IL VIRUS CHE TOGLIE IL FIATO SPECIALE: #NOISIAMOBERGAMOEBRESCIA QUI BERGAMO - L’OSPEDALE DA CAMPO IN FIERA QUI BRESCIA - LA LEONESSA “RINCHIUSA”
BERGAMO BRESCIA
COVER STORY BERGAMO E BRESCIA UNITE NEL DOLORE
SENZA FIATO, SENZA RESPIRO, SENZA PAROLE… Non siamo riusciti a salutare gli amici, i genitori, i nonni… Falciati senza pietà, senza tregua, senza neppure il tempo di seppellirli. Ogni mattina mi sveglio e realizzo che non è un incubo e mi sembra di vivere come sotto una pioggia di frecce che colpiscono a caso persone vicino a me. Il mio farmacista, il medico, l’amico del caffè di tante mattine, il grande vecchio che veniva a trovarmi per regalarmi le sue cravatte, quel prete da cui andavo a confessarmi da bambino, il professore di tante riflessioni sul senso della vita… Dietro alla mascherina prego che questo maledetto virus risparmi chi amo. Sono tornato a pensare a Dio ogni sera prima di chiudere gli occhi. Padre nostro che sei nei cieli… liberaci dal male. Amen. Cosa sarà dopo non lo sappiamo, ricorderemo sempre com’era prima, la leggerezza e la gioia di cui non ci rendevamo conto. Cresciuti con la paura della terza guerra mondiale, della bomba atomica e del terrorismo, ci siamo scoperti inermi e deboli di fronte ad uno stupido virus, inaspettato e invisibile che ci ha colpito a tradimento mentre impazzivamo per i gol della squadra del cuore, mentre danzavamo al ritmo dei nostri aperitivi pensando alle vacanze… In fretta abbiamo costruito ospedali come lazzaretti di questa nuova peste, dove moderni eroi in camice bianco conoscono il senso profondo di un giuramento fatto per salvare il prossimo. Medici e infermieri che danno la loro vita per salvare le nostre, per affermare che il male non può abbatterci, che vinceremo noi anche se nessuno sa ancora come. Torneremo alla vita che non sarà più la stessa, ma torneremo. Portandoci dentro qualcosa che nessuno potrà dimenticare. Grazie a tutti quelli che hanno scelto di confidarci le loro angosce, le loro speranze in questo tempo sospeso tra la vita di ieri e la nuova vita che sarà domani. Per la prima volta nella loro splendida storia, qui Bergamo e qui Brescia escono insieme in una edizione digitale che segna anche per tutti noi un punto di svolta. In copertina abbiamo scelto l’immagine bellissima ed emblematica dei simboli calcistici delle due città. La dea Atalanta in un affettuoso abbraccio con la Leonessa di Brescia realizzata da Sara Nicoli a significare una vicinanza mai così profonda tra le due città trafitte più di tutte le altre dal terribile contagio. Vito Emilio Filì Patrizia Venerucci Tommaso Revera Paolo Biava Valentina Colleoni Sergio Nessi Federico Buscarino Lorenzo Boccardini
HUNTER OF EMOTION_PHOTOGRAPHER_PAOLO BIAVA WWW.PAOLO-BIAVA.COM
Vedere adesso questa immagine scattata dal fotoreporter Paolo Biava di una folla di persone schiacciate una vicino all’altra ci fa immediatamente riflettere sul distanziamento sociale che stiamo vivendo in questi giorni a casa nostra. Eppure è stata realizzata quest’anno il 23 di febbraio all’inizio del Carnevale di São Paulo, quando in Italia era già scattato l’allarme per i due turisti cinesi ricoverati con il Coronavirus il 31 gennaio e per i 16 casi confermati a Codogno giusto il 21 febbraio. Solo dopo un mese saranno rilevati anche molti casi in Brasile, inizialmente sottovalutati dal Presidente Bolsonaro adesso alle prese con una crisi interna che potrebbe portare alla sua destituzione chiesta da molti nel Paese sudamericano. Come non pensare che proprio il carnevale sia stato il detonatore della pandemia in Brasile, una festa dalle proporzioni impressionanti che vede tra l’altro l’arrivo di migliaia di turisti da tutto il mondo.
PS. Il “nostro Paolo Biava” è riuscito fortunosamente a fare ritorno in Italia prima del blocco dei voli internazionali. Il termine carnevale deriva da “carne vale”, che significa addio alla carne. Il che è adeguato per la Quaresima, un periodo di quaranta giorni di astinenza dal consumo di carne, alcol e altri piaceri mondani. Questa pratica dei cattolici ha inizio il Mercoledì delle Ceneri e si conclude con la festa di Pasqua. La settimana di festeggiamenti del Carnevale di São Paulo che porta al Mercoledì delle Ceneri è oggi un evento tra i più famosi, visto da milioni di persone in tutto il mondo mentre si svolgono le sfilate di samba in tutta la città e al Sambodromo. Dodici scuole di samba si contendono il titolo di campione allo stadio che ospita il Carnevale di São Paulo per un periodo di 4 giorni.
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IL VIRUS CHE TOGLIE IL FIATO
IL NOSTRO PAESE È STATO TRAVOLTO DALLA DIFFUSIONE DEL COVID-19, IL VIRUS CHE HA MESSO IN GINOCCHIO LE NOSTRE PROVINCE, BRESCIA E BERGAMO, EPICENTRI ITALIANI DI QUESTA DRAMMATICA PANDEMIA
I PRIMI DUE CASI DI CORONAVIRUS IN ITALIA, UNA COPPIA DI TURISTI CINESI, SONO STATI CONFERMATI IL 30 GENNAIO DALL’ISTITUTO SPALLANZANI DOVE SONO STATI RICOVERATI IN ISOLAMENTO DAL 29 GENNAIO. IL 26 FEBBRAIO SONO STATI DICHIARATI GUARITI. IL PRIMO CASO DI TRASMISSIONE SECONDARIA, INVECE, SI È VERIFICATO A CODOGNO, COMUNE LOMBARDO DELLA PROVINCIA DI LODI, IL 18 FEBBRAIO 2020
Chi lo avrebbe mai detto… Quando lo scorso gennaio venne scoperto il coronavirus in Cina, in pochi si erano realmente allarmati per quanto stava accadendo dall’altra parte del mondo. Eppure sono bastati pochissimi giorni a questo dannatissimo virus per fare il giro del mondo. Risalgono, infatti, al 29 gennaio scorso i primi due casi di Sars-CoV-2 (acronimo che si deve al patogeno, parente del coronavirus responsabile della Sars) nel nostro Paese: due turisti cinesi di Wuhan, la città da cui è partita questa pandemia, ricoverati allo Spallanzani di Roma, uno degli ospedali italiani divenuti protagonisti (loro malgrado) di questa drammatica emergenza.
SULLE MASCHERINE E SUL LORO UTILIZZO C’È ANCORA MOLTA CONFUSIONE: SONO ANCORA TANTISSIMI I DUBBI, INFATTI, CHE ATTANAGLIANO LA POPOLAZIONE. LA DISTINZIONE PRINCIPALE, PER QUANTO CONCERNE I VARI TIPI DI MASCHERINE, È LA SEGUENTE: – LE MASCHERINE CHIRURGICHE evitano la dispersione dei microbi nell’ambiente e proteggono, relativamente, poco chi le indossa; - LE MASCHERINE FFP2 E FFP3 (SENZA FILTRO) proteggono e non veicolano la trasmissione di materiale all’esterno; - LE MASCHERINE FFP2 E FFP3 (CON LA VALVOLA) proteggono chi le porta, ma consentono la fuoriuscita di microbi.
Il giorno successivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarava lo stato d’emergenza globale e, da lì a poco, ci siamo ritrovati a convivere con un incubo che mieteva vittime giorno dopo giorno senza alcuna pietà. Prima a Lodi e provincia poi, con una velocità tale da non riuscire nemmeno ad imbastire un adeguato piano per la gestione dell’emergenza, nelle nostre province con particolare riferimento alla medio-bassa Val Seriana per la bergamasca e all’ovest e alla bassa pianura
per il territorio bresciano. In seguito al DPCM emanato dal Presidente Giuseppe Conte il 9 marzo scorso, il nostro Paese si è fermato e attende con trepidazione l’esito di questa battaglia. Ad oggi, purtroppo, non si contano le persone che non ci sono più ma proprio per loro, per tenere vivo il loro ricordo e per dar seguito a questo incredibile spirito solidale che ha dato forza ad ognuno di noi, dovremo ripartire e diventare artefici di un futuro migliore.
#NOISIAMOBERGAMOEBRESCIA IN QUESTO SPECIALE REPORTAGE VI RIPORTIAMO LE TESTIMONIANZE DEI NOSTRI AFFEZIONATI LETTORI DI BERGAMO&BRESCIA, CITTÀ MAI COME OGGI COSÌ UNITE PER VINCERE LA BATTAGLIA CONTRO IL COVID-19
BERG AMO
Una riflessione personale per sapere come i nostri lettori stanno vivendo questa situazione di emergenza, un racconto spontaneo per descrivere l’attività riscoperta in questi tempi di quarantena ed un auspicio per il futuro rivelando la prima cosa che si intende
fare una volta tornati alla normalità: questi gli interrogativi che abbiamo posto ai nostri lettori i quali, con testimonianze intime e piene di significato, alcune scritte d’istinto e a ruota libera, hanno contribuito alla realizzazione di questo bellissimo reportage.
BRES
CIA
FUTURE IS NOW
Antonio arch.Cazzaniga presidente di INTERNI spa Milano
Sembra ieri, quando guardando il traffico di via Camozzi, dalle vetrine di quello che allora era il negozio Interni di Bergamo, si parlava di design, di comunicazione, di futuro... Antonio Cazzaniga, architetto da sempre votato all'arredamento, innamorato di Bergamo dove vive è stato uno dei primi a mostrarmi le meraviglie di Internet quando per vedere un'immagine bisognava aspettare un quarto d'ora di download. Lui è sempre assolutamente "avanti". "Il mondo cambia continuamente - non ha mai smesso di dirlo - e bisogna capire in anticipo dove va per non restare tagliati fuori".
S.P.A.
MILANO
“Se la natura fosse stata confortevole, l’umanità non avrebbe mai inventato l’architettura.” (Oscar Wilde)
Bergamo, Via S. Orsola 10/E – 035 239 659 – www.studiogiavarini.it
#NOISIAMOBERGAMOEBRESCIA
fermiamoci oggi per correre piĂš veloci domani
ALESSIA MARSIGALIA, GIORNALISTA
L’aggettivo che più mi capita di usare in questo periodo è surreale. Surreale perché quello che sta capitando non ha precedenti nel recente passato, perché è arrivato come un vortice, spazzando via certezze, piani, progetti. Questo virus sembra avere un’intelligenza crudele, quella che segue la legge del più forte, quella che pretende l’isolamento per il benessere collettivo. Quella che chiede di abbandonare tutto e tutti per ricominciare. Lo sta facendo generando un dolore che non può essere vissuto in modo naturale, trasformando la vicinanza di un gesto d’amore nella più pericolosa delle azioni.
TUTTO QUESTO È SURREALE, PERCHÉ È TERRIBILMENTE REALE. Sento la sofferenza di chi ha perso i propri cari, le ambulanze che fanno da colonna sonora a questo tempo e un silenzio che sembra rumorosissimo. Nel profondo però penso che tutto ciò sia successo per una ragione e confido che a tutti i livelli, da ciascuno di noi alle più alte sfere politiche, economiche e sociali, si impari una lezione di consapevolezza di ciò che è prioritario, di ciò che è essenziale, di ciò che conta davvero, per il bene del singolo e soprattutto per quello della collettività, iniziando già da ora a trovare le strategie per vivere un futuro nuovo, che è già iniziato. Ora siamo allo stop, che la ripartenza abbia contorni nuovi. La diversa modalità di vivere il tempo mi fa riscoprire ogni attività. Lo stesso svegliarmi pare differente. Ho imparato a godere dell’istante, a smettere di organizzare il dopo maniacalmente. Ho ritrovato la fantasia e l’ingegno per creare un mondo divertente alla mia bambina Giulia, ho ripreso a pensare con calma, a dare a un libro e a un film il tempo che meritano, e a darlo, anche a distanza, alle persone care e a me stessa.
DA QUALCHE ANNO LA MONTAGNA RAPPRESENTA PER ME UNA RIGENERAZIONE. Mi ossigena, mi fa cambiare prospettiva, mi svuota e riempie corpo e mente. Appena potrò, voglio salire su una cima mai esplorata e, una volta arrivata in vetta, lanciare un urlo liberatorio e fare un brindisi a tutti coloro che dalla prima fila all’ultima fila, stanno facendo la loro parte in questa emergenza. Ma farò ciò solo dopo aver abbracciato forte, e per almeno10 minuti, chi ora vivo solo attraverso i pixel di un monitor.
01 ALESSIA MARSIGALIA
e... ci saremo ancora!
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PAOLO MAZZOLENI, ARBITRO DI CALCIO
LA MIA BERGAMO, NELLA TRAGEDIA CHE GRANDE LEZIONE A TUTTA L’ITALIA! Noi bergamaschi siamo così! Apparentemente freddi, distaccati, un popolo dal cuore duro. Non l’avremmo mai voluto ma ci siamo ritrovati, un giorno come un altro, ad essere l’epicentro di un terribile virus oscuro che ha travolto il mondo. E Bergamo e i bergamaschi sono improvvisamente diventati un esempio da imitare. Per la dignità, le lacrime tenute nascoste, la voglia di rialzarsi, la compattezza!
E QUELLE SPLENDIDI IMMAGINI DELLE NOSTRE MURA, UN QUALCOSA DI SIMILE A UNA FORTEZZA CHE CI PROTEGGE DA OGNI AVVERSITÀ! Personalmente ho riscoperto e sto vivendo la meraviglia della ‘normalita’! Racconto a mio figlio Riccardo l’importanza di stare insieme, di vivere con un sorriso un periodo terribile e soprattutto di apprezzare la straordinaria bellezza della vita. E di essere orgoglioso di essere Bergamasco, sempre! Come lo è il suo papà, come lo era il suo nonno. Ora tutti abbiamo bisogno di ritrovare luce, sorrisi, speranza e coraggio! Appena tutto finirà mi farò una lunghissima passeggiata fino a Bergamo Alta. Guarderò i tetti, le chiese, l’aeroporto, lo stadio. Come facevo quando ero piccolo. Ho bisogno di capire che questo incubo è finito. Anche questa volta noi bergamaschi abbiamo vinto! E in silenzio abbiamo dato un’enorme lezione al mondo.
PAOLO MAZZOLENI
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FRANCESCO ALLEVA, PORTAVOCE DEL SINDACO E DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BERGAMO
Resistere alla tristezza è stato davvero complicato. Io non credo di essermi mai sentito come mi son sentito nella chiesa del cimitero, qualche settimana fa: un senso di oppressione e di vuoto, contemporanei. Non per le bare, per il legno. Per i nomi, a pennarello, in fondo, ai piedi. Ognuno un mondo, ognuno un universo, con ricordi, amici, parenti, famiglie. Tutti quegli universi uno accanto all’altro ti sovrastano, devi per forza cercare di non pensarci, perché altrimenti non vai avanti. Ogni giorno in giro, tutto il giorno. Non è un privilegio, non l’ho mai sentito questo privilegio. Avrei voluto essere a casa come tutti gli altri. E invece no. Tutto il giorno in ufficio e a rispondere a decine di persone, cittadini, giornalisti, chiunque. Mail, social network, telefonate: non ci si ferma un secondo, nemmeno un secondo. Il rientro a casa è una meraviglia ogni sera, cucinare è la prima cosa che ti porta un po’ più lontano dal virus, dal dolore che hai visto per tutto il giorno, sulle strade vuote, nella primavera che arriva e che ti fa pensare ancora di più a tutto quel che ci stiamo perdendo, a questi nomi scritti a pennarello. Essere il centro del mondo, per settimane: chi lo avrebbe mai detto. Per un’epidemia. Assurdo. La stampa e le tv di tutto il mondo qui, ogni cosa che fai diventa straordinariamente importante, va ovunque. Il mio nome sui giornali cinesi, americani, francesi: non lo avrei mai nemmeno immaginato. Per parlare di morti, dei nostri morti, dei nostri amici: ne avrei fatto volentieri a meno.
UN GIORNO TUTTO QUESTO SARÀ ANDATO. Lo ricorderemo come il grande casino che abbiamo affrontato e superato. Non sarà andato tutto bene. Per chi c’è stato in mezzo, a lungo è andato tutto male. E mi sarebbe tanto servito uscire e parlare con qualche amico la sera, ma – ovviamente – non è mai stato possibile. Mi rimarranno i suoni delle sirene e delle campane nelle orecchie. Le immagini delle strade deserte. L’idea di Giorgio al telefono di continuo, di corsa di continuo, di cose che non puoi controllare, solo cercare di arginare, in qualche modo tenere. Sperando che passi, che non ti prenda, che non distrugga tutto quel che conosci e che ami. Quando sarà finito voglio solo prendere due birre. Uscire, salire sul colle più alto. Bermele al tramonto. Sorridere e salutare tutti coloro che passeranno. Voglio tornare in montagna a camminare, magari sull’Alben o la Presolana. Magari prendere delle vacanze, rivedere il mare, quello mi manca proprio. Porterò con me quei nomi scritti a pennarello. Magari smetteranno di fare male.
03 FRANCESCO ALLEVA
ADRIANO BAFFELLI, GIORNALISTA, AUTORE, IMPRENDITORE, PRESIDENTE FONDAZIONE FRANCIACORTA
Per chi vive intensamente i rapporti umani per attitudine e professione, questo tempo sospeso rappresenta ancor più un’anomalia dal forte carico emotivo. Gli strumenti informatici e digitali consentono di non interrompere l’attività e di stabilire connessioni con parenti, amici, persone care, con tante figure che a vario titolo danno significato allo scorrere dei nostri giorni e al formarsi delle nostre vite. Ma, con buona pace dei peana innalzati dal mainstream allo smart working, lavorare isolati dai collaboratori, dai colleghi, da clienti e fornitori, è condizione utile e necessaria in tempo di quarantena, non certo una situazione ideale da immaginare stabilmente. Certo, anche per una mancata capacità d’intervenire con tempestività ed efficacia – si pensi alla richiesta, evidenziata al Governo dall’Istituto superiore di sanità il 2 marzo, di considerare zona rossa Orzinuovi, Alzano e Nembro, rimasta inascoltata – dobbiamo responsabilmente rimanere in casa per interrompere la catena di morte legata alla trasmissione del virus. A differenza di molte situazioni, da quel che si legge e si ascolta, che sfociano nella noia per via dell’obbligato tempo libero, non ho avuto momenti di particolare libertà: l’abitudine a lavorare sodo ha fatto sì che oltre all’attività ordinaria si sia aggiunta quella per sistemare documenti e archivio, per predisporre testi e documenti utili quando, chiusa la fase dell’emergenza sanitaria, saremo tutti chiamati a fronteggiare le difficoltà e le insidie economiche, provocate dal letale Covid-19.
LA QUARANTENA MI SPINGE AD APPREZZARE ANCOR PIÙ LA LETTURA E LA MUSICA. Il tempo sospeso mi aiuta ad essere più critico, nel senso alto e filosofico del termine, rispetto ai meccanismi che regolano l’informazione tradizionale e dei social. Basti l’esempio di come Brescia, lasciata sola in questa tregenda, non sia presente nell’informazione nazionale. Alla ripresa della normalità, lavorerò ad iniziative di ampia portata per comunicare i progetti del settore Costruzioni utili per la ripresa. Inoltre – anche se durante questa fase non è mancato l’impegno sul versante della mia attività pro bono dedicata al territorio, con lavoro progettuale e contatti telefonici e in Skype – affronterò la riprogrammazione autunnale di iniziative, anzitutto Cibum e Dialoghi di Franciacorta, in calendario in queste settimane e ovviamente rinviate a causa della pandemia. C’è un futuro che ci attende e dobbiamo saperlo incontrare con determinazione!
ADRIANO BAFFELLI
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ANTONIO CAZZANIGA, ARCHITETTO E PRESIDENTE DI INTERNI SPA
Ci troviamo in queste settimane in una situazione che non avremmo mai immaginato. Una sfida difficile che sottolinea una volta di più quanto le scelte individuali siano importanti per l’intera comunità. Le scelte responsabili sono quelle che mi stanno guidando in questo periodo sia nei confronti della mia famiglia che dei dipendenti della mia azienda. Siamo tutti connessi anche se a distanza, nell’attesa che questa difficile sfida che la vita ci ha prospettato davanti venga vinta il prima possibile, per ritornare ad una normalità che non dobbiamo più dare per scontata. Uno degli insegnamenti più importanti che ho imparato nella mia vita è sicuramente che bisogna sempre trovare il coraggio per adattarsi al cambiamento. In questi giorni di quarantena, oltre che a svolgere la mia attività lavorativa, ho avuto la possibilità di ritrovare quei piccoli tratti della giornata da dedicare a me stesso e alla famiglia che per tanti anni non ho potuto apprezzare. E perché no, accogliere il ricordo di tanti bei momenti trascorsi che solo con il giusto tempo si possono rivivere.
LA MIA RISPOSTA PENSO SI AVVICINI A QUELLA DI TUTTI I LETTORI, OVVERO POTER RIABBRACCIARE LE PERSONE A ME CARE. Sono forse le azioni più semplici e quotidiane quelle importanti. Nella tristezza di questo difficile momento penso che la speranza sia sapere che la felicità è sotto al nostro controllo.
05 ANTONIO CAZZANIGA
FABIO ABBATTISTA, CHEF LEONEFELICE VISTA LAGO
In questo periodo siamo tutti un pò scossi e turbati dalla crisi sanitaria del Corona virus che colpirà diversi settori e molto probabilmente quello turistico, in particolar modo quello ristorativo/alberghiero con tutto il suo indotto... sicuramente si fa avanti giorno dopo giorno la consapevolezza che non sarà una crisi passeggera e che non si potrà riprendere da ciò che si è fatto fino a oggi. Io credo che bisognerà ripensare le proprie aziende ristorative rendendo l’offerta più snella a partire dai prezzi e questo è un punto che tutti dovranno aver ben presente oltre ad avere sempre un occhio di riguardo agli sprechi alimentari e alla stagionalità dei prodotti. Sarà una cucina di ripresa che avrà ben presente ciò che è stato fatto di buono nel passato e quello che dovrà cambiare nel futuro per venire incontro alle diverse esigenze della clientela e senza snaturare l’identità della cucina di ogni chef. Ci sarà sicuramente un ritorno ai valori più concreti soprattutto dopo che,come in questo periodo, tutti compreso me abbiamo riscoperto la cucina “casereccia”che fa parte della nostra tradizione di cucina italiana. La prima cosa che farò al ritorno alla normalità e soprattutto dopo questo periodo di distanziamento sociale sarà quella di assaporare con gusto lo stare insieme a tutti i miei collaboratori che sono come una grande famiglia visto che condivo con loro buona parte delle mie giornate. In conclusione penso che si troverà sicuramente un modo creativo per andare avanti, sono ben consapevole che la ripartenza sarà senz’altro dura ma sarà bellissima !! e lo dovremmo fare tutti insieme con tanta voglia e consapevolezza.
FABIO ABBATTISTA
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ANNA TRIPOLI, DIRETTORE FINANZA E AMMINISTRAZIONE PRESSO N.T.M. SPA
L’emergenza Covid è una situazione che ci mette a dura prova sotto qualsiasi punto di vista: lavorativo, sociale, psicologico, familiare oltre che sanitario. Mette in discussione tutte le nostre certezze a livello globale non solo del singolo. Dopo più di un mese dall’inizio dell’emergenza e vedendo l’evoluzione della stessa dobbiamo prendere atto che nulla sarà più come prima. Dobbiamo rivedere molti paradigmi ormai consolidati, in primis il ruolo delle istituzioni all’interno del paese ma anche nei rapporti con gli altri paesi. Uno stato in grado di tutelare i propri cittadini deve avere una politica forte, un sistema sanitario efficiente e non dipendere da terzi almeno per l’approvvigionamento di beni di prima necessità. Come nel caso delle mascherine. Siamo stati vulnerabili su troppi fronti. Altra cosa importante è interrogarsi sul ruolo che ha giocato l’informazione in tutto questo. Troppa informazione equivale ad assenza di informazione. Questa quarantena mi ha portato ad una vera e propria crisi di identità: cucino, curo le piante, organizzo gli armadi, mi sono fatta una cultura su come far brillare vetri e specchi. Mio marito non mi riconosce più ahahaha. Dobbiamo vedere questo riposo forzato come un’opportunità per imparare cose nuove ed uscirne con un arricchimento culturale. La cosa peggiore che possiamo fare è impigrirci e viverla come se fosse tutti i giorni domenica. Quando tutto finirà dovremo essere al pieno delle nostre energie. La prima cosa in assoluto sarà riabbracciare i miei cari. La seconda tornare a lavorare. Mi manca il mio lavoro e, fiori e cucina a parte, è lì che va il pensiero ogni giorno. Saranno tempi duri per chi ha un’attività propria, di ogni genere e dimensione. La prima cosa che dobbiamo fare è ripartire dal lavoro.
07 ANNA TRIPOLI
CURZIO ROTA, TITOLARE CONCESSIONARIA AUTOROTA
Questa pandemia mi ha molto colpito sotto il punto di vista umano: la processione di camion dell’esercito che trasportano le bare dei nostri concittadini mi resterà per sempre nella mente e nel cuore. Di contro il video dei nostri volontari, artigiani e alpini, impegnati nella costruzione dell’ospedale da campo in tempi record, mi rende un bergamasco orgoglioso e fiero della gente della mia città. Ho la fortuna di avere una bella famiglia, con una compagna e due bimbi di 4 e 10 anni, e questa convivenza “forzata” mi ha inevitabilmente fatto riscoprire valori e attività dimenticate: mai avrei pensato di studiare storia con il mio Achille né di giocare a briscola (un po’ rivisitata) con la mia piccola Allegra. Mi sono trovato a parlare con i vicini di casa dal terrazzo e questo mi ha fatto riflettere su come la nostra frenetica vita ci aveva reso distratti. Di certo le giornate passano più veloci di quel che avrei pensato, scandite dalla preghiera serale che ci siamo promessi con la nostra parrocchia: un modo semplice ma sincero per ringraziare per quel che abbiamo. Non vedo l’ora si riprenda per poter stringer mani e abbracciare (una volta in più piuttosto che una in meno!)tutti quanti, a partire dai miei collaboratori e dipendenti. Cosa faremo ancora non lo so: quel che è certo è che abbiamo una gran voglia di rimboccarci le maniche.Torneremo alle nostre attività di sempre con ancora più impegno e determinazione!!! La speranza è che questa drammatica esperienza ci rafforzi nei valori interpersonali e faccia riscoprire (o scoprire) ai più giovani la bellezza delle relazioni… non solo virtuali!!!
CURZIO ROTA
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DANILO BONORA, TITOLARE PASTICCERIA SAN FRANCESCO
BERGAMO È NEI NOSTRI CUORI!
Quello che sta succedendo a causa dell’epidemia ci ha ferito. Ma Bergamo non molla! Molti clienti da varie parti d’Italia mi chiamano per poter recapitare un “dolce pensiero “ ai loro cari confinati in questa “disgraziata Bergamo”. Facciamo del nostro meglio per rendere più dolce questo momento difficile portando nelle case colombe pasquali, uova di cioccolato, torte e tanto altro. Voi restate a casa...ve lo portiamo noi ! C’è un’aria sommessa in città, troppi i morti, non dimenticherò mai questa tragedia. Però i bergamaschi non si fermano facilmente, sento già il fervore... un cuore grande!
L’ITALIA SI È UNITA PER SCONFIGGERE QUESTO MALE E TUTTI INSIEME UNITI LO SCONFIGGEREMO. Quando potremo tornare in strada ricordatevi dei dottori, infermieri, commesse, volontari trasportatori, ricordatevi dei negozi di vicinato, ricordatevi di tutti quelli che sono restati a casa! Io mi commuovo ogni volta che penso ai nostri cari defunti, ma sento che sono loro che ci danno la forza di continuare, di ripartire e non fermarsi mai!
09 DANILO BONORA
LUANA VOLLERO, SOCIAL MEDIA SPECIALIST, PRESS OFFICE E SPEAKER
Quando da ragazzina guardavo i film apocalittici mai avrei pensato di trovarmi un giorno ad essere uno di quegli attori intrappolati da un virus che non concede tregua. Mai avrei pensato che ci potesse essere impedito di uscire di casa, di dover compilare un documento per andare a fare la spesa, di poter essere denunciati per una grigliata in cortile in compagnia. Mi appassionavano quei film, restavo affascinata dai camici bianchi che imperterriti cercavano di salvare vite e si misuravano, malgrado gli sforzi, giorno e notte con il fallimento, rincorrendo la soluzione. Restavo tutto il tempo con il fiato sospeso, tifavo per loro, chiudevo gli occhi nelle brutte scene e li riaprivo quando la musica in sottofondo si faceva più dolce. Ora siamo tutti dentro il film e chiudere gli occhi non basterebbe a far sparire ciò che accade intorno a noi. Ognuno ha il proprio ruolo; ci sono i buoni, i cattivi, gli antagonisti e gli eroi, ma sappiamo bene che per uscire dall’incubo ogni personaggio gioca una parte fondamentale. Ognuno di noi sta facendo tutto il possibile (e l’impossibile) per risolvere la situazione quanto prima, sforzi enormi per tutti, che hanno però un obiettivo condiviso. Il lieto fine. Cosa ci lascerà questa brutta storia? Personalmente sto imparando a non dare per scontata la famiglia, sto coltivando gli amici, quelli veri, e sto approfittando della “pausa” dalla routine per organizzare le idee dal punto di vista lavorativo. Credo profondamente che le crisi siano l’occasione per dimostrare il proprio valore e quando tutto questo sarà solo un brutto ricordo voglio poter conservare solo le spinte positive. Cosa farò non appena tornata alla normalità? Abbraccerò la mia famiglia, brinderò con gli amici, passeggerò all’aria aperta, cenerò fuori e tornerò sul palco a raccontare i vostri eventi. Teniamo duro...siamo quasi ai titoli di coda...
E NOI SAPPIAMO FIN DA PICCOLI CHE I BUONI, ALLA FINE, VINCONO SEMPRE.
LUANA VOLLERO
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MARIO CHRISTIAN ZANARDI, CHARGÈ D’AFFAIRES DAMPIERRE POUR L’ITALIE
Quindici giorni a 39° di febbre mi hanno lasciato esausto e sperduto, senza olfatto e senza gusto… Grazie a Dio e alle cure amorevoli di Chantal, ne esco piano piano. Eppure, questo lungo e strano navigare ai bordi dell’ignoto ed il lentissimo ritorno al porto non hanno solo ferito il corpo, ma mi hanno lasciato un’anima diversa dove il superfluo sparisce e rimane ciò che veramente conta. Questa pandemia che è un nemico invisibile e traditore forse ci fa più cauti e sereni nei giudizi e ci insegna che la nostra fragile barca non può essere né prepotente né solitaria. Sono convinto che la tragedia oscura che ci circonda, alla fine, traccerà per ognuno di noi un cammino luminoso, più limpido e più sincero… La quarantena obbligata mi ha fatto riscoprire molti volumi della mia biblioteca… I famosi libri che devi leggere un giorno “quando avrai tempo”. Eccolo il tempo, questa volta anche più intenso perché liberato dalle contingenze. Sono giorni che viaggio tra le steppe della letteratura russa, le dimore dei classici francesi ed i volumi di storia… Ho appena finito “Le Sacre du Roi”, opera monumentale che spiega tutta la simbologia sacra che ha accompagnato, per secoli, l’incoronazione dei Re di Francia, nella Cattedrale di Reims. Durante la cerimonia, uno dei doveri che il nuovo monarca giurava di adempiere era di “protéger le Royaume des épidémies” … Come si vede, gli arcani misteriosi della Storia rimettono sempre tutto al proprio posto!
E DOMANI? QUANDO TUTTO SARÀ TORNATO A QUALCHE NORMALITÀ… Ecco il mio augurio più vivo: poter riabbracciare tutti i miei amici, tutti i miei clienti vicini e lontani e condividere con ognuno di loro un bel bicchiere di Champagne Dampierre. Vi posso assicurare che mi alleno già per avere il palato pronto…
MARIO CHRISTIAN ZANARDI
LORETTA FORELLI, PRESIDENTE FORELLI PIETRO SRL E PRESIDENTE DEL SETTORE MERCEOLOGICO METALLURGIA, SIDERURGIA E MINERARIA DI AIB Sono un’imprenditrice di Brescia, città particolarmente colpita dal Coronavirus, sede delle più importanti aziende metallurgiche-siderurgiche d’Europa, settore di cui mi occupo come Presidente in A.I.B. Stiamo affrontando una situazione economico-sanitaria improvvisa, imprevista, dove la parte migliore di noi dovrà avere la forza per essere pronta non solo a riprendere la propria vita, ma a ridisegnarla in uno scenario sicuramente modificato da questo evento. La quarantena ci ha costretto a vivere il mondo in una stanza con i nostri famigliari, ci ha permesso anche di riflettere, di far fruttare l’ingegno, la fantasia, la professionalità, mettendo il tutto in ordine di priorità, non dimenticando certamente l’amore come humus nel riconoscere e rispettare le sensibilità altrui. E Brescia, lavoratrice, generosa, produttiva, altruista, forte, coraggiosa risorgerà, perché “insieme ce la faremo”.
LORETTA FORELLI
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LUCA MASTROSTEFANO, CEO GRUPPO WISE
Stiamo vivendo qualcosa di impensabile. Lo scenario che abbiamo di fronte è stato inaspettato e, va ammesso, all’inizio sottovalutato da tanti, me compreso. Una volta raggiunta la consapevolezza di ciò che stava succedendo, credo che tutti e a tutti i livelli - politico, medico, sociale – siamo stati in grado di rielaborare velocemente la situazione, cercando di reagire nel modo più rapido e facendo la nostra parte a livello di regole, solidarietà e sostegno, anche a distanza. Personalmente la prima cosa che ho fatto è stata mettere in sicurezza le persone care, le persone che lavorano nella mia azienda e l’azienda stessa, che ho riadattato al nuovo scenario. Avendo un’agenzia di comunicazione e marketing fortunatamente il nostro lavoro ci permette di continuare a operare anche a distanza, in modalità smart working, e questo sicuramente è un modo per vivere ancora una certa normalità, collaborando da remoto sui progetti, facendo video conferenze, stando vicino ai clienti, e garantendo una certa continuità nei rapporti (virtuali) e nel lavoro. Da imprenditore devo cercare di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno e sicuramente questo evento tragico cambierà le nostre vite ma dobbiamo far tesoro degli errori fatti e riscoprire i valori per fare in modo che possano cambiare in meglio
HO RISCOPERTO IL VALORE DEL TEMPO A TUTTI I LIVELLI. Nella quotidianità io corro. E non solo nelle maratone, ma anche nella vita di tutti i giorni. In questo momento ho rallentato: sto vivendo la casa, il piacere di stare di più con la mia famiglia e con me stesso. Ho ritrovato anche il valore del relax, del leggere un libro, del guardare un film. Più tempo a disposizione sta dando alle ore che passano un significato diverso e le giornate vengono vissute senza che sfuggano, ma con maggior consapevolezza. Correre, correre, correre, ciò che più mi manca è fare una lunghissima corsa all’aria aperta. Quando arriverà quella mattina mi immagino uscire presto, ritrovare la città, e iniziare a esplorarla con occhi nuovi, con uno sguardo che sarà cambiato, con una visione sul futuro più meditata. E quella corsa non sarà una semplice corsa, ma il primo passo per un nuovo inizio.
13LUCA MASTROSTEFANO
MONICA CERESOLI, RESPONSABILE AMMINISTRAZIONE ED EVENTI PRESSO CERESOLI UTENSILI SRL
Situazione difficile, la percepisco come irreale, film fantascientifici, guerre da video games ….eppure è reale …è la vita di oggi. Mi sono ritrovata a casa …febbre che non se ne andava …le forze a zero…e paura …tanta paura. Non avevo problemi respiratori ma la paura che arrivassero era costante, è un virus che ti pesa tanto anche mentalmente, mi annientava la mia solarità, mi distruggeva ogni pensiero positivo. Poi la febbre se ne va …le forze …mooolto lentamente tornano…e con esse il sorriso. Allora riscopro il bello di stare a casa con mia figlia, che ho scoperto essere una bravissima cuoca e bravissima “infermiera” personale! Una bellissima scoperta, perché quando mai mi è capitato di farmi curare da lei? Mai! E’ sempre stato il contrario! :) Cmq in questa quarantena ho imparato a cucinare,… da mia figlia! Prima? spesso al ristorante, cene pranzi di lavoro…. Oggi.. pane fatto in casa, pizza fatta in casa, torte fatte in casa….un tripudio di cose buone e sane! Poi ci voleva il coronavirus x fare dello smartworking! Fantastico ! Vorrei sempre lavorare cosi!!! Lavoro anche di più, ma sono più rilassata….che meraviglia! Poi quel tempo che non trovavo mai per le telefonate alle persone care , anche lontante. Le videochiamate, i messaggi, le chat. Gente che non sentivo da mesi… anni…Sento che da questa esperienza ho imparato molto e non solo cucinare o lavorare da casa….
GLI AFFETTI PRIMA DI TUTTO! Forse a volte…non tutto il male vien per nuocere….. Al ritorno alla normalità mi piacerebbe abbracciare per ore tutte le persone a cui voglio bene.
MONICA CERESOLI
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ANDREA NEMBER, BMW E MINI DEALER NANNI NEMBER SRL
Fortunatamente io e i miei cari stiamo tutti bene. Ovviamente l’angoscia è tanta e sentiamo le conseguenze di ciò che sta accadendo. Tutti i nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alle persone e alle famiglie che combattono il virus molto più direttamente, in tutti gli ospedali con il personale sanitario in prima linea. Per il resto mi ritengo fortunato. Ho una casa, ho tanti comfort (internet, tv, musica...) che aiutano ad impiegare il tempo dedicandosi a tante cose che non si avrebbe mai avuto il tempo di fare. Come tanti, in questo momento, sfrutto la tecnologia che mi tiene connesso ad amici e familiari, oltre a permettermi di sbrigare un po’ di lavoro. Anche se - data la natura del mio lavoro - l’impossibilità di un contatto “fisico” con il Cliente e, ancora di più, il contatto tra il Cliente e gli oggetti che vendo (automobili), inteso come visione, prova ed esperienza, diventa una barriera difficile da superare; qualcosa che il lavoro agile o smart non può compensare.
IL TEMPO HA ASSUNTO UNA DIMENSIONE PARTICOLARE, DIREI SURREALE. Così, un po’ per la mia personale passione allo sport, un po’ per stemperare lo stato di ansia provocato dalla consapevolezza di avere la propria attività chiusa, bloccata, senza nessuna certezza (se non quella dei costi), ho pianificato queste giornate attorno a degli allenamenti, mattina e sera. Sospesi dunque corsa e nuoto ovvero la mia routine settimanale, mi applico con la bici su “rulli” ed esercizio ”a corpo libero”, sfruttando l’occasione per imparare nuovi modi di allenarsi e “ascoltarsi”, attingendo dallo yoga e dalla ginnastica, anche attraverso i tanti tutorial on line. Vedo tuttavia in questa situazione così drammatica e senza precedenti, anche qualche risvolto positivo: ci sta facendo riscoprire il senso della comunità, i veri valori, il senso delle amicizie, il senso del bisogno reciproco per completarsi veramente. La priorità, superata l’emergenza sanitaria, sarà affrontare il contesto economico del nostro paese, delle nostre attività o di noi stessi. Sarebbe un sogno se, nonostante queste enormi difficoltà, fossimo così bravi da saper capitalizzare quel qualcosa di positivo che abbiamo riscoperto proprio durante la tempesta, e farne un nuovo punto di partenza per costruire una vita migliore per ognuno di noi.
15 ANDREA NEMBER
DAVIDE MOIOLI, MEDICO SPECIALIZZANDO IN CHIRURGIA GENERALE Ci ha colto tutti impreparati, si è insinuato piano piano di nascosto, e ha colpito durissimo, un montante. Micidiale al nostro tessuto sociale, alle nostre abitudini e soprattutto ad uno dei pilastri di una nazione: i nostri anziani, la nostra memoria. Ma Bergamo ha saputo incassare, perché i bergamaschi sanno incassare, in silenzio, senza clamore ne scenate, con dignità, la stessa che delle persone anziane che capivano la nostra rabbia per non poter vincere la loro battaglia o semplicemente trovare un posto letto, avevano negli occhi parole ben chiare che ci dicevano “non fa niente, sono bergamasco terrò duro più che posso.” Si, Bergamo è stata messa in ginocchio, ma ha reagito riuscendo a costruire un Ospedale in meno di 10 giorni. Perchè in ginocchio, a Bergamo, si sta solo per prendere la rincorsa e scattare di nuovo!
DAVIDE MOIOLI
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CARLO ASSANDRI, TEAM MANAGER GRUPPO TECNOCASA
Questo evento inaspettato cambierà sicuramente molto il mondo e il comportamento delle persone. Nel cambiamento è compresa anche la sfera immobiliare che sarà più o meno sensibile in base al tempo di risanamento di questa situazione. La cosa certa è che, passato tutto questo, ritorneremo ad avere un mercato florido e attivo. La casa di proprietà tornerà ad essere vista come una necessità, dalle famiglie e dal singolo individuo, perché mai come ora ci stiamo rendendo conto dell’importanza di avere un posto sicuro nel quale rifugiarsi. Se prima il nostro metodo operativo era capillare a livello territoriale oggi, con l’emergenza coronavirus, stiamo lavorando usufruendo di tutti i sevizi informatici e pubblicitari che il nostro gruppo possiede in modo che i clienti non si sentano lontani da noi cercando di riorganizzare attentamente e in modo scrupoloso i processi e pronti a raccogliere i frutti, quando tutto tornerà alla normalità. Siamo certi che, al nostro ritorno, il rapporto che avremo con i nostri clienti sarà ancor più solido perché abbiamo fatto il possibile per beneficiare di tutti i mezzi a disposizione per rimanere in contatto e insieme scambiarci parole di conforto ; questo sarà sicuramente un nuovo punto di partenza con una consapevolezza ed un sapore diverso ma ci darà la carica e la determinazione giusta per continuare a fare nel migliore dei modi quello che abbiamo dovuto lasciare.
UNITI SI FANNO GRANDI COSE.
17 CARLO ASSANDRI
ELISABETTA DEL MEDICO, PRESENTATRICE, ATTRICE E TESTIMONIAL
DESIDERIAMO CIÒ CHE VEDIAMO. Non essenzialmente con gli occhi, ma ciò che percepiamo intorno a noi. Lo vogliamo con tutte le nostre forze. Cominciamo la nostra vita desiderando affetto, amore, desideriamo ottenere buoni voti e una bella carriera, una casa e una famiglia, desideriamo viaggiare per il mondo e avere una vita interessante. Desideriamo tante cose e spesso le otteniamo, componendo un puzzle di traguardi del quale non abbiamo una guida per ottenere un risultato perfetto. Ma ci proviamo. Desiderare ci tiene vivi, ci da entusiasmo e la forza di fare progetti, ci da uno scopo. E poi arriva il giorno in cui il tuo puzzle, costruito in anni di pazienza, dedizione e qualche desiderio realizzato, si scompone all’improvviso e devi ricominciare tutto daccapo. E desideri che sia solo un brutto sogno. E’ esattamente così che mi sento in questi giorni. Brescia, la mia bella città, è ferita e non ha tempo per i desideri. Li lascia a noi. Quindi io continuo a desiderare … che i malati guariscano, che le sirene delle ambulanze cessino, che i genitori tornino ad abbracciare i loro figli, che passato questo buio tornino tutti a sognare e a desiderare di ricostruire piano piano, con dignità e determinazione, come solo i bresciani sanno fare. Ci vorrà tempo. Tempo che a molti è stato portato via. Ad altri invece è rimasta come unica risorsa. La più importante. Ho capito, oggi più che mai, che devo dare al mio tempo il giusto valore, migliorando ciò che avevo tralasciato, imparando piccole cose che con la scusa del “non ho tempo” non avevo mai iniziato, facendo progetti per il mio futuro, per essere forte oggi e determinata domani, ponendomi uno scopo e degli obbiettivi ben precisi.
VOGLIO CONTINUARE A DESIDERARE.
ELISABETTA DEL MEDICO
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VALENTINA MORETTI, VICEPRESIDENTE MORETTI SPA, FOUNDER MORE, RESPONSABILE POLITICHE DEL PERSONALE HOLDING TERRA MORETTI
Questa situazione - inimmaginabile fino a poco meno di 2 mesi fa - è prima di tutto una tragedia per tante famiglie. Un dolore che sta colpendo troppe persone, un lutto che, ci auguriamo, impareremo a gestire con il tempo. Il nostro impegno quotidiano non dimentica questo, mentre cerchiamo di andare avanti e di darci da fare. Stiamo imparando tante cose, stiamo capendo come le limitazione alla nostra libertà, doverose data l’emergenza, abbiano dato alle nostre vite un tempo diverso. Un tempo che può essere di riflessione, non privo di azione, alla ricerca di un equilibrio più attento a noi e a quanto ci circonda. In questo tempo “diverso” che ci è stato imposto, non ho riscoperto “una” attività, ma spero di aver scoperto, oltre all’equilibrio, un atteggiamento migliore e l’importanza di avere coraggio, nel suo significato etimologico di avere cuore e di tenerlo saldo. Coraggio per la famiglia, per gli amici, per chi lavora con noi, per l’impresa che dirigo. Credo di stare ora restituendo un tempo più consapevole al fare così come al pensiero, alla preghiera. Oltre a questo, ho la fortuna di ricevere dagli altri molto di più di quanto mi sarei aspettata: gentilezza, aiuto, collaborazione, empatia, apertura, determinazione. Siamo un gruppo consolidato, lavoriamo in molti campi (dalla progettazione alle costruzioni, dalle nostre cantine ai nostri alberghi) e lo facciamo da molti anni, ma mai come in questo periodo, essere parte di un gruppo come Terra Moretti è tanto importante. Così l’impegno quotidiano della Holding combattendo la tristezza, va verso l’energia. Quando usciremo da questa emergenza, voglio portare con me l’insegnamento raccolto in questi mesi: mantenere l’equilibrio, cogliere l’essenziale, dare ancora più valore alle relazioni e poi continuare a ideare, progettare, costruire, condividere, proseguire con un grande Gruppo, insieme per vivere, vivere, vivere… senza perdersi nemmeno un pezzetto della bellezza straordinaria di questo dono.
19 VALENTINA MORETTI
SIMONA BONALDI, CONSULENTE DI DIREZIONE
C’È SILENZIO IN QUESTI GIORNI. Come tutti i bergamaschi, piena di vita e voglia di fare, ho faticato ad accettare la presenza di un nemico invisibile da combattere stando chiusa nella mia casa. Ma questa esperienza mi sta insegnando molto: la vicinanza di affetti nella lontananza fisica, la riconoscenza, che in questo periodo è immensa e va a tutte le persone in prima linea, la pazienza ed infine il senso profondo dell’attesa piena di speranza. L’uomo è resiliente per sua natura e dopo un breve periodo di adattamento, oggi vivo con una nuova routine e nuove abitudini che mi piacciono anche. C’ è una continua sovrapposizione tra casa e lavoro, sono ormai un unicum che mi fanno sentire ancora di più una cosa sola, me stessa. Due le riscoperte: la prima la capacità di utilizzare facilmente strumenti digitali e informatici, cosa a me poco avvezza e la seconda, la più bella, la sperimentazione in cucina di tutta la famiglia tra vino e cibo che inventa situazioni diverse stando nello stesso luogo: andiamo al ristorante? stiamo a casa a cena? oppure andiamo in trattoria? Quando torneremo alla normalità la prima cosa che vorrò fare è senz’altro abbracciare le tante persone che amo. Ma ce ne sono tantissime altre come organizzare una degustazione di buon vino Bonaldi, visitare una bella mostra in Gamec, fare una passeggiata in Città Alta. Ma non saremo più gli stessi, spero migliori perché faremo tesoro delle cose positive (e ce ne sono) che stiamo imparando.
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GIORDANO APOSTOLI, DESIGNER, CHAIRMEN AKOMI SRL, CHAIRMEN NGLIFE 4.0, CEO DVISION STARTUP, CNA CONSIGLIERE
Lavorando da anni nell’ambito della comunicazione, oggi più che mai, mi rendo conto di quanto sia importante “comunicare bene” e in modo etico. Fake news, sciacallaggio mediatico, clickbait sono all’ordine del giorno e stanno confondendo e innervosendo le persone. Con i miei soci e il nostro staff abbiamo deciso di alleggerire i toni comunicando attraverso i nostri canali e raccontando la nostra condizione lavorativa e personale in modo semplice e sdrammatizzante, ma sempre con grande rispetto verso chi in questo momento è costretto ad affrontare enormi difficoltà e tragedie. Fortunatamente in akomi e Dvision possiamo lavorare in una condizione privilegiata: siamo in smart working da settimane e avendo differenziato l’offerta stiamo lavorando con serenità e determinazione, cercando di sfruttare il tempo a disposizione per formarci e perfezionarci. Questo momento, mi ha confermato quanto il mio staff sia professionalmente e umanamente meraviglioso: “Ragazzi mi mancate non vedo l’ora di tornare a lavorare insieme gomito a gomito”. Per ciò che mi riguarda il lavoro da casa è impegnativo a causa delle infinite videochiamate, ma non avendo spostamenti permette di passare molto più tempo in famiglia, questa cosa ci sta regalando momenti unici che ricorderemo per sempre. Un altro aspetto positivo che mi piace rimarcare è la solidarietà messa in campo, soprattutto nelle zone di Brescia e Bergamo, poiché tutti hanno donato risorse di ogni genere per supportare le strutture sanitarie e i più bisognosi; la solidarietà non dovrà fermarsi perché dovremo impegnarci non appena sarà possibile, anche per supportare le persone che operano nel settore della ristorazione e del turismo: viaggiamo in Italia alla scoperta dei nostri tesori, mangiamo nei nostri ristoranti, nelle nostre osterie e in viaggio compriamo prodotti tipici del territorio, avremo solo l’imbarazzo della scelta. Mi è stato chiesto quale sarà la prima cosa che farò non appena rientreremo alla normalità? Da bravo figlio italiano che rispetta le tradizioni andrò a riabbracciare la mamma che non vedo da tantissimo tempo, faremo un pranzo in famiglia e così potrà godere della compagnia dei nipoti.
GIORDANO APOSTOLI
FRANCESCA TASSONI, MARKETING DIRECTOR OF ENGEL & VÖLKERS BERGAMO In questo momento di grande tristezza si fa fatica a trovare le parole per esprimere un sentimento che è misto a rabbia e dolore. Dolore per i morti, i tanti troppi morti, che questo virus ha causato. La situazione la conosciamo tutti ed è indescrivibile: è come se stessimo vivendo all’interno di un mondo irreale con le nostre vite sospese. Chi non vive nelle nostre care amate zone non può capire. La gente, semplice, fatta di lavoratori instancabili, artigiani, commercianti, di piccoli e medi imprenditori del fare, abituati a lavorare a testa bassa, si trovano reclusi nelle proprie dimore senza poter uscire. La rabbia che si sente è quella che forse si poteva fare di più e meglio. In questa situazione ognuno cerca di riscoprire atteggiamenti dimenticati: si sta più in famiglia; ci si inventa cuochi, si ascolta musica, si legge un buon libro, scopriamo che possiamo sfruttare al meglio il tempo che ci è stato concesso e riflettere… riflettere sul futuro, su quello della terra e quello dell’umanità. Chi ha la fortuna di vivere nel verde dei Colli o delle nostre province collinari può godere di un giardino che inizia a riempirsi di colori; si impara a fare l’orto, si possono godere gli animali all’aria aperta e chi possiede una piscina incomincia a pensare che l’estate la passerà in comodità nel proprio spazio e spera di poter invitare degli amici a trascorrere insieme il fine settimana. E si, le relazioni sociali: ci mancano molto….. Non appena questa bufera troverà una sua logica ed incominceremo ad uscire con le mascherine, guanti ed occhiali, (qualora non potessimo farne a meno) la prima cosa che farò andando in ufficio, è passare dalla prima chiesa aperta ed accendere una candela per chi ci ha lasciato ed un grande cero per i medici, infermieri, assistenti sanitari che hanno combattuto in prima linea con un nemico invisibile, spesso privi delle protezioni minime e, purtroppo, molti, troppi, ci hanno lasciato. Stando a casa, ce la faremo a vincere questa battaglia e torneremo più forti di prima…. Da questa pandemia usciremo con la consapevolezza che occorre rispettare maggiormente l’ambiente che ci circonda. Ognuno di noi apprezzerà maggiormente i luoghi in cui viviamo: le nostre belle case di città o periferia, con giardino o spazio esterno, impareremo ad apprezzarle come nostro luogo di protezione ed agio anziché considerarle semplicemente dimora o residenza.
IL FUTURO È NELLE NOSTRE MANI: COSTRUIAMOLO ASSIEME.
FRANCESCA TASSONI
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ERIX LOGAN, MAGO E ILLUSIONISTA
Ho lasciato l’Italia il 9 Gennaio, con le luci natalizie che ancora mi brillavano in testa, per un Tour negli Stati Uniti e in Canada fino a fine Marzo. Da lontano ho seguito l’accrescersi del contagio. La preoccupazione per i miei cari, amici e concittadini aumentava ogni giorno, alimentata anche dalla distanza. Poi il 13 Marzo la cancellazione delle date rimanenti del tour mi dicono che il virus è arrivato anche qui. Cerco un volo e scopro che il grande battage mediatico che aveva accompagnato il “drammatico rientro da New York” della rock star italiana più celebre, in realtà è una fake news. Mi rincresce per i suoi fans abbindolati, ma la settimana dopo la sua c’è ancora ampia disponibilità di posti con Alitalia, a cui va un plauso, per avere prestato un servizio sociale e permesso agli italiani di rientrare in patria. Il 16 Marzo al JFK di New York i voli sono quasi tutti cancellati, ma AZ609 per Roma è puntuale al gate!
ATTERRO E TOCCO CON MANO LA REALTÀ DI UN PAESE DESERTO CHE STENTO A RICONOSCERE. Rientrando dall’estero mi aspetta una quarantena obbligatoria di 14 giorni, che conduco a Carrara dove durante la mia assenza si sono trasferite mia moglie Sara Maya con la nostra bimba di un anno. Per prudenza da allora vivo solo in un appartamento semi-arredato ma sono sempre stato bene. Oggi è l’ultimo giorno (mi sono registrato al’ASL in ritardo) e le riabbraccerò, dopo 3 mesi! Finora ho lavorato tanto per cercare di favorire l’arrivo di mascherine tramite i miei contatti in Asia; le giornate sono volate tra e-mails e telefonate. Da domani inizia una nuova forma di quarantena: torno a casa a Brescia dopo “l’esilio”, ritrovo gli ambienti, le cose, le persone e quella vicinanza che diventa anche fisica oltre che mentale e questo vuole dire tanto. Sarò quindi più organizzato per delle dirette Facebook e per interagire con tutte le persone che lo vorranno. Ho elaborato molte idee sul Perché ci si trovi in questa situazione e mi sono dato delle risposte logiche che sono pronto a condividere con chi me ne farà richiesta. Inoltre profitterò del tempo per terminare la stesura del mio prossimo nuovo spettacolo “The DISILLUSIONIST” - il Disillusionista, che rappresenta un passaggio fondamentale del mio cammino artistico e personale. Un augurio a tutta Brescia di pronta ripresa, tanta forza a tutti. Dopo il dolore la Leonessa tornerà a ruggire!
23 ERIX LOGAN
GISELLA DONADONI, ATTRICE, GIORNALISTA E CONDUTTRICE
In questo tempo quasi sospeso, intriso di paura, angoscia, rabbia e dolore, mi sorprendo ogni giorno per i tanti messaggi d’affetto che ricevo da ogni parte del mondo. Parole che illuminano le mie giornate dandomi la certezza che, per quanto questo nemico invisibile tenti in ogni modo di separarci, in realtà affrontare la stessa dura battaglia ci sta unendo sempre di più, senza barriere di lingua, religione, confine, in un unico grande cuore, un cuore intriso d’amore e di solidarietà, un grande cuore in cui si fondono i battiti dei milioni di cuori in prima linea: di medici, infermieri, forze dell’ordine, farmacisti, trasportatori... un elenco infinito di persone, un’immensa galleria di volti e di storie, un esercito del bene a cui sarò eternamente grata. Nulla sarà più come prima, nemmeno io, ci sono immagini di questa emergenza che non potrò mai più cancellare, emozioni fortissime impresse nell’anima, dolori con cui dovrò fare i conti per sempre e consapevolezze che faranno di me una persona migliore. Ce la faremo, ci lasceremo tutto alle spalle, e nella ritrovata ‘normalità’ mi concederò un meraviglioso regalo, riabbracciare la mia famiglia, e sarà l’abbraccio più emozionante di sempre.
GISELLA DONADONI
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FLAMINIA VALLE, TITOLARE STUDIO IMMOBILIARE VALLE
Ci troviamo in una situazione di emergenza mai vissuta prima, è tutto surreale il pensiero corre prima di tutto a coloro che stanno soffrendo ma soprattutto a tutte le persone che sono purtroppo mancate, una intera generazione, i nostri genitori, i nostri anziani, le persone che ci hanno insegnato, amato ed accompagnato sino al presente con la loro inestimabile esperienza di vita. Il tempo di quarantena è il momento per riscoprire noi stessi, chi siamo, cosa vogliamo ed ancora cosa vorremmo fare veramente, i nostri desideri le nostre vere attitudini. Questo periodo di clausura forzata ci offre la meravigliosa occasione di lasciar andare il superfluo e di concentrarci sull’essenziale, ci da il tempo di contattare i vecchi amici, familiari lontani, che spesso per i tanti impegni non riusciamo a sentire nel modo nel quale realmente desideriamo. Ci ha insegnato a dedicarci alla famiglia, ai veri valori, la speranza è che noi ci rendiamo conto che dobbiamo rispettare il più possibile la Nostra Madre Terra perché, come abbiamo potuto constatare in modo durissimo, diversamente, Lei è in grado di riprendersi i suoi spazi. il profitto non deve essere fine a se stesso, è tutto aleatorio. Questo momento storico ci dimostra quanto ciò che abbiamo creduto essere importante, forse essenziale per le nostre vite, di fatto non lo è, questo è un grande insegnamento che spero e desidero non scorderemo più, dobbiamo cambiare le nostre prospettive, rimanere coerenti con noi stessi ed immettere nel mondo una nuova energia positiva. La prima cosa che intendo fare al ritorno alla normalità è andare al mare ,successivamente anche riorganizzare il mio lavoro tenendo per me più tempo libero e... esaudire un mio grande desiderio che ho da tantissimo tempo... un piccolo giardino da curare, nel quale poter finalmente esprimere la mia passione per le piante, i fiori e la vita all’aria aperta...
25 FLAMINIA VALLE
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GABRIELE TRACCONAGLIA, PARRUCCHIERE E CONSULENTE DI BELLEZZA TRICOLOGICO
Ci siamo trovati all’improvviso catapultati in una nuova era. Ma sono convinto che con l’impegno di tutti ne usciremo più forti di prima. Sicuramente è un’emergenza e una situazione nuova e va affrontata con serietà e nel rispetto di chi oggi ci sta proteggendo. Ritrovarsi a casa, una sensazione strana. Abituato a lavorare dieci ore al giorno, e nei giorni detti di riposo a fare formazione o attività associative, e in un giorno tutto cambia. Sicuramente i primi momenti sono stati di disorientamento, incredulità, e nello stesso tempo del cosa faccio adesso? Passati i primi giorni e abbandonato pettini e forbici ho cominciato a lavorare su quelle cose che…” non si trova mai il tempo”: Quindi mi sono creato un programma giornaliero sulle cose da fare, dividendole tra lettura, studio di nuove iniziative e programmi di lavoro, un po’ di esercizio fisico per poi passare alla cucina. La cucina, oggetto misterioso, visto che i miei pasti durante le giornate in salone sono detti al volo. Ecco ho scoperto il cucinare come momento di condivisione, di collaborazione e il senso di famiglia. Avere tempo aiuta a riflettere e a fare il punto, e questo a volte ci manca, capire i veri valori, apprezzare le semplici cose, sognare, ecco sto gustando il tempo. Per fortuna arriverà il momento di ritornare in salone e visto che passerà ancora del tempo, sono convinto che avrò delle forti emozioni e una grande voglia di ricominciare un nuovo capitolo. Più passano i giorni e più la voglia di ritornare alla vita quotidiana è forte, nel mio caso che sono a contatto con la gente, sicuramente sarà il rincontrarsi, il condividere il momento, risentire il calore umano, relazionarci, cose che prima davamo per scontate. Al rientro quello che faro sarà un grande abbraccio virtuale, un interscambio di sguardi e il tornare a Creare Bellezza, anche quella aiuta lo spirito e l’anima.
GABRIELE TRACCONAGLIA
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ELISA SCHEFFLER, SHOWGIRL E GIORNALISTA
Sono cresciuta sul lago di Garda in provincia di Brescia e sono molto legata a questa terra, anche se la vita mi ha portato in giro per il mondo e, da diversi anni, prevalentemente a Milano. A Desenzano ci torno spesso però, e la porto sempre nel cuore ovunque vada. La situazione sia a Brescia che a Milano è davvero triste e surreale. Non dimenticherò mai i silenzi e le sirene di queste giornate. Rimarranno impressi nella mia mente anche le code al supermercato, le mascherine e i guanti da indossare per proteggersi, ma soprattutto gli amici contagiati. Tutto è difficile, angosciante e, purtroppo, molta gente è poco collaborativa. Penso che questa quarantena sia un’occasione per guardarsi dentro in modo profondo, riflettere su ciò che è importante e si vuole davvero nella vita, oltre che un momento per fare ciò che spesso si rimanda. Io leggo molto, guardo film, studio cose che mi interessano e cerco di lavorare un pochino al telefono e al pc, per quanto mi è possibile. Coltivo molto i rapporti umani, passando parecchio tempo al cellulare. Questo momento difficile unisce o allontana di più, a mio avviso. Un aspetto che può rivelarsi positivo è che c’è la possibilità di approfondire una conoscenza, consolidare un’amicizia, o ritrovare l’armonia in casa. La situazione che stiamo vivendo ci ricorda che la salute è la prima cosa, anche se spesso ce la roviniamo a correre in una società sempre più superficiale. Non credo ne valga la pena. Davanti al virus siamo tutti uguali e la cosa più importante rimane la famiglia. I veri valori, sono ciò che davvero conta. Appena ritornerà la normalità voglio vedere le persone a me più care, ricominciare a lavorare, sorridere, divertirmi, allenarmi e viaggiare. Cambieranno varie cose nel nostro futuro, dopo questa situazione. Almeno per molti, senza dubbio. Oltre al danno economico con la conseguente esigenza di ripartire e reinventarsi, la forma mentis sarà differente. Mi auguro che questo spirito di solidarietà permanga anche una volta che questa emergenza sarà finita. Non sarà facile per nessuno, ma voglio essere positiva e spero che ci riprenderemo presto. Noi bresciani siamo forti e supereremo anche questa.
27ELISA SCHEFFLER
ALESSANDRO CESTARO, SOCIO E AMMINISTRATORE DELEGATO DI AREADOCKS, SECONDA CLASSE E URBANDOCKS
Quello che sta succedendo nel nostro paese e in tutto il mondo è qualcosa di fantascientifico come in un film, mi aspetto ancora che scenda da un elicottero Bruce Willis a salvarci tutti, ma purtroppo e tutto molto reale, alcuni dei miei ragazzi hanno perso famigliari e amici e non hanno avuto nemmeno la possibilità di piangerli, tutto questo è davvero spietato e crudele e quando colpisce qualcuno vicino a te capisci davvero la tragedia che si sta consumando giorno dopo giorno. Da qualche parte ho letto che questo è il pianeta che si ribella, il mondo in tutta la sua bellezza va avanti come se nulla fosse, il sole sorge e tramonta, gli animali ripopolano zone dove non si erano mai visti prima e l’umanità è rinchiusa e messa in ginocchio, spero che questo ci faccia riflettere. Abbiamo chiuso sia Areadocks che Seconda Classe ancora molto prima del decreto del presidente, per mettere in sicurezza i nostri ragazzi e i nostri clienti. Ovviamente vedere questi spazi vuoti che solitamente sono pieni di gente e di sorrisi è molto triste, ma e la cosa più giusta da fare. In questo periodo di quarantena, il lavoro non si ferma, almeno nella mia testa, le idee sono sempre tante e adesso che ce molto tempo per svilupparle mi dedico a queste, come lo studio del design e dei servizi da offrire ai nostri clienti che soggiorneranno nel nostro nuovo BOUTIQUE HOTEL in arrivo quest’autunno. Una sfida importante per noi che ci affacciamo per la prima volta a questo business, le aspettative sono molto alte per chi già ci conosce e noi non vogliamo deludere nessuno anzi vorremmo stupire, e tante altre novità da sviluppare per settembre, alcuni spazi aggiornati sia nel look che nella proposta, per tornare più all’avanguardia di prima e con nuova energia. Quando si potrà tornare alla normalità vera, quando tutto questo sarà un doloroso ricordo vorrei organizzare un grande evento per tutta la città in stile Areadocks, per buttarmi e buttarci tutto alle spalle e tornare a sorridere con tutti voi.
ALESSANDRO CESTARO
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LUANA PIAZZALUNGA, CEO PIAZZALUNGA SRL
Certamente il mondo non era preparato a questa pandemia, noi Bergamaschi penso che siamo scioccati, io per lo meno lo sono, perché la cosa che mi mette più paura è che non si vede e soprattutto non si capisce come e quando potrà finire e questo è psicologicamente è devastante! Io adoro cucinare per cui mi sono messa ai fuochi per scaricare la tensione, la cosa bella è farlo anche con i figli, mio figlio Mattia cerca le ricette golose per i dolci e Gaya decide se le piacciono anche a lei, allora le prepara altrimenti si deve cambiare…sono fortissimi mi fanno ridere! Mi sono ripromessa che quando tutto tornerà alla normalità la prima cosa che farò è una cena con tutti i miei dipendenti per festeggiare e poi imparerò ad apprezzare di più il tempo!
29 LUANA PIAZZALUNGA
MARIA MICELI, BALLERINA, COREOGRAFA E MODELLA
Ho scelto i miei passi e sono diventata una ballerina professionista, modella e coreografa. Questo brutto momento ha inevitabilmente dato una brusca frenata alle nostre vite quotidiane, nonché a tutta l’economia italiana, compreso il mio mondo: quello dello spettacolo. In questa fase di stallo, se da un punto di vista professionale mi rammarica non poter stare in scena ed esprimermi tramite la mia arte, mi affaccio dall’altro lato e intravedo un’occasione per fare il punto della situazione sul mio percorso di vita e per dare forza a ciò cui do più valore. In una società basata su guadagni e giochi di potere, affrontare una difficoltà di questo tipo può far emergere molte consapevolezze, riscoprendo valori, relazioni ed ideali veri. Sto vivendo e affrontando questa quarantena con grande forza interiore, cogliendola come un’occasione per rallentare e lavorare su me stessa e sulla mia arte. Leggo, scrivo, mi documento, studio e creo nuovi spettacoli; condivido le giornate con i miei cari e riscopro la gioia delle piccole cose che, a volte, la frenesia quotidiana ci fa mettere in secondo piano. Appena si potrà tornare alla normalità, e sono sicura sarà molto presto, la prima cosa che farò sarà abbracciare le persone che amo e che non vedo da tanto tempo…
... E POI SUBITO IN SCENA CON PIÙ GRINTA, FORZA E DETERMINAZIONE DI PRIMA!
MARIA MICELI
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MASSIMILIANO PASINI, AD FLEMING TECNA Siamo in una situazione surreale! La comparsa di questa Chimera, che spaventa i popoli di tutto il mondo ci ha lasciati attoniti ed impotenti dapprima per poi ricordarci che stando fermi la bestia non ci vede e non ci attacca. Quando ci siamo chiusi nelle nostre case per evitare che ci scoprisse, si è avvicinata una altra spaventosa creatura informe, la Paura: Paura di non riuscire a rivedere i nostri cari, paura di non trovare più il nostro posto di lavoro, paura di non avere accesso ai nostri luoghi sacri come le Scuole, le Chiese, l’Agorà… Ma l’uomo da millenni ricorda alla storia che sa combattere la paura, non lo fa con i pochi “Eroi” che la storia ci ripropone ma con i Popoli che da sempre, silenziosamente e senza notorietà si sono rialzati, affrontando a viso aperto le sfide. Così, si rialzano i nostri nostri medici e i nostri infermieri, le nostre forze dell’ordine, imprenditori, magazzinieri, agricoltori, trasportatori, impiegati, addetti alle pulizie, politici, commessi, manutentori, custodi, professionisti, operai, maestri, atleti, artisti, massaie lavoratori, i nostri nonni, mamme, papà ed i nostri figli….
COSÌ LO STIAMO FACENDO NOI ITALIANI. Non abbiamo smesso di avere paura ma la vogliamo combattere, per farlo in Fleming Tecna i consulenti dell’ambiente, della privacy della sicurezza insieme ai medici competenti lavorano notte e giorno per assistere da remoto i clienti, i docenti fanno la formazione On line, i medici specialisti e gli Infermieri (oltre ad aver dato la loro disponibilità al Servizio Sanitario Nazionale per combattere l’emergenza) proseguono a visitare i pazienti con urgenze non differibili e gli altri colleghi, seppur da remoto, continuano a garantire l’assistenza ed a fare il proprio lavoro imperterriti. Ma non ci basta! Mentre ci trasformavamo per garantire la prosecuzione in sicurezza della medicina del lavoro, per fare consulenza da remoto e per erogare corsi on line, siamo andati oltre ed abbiamo assistito chi sta producendo mascherine nell’iter di progettazione/certificazione; abbiamo messo a disposizione la nostra Radiologia mobile agli ospedali; ci siamo strutturati per effettuare i prelievi per la diagnosi degli anticorpi da Covid-19 su siero (in attesa del via libera da parte dell’OMS) e contemporaneamente stiamo testando i vari kit rapidi; siamo in procinto di presentare ad Innova per l’Italia tramite la “call for action” il nostro progetto di telemedicina avviato da qualche anno e rimodulato per l’emergenza. Stiamo facendo tutto questo perché la storia ci ricorda che dopo la ritirata, la preparazione, la difesa arriva il momento per reagire attaccare e vincere…e NOI siamo pronti per questo! #noicisiamo.
MASSIMILIANO PASINI
NICOLA PAVESI, CEO PUBLIFARM
Ci sono momenti della nostra vista che restano così impressi da farci ricordare per sempre che giorno fosse e cosa stessimo facendo quando accaddero, il classico esempio è l’11 Settembre; penso che la dichiarazione di messa in quarantena dell’Italia sia uno di questi. Il mio carattere, tendenzialmente ottimista, mi porta però a pensare che il ricordo più forte sarà quando dichiareranno che tutta questa follia sarà finalmente terminata. Il virus, che sembrava un problema così lontano, come le precedenti epidemie asiatiche, si è presentato alle nostre porte cogliendoci impreparati, e non solo dal punto di vista sanitario; quasi nessuno, ad esclusione degli ormai pochi anziani che hanno vissuto la seconda guerra mondiale, aveva sperimentato la paura di uscire di casa e, seppur per altri motivi, delle altre persone. La mia generazione è abituata a non avere frontiere, a muoversi liberamente, la recente uscita dall’UE dell’Inghilterra già aveva fatto vacillare queste certezze, il virus ha inferto un altro duro colpo a questa visione e ci sta facendo ripensare al futuro dei rapporti sociali che influenzerà di conseguenza economia e costumi. Da imprenditore non posso fare a meno di mostrare la mia preoccupazione per il futuro, se le politiche economiche europee ed italiane non ci supporteranno, dopo oltre un mese di fermo, ci sarà un calo dei consumi che significherà minori incassi per le aziende e di conseguenza tagli negli investimenti e, purtroppo, nel personale. Questo innescherebbe una situazione che, se non adeguatamente supportati, potrebbe avere conseguenze disastrose per la nostra economia. In questa particolare situazione parlo però da privilegiato, al momento la nostra attività di agenzia di comunicazione, seppur con tutte le complicazioni del gestire un team di 20 persone in smart-working, procede ad un ritmo solo leggermente più lento del normale. I nostri clienti sono, per la maggior parte, aziende solide e lungimiranti che hanno intuito che, in una situazione come questa, non bisogna smettere di comunicare ma farlo in modo diverso, preparandosi a quando si tonerà a lavorare, ma gli spostamenti saranno limitati e le fiere difficili da gestire. Per questo il digitale, in cui oggi conviene investire, così come video o sistemi avanzati di presentazione, irappresenta il modo migliore per presentare al meglio i propri prodotti e servizi anche senza muoversi dall’ufficio. Una citazione che amo è di Albert Einstein e dice: Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità. Penso non possa esserci consiglio migliore oggi per non perdere ottimismo nel lavoro. Da amante dei viaggi direi prenotare un volo aereo, vorrebbe dire che siamo tornati alla normalità e che si potranno fare programmi a lunga scadenza. Forse la lezione più importante che ho imparato da questa situazione è proprio il godere della libertà, che abbiamo sempre avuto e data per scontata, e che, sono certo, riavremo presto.
NICOLA PAVESI
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ALESSIA BEE, IMAGE CONSULTANT & LOOK MAKER
Sono Alessia Bee, sono una Pro Makeup Artist e sono orgogliosamente bresciana. Lavoro principalmente per Cinema e Tv. Amo molto il mio lavoro, e mi manca tanto. Questo periodo di doverosa quarantena, che ha messo a dura prova nervi ed emotività, spero sia per tutti un momento di riflessione, fuori e dentro di noi. Per me lo è sicuramente. Per mantenere un minimo di equilibrio sto meditando tanto e sto cercando di organizzare al meglio le mie giornate per tenermi attiva, impegnata: faccio tanto tapis roulant, seguo aggiornamenti online riguardanti il mio lavoro, guardo film ed ho anche molto tempo per pensare. E le mie riflessioni hanno riguardato finora principalmente me stessa e i miei valori, l’importanza delle relazioni umane e chi voglio essere veramente da grande. Le risposte stanno arrivando piano piano, e sono certa, per quanto mi riguarda, che alla fine di questa pandemia sarò una persona, una donna diversa: spero migliore. Perchè credo fermamente che se non abbiamo appreso qualcosa di noi stessi e dell’universo che ci circonda, e in cui viviamo, allora tutta questa sofferenza e tutti questi sacrifici saranno stati davvero vani. Le mie più grandi certezze sono: voglio lasciare un segno positivo su questa Terra, voglio vivere attimo dopo attimo, qui ed ora, e continuerò a privilegiare i rapporti umani sopra ogni cosa. Ho capito che siamo tanti granelli di sabbia che possono essere trascinati via dalle onde del mare o dal vento, da un momento all’altro, indifesi e impotenti, davanti alla forza e all’immensità della natura, dell’Universo. Ecco l’importanza di apprezzare ogni attimo e chi/cosa lo compone. Ma ho anche capito che tanti granelli di sabbia tutti uniti possono fare la differenza: la Lombardia ne è la prova tangibile. Parlo di Lombardia ovviamente perchè è la Regione che mi ha dato i natali ed in cui vivo tuttora. E che ogni tanto ‘maledico’ ma che amo e apprezzo molto. Usciti da questo periodo buio e incerto, non voglio fare grandi cose: vorrei semplicemente tornare alla mia vita di prima ma con più consapevolezza e con il sorriso sempre sulle labbra. E non voglio più sprecare tempo e occasioni. Perchè il tempo è davvero prezioso. La vita lo è.
33 ALESSIA BEE
GIAMPAOLO PACI, TITOLARE PACI CONTEMPORARY GALLERY
“Alla luce della situazione attuale che tutti stiamo vivendo, due sono le strade possibili: o ci si dà forza e si reagisce creando nuove opportunità oppure ci si lamenta per quella che sarà una ripresa difficile ed un futuro incerto. E noi abbiamo scelto la prima! Ora più che mai risulta fondamentale tenere viva la galleria con una comunicazione continua, attività che abbiamo riscoperto e potenziato proprio in questo periodo con proposte sempre nuove ed originali attraverso i nostri canali social, facendo parlare sia le immagini che i video dei nostri artisti che spiegano il loro lavoro. Cerchiamo, dal canto nostro, di introdurre le prossime novità sia degli ingressi di nuovi artisti selezionati nel nostro gruppo che delle nuove opere della nostra collezione, trasmettendo una programmazione vivace con anticipazioni di mostre future non solo del prossimo autunno (Erwin Olaf) ma anche del 2021 (“C’era una volta il cinema”, una raccolta di oltre 200 scatti vintage tratti dai set più famosi della storia del Cinema). Allo stesso tempo continuiamo un lavoro di selezione delle prossime fiere partecipando a quelle ritenute migliori per la galleria… in poche parole il nostro impegno quotidiano, in questi tempi, è di far sentire ai nostri collezionisti, e al pubblico in generale, che la galleria ha energia ed è propositiva e cercare di trasmetterlo in tutti i modi possibili! Questi nostri propositi ci permettono già adesso di godere dell’appoggio dei nostri artisti più rappresentativi come ad esempio Sandy Skoglund, Douglas Kirkland, Erwin Olaf, Miguel Rio Branco... che stanno lavorando al nostro fianco in tutte le varie iniziative che cerchiamo di creare. La grande mostra di Erwin Olaf era fissata per il 21 marzo…bene, posticipiamo e a fine ottobre creeremo insieme ad Olaf stesso un evento strepitoso che coinvolgerà la città di Brescia e non solo... ecco cosa faremo quando torneremo: ricominciare da dove abbiamo lasciato e rimetterci ad allestire i nostri spazi per essere pronti al grande evento!! Mai darsi per vinti! Una grande crisi porta anche a nuove opportunità... soprattutto in questo scenario è più che mai fondamentale reinventarsi!!!”.
MAI MOLLARE!!!
GIAMPAOLO PACI
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PAOLO GENTILINI, CEO APIEMME ENGINEERING SRL
Ci troviamo oggi a vivere in uno scenario globale sconosciuto all’uomo; è la prima volta nella storia dell’umanità che la globalizzazione esterna tutti i suoi limiti, ma al tempo stesso dobbiamo saperne cogliere le giuste opportunità. Avendo noi come principale mercato di riferimento la Cina, abbiamo vissuto questa situazione con due mesi di anticipo rispetto all’Italia. Questo ci ha consentito di convertirci con largo anticipo rispetto alle disposizioni governative in materia di contenimento degli spazi e delle relazioni sociali. Sin dai primi giorni di marzo abbiamo organizzato il lavoro in completa autonomia tramite SMART WORKING che oggi, grazie alla tecnologia, ci consente di essere sempre collegati con i nostri colleghi, con i nostri clienti, con i nostri fornitori, garantendo, al contempo, la piena operatività in modo sinergico tra tutti i dipartimenti. Mai come oggi abbiamo riscoperto il valore delle piccole cose, dell’importanza delle relazioni sociali....abbiamo riscoperto il valore del tempo e dello spazio, valori che sono indispensabili per avere qualità di vita. L’esperienza insegna che da ogni crisi vinta se ne esce rafforzati. Non è un caso che l’etimologia della parola crisi deriva dal greco Krìsis ovvero scelta, decisione; le imprese italiane da sempre hanno dimostrato la loro capacità di adattarsi ai cambiamenti come probabilmente nessun altro assumendo le giuste scelto nel momento esatto. Sono fermamente convinto che questa esperienza muterà in modo irreversibile il modo di vivere, di viaggiare, di relazionarsi, di lavorare…. e risulterà vincente chi, con le sue intuizioni, ne saprà cogliere rapidamente la chiave di lettura anticipando le strategie. La prima cosa che intendo fare non appena torneremo alla nostra mutata quotidianità sarà quella di stringere alle mie braccia mio figlio e mia moglie che non vedo da mesi e che rendono questo periodo emotivamente ancora più doloroso; sarà quella di riabbracciare tutti i miei collaboratori che, con il loro impegno ed il loro senso di responsabilità, ci consentono di essere oggi vincenti e di proiettarci con lo sguardo già al domani. Questo è il momento in cui parole come solidarietà, altruismo e sacrificio richiedono di essere riscoperte; questo è il tempo in cui le aziende, i professionisti, i lavoratori devono unirsi, sostenersi e accompagnarsi facendo squadra, uniti in un grande network. Ed è da questo tempo che usciremo più forti di prima ed ancor più orgogliosi di essere italiani.
35 PAOLO GENTILINI
GIUSEPPE FERRETTI, PRESIDENTE FERRETTICASA
“FARE QUALCOSA IN QUESTO MOMENTO È PIÙ IMPORTANTE CHE MAI. L’amore per il nostro territorio e la fiducia che avete sempre riposto nella nostra azienda non poteva non lasciare un segno nel mio modo di essere Bergamasco ed imprenditore. La nostra azienda ha deciso di supportare le tre strutture sanitarie maggiormente colpite: Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, Ospedale di Alzano Lombardo e Ospedale di Treviglio con una donazione di 150 mila euro. Il mio ringraziamento va a tutto il personale sanitario che ogni giorno lotta nelle corsie degli ospedali. Dobbiamo unire le nostre forze per far sì che tutto questo presto sia solo un triste ricordo.
OGNI CAMBIAMENTO, ANCHE DOLOROSO, PORTA CON SÉ GRANDI OPPORTUNITÀ. Siamo pronti a ripartire con fiducia ed ottimismo, abbiamo riscoperto un mondo fatto di famiglia, casa ed affetti facciamone tesoro. Sono vicino a tutti voi e alle vostre famiglie, presto torneremo ancora a vivere le nostre giornate come abbiamo sempre fatto, per ora RESTIAMO A CASA per il bene di tutti. Bergamo si rialzerà e tornerà più forte di prima”.
GIUSEPPE FERRETTI
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GUALTIERO DAPRI, DIRETTORE MARKETING PRESSO CONCESSIONARIA BMW LARIO BERGAUTO
Siamo in una brutta situazione, sembra che tutti sappiano come comportarsi tranne chi deve gestirla. In effetti è una “prima volta”. Non si tratta di crisi economica o sbarco di migranti, è qualcosa di nuovo e pericoloso. Ci si deve affidare ai ricercatori scientifici ed a chi ha il compito di portare avanti il Paese, la Storia giudicherà. Non credo si possa fare altrimenti. Questo periodo di “arresti domiciliari” mi ha fatto scoprire tanto di me e della mia vita. Mi mancano gli affetti, delegati alle video chiamate, che poi se si è in più di 3 non si capisce molto. Mi manca la casa ben pulita da chi l’ha sempre fatto; vivo solo e non son proprio un esperto, dopo 2 giorni ho rotto uno spazzolone snodato super efficiente sul parquet. Non stiro, le lenzuola le lavo alle 8,00 così alle 19,00 sono pronte per il letto, i boxer stropicciati non li vede nessuna, purtroppo. Mi mancano gli amici: pizza e canasta, poker e bestia, tutti da Chicco per un film. Le cene in compagnia. I week end al lago! Mi manca la Bergauto, un po’ meno l’ufficio, anche da casa si lavora bene e soprattutto “indisturbati”. Per mia fortuna al marketing c’è sempre da fare: le indicazioni per l’operatore che girerà i video da postare sui social, gli articoli delle donazioni alla Croce Rossa, ai ragazzi del Rotaract, che non criticano ma fanno. Dopo si criticherà, non ora, perché noi non dobbiamo “farci votare”. Ecco, oltre alla Concessionaria c’è altro del mio lavoro che mi manca tanto. Gli eventi in concessionaria ed in location. La soddisfazione dei clienti ai quali riservare un trattamento degno delle vetture che acquistano. I loro sorrisi, le affinità, i rapporti sociali. Mi è stato chiesto di raccontare l’attività riscoperta in tempi di quarantena; ebbene ho scoperto che mi manca l’attività di sempre. Ho scoperto di essere una persona fortunata che vorrebbe tornare a fare la stessa vita di prima. Passeggiare sul nostro bel viale del Santuario, andare il sabato a pranzo al ristorante La Gare, non dover pulire la casa. Ho scoperto che la mia vita è bella, probabilmente non ci facevo caso!
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NICOLA GHISLANZONI, PRESIDENTE DI DVISION SRL AMMINISTRATORE DI AKÒMI SRL
Non è facile trovare le parole giuste per scrivere di questo incredibile periodo. Non è facile farlo ora, ancora nel pieno dell’emergenza, e non è facile farlo dal nostro territorio. Troppe persone intorno a noi hanno vissuto - e stanno vivendo - situazioni drammatiche, appesantite dall’inevitabile condizione di isolamento e, spesso, solitudine. È troppa la paura di urtare la sensibilità altrui, quando si è consapevoli di vivere una condizione privilegiata, di poter osservare quello che accade fuori attraverso il filtro di una finestra digitale, riparati dai nostri affetti all’interno di accoglienti mura domestiche. Non è facile scrivere cose positive e leggére, quando l’incertezza su quello che ci aspetta “dopo” incombe su tutti noi. Non è facile, è vero, ma è necessario. È necessario mettersi in pace con i nostri sensi di colpa e trovare il buono e il bello intorno a noi. E allora dobbiamo imparare ad apprezzare le cose buone di questa situazione e capire quali portare con noi anche nel mondo che ci aspetta. Fra le cose che più sto apprezzando di questa situazione c’è sicuramente il fatto di avere a disposizione per me e la mia famiglia tutto quel tempo che di solito trascorro al volante. Abitare lontano dalla mia città - la cui vitalità spesso mi mancava - in questo momento mi sembra una fortuna. Credo, quindi, che ogni tanto mi concederò il lusso dello smart working anche quando sarà di nuovo possibile andare in ufficio tutti i giorni; e avrà un valore anche maggiore quando potrò fare una passeggiata sul lago o un giro in bici tra i vigneti, una volta terminato il lavoro. Devo riconoscere, poi, che la distanza fisica dal mio team di lavoro mi ha reso più incline a delegare mansioni e dare maggiore autonomia operativa alle persone con cui collaboro: anche questa è una cosa che mi impegno a portare con me nella vita post-covid. A livello personale, invece, mi ha molto colpito è la resilienza dei bambini: mi stupisce ogni giorno vedere quanto facilmente mio figlio - che solo pochi mesi fa aveva vissuto un cambiamento importante iniziando il suo primo anno di scuola - si sia abituato a non poter uscire, non vedere i suoi compagni di classe, non andare al parco giochi, fare i compiti con mamma e papà e vedere la nonna solo attraverso un tablet. Sarà banale, ma lasciatemi dire che abbiamo sempre tanto da imparare dai nostri figli! Infine, in questi giorni di videochiamate che si susseguono, mi piace molto osservare come anche le persone più formali, collegate dalle proprie case, abbassino le loro barriere per mostrare il lato più umano e familiare. Sarebbe bello se queste barriere rimanessero abbassate anche quando smetteremo di lavorare in ciabatte. La prima cosa che farò quando torneremo alla normalità? Ci vorrà ancora tanto tempo, lo so, ma non vedo l’ora di poter comprare un biglietto per un bel concerto dal vivo!
NICOLA GHISLANZONI
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SONIA PAVESI, INTERIOR DESIGNER E TITOLARE DI PAVESI SCACCABAROZZI
MI GUARDO ATTORNO E PENSO : “SIAMO IN GUERRA”? A ben pensarci, non è vero, non l’ho vissuta perfortuna, ma sò per certo che la guerra creo’ e impose situazioni in cui, per salvarsi dai bombardamenti, la gente cercava protezione collettiva nei rifugi, rinforzando il senso della vicinanza anche fisica, oggi al contrario la salvezza passa attraverso il distanziamento che isola e rompe la vicinanza, oggi la “bomba” lascia intatte le cose e annienta le persone. Ho avuto l’occasione in queste settimane di isolamento forzato, di guardare dentro me stessa, sentire, pensare, sperimentare cosa vuol dire riconfigurare la propria quotidianitàridefinendo i tempi e gli strumenti di lavoro, cercando di trovare una motivazione interiore, una forza, una maniera propria per far fronte alla mancanza di scelta. e allora... forse anche per deformazione professionale, mi sono rimpossessata di casa mia! ho riordinato glia armadi, la libreria, cassetti e sgabuzzini, ho girato e rigirato i soprammobili, ho provato nuove disposizioni degli arredi per poi magari rimettere tutto come prima! (per la gioa di mio marito). Parlare di normalità oggi, tra due settimane, tra due mesi o chissà quando è una bugia colossale ma tutti noi siamo chiamati a riflettere sull’inevitabile cambiamento che si produrrà nelle nostre vite. quando tutto sarà finito e potrò nuovamente uscire di casa senza un’autocertificazione, mascherina e guanti, la prima cosa che farò sarà passare una bella serata con gli amici, tornerò a passare le domeniche in famiglia senza dare mai piu’ niente per scontato neanche un abbraccio!
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VALENTINA SILINI E ENRICO FERRARI, IMPIEGATA AMMINISTRATIVA E FUNZIONARIO COMMERCIALE
Mai e poi mai ci saremmo immaginati di vivere una situazione d’emergenza come quella che stiamo vivendo ora. La situazione in Cina sembrava tanto lontana da non preoccuparci minimamente, poi nel giro di pochi giorni tutto é cambiato. E noi ci siamo dovuti adeguare. Tutto quello che prima consideravi normalità ora non esiste più. Ci hanno giustamente chiesto di stare in casa, di non uscire se non per reali necessità e cosi abbiamo fatto. Ci siamo trovati a ruoli invertiti: noi giovani ad impedire ai genitori di non uscire, di raccomandargli di stare attenti, di non sottovalutare nulla. Stando a casa ci sentiamo in una bolla, poi si esce per la spesa e ti confronti con la realtà: gente in fila per entrare al supermercato, in farmacia, in tabaccheria, tutti con mascherina e guanti... e allora si una lacrima scende, ti senti impotente davanti a tutto questo, sai che tu nel tuo piccolo stai facendo la cosa giusta restando a casa, come ti è stato chiesto di fare, ma non sai per quanto tempo; Quindi? Come far passare tutto quel tempo libero a cui non sei abituato? Ti prendi cura della tua casa come non mai e fai tutte quelle cose che hai sempre rimandato per mancanza di tempo: cucini, ti prendi cura di te e si... riscopri la gioia di condividere tutta la tua giornata con la persona al tuo fianco, rispettando i propri spazi e i propri momenti di solitudine. Le nostre vite ripartiranno da dove si sono interrotte, si tornerà alla routine di sempre ma con la consapevolezza che qualcosa in noi é cambiato e non saremo più quelli di prima..
VALENTINA E ENRICO
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NICOLO’ GROSSI, MAKE-UP ARTIST & HAIRSTYLIST
Nonostante l’ormai nota e quotidiana situazione di pericolo e di quarantena, dove ci è richiesto di rimanere a casa con i famigliari o da soli con noi stessi, l’Italia, o quantomeno le persone attorno a me e della mia città, hanno dimostrato fortemente che siamo in grado di adattarci e di rendere un’esperienza come questa fonte di ispirazione e di lezioni etiche per il nostro futuro. Nel mio caso, il lavoro si è completamente fermato, in quanto è richiesto un contatto ravvicinato con il cliente per svolgere l’attività di make-up artist. Mi ritrovo a casa, in una città diversa da quella natale, da solo, a pensare come trascorrere tutto questo tempo “libero” che non ho mai avuto a disposizione prima. La mia routine non persiste più e mi trovo di fronte alla necessità di redarne una nuova per evitare che le giornate trascorrano inutilizzate. Queste ore e giorni preziosi, liberi dai miei impegni quotidiani, hanno reso speciali i momenti trascurati in precedenza: la colazione, ad esempio, è diventata una sfida culinaria con il mio compagno piuttosto che un veloce caffè prima di uscire di casa; tutti i pasti, pianificando le ricette e selezionando i vari ingredienti, sono diventati l’opportunità di approfondire le mie capacità in cucina e soprattutto di rispettare la famosa dieta mangiando sano. Le ore libere mi hanno anche permesso di prendermi cura di me stesso e del mio corpo, permettendomi di fare attività fisica in casa, che non avevo mai fatto prima. La distanza, intesa come lontananza fisica e relazionale, dai miei amici e familiari, ha reso il tempo che passerò, e che ho passato, con loro sicuramente inestimabile, che metterò al primo posto tra le cose da fare non appena sarà possibile evadere dalle mura domestiche: l’incontro con tutte le persone che mi hanno sempre dedicato del tempo e con cui ho vissuto parte delle mie avventure, tra cui i miei familiari a Brescia e non dare mai per scontato anche incontri sfuggenti e meno prolungati con essi. Sarò sicuramente più grato per il lavoro che mi permette spesso di viaggiare e di scoprire spazi sconfinati e nuovi, ma allo stesso tempo sarò in grado anche di rimanere solo con me stesso in momenti in cui prima non mi era possibile farlo.
NICOLO’ GROSSI
ALEX RUSCONI, PRESTIGIATORE E SCRITTORE
È incredibile vedere quanto la vita possa cambiare da un momento all’altro: fino al giorno prima uscivi, lavoravi, vedevi gente poi, all’improvviso, sei a casa per un nemico invisibile di cui non sai nulla se non che è pericoloso, soprattutto per le persone più fragili. E così ti ritrovi tra le pareti domestiche a reinventare la vita e il lavoro. Gli spettacoli possono aspettare tempi migliori e in questi giorni di quarantena mi dedico ai miei libri (ne usciranno quattro nei prossimi due anni). Ovviamente gran parte del tempo lo dedico alla lettura e all’ascolto di musica, oltre al fatto di potermi godere (ma lo facevo anche prima) mio figlio Francesco di due anni e mezzo che non si rende conto di nulla e continua a scoprire il mondo come prima, sentendo solo un pochino la mancanza delle uscite al parco. E guardando gli occhi del mio piccolo mi accorgo che, in fondo, questa emergenza ci ha fatto tornare tutti bambini, con tanto tempo a disposizione. Se, per un attimo, lasciamo da parte la tragedia che si compie ogni giorno negli ospedali e nella solitudine di certe case, ci accorgiamo che ora abbiamo ancora il tempo per guardare fuori dalla finestra con il naso appiccicato ai vetri, per vagare per casa senza meta, per leggere le etichette degli shampoo e delle bottiglie d’acqua, per sfogliare quell’enciclopedia che ha preso polvere fino a ieri. Possiamo giocare con le videochiamate che abbiamo sempre considerato superflue e che ora sono fondamentali per tenere i contatti (anche lavorativi) con il mondo. È d’obbligo restare informati e ringraziare, ciascuno a modo proprio, i medici e gli infermieri che sono in prima linea rischiando la loro salute. Ma in ogni cosa, da sempre, cerco sempre di vedere il lato positivo, la luce in fondo al tunnel. Ed anche in questo caso so già che, quando tutto finirà, avremo una consapevolezza diversa. Forse non saremo né migliori né peggiori ma sapremo cosa significa libertà di uscire, di godere il sole, di assaporare strette di mano e abbracci, che oggi ci mancano così tanto. Il saggio lo dice da sempre: le cose sono più preziose quando non possiamo averle. Sarà così anche questa volta e avremo tutti imparato una lezione straordinaria. Oggi guardo fuori e vedo il sole. Sembra quasi che dica: “Vi aspetto. Ora state tranquilli nelle vostre case. Lasciate lavorare i medici, gli infermieri. Ascoltate quello che vi dicono i governatori. Tutelate voi stessi e gli altri. Nel frattempo leggete, ascoltate musica, state con la vostra famiglia. Io sono qui a ricordarvi che, per quanto brutta possa essere una tempesta, alla fine torno sempre ad illuminare il mondo.”
ALEX RUSCONI
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EMANUELE VERGINE, ARCHITETTO
La reattività degli aiuti è quello che mi ha colpito più di tutto. In un momento mai vissuto da nessuno di noi e pieno tutt’oggi d’incognite mi ha profondamente stupito l’immediata prontezza fisica, mentale ed economica delle persone che compongono il cuore pulsante di Brescia. La “confort zone” di tutti i giorni è dura modificarla ma prontamente tutti si sono impegnati ogni giorno per colmare le falle per l’emergenza alla quale non siamo mai stati preparati e mai ipotizzata. Il cambio delle abitudini, lo spirito di adattamento, di supporto, di ogni singolo aiuto e rispetto verso il prossimo è l’atteggiamento straordinario in un momento “mai vissuto” in cui tante persone hanno visto perdere i propri cari o ammalarsi gli amici vicini. Restare isolati ci ha fatto riscoprire le abitudini familiari alle quali non eravamo più abituati a vivere e ad avere un ritmo esattamente opposto a quanto siamo abituati a vivere tutti i giorni. Per un creativo e Architetto come me ha significato poter proseguire il lavoro della progettazione con il tempo necessario in più per poter approfondire meglio ogni aspetto dell’avanguardia progettuale. Lavorare in piena tranquillità per noi Architetti ha significato continuare con i progetti di Building o Design del proprio Studio ma con i propri collaboratori nelle loro abitazioni. Quindi per il mio caso il lavoro mi ha aiutato “a vivere bene” la quarantena e mi aiuta tutt’oggi mentre scrivo in questo istante. Sono un positivo per natura e cerco di vedere le opportunità che ogni momento della vita mi dà, anche brutto, per volgerlo al meglio, migliorando ogni giorno e cercando di applicare la domanda che mi rivolgo sempre “…cosa posso fare oggi per migliorare…”. Tutta questa quarantena si è tradotta in un attivo e tempestivo contributo del Rotary Brescia Sud-Ovest Maclodio del quale faccio parte, inoltre ad aiutare io personalmente persone che necessitavano di supporto e a rivoluzionare la prospettiva del lavoro nello studio di architettura guardando al futuro post Covid. Sono una persona fortunata e ne sono grato e appena sarà conclusa questa fase non vedo l’ora di poter abbracciare tante persone…per poter colmare quel contatto fisico che tanto mi manca, con la consapevolezza del valore quasi scontato che aveva prima.
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UMBERTO DE MARTINO, CHEF FLORIAN MAISON
L’INIZIATIVA GESTITA DAL RISTORANTE STELLATO DI SAN PAOLO D’ARGON CHE HA MOSSO LA SOLIDARIETÀ DI TANTISSIME AZIENDE DEL TERRITORIO LOCALE E NAZIONALE, CON DONAZIONI E CONTRIBUTI Chef Umberto de Martino (stella Michelin) insieme alla compagna Monia Remotti preparano dal primo giorno dell’emergenza Coronavirus circa 200 pasti caldi per gli operatori della croce rossa di Bergamo Hinterland oltre al personale delle ambulanze che opera tra il polo ospedaliero Papa Giovanni XXII e quello di Seriate. «Ho chiamato il presidente della Croce Rossa di Bergamo, Annibale Lecchi - ricorda Monia – e gli ho semplicemente detto che mio marito, io e il nostro ristorante eravamo a disposizione per dar da mangiare ai loro operatori e al personale delle ambulanze che opera tra l’ospedale Papa Giovanni XXII e quelli del territorio. Ottenute tutte le autorizzazioni, abbiamo iniziato a contattare tutti i nostri amici, fornitori, produttori, aziende, supermercati, nostri collaboratori da anni”. E così ha innescato la miccia della solidarietà. Un vero e proprio punto di riferimento per i nostri “eroi” che quotidianamente stanno supportandoci nella lotta contro il Covid2019. «Il riscontro che abbiamo avuto – prosegue Monia – è commovente. Da soli non avremmo potuto fare tutto ciò, tutti insieme abbiamo creato un vero e proprio network solidale dal quale sicuramente nasceranno altri progetti anche ad emergenza finita.
ATTRAVERSO LA PAGINA DI QUIBERGAMO CHEF UMBERTO E MONIA LANCIANO UN ULTERIORE APPELLO: “ Invitiamo tutte le aziende che lavorano nel campo della produzione o distribuzione di generi alimentari e bevande, e che volessero aiutarci, di contattarci al 333 2476015. Saranno messi in contatto con il responsabile della Croce Rossa per gli accertamenti di base e poi potranno inviare i loro prodotti che noi cucineremo per il personale sanitario che in questo momento sta letteralmente “dando la vita” per noi, vi ringraziamo con tutto il cuore”. Tutti gli aggiornamenti sono consultabili sulla pagina Facebook Ristorante Florian Maison.
UMBERTO DE MARTINO
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MICHELE SEBASTIANI, EX CALCIATORE OGGI ALLENATORE
Nessuno avrebbe mai lontanamente immaginato di trovarsi di fronte ad una situazione del genere, cogliendoci totalmente impreparati ad affrontare questo momento di estrema emergenza. Non ho ancora idea di quando e come se ne uscirà, ma credo che ognuno di noi debba dare il proprio contributo per il benessere personale e, soprattutto, collettivo non solo rispettando le regole imposte, ma anche cercando di rendersi utile per gli altri. Son convinto che ogni evento della nostra vita riservi delle opportunità per poter riflettere ed imparare cose nuove. In questo caso, avere quel tempo che solitamente non è mai abbastanza nella normalità, ha permesso di rinsaldare alcuni rapporti a distanza, di dedicarsi maggiormente alla famiglia, di prendersi cura di quelle cose che nella quotidianità non vengono considerate o fatte di fretta. Per esempio, io son tornato a leggere dopo tanto tempo, ho sistemato il giardino, ho avuto più attenzione per l’alimentazione, ho riordinato gli armadi destinando alcuni vestiti per le associazioni di beneficenza. Certo che le condizioni attuali possono anche far affiorare momenti di tensione, perché costretti a condividere spazi e tempi come solitamente non siamo abituati a fare. Ecco che quindi dobbiamo cercare di essere ragionevoli e trovare delle attività ludiche che possano distrarci e svagarci, per esempio seguire le lezioni di fitness del mio amico, e personal trainer, Alberto, gareggiare (con scarsi risultati) in dispute di riconoscimento di film traducendo emoticons nei gruppi di amici su whatsapp, oppure approfondendo tematiche e facendo aggiornamenti calcistici che mi stanno a cuore. Per me è importante tenere allenati testa e corpo mantenendo le abitudini che avevo di solito anche cercando di tenermi la barba fatta, oppure non stando tutto il giorno in pigiama e vestendomi anche se lavoro in smart working. Probabilmente la cosa che mi manca di più, oltre alla pizza, è la lontananza dalla mia passione, il calcio. Il poter vedere una partita dal vivo, scambiare idee con amici e persone del settore, allenare o semplicemente fare la partitella tra amici del lunedì sera. Tra l’altro mi sto tenendo in contatto con i miei ex giocatori perché abbiamo già deciso che organizzeremo un interessante aperitivo non appena sarà tutto finito. Alla fine, la normalità del quotidiano era la cosa più bella che avevamo.
45 MICHELE SEBASTIANI
PAOLA QUISTINI, GINNASTA E ARTISTA
Quella che vorrò ricordare è una Bergamo che, seppur afflitta in questa estrema emergenza, lotta e resiste con dignità. Il lungo momento di fermo e introspezione mi porta a ripensare sorridendo a tutte le volte che, fiera, ho risposto che le strutture che mi accompagnano sui palcoscenici sono “made in Bergamo”, progettate e costruite dal mio papà e i suoi amici carpentieri, ovvero bergamaschi doc di poche parole, ma di tanti fatti. Gente capace di “tirare su” come diciamo a Bergamo, un Ospedale da campo in pochi giorni, organizzare in breve tempo aiuti a domicilio per i più bisognosi, istituire call center per una parola di conforto. Lavoro sodo e spirito di iniziativa ci caratterizza tutti, come nella mia realtà che ho ritrovato nel mio staff e nelle mie allieve. Nemmeno pensabile per noi ginnaste saltare gli allenamenti quotidiani, ed ecco che in un battibaleno abbiamo attivato le lezioni in video chiamata ricercando esercizi che si potessero effettuare nel salotto di casa; così ogni allenatrice con le sue allieve per un ‘oretta al giorno sia per mantenere viva la passione, ma soprattutto per rimanere unite seppur lontane fisicamente, si sono subito attivate. È meraviglioso ritrovarsi nel puro piacere di allenarsi senza necessariamente la finalità di una gara, bensì per il puro desiderio di farlo, unite nella propria passione... La prima cosa che farò? Un cappuccino al bar, con gli amici … e poi via dalle mie ginnaste che questa volta potrò abbracciare forte.
PAOLA QUISTINI
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CRISTINA PRANDELLI E PAOLO MASSOLETTI, VOLONTARI DELLA CROCE ROSSA ITALIANA
Tutto succede in un attimo: base terra viene attaccata da un virus spaziale come nei film che si vedevano in televisione. I nostri equipaggi delle ambulanze vengono continuamente chiamati ad intervenire in massima emergenza. Ci chiamano: “dovete correre qui ad aiutare, dobbiamo organizzarci!”. Inizia così... cosa facciamo? Cosa succede?... Poi, in un attimo, tutto è chiaro! Dobbiamo dare una mano, non abbiamo tempo di pensare a noi, andiamo in sede. Oltre ai servizi d’urgenza e emergenza c’é la consegna di farmaci, la preparazione dei pacchi viveri, non dobbiamo dimenticare i servizi quotidiani e organizzare quelli straordinari che, di volta in volta, ci vengono richiesti dalle persone o dalle sale operative senza dimenticarci della Signora che ha bisogno di consegnare degli indumenti alla sua mamma che è ricoverata. Quanti mezzi abbiamo disponibili? I nostri volontari sono fantastici! Nessuno si tira indietro, partiamo subito. Ci hanno chiesto di recuperare della merce a Pordenone, a Bologna e Modena (si sono fatti 900 km in un giorno) e, al rientro, la prima impressione è stata: “che fantastiche persone abbiamo incontrato! Ci hanno regalato mascherine e tute per l’emergenza e non hanno smesso un secondo di ringraziarci per l’impegno di ogni giorno”. I loro volti resteranno per sempre nei nostri cuori. La solidarietà che ci hanno dimostrato è la caratteristica del popolo italiano: noi siamo così, siamo rumorosi, siamo simpaticoni, siamo sempre al lavoro e, quando c’è bisogno, non voltiamo le spalle a nessuno! Quando chiamiamo per chiedere informazioni sui farmaci da consegnare sentiamo nelle voci la tristezza e la paura, ma quando incominciamo a parlare prendono forma le storie di una vita, sento la voglia di vivere e di condividere le esperienze; credo che non dimenticherò mai i loro nomi... tutti! Il momento che viviamo è terribile ma questa esperienza è incredibile, è fortissima, ti entra e non ti abbandona più. Tutti noi saremo diversi, alla fine, perché ci sarà una fine e avremo i segni sulla nostra pelle che resteranno indelebili. Ricordiamo quando i nostri nonni raccontavano della grande guerra e come eravamo allo stesso tempo affascinati e impauriti. Questa è la nostra guerra e la racconteremo ai nostri nipoti. Certo parleremo di orrore e di solitudine ma anche di coraggio e di forza. Cosa abbiamo riscoperto in questi momenti? Tanti piccoli cuori insieme possono fare grandi cose, tante braccia insieme possono sollevare il mondo! L’associazione di cui facciamo parte come volontari da più di 30 anni è la Croce Rossa Italiana che opera in tutte le situazioni con competenza e preparazione. Una volta che sarà tutto finito, andremo a salutare gli amici perduti sul campo e lavoreremo sempre di più per tenerci stretti quelli che abbiamo, sfruttando ogni minuto del nostro tempo prezioso. È il tempo della gentilezza: aiutiamo più che mai le persone anziane e i bisognosi: questo è il vero senso dell’essere un “essere umano”.
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CRISTINA PRANDELLI e PAOLO MASSOLETTI
SARA BARELLI, ALBERGATRICE
C’È SILENZIO IN QUESTI GIORNI. Non ci sono macchine che imboccano la via a tutta velocità. Le signore del quartiere che passano con la borsa della spesa, che fino a poco tempo fa si ritrovano alla fontana per commentare le ultime notizie di paese, sono scomparse. Rende tutto immobile, il silenzio. É un attimo immenso, congelato, con la vita che brulica di nascosto dietro le porte chiuse delle case. Io appartengo a quella categoria di persone per cui il lavoro ora non c’è, non esiste smart-working che tenga. In questo momento però l’unica cosa a cui riesco a pensare è che sono viva, sana, forte. Le persone che amo lo sono. Tutto il resto diventa secondario, finisce vicino al lievito scomparso dagli scaffali del supermercato. Non sono mai stata una casalinga perfetta e non lo sono diventata in questa quarantena. Ho pescato dalla biblioteca di casa tutti i libri che mi ero ripromessa di leggere, ho fatto le pulizie con i podcast che mi facevano pensare ad altro, ho ripreso a fare gli esercizi di ginnastica e persino provato lo yoga. Soprattutto, ho parlato con il mio compagno, che condivide con me questo tempo sospeso. Non di quello che ci accade, non della settimana di lavoro, degli amici, della spesa o di tutto quello che riempie una vita ordinaria. Abbiamo parlato delle cose che sentiamo, delle nostre esigenze, degli spazi da condividere e di quelli di libertà. Del futuro. Della fortuna di un volto familiare che ti sorride al mattino. Soprattutto, del privilegio di avere una casa abbastanza grande per gestire i nervosismi e un divano abbastanza piccolo per tenerci vicino quando viene la sera. Di questi giorni, ricorderò la bellezza del caffè insieme la mattina, quando solitamente scappiamo in direzioni e orari diversi. Sento gli amici e la famiglia ogni giorno e penso che questo mi aiuti a far entrare il mondo nel mio nido. Ma quando la quarantena sarà finita, quando smetteremo di aver paura per noi e per le persone che amiamo, la prima cosa che farò sarà rimettere le scarpe e scappare sulla ciclabile bagnata dal sole, a respirare il caldo della primavera e il silenzio. Perché allora quel silenzio sarà diverso. Sarà il silenzio della quiete, non della paura.
SARA BARELLI
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GIACOMO ZENUCCHI, TITOLARE DI ZENUCCHI ARREDAMENTO
Ciao Bergamo, ciao Mondo grazie per questa opportunità, chi avrebbe mai pensato di capitare nella “terza guerra mondiale” chi avrebbe mai pensato di “resistere”, semplicemente, RESTANDO A CASA e che casa…per la maggior parte con cibo (forse troppo), farmaci, riscaldamento, alcuni balcone e giardino, wi-fi, tv, pay tv, cellulari, tablet, computer, e……. CI ANNOIAMO !!!!! se ci fermiamo solo un istante a pensare, a chi veramente sta resistendo, con un tubo infilato in bocca per 15/20 giorni guardando il soffitto, immobili, con tutte le conseguenze… speriamo resistano… …per concludere “sono andati avanti” una parte della generazione che avevano già vissuto la resistenza della seconda guerra mondiale, riuscendo a sopravvivere, magari con ferite mai rimarginate… una preghiera per loro sicuramente abbiamo imparato tutti ad apprezzare ciò che ABBIAMO, a partire dalla libertà, famiglia, salute, posizione economica QUINDI ABBIAMO IL DOVERE, PER LO MENO IO ME LO SENTO, DI RICOSTRUIRE TUTTO CIÒ CHE È RICOSTRUIBILE… APPREZZARE E VALORIZZARE CIÒ CHE ABBIAMO O CHE È RIMASTO
INSIEME CE LA FAREMO
INSIEME FAREMO TESORO DI QUESTO PERIODO FORZA BERGAMO FORZA MONDO
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MIMMA CERVELLERA, GAMBIRASIO INTERNI SRL
Per chi ha la fortuna della salute, in questo assurdo momento storico, il tempo si è quasi fermato. La rincorsa al minuto si è forzatamente interrotta lasciandoci spiazzati, in balìa di una quotidianità dal tempo lento, che sembrava non appartenerci più. Ci è voluta una settimana almeno per abituare corpo e mente alla nuova dimensione: a capire come organizzare il lavoro da casa e a come gestire il bombardamento mediatico, fiottante da ogni schermo. Eppure, in questa condizione necessaria e obbligata, un certo ritmo ha ripreso piano piano vigore: un ritmo diverso, più semplice, più umano. È questa la considerazione che emerge da questa brutta quanto delicatissima situazione: un confonto, che quasi si potrebbe definire scontro, tra i due modi di vivere in cui da un mese all’altro ci siamo ritrovati immersi. Il primo, frenetico, dava l’impressione di una costante rincorsa verso una meta sempre in allontanamento, durante la quale difficilmente erano visibili gli aspetti più umani della vita quotidiana e sociale, quegli stessi aspetti che, agli inizi, ci avevano fatto fare certe scelte e intraprendere determinate carriere. Il secondo aspetto, nascosto nel modo di vivere in cui ci ritroviamo immersi ora, ad un mese circa dal primo decreto ufficiale, coincide con la riscoperta di quello spirito, forse più vicino all’uomo. Le sensazioni che si provano in un tempo obbligatoriamente rallentato e più introverso hanno risposto con la semplicità dei gesti ad un po’ di perchè, dimenticati ma forse indispensabili per una equilibrata serenità: individuale, familiare, sociale. Questa condizione riapre, a chi ha la fortuna di essere in salute, lo spazio della possibilità: di ritrovare il tempo da dedicare a ciò che piace, riferendosi alla dimensione del “voglio” piuttosto che a quella del “devo”. Si rimane così tutti uniti nella speranza e nella preghiera che tutto si risolva per il meglio, ma contemporaneamente soli, faccia a faccia con le nostre passioni. Le risposte, umane e concrete, e le relative emozioni ritrovate, lasciano in noi una rinnovata consapevolezza: perchè ogni giorno facciamo quel che facciamo, cosa guida le nostre scelte, quali saranno gli aspetti da mantenere e quali quelli da rivedere. In questa ottica, ci si augura in primis una ripresa della situazione sanitaria nazionale e internazionale e, in secondo luogo, di tutte le attività sociali e commerciali, nella speranza che la prima cosa che faremo al rientro sarà non dimenicarsi in fretta di tutto questo.
MIMMA CERVELLERA
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LAURA ORLANDINI, ARTISTA E SCRITTRICE
All’inizio i pensieri erano affollati tanto che l’ingrediente principale delle mie giornate veniva meno, non riuscivo a creare nulla come se la mia arte fosse avvolta da quelle nuvole fitte e basse. Dipingere per me è sempre stato necessario seppur negli ultimi anni si era ribaltato qualcosa ed il mio desiderio di raccontare aveva preso il sopravvento, tanto che il romanzo appena finito aveva già trovato seguito ad un altro e un altro era già al capitolo 8.
LÌ, FERMO, ATTONITO COME LO ERAVAMO TUTTI NOI. Un desiderio inespresso di sapere cosa ci sarebbe stato nella pagina dopo, il giorno dopo e quello dopo a seguire. Un giorno uguale all’altro è impensabile per un’artista. Le parole hanno iniziato a fluire proprio quando le ho accettate diverse in me... il romanzo ora era diverso. Sì perché tra quei capitoli dal 9 in poi potevo creare il mio mondo ideale. E così, mentre fuori ogni santo giorno nasceva un sole imbalsamato talmente bello da impazzire, io non potevo stare ferma ma dovevo occuparmi di farlo danzare nella mia testa, in tutta la sua lucentezza. Eccomi felice come non mai, diversa sì, nulla di nuovo per una creativa! Il silenzio delle azioni non è mai stato così prezioso e credo che la prima cosa che farò sarà salire in cima ad una montagna per sentirlo anche da lassù: sopra quelle nuvole che avevo già diradato da qui seduta nel mio studio.
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MARCO BRESCIANI, INGEGNERE E PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE SPORTIVA BSPORTING DI BRESCIA
Questo periodo ci ha segnato con la perdita che nessuno di noi avrebbe voluto, quella di un marito sempre presente, un padre di famiglia esemplare, un coordinatore come nessuno, un mediatore fantastico ed un organizzatore fenomenale che tutti noi abbiamo provato ad imitare ma nessuno è riuscito a fare, il nostro grandissimo LOUIS FERRIGATO. Altri compagni hanno avuto lutti e malattie ma tutti hanno ben chiaro che dobbiamo riprenderci le nostre vite, continuare con ciò che avevamo iniziato e non fermarci. Ora tutti noi siamo chiusi in casa con le nostre famiglie, lontano fisicamente dagli amici ma con la possibilità di sentirci tramite conference call, non siamo riusciti a dare il giusto saluto a chi con noi ha lottato e ci ha permesso di continuare a fare quello che più ci piace, dare due calci ad un pallone in compagnia. In poco tempo questo maledetto Virus ci ha strappato parenti e amici, messo alle corde persone che mai avremmo immaginato potessero essere colpite, ma la forza di questo gruppo sarà sicuramente quello di riuscire a continuare il cammino iniziato tanti anni fa e che ci stava portando al raggiungimento di tante soddisfazioni. Ognuno nel suo piccolo ha fatto quello che tutti stanno facendo, considerando che siamo un gruppo super variegato qualcuno fa smart-working, altri devono andare comunque a lavorare, altri cucinano ed altri ancora fanno continui esercizi per tenersi in forma. Questa situazione ha permesso a tutti di considerare i veri valori della vita, dalla famiglia agli amici. Al termine di tutto sicuramente verrà fatto un memorial per il nostro amato Louis e continueremo a fare quello che più ci piace, allenarsi e tirar due calci ad un pallone ricordandoci che prima era una cosa scontata e forse ora non sarà più così.
MARCO BRESCIANI
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DOMENICO DE PASQUALE, HAIRSTYLIST E MAKE-UP ARTIST
Un mese che l’impensabile ha fatto irruzione nelle nostre vite , così insidioso da manifestarsi in ogni piega del nostro quotidiano . É sempre più frequente la parola <guerra> , ma non é così non siamo in guerra. Siamo nel mezzo di un’enorme emergenza sanitaria e presto anche economico-sociale . Drammatica ,si , ma parlare di guerra é una scorciatoia lessicale , un modo in più per eludere la novità assoluta . Questo é stato l’errore di tutti ,rifiutare l’impensabile , che in fondo ha portato tutti noi a tirar fuori una grande cosa che ci accomuna, LA RESILIENZA. La capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici , di riorganizzare positivamente la propria vita dinnanzi alle difficoltà. Ci diamo mille ragioni per essere felici e se non le abbiamo c’è le creiamo da soli. E mai una sola ragione per essere veramente felici e grati di quello che siamo e abbiamo. Tutto questo si porta via a piene mani la tua vita e la tua felicità e ce ne accorgiamo solo quando quel qualcosa o qualcuno ci viene a mancare . Quando è stata l’ultima volta che ci siamo fermati a guardare , ad osservare una cosa semplice o ad annusare un piccolo fiore che sta crescendo sul nostro balcone? Siamo sempre impegnati a combattere con le nostre ansie , i nostri dubbi ed i nostri doveri che nella maggior parte ci siamo dati da soli. Così perdiamo la nostra semplice ragione di essere felici . Allora forse “l’impensabile” qualcosa di buono lo sta facendo,quando potremo finalmente tornare alla normalità magari avremo capito e scoperto cose nuove . Ci prenderemo dello spazio per giocare con i nostri figli, seguiremo i nostri scopi ,i nostri desidererei e continueremo a credere nei nostri sogni invece di considerarli sciocchezze. Torneremo a sorridere, per primi magari invece di aspettare che lo facciano gli altri e ritorneremo a pensare con la nostra testa invece di nasconderci nelle apparenze comode, con la certezza che non temeremo i momenti difficili, il meglio viene da lì.
53 DOMENICO DE PASQUALE
FRANCESCA DE ROSSI, OSTETRICA PRESSO POLIAMBULANZA DI BRESCIA
Posso dire per certo che la vita va avanti... nonostante le guerre, le catastrofi e le pandemie. Sono un’ostetrica e ve lo posso confermare. Ogni singolo giorno di questa quarantena, come negli anni passati, varco le porte del mio ospedale per supportare e infondere un barlume di “normalità” a tutte le donne che in questo momento si trovano a percorrere questa fase della loro vita: la gravidanza e l’attesa di una nuova vita. Ognuna con le proprie ansie e speranze, molto diverse da quelle che avevano immaginato. Un percorso solitamente condiviso con la propria famiglia per vivere insieme uno dei giorni più belli. Ma oggi ognuna di loro dev’essere più forte che mai e contare sul proprio coraggio per accogliere da sole il bimbo che sta per nascere, con noi sempre al loro fianco. Ci dimostrano che l’amore è la cosa più potente al mondo. Poi arrivano le ore di riposo e anch’io resto sola con me stessa, in ascolto, come chi resta a casa in un’attesa quasi surreale.
E CAPIAMO CHE NON TUTTI SAPPIAMO ASCOLTARCI: ABBIAMO PAURA. A chi sta vivendo questa quarantena solo con i propri pensieri, posso dare un consiglio: imparate ad ascoltarvi per affrontare un pò meglio questi giorni difficili… leggete, progettate, dedicatevi del tempo e trovate dentro di voi la stessa forza e il coraggio di affrontare le paure, come fanno queste madri per i loro bambini, per andare avanti ora e quando tutto sarà finito …si, perché prima o poi finirà. Il cambiamento, da sempre, impaurisce chi è abituato al totale controllo, ma non sempre i cambiamenti sono un passaggio negativo, soprattutto se il cambiamento riguarda noi stessi e le nostre prospettive.
SONO FRANCESCA... LA VITA VA AVANTI, SONO UN’OSTETRICA.
FRANCESCA DE ROSSI
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PAOLO BUSSI, ARCHITETTO
Questa situazione di emergenza ci ha fatto scoprire persone fragili, insicure e timorose. Probabilmente i nostri comportamenti tenuti nel recente passato, penso alla poca attenzione verso il cambiamento climatico, alla mancanza di rispetto dimostrata verso alcune specie di animali, alla scarsa considerazione verso le aree verdi, hanno ingigantito la percezione di questo virus, quasi fosse una sorta di resa dei conti generale. Sicuramente il comportamento di politici, giornalisti e persone che influenzano i media, con le loro dichiarazioni molto approssimative riguardo allo sviluppo del virus non hanno contributo alla reale conoscenza del rischio: ricordo ancora gli inviti a tenere tutto aperto e alla considerazione “e’ poco più che una influenza”. Quelli che dicevano queste cosa erano realmente informati o parlavano tanto per parlare, non consci della loro influenza sui cittadini ? Amici medici, immediatamente dopo il sorgere dei primi casi, mi consigliarono di prendere mascherine e prodotti disinfettanti, preannunciandomi la gravità della situazione. Non mi capacito ancora oggi di come le istituzioni e chi dovrebbe assumersi responsabilità decisionali abbia preso alla leggera il nascere di questo virus e di come si sia atteso tanto per prendere i primi provvedimenti, soprattutto a Brescia e Bergamo. La mi attività ai tempi della quarantena è stata rivoluzionata: Ho lavorato da casa, per quanto possibile, e mi sono dedicato alla famiglia. Il mio lavoro necessita del rapporto diretto con il cliente, la visita quasi quotidiana in cantiere, lo scambio di opinioni sul posto con gli artigiani, le richieste e le spiegazioni ai fornitori: tutto ciò è molto complicato senza il contatto diretto. Più che l’architetto ho passato la quarantena a fare il papà a tempo pieno: con mai figlia Bianca il tempo vola e le attività non mancano di certo. Fortunatamente casa nostra è grande e ci consente di vivere appieno gli spazi interni ed esterni; il giardino e il terrazzo si sono rivelati indispensabili! La reclusione da papà e marito è stata molto piacevole, ho scoperto come ci si possa arricchire a contatto diretto e costante con una bambina di nemmeno tre anni e come le scoperte quotidiane siano più mie che sue. La prima cosa che voglio fare quando tutto ciò sarà passato non è nulla di speciale, solo quello che facevo abitualmente prima: passare le giornate in studio o in cantiere, organizzare degustazioni e serata con amici Sommelier, uscire a cena con mia moglie e visitare qualche mostra liberamente, senza vincoli o restrizioni.
55 PAOLO BUSSI
FRANCESCA PAGNONCELLI E MASSIMO BARLOCCO, TITOLARI AZIENDA AGRICOLA PAGNONCELLI FOLCIERI SCANZOROSCIATE
Difficile trovare le parole per parlare di questo periodo...dalla produzione e vendita di vino (Moscato di Scanzo ndr) mi sono trovata improvvisamente catapultata full-time, per necessità e per sostituire mio padre, nella Farmacia di Famiglia, in trincea contro il Corona Virus. La chiamo trincea, perchè la prima linea, quella più dura, è di chi opera negli ospedali e nelle case. Perchè si, quello che ho constatato personalmente è che tanta gente è silenziosamente mancata in casa. In modo assurdo e, credo, spesso evitabile. Unico conforto i propri cari vicini. Ma stessa assurdità, stessa impotenza di intervenire, di aiutare, di salvare... La prima settimana di “emergenza” l’ho passata a casa, ed ero già pronta a ripetere la fantastica esperienza di passare tanto tempo con i miei due figli, di 11 e 9 anni, già provata in due anni di homeschooling: tanto tempo insieme...ricchezza unica! L’homeschooling c’è lo stesso, ma con i compiti assegnati dalla scuola perde tutta la sua magica poesia... L’homeschooling non c’è: sino ad oggi Matilde e Leonardo hanno passato da soli tutte le mattina e parte del pomeriggio. Io in farmacia, mio marito in vigna (la natura è impazzita ma non si ferma), i nonni vicini in quarantena...E loro si sono dimostrati all’altezza, ci hanno stupito, continuano a stupirci. In casa non abbiamo grandi tecnologie: no playstation, no cellulari per i ragazzi...non servono per ora. E così eccoli passare il tempo a LEGGERE, a giocare tra loro, a inventare passatempi, ad annoiarsi...e le sorprese sono state tante: tavola apparecchiata al mio ritorno per pranzo, colazioni pronte al mattino con tanto di crèpes, aiuto nel preparare il pane, nello stendere i panni, nel tenere in ordine e pulito. Non tutto perfetto, non ogni cosa a posto, ma di sicuro c’è consapevolezza del momento eccezionale che stiamo vivendo. E c’è stata da parte loro una crescita immediata, quindi in realtà l’esprimersi di capacità sino ad ora nascoste perchè non era necessario metterle in atto. Cosa portarsi dietro? La consapevolezza che da soli non si va da nessuna parte. Questo periodo passerà ma non senza conseguenze. Questo periodo ci riporta con i piedi per terra. Ci fa capire cosa conta davvero. Mette in ultimo piano il superfluo. Ci riporta indietro nel tempo e ci catapulta in un futuro in cui ognuno di noi dovrà mettere in atto capacità di valutazione e di vita che sino ad oggi hanno avuto la possibilità di rimanere nascoste perché non necessarie. Chissà che non emerga la parte migliore di ognuno di noi! E’ il meglio che ci si possa augurare.
FRANCESCA PAGNONCELLI E MASSIMO BARLOCCO
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MARA MAMOLI, EVENT MANAGER & CATERING DIRECTOR
IL CONTAGIO DEL BENE. Prendiamo il dolore, la paura, le vite azzerate, stravolte e lasciamole lì per qualche minuto di ristoro. Sono convinta che passata questa apocalisse il vero contagio sarà quello del bene. Ognuno di noi ha dovuto trovare la propria ricetta alla condivisione, alla sopravvivenza, abbracciare la lentezza, ascoltare il silenzio e trarne potenza, affrontare le restrizioni e le gravi perdite in modo composto, gentile, toccando tutto con dolcezza e impotenza. Siamo tornati a guardarci in faccia. Siamo tornati ad abitarci dentro. Ci dovevamo fermare. Eravamo dappertutto, in ogni cosa, ma tutti fuori di NOI. Ora siamo a casa. Come qualcuno che l’ha fatta grossa: “Non puoi uscire e vedere gli amici !!”. Non è una punizione. Questa è la nostra opportunità. Tutti insieme ai blocchi di partenza. E chissà che questa volta ci terremo per mano allo start. Una cosa è certa: gli italiani hanno finalmente imparato a fare la fila, gli uomini iniziano a realizzare che i letti non si fanno da soli, le donne si sono ormai specializzate in grandi opere di ristrutturazione tra capelli, unghie e ciglia fai da te, i figli rimpiangono la libertà di andare a scuola e studiare tra banchi e compagni, gli amanti hanno capito da che parte stare, i single sono diventati ancora più complici di se stessi, i sogni sono passati dai cassetti al tavolo. Perchè i veri protagonisti di questi lunghi giorni restano i sogni. Tra sconforto e incertezze, siamo tornati a sognare, e per la prima volta non ci sentiamo stupidi nel farlo. Il tempo è un dono che va ascoltato, va vissuto, dilatato. L’abbiamo ingannato e intasato troppo a lungo. Ci stanno regalando tempo, per godere del tempo stesso. Non perdetene. Il vero contagio resterà il bene.
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FABRIZIO CIMADORO, ATTORE Partiamo dall’inizio, 8 Marzo 2020 in Italia...3...2...1 boom il mondo è cambiato, io mi sento cambiato, persino i miei gatti vedo che sono diversi. Il 2020 lo chiamerò l’anno 0...l’anno del maledetto COVID 19 ma anche della rinascita ! Ho annullato tutti i miei viaggi...tutti i miei lavori persi, mi sono chiuso in casa lontano dai miei nonni, dai miei amici e dalla mia ragazza. Questa è stata la parte più difficile! Io sono un ragazzo aspirante attore di Bergamo, detto così sembra di essere un sopravvissuto...beh quasi, perché Bergamo è diventata la città e la provincia più colpita in Italia da COVID 19 ! Ora posso dire che ci conoscono persino a NYC… Ho 24 anni e una voglia matta di ritornare a viaggiare per il mondo! La mia quarantena mi sta portando ad una crescita interiore che potrei dividere in 6 grandi stati d’animo: PAURA,RABBIA,CONSAPEVOLEZZA,CAMBIAMENTO,RESILIENZA,POSITIVITÀ Tutte emozioni che mi investono come un uragano ogni giorno! In questa mia fase emotiva vorrei citare con un proverbio cinese su LA RESILIENZA, un concetto espresso da molti ma assimilato da pochi:
“QUANDO SOFFIA IL VENTO DEL CAMBIAMENTO ALCUNI COSTRUISCONO MURI. ALTRI MULINI A VENTO”. Io mi sento di costruire il mio di mulino a vento volto a dare una speranza per le persone che mi conoscono e mi seguono. Questo fa parte del mio cambiamento interiore, esso ha come obiettivo quello di portare un sorriso agli altri senza chiedere nulla in cambio. Come dico sempre in questo periodo... “Lontani ma Vicini”... lasciamo fuori questo virus dalla porta ma non i nostri sogni ! Finita questa emergenza sarà tutto diverso…guarderemo con occhi diversi e più curiosi e tutto quello che ci circonda diventerà più bello, più colorato, più vivo. Apprezzeremo ogni singolo incontro, ogni carezza data o ricevuta sarà essenziale. Ogni bacio verrà dato non solo con le labbra ma partirà dal nostro cuore. Ogni lacrima diventerà oro e non si avrà più paura di piangere, anzi diventerà una liberazione. Ogni sorriso sarà droga e come droga ci porterà ad una dipendenza della quale non faremo a meno di sorridere almeno una volta al giorno! Liberi di ricominciare verso un mondo migliore. Questo è stato un mio sfogo, spero di lasciare un bel ricordo a chiunque legga questa lettera.Vi mando un forte abbraccio. Voglio concludere ascoltando insieme a voi il brano dei Coldplay Viva la Vida. Un applauso fortissimo a tutte le persone che dedicano il loro tempo e la loro vita per combattere questa guerra!
FABRIZIO CIMADORO
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SERGIO NESSI, FOTOGRAFO
All’inizio di questa emergenza non avevo capito bene quello che stava accadendo attorno a me. Tutti i canali di informazione e le persone ci davano e dicevano tante e tutte cose molto diverse tra di loro. Con il passare dei giorni e la consapevolezza meglio delineata del COVID 19, la voce e la scelta è diventata unica. IO RESTO A CASA. Siamo passati dal mondo aperto, fatto di spazi, di orizzonti, di colori, di vita attiva e che aveva sopra di noi un sole, il cielo azzurro con le sue belle nuvolette, e tutti colori a vivere dentro uno spazio che ha delle pareti ben delineate, meno colori e sopra di noi, sopra la nostra testa il cielo bianco del nostro soffitto e il mio sole è diventato un poco piu’ piccolo ed ha la forma di una lampadina. La stessa, la sera diventa la mia Luna, con tutto il suo chiarore. Luna piena e mi illumina la casa a giorno. La mia vita personale e professionale fatta di tanti orizzonti, tantissimi incontri, passava tutto ad un tratto in uno spazio ben delineato. Ho voluto quindi ritrovare dentro una casa tutto il mio mondo. Quindi In questo periodo sono tornato a rivedere le moltissime fotografie scattate in questi anni. Dalle fotografie dei ricordi e di famiglia, alle foto scattate e sono centinaia di migliaia e riguarda tutto. Moltissimi i reportage della rivista Qui Bergamo, alle fotografie della spedizione all’Everest, per poi arrivare ad oggi. Qui vicino a me, c’e’ la macchina fotografica. Capire ora quello che avverrà nei prossimi giorni, Il famoso rientro alla normalità, per me è poco prevedibile. Tantissime saranno le novità e le cose nuove, perché l’esperienza di questi giorni è fortissima e si dovrà far tesoro del vissuto e dell’esperienza fatta in casa. Parte del tempo che passo ora in casa lo dedico a progettare nuovamente il mio lavoro di fotografo, alla professione di fotografo per la rivista di QUI BERGAMO, in modo da essere pronto al famoso giorno quando ci diranno ESCI DI CASA andro’ a vedere come è fatto questo nuovo mondo, tante cose cambieranno, i primi giorni non ci stringeremo subito la mano, sarà un po’ come andare in giro dentro una palla trasparente e di volta in volta rotolando decideremo quando uscire dalla nostra palla per incontrare l’uomo e la donna che a sua volta uscirà dal suo involucro. Tornerò a stringere più forte la mano ed abbracciare con piu’ intensità.
LA PRIMA COSA CHE ANDRÒ A FARE, IL MIO SOGNO? APRIRMI NUOVAMENTE ALLA FOTOGRAFIA E ALLA VITA.
59 SERGIO NESSI
MASSIMILIANO BONFANTI, DIRETTORE GENERALE PRESSO B.S.B. BONFANTI COSTRUZIONI EDILI
L’impressione è quella di vivere in un film surreale. Da una parte l’agghiacciante paura, dall’altra la piacevole riscoperta di qualcosa di dimenticato. Le due si tengono per mano, loro possono. Sensazioni, suoni e tempi, ora, hanno contorni imprecisi e sfuocati. La colonna sonora mi ricorda le mattine dopo una nevicata. Il silenzio delicato e dolce, l’acustica perfetta e ovattata, ma interrotta dalle sirene delle ambulanze. Gli attori siamo tutti noi. La scenografia la nostra terra ferita. Costretti a prove inimmaginabili. Paura, preoccupazione ed incertezza. Vogliamo proteggere noi stessi e i nostri affetti, ma dobbiamo farlo senza vederci. Nessun contatto, nessun abbraccio. Questo mi manca. In fondo, siamo animali sociali. Ce ne siamo dimenticati? Il branco deve pensare all’io nel noi. Facciamo tutti la nostra parte. In trincea o chiusi in casa. Ma non tutti ne comprendono il senso ed il significato vero. Allora, via via cadono le maschere. Per prima la nostra, mostrandoci un viso nuovo o semplicemente dimenticato. E poi il vicino, l’amico, il collega, il politico, il “sistema”. Alcuni volti ci meravigliano per bellezza e purezza; questa nuova dinamica ce li mostra nella loro incondizionata autenticità. Altri, invece, non ci sorprendono per incoerenza e falsità. Il tempo, tanto rapido e non misurabile prima, ora lo sentiamo nella sua reale dimensione. Ne veloce, ne lenta. Semplicemente giusta. Il suo scorrere, oggi, è puro piacere. (Ri)scopriamo i gesti semplici e veri. Improvvisamente abbandoniamo i pollici alzati e le faccine varie. Parliamo. Ascoltiamoci. Riscopriamo il “sentire”. Eravamo così diversi ieri. Di questo momento, voglio conserveare una sola parola: Opportunità. Un sostantivo a me simpatico. Ha il grande talento di trasformare il dolore e la paura in speranza; la possibilità di rinascere, domani, sulla sofferenza di oggi. Sarà così? Io ci credo. Onoriamo così, tutti gli amici che abbiamo dovuto salutare.
MASSIMILIANO BONFANTI
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ELDA ZANOLI, TITOLARE DI “LE ESSENZE DI ELDA”
Quello che sta accadendo in questo periodo mi ha sicuramente segnata, ma allo stesso tempo mi sta anche insegnando molte cose. Ho capito che il tempo non passa, ma scorre, e che non è, e non sarà più il tempo della frenesia. Ho scoperto il piacere di trascorrere le ore in famiglia senza dover per forza scappare al lavoro. Ho scoperto il valore dei minuti trascorsi con mio figlio a ridere e a giocare. Ho scoperto gli attimi, quelli da cogliere, quelli che ti regalano un sorriso o un abbraccio in un momento di sconforto. Ho imparato che il tempo che ho perso per non aver avuto tempo, non me lo restituirà mai nessuno. Ho imparato che non dirò più: adesso non ho tempo A cosa penso? penso che avrò tempo, si! Avrò tempo per tornare a sorridere, per rialzarmi e per ricominciare a vivere Avrò tempo per trascorrere in maniera migliore il mio tempo. Sono certa che presto arriverà quel tempo Sono cera che la luce in fondo al tunnel sta per arrivare
SONO CERTA CHE CE LA FAREMO.
61 ELDA ZANOLI
Vivere il fascino della provincia di Bergamo
Immersa nel verde, nei colli di Cenate Sotto, adiacente il Santuario di Loreto, troviamo questa bella villa singola. Il viale di accesso all’abitazione ci accoglie, immergendoci già in un’atmosfera di totale privacy. La villa infatti, soleggiata tutto il giorno, con la sua ottima esposizione a sud, si trova in mezzo al grande parco di proprietà di ca. 9.000mq. La soluzione si completa con una dépendance autonoma ma collegata all’abitazione principale, costituita da ampia zona giorno,
due camere e due bagni. L’autorimessa di recente costruzione può ospite oltre 5 autovetture. La totale riservatezza di questa abitazione, la rende la casa perfetta per coloro che cercano privacy e tranquillità, immersi nel verde. E&V ID W-02I6VQ Prezzo € 990.000 C.E. G 175 kWh/(m²*a)
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20-Feb-20 10:38:52 AM
ELENA RUBINI, COMMERCIALISTA E TITOLARE DELLO STUDIO 171
QUESTA SITUAZIONE DI EMERGENZA È STATA UN FULMINE A CIEL SERENO. Il Covid 19, questo virus sconosciuto, ha improvvisamente investito e tramortito l‘intero pianeta, assolutamente ignaro ed evidentemente impreparato a reggere l’impatto sanitario ed economico. Chi come me continua a lavorare, vive il lockdown con la consapevolezza che le nostre competenze professionali possono aiutare tanta gente subito, nell’immediatezza di una quotidianità per affrontare difficoltà inaspettate. Ma dal dramma si può imparare, tanto. L’Italia e soprattutto la nostra Bergamo hanno sperimentato gare di solidarietà e realizzazioni di progetti importanti con tempistiche inimmaginabili.
PENSO, PER ESEMPIO, ALL’OSPEDALE DEGLI ALPINI. PERCHÉ NON CONTINUARE COSÌ ANCHE DOPO? MI PIACEREBBE CHE QUESTA ESPERIENZA FOSSE IL PUNTO DI PARTENZA PER UN NUOVO INIZIO.
ELENA RUBINI
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MARINELLA MACARIO, TITOLARE SKINCARE CENTER
Dopo tutta una vita di lavoro, lavoro e ancora lavoro…. mi sono fermata…. come tutti!!! Silenzio fuori e il mio dentro può farsi sentire. E lo fa! Ho il tempo per me, per prendermi cura di me con tempi che non conoscevo. Mi sono resa conto che un momento difficile può essere superato solo se prendiamo forza da noi stessi, da un sano buonsenso e magari con un pò di ottimismo.
PENSO CHE PER RISOLLEVARCI NON SERVANO POLEMICHE NE TUTTOLOGI IMPROVVISATI. Non è facile fare scelte … chi le fa può sbagliare, come può succedere ad ognuno di noi. Per quanto mi riguarda ripartirò con forza, buona volontà e…. una nuova coscienza per me e per gli altri ….. perché quando riprenderemo non sarà più come prima. Ci vorrà ancora tanto tempo prima di poterci incontrare senza precauzioni, protezioni e con la spensieratezza di prima. E questo mi immalinconisce un pò… in questa nuova situazione ci sarà ancora qualcosa da imparare.
A PRESTO E GRAZIE A TUTTE LE PERSONE CHE MI SONO STATE VICINO ANCHE IN QUESTO ISOLAMENTO.
63 MARINELLA MACARIO
GIORGIO PAGLIA, IMPRENDITORE E PUBBLICISTA
ANDRÀ TUTTO BENE Le epidemie hanno da sempre colpito il mondo, facendo miliardi di vittime. Dalla peste al vaiolo, dall’influenza spagnola all’aviaria, dall’Aids alla Sars, l’uomo nei millenni si è confrontato con virus più o meno temibili. Ma la natura è una grande sperimentatrice, crea e distrugge, cercando di mantenere il suo equilibrio, per andare avanti. Così in milioni di anni ha eliminato quelle specie che la danneggiavano, o che rischiavano di minare la sua evoluzione positiva. L’uomo invece l’ha sfruttata, depredata, rovinata, nella convinzione di essere superiore ad ogni cosa. Non ha rispettato la natura, calpestando ogni sua risorsa e cercando di piegarla ai suoi voleri. Ha preferito la tecnologia economica ad un progresso armonico e sostenibile. Ora la natura fa paura, perché l’uomo moderno è super connesso globalmente, si sente onnipotente, ma ha perso il suo coraggio ancestrale e la sua umiltà di specie che l’aveva aiutato nell’evoluzione. E questi sono i risultati. Adesso il mondo è di fronte ad una grande pandemia e prende atto che una piccola pallina coronata è in grado di mettere in ginocchio intere nazioni, sbruffoni e ciarlatani compresi. La sua modernità serve a poco, anzi è un fattore moltiplicante, le sue regole non sono efficaci più di tanto, i suoi confini non sono in grado di fermare alcunchè. La gente inizia ad avere paura, qualcuno ne approfitta pure, mentre altri sono in preda al panico. Così si estremizza ancora una volta, cercando di camuffare la realtà. In questo momento i politici sprecano milioni di parole contraddittorie, gli scienziati esperimentano nuove possibili cure e migliaia di medici ed infermieri sono in prima linea 24 ore al giorno per salvare tante vite umane. Dobbiamo davvero essere grati a coloro i quali si attivano per un fare concreto, magari senza che l’opinione pubblica conosca appieno il loro sacrificio e senza ricercare la riconoscenza benevola di qualcuno. Adesso una domanda deve sorgere spontanea di fronte a questa calamità. Dove sono finite la coscienza e la consapevolezza dei 7 miliardi di abitanti della Terra e dei loro potenti padroni? Coscienza e consapevolezza: due parole semplici, ma profonde e difficili da analizzare interiormente e ancor di più da mettere in pratica. Perché siamo diventati troppo egoisti, troppo superbi e pensiamo di essere separati da ogni contesto. Ma più saremo lontani dalla nostra consapevolezza buona e più ci sarà disconnessione nel mondo. Di conseguenza, aumenterà il caos e il disordine naturale. Comunque passerà anche il corona virus, statene certi. Alla fine tutto andrà bene, ma avremo imparato finalmente qualcosa? O ogni cosa tornerà peggio di prima?
GIORGIO PAGLIA
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MAURIZIO MAGGIONI, MEDICO ODONTOIATRA
Aiutare e supportare le persone in questo momento così drammatico. Come medici e odontoiatri, abbiamo deciso di metterci a disposizione per il progetto del “Rotary assistenza Covid-19”. Dal Distretto 2042, di cui faccio parte, mi è stato chiesto di organizzare e coordinare questa iniziativa, a cui hanno aderito cento medici e odontoiatri volontari, sia rotariani che non. Insieme ai colleghi, dal 24 marzo, siamo impegnati 24 ore su 24, sette giorni su sette, per eseguire un primo triage telefonico (al numero verde 02 8498 8498), indirizzando in caso di bisogno le persone ai numeri di emergenza. Nel caso in cui i sintomi non siano invece preoccupanti, continuiamo a monitorare lo stato di salute delle persone richiamandole nei giorni successivi. In una settimana, abbiamo ricevuto oltre 250 telefonate, alcune anche dalla Francia. A questo impegno, di recente, si è affiancata l’attività di 90 giovani volontari del Rotaract Distretto 2042, a cui vengono indirizzate le persone che devono gestire le diverse esigenze quotidiane. Anche questi giovani volontari sono operativi sette giorni su sette, dalle 8 fino alle 20, per supportare chi è in isolamento domiciliare e ha bisogno di aiuto per fare la spesa o acquistare farmaci. Abbiamo, infine, aggiunto un servizio di messaggistica creato appositamente per i non udenti. Grazie a questo ultimo tassello (parlo solo in termini di tempo), possiamo fornire assistenza anche a loro, che possono contattarci inviando una mail a callcenterrotarycovid@gmail.com In questo modo, possiamo dargli un appuntamento immediato su Zoom (forniamo il link per il collegamento e la password) o, se preferiscono, comunicare tramite messaggi. Questo servizio è attivo, per ora, dalle 9 alle 21. Tornando all’attività svolta dai medici e dagli odontoiatri tramite il call center, il nostro impegno è dedicato, in particolare, alle persone che vivono nelle province lombarde maggiormente colpite dalla pandemia: Bergamo, Brescia, Mantova, Pavia, Milano, Sondrio. Il triage attivo al numero verde, 02 8498 8498, è basato sui protocolli forniti da Ats e Areu. Nel dettaglio, ci occupiamo di fornire supporto telefonico alle persone che presentano sintomi considerati lievi. Quindi, una temperatura corporea inferiore ai 37.5 gradi e una dispnea moderata, o in isolamento. Se, invece, arriva una chiamata da chi ha sintomi più pesanti, invitiamo a contattare il 112 e, se questo non fosse possibile, ci attiviamo noi direttamente. Come detto, a questa attività dei sanitari, si è recentemente affiancata quella dei 90 ragazzi, che hanno tra i 20 e i 30 anni, del Rotaract. Loro hanno realizzato un database con tutti i numeri utili sui singoli territori e a loro si rivolgono gli operatori del call center per “passare” i contatti degli utenti che hanno diverse esigenze come ad esempio reperire l’ossigeno. Forse è poco, forse no. Di certo, per quanto sia un’attività molto impegnativa, anche a livello emotivo, ognuno di noi è felice di poter dare una mano alle persone. Perché in questo momento difficile, nessuno sia lasciato solo.
65 MAURIZIO MAGGIONI
IMPRESSIONI, ESPERIENZE E DESIDERI DI UN PERIODO PARTICOLARE
Riuscire a fare un bilancio di questo periodo di confinamento, dove le relazioni e le interazioni sociali sono state azzerate, non è di certo la cosa più facile. Non è facile perché da più di un mese le uniche notizie che si sentono sono imperniate sulla diffusione e sull’evoluzione dell’epidemia di coronavirus in Italia e nel mondo; in questo tempo, che sembra non finire mai ma che prima o poi finirà, trovare la forza di non lasciarsi andare a qualche strano sentimento – malinconia sul podio – e seguire i consigli degli esperti sanitari e dei guru del benessere fisico e mentale per superare al meglio la quarantena è diventata la mia (la nostra) nuova consuetudine personale oltreché nazionale. Inoltre, basta aprire un qualsiasi social media per leggere un gran numero di inviti a restare a casa: l’hashtag stayhome ha spopolato sia tra personaggi famosi che tra la gente comune invitando a leggere, cucinare, curare il giardino e mantenersi in forma grazie a pilates o yoga. Ovviamente, anch’io sono stato “toccato” dai consigli rivolti sui social e come tanti ho tenuto duro cercando di distrarmi il più possibile con libri che non avevo ancora avuto il coraggio di aprire, ho tirato avanti scrivendo e tentando di coltivare una pianticella di basilico. . .è ancora sana, questo vuol dire che i miracoli ogni tanto accadono. E poi ho tenuto duro anche quando ho ricevuto la notizia che questo virus si era portato via due persone alle quali ero legato. In tutto questo c’è anche una cosa che ho fatto: ho ringraziato di essere ancora qui e di non aver avuto problemi pensando invece a chi non ha avuto questa fortuna e poi ho pensato anche al futuro, a quando questa storia sarà un ricordo lontano e saremo tornati a vivere seppure con qualche precauzione, e potrò gettarmi in nuove avventure. Egoismo?! Non lo so. Quello che ho imparato è cogliere ogni aspetto, piccolo o grande che sia, che questa vita è capace di regalare.
LORENZO BOCCARDINI
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SERGIO CORNOLTI, TITOLARE COR-MARKET
Un’emergenza sanitaria di questa portata era davvero difficile da prevedere. Stiamo vivendo giorni di grande sofferenza ma mi auguro che lo spirito solidale che ha pervaso ognuno di noi possa consentirci di vincere presto la battaglia contro il coronavirus. Il nostro territorio è stato più di altri esposto al contagio ma il modo con cui sta rispondendo Bergamo e la sua provincia è davvero esemplare: poco spazio alle chiacchiere e tanti fatti. Un atteggiamento coerente al nostro DNA orobico. Nonostante l’emergenza, ho continuato a lavorare per garantire quella continuità assistenziale nel rifornimento dei beni di prima necessità. Un’attività che, a dispetto della consuetudine, mi ha permesso non solo di rinsaldare il rapporto con la nostra clientela abituale ma anche di riscoprire l’importanza del fattore umano. Considerare queste persone non come numeri da ‘servire’, come avveniva in negozio dove ognuno attendeva il proprio turno prima di essere servito, ma come esseri umani bisognosi d’aiuto è stato ciò che mi ha dato la forza per non fare mai mancare il nostro supporto. In un certo senso, sia pur in una situazione drammatica che mai avrei voluto si concretizzasse, ritengo che le attività cosiddette di vicinato, nel contesto in cui siamo chiamati a convivere oggi, abbiano raggiunto la considerazione che meritano.
ANCHE LA SENSIBILITÀ CHE IO E LA MIA FAMIGLIA, DA SEMPRE, MOSTRIAMO VERSO IL MONDO DELLA BENEFICENZA E DEL VOLONTARIATO SI È FATTA ANCOR PIÙ TANGIBILE DURANTE QUESTO PERIODO DI QUARANTENA FORZATA… Ci stiamo, infatti, spendendo per donare prodotti gastronomici, di vitale importanza in un momento delicato come questo, all’ospedale da campo allestito presso la Fiera di Bergamo.
67 SERGIO CORNOLTI
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21/10/19 15:48
NEL MOMENTO PEGGIORE DELLA PANDEMIA, QUANDO IL VIRUS SEMBRAVA INARRESTABILE E I POSTI NEGLI OSPEDALI ERANO ESAURITI, CON UNA DECISIONE SENZA PRECEDENTI, BERGAMO HA DECISO DI COSTRUIRE UNA DIGA CONTRO IL DILAGARE DEI CONTAGI. LA LOCATION SCELTA È STATA LA STRUTTURA DELLA FIERA DI BERGAMO, CHIUSA PER GLI EFFETTI DEI DECRETI DEL GOVERNO. L’incredibile macchina della solidarietà si è mossa con una risposta degna del nostro popolo e alla chiamata dell’Associazione Nazionale degli Alpini e di Confartigianato, hanno risposto in 250 tra operai, tecnici e alpini i quali, a titolo completamente gratuito, in sei giorni e sei notti, hanno offerto più di 10.000 ore di lavoro per allestire l’ospedale che, da tendopoli da campo, si è trasformato in una struttura permanente.
AMPO C A D E L A Buscarino #OSPED e Federico
#NOISIAMOBERGAMOEBRESCIA
Fotografi
MPO
EDACA L A D E P S #O
#NOISIAMOBERGAMOEBRESCIA
Carpentieri, muratori, imbianchini, cartongessisti, idraulici, elettricisti, impiantisti, tutti allâ&#x20AC;&#x2122;opera, coordinati dagli Alpini, a fare squadra insieme con i volontari e i lavoratori delle imprese alle quali sono affidati i lavori. Tutti al lavoro senza sosta per poter aprire la struttura il prima possibile e dare una mano agli ospedali di Bergamo e della Provincia ormai arrivati al collasso.142 posti letto di cui 72 per la terapia intensiva e sub intensiva e i rimanenti destinati a quelli in uscita dalla fase critica della malattia.
#OSPEDALEDA
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CAMPO
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DACAMPO E L A D E P S O #
A LORO LA NOSTRA GRANDE GRATITUDINE. NON DIMENTICHEREMO MAI.
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Tutto il mondo è rimasto ammirato per questa grande prova e tutti i bergamaschi sono grati a chi ha messo a disposizione tempo, capacità ed energie per andare in aiuto alla comunità scossa e annichilita dalla gravità della situazione.
UN SILENZIO ASSORDANTE SCANDISCE LE NOSTRE GIORNATE: LA LOTTA AL COVID-19 HA PORTATO IL VUOTO NELLA NOSTRA CITTÀ COME DIMOSTRANO LE IMMAGINI DI QUESTO REPORTAGE INEDITO E chi lo avrebbe mai detto?! La nostra operosa ma anche mondana Brescia deserta per giorni e giorni. Là dove un tempo brulicavano tra le strade automobili, mezzi di trasporto pubblico, taxi, moto, bici e dove si respirava nell’aria la voglia di vivere, oggi tutto pare essersi fermato, in un’atmosfera surreale, avvolta da un velo di tristezza che difficilmente lascia indifferenti.
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RINC LA LEONESSA “
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IADES C S E R B #
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L’emergenza Covid-19, come sta mettendo in ginocchio tutto il resto del mondo, ha travolto anche la nostra Leonessa ma, in un momento così delicato, conforta rileggere la glorificazione della nobile ed eroica Brescia nelle dieci giornate (23 marzo - 1 aprile 1849) da parte di Giosuè Carducci (Odi barbare, Alla Vittoria, Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia): ‘Lieta del fato Brescia raccolsemi, Brescia la forte, Brescia la ferrea, Brescia leonessa d’Italia beverata nel sangue nemico’. Qui il nemico è un altro ma, ne siamo certi, non ci faremo più sopraffare.
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