ANNO 28 - N° DUECENTOSETTANTADUE - SETTEMBRE 2020 - € 3
IN COPERTINA DR. GIANLUCA DORIA DORYAN MEDICINA ESTETICA BELLEZZA IN SICUREZZA
BERGAMO MAGAZINE
SPEDIZIONE IN A. P. D.L 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART.1, COMMA 1, DCB BERGAMO IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE - EDITA PERIODICI S.R.L. VIA B. BONO, 10 BERGAMO 24121 - TASSA PAGATA BG CPO
da 28 anni
QUALE BERGAMO CI ASPETTA: LA ROTTA TRACCIATA DA GIORGIO GORI IL RITORNO DI VALERIO BETTONI LA BIBLIOTECA QUERINIANA PALAZZO MORONI E I GIARDINI DEL CAVALIERE IN ROSA L’ATLANTE DELLA BELLEZZA THE F1RST: NUOVO CONCEPT STORE BY TIZIANA FAUSTI CARLA CATALANO PAROLA D’ORDINE: SARTORIALE LAMBORGHINI BERGAMO TUTTA NUOVA
CMP BERGAMO
OLTRE LA POP ART: LA MEC ART ITALIANA
Fotografia @suhrya
Performance Charged Performance PerformanceCharged Charged Performance Charged LA PRIMA MASERATI GHIBLI HYBRID. SCUDERIA BLU COMO – VIA TENTORIO, 6, 031 3390138 LA PRIMAMASERATI MASERATIGHIBLI GHIBLIHYBRID. HYBRID. LA PRIMA INFO@SCUDERIABLU.IT LA PRIMA MASERATI GHIBLI HYBRID. SCUDERIA BLU SCUDERIA BLU LA PRIMA MASERATI GHIBLI HYBRID. SCUDERIA COMO VIABLU TENTORIO, 6, 6, 031 031 3390138 3390138 COMO ––VIA TENTORIO, COMO – VIA TENTORIO, 6, 031 3390138 Ghibli Hybrid: Consumo di carburante in ciclo combinato min – max (l/100km) 8.5-9.6; emissioni di CO2 in ciclo combinato min – max (g/km) 192-216. I valori indicativi INFO@SCUDERIABLU.IT INFO@SCUDERIABLU.IT SCUDERIA BLU VIA STEZZANO, 51 BERGAMO relativi al–consumo di carburante all’emissione di CO2 sono da considerarsi preliminari. I valori definitivi saranno presto disponibili presso le Concessionarie Ufficiali o INFO@SCUDERIABLU.IT COMO VIA TENTORIO, 6,e031 3390138 sul sito www.maserati.com. TEL. 035 320358 - INFO@SCUDERIABLU.IT INFO@SCUDERIABLU.IT GhibliHybrid: Hybrid:Consumo Consumodi dicarburante carburanteininciclo ciclocombinato combinatomin min––max max(l/100km) (l/100km)8.5-9.6; 8.5-9.6;emissioni emissionidi diCO CO22ininciclo ciclocombinato combinatomin min––max max(g/km) (g/km)192-216. 192-216.IIvalori valoriindicativi indicativi Ghibli relativi consumo dicarburante carburante all’emissione diCO CO22sono sono da–considerarsi considerarsi preliminari. Ivalori valoridefinitivi definitivi saranno prestodisponibili disponibili presso Concessionarie Ufficiali relativi consumo di eeall’emissione di da preliminari. presso leleConcessionarie Ufficiali oo GhiblialalHybrid: Consumo di carburante in ciclo combinato min max (l/100km) 8.5-9.6;Iemissioni di COsaranno in ciclo presto combinato min – max (g/km) 192-216. I valori indicativi 2 sul sitowww.maserati.com. www.maserati.com. sul sito relativi al consumo di carburante e all’emissione di CO2 sono da considerarsi preliminari. I valori definitivi saranno presto disponibili presso le Concessionarie Ufficiali o Ghibli Hybrid: Consumo di carburante in ciclo combinato min – max (l/100km) 8.5-9.6; emissioni di CO2 in ciclo combinato min – max (g/km) 192-216. I valori indicativi sul sito www.maserati.com. relativi al consumo di carburante e all’emissione di CO2 sono da considerarsi preliminari. I valori definitivi saranno presto disponibili presso le Concessionarie Ufficiali o sul sito www.maserati.com.
siamo qui In seguito alla ferite inferte dalla diffusione del Covid a Brescia e a Bergamo, il Parlamento ha votato la nomina delle due città a Capitali italiane della Cultura per l’anno 2023 e adesso ci prepariamo a vivere questo evento senza precedenti in modo congiunto con i nostri vicini, lasciandoci alle spalle storiche rivalità di campanile. Qualcuno dice che con la Cultura non si mangia ma, a ben vedere, questa occasione potrebbe essere un volano anche per la tanto sperata ripresa economica. L’evento in programma tra 27 mesi godrà di una grande visibilità in tutto il Paese ma riteniamo che potrà avere spazio anche in Europa, se saremo capaci di costruire insieme un programma capace di ingolosire e attirare visitatori. Abbiamo avviato un lavoro di inchiesta per verificare quanto i Bresciani conoscano Bergamo e viceversa e abbiamo scoperto che la conoscenza reciproca è limitata solo agli aspetti più noti: Le Mura, il Donizetti, il castello Cidneo, la Mille Miglia... poco altro. Per questo, essendo noi storici editori locali con pubblicazioni in entrambi i territori, ci siamo posti l’obiettivo di allargare la conoscenza reciproca tra i Bergamaschi e i Bresciani e, da qui al 2023, proporremo da queste pagine, non solo una carrellata di eccellenze che spaziano dall’arte all’enogastronomia, dalle tradizioni alla storia, ma anche persone coinvolte a vario titolo nella preparazione all’evento del 2023. Un intreccio utile a stabilire relazioni virtuose che ci auguriamo possano espandersi a tutti gli aspetti, non solo culturali, per una collaborazione tra le due città e le loro genti che noi auspichiamo e promuoviamo da sempre. (V.E.Filì)
Se vi siete persi i due numeri di qui Bergamo e qui Brescia in edizione digitale, li potete trovare nella versione sfogliabile su www.qui.bg.it e www.qui.bs.it
GRAZIE
PRESIDENTE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA VICINO A BRESCIA E A BERGAMO PER LE VITTIME DEL COVID
La presenza del Presidente ci ha fatto sentire la vicinanza dello Stato e la solidarietà di una intera Nazione, ma ancor più quella di un uomo, realmente commosso e partecipe della furia che ha sconvolto le città di Bergamo e di Brescia. Parole di circostanza certo, frasi già sentite... può darsi... in grado comunque di far trasparire l’immenso dolore di un padre di fronte alla perdita di tanti figli. Parole capaci di infonderci la forza necessaria e l’energia indispensabile per questa resistenza e il coraggio per la ripartenza.
in questo numero
cover story Dr. Gianluca Doria DORYAN MEDICINA ESTETICA BELLEZZA IN SICUREZZA
BERGAMO www.qui.bg.it
autorizz. Tribunale di Bergamo
Giorgio Gori: la Bergamo che ci aspetta
n°3 del 22/01/1992
EDITA PERIODICI srl Via Bono 10 Bergamo tel 035.270989 fax. 035.238634 www.editaperiodici.it
Premiato lo studio Gandolfi e mura Direttore responsabile: Vito Emilio FilĂŹ
fashion: Carla catalano
Direttore editoriale: Patrizia Venerucci venerucci@editaperiodici.it Responsabile redazione: Tommaso Revera redazione@qui.bg.it
Biblioteca queriniana
Responsabile grafica: Paolo Biava grafica@qui.bg.it
ricordo di gianPaolo Rota
Redazione eventi: Valentina Colleoni redazione.chicera@qui.bg.it
i giardini del cavaliere in rosa
Hanno collaborato in redazione: Lorenzo Boccardini, Bruno Bozzetto, Manuel Bonfanti, Valentina Colleoni,
Atlante della bellezza
Maurizio Maggioni, Giorgio Paglia, Sabrina Scandali Fotografie di:
passione americars
Federico Buscarino, Sergio Nessi, Paolo Stroppa, Paolo Biava, Daniele Trapletti Stampa: Euroteam Nuvolera Brescia
the F1rst, nuovo concept store di tiziana fausti
Michele Brusa: lamborghini tutta nuova
AMANO E SOFFRONO COME NOI di Bruno Bozzetto
Le immagini di queste pagine fanno parte di un viaggio fotografico dall’alto alla scoperta di Bergamo: questo il progetto di Alex Persico che celebra i suoi 30 anni di carriera con la pubblicazione del volume “Insolite visioni. La passione per il volo. Bergamo dall’alto”, esito di un lavoro di ricerca iniziato nel 2010
Quello che segue è il documento politico con cui Giorgio Gori getta le basi per i cambiamenti conseguenti alla crisi. Una vera road map da qui al 2022 per riparare i danni e ricostruire per ripartire. Un documento politico denso di riflessioni e di obiettivi ma anche una marea di cose da fare subito. In questa presa di posizione che ha chiamato position paper, Giorgio Gori sposta il timone dell’amministrazione verso le situazioni di grande emergenza che la pandemia ha causato cercando di non dimenticare nessuno e di dare una mano a tutti. Massima attenzione alla diffusione della digitalizazione della popolazione con accesso a internet garantito a tutti. Più traffico sulla rete meno per le strade. Un deciso contrasto all’uso urbano dell’auto privata e un grande impulso a monopattini e bici, elettriche no. Altrettanta attenzione alle problematiche dei più deboli e il rilancio di politiche per i quartieri e per i loro bisogni.
BERGAMO
CI ASPETTA?
Strategia: rilancio e adattamento
Le cose da fare subito!
che
Nelle pagine seguenti trovate la rotta tracciata da Giorgio Gori, la strategia di fondo che sta dietro ai provvedimenti da attuare con urgenza finalizzati a far risorgere Bergamo prima della scadenza del suo secondo mandato. Il documento scritto dal sindaco però si compone di oltre trenta pagine e diventava difficile pubblicarlo tutto entrando nel merito di ogni settore dell’amministrazione. (V.E.F.) FLESSIBILITÀ - TEMPI E ORARI SERVIZI DIGITALI E DATI MOBILITÀ E SOSTENIBILITÀ’ VECCHIE E NUOVE FRAGILITA' DIMENSIONE QUARTIERE: WELFARE, RETI VERDE E SALUTE USO SICURO DELLO SPAZIO PUBBLICO ATTIVITÀ ECONOMICHE RIPENSARE IL COMMERCIO LA CULTURA PER RIPARTIRE IL TURISMO CHE VERRÀ INFRASTRUTTURE, EDILIZIA, OPERE PUBBLICHE LA CITTÀ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI SICUREZZA E IL RUOLO DELLA POLIZIA LOCALE
Questo documento è il risultato di tale confronto, che si è sviluppato in modo ampio e proficuo. Contiene dunque diverse integrazioni rispetto al documento iniziale. Nondimeno la Giunta - che in base ai propri orientamenti ha selezionato i vari contributi e le proposte che da più parti sono pervenute ne assume la piena responsabilità. Può così configurarsi come una nuova e aggiornata release del Position Paper (documento Al tempo stesso abbiamo rite- di posizione - n.d.r.). nuto che il processo di adattamento di Bergamo al contesto post-Covid potesse più efficacemente essere messo a fuoco e implementato se si fosse realizzato un processo di confronto esteso e inclusivo volto a condurre l’intera città - attraverso le diverse forme di rappresentanze - a dare il suo contributo. Abbiamo ritenuto che proprio alla componente politica dell’amministrazione, la Giunta, insieme alla sua maggioranza, toccasse in primis mettersi in gioco.
CHE BERGAMO CI ASPETTA?
la cu e' unaltura fondam leva per r entale iparti re
La necessità di convivere con il coronavirus, oltre a quella di far fronte alle conseguenze della lunga sospensione di tante attività produttive, chiama l’Amministrazione comunale di Bergamo alla responsabilità di elaborare una strategia articolata, che abbraccia tutti gli ambiti della vita cittadina. Si tratta da un lato di mettere a punto una serie di scelte volte al “recupero” di ciò che stato danneggiato dal lockdown, e dall’altro di immaginare un forte cambiamento di molti aspetti della nostra vita quotidiana, radicalmente impattati – anche se forse solo provvisoriamente – dalla necessità di tutelare la salute dei cittadini e di evitare una nuova diffusione dell’epidemia. Siamo chiamati a cambiare il nostro modo di vivere e ad immaginare una diversa organizzazione della città. Ovviamente molte decisioni discendono dalle istituzioni nazionali e regionali, per le rispettive competenze, ma abbiamo ormai compreso che anche a livello locale è necessario riprogettare attività e servizi, così da comporre una “nuova normalità” segnata dalla coabitazione col virus. Questo esercizio richiede, necessariamente, una parziale rilettura del piano di mandato della Giunta, i cui obiettivi restano attuali ma che non può non risentire del nuovo scenario. Abbiamo ritenuto che proprio alla componente politica dell’amministrazione, la Giunta, insieme alla sua maggioranza, toccasse in primis mettersi in gioco. Al tempo stesso abbiamo ritenuto che il processo di adattamento di Bergamo al contesto post-Covid potesse più efficacemente essere messo a fuoco e implementato se si fosse realizzato un processo di confronto esteso e inclusivo volto a condurre l’intera città - attraverso le diverse forme di rappresentanze - a dare il suo contributo.
Bergamo - lo sappiamo - non è una qualunque città alle prese con la crisi innescata dal coronavirus. Bergamo si è trovata ed essere l’epicentro di questo flagello. Bergamo è tra le città del mondo quella che ha pagato in proporzione il prezzo più elevato, con la maggiore mortalità causata dall’epidemia e con pesantissime conseguenze sotto il profilo economico e sociale. L’impresa a cui Bergamo è chiamata - tutta la comunità cittadina, non solo l’Amministrazione comunale - è dunque quella di rimettersi in piedi dopo essere andata al tappeto, trovando nella nuova fase di ricostruzione le stesse energie e la stessa capacità di coesione che le sono servite per resistere e combattere nelle settimane dell’estrema emergenza sanitaria. Si tratta di ricostruire ciò che è andato distrutto in poco più di due mesi, di ribaltare l’immagine della città - oggi universalmente collegata al nome del virus – per tornare a renderla attrattiva, anche sotto il profilo turistico. Bergamo resta terra di manifattura, ma negli ultimi anni il turismo - grazie anche allo straordinario sviluppo dell’aeroporto - era emerso come una componente essenziale della nostra economia. Oggi è azzerato. Ci aspetta dunque un grande lavoro, in cui il capoluogo - e non solo riguardo al turismo - è chiamato ad un ruolo di riferimento per tutto il territorio provinciale, ugualmente colpito.
Crediamo che una leva fondamentale per ripartire possa essere la cultura. Nonostante le limitazioni a cui il settore sarà costretto nei prossimi mesi. Lo sviluppo turistico di Bergamo è infatti avvenuto attorno alle sue bandiere culturali, da Donizetti alla Carrara, dalle Mura Patrimonio Unesco, alle sue architetture, attraverso le tante manifestazioni che ne hanno arricchito il calendario. Molte di queste andranno ripensate, al tempo del coronavirus, e nondimeno pensiamo che il rilancio della città non possa che passare da una particolare vivacità del ricco sistema della cultura che la città è in grado di esprimere, accompagnata al requisito di “città sicura”. La candidatura a Capitale italiana della Cultura 2023 – presentata insieme a Brescia e già accolta dal Parlamento con una speciale procedura di designazione - concretizza questa prospettiva e si pone come lo strumento con cui attivare la partecipazione di tutte le forze vive della città all’ambizioso disegno di rilancio. Il tessuto economico della città, fatto in gran parte di servizi, commercio e piccole imprese artigiane, è stato fortemente colpito dall’emergenza sanitaria e dalle limitazioni che questa ha comportato. Per evitare che si debba assistere alla definitiva cessazione di molte di queste attività sono necessari interventi di sostegno e di rivitalizzazione, ben oltre la sola liquidità resa disponibile dai provvedimenti fin qui varati dal governo, anche perché è probabile che molte di queste attività debbano per un lungo periodo fare i conti con una forte contrazione della domanda. In gioco c’è l’anima stessa della città, fatta di relazioni, socialità e condivisione. Ci sono la vivacità, il decoro e la sicurezza dei luoghi. Ma soprattutto c’è il reddito di migliaia di famiglie, a vario titolo coinvolte nelle occupazioni che caratterizzano questi settori e che la perdita di molti posti di lavoro porterebbe a precipitare in una condizione di immediata precarietà. Per rimediare alla forzata riduzione della capienza di tante attività – da quelle della ristorazione e della somministrazione a quelle culturali, ricreative e sportive che normalmente si svolgono in strutture chiuse – abbiamo nel frattempo avviato una sperimentazione che ridefinisce l’uso degli spazi pubblici: delle piazze, delle strade, dei parchi e degli spazi verdi, sforzandosi di combinare distanziamento fisico, salvaguardia delle relazioni sociali e sostenibilità economica di queste funzioni. Tutto ciò comporta un grande impegno anche sotto il profilo della vigilanza. Sappiamo però che l’esperienza maturata nei mesi del lockdown – in cui abbiamo visto la Polizia Locale riconvertire in parte le proprie funzioni – ci consente di accompagnare la progressiva ripresa, in particolare rispetto alla fruizione degli spazi verdi e delle piazze, vigilando con efficacia sul rispetto delle normative per la sicurezza dei cittadini.
Tra le primissime azioni avviate – ad integrazione dei dispositivi attivati dal governo – c’è subito stata la messa a punto di strumenti di intervento economico a sostegno del tessuto produttivo della città, e in particolare delle piccole e piccolissime imprese dei settori più colpiti.
CHE BERGAMO CI ASPETTA?
Sappiamo anche che è necessario operare, nei limiti del possibile, per uno snellimento delle procedure, con il doppio obiettivo di accelerare il più possibile la realizzazione delle opere pubbliche già previste - cosa rilevante anche per i benefici che potrà portare al settore delle costruzioni e all’indotto collegato- e di semplificare la relazione tra le imprese e la pubblica amministrazione; e così, viste le limitazioni di capienza a cui è sottoposto il trasporto pubblico, per favorire in ogni modo lo smart working e lo sfalsamento degli orari di molte attività – a partire dai servizi comunali rivolti al pubblico – al fine di evitare concentrazioni negli spostamenti e picchi di traffico. La necessità di diluire le presenze nei diversi luoghi della città per evitare assembramenti e rischi di contagio ci spinge verso una dilatazione del “tempo utile” giornaliero, con l’adozione di orari differenziati e di turnazioni. Lo smart working, con cui decine di migliaia di cittadini di Bergamo hanno familiarizzato nelle nei mesi della forzata chiusura dei luoghi di lavoro, grazie anche a tecnologie di recente diffusione, contiene a sua volta un’esperienza di contrazione dello spazio, e di sostanziale riduzione degli spostamenti, da cui sarà importante non recedere del tutto nel prossimo futuro. Sappiamo già che quello della mobilità sarà uno dei campi di più complessa gestione, anche dal punto di vista politico. La strategia di progressivo “trasferimento” di quote di mobilità dal mezzo privato (auto) al trasporto pubblico è pesantemente minata dalle necessità di protezione sanitaria che oggi si impongono. Fino a che non sarà disponibile un vaccino i mezzi pubblici saranno soggetti a rilevanti limitazioni della loro capienza e saranno probabilmente percepiti come luoghi poco sicuri. Non sarà più possibile incentivarne l’utilizzo, così come non si potrà più promuovere il car pooling, e lo stesso car sharing risulterà probabilmente penalizzato. L’uso dell’auto privata verrà (comprensibilmente) percepito come il modo più sicuro per muoversi. È evidente quindi che corriamo un grande rischio di “retrocessione” rispetto al percorso verso la mobilità sostenibile che avevamo intrapreso. Per salvaguardare i nostri cittadini dal contagio rischiamo di ritrovarci in mezzo ad un traffico impazzito e ad un drammatico peggioramento delle condizioni dell’aria. Dobbiamo assolutamente evitarlo, ma non sarà facile. L’unica opzione che abbiamo è puntare con forza sulla mobilità dolce, ma non basterà farlo in termini “ideologici”: convinceremo i nostri cittadini a usare di più la bicicletta – o la e-bike, o i monopattini elettrici, o gli scooter elettrici – se faremo dei passi concreti per favorire queste soluzioni, a partire dalla realizzazione di nuove piste ciclabili e di percorsi sicuri, oltre che mettendo a disposizione nuovi servizi di sharing. C’è un’altra cosa che abbiamo chiara, anche qui a proposito di come cambia lo spazio. Se dobbiamo evitare gli affollamenti e ridurre la domanda di mobilità; se vogliamo tuttavia garantire a tutti i cittadini la piena accessibilità dei nostri servizi e anzi rafforzare la dimensione di prossimità che consente di evitare l’isolamento di tante persone e generare maggiore inclusione, dobbiamo puntare con forza sui quartieri.
be le m a r t e en i del l s a e p i m c n e' co ni pri o i s n dime vivere o azio p s nostr o l po e il tem ero s andas visamente v impro te. ta rivisi
e n o i z a at l i d le i a t l u o mp e t l e d ro e i l a n gior
o aut ’ l l de o rrà ente s e u ' v L a lm vat nsibi e il i r p re om p c m o o it c uro p c e i c s per o piu' si. d er v o mo mu r e p
Non si tratta per Bergamo di un cambio di rotta, anzi. Proprio questa direzione di marcia era ben evidenziata nel programma elettorale del 2019 e nelle successive linee di mandato. Decentramento dei servizi comunali, welfare di quartiere (addirittura di strada o di condominio), pieno coinvolgimento della cittadinanza attiva a partire dalla felice esperienza delle Reti di quartiere, rivalutazione dei luoghi d’incontro decentrati (il progetto “una piazza in ogni quartiere”), potenziamento della cultura diffusa: questa era già la nostra idea. Ma adesso ne siamo ancora più convinti. ZZO TRO PE L A N U L’epidemia in aggiunta ha messo particolarmente a nudo la vulnerabilità dei cittadini più IDEA OSTRA anziani, e non solo dal punto di vista sanitario. La condizione di solitudine che caratterizza DELLA N WELFARE la vita di molti di loro si è rivelata un ulteriore fattore di fragilità che occorrerà cercare DI “NUOVO A COVID ERGENZ di colmare con il potenziamento dei servizi domiciliari e un’accelerazione del progetto di M E ' L E ARE. CH ANTICIP D A welfare territoriale avviato nei mesi scorsi. Lo stesso potremmo dire della cura dei bambini, E G I SPIN in questo avvio di Fase 2 forse uno dei temi più trascurati e più critici. Anche qui – vista la C complessità che potrebbe caratterizzare il riavvio dell’attività scolastica, e ancor di più le attività educative per la fascia 0-6 – i quartieri appaiono la dimensione di una possibile orgaCONVIN nizzazione “dal basso”, fondata sulla condivisione e sulla mutualità. CEREMO I Anche per questi progetti serviranno risorse aggiuntive, ed è importante per questo che sia NOSTRI C I T T A D INI A accolta la richiesta di integrale ristoro delle minori entrate registrate nei mesi scorsi dai bilanci USARE D I PIU' LA comunali. Così come servirà la tecnologia, in questo caso per attivare piattaforme che consen- BICICL ETTA O tano di aggregare la domanda e l’offerta dei servizi: un altro pezzo della nostra idea di E-BI LA KE, O I “nuovo welfare” che l’emergenza Covid ci spinge ad anticipare. MONOP ATT Del resto è questa l’impressione che abbiamo maturato: che il forzato esercizio di creatività E LETTRI INI CI, O e concretezza a cui siamo chiamati per far fronte alla crisi scatenata dal coronavirus possa GL SCOOT E R ELET I rivelarsi – aldilà delle sofferenze e delle difficoltà – anche una grande opportunità di TRICI trasformazione, un acceleratore di cambiamento. Alcuni fattori giocano a nostro favore – come la spinta verso la dimensione di quartiere – altri, come l’istintivo ritorno all’uso dell’automobile, sembrano sospingerci all’indietro; ma potrebbero obbligarci ad anticipare scelte che diversamente avremmo impiegato molti anni a fare, e rivelarsi quindi a loro volta utili.
na u e h c an nità u t r o La necessità di diluire le presenze nei diversi luoghi della città per evitare è anche una e opp grande opportunità di trasformazione, un acceleratore di cambiamento g rand one, i z a assembramenti e rischi di contagio ci spinge verso una dilatazione del “tempo utile” m for giornaliero. di tras tore Obiettivi a r e l e • Diluire le presenze nei diversi luoghi della città per evitare assembramenti e rischi di conta- un acc nto e gio; • Dilatare il “tempo utile” giornaliero, con l’adozione di orari differenziati e di turnazioni. m a i b • Capitalizzare l’esperienza di smart working fatta durante i mesi del lockdown per limitare gli di cam spostamenti per lavoro; • Limitare gli assembramenti negli uffici comunali. • Modificare e sfalsare gli orari delle lezioni scolastiche negli istituti di diverso ordine e grado, così da consentire un accesso contingentato alle lezioni in presenza ed evitare picchi di domanda dei servizi di trasporto pubblico; • Modificare e distribuire lungo la giornata gli orari di apertura dei negozi e dei pubblici esercizi, prevedendo aperture anche nelle ore serali.
FORMAZIONE CONTINUA UN’AMPIA GAMMA DI CORSI E PERCORSI FORMATIVI “SU MISURA” PER QUALSIASI ESIGENZA AZIENDALE DI QUALIFICAZIONE O AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE: QUESTA L’OFFERTA (ONLINE E IN PRESENZA) PROPOSTA DA CONFARTIGIANATO IMPRESE BERGAMO Prosegue con modalità mista (online e in presenza) e in spazi riorganizzati rispettando il distanziamento, la formazione di Confartigianato Imprese Bergamo. In programma è presente un ricco ventaglio di corsi tecnici in materia di sicurezza aziendale, corsi professionali e abilitanti per le diverse categorie, dal digital marketing all’inglese; questi incontri vanno a migliorare le competenze manageriali-imprenditoriali per affrontare le nuove sfide del mercato. I primi appuntamenti, dal 7 settembre, hanno riguardato corsi Fer per impiantisti che operano sulle fonti energetiche rinnovabili, mentre dal 24 si aprirà la sessione teorica del corso «Pulitore qualificato 2021» dedicata alle imprese di pulizia. Dal 1° ottobre, chi volesse ottenere il «patentino da frigorista», potrà seguire gli incontri formativi F-Gas, i quali saranno seguiti, da metà ottobre, da quelli dedicati alla gestione e agli adempimenti normativi degli impianti con circuito frigorifero. Dal 5 ottobre saranno disponibili le sessioni di Autronica per moto e auto riparatori. In più, sono aperte le iscrizioni per il corso, da novembre, volto ai conduttori di impianti termici con rilascio del patentino. Dal 21 settembre al via gli incontri «Strategie di marketing per lo sviluppo b2b». Successivamente, dal 25, sarà possibile capire come valorizzare le risorse umane verso gli obiettivi aziendali grazie al corso «La comunicazione interna». A ottobre saranno presenti due corsi in lingua: «Le regole per una comunicazione efficace nell’era digitale in inglese», dal 6 e «La preparazione di un meeting efficace in lingua inglese» dal 20. Il 5 novembre partirà il corso «Vendere sempre» in collaborazione con l’Istituto di Negoziazione. Infine, l’ufficio Formazione fornisce alle aziende un’analisi “su misura” e mirata dei fabbisogni formativi. FORMAZIONE FINANZIATA PER I DIPENDENTI Lo sportello Formazione Finanziata di Confartigianato Imprese Bergamo progetta dei percorsi personalizzati di formazione e aggiornamento per i dipendenti che vengono organizzati direttamente in azienda e sono finanziati con il FART-Fondo Artigianato Formazione.
I CORSI IN PROGRAMMA A OTTOBRE (ONLINE E IN PRESENZA) 1 OTTOBRE - ADDETTI RECUPERO DEI GAS FLUORURATI - ONLINE 5 OTTOBRE - INGLESE - ONLINE 5 OTTOBRE - AUTRONICA 2020 6 OTTOBRE - LE REGOLE PER UNA COMUNICAZIONE EFFICACE NELL’ERA DIGITALE IN INGLESE - ONLINE 6 OTTOBRE - PRIMO SOCCORSO (6 E 16 ORE) 7 OTTOBRE - AGGIORNAMENTO SICUREZZA DEL LAVORO R.S.P.P. / DATORE DI LAVORO - ONLINE 13 OTTOBRE - SOCIAL MARKETING: COME LAVORARE CON I SOCIAL PER AUMENTARE LA PROPRIA COMMUNITY E LE OPPORTUNITÀ DI VENDITA 14 OTTOBRE - ANTINCENDIO RISCHIO BASSO E MEDIO - ONLINE 14 OTTOBRE - PAV/PES PER IMPIANTISTI - ONLINE 16 OTTOBRE - IMPIANTISTI: CONOSCENZA IMPIANTI CON CIRCUITO FRIGORIFERO 16 OTTOBRE - AGGIORNAMENTO ANTINCENDIO RISCHIO MEDIO - ONLINE 20 OTTOBRE - CORSO PER LA PREPARAZIONE DI UN MEETING EFFICACE IN LINGUA INGLESE - ONLINE 23 OTTOBRE - AGGIORNAMENTO ANTINCENDIO RISCHIO BASSO
PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: ufficio Formazione - Tel: 035.274.325-310; email: formazione@artigianibg.com
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28 OTTOBRE - AGGIORNAMENTO PREPOSTO E PRIMO SOCCORSO (4 E 6 ORE)
26 OTTOBRE - SICUREZZA DEL LAVORO R.S.P.P. / DATORE DI LAVORO - ONLINE
Confartigianato Imprese Bergamo,Via Torretta 12, Bergamo Tel. 035 274111 - Fax 035.274274 - info@artigianibg.com - www.confartigianatobergamo.it
valerio bettoni: Sette vite come i gatti DOPO UNA VITA DEDICATA ALLA POLITICA,VALERIO BETTONI, GIÀ A CAPO DELLA PROVINCIA, ORA DA PRESIDENTE DELL’AUTOMOBILE CLUB DI BERGAMO SI PROPONE COME INTERLOCUTORE STRATEGICO PER LE PROBLEMATICHE LEGATE ALLA MOBILITÀ
Se guardate per bene il Valerio Bettoni somiglia davvero ad un gattone. Capace di fare le fuse se serve ma anche di graffiare. Di mestiere, lo sappiamo tutti ha fatto il politico e la sua ascesa, così come il consenso politico, è andato via via crescendo. Una vera macchina da voti, simpatico con tutti, gioviale, sempre pronto a sciorinare frasi in dialetto. Suoi alcuni modi di dire entrati nel lessico locale come quello che si può menare la polenta anche per delle ore ma a mezzogiorno bisogna portarla in tavola. Prestigiatore del compromesso come ogni democristiano doc - lui si dichiara tale - arriva alla Provincia come Assessore alla Caccia, poi un certo Gianatonio Arnoldi, allora plenipotenziario di Forza Italia a Bergamo lo sceglie per la poltrona della Provincia. Quando arriva Valerio a capo della Provincia ne combina di ogni. Come tutti, tante le azzecca e tante no. Da sempre poca simpatia per la Lega… anzi. Dopo la Provincia viene eletto in Regione e a quel punto nulla sembra ostacolare ol Betù nella sua brillante carriera. Lui e la maggior parte dei suoi elettori hanno scarpe grosse e cervello fino. Rimane travolto dallo tsunami che invese la giunta Formigoni e molti dei consiglieri regionali per tangenti e ruberie varie. Lui ne esce assolutamante pulito. Ci riprova e alle elezioni europee il nostro Valerio corre per un seggio a Bruxelles ma non ce la fa. Decide di prendersi una pausa. La carriera politica insieme a tante soddisfazioni e l’ultima cocente sconfitta gli hanno anche lasciato un problema di sovrappeso. Si mette in riga e dimagrisce tra un viaggetto e l’altro, mettendo anche a frutto le tante conoscenze allacciate in Italia ed Europa. Ma evidentemente la fiamma che arde in lui, la passione per la battaglia, lo spinge dopo qualche annetto a scalare la poltrona di Presidente dell’Automobile Club di Bergamo, indebitato e con un sacco di problemi… Non fa gola a nessuno e il nostro Valerio non ha rivali nel prendere posto a capo di un ente con una grande quantità di associati, tutti interessati in qualche modo alla mobilità.
Ci ha sempre visto lungo il gatto Bettoni e anche questa volta sa che quella poltrona può diventare molto presto strategica, se indirizzata ad intervenire attivamente sulle politiche della mobilità delle amministrazioni pubbliche. Adesso ancora di più. Adesso che la politica a livello locale sembra scendere in guerra contro l’uso delle auto, annunciando inasprimenti nelle sanzioni e tolleranza zero… Adesso è il momento per entrare in campo a capo dell’esercito degli automobilisti e dei motociclisti per far sentire la voce di chi, per tanti versi, è la prima parte in causa. All’inizio si è dovuto occupare di sanare i conti e rivitalizzare il presidio di via Angelo Maj ma, non appena conclusa la fase due, il Bettoni invia alla Provincia, attore principale della viabilità sul territorio, un documento politico che fa analisi dei flussi, considerazioni, proposte e richieste ben precise… Bentornato Bettoni sulla scena politica bergamasca. Questa volta però la sua battaglia la conduce da una posizione diversa. Questa volta non è un partito ma un ente, una lobbies, quella del mondo dei trasporti. Lo rivedo finito il lockdown ad una cena di quelle distanziate. Dopo la fase slimfast adesso ha ripreso qualche chiletto e insieme a quelli anche la stessa grinta di un tempo, forse un po’ appannata dalla sconfitta alle europee. Ci teneva a quella carica, ci teneva a portare la politica del pane e salame al governo dell’Europa. Probabile che pensasse di meritarsela dopo tutto. Ma è il passato mentre nel presente c’è un Valerio scatenato che non le manda a dire nemmeno al ministro dei Trasporti come leggiamo nella prossima pagina....
le modifiche al codice della strada vanno nella direzione
sbagliata MOLTE LE CRITICHE RIVOLTE DA VALERIO BETTONI AL MINISTERO DEI TRASPORTI PER L’INTRODUZONE DI NUOVE REGOLE PER LA CIRCOLAZIONE “ACI è sempre soddisfatta quando il Legislatore si occupa di sicurezza stradale - la nostra battaglia quotidiana - soprattutto, se interviene per semplificare il Codice della Strada, trasformandolo in un Codice dei Comportamenti, che indichi come ci si deve comportare quando ci si muove su una strada. In questa occasione, però, purtroppo così non è. Anzi: ci si muove nella direzione opposta”, è quanto ha dichiarato il Presidente dell’Automobile Club Bergamo, Valerio Bettoni, commentando la nuova proposta di riforma del Codice della Strada. “Riteniamo, ad esempio un errore - ha proseguito Valerio Bettoni - scrivere nel CdS che la durata del giallo debba essere almeno di 3 secondi, perché può creare malintesi e far tarare tutti i gialli semaforici sui 3 secondi, come se fossero tutti uguali. L’individuazione della giusta durata del giallo semaforico deriva, invece, da un calcolo complesso e unico per ogni incrocio”. “Non ci sembra corretta anche la possibilità di installare autovelox perfino sulle strade locali dove vige il limite orario di 30 Km/h. L’autovelox - ha rilevato il Presidente dell’ACI - è un utile strumento per controllare e limitare la velocità degli utenti nei punti più critici o pericolosi, nei quali è opportuno avere la certezza che la velocità venga ridotta, in modo da consentire di guidare in sicurezza. È, viceversa, diseducativo - quando non addirittura pericoloso - l’autovelox diffuso, magari installato per far cassa e nemmeno correttamente segnalato, secondo quanto previsto dalla normativa”. “Una particolare attenzione meritano, inoltre - secondo Valerio Bettoni - tutti i provvedimenti riguardanti le biciclette e i monopattini elettrici. Restiamo fermamente contrari alle bici e monopattini elettrici contromano ed alla possibilità che possano transitare sulle corsie riservate al trasporto pubblico. I dati di incidentalità ci dicono che si tratta di pratiche estremamente pericolose, anche in considerazione dell’esposizione al rischio del ciclista rispetto ai veicoli a quattro ruote: più di 50 volte superiore!”
“Inoltre - a leggere la proposta - sembrerebbe che, in città, basti imporre il limite di 30 km/h e la bicicletta possa fare tutto: avere la precedenza su tutti, procedere in senso di marcia opposto a quello dei veicoli, andare appaiati e magari sorpassare. Questa sorta di “deregulation” della mobilità ciclabile ha, secondo noi, un forte effetto diseducativo: alle biciclette tutto è permesso e, per conseguenza, anche ai monopattini elettrici, che sono equiparati ai velocipedi, mentre è evidente che, nella mobilità metropolitana, l’anarchia non va assolutamente d’accordo con la sicurezza stradale!” “Infine, sembrerebbe che da domani anche gli operatori ecologici possano emettere multe o far rimuovere i veicoli. Ci auguriamo che le cose non stiano così e che la proposta riguardi solo l’ampliamento delle funzioni degli ausiliari del traffico che - ricordiamo - devono limitarsi a segnalare l’infrazione al Corpo di Polizia Municipale. Né vogliamo prendere in considerazione la possibilità che queste nuove figure si sostituiscano al Corpo di Polizia Municipale”. “In conclusione, è positiva l’attenzione alla sicurezza in ambito urbano, dove ancora sono troppi numerosi gli incidenti ed i morti. Ma siamo preoccupati che l’applicazione alla realtà di tali norme, inserite nel CdS, risulti difforme e differenziata da Comune a Comune, creando confusione e comportamenti insicuri agli utenti della strada”. Si sottolinea l’importanza del rispetto di regole chiare da parte di tutti i fruitori della strada, automobilisti, ciclisti e utilizzatori di monopattini elettrici, e l’attenzione nella scuola all’insegnamento dell’ educazione e sicurezza stradale. Il Presidente Valerio Bettoni
Lo scenario del dopo Covid immaginato da Giorgio Gori
Cari amici bentornati su questa pagina, finalmente un primo passo di ripresa verso una ritrovata normalità. La curiosità mi ha portato alla lettura del nuovo corposo e articolato documento programmatico del nostro Sindaco costretto a rivedere le priorità della Città dopo le note vicende pandemiche, revisionando in ogni punto il suo programma precedente, quello che aveva presentato alla città per avere per il suo secondo mandato. Nelle pagine precedenti trovate la parte più significativa del documento denominato Position Paper, la strategia di fondo “Resistenza e adattamento” e sul sito www.qui.bg.it trovate tutti i capitoli dedicati alla varie aree di competenza dell’amministrazione comunale. Leggerlo mi ha riportato ai “bei” tempi in cui si poteva decidere nell’immediato ciò che andava fatto, passando solo dalla giusta e corretta consultazione di pochi elementi pensanti. Gori ha scritto di suo pugno un documento esaustivo, che è apprezzabile e in gran parte condivisibile, ma anche criticabile in alcuni punti. Una critica che vuole essere costruttiva e non dettata dall’appartenenza ideologica e politica; critica che andrebbe presa in considerazione da parte del Comandante in Capo della Città.
Mi soffermo solo su alcuni punti:
Nei parchi ci va ormai poca gente, se li riqualifichiamo è forse possibile che si ritorni a vedere un Parco Suardi con il Gran Premio di equitazione di un tempo??!! Si deve avere ulteriore coraggio per dare una veste nuova alla Città e ritengo che si possa fare. I parchi cittadini vanno presidiati dalle Forze dell’Ordine, come la stazione, la Galleria Fanzago etc. etc.; ecco che allora al capitolo Polizia Locale, si dovrebbe prevedere un loro ampio utilizzo, come forza preventiva, ma anche di repressione, dotandoli di addestramento e mezzi utili per adempiere al loro dovere. Non si vuole pensare che la Polizia Locale sia solo utilizzata per le multe e far cassa (anche se chi sbaglia è giusto che paghi e, ahimè, in questo caso io sono un grande peccatore, e pago….), ma deve essere una vera forza di presenza sul territorio cittadino, all’unisono con le altre forze dell’ordine.
Politicando
di Maurizio Maggioni info@mauriziomaggioni.it
- Si desidera estendere la Zona 30, in altri quartieri oltre quelle già sottoposti a tale limite. Ma perchè non fare una Bergamo 50, cioè far veramente rispettare la norma del codice della strada che già sono in vigore? Applicando un controllo capillare che è possibile con telecamere e mezzi di controllo informatici, applicando delle sanzioni “a scalare”, ad esempio: tolleranza sino a 53 km poi 10 euro sino a 57 km , 20 euro sino a 61, poi da 50 euro a…..1000 secondo la gravità dell’atto indisciplinato. - Utilizzo del 5G e del Grande fratello, capisco che il progresso non si possa fermare, ma Henry Ford lo intendeva certamente in altro modo... Io presterei molta attenzione a tutto ciò, la libertà è un bene intangibile, facile a dirsi, difficile ad attuarsi. - Integrazione: grande problema, sentito più dai media che dalla popolazione, così come l’accattonaggio. Interveniamo costruendo belle strutture decentrate, ben organizzate, finanziate da enti pubblici e privati caritatevoli; chi non accetta le regole dovrà però essere redarguito in modo energico. Fatte un po’ le pulci al documento, programmatico di Giorgio Gori, non mi rimane che ringraziare il Comandante per quanto ha fatto e sta facendo per la città e saper riconoscere i propri errori è prova di serietà e maturità che molti politici non hanno. Sarò tacciato di piaggeria perchè riconosco i meriti di coloro che sono al comando? Dagli ospedali, alle ATS dagli assessori ai sindaci, dai ministri ai prefetti: nessuno era preparato ad un evento del genere, nessuno era a conoscenza dei protocolli, nessuno sapeva che la velocità di trasmissione del virus sarebbe stata così rapida. Salviamo e colpevolizziamo tutti, tranne i medici, i paramedici e i volontari che hanno lottato a mani nude contro un nemico invisibile, rendendoci ancor più orgogliosi della nostra gente che è sempre in prima linea in ogni momento difficile. Ricordiamo che siamo la Città dei Mille, degli Alpini, del Volontariato, dell’Associazionismo. Non gettiamo al vento le vite perse dai nostri cari, facciamo tutti tesoro di ciò che è successo. Speriamo che adesso tutto vada per il meglio ma ciò dipenderà molto dai nostri comportamenti e dalla capacità di contenere l’infezione, come deve essere per qualsiasi infezione. Le scuole si riaprono, il mondo gira sempre nello stesso verso, dipende da noi non frenarlo. La mia contentezza è massima sapendo che questo numero di qui Bergamo è il primo cartaceo di una nuova era, nulla sarà più come prima, in ogni campo, in ogni lavoro. Mi auguro che i valori delle “professioni” e le necessità siano stati ben compresi: aiutiamoci l’un l’altro, sorridiamoci l’un l’altro, stiamo sereni, diamo il giusto tempo alle cose davvero importanti che sono emerse durante il lookdown. Si diceva “dopo saremo tutti migliori”.... Ad oggi non mi sembra che sia proprio così, ma sforziamoci, davvero. Popolo, Politici, Istituzioni, siamo qui solo di passaggio e in un batter d’ali di una farfalla tutto può finire in “cenere”. Buona salute a tutti.
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dei libri Fotografie Comune di Brescia
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Situata sulla centralissima via Mazzini, la Biblioteca Queriniana di Brescia fu istituita nel 1747 dal Card. Angelo Maria Querini, il quale, oltre a stabilire la destinazione ad uso pubblico delle raccolte librarie e a dotare la biblioteca di fonti di rendita, provvide anche alla costruzione del palazzo che ancora oggi ne è la sede. Venne aperta al pubblico nel 1750 e, per alcuni decenni successivi, svolse anche una funzione museale e di sede di accademie erudite cittadine.
il sapere
dei libri
A partire dal secondo Settecento, e per tutto l’Ottocento e i primi del Novecento, confluirono in biblioteca numerosi legati privati, per la maggior parte smembrati e fusi con il patrimonio librario generale. Nel 1797 il Governo Provvisorio cittadino trasformò la Queriniana in “Libraria Nazionale”, destinandola a sede delle biblioteche di enti ecclesiastici e religiosi che nel frattempo erano stati soppressi.
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Attualmente la Queriniana è biblioteca centro-sistema del Sistema Bibliotecario Urbano di Brescia, che comprende anche l’Emeroteca scientifica con oltre 6.000 testate di periodici storici e correnti, l’Emeroteca d’attualità, otto biblioteche decentrate, una biblioteca specialistica, la Mediateca e una sala di lettura esterna. Il patrimonio della Queriniana è di circa 600.000 volumi a stampa, tra antichi e moderni (150.000 circa costituiscono il fondo antico, di cui 1158 incunaboli e 8386 cinquecentine) e oltre 10.000 manoscritti, tra codici, documenti sciolti e materiali epistolari.
LA RINASCITA DI BERGAMO E BRESCIA Tommaso Revera
CAPITALE ITALIANA
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PER L’ANNO 2023, IL TITOLO DI CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA, IN VIA STRAORDINARIA È STATO CONFERITO ALLE CITTÀ DI
BERGAMO E BRESCIA
AL FINE DI PROMUOVERE IL RILANCIO SOCIO-ECONOMICO E CULTURALE DI DUE COMUNI CHE, CON LE RISPETTIVE PROVINCE, SONO STATI I PIÙ COLPITI DALL’EMERGENZA SANITARIA DA COVID-19
LA CULTURA PER RIPARTIRE Bergamo e Brescia, dopo i mesi difficili che hanno vissuto, si apprestano a percorrere mano nella mano un percorso che le porterà a diventare Capitali italiane della Cultura nel 2023. Una candidatura congiunta che ha messo d’accordi tutti, una grande occasione di rilancio per entrambe le città come ha sottolineato anche Devis Dori, il deputato 5 Stelle a cui si deve la paternità di questa brillante intuizione. Dal 17 luglio, dunque, giorno in cui è arrivato il semaforo verde anche da Palazzo Madama, le due città hanno iniziato a discutere la rinascita nei dettagli. Una cabina di regia studierà un programma di mostre, eventi, performance, vernici, contaminazioni e percorsi che sconfineranno in entrambe le province. Si pensa ad un viaggio nella grande bellezza, ma soprattutto a un progetto che lasci un segno nel tempo. Visto l’ampio margine di tempo a disposizione - a gennaio 2022 Bergamo e Brescia dovranno presentare al Mibact un dossier unitario con le iniziative decise per valorizzare il proprio patrimonio culturale - ci attendiamo grandi cose. Di questa attesa ci facciamo interpreti iniziando, da questo numero, a pubblicare un’inchiesta condotta tra i bresciani e i bergamaschi per capire cosa ne pensano dell’evento. Personaggi illustri e no, coinvolti con la cultura certo, ma anche no. Se volete dire anche voi cosa ne pensate scriveteci e vi daremo spazio.
Cosa vi aspettate? Come vorreste che fosse? Avete timore del disturbo che potrebbe creare? Quale idea volete suggerire a chi organizzerà l’evento che, ricordiamo, durerà un intero anno? Tutto per capire insieme come affrontare questa sfida irripetibile, strategica sotto il profilo economico, certo, ma anche per sviluppare una diversa e migliore conoscenza del nostro vicino di casa. Abbiamo scoperto che ben pochi conoscono l’altra città. Quindi ogni mese realizzeremo su entrambi i magazine di Brescia e di Bergamo, una serie di reportage per far conoscere meglio reciprocamente le due città e le rispettive province e i tanti tesori che nascondono. E che non tutti conoscono, qui a due passi da casa. Gori e Del Bono, i due sindaci, sostengono che il grande balzo lo si avrà quando Bergamo e Brescia capiranno di imboccare insieme un nuovo percorso di collaborazione, su tutti fronti e non solo in ambito “culturale”. Noi ci crediamo, anzi ci abbiamo creduto tanto tempo fa, quando duplicammo a Brescia il nostro magazine, giunto oggi al 16° compleanno, promuovendo, come nessun altro media locale, la conoscenza reciproca tra bergamaschi e bresciani e l’interscambio tra i due territori.
NELLE FOTO IN ALTO A SINISTRA PIAZZA VECCHIA A BERGAMO E A DESTRA PIAZZA DELLA LOGGIA A BRESCIA. SOTTO A SINISTRA EMILIO DEL BONO, SINDACO DI BRESCIA E A DESTRA GIORGIO GORI, SINDACO DI BERGAMO
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Alberta Marniga, Presidente Fondazione della Comunità Bresciana Brescia e Bergamo Capitali Italiane della Cultura. Cosa ne pensa? “Non possiamo che provare grande soddisfazione per il riconoscimento delle città di Brescia e Bergamo quali Capitali Italiane della Cultura 2023. Brescia è sempre stata conosciuta per altre caratteristiche, quali il profondo spirito imprenditoriale. Ora sarà invece possibile mostrare anche la ricchezza di cultura, generosità e tradizione che la nostra città può vantare per merito anche di quell’imprenditorialità che le è propria e che ha saputo raggiungere grandi risultati”. Quali sono le iniziative secondo lei sulle quali bisognerebbe puntare? “Le persone sono sempre più attratte dai luoghi e dalle manifestazioni che riescono a stupire, ad emozionare ed a rimanere nel cuore come esperienze che non si potranno mai dimenticare. Ecco: in questa direzione penso debbano andare le iniziative che potranno valorizzare il nostro patrimonio artistico, culturale e naturale”. Come immagina la nostra città nel 2023? “Per il 2023 immagino una Brescia aperta, accogliente e solidale. Tre elementi senza i quali qualsiasi genere di sviluppo non è nemmeno pensabile”. Come la fondazione che presiede coglierà questa straordinaria opportunità per dar seguito alle iniziative filantropiche di cui è spesso promotrice? “La Fondazione farà certamente la sua parte. Fondazione Comunità Bresciana è una fondazione di comunità, pertanto è nella comunità che trova le sue radici ed è nuovamente nella comunità che dà i suoi frutti. Ognuno di noi deve attivarsi ed essere attivato ad operare, entrando in un’ottica di condivisione”. Quali sono i monumenti o i siti culturali che andrebbero valorizzati in città e in provincia? “Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Mi viene in mente la Via Crucis di Cerveno, con le sue statue lignee ad altezza naturale, il Teatro Grande, vero gioiello nel cuore della città, il Vittoriale a Gardone Riviera, già molto valorizzato rispetto agli anni passati, il Castello di Padernello, straordinariamente recuperato da un rudere abbandonato, la Rocca di Lonato, un luogo fatato, il Castello di Brescia, fortezza unica in centro città, il complesso di Santa Giulia con i suoi siti romani e medievali, le tante chiese che costituiscono un museo diffuso in tutta la nostra Provincia. E non dimentichiamo le nostre montagne e i nostri laghi, patrimonio naturalistico di straordinario valore”. Quali tipologie di eventi/manifestazioni non dovrebbero mancare nel cartellone degli appuntamenti che verranno allestiti per far conoscere meglio lo spirito della Leonessa? “Posso dire che Brescia è già da anni ricca di eventi e proposte culturali.Valorizzarle ulteriormente – anche attraverso un lavoro di rete tra i diversi attori – consentirebbe una fruizione del patrimonio da parte di molte più persone”. Una parola chiave su cui far leva per la Brescia dei prossimi anni? “Ne propongo tre: comunità, solidarietà e sviluppo”. Per quale motivo crede che essere eletti Capitale Italiana della Cultura possa avere ripercussioni positive sulla nostra città? “Una doppia occasione: che gli altri possano vederci con occhi diversi e che i bresciani riescano ad essere loro stessi ambasciatori del nostro territorio. Questo avrà un valore immenso che rimarrà patrimonio di tutti e che potrà essere utilizzato a tutto tondo a beneficio della nostra città”. Cosa conosce di Bergamo e, nel caso, qual è il luogo che invidia maggiormente ai cugini orobici? “A Bergamo non invidio un luogo, piuttosto la maggiore visibilità di cui può godere. È innegabile che la Città Alta abbia uno straordinario appeal e già da moltissimo tempo. Brescia ha imparato più recentemente a far conoscere le sue bellezze. Ma la doppia candidatura sono certa che porterà a lavorare insieme e a farci sentire sempre più due città “da non perdere”. (Tommaso Revera)
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Elisabetta Olivari, Ufficio Stampa e pubbliche relazioni
Bergamo e Brescia, sarà l’elezione a Capitali della Cultura un trait d’union che porterà alla cooperazione tra la Dea e la Leonessa. Come vede questa collaborazione a livello territoriale? “Direi che è un’ottima occasione, un’opportunità che entrambe le città devono cogliere nel modo migliore possibile e ci sono tutte le premesse affinché questo avvenga”. Che impatto possiamo aspettarci a livello socio-economico? “Sicuramente può avere un impatto interessante perché chiaramente le città offriranno proposte culturali, itinerari, occasioni di permanenza, di fruizione dei servizi, esperienze condivise da vivere su entrambi i territori. Sono due città che possono offrire molto dal punto di vista culturale, paesaggistico ed ambientale, insomma, ci sono tutte le premesse affinché quest’occasione diventi anche un volano per il territorio”. E quali risorse potrebbero essere messe in atto dall’amministrazione per valorizzare il territorio? “Entrambe le amministrazioni avranno sicuramente la capacità di proporre percorsi, mostre, itinerari ed eventi culturali che senz’altro faranno da richiamo non solo per i nostri territori, l’hinterland dei territori, le nostre province ma anche per il nostro Paese; è infatti la prima volta che ci sono due città Capitali della Cultura Italiana. È l’occasione per visitare insieme e cogliere tutte le diverse proposte delle città, che saranno artistiche, culturali, musicali, teatrali. Si metterà a sistema, costruendo un carnet di proposte che certamente saranno interessanti. Se si pensa che col festival pianistico Bergamo e Brescia c’è una sinergia molto importante che coinvolge melomani, non solo delle due città ma anche a livello nazionale, sicuramente vedremo un esperimento interessante, ben riuscito negli anni e da cui senz’altro prendere spunto. Diciamo poi che sono molti i circuiti museali che si mettono in relazione creando una sinergia; da Santa Giulia, alla Carrara, alla Gamec, al Museo Storico o quello delle Scienze Naturali. Bergamo ha i colli, Brescia i laghi. E non dimentichiamo infine la gastronomia, tutto il tema dell’esperienza enogastonomica e le due città da questo punto di vista possono offrire molto. Non ultime le vie del vino, il Valcalepio e la Franciacorta”. (Sabrina Scandali)
VORREMMO...
AL+ PRESTO
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Renato Corsini, direttore artistico Ma.Co.f-centro della fotografia italiana
“Il progetto “Brescia-Bergamo capitali della cultura” è ormai avviato nella giusta direzione: quella di un riconoscimento a due città d’arte culturalmente vicine, geograficamente confinanti che vantano eccellenze di assoluto rilievo. Le accomunano tradizione, storia, architettura e bellezze naturali. Sdoganato, soprattutto per Brescia, lo scomodo bagaglio che le relegava a preminente bacino di produzione industriale, negli ultimi anni le due città hanno investito molto nel settore della cultura. In questi mesi, entrambe, vantano purtroppo un altro primato non certo auspicabile: quello di essere state pesantemente colpite dal malefico virus Covid-19. Ne avremmo fatto volentieri a meno, ma ci siamo adoperati per superarlo e pare, dico pare e in barba a tutti quelli che ogni giorno sentenziano contrastanti verità, ci stiamo riuscendo. Tengo, a tal proposito, a precisare che saremo “capitali della cultura” per i programmi, i percorsi artistici e le iniziative che le nostre due città hanno messo in campo e che sono il frutto di scelte comuni, orgogliosamente rivendicate per il loro valore culturale e non per il numero dei decessi, non per le tristi percentuali dei contagi e non per una sorta di compensazione assistenziale. Per Brescia e Bergamo sarà piuttosto un occasione di entusiasmo, di rinnovata partecipazione e di valorizzazione delle rispettive ricchezze artistiche. Ricchezze presenti su tutto il territorio che dovranno, a mio avviso, coinvolgere anche i paesi della provincia, non dimenticandoci che la cultura non è solo Musei e Mostre ma anche e sopratutto patrimonio di tradizioni e innovazioni. Se saremo in grado, e ritengo che lo saremo, di esprimere tutto questo, Brescia e Bergamo, nel 2023, potranno vivere una forma di Rinascimento che lascerà il segno in tutti i settori. Personalmente con il Ma.Co.f - Centro della Fotografia Italiana, cercherò di attivare iniziative intese a proporre protagonisti e percorsi legati al tema che verrà individuato per l’ evento. Mi auguro che le due città non si pongano in una, non dichiarata ma tangibile, competizione nell’esibire le proprie ricchezze: sarebbe un errore di presunzione penalizzante nei confronti di un pubblico e di un’ informazione che dovranno invece apprezzare i nostri sforzi comuni. Dovremo convincere tutti del valore delle nostre eccellenze e dei nostri meriti, indipendentemente dalla pandemia: mi spiacerebbe che in futuro qualcuno ricordasse il “restauro” della Vittoria Alata con il termine “sanificazione”, che pensasse che il suo trasporto a Firenze sia stato fatto con un’ autolettiga della Croce Bianca e che la pulizia del suo drappeggio sia consistito in un lavaggio con l’amuchina”. (R.Corsini)
RIVEDERVI
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Oscar Fusini, direttore Ascom Bergamo
Tra i vari enti che parteciperanno attivamente alla promozione della città c’è Ascom, l’Associazione che riunisce la Confederazione Generale delle Imprese delle Attività Professionali e dei Lavoratori Autonomi, il cui direttore, Oscar Fusini, ha risposto a qualche domanda: Lei cosa ne pensa dell’evento “Bergamo, Capitale della Cultura 2023”? “Questa è una bella occasione per Bergamo per far ripartire il turismo, inoltre questo evento rappresenta una grande occasione per il consolidamento del turismo e del commercio affinché si possa finalmente valorizzare le bellezze della città. Ovviamente solo se c’è una forte collaborazione tra i vari enti sia commerciali che turistici, e grazie a un’associazione come la nostra, sarà possibile arrivare al 2023 con il giusto programma”. Da cittadino cosa potrebbe organizzare Bergamo per mostrarsi competitiva e valida agli occhi dei turisti e dei cittadini? “La città ha tutte le caratteristiche e le potenzialità per rilanciare il suo appeal verso tutti coloro che torneranno a visitare Bergamo. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Dopo anni di affluenza turistica dovuta in particolare al turismo leisure grazie all’aeroporto di Orio al Serio, che verteva in particolare su Città Alta, è arrivato il momento di valorizzare non solo le bellezze della Città Alta, angoli nascosti e per pochi, ma dare un nuovo impulso alla Città Bassa”. Come immagina Bergamo nel 2023? “Ci sono grandi speranze e aspettative! È logico che i prossimi due anni saranno cruciali per sanare le ferite causate dal virus. Un punto cruciale da rispettare dal 2021 sarà quello di crescere in chiave turistica e la chiusura del Relais San Lorenzo in Piazza Mascheroni lo dimostra. La città dovrà fare parecchi sforzi per poter gestire nuovamente un hotel cinque stelle e speriamo ce la faccia”. La sua associazione come si organizzerà da qui al 2023? “Naturalmente, Ascom è pronta a coordinare non solo le categorie della ristorazione ma anche tutti quegli enti che vorranno proporre un planning volto a ridare lustro a una città ricchissima di storia ma che troppo spesso non è stata capace di darle il giusto riconoscimento. Un’altra iniziativa che non va sottovalutata è l’asse di collegamento tra Bergamo e Brescia: rivali per troppo tempo che adesso devono capire di poter. . .e volere collaborare per un bene comune”. (L.Boccardini)
ANCORA
CAPITALE ITALIANA
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Iginio Massari, maestro pasticciere Ph.Sergio Nessi
Brescia e Bergamo saranno Capitali Italiane della Cultura nel 2023. Cosa ne pensa? “Il 2023 è già domani. Penso che se le città hanno ricevuto questo riconoscimento, è perché se lo sono meritato. Ho è un pagamento di una manchevolezza morale precedente? “. Quali sono le iniziative secondo lei sulle quali bisognerebbe puntare? “Città pulite, ma veramente pulite, non solo perché lo scrivono i giornali o ne parlano le tv. Un buon servizio e qualità in tutto il food, con segnalazioni meritevoli serie, negozi di ogni genere accoglienti, conferenze e convegni di ogni settore, in più spazi con immagini o musiche appropriate, mostrare alla gente perché Brescia ha avuto questo riconoscimento”. Come immagina la nostra città nel 2023? “Immaginare vuol dire sognare. Ipotizzare al riguardo uno scenario preciso, significherebbe fornire una falsa profezia. Spero che la città sia come sopra ho descritto. Se la cultura è una città sporca, ben venga lo sporco”. Dovesse rappresentare con un dolce la nostra città, quale a suo avviso è il più indicato? “Il Bussolà, per la sua forma tonda a ciambella, racchiude simbolicamente un segno di protezione, che è quello che il cittadino sogna vivendo nella propria città”. Quali sono i monumenti o i siti culturali che andrebbero valorizzati in città e in provincia? “Castello sul colle Cidneo, è oggi sede del Museo dei Risorgimento, del Museo delle Armi, San Salvatore e Santa Giulia: due nomi per indicare la medesima costruzione. Da Tebaldo Brusato ad Arnaldo da Brescia, da Niccolò Tartaglia a Tito Speri. Il Broletto, la torre del Popolo, la Rotonda del Duomo, o il contrastante barocco del Duomo Nuovo. Pochi passi più in là, lo stupendo Palazzo Loggia, oggi sede del comune della città. Sul lato orientale della splendida piazza, l’orologio de i “Macc de le ure”. I bresciani li hanno ribattezzati con il nome affettuoso di “Tone e Batista”. Due santi che fanno parte della storia della città: Faustino e Giovita. Narra la leggenda che i due respinsero con le mani le palle di cannone sparate contro la città dai soldati dei Visconti, al comando di Niccolò Piccinino. Per questo episodio questi santi diventano i patroni di Brescia. Sotto la volta di porta Bruciata, alla fine dei portici in direzione nord, c’è la minuscola chiesa di Santa Rita, già S. Faustino in riposo. Celebrati artisti pittori come Foppa, Savoldo, Paglia, Romanino, il Moretto…”. Una parola chiave su cui far leva per la Brescia dei prossimi anni? ““Quadrato”, per fare un esempio, il quadrato ha tutti i lati uguali; io, poi, posso sbizzarrirmi a colorare ogni lato diverso, ma rimane sempre un quadrato. Lo stesso dicasi per il piano: il numero dei tasti è fisso, come il loro suono, però su di essi è stato creato un universo di arie.“Fare quadrato”, potrebbe essere la parola magica”. Essere eletti Capitale Italiana della Cultura crede possa avere ripercussioni positive sulla nostra città? Da imprenditore quali sono le sue aspettative in questo senso? “La mia città è anche il luogo privilegiato dell’anima. Per questo non è facile parlarne. Solo Dio sa quanto è difficile! Nel mio settore prima del Covid, la mia attività era visitata da molti turisti italiani e con una percentuale più elevata di quelli stranieri. Probabilmente attraverso una comunicazione corretta e attiva si può riprendere quello che è stato smarrito”. Cosa conosce di Bergamo e, nel caso, qual è il luogo che invidia maggiormente ai cugini orobici? “A livello geografico, Bergamo alta, è viva e appartiene al cittadino, nello sport in questo momento il calcio”. (Tommaso Revera)
CAPITALE ITALIANA
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Piero Calvi di Bergolo, Consigliere Tennis Club Bergamo Ph.Sergio Nessi
Dottor Pietro Calvi, ha sentito parlare dell’evento, prossimo, “Bergamo Brescia – Capitale della Cultura 2023”? “Certo che ne ho sentito parlare! Nonostante io non sia nato a Bergamo, ho imparato a conoscere la città soltanto dopo il matrimonio e l’impressione che mi ha fatto, fin da subito, è stata super positiva. Insomma. . .Bergamo è una città con grandi meriti: la sua storia, per esempio, è un asso nella manica che altri luoghi non hanno. Bergamo in sé rappresenta l’ultimo baluardo che lega il mondo veneziano, quello della Serenissima e del suo spirito commerciale, con quello longobardo forte e battagliero. Penso che questo evento sia veramente una grande opportunità per far conoscere e anche per far riscoprire sia ai cittadini che ai turisti una città dalle mille sfaccettature”. Cosa dovrebbe o potrebbe fare Bergamo per dimostrarsi attrattiva? “Penso che per il 2023, la città dovrebbe presentarsi con i suoi valori intrinseci, ovvero quei punti di forza che Bergamo già possiede e che non può cedere o modificare perché sono valori veri, genuini e che, grazie alla laboriosità dei bergamaschi e alla loro tenacia, hanno reso la zona una delle più ricche d’Europa. Naturalmente dietro le quinte ci deve essere un efficiente apparato di comunicazione sia tra gli enti territoriali che tra le persone. Credo veramente che la parola d’ordine di questa organizzazione sia: comunicazione”. Come immagina la “Capitale della cultura 2023”? “Come spesso accade quando si parte per un viaggio, è sempre eccitante vivere i momenti prima della partenza: conoscere meglio la destinazione, capire i luoghi da visitare, dove mangiare e così via. Per cui, come quando si va in vacanza, anche per questo evento vorrei godermi gli aspetti della preparazione”. Cosa valorizzerebbe della città? “Beh. . .tolto il fatto che, come ho detto prima, Bergamo ha tantissime qualità che devono solo venire “lustrate” meglio. Comunque sia, valorizzerei di più l’anima dei bergamaschi. Nel senso che il bergamasco si “vende” poco e viene troppo spesso etichettato come persona che pensa solo a lavorare, mentre quando si crea un rapporto, che sia di amicizia o sentimentale, si scoprono tantissimi altri suoi valori. Ma bisogna avere la pazienza di andare a cercarli! Per quanto riguarda gli aspetti migliorabili, sicuramente la linea ferroviaria che collega Bergamo a Milano e l’entrata dell’autostrada. Da persona che viaggia molto, non credo che una città come Bergamo debba avere un simile svincolo». Come Consigliere del Tennis Club di Bergamo, e quindi parlando per l’associazione, cosa pensa di offrire alle persone per mostrare la vostra presenza? «Mah, in questo periodo è difficile riuscire ad avere una visione lungimirante, anche perché il 2023 è lontano. Nonostante questo, mi piacerebbe che si creasse una sorta di consorzio con le altre associazioni sportive, vedi la pallavolo o il basket piuttosto che il calcio, in modo da mostrare a tutti quanto lo spirito sportivo sia presente e fondamentale. E poi non si può escludere qualche presentazione oppure dei tornei speciali. Ancora non lo so, lo scopriremo con il tempo”. (L.Boccardini)
COSÌ FELICI
IMMAGINI TRATTE DALLA RUBRICA CHI C’ERA QUI BERGAMO E BRESCIA, ANNO 2019. LE FOTO SONO DI SERGIO NESSI PAOLO BIAVA FEDERICO BUSCARINO PAOLO STROPPA MATTEO MARIOLI
CAPITALE ITALIANA
t culura DELLA
palazzo moroni e i giardini del cavaliere in rosa Al n°12 di Via Porta Dipinta, sotto la Rocca Civica, si apre il portale d’ingresso di una delle più autentiche espressioni dell’arte barocca in Bergamo: Palazzo Moroni. La costruzione del Palazzo fu voluta e realizzata da Francesco Moroni, nato nel 1606 nel cuore di Città Alta, nel palazzo di Via Gombito dove mezzo secolo prima i Moroni si erano trasferiti da Albino, luogo d’origine di questa nobile famiglia le cui memorie risalgono al 1300. Le fortune di Francesco, il matrimonio con Lucrezia Roncalli nel 1631 ed i numerosi figli che ne seguirono, lo indussero alla costruzione del Palazzo sul terreno di “Porta Penta”, l’attuale Porta Dipinta, vendutogli dalla famiglia dei conti Pesenti, poi estinta. Come si legge nel libro dei conti della “Fabbrica di Porta Penta” (l’odierna Porta Dipinta), conservato nell’archivio Moroni, i lavori durarono trent’anni, dal 1636 al 1666, e vennero eseguiti dal maestro Battista della Giovanna. La facciata del palazzo non fu progettata per una visione frontale, in quanto situata dirimpetto a Palazzo Marenzi; quest’ultimo, acquistato dalla famiglia Moroni nel 1878, fu successivamente demolito per creare l’ampia panoramica tutt’ora esistentAl n°12 di Via Porta Dipinta, sotto la Rocca Civica, si apre il portale d’ingresso di una delle più autentiche espressioni dell’arte barocca in Bergamo: Palazzo Moroni. La costruzione del Palazzo fu voluta e realizzata da Francesco Moroni, nato nel 1606 nel cuore di Città Alta, nel palazzo di Via Gombito dove mezzo secolo prima i Moroni si erano trasferiti da Albino, luogo d’origine di questa nobile famiglia le cui memorie risalgono al 1300.
palazzo moroni e i giardini del cavaliere in rosa Le fortune di Francesco, il matrimonio con Lucrezia Roncalli nel 1631 ed i numerosi figli che ne seguirono, lo indussero alla costruzione del Palazzo sul terreno di “Porta Penta”, l’attuale Porta Dipinta, vendutogli dalla famiglia dei conti Pesenti, poi estinta. Come si legge nel libro dei conti della “Fabbrica di Porta Penta” (l’odierna Porta Dipinta), conservato nell’archivio Moroni, i lavori durarono trent’anni, dal 1636 al 1666, e vennero eseguiti dal maestro Battista della Giovanna. La facciata del palazzo non fu progettata per una visione frontale, in quanto situata dirimpetto a Palazzo Marenzi; quest’ultimo, acquistato dalla famiglia Moroni nel 1878, fu successivamente demolito per creare l’ampia panoramica tutt’ora esistente sulla pianura.
Chi era il cavaliere in rosa? Il cavaliere in rosa è un dipinto ad olio su tela conservato presso palazzo Moroni in via Porta Dipinta di Bergamo, eseguito da Giovan Battista Moroni nel 1560. La figura del cavaliere in rosa fu identificata nel ventiquattrenne Gian Gerolamo Grumelli di Bergamo dallo storico Giuseppe Locatelli Milesi riprendendo quanto veniva scritto dal Foresti nella sua descrizione del palazzo Moroni in Stezzano: Nella sala superiore del Palazzo di Stezzano, situato in capo alla scala maggiore il ritratto di Giangerolamo in tutta figura vestito alla spagnola parto mirabile dell’insigne pennello del bergamasco Gianbattista Moroni, ed è il quadro più conosciuto e ricordato dell’artista proprio per i suoi colori vivaci. Il quadro era di proprietà della famiglia Grumelli, il discendente Marcantonio Fermo Grumelli lo consegnò alla famiglia Moroni nel 1871 insieme al dipinto rappresentante la sua seconda moglie Isotta Brembati, (anche per lei queste erano le seconde nozze). Il Grumelli era una persona di notevole importanza in Bergamo, era presidente del Tribunale del Paci, dell’ospedale, e del Pio luogo della Magnifica Pietà. L’abbigliamento alla spagnola che sfoggia nel quadro il soggetto è una testimonianza di quanto gli spagnoli avessero contagiato la moda del tempo, abbigliamento che fece considerare il Grumelli esponente del partito filospagnolo anche se non vi è di questo nessuna documentazione. Serve considerare che egli, oltre ad essere forse favorevole agli spagnoli aveva anche ottimi rapporti con i rappresentanti della chiesa locale, molta fu la corrispondenza che intercorse tra lui e il cardinale Borromeo mentre Bergamo era governata dai veneziani.
palazzo moroni e i giardini del cavaliere in rosa
Nel 1649 Francesco Moroni ne affidò la decorazione a Gian Giacomo Barbelli (1604-1656), fecondo pittore cremasco, autore di pregevoli affreschi come quelli di un’altra prestigiosa dimora cittadina, Palazzo Terzi. Suggeriti dallo stesso committente, i soggetti degli affreschi ebbero come ispiratore ed interprete l’erudito contemporaneo padre Donato Calvi, priore del vicino convento di Sant’ Agostino, come dimostra il suo libro edito a Bergamo nel 1655: “Le Misteriose pitture di Palazzo Moroni spiegate dall’Ansioso Accademico Donato Calvi Vice Principe dell’Accademia degli Eccitati all’Illustrissimo Sig.Francesco Moroni”.
Nel 1649 Francesco Moroni ne affidò la decorazione a Gian Giacomo Barbelli (1604-1656), fecondo pittore cremasco, autore di pregevoli affreschi come quelli di un’altra prestigiosa dimora cittadina, Palazzo Terzi. Suggeriti dallo stesso committente, i soggetti degli affreschi ebbero come ispiratore ed interprete l’erudito contemporaneo padre Donato Calvi, priore del vicino convento di Sant’ Agostino, come dimostra il suo libro edito a Bergamo nel 1655: “Le Misteriose pitture di Palazzo Moroni spiegate dall’Ansioso Accademico Donato Calvi Vice Principe dell’Accademia degli Eccitati all’Illustrissimo Sig.Francesco Moroni”.
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ATLANTE DELLA BELLEZZA
DONNE DEL MONDO IN 500 RITRATTI
KYRGYZSTAN
Fotografie Mihaela Noroc
ICELAND
La fotografa rumena Mihaela Noroc ha viaggiato in tutti i continenti del mondo negli ultimi anni per cogliere il senso della bellezza in diversi paesi. Con oltre 2.000 donne fotografate in 53 paesi, ha recentemente pubblicato il suo primo libro, “Atlante della bellezza: Donne del mondo in 500 ritratti”. Abbiamo scelto alcuni dei nostri preferiti per voi L’Atlante della bellezza è nato nel paese natale di Mihaela Noroc come un piccolo progetto finanziato attraverso i risparmi personali della fotografa. Si è innamorata della fotografia all’età di 16 anni e ha usato sua sorella e sua madre come prime modelle.
AFGHANISTAN MYANMAR
Dopo l’adolescenza, voleva intraprendere la carriera di fotografa, ma è stata scoraggiata dai docenti della sua università. Si è presa una pausa, ma si è innamorata di nuovo della fotografia dopo un viaggio in Etiopia nel 2013. Ma con il potere dei social media e di internet, la sua opera non è rimasta nel cassetto per troppo tempo. La voce si è diffusa rapidamente e ha iniziato a ricevere centinaia di messaggi da persone in tutto il mondo. Le donazioni di persone gentili le hanno permesso di continuare a lavorare al progetto a tempo pieno. Lei apprezza la bellezza che le persone, soprattutto le donne, hanno ed il luogo da cui provengono. Per rompere gli stereotipi che vengono mostrati dai media quando si tratta di belle donne, Mihaela Noroc ha voluto mostrare la vera diversità della bellezza.
PARIS ETHIOPIE
La sua bellezza può assumere molte forme e dimensioni e questo è ciò che vuole mostrare nella sua fotografia. Per lei “la bellezza è nelle nostre differenze, si tratta di essere se stessi, naturali e autentici, non di tendenze, razza o status sociale”. Questo è uno dei motivi per cui preferisce fotografare donne che non si truccano o si truccano in modo naturale. Secondo lei, “se il nostro esterno è naturale e autentico, il nostro interno sarà più visibile”. Si può chiaramente vedere questa filosofia nella sua fotografia.Quando si tratta di interagire con i suoi soggetti, la situazione può diventare complicata ma non impossibile. Anche se riesce a cavarsela in cinque lingue diverse e cerca di parlare con le donne ogni volta che può, il più delle volte basta il linguaggio del corpo. Ha anche cercato, dove possibile, di fotografare l’ambiente intorno alle donne, poiché l’ambiente aiuta a raccontare la storia della sua modella.
ECUADOR ROMANIA
Durante i suoi viaggi, una delle cose che è diventata evidente per Mihaela Noroc è la discriminazione che le donne affrontano in tutto il mondo. Lei spera che raccontando le loro storie la gente si renda conto che le donne meritano piÚ rispetto di quello che hanno ora. Il vero talento di Mihaela Noroc sta nel modo in cui cattura le donne, in un modo molto familiare, come se si conoscessero da una vita. Anche se a volte non riesce ad avere una conversazione con il suo soggetto, le donne sembrano comunque molto rilassate e i loro occhi raccontano una storia.
USA IRAN
Per il suo libro, Atlante della bellezza: Donne del mondo in 500 ritratti, da completare, ha viaggiato per 15 mesi in tutto il mondo. Lontana dalla sua famiglia, esplorando i paesi da sola, racconta che quando può preferisce viaggiare via terra piuttosto che volare, per sperimentare la bellezza dei paesi. Uno dei suoi momenti preferiti da catturare è stato nei campi profughi in Grecia. Ha detto che quando ha visitato il campo è stata toccata da tutte queste persone provenienti da luoghi diversi e culture diverse che vivono e lavorano insieme per un bene più grande.
NORTH KOREA
ATLANTE DELLA BELLEZZA
DONNE DEL MONDO IN 500 RITRATTI Mihaela Noroc
Sorprendentemente per gli spettatori delle immagini, alcune donne sono state anche riluttanti a partecipare una volta scoperto che il progetto riguarda le bellezze del mondo, in quanto non si considerano persone belle. Mihaela Noroc spera che, scattando le foto e mostrandole al mondo, queste donne costruiscano fiducia e realizzino la loro bellezza. Con molte donne si tiene in contatto via Facebook o e-mail. Anche se il suo progetto è stato pubblicato, Mihaela Noroc non lo vede come la fine. È ancora molto desiderosa di continuare i suoi viaggi, di esplorare nuovi luoghi e di immortalare più soggetti nelle sue fotografie fino a quando non riuscirà a fotografare tutti nel mondo. Spera che in futuro catturi ancora più diversità, soprattutto quando si tratta di età. Quando le è stato chiesto se fotograferà gli uomini, ha spiegato che per ora continuerà a fotografare le donne, perché c’è una diversa comprensione tra le donne.
The F1rst: a Bergamo il nuovo concept store firmato Tiziana Fausti Fotografie Paolo Biava
Nella splendida cornice del Centro Piacentiniano - Piazza Dante, da sempre luogo di passaggio e di incontro, situato nelle vicinanze della storica boutique Tiziana Fausti ha aperto THE F1RST, primo e unico concept store dedicato all’abbigliamento streetwear di ricerca. Spazi contemporanei, sofisticati e luminosi, caratterizzano questo store nato dall’idea di Tiziana Fausti di portare nella sua Bergamo, che da sempre l’ha sostenuta nella carriera, un tocco di internazionalità dove il glamour di Parigi, la velocità di New York e l’ecletticità di Los Angeles si fondono in un solo luogo. L’acquirente, il visitatore, il curioso che decide di entrare in THE F1RST troverà un’esclusiva selezione di abbigliamento e accessori interamente dedicati allo streetwear: Stone Island, Y-3, Maison Margiela, Vans e Puma sono solo alcuni dei brand esposti. Allo stesso tempo è facile scoprire capi e articoli di designer emergenti, da Maison Kitsuné a Common Projects fino ad Ambush. In THE F1RST si trovano sneakers, collaborazioni in edizione limitata, capispalla tecnici, piumini, felpe, t-shirts, cappelli e zaini.
THE F1RST // BRAND LIST 1017 ALYX 9SM ADIDAS STATEMENT AMBUSH AUTRY BARBOUR MADE FOR JAPAN CANADA GOOSE CHAMPION X CRAIG GREEN CHINATOWN MARKET COMME DES GARÇONS SHIRT COMMON PROJECTS GRAMICCI HOKA ONE ONE KENZO LACOSTE LACOSTE L!VE LEVI’S MADE & CRAFTED MAISON KITSUNÉ MAISON MARGIELA MIZUNO NAPA by MARTINE ROSE PUMA RAF SIMONS STONE ISLAND SHADOW PROJECT STUSSY VANS VEJA Y-3 Con l’inaugurazione di THE F1RST, Tiziana Fausti offre ai suoi clienti un universo di nuove percezioni, per una Bergamo proiettata nel futuro.
THE F1RST È APERTO AL PUBBLICO CON I SEGUENTI ORARI: LUNEDÌ 15:00-19:30 MARTEDÌ - VENERDÌ 10:00-13:00 15:00-19:30 SABATO 9:30- 13:00 15.00-19:30 INGRESSO PIAZZA DANTE, ANGOLO VIA MONTE SABOTINO TEL. 035 0066642 - THEF1RST@TIZIANAFAUSTI.COM
fuochi di paglia di Giorgio Paglia www.fuochidipaglia.it
LA NOTTE DELLA LOGICA Siamo in autunno e la luce gradualmente sta lasciando sempre più spazio al buio. Con l’avanzare della brutta stagione arriverà anche la solita influenza che andrà ad aggiungersi al famigerato Covid19. È facile prevedere che il panico sarà latente nella popolazione, non potendosi distinguere correttamente i sintomi dei due virus. In questi 7 mesi la pandemia ha già fatto dei danni inestimabili, sia sotto l’aspetto delle vittime che stanno superando il milione in tutto il mondo, che sotto il profilo economico, dove migliaia di aziende si accingono a chiudere. Il problema è stato semplice. La Cina inizialmente ha tenuto nascosto le conseguenze del nuovo virus e poi ha taroccato i dati sulle vittime e sugli effetti. Così, senza immediate precauzioni, il contagio si è diffuso rapidamente in tutto il globo. Poi ci sono stati i tentennamenti dei vari governi che non sapevano proprio cosa fare. Abbiamo assistito all’agire degli impavidi che hanno sottostimato i pericoli affrontandoli de visu (senza mascherina!) e al tentennare dei timorosi che hanno adottato fin dall’inizio le misure più svariate. Di errori se ne sono visti molti. Innanzitutto un’informazione televisiva e giornalistica tendenziosa che ha alimentato la paura, trasmettendo una miriade di dati non verificati, non pesati e senza soluzione di continuità. Ad oggi non abbiamo ancora realmente capito chi sia davvero morto per il Covid e chi sia deceduto per altre cause ma anche con il Covid. Poi, si continua erroneamente a parlare di una classifica nazionale dei decessi, senza raffrontarli al numero della popolazione locale: ad esempio mille morti a Malta corrispondono all’esatta percentuale di 3 milioni di decessi in Cina (è sempre lo 0,2% degli abitanti di ogni rispettiva nazione). Capite bene come sia facile influenzare la sola percezione? È semplicemente la differenza tra i numeri assoluti e quelli relativi che fa cambiare i ragionamenti. Parimenti abbiamo assistito a scienziati e virologi, vere stars degli schermi, che, in assenza di dati scientifici certi, si sono sbizzarriti in opinioni ed ipotesi indimostrabili e facilmente smentite dai fatti susseguenti. Persino sul vaccino scoppiano decine di congetture e non se ne conosce ancora l’effettiva efficacia. Ciò ha creato nell’opinione pubblica un continuo sbigottimento e uno sconcerto totale. Oggi ansia e paura stanno originando traumi peggiori dello stesso virus. Perché la fiducia è una cosa seria, recitava uno slogan, ma la si può riporre solo se la realtà viene mostrata senza tanti sotterfugi e senza tendenziosità. Ora una domanda sorge spontanea. Ma a chi sta giovando una situazione del genere? C’è da dire che la pandemia sta cambiando rapidamente lo scenario politico e finanziario. Nulla sarà più come prima e questo ce lo insegna la storia. L’influenza spagnola (1918-1920), che dopo la prima guerra mondiale uccise almeno 50 milioni di persone, contribuì a mutare gli equilibri finanziari e politici della Terra da lì a venire. Ricordiamoci che il nazismo (1919-1933) nacque proprio sulle ceneri di una grave crisi economica della Germania, che la spagnola e la crisi americana del ‘29 avevano contribuito ad enfatizzare. In tempi recenti il Covid19 ha reso ancora più ricchi alcuni personaggi già ricchissimi e sta falcidiando il ceto medio portandolo verso nuove povertà. Ciò muta radicalmente il quadro politico globale con una rapidità incredibile. Così il virus non solo sta distruggendo decine di migliaia di vite umane, ma sta sconvolgendo tutti i mercati e il tessuto sociale consolidatosi negli ultimi 65 anni. Saranno decine di milioni i posti di lavoro che andranno perduti, mentre ogni Stato, Italia compresa, si indebiterà per centinaia di miliardi euro. Debiti quasi impossibili da restituire senza lacrime e sangue. E allora ci attende un futuro davvero difficile, dove la luce della ragione lascerà il posto alla notte della logica attuale. Anche su Twitter: @Fuochidipaglia
BELLEZZA IN SICUREZZA Tommaso Revera - Fotografie @suhrya
NELL’ERA DEL POST-COVID RESTA IMMUTATO IL DESIDERIO DI BELLEZZA MA, COMPRENSIBILMENTE, CRESCE L’ESIGENZA DI PERSEGUIRE QUESTO OBIETTIVO IN TOTALE SICUREZZA Il lockdown istituto per fronteggiare l’emergenza Covid-19 non ha scalfito il desiderio di bellezza insito in ognuno di noi. Nonostante la chiusura forzata avvenuta tra il 9 marzo e il 3 maggio, infatti, Doryan Medicina Estetica ha ripreso la propria attività da dove l’aveva interrotta, segno che quanto seminato in questi due anni (risale al settembre 2018 l’apertura della clinica di via Mazzini 4, ndr.) ha prodotto i suoi frutti. Merito certamente dell’ottimo lavoro svolto dal Dott. Gianluca Doria, Direttore sanitario di Doryan Medicina Estetica, dello staff, accogliente e preparato, di cui si è attorniato in questi mesi ma anche del passaparola che, quando parliamo di salute e benessere, riveste un’importanza non banale. Oggi la clinica ha ripreso a pieno regime la propria attività consolidando la propria mission: esaudire un bisogno fisico ma soprattutto psicologico per star bene con se stessi e ritrovare il proprio equilibrio estetico con armonia e autenticità. E lo ha fatto non solo restando fedele alla propria filosofia - un approccio globale estremamente qualificato in cui il concetto di bellezza viene declinato in tutte le sue forme - ma
anche garantendo ai propri pazienti la massima sicurezza attenendosi scrupolosamente a tutte le procedure identificate dalle principali società di medicina e chirurgia estetica. Ma non solo: queste buone pratiche sono state ulteriormente implementate grazie al conseguimento di una certificazione aggiuntiva di applicazione delle misure anti-contagio Covid-19 negli ambienti di lavoro sottoscritta da un ente esterno. “Stiamo lavorando bene e questo gratifica molto gli sforzi profusi sino ad oggi - ci ha raccontato il Dott. Gianluca Doria. Stiamo seguendo tutte le accortezze del caso, molte delle quali erano già in vigore come per esempio la gestione distanziata degli appuntamenti per scongiurare eventuali incroci di persone tra una seduta e l’altra. In termini numerici sono cresciute molto le prime visite e questo mi inorgoglisce molto perché è il segno del passaparola avvenuto tra i nostri pazienti storici e quelli potenziali. La prima visita, poi, rappresenta per noi uno snodo cruciale: prestiamo molto cura all’anamnesi per stabilire ciò che realmente potrebbe essere utile consigliare al paziente”.
MEDICINA ESTETICA trattamenti medici estetici corpo (criolipolisi, cellublunt, Lesc lipoemulsione sottocutanea, fili di biostimolazione corpo, radiofrequenza corpo, carbossiterapia, fili di sostegno corpo, intradermoterapia, trattamenti adiposità) e trattamenti medici estetici viso (fototerapia a led dermalux, vampire lift con PRP, rimozione doppio mento con Lesc, rinofiller, peeling chimico, botulino, fili di sostegno, fili di biostimolazione viso, ialuronidasi, derma filler, radiofrequenza viso, bioristrutturazione profonda, biorivitalizzazione); LASER TERAPIA E LASER CHIRURGIA correzione e rimozione cicatrici, laser chirurgia, lesioni vascolari, trattamento smagliature, rimozione cicatrici acneiche, resurfacing cutaneo, rimozione macchie e tatuaggi, trattamento acne in fase attiva, rosacea, varici venose viso e corpo, macchie cutanee; CHIRURGIA PLASTICA
(ESEGUITA C/O VILLA LETIZIA A MILANO DAL DOTT. JACOPO GALLOTTI E DAL DOTT. GIANLUCA DORIA) mastoplastica,
mastopessi/lifting seno, otoplastica, rinoplastica, blefaroplastica, liposuzione, lipofilling, lifting braccia, addominoplastica; lifting facciale e cervico facciale, bichectomia, addominoplastica, lifting coscia e braccio; EPILAZIONE LASER corpo e viso, donna e uomo; TRICOLOGIA terapia CFG/PRP, intradermoterapia, carbossiterapia;
NUTRIZIONE Si occupa di fenomeni biologici e patologici che possono influire sullo stato di nutrizione, metodologie necessarie ad effettuare una corretta valutazione nutrizionale, definizione del corretto apporto nutrizionale nelle varie fasi di sviluppo, tecniche per l’elaborazione di schemi personalizzati e mirati ad interventi di educazione nutrizionale sulla popolazione; FISIOTERAPIA Fisioterapista specializzato in terapia manuale secondo il concetto Maitland e Crafta ed in continua formazione; PSICOTERAPIA Si occupa dei disturbi alimentari, psicologia delle patologie organiche e della salute, ansie e disturbi dell’umore, disturbi di personalità, disagio relazionale e adolescenziale, psicologia dello sport; PERSONAL TRAINING Programma di allenamento personalizzati, videotraining a distanza. Personal training individuale o in piccoli gruppi.
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Il lockdown ha sicuramente stravolto la quotidianità di ognuno di noi ma ha anche permesso di sfruttare a pieno i benefici della tecnologia per intraprendere e sperimentare nuove forme di contatto con la propria utenza. “Nel ventaglio vario ed articolato dei nostri servizi, ne abbiamo inserito uno che, proprio durante la quarantena, ha riscosso un buon apprezzamento: si tratta del personal training online, un allenamento individualizzato calibrato su misura del paziente eseguito dal Dott. Paolo Morosini, preparatore atletico di Doryan Medicina Estetica, grazie a cui abbiamo offerto l’opportunità ai nostri pazienti di allenarsi da remoto o in video call per perseguire quel concetto di bellezza e benessere in maniera integrata”. Oltre ad aver pensato al fisico, però, Doryan Medicina Estetica ha pensato anche alla psiche non sottostimando i significativi risvolti psicologici derivanti dal dilagare di questa terribile epidemia. “Proprio così. Un altro servizio proposto durante la chiusura che si è rivelato molto apprezzato è stato lo sportello di supporto psicologico gratuito - gestito dalla Dott.ssa Melviana Muzio, psicologa e psicoterapeuta di Doryan Medicina Estetica - per gestire alcune problematiche derivanti dal Covid-19. Così come le dirette trasmesse sul nostro canale ufficiale Instagram, allestite con regolarità non solo per rispondere alle domande degli utenti che abitualmente ci seguono ma anche per mantenerci in contatto con i nostri pazienti e per continuare ad essere utili”. Nonostante sia ancora il momento di mantenere alta la guardia, la gente ha voglia di tornare alla normalità: quali sono i trattamenti del momento? “La tricologia è un ambito per cui ci arrivano molte richieste di consulenza. Gli effetti post Covid-19, infatti, hanno accelerato in molte persone problemi di diradamenti e calvizie. Sul versante della medicina estetica, invece, il PRP per il ringiovanimento del viso è il trattamento del momento così come lo è la mastoplastica additiva in ambito di chirurgia plastica. Senza contare la LESC, la Lipoemulsione sottocutanea, ovvero un trattamento medico che ha lo scopo di ridurre o addirittura eliminare le adiposità localizzate per il quale ormai siamo diventati centro di riferimento”.
MICHELE BIELLI - ACCOGLIENZA E SEGRETERIA
GIULIA TESTA - ASSISTENTE ALLA POLTRONA
Doryan Medicina Estetica Via Mazzini, 4 - Bergamo Tel. 035 0039228 - info@doryanclinic.it www.doryanclinic.com
PAROLA D’ORDINE: SARTORIALE
Abito bustier in pura seta con ampia gonna a ruota intera e spacco laterale
Il lavoro sartoriale, si sa, non è un semplice atto meccanico fatto di taglio e cucito. No. Nel backstage di una professione talvolta giudicata troppo frettolosamente come elitaria, c’è molto di più: emozioni, sentimenti, storie personali si fondono per dare vita a creazioni uniche e irripetibili. Seguendo l’esempio di couturier internazionali che hanno tracciato un solco indelebile nel mondo della moda, Carla Catalano, al pari di una fata turchina 2.0 che al posto della bacchetta magica usa ago e filo, riesce da ben vent’anni a esaudire i sogni di tutte le sue clienti, realizzando abiti dallo charme cosmopolita senza però dimenticare le radici territoriali che “per me che sono metà pugliese e metà bergamasca hanno rappresentato un punto di riferimento nel corso della mia crescita sia personale che professionale”. Caparbietà e gioia di vivere sono due degli elementi essenziali di una personalità che accetta “tutte le sfide e non ce n’è una dalla quale io mi sottragga, a partire da quella con me stessa. Ogni volta che accarezzando un pezzo di stoffa, immagino il vestito che ne può scaturire. Questa voglia di creare voglio che arrivi tra le mani delle clienti attraverso i miei abiti, fatti con genuinità e artigianalità. È un mestiere difficile, è vero, che ti fa stare in piedi la notte ma mi rende felice sapere che quel tempo speso è capace di produrre qualcosa di unico per me e per loro”. Amore e passione per un lavoro che non nasce dal nulla, la cui origine va cercata indietro nel tempo: “Ho iniziato prestissimo a ricamare grazie alla passione di mia mamma per la sartoria. Si sta parlando della metà degli anni Ottanta.
Completo in lana bouclé: giacca con collo alla coreana, profilata da passamaneria in lana e canottiglie; pantalone a vita alta e tasche inserite nel fianco
Ricami, piccole cuciture per amici o vicini di casa, ma l’amore per il disegno lo avevo già da quando ero piccola. Inoltre, devo ringraziare i mei genitori se adesso mi trovo qui, nel senso che se loro non mi avessero incoraggiata a continuare su questa via, adesso io sarei da tutt’altra parte. . . menomale che non l’ho fatto! (ride)”. “Prima avevo un lavoro fisso che mi dava certezze e quando ho deciso di buttarmi in questa avventura sapevo che ci sarebbero stati dei rischi, ma se guardo indietro non vedo rimpianti, anzi sono contenta di aver ribaltato la situazione perché avere la capacità di creare un abito per una donna, che sia un’imprenditrice in carriera piuttosto che una giovane studentessa o una mamma tutto fare, mi dà una sensazione vera di benessere. Tutte queste donne mi affascinano e tutte hanno un denominatore comune: amano le cose belle e ricercate e vogliono farsi consigliare e viziare da me poiché ogni donna ha il diritto di sentirsi unica e speciale ovunque si trovi”.
Due pezzi: shorts in viscosa a pieghe sciolte e tasche nascoste; gilet smanicato con scollo a lancia e spacchi laterali chiuso in vita da cintura elastica con fibbia. Sopra: caban con scollo a giro in panno di lana azzurro polvere.
TESTO LORENZO BOCCARDINI
FOTOGRAFO PAOLO BIAVA
DRESS CARLA CATALANO VIA UDINE - BONATE SOPRA (BG) CELL. 340 1430436 INSTAGRAM: @CARLAC.SARTORIA
MODELS MAVI E ROSSELLA Abito in seta, scollo dritto, fantasia orientale
Cappotto manica a giro in broccato fantasia multicolore, tasche nascoste nel taglio dei fianchetti anteriori
Completo: giacca in lana bouclé fantasia pois a contrasto; tubino in medesima fantasia con cinturetta
ti conosco mascherina Ne avremo di certo per un bel po’ ma ad onta di chi proprio non la può sopportare, questo nuovo accessorio è entrato prepotentemente nelle nostre vite. Vorrei evidenziarne i piccoli vantaggi che comporta indossarla oppure no. Se, le mascherine, sono in grado di filtrare il Covid e di impedirgli di entrare nelle nostre vie respiratorie, dovrebbero anche proteggerci dagli altri virus, quelli che chiamiamo stagionali, influenze e raffreddori che spesso ci vengono trasmessi da persone a cui stiamo vicini. Inoltre dovrebbero essere in grado di trattenere anche le famose polveri sottili che, in città come la nostra sono, per buona parte dell’anno, al di sopra dei limiti in particolar modo proprio in quei mesi durante i quali è più facile prendersi un malanno. Inoltre, nelle versioni migliori la mascherina protegge il viso dall’aria gelida di certe mattine invernali… Ma non è tutto. La mascherina accresce in un certo qual modo il mistero nei contatti con l’altra gente e con la vostra bella mascherina indossata potete circolare anche nel pieno anonimato. Qualche giorno fa aspettavo che aprissero gli uffici di una banca. Ero con altri tre signori anche loro con la mascherina e pensavo che se qualche mese fa ci avessero visto alle porte di una banca con il volto coperto avrebbero chiamato la Polizia. Del resto entrando in banca mi trovo davanti degli uomini mascherati, qualche mese fa avrei chiamato la polizia. Sigh Fatevene una ragione, magari prendete esempio da chi riesce ad avere uno stile personale anche in questo ma non dimenticate mai di portarla con voi e di indossarla incontrando altre persone. Non solo serve a proteggervi ma è una forma di rispetto per il prossimo. Scatenate la cretività e fate in modo che la gente vi riconosca se è questo che volete.
Il noleggio non fa più paura! Anzi! In barba a chi è convinto che se non si può acquistare una cosa allora non la si possiede, il fenomeno del to rent sta spopolando in tutto il Mondo con risultati più che accettabili e con piattaforme di prenotazione sempre più disposte a offrire al cliente tutto ciò di cui ha bisogno per sentirsi a suo agio. Negli ultimi anni è sempre più di moda non solo preferire affittare una camera privata piuttosto che una stanza d’hotel, ma quello che molti non sanno è che adesso è possibile noleggiare un carnet di abiti da portare con sé in ogni momento della giornata. Grazie a Travelight, fenomeno in espansione arrivato direttamente dagli Stati Uniti, sarà possibile viaggiare più leggeri senza il pensiero di perdere ore davanti alla valigia perché gli abiti si potranno trovare direttamente nel guardaroba dell’hotel selezionato. Una vera rivoluzione!
VIAGGIAtE
LEGGERI Lorenzo Boccardini
Per capire meglio cosa sia Travelight ne parlo con Caterina Maestro, founder e CEO di DressYouCan, una piattaforma di fashion renting online ma anche showroom e atelier in Via Gian Giacomo Mora a Milano, dove il sogno di ogni ragazza di aver un armadio sempre a portata di mano si avvera. Travelight è ormai un fenomeno popolarissimo negli States. Da dove nasce l’idea di portare questo progetto anche in Italia? “Io e lei mie collaboratrici abbiamo deciso di lanciarci in questa nuova avventura con l’idea di per soddisfare quell’esigenza prettamente femminile che è quella di avere sempre a disposizione l’intero armadio ovunque ci si trovi, perché dopotutto quel paio di scarpe in più in valigia è un elemento che non basta mai a seconda sia della destinazione che degli impegni della giornata. In più, se penso a me che nasco come viaggiatrice che passa ore e ore a scegliere cosa mettere in valigia, credo che avere la possibilità di noleggiare un abito prima della partenza e sapere che all’arrivo in hotel quello stesso abito è in camera che mi aspetta. . . beh. . .credo sia un enorme vantaggio”.
Travelight è creato per eliminare lo stress dalle persone che devono partire per un viaggio? “Esatto! Facendo delle ricerche ho scoperto che questa non è solo una mia psicopatia (ride) perché in realtà lo stress da bagaglio è super diffuso non solo tra i viaggiatori business che hanno un’agenda così fitta di impegni che non hanno tempo per pensare a quei fattori logistici che non sono semplici da prevedere, classico: arrivi sul posto e non è quello che ti aspettavi oppure arrivi all’ultimo momento. Per cui negli ultimi 2 anni abbiamo messo mano al nostro business model e abbiamo deciso di integrare a DressYouCan questo nuovo tipo di servizio di noleggio abiti per quando si va in vacanza. Inoltre, siamo riusciti a ottenere una partner di marketing che si dedica a questa nuova linea, che rappresentano un mondo e un’utenza completamente a parte.
Caterina Maestro, founder e CEO di DressYouCan, piattaforma di fashion renting online
Questa ragazza che si chiama Federica Galdeman, viene dal mondo della comunicazione, è sempre stata viaggiatrice e guarda il problema dal punto di vista del cliente. Farsi trovare gli abiti a destinazione senza pensieri e senza il problema di tirare fuori dalla valigia un vestito sgualcito che va portato subito in lavanderia”.
con i vestiti via internet
Partenza senza pensieri vuol dire godersi appieno la vacanza? “Assolutamente! Inoltre, abbiamo visto che il problema di “cosa metto in valigia” è anche maschile. Per questo motivo vogliamo integrare e sicuramente integreremo anche l’abbigliamento sportivo-tecnico uomo e bambino. Lo stress arriva anche quando decidi si andare in villeggiatura al mare o in montagna anche solo per tre o quattro giorni e, che tu sia in famiglia o da solo, devi comunque organizzare la valigia con dei capi che non usi tutti i giorni. Per evitare di “spaccarsi la testa” grazie ad alcune partnership con hotel a Milano e poi piattaforme di e-booking come Sailogy.com che permette di prenotare viaggi in barca con la possibilità di trovarsi la valigia alla partenza”. Vi piace coccolare i vostri clienti? “Non potremmo farne a meno!” (ride) Visitando il sito internet c’è la possibilità di scegliere un noleggio “su misura” di abiti a seconda dell’esigenza del momento? “Certamente! In base alla struttura ospitante e alle necessità del consumatore, abbiamo studiato risposte diverse come per esempio convenzioni giornaliere, week end mensili per viaggiatori business che per lavoro si trasferiscono in un’altra città. Di sicuro il noleggio di un abito è una riposta pratica. In più abbiamo tra i vari fashion designer presenti sul sito ci sono alcuni stilisti emergenti da tenere d’occhio. Ecco, questa realtà si pone il fine di valorizzazione designer nascenti e alcune realtà artigianali locali”. DressYouCan è stato definito l’Airbnb del guardaroba. Poter avere con sé degli abiti ovunque si voglia, è un sogno diventato realtà? “Con DressYouCan abbiamo voluto dare la possibilità di avere sempre un armadio a portata di mano ovunque si vada. Questo progetto è legato soprattutto a occasioni come matrimoni o altre celebrazioni. Oppure a fine settimana magari fuori città. Di sicuro il problema di come trasportare l’abito durante il viaggio in aereo o in treno si riduce sapendo che lo troverò bello e pronto all’arrivo”. Praticamente, come funziona? “Abbiamo diverse modalità di collaborazione, sia tramite gli hotel e le piattaforme di e-booking, ma navigando sul sito di DressYouCan c’è anche la possibilità di accedere a card vacanza piuttosto che dei coupon validi per noleggiare “pezzi” di abbigliamento: un paio di scarpe, un abito, degli accessori o una borsa. Normalmente si possono prenotare un massimo di tre abiti con il canale tradizionale di vestiti, ma basta scegliere la card “travel” o scriverci direttamente per avere fino a cinque vestiti in albergo senza alcun tipo di vincolo. Affittando la card in anticipo il prezzo è più vantaggioso, ma cerchiamo comunque di andare incontro sia agli hotel partner che ai nostri clienti”. Oltre al sito online sono presenti anche uno showroom e un atelier? “Sì, c’è la possibilità di una consulenza sia telefonica che direttamente in store con la nostra personal stylist e farsi fare così il pacchetto vacanza”. Quali sono i tempi di prenotazione e di attesa di un abito? “A dire la verità piuttosto brevi e non c’è bisogno di dover scegliere un capo o un accessorio con eccessivo anticipo anche perché noi abbiamo una partnership con Federazione Moda Italia e DHL e spediamo in tutta Italia in 48h, quindi è sufficiente scegliere indicativamente entro una settimana ma con la possibilità di scegliere l’abito strada facendo”. Travelight è un’idea americana con voglia di espandersi. Avrà successo anche in Europa e in Italia? “La realtà è piuttosto cambiata anche se il concetto di viaggio è lo stesso: posso prendere in affitto una casa scegliendola da un catalogo immobiliare infinito così come posso scegliere un abito da un armadio infinito con DressYouCan. Ovviamente i tempi di sviluppo sono sempre in ritardo, nel senso che se in America è già presente da tre anni, da noi sta arrivando adesso. Ma dopotutto sono in crescita in Italia figure come il dressing conciere o lo sneaker consierge: queste figure stanno dentro gli alberghi affinché possano soddisfare le esigenze dei clienti rendendo, così, il loro soggiorno su misura”. Condividi con qualcuno questa avventura? “Se non avessi le mie socie non saprei cosa fare! Sì, ho una socia, Priscilla Gennari che è anche CMO di DressYouCan mentre il lato hotel-viaggi è curato da Federica Galdeman che è anche B2B Marketing Manager del progetto Travelight”. Qual è una tua speranza per il futuro relativa a Travelight? “Le speranze sono tante. . .credo che il Covid abbia in un certo senso cambiato il modo di vestire così come quello di muoversi o viaggiare. Adesso come adesso penso che le persone vogliano magari spendere meno e puntare di più sull’esperienza”.
Era il 2008 quando sulla parete di una moderna struttura affacciata sull’autostrada, alle porte di Bergamo, all’altezza della torre di controllo dello scalo di Orio al Serio, compariva il grande toro rampante, simbolo della Lamborghini e, nella vetrina illuminata da potenti fari di scena, faceva mostra di sé l’inconfondibile silhouette di una delle sportive di S. Agata Bolognese. Entrata da poco nell’orbita tedesca del gruppo Audi, WV, Porsche, la Lamborghini viveva in quei giorni l’alba di una vera seconda vita. Da allora si sono moltiplicati i modelli e il fenomeno “Lambo” è esploso in tutta la sua dirompente potenzialità, conquistando fasce sempre più ampie di clientela. Anche quelle che non avrebbero mai pensato di guidarne una. Esempio ne è la Urus, un suv versatile ed elegante con l’anima di una vettura nata per correre. Un grande nome dell’automobilismo italiano che torna in cima ai desideri degli appassionati di tutto il mondo.
CON LA PASSIONE DI SEMPRE, LAMBORGHINI BERGAMO SI RINNOVA.
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“In questi dodici anni - ci dice Michele Brusa, General Manager di Lamborghini Bergamo - la concessionaria è diventata uno dei punti di riferimento per il Nord Italia. Abbiamo creduto subito nello sviluppo del marchio Lamborghini e i risultati ci hanno dato ragione. A Bergamo, in pochi anni siamo passati da dieci ad oltre cinquanta vetture vendute ogni anno, abbiamo vinto due campionati europei e mondiali con il team Motorsport nel prestigioso Super Trofeo Lamborghini e, nel 2017, abbiamo rilanciato con l’apertura della concessionaria di Milano dando un contributo significativo allo sviluppo commerciale della marca che non poteva mancare sul palcoscenico nella città della moda e del design. Nel 2008 presso la sede di Lamborghini Bergamo lavoravano 3 persone mentre oggi lo staff si compone di 18 addetti. Quest’anno - prosegue Michele Brusa - rispettando un preciso programma e nonostante tutto quello che è successo, abbiamo rinnovato il look della nostra sede, grande vetrina su una delle autostrade più trafficate d’Europa, aggiornandola secondo i nuovi standard globali di identità del marchio che ci permettono di gestire l’evoluzione dei servizi di vendita, come il programma usato Selezione Lamborghini e i servizi finanziari di Lamborghini Financial Services. È stato allestito anche un “Ad Personam Studio”, uno spazio per gestire le configurazioni delle vetture in ogni dettaglio ed è stata rivisitata l’organizzazione dell’officina con un’area interamente dedicata al Motorsport.
LAMBORGHINI BERGAMO: GRAND OPENING DIGITAL PREMIÈRE Non solo nuovi spazi per ospitare le vetture di S.Agata bolognese, ma anche un nuovo modo di comunicare al passo coi tempi. L’inaugurazione è avvenuta online, riservando ai clienti un tour virtuale dello showroom e dell’officina. Special guest l’Ad di Lamborghini, Stefano Domenicali, che ha salutato con entusiasmo questo passo verso il futuro presentato in diretta da Michele Brusa,General manager del marchio del Toro a Bergamo.
BENVENUTI NELLA NOSTRA NUOVA CASA! UNO SPAZIO DOVE, CON L’AUSILIO DI UN CONFIGURATORE, SI POSSONO SCEGLIERE E VEDERE GLI ACCESSORI SULL’AUTO, LE VARIANTI DI COLORE PER GLI ESTERNI DELLA VETTURA, PER I CERCHI RUOTA E PER I MATERIALI DEGLI INTERNI, TRA CUI LE INCREDIBILI NUANCE DEI PELLAMI PER LA SELLERIA
La concessionaria è stata aggiornata secondo i nuovi standard globali di identità del Marchio che permettono di gestire l’evoluzione dei servizi di vendita come il programma usato Selezione Lamborghini ed i servizi finanziari Lamborghini Financial Services, un Ad Personam Studio dedicato alle configurazioni, un’ampia officina, un’area interamente dedicata al Motorsport.
NUOVI SPAZI, NUOVI ALLESTIMENTI, NUOVI LAYOUT DURANTE L’INAUGURAZIONE, CHE È STATA UN SUCCESSO DI PRESENTI COLLEGATI ONLINE, È STATO PROPOSTO UN VIDEO TOUR VIRTUALE ALL’INTERNO DEI NUOVI SPAZI DI LAMBORGHINI BERGAMO
E non potevamo certo rinunciare ad una inaugurazione ma, vista la situazione, abbiamo optato per la modalità digitale grazie alla quale hanno preso parte migliaia di persone da tutta Italia: un gesto di speranza e di ottimismo per la nostra città che nei mesi scorsi ha vissuto momenti drammatici a cui ha saputo reagire con coraggio e determinazione. Un messaggio chiaro: si riparte, Lamborghini Bergamo c’è e farà la sua parte e non vediamo l’ora di rivederci in concessionaria per mostrarvi tutto il lavoro fatto. Una premiere digitale della rinnovata concessionaria, presentata nei suoi oltre 850 metri quadrati tra area vendita e officina, raccontata dal personale, arricchita da un tour 3D e da numerosi contenuti interattivi. Un format nuovo, pensato per dare ai tanti clienti della concessionaria, la possibilità di partecipare a questo momento fondamentale, seppure a distanza. “La passione è sempre stata il motore che ci ha spinto a creare iniziative di incontro e di condivisione con i nostri clienti, che sono prima di tutto degli appassionati di questo iconico brand“. In futuro vedremo vetture bellissime e uniche ancora più di quelle che abbiamo visto in passato, assolutamente innovative perché l’evoluzione ci porterà verso traguardi inediti. Novità anche dal punto di vista finanziario che faciliteranno le possibilità di acquisto rivolgendosi al nostro marchio con fiducia, volte a dare la massima tranquillità e qualità del servizio per tutti i nostri clienti. Stefano Domenicali, Chairman e CEO di Automobili Lamborghini, in occasione della premier ha commentato: “Dopo il periodo di lockdown osservato in Italia, questa inaugurazione è la prima nella nostra rete domestica e siamo felici di constatare come i partner commerciali abbiano la nostra stessa determinazione e la stessa grinta nel voler ricominciare. Lamborghini Bergamo ha dato prova di grande resilienza durante il periodo di emergenza e questo è un chiaro segno del suo grande senso di appartenenza al nostro marchio e della volontà di guardare al futuro con positività”. Lamborghini Bergamo è parte di Bonaldi, Gruppo Eurocar Italia, solida realtà commerciale nel settore automobilistico italiano. Il Gruppo Bonaldi è un’importante realtà commerciale nel settore automobilistico italiano. Vanta un fatturato consolidato che supera i 400 milioni di euro, la vendita di oltre 250.000 automobili in sessant’anni di attività, e la collaborazione di 320 dipendenti e di 15 rivenditori autorizzati esterni. Con oltre 15.000 veicoli venduti ogni anno, il Gruppo Bonaldi rappresenta otto marchi distinti con propria struttura organizzativa e commerciale: Audi, Volkswagen, Škoda, Seat, VW Veicoli Commerciali, Porsche, oltre a Lamborghini, ed è presente oltre a Bergamo - dove ha il quartier generale - anche a Milano, Cremona, Lecco e Sondrio. Nel mese di Agosto 2018 il Gruppo Bonaldi, è entrato a far parte di Eurocar Italia Srl. Eurocar Italia s.r.l. controllata al 100% da Porsche Holding Salzburg, con sede a Salisburgo, a sua volta controllata interamente da Volkswagen AG dal 1° marzo 2011, opera nei settori della vendita all’ingrosso, della vendita al dettaglio, dei servizi finanziari e dello sviluppo di sistemi informatici.
INQUADRA CON LA FOTOCAMERA DEL TUO CELLULARE IL QRCODE E ACCEDIAL TOUR VIRTUALE DEL NOSTRO SHOWROOM E DELL’OFFICINA!
LAMBORGHINI BERGAMO Via Piemonte, 12 - Azzano San Paolo (Bg) Tel. 035 4596239 info@lamborghini-bergamo.com www.bonaldi.it
lambobici AUTOMOBILI LAMBORGHINI E CERVÉLO PRESENTANO LA NUOVA BICICLETTA R5 IN EDIZIONE LIMITATA Automobili Lamborghini e Cervélo Cycles presentano la Cervélo R5 Automobili Lamborghini Edition, bicicletta da strada in serie ultra-limitata. Questa nuova versione della Cervélo R5 dalle alte prestazioni si presenta con una livrea interamente dedicata alla Lamborghini Aventador SVJ, detentrice nel 2018 del record sul circuito del Nürburgring Nordschleife con il tempo di 6:44.97 ed è accessoriata solo con componenti fabbricati in Italia. Un inno al tricolore e alle eccellenze del lusso italiano. Come la Lamborghini Aventador SVJ ha elevato il livello della performance nel segmento delle vetture stradali, la Cervélo R5 Automobili Lamborghini Edition è stata creata per affrontare le salite e le discese più ripide
delle Dolomiti italiane. La sua anima si ispira a “quella” Aventador SVJ, veloce sotto ogni punto di vista, ma contraddistinta da manovrabilità e carattere. Per celebrare l’anno di fondazione della Casa di Sant’Agata Bolognese la Cervélo R5 Automobili Lamborghini Edition verrà prodotta solamente in 63 unità, sottolineando ancora di più la collaborazione tra i due marchi d’eccellenza. Questa edizione limitata della R5 è completata da un gruppo meccanico Campagnolo Super Record EPS, ruote Campagnolo Bora One, attacco Deda Elementi, pneumatici Vittoria Corsa Pro e sella Fizik Aliante. Il prezzo al pubblico è di 18.000 USD e può essere ordinata presso i rivenditori e i distributori ufficiali Cervélo.
SULLE ALI DEL MAGGIOLINO V.E.Filì
Grave perdita per il mondo degli appassionati delle famose vetture tedesche. Il Covid si è portato via Gianpaolo Rota, lasciando un vuoto incolmabile non solo nella sua famiglia ma anche tra i tanti specialissimi clienti-amici, della sua officina di via Bono. Questo spazio lo dedichiamo ad un grande amico che ci ha lasciato. Uno dei tanti che hanno trovato la fine a causa del virus assassino. Gianpaolo Rota, Paolo per tutti, amava i motori. Ma non tutti. Anzi ad essere sinceri ne amava davvero solo uno, quello del Maggiolino Volkswagen. Ne conosceva ogni bullone, tanto che avrebbe potuto ripararli stando bendato. Ascoltava il tipico borbottio del motore raffreddato ad aria e riconosceva così, a orecchio, se tutto era a posto.
È un vero peccato che nessuno abbia ereditato la sua particolare specializzazione. Sapeva smontare e rimontare ogni pezzo di questa vettura ed era un punto di riferimento tra i possessori di un Maggiolino, che quasi sempre sono molto affezionati al loro beetle.
Mi aveva raccontato la storia di questa vettura, ne conosceva ogni evoluzione, dal primo modello voluto da Hitler fino a quelli prodotti in Sudamerica. Tra gli appassionati di queste vetture, di certo un po’ speciali, era considerato uno dei maggiori esperti e nella sua officina arrivavano da tutta Italia, dalla Svizzera, dalla Francia... Conosceva dove reprire i pezzi originali e, se non li trovava, era attrezzato per fabbricarseli da solo. Un tempo, prima di specializzarsi con il Maggiolino, ma anche con la Karman Ghia, con il pulmino Bull e le prime Porschei che montavano lo stesso propulsore, nella sua officina eseguiva riparazioni su qualsiasi auto e ci andava anche mio padre che guidava una Ford.
Mi mancheranno di lui le chiacchierate al bar, tra un caffè e un cornetto. Si parlava con te delle vecchie auto che oggi nessuno ricorda più e che sono sparite dalla circolazione. Ti ricordi la Douphine? E la Prinz? La più bella era la Citroen Ds.... la Dea. Lui si ricordava ogni modello degli anni dal dopoguerra ad oggi e di ognuna ricordava com’era fatto il motore. Di alcuni più famosi ne conosceva l’ingegnere che lo aveva progettato. Era davvero una grande memoria storica del mondo dell’auto. Un uomo gentile e simpatico, un po’ burbero ma era solo una facciata. Dentro era un uomo dolce e sensibile. Ti vedrò ancora e ancora per tanto tempo sfrecciare con il foulard al collo sul tuo maggiolino più bello.
Cruisin’ Rodeo - 17a edizione
americars
Location indovinata quella degli ampi parcheggi del Tiare Shopping di Villesse (GO) per festeggiare, la 17° edizione di un evento che storicamente si svolgeva in Lombardia e che raduna gli appassionati di auto americane. Alcune sono vere icone grazie anche alla grande visibilità di cui hanno goduto nel cinema di Hollywood che le ha consacrate in tutto il pianeta. Smisurate cabriolet, muscle car, van, pick up incredibili per tenere viva la memoria di un periodo d’oro delle auto d’oltreoceano. Il tutto ha avuto inizio con il grosso degli arrivi verso le ore 16, protraendosi fino all’ora delle streghe. Come da tradizione il più importante raduno italiano di American Cars è rimasto ad ingresso gratuito con una ricca Welcome Bag per tutti gli equipaggi che sono intervenuti a bordo di un’auto made in USA.
Un successo sopra le aspettative per gli organizzatori che hanno realizzato tutto in meno di un mese e hanno raccolto circa 120 equipaggi con mezzi di grande valore storico tra cui repliche fedelissime di Road Movies di risonanza mondiale, molti Hot Rod e Kustom Cars.
americars
La scuola del futuro, pensando alla tradizione Alla notizia che un noto studio di architettura della città di Bergamo si è aggiudicato il primo premio in un concorso internazionale di architettura, abbiamo subito cercato di saperne di più. Incontriamo l’architetto Michele Gandolfi, l’ultimo dei quattro figli della coppia fondatrice dello Studio Gandolfi e Mura architetti associati, studio professionale nel quale sono associati anche gli altri tre figli architetti Alessandro, Francesca ed Elena. Il progetto riguarda la costruzione di un Polo per l’infanzia situato in una zona residenziale del Comune di Bari. “Nell’approccio a questo particolare progetto - ci dice Michele Gandolfi - abbiamo focalizzato grande attenzione verso la ricerca, sia a livello formale sia funzionale, di legami con la regione, la Puglia, soprattutto dal punto di vista del background culturale che il territorio possiede. “Si è voluto ricercare - prosegue - un livello che caratterizzasse
PLANIMETRIA INSERITA NEL CONTESTO URBANO
il progetto attraverso uno studio della dimensione storica, andando a indagare e poi selezionare alcuni elementi edilizi tipici di quella regione. Come ad esempio l’utilizzo del tufo per le mura perimetrali, materiale tipico delle costruzioni pugliesi. Abbiamo cercato di analizzare il genere tipologico identificativo del luogo, privo di trasposizioni temporali, che avesse in sé gli elementi cardine del sistema costruttivo tradizionale pugliese. Ed è per questo motivo che abbiamo pensato ad un edificio in grado di raccontare alla città la memoria degli elementi che identificassero quel luogo e, al tempo stesso, di costruire spazi che definirei “introversi” cioè in grado di accogliere la vita e le relazioni della comunità che li vive. Alla fine è nato un progetto in grado di dialogare e interagire con il contesto urbanistico esistente e di formulare uno spazio innovativo per la didattica”.
ESPLOSO ASSONOMETRICO DELL’EDIFICIO
È DELLO STUDIO GANDOLFI E MURA DI BERGAMO IL PRIMO PREMIO DEL COMUNE DI BARI PER LA PROGETTAZIONE DI UN NUOVO SPAZIO DIDATTICO PER L’INFANZIA
ph.PaoloBiava
GANDOLFI E MURA ARCHITETTI ASSOCIATI viene fondato nel 1984 dagli architetti Giuseppe Gandolfi e Ombretta Mura, dopo avere esercitato come associati in altri studi per diversi anni. Lo studio opera in molteplici campi della progettazione, con committenze nel campo urbanistico, dell’edilizia scolastica, residenziale, industriale, del restauro, degli interni. Obiettivo primario in tutti i lavori è la ricerca di uno spazio vivibile e adeguato alle differenti attività umane, siano esse abitative, lavorative, ricreative. In ogni progetto viene prestata la massima attenzione al contesto, ai fattori ambientali che circondano l’insediamento, unitamente alla ricerca della massima funzionalità del layout esterno ed interno dell’edificio.
GIUSEPPE GANDOLFI, socio fondatore, si è laureato presso il Politecnico di Milano nel 1975; iscritto all’albo degli architetti di Bergamo al n.191, possiede un’esperienza trentennale come libero professionista. Nel corso della sua carriera ha realizzato progetti in molteplici campi dell’architettura, compreso quello urbanistico, residenziale, scolastico e di restauro.
OMBRETTA MURA, socia fondatrice, si è laureata presso il Politecnico di Milano nel 1976, è iscritta all’albo degli architetti di Bergamo al n.711. Opera nello studio sin dalla sua fondazione, con particolare attenzione agli aspetti compositivi della progettazione e dell’interior design.
ALESSANDRO GANDOLFI, associato, si è laureato presso il Politecnico di Milano nel 2002, è iscritto all’albo degli architetti di Bergamo al n.1968. Ha compiuto esperienze lavorative presso gli uffici di Pianificazione Attuativa del Comune di Bergamo e presso lo studio Richmond Architects a Toronto in Canada.
Nel settembre 2018 lo studio costituisce l’ATELIER GM6, un laboratorio, affiancato alla studio principale, dedicato alla ricerca e alla sperimentazione in campo architettonico e del design. FILOSOFIA DELL’ ATELIER Nasce nel corso degli anni la volontà da parte dello studio di creare un settore di ricerca e sperimentazione della progettazione in campo architettonico, urbanistico, del design del prodotto e dell’arte visiva. Tramite l’acquisizione di un’area-laboratorio adiacente all’ufficio, lo spazio Atelier GM6 diventa un luogo dedicato ad ospitare un flusso creativo in continuo divenire, con uno sguardo agli stili moderni e contemporanei nelle nuove realizzazioni.
GANDOLFI E MURA ARCHITETTI ASSOCIATI Via A.Ghislanzoni 41 Bergamo Tel. 035 220150 - studio@gandolfimura.it www.gandolfimura.it Seguici sulle nostre pagine ufficiali Facebook e Instagram: @gandolfimura ATELIER GM6 BY GANDOLFI E MURA ARCHITETTI ASSOCIATI Via G. D’Alzano 6b - Bergamo Tel. 035 220986 - info@ateliergm6.com www.ateliergm6.com Seguici sulle nostre pagine ufficiali Facebook e Instagram: @atelier.gm6
ELENA GANDOLFI, associata, si è laureata presso il Politecnico di Milano nel 2005, è iscritta all’albo degli architetti di Bergamo al n. 2402. Durante la sua formazione universitaria ha frequentato corsi di studio presso l’Universität Stuttgart - Architektur und Stadtplanung, Stoccarda, Germania.
FRANCESCA GANDOLFI, associata, si è laureata presso il Politecnico di Milano nel 2006, è iscritta all’albo degli architetti di Bergamo al n. 2485. Durante la sua formazione universitaria ha frequentato corsi di studio presso l’Universität Stuttgart – Architektur und Stadtplanung, Stoccarda, Germania. Ha frequentato la scuola di Dottorato in composizione architettonica presso l’università IUAV di Venezia. Dal 2007 al 2010 ha svolto l’attività di cultore della materia presso il Politecnico di Milano al corso di Teoria dell’Architettura del Prof. A. Monestiroli.
MICHELE GANDOLFI, associato, si è laureato presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio, dell’Università della Svizzera Italiana USI. È iscritto all’albo degli architetti di Bergamo al n. 3112. Ha svolto esperienze lavorative in Irlanda presso Ailtireacht Architects e ha conseguito il diploma di laurea con gli architetti Manuel e Francisco Aires Mateus.
OLTRE LA POP ART Mimmo Rotella, Americano, 1966, riporto fotografico su tela, 100x142 cm
LA MEC ART ITALIANA
Opere di Gianni Bertini, Bruno Di Bello, Elio Mariani, Mimmo Rotella, Aldo Tagliaferro.
Mostra diffusa con le opere collocate, distinte per autore, in cinque spazi d’arte di Bergamo DAL 1° AL 23 OTTOBRE 2020 Dal 28 settembre sarà online il docufilm dedicato alla mostra. A cura di Angelo Piazzoli e Paola Silvia Ubiali.
Mimmo Rotella by SIAE 2020
Gianni Bertini, Grip!, 1965, riporto fotografico su tela emlsionata e anilina, 58x37 cm
La mostra OLTRE LA POP ART. LA MEC-ART ITALIANA doveva essere inaugurata, come consueto, a Palazzo Creberg per il primo fine settimana di ottobre; la situazione sanitaria ne impedisce l’organizzazione in loco. Fondazione Credito Bergamasco non rinuncia a presentare le opere dal vivo ideando una mostra diffusa, che si aggiunge alle mostre online e, per MEC-ART, al catalogo a stampa distribuito gratuitamente, come da tradizione di Fondazione Creberg, a tutti i visitatori.
Mimmo Rotella, Dante, 1966, RTYPO SU TELA, 139,5X101 cm
LA MEC ART ITALIANA
Elio Mariani, la rivoluzione culturale in Cina, 1969, riporto fotografico su tela emulsionata, 70x120 cm
Aldo Tagliaferro, Basta cari signori, 1968-1969, decalcatura su vinavil su tela, 113x80 cm Gianni Bertini by SIAE 2020
Gianni Bertini, La chiamerò bambola, 1969, riporto fotografico su tela emulsionata e anilina, 115x81 cm - SIAE 2020
florilegium DAL 2 OTTOBRE AL 19 DICEMBRE 2020 RIAPRE FLORILEGIUM, LA PRIMA PERSONALE ITALIANA DELL’ARTISTA BRITANNICA ALLESTITA ALL’ORATORIO DI SAN TIBURZIO, NELL’AMBITO DEL PROGETTO PHARMACOPEA DI GRUPPO CHIESI E DAVINES
Dal 2 ottobre al 19 dicembre 2020 si potrà ammirare nell’Oratorio di San Tiburzio a Parma - parte del complesso San Tiburzio che include anche l’Antica Farmacia San Filippo Neri - la prima personale italiana di Rebecca Louise Law: un Florilegium di nome e di fatto, capace di inondare con la sua colorata e profonda brezza d’estate una città che ha visto sconvolti i piani di quello che sarebbe dovuto essere un anno straordinariamente ricco dal punto di vista artistico e culturale. Inserita nel programma di Parma Capitale italiana della Cultura 2020 +2021 curata da OTTN Projects, sostenuta da Cosmoproject ed evento di punta di Pharmacopea - progetto di riscoperta dell’identità chimico-farmaceutica della Piccola Parigi, promosso dal Gruppo Chiesi e Davines l’installazione è letteralmente una cascata naturale in costante e organico mutamento, composta dalla coabitazione di 200mila fiori, dall’Achillea millefolium al Tortum, che potrà essere contemplata sino al 19 dicembre.
florilegium
Gratuita, adatta ai bambini e ideata appositamente per lo spazio di Via Borgo Palmia 6/A, grazie alla collaborazione di Ad Personam, Florilegium è il cuore di un’esposizione su più fronti firmata dall’artista britannica, che prosegue anche in questa occasione la propria ricerca sull’evoluzione e sul deperimento dell’opera, spesso concepita come architettura floreale larger-than-life e scultura site-specific. I luoghi scelti sottolineano il perfetto innesto della mostra nel disegno di Pharmacopea, che intende riconnettere – creando nuovi itinerari turistici in grado di riqualificarli - gli spazi depositari dell’identità chimico-farmaceutica cittadina alle le fonti storiche, ai materiali d’archivio, agli antichi erbari e alle farmacopee riemersi in un meticoloso lavoro di recupero. Tale percorso porterà alla realizzazione di una pubblicazione capace di tracciare una linea sino alle origini locali di questa sfera del sapere che caratterizza il territorio di Parma. Sarà inoltre attivato un volontariato aziendale che contribuirà alla valorizzazione e all’apertura di questo patrimonio storico-culturale a cittadini, visitatori e, in particolare, a un turismo interessato alla sostenibilità, alla storia della cosmesi e della tradizione del benessere.
Ingresso gratuito Lunedì e giovedì 9-13 Venerdì e sabato 16-20 Domenica 10-12 e 14-18 Non è necessaria la prenotazione. Gli ingressi, che saranno contingentati e nel rispetto delle norme di sicurezza vigenti, avverranno in base all’orario di arrivo. Per info: www.pharmacopeaparma.it Rebecca Louise Law (1980, Regno Unito) Cresciuta in un piccolo villaggio nel Regno Unito, si diploma alla School of Arts and Cultures presso l’Università di Newcastle. Le sue commissioni più importanti includono: “The Grecian Garden” (Onassis Culture Centre, Athens), “The Beauty of Decay” (Chandran Gallery, San Francisco), “Life in Death” (Shirley Sherwood Gallery, London) e “Community” (The Toledo Museum of Art). Le opere dell’artista sono state esposte al Victoria & Albert Museum, The Royal Academy of Arts, Broadway Studio & Gallery, Bo Lee Galley, NOW Gallery.
anche voi a letto con il cane? I cani e gli umani hanno una relazione stretta. Scopriamo oggi perchè il cane dovrebbe dormire nel nostro letto, e perchè dovremmo permettergli di farlo.
Combatte depressione, stress e ansia I cani aiutano la salute mentale dei loro padroni umani. I cani aiutano tantissimo la salute mentale di noi umani. Oltre a tutto con l’amore che ci danno, questi pelosetti riescono anche a ridurre e a prevenire la depressione. Proprio perché danno amore incondizionato al loro padrone, i cani aiutano a ridurre la tensione e a migliorare il nostro umore. Questo è un grande aiuto per chi soffre di depressione.
Il rapporto tra un cane e i suoi padroni umani è sempre molto speciale. I cani sono animali leali e fedeli, ma soprattutto molto intelligenti: è per questo che sono i migliori amici dell’uomo! Passeggiare con loro, giocare insieme, o anche semplicemente rilassarsi un po’ a casa, sono tutte attività che i padroni di questi meravigliosi animali condividono con i loro amici a quattro zampe. Spesso, dividono anche il letto! Ed oggi scopriamo perché il cane dovrebbe proprio dormire nel nostro letto, una buona abitudine che ha tanti vantaggi. Molti cani vogliono dormire con i loro padroni, e a volte in modo anche un po’ prepotente prendono posto nel letto insieme agli umani. Ma non è necessariamente un male. Infatti, anche se ritrovarci un ospite indesiderato nel letto non è per tutti una sorpresa divertente, in realtà ha tanti aspetti positivi da considerare. E certo dipenderà anche dal Fido: alcuni pelosetti preferiscono riposare da soli, in un’altra stanza, o trovano un posto nella casa che scelgono come “il loro posto”. Scopriamo perché dormire nel nostro letto con il cane è una buona abitudine, con ottimi vantaggi sia per noi umani che per il nostro cane. Molti studi scientifici ormai hanno dimostrato che chi ha un animale domestico ha meno probabilità di soffrire di depressione, rispetto a chi non ha animali. E, oltre a farci compagnia durante la notte, il nostro cane può aiutare anche a rilassarci e a ridurre i livelli del nostro stress. Come dicevamo, gli animali domestici migliorano la nostra salute mentale, e i cani in particolare sono famosi per aiutare a ridurre ansia e stress nei loro padroni. Giocare con un cane, ma anche abbracciarlo, sono pratiche che possono aiutare a rilassare chi è stressato. Lo afferma la scienza, non è solo una sensazione dei padroni di cani.
Pet e possesso responsabile
IL DECALOGO ASSALCO – ZOOMARK PER IL PROPRIETARIO
La semplice presenza dei cani ri- con il patrocinio del duce anche i livelli di cortisolo, che è noto come l’ormone dello stress. Anche in questo caso, ci sono stati vari studi in merito. ESSERE CONSAPEVOLI CHE SI STA PRENDENDO In un esperimento, un gruppo di UN IMPEGNO A LUNGO TERMINE persone hanno dovuto svolgere Accogliere un pet implica la disponibilità a dei compiti stressanti in diverse prendersene cura per tutta la sua vita. situazioni: da soli, con il proprio PRENDERSI CURA DELLA SALUTE animale, con un partner umani, SCEGLIERE “CON LA TESTA” Garantire una corretta profilassi e assistenza con entrambi. È importante verificare a priori che le esigenze sanitaria per l’intera vita dell’animale da affezione I partecipanti che hanno dimo- del pet siano in linea con lo spazio abitativo, lo stile di con il supporto di un medico veterinario è un dovere imprescindibile. strato di avere una risposta più vita e le esigenze della famiglia in cui verrà accolto. bassa allo stress erano proprio EDUCARE ALLA CONVIVENZA quelli che li svolgevano con il ACCERTARE LA PROVENIENZA DEL PET Educare i pet a situazioni “sociali” è un Sia che si tratti di adozione, sia di acquisto è proprio animale domestico. passaggio chiave per facilitare il loro benessere e il Ci fornisce un senso di sicurezza fondamentale rivolgersi a professionisti e strutture benessere degli altri animali e delle altre persone. Un cane ci fa sentire al sicuro, autorizzate per fare sì che il benessere del pet sia RISPETTO DEGLI ALTRI E DEGLI SPAZI anche quando dorme. Uno stu- sempre la priorità ed evitare il rischio di incappare in (CUSTODIA, RUMORI, RACCOLTA DEIEZIONI…) dio condotto negli Stati Uniti ha allevatori improvvisati o traffici illegali. Dal dovere di custodia, all’evitare rumori molesti, al dimostrato che dormire nel letto raccogliere le deiezioni: è dovere del proprietario IDENTIFICARE L’ANIMALE D’AFFEZIONE prevenire disagi o problematiche che il pet può con il proprio cane dà un senso A NORMA DI LEGGE arrecare ad altre persone, animali e all’ambiente. di sicurezza molto benefico. I riÈ dovere del proprietario registrare i propri animali cercatori hanno analizzato circa d’affezione nei registri stabiliti, fornendo FAR FARE ESERCIZIO FISICO 150 persone, studiando il loro tempestivamente tutti gli aggiornamenti su eventuali E FORNIRE STIMOLI INTELLETTUALI comportamento con i loro ani- passaggi di proprietà, trasferimenti o decessi ecc. Esercizio fisico e stimoli mentali adeguati all'età, alla razza e allo stato di salute sono importanti per il mali domestici e le loro abitudini benessere del pet. di sonno. Circa la metà dei partecipanti FORNIRE UN’ALIMENTAZIONE all’esperimento dormiva con gli BILANCIATA E NUTRIENTE Buona salute e lunga vita dipendono, in buona animali domestici. Di questi, solo misura, dall’alimentazione e dalle cure mediche. La il 20% affermava di svegliarsi di scelta di un alimento completo e bilanciato prodotto notte. Inoltre, oltre il 40% dei dall’industria ed i consigli del Veterinario sono una partecipanti affermava che efgaranzia di benessere per il proprio animale. fettivamente, dividere il proprio GESTIRE GLI IMPREVISTI letto con il loro pelosetto ha forVivere con un pet: Impegno, senso di responsabilità e nito un senso di sicurezza. attenzione non sempre bastano a tutelarsi dagli tanto amore, Ma non solo: il nostro cane duimprevisti. A tale proposito, si può valutare la stipula rante la notte può aiutarci a tema anche responsabilità di una polizza assicurativa. nerci al caldo. Certo, d’estate Con il patrocinio del In collaborazione con non sarà molto piacevole. Ma durante una fredda notte invernale, infatti, la presenza del nostro amico a quattro zampe nel letto sarà qualcosa che apprezzeremo tantissimo. Ma oltre agli aspetti benefici per noi esseri umani, molti sono i lati positivi del far dormire il nostro cane con noi a letto, per i nostri animali domestici. Si sa, i cani amano essere un po’ viziati. Sono animali molto opportunisti, quindi se diamo la possibilità di dormire a letto con noi, lo faranno di certo: lo adorano! Un altro aspetto non trascurabile, è che per i nostri animali domestici, dormire con noi a letto dona loro un forte senso di calma e sicurezza (proprio come per noi). Inoltre, visto che amano giocare, passeggiare e passare il tempo con i loro padroni, i cani amano molto anche dormire con loro! La serenità e la sicurezza che sentono quando si trovano a dormire nello stesso letto dei loro amici umani non ha paragoni per i nostri amici a quattro zampe.
Ministero della Salute
Acquisizione responsabile
1
Proprietà responsabile
2
5
3
6
4
7 8 9
10
Ministero della Salute
SALUTE, ALIMENTAZIONE E BENESSERE ANIMALE: SETTORE UNICO, ALIQUOTA UNICA
IVA: CHIEDIAMO LO SCAGLIONE UNICO AL 10% PER • PRESTAZIONI VETERINARIE (oggi al 22%) • MEDICINALI VETERINARI (già al 10%) • ALIMENTI PER ANIMALI DA COMPAGNIA (oggi al 22%)
Lettera aperta Al Governo Al Parlamento
L
li • • •
e sottoscritte ritengono improcrastinabile alleggerire il pesante carico fiscale che grava sulla salute e sul benessere delle popolazioni animadel nostro Paese alla luce: dell’emergenza sanitaria ed economica nazionale delle strategie della Commissione Europea delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE)
L’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) rappresenta il principale ostacolo economico-fiscale e il più rilevante dissuasore sociale al conseguimento dei nuovi obiettivi strategici - nazionali, europei e globali- per la sanità animale e la sanità pubblica. Nel nostro Paese, la persistente disomogeneità di trattamento impositivo (aliquote IVA differenziate ed eccessivamente elevate) renderà inefficaci le sinergie del comparto per conseguire obiettivi dai quali dipenderanno anche le risorse finanziarie del Recovery Plan. A titolo di evidenza, non esaustiva: • controllo delle malattie animali • controllo delle malattie animali trasmissibili all’uomo • lotta all’antibiotico-resistenza • sicurezza degli alimenti e dei mangimi per animali • benefici socio-sanitari del possesso di un animale da compagnia • contrasto al randagismo e all’abbandono e conseguenti risparmi di spesa pubblica • possesso e detenzione responsabile degli animali anche a tutela dell’incolumità pubblica • approccio one health e integrato Salute-Agricoltura-Ambiente • rilevanza produttiva e occupazionale del comparto (Professionisti, Industria e Agricoltura) Si ritiene necessario e urgente individuare il primo provvedimento normativo utile ad un allineamento definitivo delle aliquote IVA applicate al settore della salute e del benessere animale, attraverso la ricollocazione delle prestazioni veterinarie (Codice Ateco 75) e degli alimenti per animali da compagnia condizionati per la vendita al minuto (Con la modifica della Tab. A, Parte II, numero 20 e Parte III numero 91, del DPR 633/72 e l’abrogazione del comma 6 art. 75 della L 413 del 1991) nel medesimo scaglione d’Imposta agevolata (10%) al pari dei medicinali veterinari. Per rispondere alle finalità proprie di questo settore e alle relative aspettative dell’Unione Europea, la rimodulazione dell’aliquota IVA in fascia unica agevolata al 10% dovrà assumere carattere strutturale permanente e non temporaneo. L’impoverimento economico determinato dall’emergenza Covid-19 renderà ancora più gravoso sopportare questo peso fiscale da parte dei contribuenti privati, con il rischio di deprimere la domanda di salute e di benessere animale. In Italia, ci sono 60 milioni di animali da compagnia: su base ISTAT, il rapporto tra gli animali da compagnia e la popolazione italiana è di 1 a 1. Un cittadino per ogni animale da compagnia; 1,5 famiglie italiane su 3. Si evidenzia che il settore della salute e del benessere animale è considerato funzionale ad assicurare la continuità della filiera, servizi di pubblica utilità ed essenziali. Per questa ragione, le attività di questo settore non sono state sospese durante il lockdown. Nonostante il loro carattere di essenzialità, le prestazioni veterinarie e i prodotti alimentari per animali da compagnia continuano ad essere collocati nello scaglione IVA più elevato, al pari di beni e servizi di lusso e/o non essenziali. Si evidenzia inoltre che il settore della salute e il benessere animale include attività di prevenzione, cura, controllo e mantenimento della salute sia degli animali da compagnia che di quelli allevati a scopo di produzione di alimenti per l’uomo. Sottoscritto da: ANMVI - Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani f.to Il Presidente dottor Marco MELOSI FNOVI - Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani f.to Il Presidente dottor Gaetano PENOCCHIO SIMEVEP - Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva f.to Il Presidente dottor Antonio SORICE ENPAV - Ente Nazionale Previdenza e Assistenza Veterinari f.to Il Presidente Gianni MANCUSO
ASSALCO - Associazione Nazionale Imprese Alimentazione e Cura Animali da Compagnia f.to Il Presidente Gianmarco FERRARI Federchimica AISA - Associazione Italiana Industrie Salute Animale f.to Il Presidente dottoressa Arianna BOLLA ASCOFARVE - Associazione Nazionale Distributori Medicinali Veterinari f.to Il Presidente dottor Roberto REBASTI ASSALZOO - Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici f.to Il Presidente Marcello VERONESI
Luglio, 2020
COVID PER SCHERZO
Soprattutto nella fase iniziale dell’emergenza sanitaria, quando ancora non si era valutato il pericolo incombente e non c’era stata ancora la strage di persone a cui abbiamo assistito, il mondo si è scatenato, forse per esorcizzare le paure, in una incredibile presa in giro della situazione
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