Qui Bergamo n.ro 283

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Autotorino

Concessionaria Ufficiale di Assistenza Mercedes-Benz

NUOVA APERTURA BERGAMO – via Zanica 87


Eccomi, sono qui FRESCO, CROCCANTE, BIOLOGICO, SOSTENIBILE Sono il magazine mensile di questa città da tanto tempo. Vi racconto quello che di meglio mi passa sotto il naso, che mi rende curioso ed orgoglioso di esserci e di poter contribuire allo sviluppo in questa terra dove sono nati santi, papi e condottieri, musicisti, artisti ed atleti acclamati dalle folle di tutto il pianeta. Che sono onorato di poter “rendere” a voi dalle pagine di carta che toccate, annusate, conservate, perché sono vive e se lo vorrete invecchieranno con voi, come nulla di digitale potrà mai fare. La carta di cui sono fatto non si dissolve in un nulla infinito. La carta non passa, resta con voi se volete, quanto volete e poi… la riciclate. E lei tornerà nelle vostre mani al prossimo giro con nuovi racconti fatti “solo” di immagini e parole, talvolta aromatiche. Immagini, ferme finalmente per lasciarsi osservare e far viaggiare la vostra immaginazione, parole scolpite per essere ricordate. Qualche volta parliamo anche di sogni come quello che trovate nelle prossime pagine e finalmente anche delle serate, gli eventi, le inaugurazioni... viva la vita ritrovata. Viva le feste, io ci vivo in mezzo e mi mancavano sempre tuo


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MADE IN ITALY CHE RIPARTE

DIABLE! ...È UN RIVA

Presentato al Cannes Yachting Festival, il nuovo open con hard top incorporato è sintesi di eleganza, sportività e vivibilità. Profilo seducente e dettagli di stile che ne fanno la barca di tendenza dall’anima fashion. Riva 68’ Diable è già il must have degli open, una barca incredibile che tenta e ammalia: cos’è che desideri veramente? Lungo 20,67m (quasi 68 ft) e largo 5,29m (oltre 17 ft), ha debuttato al Cannes Yachting Festival 2021 e si incastona come un diamante purissimo nella gamma degli open yacht sotto i ’70, un segmento in cui lo storico Cantiere di Sarnico è da tempo leader riconosciuto.

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Frutto della geniale matita di Mauro Micheli, fondatore con Sergio Beretta di Officina Italiana Design, che ha curato tutta la produzione Riva degli ultimi 27 anni, in collaborazione con il Comitato Strategico di Prodotto presieduto dall’ Ing. Ferrari e la Direzione Engineering di Ferretti Group, Riva 68’ Diable è una splendente stratificazione di ingegni, stili e tecniche. Il progetto è una virtuosistica combinazione di innovazioni tecnologiche e di design da una parte, e di passione per la tradizione e cura per i dettagli dall’altra: la formula segreta e inimitabile di ogni successo Riva. 68’ Diable è disponibile in tutti i colori della gamma Riva: la prima unità sarà nel rinomato Shark Grey, con dettagli e hard top in bright black.

ESTERNI Gli esterni riprendono il nuovo corso di design intrapreso da Officina Italian Design, che detta le linee delle ultime tendenze espressione di un lusso dal carattere più sportivo. Il parabrezza, realizzato con i cristalli sferici, presenta una leggera contro-curvatura, particolare che ormai è a tutti gli effetti un tipico stilema Riva. Come tutti i modelli della gamma, Riva 68’ Diable è impreziosito da elementi di design funzionale in mogano e acciaio inox lucido, in omaggio alla tradizione del cantiere più famoso del mondo. Tra questi, gli scarponi di poppa e un fascione in mogano sul portellone del garage, i tientibene laterali della sovrastruttura in acciaio e il tavolino del pozzetto, interamente in mogano.

NUOVO RIVA ’68 DIABLE:

IL DIAVOLO È NEI DETTAGLI


PROPULSIONE E TECNOLOGIA La prima unità di 68’ Diable installa una coppia di motori in linea d’asse V drive MAN V12 dalla potenza mhpè ciascuno cui si dello raggiugono 40 un nodi di velocità massima e i 34 nodi A poppa,dila 1.650 plancetta collegata con ai laterali scafo eben forma unico elemento continuativo che risale in pozzetto. La scala di di crociera. La motorizzazione standard, invece, prevede una coppia di MAN V12 dalla potenzaparzialmente di risalita a sinistra consente agli scalini, in fase di movimentazione della spiaggetta, di immergersi rivelandone altri a 1.550 mhp ciascuno, che consentono di raggiungere una velocità di punta di 37 nodi e una velocità scafo, creando così un’unica comodissima scalinata per scendere e risalire a bordo. Il garage può contenere un tender Williams di crociera (dati preliminari). Su richiesta, può essere installato un Seakeeper NG9, per SportJet 345die33 unnodi Seabob. garantire il massimo del comfortdue durante sosta all’ancora. L’arredo del pozzetto prevede grandilaprendisole, uno fronte mare e un altro a chaise-longue, per godersi al massimo sia La plancia di comando è dotata di sistemi di l’esperienza di navigazione che la sosta in rada.controllo, monitoraggio e navigazione Simrad Command. Ritroviamo inoltre la timoneria elettroidraulica steer-by-wire, sviluppata in collaborazione In quest’area, sul camminamento di sinistra, è collocato l’accesso all’area equipaggio, con cabina singola e bagno separato. con XENTA che, fra i tanti vantaggi, offre una maggiore comodità e precisione di guida grazie all’eMa la grande novità di quest’open è che, in sintonia con i nuovissimi Dolceriva e 56’ Rivale Hard Top, è parzialmente coperto da strema maneggevolezza del timone e a una messa a punto ottimale della virata in ogni condizione un hard top integrato al parabrezza, dal design lineare e pulito, realizzato in carbonio e materiali compositi, in cui scompaiono di a velocità sostenute. allamare, vista anche gli elementi tecnici e tecnologici. Esso integra anche un sistema di aria condizionata al suo interno e protegge e ripara Èle inoltre installato il Joystick di manovra con funzionalità docking mode, che di zone centrali della barca, quindi l’area pranzo e la stazione di comando del permette ponte principale. L’hard top manovrare con estrema facilità in acque ristrette, ad esempio nell’ormeggio all’inglese, monta su richiesta un tettuccio apribile in due direzioni (fronte marcia e contromarcia), sicura grazie traslazione ottenuta con l’uso combinato delle eliche di propulsione fonte dialla benessere in navigazione. eInoltre, dell’elica di manovra di prua proporzionale. A tutto integrato questo si nella aggiunge grazie a un bimini a scorrimento automatico partela funzionalità DPS (Dynamic Positioning System), il sistema che consente terminale, è possibile riparare la zona divano chaise-longue in pozzetto. di mantenerecopertura invariata laè posizione barca anche condizioni Un’ulteriore offerta poidella da tendalini sugliinspazi ai lati, di forte vento o corrente: una soluzione perfetta per la preaperti, e su tutta la zona di poppa. parazione all’ormeggio oppure in attesa di farecon riforniSotto all’hard top, la zona centrale si sviluppa due mento o dell’apertura di un ponte. Il nuovo modello divani a L contrapposti, dove quello di sinistra funviene con i correttori dinamici difino assetto ge da fornito zona pranzo e può accomodare a 6 Humphree. persone. Su richiesta si può avere una doppia zona pranzo, sia a destra che a sinistra. Alle spalle della controplancia è possibile installare un TV fino a massimo 49’’, mentre alle spalle del sedile pilota è posizionato un comodo storage per il ghiaccio. La plancia di comando, con pannelli in carbonio

e un prezioso bordo in acciaio inox lucido, prevede una postazione guida per due persone. Come sempre, grande attenzione da parte di Riva sul tema sicurezza: ne sono la dimostrazione alcuni dettagli funzionali, come il posizionamento delle zattere di sicurezza sotto al divano di dritta. Un altro dei maggiori punti di forza e di novità di questo open è proprio all’insegna della vivibilità: una grandissima prua, dedicata al massimo della libertà e del relax, e al top di categoria per concept e spaziosità. INTERNI Il layout del ponte inferiore è all’insegna del comfort assoluto, con 3 cabine a disposizione di 6 ospiti, che si sviluppano attorno


INTERNI

Il layout del ponte inferiore è all’insegna del comfort assoluto, con 3 cabine a disposizione di 6 ospiti, che si sviluppano attorno a un’area open space dove una galley e una dinette rendono l’ambiente versatile e confortevole: master cabin a centro barca, cabina doppia con letti singoli a sinistra,VIP a prua. Ogni cabina è servita da un bagno, con il bagno a dritta che fa anche da bagno a giorno. Nel sottoscala è possibile creare una piccola lavanderia. I materiali utilizzati per gli ambienti interni del 68’ Diable sono in perfetto stile Riva, con essenza cioccolato wengé effetto lucido sulla prima unità, superfici specchiate e satinate, acciaio e laccati in opaco e lucido, elementi in cuoio e pellami nelle tonalità del blu, del bianco e del grigio chiaro e scuro.




EDITA PERIODICI srl Via Bono, 10 - Bergamo Tel. 035 270989 www.editaperiodici.it www.qui.bg.it Aut. Tribunale di Bergamo n°3 del 22/01/1992

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Direttore responsabile: Vito Emilio Filì Direttore editoriale: Patrizia Venerucci venerucci@editaperiodici.it Responsabile redazione: Tommaso Revera redazione@qui.bg.it

Stampa: Euroteam Nuvolera (Bs)

Stampato con inchiostri a base vegetale.

Nuovo Riva Diable

Pag. 9 Together for life

Pag.13 Il dopo Gori

Pag. 14 Emozioni dal mondo al Castello degli Angeli

Pag.17 Post pandemia Dall’io al noi

Pag. 18 Franco Ziliani. Come va la vite?

Pag. 20 Marcell Jacobs. Desenzano tutta d’oro

Pag. 24 Mathame: Nessuno intorno a noi

Pag. 28 Porsche Festival 2021 a Castrezzato

Pag. 34 Maserati Levante Hybrid

Pag. 46 È tornato il Red Party di ARMR

Pag. 50 Nuova Polo: Who says you can’t?

le stelle

Pag. 54 Settimana dell’Energia Confartigianato Bergamo

Pag. 55 Ass. Patchwork Orientare è educare

Pag. 56 Inaugurato il Centro Santa Chiara

Pag. 58 Colombari Parquet Anniversario 40+1

Pag. 64 Quindicesimo anno per IRO

Pag. 62 SITIP. C’era una volta l’uomo delle pulizie

Pag. 66 Kamon Night a Palazzo Agliardi

Pag. 76 Mostra: Oggi Sposi

Pag. 80 Bello rivedersi

Pag. 4

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Redazione eventi: Valentina Colleoni redazione.chicera@qui.bg.it Fotografie di: Federico Buscarino Sergio Nessi Paolo Stroppa Hanno collaborato: Bruno Bozzetto Manuel Bonfanti Maurizio Maggioni Giuseppe Mazzoleni Benito Melchionna Francisco Malenchini Giorgio Paglia Valentina Visciglio

Attico in nuovo complesso residenziale alle porte di Bergamo

Oggi chi è alla ricerca di nuove soluzioni immobiliari desidera maggiori spazi sia interni che esterni, per questo le nuove costruzioni che vi proponiamo offrono grandi terrazze realmente godibili. 
 Uno dei punti di forza degli attici che vi presentiamo è la luminosità, garantita in tutti gli ambienti ed in entrambi i livelli. 
Il piano abitativo principale gode di una zona giorno molto spaziosa ed offre la possibilità di avere una cucina indipendente oppure aperta sul soggiorno, a seconda dei gusti personali.
 Al medesimo piano vengono proposte due camere da letto e doppi servizi. La camera matrimoniale gode di accesso diretto alla cabina armadio ed al relativo bagno privato. Inoltre è presente un’elegante scala che conduce al piano superiore, caratterizzato da una terrazza stellare e da una terza camera, oltre cucina e bagno, ambienti che possono essere adibiti anche come palestra o studio superiore ha anche un accesso indipendente. personale. Il livello superio La costruzione è di sole due unità residenziali ed è realizzata con materiali e sistemi costruttivi evoluti, come gli impianti che garantiscono l’elevatissima prestazione energetica.

IN QUESTO NUMERO

Ti invitiamo ad approfondire le nostre proposte immobiliari visitando il nostro sito e contattando il nostro consulente tecnico – commerciale.

ESPERIENZA MULTISENSORIALE la casa Pag. 52 che guarda le stelle La casa che guarda

Pag. 68 Mostra La Cina non è vicina

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Pag. 72 Restauri del Moroni Ritornati alla luce

Pag. 48 Cover Story

La Medicina e la Chirurgia Estetica secondo Doryan


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ph. Paolo Stroppa

IMPRESA, RICERCA E SPETTACOLO, IN PRIMA FILA NELLA LOTTA ALLA FIBROSI CISTICA

Si è tenuta venerdì 24 settembre al Teatro Donizetti di Bergamo la speciale edi-

zione dell’iniziativa charity organizzata in collaborazione dall’azienda Piazzalunga srl e da PEO – Comunicazione Culturale e d’Impresa, quest’anno eccezionalmente aperta a tutta la cittadinanza, a sostegno della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica (FFC Ricerca). L’evento, che sostiene progetti scientifici sulla malattia genetica grave più diffusa in Italia, ha portato in scena al teatro Donizetti lo spettacolo “Celebrities”, curato dalla compagnia BIT di Torino con la regia di Melina Pellicano: uno show che ha reinterpretato i brani cult della musica internazionale attraverso arrangiamenti originali. Il ricavato delle donazioni contribuirà al piano strategico triennale di FFC Ricerca “Una Cura per tutti”, per individuare al più presto soluzioni terapeutiche efficaci per tutte le persone con FC.

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La serata si è aperta con un toccante ricordo del Prof. Gianni Mastella, direttore scientifico e co-fondatore della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica, padre e pioniere della ricerca italiana nella lotta alla più diffusa in Italia tra le malattie genetiche gravi, scomparso a inizio anno dopo una lunga vita dedicata alla scienza. Grazie al suo lavoro, tante persone hanno visto la qualità della loro vita migliorare sensibilmente, così come l’aspettativa di vita crescere nel tempo. Tra queste anche Gaya Castagneto, giovanissima testimonial del progetto, invitata sul palco del Donizetti dal conduttore Luca Cavadini per condividere la sua esperienza personale. Accanto a lei, il fratello Mattia, il padre Giuseppe e la madre Luana Piazzalunga, da sempre ambasciatrice attiva della causa, che ha ringraziato

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commossa il pubblico presente: “Tutti noi abbiamo capito nei mesi passati quanto respirare sia un atto da non dare mai per scontato. Coloro che soffrono di questa malattia lo sanno fin dai primi giorni di vita. Il futuro di chi è affetto da fibrosi cistica lo stiamo costruendo insieme, alimentando la ricerca e diffondendo la conoscenza di questa malattia. Perché "Together for life", insieme per la vita, non è solo uno slogan: è una sensibilità forte che ci caratterizza tutti, un richiamo ad agire per il bene delle tante persone che oggi confidano in ogni piccolo progresso della ricerca e delle tante che avranno la fortuna di nascere quando la cura, anche grazie a noi, sarà una realtà”. ph. Paolo Stroppa- le trovi anche nelle nostre gallery chi c’era www.qui.bg.it


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Il palco ha visto quindi protagonista Matteo Marzotto, Presidente e cofondatore della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica. Guidato dalla suggestione di alcuni ritratti – quello del nonno Gaetano, della sorella Annalisa scomparsa anche lei a causa della fibrosi cistica, e di Felice Gimondi - ha ripercorso la sua storia e, in parallelo, quella della Fondazione, “che mi auguro venga presto chiusa – ha confidato – perché significherebbe che il nostro percorso è giunto a compimento e che non ci saranno più persone affette da FC senza una cura”.


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ancora presto per fare ipotesi e giocare al totosindaco. L’attuale primo cittadino, a meno di decisioni imprevedibili relative alla sua carriera politica o manageriale, ha ancora davanti metà del suo mandato da sindaco di Bergamo che scadrà nel 2024 ma se i pretendenti al trono di Giorgio Gori, specie quelli dell’avversa compagine politica, vogliono avere qualche speranza di vittoria dovrebbero già iniziare a costruire un programma in grado di battere la concorrenza che godrà indubbiamente di una serie di vantaggi. Quali? Presto detto. L’amministrazione Gori ha ottenuto risultati senza precedenti in termini di innovazione e di propulsione dell’azione di governo della città, che ha visto crescere la qualità della vita, tanto che a Bergamo nascono ancora tanti bambini come non accade altrove. Il doppio mandato gli sta consentendo di portare in porto molti progetti, nonostante il periodo nero, durante il quale si è trovato nell’epicentro della tempesta. Qualcuno ancora gli ricorda la buccia di banana pestata inseme ai suoi ad inizio pandemia per (sig!) dimostrare che Bergamo non era razzista nei confronti dei cinesi, quando ogni individuo con gli occhi a mandorla veniva additato come untore. Magari tireranno fuori ancora la veranda abusiva o spareranno a zero sulla vicenda della parcheggio della Fara mentre qualcuno proverà a cavalcare il malcontento di Boccaleone per via dell’ampliamento della ferrovia... Ma ci vorrà davvero un candidato preparato per superare in qualità la proposta politica dell’amministrazione uscente. Sergio Gandi

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CHI DOPO GORI? Nelle foto sopra a sinistra, Alessandra Gallone attual- Sull’altro mente senatrice, nelle file di Forza Italia, potrebbe essere una carta vincente per la lunga esperienza politica, la stima personale di cui gode e, cosa non trascurabile il fatto di essere una donna... Non c’è mai stato a Bergamo un sindaco donna e l’eventuale sfida con Elena Carnevali diventerebbe un unicum a cui sarebbe bello assistere. Nella foto al suo fianco l’avv. Gianfranco Ceci, ufficiale di lungo corso nel centrodestra cittadino - potrebbe raggiungere persino Franco Tentorio, vero recordman di presenze come Consigliere comunale - di cui fu vicesindaco, sconfitto con lui alle comunali del 2019. Ceci è uno che non ha mai cambiato idea. Sa che un giorno lui sarà sindaco a Bergamo. Quando non si sa. Non rappresenta certo una novità, ma è una vecchia volpe acchiappavoti di ortodossa cultura di partito. Nel 2019 fu indicato come sfidante di Gori da Forza Italia a cui appartiene, ma la Lega pretese la candidatura di Giacomo Stucchi e il Ceci si fece da parte di buon grado, probabilmente ben conscio di avere lui stesso poche chance di battere Gori in quella tornata. La prossima sarà la volta buona?

fronte, il futuro candidato sindaco del centrosinistra, destinato a sollevare Gori dall’incarico e che dovrebbe venir scelto con le primarie all’interno del Partito Democratico avrà la strada decisamante spianata. Gli basterà dire che proseguirà sul tracciato del suo predecessore e non dovrebbero esserci problemi, ovviamente con una investitura da parte dello stesso Gori. I più accreditati sembrano essere l’attuale vice sindaco e assessore alla sicurezza Sergio Gandi, avvocato con una lunga esperienza di amministrazione e sempre molto presente nelle occasioni che contano ed Elena Carnevali, attualmente parlamentare che avrebbe dalla sua il fatto di essere una donna, un sindaco che Bergamo non ha mai avuto come dicevamo nel caso di Alessandra Gallone.

E il buon Gori?

Se fosse un tipo normale si godrebbe la vita. Potremmo dire che ha dato e nessuno lo potrebbe criticare in caso di una sua uscita di scena. Però, conoscendolo anche solo un po’ ,sappiamo che non si fermerà e che l’ambizione, come i desideri, non invecchia mai con l’età. Qualcuno lo dava come uno dei prossimi uomini della nuova segreteria del Partito Democratico, quella che dovrebbe vedere segretario Bonacini al futuro congresso. Non sembra che Gori sia un uomo di partito, ma il nocciolo della questione, sta proprio lì, nel sistema dei partiti che danno vita alla democrazia che tanto amiamo ed apprezziamo quando viene minacciata.


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Negli anni il progetto è cresciuto acquisendo autorevolezza internazionale tanto che oggi vede con fierezza una svolta ad ampio respiro verso l’Europa e il Mondo. Unico concorso enologico internazionale dedicato ai tagli di Merlot e Cabernet riconosciuto da OIV, Emozioni dal Mondo rappresenta nella sua essenza il territorio bergamasco e la “sua gente”: onesta, passionale, fatta di grandi lavoratori.

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La serata perfetta della Cena di Gala a conclusione del Concorso, organizzata al Castello degli Angeli a Carobbio degli Angeli, ha visto protagonisti il vino, ottimo l’aperitivo con ostriche e Valcalepio brut, una menù davvero accattivante, buona musica, una esibizione di ballo e l’allegria di potersi di nuovo ritrovare ed abbracciarsi.

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Bergamo, una terra piena di energie vitali che guarda al futuro attraverso i giovani e a una delle sue risorse più importanti: la viticoltura. Dal 14 al 16 ottobre è andata in scena la XVII edizione del Concorso Internazionale “Emozioni dal Mondo: merlot e cabernet insieme” organizzato da Vignaioli Bergamaschi s.c.a. e da Consorzio Tutela Valcalepio.

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QUALCOSA È CAMBIATO! BERGAMO FA RETE BRINDANDO AL FUTURO

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Una nota romantica portata da Gigi Sofisti con i suoi splendidi tabarri ralizzati in panno nobile con alalmari persoonalizzabili un capo che non deve mancare e che si adatta ad ogno occasione. Elegante, un po’ misterioso

ph. Sergio Nessi - le trovi anche nelle nostre gallery chi c’era www.qui.bg.it

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Il mondo dell’agricoltura si basa su storia ed esperienza ma al pari deve volgere lo sguardo verso l’opportunità di crescere e trasformarsi. L’agricoltura infatti è cultura, conoscenza, terra, dedizione, energia, ricerca e cambiamento che si esprime in ogni sua dimensione: dal biologico alle microvinificazioni, dai grandi produttori ai più antichi e autoctoni vigneti.

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Il comitato organizzatore del Concorso ha inoltre sempre puntato sull’internazionalità, tanto dei giudici quanto dei campioni di vino in concorso. La lungimiranza e autorevolezza di tale approccio ha così permesso di valorizzazione il territorio bergamasco creando ottime collaborazioni internazionali. I francesi certamente affezionati alla loro identità dei vini bordolesi oggi partecipano con piacere e amicizia, a loro si affiancano i più intraprendenti vini serbi, i meravigliosi vini argentini, australiani e austriaci nonché gli indiscutibili vini italiani. Per la Lombardia, ma ancor più per Bergamo, un’opportunità per raccontarsi e farsi conoscere per quelle che sono: terre meravigliose dal sapore rustico e tradizionale, ricche di risorse e persone straordinarie. Per la classifica dei vini premiati www.emozionidalmondo.it

ARRIVEDERCI A EMOZIONI DAL MONDO 2022










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Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare. (Winston Churchill)

LUPUS IN FABULA

Benito Melchionna Procuratore emerito della Repubblica

Il primo paragrafo La necessità di relazionarsi è stato pubblicato sul numero di settembre e lo trovate qui: www.editaperiodici.it

POST PANDEMIA, DALL’IO AL NOI Tra ragione e sentimento

Come consigliano l’antropologia, la psicologia e la religione, è necessario costruire - attraverso il dialogo - relazioni e cioè “ponti” (da cui Pontefice) tra gli esseri umani. Tuttavia, essendo gli uomini “rivali” per competizione e per ingordigia, è difficile realizzare la pace (da pax, pactum, patto), intesa quale presupposto dell’ordine civile garantito dal “patto sociale”, già teorizzato dal filosofo Thomas Hobbes nel suo Leviathan (1651). Di conseguenza si diffondono, ancora oggi, infinite guerre, dato che i legami tra le persone e le diverse comunità geopolitiche (o meglio geoeconomiche) sono condizionati da un intreccio di errate motivazioni, a cominciare dalle paure e dall’ansia sociale indotte da cattiva o insufficiente informazione. I comportamenti umani sono anzitutto orientati da mappe cognitive, ossia da processi razionali disegnati dalle sinapsi e dai neuroni cerebrali, i quali sono a laro volta progettati dalla natura al fine di selezionare i vantaggi per la specie e le opportunità degli scambi e delle utilità materiali tra gli uomini. Interagiscono nel contempo le mappe emotive che percepiscono e interpretano “da dentro” gli eventi della vita, collegandoli alle emozioni, al sentimento etico e al bisogno di spiritualità (religione significa appunto mettere in relazione, unire terra e cielo). Il coordinamento tra gli schemi cognitivi (mentali e psicologici) appare quindi in grado di indicarci la strada nella scelta tra bene e male, e di indirizzarci al culto dell’estetica e della bellezza. Occorre tuttavia rilevare che la esibizione - fruizione del “bello” risulta sempre più futile nella civiltà dell’apparire attraverso l’agghindarsi esteriore. Dal suddetto insondabile intreccio nascono comunque la beata inquietudine e i dolorosi contrasti che scandiscono le umane passioni (da patior, patire). Così che, fortificata dalla trama dell’intelligenza relazionale e dai vincoli affettivi (empatia), l’esperienza umana riesce in ogni caso a districarsi tra le lusinghe e le insidie che si manifestano nel convulso divenire della storia individuale e collettiva.

L’era dei legami virtuali

La cultura del passato sintetizzava con mordace e talvolta cinica semplicità il codice degli scambi e della permuta dei beni - compresa finanche la santità in vista della salvezza eterna - attraverso il motto “do ut des” (do perché tu mi dia). In quel contesto i legami familiari e di prossimità erano praticati in presenza, nel solco di rituali modellati da convenzioni tradizionali poco disponibili al cambiamento. Certamente, in molti casi, non erano rose e fiori; ma in genere i rapporti erano rinsaldati dalla fiducia reciproca, resa manifesta anzitutto dal linguaggio diretto e dalla gestualità del corpo. Le relazioni sociali erano poi regolate da rigorose clausole di reciprocità. Il cui rispetto era garantito - in specie nei circoscritti ambienti rurali - da un marcato controllo sociale, fondato sui valori condivisi del prestigio e dell’onore (spesso solo di facciata). Nell’attuale passaggio epocale verso la transizione digitale e all’alba di un tempo nuovo, caratterizzato da passioni solitarie orientate al febbrile consumismo edonistico da supermercato, tendono a perdere vigore le relazioni “dal vivo”. Imperversano invece gli incontri virtuali, che circolano attraverso i social all’insegna di un “noi” poco autentico, considerato che nel web ognuno si può creare una propria “cattedra” posticcia. Perciò in una società che ha liquidato i sogni, le convenzioni e le progettazioni dell’antica convivenza, ora annegata nel menefreghismo e nel silenzio calato tra le persone, i primi a perdersi sono i legami di prossimità. Quanto poi alla socializzazione, gli analisti registrano un cortocircuito che tende a spegnere la comunicazione, a suo tempo illuminata dalla (pur conflittuale) partecipazione attiva in presenza. La realtà attuale, governata dagli algoritmi e “aumentata” dalla telematica e dalle nuove protesi tecnologiche, offre certamente infinite potenzialità e molti comfort: velocizzazione dei servizi, creatività digitale, accelerazione degli scambi, inclusione sociale, evoluzione dei costumi, affrancamento dalla fatica e da molte malattie, adeguamento in tempo reale al mondo della complessità informativa…È anche vero però che la pervasività dell’elettronica “connettiva”, non solo raffredda le emozioni, ma viola spesso la nostra riservatezza (privacy). Tanto è vero che la dignità-libertà individuale e la stabilità sociale sono minacciate da: fake news, odio in rete, cybercrimes, intrusioni illecite di hacker, guerre commerciali, controllo digitale della persona da parte del potere.... Intanto, mentre i borghi antichi tendono a svuotarsi, nella società di massa, concentrata in poche metropoli (città-stato abitate da oltre 10 milioni di persone), ognuno viene prima di te e tutti hanno fretta di immergersi nell’atomismo sociale e nella dipendenza dal web (il cosiddetto “effetto grotta”). Di conseguenza, aumentano la povertà educativa (espressiva, linguistica e relazionale) e il pesante disagio dei nativi digitali, non più accompagnati nel loro difficile cammino formativo.... (segue)

Sul prossimo numero: Il dopo Covid nella comunità di destino


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COME VA

LA VITE?

Franco Ziliani, che compie quest’anno 90 anni, oltre ad essere considerato il padre delle Bollicine della Franciacorta, è la prova vivente che un buon bicchiere di vino fa bene alla salute.


Il calo nella produzione di uva non dovrebbe destare

preoccupazioni, consentendo al nostro Paese di mantenere il primato rispetto a ai concorrenti più agguerriti (Francia e Spagna) penalizzati da condizioni climatiche avverse. Da un punto di vista qualitativo le prime analisi parlano di gradazioni mediamente elevate, in linea con gli ultimi anni, con qualche criticità sul rapporto zuccheri/acidità, ma su questo fronte farà la differenza il lavoro degli enologi e delle imprese in cantina. Sul fronte prezzi le prospettive sembrano incoraggiare: dopo il calo del 3% avuto nel 2020 dovremmo assistere ad un rimbalzo per quest’anno a nche a causa della minore produzione stimata. A far sperare in una ripresa dei listini sono due fattori: un ottimo andamento delle esportazioni salite nei primi cinque mesi del 2021 dell’11% e la ripartenza dell’enoturismo, della ristorazione e in generale del settore dell’hospitality, fanno prevedere che, il fatturato del vino italiano nel 2021, dovrebbe superare 11 miliardi di euro (stime di Coldiretti). Ma per alcune cantine italiane la vendemmia 2021 sarà ricordata per un motivo che va oltre le statistiche e le proiezioni sulla qualità e quantità delle uve prodotte. È il caso di Berlucchi, azienda pioniera del metodo classico italiano, che festeggia il sessantesimo anniversario della nascita del primo Franciacorta. Nel lontano 1955 infatti, il nobile vignaiolo Guido Berlucchi e il talentuoso enologo Franco Ziliani intraprendevano una sfida che in quegli anni sembrava impossibile, creando un modello tutto italiano di eccellenti vini spumanti. Berlucchi cercava un consulente che desse un nuovo volto al suo Pinot del Castello, migliorando quel vino bianco poco stabile prodotto con le uve del vigneto posto sotto il piccolo maniero con vista sul Lago d’Iseo. Ma Ziliani, il cui sogno era produrre un Metodo Classico nel suo territorio natale, si spinse ben oltre la richiesta del gentiluomo discendente dalla famiglia dei Lana de’ Terzi, e, affascinato dalla sua meravigliosa dimora e dall’antica cantina sotterranea, gli pose la domanda: “Se facessimo uno spumante alla maniera dei francesi?” La storia della Franciacorta e del Franciacorta DOCG inizia proprio da quella proposta, ardita per l’epoca: dar vita ad un vino spumante in un territorio di vini fermi. Dopo alcune annate problematiche, nel 1961 furono sigillate tremila bottiglie di Pinot di Franciacorta che, stappate l’anno dopo, si rivelarono eccellenti. L’anniversario è celebrato dall’azienda di Borgonato con l’arrivo di un vino da collezione, vero e proprio tributo al fondatore, che tra l’altro quest’anno compie 90 anni: l’edizione speciale Franco Ziliani, con tiratura limitata in Magnum, di un Franciacorta Nature a base di pinot nero frutto dei migliori vigneti di proprietà, con 96 mesi sui lieviti.


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MARCELL

JACOBS IL DOPPIO ORO OLIMPICO, ATLETA DELLE FIAMME ORO, MARCELL JACOBS TORNA AL CENTRO SPORTIVO «TRE STELLE» DOVE LA SUA CARRIERA DI CAMPIONE HA MOSSO I PRIMI PASSI. L’ABBRACCIO DEI CONCITTADINI, LA GRATITUDINE DELL’AMMINISTRAZIONE DI DESENZANO E DELLA POLIZIA DI STATO.


DESENZANO È TUTTA D’ORO

Un tributo, ma anche e soprattutto un momento di condivisione autentica con la comunità che lo

ha cresciuto, dentro e fuori dalla pista d’atletica, e che è stata testimone dell’impegno e dei sacrifici necessari per raggiungere il punto più alto nelle ambizioni della vita di un atleta. Il doppio oro olimpico Marcell Jacobs ha illuminato il cielo della sua città d’origine, protagonista indiscusso di “Un Desenzanese d’oro a Tokyo”, evento organizzato all’impianto sportivo “Tre Stelle”, dove l’atleta ha mosso i primi passi, dall’amministrazione del comune gardesano e alla presenza di diverse istituzioni regionali, del Questore di Brescia e di molti compagni del gruppo sportivo sezione atletica delle Fiamme Oro. “Ringrazio Marcell e la mamma Viviana per la grande gioia che ci hanno dato consentendo di proporre questo bellissimo evento. Solo grazie a loro oggi siamo qui. Desenzano è infinitamente grata ad un campione contraddistinto da grande sensibilità e disponibilità che qui ha vissuto la sua gioventù con la famiglia e i suoi amici. Desenzano è salita alla ribalta nazionale e non solo, grazie a lui e alle sue imprese. Possiamo solo e umilmente dire “GRAZIE MARCELL!” Un grazie trasformato nell’onorificenza al campione “Ambasciatore dello Sport desenzanese nel mondo” e in progetti futuri pensati per la collettività desenzanese: “Sono sicuro che grazie a lui tanti ragazzi si avvicineranno all’atletica, uno sport in cui serve grande passione e che a volte non è sufficientemente considerato. È per questo che l’Amministrazione Comunale che rappresento, nel prossimo Consiglio Comunale proporrà una variazione al piano opere pubbliche che conterrà proprio i lavori per la sistemazione della pista. Mi auguro che il Consiglio Comunale possa approvare tale opera”. “Ambasciatore dello Sport desenzanese nel mondo” è un’onorificenza che l’atleta ha ricevuto con emozione non celata al folto pubblico presente (l’evento era sold out già da una settimana). “Sono lusingato, grato e fiero per tutto ciò che sta accadendo in seguito alla doppia gioia di Tokyo 2020 - ha commentato Jacobs. Essere accolti con un evento di questa portata nella Città in cui sono cresciuto è un onore e voglio ringraziare tutti coloro che hanno organizzato questa cerimonia, dagli amministratori comunali a tutta la comunità desenzanese. Siete e sarete parte della mia storia”. L’eccezionalità dell’uomo e dello sportivo, sommata ad un’atmosfera di connessione vera con la sua comunità presente a celebrarlo hanno dato sostanza al profondo coinvolgimento espresso anche dall’assessore alle Attività sportive di Desenzano del Garda Francesca Cerini. “Mai avrei pensato nella mia vita di poter vivere un momento del genere - ha affermato l’assessore. In una situazione così bella, ricoprire il mio ruolo istituzionale diventa un ulteriore motivo di grande orgoglio. Aver organizzato questo evento per Marcell è giusto e doveroso perché un nostro concittadino ha riscritto la storia dell’atletica mondiale e delle Olimpiadi: non lo ringrazieremo mai abbastanza per aver portato Desenzano e la sua comunità là dove nessun italiano era mai riuscito nemmeno ad avvicinarsi. Per questo, oggi e sempre, viva Marcell Jacobs!”.


JACOBS L’ATLETA, MA ANCHE L’UOMO, NELLE PAROLE DI FAMIGLIARI E AMICI La serata, così come da intenti dell’amministraione di Desenzano, ha consegnato l’umanità di un uomo eccezionale attraverso le testimonianze a cuore aperto di persone a lui profondamente legate. A partire dalla madre Viviana Masini, e dalle sue parole dense di emozione. “La nomina a Marcell di Ambasciatore dello Sport in rappresentanza di Desenzano nel mondo mi rende una mamma e una donna incredibilmente orgogliosa - ha affermato. Mi riempie il cuore di gioia rivedere Marcell sul campo dove ha mosso i suoi primi passi d’atleta, vedere il suo percorso, vedere i suoi sacrifici, fino a tornare in questo stadio ed essere premiato con una onorificenza così importante. Un sincero grazie a chi ha permesso e predisposto tutto ciò”. Proprio da quel centro sportivo è partita la corsa di Jacobs che lo ha condotto verso il traguardo più prestigioso. In questo lungo percorso, molta strada è stata condivisa con il suo allenatore Paolo Camossi, testimone del suo talento. “Ricordo che ci stavamo allenando a Trieste su delle ripetute sui 60 metri. Mediamente quelli bravi hanno un tempo che va tra i 6”16 e i 6”30 - ricorda Camossi -. Marcell fa la prima ripetuta e subito taglia il traguardo a 5”97. Io rimango colpito perché era un tempo davvero molto buono, subito penso di aver sbagliato a prenderlo, quindi dico a Marcell di rifarlo. Marcell corre, tempo ancora più basso, così fino alla terza volta dove fa un tempo ancora più incredibile. Erano le prime volte che si allenava in velocità e fu in quel preciso momento che capii di aver di fronte un talento vero, un fuoriclasse”.

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MATHAME

NIENTE INTORNO A NOI


Cresciuti tra Bergamo e le pendici dell’Etan i Mathame, i fratelli Matteo e Amedeo Giovannelli sono tra gli artisti italiani oggi più richiesti nel panorama internazionale della musica tekno. Volano da una parte all’atra del pianeta per tenere oro ambitissimi concerti nelle location più incredibili. Una musica che solo in apparenza potrebbe sembrare fredda ma che viceversa è in grado di scaldarsi con cambio di suoni e di vertigini sonore. Ti entra sottopelle e prende a comandare il ritmo dei tuoi moviementi. Travolgente. Raggiungono il grande pubblico nell’estate del 2018 con l’ E.p “Nothing around us”, uscito per l’etichetta dei Tale of Us, Afterlife, che include la title track “Nothing around us” e la bellissima “Fade into you” entrambe entrate ai primi posti nelle charts e nelle playlist più importanti al mondo.

Quando è scattato il meccanismo che vi ha portato a comporre musica elettronica dopo gli studi classici? “L’idea non è nata in un momento preciso - ci confida Amedeo - ma è stata una evoluzione naturale delle nostre passioni. Ho sempre avuto la passione del clubbing e di andare a ballare al sabato con gli amici. Gli studi classici sono stati il modo per capire come si facevano certe cose. Abbiamo vissuto con la musica, con la casa invasa da dischi, cassette e CD..... I nostri genitori avevano una radio, Radio Taxi, che negli anni Ottanta era una delle tante emittenti che trasmettevano dalla Maresana. Siamo cresciuti ascoltando musica… Di tutto, di più e oltre agli studi classici di pianoforte anche jazz, pop, R&B, elettronica, sconfinado spesso in sonorità sperimentali. Non siamo cresciuti ascoltando musica standard.

Un percorso che ci ha portato all’estrema sintesi della tekno. La musica elettronica ci diverte e la sentiamo in profondità. La cosa nella quale possiamo esprimerci al meglio. Naturale evoluzione. 24 anni Amedeo 36 Matteo. “Ho studiato cinema per molto tempo e avevo sperimentato anche un percorso autoriale. Lui è di un’ altra generazione con 6 anni di Conservatorio. “Ho smesso - interrompe - perché ero scoraggiato dal fatto che c’erano ragazzine di sei anni che erano già a un livelli irraggiungibili. Mio fratello mi ha tirato dentro alla sua passione mentre io, ai tempi, ascoltavo solo rap americano. Quando avevo 16 avevo una pagina blog. Ascoltavo musica difficile musica spinta. Una cosa tira l’altra abbiamo iniziato la produzione di Mathame. Praticavamo già mix mix”. Il nome Mathame? “È molto semplice anche se quasi nessuno lo capisce “Mat” di Matteo, H a fare da congiunzione e Ame mio da mio fratello Amedeo. MatHAme ci è piacuito da subito, suonava bene. Abbiamo scoperto solo dopo che in alcune lingue ha significati precisi come in spagnolo màtame significa uccidimi, in greco è un verbo che vuol dire imparare... o giù di lì. Sono solo le tre iniziali del nome di noi due. Greco e Latino al S.Alessandro per tutti e due”.


Il duo è esploso nel 2018 con un singolo di successo su Afterlife Records, contenente gli attesissimi brani “Nothing Around Us” e “Fade Into You”, che sono diventati un successo internazionale. Hanno continuato con un altro classico istantaneo “Skywalking”. Recentemente hanno chiuso due remix “All I’ve got” di Rufus du sol e “Lose Control” di Meduza, entrambi artisti nominati ai Grammy nel 2019. La loro ultima uscita è stata un remix di collaborazione di Adriatique con Tale of us chiamato “Mistery”, seguito da un terzo EP “For Every Forever” su Afterlife records, l’uscita è stata premiata come “The Essential New Tune” da Pete Tong.

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Come avete passato i mesi lontani dai concerti? “Fortunatamente prima che arrivasse il Covid, avevamo già programmato due mesi di stop. Per scrivere musica e riposare un po’. Quando è arrivata la chiusura siamo stati presi un po’ alla sprovvista dall’ansia che ci ha messi a tappeto. A Bergamo abbiamo capito che era successo qualcosa di molto grave. Di potente. La musica per un periodo è stata accantonata. Abbiamo trascorso mesi in studio e, anche come valvola di sfogo, a scrivere. Abbiamo dato vita ad alcuni progetti di streaming on line con utilizzo di nuove tecnologie di real time. Ci siamo messi in un video gioco e abbiamo suonato per una raccolta fondi a favore di Cesvi”.

Mathame Niente intorno a noi

Come vivete questa popolarità? “Secondo me siamo talmente tanto in tour che non ne siamo coscienti. Siamo molto bergamaschi in questo. Quando non siamo al lavoro stiamo tranquilli. Ci piace fare musica e il fatto che piaccia ci è gradito. Mentalità bergamasca.” Programmi per l’inverno? Sperando che riparta tutto... “A dire il vero siamo fermi solo in Italia e purtroppo siamo in ritardo. Ieri c’è stato un evento con 30 mila persone in Belgio. Noi del resto siamo già ripartiti alla grande da due mesi. Siamo già stati in America e ci torneremo tra pochi giorni, a Los Roches, per un grande festival con100 mila persone. Del genere è il più grande. I nostri ritmi non hanno davvero confini, parlano un linguaggio unversale e vanno dritti alle corde più sensibili”. (F.Malenchini)



2021

PORSCHE

FESTIVAL

UN’EDIZIONE DA RECORD 8.000 VISITATORI NELLA DUE-GIORNI E 1.152 PORSCHE IN PISTA PER LE TRADIZIONALI PARATE

Migliaia le Porsche che hanno raggiunto il Porsche Experience Center Franciacorta per partecipare alla sesta edizione del Porsche Festival organizzato il 2 e 3 ottobre. Dopo la pausa forzata del 2020, l’annuale kermesse che Porsche Italia dedicata ai possessori e agli appassionati del marchio, ha registrato numeri da record. A iniziare dai visitatori, con quasi 8.000 presenze nei due giorni di evento. Per l’occasione, il PEC Franciacorta si è trasformato in un contenitore di eventi con un susseguirsi di attività che hanno animato e intrattenuto i visitatori durante l’intero weekend: dai test drive sui diversi circuiti dell’impianto alle esibizioni artistiche e sportive lungo il boulevard; dalle quattro gare della Porsche Carrera Cup Italia alle lezioni di mindful yoga. Tanto divertimento condiviso anche con ospiti d’eccezione come Jorge Lorenzo, Horacio Pagani e Luca Trazzi.



I NUMERI E GLI HIGHLIGHTS DEL PORSCHE FESTIVAL 2021 - 1.152 vetture Porsche in parata (600 nella giornata di sabato e 552 nella giornata di domenica); - 34 911 GT3 Cup in gara, 95 giri percorsi e 142 cambi di posizione in totale; - 9 piloti under 25; - 10.000 chilometri percorsi in pista durante le sessioni di guida “Sport Experience”, “My Porsche” e “Hot Lap; - 80 giovani under 18 hanno guidato una Porsche 718 nelle sessioni “Young Driving Experience” con i doppi pedali; - Numerose vetture speciali hanno sfilato nel paddock e in pista: Porsche 935, 959, 917 coda lunga, 550 RS, 908, 911 RSR, 918, Carrera GT, 904 e anche la monoposto a zero emissioni del campionato di Formula E, la Porsche 99X; - 49.923 è il miglior tempo registrato nel weekend sui Go-Kart elettrici (con mappatura Turbo); - 1′10″001 è il miglior tempo stabilito ai simulatori da una 911 GT3 Cup sul circuito virtuale del PEC Franciacorta; - 70 ascensioni a bordo della mongolfiera Q8 Hi Perform; - 1.600 metri scalati sul climbing wall; - Il modellino della 911 GT3 edizione limitata PEC Franciacorta è stato l’articolo più venduto durante il weekend; - 24 ore impiegate a realizzare l’opera murales “Guida. Esplora. Vivi.” dedicata alla nuova Macan; - 7 lezioni di mindful yoga.

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2021

PORSCHE

FESTIVAL



Bergamo, in Via Furietti, 15 (zona Malpensata), Curno, Via Trento 24/26 (Longuelo)

Tel. 035.4376305

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MASERATI LEVANTE HYB R I D PERFORMANC E CHARGED testo di Tommaso Revera Ph. Sergio Nessi

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Ibrido

Scuderia

Blu

senza limiti: scegliendo l’ultima nata di casa Maserati, strizzi l’occhio all’ambiente senza dover scendere a compromessi con le prestazioni. Scopriamo Levante Hybrid, il primo suv elettrificato della casa del Tridente: una vettura grazie alla quale salvaguardare l’ambiente senza dover rinunciare alle prestazioni. Come ci ha raccontato Fabrizio Gatti, consulente alle vendite di Scuderia Blu Maserati che ci ha illustrato i tratti distintivi della versione GT, ancora più lussuosa e confortevole, “la tecnologia ibrida di questo nuovo SUV nasce per amplificare l’emozione di ogni avventura. È stato progettato per raggiungere prestazioni ancora più performanti ma ottimizzando l’efficienza, riducendo in modo intelligente il consumo di carburante e le emissioni. Diciamo che Levante Hybrid è più sostenibile del diesel e veloce come una a benzina”.


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MASERATI LEVANTE HYBRID PERFORMANCE CHARGED

Il design Ad un occhio attento, risaltano sin da subito alcuni dettagli che ne fanno intuire la vocazione: Il restyling del logo e dei badge che caratterizza Levante Hybrid, dallo stile contemporaneo dello stemma ovale sulla calandra, al nuovo Tridente che spicca sul montante C, fino alla nuova, dinamica, scritta Maserati sulla parte posteriore, testimonia l’inizio di una nuova era per la casa del Tridente. Il blu cobalto per le tre prese d’aria laterali, inoltre, così come il logo sul montante posteriore, le cuciture dei sedili e, volendo, le pinze freno Brembo, testimoniano l’attenzione all’ambiente che ne ha caratterizzato la progettazione. La potenza che va oltre Levante Hybrid abbina al motore termico due litri a 4 cilindri, un sistema Hybrid da 48 volt che permette di recuperare l’energia in decelerazione e in frenata. La vettura ibrida pesa meno della versione dotata di motore a 6 cilindri (benzina e diesel): soprattutto ha una migliore distribuzione dei pesi, grazie al fatto che la batteria è collocata nella zona posteriore, senza compromettere la capacità di carico, bilanciando il peso del veicolo in maniera ottimale. Il tutto rende Levante Hybrid ancora più maneggevole e divertente da guidare. Grazie a 330 CV di potenza massima e a 450 Nm di coppia disponibile già a 2.250 giri, le prestazioni del nuovo Levante Hybrid, a trazione integrale, sono di assoluto rilievo: 245 km/h la velocità massima, da 0 a 100 km/h in soli 6 secondi.


Connessa con te Stile ed eleganza caratterizzano lo spazioso abitacolo di questo SUV dotato di innumerevoli dotazioni tecnologiche: dal sistema Highway Assist (per mantenere il centro della carreggiata oltre ad una distanza e una velocità preimpostati) al Maserati Intelligent Assistant (il sistema multimediale MIA offre un’esperienza perfettamente connessa per tutti i passeggeri a bordo) sino al Maserati Connect (per tenere d’occhio lo stato di salute della propria Levante Hybrid). Grazie al sistema di navigazione completamente integrato, inoltre, si potrà disporre in qualunque momento sia delle informazioni sul traffico in tempo reale, sia delle mappe costantemente aggiornate, così come accedere ad Amazon Alexa e ad un hotspot Wifi integrato nella vettura. Il sensore di qualità dell’aria (che calcola i livelli di inquinamento esterno e previene l’ingresso di aria inquinata e gas tossici nell’abitacolo) così come gli impianti audio (sistemi sonori Harman Kardon e Bowers & Wilkins), il climatizzatore automatico quadri-zona ed infine i sedili posteriori ripiegabili completano una dotazione di base davvero ricca e versatile.

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SCUDERIA BLU Via Stezzano 51, Bergamo - Tel. 035 320358 - info@scuderiablu.it


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La splendida facciata di Palazzo Colleoni a Cortenutova che ha ospitato l’edizione 2021 del Red Party

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Nella foto qui sotto Daniela Guadalupi Presidente di ARMR di cui Beppe Mazzoleni, nella foto qui sopra, è Vicepresidente nonchè anima del Red Party. Daniela Guadalupi Presidente di ARMR

della Fondazione ARMR, è sufficiente per capire l’entusiasmo che ha pervaso tutti i presenti alla sesta edizione del Red Party, tradizionale appuntamento della Fondazione per fare il punto sui risultati raggiunti e rilanciare la raccolta fondi da destinare alle borse di studio erogate in favore dei ricercatori dell’Istituto Mario Negri. Andato in fumo l’appuntamento dello scorso anno per le note restrizioni di carattere sanitario, era davvero grande il desiderio di riprovare l’emozione di potersi guardare in viso, di stringersi le mani, di abbracciare i tanti amici che sono vicini alla Fondazione e che ne continuano ad alimentare la sua forza. “Un ringraziamento particolare a tutti quelli che nonostante il distanziamento forzato - ha sottolineato Daniela Guadalupi nel suo discorso - hanno continuato a sostenere i nostri progetti mettendoci nelle condizioni di rispettare gli impegni presi con i nostri ricercatori, pur dovendo rinunciare a questo appuntamento che rinsalda i rapporti e riconferma l’importanza del nostro impegno.

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L’immagine solare e sorridente di Daniela Guadalupi, presidente

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RED PARTY… L’ALTRO

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Party è stato il primo evento importante di Bergamo e ha portato una ventata di ritrovata speranza e il consolidamento della convinzione, di quanto oggi più che mai, alla luce di quanto accaduto nel mondo con la pandemia da Covid, sia importante investire nella ricerca. Concetto che è stato concretamente ribadito dal Prof. Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, considerato uno dei più prestigiosi ricercatori italiani. Nel suo intervento in video ha ricordato il percorso e il lavoro svolto a fianco dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII nella lotta contro la devastante diffusione del virus.


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Questa sesta edizione del Red

Party, organizzato con grande dedizione da Beppe Mazzoleni, vicepresidente della Fondazione, ha vissuto un momento particolarmente emozionante nel ricordo dei caduti tra il personale sanitario e dei tantissimi amici che non rivedremo più e che non siamo riusciti neppure a salutare per l’ultima volta. Ma il futuro, grazie ai ricercatori di tutto il mondo, sembra meno cupo e la serata ha visto anche momenti di leggerezza con musica, premiazioni e il simpatico intervento del comico bergamasco Omar Fantini che ha saputo scacciare i cattivi pensieri con la sua esilarante esibizione. Tanto rosso nelle mise delle signore, nelle cravatte dei signori e nei cuori di tutti, lanciati più che mai verso un futuro che non ci lasci mai più senza Red Party. FONDAZIONE ARMR Via Salvioni 4 Bergamo Tel. 035.79.85.18 segreteriapresidenza@armr.it


NUOVA VOLKSWAGEN POLO ANCORA PIÙ POLO, ANCORA PIÙ VOLKSWAGEN CON DESIGN INNOVATIVO E TECNOLOGIA INTELLIGENTE. LA SCOPRIAMO CON VITTORIO MOZZI, CONSULENTE COMMERCIALE VOLKSWAGEN DI BONALDI - GRUPPO EUROCAR ITALIA

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WHO SAYS

YOU CAN’T?

CON NUOVA POLO SI RAGGIUNGE UN NUOVO STADIO EVOLUTIVO GRAZIE ALL’INNOVAZIONE DEL DESIGN, ARRICCHITO DI NUOVI ELEMENTI CHE CONIUGANO ESTETICA E FUNZIONALITÀ, E UNA TECNOLOGIA INTELLIGENTE CON FEATURE INEDITE NEL SEGMENTO DI RIFERIMENTO. TUTTO CIÒ CHE HAI SEMPRE DESIDERATO IN UN’AUTO COMPATTA, CON NUOVA POLO È FINALMENTE A PORTATA DI MANO!


DESIGN Il frontale ridisegnato si distingue grazie a un’inedita fascia a LED avvolgente da cui spiccano i fari IQ. Light LED Matrix e gli indicatori di direzione dinamici. In Nuova Polo, il design è anche funzionale grazie ai fari Dynamic Light Assist che offrono maggior visibilità e controllo durante la guida. Inoltre, anche il paraurti è stato completamente rinnovato, e i nuovi gruppi ottici posteriori rendono le linee dell’auto ancora più decise e inimitabili. TECNOLOGIA Ciò che è davvero rivoluzionario a bordo di Nuova Polo è l’innovazione tecnologica, che fa del restyling della sesta generazione quella più equipaggiata, sicura e tecnologica tra tutte le precedenti Polo, e non solo. Nuova Polo è infatti la prima auto della sua categoria a poter vantare una guida autonoma di secondo livello fino ai 210 km/h, grazie al Travel Assist IQ Drive: un sistema che coniuga il controllo longitudinale della vettura, garantito dall’ACC, al controllo trasversale, gestito dal sistema adattivo di mantenimento della corsia Lane Assist. Per un’esperienza di guida di classe superiore.

Tutte le informazioni più importanti in un colpo d’occhio Dettaglio del Digital Cockpit Pro da 10.25” di Volkswagen Nuova Polo, con tachimetro e sistema di riproduzione musicale. Il quadro strumenti del Digital Cockpit visualizza, di base, gli indicatori classici come tachimetro e contachilometri sul display a colori ad alta risoluzione da 8”. Sul Digital Cockpit Pro, le immagini del display da 10,25” possono essere personalizzate in base alle tue preferenze. Ad esempio, puoi scegliere come visualizzare i tuoi sistemi di assistenza alla guida o combinare la mappa di navigazione e il display multimediale, il tutto con grafica ed animazioni accattivanti.


FEATURE, ALLESTIMENTI E MOTORIZZAZIONI Nuova Polo offre anche un’ampia gamma di equipaggiamenti: dal Digital Cockpit di serie su ogni versione e con impostazioni personalizzate, al sistema di climatizzazione Climatronic con comandi touch intuitivi, all’immancabile Ambient Light. Inoltre, il sistema di Infotainment MIB 3 rende disponibili i servizi on demand come We Connect e We Connect Plus, oltre all’App Connect Wireless e l’accesso ai servizi di streaming. La gamma prodotto si evolve con un’offerta di 4 allestimenti: l’entry level Polo, l’allestimento intermedio Life e due Top di gamma: Style e R-Line. Su richiesta è possibile avere anche i pacchetti aggiuntivi “Tech Pack” disponibili per gli allestimenti Life, Style e R-Line. Tre le motorizzazioni di lancio, tutte benzina: 1.0 EVO 80 CV, 1.0 TSI 95 CV e 1.0 TSI 110 CV.

Fin dal primo sguardo su Nuova Polo c’è un aspetto che non passa inosservato: gli innovativi fari a LED Matrix IQ.LIGHT. La tecnologia matrix consente di guidare con gli abbaglianti sempre accesi, senza disturbare gli altri utenti della strada. Il pacchetto include gruppi ottici posteriori a LED opzionali con luce di stop animata e indicatori di direzione dinamici integrati che segnalano la direzione di svolta con dei fasci di luce dinamici.

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Incredibile ma Polo. La ex piccola di casa Volkswagen ha una storia da raccontare perfino superiore a quella della sorella maggiore Golf. È Polo che fotografa come poche altre vetture l’evoluzione del mercato automobilistico europeo, la fine della categoria delle utilitarie e perfino il fenomeno del cross sizing, ovvero la tendenza di tutte le auto ad aumentare di dimensioni negli anni e nelle generazioni, salendo nel livello di equipaggiamenti per tentare i clienti in arrivo da vetture di categoria superiore. Polo racconta moltissimo di ciò che guidiamo oggi.



VIS À VIS CON DORYAN

LA BELLEZZA AUTENTICA

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Marco Benasseni – Fotografie Michele Lombardi


PORTARE UNA NUOVA BELLEZZA A BERGAMO, UNA CITTÀ CHE NE OFFRE GIÀ COSÌ TANTA A TURISTI E ABITANTI, SEMBRAVA IMPOSSIBILE. EPPURE, IL MEDICO CHIRURGO ED ESTETICO DOTT. GIANLUCA DORIA CI È RIUSCITO APRENDO LA SUA CLINICA ESTETICA IN VIA MAZZINI 4.

La Clinica Doryan lavora con impegno alla creazione di un nuovo canone di bellezza, che passa necessariamente dallo star bene. Questo ambizioso tracciato il Direttore Sanitario Dottor Gianluca Doria lo percorre insieme a un team di professionisti in costante crescita, che conta sulla biologa nutrizionista Dott.ssa Chiara Mangili, sulla psicologa e psicoterapeuta Dott.ssa Federica Miceli e sulle prestazioni di fisioterapia, massoterapia, osteopatia, personal training all’interno della struttura (novità in partenza questo mese) e chirurgia estetica. A rendere ancora più preziosa l’equipe di Doryan, la Clinica può contare su due figure di spicco, professionisti di fama nazionale nel campo della chirurgia estetica e plastico-ricostruttiva, come i medici chirurghi e plastici Dott. Jacopo Gallotti e Dott.ssa Francesca De Angelis.


IL BELLO DELL’INNOVAZIONE PER TE

DERMAPEN: RISCRIVI LA STORIA DELLA TUA PELLE E CORREGGI GLI INESTETISMI Il microneedling consiste in una bio-stimolazione meccanica anti-aging che corregge gli inestetismi cutanei sfruttando le naturali capacità rigenerative dell’organismo per produrre rapidamente, in sicurezza e senza dolore, risultati estetici raggiungibili solo con trattamenti molto più invasivi e costosi come i laser. Grazie all’innovativa Dermapen 4TM la pelle viene stimolata da 16 microaghi alla produzione di collagene diventando più tonica e giovane. Dermapen, inoltre, è perfetta per correggere cicatrici, acne e smagliature. Per trattare questi inestetismi, Doryan Medicina Estetica mette a disposizione dei propri pazienti i laser Lumenis di ultima generazione.


NUTRI LA TUA FORMA MIGLIORE CON IL TEST BIA Un’innovazione nel campo della nutrizione è il metodo BIA che riesce in una sola seduta, grazie allo strumento InBody120, ad analizzare contemporaneamente importanti parametri (peso, massa grassa totale e segmentale, acqua corporea totale, proteine e minerali, indice di massa corporea, e molti altri) che permettono di creare un piano alimentare specifico che risolve problematiche di peso e nutrizione. Questa tecnologia, unita alla professionalità delle Dott.sse biologhe nutrizioniste di Doryan, rende graduale e duraturo il cambiamento delle abitudini alimentari e quotidiane, per risultati in tutta sicurezza.

MIGLIORARE L’ASPETTO SENZA SNATURARE L’AUTENTICITÀ È questa la visione del Dott. Doria, condivisa anche dal Dott. Gallotti. Due specialisti che uniscono talento e sensibilità alle migliori tecniche e tecnologie nel campo della medicina e della chirurgia estetica.

Doryan è medicina estetica, laserterapia e laser chirurgia, chirurgia plastica, psicoterapia, nutrizione, fisioterapia, epilazione laser e tricologia.

Doryan Medicina Estetica - Dott. Gianluca Doria Via Mazzini, 4 - Bergamo - Tel. 035 0039228 - www.doryanclinic.com - info@doryanclinic.com


la casa che guarda le stelle


Attico in nuovo complesso residenziale alle porte di Bergamo Oggi chi è alla ricerca di nuove soluzioni immobiliari desidera maggiori spazi sia interni che esterni, per questo le nuove costruzioni che vi proponiamo offrono grandi terrazze realmente godibili. 
 Uno dei punti di forza degli attici che vi presentiamo è la luminosità, garantita in tutti gli ambienti ed in entrambi i livelli. 
Il piano abitativo principale gode di una zona giorno molto spaziosa ed offre la possibilità di avere una cucina indipendente oppure aperta sul soggiorno, a seconda dei gusti personali.
 Al medesimo piano vengono proposte due camere da letto e doppi servizi. La camera matrimoniale gode di accesso diretto alla cabina armadio ed al relativo bagno privato. Inoltre è presente un’elegante scala che conduce al piano superiore, caratterizzato da una terrazza stellare e da una terza camera, oltre cucina e bagno, ambienti che possono essere adibiti anche come palestra o studio superiore ha anche un accesso indipendente. personale. Il livello superio La costruzione è di sole due unità residenziali ed è realizzata con materiali e sistemi costruttivi evoluti, come gli impianti che garantiscono l’elevatissima prestazione energetica. Ti invitiamo ad approfondire le nostre proposte immobiliari visitando il nostro sito e contattando il nostro consulente tecnico – commerciale.

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SETTIMANA PER L’ENERGIA 2021: FOCUS SULLA TRANSIZIONE VERDE Dal 25 al 29 ottobre è in programma la 13ª edizione della Settimana per l’Energia, la manifestazione ideata da Confartigianato Imprese Bergamo con la regia di Confartigianato Lombardia, il coordinamento tecnico-scientifico del Politecnico di Milano e il contributo della CCIAA di Bergamo incentrata sui temi dell’energia, della green economy e della sostenibilità

Dal 25 al 29 ottobre è in programma la 13ª edizione della Settimana per l’Energia, la manifestazione ideata da Confartigianato Imprese Bergamo con la regia di Confartigianato Lombardia, il coordinamento tecnico-scientifico del Politecnico di Milano e il contributo della CCIAA di Bergamo incentrata sui temi dell’energia, della green economy e della sostenibilità. L’edizione di quest’anno si preannuncia particolare perché, pur preservando la forte vocazione territoriale che da sempre contraddistingue questa manifestazione, tutti gli eventi potranno essere seguiti sia in diretta (in presenza o via web), previa iscrizione sul sito www.settimanaenergia.it sia in differita con visione della registrazione sui canali social di Confartigianato Bergamo. “L’Energia per la Transizione. Rivoluzione verde e Transizione ecologica per il futuro del paese” è il titolo scelto per quest’anno allo scopo di approfondire una delle sei Missioni del PNRR (il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza del Governo italiano, che ha messo sul piatto complessivamente 235,1 miliardi di euro), ovvero la missione “Rivoluzione Verde e Transizione Energetica” secondo quattro declinazioni: l’economia circolare e l’agricoltura sostenibile, l’energia rinnovabile e la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici e la tutela e la valorizzazione del territorio e della risorsa idrica.

Tanti gli eventi in programma grazie ai quali non solo avanzare le richieste al mondo politico-istituzionale ma approfondire anche i servizi offerti per mettere le imprese a valore artigiano nelle condizioni di cogliere le opportunità rappresentate dal PNRR. L’evento conclusivo di questa edizione, in programma il prossimo 29 ottobre, ha ottenuto l’accreditamento come evento locale (Sustainable Energy Day) della EU Sustainable Energy Week (EUSEW), organizzata dall’Unione Europea, proprio nella stessa settimana di ottobre, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica europea sulla necessità della transizione energetica. Altre iniziative significative che vedranno la partecipazione diretta di Confartigianato Imprese Bergamo, oltre alla conferenza di apertura intitolata ‘L’energia per la transizione’, in programma a Palazzo Pirelli Lunedì 25 ottobre alle ore 11.00, l’evento ‘Comunità energetiche e autoconsumi collettivi, il nuovo modo di fare fotovoltaico’ in programma lo stesso giorno alle ore 17.00 e l’incontro ‘L’etichetta energetica 2021’ in programma Giovedì 28 ottobre alle ore 17.00. Tutti i webinar della Settimana per l’Energia sono a partecipazione libera e gratuita, previa registrazione sul sito: www.settimanaenergia.it

Per conoscere il programma aggiornato della manifestazione e per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.settimanaenergia.it o la pagina Facebook @Settimanaenergia.

Confartigianato Imprese Bergamo,Via Torretta 12, Bergamo Tel. 035 274111 - Fax 035 274274 - info@artigianibg.com - www.confartigianatobergamo.it


ORIENTARE È EDUCARE

COME OGNI ANNO È ARRIVATO IL MOMENTO : ‘I MITICI OPEN DAY!’ ORIENTAMENTO: UN PROCESSO LUNGO TUTTA LA VITA Non è questione per nulla scontata che, dopo aver iniziato un certo percorso di studio dopo la scuola secondaria di primo grado, un ragazzo raggiunga poi l’obiettivo che si era prefissato. Possiamo affermare, in realtà, che le probabilità di variazione o abbandono del percorso formativo siano tutt’oggi molto elevate e alla base di questi cambiamenti sembra esserci la scelta di un indirizzo di studio che risulta essere in seguito non conforme ai propri interessi e alle proprie reali inclinazioni. È proprio su questo livello che agiscono i principali percorsi di orientamento, proposti solitamente dalla scuola e dagli operatori. L’obiettivo fondante di ogni intervento è, difatti, quello di mettere i ragazzi nella condizione di operare scelte consapevoli e informate: il “sapersi orientare” non è più una qualità che si riferisce solo alla gestione della transizione tra formazione e lavoro, ma è considerato un valore permanente, un elemento essenziale durante tutto l’arco della vita della persona. Per poter sviluppare questa capacità è necessario rendere il ragazzo il più possibile consapevole di sé, delle proprie potenzialità e risorse, in modo da permettergli di essere attivo e capace di esercitare un controllo sulla propria vita e di realizzarsi positivamente a livello professionale e sociale.

A cura della Dott.ssa Marika Cometti “L’Associazione Patchwork offre la propria esperienza a ragazzi/e diagnosticati con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), con bisogni educativi speciali (BES) o con disturbi da deficit di attenzione o iperattività (ADHD). Per ultimo, ma non meno importante, l’Associazione si preoccupa anche di affiancare ragazzi/e che devono semplicemente recuperare lacune scolastiche, affrontare esami di riparazione o prepararsi ai test d’ingresso universitari. Con la collaborazione tra famiglie, insegnanti, tutor, psicologi e psicoterapeuti, individuiamo un percorso proficuo sereno e personalizzato affinché il ragazzo sviluppi strategie che ottimizzino gli sforzi per il raggiungimento di risultati ottimali, garantendo al contempo una crescita di autostima e fiducia nelle proprie capacità”. Offre alle famiglie un valido sostegno nella crescita serena dei loro figli, un progetto in cui nessuno è lasciato solo. Una casa aperta a tutti ma in particolare per chi rischia di rimanere indietro...

COSA PUÒ FARE LA FAMIGLIA? In quest’ottica, il compito del genitore è quello di aiutare il figlio in questo viaggio di consapevolezza, accompagnandolo nel riconoscere i propri interessi e nell’identificare le sue abilità e i valori. Il genitore deve garantire la propria presenza e la propria disponibilità alla discussione e deve saper creare dei momenti di riflessione, nel rispetto della libertà decisionale e dei tempi del ragazzo. Questo perché la scelta va sì fatta “insieme”, ma accompagnando i propri figli standogli accanto, non davanti o troppo distanti, e ascoltandoli in modo attivo e senza giudizio. Altrettanto importante è il cercare di evitare di trasmettere sui figli i propri desideri (“questa azienda poi sarà tua”), le proprie ambizioni (“ho sempre voluto che facessi il medico”), ma anche le proprie preoccupazioni e paure (paura del confronto con gli altri, della lontananza da casa, delle possibilità occupazionali in futuro…). Questi fattori possono, in alcuni casi, non solo condizionare le scelte e le decisioni formative e professionali, ma anche rallentare o bloccare il processo di crescita e individuazione dei propri figli. Per il genitore può essere utile, quindi, prendersi un momento di riflessione personale, per capire qual è il modo in cui “guarda” il proprio figlio: riesce a riconoscere i suoi punti di forza e le sue risorse? O tende solo a enfatizzarne i “difetti”? Riesce a trasmettere al figlio un’immagine di sé positiva? Sa esprimere lodi o critiche in maniera costruttiva? Promuove la sua autonomia e la sua responsabilità? Rispetto a quest’ultima domanda è possibile iniziare dando l’occasione di prendere da solo piccole decisioni quotidiane (ad es. come vestirsi o quali attività svolgere nel tempo libero), di spostarsi in autonomia (con i mezzi pubblici o con i propri), fornirgli strumenti per analizzare i problemi, piuttosto che dare subito le proprie soluzioni, il tutto in un clima sereno di fiducia. HELP! Va ricordato che, nei casi in cui si ritenga utile, è sempre possibile avvalersi di un supporto qualificato (psicologi o tutor dell’orientamento) che, tramite gli opportuni strumenti (test e colloqui), favorisca la presa di decisione, anche in quelle situazioni in cui vi è necessità di un riorientamento a causa della presenza di malessere, demotivazione o comunque quando si presenta la volontà di valutare un percorso differente. COSA FARE: • Osservare e ascoltare il ragazzo per scoprire i suoi interessi e inclinazioni, i suoi desideri e progetti per il futuro • Puntare l’attenzione e valorizzare le sue potenzialità • Partecipare alla vita scolastica e comunicare con gli insegnanti • Analizzare insieme le informazioni rispetto alle scuole e all’offerta del territorio • Restare aggiornati sulle evoluzioni e i cambiamenti del mondo del lavoro • Accettare la possibilità di errore nella scelta considerata COSA EVITARE: • Disinteressarsi con la giustificazione che la scelta è solo sua o, al contrario, imporre ciò che avete già scelto per lui • Sottolineare solo le sue fragilità • Squalificare il parere dei docenti o delegare alla scuola la scelta e il ruolo di guida nella raccolta di informazioni


SANTA CHIARA PER TUTTI

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È stato inaugurato sabato 25 settembre, con la benedizione di Mons. Giulio Dellavite. il nuovo Poliambulatorio Santa Chiara a Bergamo in Via per Curnasco, una realtà particolarmente vicina alle famiglie e ai ragazzi con difficoltà. Il Poliambulatorio, infatti, offre otto ambulatori dedicati alle differenti specialistiche della medicina, neuropsichiatria infantile e riabilitazione comprese, con prezzi calmierati per essere accessibili a tutti e con una corsia preferenziale per ragazzi con difficoltà. Sono proprio i ragazzi dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) di Bergamo ad aver curato nei dettagli il meraviglioso buffet offerto in occasione dell’evento. L’Opera San Francesco offre inoltre, a Treviglio, Arzago D’adda ed in tutta la bergamasca, assistenza domiciliare, terapie riabilitative domiciliari e badanti. Centri per prenotazioni presenti nei centri commerciali di Treviglio e Mapello per aiutare ulteriormente le famiglie e non creare assembramenti in questo delicato momento.

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IL PARQUET DI COLOMBARI

COMPIE 41 ANNI

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I ‘sarti’ del parquet hanno celebrato il 41° anniversario insieme ad amici, fornitori e clienti nella suggestiva cornice dell’ex centrale termoelettrica Daste e Spalenga Attiva dagli anni ’80, Il Parquet di Colombari è un porto sicuro per chi è alla ricerca di un’ampia varietà di soluzioni d’arredo di qualità che vedono il legno sempre protagonista. Conosciuti ed apprezzati non solo in città e provincia ma anche a livello nazionale, l’azienda fondata da Giovanni Colombari, affiancato nella conduzione dai figli, il geometra Matteo e l’architetto Martina, è ormai un punto di riferimento nel settore del legno e nel mondo della ceramica grazie alle soluzioni artigianali di qualità che propone sul mercato: ogni realizzazione viene studiata e progettata (anche in collaborazione con importanti studi di architettura) su misura delle esigenze e desideri dei clienti. Nei giorni scorsi l’azienda di Presezzo ha celebrato il 41° anniversario condividendo questo prestigioso traguardo con amici, clienti e fornitori nella suggestiva cornice dell’ex centrale termoelettrica Daste e Spalenga, tornata ad animarsi alla luce del recente progetto di rigenerazione urbana che l’ha trasformata da simbolo del passato industriale ad un centro innovativo di socialità e cultura restituito alla città. Un’occasione per brindare insieme ad un traguardo importante, un anniversario che testimonia come la passione per il legno sia diventata, oltre che di famiglia, anche una ragione di vita. Per informazioni: www.ilparquetonline.com


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C’ERA UNA VOLTA L’OMINO DELLE PULIZIE

Daniele Lo Sasso, titolare di Sidip Srl


A SIDIP, AZIENDA DEL PULITO, UN PREMIO PER IL WELFARE AZIENDALE Lasciate perdere quello che avete in mente quando si parla di imprese di pulizia perché, nel caso di Sidip, dovrete adeguare le vostre conoscenze. Un’organizzazione perfettamente sincronizzata in grado di offrire, oltre ai servizi classici di igienizzazione, anche una serie di figure specializzate in ogni aspetto che riguarda la difesa da agenti patogeni delle persone e degli ambienti dove si vive e si lavora. Nasce da lontano la visione di chi oggi è a capo dell’azienda, avuta in dote dal padre che ne fu il fondatore. Duecento risorse, come le chiama lui, messe a durissima prova durante tutto il periodo della pandemia su un fronte esteso, oltre che alle aziende solitamente servite, anche a scuole, ospedali e ad ogni altro luogo dove venisse individuata traccia del virus e richiesta una radicale sanificazione. Ma non siamo venuti a trovare Daniele Lo Sasso per la qualità dei servizi della sua impresa bensì perché un comune amico molto addentro nei meandri della Repubblica mi ha illustrato brevemente i motivi per cui l’azienda di Lo Sasso è stata premiata da un bando ministeriale che ha voluto valorizzare le aziende impegnate nella creazione di innovativi servizi di welfare aziendale. Si parla tanto di una integrazione tra salari e servizi ma in realtà sono pochi gli esempi concreti... “Sidip è stata ritenuta meritevole di questo importante riconoscimento a livello nazionale perchè Daniele ha avuto la lungimiranza ed il coraggio di adottare un sistema di welfare aziendale meritocratico”. Chi ci dice queste parole è Davide Aresi, braccio destro e uomo marketing dell’azienda che ci accoglie all’arrivo. Si scusa per la location ma è in corso il trasferimento degli uffici e mi accompagna nello stanza adattata ad ufficio d’emergenza dove ci aspetta Lo Sasso. Perchè quando si parla di welfare si pensa alle richieste dei sindacati e non che questo possa venire da un imprenditore? “Direi che il welfare è diventato uno strumento di contrattazione con le risorse. Gli Stati Uniti, in questo senso, sono molto più avanti di noi. È un problema di sistema e in Italia ci si sta adeguando. Circa sette/otto anni fa abbiamo iniziato con la meritocrazia cioè: lavori bene, fai bene quello che devi fare, invece di aumentarti lo stipendio proviamo a convertire quei soldi in servizi alla persona. Ha funzionato anche se tempo fa il welfare non era così normato come oggi. Lo stato viene sempre meno e la situazione cambia… La popolazione invecchia e i giovani hanno poche possibilità di costruirsi un futuro. È ovvio che l’imprenditore cerca di investire in qualcosa che possa essere duraturo nel tempo e se un lavoratore si trova bene non lascerà il posto solo per un po’ di soldi in busta paga”. Un nuovo modello di impresa orientata al sociale? “Un discorso sia etico, sia sociale. Se sai scegliere le persone di cui circondarti, se queste avranno ciò di cui necessitano, non cambieranno azienda solo per un salario migliore. Sidip è come un hub di opportunità: lavoro ma anche confronto e crescita, non solo professionale. Nel concreto per i prossimi tre/cinque anni investiremo ancora nel welfare. È la nostra direzione, è un nostro asset aziendale, anche perché il welfare ha un ritorno nei nostri bilanci. Ad esempio, il premio che ci è stato assegnato ha valore nel raiting della nostra azienda presso gli istituti di credito, ben 5W. Vuol dire che l’azienda ha fatto delle scelte diverse dalle altre e ha investito sulle persone che è un modo per concretizzare e rendere tangibile una cosa come il welfare. Una volta si pensava che dovesse sempre intervenire lo Stato, mentre oggi si è capito che aspettando lo Stato si può invecchiare ed è sempre più il welfare di impresa chiamato a sopperire”. Le sue idee sono illuminanti e se ne parla da sempre. Per certi versi è un ritorno al passato quando alcuni imprenditori arrivavano persino a costruire interi villagi con scuole, ospedali e campi sportivi per ospitare le maestranze occupate in grandi fabbriche. C’è chi ha costruito colonie termali e villaggi vacanze....


Il Covid ha avuto ripercussioni sulla sua azienda? “Abbiamo avuto perennemente un senso di urgenza e, quando queste situazioni ti calano addosso, salta tutto quello che è stato pianificato: tutto diventa un’urgenza. Abbiamo aumentato il fatturato ma è stato un fatturato spot. Siamo stati, tra marzo e aprile, praticamante h24, al servizio di tutti: le aziende nostre clienti, gli enti locali, la polizia... Abbiamo aiutato gli Alpini nella sanificazione dell’Ospedale della Fiera. Siamo stati letteralmente travolti in questa vicenda. Con la gente che ci moriva intorno. Non c’era più alcuna logica aziendale: in questi casi c’è solo il bisogno di prestare soccorso. Di consegeuza non abbiamo pensato al guadagno ma ad essere in prima linea”.

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Daniele Lo Sasso con alcuni dei suoi collaboratori e, nella foto in alto, con il fratello Luca, Direttore Operativo di Sidip Srl Ci parli di questo premio... “È stato abbastanaza complicato partecipare al bando ma alcune nostre idee sono state valutate molto bene per il punteggio finale che comprendeva diversi paramentri. Uno dei fattori che ci hanno premiato è un’applicazione che abbiamo sviluppato sulla tracciabilità del nostro servizio in periodo di pandemia per sapere con precisione dov’erano i nostri operatori, i quali si autocertificavano nel caso avessero sintomi o fossero entrati in contatto con positivi al virus. Questo ci ha permesso di tracciare 200 risorse ovviamente in orario di lavoro e di poter salvaguardare la salute loro e di chi li avvicinava in famiglia.Tutto sommato, dato che siamo stati nell’epicentro della diffusione e abbiamo sanificato il mondo nei momenti più difficili, direi che siamo stati bravi...”. Progetti per il futuro? “Diffondere sempre più la cultura del pulito, della sanificazione e della difesa degli spazi di lavoro, dalla diffusione di qualsisi virus. In modo che possa diventare un asset strategico nei piani di ogni azienda. Per consentire di strutturare nuovi servizi integrati che prevedano al proprio interno casi come quello che abbiamo vissuto. Sidip, da tempi antecedenti alla pandemia, ha messo in primo piano il ruolo della sanificazione degli ambienti di cui, fino a due anni fa, erano in pochi a parlarne. Bisogna riconoscere,

all’ex-omino delle pulizie, un ruolo fondamentale nella vita della collettività. Dalla sua competenza, dalla professionalità e dallo scrupolo nel rispetto dei protocolli, dipende la salute nei luoghi dove trascorriamo buona parte della nostra vita e questo non può più continuare ad essere lasciato all’improvvisazione e alla buona volontà. Bisogna promuovere la nascita di un’academy dell’igienizzazione che provveda alla formazione del personale con percorsi di studio anche superiori per dare alla grande domanda di salute e sanificazione in aumento nel nostro mondo risposte all’altezza delle scoperte scientifiche che ogni giorno ci cambiano la vita. Estinto l’omino, in futuro avremo tecnici di igienizzazione con la preparazione adeguata ad un settore diventato per tutti decisamante importante”. E sul fronte del welfare aziendale? “Tanti progetti. Ad esempio quello di poter disporre di qualche piccolo appartamento da poter dare in uso a dipendenti in difficoltà momentanea. Il nostro personale è prevalentemente composto da donne e non è la prima volta che tra loro ci sia chi ha bisogno di allontanarsi da casa, magari da situazioni insostenibili. Ritengo che sarebbe un aiuto concreto per molte, anche solo di sapere di poterci contare se servisse. Sintetizza il concetto di welfare aziendale che ti viene incontro nei momenti difficili e ti sostiene quando sei debole”. Se fosse un messaggio sul telefonino, gli metterei le due manine che applaudono. (V.E.F.)


2 POLITICANDO di Maurizio Maggioni

PANTA REI Sembrerebbe che tutto scorra in modo normale... Panta rei potremmo dire, ma se, andiamo a vedere ben bene, sotto la cenere arde la brace. Erano anni che non si verificava una così imponente sollevazione popolare, che molta stampa ha chiamato fascista, ma che tutti ben sappiamo non essere altro che il risultato di una incazzatura generale del famoso popolo che non si sente più sovrano. La manifestazione di Roma e l’assalto alla sede del sindacato, il blocco del porto di Trieste da parte dei lavoratori assieme agli 8 milioni di italiani non ancora vaccinati (come le baionette di mussoliniana memoria) ci dicono che, ancora una volta, qualcosa non va, per due motivi: 1. Una minoranza minaccia la maggioranza del Paese: oltre 43 milioni di persone si sono vaccinate e loro, la minoranza, vorrebbero dettar legge. 2. La sinistra si appropria di stupide manifestazioni lasciate libere dal governo imperialista di Draghi, e come a Genova 20 anni fa, per non peggiorare l’ordine pubblico, lo stato (minuscolo) non interviene anticipando i tempi della gestione dell’evento perchè reprimendolo sarebbe successo di peggio, com’è accaduto per il rave party di quest’estate. Non è così che dovrebbero andare le cose, ma non importa, ormai siamo abituati a tutto, come assistere alle manifestazioni a Roma il giorno prima delle elezioni. D’altronde, contravvenire al silenzio elettorale da par condicio di antiberlusconiana memoria, non serve più a nessuno: la stampa ormai al 90 per100 è a favore del governo. Anche Mario Capanna, sessantottino, difende questo sistema, sarà che la pensione da parlamentare e gli introiti da latifondista lo hanno un po’ rammollito. Diciamo le cose come stanno: i no vax sono una minoranza, hanno il diritto di esserlo, ma non hanno quello di voler travolgere il Paese. Devono sottostare alle leggi dello stato che deve garantire della salute pubblica. Forse con uno Speranza in meno e un ministro degli Interni più attento, ciò non succederebbe. Ma siamo italiani, cattolici ed impostori per definizione, democristiani sino al midollo e allora, tra convergenze parallele di andreottiana memoria e il solito vullimece bene, andiamo avanti.

L’elettore non si presenta più alle urne. Ormai solo poco più del 50% aderisce al diritto-dovere che è il voto e la prossima volta sarà il 60% chi non andrà a votare e la rivoluzione si sarà completata. Sì, perchè esiste e si fa strada un movimento rivoluzionario trasversale, quello del non voto. Quando saranno minoranza quelli che votano, il risultato risulterà sempre falsato, poco realizzabile nel suo intimo. Mi spiego: se la maggioranza degli italiani non crede nelle istituzioni, le stesse devono “accorgersene” e prendere in serio esame la situazione. Se poi il popolo del non voto andrà in piazza, rappresenterà una volontà popolare antisistema, di cui non si potrà non tenere conto. Se poi i media danno sempre più voce alle minoranze, creando a torto o a ragione, il caos mediatico e nei social a cui assistiamo, immaginiamo quando daranno via libera al vero populismo del non votante. I non votanti avranno sempre più peso e sempre più ragione loro, come una maggioranza silenziosa. Questo è ciò che abbiamo ottenuto non introducendo le modifiche alla politica che da sempre sono richieste a gran voce.Vedremo dove finiremo alla prossima tornata del 2023 con i parlamentari dimezzati. Nel frattempo dobbiamo bere per non annegare, sopportare i 5 Stelle, turarci il naso per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica... Non so come finirà, ma sarà tutto viziato da ciò che sta succedendo nel Paese e in Parlamento. Draghi al posto della Merkel alla guida dell’Europa? Ben venga. Draghi presidente della Repubblica? Benissimo. Draghi presidente del Consiglio sino al 23? Ma certo.... Non abbiamo altro da proporre? Voi vedete scenari diversi? Aspettiamo Casini? Ci mettiamo Enrico Letta o chi altri? Aspettiamo la sentenza sul figlio di Grillo? Palamara lo stanno scagionando dalle accuse, magari alla fine lo riammetteranno in Magistratura... Faremo la perizia psichiatrica a Berlusconi, che in Italia vogliamo in manicomio e in Europa invece viene riabilitato e tutti lo vorrebbero come interlocutore primario... Aiutoooooooooooooo, il post covid ci ha lobotomizzato??!!! Non ci rimane che sperare che davvero qualcosa cambi in questo mondo, che finalmente ci si accoga che così non potremo andare avanti molto, completamente obnubilati dal potere e da quel qualcosa che si respira nell’aria: la normalizzazione del politicamente corretto. Mi piace essere esuberante, scorretto nella correttezza, a favore dell’auterevolezza, a fovore della scientificità e della giustezza del detto fatto... Insomma mi piace essere ancora tra coloro che sanno apprendere dalla storia, antica e moderna, che desiderano imparare e che sanno cogliere l’attimo di ogni singola situazione. Siamo la maggioranza, ma molti sono stanchi di dire come la pensano, fanno finta di niente e lasciano passare…Panta rei, si diceva prima.


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KAMON NIGHT QUANDO C’È CORRISPONDENZA VALORIALE, LE RELAZIONI PROFESSIONALI FUNZIONANO

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Questo è il potente messaggio trasmesso nel corso della Kamon

Night, il ricevimento esclusivo del 23 settembre organizzato dallo studio BEPLANO presso lo storico Palazzo Agliardi di Bergamo. L’esposizione di alcuni preziosi kimono - reinterpretati ad arte da Artificio Berenike - ha regalato il pretesto narrativo: su ogni kimono, infatti, è apposto un simbolo famigliare, il kamon. Da qui un’evidenza: l’arte e il desiderio di distinguersi sono un’esigenza antica che accumuna famiglie e aziende. E proprio l’assonanza del termine giapponese KAMON con l’incitazione inglese “Come on!” ha riportato idealmente tutti i presenti (imprenditori e professio-

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nisti) alla necessità di svegliarsi dal torpore dell’anonimato e di riprendere confidenza con il tema dell’identità, intesa anche come la necessità di far vibrare le proprie visioni e i propri ideali raccontandosi senza timori, con la precisa finalità di intercettare i propri simili. “Partendo dagli spazi aziendali, ogni giorno cuciamo su misura progetti di identità per i nostri clienti - raccontano i fondatori di BEPLANO, Angela Laurino e Cesare Grasseni. L’identità di un’azienda, che si determina nei luoghi fisici, nei luoghi digitali e anche in una peculiare capacità di racconto, permette alle aziende di raggiungere ottimi risultati di business dentro e fuori le mura aziendali”.

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LA CINA (NON) È VICINA

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LA CINA (NON) È VICINA Badiucao – opere di un artista dissidente A cura di Elettra Stamboulis Museo di Santa Giulia, Brescia 13 novembre 2021 – 13 febbraio 2022 Il Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei, presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov, presentano per la prima volta in Italia un nuovo progetto espositivo dell’artista dissidente cinese, residente in Australia, Badiucao (Shangai, Cina, 1986): la mostra LA CINA (NON) È VICINA. Badiucao – opere di un artista dissidente, a cura di Elettra Stamboulis, si terrà dal 13 novembre 2021 al 13 febbraio 2022 negli spazi espositivi del Museo di Santa Giulia di Brescia. La mostra rappresenta il principale evento espositivo del Festival della Pace, organizzato dal Comune e dalla Provincia di Brescia dal 12 al 26 novembre 2021. L’evento, giunto alla sua IV edizione, vanta ad oggi il Patrocinio del Parlamento Europeo e di Amnesty International.


L’esposizione è la prima personale dedicata a Badiucao, pseudonimo dell’artista-attivista cinese noto per la sua arte di protesta, attualmente operante in esilio in Australia. Il percorso espositivo ripercorre l’attività artistica di Badiucao, dagli esordi alle opere più recenti che sono nate in risposta alla crisi sanitaria innescata dalla pandemia di Covid-19. Badiucao, conosciuto anche come il Bansky cinese, si è affermato sul palcoscenico internazionale grazie ai social media, coi quali diffonde la propria arte in tutto il mondo - il suo account twitter @ badiucao è seguito da più 80 mila persone - e sfida costantemente il governo e la censura cinese. La sua vocazione artistico-politica nasce nel 2007, quando, studente di Legge all’Università di Shanghai vede il documentario The Gate of Heavenly Peace, un girato clandestino diretto da Carma Hinton e Richard Gordon sulle proteste di Piazza Tienanmen. L’artista sviluppa una ferma decisione di esprimersi in prima linea contro ogni forma di controllo ideologico e morale esercitato dal potere politico, a favore della trasmissione di una memoria storica non plagiata. Il suo impegno politico si realizza, infatti, nella creazione di campagne partecipative, affissioni in luoghi pubblici, illustrazioni e attività online, spesso costruite con un linguaggio visivo che evoca ironicamente lo spirito pop della propaganda comunista, ricalcandone lo stile grafico, i colori e i toni. Grazie al suo blog, ai social media e a campagne di comunicazione organizzate, Badiucao dall’Australia ha portato avanti la propria attività di resistenza, diventando l’unico canale non filtrato dal controllo governativo capace di trasmettere i racconti dei cittadini di Wuhan durante il lockdown del 2020.


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Elettra Stamboulis, curatrice della mostra, commenta: “Il lavoro di mappatura degli artisti dissidenti, attivisti politici e visualmente militanti, continua con questo progetto espositivo: al centro la poetica dell’artista cinese che collabora con i movimenti del tè al latte. Il Milk tea Alliance è formato da Net Citizen che operano ad Hong Kong, Taiwan, Thailandia e Birmania. Sono tra gli artefici e promotori delle più importanti manifestazioni per la democrazia e i diritti umani in Estremo Oriente, e Badiucao è il loro artista”. Tanti i temi affrontati dalla mostra nelle diverse sezioni che verranno allestite. Dalle opere pittoriche e multimateriali che testimoniano le violazioni dei diritti umani, alla censura inflitta ai cittadini cinesi sul tema Covid-19, dalla repressione del dissenso in Myanmar durante il colpo di stato militare del 2021 al tema dell’assimilazione culturale forzata degli Uiguri, fino al dettagliato racconto in chiave artistica delle proteste degli ultimi anni che hanno visto la popolazione di Hong Kong battersi per contrastare la linea politica governativa a Hong Kong.


“La Fondazione Brescia Musei sta preparando in queste settimane un nuovo importante evento espositivo, dedicato al rapporto tra arte contemporanea e diritti”, afferma Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei. “Questa volta la mostra dedicata al dissidente cinese Badiucao, esule in Australia da una decina di anni e mai esposto in Occidente, sarà una vera e propria rivelazione fatta di installazioni multimateriali, tele, opere grafiche e cartoon. Ciò che rende davvero importante questo impegno è che l’artista stesso è presente a Brescia per l’allestimento delle proprie installazioni e per il fitting del set up agli spazi che sarà particolarmente originale visto che l’arte di Badiucao attraversa i generi e ammicca alla iconografia della propaganda rivelando però un’ironia tagliente espressa nei colori e nei toni pop e in uno stile grafico incredibilmente moderno. Una vera rivelazione, che aspetta da metà novembre il pubblico italiano a Brescia nuovamente al centro della discussione attorno ai temi del contemporaneo”. Con questo nuovo progetto Fondazione Brescia Musei, insieme al Comune di Brescia, prosegue il percorso iniziato nel 2019 con la mostra Avremo anche giorni migliori. Zehra Dogan. Opere dalle carceri turche, nella quale l’artista curda, attraverso l’esposizione di una sessantina di opere inedite, ha intersecato e intrecciato la propria vicenda personale con i drammatici eventi politici della più stringente attualità, evidenziando la relazione tra opere contemporanee e diritti umani. Un format espositivo dedicato alla narrazione del contemporaneo attraverso l’arte, un dialogo grazie al quale vengono interpretati i più significativi fenomeni storici attuali. Arte contemporanea e diritti umani trovano quindi un punto di sintesi nella rivelazione di artisti dissidenti e attivisti, per lo più inediti in Occidente. “Fondazione Brescia Musei ha intrapreso un paio di anni fa un percorso dedicato alla comprensione dell’arte contemporanea quale forma di espressione particolarmente forte e simbolica delle sofferenze vissute nei contesti in cui la libertà di parola, di espressione, di movimento è limitata o fortemente violata”, dichiara Francesca Bazoli, presidente della Fondazione Brescia Musei. “Questo format, che ci permette ogni anno di esporre un artista che opera in quadranti geopolitici impegnativi, consente alla nostra istituzione di definire al meglio una voce autonoma e autentica nel panorama italiano dell’arte contemporanea. Sono dunque particolarmente felice che ci accingiamo a replicare l’esperienza estremamente positiva già avviata con Zehra Dogan nel 2019, con un altro artista nuovamente giovane, inedito in occidente e colmo di passione civile e coraggio”.

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TORNATI ALLA LUCE In occasione del cinquecentesimo anniversario della nascita di Giovan Battista Moroni, Fondazione Credito Bergamasco ha presentato al pubblico le opere restaurate nel corso del 2021 nell’ambito del Progetto “Grandi Restauri”, proponendo un fitto programma di iniziative culturali e didattiche, molte delle quali realizzate in collaborazione con la Fondazione Bernareggi, volte alla diffusione della conoscenza del grande artista e delle sue opere collocate nei nostri territori. Con questi interventi di ripristino, salgono a 16 le opere moroniane recuperate da Fondazione Creberg nel corso degli ultimi anni: polittici, pale d’altare, opere per la devozione privata (per un totale di 30 dipinti, considerando le singole opere componenti i polittici). La campagna di restauri 2021 di Fondazione Creberg è stata rivolta al completamento del pluriennale percorso virtuoso di recupero e di valorizzazione di capolavori di Giovan Battista Moroni. Da molti anni Fondazione Creberg è attiva sul nostro territorio nel “salvataggio” di opere d’arte che il passare del tempo e le difficoltà di adeguata conservazione hanno reso fragili o addirittura messo in pericolo. Monitoraggio, manutenzione e restauro sono operazioni essenziali per assicurare una accurata, adeguata ed efficace opera di salvaguardia del nostro patrimonio storico e artistico. In occasione della ricorrenza dei Cinquecento anni dalla nascita di Giovan Battista Moroni è fondamentale permettere al pubblico - che partecipa alle molte iniziative organizzate per le celebrazioni - di ammirare i suoi capolavori nelle migliori condizioni Crocifisso tra i Santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova, olio su tela, 240 × 170 cm Bergamo, Cappella della Congregazione delle Suore di carità di leggibilità. delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa Restauro affidato a Delfina Fagnani Sesti Restauri.


IN RESTITUZIONE ALLE CHIESE DEL TERRITORIO I CAPOLAVORI BERGAMASCHI DI GIOVAN BATTISTA MORONI RESTAURATI DA FONDAZIONE CREBERG NELL’ANNO DEDICATO AL GRANDE PITTORE ALBINESE


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L’artista Nato ad Albino nel 1521, Giovan Battista Moroni si forma a Brescia presso il Moretto, del quale, per molti anni, è anche capace collaboratore. Ancora giovane ha l’imperdibile occasione di lavorare a Trento, città che negli anni del suo primo soggiorno è in fermento per la preparazione del Concilio che si terrà dal 1545 al 1563. Durante la seconda trasferta a Trento, le capacità sviluppate nell’arte pittorica gli danno la possibilità di eseguire i ritratti - molto apprezzati - dei nipoti di Cristoforo Madruzzo, Principe Vescovo della città, nonché organizzatore del Concilio stesso. Al rientro nella bergamasca queste referenze gli aprono le porte a una committenza di altissimo livello. La sua fama è principalmente legata all’attività ritrattistica svolta per aristocratici, artigiani, piccoli commercianti, liberi professionisti, clero, ma è parallelamente impegnato in opere di soggetto sacro. La produzione in questo campo si intensifica soprattutto dopo il ritorno definitivo ad Albino dove morirà nel 1579. Le sue composizioni in questo ambito accolgono perfettamente le indicazioni Conciliari di sobrietà e chiarezza, rispondendo alle esigenze di divulgazione dottrinale proposte dalla Riforma Cattolica di stampo borromaico. Alle immagini sacre era affidato il compito di spiegare, commuovere e convincere. Nel 1563, in una delle ultime sessioni del Concilio, era stato promulgato il decreto “Della invocazione, della venerazione e delle reliquie dei santi e delle sacre immagini”, con il quale la Chiesa, richiamandosi alla tradizione, permetteva l’uso delle immagini sacre delle divinità e dei santi, la cui presenza era stata fortemente criticata dalla Riforma protestante che voleva solo Cristo come intermediario tra Dio e gli uomini.

Ai vescovi era demandato il controllo sulla “liceità” delle raffigurazioni e, nel facilitare il rispetto del decreto, negli anni successivi furono pubblicati numerosi trattati dedicati alle arti figurative a soggetto sacro. Moroni si fa interprete delle nuove esigenze e molte sue opere, disseminate nelle valli bergamasche, riscuotono l’ammirazione del Cardinale Carlo Borromeo in Visita Apostolica nell’anno 1575. Il successo di Moroni ha permesso alle valli bergamasche di arricchirsi di grandi capolavori commissionati dal clero locale e da donatori (pale d’altare, polittici, stendardi processionali, tabernacoli) molti dei quali ancora collocati nelle chiese per le quali vennero eseguiti, a conferma dell’affetto e della considerazione - non solo artistica ma anche devozionale - che queste opere hanno suscitano e suscitano ancor oggi nelle comunità di appartenenza. “Moroni 500” – Gli interventi di restauro promossi e attuati da Fondazione Creberg Nell’ambito della risalente programmazione volta al ripristino di opere bisognose di cure, Fondazione Creberg ha annunciato il

programma di restituzione alle Comunità di appartenenza delle sei opere di Moroni restaurate nel 2021. Gli interventi portano a 16 le opere del grande pittore che la Fondazione ha recuperato negli anni sotto la guida delle competenti Soprintendenze (se si contano singolarmente le opere dei Polittici si arriva a 30 dipinti riportati all’originario splendore). Con il completamento della campagna dedicata alle sei opere di Moroni, il numero complessivo dei capolavori restaurati da Fondazione Creberg dal 2008 al 2021- nell’ambito del progetto “Grandi Restauri” – ammonta a 88 opere (128 dipinti, se consideriamo i Polittici). Dal 2008, nella Sala Consiliare di palazzo Creberg sono transitati capolavori di Giovan Battista Moroni, Moretto, Alessandro Allori, Palma il Vecchio, Romanino, Giambattista e Giandomenico Tiepolo, Enea Salmeggia, Giovan Paolo Cavagna, Andrea Previtali, Giuseppe Vermiglio, Matthias Stom, Francesco Capella, Antonio Campi, Giambettino Cignaroli, Francesco e Leandro del Ponte detti Bassano, Vittore Carpaccio, Palma il Giovane, Simone Peterzano, Padovanino… “Consapevole del ruolo primario che le varie espressioni artistiche hanno rivestito nella costruzione del vasto panorama della civiltà bergamasca e lombarda – sottolinea Angelo Piazzoli, Presidente della Fondazione, ideatore e coordinatore del progetto “Grandi Restauri” – la nostra Fondazione ha consolidato negli anni una costante attività di salvaguardia del patrimonio artistico che, da un lato, ha permesso di ridare vita ad opere ormai deteriorate (e non più perfettamente fruibili) e dall’altro ha consentito di riportare, ad ogni tappa del suo itinerario, l’interesse degli studiosi e degli appassionati d’arte su una molteplicità di dati e di scoperte che anche in questi ultimi restauri non sono certamente mancati”.


FUOCHI DI PAGLIA di Giorgio Paglia www.fuochidipaglia.it

PSICO VIRUS

fanno altro che inchinarsi al pensiero unico dominante, in una reminiscenza di epoche che, almeno in Europa, credevamo passate per sempre grazie al sangue versato dai nostri antenati. Come si dice in ambito esoterico, un vero Maestro ti aiuta a scoprire che il vero Maestro è dentro di te. Detto in altri termini, nella nostra epoca l’essere umano sta maturando dalla fase infantile a quella adolescenziale, e deve imparare a smettere di affidarsi ad autorità esterne per poter così scoprire la propria autorità interiore, costituita non da dogmi, opinioni o concetti mentali, quanto invece dal sentire autentico del cuore e dell’anima, dal sorgere di una volontà comune di bene per tutte le forme viventi. Stiamo vivendo un macro-movimento evolutivo messo in atto da forze molto più grandi di noi: forze amorose che, come un genitore benevolo ma fermo, permettono all’oscurità di prendere i posti di comando e di compiere le nefandezze che vediamo, allo scopo di costringerci a prendere in mano le nostre responsabilità verso noi stessi, gli altri e la vita. Ora alla crisi del covid si aggiungono artatamente le emergenze legate al cambiamento climatico, agli attacchi informatici, all’interruzione delle forniture energetiche e della catena di approvvigionamento, oltre a un crescente e diffuso disagio psichico, sociale ed esistenziale. L’essere umano del XXI secolo viene così spinto a ricercare dentro di sé le risposte urgenti di cui ha bisogno, in una dinamica che, seppur dolorosa, offre a molti l’opportunità di scoprire nuove strade personali e professionali, di creare nuove realtà condivise e interconnesse sempre più svincolate dai lugubri progetti che qualcuno ha pensato per noi. A mio avviso, soltanto una spiritualità concreta e autentica, che abbia per scopo il miglioramento della condizione interiore dei singoli, e quindi delle collettività, attraverso una riconnessione reale con il Divino nelle sue varie forme, è in grado di offrire le risposte che tutti stiamo faticosamente cercando, ciascuno al proprio livello di coscienza.”

Nel mio cammino cognitivo, ho avuto il piacere di frequentare un formatore importante: il dr. Marco Massignan, titolare di Nemeton, la più autorevole scuola italiana di crescita personale e professionale nel campo delle Costellazioni familiari, dello Sciamanismo e della Risoluzione globale dei traumi. Marco, nel 2020 durante il lock down causato dal Covid19, ha tra l’altro scritto il libro “Psicovirus”. In un momento così particolare, in cui la pandemia ha stravolto gli equilibri psichici ed economici di intere popolazioni mondiali, ho voluto chiedergli un’analisi particolare della situazione. “Marco, è lo psicovirus ad aver fatto i danni maggiori? E ora cosa accadrà?” Ecco la risposta: “Sono passati quasi due anni da quando il covid ha fatto il suo ingresso nelle nostre vite, e oltre ai dati sciorinati quotidianamente dai media mainstream su contagi e ricoveri, l’opinione pubblica sta finalmente cominciando ad accorgersi che vi sono ben altri problemi a cui dobbiamo far fronte. Si tratta di una strage sempre meno silenziosa e sempre più evidente che anche i più assuefatti alla narrazione ufficiale possono sempre meno ignorare. Lavorando da una ventina d’anni come formatore e operatore olistico nel campo della terapia sistemica e della risoluzione dei traumi, sin dall’inizio di questa vicenda ho dichiarato che il modo in cui essa veniva gestita avrebbe fatto danni ben più gravi e duraturi del male che si dichiarava di voler combattere. Già col primo lockdown era infatti evidente l’enorme aumento dei casi di suicidio, depressione, ansia, panico, attacchi cardiaci e numerose altre patologie, a cui si aggiungevano liti familiari, crisi personali e professionali, perdita del senso della vita e dei valori di riferimento. Tutto questo mi ha spinto a scrivere un libro uscito a giugno 2020, Psicovirus. Dal trauma da Covid-19 al Risveglio interiore, nel quale ho tentato di delineare la situazione e di offrire spunti e risorse per identificare e cercare di risolvere i traumi e le problematiche che ci affliggono tutti in questa situazione di crisi globale, sia a livello individuale che collettivo. Nel libro, che nonostante sia stato rifiutato da vari editori ha ricevuto numerose recensioni positive e qualche piccolo riconoscimento, ho cercato di spiegare come sia stato possibile che interi popoli dei Paesi democratici abbiano accettato di sottomettersi in pochissimo tempo a restrizioni delle libertà fondamentali tipiche dei regimi totalitari. Mi sono chiesto come mai i media si siano resi protagonisti di falsificazioni e disinformazione a reti unificate, esplorando il ruolo emergente dei social nell’arena della comunicazione globale. Ho infine descritto alcune dinamiche sociali, energetiche e sistemiche che hanno provocato molti dei comportamenti assurdi e irrazionali che abbiamo visto ovunque dall’inizio della crisi, sia tra le persone comuni che nei posti di comando e responsabilità. Uno degli aspetti più importanti di questa vicenda è però emerso nell’ultimo anno, con l’introduzione dei vaccini e le politiche di messa al bando delle cure domiciliari, che seppure abbiano salvato migliaia di vite sono tuttora osteggiate a livello ufficiale. A questo si accompagna la potente campagna di divisione e polarizzazione dell’opinione pubblica messa in atto da governi e media su scala pressoché globale: una campagna tuttora in atto che mira a dividere e discriminare i cittadini, esasperando le contraddizioni già insite nella società e portando alla situazione attuale, a un passo dallo scontro sociale e dalla guerra civile. Secondo il mio parere, corroborato dall’esperienza sul campo con migliaia di persone e centinaia di famiglie, dobbiamo però interrogarci soprattutto sul senso profondo di quanto sta accadendo. È innegabile infatti che l’avvento della crisi attuale abbia se non altro costretto tutti quanti a guardarsi dentro, ad andare oltre il mero, accelerato soddisfacimento dei bisogni animali primari a cui si era ridotta la vita prima del 2020. Che lo vogliamo o no, tutti noi siamo ora spinti a chiederci chi siamo, che cosa ci facciamo qui, che tipo di persone desideriamo essere e come vogliamo che siano le nostre vite e il mondo. In questo senso la politica, la filosofia e la religione così come le intendevamo fino a poco tempo fa non sono più in grado di fornire risposte al passo coi tempi. È sotto gli occhi di tutti il fatto che le categorie politiche di Destra e Sinistra sono ormai retaggio financo ridicolo del secolo scorso, così come il fatto che la filosofia appare ai più come uno sterile esercizio intellettuale lontano anni luce dalla realtà quotidiana. Al tempo stesso, i vertici delle principali religioni sono stati in varia misura Alla prossima e in alto i cuori leggeri. cooptati da forze che, anziché indicare una via metafisica che conforti e getti luce sul presente, non Anche su Twitter: @Fuochidipaglia

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Matrimonio di Gianni Agnelli


OGGI SPOSI

FINCHÈ MORTE NON CI SEPARI Renato Corsini Ritratto nel giorno del matrimonio della principessa Astrid di Svezia

Il matrimonio e la fotografia sono indivisibili. Il famoso “album di nozze” non può

mai mancare nel rito del “giorno più bello della vita”. E’ una componente che ha lo stesso valore del vestito della sposa, del prete celebrante (quando c’è), del pranzo, dei regali e del viaggio. Anzi, l’album ha un valore ancora maggiore perché testimonia, racconta e documenta l’evento: ne costituisce la memoria visiva, ne garantisce la partecipazione e ne esalta l’enfasi. Impossibile farne a meno, nemmeno i malefici telefonini e gli immancabili selfie sono in grado di sostituirlo. Eppure il fotografo da matrimonio continua ad essere considerato un mestierante di serie B, un mercenario assoldato per rispondere ai desideri della coppia di sposi; nella migliore delle ipotesi un onesto artigiano cui è consentita una creatività che non vada oltre i confini e i canoni della rappresentazione della gioia, della felicità e dell’allegria: al festival dei sorrisi non è ammessa la normalità, al massimo ci sta la commozione . Il lavoro del fotografo di nozze raramente ha riconoscimenti culturali per il suo significato sociale e documentale: ha però riscontri economici (il che non è poco).

Brescia Via Moretto 78 Fimo al 7 novembre da martedì a domenica 15.00-19.00


Matrimonio Mondaini Vianello

Francesco Cito Napoli

Francesco Cito Napoli


OGGI SPOSI

FINCHÈ MORTE NON CI SEPARI Ma è lui stesso a crederci poco. Sento spesso la frase: “per tirare a campare faccio gli album di nozze”. Mai sentito dire: “per quattro sporchi soldi fotografo la moda o faccio il creativo o il fotoreporter”. E pensare che le fotografie di matrimonio ci raccontano come poche altre proprio la moda, l’evolversi di una società e i suoi protagonisti; sanno entrare nelle nostre case e rimanervi per tutta una vita, oggetto -l’album nella sua storicizzata rilegatura - di orgogliosa esibizione e condivisa curiosità. A volte, la foto più bella, o meglio quella ritenuta tale, finisce in cornice sul comò per una privata esposizione destinata a diventare permanente. Almeno fintanto che dura il matrimonio: “Ad majora”, iconografica reliquia del passare del tempo e quotidiana, a tratti anche drammatica, testimonianza del “come eravamo” da contrapporre al “come siamo” non solo fisicamente ma anche coniugalmente. I riti e le tappe del giorno del matrimonio, nell’album, sono e rimangono da sempre gli stessi. Rigorosamente. La preparazione a casa della sposa, il futuro marito in attesa davanti alla chiesa (o al municipio), la cerimonia con scambio di anelli, la firma insieme ai testimoni, il lancio del riso (una volta confetti) all’uscita, i gruppi vari, il pranzo e il taglio della torta, la foto con gli amici o le amiche e il lancio del bouquet sono degli immancabili evergreen. Il tutto interpretato da lui, il fotografo: personaggio chiave della giornata, comandante in capo e regista delle pose e delle finte sceneggiature. Il “cercate di essere naturali perché così viene meglio” è pura fantasia, lava-coscienza per le posture impacciate e salvagente se la foto è modesta. Ma dietro a ogni scatto è intuibile la sua presenza, la sua esperienza e la sua professionalità. Più è caro più è bravo: funziona sempre così, ma questa è un’altra storia. La mostra “Oggi sposi” vuole rendere omaggio alla sua figura, con la speranza di rivalutarne il ruolo all’interno della storia (con la S maiuscola) della fotografia, nella certezza che il suo lavoro ritaglia una traccia di vita vissuta e nella consapevolezza che non esiste immagine che, a futura memoria, possa definirsi poco interessante. Anche quando, di fronte a certe interpretazioni di stile naif, può semplicemente farci sorridere.

Francesco Cito Napoli

Renato Corsini 2017

Renato Corsini 2010

Renato Corsini 2007

Francesco Cito Napoli


FONDAZIONE A.R.M.R. AIUTI PER LA RICERCA SULLE MALATTIE RARE

RED PARTY: DAVVERO BELLO RIVEDERSI DI PERSONA!! Finalmente dopo un lungo periodo di isola-

Ing. Giuseppe Mazzoleni Fondazione ARMR

mento dettato dalla drammatica situazione pandemica, ricominciamo ad incontrarci, non più in modalità “virtuale”. Il grande piacere di rivederci si è concretizzato in occasione della sesta edizione della festa “RED PARTY”, primo evento di A.R.M.R., dopo tantissimi mesi passati in isolamento, organizzato sabato 18 settembre a Palazzo Colleoni. “RED PARTY” è diventato nel corso degli anni, un magico momento per incontrarci, stare insieme, divertirci ma soprattutto nutrire la ricerca; quindi tutti hanno il desiderio di essere partecipi di questo meraviglioso appuntamento. Infatti, grazie alla adesione di tutte le persone intervenute persone (più di 200, ma purtroppo, per motivi di sicurezza sanitaria, non siamo riusciti a soddisfare molte altre richieste di partecipazione), ai contributi donati dagli sponsor è stato raccolto un importo considerevole da dedicare a borse di studio per “nutrire la ricerca” Pertanto credo sia opportuno ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della serata, partendo da tutti i volontari impegnati, la “Band degli Imprevedibili” che allieta da sempre la serata, fino ad arrivare ai “donatori” Un sincero e accorato ringraziamento va a tutti i donatori partendo da UNICREDIT che ogni anno offre una intera borsa di studio, ACS DOBFAR S.p.A., Azimut Wealth Management, EMA Leather Clothing, Expotex S.r.l., Giambarini Group S.p.A., Mekanica S.r.l., PG&W S.r.l., Phidias, R.B. Rotolificio Bergamasco S.r.l., SCM Solutions Capital Management SIM S.p.A, Studio AMICA.

Nel frattempo, dopo il successo di “RED PARTY”, altri momenti di incontro con la presenza di persone sono stati organizzati e altri sono in fase di preparazione sempre con l’obiettivo di raccogliere fondi per la “Ricerca” Infatti, grazie alla determinazione e all’impegno delle Delegazioni A.R.M.R. di Brescia, Valcalepio e Orobie, il 26 settembre è stata organizzata la bellissima manifestazione “In moto per la ricerca” alla scoperta del lago d’Iseo e venerdì 8 ottobre al Casinò di S. Pellegrino Terme “Boomerang - Official Tribute Band dei POOH” ha suonato e ci ha fatto cantare le meravigliose canzoni scritte da Facchinetti & co.. Le manifestazioni sono tornate sempre in presenza e mercoledì 13 ottobre si è tenuta a Ranica presso la Villa Camozzi, la cerimonia, per la consegna delle “Borse di studio 2021” dove la Fondazione A.R.M.R. dona € 220.000,00 a tredici Ricercatori che andranno a prestare la loro opera presso l’Istituto Farmacologico Mario Negri. Sabato 6 novembre è organizzato al “Rifugio Monte Avaro” il “Pranzo Solidale dell’Alpinista Memorial Egidio Gherardi della camminata Bergamo - Rifugio Calvi” Un altro importante appuntamento di raccolta fondi che prevede la visita con degustazione presso una cantina e per il pranzo lo “spiedo bresciano” sarà domenica 21 novembre a Botticino (Bs) e tutte le informazioni si possono trovare sul sito www.armr.it Grazie di cuore a tutti voi che sarete partecipi e protagonisti del futuro.

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