ANNO 27 - N° DUECENTOSESSANTOTTO - DICEMBRE 2019 - € 3
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L’Albero di Natale C’era una volta un piccolo albero di Natale che, quando parlava con mamma albero di Natale e papà albero di Natale, non vedeva l’ora di potersi mettere addosso le palline colorate, i festoni argentati e le lampadine. Sognava ogni notte il suo momento, entrare nel salotto buono, gustarsi i sorrisi gli auguri in famiglia, lasciarsi sfuggire una lacrima di resina dalla contentezza. E venne finalmente il giorno del piccolo albero di Natale. Venne scelto quasi per caso tra tanti amici alberi di Natale anche loro. Pensava: “Adesso è venuto il mio momento, adesso sono diventato grande”. Il viaggio fu lungo, incappucciato di stoffa bagnata per non perdere il verde luminoso dei rami ancora giovani. Tornata la luce, il piccolo albero di Natale si trovò nella casa di una famiglia povera. Niente palline, niente festoni, solo il suo verde scintillante faceva la felicità dei bambini che lo stavano a guardare con gli occhi all’insù, affascinati. Era il loro primo albero di Natale. Subito fu deluso, sperava di poter dominare una sala ricca di regali e di addobbi eleganti. Ma passarono i giorni e si abituò a quella casa povera ma ricca di amore. Nessuno aveva l’ardire di toccarlo. Venne la sera di Natale e furono pochi i regali ai suoi piedi ma tanti i sorrisi di gioia dei bambini che per giorni erano rimasti a guardarli sotto il suo sguardo severo per cercare di indovinare che cosa ci fosse dentro. Venne il pranzo di Natale, niente di speciale. Venne Capodanno, con un brindisi discreto, ma auguri sinceri. E venne anche l’Epifania e il momento di andare via. Questa volta non lo incappucciarono. Lo tolsero dal vaso, gli bagnarono le radici e tutta la famiglia lo accompagnò verso il bosco. Era felice di ritornare con mamma albero di Natale e papà albero di Natale. Passando per la strada vide tanti suoi amici, ancora con le palline colorate e i fili d’oro e d’argento, che lo salutavano. Ma c’era qualcosa di strano, erano tutti nei cassonetti della spazzatura, ricchi e sventurati, piangevano anche loro resina, ma non per la contentezza. Chissà dove sarebbero finiti! Ora il piccolo albero di Natale è diventato un abete grande e possente, ha visto tanti figli andare in vacanza per le feste. Qualcuno è ritornato, sano o con un ramo spezzato. Lui guarda da lontano la città dove i bambini del suo Natale lo hanno amato e rispettato. Perché è un albero di Natale, albero di Natale tutto l’anno, perché Natale non vuol dire essere buoni e bravi solo il 25 dicembre, perché Natale può essere ogni giorno. Basta volerlo come quel piccolo albero di Natale che ci tiene compagnia sulla montagna, anche se lontano, anche se non lo vediamo. E c’era una volta e c’è ancora oggi, un albero di Natale. Sempre diverso e sempre uguale, quasi un caro amico di famiglia che si presenta ogni anno per le vacanze, le sue vacanze, da Santa Lucia all’Epifania. Grande, piccolo, verde o dorato, testimone di ogni Natale, un amico con il quale aspettare l’apertura dei regali e l’occasione buona per scambiarsi gli auguri, per fare la pace, per dirsi anche una parola d’amore. E tutti vogliamo bene all’albero di Natale, ogni anno disposti ad arricchire il suo abbigliamento con nuove palline colorate, un puntale illuminato e addobbi d’oro e d’argento. È cresciuto con noi, cambiato ogni anno, sempre più bello agli occhi di chi guarda, occhi di bambino, ma anche occhi di adulto che vuole tornare bambino. Per quei giorni di festa è lui a fare la guardia al focolare, a salutare quando si rientra a casa, a tenere compagnia a chi è solo. Una presenza che conforta, non solo nell’anima. È meglio se l’albero è di quelli con le radici, pronto a dismettere l’albero della festa e a compiere il suo dovere in mezzo ai boschi, a diventare grande, libero e felice. (Giulio Gavino)
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SCONFIGGERE L’INDIFFERENZA IL POTERE DELLA MEMORIA E DELLA CONOSCENZA L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO CONSEGNA IL DOTTORATO AD HONOREM ALLA SENATRICE A VITA LILIANA SEGRE
REMO MORZENTI PELLEGRINI RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO E LA SENATRICE A VITA LILIANA SEGRE
Con uno scrosciante applauso alla Senatrice a vita Liliana Segre, è stato inaugurato nell’ex Chiesa di Sant’Agostino a Bergamo Alta l’anno accademico 2019-2020 dell’Università degli studi di Bergamo, alla presenza del viceministro del Miur Anna Ascani, delle Senatrici a vita Liliana Segre e Elena Cattaneo, del Vescovo Francesco Beschi, del prefetto Elisabetta Margiacchi, del Sindaco Giorgio Gori, delle massime autorità civili, militari e religiose e dei rettori delle università lombarde e ospiti. Durante la cerimonia è stato consegnato uno dei maggiori riconoscimenti accademici alla Senatrice Segre, il Dottorato di ricerca honoris causa in studi umanistici transculturali per la preziosa testimonianza nella ricostruzione storica della Shoah e per l’attività svolta nella promozione della consapevolezza diffusa dei temi della tutela e del riconoscimento dei diritti fondamentali e inalienabili degli individui.
L’APPLAUSO DELL’AULA MAGNA DI SANT’AGOSTINO ALL’ARRIVO DI LILIANA SEGRE IN VISITA ALL’UNIVERSITÀ DI BERGAMO
Il plauso degli studenti A plaudere al riconoscimento sono stati anche gli studenti che si sono espressi attraverso la Presidente della Consulta, Claudia Mema: “Come Consulta degli studenti, siamo onorati che L’Università degli studi di Bergamo conferisca alla Senatrice Liliana Segre il Dottorato di ricerca honoris causa in Studi Umanistici Transculturali, a nome di tutti gli studenti e corpo docenti. In questa occasione speciale, vogliamo sottolineare come l’Ateneo abbia e debba avere sempre di più lo sguardo rivolto verso “l’apertura” e la “memoria”, elementi fondamentali in una società caratterizzata dalla complessità e dalla fragilità. L’Ateneo deve essere in grado di comunicare all’esterno il proprio lavoro, per permettere alla comunità una continua crescita, rendendo i cittadini protagonisti del processo di studio e ricerca che l’Università svolge. Auguriamo quindi un buon anno accademico a tutti”.
Il Rettore Remo Morzenti Pellegrini, consegnando la medaglia dell’Ateneo alla Senatrice a vita ha aggiunto “Sarebbe forse meglio definire Liliana Segre “Senatrice della vita”, vista la sua infaticabile volontà di promuovere pubblicamente l’amore per la vita, insieme al coraggio delle idee pacifiche e al biasimo dell’indifferenza”. Inizia così il nuovo anno accademico 2019/2020, con tante sfide all’orizzonte: internazionalizzazione, investimenti in ricerca e sviluppo, incremento degli iscritti, futuro accesso programmato per alcuni corsi di laurea e ampliamento degli spazi. Il rettore Morzenti Pellegrini: “Dobbiamo esortare i giovani a usare le loro conoscenze come atto politico e di civiltà nei confronti delle relazioni umane”. È la Storia, nel senso più ampio e al tempo stesso inossidabile del termine, a essere stata protagonista dell’inaugurazione del nuovo anno accademico dell’Università degli studi di Bergamo. Alla presenza del rettore Remo Morzenti Pellegrini, delle massime autorità istituzionali, dei rettori delle università ospiti, del corpo docente e di centinaia di studenti e cittadini, con un lungo e potente applauso da parte del pubblico in piedi in aula magna per renderle omaggio, è stata consegnato il Dottorato Honoris Causa in Studi Umanistici Transculturali a una persona che della Storia è testimone diretta: la senatrice a vita, Liliana Segre, che a margine della cerimonia ha incontrato personalmente gli studenti dell’Università e delle scuole presenti.
Sopravvissuta all’Olocausto, Liliana Segre, 89 anni, ha raccontato la drammatica esperienza vissuta: dall’applicazione delle prime leggi razziste che l’hanno vista esclusa dalla scuola a soli 8 anni, alle persecuzioni nazi-fasciste che l’hanno costretta a dividersi dalla sua famiglia, fino alle deportazioni e al più terribile dei capitoli: il campo di sterminio di Birkenau, i lavori forzati, l’indicibile “soluzione finale” e la marcia della morte. “Ho passato anni a chiedere il perché di tutto quell’orrore, ma non ho mai ricevuto una risposta. Ricordo, però, tanta indifferenza. Indifferenza e silenzio. L’Europa era indifferente. Le persone intorno a noi erano indifferenti. Solo pochi sceglievano di aiutarci, mettendo a rischio la propria vita. Così oggi, ringraziando l’Università di Bergamo per questo riconoscimento, mi chiedo: che futuro ci sarà per la memoria? Io non ho meriti, sono solo una testimone che vi parla da nonna. E da nonna vi dico: non dimenticate la Storia. È tutto ciò che può permetterci di essere consapevoli e dunque di scegliere da che parte stare. Io, nonostante tutto, ho scelto di essere una donna di pace. Una donna che non perdona e non dimentica, ma che ha scelto di non odiare” - ha dichiarato la senatrice a vita Liliana Segre ricevendo il dottorato Honoris Causa. Al suo fianco, il rettore Remo Morzenti Pellegrini che le ha consegnato il simbolo dell’Ateneo: una medaglia che ritrae una veduta ideale della città tratta da una moneta coniata dalla zecca bergamasca nel XIII secolo. Nella sua prolusione, consegnandole il riconoscimento, il rettore ha ricordato: “L’indifferenza “mortale” - quella cioè che uccide la nostra capacità di indignazione e, in parallelo, provoca sfaldature irreparabili nei rapporti umani - è proprio ciò contro cui combatte la Senatrice Segre: non dobbiamo dimenticarlo mai. La Sua lotta all’indifferenza riguarda tutti noi: le Università sono luoghi in cui formare coscienze critiche, laboratori di nuove narrazioni e nuove resistenze. Qui si produce conoscenza umanistica e scientifica, favorendo lo scambio di opinioni, esperienze, gesti di condivisione. Per questo, sarebbe forse meglio definire Liliana Segre “senatrice della vita”, vista la sua infaticabile, direi quasi incredibile, volontà di promuovere pubblicamente l’amore per la vita – qualunque forma questa vita possa assumere –, insieme al coraggio delle idee pacifiche e al biasimo dell’indifferenza”.
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AUGURI DI SEMPLICITÀ Pochi giorni ancora ed è finito anche questo travagliato 2019. Come aveva promesso il premier Conte, doveva essere un anno sfavillante, colmo di meraviglie e di cose positive, ma poi non è andata veramente così. Abbiamo però avuto un dono prezioso, se siamo arrivati fin qui, che è quello della salute. E solo chi non ce l’ha, sa quanto possa essere importante. È anche tempo di bilanci e di speranze rinnovate, perchè se non si guarda al futuro con positività, già si parte male. Il 2020 sarà pure un anno bisestile e allora sono richieste tutte le scaramanzie del caso. Tempo addietro le festività natalizie erano davvero sentite con partecipazione ed emozione, ma oggi lo scorrere del tempo ha reso tutto diverso. Le luminarie si sono accese già all’inizio di novembre e il Black Friday di turno ha anticipato di quasi un mese l’arrivo di Babbo Natale. Quello che una volta trascorreva con ponderazione, oggi corre inesorabilmente. Siamo anche diventati un paese multietnico e i presepi non vengono più esposti con ostentazione per non destare il disappunto delle altre religioni, quasi il sacro fosse diventato blasfemo. Oggi il cuore buono viene paragonato al buonismo politico, che è tutta un’altra questione. Le renne della slitta sono state sostituite con le sardine da piazza, che sempre animali sono, ma che riportano il pensiero a significati diversi. I panettoni sono già in saldo ai primi di dicembre, gli addobbi e i regali devono essere appariscenti ma poco costosi, così la Cina la fa ancora una volta da padrone. Poco importa se poi su 10 lampadine, 8 si bruciano dopo poche ore di accensione: il made in China è una garanzia di risparmio, non di qualità e la gente lo sa. Abbiamo imparato a vivere in tempi di crisi e di sogni ristretti, dove per alcuni la sopravvivenza è più importante dell’apparenza. Una volta i poveri erano emarginati, oggi sono talmente tanti che è impossibile nasconderli. Altri invece sono più fortunati e non hanno problemi. Per loro il futuro è sempre più roseo e allora il Natale diventa una meta in paesi esotici per pochi eletti. Saranno ancora molti gli auguri inviati sui social con tanto di foto di panorami bellissimi, di spiagge tropicali e di neve griffata. I dati statistici ci diranno a consuntivo quanto abbiamo speso e che trend di consumi abbiamo avuto, ci parleranno di tendenze economiche insomma. Poi le feste passeranno veloci come sono arrivate, non lasceranno troppe malinconie e si guarderà alla prossima estate. Eggià, perchè se si prenotano in gennaio le vacanze agostane, si possono risparmiare dei bei soldi, si trova sicuramente posto e si potrà parlare per mesi di occasioni che non vanno perdute. Tanti auguri a tutti voi e buon Natale. Anche su Twitter: @Fuochidipaglia
La semplicità è la cosa più difficile da ottenere a questo mondo; è l’estremo limite dell’esperienza e l’ultimo sforzo del genio. (George Sand)
Bergamo | Lallio | Bonate Sopra | Zanica | Treviglio
l’opera buona DONIZETTI OPERA GRANDE SUCCESSO: OLTRE 10.000 PRESENZE, PUBBLICO PIÙ 21% 90 GIORNALISTI ACCREDITATI, CON 12 NUOVE TESTATE PRESENTI PER LA PRIMA VOLTA AL FESTIVAL. FONDAMENTALE L’APPORTO DI SPONSOR E AMBASCIATORI DI DONIZETTI
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FRANCESCO MICHELI
Il 2019 del festival Donizetti Opera – organizzato dalla Fondazione Teatro Donizetti e dal Comune di Bergamo con la direzione artistica di Francesco Micheli e quella musicale di Riccardo Frizza – si chiude con un nuovo record di presenze, una crescita dei paesi di provenienza del pubblico straniero e del numero di giornalisti accreditati. Si supera la soglia delle diecimila presenze – per la precisione 10.293 presenze contro le 8.491 dello scorso anno – corrispondenti a un +21% l’aumento del pubblico totale rispetto al 2018. Gli stranieri, calcolati su un campione di circa 2.200 spettatori esclusi gli abbonati, sono stati il 53%, dato pressoché stabile rispetto al 2018. Trentatré sono i paesi di provenienza del pubblico, molti dei quali collegati grazie alle tratte attive sull’aeroporto di Orio Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna Grecia, Olanda, Polonia, Russia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria, cui si aggiungono alcuni Paesi più lontani come l’Australia, Brasile e Thailandia (per la prima volta), e i crescenti Giappone, Israele e Stati Uniti. La programmazione musicale è stata apprezzata anche da un nutrito gruppo di critici musicali italiani e stranieri (90), accreditati per 88 testate giornalistiche (di cui 12 nuove per Bergamo e 30 estere), web, radio e tv, provenienti anche da Germania, Usa, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Russia,che hanno gradito il calendario festivaliero pensato per far conoscere il repertorio operistico e la figura di Donizetti, coinvolgendo in modo nuovo la città natale di uno degli autori più rappresentati al mondo. La quinta edizione del Donizetti Opera ha registrato anche un aumento della produzione complessiva, con 27 alzate di sipario nel 2019 contro le 23 del 2018 (e le 18 del 2017) e sarà certamente ricordata per aver presentato un’opera mai eseguita nel cantiere del Teatro Donizetti (L’ange de Nisida) segnando un percorso verso la riapertura del 2020 e per aver portato sul palcoscenico del Teatro Sociale un capolavoro come Lucrezia Borgia in edizione critica e una rarità come Pietro il Grande. Sei le serate sold out al botteghino: due recite dell’Ange de Nisida (16 e 21 novembre) con la regia di Francesco Micheli e la direzione di Jean-Luc Tingaud, tre recite di Lucrezia Borgia (22, 24 e 30 novembre) con la regia di Andrea Bernard e la direzione di Riccardo Frizza, una recita di Pietro il Grande (23 novembre) con la regia di Ondadurto Teatro e la direzione di Rinaldo Alessandrini. Un successo di pubblico sancito da 244 minuti di applausi complessivi. Tantissime le voci di livello internazionale protagoniste di questa edizione: dall’artista in residenza Carmela Remigio, protagonista di Borgia a due giovanissimi interpreti come Lidia Fridman e Xabier Anduaga, poco più che ventenni, al mezzosoprano Varduhi Abrahamyan, ai baritoni Alessandro Corbelli, Roberto De Candia e Florian Sempey. Numerose le compagini orchestrali: dalla Sinfonica Nazionale della RAI, all’Orchestra Donizetti ai nuovissimi Gli originali, impegnati nelle diverse produzioni operistiche, nella Messa di Gloria per il dies natalis diretto da Corrado Rovaris, e anche nel concerto nella fabbrica Sinergia di Albino o nelle dimore storiche nelle mattine dei weekend, appuntamenti particolarmente apprezzati soprattutto dal pubblico e dai giornalisti stranieri che hanno accolto con grande entusiasmo le varie declinazioni della proposta musicale donizettiana.
Il Festival Donizetti Opera, è organizzato dalla Fondazione Teatro Donizetti e dal Comune di Bergamo con il sostegno di Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, SACBO, Camera di Commercio di Bergamo in collaborazione con Conservatorio Gaetano Donizetti, Fondazione Mia, Opera Europa, Atb, con il contributo di ABenergie, la luce della Donizetti Night, San Lucio Events, media partner Classica sponsor tecnici NT Next, Cavalli Musica, Fidelitascharity partner Stucchi S.p.A.
Fondamentale e in crescita nel 2019, è stato l’apporto di UBI Banca e degli Ambasciatori tramite Art Bonus: Assolari Luigi & C., Automha, Beauty & Business, Calvi Holding, Caseificio Defendi Luigi, FraMar, Granulati Zanobbio, Intertrasport, Lovato Electric, Montello, Neodecortech, OMB Valves, F.lli Pellegrini, Persico, PM Plastic Materials, Punto Azzurro, Stucchi, Tenaris Dalmine.A questi si è unito il seguente gruppo che ha sostenuto specificatamente la realizzazione dell’Ange de Nisida nel cantiere del Teatro Donizetti (duecentomila euro): Ambrosini Holding, Automha, Dufry, Faip, Fondazione Pesenti, Framar, Pellegrini, Perrel Utensili Fratelli Magoni, Siad e UBI Banca. In totale i contributi hanno raggiunto circa cinquecentomila euro.
l’opera buona
RICCARDO FRIZZA Fotografie Gianfranco Rota
Gli under 30 alle anteprime dei due titoli operistici sono stati 640 e in totale nel festival 905, circa il 10% degli spettatori complessivi; un significativo balzo in avanti ha registrato il titolo dedicato alle scuole Pietro il Piccolo diretto da Alberto Zanardi con 2.955 studenti (contro i 2.731 del 2018 e i 1.919 del 2017 per lo stesso numero di repliche) che hanno affollato festanti il Teatro Sociale: il risultato è il frutto del lavoro costante che la Fondazione porta avanti con i docenti degli istituti sia della città di Bergamo che delle province lombarde attraverso la collaborazione con EdooMark. Il cartellone donizettiano, pur avendo nella programmazione autunnale operistica i suoi appuntamenti più prestigiosi, annovera manifestazioni lungo tutto l’anno, dedicate soprattutto alle scuole che nel 2019 hanno raggiunto le 11.646 presenze complessive (11.075 quelle del 2018 e 9.200 del 2017); fra gli appuntamenti più seguiti “Rita a spasso” in varie scuole del territorio. A queste attività si aggiunge anche la Donizetti Night che nel 2019 ha coinvolto 60.000 persone. Anche la comunicazione digitale, e Facebook in particolare, ha registrato un significativo incremento: 20.000 follower tra Facebook, Instagram e gli altri social del festival +5% nell’ultimo mese. 26.000 interazioni con i contenuti tra clic e condivisioni,12.000 like ai contenuti. Già noti i due titoli che nel 2020 saranno messi in scena al Teatro Donizetti: Marino Faliero e La fille du régiment. Il progetto di riscoperta donizettiana prosegue dunque con la sesta edizione del Donizetti Opera, che si svolgerà dal 19 novembre al 6 dicembre 2020 con un programma articolato che sarà annunciato nelle prossime settimane, e rispecchierà la formula, ormai consolidata e apprezzata dal pubblico con i titoli operistici che si intrecciano fra loro nei fine settimana intorno al Dies natalis (29 novembre). Il programma festivaliero 2020 prosegue quindi il lavoro di riscoperta e valorizzazione dell’eredità operistica di Donizetti attraverso una sempre più approfondita codificazione dell’identità musicale del compositore. In quest’ottica è cruciale la scelta delle edizioni da eseguire: per La fille du régiment si adotterà quindi per la prima volta la nuova edizione critica a cura di Claudio Toscani, che segna un’altra tappa cruciale della collaborazione con Casa Ricordi che da trent’anni porta avanti l’Edizione critica delle Opere di Gaetano Donizetti, prima in accordo con il Comune di Bergamo, oggi con la Fondazione Teatro Donizetti. L’edizione di Marino Faliero è invece di Maria Chiara Bertieri, frutto delle ricerche promosse dalla sezione scientifica della Fondazione bergamasca guidata da Paolo Fabbri.
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Fondazione Umberto Veronesi:
‘Gold for Kids’
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L’importanza della ricerca è senza dubbio da porre al primo posto quando si parla di lotta contro le malattie, prima tra tutte il cancro. Ecco perché la Fondazione Umberto Veronesi è oggi attiva capillarmente su tutto il territorio italiano e, con forza e determinazione dei suoi membri, compie ogni anno passi da gigante nella sua battaglia. Anche a Bergamo la Fondazione, giunta al suo secondo anno, annovera già tantissime adesioni tra le associazioni di categoria, personalità di spicco della politica, liberi professionisti iscritti agli ordini professionali ed imprenditori.
DELEGAZIONE DI BERGAMO
Segno tangibile di questa forza la Golden Dinner, una cena benefica organizzata lo scorso 28 novembre dalla delegazione orobica presso il Roof Garden di Bergamo. Una serata fortemente voluta per sostenere il progetto ‘Gold for Kids’ dedicato all’oncologia pediatrica e nello specifico alla lotta contro la leucemia linfoblastica acuta. Tantissimi i partecipanti alla serata tra i quali il Presidente della Fondazione, Paolo Veronesi, il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori insieme alla moglie Cristina Parodi, e la responsabile della delegazione Bergamo, l’Avv. Marta Savona. La serata, che per una fortuita coincidenza cadeva proprio nel giorno del compleanno del famoso medico e ricercatore Umberto Veronesi, ha accolto i suoi ospiti con una cena placée seguita da un’estrazione a premi il cui ricavato si è unito alla cifra donata. Un piccolo ma incisivo contributo a sostegno di quanti, ogni giorno, riescono a donare sorrisi e speranza.
Ph. Sergio Nessi - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bg.it
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PALAZZO MORONI
adesso fai come ti dico
AFFIDATO AL FONDO PER L’AMBIENTE ITALIANO UNO DEGLI EDIFICI PIÙ IMPORTANTI DI BERGAMO V.E.Filì - Fotografie Sergio Nessi
LUCREZIA MORONI - PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE MUSEO DI PALAZZO MORONI CON MARCO MAGNIFICO - VICEPRESIDENTE FAI (FONDO AMBIENTE ITALIANO) Nel marzo 2009 il Conte Antonio Moroni, a pochi giorni dalla sua scomparsa e con un atto di civile e lungimirante attenzione per il patrimonio storico-culturale della sua città, decideva di conferire l’amato Palazzo di Via Porta Dipinta 12 – insieme al giardino, le collezioni e le sue pertinenze – alla Fondazione Museo di Palazzo Moroni con l’auspicio, animato da autentico mecenatismo, che questo storico edificio lombardo, da secoli dimora della sua famiglia, potesse essere destinato alla collettività. Oggi, a 10 anni di distanza, il FAI - Fondo Ambiente Italiano e la Fondazione Museo di Palazzo Moroni perpetuano e corroborano quella volontà per decisione della figlia Lucrezia Moroni e del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Moroni da lei presieduto, e firmano un innovativo e articolato accordo che affida il Bene al FAI, per rendere fruibile a un pubblico sempre più vasto uno dei più importanti e rappresentativi edifici della città, celebre per il suo grandioso scalone, la ricchezza degli affreschi di Giacomo Barbelli – realizzati tra il 1649 e il 1654 –, la varietà delle sale e la ricercatezza della Collezione Moroni, nella quale spicca il celeberrimo dipinto di Giovanni Battista Moroni Il cavaliere in rosa (1560). Grazie a questa intesa, maturata tra le due fondazioni private in una piena comunione di intenti e in assoluta armonia con le rispettive missioni, lo splendido e ricco edificio del Seicento che domina Bergamo Alta diventerà nel 2020 il sessantacinquesimo Bene FAI, il primo palazzo aristocratico urbano a impreziosire la collana di Beni tutelati e gestiti dalla Fondazione.
Completa la straordinaria importanza del complesso il suo inscindibile, imponente giardino-ortaglia: circa due ettari di suggestivo, insolito e intatto brano di campagna lombarda con vigne e terrazze a frutteto, che occupa un decimo di Bergamo Alta. Il Palazzo verrà auspicabilmente aperto al pubblico dopo i primi indispensabili restauri nell’autunno 2020 e non oltre la primavera 2021, ed eccezionalmente per le Giornate FAI di Primavera nel marzo 2020. Il totale restauro e l’adeguamento funzionale delle strutture e del giardino richiederanno poi risorse più ingenti e qualche anno di ulteriore lavoro che sarà eseguito a bene aperto al pubblico. Grazie a una modifica nello statuto di Fondazione Museo di Palazzo Moroni, il FAI entra in posizione di maggioranza nel Consiglio d’Amministrazione della Fondazione, il cui presidente rimane Lucrezia Moroni. Il Palazzo, le collezioni e le pertinenze vengono affidate in comodato al FAI, che progetterà, e reperirà i fondi per il restauro, l’adeguamento funzionale, la gestione e la valorizzazione del complesso al fine di aprirlo regolarmente al pubblico, garantendo gli stessi standard qualitativi di tutti i Beni del FAI. Per consentire una gestione ottimale del Palazzo, il FAI acquista da Lucrezia Moroni alcune porzioni minori del Palazzo che non appartengono alla Fondazione Moroni, destinate a funzioni accessorie, in particolare l’appartamento del Cucinone al piano ammezzato e alcuni locali al pian terreno che saranno dedicati all’attività didattica. Vengono poi acquistati dal Fondo Ambiente Italiano gli arredi necessari a mantenere l’unitarietà della Collezione presso il Bene. L’accordo prevede inoltre che anche il nucleo particolarmente importante costituito da 6 dipinti uniti da vincolo di collezione – tra cui Il cavaliere in rosa, uno dei più noti dipinti del Rinascimento italiano, e Ritratto di Isotta Brembati, entrambi di Giovanni Battista Moroni – rimanga nel Palazzo, nel pieno rispetto dell’assetto che fu concepito nella prima metà dell’Ottocento.
La Fondazione Museo di Palazzo Moroni sarà custode dell’importante Archivio Storico della famiglia Moroni che include documenti dalla prima metà del 1400 ai giorni nostri, e con il supporto del FAI continuerà a svolgere la sua funzione principale di salvaguardia e memoria della Famiglia Moroni.
Palazzo Moroni si trova a Bergamo Alta, in via Porta Dipinta 12. È un tipico palazzo aristocratico lombardo del Seicento, da sempre appartenuto alla famiglia Moroni, che conserva eccezionalmente, oltre agli interni arredati e decorati con alcuni capolavori d’arte, l’impianto complessivo originario, comprendente un giardino e un’ortaglia di circa due ettari, rarissima in un contesto urbano e che oggi ha il valore di un vasto, insolito e suggestivo parco storico nel cuore della Città Alta. La famiglia, e in particolare il ramo dei conti Moroni, nasce ad Albino in Val Seriana (13 km da Bergamo) all’inizio del Quattrocento e realizza la sua fortuna nel settore tessile, in particolare grazie alla coltivazione del gelso; l’albero compare infatti nello stemma di famiglia e il suo nome in dialetto bergamasco - murù - richiama il cognome Moroni. L’edificio è costruito per volontà di Francesco Moroni (1606-1654) in seguito al matrimonio nel 1631 con Lucrezia Roncalli; i lavori durano circa trent’anni, dal 1636 al 1666, e le più consistenti modifiche sono registrate dalla prima metà dell’Ottocento, come attestano i documenti del prezioso archivio conservato nel Palazzo e oggetto di tutela e studio da parte della Fondazione Museo di Palazzo Moroni.
Fotografia Paolo Biava
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Fotografia Paolo Biava
Cornaro Gioielli si tinge di “smeraldo” Valentina Colleoni - Fotografie Sergio Nessi
Il Natale ormai prossimo porta con se tutta la magia e l’allegria di alcuni eventi diventati punto di riferimento per quanti amano le preziosità. Ne è esempio la festa natalizia firmata Cornaro Gioielli, una tradizione che ogni anno si ripropone per la gioia di tutti gli amici ed i clienti coinvolti. Quest’anno con un plus in più, ovvero la celebrazione dei 55 anni di attività, celebrati con un riconoscimento ricevuto da Ascom lo scorso novembre. La celebrazione di queste “nozze di smeraldo” è stata lo spunto per allestire gli interni del negozio con questo elegante colore -che contraddistingue anche le nuove tendenze gioielli 2020-nonché grandi fiocchi collocati sopra ogni vetrina con scritto all’interno 55 anniversary.
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Cornaro Gioielli si tinge di “smeraldo” Nei giorni del 30 novembre e 1 dicembre tutti i presenti all’evento hanno potuto ammirare in anteprima la nuova collezione Cornaro Gioielli, d’ispirazione anni Ottanta, costituita da catene over size, bracciali rigidi e grumette, orecchini a cerchi nonché anelli chevaleir e dettagli logo rigorosamente in oro rosa per illuminare con stile gli outfit di stagione. Bellezza infinita per la nuova collezione Crivelli, i cui gioielli hanno fatto da filo conduttore a tutta la mostra allestita nell’elegante gioielleria, declinati con diamanti, rubini, zaffiri e soprattutto smeraldo, vera tendenza dell’anno. Must assoluto della stagione la nuova collezione “Like” che non ha mancato di stupire con il suo allure unico. Lo stesso per le nuove collezioni orologi tra le quali il magnifico “El Primero” di Zenith che ha festeggiato il suo 50esimo anniversario con uno spazio di rilievo all’interno della gioielleria dedicato alla sua storia. Per la donna invece grande successo per “Happy Snow” di Chopard, brand che da sempre denota eleganza e raffinatezza. Elementi che hanno caratterizzato l’evento Cornaro Gioielli fatto di preziosità, emozioni ed allegria per tutti i clienti ai quali sono state offerte sfiziosità firmate La Marianna e per un cin-cin uno straordinario CELESTINO Spumante Brut Millesimato Doc dell’azienda agricola “Il Cipresso”. Il modo migliore per celebrare le festività alle porte e, per la famiglia Cornaro, ringraziare tutti quanti per il grande traguardo raggiunto. E per il prossimo anno la promessa dei titolari è quella di continuare a interpretare sogni e desideri degli affezionati clienti, con entusiasmo e passione. Perché sognare è vivere!
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Ph. Sergio Nessi - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bg.it
Politicando di Maurizio Maggioni
UN’IDEA....UN’ASTRAZIONE ! Ecco che allora mi aspetto che lor signori vadano casa per casa ad enunciare il loro messaggio, così come fece nostro signore, come fecero i filosofi greci e romani e poi i nostri nonni e padri dal dopoguerra sino a pochi anni fa. Non si può vincere facilmente usando solo il web, pensando che il pensiero corra veloce e di conseguenza i fatti e gli accadimenti positivi si susseguano. Dobbiamo sedimentare il pensiero, lasciare perdere il qualunquismo ed addentrarci in un ragionamento più complesso e valutativo di quanto dovremmo fare per il futuro della società in toto. Mi viene in mente la primavera araba del 2011, che sembrava dovesse cambiare in meglio il mondo e abbiamo visto cosa è stato: si è riusciti ad abbattere con la forza alcuni dittatori ma Avrete notato tutti come si susseguono continua- non si è riusciti a creare la democrazia perchè non vi era un pensiero costruito e noi ora viviamente cambiamenti epocali in pochi giorni, quasi che mo nel terrore dei combattenti islamici che pochi giorni fa hanno seminato il terrore a Londra il tempo non abbia più alcun valore reale. Vi siete e in Europa (potremmo dire che ci sta bene?). accorti che i movimenti politici si creano e si sciol- Cerco di capirli i giovani, io mi sento giovane, dentro di sicuro, di fuori un po’ meno ma sempre gono subito come neve al sole? Quelli di ieri, oggi giovane. Vivo di pulsioni, di amore e di voglia di fare, mi rinnovo nel pensiero e nelle logiche, barcollano e domani probabilmente non ci saranno leggo i giornali cartacei e digitali, guardo la televisione, ascolto i media e rifletto.....! Sono un più. Questa è la fluidità del pensiero, del web, dell’in- piccolo genio? Sono un uomo che è cresciuto nella riflessione, a cui è stato insegnato ad ascoltare molto. Dio terconnessione in rete. Ci si mette on-line, si manda un messaggio che viene ci ha dato due orecchie, una bocca, due occhi per vedere e un naso per annusare i profumi raccolto e indirizzato verso qualcun’altro e poi ci si del bello e riconoscere i cattivi odori, che non sempre sono frutto del brutto. Ho colto gli raduna, si lanciano motti, si scrivono frasi, si urlano insegnamenti di coloro che, volendomi bene, mi costringevano a riflettere, dai miei insegnanti slogan preconfezionati, si rilasciano interviste, si istitu- delle elementari ancora ben presenti nei miei ricordi, alle mie suore dell’asilo che poi mi hanno iscono comitati fluidi e i media non possono far altro accompagnato sino a pochi anni fa, ma soprattutto dai miei professori delle medie e delle che essere, dovutamente, la loro cassa di risonanza. superiori, che nei momenti cruciali di fine anni 60 e inizio 70 ci permettevano di leggere i giorPassano per movimenti politici, ma di politico non nali in classe, di discutere, di riflettere e poi si partecipava alle assemblee, aperte al confronto hanno nulla, per loro stessa ammissione: il loro obiet- anche durissimo e violento. Ora non vedo nulla di ciò, vedo velocità di pensiero, superficialità, tivo è sensibilizzare i giovani e renderli partecipi per- disconoscenza della storia, mistificazione della realtà dal Natale, in arrivo con i suoi messaggi ché questa è l’utenza a cui si rivolgono, i giovani dai di amore e fratellanza, mentre di amore ce n’è poco e fratellanza ancor meno, sino alla falsificazione della storia recente. Basti pensare che le raccolte di denaro per beneficenza sono in 16 ai 30 anni. Anche se a 30 anni non si è più tanto giovani, ma caduta libera, che le associazioni soffrono, che il ricambio generazionale nel volontariato non ormai soggetti maturi che dovrebbero già essersi in- è sufficiente ma, soprattutto, che i pochi che fanno del bene fanno notizia sui giornali: poco seriti nella società produttiva a tutti gli effetti, magari tempo fa era notizia il non fare del bene. con una famiglia, con interessi orientati alla riprodu- I nostri giovani sono pieni di energie, vogliono studiare all’estero, vogliono girare il mondo, zione e al ripopolamento che sono brutte parole parlare lingue straniere, invece che il loro dialetto, ma poi si fermano a dirsi: come faccio se non per sostituire la conservazione della specie e della ho i soldi? Ricorrono ai nonni se i genitori non possono, giusto e reale, ma una volta i sogni si razza umana, non più usabili perché arcaiche e ma- perseguivano sudando i compensi, sacrificandosi e facendo progetti condivisibili anche con altri. Se fanno volontariato, se....., lo fanno per poco tempo, come se volessero lavarsi la coscienza, gari fasciste. I giovani vanno in piazza, si ritrovano in spazi, Agorà, ma poi lo abbandonano: non sanno che solo con la fatica di lavorare insieme si potrà costruire ben definiti e si riconoscono come sardine: da buon una solida casa per.... Ma non sono cattivi, anzi sono buonissimi, bravissimi, civilmente osservanti, marinaio apprezzo il pesce azzurro e ne seguo la intruppati nel perbenismo e attenti alle leggi e alle regole. Se escono da queste rigide regole, si scia in cerca di tonnetti per la pesca alla traina, non perdono e la pagano, molto spesso con la vita. sottovaluto nessun fenomeno naturale, lo apprezzo Devono solo essere indirizzati dagli adulti per capire come funziona la società, che non è tutt’oro quel che luccica e che devono pensare a proteggere gli anziani e farsi una loro società e lo seguo. Un movimento zoofilo che mi auguro possa essere ad immagine e somiglianza senza perdere di vista il futuro di tutti. di grande aiuto a questa società impazzita che dopo Siamo molto contenti che combattano per un ambiente migliore e più naturalistico, che anaver sostituito i partiti tradizionali con quelli leggeri, tagonizzino questa materializzazione del pensiero, del consumismo a tutti i costi, dell’impopoi fluidi, poi movimentistici, poi di piattaforma, ora verimento del proprio io, dell’applicazione del pensiero generalizzato a tutti i costi. Se solo inscatolati, riescano a dare alla politica un senso, una riuscissero ad ottenere una piccola percentuale di quello che chiedono e dicono, sarebbe una forza, un’anima che non ha più. Però per fare poli- bellissima cosa e noi dovremmo seguirli, spingerli, aiutarli per ottenere ciò. Dovranno essere tica si devono coinvolgere tutte le classi sociali ed così bravi di farci capire cosa vogliono e come vorranno realizzare la rivoluzione che chiedono, epocali, cioè i meno giovani, i differentemente giovani chi li anima e perchè (ricordiamoci che stiamo ancora discutendo storicamente delle brigate e soprattutto gli anziani. Sì, perchè in una nazione rosse e non sappiamo ancora chi le creò), allora, capito ciò, potremmo essere un tutt’uno, una democratica che grazie all’involuzione sociale e alla fiumana umana contro chi ci vuole male. Potremmo oltrepassare l’assegnazione delle cittapaura di rimanere poveri vede diminuire le nascite, dinanze onorarie a tutti i costi, le intitolazioni delle strade, il togliere le cittadinanze onorarie l’invecchiamento è diventato endemico, per cui gli (che sono storia), lasciare i morti nei loro sepolcri storici costruire una nuova società. Giorgio over 65 sono la maggioranza ed in una democrazia Gaber, il grande, che già molti anni fa aveva capito tutto, cantava:“un’idea un concetto un’idea è la maggioranza vince, anche solo per un voto (brexit soltanto un’astrazione, se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione !” BUON NATALE A TUTTI GLI UOMINI DI BUONA VOLONTÀ. docet).
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Roberto rusconi e Silvano ceravolo LA NOSTRA COPERTINA DEDICATA AD UNA COPPIA STRAORDINARIA CHE HA DATO VITA AD HABILITA, UNA REALTÀ D’ECCELLENZA NELLA RIABILITAZIONE Roberto Rusconi, già protagonista dello sviluppo della Medicina Iperbarica con il Centro fondato a Zingonia nel 1979, del quale ricorre quest’anno il 40° anniversario, con la preziosa collaborazione del Prof. Silvano Ceravolo, fino ad allora Primario dell’Unità Operativa per il recupero e la rieducazione funzionale presso gli Ospedali Riuniti di Bergamo, oggi Papa Giovanni XXIII, alla fine dell’anno 2000 diedero forma ad Habilita, un nuovo modo di intendere la riabilitazione post traumatica ma non solo. Nella nostra intervista, realizzata quando ancora le gru erano al lavoro per la costruzione della nuova struttura progettata da Paolo Frigeni, Roberto Rusconi, a.d. di quella che si sarebbe di lì a poco stata battezzata Habilita ci disse: “La riabilitazione inizia con la serenità del malato e, una struttura di nuova costruzione, dedicata esclusivamente alla riabilitazione, è più rassicurante ed incide in modo positivo anche sulla psiche del soggetto da ricondurre ad una vita di normale autosufficienza. Mi piace questo settore perché gli investimenti e le innovazioni in campo sanitario servono concretamente a migliorare la qualità della vita della nostra collettività. Questo mi motiva e mi appassiona soprattutto per il ruolo che riveste oggi in Lombardia, come nel resto dei Paesi più avanzati, l’imprenditore nel settore sanitario. Questa clinica per la riabilitazione è stata pensata e progettata completamente da zero e non si tratta come spesso accade del riciclo di una struttura esistente. Questo ci ha avvantaggiato nella ricerca delle soluzioni più idonee per ogni singola esigenza, dalle attrezzature mediche e terapeutiche fino…. alla maniglia delle porte”. Dal canto suo il Prof. Ceravolo nella stessa intervista sottolinea: “Le sinergie che si potranno creare tra le avanzatissime conoscenze acquisite dalla Medicina iperbarica dall’Istituto di Zingonia e il nascente reparto di riabilitazione non mancheranno di sviluppare nuove terapie che possono utilizzare le camere ad alta pressione di ossigeno. Questa prospettiva è solo uno dei motivi che mi hanno spinto ad accettare questo nuovo incarico. Di certo la sensibilità e lo spessore umano di chi è al timone di questa impresa hanno molto contribuito alla mia scelta. Pensiamo di dedicare specifica attenzione ad aspetti oggi forse un po’ trascurati di ciò che significa riabilitare un paziente dopo un grave evento traumatico, sia esso conseguente ad un intervento chirurgico o ad una malattia grave. Insieme al suo fisico ci si deve occupare della sua assistenza psicologica perché, quasi sempre, le conseguenze degli interventi suddetti sono pesanti per la sfera più intima di un essere vivente. Si deve riprendere una normale vita relazionale e ritornare ad avere con gli altri, in primo luogo con i familiari ai quali riserveremo un programma di apprendimento graduale per insegnare loro come trattare ed assistere il paziente in via di riabilitazione, organizzando veri stage all’interno della struttura in modo da attuare percorsi di dismissioni assistite che consentano il miglior rientro del paziente in seno al nucleo famigliare e all’ambiente di lavoro. Anche l’aspetto spirituale è da tenere nella massima considerazione e il progetto prevede la realizzazione di una chiesetta dove i pazienti potranno raccogliersi in preghiera per chiedere l’essenziale aiuto al Padre Eterno. Lo spirito però va rigenerato e nutrito anche con aspetti che possano riconciliare con la vita e con il piacere di viverla al meglio delle proprie possibilità. Ed è per questo che, d’accordo con Roberto Rusconi, abbiamo deciso di rendere più accogliente la nuova struttura con la presenza di opere d’arte. Quadri e sculture in grado di far riassaporare il piacere del bello in ciò che ci circonda, in grado di indurre pensieri positivi e volontà di ripresa, secondo una teoria che, credo da pioniere, ho esposto già molti anni fa e che oggi è ripresa e sperimentata in vari centri ospedalieri”. Da allora sono passati quasi vent’anni e Habilita, diventata un’eccellenza a livelli nazionali, è cresciuta estendendo la sua operatività che la vede oggi impegnata in quattro strutture ospedaliere, oltre a Zingonia, Sarnico, Novara e Acqui Terme a cui si aggiungono gli ambulatori polispecialistici di Bergamo e Clusone serviti da un unico centro per le analisi di laboratorio a Bonate Sotto. E non finisce certo qui.
(continua)
IN PRIMO PIANO PAOLA FRIGENI CON ROBERTO RUSCONI ALLE LORO SPALLE I FIGLI ANDREA E CHIARA
continua ... V.E.Filì - Fotografie Sergio Nessi
Questa storia inizia 40 anni fa, esattamente il 13 dicembre del 1979 quando, grazie al genio di Gianfranco Frigeni, nonché al coraggio della figlia Paola e del di lei marito, Roberto Rusconi, venne inaugurato a Zingonia il primo centro privato in Lombardia dotato di camere iperbariche. Oggi, il Centro di Medicina Iperbarica, fa parte, quale capostipite, del Gruppo Habilita, che ha ampliato e diversificato le sue attività nel settore sanitario tra Lombardia e Piemonte e che oggi si propone con 5 strutture ospedaliere, tre poliambulatori all’avanguardia e un laboratorio di analisi dotato delle più avanzate tecnologie. Per raccontarvi questa vicenda, dove si intrecciano la scienza, la ricerca continua, la caparbietà e uno spirito imprenditoriale orientato alla salute e al benessere della comunità, incontriamo Chiara Rusconi, figlia di Roberto e Paola, la quale, insieme al fratello Andrea, è entrata da non molto in azienda, dopo essersi laureata. “Tutto - racconta - ha inizio con mio nonno materno, un ingegnere che si occupava di camere iperbariche, ai suoi tempi utilizzate quasi unicamente per le attività dei palombari impiegati dalle compagnie petrolifere nelle ricerche sottomarine. Dopo aver acquistato un capannone e impiantato un’officina-laboratorio a Zingonia, iniziò la costruzione in proprio di camere iperbariche, sempre più indispensabili, per formare i sommozzatori e i palombari ed abituarli alle condizioni che avrebbero incontrato durante le immersioni in profondità sulle piattaforme petrolifere. L’azienda raggiunse così una fama internazionale nella produzione di questi impianti. Mio padre, che nel frattempo si stava laureando, conobbe mamma sul treno per Milano, dove entrambi si recavano a studiare. Il nonno aveva tre figlie femmine e non vedeva l’ora di coinvolgere un uomo di famiglia nella sua avventura. Così, dal loro incontro, scaturì la geniale intuizione di poter estendere l’utilizzo delle macchine del nonno nella sanità.
continua ... ARMEO SPRING PER BAMBINI UNO DEI ROBOT DI ZINGONIA
CHIRURGIA PROTESICA CASA DI CURA I CEDRI A FARA NOVARESE
LOKOMAT DI ZINGONIA
ERIGO UNO DEI ROBOT DI ZINGONIA
Uno studente che intravede una strada innovativa per la cura di molte malattie... Mio padre si appassionò così tanto all’argomento che portò come tesi di Laurea uno studio sugli effetti della camera iperbarica sul corpo umano. Lavorando in officina con mio nonno ha iniziato a capire come funzionavano le camere iperbariche. Si cominciò così il trattamento dei primi pazienti che arrivavano in ambulanza direttamente nell’officina, per patologie legate all’avvelenamento da monossido di carbonio, gangrene gassose e infezioni miste. Nel frattempo anche nel mondo si andava affermando sempre più l’uso della camera iperbarica. Con questa prospettiva si decise, da veri pionieri per l’Italia, di costruire un Centro dove sviluppare la Medicina Iperbarica. Mia mamma, architetto, progettò e costruì le strutture che, appunto, da 40 anni, ospitano le camere e i locali dei servizi connessi alle stesse”. Di quante camere iperbariche disponete oggi? “Quattro e siamo tra i pochissimi in Italia ad avere una camera specializzata per l’emergenza dove tutto è predisposto per l’arrivo di pazienti urgenti. All’inizio il Centro non disponeva dell’accreditamento presso la Regione, che è arrivato solo nel 1986, mentre prima tutto avveniva tramite convenzioni con i vari ospedali. Nel frattempo anche in Italia si è iniziato ad ampliare lo spettro di applicazioni della tecnologia iperbarica, includendo patologie come ulcere, piaghe da decubito, necrosi ossea, acufeni, ecc… Con la certezza normativa, assicurata dalla grande esperienza nel mondo professionale, si iniziò con successo ad esportare la metodica iperbarica nel settore sanitario e si cominciò a realizzare impianti nuovi in altre strutture sanitarie. La Casa di Cura Città di Brescia e la Casa di Cura I Cedri di Fara Novarese, ad esempio, hanno una nostra camera…”. Nasce l’idea di un centro per la riabilitazione… “Nel 1998 in Regione Lombardia, c’era l’esigenza di strutture riabilitative, questa opportunità è stata colta da Roberto e Paola realizzando nel 2000 l’ampliamento del Centro di Zingonia con i primi 64 posti posti letto, diventati oggi 89, destinati ad un reparto di riabilitazione neurologica. Abbiamo messo in campo un’equipe di prim’ordine. È stato fondamentale il Dr. Silvano Ceravolo, già primario degli Ospedali Riuniti di Bergamo il quale, con noi fin dall’inizio nella veste di Direttore Sanitario, ha dato una fondamentale impostazione perché Habilita, nel frattempo così battezzata, diventasse una struttura d’eccellenza. Oggi abbiamo 35 figure riabilitative, anche se la Regione ne richiede meno. Prevediamo un fisioterapista ogni due pazienti perché vogliamo dare un servizio senza compromessi. Ai nostri pazienti in neuroriabilitazione offriamo un numero di ore di terapia superiore a quanto previsto con l’integrazione di tutta la parte robotica. Anche per questo, nel 2015, la Regione ci ha riconosciuti come IAC ovvero Istituto ad Alta Complessità di Neuroriabilitazione. Un’altra intuizione di papà è stata la robotica. Infatti, quando nel 2004 la Regione aveva necessità di reperire strutture dove sperimentare una nuova apparecchiatura - il Neurowave dedicata agli stati vegetativi - e recuperare una serie di dati in merito al suo utilizzo, mio padre si rese subito disponibile. L’apparecchiatura proietta immagini e suoni in grado di generare emozioni come quelle della famiglia, dei figli o dei genitori del paziente in stato vegetativo e, nel frattempo, rileva se nel cervello vi siano reazioni e di che tipo, in base agli stimoli trasmessi. In totale abbiamo 12 Robot, che possono mettere in movimento i pazienti ed assisterli nei percorsi riabilitativi. Uno di questi è il famoso Lokomat pediatrico, un Robot per la deambulazione, che siamo stati tra i primi ad utilizzare. Da noi arrivano pazienti provenienti da tutta Italia e Zingonia oggi è vissuta come un’eccellenza nella neuroriabilitazione oltre che per le camere iperbariche”.
LE CAMERE IPERBARICHE IN UNA FOTO DEGLI ANNI ‘90
LA CASA DI CURA DI ZINGONIA
POLIAMBULATORIO DI CLUSONE
SALA OPERATORIA CASA DI CURA I CEDRI DI FARA NOVARESE
Una nuova sfida con l’arrivo di Sarnico: 110 posti letto con reparti di Riabilitazione e Medicina generale… “Essere imprenditori nel settore sanitario comporta una sfida continua che ti obbliga incessantemente a migliorare e ad innovare. In sintesi a non fermarti mai. Ma a noi in famiglia piacciono le nuove sfide. Quindi, grazie ad un’equipe, composta anche da mo fratelllo, che ha saputo trovare la proposta giusta, abbiamo vinto la gara nel 2008, dopo aver partecipato ad un bando pubblico - privato che per noi fu veramente una grossa sfida… Lo abbiamo vinto di nuovo nel 2017 grazie ai progetti di investimento e di gestione migliorativa della struttura che ci dà ottime soddisfazioni e per la quale abbiamo un feedback molto positivo da parte dell’utenza. Medicina, punto prelievi analisi, poliambulatori specialistici e soprattutto fisioterapia, materia che del resto era già nel vissuto dell’ospedale in passato”. Poi è iniziata l’espansione che vi vede oggi come un gruppo di strutture sotto il nome di Habilita… “Si, sono diverse le strutture che lavorano sul territorio, in primis, Habilita San Marco Bergamo, acquisita nel 2009, un poliambulatorio che abbiamo ampliato, migliorando la radiologia, l’oculistica con il laser ad eccimeri per gli interventi di chirurgia refrattiva e la riabilitazione, sfruttando la presenza di una piccola piscina a 34°. Anche in questo caso abbiamo voluto dare a tutto un’attenzione in più. Uno dei suoi punti di forza è la localizzazione in pieno centro di Bergamo, a fianco dell’Hotel San Marco: il poliambulatorio si sviluppa su tre piani con ben 25 ambulatori. Successivamente abbiamo realizzato un altro importante poliambulatorio a Clusone, richiesto e molto apprezzato dalla comunità, dotato di risonanza magnetica, e ci siamo impreziositi di un laboratorio di analisi con sede a Bonate Sotto e i suoi undici punti prelievo”. La nuova frontiera, però, è il Piemonte. Ed è la novità più recente… “Il Piemonte è un territorio interessante, forse ancora più della confinante Lombardia. Certe cose, talvolta, sono solo frutto del caso, ma aver installato nel ‘94 una camera iperbarica in una clinica e poi trovarsi a comprarla 22 anni dopo é quanto meno curioso. È successo nel 2016, a Fara Novarese, dove, per svariati motivi, ci è stato proposto di rilevare la Casa di Cura I Cedri, una struttura con 80 posti con un orientamento ortopedico - riabilitativo. In questo caso, per il nostro gruppo, la specializzazione in Chirurgia Ortopedica Protesica è una novità: protesi di ginocchio, di spalla e di anca realizzate da diverse équipe di medici ortopedici d’eccellenza. Nel 2018 abbiamo individuato la Casa di Cura Villa Igea ad Acqui Terme, in provincia di Alessandria, simile a quella di Fara Novarese con 80 posti letto, tre sale operatorie, e, anche qui, chirurgia protesica ortopedica. Due nuove strutture, quindi, sotto le bandiere di Habilita, di cui si sta occupando mio fratello Andrea, in cui dovranno essere integrate al meglio delle loro potenzialità. Disponiamo di un reparto di riabilitazione anche nelle due nuove realtà piemontesi, complementari alla chirurgia ortopedica. A Fara Novarese un reparto di Oculistica interviene sulle cataratte coinvolgendo pazienti anche da Bergamo. Come prima accennato in questo settore la spinta a migliorarsi deve essere continua”.
POLIAMBULATORIO SAN MARCO BERGAMO
CASA DI CURA I CEDRI A FARA NOVARESE
CASA DI CURA VILLA IGEA AD ACQUI TERME
LABORATORIO ANALISI BONATE SOTTO
Continua, come nelle storie a puntate, è la parola giusta per festeggiare un 40° che è solo un traguardo spazio-temporale, già con lo sguardo rivolto al futuro.
SALA OPERATORIA CASA DI CURA I CEDRI DI FARA NOVARESE
EQUIPE DEL DR. QUAINI DI VILLA IGEA AD ACQUI TERME
RIABILITAZIONE A ZINGONIA
DIABETE, LA PREVENZIONE INIZIA A TAVOLA
Nato 25 anni fa, il Centro Medico Valseriana Polispecialistico di Vertova rappresenta la più importante realtà di struttura privata e convenzionata, di servizi diagnostici medicichirurgici in Val Seriana. La nostra ambizione è quella di migliorare la salute delle persone, utilizzando le tecnologie più innovative e collaborando con i migliori medici specialisti della provincia di Bergamo. La nostra struttura offre prestazioni sanitarie specialistiche, mediche, chirurgiche, cliniche, strumentali e di prevenzione (check-up). Accogliamo ogni giorno i nostri pazienti impegnandoci con cortesia e professionalità durante tutto il loro iter terapeutico diagnostico e riabilitativo, in quanto la loro salute è il nostro obiettivo finale. AL SERVIZIO DELLA TUA SALUTE. DA 25 ANNI ACCANTO ALLA GENTE CON PASSIONE E IMPEGNO
Recentemente si è celebrata la Giornata Mondiale del Diabete 2019: quanto è importante sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto a questa patologia molto diffusa? “La Giornata del Diabete viene celebrata in tutto il mondo il 14 novembre di ogni anno ed è stata istituita nel 1991 dall’International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il suo scopo è quello di sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sul diabete, una patologia grave e diffusa che può essere prevenuta e curata. In Italia l’evento è stato organizzato a partire dal 2002 ed anche a Bergamo quest’anno l’associazione diabetici bergamaschi, grazie al supporto volontario di medici e infermieri diabetologi, ed altri operatori sanitari il 17 novembre ha organizzato uno screening gratuito della glicemia sul Sentierone”. Prevenire o ritardare il diabete: come è possibile e che ruolo gioca la diagnosi precoce? “Il Diabete Mellito è una condizione clinica di costante aumento della glicemia plasmatica che conduce nel tempo, se non trattata adeguatamente, a complicanze vascolari quali infarto del miocardio, ictus cerebri, insufficienza renale, cecità e amputazioni degli arti inferiori. La percentuale di pazienti affetti da Diabete varia da regione a regione ed al Nord si assesta intorno al 4-5 % della popolazione generale; si stima che questa percentuale potrebbe arrivare anche al 7-8% se fosse eseguito uno screening assiduo e capillare della glicemia. Questo implica che se non cercata la malattia è irriconoscibile in quanto priva di sintomi clinici. Vi sono però delle condizioni che devono far sospettare la presenza di Diabete e sono: avere un parente affetto, essere sedentari, essere in sovrappeso/obesi od avere comportamenti alimentari scorretti. Il riscontro di diabete in una fase molto precoce permette di iniziare un percorso virtuoso sul cambiamento di stile di vita (alimentazione e attività fisica) che permettono di ritardare in alcuni casi l’inizio della terapia farmacologica”. Che differenza c’è tra il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2? “Al medico diabetologo spetta il compito di individuare la forma di diabete che si trova davanti. Il diabete di tipo 1°, caratterizzato dalla carenza assoluta di insulina, è più frequente nei giovani e si presenta in modo improvviso con i classici sintomi di sete intensa (polidipsia), poliuria e perdita di peso con secondaria stanchezza e facile affaticabilità. In questo caso la terapia è costituita da iniezioni sottocutanea di insulina mediante penne monouso da utilizzare ai pasti e alla sera o mediante microinfusore di insulina rapida. Associati alla terapia insulinica ormai vengono proposti sensori per la determinazione della glicemia capillare continua che permettono una gestione personalizzata della terapia. Tutto ciò consente ai pazienti diabetici giovani di svolgere una vita di relazione ottimale senza sentirsi degli esclusi o degli emarginati. Il diabete di tipo 2°, caratterizzato da resistenza alla insulina, è più frequente nell’età adulta e si presenta in modo subdolo e asintomatico tanto che, senza lo screening, si arriva alla diagnosi con molti anni di ritardo. Questo ritardo diagnostico è alla base del fatto che molti pazienti alla diagnosi presentino già delle complicanze. In questo tipo di paziente il ruolo del diabetologo è quello di sensibilizzare la popolazione alla ricerca attiva delle altre condizioni che associate al diabete portano allo sviluppo di malattie cardiovascolari e sono il fumo di sigaretta, l’obesità e la sedentarietà, l’ipertensione arteriosa e la dislipidemia. Anche queste condizioni vanno trattate in modo intensivo. In questi ultimi anni la terapia del diabete mellito di tipo 2° si è arricchita di farmaci innovativi particolarmente efficaci e sicuri che agiscono su vari fronti e permettono di ridurre la progressione delle complicanze. Una classe di questi farmaci innovativi agisce sul sistema di produzione fisiologica dell’insulina, sono iniettabili sottocute monosettimanalmente e si possono associare alle terapie già in atto nel paziente.
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Non sono gravate da ipoglicemie e svolgono una importante azione sul peso corporeo. L’altra classe di farmaci innovativi agisce sul rene permettendo l’eliminazione dello zucchero mediante l’urina. Anche in questo caso non inducono pericolo di ipoglicemie e sono in grado di ridurre il peso corporeo del paziente. Con ambedue le categorie di farmaci, non provocando ipoglicemie, è possibile ridurre il numero delle misurazioni della glicemia capillare. Di interesse è anche il dibattito sul diabete in gravidanza. Quando una paziente diabetica desidera una gravidanza è necessario che si rivolga al Diabetologo per la sua programmazione e gestione: ciò assicura una evoluzione sicura per sé e per il nascituro. Altrettanto interessante il problema dello screening del diabete gestazionale (cioè quello che si sviluppa in corso di gravidanza) in quanto è oramai consolidata la prassi che ogni gestante debba eseguire un test da carico di glucosio tra la 24 e 28 settimana di gravidanza. Il trattamento del diabete gestazionale è in grado di diminuire il rischio di esenti avversi materni e soprattutto neonatali ma anche di ridurre il rischio metabolico e cardiovascolare sia nella madre che nel nascituro dopo la gravidanza”. Quali sono le malattie endocrine più diffuse? “Le malattie endocrine più rappresentate nel nostro territorio sono certamente le malattie della tiroide. Il nostro territorio è caratterizzato da elevata presenza di gozzo (aumento del volume della ghiandola tiroidea) che si può presentare in forma diffusa o più frequentemente in forma nodulare. Questa condizione impone una valutazione specialistica adeguata per la scelta strategica più opportuna (agobiopsia o follow. up) e nell’ipotesi di patologia maligna indirizzare il paziente alla terapia chirurgica più adeguata e successivamente impostare una terapia ed un follow-up idonei. La tiroide non dimentichiamoci è anche una ghiandola che produce l’ormone tiroideo, fondamentale nel controllo del metabolismo basale del nostro corpo. Una alterazione della produzione di questo ormone determina o Ipotiroidismo (carenza ormonale) o ipertiroidismo (eccesso ormonale) con conseguente diminuzione o aumento del metabolismo basale. Le altre malattie endocrine più diffuse sono: le malattie dell’apparato riproduttivo (testicoli e ovaie) si configurano nell’ipogonadismo che è caratterizzato da scarsa produzione di ormoni sessuali
(testosterone o estrogeni e progestinici) con conseguente sia infertilità che deficit della libido; le malattie dell’ipofisi sede di produzione della prolattina (iperprolattinemia), dell’ormone della crescita (gigantismo o acromegalia) e dell’ACTH che controlla la ghiandola surrenalica (Cushing o Addison). Grande interesse si sta sviluppando intorno ad un grande argomenti di attualità endocrinologica ed è l’osteoporosi. Una malattia delle ossa, caratterizzata da fragilità del tessuto osseo, con conseguente aumento di fratture (in particolare di vertebre, femore, polso, omero, caviglia) per traumi anche minimi. L’incidenza delle fratture aumenta con l’età ed è più frequente nelle donne nel periodo post-menopausale. In Italia, dati del ministero della salute, il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni è affetto da osteoporosi e questi numeri sono in continua crescita, soprattutto in relazione all’aumento dell’aspettativa di vita. Si stima che in Italia l’osteoporosi colpisca circa 5.000.000 di persone, di cui l’80% sono donne in post menopausa. Cosa fare allora per prevenire questo fenomeno? Bisogna mantenere uno stile di vita attivo, seguire una dieta varia ed equilibrata, assumere adeguate quantità di calcio e vitamina D, diminuire il consumo di sale (che aumenta l’eliminazione del calcio con l’urina ed aumenta la pressione arteriosa), evitare il fumo e l’abuso di alcol, sovrappeso o obesità. Oltre a questo nel caso di dolori ossei persistenti e/o fratture è necessario rivolgersi all’endocrinologo che indirizzerà all’esecuzione di esami sia strumentali che laboratoristici specifici alla ricerca della causa e della conseguente migliore strategia terapeutica”. Tiroide, testicoli, ovaie, ipofisi, surrene e pancreas: a che età e tramite quali esami è preferibile monitorare il buono stato delle ghiandole endocrine? “Le malattie endocrine si possono presentare a qualsiasi età dalla più giovane a quella anziana. Lo screening neonatale, In Italia, è obbligatorio per la fenilchetonuira, l’Ipotiroidismo congenito e la fibrosi cistica. La presenza in un familiare affetto o di condizioni a rischio di una malattia endocrino-metabolica deve prevedere l’esecuzione di esami specifici per la ricerca di quella malattia già a partire dalla giovane età. Fa eccezione a questa affermazione l’osteoporosi che è prevalente nell’età adulta ed in particolar modo nella post.menopausa”.
DOTT. GIOSUÈ GHILARDI Ho 62 anni. Sono laureato in Medicina e Chirurgia dal 1982. Sono specialista in Endocrinologia e Malattie del ricambio ed in Endocrinologia Sperimentale. Sono sposato ed ho 2 figli. Ho lavorato i primi anni della mia carriera al Pronto Soccorso dell’ospedale di Bergamo e nel 1995 mi sono trasferito all’Ospedale di Clusone dove sono diventato responsabile della servizio di Diabetologia ed Endocrinologia. Nel 2009 l’Ospedale è stato trasferito a Piario dove ho mantenuto le stesse funzioni. WWW . C E NT R O M E D I C OV A L S E R I A N A . C O M
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CONCEPT MINIMAL E SPIRITO POP TARAMELLI SRL DISEGNA IL PRIMO FLAGSHIP STORE CHORUSTYLE, IL VISIONARIO PROGETTO DI LIFESTYLE NATO DALLA MENTE DELL’IMPRENDITORE DOMENICO BOSATELLI Spirito pop, tecnologia, eleganza: sono queste le fonti di ispirazione del nostro ultimo lavoro, il flagship store Choruslife, recentemente inaugurato nella centralissima via XX Settembre a Bergamo. Molto più di un’azienda, Chorustyle è un laboratorio che supera i confini di schemi e convenzioni, dove la sapienza delle mani artigiane si fonde con il rigore del processo industriale e le più avanzate soluzioni tecnologiche. Per valorizzare le collezioni di abbigliamento dallo stile casual ma sofisticato, la ricercatezza dei materiali, il design dei complementi e degli arredi caratteristici del brand, abbiamo puntato tutto sull’essenzialità. Cavi in acciaio e strutture metalliche dal sapore industriale, a cui si affianca l’avvolgente eleganza di tende e tappeti, danno vita a un mix che si sviluppa per contrasti, creando un equilibrio in cui l’ambiente stuzzica l’occhio ma lascia protagonista l’oggetto, sintesi di originalità e fascino. La visione da cui è nato il brand, incentrata su un lifestyle che è espressione di un benessere quotidiano consapevole associato a un’estetica contemporanea, percorre tutti i 250 mq dello spazio di vendita. La combinazione sapiente di elementi volutamente essenziali con tocchi preziosi crea la cornice ideale e il mood coerente per accogliere i prodotti esposti. Il risultato? Un ambiente minimal ma fuori dagli schemi, dallo spirito libero e schietto come gli ispiratori di Chorustyle, che siamo orgogliosi di aver modellato.
anni azzurri A cura della Direttrice Francesca Galli francesca.galli@anniazzurri.it
ASPETTANDO IL NATALE ALLA RESIDENZA SAN SISTO Alla Residenza Anni Azzurri San Sisto dicembre sarà un mese ricco di eventi per prepararsi a celebrare le festività natalizie. “Dicembre è il mese dedicato alle feste e alla condivisione del dono, per questo abbiamo pensato a diversi eventi per i nostri ospiti e i loro familiari, per vivere insieme il calore dell’attesa delle festività”, ha sottolineato la dottoressa Francesca Galli, direttrice della Residenza San Sisto di Bergamo. Fra musica, spettacoli, doni di Santa Lucia e scambi di auguri, è articolato il calendario messo a punto alla residenza San Sisto per dicembre: in apertura del mese, domenica 1 dicembre, è previsto un pomeriggio canoro con il maestro Oscar, a seguire la domenica successiva uno spettacolo di burattini a cura del maestro burattinaio Roncelli, in attesa di Santa Lucia, che venerdì 13 dicembre passerà dalla Residenza, lasciando un carretto trainato da un asinello da cui verranno distribuite caramelle a tutti i presenti. Le feste continuano domenica 15 dicembre con un pomeriggio musicale con canzoni natalizie e canzoni popolari accompagnate dalla fisarmonica, proposte dal giovane gruppo Silva. Le apprezzate esibizioni canore sono in programma anche domenica 22 dicembre con lo spettacolo corale del gruppo Coro Giovani di Azzano San Paolo, e vedranno il clou lunedì 23 dicembre con la grande Festa di Natale, cui parteciperà il Coro San Sisto. Martedì 24 dicembre alle ore 16 si celebrerà la Santa Messa della Vigilia. Tanti i momenti da passare insieme alla Residenza San Sisto aspettando le feste, “pensati per creare un clima natalizio e far
respirare ai nostri ospiti e ai loro cari un’atmosfera calda e di festa”, ha affermato la direttrice Galli, ricordando che si tratta di un palinsesto di iniziative per condividere con ospiti e familiari, ma anche con tutti quelli che lo desiderano, un momento importante come l’avvento del Natale. La residenza San Sisto, infatti, è da sempre aperta al territorio, con cui sviluppa molte delle proprie attività, per consentire agli ospiti di vivere a stretto contatto con la comunità di appartenenza e di trarre vantaggio dalla prossimità di persone e associazioni locali. Il calendario di eventi per le festività diventa l’occasione per conoscere la filosofia operativa di Anni Azzurri San Sisto, basata sull’accoglienza e il calore umano uniti ad alti standard di assistenza, perseguiti da tutto il personale per far sentire ogni ospite come a casa propria. L’impegno nell’ospitalità e nella valorizzazione della persona, attraverso la relazione e l’ascolto, rappresentano punti qualificanti all’interno della struttura, specializzata nell’accoglienza di anziani autosufficienti o non autosufficienti. L’attenzione all’accoglienza, che ha come standard qualificanti la professionalità, l’umanità e la tempestività, si abbina alla garanzia di un’assistenza mirata per ciascun anziano, grazie anche alla presenza di uno staff medico dedicato, affiancato da personale infermieristico, dai fisioterapisti e dagli operatori di assistenza. Il clima familiare, che rappresenta il tratto caratteristico della Residenza, contribuisce anche a rafforzare l’efficacia di ogni pratica terapeutica.
In collaborazione con
Via Colognola ai colli, 8 - Bergamo - Tel. 035 08641 - Fax 035 19909256 - residenzasansisto@anniazzurri.it
MANAGERIALITÀ E IMPRENDITORIALITÀ
UN BINOMIO PER CRESCERE ANCORA - IL CASO PIAZZALUNGA Tommaso Revera - Fotografie Paolo Biava
DA IMPRENDITORIALE A MANAGERIALE: L’EVOLUZIONE DELLA GESTIONE PIAZZALUNGA L’evoluzione della Piazzalunga Srl non conosce sosta: nonostante l’ampio riconoscimento a livello locale e provinciale, l’azienda di Luana Piazzalunga e Giuseppe Castagneto guarda oltre senza accontentarsi o vivacchiare sul mercato. L’ultima novità in ordine cronologico riguarda la collaborazione avviata con il Dott.Tiberio Tesi, Amministratore Unico della Smartvalue Management Consulting Srl, un manager che vanta un’esperienza trentennale grazie al quale compiere un ulteriore salto di qualità. “Con una metafora calcistica - ci ha spiegato Giuseppe Castagneto, , co-CEO di Piazzalunga srl - potremmo paragonarci all’Atalanta, di cui sono grande tifoso. Ci stiamo attrezzando per competere e dire la nostra anche in Champions League e non più o non solo in ambito nazionale. Questa nuova collaborazione con Tiberio rappresenta qualcosa di nuovo: ogni giorno del resto, nel lavoro così come nella vita, non si smette mai di imparare. L’idea di evolverci, migliorare e crescere coniugando le abilità imprenditoriali mie e di Luana all’esperienza del Dott. Tesi ci onora da un lato e ci stimola molto dall’altro. A lui e Luana piace schiacciare sull’acceleratore mentre io sono un filo più prudente: diciamo che abbiamo creato un mix esplosivo. Abbiamo ulteriormente alzato l’asticella: da un’azienda (se pur ben strutturata) locale ad una con una vocazione più regionale. Una crescita a tutto tondo che intendiamo perseguire, uno step fondamentale per restare competitivi sul mercato e non dormire sugli allori. Tutte le cose nuove mi affascinano, questa a maggior ragione perché in grado di dare un valore aggiunto ad ogni cosa. “L’aspetto più stimolante di questa nuova collaborazione è vivere il cambiamento nel contesto di una crescita professionale - ci ha confidato Luana Piazzalunga, CEO della Piazzalunga Srl. A livello
territoriale siamo consapevoli che la nostra azienda è una realtà ben radicata ma per compiere un ulteriore passo in avanti e diventare ‘grandi’ era giunto il momento di evolverci passando da una gestione puramente imprenditoriale ad una anche manageriale. Un buon imprenditore, infatti, deve mettersi davanti allo specchio e dirsi fino a dove, in base alle proprie competenze, può arrivare. Così abbiamo fatto io e Giuseppe e da qui è nata l’idea di questo nuovo corso. Il cambiamento, del resto, è una fase naturale per l’organizzazione moderna ed allo stesso tempo è una delle più critiche. In passato era considerato un fenomeno transitorio, vagamente pianificato e implementato, necessario per l’adattamento del sistema alle mutate condizioni ambientali; oggi, invece, è un evento che si produce in modo continuativo, mettendo alla prova l’efficacia e l’efficienza delle organizzazioni. In Piazzalunga ci siamo avvalsi dell’esperienza, professionalità e doti manageriali del Dott. Tiberio Tesi che, unite alle nostre capacità imprenditoriali, costituiscono un connubio vincente ed imprescindibile per il percorso intrapreso. Abbiamo riprogettato la nostra struttura organizzativa adottando un modello a matrice e ripensato i meccanismi di coordinamento volti a favorire una interazione continua tra le persone e le diverse funzioni aziendali abbandonando criteri di serialità a favore di quelli di contestualità. Interverremo inoltre nel corso dei prossimi due anni con progetti di formazione mirati sulla cultura professionale manageriale e aziendale volti ad evolvere l’identità Piazzalunga. Le sfide facili sono noiose… Le trasformazioni organizzative mi hanno sempre molto entusiasmata.Paradossalmente è più facile animare un’organizzazione che deve affrontare una difficile trasformazione, rispetto a mantenere motivata un’organizzazione stabile. Ma per fortuna oggi non c’è più niente di stabile”.
CONIUGARE LA RAZIONALITÀ DI UN MANAGER DALL’ACCLARATA ESPERIENZA ALLA CREATIVITÀ IMPRENDITORIALE DI LUANA PIAZZALUNGA E GIUSEPPE CASTAGNETO: QUESTA LA CARTA VINCENTE PER LA CRESCITA DELL’AZIENDA DI SORISOLE LEADER IN AMBITO DI LOGISTICA, MOVIMENTAZIONE E AUTOMAZIONE
DR. TIBERIO TESI, NUOVO RINFORZO DELLA PIAZZALUNGA SRL
“Ho avuto il piacere di conoscere Luana e Beppe tramite amici in comune - ci ha raccontato il Dott. Tiberio Tesi - e collaborare oggi al loro fianco mi fa davvero molto piacere. Da quando ho lasciato la Direzione Generale di Confindustria Bergamo per fondare Smartvalue, - che, nasce per guidare la trasformazione e l’innovazione delle aziende cercando di interpretare al meglio i loro fabbisogni tramite una strategia organizzativa coerente con la strategia di business, - ho avuto l’opportunità di collaborare con molteplici imprenditori. Trovare aziende come la Piazzalunga Srl, dal potenziale enorme e con uno spirito imprenditoriale ben forgiato e incline allo sviluppo, mi inorgoglisce moltissimo. Talvolta mi capita di incontrare titolari d’azienda che lavorano molto bene ma senza avere ben chiara la visione del futuro della propria azienda : Luana e Beppe, invece, la visione ce l’hanno e, vista la loro innata intraprendenza, giocano d’attacco. Non intendono fermarsi perché sanno bene che il mercato non sta ad attenderli: se stanno fermi, non mantengono la posizione acquisita negli anni ma arretrano. Diciamo che con loro condivido il forte orientamento ai risultati e questo è l’aspetto che più ha favorito questa nostra collaborazione. Manager e Imprenditore sono due attivita’ molto diverse, la differenza principale risiede nell’affrontare il rischio, che nella maggior parte dei casi il manager e’ chiamato a ridurre mentre per l’imprenditore e’ un elemento di opportunita’. Coniugare quindi la razionalità del manager alla creatività imprenditoriale, sia pur con i giusti equilibri, può rappresentare la carta vincente per la crescita della Piazzalunga, un mix a mio parere vincente. Concludendo ritengo che il coraggio di fare il passo che Luana e Beppe hanno fatto, li lancia verso una dimensione nuova in cui si diventa artefici di un successo teoricamente illimitato.
ITALIAN SERVICE SKILLS CONTEST LA PRIMA EDIZIONE DELL’ITALIAN SERVICE SKILLS CONTEST, LA COMPETIZIONE CHE HA LO SCOPO DI CELEBRARE A LIVELLO NAZIONALE LE ABILITÀ, LE COMPETENZE E LA PROFESSIONALITÀ DEI TECNICI TOYOTA, SANCISCE IL SUCCESSO DEI TECNICI PIAZZALUNGA: DEI 6 TECNICI APPRODATI IN FINALE, UNO HA VINTO E L’ALTRO SI È PIAZZATO AL SECONDO POSTO Piazzalunga srl, l’azienda di Sorisole leader in materia di logistica, movimentazione e automazione, ha conseguito un altro importante riconoscimento. In occasione della prima edizione dell’Italian Service Skills Contest, la competizione promossa da Toyota Material Handling Italia che si è svolta il 28 novembre scorso presso la propria sede a Casalecchio di Reno, infatti, due dei suoi tecnici, Andrea Regonesi nel contest Macchine da magazzino (WH) e Giovanni Merelli nel contest Controbilanciati (CB), si sono piazzati rispettivamente al primo e al secondo posto. Un risultato davvero importante al termine di una sana e stimolante competizione nazionale che ha avuto lo scopo di rimarcare la fondamentale importanza che ricopre l’attività giornaliera del servizio tecnico. Al termine di una prima selezione che prevedeva lo svolgimento di un questionario online grazie al quale sono stati individuati gli otto finalisti per ciascuna categoria su 146 candidati, il 28 novembre scorso si è svolta la finale alla quale Piazzalunga è approdata con ben 6 tecnici, tre nella categoria Macchine da magazzino e altrettanti nella categoria Controbilanciati. Un risultato lusinghiero che certifica la competenza, la professionalità e l’affidabilità dello staff guidato da Luana Piazzalunga e Giuseppe Castagneto, composto da persone uniche e insostituibili. I vincitori dell’Italian Service Skills Contest, oltre al riconoscimento ricevuto da TMHIT, si sono guadagnati anche l’accesso diretto all’European Service Skills Contest che si svolgerà in ambito europeo il prossimo anno. “È stato un bellissimo lavoro di squadra - ci ha raccontato Giuseppe Castagneto, co-CEO di Piazzalunga srl. Al di là del riconoscimento dei singoli, in precedenza e in preparazione a questa gara, è stato fatto un enorme lavoro di squadra. Approdare in finale dell’Italian Service Skills Contest con ben sei dei
nostri tecnici (su 146 rappresentanti) è stato un traguardo che ci ha gratificato moltissimo, per certi versi inaspettato. C’è chi ne aveva uno o al massimo due: vederne addirittura sei in finale ci ha inorgoglito molto. È stata un’esperienza estremamente positiva: questa sorta di ‘olimpiade’ dei tecnici, organizzata perfettamente nei minimi dettagli, ha contribuito a rendere il nostro staff ancora più coeso ed affiatato. Ci abbiamo messo impegno, determinazione e molta passione: la preparazione tecnica aggiuntiva svolta qualche settimana prima del contest, pur vertendo su cose che abitualmente i nostri dipendenti sanno fare bene e lo dimostrano tutti i giorni, è stata determinante. Conquistare il primo posto nella categoria Macchine da magazzino (WH) e il secondo nella categoria Controbilanciati (CB) è stata una gioia immensa considerati gli 800 tecnici italiani in lista. Ora siamo già carichi in vista di maggio quando, in Francia, i vincitori di tutte le nazioni si confronteranno per dar vita all’European Service Skills Contest”. Poter nobilitare il lavoro duro che ogni giorno questi tecnici svolgono a fari spenti è stato per noi importante: questa è la motivazione principale che ci ha spinto a partecipare. Una gratifica al loro lavoro riscoprendo una dimensione, quella ludico/competitiva, utilissima per far squadra e sentirsi parte di un gruppo molto compatto”.
PIAZZALUNGA
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Andrea Regonesi, 1° classificato Italian Service Skills Contest nella categoria Macchine da magazzino Prima edizione del contest promosso da Toyota Material Handling Italia e primo posto conseguito. Ti aspettavi un risultato di questo tipo? “Sinceramente non pensavo di vincere ma sicuramente sono partito con l’idea di fare bene. Ci speravo: la vittoria è stata un qualcosa in più, del tutto inaspettata”. Con quale stato d’animo hai vissuto questa competizione? “Ho partecipato per fare del mio meglio. Ero tranquillo ma determinato per fare bene: volevo dimostrare quanto di buono già faccio tutti i giorni”. Da quanti anni sei un tecnico Toyota? “15 anni ormai”. Hai trovato dei colleghi agguerriti? “Le prove le abbiamo svolte in maniera individuale per cui non potevo conoscere il risultato individuale conseguito dai miei colleghi. Ho trovato persone sicuramente all’altezza e molto preparate”. Ed ora ti attende l’European Service Skills Contest… “Esatto. Partirò con la voglia di vincere perché senza quella non si arriva da nessuna parte!”.
Giovanni Merelli, 2° classificato Italian Service Skills Contest nella categoria Controbilanciati Una competizione molto stimolante: quali sono state le tue impressioni? “È stata una bellissima iniziativa, una vera e propria novità che Toyota ha pensato per prima di organizzare. Un’occasione per far comunità con il mondo dei tecnici al quale apparteniamo”. Quanto ha contato l’esperienza che hai maturato nel tuo lavoro? “Direi moltissimo visto che sono vent’anni che svolgo questa professione. Questo risultato è il frutto di anni e anni di lavoro in cui si cresce e si migliora giorno per giorno”. Aver messo in riga diversi tecnici più giovani ti inorgoglisce? “Sì, è stata una grande soddisfazione personale. Premia il lavoro che ho svolto in tutti questi anni”. Non è ancora ufficiale ma hai buone possibilità di competere anche tu per l’European Service Skills Contest. Non è così? “Esatto, c’è una speranza. Lo spero di cuore: sarebbe fantastico!”.
Matteo Cortinovis, finalista Italian Service Skills Contest nella categoria WE “È partito tutto per gioco ma poi è stato un susseguirsi di emozioni e adrenalina. Un’esperienza del genere ha unito una volta di più il gruppo e, a giudicare dai risultati, il team Piazzalunga ne è uscito a testa altissima. La mia ambizione era fare meglio ma fa parte del gioco. L’esperienza è stata bellissima e mi auguro possano esserci anche in futuro occasioni come queste”.
Leonardo Albani, finalista Italian Service Skills Contest nella categoria WE “Tutto è stato organizzato nei minimi dettagli. Sono felice di aver preso parte a questa spedizione e di aver raggiunto la finale. L’adrenalina è stata tanta così come l’emozione: è stato molto bello. Sono parecchi anni che faccio questo mestiere ma un risultato del genere non me l’aspettavo. Un grazie particolare spetta a Luana e Beppe: iniziative di questo tipo arricchiscono lo spirito e fortificano il gruppo”.
Roberto Suzzani, finalista Italian Service Skills Contest nella categoria CB “È stata una gran bella esperienza. Siamo grati ai nostri titolari per averci dato quest’opportunità: abbiamo risposto con impegno e dedizione per non sfigurare. Non mi aspettavo di approdare in finale: è stato molto gratificante. Un plauso anche ai miei colleghi che hanno dimostrato tutte le loro abilità: su Regonesi mi ero sbilanciato ancor prima di sapere il responso dai giudici. Occasioni come queste contribuiscono all’affiatamento del gruppo e a costruire rapporti di amicizia anche al di fuori del mondo del lavoro”.
Simone Gualandris, finalista Italian Service Skills Contest nella categoria CB “È stata una gara dura, per certi versi impegnativa sotto l’aspetto della preparazione, ma che ci ha regalato grandi soddisfazioni. Arrivare in finale è stato molto bello anche se lì, forse, ho pagato un po’ lo scotto dell’emozione perché mi aspettavo di far meglio. È stato un privilegio rappresentare l’azienda per cui lavoriamo quotidianamente a livello nazionale”.
DANIELA GENNARO GUADALUPI, PRESIDENTE E COFONDATRICE DELLA FONDAZIONE PER L’AIUTO ALLA RICERCA SULLE MALATTIE RARE
Ricercatori Cercasi ARMR SUPERA LE DONAZIONI DELLO SCORSO ANNO CHE ERANO STATE GIÀ UN RECORD V. E. Filì - Fotografie Sergio Nessi
La presidente della Fondazione Aiuto Ricerca Malattie Rare, Daniela Gennaro Guadalupi, conosciutissima in città, anche quest’anno ha superato la già cospicua donazione dell’anno scorso destinata al finanziamento delle borse di studio per giovani ricercatori, affinché possano iniziare, o proseguire, un percorso di ricerca presso l’Istituto Mario Negri di Ranica. E, con un assegno di 270 mila euro, quest’anno si è resa possibile l’assegnazione delle sei borse di chi ha partecipato al bando. Ma non solo… “Qualche volta - ci confida la Presidente - dobbiamo prendere in considerazione anche l’importanza di non interrompere ricerche avviate, magari con buone prospettive. Pertanto l’ARMR prevede erogazioni specifiche per un prosieguo virtuoso del percorso professionale del ricercatore. Abbiamo anche un piano e delle risorse per sostenere anche chi, lasciando il Mario Negri, deve affrontare una ricollocazione”. Quali sono i criteri con cui assegnate le borse di studio? “Il percorso inizia con l’uscita del Bando, che solitamente avviene ad inizio anno, quando è diffuso attraverso tutti canali che raggiungono il mondo degli studenti e dei ricercatori. Le adesioni al bando, che si trova sul nostro sito, vengono vagliate presso la sede di ARMR, la quale tramite una classifica basata su dati oggettivi, titoli di laurea, master, ricerche pubblicate ecc., che compongono un punteggio finale in base al quale si assegna la borsa di studio di 18.000 € per un anno. Quest’anno - prosegue - è stato davvero un anno eccezionale per la caratura delle candidature pervenute e arrivare in cima alla classifica non è stato facile. Neppure per i già borsisti dello scorso anno che, per regolamento, devono comunque ripetere il bando ogni volta. In casi particolari i fondi dell’associazione vengono perciò anche destinati ad interessanti percorsi di ricerca da non interrompere. L’Istituto Mario Negri prevede l’assunzione di ricercatori tramite nostre risorse. Doniamo al Mario Negri le risorse per stipendio e contributi necessari per fare in modo che ricercatori molto validi rimangano qui.
Ci sono ricercatori che sono già stati al Mario Negri e, dopo esperienze in altri Istituti di ricerca, rientrano a Villa Camozzi… La scienza non ha confini ed è giusto che avvengano scambi internazionali tra scienziati che operano in tutte le latitudini scambiando conoscenze e condividendo esperienze”. Quanti soci ha la Fondazione? “Circa 1500”. Avete costituito altre sedi fuori da Bergamo? “Li chiamiamo dei centri operativi. Organizzano eventi e fanno conoscere il Mario Negri, oltre a raccogliere fondi con tante iniziative organizzate sul territorio. Siamo un po’ ovunque, siamo molto attivi in Sicilia con due centri operativi. Quello di Noto,, presieduto da una signora in carrozzina, è attivissimo e organizza ogni anno una rappresentazione teatrale davvero divertente che attira tantissima gente. Però tutto quanto concerne la contabilità e la gestione delle risorse avviene nella sede di Bergamo e questo ha una spiegazione.
Quando si spende il nome dell’Istituto Mario Negri bisogna essere molto vigili in ciò che le nostre delegazioni svolgono perché tutti siamo in buona fede ma io preferisco esser sempre molto presente. Quando dai una ricevuta dell’associazione ARMR non puoi permetterti di fare stupidaggini e tutto il denaro che le delegazioni raccolgono viene inviato e gestito qua. La scelta dei borsisti avviene solo tramite il bando di concorso ufficiale. Ogni delegazione esprime un medico nella commissione scientifica che valuta tutte le domande pervenute in modo strettamente meritocratico”. Quanti si rivolgono a voi per richieste d’aiuto “Questa è una delle funzioni meno conosciute della nostra associazione seppure sia importantissima. Molte persone sul territorio vengono a contatto con i nostri volontari, magari impegnati nella raccolta fondi con mercatini o eventi culturali e ci parlano di casi particolari, di sospette malattie rare. Spesso ci capita di inviare le cartelle cliniche di pazienti al Centro Ricerche di villa Camozzi che, una volta a conoscenza dei sintomi e delle diagnosi che gli vengono fornite, a seconda del tipo di patologia, o convoca il malato o lo indirizza verso centri specializzati per quella data malattia. Spesso chi si rivolge a noi ha ricevuto solo porte in faccia o salatissime parcelle da parte di specialisti che, in realtà, non sanno come affrontare i casi di malattie rare. Casi disperati di gente che non sa di avere una malattia rara e che si sente impotente. Questo è quello che motiva davvero la nostra esistenza, la nostra voglia di fare volontariato per avvicinare le persone con malattie poco diffuse e poco conosciute all’Istituto Negri che, della ricerca sulle malattie sulle quali non investe l’industria farmaceutica interessata ai numeri, ha fatto la sua missione. Noi cerchiamo di avvicinare gente disperata a chi una speranza può dargliela, al di là della raccolta fondi, che comunque resta basilare”.
Quali sono i tempi per diagnosticare una malattia rara? “Purtroppo possono passare anche 5 anni prima di riuscire a diagnosticare una malattia rara. Questo è il vero dramma: qualcuno in famiglia si ammala e nessuno sa come aiutarti. Una realtà psicologicamante devastante e la nostra missione principale non è tanto il mercatino per fare cassa ma è ancor più far conoscere il Centro. Anche a Bergamo ancora in tanti non sanno con precisione cosa sia e cosa faccia il Mario Negri. Noi cerchiamo di farne capire l’importanza e che ne va della salute di tutti. La maggiore difficoltà che incontriamo è che siamo una fondazione “filosofica”. Infatti, se tua hai un ammalato con la piaga che si apre, fai molta impressione e puoi contare su un grande bacino di emotività, mentre “ricerca sulle malattie rare” è un po’ il sesso degli angeli. Però, facendo ricerca, non scopri solo nuovi farmaci per le malattie rare ma anche quelli che poi servono per curare le malattie non rare”.
Buone Feste
Un design minimale e ricercato, destinato a durare nel tempo…
SpazioPedrini 20.20
Moderno e senza tempo. È così che potremmo definire lo Spaziopedrini, un progetto che prende forma a partire dal 2008 dalla vena creativa di Ibo Pedrini, orafo dal 1998 e dall’architetto Mirko Moriggi. Linee semplici, geometrie studiate e colori neutri alla base di questa realizzazione che verrà definitivamente inaugurata nel 2010 diventando spazio poliedrico tra oreficeria, nella parte superiore, e museo orafo permanente, nella parte inferiore. L’idea portante che ha dato origine allo Spaziopedrini si ritrova nella volontà di creare una struttura fino al allora mai vista nel territorio di appartenenza, le cui architetture mostravano soprattutto costruzioni in cemento e pietra. Con lo Spaziopedrini, invece, si fa oltre: ispirandosi alle realizzazione del nord Europa, di visione molto minimale ma nel contempo di massima eleganza, si gioca con la luce, con i colori e con i materiali.
La luce: un elemento essenziale nel progetto in quanto è proprio creando delle vetrine rettangolari nella facciata anteriore e delle grandi aperture - sempre di vetro- laterali che questo elemento naturale avrà la possibilità di entrare nello Spazio esaltando ancora di più gli interni. La scelta del colore bianco per pareti, pavimenti e facciate è senza dubbio un altro elemento caratteristico sui quali i realizzatori del progetto fanno leva, riconoscendo nel suo candore tutta l’eleganza senza tempo che negli anni successivi non cesserà di essere. La scelta avanguardista del tempo è inoltre da ricercarsi nell’uso dei materiali utilizzati per la costruzione dello Spazio: un intreccio di cemento, legno e vetro che non può che suggerire l’impronta eco che questo stabile porta con sè e che, in tempi moderni, può essere pertanto considerato come fonte di ispirazione per altri progetti. È con l’unione dei tre elementi portanti del progetto che sorge lo Spaziopedrini, una struttura geometrica di colore bianco, rifinito esternamente con una passatoia in legno, elemento che scalda ed accoglie quanti si accingono a varcarne l’ingresso. Anticonvenzionale e futurista questa forma fu, fin dalla sua realizzazione, un modo concreto per rompere gli schemi, regalando emozioni fin dal primo sguardo.
BOZZETTO A MATITA DEL NUOVO CONCEPT STORE SPAZIO PEDRINI 20.20
Lo stesso per gli interni, arredati con strutture in legno e vetro, opere d’arte sapientemente posizionate ed una scala open per accedere al piano inferiore. Qui altri spazi aperti minimali ed un giardino interno, uno spazio verde capace di conferire un nuovo equilibrio al visitatore, rompendo le cromie usate in precedenza, ma rimanendo sempre in linea con il concetto eco della struttura. Un elemento mantenuto anche oggi, 2020, anno in cui lo Spaziopedrini diversifica la sua funzione, arricchendosi in un’ala della struttura di una clinica dentale e di microchirurgia estetica, White Clinic.
Una scelta ancora una volta innovativa ma conscia della possibilità di unire in uno solo spazio differenti sfaccettature della bellezza. Senza dimenticare ovviamente la preziosità dei gioielli che con Cria Pedrini troveranno una continuazione generazionale della passione per le cose preziose e… innovative. Spaziopedrini oggi ringrazia la Titti e i clienti che hanno reso possibile tutto questo.
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Nuova BMW M8 Gran Coupé: il sogno è realtà A fine novembre, durante l’Auto Show di Los Angeles, è stata presentata l’ultima arrivata di casa BMW: stiamo parlando della M8 Gran Coupé che è stata svelata al mondo intero. Un’attesa spasmodica aveva accompagnato la presentazione di questa vettura e i fan non sono rimasti delusi ma, al contrario, ammirati per quello che potremmo definire il nuovo sogno dell’automotive. Il perché è facile da capire: l’ultimo emblema del lusso firmato BMW si caratterizza per un design di massima eleganza e versatilità, prestazioni al top di gamma e tecnologia d’avanguardia. Ma non solo: questa Serie 8 ha la motorizzazione M che distingue le BMW con le più alte prestazioni e maggiori CV. Per celebrare questa imminente novità, Lario Bergauto Bergamo ha riunito tutti gli appassionati del brand la sera del 9 dicembre scorso presso lo showroom di via Campagnola a Bergamo, per un’anteprima esclusiva. Ad introdurre la prestigiosa vettura alla stampa e alla trasmissione Contagiri di Bergamo TV, il personale della concessionaria supportato dal Product Manager BMW, Emanuele Zoli. Complice l’atmosfera natalizia, la serata è stata un incantevole momento per un brindisi grazie alle bollicine riserva FEEL, servite agli ospiti dai barman di Capogiro JoyClub, accompagnate dagli amuse bouche di Mario’s Bakery. Delizia per il palato ma anche per gli occhi grazie all’esposizione di gioielli ed orologi dei più prestigiosi brand d’alta gioielleria e orologeria di Gioiellerie Torelli che, di recente, ha inaugurato un nuovo ed elegante store a Bergamo in via Quarenghi 1. Durante la serata gli ospiti sono stati rapiti anche dalla bellezza delle altre auto esposte nello showroom come la BMW M5, la BMW M2 e la BMW X4M. A completamento degli allestimenti, gli accessori sportivi di Akrapovic, amati dai possessori di BMW M. Per rendere indimenticabile la serata tutti i soci del BMW M Club hanno ricevuto un cadeau speciale: la nuova polo M griffata BMW M Club Lario Bergauto. Un segno indiscutibile della passione targata BMW!
Ph. Sergio Nessi - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bg.it
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Vittorio è sempre vittorio Fotografie Sergio Nessi
VITTORIO FELTRI CON LA FIGLIA LAURA Serata conviviale al Palace Hotel di Zingonia con un ospite d’eccezione per il Rotary Club di Treviglio: 94 presenti per l’immancabile appuntamento del mercoledì che è stato concluso da una chiacchierata con Vittorio Feltri. Invitato speciale quale eblema della bergamaschità che, nel raccontare la sua scelta di non fare più il direttore responsabile di un giornale ha confidato“mi sono rotto le …”, aggiungendo poi “non ho mai amato comandare, ma purtroppo nella vita non ho fatto altro”. Maurizio Ciccio Maggioni, membro del Rotary, ha provato ad intervistarlo, con domande che hanno spaziato dal personale ad alcune vicende spinose come quella della casa di Montecarlo e Gianfranco Fini, da lui scoperta e cavalcata. Vittorio Feltri si è voluto soffermare su come sia cambiato il mestiere del giornalista. E, alla citazione della sua ormai famosa imitazione di Crozza, ha scherzato: “Non è vero che imita me, sono io che imito Crozza”. Tra gli argomenti più chiacchierati di questi ultimi giorni, il Mes (meccanismo europeo di salvaguardia) sul quale Feltri ha tagliato corto: “Nessuno ha capito nulla sul Mes, eppure tutto il dibattito politico è incentrato su quello”. Per poi passare al rapporto con l’Europa e l’accezione negativa che si è data alle parole populismo e sovranismo. “Populista è chi sta col popolo, ora si usa come se fosse il sinonimo di cornuto. Stessa cosa per il sovranismo, vuol dire che, come dice Salvini, prima vengono gli italiani. E chi dovrebbe venire prima?”. Anche sul razzismo ha dato la sua opinione: “I razzisti si dividono in due categorie: i razzisti e gli antirazzisti. Perché sono la stessa cosa”.
VITTORIO FELTRI OSPITE CON IL FRATELLO ARIEL DEL ROTARY DI TREVIGLIO E DELLA PIANURA BERGAMASCA NON HA DELUSO CHI NE AMA LA VERVE POLEMICA
E poi, l’euro che “abbiamo pagato il doppio dei tedeschi e da quando esiste abbiamo smesso di crescere”, ma anche una critica sul fatto che in Europa “non siamo capaci di imporre un minimo della nostra volontà. Siamo un popolo bravissimo nella propria individualità, gli italiani hanno inventato tutto. Eppure, ci presentiamo sempre in Europa come fossimo degli straccioni ma gli straccioni non siamo noi”. E poi sui bergamaschi, “quando hanno voluto fare l’Expo 2015 ed erano in ritardo con i lavori, chi ha rimediato e fatto tutto a tempo debito? I muratori e gli operai bergamaschi, cosi per la pista degli aeroporti di Orio e di Linate. hanno fatto bene ed in anticipo sui tempi i lavori appaltati. Queste ed altre sono le realtà del nostro territorio. Sul giornalismo, ha detto: ”Questo nostro mestiere sta finendo, i giornali non li compra più nessuno perché tutti abbiamo il cellulare da cui attingiamo le notizie.
“Sui nuovi mezzi di comunicazione però troviamo soprattutto grandi stupidaggini, scritte in modo vergognoso e condite con bugie. Parole su parole che danno al pubblico l’impressione di essere informato ma è solo pressapochismo, per turlupinare. La tecnologia ha preso posto anche a tavola in famiglia dove un tempo quando si cenava c’era dialogo, che consentiva la partecipazione collettiva della famiglia, mentre ora ognuno è preso dal suo telefono e manca il dialogo. Poi ci stupiamo che i giovani siano totalmente analfabeti, e che non capiscono cosa leggono.
SE NoN lo AVESSI CONOSCIUTO... ...in tempi lontani forse non mi sarei emozionato così nell’incontrarlo di nuovo dopo tanti anni. In Italia si è fatto conoscere per le inchieste giornalistiche, nelle quali ha sempre usato un linguaggio schietto, spesso irriverente a volte offensivo. Piace a molti e sta sullo stomaco a tutti gli altri. Nella sua vita professionale si è procurato un sacco di noie per il suo essere sempre controcorrente e voler affermare ciò che pensa. Spesso cose così ovvie, da sembrare geniali solo in questo strano Paese. Sono passati 25 anni quando, da dietro la scrivania, rispondeva alle mie domande con il piglio invidiabile che ha sempre avuto. Aveva da poco fondato l’Indipendente e dimostrava nei confronti di quella sua creatura un entusiasmo che per me, piccolo editore di provincia, era una scuola da cui imparare. Ha il merito di aver riscattato la vulgata che vede i bergamaschi quasi sempre lontani dal mondo paludoso dove si crea l’opinione pubblica e di aver sostenuto il suo essere bergamasco fino a rendersi vittima degli scherni di comici d’avanspettacolo. Le primavere sono passate al trotto e quella sua esile figura, un po’ impacciata, un po’ seccata di essere lì per compiacere qualche amico, mi ha fatto riflettere sulla sua vita passata a battere sui tasti, indovinando sempre quello che i tuoi lettori volevano sentirsi dire. Bei tempi quando le battaglie si facevano con la carta stampata. Adesso che la carta è un po’ giù di moda e Vittorio va in televisione dove non aspettano altro di farlo innervosire, sentirlo alterare e mollare qualche parolaccia. Seduto al tavolo nel posto d’onore assaggia il vino rosso mentre cerca, negli occhi dei tanti che sono qui solo per sentirlo parlare, qualche sguardo che può riconoscere. Sempre elegante in un abito di qualche chilo fa, saluta tutti, finge di ricordarsi di ognuno e regala quei suoi sorrisi che in fondo lo rendono simpatico anche a chi lo detesta. (V.E.Filì)
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L’impresa donna tra le generazioni LO SCORSO 2 DICEMBRE, NELL’ESCLUSIVA CORNICE DEL CASTELLO DELLA MARIGOLDA, ASCOM CONFCOMMERCIO BERGAMO HA PRESENTATO L’INIZIATIVA “MADRE E FIGLIA. L’IMPRESA DONNA TRA LE GENERAZIONI”: 15 STORIE DI LEGAMI UNICI PER RACCONTARE LA FORZA DELLE DONNE. RACCONTI E TESTIMONIANZE DI DUE GENERAZIONI UNITE DA UN LEGAME AFFETTIVO E IMPEGNATE NELLO STESSO AMBITO LAVORATIVO Come è il rapporto madre e figlia in azienda? Come si rafforza il legame? Quali criticità emergono e quali punti di forza si evidenziano? Partendo da queste domande il Gruppo Terziario Donna di Ascom Confcommercio ha voluto indagare sull’aziende del terziario guidate da madre e figlia. E lo ha voluto fare attraverso il progetto “Madre e figlia. L’impresa donna tra le generazioni”. “Dopo la buona riuscita dell’iniziativa dello scorso anno, che ha visto protagoniste 30 imprenditrici nella mostra fotografica “Sguardi di donna, storie di commercio”, quest’anno si è voluto andar più a fondo per cercare di capire quali sono le aziende bergamasche che annoverano la presenza di madre e figlia all’interno di uno stesso ambito lavorativo per approfondire i punti di forza e le criticità di questo rapporto allo scopo di conoscere meglio il nostro territorio, le nostre imprese e trovare insieme percorsi che permettano alle nostre imprese di rafforzarsi e di continuare a competere” ha affermato Alessandra Cereda, presidente del Terziario Donna bergamasco. Il 2 dicembre scorso, quindi, nell’esclusiva cornice del Castello della Marigolda di Curno, Ascom Confcommercio Bergamo ha presentato per la prima volta al pubblico l’iniziativa “Madre e figlia. L’impresa donna tra le generazioni”, un progetto, promosso dal Gruppo Terziario Donna, nato la scorsa primavera con l’intento di valorizzare il rapporto madre-figlia nelle attività del commercio, del turismo e dei servizi di città e provincia. Un video racconta a 30 voci, con 15 mamme e 15 figlie imprenditrici, il valore delle attività familiari, tra sacrifici, soddisfazioni, emozioni, supporto e inevitabili discussioni, come accade quando si lavora spalla a spalla. I riflettori sono puntati sulle storie di vita e lavoro di chi sta dietro un bancone, in cucina e tra i tavoli e attraversano più generazioni. Alla “prima” proiezione ufficiale hanno partecipato tutti i Presidenti delle categorie rappresentate dall’Associazione Commercianti, oltre a Maria Paola Esposito, Segretaria generale della Camera di Commercio di Bergamo, Marcella Messina, Assessore alle politiche sociali del Comune di Bergamo e Isabel Perletti, Consigliera di parità della Provincia di Bergamo. “Un’occasione per riscoprire e rinsaldare i legami e la storia che
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tante nostre attività commerciali portano con sé - ha sottolineato il presidente Ascom Confcommercio Bergamo, Giovanni Zambonelli. Perché, grazie all’impegno delle donne, le nostre imprese crescono e riescono a competere sul mercato”. “Nel nostro immaginario la mamma porta la conoscenza di un ambito ben definito e la figlia ci mette quel twist in più per innovare - ha dichiarato Oscar Fusini, Direttore di Ascom Confcommercio Bergamo. Ma vorremmo verificarlo sul campo. Si fa presto a dire che la continuità di un’impresa dalla madre alla figlia è un percorso facile e di successo, come se il passaggio avvenisse in un mondo immobile, tra persone uguali e che conducono la stessa vita. Non è purtroppo così, perché il mondo cambia velocemente e in pochi anni si è letteralmente trasformato. Il modo di lavorare è ormai diverso, così come sono cambiate le aspettative e gli umori della clientela. Inoltre, le persone, anche se cresciute insieme e appartenenti alla stessa famiglia, non hanno le stesse attitudini, aspirazioni e talenti. Senza dimenticare i timori che le condizionano, in quanto ciascuna donna vive la sua vita in modo diverso dalle altre, a seconda delle esperienze che è chiamata a fare: lavoro, scuole, hobbies, famiglia, figli”. DONNE E IMPRESE COINVOLTE Alessia Foresti e Barbara Fagioni - BAR FORESTI Graziella Bonomi e Nicole Vergine - HOTEL PARIGI 2 Maria Pia Fumagalli e Marialuisa Mangiarulo - GENNARO E PIA Gianangela Rota e Francesca Fuselli - ARMERIA FUSELLI Sabrina Casadoro e Alessandra Bestetti - RISTORANTE LA PIANA Donatella Lanzagni e Alessandra Angioletti - PANIFICIO ANGIOLETTI Tiziana Defranceschi e Kim Micol Vismara - HOTEL PIAZZA VECCHIA Carla Barbieri e Valeria Mazzoleni - SALUMERIA MAZZOLENI Imelda Mazzoleni e Sara Raponi - LA PRIMAVERA Maria Grazia Panzeri e Romina Bolognini - TRATTORIA BOLOGNINI Viviana Rossi e Jasmine Borromè - JINSAI EDIZIONI MUSICALI Rita Ceruti e Sofia Sergi - HOTEL IL BORGHETTO Teresina Vezzoli e Laura Mazzilli - LOCANDA DELLA CORTE Antoniettamaria Bettinelli e Olivia Rota - PANIFICIO PASTICCERIA ROTA Maria Recanati, Barbara ed Emilia Tadini - ANTICA MACELLERIA TADINI
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Merry Christmas!!! Da Belli & Ribelli il Natale è il momento perfetto per scegliere un look caldo e avvolgente, elegante ma sempre cool!!! Cappotti, cappelli e maglioni si abbinano a gonnelline chic per le bimbe e pantaloni cool per i maschietti per un dare vita ad outfit unici per i giorni di festa. Da Belli & Ribelli - Via Piemonte, 105 Urgnano (Bg) - Tel. 035 896903 Facebook: @belliribelliabbigliamento Instagram: @bellieribelli
XMASboutique
Tornano le indagini del detective Massimo Caliari nel nuovo giallo (il settimo in 7 anni) di Fabio Bergamaschi dal titolo “Il grande equivoco”. Lo trovate, insieme ai libri precedenti, in tutte le librerie
Soffice e avvolgente. Il Natale a Bergamo quest’anno si pronuncia… Kangra Cashmere. Nel nuovo store di via Sant’Alessandro sarà, infatti, possibile trovare capi ricercati nel design e di una qualità ed eccellenza unica. Misto lana/seta e cashmere danno così vita a capi unici, come quelli proposti in uno degli outfit di questa collezione A/I donna 2019 composto da cappa grey con pelo, cardigan beige in abbinato al girocollo. A completare il look il pantalone chic, guanti e cappello. Per un look unico e avvolgente. Da Kangra Cashmere Via Sant’Alessandro 5c, Bergamo Tel. 035 0044808
Madama Fiori Oggetti Eventi, in via Tasso 57 a Bergamo, uno spazio di tendenza che vibra di poesia. Qui potete trovare composizioni floreali, piante ricercate, centrotavola su misura, ghirlande, decorazioni, oggetti particolari, per sè o da condividere con le persone più speciali. Da Madama Fiori Oggetti Eventi Via Torquato Tasso, 57 - Bergamo Tel. 035 077 9506 Facebook e Instagram: @MadamaFiori
Cereria Pernici, una storia di tradizioni legata al territorio. La dedizione della famiglia per un unico obiettivo. Una storia di candele che, dal 1892, non si ferma: sono arrivati brevetti, riconoscimenti internazionali e collaborazioni con il Politecnico di Milano. A coronare un anno di lavoro intenso, lo scorso 29 novembre 2019, è stato inaugurato un nuovo spazio dedicato alla clientela all’interno del laboratorio in via Correnti a Bergamo. Evelina, Antonio ed Elena hanno fatto gli onori di casa accogliendo amici e clienti per questo evento dal sapore Natalizio. Le nuove collezioni vi aspettano. Da Cereria Pernici Via Cesare Correnti, 49, Bergamo - Tel. 035 342048 www.pernici.it - Facebook: @cereriapernici
TENDENZE - FIORI
ANCHE LA RAI da MADAMA FIORI a BERGAMO
Madama Fiori Oggetti Eventi è un attività relativamente nuova, creata solo 5 anni fa da Antonio Madama; ma grazie ai suoi allestimenti per importanti brand internazionali, matrimoni da sogno e vetrine degne di negozi di grandi capitali europee, continua a stupire e a regalarci novità. Lo spazio di via Tasso 57 a Bergamo, è stato il set di riprese televisive, per un programma che andrà in onda Domenica 22 Dicembre su Rai2. Madama Fiori , ha ospitato Giogia Fantin Borghi, famosa wedding planner italiana e esperta nell’organizzazione di eventi speciali legati all’arte della convivialità. Antonio Madama ha realizzato per la wedding planner un centrotavola rinascimentale con fiori, frutti, ortaggi e selvaggina. La “tavola di Natale leonardesca” è stata illustrata dalla professionista, che ha raccontato anche dei fasti rinascimentali, in contrasto con le tavole di oggi, narrando anche molti aneddoti, il tutto è stato ripreso dalle telecamere della RAI, sotto gli occhi stupiti degli invitati. Il set di queste riprese è stato lo spazio Madama Fiori, che in questo periodo incanta con il suo allestimento natalizio. Entrare in Madama Fiori è una “christmas experience”: calore, profumi, ricordi, oggetti preziosi, composizioni floreali ricercate, idee regalo, decorazioni e sontuosi angoli addobbati per le feste: per riproporre la stessa atmosfera anche a casa vostra o per fare un regalo ad amici o una persona cara. Non mancano mai i fiori, che sono i grandi protagonisti di Madama Fiori, qui non è insolito imbattersi in fiori mai visti o molto ricercati. Entrare nello spazio di via Tasso 57 significa respirare la magia, e tutti noi abbiamo bisogno di tornare un po’ a sognare… MADAMA FIORI OGGETTI EVENTI Via Torquato Tasso 57 – Bergamo - Tel. 035 0779506 info@madamafiori.it - www.madamafiori.it Seguici sulla nostra pagina ufficiale Facebook e Instagram: @MadamaFiori
Bergamo like Carnaby
La Betulla Bianca Via Borfuro 3/E Bergamo Tel. 035 017 3515
Per quanti amano Londra potrà sembrare forse eccessivo ma per noi che viviamo Bergamo a 360° pare quasi un paragone perfetto. Perché gironzolando tra il centro della nostra città vi sarete accorti come la concentrazione di bar e locali ricercati, negozi particolari per la bellezza degli allestimenti interni e soprattutto per la scelta minuziosa dei prodotti venduti sia un dato di fatto per quella che tutti conosciamo come via Borfuro e Piazzetta Pesci. Caratteristiche che appunto accomunano questi luoghi con la bellissima Carnaby Street, nota ai più come centro nevralgico dello shopping londinese. Ecco perché se volete passare una giornata libera tra compere, svago e bellezza non potrete che fare scelta migliore se non approdare in via Borfuro e dintorni. Prima di iniziare il nostro tour, un breve accenno alla storia importante di questa via dove un tempo sorgeva l’imponente ospedale dei Disciplini Bianchi (la confraternita laica dei cosiddetti “Battenti”), dedicato a Santa Maria Maddalena: uno dei moltissimi edifici sacri della Bergamo bassa di cui oggi non rimane traccia o che, come nel caso della chiesa di questo ospedale, sono stati sconsacrati. Percorrendo la via nel vostro giro potrete notare alcuni dettagli che ricordano quei tempi, come i “pezzi” qua e là delle antiche mura preesistenti. Ma storia a parte come può iniziare una giornata in Via Borfuro? La prima cosa da fare per affrontare lo shopping con il massimo delle energie è quello di concedersi una pausa golosa. Scelta facile quando, provenendo dal Sentierone e addentrandovi in Via San’Orsola per andare verso Piazzetta Pesci, verrete colpiti dai mille colori del bar/pasticceria Caffè del Tasso. La sua luminosità, le vetrine invitanti adornate di dolci, scatole di latta, cioccolatini e biscotti coloratissimi, nonché oggetti particolari, saranno solo uno dei motivi per varcare la soglia per gustare un caffè accompagnato da finissima pasticceria. Non da meno per una pausa veloce, piatti semplici e gustosi, per riprendere le energie necessarie per affrontare una degna sessione di compere natalizie. Impossibile però non dare anche un’occhiatina al vostro look la tappa di rito da LOVE. dove il bravissimo Hairstylist Andrea Carissimi grazie all’esperienza di ben 20 anni nei 3 saloni di famiglia e 5 nel mondo del lusso e della moda , ha messo a punto un metodo basato su 3 plus: LUSSO accessibile a tutte le donne e dettato dall’attenzione verso il servizio; CREATIVITÀ mai urlata, contemporanea, elegante e su misura!
Il tutto con una VELOCITÀ unica: su ogni cliente lavorano più persone ed una seduta colore può essere erogata in tempi stretti (45/60 minuti) e grazie alla partnership con l’ azienda di moda francese Balmain hair couture e all’ innovativa tecnica a freddo, le extension potranno essere realizzate in 60 minuti! In primo piano l’abbigliamento con negozi che consentiranno di vestire una moda ricercata, minimale ed elegante. Per i bimbi e ragazzi la possibilità di trovare negozi dedicati con proposte moda sia classiche che sportive, colorati o a tinte tenui. E per i più grandi? Nessun problema! Tanti i negozi che consentono di trovare capi sia di brand rinomati che di nicchia, senza dimenticare gli hand made. Dalla moda alla casa: se siete in cerca di fiori, avrete la possibilità di trovare fiori freschi e profumati con i quali adornare i vostri spazi preferiti.
Pasticceria Caffetteria Sant’Orsola Via Sant’Orsola 3/c, Bergamo Tel. 035 235273
Se, invece, puntate a complementi arredo più sofisticati allora la tappa necessaria sarà La Betulla Bianca ovvero uno store ricercato dove possibile trovare oggetti nuovi e particolari provenienti dal Nord Europa. Complementi semplici e di design si affiancano a prodotti realizzati interamente a mano, le cui imperfezioni costituiscono la peculiarità di un prodotto artigianale. Tutto questo per creare ambientazioni eleganti e ricercate, così come versatili e divertenti, per rendere gli ambienti piacevoli ed accoglienti. Tutto questo rende La Betulla Bianca il posto perfetto nel quale trovare oggettistica e complementi arredo ricercati tutto l’anno. E dopo esservi dedicati anche alla shopping per la casa e la sera sarà calata, potrete essere piacevolmente avvolti da un’atmosfera magica, dettata dagli allestimenti speciali e dalle luci che vi avvolgeranno. Fino al prossimo giorno, al prossimo shopping!
LOVE Hair & Beauty Via Sant’Orsola 7, Bergamo Tel. 035 015 8594
Champagne Dampierre un anno da protagonista NEI GIORNI DEI BRINDISI, LA STORICA MAISON CI RIVELA UNA STAGIONE RICCA DI EVENTI…
L’ESCLUSIVO TAPPO CREATO PER IL CENTENARIO DI BENTLEY DA DAMPIERRE IN METALLO PREZIOSO, ISPIRATO ALL’EMBLEMA CON LA B ALATA CHE ADORNAVA IL FRONTALE DELLE PIÙ BELLE BENTLEY SPORTIVE DEGLI ANNI ’30
Incontriamo il dott. Mario Christian Zanardi, Chargé d’Affaires Dampierre pour l’Italie, chiedendogli le ultime notizie sulla prestigiosa Maison de Champagne. Dott. Zanardi, è appena tornato dall’Inghilterra dopo un evento Dampierre. Che cosa ci può dire al riguardo? “Il 2019 rappresenta per la nostra Maison un altro traguardo raggiunto nella nostra ricerca dell’Excellence… Infatti, la prestigiosa Casa automobilistica Bentley ha scelto i nostri Champagne per festeggiare il suo Centenario! Per l’occasione, Dampierre non solo ha elaborato una cuvée speciale Grand Cru, per allietare tutte le celebrazioni del Centenario Bentley nel mondo, ma ha voluto anche, a testimonianza dell’evento storico, proporre un prestigioso cofanetto, in edizione limitata a 2019 esemplari, contenente il magnifico tappo in metallo prezioso, di oltre 300 gr., direttamente ispirato all’emblema con la B alata che adornava le griglie delle più belle Bentley sportive degli anni ’30, come la sontuosa Bentley 8 litri...”. Certo che la conquista di un marchio cosi esclusivo è stata una bella sfida? “Sfida ed immenso onore, ovviamente. Ma l’anno 2019 ha segnato per Dampierre altri successi. Ad inizio anno, la famosa Guida «Hachette des Vins» (la bibbia del buon bere in Francia!), consegnava la sua ambita «Stella» al nostro Rosé de Vertus, definendo questo Blanc de Blancs… rosa : «uno Champagne très réussi!». Oggi, la stessa Guida, nell’edizione 2020, premia nuovamente una nostra cuvée! Ecco il parere della severa giuria francese sul Grand Vintage 2012: “Dopo un riposo di sette anni sur lies, la cuvée mostra la potenza e l’ampiezza del Pinot noir con aromi fini e complessi di brioche, mandorla, pera e frutti rossi. Un grande millesimato”.
Un anno molto positivo, dunque? “Assolutamente! È stata una stagione fausta per la Maison Dampierre. Anni fa, la scommessa del comte Audoin era entusiasmante: creare una linea di Champagne di “Excellence” con i migliori Cru per offrire ai veri amatori delle cuvée sempre esclusive e di assoluta qualità. Qualche volta, i sogni diventano realtà… Ormai, in Italia, il nostro Champagne ha sposato gli indirizzi più raffinati del mondo eno-gastronomico e continuiamo a proporre agli amatori cuvée autentiche e sempre rare. La nostra «Cuvée des Ambassadeurs Brut», per esempio, rimane sui lieviti più di cinque anni e il nostro «Prestige de Dampierre 2004» si presenta dopo più di quattordici anni di attesa…”. Quali sono le peculiarità di questa nuova cuvée? “Nel 2004, gli Chardonnay della stupenda Côte des Blancs sono stati impressionanti ed i Grands Crus di Cramant, Oger e Le Mesnil-sur-Oger offrono un millesimo di assoluta ricchezza. L’assenza, in gran parte della cuvée, di fermentation malolactique e un dosaggio molto limitato hanno creato uno Champagne minerale e speziato con aromi di mela, pera ed agrumi. Il perlage è cremoso ed il finale persistente sul miele e le mandorle tostate. Ovviamente, per un simile Cru, nelle cantine dei comtes de Dampierre, si è riscoperto il costoso “Ficelage”. Ogni bottiglia è tappata a mano con una gabbietta di canapa impeciata. Lavoro artigianale di precisione, il ficelage tradizionale, senza alcun nodo, rispetta una Ordonnance Royale del 1735 ed è la firma autentica della nostra Maison. Chi si avvicina a Dampierre sa di scegliere una storia vera, una famiglia e il suo terroir e le sue bollicine di grande raffinatezza!. Allora, a tutti gli amici, auguri vivissimi!”.
Fotografia Federico Buscarino
MARIO CHRISTIAN ZANARDI, CHARGÉ D’AFFAIRES DAMPIERRE POUR L’ITALIE
Prestige de Dampierre 2004… LE JOYAU DÉDIÉ À NOS AMBASSADES EN ITALIE L’AMBASSADE DAMPIERRE DE L’ANNÉE Sapori di Vini (Orio al Serio) LES PRESTIGIEUX RELAIS & CHÂTEAUX ET LES ÉLUS DU GUIDE MICHELIN Relais San Lorenzo (Bergamo Alta) Da Vittorio (Brusaporto) Aimo & Nadia (Milano) Don Alfonso 1890 (S. Agata sui due Golfi) Casual Ristorante (Bergamo Alta) Il Saraceno (Cavernago) I Castagni (Vigevano) Villa d’Este (Cernobbio) La Lanterna Verde (Villa di Chiavenna) L’Albergo della Posta (Montespluga) La Locanda di Pietracupa (Val di Pesa) Hotel Tambò (Campodolcino) Zafferano Bistrot (Barzanò) Volvèr (Cala de’ Medici) Al Tramezzo (Parma) La Valle (Trofarello) Il Priore (Cazzago San Martino) LES BISTROTS ŒNOTHÈQUES Domus (Bergamo) Giò (Seriate) Wine Bar Savoy (Bergamo) Il Caffè di via Paglia (Bergamo) Reflexo (Urgnano) LES CHAMPAGNERIES Osteria Mille Storie & Sapori (Bergamo) Le Iris (Bergamo) LES ENTREPRISES Sitfa Spa (Moncalieri) Delsey Italia Spa (Agrate Brianza) Rossini della Quercia Spa (Costa Masnaga)
L’Or Divin • info@lordivin.it • tel.+39 329 70 76 618 • www.dampierre.com
A cura di Rivestiti - Second hand, vintage and more Mugwiza Emma Monique
VINTAGE: CHE PASSIONE! Dai cambiamenti di costumi degli ultimi anni si evince che l’influenza del vintage sulla moda odierna è più forte che mai. Blazers, bombers, maglioni oversize, zeppe, crop tops, piumini, ovunque guardiamo, ci troviamo riproposti capi del passato. Ma da dove ha origine il vintage? Quando inizia il vintage? Il fenomeno del vintage nacque in America e in Inghilterra ed iniziò con il secondo dopo guerra, quando cominciò ad emergere la figura del giovane fino ad allora emarginato. I giovani volevano ribellarsi al controllo dei genitori, ai costrutti sociali e al conformismo che fino a quel momento avevano governato le loro vite. Cominciarono così a distinguersi tramite l’abbigliamento, i gusti musicali, sportivi e orientamento politico. Da questa loro voglia di cambiare cominciarono a sorgere le prime sottoculture giovanili grazie alle quali, in seguito avvennero grandi cambiamenti politici, sociali ed economici. Sempre grazie a queste sottoculture nacquero anche i primi mercatini del vintage, il primo tra tutti quello degli esistenzialisti francesi degli anni ‘50 che non lavorando commerciavano vestiti e libri usati. Negli anni ‘60 abbiamo lo scoppio del vintage come trend vero e proprio grazie alla sottocultura degli hippie - anticonformisti e anticonsumisti per eccellenza - che lo dimostrano usando abiti di seconda mano oppure scatenando la loro creatività, cercando di mischiare accessori e abbigliamenti di epoche passate, creando così un tripudio di colore come segno distintivo del loro essere. Con il movimento hippie che diventava sempre più, un fenomeno globale, le grandi maison non dettavano più le regole della moda come accadeva nei tempi passati, difatti le persone sono sempre più protagoniste e fautrici del proprio stile. Durante gli anni ‘70 la moda del vintage non era ancora del tutto accettata, gli avventori di questa moda erano ancora persone che denunciavano il loro essere anticonsumisti e il loro rifiuto del capitalismo attraverso gli abiti. Negli anni ‘80, grazie anche alla voglia di sperimentare, la moda è sempre più eclettica, le persone sono più consapevoli del concetto di stile e della personalizzazione dello stesso, che può variare in base al contesto o addirittura allo stato d’animo. Da questo decennio sorgono due concetti importanti che ancora oggi sussistono nel mondo della moda: la prima è quella di guardare sempre al passato per creare la moda del presente e la seconda è osare sempre, cercare di evolvere continuamente il proprio stile mischiando elementi di vario genere. Tutto questo ci porta agli anni ‘90 dove il vintage passa dall’essere un manifesto contro il consumismo e l’omologazione delle masse, ad essere una tendenza di moda.
A differenza del secolo scorso in cui ogni decennio aveva un suo capo distintivo, oggi non è più così, i grandi stilisti guardano sempre al passato e vi traggono ispirazione. In questo periodo di grandi come-back dei capi del passato, Rivestiti capita a proposito, i veri appassionati e intenditori del vintage, scoveranno in questo negozio dei veri e propri tesori, pezzi unici ed originali. Da un cappotto originale Les Copains stile anni ‘80, al foulard di Hermès; da un maglione Coogi australian alla borsetta Armani e molto altro. Questi pezzi oltre che a raccontarvi una storia, daranno quel tocco di unicità e personalità al vostro stile che vi aiuterà a distinguervi dalla massa. Oltre all’originalità e alla qualità dei capi e accessori in questione, Rivestiti garantisce anche dei prezzi convenienti, per cercare di rendere accessibile a chiunque questo mondo così affascinante.
In collaborazione con RIVESTITI - Bergamo - Via Broseta 79A - Cell. 338 8889575 Facebook: @negoziorivestiti Instagram: @rivestitisecondhandvintage
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CorMarket & Da Vittorio: connubio eccellente Lunedì 25 novembre è andato in scena, per il quinto anno consecutivo, lo showcooking ‘stellato’ nel quartier generale del Cor Market di Sorisole gestito dalla famiglia Cornolti. Un’occasione imperdibile per amici, clienti e affezionati del punto vendita di via Zambelli non solo per acquisire qualche dritta ai fornelli grazie ai consigli dispensati dal tristellato Chicco Cerea e dal suo fidato Gianbattista (Gibo) Bergamelli, ma anche per deliziare il palato considerata la bontà dei tre piatti proposti: ravioli zola e noci con zucca candita e capesante, tagliatelle con farina primitiva tipo 2, bagnacauda nocciola e carciofi, tortelli al capriolo con polenta morbida e marsala. Si conferma, dunque, forte il legame, l’amicizia e la stima reciproca tra il Cor Market di Sorisole e il ristorante Da Vittorio: da diversi anni, infatti, il laboratorio di pasta fresca guidato da Sergio Cornolti è fornitore ufficiale degli eventi organizzati dalla Da Vittorio srl essendo specializzato nella preparazione e nella produzione di casoncelli e scarpinocc. Un riconoscimento di cui andar fieri che, grazie soprattutto all’intraprendenza e alla professionalità di Sergio, ha proiettato l’azienda di Sorisole sino agli States (San Diego in California per la precisione) dove ormai da diversi mesi ha aperto i battenti un laboratorio specializzato nella produzione di pasta fresca realizzata con estrema cura, in modo assolutamente artigianale e senza alcun tipo di conservante come dettato dalla migliore tradizione bergamasca.
Ph. Sergio Nessi - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bg.it
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DS Crossback: il 2020 è tutto green! Innovazione, tecnologia e sostenibilità: tre aggettivi che ben si coniugano se parliamo di DS Automobiles, la casa automobilistica che in pochi anni si è affermata come leader di mercato. Ne è esempio la sede bergamasca DS STORE BERGAMO, proprietà di Lario Bergauto SpA, di recente apertura e già in vetta alle classifiche nazionali. Un successo dettato senza dubbio dall’appeal che ogni modello Crossback porta con sé, grazie ad un design d’avanguardia e al bassissimo impatto ambientale che ne deriva dal suo utilizzo. Tutti elementi resi ancora più eccellenti nei nuovissimi modelli DS7 Crossback E-Tense 4×4 ibrido Plug-in e DS3 Crossback E-Tense, il SUV totalmente elettrico, entrambe novità tangibili in fatto di mobilità. Un’anticipazione del futuro che verrà che per molti sarà già possibile vivere nei primi mesi del 2020 in occasione delle prime consegne di queste insuperabili auto, i cui proprietari sono stati coinvolti gli scorsi 19 e 20 novembre in una due giorni speciale. Grazie ad un team di piloti professionisti, infatti, i clienti hanno potuto testare DS7 Crossback E-Tense 4×4 ibrido Plug-in e DS3 Crossback E-Tense direttamente su strada, scegliendo tra percorso cittadino e periferico. Tanti i partecipanti a questa due giorni ad “impatto zero” che, nella concessionaria DS STORE di Campagnola, hanno potuto trovare l’accoglienza unica delle bellissime hostess e dell’attento staff. Non è inoltre mancato il divertimento, grazie ad una “special night“ organizzata la sera del 20 novembre per tutti i clienti DS CrossBack ed i soci Sport Più - partner ufficiale Lario Bergauto SpA - presso il lounge bar del ristorante Feel By Capogiro Joy Club. Una serata in chiave “green” tra musica, drink e divertimento!
Ph. Sergio Nessi - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bg.it
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Manuel bonfanti: sublatura FINO AL 6 GENNAIO DA RO’S GALLERY VIA BORFURO 12H BERGAMO Mi sembra di intravedere una vitalità nuova nelle opere che hai presentato rispetto allo stile del tuo recente passato… “Le opere esposte sono lo studio della scultura astratta, è il lavoro degli ultimi mesi, che ho passato creando delle forme solide. Inizialmente volevo chiamare questa mostra “forme di terra”, perché dò molta attenzione agli elementi. Lo spazio che ho cercato di rappresentare negli ultimi anni con la serie “Air space “ è un ambiente vuoto, strutturato solo da colori, luci ed ombre. Ho passato molto tempo a dipingere su tela, realizzando molti disegni, cercando di individuare il dinamismo formale che nasce da compressioni ideali dello spazio esterno alla scultura. Spesso sento il vuoto come luogo di impressioni leggere, piacevoli o sublimi, perché l’ ambiente è ricco di impressioni autonome, invisibili; esattamente come a volte si “fa pesante” o depresso …c’è qualcosa di incomprensibile nello spazio, capisco esiste una dinamica del prendere forma e solidità, come energie che animano l’ambiente, pensieri o sacralità, cercando di incarnarli trasmettendoli attraverso il segno, fino a che nasce la forma”. Perché Sublatura per una mostra? “La Sublatura è tendere il linguaggio espressivo ad una forma più alta, di sollevarlo, nello studio tra la scultura ed il Sublime. Sublatum, espressione sollevata, espression raised, un tentativo di ricerca esposto in tempo reale, alla critica, cercando un dialogo sull’agire spirituale dell’arte”. È frutto di una scelta di “mercato” oppure una tappa del tuo percorso artistico? “Sicuramente il mercato non è onanistico, quindi si aspetta continue rigenerazioni, proprie del percorso artistico. La richiesta di mettermi allo sviluppo di bronzi astratti ha portato, vivacità alla mia ricerca esponendo, un linguaggio accademico della forma, recuperando il segno, che dopo la mostra all’ Istituto Italiano di Cultura a Praga mi ero volutamente negato. Il disegno mi porta a forme e strutture, le stesse che non sentivo più come soggetto degno di passione, concentrandomi invece per anni su atmosfere eteree, talvolta evanescenti, paesaggistiche dell’animo mundi astratto. Assolutamente la tappa di un percorso artistico stimolato dal mercato”. Quindi trovi che il mercato dell’arte sia vivo e non in crisi come appare? “Mai stato così in fermento il mercato dell’ Arte contemporanea e ha tutte le caratteristiche di una nuova Era. Quindi va visto in modo nuovo, attualmente per un pubblico giovane è più stimolante costruire piattaforme internet, esporre all’ Affordable Art fair è veramente di moda, come la video vetrina di Tik Tok, Instagram stesso ci mostra un infinità di fermento ed esposizioni nel mondo. Il mercato oggi è giovane, si presenta ed arriva in modo diverso allo scambio commerciale. Scordiamoci quasi del tutto il sistema delle gallerie, che appare vecchio in sé ed appartenente ad un economia spesso in bolla, a causa di un sistema troppo conservativo di pensiero: non rispondono all’identità del contemporaneo e di questa generazione. Viene più facile capire questo pensiero iniziando a considerare l’Arte dal dopoguerra fino alle Torri gemelle come antichità o classicismo.
L’unica realtà che mi appare viva è la possibilità di guardare gli studi degli artisti seguendo gli #, con la voglia di chiedermi chi trovo bravo ed interessante; ugualmente un giovane collezionista estero, arriva in low cost, soggiorna in un Air B&b, visiona i quadri anche dal vero, si programma la spedizione. La storia dell’ arte ed il suo costume si sono rigenerate”. Quando dipingi immagini il luogo dove potrebbe inserirsi una tua opera? “Se non ho una commissione a cui lavorare, per un luogo predestinato, l’ambiente è immaginario. Quindi opere che nascono senza sapere dove saranno inserite, nascono per l’ ideale il museo, ideale una sala conferenze, ideale una casa e nessun luogo è più ideale di un tempio per la natura spirituale dell’arte. Nuovi templi e nuovi musei sono sicuramente le nostre abitazioni”.
I VIAGGI DELLO SCIAMANO
GIAPPONE MON AMOUR Quando pensi al Giappone non puoi che immaginare il candore delle sue cime, gli alberi in fiore, l’ordine ed il rispetto del suo popolo. Ecco perché questo Paese entra diretto nella top ten delle mete più desiderate. Niente di più vero se si pensa soprattutto a tre città di riferimento, Tōkyō, Kyōto e Hiroshima, mete indispensabili per tutti coloro che vogliono scoprire la magia del Giappone. E se pensate che spostarsi in questo Lontano Oriente sia difficile, niente di più sbagliato in quanto grazie al JR Pass, una tessera ferroviaria molto conveniente, è possibile ammirare tutti i siti principali a poco prezzo. Seguiteci così in questo tour fantastico alla scoperta del lontano Oriente: prima tappa Tokio!
UN VIAGGIO NEL FUTURO: TOKYO Basteranno due giorni per innamorarvi di questa città, immergendovi direttamente in un’atmosfera speciale, fatta di contrasti netti, tra futuro e tradizione. Grattacieli, traffico e luci a neon, avveniristici panorami urbani che delineano i tratti di questa città protesa verso il domani, abituata a reinventarsi costantemente, come dimostra la sua recente trasformazione in mecca gastronomica e meta obbligata per i fan della cultura pop. Un elemento che contrasta con la sua anima tradizionalista, basata su un passato in cui Tokio era l’antica capitale dello shogunato, le cui tracce potrete ripercorrere assistendo a uno spettacolo di kabuki o ammirando i ciliegi in fiore nel parco di Ueno. Primo punto da mettere in lista per le cose da visitare a Tokio sono i musei, eccellenti e ricchi di storia, passata e recente, come il Museo Ghibli, un vero e proprio museo nel bosco per tutti gli amanti di Hayao Miyazaki, il creatore di tanti celebri personaggi: da Lupin III a Chihiro, la piccola protagonista de La Città Incantata, senza dimenticare naturalmente Totoro, il grande e tenero animale che diventa amico delle sorelle Satsuki e Mei nel film Il mio vicino Totoro. Al Museo Ghibli – che prende il nome da un aereo bimotore italiano situato nel parco di Mitaka- si accede tramite un cancello verde: una volta mostrato il voucher che dà diritto a ritirare il biglietto alla reception (uno spezzone di pellicola di uno dei film dello Studio, da conservare per assistere alla proiezione di un corto inedito a rotazione nel Cinema Saturno) si è liberi di girare nei diversi ambienti senza obbligo di seguire un percorso prestabilito. Una mostra permanente dedicata a illustrare le diverse fasi della realizzazione di un film d’animazione vi aspetta al piano inferiore mentre al piano superiore un’esposizione tematica temporanea. Tutto, inoltre, è a misura di bambino. Dalle pedane di legno sistemate perché ogni cosa sia alla loro portata, alle piccole arcate che si aprono ogni tanto nei muri creando dei percorsi “alternativi” dove si passa solo sotto una certa altezza, fino alle bacheche con le scene animate dei film, per vedere molte delle quali gli adulti devono piegarsi. Dal Museo Ghibli ci spostiamo poi a Jimbōchō, nell’area di Chiyoda, le cui tranquille vie del quartiere sono costellate di librerie di ogni tipo. Il posto perfetto per gli amanti della lettura. La grande concentrazione di librerie si deve alla vicinanza di alcune prestigiose università giapponesi, presenti fin dalla fine del 1800. Dopo il grande incendio del 1913 che distrusse molti edifici tra cui una parte del Palazzo Imperiale, qui sorse anche la libreria creata dal professore universitario Shigeo Iwanami, poi diventata una delle principali case editrici giapponesi, l’Iwanami Shoten.
Da allora, Jimbōchō è diventato un punto di riferimento per studenti e intellettuali.Tra tutte le librerie è da consigliare la bellissima libreria Bunkitsu, nell’elegante quartiere di Roppongi. Più simile a una galleria d’arte dall’esterno, Bunkitsu dove è possibile trovare anche una caffetteria, i bagni, delle postazioni di lavoro e un paio di salette private per riunioni. Per chi vuole dormire tra i libri infine è possibile farlo da Book and Bed (nei quartieri di Ikebukuro, Shinjuku e Asakusa a Tokyo, e ormai presenti anche a Kyoto, Osaka e Fukuoka) dove è possibile trovare sistemazioni a prezzi modici in un’atmosfera unica. Dalla cultura ai templi, mitici ed imponenti dei quali non potrete non innamorarvi così come dei santuari suggestivi, dell’affascinante architettura contemporanea, dei giardini eleganti e persino delle fonti termali. Qui tutto vi infonderà tranquillità, caratteristica tipica del popolo giapponese, che vi consigliamo di fare vostra per questo soggiorno, godendovi il viaggio assaporando ogni istante e le tante sfaccettature di questo Paese. Una tra tutte il cibo, dove il buonissimo sushi la fa da padrone: indispensabili una tappa a Ginza, alla scoperta dei look di tendenza da Harajuku o passeggiando per i vicoli di quartieri suggestivi come Yanesen e Kagurazaka. E non perdetevi i vari aspetti della sua vita notturna, spesso trasgressiva, prova ulteriore dello spirito indomabile di Tōkyō, città che sa sorprendere e conquistare quasi tutti. Se alcune delle sue attrazioni principali sono ormai entrate nell’immaginario collettivo con immagini iconiche – basti pensare alla Tokyo Tower, all’affollatissimo incrocio di Shibuya, o alle strade di Ginza – altre sono più nascoste, da cercare nei quartieri meno turistici o nei sobborghi della città lasciandosi guidare dalla curiosità e dall’istinto o seguendo percorsi “tematici” secondo i propri interessi tra libri, manga o la letteratura classica.
Per scoprire questa meta da sogno “I Viaggi dello Sciamano” organizza un viaggio a marzo 2020 Per maggiori info: www.viaggidellosciamano.com/tours/giappone-2
IN TRENO DA TOKYO VERSO KYOTO: LO SHINKANSEN Lasciamo Tokio per addentraci in una nuova ed incredibile scoperta, Kyōto, grazie allo shinkansen per trascorrete due o tre giorni visitando i templi e i giardini più belli della città. Kyōto, da sempre depositaria delle tradizioni nipponiche è costellata di templi immersi nel silenzio, giardini meravigliosi, santuari variopinti e geisha in fuga verso il loro amante segreto. Con 17 siti Patrimonio dell’Umanità, più di 1000 templi buddhisti e oltre 400 santuari shintoisti, è una delle città più ricche del mondo sotto il profilo culturale. E se il resto del Giappone ha accolto la modernità con slancio, qui la vita è ancora regolata da antiche usanze: visitate un vecchio shōtengai (mercato di strada) per osservare i venditori di tofu, le botteghe di washi (carta giapponese fatta a mano) e i mercanti di tè. La cultura tradizionale giapponese è intimamente legata al cambiamento delle stagioni e lo stesso vale per Kyōto. Tutto muta con il trascorrere del tempo: gli alberi nel giardino di un tempio, la disposizione dei cibi nel piatto della cucina kaiseki e perfino gli ornamenti usati per abbellire le acconciature delle geisha. Da Kyōto si può fare un’escursione in giornata a Nara, prima capitale stabile del Giappone, con otto siti dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità (non perdetevi il Daibutsu – il Grande Buddha) o a Ōsaka, famosa per l’animata vita notturna e il cibo di strada. Da aggiungere alle tappe il Cimitero di Okunoin Cemetery nel Koya-San mentre da valutare la possibilità di dormire in un tempio nel Kōya-san o di deviare fino al monastero di montagna del Kōya-san, un altopiano del Wakayamaken settentrionale, ammantato da fitte foreste e circondato da otto vette. L’elemento di maggiore richiamo della zona è il complesso monastico omonimo, sede centrale della scuola Shingon di buddhismo esoterico.
IL CASTELLO DI HIMEJI
Se vi piacciono i castelli e la storia giapponese dirigetevi a ovest, fino a Himeji, per visitare lo Himeji-jō, il più bel castello del Giappone. Accanto alla fortezza sorge il Kōkō-en, un vasto complesso che comprende la meticolosa ricostruzione di nove antiche abitazioni di samurai e i rispettivi giardini. Tutti i visitatori si affrettano a raggiungere Miyajima per vedere il torii fluttuante o il Parco della Pace di Hiroshima per rendersi conto di come gli abitanti della città abbiano trasformato una tragedia in un fermo appello alla pace. Tuttavia nei dintorni di Hiroshima ci sono altri splendidi luoghi meno noti che meritano di essere esplorati. Passeggiate lungo le strette vie acciottolate nella città portuale di Tomo-no-ura, andate alla scoperta dei templi di Onomichi, degustate il sakè in una delle tante fabbriche di Saijō e riservate un po’ di tempo alla meditazione in un antico santuario shintoista di Ōmi-shima. L’isoletta di Miyajima, dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, è una delle attrattive turistiche più visitate del Giappone. Il torii (portale d’ingresso al santuario) rosso vermiglio dell’Itsukushima-jinja, che sembra fluttuare sull’acqua quando si alza la marea, è uno dei monumenti più fotografati del paese ed è tradizionalmente considerato una delle tre vedute più belle del Giappone. Una delle ultime tappe da non mancare è la località termale di Hakone. Con i suoi onsen tranquilli, i musei d’arte di livello internazionale, le locande tradizionali e il favoloso paesaggio montano coronato dal Monte Fuji, Hakone è una meta perfetta per riprendere le energie prima di ripartire. Fulcro di tutto è l’Ashino-ko: il lago, che si staglia di fronte al Monte Fuji con il torii dello Hakone-jinja che sorge dalle acque. Un’immagine che rimane impressa nella memoria di quanti, visitando questo Paese non potranno che dire… “Giappone mon amour”.
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IT’S CHRISTMAS TIME!
Valentina Colleoni
IL NATALE È ORMAI ALLE PORTE E LA CITTÀ SI RIEMPIE DI LUCI ED ADDOBBI. UN CLIMA DI FESTA CHE METTE ALLEGRIA AL SOLO PENSIERO… CON L’ECO DI EMOZIONI UNICHE
Passeggiare per Bergamo diventa in questo periodo dell’anno un vero e proprio “esercizio per il cuore” in quanto ammirare la giostra, gli alberi di Natale posizionati in ogni dove e le ghirlande adornate di lucine non può che proiettarci in un clima di gioia unico. Lo sanno bene Antonio e Giulia che, in una soleggiata giornata di Dicembre, hanno deciso di dedicarsi una mattinata libera, tra shopping e relax. E quale scelta migliore se non quella di passeggiare proprio nel cuore della città, sul Sentierone, dove inaspettatamente si trovano di fronte una fantastica ruota panoramica: una novità che crea curiosità ma anche gioia, come un po’ a tutti i cittadini che, per la prima volta, l’hanno vista spuntare tra case e palazzi. E così i nostri ragazzi non perdono certo l’occasione di ammirarla e, perché no, di farci un giretto per ammirare la vista dall’alto. Ovviamente impossibile non coprirsi bene e quindi ecco che Giulia opta per un total look black and blue grazie alla gonna plissé ALPHA, una giacca in velluto blue notte firmata TAGLIATORE ed un gilet in volpe. Il cappellino per proteggersi dal freddo JUCCA e la borsa ORCIANI. Anche per Antonio un look total blue composto dal piumino MOORER, pantalone INCOTEX abbinato a dolcevita ZANONE e stringate HOGAN. Dalla ruota panoramica alla casa degli orsi, altra buffa novità che quest’anno consente a tutti i più piccoli di imbucare la letterina per Babbo Natale proprio vicino ai suoi amati assistenti orsi. Qui lo “spirito bambino” dei nostri ragazzi si fa sentire ed ecco che Giulia sceglie un look in abbinato ai cari amici pelosi, grazie ad un maglioncino firmato RALPH LAUREN, con jeans cinque tasche in velluto a coste bianco JACOB COHËN ed un cappotto cammello TAGLIATORE. Immancabili UGG ai piedi e cappellino con pon-pon white MONCLER Per Antonio piumino tortora MOORER, accostato a pantaloni velluto SIVIGLIA e dolcevita ZANONE. Ai piedi comode e calde stringate HOGAN.
Dagli orsi agli alberi di Natale… e qui il look si fa più elegante e raffinato: cosa di meglio quindi se non optare per un’elegante nero con accenni di rosso? Ecco Antonio, con un raffinato cappottino slim abbinato tono su tono a pantaloni PAOLO PECORA dal taglio elegante e un dolcevita rosso. Ecco Giulia con una meravigliosa gonna in tulle con applicazioni PINKO, giacca in velluto TAGLIATORE e gilet in pelliccia. Ai piedi eleganti tronchetti in suede HOGAN. Un giro per il Quadriportico con l’amata cagnolina Peggy è il momento migliore per un cambio di abito: outfit più disinvolto ma sicuramente ricercato ed elegante quello scelto da Giulia, in un total white PESERICO e piumino con collo in volpe MOORER, berretta in lana e ai piedi i caldissimi MOU. E per concludere la mattina in libertà perché non fare un po’ di movimento pattinando sulla storica pista di Piazza della Libertà? Ed ecco allora due look perfetti per il ghiaccio del pattinaggio di dicembre: per Giulia look RED VALENTINO, piumino MONCLER e borsa ORCIANI. Per Antonio giubbotto WOOLRICH sovrapposto ad un dolcevita ALTEA. E così tra le risate di un giro sui pattini ed una cioccolata calda, i nostri ragazzi vengono proiettati in un vero e proprio clima di festa ed allegria… The Christmas Time!!!
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“VISIONI” NATALIZIE Valentina Colleoni
NUOVE PROSPETTIVE SI MATERIALIZZANO A BERGAMO. E NON PARLIAMO SOLO DELLA RUOTA PANORAMICA MA ANCHE DI NOVITÀ IN CAMPO AUTOMOTIVE A CINQUE STELLE
Stiamo parlando della nuovissima Subaru Forester e-Boxer, versione ibrida all’avanguardia, dotata di un motore elettrico in ausilio al tradizionale termico a benzina. Il DNA è quello caratteristico del marchio delle Pleiadi, ma la tecnologia ibrida istillata non è certo convenzionale, in quanto caratterizzata da un motore quattro cilindri boxer da 150 cavalli, abbinato al cambio Lineartronic all’interno del quale è installato un motore elettrico da 12,3 Kw. Anche il design non delude: linee decise, altezza da terra aumentata ed elementi caratteristici di un’auto capace di affrontare anche i terreni più insidiosi. Completano interni ricercati per un “family feeling” unico. Subaru Forester e-Boxer si presenta così come un concentrato di versatilità, dinamismo e libertà!
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ID.3 completamente elettrica CON ID.3 INIZIA UNA NUOVA ERA DELLA MOBILITÀ ELETTRICA. SCOPRI IL SUO INNOVATIVO DESIGN E L’AUTONOMIA CHE RENDONO QUESTA VETTURA PERFETTA PER LA VITA DI TUTTI I GIORNI. IL FUTURO È A PORTATA DI MANO. QUINDI SALI A BORDO, PRENOTA ORA UNO DEI MODELLI DELL’ESCLUSIVA EDIZIONE SPECIALE: ID.3 1ST La Volkswagen entra insieme ai suoi Clienti in una nuova era di mobilità ecologica e presenta la nuova ID.3, un’auto 100% elettrica di ultima generazione. Il primo modello nato dalla piattaforma MEB è completamente a emissioni zero di CO2, sorprende per l’elevata dinamica di marcia caratteristica delle auto elettriche, è connesso in rete e la sua edizione speciale, la ID.3 1ST (prenotabile in tre varianti di equipaggiamento). Ad oggi i modelli ID.3 montano la batteria più richiesta, con capacità effettiva di 58 kWh che consente un’autonomia in modalità elettrica fino a 420 chilometri (WLTP). In futuro, nella versione di serie verranno montate una batteria più piccola con una capacità effettiva di 45 kWh e un’autonomia fino a 330 chilometri, nonché una batteria più grande con capacità effettiva di 77 kWh e un’autonomia fino a 550 chilometri. Grazie alla capacità di ricarica rapida dell’ID.3, con una potenza di ricarica di 100 kW, in 30 minuti è possibile ricaricare circa 420 chilometri di autonomia (WLTP) – molto più di quanto sinora visto nel segmento delle compatte. Il veicolo è progettato per durare, perché la Volkswagen offre una garanzia di otto anni o 160.000 chilometri per la batteria della ID.3. Anche esteticamente è chiaro che la ID.3 è molto più di un nuovo modello. Il suo design lascia intravedere una nuova era della mobilità elettrica e allo stesso tempo mette a disposizione un ampio spazio, reso possibile dai vantaggi del minore ingombro tipico della trazione elettrica. Le dimensioni esterne sono comparabili a quelle della Golf, mentre l’abitacolo della ID.3 offre lo spazio di una vettura di classe superiore. Dato che il prezzo base del modello di serie sarà inferiore a 30.000 Euro, detratti i previsti incentivi statali sarà comparabile a quello delle tipiche vetture compatte; un’auto elettrica per molte persone.
Da evidenziare è soprattutto l’incomparabile rapporto prezzo-autonomia, reso possibile solamente grazie all’orientamento strategico della Volkswagen verso le auto elettriche e ai conseguenti effetti di scala che lo accompagnano. Il lancio della ID.3 avverrà a metà del 2020. Mobilità a emissioni zero di CO2. La ID.3 non è soltanto un concetto di veicolo completamente nuovo, ma offre ai guidatori e ai passeggeri la possibilità di una mobilità a emissioni zero di CO2 se la batteria viene coerentemente alimentata con energia rinnovabile. La ID.3 è il simbolo della nuova immagine Volkswagen “goTOzero”: entro il 2050, l’intero Gruppo Volkswagen raggiungerà un bilancio neutro in termini di emissioni di CO2. Entro il 2023, il marchio Volkswagen da solo investirà circa nove miliardi di Euro in mobilità elettrica, arrivando a produrre nei prossimi dieci anni oltre dieci milioni di veicoli elettrici; è prevista la creazione di oltre 20 modelli elettrici. Inoltre, il Gruppo Volkswagen offre già oggi Volkswagen Naturstrom attraverso la sua consociata Elli ed è impegnata nella costruzione dell’infrastruttura di ricarica. Primo veicolo elettrico della nuova piattaforma MEB. La ID.3 è il primo veicolo Volkswagen che si basa sulla piattaforma elettrica modulare di nuovo sviluppo: la MEB. Anche tutti i futuri modelli ID. saranno veicoli interamente a trazione elettrica. Questo sistema di trazione è stato ottimizzato partendo dalla batteria per raggiungere autonomie molto elevate a costi vantaggiosi. Attraverso questo principio costruttivo, vi sono diversi vantaggi per quanto riguarda il packaging, cioè la disposizione dei componenti della trasmissione e dei gruppi supplementari, nonché la disposizione degli spazi nell’abitacolo. La propulsione elettrica della ID.3 è costituita innanzitutto dal motore sincrono a erogazione costante integrato nell’assale posteriore con elettronica di potenza e cambio, da una batteria piatta ad alta tensione disposta nel sottoscocca per un minore ingombro possibile e dai gruppi supplementari integrati nella parte anteriore del veicolo, come il compressore del climatizzatore e lo sterzo.
L’elettronica di potenza regola il flusso di energia ad alta tensione tra il motore e la batteria e converte la corrente continua (DC) accumulata nella batteria in corrente alternata (AC) per il motore. Contemporaneamente la batteria di bordo a 12 V in corrente continua viene alimentata con bassa tensione da un convertitore DC/DC. La forza del motore viene trasmessa all’asse posteriore attraverso un cambio monomarcia. Motore, elettronica di potenza e cambio formano un’unità compatta. La posizione della batteria nel sottoscocca agisce positivamente sulle caratteristiche di handling neutro della ID.3, poiché in questo modo viene abbassato il baricentro, come su un’auto da corsa. La ID.3 vanta inoltre una distribuzione ottimale dei pesi tra assale anteriore e posteriore. Grazie alla combinazione con la trazione posteriore di serie si ottengono ottime prestazioni. Primo modello di una nuova famiglia. La ID.3 è il primo veicolo di una nuova famiglia i cui membri saranno contraddistinti dalla sigla ID. Il suo obiettivo è chiaramente quello di contribuire a promuovere la mobilità elettrica nel segmento di maggior volume. ID significa design intelligente, identità e tecnologie visionarie. ID non è quindi un’abbreviazione per una determinata frase, ma racchiude simbolicamente le caratteristiche che questi veicoli condividono: guida a emissioni zero e automatizzata, comandi intuitivi e collegamento in rete personalizzato. Sostenibilità vissuta sul campo. La ID.3 è il primo veicolo Volkswagen prodotto con bilancio di emissioni zero. La sostenibilità inizia già dalla produzione della batteria: per la produzio-
BONALDI MOTORI S.P.A
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ne delle celle dell’accumulatore della ID.3 viene utilizzata esclusivamente energia rinnovabile, come anche per la produzione dei componenti e nei reparti Carrozzeria,Verniciatura e Montaggio della ID.3 nello stabilimento di Zwickau. Lo stabilimento Volkswagen in Sassonia è la fabbrica pilota della ID.3 e già dal 2017 ha adottato una fornitura esterna di energia pulita da centrali idroelettriche. Se fossero tuttavia inevitabili emissioni di CO2 nella catena di fornitura, saranno compensate da investimenti in progetti di protezione del clima. In questo modo, il concessionario consegnerà al Cliente la ID.3 con un bilancio di CO2 in pareggio. Per mantenere questo obiettivo anche durante l’utilizzo, il conducente della ID.3 può approfittare dell’ampia offerta della consociata Elli di Volkswagen e dei punti di ricarica presso tutti i 4.000 Concessionari e Service Partner Volkswagen in Europa. Inoltre la joint venture Ionity, di cui fa parte anche Volkswagen, entro il 2020 installerà 400 stazioni di ricarica ultrarapida lungo le principali arterie di trasporto europee (20 in Italia), fornendo corrente ricavata al 100% da fonti rinnovabili. Inoltre, la Volkswagen sta lavorando da un lato a progetti per un secondo utilizzo delle batterie ad alta tensione nell’uso stazionario, dall’altro a un riciclo closed loop per mantenere a zero le emissioni di CO2 anche al termine del ciclo di vita del veicolo. Corrente gratis per la ID.3 1ST. Attraverso il servizio di ricarica We Charge di Volkswagen gli acquirenti della ID.3 1ST possono prelevare gratuitamente per un anno dal giorno dell’immatricolazione (e comunque fino a massimo 2.000 kWh), energia elettrica per ricaricare i propri veicoli.
rammarimarquez ANCHE QUEST’ANNO LA MOTO GP SI INCHINA A MARC MARQUEZ IL NUOVO FENOMENO Fotografie Claudia Cavalleri
Marquez ha messo sotto chiave il suo ottavo titolo mondiale e per il momento nessuno sembra poter ostacolare il percorso che quasi certamente lo porterà a diventare il più grande campione di tutti i tempi. Lui è la sua Honda anche quest’anno sono stati il binomio vincente in grado di sgretolare la concorrenza di Ducati e Yamaha e della ritrovata Suzuki tornata a farsi vedere spesso nelle prime file. La KTM, ultima arrivata, tiene il passo dei migliori. Nuovi piloti in grado di dare spettacolo? Qualcosa si è visto. Fabio Quartararo su tutti proprio in sella alla KTM, i due Espargarò e quell’Alex Rins che si è preso la soddisfazione di beffare Marquez sul traguardo di Silverstone. Poi le vecchie glorie, capaci sì di qualche fiammata, ma niente in grado di impensierire l’uomo più veloce. I connazionali, sempre affezionati a Valentino, sperano che lo spagnolo non possa mai superare i nove titoli del Dottore ma già otto sono dietro le spalle, Marquez è ancora giovane e non sembra intenzionato a smettere adesso. È quasi sempre il più veloce su ogni circuito, a dire il vero, senza una gran concorrenza anche se Dovizioso ci ha provato seriamente prima della caduta. La crescita della casa bolognese è evidente ma, per sfortuna o incidenti, non è riuscita a tener testa alla Honda. Fiammate di Petrucci e di Morbidelli qualche sprazzo da Vignales ma il numero uno è ancora e sempre lui. Quasi da rendere noiose le gare, a meno che qualcuno non riesca a beffarlo al traguardo com’è riuscito a fare Rins. Tutto il resto è stato Marquez. E all’orizzonte non sembra per il momento esserci qualcuno in grado di stargli davanti.
Nelle immagini di queste pagine un cocktail delle tante immagini che Claudia Cavalleri, “nostra” inviata sui circuiti del Motomondiale è solita invarci all’indomani di ogni gara. Una gallery fatta di adrenalina, di tensione e di stupore con i protagonisti colti in tanti momenti prima durante e dopo le gare
Se, in Formula 1, pare che il giovane Leclerc sarà quello che metterà alle corde il grande Hamilton, in moto GP non sembra davvero esserci ancora nessuno in grado di impensierire davvero il campione spagnolo. Ci è piaciuto vedere il 46 di Valentino Rossi, ancora qualche volta lottare nelle prime file per provare a stare al passo di Marquez, anche se è stato chiaro a tutti che, quest’anno, la moto del campione italiano non era all’altezza della concorrenza, costringendolo spesso a subire distacchi imbarazzanti non certo imputabili ai piloti. Speriamo per l’anno prossimo di veder crescere le scuderie di Aprilia e KTM e di scoprire qualche giovane pilota che riuscirà a dare un po’ di filo da torcere a Re Marquez. Ringraziamo Valentino Rossi per quello che ha dato a questo sport e ai colori italiani, continuando a tifare per lui finchè deciderà di correre.
novità bmw da eicma 2019 Nuova F 900 R
Visivamente appare muscolosa, in particolare nella zona frontale a differenza di quella dietro caratterizzata da una coda compatta. L’impostazione dei gruppi ottici LED, assieme ai diversi altri dettagli e alle colorazioni, completano una veste grintosa che anticipa un elevato dinamismo. Tra gli aspetti tecnologici anche una strumentazione accorpata in uno schermo 6,5 pollici, con un sistema completo di connettività oltre all’app BMW Motorrad Connect. Nel complesso si segnala una giusta rigidità e il funzionale riposizionamento del serbatoio in plastica, più leggero del 60% rispetto a uno in acciaio. Il peso in ordine di marcia raggiunge i 211 kg. La ciclistica è composta da una forcella rovesciata all’anteriore mentre dietro è montato un forcellone oscillante a doppio braccio in alluminio e un mono-ammortizzatore regolabile posizionato centralmente. L’impianto frenante legato a un sistema BMW Motorrad ABS è composto da uno schema a doppio disco anteriore da 320 mm con pinze radiali e un singolo disco posteriore da 265 mm, abbinato a una pinza con singolo pistoncino flottante.
Nuova F 900 XR
Una potenza che ammonta a 105 cavalli, che viene proposta anche nella variate per possessori di patente A2. Un design fluido e articolato, una meccanica sviluppata per viaggiare e caratteristiche tecnologiche interessanti. Una sintesi della nuova BMW F 900 XR, una “X” in più rispetto alla F 900 R che ne sottolinea la differente natura. Stile e impostazione rimandano alla nuova e più potente S 1000 XR. Un nuovo modello Touring di media taglia, imparentato con la nuova naked F 900 R, con parabrezza di serie e una struttura che favorisce una posizione di guida più sollevata e distesa. Un telaio in acciaio, un nuovo telaietto posteriore e nel complesso, un buon compromesso tra rigidità ed efficienza di marcia con la scelta del serbatoio in plastica da 15,5 litri che contribuisce nel contenimento del peso che è di 219 kg in ordine di marcia.
Nuova F 900 R
novità bmw da eicma 2019 Rispetto all’unità bicilindrica da 853 cc che anima la BMW F 850 GS, la cubatura del nuovo propulsore che spinge la F 900 R, dotato di due alberi a camme e quattro valvole per cilindro, ammonta a 895 cc per una potenza massima di 105 cavalli. Diversi gli interventi funzionali per ottenere questo incremento di spinta, Tra gli aspetti interessanti anche la presenza di un sistema MSR abbinato, un dispositivo di gestione della coppia in rilascio, in simbiosi con una frizione altisaltellamento. Due le mappe disponibili: Rain e Road. Tra gli optional citati una soluzione Shift Assistant Pro (un sistema automatico di cambiata up and down dei sei rapporti) e i “Dynamic” e “Dynamic Pro” riding modes. Come accennato, è disponibile anche una variante depotenziata per possessori di patente A2. La nuova BMW F 900 R è proposta nei colori: Blackstorm metallic, caratterizzata da una veste scura, parafango anteriore in Midnight Black opaco, cover centrale del serbatoio e radiatore in Granite Gray e cerchi argentati; San Marino Blue metallic con parafango anteriore in tinta, radiatore in Granite Gray satinato, quindi cover del serbatoio e cerchi con finiture in Midnight Black; infine Style Sport in Hockenheim Silver metallic/Racing Red con i bracci della forcella in tinta oro anodizzato, parafango anteriore e copertura della seduta del passeggero in Hockenheim Silver metallic, la sigla “Sport” sul radiatore e cerchi scuri.
Nuova F 900 XR
Forcella rovesciata anteriore da 43 millimetri oltre a un forcellone posteriore a doppio braccio oscillante in alluminio e mono-ammortizzatore con escursione da 172 mm, regolabile in precarico ed estensione e localizzato centralmente. Dotata di BMW Motorrad ABS con un sistema frenante composto da un doppio disco anteriore da 320 mm e dietro un singolo disco da 265 mm. In evidenza anche una strumentazione digitale all’interno di un display da 6,5 pollici e soluzione di connettività, BMW Motorrad Connect. L’unità bicilindrica è simile a quella della nuova F 900 R da 895 cc, caratterizzata da un doppio albero a camme e quattro valvole per cilindro e due alberi controrotanti per attenuare le vibrazioni. La spinta massima tocca i 105 cavalli. Indicata anche una versione depotenziata, per possessori di patente A2. Tre le varianti cromatiche legate alla nuova BMW F 900 XR: Light White con uno schema a tinte chiare e scure; Style Exclusive in Galvanic Gold metallic con tonalità che comprendono oro, grigio e nero e Style Sport variant in Racing Red che suggerisce una visione più grintosa.
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Harley Women Experience 2019 Una serata tutta rosa quella dello scorso 28 novembre da Harley Davidson Bergamo. La concessionaria di San Paolo d’Argon si è trasformata per una sera in un palcoscenico speciale sul quale protagoniste sono state le bellissime Ladies, ovvero il gruppo di “Harley lover” al femminile che qui trova sede. L’evento, organizzato come raccolta fondi a favore della ricerca contro il tumore al seno, ha coinvolto decine di partecipanti. Ad accogliere le ospiti tutto lo staff della concessionaria, in prima linea, Martina, Chiara e Laura, la proprietà e molti membri dello staff che hanno reso possibile un evento speciale. Un aperitivo a base di drink e stuzzicherie come benvenuto e, a seguire, prove di abiti e pellicce firmate Nadiafur. Non potevano certo mancare trucco e parrucco, grazie a Ives Roches e Belief Hair, mentre per la cura di corpo e viso un’esposizione di prodotti Ringara ha completato la proposta di quante, durante la serata, hanno voluto trasformare il proprio look da belle bikers ad eleganti ladies. E per non dimenticare la speciale serata uno scatto ricordo, magari in sella ad una delle bellissime Harley Davidson esposte in concessionaria. Un modo diverso di vivere il sostegno alla ricerca… ovviamente tutto al femminile.
Ph. Paolo Biava - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bg.it
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Tecnocasa apre a Terno d’Isola IL GRUPPO TECNOCASA CONQUISTA UN’ALTRA BANDIERINA SUL TERRITORIO BERGAMASCO: DOPO L’ULTIMA INAUGURAZIONE AVVENUTA UN MESE FA AD OSIO SOTTO, HA APERTO I BATTENTI ANCHE LA NUOVA FILIALE DI TERNO D’ISOLA La 35^apertura nella nostra provincia del Gruppo Tecnocasa è avvenuta a Terno d’Isola lo scorso 30 novembre. Nella centralissima piazza VII Martiri al civico numero 23 Salvatore Ferlante, il responsabile, Antonio Guida, l’affiliato, e Francesco D’Angelo, il collaboratore, hanno accolto amici e affezionati per brindare all’apertura ufficiale di questa nuova sede. La nuova filiale vanta un team compatto e coeso, in linea con la filosofia del Gruppo, con una mentalità giovane ed un’attenzione maniacale per il cliente. L’area che questa nuova agenzia è chiamata a presidiare sarà quella non solo di Terno D’Isola ma anche di Chignolo D’Isola, Presezzo, Bonate Sopra, Bonate Sotto, Sotto il Monte Papa Giovanni XXIII e zone limitrofe. All’inaugurazione, come da tradizione, non solo voluti mancare Oreste Pasquali, fondatore del Gruppo Tecnocasa, Marco Anzini, Team Manager, e Carlo Assandri, Consulente di rete.
Ph. Daniele Trapletti - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bg.it
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Un albero per il pianeta IL 20 NOVEMBRE SI È CELEBRATA LA GIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA
Nella settimana compresa tra il 18 e il 22 novembre, i servizi all’infanzia gestiti dalla Cooperativa Alchimia hanno dedicato un evento al Diritto alla bellezza: a vivere, frequentare e trasformare luoghi improntati a questo insopprimibile valore educativo attingendo dall’integrazione di Stefano Sturloni al Manifesto dei Diritti Naturali dei bambini e delle bambine di Gianfranco Zavalloni. In altre parole, si è cercato di ridare bellezza naturale ai luoghi urbani abitati dai bambini e dalle bambine, donando alberi alle piazze e alle vie commerciali, abbellendo con fiori colorati le aiuole dei territori nei quali i servizi sono attivi… Un insieme di piccoli, ma significativi gesti per sensibilizzare gli adulti al tema bisogno insopprimibile dei bambini di abitare luoghi naturali e per accompagnare i bambini e le bambine alla costruzione e alla valorizzazione della loro identità ecologica; per dar loro l’opportunità di ri-connetersi con la bellezza della natura, stabilendo con essa una relazione di cura, rispetto e responsabilità. Tra le molteplici iniziative proposte, vi proponiamo quella che ha visto protagonista la Scuola dell’infanzia della Provvidenza di Bergamo che, nella piazzetta antistante l’ufficio postale di via Boccalerie, ha donato un ulivo.
LA NOSTRA PRIORITÀ È LA SALUTE ED IL BENESSERE DEI VOSTRI CUCCIOLI
RANICA (BG) - VIA G. ZOPFI, 18 - TEL. 349 8555082 - 329 1010969
Nuova Audi A1 citycarver, il crossover metropolitano. Stile da vendere. E da guidare. Arriva Audi A1 citycarver, il crossover metropolitano della Casa dei quattro anelli. Il suo assetto rialzato e versatile è perfetto per affrontare il traffico così come i fondi stradali più dissestati. Giovane, estroversa e connessa, grazie ai sistemi di infotainment di ultima generazione: Audi A1 citycarver è sempre pronta ad accompagnarti ovunque. Scoprila nel nostro Showroom e su audi.it
The city goes epic. Gamma A1 citycarver. Consumo di carburante (l/100 km) ciclo combinato (WLTP): 5,9 – 6,7. Emissioni CO₂ (g/km) ciclo combinato: (WLTP) 133 - 152; (NEDC) 117 - 122.
I valori indicativi relativi al consumo di carburante e alle emissioni di CO₂ sono rilevati dal Costruttore in base al metodo di omologazione WLTP (Regolamento UE 2017/1151 e successive modifiche e integrazioni). Eventuali equipaggiamenti aggiuntivi, lo stile di guida e altri fattori non tecnici, possono modificare i predetti valori. Per ulteriori informazioni sui predetti valori, vi invitiamo a rivolgervi alle Concessionarie Audi. È disponibile gratuitamente presso ogni Concessionaria una guida relativa al risparmio di carburante e alle emissioni di CO₂, che riporta i valori inerenti a tutti i nuovi modelli di veicoli.