ANNO 26 - N° DUECENTOCINQUANTASETTE - NOVEMBRE 2018 - € 3
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EDIT
Qualcuno fermi Salvini... Matteo Salvini, dopo aver rinnegato le motivazioni politiche e storiche per le quali la Lega è diventata la Lega, dopo aver imbrogliato gli elettori del centrodestra che lo hanno sostenuto e votato durante la campagna elettorale nella quale si è presentato con Berlusconi e la Meloni, dopo aver negato qualsiasi intenzione di volere alleati diversi per formare un governo, dopo aver imbambolato Silvio Berlusconi che in modo inatteso gli ha dato il lasciapassare per fare il contratto con il Movimento 5 Stelle, adesso, solo per rimanere al comando del Paese, si sta piegando ai voleri di Luigi Di Maio e del suo movimento illusionista, trascinando l’Italia in un baratro. Nessuna delle sue promesse fatte in campagna elettorale saranno mantenute per i veti incrociati di ognuna delle due formazioni politiche che sono inevitabilmente destinate a scontrarsi, anche perché hanno messo a garantire la durata del loro accordo un Premier che di fatto non conta nulla. Le decisioni importanti per il Paese vengono solo rimandate per evitare le divergenze che appaiono palesi come nel caso della prescrizione dei reati, o quella degli inceneritori. Scaltramente occupano tutti gli spazi di dibattito politico lasciando alle opposizioni le briciole. Sulle grandi infrastrutture si scontrano, una parte a favore e l’altra contraria, incarnado in un solo unicum sia chi le vuole, sia chi non le vuole... Così di fatto tutto rimane paralizzato perchè nessuno di loro ha intenzione di mollare il pallino che in modo incomprensibile il Capo dello Stato gli ha consegnato, ben sapendo a quali disastri saremmo andati incontro. A tutti oggi appare chiaro che Silvio Berlusconi ha svenduto il suo elettorato per motivazioni che non possono che essere personali, cioè salvaguardare in qualche modo il suo impero economico. Lo ricordate quando elencava con le dita della mano i punti del contratto di governo sui quali si dichiarava d’accoro cercando di rendersi garante di Salvini? Adesso ha lasciato a fare l’opposizione le sue vallette rifatte e incartapecorite come lui, mentre assiste impotente al disastro mentre, l’altra opposizione, quella di sinistra, non riesce a scrollarsi di dosso il vizio di litigare al suo interno. I suoi esponenti hanno ragione ad autoflagellarsi, visto che sono stati loro i principali fautori del successo dei grllini. Troppi anni di truffe e ruberie, troppi governi non eletti e poco democratici, troppi ladri a caccia di un posto al sole... Possiamo anche pensare che buona parte degli italiani, cioè quel 30% che ha votato per i grillini, si sia lasciato incantare dalle sirene del reddito di cittadinanza, dalla pensione facile, dalla decrescita felice, ma non riusciamo a comprendere le motivazioni per le quali Salvini stia portando il Paese in un vicolo cieco. Se era sua intenzione farci buttare fuori dal contesto internazionale nel quale abbiamo scelto di rimanere, avrebbe dovuto dirlo a chiare lettere in campagna elettorale. Se avesso dichiarato che, pur di mettersi sullo scranno di vicepremier, ci avrebbe costretto ad ingoiare le stupidaggini di certi ministri che non vedono al di là del loro naso, forse non avrebbe preso i voti che ha preso. Quanti dei suoi elettori, specie quelli storici del nord, lo rivoterebbero oggi sapendo che si sarebbe alleato con i 5 Stelle? Quanti sono contenti di barattare la frenata dell’immigrazione, che pur c’è stata e che era uno dei suoi cavalli di battaglia, con l’impoverimento della nazione. Le migliori aziende si svendono ad imprenditori stranieri, l’economia è in frenata, i giovani se ne vanno nauseati e impauriti dalle poche prospettive che gli si offrono, gli anziani aumentano, i comuni falliscono e i mucchi di spazzatura crescono. Davvero un bel cambiamento! #fermatesalvini
vito emilio filì
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A cura del Direttore Sanitario Doryan Medicina Estetica Dr. Gianluca Doria
AD OGNUNO IL SUO RESURFACING Per coloro che sono alla ricerca di un trattamento laser frazionato in grado di ringiovanire e migliorare la trama cutanea, il resufarcing cutaneo è la soluzione ideale. In un’unica seduta, infatti, si può correggere e migliorare un’ampia varietà di inestetismi della pelle: dalle rughe profonde a quelle più fini e superficiali fino alla disomogeneità di tono e texture. È un trattamento ben tollerato estremamente adatto a coloro che desiderano ringiovanire viso, collo, décolleté e dorso della mani. Presso Doryan Medicina Estetica il Dott. Gianluca Doria propone due diverse soluzioni di resurfacing cutaneo: quella non ablativa non invasiva e quindi non chirurgica, grazie all’utilizzo del Laser Erbium ResurFX M22, e quella ablativa con il ricorso al Laser CO2 Acupulse A/R Lumenis. Per coloro che non presentano particolari inestetismi cutanei e sono alla ricerca di un resurfacing più leggero, si utilizza un laser frazionato che agisce in profondità del derma arrivando a stimolare acqua e tutte le componenti della matrice presenti nel nostro organismo. Non produce ablazioni nella cute perché non taglia. L’effetto è un miglioramento visibile della trama cutanea con conseguente levigatura della cute ravvisabile a distanza di circa un mese dal trattamento. Risultato? Un aspetto più giovane ed una pelle più compatta e luminosa. Ma non solo. Questo tipo di resurfacing uniforma anche la pigmentazione della pelle, contribuisce alla rimozione delle macchie, migliora la tessitura della cute e riduce sensibilmente le rughe moderate fino a far scomparire quelle più sottili. Per pelli abbastanza giovani è sufficiente una seduta all’anno mentre per quelle che presentano un aging un po’ più marcato si possono pianificare due, massimo tre sedute l’anno, a distanza di 40 giorni una dall’altra. Prima di sottoporsi a questo trattamento, per predisporre al meglio la cute, è opportuno utilizzare un preparato galenico indicato nel corso della prima visita per scongiurare le iperpigmentazioni post laser e post infiammatorie. È sconsigliata, inoltre, l’esposizione solare nel periodo immediatamente successivo al trattamento e suggerito l’utilizzo di una protezione solare anche di giorno. Il ritorno alle attività del quotidiano è pressoché immediato, già a partire dal giorno successivo. Gli unici effetti collaterali riscontrabili sono
eritema, quindi rossore, edema e gonfiore che perdurano per massimo 48 ore dopo il laser. Nel secondo caso - indicato per pelli con una photoaging marcato e in coloro che presentano discromie importanti - è consigliato invece un laser ablativo frazionato che sfrutta l’anidride carbonica per emettere un fascio luminoso che va a colpire l’acqua nei tessuti, vaporizzandola. Anche per questo trattamento si prevede la stessa identica preparazione del laser Erbium ResurFX descritto in precedenza. Trattandosi di un laser ablativo, richiede una profilassi antibiotica e antivirale due giorni prima, il giorno stesso e due giorni dopo rispetto alla data in cui ci si sottopone al laser. Il trattamento dura anche in questo caso un’oretta ma è preferibile non trattare collo, décolleté e dorso della mani perché la cute è troppo sottile. Ci si limita, dunque, al viso con un effetto lifting non chirurgico davvero soddisfacente. Il laser di per sé produce una contrazione delle fibre di collagene del 30% non appena viene utilizzato ma l’effetto della stimolazione della matrice, dei fibroblasti e del collagene si riscontra in maniera tangibile dopo tre mesi. Grazie al resurfacing ablativo si possono eseguire dei microspot anche sulle palpebre ottenendo risultati per certi versi sovrapponibili a quelli della blefaroplastica superiore ed inferiore ma solo in pazienti ben selezionati. Il post intervento è un po’ più invasivo rispetto al laser non ablativo perché, producendo delle piccole lesioni sulla cute, per i due giorni successivi non è possibile uscire di casa e per una settimana circa si dovrà convivere con la formazione di piccole crosticine distribuite sull’intera area trattata che pian piano si andranno ad esfogliare autonomamente e che dovranno essere costantemente idratate con creme appositamente consigliate. È opportuno sapere, inoltre, che Il laser CO2 non va mai ripetuto prima di due anni: anche coloro che ne avrebbero bisogno è bene che non si sottopongano a questo trattamento prima di un anno, anno e mezzo. La combinazione di questi due laser (Laser Erbium ResurFX Lumenis M22 + Laser CO2 Acupulse A/R Lumenis) ha portato all’ideazione di un protocollo sanitario, definito Double Fractional, ideale per il trattamento combinato delle cicatrici depresse da acne (con dei risultati ottimi) di cui vi parleremo il mese prossimo.
VANTAGGI Rimpolpamento e ringiovanimento della cute senza interventi chirurgici e miglioramento di tutte le rughe di espressione INDICAZIONI Laser non ablativo: da una a tre sedute l’anno (con distanza di 40 giorni l’una dall’altra) Laser ablativo: una seduta ogni anno e mezzo DETTAGLI DEL TRATTAMENTO Durata: 60 minuti Dolore: moderato Risultati visibili: dopo un mese (con laser non ablativo), dopo tre mesi (con laser ablativo) Durata del risultato: 1-2 anni
In collaborazione con Doryan Medicina Estetica - Dott. Gianluca Doria Via Mazzini, 4 - Bergamo - www.doryanclinic.com - info@doryanclinic.com
Le sfide della nuova mobilità Testo Tommaso Revera Fotografie Federico Buscarino
RIPENSARE LE PROPRIE ABITUDINI DI MOBILITÀ, PREDILIGENDO L’UTILIZZO DI PIÙ MEZZI MENO INQUINANTI, IN USO COMBINATO TRA DI LORO, CHE INTEGRINO O SOSTITUISCANO L’AUTO CON L’AVVALLO, PERÒ, DI POLITICHE IN AMBITO DI TRASPORTO PUBBLICO LOCALE CHE TENGANO IL PASSO RISPETTO ALL’EVOLUZIONE DELLA MOBILITÀ La mobilità sostenibile avanza grazie alla spinta sempre più convinta della sharing mobility. Le persone in movimento sono sempre di più ma scelgono di spostarsi per meno tempo, percorrendo distanze più brevi e, soprattutto, privilegiando mezzi sostenibili. Anche il 15° rapporto sulla mobilità realizzato da Isfort fotografa la situazione di un Paese che sembra sempre più intenzionato a soppiantare l’automobile (58,6% è la percentuale degli spostamenti compiti in auto, sette punti percentuali in meno rispetto al 2016) a favore di bici e trasporto pubblico (37,9% in aumento rispetto al 27,6% registrato lo scorso anno). Ci stiamo spostando verso un nuovo stile di mobilità, più consapevole e orientata verso il riequilibrio modale. Lo sharing ha certamente rivoluzionato il concetto di mobilità: un fenomeno in decisa crescita anche se due fenomeni ne attenuano la portata: è ancora un servizio di nicchia basti pensare che si fanno 100.000 spostamenti al giorno contro i 100 milioni complessivi e vie è una fortissima polarizzazione dei servizi di auto, scooter e bici condivise concentrate in sole 4 città (Milano, Roma, Torino e Firenze). L’esplosione della mobilità sostenibile e la sempre maggiore diffusione di servizi condivisi, però, non frenano comunque la diffusione dell’auto. Nella nostra città, per esempio, dove secondo il rapporto Autoritratto 2017 dell’ACI vi sono 83,60 veicoli ogni 100 abitanti, il traffico è un problema. Ma anche il trasporto pubblico potrebbe migliorare. Ne abbiamo parlato con l’Assessore alla Pianificazione Territoriale e Mobilità, Stefano Zenoni, per capire quali sviluppi attenderci dal nuovo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) che traccerà le prospettive della mobilità cittadina per i prossimi dieci anni. Nel 2019 verrà presentato il nuovo piano decennale per la mobilità sostenibile: quali novità dobbiamo attenderci rispetto al riassetto della mobilità cittadina? “Il PUMS dimostra molta più attenzione verso i temi della mobilità sostenibile ma anche un maggior coinvolgimento sia politico, sia pubblico, nelle scelte da compiere, cosa che in passato era ad esclusivo appannaggio di tecnici e ingegneri. Si tratta di uno strumento strategico che disegna per dieci anni le ipotesi, anche infrastrutturali, strategiche per la città. Poi, se e come verranno attuate, è del tutto relativo: dipenderà molto dalle occasioni e dalla volontà politica di concretizzarle. Sicuramente questo nuovo piano dovrà recepire alcune proposte che in passato non sono state attuate e che invece in questi anni, grazie anche al lavoro dell’amministrazione, hanno ottenuto una giusta attenzione: mi riferisco in tema di mobilità pubblica alla TEB 2 (un’opera da 160 milioni di cui almeno 100 che dovranno inevitabilmente essere finanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), al raddoppio ferroviario Ponte San Pietro - Montello (già finanziato e in progettazione) e al treno per Orio (anch’esso già finanziato). Sul tema della mobilità privata,
Stefano Zenoni, architetto E Assessore alla Pianificazione Territoriale e Mobilità
analogamente, verranno riproposti i progetti per il nuovo rondò dell’A4 e lo svincolo di Pontesecco (progetti già finanziati) con l’aggiunta delle previsioni che abbiamo perfezionato con i nuovi piani urbanistici come la sistemazione del rondò delle valli collegato all’ex area Ote, del rondò di Campagnola (che rientra nel progetto di riqualificazione dell’ex Mangimi Moretti) e l’eliminazione dei passaggi a livello cittadini. Senza trascurare, infine, sia il tema della ciclabili (in parte già recepito dal piano comunale strategico per la mobilità ciclistica, Bici-Plan, per gli anni 2015-2025), sia alcune novità come, per esempio, la tranvia urbana (la famosa linea 3 che doveva attraversare il centro città) che ha una previsione a mio parere da rivedere ed aggiornare”. Nonostante le politiche a favore della mobilità dolce e pubblica esistono ancora gravi criticità soprattutto in ambito di traffico cittadino. Come secondo lei è possibile migliorare? “Il problema più grosso del traffico di Bergamo non è riconducibile a problematiche interne della viabilità ma è l’arrivo dall’esterno a rappresentare il nostro punto debole: mi riferisco alle migliaia di persone che devono arrivare in città dalla provincia. La struttura urbana di Bergamo, inoltre, è tra le più complicate: non ha un centro solo, ne ha uno in collina (che già di per sé è un problema) ma anche quello in pianura non è ad anello per cui non ci sono sistemi di strade parallele che consentano di diversificare i flussi. Se pensiamo poi alle strade in entrata e in uscita della città, come Via Borgo Palazzo, via Broseta, via San Bernardino e via Moroni, non sono vialoni percorribili in un unico senso di marcia ma strade a doppio senso a ridosso delle abitazioni. Il vantaggio di Bergamo è che non è tanto grande come estensione per cui, se l’afflusso da fuori venisse alleggerito, è chiaro che le politiche di trasporto pubblico per raggiungere il centro storico sarebbero certamente più efficaci”.
In quest’ottica i parcheggi di interscambio rivolti ai pendolari per entrare in città senza automobile rappresentano una vera priorità. Quando pensate di realizzarli? “Proprio così. Si tratta di un tema importante ma di difficile gestione: i parcheggi di interscambio, per essere rivolti ai pendolari, devono essere sostanzialmente gratuiti o quasi. Per questo, quindi, non puoi pensare di costruirli anticipando l’investimento con l’obiettivo di recuperarlo: potresti farlo solo in centro facendoli pagare ma non fuori città. Altro tema delicato è il loro posizionamento, cercando di tutelare al contempo le aree verdi rimaste: proprio perché Bergamo è piccola, bisognerebbe ragionare oltre i confini comunali ma questo richiederebbe necessariamente l’avvallo e la collaborazione di altri enti. In città una scelta in questa direzione l’abbiamo fatta introducendo nel piano Ote un parcheggio di 1.200 posti auto che servirà in primis al Palazzetto ma poi, quando non ci saranno eventi in programma, alla cittadinanza. Ma non sono certo questi i parcheggi dei pendolari: un conto è prendere il mezzo pubblico a 20 chilometri dal centro, un altro farlo già in città quando ormai il desiderio di proseguire con la propria vettura privata prende il sopravvento. La TEB 1, in quest’ottica, è un’occasione mancata: lungo il percorso, infatti, non ci sono molti parcheggi di interscambio”.
METTERSI ALLA GUIDA, IN PARTICOLARE NELLE ORE DI PUNTA, È UN INCUBO. LA VIABILITÀ DI BERGAMO (TRA LE PRIME CITTÀ IN ITALIA IN BASE AL TASSO DI MOTORIZZAZIONE) RAPPRESENTA UN PROBLEMA
Vedendo alla vicina Brescia, pur riconoscendo una dimensione diversa alla città della Leonessa, il confronto fa impallidire: oltre a bus, metro e servizi in sharing ora sono prossimi alla reintroduzione del tram. Bergamo come risponde? “Brescia da sempre mi dà la sensazione, anche a livello infrastrutturale, di stare un gradino sopra in una ipotetica scala di valori anche sicuramente per una diversa dimensione cittadina. Storicamente, poi, ricopre un peso specifico a livello nazionale invidiabile che gli consente di ottenere finanziamenti con maggior facilità. È un dato di fatto che Brescia abbia completato negli ultimi anni alcune opere molto significative, come per esempio un sistema di tangenziali molto più coerente ed efficiente del nostro. Detto questo, essere azionista di peso in A2A, produce qualche decina di milioni di dividendi l’anno che ovviamente ricoprono un certo peso. Anche la presenza sulla linea ferroviaria Milano-Venezia è decisamente strategica. La metropolitana, infine, è stata audace, forse anche troppo visto il miliardo di euro di investimento, anche se l’ultimo dato sulla crescita dei passeggeri è eccezionale. Le cose da cui prender spunto non mancano a partire dalla capacità di fare lobby”.
Traffico, parcheggio selvaggio, mancata osservanza delle ZTL scolastiche, fretta e ansia: sono solo alcuni dei comportamenti che si susseguono all’ingresso e all’uscita dalle scuole di tutto il nostro Paese e della nostra città ogni giorno. Ci possono essere altri modi per portare i propri figli a scuola? Ci descriva il percorso intrapreso dall’amministrazione comunale con gli Istituti comprensivi cittadini e i rappresentanti delle associazioni e dei comitati dei genitori, oltre alla mappa interattiva realizzata con lo studio Bozzetto… “È stato fatto un gran lavoro, in primis dall’Assessorato ai Servizi Educativi, per cui ci è stata molta collaborazione da parte dei diversi uffici del Comune e della Polizia Locale. Si tratta di una mappatura delle sedi scolastiche e delle criticità che le caratterizzano ideata allo scopo di avere un quadro delle problematiche per la sicurezza degli studenti e di ordinarle in un elenco di priorità per far sì di calibrare meglio gli investimenti da sostenere anno dopo anno. Un lavoro corale molto positivo impreziosito dalla studio Bozzetto che ha realizzato dei cortometraggi con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della cultura e del senso civico. Anche la campagna denominata ‘BergamoRespira’, introdotta per informare i cittadini sul problema dell’inquinamento, ha ottenuto riscontri molti positivi: non è un caso se in molte altre città della Lombardia è stata presa ad esempio”. Raggiungere città alta per i bergamaschi, ancor prima che per i turisti, è una cosa percepita ancora con disagio. Al di là del potenziamento del servizio dei bus, non crede possa essere utile estendere gli orari della funicolare? O, come si proponeva, crearne una seconda sotterranea con partenza da Viale Vittoria Emanuele II e arrivo in Colle Aperto? “Quest’ultima ipotesi era una delle previsioni più audaci del vecchio PUM (Piano Urbano della Mobilità) di cui si è sempre parlato pochissimo. Si tratta di una proposta ormai dimenticata mentre invece sono più freschi i ricordi di una possibile seconda funicolare dalle piscine (in previsione del piano particolareggiato di Città Alta) o da Valtesse, senza tralasciare la querelle ascensore che era divampata lo scorso anno.
“BERGAMO È MOLTO SACRIFICATA NELLO SCACCHIERE INFRASTRUTTURALE ITALIANO: È IL 36° COMUNE D’ITALIA PER ABITANTI MA IL PENULTIMO PER SUPERFICIE TERRITORIALE. C’È UNA DINAMICA, QUINDI, IN MATERIA DI MOBILITÀ CHE SFUGGE AL CONTROLLO DEL COMUNE. NON È UN ALIBI MA UN ASSUNTO CHE VALEVA CERTAMENTE ANCHE PER CHI MI HA PRECEDUTO”
PERSONE DI NOI CHE SORRIDONO PERSONE REALI CHE CONOSCIAMO E NELLE QUALI CI RICONOSCIAMO Lui è Alberto ha 34 anni, ama la pastasciutta ed il colore verde! e per il suo sorriso ha scelto il Centro Daina. Ascolta la sua intervista! Inquadra il Qrcode ed entra nel mondo del Centro Daina
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ll collegamento con Città Alta è un tema centrale di cui si riparlerà sicuramente e per cui è bene trovare soluzioni intelligenti, considerando anche il fatto che il parcheggio alla Fara non cambierà la situazione dal momento che muoverà pochi numeri rispetto al flusso di cittadini e turisti che si recano ogni giorno in Città Alta. Proporre una nuova infrastruttura di risalita oggi che sono maturati i vincoli e sono diventate più stringenti le tutele, credo sia una soluzione percorribile con maggiori difficoltà rispetto al passato. Penso, piuttosto, che se si lavorasse bene sul tema delle chiusure, sul servizio di autobus su gomma, sulla loro frequenza e sulla qualità dei mezzi da mettere a disposizione (anche elettrici), si potrebbe risolvere in gran parte questo problema, immaginando anche una tutela del percorso, da e per Città Alta, con corsie preferenziali e/o controllo dei semafori. Detto questo, in occasione della stesura del PUMS, non a caso si contatta una società specializzata che, negli anni, ha redatto il piano urbano della mobilità in molti centri abitati: lo scopo è ricevere stimoli e suggerimenti, oltre che dar vita ad un confronto costruttivo”. Secondo il dodicesimo rapporto di Euromobility sulla mobilità sostenibile nelle principali 50 città italiane Bergamo si attesta al 16° posto. Quali sono i prossimi passi che l’amministrazione comunale intende intraprendere a livello di mobilità sostenibile per migliorare questa situazione? “Finché c’è qualcuno davanti, si avrà sempre la possibilità di migliorare. Il trend è leggermente in miglioramento rispetto all’anno scorso ma Euromobility, è bene ricordarlo, per i paramenti che prende in esame, tende a premiare le città con una superficie ben superiore alla nostra”. Facendo un parallelo sempre con Brescia, il servizio Bicimia supererà entro fine mese i confini territoriali con l’introduzione della 84^ e 85^ stazioni a Caionvico e Chiesanuova. Bergamo? “Quando ci siamo insediati c’era una prospettiva molto più lineare rispetto alle politiche atte a favorire il bike-sharing: il servizio BiGi era già stato introdotto con un numero di postazioni inizialmente adeguato. Col passare del tempo, pur costando molto questo servizio, le stazioni sono state implementate per coprire un’area sempre più vasta. In seguito è nato, su iniziativa di privati, il servizio free floating, molto più veloce a svilupparsi non dovendo costruire ogni volta una postazione (costo unitario pari a 30.000 euro!), che sta convivendo bene con il servizio BiGi esistente. Ora è bene, a mio avviso, dare un pizzico di qualità in più a questi servizi collaterali, offrendo magari bici più belle, ma con un interlocutore che possa individuare il Comune attraverso un bando che possa garantire una continuità di cui oggi non siamo certi. A Cremona, per esempio, hanno introdotto il medesimo servizio che poi è cessato da un giorno con l’altro. Sono opzioni - è importante precisarlo - che non nascono per essere sostitutive del mezzo bicicletta privato, ma per trovare in città dei mezzi condivisi per gli spostamenti interni. Un’idea che sta alla base del concetto di multimodalità, il tema che ha caratterizzato la XXVII Settimana Europea della Mobilità Sostenibile celebrata lo scorso settembre. Per ogni spostamento dovrei avere l’opportunità di sfruttare una combinazione di mezzi diversa”.
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Capitolo auto elettriche: entro la fine di questo mese verranno installate, dalla stazione ai quartieri, 32 colonnine di ricarica di mezzi elettrici e ibridi, conferma? “Credo ne siano già state posizionate 16 ma, da dicembre, saranno tutte attivate. C’era un ritardo, inutile nasconderlo, che abbiamo cercato di colmare in fretta. È stata una bella intuizione, condivisa con l’Assessorato all’Ambiente, quella di procedere con un bando aperto dove abbiamo offerto suolo pubblico a costo zero. Delle nove aziende partecipanti ha vinto A2A (come a Brescia), un partner più che affidabile, già attivo sia a Bergamo, Brescia e a Milano. Un utente già registrato, dunque, potrà disporre dei medesimi servizi a prescindere da dove si trovi. 32 colonnine, dunque, che corrispondono a 64 stalli di parcheggio: un segnale importante per incentivare questo tipo di mobilità che caratterizzerà il nostro futuro. La scelta del loro posizionamento non è stato un gioco da ragazzi ma, per le cose che attengono al mio assessorato, quando una cosa va bene significa che è stata apprezzata almeno dalla metà dei cittadini. Ad oggi, inoltre, per chi ancora non lo sapesse, chi possiede un’auto ibrida o elettrica ha la possibilità di posteggiare gratuitamente sulle strisce blu comunali. Un domani, quando il parco auto circolante sarà interamente composto da auto di questo genere, queste facoltà verranno perse ma potremo dire di aver vinto la sfida contro l’inquinamento!”.
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ANGELA FINOCCHIARO in “Ho perso il filo” soggetto di Angela Finocchiaro, Walter Fontana, Cristina Pezzoli, testo Walter Fontana. In scena Angela Finocchiaro e le Creature del Labirinto: Michele Barile, Giacomo Buffoni, Fabio Labianca, Alessandro La Rosa, Antonio Lollo, Filippo Pieroni, Alessio Spirito. Regia Cristina Pezzoli Una commedia, una danza, un gioco, una festa, questo è: Ho perso il filo. In scena un’Angela Finocchiaro inedita, che si mette alla prova in modo sorprendente con linguaggi espressivi mai affrontati prima, per raccontarci con la sua stralunata comicità e ironia un’avventura straordinaria, emozionante e divertente al tempo stesso. Angela si presenta in scena come un’attrice stufa dei soliti ruoli: oggi sarà Teseo, il mitico eroe che si infila nei meandri del Labirinto per combattere il terribile Minotauro. Affida agli spettatori un gomitolo enorme da cui dipende la sua vita e parte. Lo spettacolo vive del rapporto tra le parole comiche di un personaggio contemporaneo e la fisicità acrobatica, primitiva, arcaica delle Creature del Labirinto che agiscono, danzano, lottano con Angela provocandola come una gang di ragazzi di strada imprevedibili, spietati e seducenti.
creberg teatro la bella abitudine 15 dicembre ore 21.00 All Entertainment presenta
PRISCILLA La Regina del deserto
Il Musical di Stephan Elliott e Allan Scott, regia di Simon Phillips, regia italiana di Matteo Gastaldo, direzione musicale di Fabio Serri A grande richiesta “Priscilla La Regina del Deserto” il musical dei record, torna nei migliori teatri d’Italia. Tratto dall’omonimo film cult “ Le Avventure di Priscilla La Regina del Deserto” vincitore di un Premio Oscar e del Grand Prix Du Publique al Festival di Cannes - Priscilla è una travolgente avventura “on the road” di tre amici che, a bordo di un vecchio bus rosa soprannominato Priscilla, partono per un viaggio attraverso il deserto australiano alla ricerca di amore e amicizia, finendo per trovare molto di più di quanto avessero mai immaginato! Un musical sfavillante con oltre 500 magnifici costumi, una sceneggiatura esilarante ed una intramontabile colonna sonora che include 25 strepitosi successi internazionali, tra cui “I Will Survive”; “Finally”; “It’s Raining Men” e “Go West” suonati con un’orchestra dal vivo in alcune piazze della tournèe 2018
16 dicembre ore 16.00 All Entertainment presenta
GERONIMO STILTON nel regno della fantasia
Il Musical con regia e sceneggiatura di Matteo Gastaldo e musiche originali di Fabio Serri. Tratto dall’omonimo libro di Geronimo Stilton “Geronimo Stilton nel Regno della Fantasia” su licenza esclusiva di Atlantyca Entertainment spa. Dopo il grande successo internazionale e i sold out delle passate stagioni in tutta Italia, torna Geronimo Stilton nel Regno della Fantasia – Il Musical fedelmente tratto dall’omonima serie best seller edita famosa in tutto il mondo. Lo show, che ha conquistato il pubblico dei grandi teatri italiani, racconta le avventure di Geronimo Stilton che insieme a gnomi, folletti e draghi, dovrà salvare la Regina delle Fate Floridiana. Un viaggio fantastico in mondi dove i sogni e la fantasia sono il tema principale di una storia che alterna momenti di puro divertimento a musica, colori, emozioni e personaggi fantastici. Un’esperienza indimenticabile per tutti i bambini, da 0 a 99 anni! Lo spettacolo è interamente cantato dal vivo.
A cura della Marketing Director of Engel & Völkers Bergamo Dott.sa Francesca Tassoni
INNAMORARSI DELLA PROVINCIA: TRA TRANQUILLITÀ E JOIE DE VIVRE
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Bergamo e la sua provincia: un connubio inscindibile quando vogliamo presentare tutte le bellezze e le risorse delle nostra terra bergamasca. Il perché è molto semplice: oggi tutti i territori che circondano Bergamo si presentano come una continua ed inesauribile fonte di sorprese. Con i suoi 244 comuni infatti la provincia bergamasca si pone come una tra le più affascinati della regione Lombardia per la varietà di ambienti e ricchezze naturalistiche che essa presenta. Alle pianure colme di castelli da scoprire e piste ciclabili tra i campi di grano da percorrere a piedi o in bicicletta, passiamo infatti alle miti zone dei Laghi, come il Lago di Endine e di Lovere (uno dei borghi storici più belli d’Italia) fino a giungere alle Valli dove la ricchezza e diversità di fauna e flora permettono lo sviluppo
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di attività, tradizioni e architetture rurali tanto diverse quanto affascinanti. E a tutto questo si aggiunge una nota ancora più positiva: la tranquillità. Perché vivere in provincia oggi è un vero e proprio toccasana, una scelta che porterà senza dubbio ad una qualità indiscussa, dimenticando il caos e la frenesia della città, l’inquinamento e tutto ciò che propende ad incrementare lo stress quotidiano. Al contrario un ambiente verdeggiante, circondato da paesaggi “incantati” come le rive di un lago e la vista di boschi o vigneti permetterà di trasformare la vostra quotidianità nella migliore favola mai vissuta. Noi di Engel crediamo fermamente in tutto questo, ecco perché proponiamo ai nostri clienti le migliori soluzioni immobiliari, ricercate con cura tra i migliori scorci della provincia bergamasca.
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FUOCHI DI PAGLIA di Giorgio Paglia
RESPIRARE A PAGAMENTO Negli anni ‘80 scrissi un articolo per l’allora quotidiano”Il Giornale 2.5, 21.040 per il diossido di azoto e 3.380 per l’ozono. Le cause di Bergamo”, che mi aveva chiesto di parlare di inquinamento. Un inquinanti sono ben note: traffico stradale, agricoltura, industria e argomento quasi avveniristico per quei tempi, dove tutto andava riscaldamento. La tecnologia moderna sta provando a contenere bene, la gente era felice e non si parlava ancora di riscaldamento questo fenomeno nocivo, ma ci vorranno ancora lustri per riporclimatico. I dubbi sulla qualità dell’aria nella pianura padana mi veni- tarlo nei limiti tollerabili dal nostro organismo. Soprattutto qui vano dai miei continui viaggi aerei settimanali da Roma a Bergamo nella Val Padana, dove la morfologia del territorio non aiuta al normale ricambio dell’aria. Molti sostengono che questo sia il nefasto e viceversa. Quando l’aereo si abbassava di quota per l’atterraggio, si vedeva ed inevitabile contributo da pagare alla modernità. Siccome nessuchiaramente una impressionante coltre marroncina che sovrastava no vuol rinunciare alle comodità, allora sembra che non si possa le nostre città lombarde.Anche all’epoca, le industrie erano davve- percorrere, almeno al momento, una via alternativa ed efficace. ro tante e la leggera brezza durante il giorno sospingeva i fumi dal- Chi mai andrebbe solo in bicicletta per abbassare l’inquinamento? la pianura fin verso le montagne delle Prealpi. Lì stagnavano, poi di Chi rinuncerebbe all’energia elettrica, o al riscaldamento per avere meno CO2? Chi non brucerebbe rinotte accadeva il contrario col vento fiuti (tra Bergamo e Brescia, nell’arche scendeva dai monti: era il noto co di 50 km, abbiamo ben 5 incefenomeno dell’inversione termica. neritori e tutti vicini al centro città) Prima di scrivere l’editoriale, cercai per non emettere polveri sottili? Imdi informarmi meglio sul tema, perpensabile, dai.... Però un ragionamenché già esisteva un’agenzia regionale to va fatto. Se vivo in una zona altache misurava la qualità dell’aria. Con mente inquinata, devo assolutamente mia meraviglia però, mi fu negato l’acconoscere i rischi nel dettaglio. Cioè cesso a qualsiasi dato, in quanto all’eè davvero chiaro a tutti che in Italia poca non dovevano essere resi pub1.500 persone ogni milione muoioblici. Sembra strano, ma era così. La no prematuramente a causa dell’ingente ovviamente respirava, ma non quinamento? In Spagna ad esempio sapeva cosa. Allora chiesi un favore Ecco l’inquinamento visto dallo spazio: sono 600 e nel Regno Unito circa la ad un mio amico, che era Consigliere la Pianura Padana soffoca sotto lo smog metà che da noi. Le zone più inquinaRegionale, il quale dopo poco tempo mi fornì un fascicolo colmo di informazioni e di rilevamenti. Rimasi te si conoscono da tempo: Pianura Padana, soprattutto intorno a stupito, perché, quasi 40 anni fa, i valori degli inquinanti erano già Milano, tra Venezia e Padova, Napoli,Taranto, la Sicilia sudorientale, molto alti. Lo capii facilmente, perché di fianco ad ogni numero Frosinone, Benevento, Roma e la Valle dell’Arno. Ma perché per gli era segnata la soglia massima ammissibile: in pratica quasi tutti i abitanti di queste zone le tasse locali non sono più basse? Perché valori la superavano. Parlai anche con dei medici che conoscevo, più respiro quest’aria e più rischio di ammalarmi (e addirittura di chiedendo se la presenza di tutti questi inquinanti non provocasse morire) e quindi più costi devo sostenere. In quest’ottica, sono effetti collaterali sulla salute. Tutti ammisero che, già allora, nume- assurdi e penalizzanti anche i palliativi che le varie amministrazioni rosi erano i casi di malattie polmonari, di tumori e di patologie ri- comunali vanno inseguendo. Bloccare le auto Euro 3 o 4 non ha conducibili esclusivamente all’inquinamento, ma che non potevano senso, se poi si continuano a far pagare bollo e assicurazione per parlarne pubblicamente per non mettere a rischio il loro posto di tutto l’anno e se non si danno dei reali incentivi ai proprietari per poter cambiare l’auto. Di solito, chi ha l’automobile più vecchia, ha lavoro in ospedale. Che tempi! In questi decenni i rilevamenti si sono fatti più puntuali, le centrali- anche meno disponibilità economiche per sostituirla. Così invece ne ambientali sono gestite dall’ARPA, un’agenzia regionale, e le mi- di aiutare, lo Stato emette divieti poco efficaci. Se l’aria è un bene surazioni vengono fornite con continuità all’opinione pubblica, ma comune e la nostra è inquinata, allora più respiro e meno tasse la sostanza non cambia. Ebbene la Pianura Padana è una delle zone dovrei pagare. Se vivo in Pianura Padana lo devo fare consapevopiù inquinate del mondo e non solo in termini di polveri sottili, i le dei rischi e del rapporto costi-benefici. Poi a me la scelta: aria cui valori di pericolo vengono regolarmente superati per molti buona con tasse alte, o aria cattiva con tasse basse. Nella disperata giorni durante l’anno. Il debito in salute che la comunità paga all’in- ricerca di un ambiente migliore. quinamento è spaventoso, peggio di una guerra. In Italia le morti Anche su Twitter: @Fuochidipaglia per inquinamento, quasi tutte concentrate al Nord, assommano a 91.000 all’anno, di cui 66.630 a causa delle polveri sottili PM
Photo: Fabrizio Pato Donati
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FESTA DEL VOLO ED OPEN DAY L’AERO CLUB VOLOVELISTICO ALPINO A.V.A. DI VALBREMBO HA ORGANIZZATO IL 29 E 30 SETTEMBRE SCORSI UNA MANIFESTAZIONE PRESSO L’AEROPORTO DI VALBREMBO DENOMINATA “FESTA DEL VOLO” AVENTE AD OGGETTO LA MOSTRA STATICA ED IN VOLO DI ALIANTI, AEREI, ELICOTTERI, ULTRALEGGERI, MOTOALIANTI, ANCHE D’EPOCA
L’AVA (Aeroclub Volovelistico Alpino) con sede presso l’Aeroporto di Valbrembo (BG) è un’associazione sportiva senza scopo di lucro che da oltre quarant’anni ospita le attività di volo a vela e di volo a motore. L’AVA è associata all’Aero Club d’Italia ente nazionale di diritto pubblico che ha il compito di promuovere e divulgare il volo in tutte le sue forme, quali volo a motore, volo a vela, volo da diporto o sportivo a motore e libero, paracadutismo, aeromodellismo e pallone aerostatico. L’AVA è partecipata da oltre cento soci-piloti iscritti provenienti da tutta la Lombardia ed ha una struttura didattica supportata da istruttori di provata esperienza. Dalla scuola di volo provengono piloti che hanno conseguito importanti risultati sportivi vincendo campionati italiani ed europei nelle varie discipline dell’aria. L’AVA per i motivi sopra indicati svolge
nell’ambito del territorio lombardo una intensa attività sportiva, didattica, turistica e promozionale con riferimento a tutte le discipline del volo possedendo una flotta di 15 alianti e 7 aerei. Proprio in quest’ottica di promozione e di avvicinamento alle regole ed alle discipline dell’aria che coinvolge un notevole numero di appassionati, l’AVA ha organizzato nei giorni 29 e 30 settembre 2018 presso l’Aeroporto di Valbrembo una Festa del Volo consistente in una mostra statica ed in volo di alianti, aerei, ultraleggeri ed elicotteri anche d’epoca. L’Aeroporto di Valbrembo costituisce un polo di eccellenza per il volo sportivo in Italia. La manifestazione organizzata senza scopo di lucro e molto partecipata era aperta a tutti i visitatori interessati. L’evento è stato patrocinato dalla Regione Lombardia e dal Comune di Bergamo.
Ph. Sergio Nessi - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bg.it
RESIDENZA MORONI Testo Tommaso Revera - Fotografie Paolo Stroppa
DESIGN, CONFORT E MODERNITÀ: È A LONGUELO CHE GOLD IMMOBILIARE ALZA LA QUALITÀ DELLA NOSTRA VITA È con questa esclusiva Residenza che GOLD IMMOBILIARE ha voluto presentarsi sul mercato: un edificio di piccole dimensioni e di grande impatto estetico, curato in ogni minuscolo dettaglio fin dalla prima fase della sua progettazione. “RESIDENZA MORONI” sorge in via d’Albino, nel quartiere residenziale di Longuelo, contesto da sempre conosciuto e apprezzato dal punto di vista residenziale, in una zona silenziosa ed estremamente intima. La cornice naturalistica invidiabile, con vista sui colli circostanti, l’incredibile veduta sul parco di Loreto e la vicinanza a tutti i servizi e allo stesso centro della città attraverso un contesto viabilistico davvero ben strutturato, permettono all’abitante della zona il privilegio di una vita cittadina e, al contempo, la serenità di una vita lontana da traffico e rumori. Ed è in questo lotto di terreno di rare peculiarità, che prende forma l’idea di un sogno: “ricordo che ho chiesto allo studio ARKIDEAS di progettare un piccolo edificio cittadino che desse al contempo agli abitanti la sensazione di essere in vacanza 365 giorni all’anno….” ricorda ora, sorridendo, Massimo Bussini titolare di GOLD IMMOBILIARE. Detto…fatto! Troppo poco per impensierire l’architetto Silvano Zanoli, leader di Studio Arkideas di Treviolo. “Accettai la sfida…..era per me il progetto di un piccolo intervento immobiliare ma da subito l’entusiasmo del costruttore mi aveva contagiato. Decidemmo insieme che un lotto di terreno così particolare avrebbe contenuto una Residenza di assoluto prestigio, l’edificio che la location meritava….”
L’EDIFICIO
Peculiarità stilistiche di questa nuova realtà residenziale sono sicuramente il design moderno e l’utilizzo di materiali innovativi che caratterizzano in particolare i prospetti esterni, che sono in parte intonacati e in parte rivestiti con facciata ventilata e rivestimento in lastre di gres porcellanato. Altra peculiarità il largo ricorso al vetro, le ampie finestrature scorrevoli dai profili minimali ed i parapetti delle terrazze in vetro. Un risultato progettuale che ha dato forma ad un elegante e contemporaneo monolite estremamente leggero, aperto sull’esterno.
Le caratteristiche tecniche che lo connotano sono invece la certificazione energetica classe A4, il riscaldamento autonomo a pavimento, il raffreddamento, la climatizzazione, il ricambio meccanico dell’aria, la domotica estremamente avanzata, il tetto con pannelli fotovoltaici e le personalizzazioni di arredi e rifiniture, grazie alla qualificata consulenza prestata ai clienti della GOLD IMMOBILIARE dal designer Ermanno Donadoni, titolare di STUDIO LOFT 88 di Bergamo.
Dalle sapienti mani dell’arch. Zanoli, oltre che dall’impegno dell’equipe dei suoi collaboratori, arriva il progetto dell’edificio che oggi è in via di ultimazione. Il progetto è quello di un edificio di tre soli appartamenti, davvero unico nell’unione di eleganza, modernità e praticità degli spazi interni, dove ciascuna unità è corredata da spazi esterni che la fondono con la tranquilla area circostante del parco di Loreto. Sia che ci troviamo nell’ampio giardino dell’appartamento al piano terra, sia che ci troviamo nelle ampie terrazze coperte degli appartamenti ai piani, la “mission” è stata raggiunta.
TRE ESCLUSIVE SOLUZIONI IMMOBILIARI: DAL PIANOTERRA, DOTATO DI UN MERAVIGLIOSO GIARDINO DI PROPRIETÀ ESCLUSIVA, AL PRESTIGIOSO PIANO ATTICO, CON OLTRE CENTOCINQUANTA METRI QUADRATI DI TERRAZZE COPERTE, NELLE QUALI TROVA POSTO UNA MERAVIGLIOSA PISCINA IDROMASSAGGIO, PASSANDO PER L’INCANTEVOLE PIANO INTERMEDIO CON AMPI E VIVIBILI SPAZI ESTERNI. IL TUTTO IN UN CONTESTO DAVVERO UNICO, A POCHI METRI DAL VERDE DEL PARCO PUBBLICO
“Ricordo ancora l’emozione alla vista delle prime bozze di progetto di Silvano (arch. Zanoli NDR)…il mio sogno si stava sempre più concretizzando…..” ricorda ancora l’amministratore di GOLD IMMOBILIARE. Per passare dalla carta alla costruzione dell’edificio è stato scelto, in ogni settore della costruzione, il meglio del panorama delle società orobiche: “Non volevo per forza nomi particolarmente conosciuti tra le aziende che hanno concorso alla realizzazione del mio progetto. Ma su una cosa concordavamo in pieno io e il costruttore: avremmo affidato il lavoro solo a professionisti del settore, attenti e competenti. E, a lavoro ormai praticamente concluso, sono ben felice di condividere con tutti loro i meriti per questa eccellente realizzazione” ci tiene a sottolineare l’arch. Zanoli. Qualsiasi informazione commerciale riguardo agli immobili in vendita verranno fornite contattando le agenzie immobiliari STS CASE di Gian Guido Zanchi e IMMOBILIARE PIZZIGALLI di Enzo Pizzigalli ai numeri 035.235888 o 335.6449414
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ghiri Accoglienza ed integrazione Dovrebbe essere la normalità. Arrivano i migranti, vengono registrati e messi in attesa di ottenere la documentazione necessaria per potersi fermare sul territorio nazionale. Nel frattempo vengono visitati per assicurarsi che non abbiamo malattie pericolose per la comunità locale, quindi vengono messi in condizione d’imparare la lingua e le leggi italiane, formati per poter essere utili trovandosi un lavoro. Risorse umane, nuovi italiani che in breve tempo saranno in grado di ripagarci dell’ospitalità, magari anche interessata, che oggi diamo loro. Chi non ha ancora capito che il mondo di domani sarà multietnico e che non serve innalzare muri e pattugliare i mari con le navi da guerra, non ha capito quale futuro ci aspetta. Probabilmente non avremmo dovuto inventare piroscafi ed aerei, forse non avremmo dovuto mandare per l’etere i segnali delle nostre televisioni ed evitare di andare a fare i turisti ricchi nei paesi poveri... Per evitare quello che accade, dovevamo rimanere nel medioevo con il paraocchi e il cappuccio in testa. Certo il mondo antico dei campanili, dove al massimo oltre al dialetto si parlava a malapena l’italiano, era più rassicurante e l’uomo nero non lo si vedeva ogni giorno per la strada, ma solo nelle fiabe raccontate per spaventare i bambini. Quel mondo però appartiene al passato e oggi, così come i nostri giovani migrano nelle nazioni più avanzate a cercare migliori occasioni, la gente dei paesi poveri viene qui a cercare una vita migliore. Quindi, interessante ed edificante il progetto Accademia per l’Integrazione, messo in piedi dall’Amministrazione comunale di Bergamo con l’aiuto della Diocesi e di Confindustria, per promuovere un percorso di reale integrazione per chi, volontariamente, sceglie di non restare con le mani in mano attaccato allo smartphone in attesa di qualcuno che gli offra di spacciare o gli proponga di rubare biciclette. Tanto esemplare da diventare oggetto di un servizio delle Iene che, con Giulio Golia, uno dei più sagaci tra gli inviati della trasmissione di Italia Uno, ha voluto vedere da vicino come era possibile quel piccolo miracolo.Trenta giovani, ma anche meno giovani, provenienti dall’Africa, dalla Siria o dal Pakistan, che per quattro ore studiano la nostra lingua e, per il tempo restante della loro giornata, lavorano per attività socialmente utili. Puliscono i bordi delle strade dove la nostra maleducazione ci fa buttare di tutto, ripuliscono parchi e giardini pubblici dove troppo spesso c’è l’abitudine di lasciare immondizie, pensando che poi qualcuno pulisca. Tutto pagato con i trentadue euro che lo Stato riconosce alle Prefetture per l’assistenza di questi individui.
gori Tutto trasparente, anche la piccola assicurazione necessaria per evitare conseguenze di incidenti durante le attività lavorative. Ne abbiamo bisogno per le nostre aziende che spesso faticano a trovar personale disposto a lavorare duro in situazioni che ai nostri connazionali non piacciono più. L’Unione degli Industriali ci ha messo del suo con stage e corsi di formazione in aziende che, affamate di manodopera, non vedono l’ora di poterne disporre. La Curia ha messo a disposizione i locali dove vengono ospitati. Camerate, letti a castello, aule per studiare e una mensa che loro stessi fanno funzionare, così come si occupano di ripulire i locali che abitano temporaneamente. Ascoltando le loro storie non si può fare a meno di pensare che, se fosse capitato a noi avremmo voluto trovare questa mano tesa nel Paese di San Francesco che parlava e sapeva capire anche le bestie. Carità cristiana, sicuramente ma anche un interesse ben preciso. Non vedere più questi immigrati bighellonare per le strade della città sapendo che l’ozio diventa il padre dei vizi e delle cattive abitudini, ma anche immaginare questi nuovi italiani dar man forte per remare con noi verso un futuro che vede la popolazione italiana invecchiare e fare sempre meno figli… Certo non dappertutto va in questo modo e siamo convinti che cooperative farlocche, spesso legate alle mafie, hanno approfittato di questa manna per speculare sulla pelle di tanti disgraziati. Questo però non vuol dire che non si debba, in modo onesto, provare ad integrare chi vuole essere integrato. Chi fugge da guerre e schiavitù, piuttosto che da persecuzioni politiche, non può essere respinto solo perchè c’è chi fra i tanti si comporta in modo abbetto, rubando spacciando o stuprando giovani ragazze. La pace è per gli uomini di buona volontà e non possiamo smettere di esserlo solo per l’egoismo ed il razzismo strisciante figlio dell’ignoranza. Quando i migranti eravamo noi italiani in molti luoghi al mondo siamo stati accolti e, svizzeri, tedeschi, belgi o americani, hanno scelto di “tenerci”, spesso ripulendoci dai pidocchi che ci portavamo dall’Italietta, insegnadoci leggi e idiomi per metterci in condizione di... essere “utilizzati” nei cantieri o nelle fabbriche. Esattamente come dovremmo fare con quel ben di Dio che arriva a bussare ai nostri confini, chiedendo di lavorare. Certamente senza lasciare che una volta entrati possano in qualche modo nuocere. Se vedessimo la cosa in altro modo non sarebbe difficile considerarli un nuovo carburante per la nostra economia, senza parlare di sfruttamento ma semplicemente di utilizzo positivo di mezzo un milione di braccia spesso giovani e forti magari buone per abbattere le case degli abusivi, ricostrire ponti scassati, riparare strade franate, ripulire foreste di alberi abbattuti...
nasce a bergamo
excellence dental clinic COME PRIMA USCITA UFFICIALE EXCELLENCE DENTAL CLINIC HA SCELTO DI PROPORRE UN CONVEGNO DEDICATO AI PEDIATRI DI BERGAMO SULLE TEMATICHE LEGATE ALLA PREVENZIONE E ALLA CURA ODONTOIATRICA DEI BAMBINI
UN NUOVO MODO DI PROPORRE LA SALUTE DENTALE PARTENDO DALLA PREVENZIONE Da una consolidata équipe di specialisti in Ortodonzia, presenti sul territorio dal 1982, nasce un nuovo modo di concepire tutto ciò che attiene alla salute dentale, ampliandone il concetto verso una spiccata attenzione al benessere psicofisico generale della persona e alla prevenzione di ogni interazione tra la bocca e il corpo. Una visione moderna che vuole prendere in considerazione il paziente a 360 gradi per valutare ogni problematica con un lavoro di simbiosi e stretta collaborazione fra i vari specialisti. Oggi il 22% della popolazione italiana soffre di patologie che hanno origine da problematiche correlate alla masticazione e per questo motivo che Excellence Dental Clinic pone l’accento su una prevenzione che inizia già in età tenerissima. Con questo obiettivo Excellence ha scelto per la sua prima presentazione pubblica di coinvolgere i Medici Pediatri di Bergamo in un convegno tenutosi presso il Golf Club Bergamo durante il quale, i vari specialisti della nuova struttura, hanno evidenziato, ai colleghi specialisti in Pediatria intervenuti con argomentazioni e consigli pratici, tutti gli aspetti di una corretta prevenzione fin dalla comparsa dei primi denti da latte. Una presa in carico dei neonati dai 18 ai 24 mesi consente di evidenziare eventuali malformazioni che, se non rilevate in tempo, possono portare ad una crescita non corretta della prima dentizione con problematiche che tendono ad aggravarsi e pesare sul normale sviluppo anche di altre parti dell’organismo. Come, ad esempio, alcune malformazioni del palato, spesso presenti nei neonati, che in tenera età possono essere corrette facilmente e che invece, se non attenzionate, diventano molto complicate da risolvere in età più avanzata. Questo, quindi, il più naturale punto di partenza di una corretta prevenzione odontoiatrica a cui farà seguito un percorso che intende mantenere aperto un costante dialogo con tutti i medici di base e che vedrà impegnata sul territorio Excellence Dental Clinic. nei prossimi mesi.
Renato Alborghetti, Direttore Sanitario di Excellence Dental Clinc
Il Dr. Renato Alborghetti, nel suo intervento, ha introdotto il tema dell’ortodonzia, una branca specialistica dell’odontoiatria che si ripromette di esaminare e curare le relazioni tra le arcate dentali e le strutture scheletriche dell’apparato stomatognatico, cioè della mascella, della mandibola, dell’articolazione mandibolare e più in generale di tutte le disarmonie dentali con l’obiettivo di ottenere un’interazione corretta tra le ossa mascellari e un allineamento dentale ottimale, sia ai fini funzionali, sia a quelli estetici. “Una chiusura non equlibrata delle arcate dentali - ha detto - può portare ad una disarmonia e ad una disfunzione anche a livello della muscolatura facciale e dell’articolazione mandibolare, in conseguenza della quale si possono manifestare dolori al cranio o al viso e alterazioni della loro funzionalità come difficoltà nella masticazione o nell’aprire e chiudere la bocca. Nei paziente più giovani, si propongono terapie preventive poiché in questo modo si può correggere il problema ancora in fase iniziale, permettendo in seguito di avere uno sviluppo armonico di tutte le strutture coinvolte nella nutrizione come la masticazione e
la deglutizione del cibo. Sono terapie importanti per i bambini perché li aiutano ad avere una crescita più corretta e, ove necessita, il ripristino delle funzioni della bocca. Tra i problemi di masticazione più comuni si riscontrano spesso il palato stretto, con o senza inversione del morso, cioè di denti superiori più interni rispetto a quelli inferiori; il morso aperto, quando gli incisivi non si toccano e provocano l’interposizione della lingua tra i denti e una deglutizione difficoltosa; il morso profondo, quando l’arcata superiore copre troppo quella inferiore, provocando un digrignamento eccessivo e una maggior usura dei denti. Abbiamo anche casi, non rari, in cui la mandibola è troppo avanzata o gli incisivi superiori hanno una inclinazione troppo pronunciata in avanti. Bisogna anche porre molta attenzione al corretto equilibrio delle articolazioni ossia dove la mandibola si articola al cranio. Molti pazienti lamentano dolori nella zona dell’orecchio che in realtà sono indice di un problema a carico delle articolazioni temporo-mandibolari. In questi casi è molto importante eseguire una accurata valutazione gnatologica per individuare la terapia giusta”.
Verusca Ceresa Responsabile Segreteria
Dr.ssa Daniela Battisti Pedodonzista Essendo un convegno dedicato ai Pediatri, l’intervento particolarmente seguito della Dr.ssa Daniela Battisti, pedodonzista, ha posto l’accento sulla prevenzione delle carie e delle malattie della bocca che deve iniziare precocemente, addirittura già in gravidanza. “Durante questo periodo - ha precisato - è importante che la mamma curi con scrupolo la sua igiene orale perché le carie, dopo la nascita, possono essere trasmesse al bimbo. Infatti, se nel cavo orale della mamma si trovano i batteri che ne sono la causa, questi vengono trasmessi al bimbo con la saliva fin dai primi giorni di vita. Vi sono poi alcune regole che la neomamma deve seguire per la prevenzione delle carie nel neonato, iniziando da subito a pulire con una garza inumidita le gengive del bimbo dopo i pasti per passare alla pulizia fin dal primo dentino con uno spazzolino dalle setole morbide creando così nei bambini l’abitudine fin da piccoli all’igiene orale. Fino ai tre anni è il genitore che deve spazzolare i denti al bimbo, con un movimento dalla gengiva al dente mentre in seguito potrà lavarsi i denti da solo. Succhiotto e biberon vanno tolti entro i 3 anni per ridurre il rischio di chiusure irregolari della mandibola. Per evitare il rischio di carie, inoltre, può essere consigliabile la sigillatura dei solchi dei molari con una speciale vernice che li rende resistenti ai batteri con una procedura è del tutto indolore per i piccoli pazienti. Ed eccoci quindi arrivati alla prima visita dal dentista che è consigliabile al compimento del terzo anno di età per indirizzare eventuali abitudini scorrette e istruire i genitori ad una corretta igiene orale. Per fare in modo che questa prima visita non venga percepita negativamente è importante che i genitori non trasmettano ai bambini le loro paure o i brutti ricordi di loro esperienze passate con il dentista.Vietate parole come trapano, puntura ecc. Dopo la prima visita è opportuno far seguire ogni 6 mesi i controlli periodici. È importante inoltre sfatare che i denti da latte non vadano curati perchè comunque verranno sostituiti... Prima di tutto, se cariati, provocano dolore e inoltre si deve anche fare in modo che non vengano persi prematuramente per evitare movimenti precoci degli altri denti con il rischio di inclusione dei permanenti o la formazione di ispessimenti ossei. Infine, se cariati e non curati, possono trasmettere la carie ai permanenti sottostanti. Quindi, anche se sono destinati a cadere - ha concluso la Dr.ssa Battisti - è comunque importante sottoporli a visite di controllo ed eventuali interventi, otturazioni ed estrazioni, in modo da assicurare la crescita sana dei denti che dovranno spuntare in seguito. Certo non è facile intervenire sui bambini ma è possibile presentare la cosa come un gioco, operare con il laser e sottoporli ad un trattamento sedativo con perossido di azoto che rende gli interventi indolori e persino piacevoli per la temporanea euforia che provoca questo innocuo gas”.
Dr. Vittorio Farina Chirurgo Nel suo intervento il Dr. Vittorio Farina chirurgo, ha posto l’accento principalmente sulla diagnosi e la cura delle anomalie e delle malattie del cavo orale, delle mascelle e dei suoi relativi tessuti. L'esperienza odontoiatrica maturata negli anni, gli ha permesso di sviluppare competenze specifiche in diversi ambiti dell’odontoiatria della prevenzione e della riabilitazione odontoiatrica. Ha sottolineato come Excellence D.C. sia impostato per una relazione diretta tra i medici e i pazienti, uno studio organizzato con più specialisti al suo interno che collaborano, ognuno per le competenze specifiche, per una visione globale del benessere dei pazienti. “Excellence - ha detto - si sta attrezzando con moderne apparecchiature per specifici interventi sui più piccoli. Ad esempio affrontiamo in equipe problemi di postura della lingua e della deglutizione infantile. Problematiche non molto conosciute ma che hanno un grande riscontro per chi le sa riconoscere, che evitano problemi futuri nello sviluppo della persona e che hanno trovato grande interesse. Manteniamo un atteggiamento di confronto, come pedodonzisti o posturologi anche, ad esempio, con alcuni centri di fitness che lavorano sui traumi degli atleti o per affrontare i momenti dello sforzo con bites speciali che possano aiutare a prevenire traumi ed evitare fenomeni di brushing sotto sforzo. Ci hanno chiesto di collaborare per gli aspetti della postura perchè questa è legata all’equilibrio della persona. Desideriamo assicurare il benessere e la salute orale con trattamenti e terapie di alta qualità, fornendo ai pazienti un servizio sempre più efficiente mediante la professionalità dei medici e del personale che con loro collabora. Grandi progressi sono stati realizzati nei diversi settori della odontoiatria, tecniche e metodologie di intervento straordinariamente avanzate sono oggi a nostra disposizione. Al fine di rendere disponibile il miglior trattamento e i migliori consigli, abbiamo creato un gruppo poliprofessionale dove ogni specialista si occupa in particolare di una branca dell’odontoiatria. Riteniamo che questo sia il modo più corretto di affrontare una disciplina così complessa ottenendo i massimi risultati nelle sue diverse specialità e riteniamo che oggi sia l’unico modo per fare una diagnosi accurata e proporre ad ogni paziente un piano terapeutico personalizzato. Il nostro obiettivo è fornire a chi si rivolge a noi un servizio sempre più efficiente mediante una elevata professionalità per il mantenimento ed il miglioramento della qualità operativa di Excellence Dental Clinic”.
Dr.ssa Crisitna Fustinoni Igienista La Dr.ssa Cristina Fustinoni, Igienista Dentale, responsabile dell’igiene orale di Excellence D.C. nel suo intervento al convegno ha parlato dell’importanza della pulizia dei denti. “Spazzolare i denti - ha ricordato - è un’abitudine quotidiana, che svolgiamo quasi inconsciamente. Per farlo al meglio ci vuole pazienza, strumenti giusti e qualcuno che insegni come si fa. L’igienista dentale è il professionista che, all’interno del team odontoiatrico, si occupa di questo: prevenire le problematiche del cavo orale, curandole ma soprattutto istruendo i pazienti sulla corretta igiene orale. I problemi che si possono presentare nella bocca sono di due tipi: dentali o parodontali. I primi sono dovuti alla carie, che è una perforazione dello smalto, che provoca più o meno dolore e la cui causa è data da un insieme di fattori. In primis una scarsa igiene orale e la presenza di batteri cariogeni che attivano lo sviluppo della carie. In secondo luogo, scorrette abitudini alimentari. Ogni volta che ci nutriamo l’ambiente nella bocca diventa acido e la saliva svolge un ruolo di protezione dei denti, contrastando l’azione acida dei cibi, riportando l’acidità a livelli normali, apportando anche minerali preziosi allo smalto dei denti. Però, l’assunzione, durante la giornata, di cibi zuccherati, caramelle, dolci, bibite ma anche pane e snack salati, riduce la capacità neutralizzatrice della saliva, rendendo i denti facilmente attaccabili. I problemi parodontali sono quelli dell’insieme dei tessuti che sostengono i denti cioè osso, legamento parodontale e gengiva e possono generare gengiviti e parodontiti. La prima è un’infiammazione reversibile delle gengive causata dalla placca batterica, quindi da una scarsa igiene orale. Rimossa la causa, le gengive tornano in salute ma, se trascurata, l’infiammazione può attaccare osso e legamento e diventa parodontite, che è irreversibile, perché perso l’osso che sostiene i denti non lo si recupera più. Bisogna assolutamante cercare di stabilizzarla ed evitare di arrivare alla caduta dei denti. L’igiene orale quotidiana è il primo fondamentale passo per prevenire questi problemi, ma sono anche importanti i controlli periodici dal dentista e una sana alimentazione. I primi servono per intercettare la presenza di problematiche in modo da poter intervenire per tempo. I denti vanno lavati almeno due volte al giorno - ha precisato la Dr.ssa Fustinoni - 30 minuti dopo i pasti. Lo spazzolino può essere manuale o elettrico. Il movimento da fare è sempre dalla gengiva al dente, un dente alla volta. Se si sceglie lo spazzolino elettrico, scegliere sempre una testina tonda. In questo caso lo spazzolino fa già il movimento oscillante-rotatorio, quindi va solo lasciato agire su ogni dente per almeno 5 secondi, facendo un lieve movimento a destra e sinistra per detergere meglio le superfici interdentali. Sia lo spazzolino manuale che la testina dello spazzolino elettrico vanno sostituiti ogni 2/3 mesi. È necessario detergere tutte le superfici dei denti, non solo quelle visibili quando sorridiamo ed è importante guardasi allo specchio, così si vede dove si pulisce. A prescindere dal tipo di spazzolino utilizzato è fondamentale utilizzare quotidianamente anche il filo interdentale e/o gli scovolini per la pulizia degli spazi interdentali, in base alla dimensione degli stessi. Usare solo lo spazzolino significa rimuovere solo il 50% della placca che si deposita sui denti. Se spazzolando i denti si nota del sanguinamento vuol dire c’è infiammazione ed è sempre un campanello d’allarme che non va trascurato ed è consigliabile poi consultare il proprio dentista/igienista di fiducia”.
Dr. Matteo Vedovati Chirurgo Il Dr. Matteo Vedovati ha affrontato il tema, molto sentito dai Pediatri dei traumi a carico della dentatura che frequentemente coinvolgono i bambini e gli adolescenti per incidenti che accadono andando in bicicletta, giocando a pallone ma anche in tutte quelle attività casalinghe che per loro natura presentano rischi per l’incolumità dai bambini. La struttura di Excellence - ha sottolineato Vedovati - offre un percorso che, oltre alla prevenzione con l’utilizzo di appositi bites per chi pratica sport particolarmente pericolosi, si occupa dell’intervento post traumatico. Fortunatamente non sempre un trauma provoca un danno permanente, ma è sempre necessaria un’attenta osservazione nel tempo, perché talvolta gli esiti di un colpo su un dente possono presentarsi tardivamente. L’evento traumatico è per il bambino che lo subisce e per l’adulto che gli è vicino, un episodio drammatico, che necessita di un intervento il più veloce possibile perché tanto più è tempestivo, tanto maggiori sono le possibilità di recupero. La prima cosa da fare è tranquillizzare il bambino. Sembra banale, ma spesso lo spavento del genitore traumatizza il bambino più dell’evento stesso. Per i denti da latte, oltre al danno sull’elemento coinvolto, può esistere una compromissione dell’elemento permanente in formazione. In questo caso l’intervento è mirato a ridurre al minimo le possibili complicanze sull’elemento definitivo, mentre poco può essere fatto sul dentino da latte, se non lucidare eventuali bordi taglienti per evitare successive lacerazione del labbro e controlli per escludere necrosi tardive. Nel caso vi siano spostamenti del dentino dalla sua posizione d’origine si attende un riposizionamento naturale, ma non si interviene per evitare ulteriori danni nelle manovre di riposizionamento del germe permanente. In caso di traumi sulla dentizione definitiva se l’elemento si è spezzato cercare il frammento e conservarlo in soluzione acquosa, fisiologica, latte o saliva; l’adesione del frammento è spesso la terapia più conservativa ed efficace. Se è fuoriuscito completamente dalla sede conservarlo come sopra e contattare il più tempestivamente possibile lo studio odontoiatrico poichè, nel caso di avulsioni complete, il reimpianto entro le due ore da buone possibilità di successo. Il dente traumatizzato va tenuto sotto controllo per un lungo periodo di tempo al fine di monitorare eventuali danni tardivi che se intercettati tempestivamente possono essere limitati nella loro gravità.
CHI C’ERA
A TUTTO TENNIS PER AIRC Sono ben 19 le candeline sulle quali quest’anno hanno soffiato tutti gli organizzatori del torneo di tennis organizzato a favore di AIRC, l’associazione che dal 1965 si batte per la lotta contro il cancro. Una battaglia che ha trovato nel mondo del tennis centinaia di sostenitori: per questa edizione 2018, infatti, ben 800 tennisti provenienti da 10 circoli delle province di Bergamo, Milano e Lecco, si sono sfidati da Aprile fino a Ottobre in molteplici tornei che hanno decretato due vincitori per ogni categoria. T.C. Bergamo, T.C. Città dei Mille, T.C. Loreto, T.C. Bagnatica, T.C. San Pellegrino, T.C. Treviglio, T.C. Trezzo sull’Adda, T.C. Jolly, T.C. Arcore e T.C. Merate i circoli di provenienza dei tanti partecipanti, tutti riuniti nella serata dello scorso 15 novembre presso la Tenuta Colle Piajo a Nembro per celebrare insieme la fine della competizione ed assegnare i premi meritati ai vincitori. Non solo: la serata, presentata da Federica Sorrentino, bellissima concorrente di una delle ultime edizioni di Miss Italia, ha visto la presenza di due ricercatori di massimo rilievo, Roberta Mortarini e Andrea Anichini che hanno illustrato alla platea tutti i passi avanti fatti in questi ultimi anni dalla ricerca contro il male del secolo. Al termine della cena, allietata dalla musica del pianista Antonio Colombo, non è mancata l’estrazione alla lotteria della solidarietà, importantissima per il sostengo di AIRC. Presenti alla serata numerosi ospiti di spicco tra i quali la madrina d’eccezione della manifestazione, l’ex campionessa di tennis Lea Pericoli (dal 1973 testimonial della ricerca sul cancro), Lara Magoni, olimpionica di sci ed assessore regionale al Turismo e delegata provinciale del CONI, Marco Caldara, giornalista L’Eco di Bergamo, il consigliere AIRC Antonio Gallo, Carla Pancaldi, e Fiorella Ferrario, anime dell’AIRC Bergamo che da ben 23 anni organizzano tornei di tennis a favore della ricerca, i giovani del Rotaract Bergamo, sempre presenti in giornate di tale importanza, i presidenti dei Circoli e tutti i tennisti. Importantissima la presenza degli sponsor tra i quali Beachcomber Hotel, Faip e l’immancabile Lario Bergauto Bergamo, presente con la nuova BMW X5, potenziata nelle prestazioni e aumentata nei volumi. Un supporto quello di Lario Bergauto Bergamo che non mancherà certamente il prossimo anno quando la manifestazione raggiungerà il traguardo dei suoi primi 20 anni.
Ph. Sergio Nessi - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bg.it
Sweet Sensations
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A cura dello Staff di Sweet Sensations: Alida, Elena e Eleonora
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COMBATTERE I SEGNI DEL TEMPO CON EPIGENTIC SERUM!
Oggi giorno la lotta contro i segni del tempo occupa la top ten per ognuno di noi! Il mercato come risposta ci fornisce tantissime soluzioni “miracolose”. Ma quante sono realmente efficaci? Poche, forse pochissime! Esiste invece un’azienda bergamasca che, dopo avere dedicato interi anni alla ricerca di una vera soluzione contro l’invecchiamento cellulare, è oggi in grado di affermarsi come leader in questo settore. Parliamo di Janssen Cosmetics ed i suoi innovativi prodotti sono utilizzati dalle professioniste di Sweet Sensations per consentire ai propri clienti di raggiungere risultati senza precederti. Nella linea di prodotti firmata Janssen Cosmetics spicca l’incredibile EPIGENTIC SERUM, capace di agire direttamente sul DNA, fermandone l’alterazione cellulare che porta all’invecchiamento. Tutto questo è stato possibile
grazie a studi scientifici che hanno dimostrato come non sono i nostri geni a determinare tutto, ma la loro attività è influenzata dal nostro stile di vita e da ciò che assumiamo in termini di dieta e di principi attivi applicati sulla pelle. Un fenomeno questo che prende il nome di “alterazione di materiale genetico” e che si sintetizza come l’accensione o lo spegnimento dei nostri geni determinati dai modelli chimici contenuti all’interno del DNA. Tali modelli chimici possono presentarsi a causa di fattori ambientali esterni negativi, conducendo ad un invecchiamento, anche quando i fattori di stress sono stati eliminati. Qui entra in gioco EPIGENTIC SERUM che, grazie ad un ingrediente anti-invecchiamento, riduce questo fenomeno, migliorando la vitalità delle cellule e la resistenza allo stress. L’estratto di fiori di calendula, ricco di oligosaccaridi, regola due dei meccanismi essenziali all’alterazione epigenetica: la modificazione degli istoni ( i “rocchetti” intorno ai quali è avvolto il DNA) e la produzione di micro RNA (cortissime catene di nucleotidi che controllano la regolazione dell’espressione genetica). Ciò fa si che la codificazione epigenetica errata venga corretta e contribuisca a combattere il processo di invecchiamento cutaneo. Risultato? La pelle diventa più resistente ai segni del tempo e mantiene una radianza giovanile. EPIGENTIC SERUM si pone così come uno dei migliori rimedi contro i segni del tempo oggi presenti sul mercato. Ma non solo: grazie alla professionalità ed alla preparazione del team Sweet Sensation sarà possibile essere informati e consigliati su un’ampia scelta di trattamenti viso in relazione alle diverse esigenze. Per maggiori info non resta che mettersi in contatto con il centro e fissare una consulenza personalizzata.
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LO AVEVO PROMESSO: ‘TORNO PRESTO’. E COSÌ È STATO. DOPO IL TRISTE ANNUNCIO DEL 12 GENNAIO SCORSO IN CUI DICHIARAVA DI AVER SCOPERTO UN TUMORE, LA SCIATRICE AZZURRA ELENA FANCHINI È TORNATA PIÙ FORTE DI PRIMA
Di cadute sciando se ne fanno tante: rialzarsi, nonostante magari un crociato rotto, è normale. Ma riuscire a farlo dopo che ti diagnosticano un tumore non è da tutti. Ad un anno dal suo personale incubo, Elena Fanchini la ritroviamo più sorridente che mai: la malattia non ne ha condizionato la tempra che da sempre la contraddistingue. Un carattere e una forza mentale da vera campionessa che le hanno permesso di vincere la sfida più importante. Non c’è medaglia che tenga: quando si superano patologie di questa entità immagino non ci sia niente di più gratificante. Non è così? “Sicuramente. Sono veramente felice e contenta di essermi lasciata alle spalle un periodo davvero duro e complicato. È andato tutto per il meglio e ne sono entusiasta”. Ha colpito la naturalezza con la quale hai affrontato questa difficile fase della tua vita annunciando il tuo momentaneo ritiro: spesso, chi è malato, tende a nasconderlo. Quasi come se nella società in cui viviamo non fosse contemplabile una cosa del genere… “È verissimo. Io ho cercato di fare quel che ho sempre fatto anche durante l’intenso periodo di cure con chemio e radio senza mai nascondere nulla. Non c’è un prima e un dopo: la mia vita è continuata anche durante la malattia. Mi sono sempre allenata con impegno e grande costanza anche se naturalmente il fisico era più debilitato”. Questa è la dimostrazione di come la forza mentale possa farti superare qualsiasi ostacolo… “Proprio così. Lo sono sempre stata forte di testa: non ho mai ceduto un attimo. Ho sempre avuto questa forza dentro che, unita alla voglia di tornare a fare ciò che amo, mi ha permesso di ristabilirmi in fretta. La testa fa molto: certo anche familiari e amici sono fondamentali ma se la forza di reagire non ti parte da dentro diventa un percorso ancor più in salita”.
ARCHIVIATO L’ANNO DIFFICILE CON CUI HA DOVUTO CONVIVERE, ELENA FANCHINI È PRONTA A DAR BATTAGLIA PER CONQUISTARSI LA QUALIFICAZIONE AI MONDIALI DI ÅRE
Una forza che, come hai ricordato in alcune interviste, hai acquisito anche in seguito alla prematura scomparsa di tua cugina, sbaglio? “Sì anche. Quello è stato il giorno più brutto della nostra vita come del resto lo è ancora oggi. La sua mancanza si fa ancora sentire…”.
Veniamo alle cose belle. Adesso proseguirai nella tua preparazione sugli sci in vista dei prossimi impegni… È corretto? “Proprio così. Parto domenica (11 novembre, ndr) per una trasferta in Colorado dove avrò modo di allenarmi gradualmente in vista del mio rientro ufficiale. Voglio procedere con calma, passo a passo, sempre controllando il mio fisico. Già quest’estate sono tornata in Nazionale, partecipando al raduno dello Stelvio, ed è stato molto emozionate”. L’obiettivo sono i Mondiali di Åre in programma a febbraio del prossimo anno? “Quello è il mio sogno: qualificarmi sarebbe una cosa pazzesca. Lavorerò sodo per conseguire questo traguardo”. Il rapporto con le tue sorelle Nadia e Sabrina, entrambe sciatrici come te? “È un rapporto davvero speciale. In questi dieci mesi non mi hanno mai lasciata sola un minuto. Mi hanno sempre accompagnato e aiutato moltissimo: sono grata anche a mia mamma e mio papà per tutto quello che hanno fatto”.
Sei nata a Lovere ma risiedi a Montecampione: ti senti più bresciana o bergamasca? “Bresciana al 100%. Sono nata a Lovere perché era l’ospedale più vicino a casa… Mi sento una bresciana DOC!”. Scorrendo la tua biografia è facile intuire come lo sci ti possa mettere in ginocchio. Quanti infortuni hai dovuto superare? “Vanto la bellezza di sei operazioni alle ginocchia! Se poi sommo i miei infortuni a quelli delle mie sorelle arriviamo circa a 20. Un record…”.
La tua carriera sportiva ha avuto un esordio fulminante: dal 2003 fai parte della nazionale e nel 2005, durante i Mondiali di Bormio, hai stupito tutti con un argento nella discesa libera… “Sì, una bellissima medaglia che, anche parlarne a distanza di anni, mi emoziona sempre tantissimo. Un risultato incredibile in un giorno indimenticabile. Un risultato sportivo estremamente gratificante sia a livello personale, sia come portabandiera italiana”. Fuori pista ami l’arte e la musica, sei una fan di Vasco e tifi Inter, possibile? “Amo Vasco così come l’Inter. Quest’anno sta andando bene anche se la Juventus è davvero un osso duro”.
vado guarisco e torno
Cosa senti di suggerire ai tanti che stanno vivendo quanto hai passato tu? “Parlare di tumori è sempre una cosa molto delicata: bisogna stare molto attenti a ciò che si dice. C’è chi mettendocela tutta non ce l’ha fatta per cui non puoi dare la speranza in maniera incondizionata. Ciò che mi sento di dire è di avere un obiettivo, anche quotidiano: a me personalmente ha aiutato tantissimo sapere cosa fare dopo ogni risveglio mattutino. Un’altra cosa fondamentale è continuare a svolgere le attività del quotidiano: fare ciò che si è sempre fatto è importante”.
La malattia ti ha permesso di riscoprire il reale valore delle cose? Forse è banale dirlo ma credo sia stato così anche per te… “È verissimo. Quando succedono queste cose vedi la vita da un’altra ottica. Anche la fede mi ha aiutato molto: religiosa lo sono sempre stata ma durante la malattia pregare mi ha confortato molto”.
POLITICANDO A cura di Maurizio Maggioni
memento audere semper Nei momenti di difficoltà si deve avere il coraggio per agire, per andare oltre il limite, ricordandoci sempre di agire per il meglio. È questo autunno 2018 il momento del vero cambiamento e della sintesi, sia essa politica, economica o sociale. Il mondo sta virando verso destra, non estrema come i media vorrebbero farci credere, ma verso un centro destra fatto da quella maggioranza silenziosa, che non desidera più esserlo supinamente. Sono finiti i tempi delle manifestazioni di piazza, ora ci sono i social, con tutti i loro limiti, le false notizie, gli indirizzi farlocchi per cui non sai con chi stai parlando ma, comunque, utili per smuovere le masse e le menti Analizzando il perché il mondo prima, l’Italia in tempi non sospetti e l’Europa ora, stiano virando a destra, non ci resta altro che dire che la sinistra ha fallito. Perché? Come mai? Risposte non troppo difficili da darsi. La sinistra, dell’uomo comune, è stata sostituita da quella della globalizzazione culturale. Poi divenuta economica e, nel nome del qualunquismo, ha livellato verso il basso le aspettative di tutti, senza dare in cambio niente. Stiamo tutti un po’ peggio, il popolo è stato aggredito dalle banche e dalle multinazionali; la scuola non insegna e le Istituzioni non cambiano... si è attuato il sistema del bolscevismo capitalistico. Le tasse, sia esse dirette che indirette, aumentano sempre più, mentre i servizi diminuiscono, dagli asili alla sanità, le assicurazioni imperversano e obbligano tutti a lavorare a prezzi calmierati e tendenti al basso, a discapito della professionalità vedi la sanità sia pubblica, sia privata. In un mondo così voluto da chi ha il cuore a sinistra e il portafogli a destra, che specula sulla migrazione-immigrazione, che guadagna sulle persone che stanno male, che interpreta a suo piacere i valori della cristianità, ecco che il popolo reagisce e vuole almeno una parte di ciò che gli è stato portato via. Ma cosa ha perso in questi ultimi 10 anni? Semplice: - Potere di acquisto - Libertà istituzionale - Capacità contrattuale -Valorizzazione della professionalità - Sicurezza sociale - Sicurezza personale - Fiducia nelle istituzioni, (parlamentari in primis, e nello Stato poi - Certezza del futuro per i figli - Fiducia nella Chiesa, soprattutto quella progressista. A fronte di ciò, il Popolo che non è bue, desidera: - Certezza della pena - Stato forte e rispettoso - Istituzioni fedeli ai loro ideali (dal Parlamento alle banche) - Sanità che funzioni Pensioni certe - Migrazione programmata e legale. Ma soprattutto, una politica sana e forte, rispettosa delle leggi, che
faccia il possibile, con coraggio, per riprendere la strada maestra del bene a discapito del male, riducendo il numero delle leggi, semplificandone la burocrazia, liberando la gente dalle gabelle, che investa nel futuro delle persone, cioè nella scuola, nella ricerca, nella famiglia. Che faccia anche scelte impopolari, ma che le faccia. Il popolo desidera che l’Unione Europea sia la massima espressione della mutualità e socialità tra i popoli; ma, se la Francia di Macron ha fallito, la Germania della Merkel è in discussione, la Spagna di ?? (nessuno lo conosce), il Lussemburgo è alcolemico e fraudolento, il Brasile è alla riscossa e forse potremo mettere in galera un pluriergastolano che, grazie a Carla Bruni, è ancora in giro. Nel contempo Trump viene riabilitato dal sistema del fango contro di lui, Erdogan si erge a paladino dei diritti civili contro l’Arabia Saudita che lentamente fa a pezzi gli oppositori, la Cina che soffre economicamente ed introduce la qualità del lavoro ed alza i salari. Infine, grazie anche ai paesi scandinavi che ammettono il fallimento del modello di una società di sinistra, assistenzialistica, inclusiva e multietnica, ecco che democraticamente, nella logica dell’alternanza, non ci resta che andare a destra. Memento Audere Semper, diceva il Vate, giusto cento anni fa, antagonizzando la Vittoria Mutilata della Grande Guerra. Attuale più che mai quel moto, doveroso doverlo attuare, ma stiamo attenti a quanto ci vogliono far credere tutti quei parrucconi che rilanciano idee sul rinascere del fascismo e del nazismo, quelli che pensano che i ponti a Genova cadono perché qualcuno lo desidera o che le calamità naturali si verificano solo perché il biosistema è stato alterato da… È tutto più semplice, lineare: se non è andata bene in un modo, proviamo in un altro. Stop. Nè più, nè meno, ma che non ci prendano in giro, che alle favole non ci crediamo più. A Maggio 2019 ci sarà il vero cambiamento in Europa e di conseguenza anche quello Italiano e, perché no, anche cittadino. Non perderemo di certo l’occasione per poter dire la nostra, scegliendo uomini giusti, nel posto giusto. Sono certo che il futuro sarà certamente migliore solo se non si avrà paura di cambiare, di aprire, magari anche all’impossibile. Ci vogliono uomini che credono, che desiderino essere compitori del loro dovere, del fare e realizzare, avanti chi vuole, il voto è democratico e, come la moneta, non olet!
Vero o falso? LE FIGURINE SOTTO LA LENTE D’INGRANDIMENTO DELLA SCIENZA
Fino al 24 febbraio 2019 Museo della Figurina Palazzo Santa Margherita Modena
Prosegue al Museo della Figurina di Modena fino al 24 febbraio 2019 la mostra Vero o falso? Le figurine sotto la lente d’ingrandimento della scienza a cura di Pleiadi Emilia e prodotta da FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE. L’esposizione indaga il rapporto tra scienza e verità conducendo il pubblico all’interno del laboratorio scientifico, luogo simbolo dell’obiettività e dell’attendibilità. Attraverso un percorso interattivo, il visitatore si mette nei panni dello scienziato alle prese con il compito di svelare falsi miti e trovare conferme celate nelle immagini delle figurine. Come affermava lo scrittore visionario Jules Verne, la scienza non esclude gli errori, anzi spesso sono proprio questi ultimi a portare alla verità. Per questo motivo, la mostra darà ai visitatori la possibilità di effettuare esperimenti in prima persona e in autonomia tramite due installazioni interattive, soffermarsi sugli approfondimenti testuali, osservare reperti straordinari come un contenitore di polvere lunare e oggetti tridimensionali selezionati allo scopo di avvalorare o smentire gli elementi che emergono dal mondo della figurina. Si svelerà, ad esempio, se contiene più vitamina C un’arancia o un peperone, cosa c’è dietro al trucco del letto di chiodi su cui siede il fachiro e, più in generale, come scienza e tecnologia abbiano cambiato la vita di tutti i giorni a partire dall’evoluzione dei prodotti, degli strumenti e dei contenitori in dotazione nelle farmacie a partire dalla fine dell’Ottocento.
Cose un tempo solo immaginabili che oggi sono diventate reali come il videotelefono immaginato come una tela dove si rifletteva l’immagine dell’interlocutore a distanza, le consegne postali con postini volanti anticipazione dei moderni droni i droni, la maison automobile, antenata della moderna motorhome o la visita su Marte
Vero o falso? Il percorso espositivo parte dalla dicotomia “verità vs falso mito”, declinata in tre macro ambiti: medicina, alimentazione e ambiente. Per quanto riguarda la medicina, in particolare, il focus è sui contenuti pubblicitari delle figurine storiche di fine Ottocento, che sponsorizzavano prodotti farmaceutici spesso realizzati attraverso principi attivi tenuti segreti. In esposizione, alcuni esempi di rimedi e soluzioni d’altri tempi, messi in relazione con le nozioni oggi consolidate. Analogamente, nel campo dell’alimentazione si parlerà di prodotti industriali innovativi per l’epoca come gli estratti di carne, gli amari quali la Ferrochina o il cioccolato in tutte le sue versioni, le cui virtù spesso esagerate e mitizzate venivano illustrate nel retro delle figurine, a volte tramite tabelle comparative. Nel campo dell’ambiente, infine, si sveleranno le notizie fasulle che circolavano su animali (preistorici e non), piante e mondo extra-terreste. La sezione “Magia o scienza?” illustra fenomeni naturali facilmente comprensibili in termini scientifici, mentre altre figurine spiegano esperimenti ludici che nascondono trucchi, illusioni ottiche e cinematografiche. Attraverso la fisica è inoltre possibile spiegare le incredibili potenzialità di alcune specie di insetti, che assomigliano a quelle immaginate per i supereroi protagonisti delle recenti e fortunate saghe cinematografiche e televisive. Se è vero che grazie all’immaginazione si può sognare il futuro è vero anche che la scienza e la tecnologia in alcuni casi lo rendono reale. Proprio per questo la mostra si sofferma anche sulle visioni oniriche di fine Ottocento – come le case-mobili, il foto-telefono, la macchina che elimina il maltempo o l’apparecchio per la visione di spettacoli teatrali a casa propria – alcune delle quali sono rimaste nella sfera dell’immaginario mentre altre si sono poi avverate determinando un importante progresso per l’intero genere umano.
ULTIMA CENA DI MORONI. STUDI DI EMILIO BELOTTI Bergamo, Palazzo storico Credito Bergamasco (Banco BPM Bergamo) FINO al 14 dicembre
Seconda tappa della mostra dedicata alla rivisitazione in chiave moderna, ad opera del poliedrico artista bergamasco Emilio Belotti, dell’Ultima Cena di Giovan Battista Moroni. La Fondazione Credito Bergamasco ha organizzato a Palazzo Creberg un evento espositivo dedicato alla rivisitazione dell’Ultima Cena di Moroni. L’artista, su indicazione della Fondazione Creberg che ha recentemente restaurato la mirabile opera, ha realizzato undici carte dedicate alla tela moroniana che sono state esposte accanto a due lavori ispirati all’Ultima Cena di Leonardo ed alla Cena in Emmaus di Caravaggio. L’inaugurazione si è svolta il 15 novembre presso il Palazzo Storico del Credito Bergamasco. La mostra resterà aperta al pubblico sino al 14 dicembre. DOPO LA PRIMA TAPPA ORGANIZZATA NELLA SETTECENTESCA SALA ALBERTI DI ROMANO DI LOMBARDIA, L’ULTIMA CENA DI MORONI, RIVISITATA IN CHIAVE MODERNA DA EMILIO BELOTTI, ARRIVA A PALAZZO CREBERG
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ORARI DI APERTURA Palazzo storico Credito Bergamasco/Banco BPM Bergamo, Largo Porta Nuova Salone principale Dal 16 novembre al 14 dicembre 2018 Da lunedì a venerdì, negli orari di apertura della filiale (8.20 - 13.20 e 14.50 - 15.50)
DIREZIONE: ANGELO PIAZZOLI CURATELA: CLAUDIA EMEDOLI, ANGELO PIAZZOLI, TARCISIO TIRONI ORGANIZZAZIONE: FONDAZIONE CREDITO BERGAMASCO (IN COLLABORAZIONE CON M.A.C.S. DI ROMANO DI LOMBARDIA)
U lt i m a C e n a d i M o r o n i Studi di Emilio Belotti a cura di Claudia Emedoli, Angelo Piazzoli, Tarcisio Tironi
16 novembre – 14 dicembre 2018 lunedì - venerdì: 8.20 - 13.20 / 14.50 -15.50
Palazzo Storico Credito Bergamasco Ingresso libero
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NOVEMBER STORY! Novembre è arrivato con le sue giornate di pioggia e quel clima autunnale che porta con sè la voglia di tessuti caldi e “avvolgenti”. Ecco perché l’idea di uno spazio industrial dettato da una fabbrica dismessa nella provincia bergamasca è stata la scelta perfetta per valorizzare i morbidi capi di Corbù Abbigliamento, lo storico negozio di Gazzaniga che da sempre interpreta le collezioni declinandole in base alle singole personalità. Così, sotto un cielo plumbeo, abbiamo realizzato questo servizio, accompagnati da un partner d’eccezione: la bellissima SUZUKI JIMNY 1.5 4X4, l’ultima nata del brand, presentata in un fantastico color lime. Una nuance in perfetto contrasto con il grigiore del contorno, ma in linea perfetta con il primo outfit composto per Silvia dal parka stampa all over Love Moschino, tricot Ballantyne e berretto Boutique Moschino.
Uno stile metropolitano, come il mood di Manuel, che indossa un caban Emporio Armani e girocollo Iceberg. Un vero e proprio spirito casual chic come la scelta della seconda proposta che vede per lei un vestito in tulle stampa all over firmato Fuzzi, versatile e trasversale, reso più underground dagli accessori e illuminato dal capospalla giallo sole New York Industrie. Ricercato il contrasto tra il taglio svuotato e la trama in lana e seta della giacca di Bryan Hamilton, indossata da
Manuel in abbinamento con felpa tricottata in diagonale Iceberg e cinquetasche Emporio Armani. Cambio di scena: uno scorcio dall’allure ancora più urban è il posto perfetto nel quale immortalare l’outfit successivo, abitino nero a tunica con inserti in pizzo di Iceberg per Silvia mentre per Manuel la scelta è ricaduta su un mood sporty. Uno stile che sempre più sta conquistando la platea maschile in quanto permette una disinvolta eleganza.
Ecco quindi una felpa che lascia il posto ad un blazer con inserti tecno, in abbinamento allo stesso pantalone. Il tutto firmato Les Hommes Urban, maison che interpreta appieno questo concetto di sportività maschile rienterpretato in chiave metropolitan chic. Infine Silvia interpreta con naturalezza l’ironia dell’ambientazione non convenzionale indossando un abito in seta fantasia di Ultràchic: brand d’ispirazione artistica. È la sfida di Corbù: far emergere uno stile personale sganciandosi dai soliti cliché. Dresses: Corbù - Abbigliamento e Accessori, Via D. Maffeis 4 - Gazzaniga (BG) Tel. 035 711047 - www.corbu.it Instagram: @corbu_gazzaniga Car: Autorota Srl Via Campagnola, 40 - Bergamo Tel. 035 5098042 - www.autorota.net Facebook e Instagram: @autorotasrl Agency: Image Time Brescia Model: Silvia e Manuel
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casco system 7 carbon Casco apribile con meccanica a quattro snodi; calotta in carbonio (2 taglie) con una migliore capacità di assorbimento degli urti, un peso ridotto e una rigidità ottimale; calotta interna in EPS costituita da segmenti multipli; visiera a doppia lente interna antiappannamento ed esterna antiappannamento; efficace aereazione fronte/ testa e visiera; ottima aerodinamica ed acustica; visiera parasole integrata azionabile tramite cursore; apertura mentoniera tramite pulsante centrale; sottogola con chiusura a scatto e cinghie per la nuca; trasformazione rapida e semplice in casco Jet; interno estraibile e lavabile in alcantara. Omologazione ECE 22-05
Miniatura R NineT. Scala 1:10 Le proporzioni sono state ricreate alla perfezione nel modellino con molte parti metalliche e parti disegnate ad incisione. Selle morbide, sospensione posteriore mobile, catena mobile, cavalletto mobile, colore nero.
Lucchetto per disco freno con impianto antifurto Impianto antifurto sicuro, piccolo, integrato. Perno di bloccaggio da 13 mm, corpo e componenti strutturali del meccanismo di bloccaggio in acciaio temprato speciale. L’impianto antifurto riconosce vibrazioni e movimenti minimi, attivando un allarme acustico. Da 100 dB per 15 secondi, quindi successiva riattivazione automatica. Il sistema di riconoscimento automatico del disco del freno ne consente il trasporto in condizione chiusa, senza che venga attivato l’allarme. Cilindro serratura speciale per la massima protezione contro le manomissioni. Indicazione dello stato della batteria e di attivazione attraverso segnali acustici e ottici (LED multicolore). Pratica borsa in tessuto per il trasporto e due chiavi, di cui una chiave a LED.
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Mantenitore di carica Miniatura R 1200 GS. Scala 1:10 Le proporzioni sono state ricreate alla perfezione nel modellino con molte parti metalliche e parti disegnate ad incisione. Selle morbide, sospensione posteriore mobile, cavalletto mobile. Colorazioni: Racing Red - Grigio.
Caricabatteria e caricabatteria di mantenimento con microcontroller per batterie da 12 V, adatto per normali batterie al piombo e senza manutenzione, con capacità tra 6 – 25 Ah. Anche per tecnologia CAN-Bus. Carica mediante presa della moto o in alternativa con il cavo adattatore in dotazione, direttamente sui poli della batteria. Può restare collegato a lungo con il veicolo o con la batteria.Vengono effettuati cicli di carica, la batteria viene sorvegliata e ricaricata all’occorrenza. Protezione contro il cortocircuito, l’inversione di polarità e il sovraccarico. Corpo in plastica di forma stabile. Visualizzazione sul display per stato di carica batteria e attività del caricabatteria. Regolazione tramite tastiera a membrana. In dotazione il cavo adattatore per collegamento diretto alla batteria.
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Suzuki Vitara 1.0 BOOSTERJET - consumo combinato 6.1 l/100 km - emissioni di CO2 combinato 121 g/km
SUZUKI PRESENTA LA NUOVA VITARA A trent’anni dal lancio della prima generazione, Nuova VITARA ribadisce il suo carattere da autentico #SUV con uno stile rinnovato, una nuova gamma motori e il massimo della tecnologia Suzuki. Per la prima volta una Suzuki monta i dispositivi di sicurezza per il monitoraggio degli angoli ciechi e il controllo delle manovre in retromarcia. Il #SUV della Casa di Hamamatsu entra a listino a 20.980 € con il nuovo 1.0 BOOSTERJET ed è proposta, in fase di lancio, al prezzo di 17.900 (IVA inclusa, esclusi vernice metallizzata e IPT). La gamma VITARA debuttò nel 1988 affermandosi immediatamente come la pioniera di quello che poi è diventato il segmento dei #SUV compatti. Da allora VITARA è il costante punto di riferimento della categoria per il design ricercato, l’ottima manovrabilità, il comfort nell’uso stradale e le grandi prestazioni nel fuoristrada. Ora, nel 2018, VITARA festeggia trent’anni da leader del mercato rinnovandosi in alcuni punti chiave. L’attuale generazione di VITARA, quarta nella sua storia, è stata lanciata nel 2015 con una carrozzeria che risponde perfettamente alle recenti esigenze di downsizing. Il suo equipaggiamento comprende la trazione integrale Suzuki 4WD ALLGRIP Select, che esalta le prestazioni off-road e migliora la sicurezza su tutti i terreni, e i più evoluti dispositivi elettronici di sicurezza e di connettività. Nuova VITARA presenta un frontale aggiornato con accenti cromati nella mascherina a cinque feritoie, una nota distintiva già presente sulla iV4, concept car che ha dato origine allo stile della Nuova VITARA. Un ulteriore elemento cromato nella parte inferiore della griglia dona al frontale un tocco di eleganza e, grazie al nuovo skid plate posto nella parte inferiore del paraurti, anche un aspetto dinamico. I nuovi gruppi ottici posteriori dal design 3D adottano ora tre file di LED che rendono il look più moderno e conferiscono alla nuova VITARA una firma luminosa inconfondibile.
La gamma dei colori per la carrozzeria si amplia con l’aggiunta di nuove tinte bicolore inedite: lo sportivo e vivace Giallo Tibet metallizzato e l’elegante e sofisticato Grigio Glasgow metallizzato. Entrambi abbinati al tetto nero metallizzato. All’interno dell’abitacolo, i materiali di alta qualità e l’eleganza delle linee rendono Vitara ancora più moderna e raffinata. Altre introduzioni importanti riguardano l’adozione di nuovi inserti soft touch e la presenza di brillanti dettagli argento su plancia, porte e console centrale. Nuovo anche il motivo geometrico sul pannello con finitura metallica argentata che decora la plancia. I sedili adottano un rivestimento scamosciato con cuciture profonde che creano un disegno geometrico e danno un tocco urbano e alla moda. Il bracciolo centrale, con un pratico vano portaoggetti, è ora di serie su tutta la gamma. La strumentazione ha un disegno grintoso e in linea con il carattere deciso di un SUV. L’orologio è a sua volta ridisegnato, per intonarsi meglio con il resto della strumentazione. Il nuovo sistema MY DRIVE, con LCD a colori da 4,2 pollici posto tra gli indicatori, permette di apprezzare meglio le animazioni relative alle varie modalità della trazione integrale ALLGRIP Select e del sistema Hill Descent Control, così come le indicazioni del sistema “occhioallimite”, il dispositivo di riconoscimento dei segnali stradali, che rappresenta una nuova dotazione di sicurezza.
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rinascere corbù DA CINQUANT’ANNI È IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER L’ELEGANZA IN VALLE SERIANA, SI RINNOVA CON UN’IMMAGINE AL PASSO COI TEMPI NEL RISPETTO DEL TRADIZIONALE BUON GUSTO NEL VESTIRE
Fotografie Paolo Biava
La nuova immagine del negozio Corbù di Gazzaniga è opera dell’Interior design Giacomo Bonaldi, nella foto a sinistra, titolare di Lineacolor Studio. Partendo da un tradizionale negozio di abbigliamento della famiglia Cortinovis conosciuto e apprezzato da cinquant’anni, il progettista ha realizzato il nuovo showroom moderno, elegante, molto luminoso e razionale nella disposizione di armadi e spazi vendita. Le opere murarie principali, realizzate da Bioedilia, impresa della famiglia Gualdi, hanno previsto un lieve ridimensionamento degli spazi al piano terra e la valorizzazione di quelli interrati che hanno preso così nuova vita. Le scelte fondamentali, oltre alla ridistribuzione e alla col-
locazione di scaffali, minimali e razionali per scelta, realizzati in cartongesso, hanno riguardato i colori che, per volere della committenza, dovevano essere chiari per dare grande ariosità e armoniosità all’insieme ma anche per segnare una reale discontinuità con l’arredamanto del negozio presistente in legno dalle tonalità scure. Per la pavimentazione è stata scelta una resina chiarissima, posata da Fap Resine divisione di Bergamo Ceramiche, specializzata per queste opere. Per la discesa verso il piano inferiore si è optato per una nuova scala in metallo, realizzata da Zimar, imbottita con uno speciale materiale in modo da risultare resistente ma non rumorosa al calpestio, mentre la
barriera della stessa è stata installata da Vetraria Fenili che ha anche realizzato, alla sommità della scala stessa, una particolare parete in vetro di più strati tra i quali è stata interposta una sottile trama in tessuto in modo da dare luce ad un piccolo ufficio retrostante, senza permettere la visione dell’interno. L’eleganza della scala è sottolineata nella parte sottostante da una illuminazione lineare che ne definisce il profilo, così come avviene per le armadiature in cartongesso di tutto il negozio. L’intero vano scala è stato impreziosito da alcune sospensioni dalla luce
calda fornite da Luce IN. Tutti gli altri corpi illuminanti sono stati creati ed installati da Ivan Guerini che si è anche occupato dell’impianto elettrico con dotazione di tipo domotico KNX e possibilità di supervisione da tablet o smartphone, sia per i comandi delle luci, sia per quelli della climatizzazione e della movimentazione delle protezioni solari delle vetrine. Queste ultime sono state realizzate da L’Artigiano della Tenda che si è anche occupato del recupero di alcuni banconi preesistenti destinati alla vendita rivestendoli con una imbottitura in morbida pelle chiara, la
stessa utilizzata anche per il rivestimento di alcune pareti. Per illuminare in modo uiforme alcuni spazi è stato utilizzato Il Sistema Barrisol, di cui è esclusivista Bergamo Ceramiche. Si tratta di un telo in pvc teso lungo il perimetro grazie ad un sistema di fissaggio brevettato, in grado di adattarsi ad ogni tipo di forma per rinnovare, decorare, isolare e può integrare qualsiasi tipo di elemento come faretti o condizionatori. L’arredamento degli spazi vendita è stato curato dalla Monticelli e Pirovano, rinomata e storica falegnameria che li ha realizzati su misura.
L’insieme del nuovo negozio risulta così molto accogliente, sobriamente raffinato ma non freddo e in linea con la clientela di Corbù, da sempre abituata a trovare qui i brand più rappresentativi della moda internazionale, proposti con un’attenta scelta da Francesca Cortinovis.
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AMBULATORIO DI MEDICINA OMEOPATICA
TRA LE TANTE AREE DELLA MEDICINA TRATTATE PRESSO IL CENTRO MEDICO VALSERIANA QUESTO MESE AFFRONTIAMO LA MEDICINA DELLO SPORT, PER LA QUALE IL CENTRO PRESENTA 4 SPECIALISTI
LA MEDICINA DELLO SPORT
Nato 25 anni fa, il Centro Medico Valseriana Nato 25 anni fa,diilVertova Centrorappresenta Medico Valseriana Polispecialistico la più Polispecialistico di Vertova rappresenta importante realtà di struttura privata la e più conimportante realtà di struttura privata e convenzionata, di servizi diagnostici medicichirurvenzionata, di servizi diagnostici medicichirurgici in Val Seriana. gici in Val Seriana. La nostra ambizione è quella di migliorare la La nostra è quella di lemigliorare salute delleambizione persone, utilizzando tecnologiela salute delle persone, utilizzando le tecnologie più innovative e collaborando con i migliori più innovative e della collaborando i migliori medici specialisti provincia con di Bergamo. medici specialisti della provincia di Bergamo. La nostra struttura offre prestazioni sanitarie La nostra struttura offrechirurgiche, prestazionicliniche, sanitarie specialistiche, mediche, specialistiche, mediche, chirurgiche, cliniche, strumentali e di prevenzione (check-up). strumentali di prevenzione (check-up). Accogliamo eogni giorno i nostri pazienti impeAccogliamo ogni giorno i nostri pazientiduranimpegnandoci con cortesia e professionalità gnandoci con cortesia e professionalità durante tutto il loro iter terapeutico diagnostico e te tutto il loro iter terapeutico diagnostico e riabilitativo, in quanto la loro salute è il nostro riabilitativo, in quanto la loro salute è il nostro obiettivo finale. obiettivo finale. AL SERVIZIO DELLA TUA SALUTE. AL25 SERVIZIO DELLA TUA SALUTE. DA ANNI ACCANTO ALLA GENTE DA 25 ANNI ACCANTO ALLA GENTE CON PASSIONE E IMPEGNO CON PASSIONE E IMPEGNO.
Presso il centro Medico Valseriana a Vertova è da tempo operativo l’ambulatorio di Medicina omeopatica mediante il contributo fornito NeDottor parliamo con il Maffeis. Dr. Claudio Sprenger responsabile del servizio. dal Cesare Cercheremo in poche righe di descrivere in Qual’é in sintesi l’area in cui si colloca la Medicina dello Sport? modo chiaro ed esaustivo di cosa si tratta, ponendoci delle domande “La mission del servizio di Medicina dello Sport è quella di focalizzare l’attenfrequenti ed attuali che sianno utili per fugare quei dubbi che sovente zione sull’atleta garantendo non solo la tutela sanitaria dell’attività sportiva nascono nell’opinione pubblica quando si parla di Omeopatia. agonistica e non agonistica, ma anche la promozione dell’attività motoria in tutta la popolazione. È infatti nota, oltre che suffragata da ormai numerosisCosa l’Omeopatia? simeèevidenze scientifiche, l’efficacia dell’attività fisica nella prevenzione di Lamolte Medicina Omeopatica è un metodo clinico e terapeutico che esamina il patologie croniche”. paziente nella sua globalità prendendo in considerazione Cosa comporta il Servizio di Medicina dello Sport? unitariamente sia gli“Comprende: aspetti fisiologici, anatomici, costituzionali, ereditari, emotivi e mentali. visite mediche di idoneità agonistica e non agonistica con il rilascio della relativatiene certificazione cosìdifferenze come previsto dalle normative statali Il medico omeopata conto delle individuali, della “storia” del in materia. Il certificato è rivolto sportivi che effettuano attività paziente e cura ciascuna agonistico persona con il suo aspecifico farmaco omeopatico, presso fondazioni sportive iscritte o similari UISP, scelto “susocietà misura”o dopo un’accurata visita. NonalviCONI sono cure uguali(CSI, per tutti, mentrevail non agonistico èe rivolto le persone maetc.), la terapia personalizzata adattataa tutte al singolo caso. che effettuano attività ludico sportiva infatti presso c’è palestre e centriÈfitness, piscine scuole, a scopo Dietro ogni malattia un malato. il malato cheeva innanzitutto ricreativo e senza fini agonistici. curato per poter vedere risanata la malattia. La medicina omeopatica non La visita medica agonistica comprende come base di partenza un accurato sopprime con la forza i sintomi senza comprendere da cosa essi siano origiesame obiettivo con valutazione dell’aspetto osteoscheletrico, respiratorio nati, cerca di risalire alla causa deldidisturbo un’analisiquali del paziente e cardiologico ed effettuazione specificiattraverso esami strumentali, elettroconsiderato nellaa sua individualità ed unicità. cardiogramma riposo e da sforzo (master test e test al cicloergometro), esame spirometrico, esame urine e valutazione visus. Cosa i farmaci omeopatici? Per ilsono rilascio del certificato agonistico è necessario essere in possesso della Sono preparazioni ricavate principi attivi naturali ottenuti documentazione richiesta esclusivamente dalla normativadaregionale vigente (richiesta delsocietàminerale, di appartenenza timbroNon e firma originaleprincipi del presidente, dalla regno vegetale con e animale. sonoinpresenti attivi di pregresso certificato idoneità agonistica, codice fiscale e carta d’identità). sintesi chimica. Questedisostanze vengono attivate mediante un particolare Per gli sportivi di genere maschile di età superiore a 40dianni e per tossicità gli sportivie processo di diluizione e dinamizzazione che le priva qualsiasi di ne genere femminile di età superiore a 50Sono anni èdistribuiti prevista anche l’effettuazioche risveglia le proprietà terapeutiche. esclusivamente in ne di esami ematici (emocromo, creatinina, glicemia, trigliceridi, colesterolo farmacia, e possono essere prescritti solo da medici autorizzati ed accretotale), per la valutazione del rischio cardiovascolare. ditati, vale a dire laureati in Medicina e Chirurgia, abilitati all’esercizio della Per quanto riguarda la visita di tipo non agonistico, essa comprende una professione medica e iscritti all’Albo dell’Ordine dei Medici. valutazione cardiologica, respiratoria e osteoscheletrica con effettuazione di elettrocardiogramma a riposo”. È Un vero che non intossicano? lavoro d’equipe? I medicinali omeopatici non hanno alcunamedici tossicità, nonall’interno contengono “Il lavoro di sinergia svolto dai diversi chepoiché operano del sostanze chimiche allo stato ponderale (cioè correlate al peso Centro Medico Valseriana consente di avere una visione a 360° delcorporeo paziente dele, paziente). meccanismi da quelliè nel caso diAgiscono eventualicon dubbi diagnosticicompletamente insorti durantedifferenti la visita medica effettuare visite e esami secondo livello. Tra questi è possibile avere deipossi farmaci convenzionali tali dadinon generare effetti secondari indesiderati. visite specialistiche di tipo ortopedico, cardiologico, podoNon hanno quindi alcuna controindicazione, né effettinutrizionistico collaterali. Perequesto logico. I nostri medici possono seguonoessere sportivi professionisti ed ex professionisti i medicinali omeopatici tranquillamente somministrati sia in di varie specialità sportive e di possono ogni livello agonistico il Centro Valseriana gravidanza che in allattamento; essere inoltree di rilevante imporponeeddaopportuni sempre attenzione ai costi delleo ipersensibili varie prestazioni, permettendo tanza per i pazienti allergici ai comuni farmaci. l’accesso a tutta la popolazione (famiglie con numerosi figli, etc.) e a tutte le È una medicina dolce, che rispetta l’ecologia dell’organismo proprio perché società sportive. utilizza le leggi naturali di guarigione. La nostra segreteria è a completa disposizione dei privati e delle società per L’omeopatia come medicina preventiva le informazioni e l’organizzazione del servizio. La vera prevenzione consiste nel curare la predisposizione alla malattia. L’Omeopatia permette di capire quali siano le tendenze patologiche del
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paziente, cioè verso quali disturbi è predisposto. È una terapia costituzionale, che migliora le difese, incrementa la resistenza alle malattie, migliora lo stato generale e anche l’atteggiamento psichico dell’individuo. L’Omeopatia non si limita a lenire i sintomi, ma a identificare e neutralizzare le cause profonde della malattia impedendo o diradando le possibilità della stessa di recidivare. Cosa cura l’Omeopatia? Non è possibile fornire un preciso elenco delle patologie curabili, perché ciascun caso va considerato di volta in volta. Si può infatti dire che la medicina omeopatica cura sia le malattie organiche sia quelle funzionali, sia le acute sia le croniche. L’omeopatia, proprio in considerazione di quanto sopra espresso, è risultata pertanto efficace sia nei disturbi della menopausa sia nelle turbe della circolazione, nelle allergie respiratorie (allergia da pollini e da alimenti), nella prevenzione e cura delle malattie acute respiratorie (faringiti, bronchiti), nei disturbi della psiche (insonnia, depressione), nelle cefalee, nelle malattie del tratto gastroenterico, nelle affezioni e di carattere dermatologico (dalle punture degli insetti alle dermatiti), nelle problematiche vascolari e nei disturbi del metabolismo. Cosa non cura l’Omepatia? Essendo una medicina diciamo generalista e non specialistica, non può ovviamente curare qualsiasi patologia. È parere del Dottor Maffeis che, essendo la Medicina Omeopatica una pratica terapeutica che stimola l’individuo reattivo ed immunocompetente, non sia da consigliare in patologie di carattere degenerativo anzi, ove non vi sia una veloce e chiara riposta ad una cura omeopatica, è buon uso indirizzare il paziente verso ulteriori apprendimenti diagnostici e clinici.
Il Centro Medico Valseriana, da sempre attento alle richieste dei pazienti si è aperto da tempo nei confronti delle medicine non convenzionali allestendo un ambulatorio di Medicina Omeopatica organizzato da oltre 10 anni dal Dottor Cesare Maffeis. Il lavoro del Medico Omeopata si avvale della collaborazione di tutti gli altri specialisti del Centro Medico Valseriana lavorando di complemento e non in alternativa alla medicina classica. Ci si può curare associando medicina omeopatica e medicina di sintesi scegliendo il miglior strumento curativo per il paziente. Una via integrata rappresenta oggi un indirizzo verso cui la scienza in generale si sta indirizzando, lo testimoniano il recupero della terapia a base di vitamine ed il grande interesse suscitato dalla pre e probiotica sulle disfunzioni del tratto digerente.
DR. CESARE MAFFEIS
Il Dr. Cesare Maffeis si è laureato a pieni voti in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Pavia. Ha conseguito con il massimo dei voti il Master in Medicina Integrata ed Omeopatia di II livello presso l’Università degli Studi di Siena. Iscritto al n.18 dell’Albo dei Medici Omeopati dell’Ordine dei Medici Chirurghi delle Provincia di Bergamo. Si è formato per presso le scuole francesi e lombarde di omeopatia seguendo l’indirizzo pluralista. Insegna in corsi accreditati da oltre 10 anni in tutta Italia Omeopatia per Medici e Farmacisti. Da circa 5 anni è docente di omeopatia presso l’Università degli Studi di Bergamo nel master di II livello “Il farmacista e i prodotti omeopatici: strategie di Marketing”. Dal 2013 ha sviluppato competenza di lavoro in ambito geriatrico e manageriale sanitario dirigendo Rsa, tra cui la Rsa di Cene, la Fondazione Cecilia Caccia in Del Negro di Gandino, è attualmente Direttore Sanitario della Rsa Ospedale Milesi di Gromo e Direttore Sanitario ed Amministrativo della Fondazione Casa di Riposo San Giuseppe di Gazzaniga, siede nel Consiglio di amministrazione della Fondazione Sant’Andrea di Clusone e della Fondazione Balicco di Martinengo. Dal 2017 è Direttore Sanitario del Centro medico Valseriana di Vertova. Negli anni il Dott. Maffeis ha sviluppato un metodo di relazione con il paziente imperniato su un’analisi attenta dello stesso: durante una visita di circa un’ora egli effettua un’approfondita anamnesi che conduce ad una visone completa della condizione clinica dell’individuo. La comprensione e l’attenzione nell’analisi dei sintomi esibiti durante una visita medica rappresentano un pilastro della medicina non solo omeopatica ma della scienza medica in generale. Il tempo dedicato all’ascolto e un esame obiettivo approfondito incarnano un criterio essenziale (e mai scontato) per un corretto approccio diagnostico efficace e terapeutico al paziente. Il Dottor Maffeis ha scelto un approccio integrato che non esclude la medicina classica ma lavora invece ad una sintesi tra le due vie. Predilige un’iniziale scelta dell’omeopatia come indirizzo terapeutico onde valutare se l’organismo abbia sempre una capacità di reazione propria alla patologia sviluppata. Si avvale comunque di tutta la diagnostica e della specialistica medica del caso onde valutare la miglior scelta terapeutica per il proprio paziente. Ciò consente di affrontare una casistica di disturbi estremamente vari che affastellano la clinica quotidiana: disturbi di natura psicosomatica, dolori diffusi, disturbi psicosomatici e di complesso inquadramento diagnostico.
UN ANNO DI SUCCESSI PER L’ACCADEMIA DELLO SPORT
L’ultima emozione sul campo è datata 6 ottobre. La «stagione sportiva» dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà di Bergamo si è conclusa con la gara «Ai Colli di Bergamo Golf», ultima prova del circuito «Bergamo e lo sport per la solidarietà» che ha animato l’autunno del golf orobico (le tappe precedenti: il 16 settembre a «Villa Paradiso» e il 23 settembre alla «Rossera»), l’ennesima giornata di amicizia e di valori. Ora è il momento dei bilanci di un anno di attività, ma già si guarda al futuro, come sempre. «La gara Ai Colli di Bergamo del 6 ottobre è stata un successo, uno degli appuntamenti più riusciti che abbiamo organizzato in tanti anni di attività», sorride Giovanni Licini, “trascinatore” dell’Accademia. Si è giocato su un impianto splendido, la partecipazione è stata alta e la giornata si è conclusa con un buffet delle aziende «Ca’ del Botto», «Ftb Branzi», «Caseificio Latini», «Caseificio del Cigno». «Coniugare lo sport alle eccellenze agroalimentari della nostra terra: questa è una formula che potremmo ripetere – prosegue Licini -. Ci fa piacere ricevere ogni volta l’abbraccio di tanti amici. Il grazie va a tutti i volontari e a tutti i collaboratori, ai partner che ci sostengono, a tutto il territorio che ci dà risposte sempre positive». È stato un anno lungo per l’Accademia. Il torneo primaverile di golf alla fine ha «dribblato» anche il maltempo, poi è arrivato il momento del Tennis 2018, lo storico torneo
che da sempre rappresenta il momento più atteso dell’Accademia, concluso dalla serata di gala alla Fiera di Bergamo con quasi 600 invitati. Si sono celebrati come di consueto i «Golden Vip» assegnati dall’Accademia: a Giovanna Mangili, direttore della Patologia neonatale dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, è stato consegnato il premio per l’eccellenza medica; Golden Vip per l’imprenditoria è Olivo Foglieni, a capo del Gruppo Fecs, holding bergamasca da 300 milioni di fatturato e sette stabilimenti produttivi tra Italia ed estero; a Michela Moioli, snowboarder di Alzano medaglia d’oro alle ultime olimpiadi invernali, il Vip d’Onore in memoria di Gianni e Luciana Radici. La storia di generosità dell’Accademia racconta ormai di un milione e 400 mila euro donati negli ultimi quattordici anni. I proventi del 2018 permetteranno di sostenere tre progetti: si aiuterà l’Unità operativa complessa di Riabilitazione specialistica (ex Casa degli Angeli di Mozzo) facente capo all’Asst Papa Giovanni XXIII per la costruzione di un percorso per outdoor wheelchair training dedicato a persone in carrozzina a causa di traumi vertebrali dovuti a incidenti o malattie; un’altra «partnership» è con l’associazione SOS – Solidarietà in Oncologia San Marco-Zingonia, per approfondire la ricerca e la cura nelle patologie tumorali; l’Accademia aiuterà anche la Patologia neonatale presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII con l’acquisto di una nuova strumentazione.
GIÀ SI LAVORA PER IL 2019 Un primo appuntamento è in agenda: è stata fissata la serata in cui verranno consegnati i proventi alle associazioni beneficiarie, l’appuntamento è per domenica 24 febbraio 2019 al Creberg Teatro di Bergamo per un evento all’insegna della solidarietà, della musica e dell’amicizia. E si stanno intensificando i contatti per scegliere le associazioni beneficiarie delle attività del prossimo anno: «La nostra filosofia è sempre quella di sostenere progetti concreti delle eccellenze del nostro tessuto sociale e del nostro volontariato – rimarca Giovanni Licini. Abbiamo particolarmente a cuore la salute e la sanità, l’aiuto a chi soffre. Oggi, purtroppo, le difficoltà della finanza pubblica stanno mettendo sempre più in difficoltà tutto il settore della sanità e della ricerca pubblica. La società civile e i privati sono chiamati a fare la propria parte: occorre aiutare il sistema per permettere a tutti di poter accedere a cure di qualità. Noi come associazione di volontariato ci proviamo da anni, con risultati importanti: le tante apparecchiature donate, il legame e il sostegno a medici, strutture ospedaliere e istituti di ricerca sono segni tangibili di un impegno che da parte nostra non verrà mai meno».
CAREDENT DENTAL EXPERTS:
LA NUOVA FRONTIERA DELL’ORTODONZIA
Testo Valentina Colleoni Fotografie Paolo Biava
DALLA FUSIONE TRA DUE AZIENDE STORICHE, NASCE A CURNO UN CENTRO TECNOLOGICAMENTE AVANZATO PER LA TUTELA DEI NOSTRI DENTI
Quando parliamo di denti l’attenzione deve essere sempre massima sia in fatto di cura che di prevenzione, in quanto il ruolo che essi giocano nella nostra salute quotidiana è fondamentale. Ecco perché è necessario rivolgersi a professionisti qualificati e dotati di quella giusta esperienza che solo l’operatività sul campo può dare. Proprio come per CareDENTe Dental Planet, due consolidate realtà nel settore medico e dentistico che dopo anni di attività hanno deciso di unire le proprie qualifiche dando vita a CareDENT Dental Experts, diventando così un punto di riferimento per l’innovazione e la tecnologia applicata a questo settore. Il passato di CareDENT Dental Experts non è però recente ma vanta già una certo nome, in quanto fondato a Bergamo nel 2010 e oggi in continua fase di espansione. Lo scorso 29 ottobre è stata inaugurata a Curno l’ultima delle tante altre sedi già attive tra cui Seriate, Ponte San Pietro, Villa D’Almè, Stezzano, Albino, Bergamo, Trescore Balneario, Romano di Lombardia e Treviglio. Un successo guidato da Fabrizio Oliveri, Amministratore Delegato del gruppo CareDENT Dental Expert, che ha presentato questo successo come conseguenza di una strategia vincente, improntata nel seguire due direzioni: la crescita continua sia in Lombardia, sia nelle altre Regioni, attraverso nuove aperture e acquisizioni e la ricerca costante di servizi innovativi e percorsi personalizzati sulle esigenze dei pazienti. Tutto questo con un chiaro obiettivo: continuare a garantire qualità, sicurezza e professionalità alla portata di tutti, attraverso la proposta di prezzi concorrenziali e accessibili, possibili grazie ai forti risparmi sugli acquisti, conseguenza di accordi stipulati con i fornitori più prestigiosi e all’elevato volume di prestazioni erogate.
Ogni centro CareDENT Dental Experts vanta inoltre la presenza di un team di medici dentisti e odontoiatri con pluriennale esperienza nelle diverse discipline (implantologia, odontoiatria generale, chirurgia, ortodonzia, pedodonzia, protesi, estetica, gnatologia), che segue rigorosi protocolli di trattamento al fine di garantire un elevato standard, oltre che di cure, anche di servizio al paziente. Altamente sviluppata inoltre la tecnologia di tutti i macchinari utilizzati: dall’ortopanoramica alla tac, dalla telecamera intra-orale allo scanner 3D. Per rendere ogni intervento sicuro, l’attività dei medici è supervisionata da un comitato scientifico composto da 13 medici rappresentativi delle diverse branche dell’odontoiatria che aiuta a costruire e mantenere costantemente aggiornati i protocolli e le procedure in ambito medico: una garanzia aggiuntiva unica per la salute e la sicurezza di tutti i pazienti. Per tutti questi motivi CareDENT Dental Experts è oggi considerato uno dei punti di riferimento del settore, scelto ogni anno da centinai di pazienti anche nella nostra città, che da oggi anche a Curno potranno trovare un team di 7 professionisti tra medici dentisti, odontoiatri, ortodontisti e igienisti, guidati dal direttore sanitario, Dr. Matteo Braschi, operanti in una nuovissima struttura situata in via Enrico Fermi 5, svi-
luppata su una superficie di 200 mq. Anche qui i macchinari a supporto dello staff sono di ultimissima generazione come lo scanner digitale, il microscopio operatorio che permette di migliorare l’esecuzione dei trattamenti di endodonzia e il laser dentale a diodi per la chirurgia e il trattamento di patologie come la parodontite e la perimplantite. Nota aggiuntiva: Il nuovo centro dispone anche di una sala chirurgica dove è possibile eseguire delicati interventi come gli impianti zigomatici, la nuova frontiera dell’implantologia. Una vera e propria dimensione della prevenzione quella offerta da CareDENT Dental Experts che solo per il mese di novembre taglierà importanti traguardi quali le aperture di Grosseto, Alba e Roncadelle, puntando entro il 2020 ad un totale di 100 cliniche dentali su tutto il territorio nazionale con oltre 500 dipendenti. Un successo senza sosta a favore della nostra salute dentale.
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Giovedì 11 Ottobre presso Villa d’Este la concessionaria Scuderia Blu ha presentato la nuova Maserati Levante nelle due versioni GranLusso e GranSport. Anche per il 2019 la casa del Tridente prosegue la strada già tracciata nel corso del 2018, proponendo due diversi allestimenti personalizzabili in base alle esigenze di ciascun tipo di cliente. La GranLusso pone l’accento su lusso e comfort, mentre la GranSport fa della dinamica il suo fiore all’occhiello. L’attesissimo restyling della vettura è stato presentato nella splendida cornice del lago di Como: l’univeiling delle vetture è stato accompagnato da un magnifico spettacolo di fontane luminose che ha incantato tutti i presenti. Nel corso dell’intera serata i presenti hanno potuto degustare le creazioni di alcuni maitres chocolatiers: un’esperienza sensoriale unica, la cui arte testimonia l’artigianalità italiana, la cura per il dettaglio e l’attenzione verso le materie prime. Valori che si sposano perfettamente con l’eccellenza italiana di cui Maserati si fa portavoce a livello mondiale e che hanno conferito un “gusto” speciale ad una serata magica.
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Confortevoli cucce in legno Un progetto pensato ad hoc per gli amici a 4 zampe, frutto della collaborazione tra due realtà italiane che operano in settori d’eccellenza del nostro Paese, l’architettura e la moda: Rubner Haus, azienda del Gruppo Rubner specializzata da oltre 50 anni nella costruzione di abitazioni in legno, e Poldo Dog Couture, luxury brand dedito alla creazione di raffinati capi d’abbigliamento per cani. Obiettivo: realizzare confortevoli cucce in legno, completamente sostenibili. Moderne e naturali, le cucce Rubner Haus per Poldo Dog Couture assicurano al proprio cane una perfetta temperatura all’interno. Inoltre, sono dotate di un materasso interno a media intensità che, oltre ad adattarsi alla temperatura corporea dell’animale, permette al peso del corpo di distribuirsi in maniera uniforme su tutto il cuscino, assecondando ogni movimento dell’animale assicurandogli benessere in ogni momento e sollievo ad articolazioni e colonna vertebrale.Le cucce hanno dimensioni di L55xL55xH65 cm e sono acquistabili, insieme al kit di ciotole con base in legno, a partire dal 10 novembre 2018, al prezzo consigliato di 899€, presso il negozio Gio moretti Via della Spiga 4, Milano www.poldodogcouture.com
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Nome? “Andrea Cattaneo”. Da quanto sei harleysta? “Dal 2015”. Come è nata questa passione? “Da mia moglie. Per un po’ fui il suo zavorrino in quanto io avevo una Gold Wing. Ma la passione per Harley fu una cosa che crebbe da sola e in poco tempo vendetti la mia moto per comprare la mia prima Harley”. Cosa ti ha fatto innamorare di Harley? “Oltre all’amore per mia moglie? La compagnia di un gruppo affiatato dove ho trovato tantissimi amici”. La tua Harley è… “Un Road Glide Special” Caratteristiche? “Semplicemente stupenda!”. È stata customizzata? “Sì, ho apportato parecchie modifiche sia tecniche che strutturali”. Cosa significa essere harleysta? “Avere uno spirito libero e credere in valori molto forti come l’amicizia, il senso di appartenenza al gruppo ed il rispetto”. Il viaggio più bello in Harley? “Ogni viaggio ha una sua storia ma di sicuro Praga”. E il viaggio più lungo? “Sempre a Praga quest’anno”. Un sogno legato ad Harley? “Vorrei viaggiare di più, ma per ora il tempo a disposizione non lo consente”. Harley è… “Passione e voglia di vivere”.
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Nome? “Viviana Butta”. Da quanto tempo sei harleysta? “Ufficialmente dal 2012 quando conseguii la patente ma già prima con il foglio rosa guidavo la mia 883”. La tua moto attuale? “Una Street Bob”. Come la definiresti? “Stupenda! Un concentrato di adrenalina al femminile, in quanto è perfetta per essere guidata da noi donne”. Colore e customizzazione? “Rossa. Per ora non ho ancora apportato alcuna modifica”. Cosa provi quanto guida la tua Harley? “Un grande senso di libertà. Io amo molto viaggiare da sola e con lei ogni viaggio è un’esperienza unica”. Quanto e quando usi la sua moto? “Tutti i giorni in quanto mi sposto solo in Harley. Anche per recarmi al lavoro”. Un vero e proprio senso di appartenenza quindi? “Sì, più la usi più diventi un tutt’uno con la tua moto”. Il tuo viaggio più bello in Harley? “Con mio marito, al raduno a Balocco, dove abbiamo corso in pista. Indimenticabile”. Ed il più lungo? “Praga come zavorrino con mio marito” Un sogno tutto harleysta? “Una Breakout ovvero un’ Harley molto più grossa di quella che ho attualmente”. L’emozione provata durante il tuo primo viaggio in Harley? “Stupita ed affascinata da un mondo tutto nuovo, da conoscere ed amare in quanto ricco di emozioni e contraddistinto da un grande senso di appartenenza”. Fai parte del Chapter Bergamo? “Sì, Chapter Bergamo e anche Gruppo Ladies. Di recente in dieci harleyste abbiamo organizzato un raduno riuscitissimo sul Lago di Garda al quale hanno partecipato ben 200 ladies. Un’emozione unica che si replicherà nel 2019 con tante novità in programma”. Harley è… “Libertà!”.
CHI C’ERA
UN’EDIZIONE DA RECORD! Dal 22 al 27 ottobre scorsi, durante la X edizione della Settimana per l’Energia, si sono susseguiti sei giorni di eventi, incontri e proiezioni per promuovere la cultura del consumo responsabile, approfondire gli aspetti tecnici e normativi della green economy, creare occasioni di aggregazione e riqualificazione professionale attraverso l’offerta di nuovi servizi. Un’iniziativa che, anno dopo anno, riscuote sempre più successo: quest’anno, infatti, la kermesse intitolata “Energia e Clima” ha coinvolto oltre 3.000 partecipanti, di cui 1.800 studenti. Sono stati ben 19 gli eventi organizzati in 16 diverse location tra cui 11 convegni (3 a Bergamo e 8 fuori provincia), 6 eventi dedicati alle scuole, 2 iniziative collaterali: un programma ricchissimo che ha coinvolto 86 relatori di prestigio anche internazionale e 34 tra sponsor e partner istituzionali e aziendali. Efficienza energetica e sviluppo sostenibile, lotta al cambiamento climatico e mobilità sostenibile sono stati gli argomenti maggiormente dibattuti. Gli incontri proposti nella nostra provincia sono stati realizzati grazie ad un tavolo scientifico che ha visto, a fianco di Confartigianato Imprese Bergamo, gli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri, Confcooperative Bergamo, ANCE Bergamo, Imprese e Territorio, l’Ufficio Scolastico per la Lombardia – ambito territoriale di Bergamo, l’Università degli Studi di Bergamo, Bergamo Sviluppo – Azienda speciale della Camera di Commercio, il centro studi europeo Cetri-Tires e UBI Banca. Da segnalare inoltre il patrocinio di Regione Lombardia, del Comune e della Provincia di Bergamo, e, da quest’anno, della Fondazione Bergamo Smart City & Community. La manifestazione ha avuto inoltre il coordinamento scientifico del Politecnico di Milano e il coinvolgimento del CESC – Centro sulle dinamiche economiche, sociali e della cooperazione dell’Università degli Studi di Bergamo che ha presentato la ricerca commissionata da Confartigianato Imprese Bergamo dal titolo “La mobilità elettrica nel contesto urbano: Bergamo, quale futuro?”. Ecco le foto scattate durante l’evento conclusivo tenutosi sabato 27 ottobre all’ex Monastero del Carmine in Città alta.
Ph. Sergio Nessi - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bg.it
CHI C’ERA
HAPPY FRIENDS SHOW Happy Friends si è fatta conoscere dal pubblico bergamasco in questi primi dodici mesi di attività per la grande professionalità dei suoi operatori e una concezione del tutto nuova di intendere il servizio veterinario. Un’equipe di medici veterinari e specialisti, ognuno con specifiche competenze, in grado di prendersi carico di ogni problematica che ha a che vedere con la salute ed il benessere degli animali da compagnia. Per festeggiare con gli amici, umani a animali, il primo anno di attività ha dato vita ad un evento nel quale i protagonisti sono stati i cani con i loro padroni. Un dog show che lontano dai soliti schemi delle esposizioni canine ha dato modo a tutti di mettersi in mostra per un Happy Friends Show che si ripeterà prossimamente. Sì perché vedere cani sia di razza, sia meticci, con i loro orgogliosi padroni dare il meglio di sé in una amichevole sfilata è stato un vero piacere per i partecipanti e per chi ha assistito. Border collie molto ubbidienti, impazienti bull dog francesi ed inglesi, simpatici di razza incerta, eleganti levrieri, pastori tedeschi, golden retriver, boxer, carlini... tutti insieme a prendersi coccole e applausi. Alla fine ricchi premi per tutti, e fotografie di gruppo. Happy Friends sulla Strada Provinciale Briantea, vicino all’uscita Longuelo. Per info: 0350159227 – info@happy-friends.it
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CHI C’ERA
CONFERENZA ANNUALE TECNOCASA:
PREZZI STABILI, COMPRAVENDITE IN AUMENTO Il mercato di Bergamo si sta avviando verso la stabilità. Nella prima parte dell’anno le quotazioni del mattone sono diminuite del -1% rispetto al secondo semestre 2017. Il settore è comunque dinamico sostenuto principalmente da famiglie in cerca dell’abitazione principale e acquisto migliorativo. Non mancano, però, gli investitori in cerca di monolocali e bilocali da mettere a reddito che si focalizzano prevalentemente su immobili dal valore compreso tra 40 e 70 mila euro. La tipologia maggiormente richiesta in città è il trilocale (54,4%); domanda che incontra l’offerta visto che il taglio più presente sul mercato è proprio il trilocale (50,4%). La disponibilità di spesa concentra il 43,1% delle richieste nella fascia fino a 119 mila euro. Da segnalare, anche, l’aumento delle compravendite nel primo semestre del 2018 nell’intera area di Bergamo, che registra un incremento generale in città (+3,1%) ed in provincia (+3,3%) rispetto al pari periodo del 2017. Attivo anche il mercato delle locazioni dove si registra un buon numero di richieste in particolare da parte di lavoratori trasfertisti e studenti, in particolare nell’area dell’Università e dell’ospedale nuovo. I canoni di locazione medi registrati a Bergamo sono: bilocali 440 euro al mese, trilocali a 540 euro al mese. Questi, in sintesi, i dati divulgati dal Gruppo Tecnocasa durante la consueta conferenza annuale che, come tradizione, ha richiamato l’interesse non sono di molti addetti ai lavori ma anche di numerosi cittadini ingolositi dall’opportunità di acquistare un’abitazione in virtù di condizioni davvero favorevoli. Tra i relatori presenti Marco Anzini, Team manager Tecnocasa, Carlo Assandri, Consulente Tecnocasa, Andrea Vecchiarelli, Affiliato Tecnocasa, e Andrea Sciarrillo, Consulente Senior Kiron Partner S.p.A.
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CHI C’ERA
IL GRUPPO TECNOCASA SBARCA A BRUSAPORTO INAUGURATA UNA NUOVA SEDE DEL GRUPPO TECNOCASA SUL TERRITORIO BERGAMASCO: IN SEGUITO ALLE APERTURE DI COLOGNO AL SERIO ED ALBANO S. ALESSANDRO AVVENUTE AD INIZIO ANNO, SALGONO A 29 LE FILIALI PRESENTI A BERGAMO E PROVINCIA Una crescita che non conosce più confini, un consolidamento che certifica l’ottimo lavoro sin qui svolto. Il Gruppo Tecnocasa mette le radici in provincia di Bergamo e brinda alla sua ultima inaugurazione: la filiale di Brusaporto il cui battesimo ufficiale è avvenuto lo scorso 3 novembre. Un risultato possibile grazie soprattutto ad una crescita a doppia cifra per utile netto e valore della produzione come attesta il lusinghiero bilancio con cui il Gruppo ha chiuso il 2017 (in crescita del 40% rispetto all’esercizio precedente). Numeri importanti, dunque, che hanno di fatto consacrato il Gruppo Tecnocasa leader del franchising immobiliare, della consulenza e mediazione creditizia, del trading e consulenza immobiliare, nonché del settore finanziario ed assicurativo.
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Dall’esperienza di successo de Il Cielo di Dalmine ha preso vita a Bergamo in Via Camozzi 144 il bellissimo Domus Drink Food Lab, un locale davvero innovativo per Bergamo, dove è possibile degustare una ricca proposta di cocktail e un menù piatti gourmet. Ambiente elegante e curato nei minimi particolari, pensato come un’abitazione, con salotti, un sala per il pianoforte e una biblioteca, ricavati all’interno del trecentesco Palazzo Camozzi, una delle più celebrate dimore storiche di Bergamo. Cinque grandi ambienti ristrutturati con maestria dall’architetto Stefania Zucchinali capaci di stupire per il calore, l’accoglienza, i colori delle pareti, dei raffinati arredi e per la scelta delle bellissime lampade. Dalla cucina arrivano piatti studiati in modo da riuscire a conquistare il palato di ogni buongustaio e la cantina propone etichette che non deluderanno neppure gli intenditori più esigenti. Nelle prossime pagine troverete un reportage della serata dell’inaugurazione avvenuta il 25 ottobre scorso, con le fotografie di alcuni tra gli amici intervenuti per augurare lunga vita al Domus; in seguito una breve intervista con Stefania Zucchinali autrice del progetto di ristrutturazione e alcune particolarità del locale.
ARCH. STEFANIA ZUCCHINALI Qui è possibile precedere la cena con un aperitivo “Nella sala da pranzo tavoli e credenza creano la condizione ideale per degustare i menù prelibati dei maestri chef che lavorano defilati in una cucina arredata con le più avanzate attrezzature. Nel salotto davanti al camino, divani e poltrone conciliano la degustazione di cocktail after dinner. L’ambiente con le dimensioni maggiori é stato riservato alla sala pluriuso, con il piano a mezza coda, i tavoli ed i divani che consentono un utilizzo diversificato e molteplice. La biblioteca, luogo per antonomasia legato al piacere della lettura, dell’approfondimento della conoscenza, e del… buon bere. Il giardino con le adiacenze di pertinenza è il valore aggiunto al locale, studiato per configurarsi come un salotto a cielo aperto, all’ombra del meraviglioso faggio secolare, con l’inserimento di strutture e lampade leggere per armonizzarsi con l’ambiente.
Testo Vito Emilio Filì Fotografie Paolo Biava
Quali erano le richieste del commitente? “Creare una “residenza, un luogo familiare dove accogliere gli ospiti ed offrire loro, nei diversi ambienti, le specialità servite da esperti professionisti quali sono i miei committenti. C’è un filo conduttore con il Cielo di Dalmine, l’altro locale che ho realizzato con la collaborazione del Geometra Michael Biffi che, con il suo apporto tecnico, mi supporta nel dar corpo alle mie idee”. Come si è sviluppato il progetto? “Ogni ambiente di Domus è studiato per ricreare i locali di una casa, l’ingresso, la sala pranzo, il salotto, la sala pluriuso, la biblioteca ed il giardino. All’ingresso avviene l’accoglienza vera e propria,dove il padrone di casa Giovanni e i barman, dietro al banco bar accolgono gli ospiti, facendoli sentire subito a proprio agio”.
DOMUS DRINK FOOD LAB: IL NUOVO LOCALE PER UNA NUOVA BERGAMO
domus drink food lab
CHI C’ERA
Ph. Paolo Biava - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bg.it
DOMUS DRINK FOOD LAB: IL NUOVO LOCALE PER UNA NUOVA BERGAMO
Il locale presenta particolari legati al passato ed elementi molto moderni. Come ha pensato di poterli legare? Gli arredi ed i complementi sono studiati per creare il comfort ideale per gli ospiti, il connubio tra antico e moderno lo ha reso possibile. Inserire arredi classici era doveroso in quelle sale dove abbiamo messo in luce gli elementi costruttivi esistenti, ma i segni del nostro tempo non possono mancare in un progetto che si possa definire completo. C’erano particolari vincoli essendo un edificio antichissimo? “I vincoli legati alle caratteristiche dell’edificio hanno rappresentato un grande stimolo e non certo dei limiti. Lavorare per rispettare la storia e poterla condividere con un grande pubblico non può essere un limite! Palazzo Camozzi è la storia di Bergamo ed avere la possibilità di farlo scoprire ai cittadini è stato un onore”.
DOMUS DRINK FOOD LAB: IL NUOVO LOCALE PER UNA NUOVA BERGAMO
Particolare attenzione alle colorazioni degli ambienti. È una sua particolarità? I colori sono il lietmotiv del progetto e come sempre rappresentano un grande aiuto all’espressione delle mie idee. I colori sono il mezzo per esprimere gli stati dell’anima e trasferirli senza parole.Il rosso rubino, oltre ad essere il colore del palazzo, lo ritroviamo dominante nella sala di rappresentanza dello studio del Sarto Gigi Sofisti, attrae all’ingresso e coccola nel salotto. Il giallo oro, fortemente voluto da Giovanni, è stato inserito nei locali dedicato al cibo, avvolge, illumina e rallegra. L’ottanio, mix di verde e blu, dedicato alla biblioteca è un richiamo al Cielo di Dalmine,dove è predominante esprime solidità e tranquillità, stati d’animo ideali per un ambiente in cui rilassarsi.a scelta dei materiali e il perchè... I materiali del Domus erano già dentro l’immobile, legno, pietra, mattoni, li ho semplicemente messi in luce ed enfatizzati”. Ci parli dell’illuminazione dei vari ambienti e della loro diversa destinazione. “A proposito di luce artificiale ogni ambiente ha un filo conduttore di base, tecnico, a supporto delle attività diurne e di servizio, costituito da faretti su binari e una lampada che li contraddistingue: a partire dall’ingresso dove lo “Chandelier” scende dal meraviglioso soffitto a volta, nella sala pranzo la lampada sembra un’opera d’arte che esce dalla parete, la sala del camino ha le sue lampade a terra che accarezzano i divani, mentre dal soffitto a volta della sala polifunzionale scendono in modo apparentemente casuale bracci di un lampadario classico destrutturato”. È rimasta soddisfatta del risultato? “Il senso di appartenenza al progetto è fondamentale per superare le fatiche della realizzazione. Solo con l’ascolto e la stima reciproca è possibile interpretare le esigenze del cliente, farle proprie e trasferirle alle aziende. E’ stato un lavoro da tempi record (un mese e mezzo) ottenuto grazie alla capacità di non perdere mai di vista l’ obiettivo e le aziende, con le quali esiste ormai un collaudato rapporto, mi hanno seguito in maniera eccellente mettendo in campo capacità e serietà professionale. La grande soddisfazione per me è riuscire a far svolgere i lavori in un clima sereno per tutti, dai committenti alle maestranze, è così che ottengo i migliori risultati. Il Domus è un ottimo risultato!”. Quali commenti ha ricevuto da chi lo ha visto? “Progettare e realizzare un luogo di lavoro aperto al pubblico significa che il gradimento deve arrivare non solo dal committente ma anche dalle molteplici persone che lo frequentano, è un obiettivo tanto stressante quanto stimolante. I riscontri all’inaugurazione e nei giorni successivi ci hanno ripagato delle fatiche, questo locale è inaspettato, una sorpresa piacevole nel cuore della città”..
PER LA REALIZZAZIONE DI DOMUS DRINK FOOD LAB HANNO COLLABORATO
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CHI C’ERA
S.O.S. ONLUS
PREMIA 12 GIOVANI RICERCATORI IN ONCOLOGIA L’Associazione SOS onlus, Solidarietà in Oncologia San Marco e San Pietro, è relativamante giovane, infatti è nata nel 2013, per volontà di un gruppo di medici del Policlinico San Marco impegnati nella lotta contro i tumori, ma può già vantare diverse iniziative dedicate a conciliare l’eccellenza medica con la qualità della cura e dell’accoglienza delle persone malate e dei loro familiari per promuovere e sostenere attività di ricerca scientifica in campo oncologico. “Non pensavamo neppure noi - ci ha confidato il Presidente di SOS Miro Radici - di arrivare a questi risultati quando siamo partiti. Da una ventina di persone all’inizio oggi ci troviamo circondati dall’affetto di oltre 500 amici che ci hanno dimostrato la loro vicinanza anche in occasione della cena tenutasi per raccogliere fondi a metà ottobre a Villa Zanchi di Stezzano. Segno che in tanti hanno capito la validità di quello che ci proponiamo di fare”. “Quest’anno abbiamo voluto premiare dodici giovani con meno di 35 anni per le loro ricerche in ambito oncologico con il premio che è stato istituito nel 2015 in memoria della Professoressa Marzia Kienle, già Docente ordinario di Chimica Medica all’Università di Milano-Bicocca e a lungo Presidente del corso di laurea in Medicina e chirurgia della stessa università nonchè presidente della nostra associazione fino alla sua scomparsa nel marzo 2015. “Anche quest’anno il premio ha visto una partecipazione davvero importante con più di 50 lavori pubblicati su prestigiose riviste scientifiche internazionali oncologiche.
Ph. Sergio Nessi - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bg.it
Miro Radici, imprenditore e Presidente dell’Associazione
Il Dr. Andrea D’Alessio, Vicepresidente dell’Associazione I PREMIATI 2018 Nicola Fossati, Martina Molgora, Elisa Barbieri, Filippo Cortesi, Luca Genovese, Flavia Michelini, Federica Morano, Barbara Noris Chiorda, Micol Ravà, Federica Turati e Ilaria Gritti.
Oltre al numero quello che ci ha colpito è stata l’alta qualità dei lavori, tra i quali non è stato facile scegliere. Per questa edizione, quindi, abbiamo deciso di portare i premi da 3 a 10, oltre a due menzioni, per un totale di 15.000 euro - dice il dottor Andrea D’Alessio, vicepresidente dell’Associazione e membro della Commissione Scientifica. Poter sostenere e offrire il nostro contributo a questi giovani e promettenti specialisti per proseguire la brillante strada intrapresa nella ricerca ci rende felici e orgogliosi. La ricerca in ambito medico è vita e sinonimo di speranza per i malati e per tutti noi”. I premi sono stati consegnati durante la cena di gala del 25 ottobre, che ha visto la partecipazione di più di quasi 500 persone, tra cui numerosi rappresentati del mondo accademico universitario, politico, imprenditoriale bergamasco e lombardo, oltre a pazienti e sostenitori dell’associazione tra cui Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini Rettore dell’Università, Giulio Dellavite, Segretario Generale della Curia di Bergamo, Guido Marinoni, Presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo. “Vedere tante persone ci fa sentire davvero ricchi - ha sottolineato il Dr. D’Alessio - perché riusciamo a collaborare con altre realtà, come l’Accademia dello Sport per la Solidarietà, l’Associazione dei Volontari Ospedalieri, l’Associazione Chiara Simone, Associazione Il Passo con le quali possiamo realizzare progetti importanti per i pazienti. Siamo ricchi perché crediamo fermamente nella ricerca scientifica e perché siamo radicati e benvoluti nel territorio e perché abbiamo tanti progetti per potenziare e migliorare ulteriormente le cure per i nostri pazienti. La cura di un malato oncologico - ha sottolineato Miro Radici - è complessa. Non bastano i farmaci e il denaro: ciò che fa la differenza è assistere e dedicarsi chi si ammala con umanità e attenzione a tutti gli aspetti della sua vita in un momento tanto difficile. Le associazioni come S.O.S. nascono e crescono con lo scopo di mettere la persona al centro delle cure. Per questo, quando due anni fa mi è stato proposto di diventare presidente dell’associazione non ho potuto dire che sì, orgoglioso di poter offrire il mio contributo ai malati oncologici in modo attivo, con impegno e passione. Un’esperienza che mi sta dando molto umanamente anche perchè le nostre attività non si limitano all’assegnazione di riconoscimenti in ambito della ricerca oncologica, ma hanno come missione anche l’umanizzazione delle cure nei reparti oncologici. L’associazione supporta i pazienti con percorsi psico-sociali che mettono il paziente al centro di una rete di cura “globale”, che non si esaurisce nelle terapie mediche, ma che tiene davvero conto della persona, dei suoi bisogni anche psicologici, emotivi, relazionali, per favorirne il benessere e la qualità di vita nelle varie fasi del percorso di cura..
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STEFANO ANCORA…
Ogni tanto passo a trovarlo perché dai suoi occhi che non hanno perso la luce di una giovinezza ormai lontana, traspare ancora una grande voglia di vivere e di prendersi gioco della vita che mi rincuora e mi rende più leggero il tornare fuori, in mezzo alla gente e alla tormenta dei pensieri che affollano le mie giornate e che di colpo mi sembrano così relativi. Ricordo quando lo incontravo sul viale Roma, che allora non si chiamava ancora Papa Giovanni, motteggiava le ragazze, faceva smorfie, cacciava la lingua e strimpellava una chitarra quasi sempre un po’ scordata. Qualcuno si spaventava, in pochi si fermavano, i più preferivano evitarlo e cambiavano marciapiede. Già da allora, curioso come sono sempre stato della varietà del genere umano, gli offrivo quella sigaretta che mi chiedeva ogni volta, quando potevo anche qualche spicciolo, due-trecento lire. In cambio mi offriva una boccata dalla immancabile bottiglia di rosso che si portava appresso, lasciava da parte il personaggio grottesco che amava interpretare per scandalizzare i più timorosi e iniziava, allora come oggi a raccontare le storie strampalate ma che mi piaceva ascoltare.
La vita spericolata di Stefano Caglioni - anche Steve Mc Queen sarebbe impallidito - gli ha consumato il fisico ma il suo sorriso contagioso non è cambiato. Adesso vive presso la struttura di via Gleno che si occupa di tanti che come lui hanno bisogno forse di ridare un senso alla vita o che lo hanno smarrito per sempre. Non dipinge più, le mani non sono più salde come un tempo quando trascorreva le notti imbrattando ogni cosa che poteva con i colori ad olio e la sua storia è diventata quasi una leggenda che a lui piace reinventare ogni volta che la racconta. Mi accorgo di volergli bene. Suona il campanello e una infermiera solerte lo aiuta amorevolmente a salire sulla sedia a rotelle. “Andiamo al sole - mi dice - dai, andiamo a fumarci una sigaretta. Faccio esercizi ogni giorno ma le gambe non ve vogliono sapere di tenermi su”. Sorride, anzi ride di gusto come se si prendesse in giro… Gli allungo un pacchetto di sigarette che lui svelto nasconde sotto la coperta. Il suo ringraziamento è un sorriso disarmante senza parole. “Qui sto bene ma vorrei uscire a rivedere il mondo. Ci sono ragazze anche qui sai… una me la fa vedere ogni tanto…”. Dai Stefano ma cosa dici… “Ho avuto tante donne e di ognuna di loro risento il profumo, rivedo il profilo del viso, mi sembra di sentirne la voce. Se riuscissi sono sicuro che potrei farne dei ritratti a memoria. Adesso mi piacerebbe tanto fare una mostra a Hollywood perché so che ci sono tanti attori americani che hanno i miei quadri appesi in casa…
Ho conosciuto Angelina Jolie quando ancora non era famosa. Era a Venezia per il Festival del Cinema ed è venuta a Bergamo. Un incontro fugace in Piazza Vecchia ma la ricordo ancora era bellissima e abbiamo fatto l’amore nel retro di un bar. Lei ha voluto uno dei miei quadri e lo ha portato in America… Ho avuto 14 figli, 7 gemelli che chissà ora dove vivono. Vorrei ancora poter amare una donna - non ha detto proprio così ma la sua volgarità mi sembra dolce come tutto in lui adesso, come quelle parole sconce dette da un bambino solo per stupire i grandi. Il sole di questi ultimi giorni d’estate ci scalda e restiamo lì incantati a guardare il cielo azzurro. Lui sulla sedia a rotelle io su una panchina. Una sigaretta e poi un’atra, fumate con l’avidità di chi deve fare il pieno prima di rientrare dove è vietato. Tanti anni fa ho trascorso una notte a vederlo affrescare ogni angolo della sua camera da letto, tra un sorso di vino e una canzone cantata con la voce roca. La sua casa avrebbe dovuto diventare un museo invece l’hanno distrutta cancellando forse la sua opera più importante e più sofferta. Mani di pittura nera da cui comparivano stralunate figure di santi, madonne, cristi, papi e vescovi… frutto del suo delirio mistico che lo portava a disegnare quelle stesse madonne sui muri in ogni angolo di Bergamo per lo stupore di che le trovava indelebili il mattino dopo. Ciao Stefano ci vediamo tra un mese. Quando esce il giornale con le tue fotografie torno a trovarti.
HO VISTO UNA LEPRE FUGGIRE...
diana Lanciotti
Ho visto una lepre. Embé, direte, voi, sai che notizia! Ma per me era la prima volta che vedevo una lepre dal vivo. Ne avevo viste in tv o fotografate sui libri, ma dal vivo mai. Ho visto le sue orecchie ritte e mobili, il suo musetto guizzante, la sua coda bianca a pon pon, che vibrava come un piumino di cipria al vento, le sue zampe che correvano veloci. E dietro la lepre ho visto dodici cani, dodici belve scatenate che davano la caccia a una lepre. E dietro ai dodici cani ho visto un uomo, con un fucile imbracciato e l’aria trionfante di chi sta per catturare chissà quale preda. Una lepre. Una lepre per dodici cani. E un idiota di umano. Potrebbe essere il titolo di un film, ma è la rappresentazione di una realtà che ho visto con i miei occhi e mi rimarrà impressa per sempre nella mente. E per non essere retorica e banale non dico anche nel cuore, ma dico nello stomaco, perché la stretta, l’aggrovigliarsi di stomaco che ho provato dinanzi a quella scena è stato qualcosa di raramente provato. Perché prima di vedere la coda graziosa, di quella lepre, ho visto il suo sguardo. Uno sguardo terrorizzato, allucinato dalla paura, uno sguardo che chiedeva perché e diceva “Voglio vivere!” Io ero nel giardino di casa, della casa in cui abito da agosto. Confina con un bosco, e per anni il bosco e il terreno dove ora c’è la mia casa sono stati regno incontrastato dei cacciatori. Ne sono la prova le centinaia di cartucce lasciate sul terreno ad arrugginire e inquinare, in barba alla legge che prescrive ai signori sparatori di raccoglierle. Ma tanto loro della legge se ne fregano, visto che un giorno hanno sparato a 25 metri dal mio naso, procurandomi una paura da infarto, e la legge, ancora una volta, lo vieterebbe. Ma questa è un’altra storia. Torniamo alla lepre. È dicembre e io me ne sto con Paco e Boris a raccogliere sassi in giardino, quando all’improvviso sento un tramestio di là dalla rete di confine. Sono abituata: tra fagiani, ricci, uccelli di vario genere il bosco è pieno di vita, un po’ come quello incantato delle fiabe che tanto amavo da piccola. A primavera probabilmente tornerà ad abitarci Gastone, il cuculo nato in un nido incastrato nel muro, nel foro di scarico della caldaia quando la casa era in costruzione. Almeno lui tornerà e ripartirà nel periodo in cui la caccia è chiusa. A meno che, come vorrebbero fare, non amplino il periodo di apertura della caccia. Ma anche questa è un’altra storia. Torniamo alla lepre. Ero lì, e sento un tramestio diverso dal solito, più persistente, in avvicinamento (di solito i tramestii si allontanano quando chi li provoca mi vede o avverte la mia presenza: mica l’ho scritto in fronte che amo gli animali e, con i brutti ceffi armati di fucile che girano per di qua, nessun animale del bosco si fida di noi umani). Alzo gli occhi e la vedo. Un siluro di pelo che schizza… veloce, appunto, come una lepre. Paura e agilità si mescolano in quella palla di nervi in fuga dalla morte che la insegue. Provo una grande emozione nel vederla, e vorrei poterla prendere tra le braccia, accarezzarla, invitarla a pranzo. Ma dietro a lei arriva un’orda famelica: quarantotto zampe lanciate al galoppo, dodici code che sferzano l’aria, dodici musi frementi che divorano il terreno. Ho odiato quei cani. Bellissimi e fieri cani da caccia, eleganti nel loro pelo lucido e raso. Io che amo i cani, quella volta ho fatto una clamorosa eccezione. Ma poi è arrivato lui, il babbeo, l’idiota, tappato nella sua tuta mimetica da cacciatore dei miei stivali. Anche lui cercava di assumere la stessa aria fiera dei suoi cani, ma quando si ha la faccia e la testa di un cretino si fa fatica. E ho capito che non dovevo odiare i suoi cani. Poveretti, loro non facevano altro che fare ciò che ogni cane fa per compiacere il proprio padrone: lui voleva che andassero a prendere una lepre e loro ci andavano. È quello il bello ma anche il limite dei cani: che non metterebbero mai in discussione le intenzioni, buone o cattive che siano, dei loro umani. E così ho smesso immediatamente di odiare quei poveri cani. Ho urlato. Ho urlato alla lepre di scappare, di mettersi in salvo. E ho urlato a lui, al cretino, al mentecatto mentale, di andarsene via, lui e i suoi poveri cani. Dodici intelligenze, dodici fedeltà sprecate. Non mi piace urlare. Amo gli animali ma non sono un’animalista fanatica, che urla e sbraita. Preferisco il dialogo, la riflessione. Provo una gran gioia a convincere attraverso il ragionamento. Ma quella volta ho urlato. Ancora adesso ricordo a malapena quello che gli ho detto. Ma credo che nemmeno lui, nonostante il suo fucile che lo rendeva così fiero e sicuro di sé, si sia sentito tanto felice di essere impallinato dalle mie parole. C’è da notare che il portatore scemo di fucile era in tutto e per tutto fuori regola: cacciava violando la distanza di sicurezza dalle case e con dodici cani, quando la legge ne consente tre. Che sportivone. Chissà, uno così, come deve sentirsi macho. Dopo un’ora, stando in casa, sento un urlo straziante provenire da un campo vicino. Corro sul terrazzo a vedere che cosa succede, chi è che strilla. Poi vedo tre cani che si avventano su qualcosa, o qualcuno, nascosto nell’erba alta. E poi arriva l’idiota, fucile in spalla, e con gesto regale allontana i musi dei cani e si china a raccogliere qualcosa. O qualcuno. Mentre si rialza, mi vede. Allora, lo rivedo nella moviola della mia mente, solleva la mano sinistra da cui pende un fagottino inerme e me lo mostra con aria di sfida, facendolo dondolare un paio di volte. Assassino, gli ho urlato. Vattene via, delinquente assassino. Queste parole ricordo molto bene di avergliele dette. E ricordo ancora bene l’ondata di dolore e rabbia che mi ha travolta. Ero troppo lontana per capire se era la lepre. Ma al momento ho pensato, o mi sono illusa, che fosse un fagiano e mi sono sentita in un certo senso risollevata. Ma poi mi sono vergognata. Perché la lepre no e il fagiano sì? Forse che il fagiano non tiene famiglia? Forse che il fagiano ha meno diritto di vivere? Forse non ha un cuore, un cervello, forse non prova dolore e paura? È stato, per me, come quando quel sabato di fine febbraio di tredici anni fa sono entrata per la prima volta in un canile. Allora avevo solo sentito parlare di randagismo, ma non l’avevo mai toccato con mano. Non sapevo niente dell’orrenda barbarie che ogni anno centinaia di migliaia di (dis)umani compiono nei riguardi dei nostri “migliori amici”. Ma quando l’ho vista, quando l’ho annusata, quando me la sono sentita raccontare, allora la mia coscienza si è rivoltata e da quel giorno mi è stato impossibile non fare niente per salvare, o almeno cercare di salvare, un po’ di quei cani e gatti meno fortunati del mio Paco. Allo stesso modo, fino a quel giorno dello scorso dicembre non avevo mai toccato con mano, o visto dal vivo, e sentito lo strazio della barbarie della caccia. Non dico che ora farò un’associazione, come ho fatto con il Fondo Amici di Paco. No, non ce n’è bisogno. Ce ne sono già che lavorano bene. Però, per quanto mi sarà possibile mi adopererò per svegliare gli animi, e fare in modo che, come l’abbandono, anche la caccia diventi un retaggio del passato. La stragrande maggioranza degli italiani la pensa come me, lo dicono anche recentissimi sondaggi, e allora perché quando anni fa c’è stato il referendum contro la caccia non l’hanno votato tutti compatti? Perché la maggioranza degli italiani deve sottostare alla volontà di 700.00 sparatori legalmente riconosciuti. Non lo sapevate? Sono così pochi i cacciatori in Italia, però loro e l’indotto delle armi sono un bel bacino di voti e finora nessun (e dico nessun) governo se l’è sentita di rinunciare a quei miseri voti macchiati di sangue. Mi rivolgo al nostro Presidente del Consiglio, e a tutte le persone che nel suo governo hanno fatto cose buone per gli animali: non lasciatevi strumentalizzare da quei pochi. Rinunciate a quei voti e avrete tanti più consensi da tanti altri italiani. Bloccate quell’iniqua legge “sparatutto” che uno sparuto gruppo vorrebbe far passare. Dite un bel no, giriamo pagina e andiamo avanti, tutti insieme, per la strada del rispetto verso ogni specie vivente e l’ambiente in cui viviamo.
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Gamma A3. Consumo di carburante (l/100 km): ciclo urbano 5,0 - ciclo extraurbano 4,0 - ciclo combinato 4,4; emissioni CO₂ (g/km): ciclo combinato 114. Dati riferiti alla versione A3 Sportback 1.6 TDI Business manuale. I valori indicativi relativi al consumo di carburante ed alle emissioni di CO2 dei modelli di veicoli sono stati rilevati dal Costruttore in base alla normativa vigente. Eventuali equipaggiamenti aggiuntivi possono modificare i predetti valori. Oltre al rendimento del motore, anche lo stile di guida ed altri fattori non tecnici incidono sul consumo di carburante e sulle emissioni di CO2 (biossido di carbonio è il gas ad effetto serra principalmente responsabile del riscaldamento terrestre) di un veicolo. Per ulteriori informazioni sui predetti dati, vi invitiamo a rivolgervi alle Concessionarie Audi presso le quali è disponibile gratuitamente la guida relativa al risparmio di carburante e alle emissioni di CO2, che riporta i dati inerenti a tutti i nuovi modelli di veicoli. I dati sui valori sono periodicamente aggiornati in conformità all’Allegato 3 del DPR 84/2003.