è di arte che stiamo parlando e di artisti.
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NICOLA FORTI - RISTORANTE 100KM Essere al centro di un ambiente straordinario significa anche potersi avvalere di materie prime d’eccellenzaprovenienti dal limpido lago e dalle dolci colline, ma anche dalla sapiente montagna e dalla generosa pianura. Questo territorio ci consente di offrirvi ingredienti tipici dell’entroterra gardesano, selezionati nel raggio di cento chilometri. Il Ristorante 100KM nasce da questa filosofia e dedica passione e ricerca per farvi gustare il meglio dal nostro Territorio, stagione dopo stagione e regalarvi un privilegio da concedersi ogni giorno. Nicola Forti ( ritratto nella foto qui sotto ), chef del Ristorante 100KM, ha ideato per voi gustose creazioni che fondono semplicità e raffinatezza in una sorprendente alchimia. Scoprirete a pranzo o a cena i sapori della tradizione, i nostri piacevoli accostamenti, le preparazioni raffinate. Concedetevi un appagante viaggio nel gusto: Ristorante 100KM prepara per voi il pane fresco ogni giorno, le mostarde fatte in casa, la pasta tirata a mano e tante altre golosità per farvi sentire coccolati.
HOTEL BELLERIVE Via Pietro da Salò, 11 - Salò (BS) Tel. 0365 520410 - info@hotelbellerive.it www.hotelbellerive.it
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Cucina modello Soho. È la gola l’elemento distintivo e viene prevista in diverse soluzioni, per caratterizzare i fianchi laterali e le colonne, mentre sulla scaffalatura a vista attrezzabile si gioca la possibilità di personalizzazione progettuale. La colonna full-access e le ante rientranti, invece, coniugano forma e funzionalità.
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UN LABORATORIO CREATIVO, CON TANTE ATTREZZATURE A DISPOSIZIONE PER LAVORARE AL MEGLIO.
I sistemi cucina Valdesign sono progettati per l’abitare contemporaneo e comprendono tutti i requisiti di sicurezza, funzionalità ed ergonomia, ma non solo. L’estetica è curata nei minimi dettagli anche grazie all’impiego di materiali di nuova generazione. Ogni sistema ha caratteristiche tecniche ed estetiche peculiari per poter soddisfare esigenze diverse. Combinando l’ampia gamma di accessori - cappe, maniglie e attrezzature funzionali – è possibile realizzare una soluzione completamente su misura. Il concept che fa da denominatore comune è la cucina intesa come spazio conviviale, oltre che funzionale: un luogo aperto e ospitale in cui passare del tempo insieme.
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Morrison CO³ Design Studio In questo letto le sezioni laterali leggermente inclinate della testiera portano lo sguardo al morbido rivestimento della parte centrale. Morrison dà libera scelta all’abbinamento tra il sommier o la piattaforma con piedini in metallo. Ampia la scelta di misure, anche con contenitore.
Armadio MIXER anta battente STRIP Comodino TIMELESS
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Per il letto: ALf DAfRè Via S. Pio X, 17 Francenigo di gaiarine - Treviso Tel. +39 0438 997111 www.alfdafre.it
Per la cucina VALDESIGN SRL - GRuppO ALf Via A. Luciani 70 31043 Vallonto di Fontanelle - Treviso, Tel. +39 0434 769811 www.valdesigncucine.it
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PROPRIETARIO PAOLO ROTA
L’AUTOBIANCHI 500 GIARDINIERA L'Autobianchi 500 Giardiniera era la versione costruita dall'Autobianchi della Nuova 500 Giardiniera, il cui assemblaggio venne trasferito alla casa di Desio a partire dal 1966. Rispetto all'originaria versione Fiat, lanciata nel 1960 e corrispondente, in termini di allestimento, alla versione D della 500 berlina, non vi erano modifiche. Inizialmente la vettura conservò persino il marchio Fiat: infatti l'Autobianchi assemblava anche una parte della produzione delle 500 D sulle linee della Bianchina (che derivava dalla piccola 500).Nel 1968, dopo il lancio della serie F della 500, la Giardiniera assunse il marchio Autobianchi. Oltre alle specifiche della F, escluse le modifiche alle portiere che, a differenza della berlina, rimarranno sempre con apertura "a vento" (cioè incernierate dietro), la Giardiniera adottò griglie di aspirazione dell'aria (quelle sui montanti posteriori) nere (anziché color acciaio) e lo specchietto retrovisore esterno. Venne cambiato anche il fregio frontale, che divenne più grande, ma privo dei due baffi orizzontali che incorporavano il logo Fiat.[1].
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Oltre alle porte "a vento" una caratteristica peculiare della Giardiniera era il portellone posteriore, che includeva anche una porzione di tetto, incernierato sul lato sinistro. Entrambe queste "particolaritĂ " verranno conservate fino al termine della produzione (1977). Inizialmente la Giardiniera venne prodotta assieme alla sua derivata piĂš elegante, la Bianchina Panoramica, che uscĂŹ di listino nel 1969.[2]. Accanto alla versione "promiscua" c'era la variante commerciale furgonata, caratterizzata dall'ampio vano di carico (ottenuto con l'abolizione del sedile posteriore), dall'eliminazione dei vetri posteriori (sostituiti con lamierati) e dell'assenza del tetto apribile di tela (presente fino a fine produzione sulla versione civile). Per razionalizzare la produzione, nel 1972 l'allestimento divenne simile a quello della 500 R berlina, lanciata in quell'anno.
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gianpaolo Rota respira aria di passione per le auto direttamente dal nonno Pietro poi dal papĂ IIdebardo. Lui il giovane Gianpaolo inizia nel 1963 dopo gli studi all'ESPERIA, e non ha ancora smesso, dallo sguardo intuisco che si diverte moltissimo. Naturalmente oggi si dedica solo ad auto di appassionati che lo cercano continuamente al cellulare. In queste pagine abbiamo estorto il suo ultimo acquisto, come tutti anche lui ha un debole per le signorine d'epoca. Oggi carine cosĂŹ, non ci sono piĂš...
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SCHEDA TECNICA Motore tipo 120.000 Numero e tipo di cilindri 2 orizzontalii in linea posteriori Alesaggio e corsa 67,40x70 mm Cilindrata totale 499,5 cm3 Potenza e regime 21cv a 4000 giri/min Rapporto di compressione 7,1:1 Distribuzione valvole in testa, albero a camme laterale comandato a catena Accensione a batteria e spinterogeno Impianto elettrico a 12 Volt con batteria da 32 Ah Alimentazione 1 carburatore Weber invertito 26 OC Lubrificazione a pressione con pompa a ingranaggi, filtro dell'olio centrifugo Raffreddamento ad aria a circolazione forzata TRASMISSIONE E FRENI Frizione monodisco a secco Cambio a 4 velocità + RM non sincronizzate, comando a cloche Rapporto della coppia conica 8/41 Trasmissione ruote motrici posteriori Ponte posteriore a ruote indipendenti Ruote a disco senza feritoie 31/2x12II Pneumatici 125x12 Ammortizzatori telescopici anteriori e posteriori Sospensioni anteriori: quadrilateri deformabili, bracci inferiori a balestra trasversale; posteriori: bracci triangolati oscillanti obliqui, molle elicoidali Freni idraulici a tamburo sulle 4 ruote AUTOTELAIO Tipo di telaio integrale con scocca metallica Peso a pieno carico 875 kg Portata persone n°4 + 40 Kg/n°1 + 200 Kg Passo 1940 mm Carreggiata anteriore 1121 mm; posteriore 1135 mm Diametro sterzata 8,600 m Altezza 1354 mm Lunghezza 3182 mm Larghezza 1323 mm Sterzo a vite e settore PRESTAZIONI Velocità massima oltre 95 km/h Consumo (l/100 km) 5,2 Autonomia 400 km Prezzo di listino 565.000 lire
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Nel 1975 la mitica berlina da cui derivava cessa di essere prodotta, ma la Giardiniera prosegue ancora grazie alla sua innegabile utilità e versatilità; tuttavia, dato il progetto ormai vetusto, fu tolta dal mercato due anni più tardi, nel 1977. Non fu sostituita da nessun altro modello, sebbene fossero stati approntati alcuni prototipi di 126 in omologa versione station wagon, che però vennero scartati perché le maestranze Fiat si stavano concentrando su un prodotto nuovo e moderno che poteva raccoglierne l'eredità: la Fiat Panda, che vedrà la luce nel 1980.
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UNO SPAZIO DI 250 MQ DISPOSTI SU
UN UNICO LIVELLO
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UNO SPAzIO DI 250 MQ DISPOSTI SU UN UNICO LIVELLO la suddivisione degli spazi interni, concepiti come una sequenza di ambienti compenetrati, tra cui la EXPO ROOM, un'area dedicata alla esibizione dei prodotti, una zona conviviale dedicata agli incontri e infine una zona, chiamata LIBRARY, dedicata alla progettazione e alle scoperte. Uno spazio interattivo e conviviale per designer e architetti che nasce nel cuore della Milano artistica e dinamica vicino a L.O.V.E., comunemente nota come “Il Dito”, la scultura opera dell'artista italiano Maurizio Cattelan collocata di fronte a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa London Stock Exchange. La progettazione degli spazi e, soprattutto, la delicata operazione di far coesistere la brand identity del marchio inglese con la storicità del contenitore, è stata affidata allo studio di product design Meneghello Paolelli Associati in partnership con Load Architettura.
WWW.MENEGHELLOPAOLELLI.COM | WWW.I-LOAD.IT
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ARCIPELAGO DI OCNO
Il programma culturale di Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016 si estende anche ai suoi laghi, ricchi di riferimenti mitologici e tradizioni letterarie con la straordinaria installazione Arcipelago di Ocno dell’architetto Joseph Grima. Un arcipelago di isole galleggianti, sul Lago Inferiore, la cui forma richiama le foglie del fior di loto, che popolano poeticamente questi laghi, trasformerà gli specchi d’acqua mantovani in un palcoscenico. L’arcipelago si anima di musica, teatro e performance artistiche, aperte gratuitamente al pubblico, che esplorano la ricca storia della relazione di Mantova con l’acqua, elemento centrale della sua forma urbana da quasi un millennio. L’arcipelago è la spinta per proseguire il percorso di rigenerazione dei laghi e farli ritornare parte integrante del tessuto urbano e sociale di Mantova. Inoltre, l’arcipelago rappresenta finalmente un elemento di innovazione artistica e culturale che per il suo grande richiamo internazionale si affianca alle bellezze storiche e paesaggistiche della città. L’ Arcipelago prende il nome da Ocno - un semidio figlio dell’indovina Manto e del dio del fiume - che edificò, in onore della defunta madre, una città sul Mincio, là dove si erano rifugiati dopo che il padre fu richiamato a vivere tra i suoi simili. Ocno costruì una città magnifica con ponti che collegavano le rive e insegnò ai pastori l’arte della musica. I laghi mantovani che disegnano il perimetro cittadino di Mantova, intesi all’epoca della loro realizzazione come una cintura protettiva, vengono percepiti, ancora oggi, come un confine netto che sembra impedire il dialogo con l’esterno. Oltrepassato il ponte di San Giorgio, Mantova appare invece come una bellissima roccaforte che invita ad essere scoperta. L’Arcipelago di Ocno, infatti, ricuce idealmente le rive del lago offrendo un punto di vista della città nuovo, che finalmente oltrepassa i suoi confini valorizzando il rapporto già fortissimo che la città ha con l’acqua. Il lago diventa così uno dei palcoscenici di Mantova Capitale Italiana della Cultura, sottolineandone il profilo. Il progetto, nella forma delle sue bianche isole galleggianti, si ispira anche alle configurazioni dei fiori di loto, la Nelumbium nucifera, presenza importante nell’equilibrio lacustre che forma vere e proprie isole verdi in mezzo ai laghi con una fioritura incantevole nei mesi di luglio e agosto.
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LA PAROLA É MORTA A CURA DELL’ ARCH. PAOLO BUSSI "La parola è morta". Con queste drastiche ma illuminanti parole Emilio Isgrò sancì la nascita della prima di una lunga serie di cancellature. In quel preciso momento la portata rivoluzionaria del gesto non venne del tutto compresa, anzi provocò le ire dei letterati più importanti, tra tutti Eugenio Montale che tolse il saluto allo stesso Isgrò. Ma il passaggio di consegne era inevitabilmente avvenuto. A quasi trent'anni Emilio Isgrò sveste i panni del poeta e dà luogo ad una produzione pittorica tra le più originali, spiazzanti e rilevanti dell'intero panorama italiano e non solo. Isgrò intende il mestiere di pittore senza dipingere paesaggi o nature morte, ma con la cancellazione di opere letterarie e testi ufficiali, in alcuni casi anche dei testi più importanti della letteratura italiana come L'enciclopedia Treccani cancellata del 1970 e I Promessi sposi erano due del 1967, fino ai più recenti La costituzione cancellata del 2010 e La cancellazione del debito pubblico del 2011. L'assenza dona creatività, la soppressione delinea l'opera così come la cancellazione imprime forza all'azione. In uno scambio tempestoso di cancellare per evidenziare, coprire per mostrare, Isgrò rilegge la propria figura di scrittore, drammaturgo e giornalista, per sovvertire i cardini del proprio essere, diventando pittore quasi negando la propria essenza, autodistruggendo la propria prima fase di esistenza, per svettare nella seconda e conclusiva vita. La cancellatura non è casuale ma curata, con campiture delineate che seguono la grandezza dei caratteri, quasi a lasciare intendere l'andamento e le potenzialità celate del testo, con colori scuri che giocano con lo sfondo bianco dei libri, o chiari a contrastare immagini colorate sullo sfondo, lasciando però scoperte solo le parole che interessano all'artista, in modo da ricomporre sferzanti frasi che danno vita spesso al titolo dell'opera stessa, oppure a originali composizioni totalmente sconnesse con il testo che vanno a mascherare, ma imprescindibili per manifestare l'idea di Isgrò. Oltre alle cancellature troviamo opere come Dichiaro di non essere Emilio Isgrò del 1971 e L'avventurosa vita di Emilio Isgrò nelle testimonianze di uomini di stato, scrittori, artisti, parlamentari, attori, parenti, familiari, amici, anonimi cittadini del 1971, un'installazione di 6 elementi di testi dattiloscritti su carta, dove l'Artista affida la propria attestazione di esistenza a frasi talvolta ironiche, talvolta semplicemente e astutamente assurde, con un andirivieni di situazioni paradossali in cui Audrey Hepburn scrive "Non mi risulta che ami particolarmente la cucina cinese", Mao Tse-tung dichiara "Era una piccola ruota, una piccola vite del grande ingranaggio" o semplicemente Michele Vigorelli ricorda che "Russava". "Se tutti vediamo le stesse cose come faremo a inventare e produrre cose diverse ? Cosa sarà del mondo il giorno in cui tutti produrranno spilli?" si chiede affranto Isgrò, lasciando intendere una nota forzatamente e ossessivamente irragionevole in alcune opere, tra cui Gramsci scrive del 1973 dove la figura del grande politico deve essere vista o immaginata dietro ad un comune quadrato rosso, oppure in differenza del 1984, dove di fianco alla frase "questa macchia è verde" troviamo una chiazza rossa.
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NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO
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Molto significativa e commovente, tra le centottanta opere raccolte a Palazzo Reale, l'installazione L'ora italiana del 1986, ispirata al famoso attentato alla stazione ferroviaria di Bologna. L'orologio sopravvissuto al disastro viene smembrato da Emilio Isgrò in venti piccoli orologi, ognuno replicante un orario differente e ognuno con immagini replicanti spezzoni di scene di ordinaria amministrazione, come se l'orario prossimo all'attentato si scomponesse in svariati mondi paralleli, in un susseguirsi di situazioni tra le più disparate. Nell'ultima sala di Palazzo Reale troviamo Trilogia dei censurati del 2014, in cui Isgrò dona giusto risalto a personaggi schiacciati da poteri forti nel passato come Girolamo Savonarola e Curzio Malaparte, chiamati "maledetti toscani" insieme a Dante e Galileo Galilei, dandone una sorta di tara ma giusta gratificazione. L'esposizione continua al caveau delle Gallerie d'Italia dove Emilio Isgrò riporta le proprie cancellature sul celebre ritratto di Alessandro Manzoni eseguito da Francesco Hayez, in una grande pala commemorativa chiamata L'occhio di Manzoni del 2016, in un ideale scambio tra il passato e il futuro, tra due visioni artistiche che si completano splendidamente nei loro inconciliabili opposti. La mostra si conclude con I promessi sposi per 25 lettori e dieci appestati del 2016, dove Isgrò affronta forse il tema più difficile e controverso: dialogare con il capolavoro Manzoniano utilizzando le proprie cancellature. Un elogio rispettoso che per rendersi concreto deve delicatamente coprire uno dei capisaldi della letteratura italiana, cancellare frasi storiche e imprescindibili, quasi soffrendo per la piacevole costrizione di coprire la storia, affrontando un sacrilegio a prima vista, ma che manifesta la grandezza di Emilio Isgrò, capace di rendere omaggio ad un'opera tanto immensa assecondandone la propria, conscio di un dialogo splendidamente impossibile, in un delicato rapporto di rispetto e ammirazione sconfinata.
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NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO
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UN VIAGGIO SUL TETTO
DELLE ALPI
Un concentrato di modernità e design avveniristico: la nuova funivia SkyWay Monte Bianco, inaugurata nel maggio 2015, è un gioiello di tecnologia e un’imponente opera di ingegneria che permette ai turisti di godere di un panorama mozzafiato. Tra le funivie più rapide al mondo, la SkyWay raggiunge i 3.466 metri di quota in modo veloce e sicuro. L’elevata altitudine è proprio ciò rende la struttura una delle costruzioni più straordinarie che siano mai state realizzate: ispirata ai cristalli di ghiaccio e ai riflessi della neve, l’opera architettonica firmata dallo Studio Progetti Cillara Rossi di Genova è già stata definita da molti l’ottava meraviglia del mondo. I lavori, iniziati nel 2011, che hanno visto all’opera una cordata di studi e aziende, sotto l’organizzazione dello studio torinese di ingegneri funiviari Dimensione Ingegnerie Srl, hanno portato alla realizzazione di tre stazioni, Pontal d’Entrèves, Pavillon du Mont Fréty e Punta Helbronner, e all’installazione di due cabine rotonde da 80 posti, con le pareti vetrate fino ai piedi e che ruotano su se stesse a 360 gradi.
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NEL CUORE DELLO STILE ITALIANO
SCHEDA TECNICA Tipologia: Funivia Località: Courmayeur (AO) Stazione appaltante: Società Funivie Monte Bianco spa Architetto: Studio Progetti Cillara Rossi Direttore dei lavori: Ing. Marco Petrella, Dimensioni Ingegnerie srl Realizzazione opere funiviarie: Doppelmayr Italia Realizzazione opere civili: Cordée Mont Blanc Costo: € 138.000.000
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Via Santâ&#x20AC;&#x2122;Orsola, 15 - 17 - Bergamo - elaantichita.it - shop.elantichita.it - Tel. 035 242307
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