ANNO 15 - N° CENTOCINQUANTA - GIUGNO 2019 - € 3 COPERTINA INSTAGLAM - CONTORNI DI LUCE BRESCIA SUMMER MUSIC TORNA LA GRANDE MUSICA LIVE IN PIAZZA LOGGIA MOBILITÀ SOSTENIBILE SMART ELECTRIC IN “COMUNE”
BRESCIA MAGAZINE da 15 anni
BENEFICENZA SOUND OF BEAUTY MUSICA 8^ FESTA DELL’OPERA MEDICINA TEENAGERS IN PRIMO PIANO RESTAURO VITTORIA “AMATA”
CMP BRESCIA
SPEDIZIONE IN A. P. D.L 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART.1, COMMA 1, DCB BERGAMO IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE EDITA PERIODICI S.R.L. VIA B. BONO, 10 BERGAMO 24121 - TASSA PAGATA BG CPO
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vito emilio filì
EUROPA, EUROPA, EUROPA. Qualcuno cerca di farci credere che, se lasciassimo l’Unione Europea, le cose per il nostro Paese potrebbero andar meglio. Qualcuno sta facendo di tutto affinché le altre nazioni si stanchino di un inquilino problematico come l’Italia, al punto da cacciarci fuori a calci nel sedere non senza averci prima strangolato, come accaduto con la Grecia. Nessuno però mi farà mai cambiare idea: meno male che di riffa o di raffa rimaniamo agganciati al treno dei migliori e quel voto che ho dato tanti anni fa in favore dell’unione dei paesi del vecchio continente, rimane convinto e motivato anche oggi, nonostante non tutto abbia funzionato come si voleva. Tutti sono capaci di dare la colpa ai burocrati di Bruxelles che ci fanno i conti in tasca incolpandoli di miopia politica, di esagerata austerità nel calcolo dell’indebitamento dell’Italia. Si dà il caso però che lorsignori sono pagati, anche con soldi italiani, per far quadrare i conti ed evitare che le spese scellerate di qualcuno, possano compromettere il benessere di chi invece le regole le rispetta. Molti ricorderanno che, nel condominio europeo, ci fecero entrare per il rotto della cuffia, dopo averci spennato con leggi finanziarie lacrime e sangue per rattoppare i conti pubblici italiani, già da allora impresentabili, come sempre da che esiste la Repubblica. Francia e Germania si accollarono però un Paese, il nostro, gravemente inquinato dalla malavita e dalla corruzione, dove i governi si reggono o cadono per decisioni della Magistratura la quale, per colmo di misura, litiga al suo interno e ci sono metà dei procuratori che indagano su altri procuratori. Non riusciamo a debellare le mafie di varia origine geografica contro le quali, uno Stato decente, avrebbe dovuto da tempo scatenare una nuova guerra di liberazione, con l’utilizzo delle Forze Armate su larga scala. Invece, i nostrani boss, latitanti ma nascosti quasi sempre in casa loro, ce li coccoliamo e li proteggiamo perché potrebbero raccontare cose indicibili su politici e magistrati, così loro nel frattempo hanno esportato su scala europea il loro modus operandi. Spaccio di stupefacenti, traffici di esseri umani e armi, controllo della prostituzione. Se fossi belga, polacco, danese o francese, probabilmente sarei molto arrabbiato, sapendo che gli italiani sono i primi consumatori al mondo di beni di lusso, sono quasi tutti proprietari delle case in cui vivono e hanno, nelle cassette di sicurezza o nascosti sotto il materasso, ricchezze inenarrabili, accumulate quasi sempre evadendo le tasse… Facciamo anche invidia perché viviamo alla grande e ci divertiamo perfino ad inventare truffe e raggiri ai danni della stessa Unione Europea, cosa nella quale siamo specializzati e primi in classifica. Non solo, inquiniamo più degli altri e paghiamo multe faraoniche perché altri paesi ci liberino della spazzatura che non riusciamo a smaltire per conto nostro. Voi lo vorreste un inquilino così nel vostro condominio? Anche no. Per questo resto convinto che solo la permanenza in un contesto di popoli spesso più avanzati del nostro, possa consentirci una reale opportunità di crescita e un aiuto concreto alla soluzione dei problemi più gravi che ci assillano: mafie e corruzione radicata nei poteri dello Stato. Quindi incrocio le dita perché gli antieuropeisti perdano la loro causa, perché Europa sia madre e non matrigna, baluardo di civiltà, esempio nel mondo per il la tutela dell’ambiente, il progresso, la civiltà, la tolleranza e la concordia tra tutti gli esseri umani. Preferite vivere in Europa o vi trasferireste nell’America di Trump? Meglio la Russia di Putin? Oppure andreste a vivere nella Cina di Xi Jinping? Sempre meglio l’Europa, sempre più unita e sempre più forte. Non c’è alternativa.
n°150 QUI BRESCIA N°150 DA 15 ANNI CON VOI IL PRIMO CITY-MAGAZINE DI BRESCIA. OLTRE 20.000 PAGINE E PIÙ DI 100.000 IMMAGINI PUBBLICATE, MILIONI DI PAROLE PER RACCONTARVI LA CITTÀ
SONO PASSATI GIÀ TRE ANNI E ANCORA NON POSSIAMO DIMENTICARE L’EMOZIONE DI CAMMINARE SULLE ACQUE DEL LAGO D’ISEO SULLA PASSERELLA COLOR DEL SOLE REALIZZATA DA CHRISTO
AMANO E SOFFRONO COME NOI di Bruno Bozzetto
in questo numero
BRESCIA www.qui.bs.it
autorizz. Tribunale di Brescia n°18 del 22/04/2004
EDITA PERIODICI srl
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Via Bono 10 Bergamo Tel 035.270989 - Fax. 035.238634 www.editaperiodici.it Direttore responsabile: Vito Emilio Filì Direttore editoriale: Patrizia Venerucci venerucci@editaperiodici.it
Brescia Summer Music
Responsabile redazione: Tommaso Revera redazione@qui.bs.it Responsabile grafica: Paolo Biava grafica@qui.bs.it Redazione eventi: Valentina Colleoni redazione.chicera@qui.bg.it Hanno collaborato in redazione: Bruno Bozzetto, Lisa Cesco, Franco Gafforelli,
Una smart electric drive in ‘Comune’
Maurizio Maggioni, Alice Bonanno, Giorgio Paglia, Valentina Colleoni, Federica Sorrentino Fotografie di: Federico Buscarino, Sergio Nessi, Paolo Biava, Paolo Stroppa, Daniele Trapletti Matteo Marioli, Lorenzo Passini, Matteo Biatta Stampa: Euroteam Nuvolera Brescia
Sound of Beauty
8^ Festa dell’Opera
Una notte al museo
Teenagers in primo piano
Tecnocasa sbarca a Gussago
Hi-tech e tradizione a braccetto
Un’arte da ‘sentire’
40° Lions Club Brescia Cidneo
9 librerie insolite
Vittoria amata
Hollywood vs Cinecittà
Maserati ‘Boyle Special’
Perdersi ad Istanbul
n°150
FLERO (BS) VIA MAZZINI 18 T. 030 2570171
ISTANTANEE HUNTER OF EMO TIONS_PHOTOGRAPHER_ PAOLO BIAVA www.paolo-biava.com
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Title_ LITTLE SWEET SURFER Date_ 13.08.2018 Place_ SAN JOSE’ - Costa Rica
TORNA LA GRANDE MUSICA LIVE IN PIAZZA LOGGIA
brescia summer music
TORNA LA GRANDE MUSICA LIVE IN PIAZZA LOGGIA
SI INIZIA IL 29 GIUGNO CON LA LEGGENDA DELLA MUSICA ITALIANA PAOLO CONTE, QUINDI NICK MASON, SALMO, MAX GAZZÉ, SIMONE CRISTICCHI E TANTI ALTRI ARTISTI: LA GRANDE MUSICA LIVE ANIMA L’ESTATE BRESCIANA
“Anche quest’estate Brescia sarà protagonista della grande musica. Sul palco cittadino più prestigioso, quello di Piazza Loggia, il Brescia Summer Music torna con grandi nomi di rilevanza nazionale ed internazionale che sapranno catalizzare il pubblico cittadino e non solo. Un appuntamento musicale a cui il pubblico risponde sempre con grande entusiasmo e siamo certi che anche quest’anno sarà così. La musica è da sempre nel nostro dna e siamo convinti che i grandi concerti cittadini non siano solo cultura e intrattenimento, ma anche un vero e proprio motore per far conoscere e promuovere la città. Attraverso questi grandi eventi vogliamo valorizzare Brescia e portare un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo a visitarla”.
LOREDANA BERTÈ
PAOLO CONTE
brescia summer music
Con queste parole Santo Bertocchi, titolare del Cipiesse, ha presentato l’edizione 2019 del Brescia Summer Music, il festival di musica live patrocinato dal Comune di Brescia e organizzato da Cipiesse, in collaborazione con Gruppo WISE e Stam. Dodici date da segnare in agenda, dodici artisti di altissimo livello: dal 29 giugno al 21 settembre nomi del calibro di Paolo Conte, Ara Malikian, Salmo, Max Gazzé, Simone Cristicchi sono solo alcuni dei performer che si alterneranno sul palco cittadino più prestigioso, quello di Piazza Loggia. I CONCERTI Il Brescia Summer Music si aprirà Sabato 29 Giugno con la leggenda della musica italiana Paolo Conte e il suo tour “50 anni di Azzurro”, a celebrare il primo brano, interpretato allora da Adriano Celentano, che l’ha portato ad essere conosciuto nel mondo. L’1 luglio sarà la volta dell’hard rock di Glenn Hughes, ex bassista e cantante dei Deep Purple, che riempirà la piazza di note. Nick Mason il leggendario batterista dei Pink Floyd
SALMO
Martedì 9 Luglio tocca a Salmo con il “Playlist Tour 2019”, dal nome del suo album Playlist che, uscito lo scorso 9 novembre, ha registrato 9.956.884 stream su Spotify in un solo giorno, battendo ogni record. Sempre a Luglio si alterneranno sul palco di Piazza Loggia: il leggendario batterista dei Pink Floyd Nick Mason (18 Luglio), l’eclettica voce di Loredana Berté (19 Luglio), Roberto Vecchioni con “L’infinito tour Live” (20 Luglio) e Max Gazzè che festeggia i vent’anni dall’uscita dell’album La Favola di Adamo ed Eva (22 Luglio). Il rapper, cantautore e produttore discografico Carl Brave sarà il protagonista della serata del 31 Agosto, mentre i Pinguini Tattici Nucleari inaugureranno Settembre con il loro “Fuori dall’hype Tour” (4 Settembre) seguiti da Simone Cristicchi (6 Settembre). Chiuderà l’estate, il 21 Settembre, Cristiano De André col suo “Storia di un impiegato Tour”: il concerto fa parte del programma “Le X Giornate di Brescia” del Maestro Daniele Alberti.
MAX GAZZÈ
ROBERTO VECCHIONI
SIMONE CRISTICCHI
UNA SMART ELECTRIC DRIVE IN “COMUNE” Di Tommaso Revera Fotografie Matteo Marioli
MERCEDES-BENZ ITALIA HA RINNOVATO IL COMODATO D’USO E HA CONSEGNATO UNA SMART ELECTRIC DRIVE AL COMUNE
Mobilità a impatto zero, il futuro è green. Il buon esempio arriva dal primo cittadino, Emilio Del Bono, che per i suoi spostamenti potrà contare per un altro anno su una nuova e fiammante smart electric drive in virtù del rinnovato accordo tra la Loggia e la Mercedes-Benz Italia che prevede, tramite la concessionaria Bonera Spa, la cessione in comodato d’uso gratuito di questa vettura completamente elettrica e a zero emissioni locali. Un’automobile che, con una carica completa, vanta un’autonomia di circa 160 km nel traffico urbano, un chilometraggio certamente sufficiente per trascorrere una giornata intera in giro senza doversi preoccupare della batteria. La cerimonia di consegna del veicolo è avvenuta lo scorso 23 maggio in piazza Loggia dove si è svolta anche una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, oltre al sindaco Emilio Del Bono, anche Maurizio Zaccaria,
Direttore smart e Innovative sales Italia, Francesco Bonera, titolare Bonera Spa, Federico Manzoni, assessore alle Politiche della Mobilità del Comune di Brescia, Paolo Meneghini, presidente e amministratore delegato di A2A Energy Solutions e Riccardo Fornaro, responsabile Soluzioni Energia sostenibile di A2A Energy Solutions. Un’occasione importante durante la quale il Sindaco e l’Assessore alla Mobilità, oltre ad annunciare l’intenzione di adottare automobili elettriche e ibride in sostituzione dell’attuale flotta municipale a metano, hanno reso noto l’oggetto di una mozione che verrà presentata presto in Consiglio Comunale: un accordo con A2A per dare la possibilità ai possessori di macchine elettriche di poter installare colonnine di ricarica - il cui impegno verrebbe conteggiato in bolletta - negli spazi privati vicini alla propria casa.
EMILIO DEL BONO SINDACO DI BRESCIA “Siamo molto soddisfatti di questo gesto, un gesto importante di vista simbolico perché si tratta di un comodato d’uso di un’autovettura elettrica, perché vogliamo lanciare questo messaggio nella nostra città che piano piano, sia la scelta dell’ibrido, sia la scelta dell’elettrico, diventeranno la scelta del futuro in una città che ha bisogno di investimenti non solo sul trasporto pubblico ma anche su una mobilità privata sensibile ai temi ambientale e alla qualità della vita”.
MAURIZIO ZACCARIA DIRETTORE SMART E INNOVATIVE SALES ITALIA “Le grandi imprese si fanno insieme. Il mondo privato si deve unire a quello pubblico per cercare di attuare il più possibile tutta una serie di interventi che possano portare ad uno sviluppo e ad un consolidamento omogenei della mobilità sostenibile e della mobilità elettrica. In questo senso la partnership con il Comune di Brescia e con A2A, tramite il nostro ‘braccio armato’ sul territorio che è rappresentato dalla concessionaria Bonera SPA, ci consente di essere più presenti e più vicini ai bresciani non solo per capirne le esigenze ma anche e soprattutto per porre in essere tutti gli elementi utili a questo sviluppo. Il rinnovo di un altro anno di questo comodato, dunque, è un messaggio forte con il quale intendiamo dare continuità ad una politica intrapresa con convinzione che per forza di cose non vive di interventi estemporanei ma di iniziative continuative e più omogenee. La cosa importante è gettare le basi per far sì possa consentire una migrazione verso una mobilità elettrica, una mobilità sostenibile più ad ampio raggio”.
FRANCESCO BONERA TITOLARE BONERA SPA “Il Gruppo Bonera è orgoglioso di essere nuovamente partner di un’iniziativa utile per la sensibilizzazione della città sul tema dell’inquinamento ambientale. Il rinnovo del comodato d’uso che consentirà all’amministrazione Comunale di disporre di una smart electirc drive attesta la nostra volontà di contribuire verso uno sviluppo di una mobilità sempre più sostenibile. Si tratta di un esempio concreto con il quale vogliamo dar continuità ad un’iniziativa intrapresa lo scorso anno. Il ringraziamento va soprattutto alla direzione smart Italia che crede fortemente in questo tipo di progetto. Noi siamo felicissimi di fungere da trait d’union tra loro e l’amministrazione cittadina”.
BONERA GROUP CONCESSIONARIA UFFICIALE MERCEDES-BENZ E SMART
Via Angelo Zammarchi, 3 - Tel. 030 371851 - Brescia Via Mantova 4/N – Tel. 030 9912669 - Lonato del Garda (BS) www.boneragroup.it - info@bonera.it
CHI C’ERA
Sound of Beauty, sound di solidarietà Una serata davvero speciale quella promossa dal Rotary Club Sud Ovest Maclodio lo scorso 30 Maggio nell'esclusiva location di Timing, il nuovo centro dello sport di Brescia. Cinquecento persone si sono riunite per Sound of Beauty, una charity dinner il cui ricavato è stato devoluto a cinque realtà impegnate in azioni concrete nel campo della ricerca e del sostegno famigliare: Fondazione Ant Italia onlus, Icaro onlus, Associazione il Sorriso di Barbara, Associazione Priamo, Associazione regionale per la fibrosi cistica. L'evento, firmato nella comunicazione e nell'organizzazione da Gruppo WISE, ha coinvolto moltissimi partner, che hanno dato il loro contributo con azioni e donazioni a favore della causa.
Ph. Sergio Nessi - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bs.it
Tra loro Mandolini Auto, azienda sempre in prima linea nel sostegno alle realtà del territorio, che per l'occasione ha presentato la nuova Audi Q8, una vettura che incarna la sportività di una coupé, il carattere di un SUV e tutta la tecnologia Audi. Una serata spettacolo dove light show e DJ set hanno unito passione e divertimento alla solidarietà, vera mission del Rotary Club Sud Ovest Maclodio.
8 festa a
SABATO 8 GIUGNO, DALL’ALBA A MEZZANOTTE, LA CITTÀ SI È FATTA RAPIRE DAL FASCINO DELL’OPERA: 300 ARTISTI, 50 LUOGHI E BEN 75 EVENTI
dell’opera
Si è svolta sabato 8 giugno a Brescia, dall’alba alla mezzanotte, l’ottava edizione della festa dell’Opera, il grande evento colto e popolare che ogni anno trasforma Brescia nella città dell’Opera. Centinaia di artisti e oltre 50 luoghi della città, pubblici e privati, hanno accolto i suoni e le voci dell’Opera in un vorticoso susseguirsi di emozioni. L’obiettivo è aprire l’Opera a tutti, portare il fascino del melodramma a diretto contatto con il pubblico di ogni età anche attraverso contaminazioni con altri linguaggi musicali (jazz, elettronica, swing, pop, rock, musica contemporanea). In ogni edizione la festa tocca diversi punti del centro storico e della periferia cittadina per portare musica ovunque e per far conoscere anche i posti meno frequentati. Così ogni anno, per un giorno intero, l’Opera invade strade, piazze e cortili, chiese, teatri, musei e luoghi della cultura, ma anche luoghi del lavoro e del sociale, mercati, esercizi commerciali, ristoranti e case private con concerti, recital, incontri, improvvisazioni alla ricerca anche di un nuovo pubblico. In ogni edizione vengono coinvolte tantissime realtà cittadine, pubbliche e private, nell’obiettivo di fare della festa uno strumento di promozione non solo della cultura e dell’Opera, ma dell’intero territorio grazie a una partecipazione trasversale delle attività, economiche e non, che in esso vivono e operano. Proprio in quest’ottica, questo evento integra la promozione culturale con la scoperta e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico e per questo i diversi appuntamenti invitano le persone anche nei luoghi simbolo o in quelli poco conosciuti della storia della città, non sempre accessibili al pubblico. L’edizione 2019 ha celebrato l’Opera quale prodotto di eccellenza nazionale, simbolo della tradizione italiana ma, al contempo, linguaggio universale. Altrettanto universale e aperto a svariate connotazioni è stato il tema dell’ottava edizione: “Re/Regine. Potere/Passione” che ha rappresentato il fil rouge attorno a cui hanno ruotato i numerosi appuntamenti della giornata.
CHI C’ERA
Una notte al museo
Serata di gala promossa dal Gruppo Ospedaliero San Donato lo scorso 4 giugno aperta con un’esclusiva visita guidata alla mostra ‘Gli animali nell’arte dal Rinascimento a Ceruti’ presso Palazzo Martinengo, di cui l’azienda è stata main sponsor. Tanti gli ospiti accorsi, referenti del mondo istituzionale e industriale cittadino, oltre ad alcune tra le più influenti personalità della sanità bresciana e non solo. A far gli onori di casa la Dott.ssa Gilda Gastaldi, Presidente della GSD Foundation, e il Dott. Marco Rotelli, vice presidente del Gruppo Ospedaliero San Donato. Alla serata hanno preso parte anche i vertici degli ospedali bresciani del Gruppo, presenti sul territorio con Istituto Clinico Città di Brescia, Istituto Clinico S. Anna ed Istituto Clinico San Rocco, Prof. Giorgio Gastaldi (Presidente), Ing. Marco Centenari (Amministratore Delegato) e Dott. Nicola Bresciani (Direttore Generale). Dopo aver ammirato gli oltre 80 capolavori lungo un percorso espositivo dettagliatamente descritto da Davide Dotti (curatore della mostra) e dalle sue qualificate guide, gli ospiti hanno lasciato Palazzo Martinengo per raggiungere la White Room del Museo Santa Giulia, dove si è svolta la cena. Durante l’evento i partecipanti sono stati deliziati dai piatti proposti da diversi Chef coordinati dagli specialisti di alimentazione di GDS Food and Wine del Gruppo San Donato che hanno proposto un menù all’altezza della serata.
TEENAGERS IN PRIMO PIANO CON LO STUDIO MILESTONE Lisa Cesco - Fotografie Matteo Biatta
CURE PSICHIATRICHE NEGLI ADOLESCENTI: LO STUDIO EUROPEO MILESTONE MIRA AD OTTIMIZZARE QUALITÀ E CONTINUITÀ DELL’ASSISTENZA “Milestone” in inglese vuol dire pietra miliare: un titolo emblematico scelto per lo studio europeo che ha gettato nuova luce sugli interventi ed i trattamenti indirizzati agli adolescenti e ai giovani adulti. Lo studio, iniziato nel 2014 e giunto ora a conclusione, ha coinvolto otto Paesi (Belgio, Croazia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Olanda, Regno Unito) ed è stato coordinato in Italia da Giovanni de Girolamo, che dirige l’Unità di Psichiatria Epidemiologica e Valutativa dell’IRCCS Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia. “Lo studio Milestone nasce da una premessa ormai chiara: la maggior parte dei disturbi mentali insorge in età giovanile (dai 15 ai 25 anni) – spiega de Girolamo – Negli ultimi vent’anni, inoltre, anche in psichiatria si è incominciato a dare importanza all’intervento precoce, come già accade da tempo per le malattie organiche (si pensi ad esempio alla diagnosi precoce dei tumori)”. Mentre dal punto di vista epidemiologico questa è l’età a maggior rischio, i dati ufficiali forniti nel 2018 dal Ministero della Salute, relativi agli oltre 807.000 cittadini in trattamento presso 163 Dipartimenti di Salute Mentale (DSM), mostrano che solo il 5,4% ha dai 18 ai 24 anni, e un ulteriore 10,3% ha da 25 a 34 anni: al contrario, due terzi degli assistiti ha più di 45 anni di età. Tra le ragioni che spiegano tale situazione vi è la difficile ‘transizione’ dalle Unità di NeuroPsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (UONPIA) ai DSM, che dovrebbe realizzarsi al compimento del 18° anno di età. Coinvolgendo circa mille giovani in età di transizione - ossia di 17 anni e mezzo circa - insieme ai loro genitori e clinici di riferimento (l’Italia, con il coordinamento dell’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, ha reclutato il maggior numero di partecipanti allo studio sperimentale, pari a 223 giovani) i ricercatori si sono pertanto concentrati su questo anello importante della catena assistenziale, ovvero la transizione dalle UONPIA ai DSM al compimento del diciottesimo anno di età. In questo passaggio delicatissimo si realizza spesso una ‘frattura’, con molti ragazzi che sono lasciati soli dinanzi alla scelta su “cosa fare”, mettendo a rischio la necessaria continuità assistenziale. “Non esiste una procedura standardizzata per ottimizzare questo passaggio, e la maggior parte dei giovani vengono persi”, osserva de Girolamo, ricordando che lo studio Milestone è stato occasione per sperimentare uno strumento mirato di supporto decisionale per il clinico – chiamato ‘Transition Readiness and Appropriateness Measure’ (TRAM) – con l’obiettivo di migliorare la pianificazione e gli esiti di questa transizione. “Con il progetto Milestone abbiamo voluto porre l’attenzione internazionale sulle problematiche di questa fase di passaggio, che hanno anche risvolti etici molto importanti, richiamando la necessità di interventi condivisi”, sottolinea de Girolamo.
DOTT. GIOVANNI DE GIROLAMO, RESPONSABILE DELL’UNITÅ OPERATIVA DI PSICHIATRIA EPIDEMIOLOGICA E VALUTATIVA DELL’IRCCS FATEBENEFRATELLI DI BRESCIA
DOTT. GIOVANNI BATTISTA TURA, RESPONSABILE STRUTTURA COMPLESSA AREA DI PSICHIATRIA DELL’IRCCS FATEBENEFRATELLI DI BRESCIA
INDISPENSABILE SVILUPPARE NUOVI MODELLI ASSISTENZIALI PER I GIOVANI PAZIENTI CHE TRANSITANO DAI SERVIZI DI SALUTE MENTALE PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA A QUELLI PER L’ETÀ ADULTA Significativi i dati emersi dallo studio: i disturbi mentali più frequenti nei giovani sono i disturbi d’ansia (24%) e dell’umore (31%), seguiti dal disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (21%) e dai disturbi dello spettro autistico (15%). Un giovane paziente su quattro dichiara di aver tentato il suicidio, evento particolarmente drammatico che negli adolescenti figura al terzo posto fra le cause di morte. Altri studi hanno dimostrato che almeno la metà dei giovani che si accostano a sostanze come cannabis o alcool lo fanno per lenire ansia, fobia sociale o depressione, salvo poi, col tempo, dover fare i conti con la dipendenza da queste stesse sostanze. “I giovani oggi sono esposti a fattori critici importanti, come fattori sociali, aspetti di contesto e un’accelerazione spesso non armonica dell’evoluzione della persona verso l’età adulta – osserva Giovanni Battista Tura, responsabile Struttura Complessa Area di Psichiatria dell’IRCCS Fatebenefratelli – Come Fatebenefratelli ci siamo mossi anche in questa direzione, attivando nel 2018 un ambulatorio per le valutazioni, che identifica il disagio nei ragazzi e provvede all’invio ai servizi. È operativo anche un poliambulatorio MAC per i giovani dai 16 ai 25 anni, che fornisce prestazioni multidimensionali dedicate al disagio psichico con un’attenzione a largo spettro”.
Il poliambulatorio può contare sull’intervento integrato e simultaneo di clinici, psicologi, educatori, infermieri, “seguendo diverse strategie che non sono solo l’intervento farmacologico ma anche la psicoeducazione e l’approccio cognitivo comportamentale – dice Tura – Oggi curare significa sempre di più “pro-curare” opportunità e soluzioni per favorire ricadute positive sul benessere della persona”. Importante anche il lavoro condotto nelle scuole, in occasione dell’accesso per diversi progetti di ricerca, con momenti informativi e formativi sul benessere psicologico dedicati ai ragazzi. Si calcola infatti che la presa in carico del disagio psichico nei giovani arrivi con un ritardo medio di 3-4 anni dall’esordio della problematica, variabili temporali non secondarie, perché in grado di condizionare la prognosi. Nell’ambito del progetto Milestone è stata fatta per la prima volta anche una mappatura dei servizi di salute mentale per l’infanzia e l’adolescenza (UONPIA) nei 28 Paesi europei. La ricerca, pubblicata su Lancet Psychiatry, ha evidenziato come esista ancora una significativa frammentazione dei servizi, distribuiti sui territori a macchia di leopardo. Un’analisi importante, che potrà orientare nella riorganizzazione dei servizi di salute mentale in tutta Europa, per pianificare modelli di cura maggiormente centrati sulla persona.
fuochi di paglia di Giorgio Paglia www.fuochidipaglia.it
ANSIA DA PRESTAZIONE
I risultati delle elezioni europee hanno emesso delle lapidarie sentenze che riguardano tutti i partiti italiani. Innanzitutto sui Verdi, che da noi non hanno riscosso lo stesso successo che nelle altre nazioni, anche perché sembra che Greta agli italici porti sfortuna: dopo il suo discorso a Roma di metà aprile sul riscaldamento climatico e sulla siccità, ha piovuto per un mese e mezzo e con temperature per lo più invernali. Poi sull’estrema sinistra e sull’estrema destra, che in pratica numericamente sono inesistenti nei seggi, alla faccia dello spauracchio per un millantato ritorno al fascismo. Infine sul PD, che ha dimostrato come gli italiani siano pronti a perdonare di tutto, anche le fregature più colossali e i personaggi più ambigui. E che dire di Berlusconi? L’eterno risorto non è andato male a livello di preferenze personali, tanto da autoproclamarsi lo statista più bravo del mondo, ma il suo partito ormai è falcidiato da divisioni interne e caratterizzato da un calo continuo di voti, così che a breve sarà superato da Fratelli d’Italia della pimpante Giorgia Meloni. A proposito, in quest’ultima formazione si è presentato, con un buon risultato nelle concomitanti elezioni comunali di Bergamo, un giovane il cui cognome fa scorrere ricordi importanti nella destra bergamasca: Andrea Tremaglia, figlio e nipote d’arte. Ma torniamo alle Europee. I due partiti del Governo giallo-verde hanno ricevuto un messaggio chiaro e forte dal popolo: Lega al 34,3% e Movimento 5 Stelle al 17,1%. I grillini in un solo anno hanno lasciato sul campo oltre 5 milioni di elettori che sono confluiti in altre formazioni, Lega inclusa. E l’importanza dei ruoli si è praticamente invertita. Nei fatti, il disastro del M5S è il frutto di una politica ballerina e colma di contradditori dinieghi, portata avanti da persone per lo più poco competenti e inadeguate al ruolo, che facilmente millantano ideologie incompatibili col movimento. In una parola, molta gente è rimasta delusa e con lei tante aspettative di cambiamento. A partire dall’uno vale uno, visto che il solo Di Maio si è accollato quattro importanti incarichi politici.
E alla fine ha vinto la Lega, persino a Riace e a Lampedusa, con un baldanzoso Salvini, che è una vera macchina da guerra politica, capace di presenzialismo continuo e di furbizia nazional-popolare. Ora è panico generale in molti che da troppo poco tempo siedono al Parlamento. Anche nelle opposizioni di sinistra, nonostante queste ultime controllino la maggioranza dell’informazione, della cultura, dello spettacolo e del mondo della scuola. Perché se salta il contratto giallo-verde che tiene in piedi il premier Conte, si tornerà a votare a settembre e per qualcuno potrebbero essere guai seri. Inoltre c’è sempre lo spettro di un governo tecnico da lacrime e sangue, di “montiana” memoria, imposto dal presidente Mattarella e dai lobbisti europei.
Insomma siamo in un clima di ansia da prestazione elettorale, dove i voti incontrollati, e difficilmente pronosticabili dai sondaggisti, possono saltellare da un partito all’altro, cambiando equilibri studiati in precedenza a tavolino. Il centro destra è diviso, il centro sinistra pure, il centro non esiste più, i sovranisti non hanno sfondato in Europa e le soluzioni per far riprendere l’economia nostrana sono difficili da perseguire senza innalzare ulteriormente il debito pubblico. Un vero caos, per non dir di peggio. E sappiamo che, al di là delle grandi promesse verbali, se si vuol ottenere una bella prestazione, erettiva ed elettiva, non si devono avere tanti pensieri nella testa. Altrimenti si rischiano meschine e memorabili figuracce. In politica e sotto le coperte. Anche su Twitter: @Fuochidipaglia
CHI C’ERA
TECNOCASA SBARCA A GUSSAGO Continua l’espansione del gruppo Tecnocasa sul territorio bresciano: sabato 1 giugno c’è stato il battesimo ufficiale per la sede di via Roma a Gussago. Una crescita che non conosce più confini, un consolidamento che certifica quanto di buono sin qui svolto. Il Gruppo Tecnocasa mette le radici in provincia di Brescia e brinda alla sua ultima inaugurazione: la filiale di Gussago, sita in via Roma 1, il cui battesimo ufficiale è avvenuto sabato 1 giugno. Una presenza in un territorio strategico, nel cuore della Franciacorta a pochi minuti dal lago d’Iseo, in cui risiedono oltre 16.000 abitanti. Broli storici, antichi borghi, colline, santuari e una natura incontaminata fanno di Gussago una terra di storia e un “locus amoenus” nel quale vivere. Questa nuova filiale, gestita dall’Immobiliare Periplo srl, è composta di personale giovane, competente e qualificato, presente sul territorio di propria competenza da oltre 20 anni. Inserita nel Franchising Network immobiliare più grande d’europa, il Team Tecnocasa vanta una scuola di formazione che prepara il maniera completa i suoi collaboratori, dalla ricerca all’acquisizione degli immobili sino alla gestione a livello notarile delle pratiche. Chiunque intenda rivolgersi a questa nuova filiale Tecnocasa potrà farlo per acquistare o vendere un immobile, ricercarne uno in affitto, per richiedere una valutazione gratuita della propria proprietà o anche solo per ricevere una consulenza di compravendita o di affitto tra privati o tra privati e imprese con il reperimento della documentazione utile al rogito notarile, della dichiarazione di certificazione energetica e degli allineamenti catastali e le pratiche urbanistiche.
Ph. Sergio Nessi - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bs.it
Politicando di Maurizio Maggioni
IN UN MONDO CHE...
Andiamo in stampa dopo la fine della campagna elettorale per le elezioni Europee e quelle cittadine di Bergamo, Bari, Firenze, ma soprattutto delle regionali del Piemonte. Si potrebbe pensare di unire con un “fille rouge” questi eventi, per estrapolare un dato unico che possa permetterci di farne una analisi complessiva, ma non è possibile e si sbaglierebbe nel farlo. Iniziamo dal più semplice, il Piemonte. A Torino vi è un sindaco del Movimento 5 Stelle, il vero sconfitto di questa tornata, una professionista semplice prestata alla politica, che non è capace di spingere in avanti una città che tra poco diventerà il fulcro del business automobilistico con l’idea di FCA, di fondersi amichevolmente con Renault ed i partner asiatici. Lei, invece, pensa a fermare la TAV. In regione vi era un galantuomo come Chiamparino, che però aveva perso la propria spinta propulsiva, come diceva Berlinguer. La Regione ha digerito il famoso scandalo delle mutande verdi leghiste di Cota, ed ecco che una faccia pulita, su cui tutto il CDX ha concordato di esserci, viene eletto al primo colpo, con grande vantaggio. Il Popolo vuole dinamismo e concretezza, per cui i lavori di valico e tutto il resto partiranno, anche senza Di Maio che, se sbagliasse ancora, sarebbe certamente finito e nemmeno Grillo con la piattaforma Rousseau, lo salverebbero. Salvini Docet, ha vinto in Piemonte e Forza Italia lì c’è. Poi abbiamo le Europee e qui il segnale è molto chiaro: gli Italiani hanno dato un mandato alla Lega, in modo specifico, al CDX tutto, ma anche al PD, di andare in Europa e rimodulare nei contenuti e nei tempi, tutti i vecchi trattati che si sono dimostrati obsoleti e non più necessari per rilanciare l’economia e la stabilità sociale. Tutto ciò partendo da quanto è successo in Grecia negli ultimi 5 anni, l’inverno dei Gilet Gialli, la caduta della Merkel e dell’economia tedesca, con i suoi misfatti e mistificazioni, dagli scandali del Dieselgate a quelli delle Banche.
Il dato reale però è che l’immigrazione non programmata, ha creato veramente molti problemi, sia economici che di sicurezza generale. Ora che i flussi migratori sono notevolmente rallentati, ed iniziano i rimpatri programmati proprio dalla Germania, si dovrà continuare su questa strada e la Commissione Europea con i suoi nuovi rappresentanti, dovrà trovare i giusti accordi con i Paesi Africani; sorpassando le logiche di potere di Macron e dei bancari francesi, che guadagnano sui flussi incontrollati (Soros docet); la destra francese vigilerà su questo e non potrà sbagliare. All’Europa si chiede, da parte del Popolo Europeo, di essere più unita, di contare di più e che pensi di più al proprio popolo che agli interessi economici di pochi e della globalizzazione, in senso generale. Se falliranno, allora si sarà dato il via alla disgregazione di questo continente, che già è in atto, grazie anche alle idee di Papa Francesco, Gesuita Radicale, con la Sindrome di Stoccolma. L’etero-omogenità della composizione del nuovo Parlamento Europeo potrebbe portare un buon segnale di cambiamento, carpe diem. Giungendo alle elezioni comunali a Firenze e Bari, notiamo che il PD si è organizzato molto bene e ha tenuto, riconfermando sindaci che, per alcuni versi, era difficile accettare. La loro riconferma è stata anche merito della mancanza dell’offerta della controparte, ma soprattutto del radicamento nel territorio degli stessi candidati, poi non avevano una Lega Salviniana, contro. Il caso Bergamo, se così vogliamo chiamarlo, è invece una vera novità, un laboratorio politico che deve essere studiato e ben valutato. Partiamo da un sindaco poco empatico che si ripropone dopo aver perso le elezioni regionali un anno prima riportando una sconfitta netta e cocente. La città ne apprezza le qualità manageriali, lui scontenta un po’ tutti, per cui va bene a tutti. È antileghista, ma bergamasco con idee cosmopolite, la Chiesa lo preferisce a chiunque non per la sua devozione, ma per il senso pratico e perchè crede nell’integrazione dei popoli e la sinistra, che lo appoggia, lo obbliga a fare questa scelta. I giovani sono i suoi migliori e maggiori sostenitori, l’intellighenzia locale lo desidera a paussè. Lui è un comunicatore, il PD poco conta, ma i suoi rappresentanti locali sono persone serie e per bene: sceglie di essere un civico Superpartes, ma tesserato PD; Renziano ma non troppo, sposa la tesi Calenda. Diventa ecunemico, ricerca aiuto da tutti ed è pronto ad integrare il suo programma con le necessità del territorio. Questo è un dato significamente positivo. Guarda lontano, offre un sogno ed aspetta un competitor. Forza Italia c’è, ma non c’è; i suoi rappresentanti fanno di tutto per complicarsi la vita. Fratelli d’Italia è in crescita, ma è solo il nome storico di Tremaglia che tira, la Meloni urla troppo per un Bergamasco. Le liste civiche hanno poco di civico, i nomi sono sempre i soliti ricorrenti, solo alcuni professionisti presi per le orecchie (molti non hanno capelli), partecipano con buon risultato, ma il competitor leghista, designato all’ultimo momento, un galantuomo, preparato, moderato, che ha diretto la commissione di controllo dei servizi segreti per anni e per questo ancora sotto scorta fa di tutto, ma non ha vicino a sé il suo partito, solo amici sinceri. Il Bergamasco è persona seria, pragmatica, aperta e cosa si inventa? Vota Lega alle Europee, non vota né i Grillini ne i comunisti di Macario, che spariscono in modo definitivo e scelgono il PD e creano il nuovo bipolarismo. Tutto ciò nei quartieri borghesi. Votano Forza Italia solo per generosità ai candidati che si battono come leoni, lasciati soli da tutti i loro leader, molti di loro alla prima esperienza. Alla fine la città sceglie la strada maestra, con un mandato chiaro, netto e decisivo. Bergamo 2030 deve allearsi con Brescia e Milano, guardare ai grandi sistemi oltre l’ideologia politica, Gori può fare ciò. Infatti tiene per sé le deleghe più importanti, pesanti e basilari per il progetto. Poi come laboratorio politico potrebbe, sempre da Bergamo, partire l’idea del vero cambiamento bi o tri polarisitico, non altro, che tenga conto sì dell’integrazione, ma legale e ben definita, ma soprattutto forzando ed alimentando quella spinta propulsiva e organizzativa che serve al lavoro per il territorio, per l’occupazione, per risolvere quei problemi causati dal vecchio consociativismo, che aveva isolato Bergamo. Ciò servirà a promuovere una nuova categoria di politici “Illuminati”, che finito il vecchio centro destra, si organizzi per escludere i piccoli operatori del cabotaggio che ha distrutto l’idea liberale del 1994 (caduta anche grazie ad una magistratura politica, ma che ora comincia a guardarsi dentro la propria pancia, scoprendo…); un’idea indistruttibile, inalienabile, riproponibile, con le variazioni cronologiche del caso. Da Bergamo potrebbe partire questa idea e proporre un leader sia per il centro sinistra, che per il centro destra; bisogna solo avere il coraggio di cercarli ed il sogno di trovarli. Compiendo il prossimo passo, si può correre, verso il traguardo designato ed ambito: e allora corriamo!
DA UN’IDEA DI GIANCARLO TERZI, PROSSIMO ALL’APERTURA IL NUOVO CENTRO LAVORAZIONI DI LORETO CARNI CHE, ALLO STORICO PUNTO VENDITA DI VIA BROSETA 115, HA DECISO DI AFFIANCARE UN CENTRO LOGISTICO CON SEDE A TREVIOLO ESTREMAMENTE HI TECH, PIÙ AMPIO E FUNZIONALE
Quando hi-tech e tradizione vanno a braccetto Testo Tommaso Revera Fotografie Federico Buscarino
Trentasette anni di esperienza nel campo dei prodotti alimentari e delle carni fresche sono valsi a Loreto Carni - dal 1972 punto di riferimento in ambito di macelleria (e, in seguito, anche di salumi, formaggi e gastronomia) - una fama davvero invidiabile in città e provincia. Anni di esperienza spesi con dedizione e sacrificio nel servizio della lavorazione e vendita della carne al dettaglio che hanno portato ad un nuovo ed importante step ormai prossimo alla sua realizzazione: un nuovo sito produttivo, in posizione strategica con parcheggio privato, grazie al quale razionalizzare l’intero ciclo di lavorazione delle carni fresche non solo per il punto vendita di via Broseta, ma anche per tutti i negozi al dettaglio ed i ristoranti che da anni scelgono la genuinità e la qualità dei prodotti firmati Loreto Carni. Concentrando tutto in un solo sito di trasformazione e confezionamento, infatti, la famiglia composta da Giovanni Terzi, la moglie Giulia e dai figli Giancarlo, Silvia e Anna ha scelto di razionalizzare ed efficientare il servizio scegliendo di avvalersi delle più avanzate tecnologie.
“Non è stato facile portare a termine ciò che immaginavo per questo nuovo centro di lavorazione carni - ci ha raccontato Giancarlo. Abbiamo fatto delle scelte ponderate investendo solo dopo un’attenta ricerca: mi sono recato personalmente in alcuni dei più apprezzati siti produttivi italiani ma, presto, ho capito che era meglio proporre qualcosa di più funzionale e all’avanguardia”. A livello di immaginazione Giancarlo aveva già le idee molto chiare: i tanti anni vissuti tra le linee di lavorazione di carni, macellazione e le celle frigo gli sono serviti non solo per acquisire la competenza e la credibilità di cui gode oggi ma, soprattutto, per sapere come migliorare la vivibilità all’interno del suo ambiente di lavoro e come ottimizzare alcuni processi produttivi. L’aspetto più difficile, magari, è stato concretizzare quanto di buono ipotizzato a livello teorico di fronte alla stesura di un progetto, redatto grazie alla collaborazione del Geometra Gabriele Berlendis e del Progettista Bruno Tonon della Tonon Srl, alla scelta dei fornitori a cui affidarsi per la costruzione della nuova sede di Treviolo e alle strumentazioni tecnologiche di cui dotarsi. “Da due anni ero alla ricerca di fornitori qualificati ed affidabili - ci ha confidato Giancarlo: non è stato semplice ma ho trovato i partner su cui puntare. Ho pensato fosse utile proporre un qualcosa di diverso rispetto alla proposta attuale offerta dal mercato e, dopo aver visitato alcune tra le più accreditate aziende italiane (spaziando dal Piemonte, dove selezioniamo i nostri bovini, all’Emilia Romangna) ho capito che stavo percorrendo la strada giusta”. Da bravo operatore con alle spalle anni di esperienza in questo settore, Giancarlo ha individuato anche i migliori interlocutori afferenti a molteplici campi: dagli impianti elettrici a quelli idraulici, dai sistemi di trattamento dell’aria alla termoregolazione”.
La nuova sede di Treviolo, i cui lavori sono stati realizzati e coordinati dall’impresa edile F.lli Carminati Emilio e Michele Snc di Zogno, entrerà in funzione presto ma le premesse sono ottime. “Il nostro è, per mia personale conoscenza, uno dei pochi laboratori italiani certificati con tre bolli CE. Ne esiste, infatti, uno per il trattamento delle carni rosse, uno per le carni bianche ed uno per le carni preparate e già aromatizzate sia cotte che crude”. La vera intuizione, però, è rappresentata dalle scelte innovative che connotano questa nuova struttura. “Grazie a questa nuova sede - ha proseguito Giancarlo - miglioreremo non solo la qualità dei nostri prodotti, ma anche il benessere e la sicurezza dei nostri dipendenti, rendendo più fluida ed efficiente l’organizzazione del lavoro. Questo soprattutto grazie ad alcuni accorgimenti progettuali tra cui un sofisticato trattamento e ricircolo dell’aria pensato dalla Tris di Baroni Srl., un evoluto impianto per il mantenimento costante della temperatura e della deumidificazione ed un tecnologico sistema di refrigerazione delle celle, ideati e predisposti dalla Rotafrigor Srl, oltre ad un avanzato sistema di impianti elevatori (ascensori e montacarichi) predisposto dalla Verzeri Renato Snc e a moderni sistemi di igienizzazione per il personale”. Tutti i locali, infatti, sono stati concepiti per mantenere temperature differenti perché ad ogni alimento corrisponde una specifica temperatura di conservazione. L’avanguardistica unità di trattamento e purificazione d’aria, per esempio, funziona con immissione ed emissione d’aria dai venti ai sessanta cicli all’ora: una cosa più unica che rara. Ogni zona di lavoro, dunque, funziona in maniera a sé stante con la propria aria e la propria temperatura. Gli impianti sono collegati ad una centrale a satellite: quelli elettrici sono stati predisposti dall’azienda C.D.R. Elettrica di Milano, mentre quelli idraulici dalla Tris di Baroni Srl di Villa d’Alme.
“Un centro lavorazione di questo tipo non esiste a Bergamo e provincia. Qui entrerà la mezzena ed uscirà l’arrosto cotto e confezionato”. Ma non è tutto. La strumentazione tecnologica predisposta contemplerà anche l’utilizzo di un software grazie al quale qualunque attività verrà gestita in digitale: un programma touch consentirà l’archiviazione telematica dei prodotti con un elenco interno dei lotti sempre disponibile per disporre di informazioni chiave come tracciabilità e certificazione. Tecnologia amica anche per le operazioni più manuali di quest’attività , come l’aggancio della mezzena in guidovia dal ricevimento merci su autocarro mediante l’ausilio di un braccio snodato di sollevamento progettato dall’azienda Berera Srl , poi l’impianto di guidovia aerea birotaia in alluminio necessario per la traslazione della mezzena nei reparti appesa su carrucola , dotato di apparecchiature specifiche per la lavorazione delle carni progettato e realizzato dall’azienda Tonon Srl, due garanzie in ambito di costruzioni attrezzature per la movimentazione delle carni. Una scelta determinata non solo per ridurre al minimo il contatto con la merce per questioni igieniche ma anche per azzerare gli sforzi fisici dei dipendenti dovuti allo spostamento dei capi d’allevamento più pesanti da trattare. Guidovie aeree per traslare carni bovine appese, scaffali per celle frigorifere (certificati per contatto con alimenti), gancere e carrelli portavassoi - proposti dalla Tonon Srl, azienda leader nella progettazione e realizzazione di impianti alimentari CE, consentiranno di sfruttare al massimo lo
spazio di stoccaggio. Tritacarne refrigerati, abbattitori con funzioni di abbattimento, surgelazione, scongelamento, lievitazione, cottura lento combinato, bracieri a camera chiusa, un forno americano e due forni touch elettrici con programmi in rete forniti dall’azienda di Giovanni Colpani - impresa molto apprezzata nella progettazione, vendita e assistenza di attrezzature per la ristorazione - unitamente alla dotazione sia di utensili professionali, ceppi e taglieri selezionati da Euroceppi che da 93 anni propone sul mercato prodotti di qualità, sia di bilance, registratori di cassa, affettatrici e tritacarne refrigerati acquistati presso la Donadoni Bilance, azienda familiare che dal 1964 si occupa delle vendita e dell’assistenza di questi prodotti, completano infine la dotazione tecnologica di una struttura incredibilmente hi tech”. Ma non è tutto: la pannellatura delle celle frigorifere fornita dalla Brembana Frigor Srl fanno del nuovo centro di lavorazione firmato Loreto Carni uno scrigno di tecnologia che strizza l’occhio all’automazione (sia pur con un sistema sempre artigianale), al design moderno e alle esigenze del vivere contemporaneo. Un altro aspetto che distingue la nuova sede di Treviolo dagli abituali centri di lavorazione di questo genere sono gli spazi, tutti a vista ed estremamente luminosi. Una scelta stilistica voluta da Giancarlo per migliorare la dimensione del lavoro quotidiano e dall’altro, perché no, per appagare il gusto estetico in virtù anche di un piccolo spaccio presente in struttura che sarà aperto al pubblico.
Quando hi-tech e tradizione vanno a braccetto Dal 1972 tradizione e professionalità al servizio del cliente. Loreto Carni vanta una fama consolidata nel servizio di lavorazione e vendita della carne al dettaglio. Da piccola macelleria, in poco tempo, è cresciuta conquistando la fedeltà dei bergamaschi e diventando di riferimento anche per la fornitura di salumi, formaggi e preparati di ottima qualità. NUOVA APERTURA LABORATORIO E SPACCIO IN VIA FALCONE 2 A TREVIOLO (BG) LORETO CARNI 35 anni di esperienza nel campo di prodotti alimentari e delle carni fresche Via Broseta, 115 - Bergamo - Tel. 035 252441 www.loretocarni.it - info@loretocarni.it L’azienda Berera Srl commercializza attrezzature e materiali di consumo per macelli e salumifici. Da più di 150 anni quattro generazioni si tramandano la passione per gli articoli da taglio. Nata come bottega di coltelleria a Premana in alta Valsassina, si sviluppa negli anni fino a diventare un’azienda commerciale con connotati internazionali. I marchi distribuiti sono infatti molto conosciuti sul mercato industriale delle carni. BERERA Azienda specializzata nel commercio all’ingrosso delle attrezzature per macelli, salumifici, caseifici e latterie Via Monti, 39 - Reggio Emilia (RE) - Tel. 0522 337212 - Fax 0522 393278 - www.berera.com - simone.berera@berera.com Dai supermercati ai ristoranti, dai bar/pasticceria alle gelaterie, dai laboratori farmaceutici ai fioristi: Brembana Frigor è un punto di riferimento per tutte le attività per cui è necessario disporre d’impianti logistici refrigerati per la conservazione del prodotto fresco e congelato. Da 25 anni fornisce e installa celle frigorifere, tavoli e armadi refrigerati, abbattitori, espositori refrigerati e banchi per il libero servizio, oltre a realizzare e garantire assistenza ad impianti frigoriferi industriali. BREMBANA FRIGOR SRL Fornitura e assistenza di prodotti per la refrigerazione industriale Via San Giovanni Bosco, 6 - Almè (BG) Tel. 347 0455799 - 333 5482402 - Fax 035 6322407 www.brembanafrigor.it - brembanafrigor@virgilio.it C.D.R. Elettrica opera dal 1989 nel settore elettrico. Grazie alle molteplici esperienze maturate sino ad oggi, l’azienda milanese è in grado di soddisfare tutte le varie esigenze della propria clientela relativamente alla progettazione ed esecuzione di opere impiantistiche civili ed industriali, alla manutenzione ed al pronto intervento degli impianti elettrici. C.D.R. ELETTRICA SRL Progettazione ed esecuzione di opere impiantistiche civili ed industriali, manutenzione e pronto intervento degli impianti elettrici Via G. Bruzzesi, 25 - Milano - Tel. 02 4239540 - Fax 02 4239709 www.cdrelettrica.it - info@cdrelettrica.it Colpani Giovanni progetta da 26 anni ascoltando le esigenze del cliente proponendo le migliori soluzioni, assistendolo nella direzione lavori e relazionando con tutti gli interlocutori per la realizzazione di Centri di cottura, Laboratori di cucina, Mense ospedaliere, Case di riposo, Ristoranti, Agriturismi, Gastronomie. Vende una vasta gamma di prodotti ad elevato standard qualitativo con Aziende leader nel settore. Assiste i propri clienti con un team di tecnici qualificati risolvendo problematiche su qualsiasi tipo di impianto. COLPANI GIOVANNI Progettazione, vendita e assistenza attrezzature per la ristorazione Via G. Falcone, 7/9 - Treviolo (BG) - Tel. 035 6221298 Fax 035 4372871 - www.colpanigiovanni.it - info@colpanigiovanni.it Azienda a conduzione familiare, composta da una nove persone, che si occupa dal 1964 della vendita e dell’assistenza di bilance, registratori di cassa, affettatrici e attrezzature per negozi alimentari. Certificata ISO 9001, esegue anche la sistemazione e il restauro di affettatrici, bilance e strumenti d’epoca. DONADONI BILANCE SRL Dal 1964 vendita e assistenza di bilance, registratori di cassa, affettatrici e attrezzature per negozi Via Spino, 55 - Bergamo - Tel. 035 310022 - Fax 035 310022 www.donadonibilance.it - info@donadonibilance.it Da oltre 70 anni Euroceppi è un punto di riferimento per la fornitura di attrezzature di qualità per il settore alberghiero e la distribuzione alimentare. La gamma e la qualità dei prodotti, nonché la cultura del servizio al cliente, hanno consentito a questa azienda di sviluppare la propria attività anche sui mercati esteri: iniziata nel 1975, oggi assorbe circa il 30% della produzione aziendale. EUROCEPPI SRL Attrezzature di qualità per il settore alberghiero e la distribuzione alimentare Via Serio, 34/A - Comenduno di Albino (BG) Tel. 035 751426 - Fax 035 754458 www.euroceppi.com - export@euroceppi.com
HANNO COLLABORATO pER QUESTA REALIZZAZIONE: La F.lli Carminati Emilio e Michele Snc opera nel settore edile da oltre vent’anni con professionalità e serietà. Attenta al rapporto con i clienti, l’impresa si mette a loro completa disposizione per realizzare qualsiasi genere di lavori (ristrutturazioni, nuove costruzioni residenziali, risanamenti conservativi, nuovi capannoni industriali e commerciali ecc.). Grazie alla forte esperienza acquisita, inoltre, è in grado di risolvere qualsiasi tipo di problema: dalle infiltrazioni alle risalite di umidità sino ai consolidamenti strutturali, consigliando i materiali più efficienti per soddisfare qualunque esigenza e garantendo opere che durano nel tempo. FRATELLI CARMINATI EMILIO E MICHELE SNC Ristrutturazioni e costruzioni nel rispetto di passato e futuro Via Campelmè, 3 - Zogno (BG) Tel. /Fax 0345 91869 - fratellicarminati@alice.it Lo studio si occupa di servizi tecnici da circa vent’ anni nell’ ambito residenziale, commerciale e produttivo ponendo al centro le esigenze del cliente pronendosi con la massima diponiblità e professionalità. Le attività in grado di svolgere con esperienza sono tra le altre la progettazione di opere di nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione, con l’ elaborazione grafica tridimensionale. GEOMETRA GABRIELE BERLENDIS Studio tecnico di progettazione e servizi tecnici Via P. Ruggeri, 41 - Zogno (BG) - Via A. Einstein, 35 - 24030 Paladina (BG) Cell. 345 7992572 - geometra.berlendis@gmail.com Azienda italiana con sede a Bergamo attiva nel settore degli impianti tecnologici meccanici per il settore industriale, terziario e civile. Le soluzioni che propone alla clientela spaziano dagli impianti frigoriferi a quelli di refrigerazione, dagli impianti di climatizzazione a quelli di condizionamento sino agli impianti di trattamento dell’aria. Ovunque esista un’esigenza impiantistica relativa al controllo delle temperature e dei parametri termoigrometrici, Rotafrigor risponde con soluzioni innovative, tecnologicamente avanzate nella logica del risparmio energetico e del rispetto dell’ambiente. ROTAFRIGOR SRL Impianti di climatizzazione e refrigerazione Via F.lli Rota, 10 - Bergamo - Tel. 035 251169 - Fax 035 260520 www.rotafrigor.it - info@rotafrigor.it Da sempre a disposizione della clientela, l’azienda Tonon Srl vanta un’esperienza dal 1946 nell’ambito del settore delle carni. Dagli impianti industriali alle piccole celle frigorifere, questa intraprendente realtà torinese si impegna al massimo per fornire le soluzioni idonee e per massimizzare il proprio lavoro progettando stabilimenti alimentari a norme CE. Scegliere Tonon significa ottenere un progetto ottimizzato per dire addio alle aree improduttive e ottimizzare lo spazio di stoccaggio e i flussi di lavoro secondo le più recenti norme igienico-sanitarie contenute all’interno del protocollo veterinario. Guidovie aeree per traslare carni bovine appese, scaffali per celle frigorifere (certificati per contatto con alimenti), gancere e carrelli portavassoi sono solo alcuni dei prodotti proposti, ideali per sfruttare al massimo lo spazio di stoccaggio. R
Progettazione e Realizzazione Impianti Alimentari CE
TONON SRL Progettazione, realizzazione e fornitura di attrezzature per movimentazione e stoccaggio derrate alimentari Via Liguria, 33 – 10071 Borgaro Torinese (TO) Tel. 011 4701173 - Fax 011 4703107 - www.tonon.com www.tononimpianti.com - vendite@tonon.com
Tris di Baroni vanta un’esperienza nel settore degli impianti idraulici dal 1975. Garantisce l’esecuzione degli impianti a regola d’arte anche grazie a continui corsi di aggiornamento. La ditta è specializzata nell’esecuzione di impianti del settore idraulico, da impianti di riscaldamento a idricosanitario, gas, climatizzazione, ventilazione meccanica controllata, contabilizzazione di calore, operando con professionalità e competenza.
TRIS DI BARONI SRL Impianti idraulici e di riscaldamento Via Aldo Moro, 53 - Villa d’Alme (BG) - Tel. 035 542043 trisbaroni@gmail.com - www.impiantiidraulicibaroni.com
Azienda artigiana fondata nel 1974, l’azienda Verzeri è nata come ditta individuale. Hanno poi intrapreso l’attività i figli costituendo nel 1998 l’attuale Verzeri Renato S.n.c. Core business di quest’attività l’installazione e il servizio di manutenzione di ascensori e montacarichi. Una politica di servizio e miglioramento delle proprie prestazioni, unita ad un sempre più intelligente utilizzo della tecnologia, ha permesso a questa realtà produttiva di acquisire un’ottima clientela in Bergamo e provincia. VERZERI RENATO S.N.C. DI VERZERI MICHELE, CRISTIANO E TOMASO Fornitura, installazione e manutenzione di ascensori, montacarichi e impianti di sollevamento per l’abbattimento delle barriere architettoniche Via Rigla, 54/C - Ponteranica (BG) - Tel. 035 572325 www.ascensoreverzeri.com - info@ascensoriverzeri.com
LORETO CARNI NASCE NEL 1972 COME MACELLERIA MA, NEGLI ANNI, È DIVENTATO UN PUNTO DI RIFERIMENTO ANCHE IN AMBITO DI SALUMERIA, FORMAGGI, GASTRONOMIA E PREPARATI ‘PRONTI DA CUOCERE’ PER PRIVATI ED ATTIVITÀ COMMERCIALI. GUIDATO DALLA SUA PASSIONE, GIOVANNI TERZI È RIUSCITO A COINVOLGERE NELL’ATTIVITÀ ANCHE LA MOGLIE GIULIA E I TRE FIGLI GIANCARLO, SILVIA E ANNA. LORETO CARNI CENTRO FRESCHEZZA SI PRESENTA COME UN AMBIENTE EFFICIENTE E CURATO CHE CONCILIA MODERNITÀ E TRADIZIONE IN GRADO DI OFFRIRE UN SERVIZIO UNICO CHE VA BEN OLTRE LA SEMPLICE VENDITA. LA QUALITÀ DEL SERVIZIO E L’AMPIA GAMMA DI PRODOTTI SEMPRE FRESCHI, INFATTI, HANNO OCCUPATO UN RUOLO FONDAMENTALE PER IL SUCCESSO DELLA MACELLERIA DI BERGAMO LORETO CARNI. GRAZIE ALLA COMPETENTE PROFESSIONALITÀ DEI DIPENDENTI E AL SERVIZIO DI VENDITA PERSONALIZZATO, LA MACELLERIA BERGAMASCA HA DA SEMPRE SAPUTO SODDISFARE LE ESIGENZE, SEMPRE PIÙ SOFISTICATE, DELLA CLIENTELA. LA SUA OFFERTA CONTEMPLA PRODOTTI GENUINI, PRONTI DA MANGIARE, DA CUCINARE ‘PRONTI DA CUOCERE’ O GIÀ COTTI. LA QUALITÀ DI QUESTI PRODOTTI È GARANTITA DALLA FILIERA CORTA DI PRODUZIONE, CONTROLLATA E SUPERVISIONATA PERIODICAMENTE, E CERTIFICATA GRAZIE AL SISTEMA DI ETICHETTATURA CHE NE GARANTISCE LA PIENA TRACCIABILITÀ. LORETO CARNI SI RIVOLGE AD ALLEVAMENTI ESTENSIVI SELEZIONATI DOVE LA GESTIONE DEI CAPI RISPETTA LE CONDIZIONI DI VITA NATURALI DELL’ANIMALE, FACENDO USO DI TUTTI GLI SPAZI E DELLE RISORSE NATURALI DISPONIBILI. LA FASE DELLA MACELLAZIONE È IL PUNTO D’INCONTRO DI DUE IMPORTANTI PROCESSI PRODUTTIVI: L’ALLEVAMENTO E LA TRASFORMAZIONE DEL PRODOTTO. LA LAVORAZIONE E IL TAGLIO DI OGNI PRODOTTO VIENE EFFETTUATA DIRETTAMENTE DA PERSONALE COMPETENTE E ALTAMENTE QUALIFICATO DI LORETO CARNI. PRIMA DI ESSERE VENDUTA AL CLIENTE, LA CARNE ATTRAVERSA L’ULTIMA FASE DELLA FILIERA: LA FROLLATURA, UN PASSAGGIO CHE OGGIGIORNO È IN VIA DI SUPERAMENTO NEL SETTORE. IN REALTÀ SI TRATTA DELLA FASE DI LAVORAZIONE PIÙ IMPORTANTE PER INTENERIRE LA CARNE E RENDERLA IDEALE PER IL CONSUMATORE FINALE.
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UN’ARTE DA “SENTIRE”
Viveka Assembergs
Viveka Assembergs nasce a Stoccolma nel 1959, vive e lavora a Torre Boldone. Di padre olandese e madre svedese, si trasferisce in Italia alla fine degli anni ’60. Entrando nel suo studio immerso nel verde, vivo le stesse atmosfere dei musei nordici, dove all’aperto si cammina e si osservano le sculture dando vita a riflessioni di carattere umanistico. Cosa l’ha spinta a vivere in Italia e come è stata accolta dalla città? “Sono arrivata in Italia con la mia famiglia, in seguito ad una richiesta di collaborazione ricevuta da mio padre ingegnere, di una azienda bergamasca. Qui era tutto diverso. Soprattutto la gente. Parlavano con tono alto e allegro, mi guardavano con i loro occhi scuri. Le mie coetanee portavano abitini, gonne e calze bianche lunghe. Solo mia sorella maggiore indossava i jeans. L’approccio con la lingua non è stato agevole, molti compagni di scuola parlavano in dialetto. Ma tutti erano molto curiosi, io ero diversa da loro, venivo dal paese di Pippi Calzelunghe. Ci volle comunque poco perché mi integrassi e dopo qualche mese anche in casa si parlava in italiano.
Una mostra, nella sede del Parco dei Colli di Bergamo, in Valmarina, un paio di anni fa, ho portato un’opera che esprime il mio pensiero su questa meravigliosa città. “Trappola per anime”. Un cerchio di rami di spirea, un roccolo, a rappresentare le mura della città vecchia. Un luogo che ti attrae a sé e dal quale è difficile allontanarsi. È un po’ così, pensavamo di essere di passaggio su questo suolo ed invece non è stato. Ho la fortuna di “abitare” due posti diversi nello stesso tempo. I luoghi dell’infanzia, che non si sono mai allontanati da me e, fisicamente, questo paese meraviglioso, dove parole cortesi ed insulti si incrociano, dove arte e bellezza sono ovunque tu rivolga lo sguardo e dove tutto si muove veloce ed è un abbraccio svegliarsi”. La sua ricerca spesso risente della narrativa, specialmente nei titoli, aggiungerei di richiamo intimista o mistico e spesso mi sono chiesto quale è stata la figura più influente per Lei nella letteratura oppure se sono racconti popolari tramandati. Si sente legata in qualche modo all’arte scandinava che è ricca di miti, simboli e racconti? “Mi capita di dare titoli inusitatamente lunghi, ma il contenuto e l’indirizzo non sempre portano alla lettura dell’opera. L’espressione vera della mia arte è solo in quest’ultima. Un’arte da “sentire” più che da guardare e toccare. Nessun letterato o testo in particolare ha avuto influenza sul mio lavoro, che considero spontaneo e libero. Indubbiamente alcune scritture mi hanno aiutata a chiarire il mio linguaggio. Piuttosto una filmografia. Penso ad Ingmar Bergman, che nelle sue riprese descrive in modo preciso i ritmi e le atmosfere nordiche, così presenti e fissate nei miei ricordi d’infanzia. Quelle pause, i silenzi, quella luce così particolare.
Il ricordo del territorio, il profumo di quei boschi così diverso da quello del bosco al limite del quale io vivo. Il suono della lingua, il tempo in cui uno sguardo non era solo un pensiero ma dialogo. Da una lirica di Brecht: “Io, Bertolt Brecht, vengo da boschi neri. Mia madre dentro le città mi portò quand’ero ancora nel suo ventre. E il freddo dei boschi fino a che morirò sarà dentro di me.” Il mio legame con l’arte scandinava è naturale, è parte di me e del mio spirito. Gli gnomi, gli elfi, gli Dei, i guerrieri, gli abitanti dei boschi, sono impressi nella mia memoria in modo indelebile”. Cosa differenzia una forma artigiana da un’opera d’arte ? Lo scultore, possiede il sapere del costruire che è anche dell’artigiano, ma utilizza ciò per dare forma e concretezza ad una ispirazione, ad un pensiero”.
Ritiene che la figura dell’interior designer aiuti il collezionismo? “È un tema molto ampio che ci porta anche ad una riflessione sulla evidente e profonda trasformazione del mercato dell’arte. Con i nuovi metodi di comunicazione, le immagini delle opere artistiche raggiungono un pubblico infinitamente più vasto, tutto avviene velocemente. Figlie dell’epoca della riproducibilità, le opere, da un lato si privano dell’aura che accompagna la loro creazione, dall’altra possono essere in qualche modo più fruibili. Le gallerie, già da tempo, sono luoghi percepiti dal profano quali inavvicinabili ed ecco che le porte di spazi espositivi, eventi quali il Fuori Salone di Milano, sembrano avvicinare con più disinvoltura l’appassionato. Anche l’interior designer rientra nei nuovi canali dell’arte. L’opera, ma in particolare la scultura, agisce nello spazio. Questa figura, viene in soccorso dell’individuo meno preparato, lo affianca nelle scelte proponendo e indirizzandolo. Possiede gli elementi per valutare e predisporre un equilibrio tra ambiente e opera, determinata anche dalle emozioni che questa suscita, unita solitamente anche ad una conoscenza del mercato dell’arte”.
Nel dicembre 2017 per la mostra al Credito Bergamasco lei ha trasformato una scultura in una performance musicale; in Instagram, posta rimandi e screen shoot di gruppi musicali. Nel 2018 per la mostra di Trescore Balneario, ha giocato tra ombre e luci… Cosa possiamo aspettarci da lei nel futuro? “Due mostre molto diverse tra di loro. Il suono ed il silenzio. Al Credito Bergamasco, l’opera principale e centrale era costituita da un grande cerchio attraversato da una figura. Durante la lavorazione, non considerando questi elementi sufficienti a trasferire il mio sentimento, ho apportato alcune modifiche affinchè potesse emettere un suono. Le ho dato voce. Ho utilizzato delle corde armoniche per sospendere l’elemento e, attraverso un archetto da violino, ho ottenuto una vibrazione paragonabile al tono di una campana tibetana. Ho quindi fissato con questo lavoro la partenza per una ricerca nuova. Nelle “Stanze” di Trescore Balneario, il silenzio, l’ombra e la luce.
Questa mostra ha confermato la mia esigenza di esprimermi liberamente, senza vincoli di stile, di linguaggio. Ho chiesto a chi mi segue di rispettare la mia nudità, la mia intimità e di leggere un umore, un sentimento, un ricordo. Percepire ciò che era nella stanza e non più nelle forme. In silenzio, perché il suono intorno a me fosse respiro, fruscio, suono di passi. Per il futuro proseguirò nella ricerca in tutte le sue direzioni. Nel prossimo futuro, avrò l’opportunità di dimorare molti dei miei lavori in un Hotel, a Comenduno di Albino, sito in un’ala di un convento dei Carmelitani del quattrocento. Inoltre avrò l’opportunità di esporre in Svizzera. Ma il presente ed i prossimi mesi, il mio impegno è dedicato al tema spirituale. La realizzazione della Via Crucis, sul sentiero che porta verso colle S. Giovanni a Sotto il Monte. È, in questa fase della mia vita personale ed artistica, un grande dono che cercherò di vivere pienamente”.
CHI C’ERA
40° anniversario del “Lions Club Brescia Cidneo” Il Lions Club Brescia Cidneo ha brindato ai 40 anni dalla sua nascita durante una serata esclusiva mirabilmente organizzata dai soci Antonella Rebuffoni e Oreste Nulli presso il suggestivo contesto del Relais Franciacorta. Una storia scandita da successi dal 1979 sino ad oggi: un susseguirsi di eventi ed iniziative rivolti ai bisogni della comunità. Oltre 70 gli ospiti accorsi lo scorso 13 giugno per celebrare questo significativo traguardo: oltre ai soci fondatori del Lions Club Brescia Cidneo - il Presidente Ferruccio Lorenzoni, Manfredo Boni, Alberto Lenzi, Adriano Sforzini, Giambattista Mauri che hanno fatto gli onori di casa - presenti anche i presidenti degli altri Lions Club cittadini a dimostrazione della stima e del rispetto reciproco che intercorre tra i vari club cittadini. Vicini con il pensiero ma assenti a causa di motivi di salute gli altri soci fondatori del Lions Club Brescia Cidneo: Enrico Spagiari, Aristide Fortina e Giorgio Turotti. “È per me un onore essere stato eletto Presidente di questo importante Lions Club sia durante il suo primo anno di nascita (1979), sia quest’anno in cui ricorre un importante traguardo come quello dei 40 anni” - ci ha confidato il Presidente del Lions Club Brescia Cidneo, Ferruccio Lorenzoni. “Scorrendo le esperienze vissute in questi anni è riscontrabile con facilità la rispondenza delle iniziative, dei personaggi e delle atmosfere di amicizia che da sempre i service hanno rivolto ai bisogni della comunità. Si ritrova la concretezza tipica di noi bresciani coniugata ad una lungimiranza sorprendente e ad una grande apertura verso le novità: ”la solidarietà è concretezza” è il motto che ha sempre ispirato la vita del club. Durante questi 40 anni di attività le eccellenti individualità dei presidenti che si sono susseguiti sono rimaste coerenti al tema del servizio verso la collettività: un modus operandi che da sempre connota l’etica lionistica”.
Ph. Daniele Trapletti - Puoi vedere tutte le immagini dell’evento su www.qui.bs.it
9 librerie insolite in giro per il mondo: un viaggio per gli amanti dei libri Fotografie Creative Commons
IN RELAZIONE ALLA RECENTE GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO, VIRAIL, L’APP E PIATTAFORMA CHE COMPARA I DIVERSI MEZZI DI TRASPORTO PER TROVARE LA SOLUZIONE MIGLIORE PER OGNI ESIGENZA, HA SELEZIONATO 9 LIBRERIE INSOLITE PER UN VIAGGIO INTORNO AL MONDO ALL’INSEGNA DEI LIBRI Questi templi della lettura, sparsi dall’Europa all’Asia, sono ospitati in luoghi insoliti o caratterizzati da allestimenti ingegnosi che sembrano appena usciti da una fiaba. Spazi dove il design, la storia e la creatività si sfogliano un capitolo dopo l’altro.
Libreria Acqua Alta, Venezia (Italia) La Libreria Acqua Alta di Venezia - ricorda Virail - non è famosa per la sua posizione o per l’edificio che la ospita, ma per dove riposano i suoi libri. Ricca di volumi di seconda mano, la libreria raccoglie i testi, oltre che sui classici mobili e scaffali, anche all’interno di vasche da bagno e, neanche a dirlo, di gondole, le celebri imbarcazioni veneziane. Una delle sue attrattive principali è la scala formata da libri che, altrimenti, sarebbero destinati al macero a causa dell’acqua salmastra della laguna che li ha rovinati tanti anni fa. Un ottimo esempio di recupero!
Honesty Bookshop, Hay-on-Wye (Galles) Hay-on-Wye, nel Galles, è un piccolo villaggio di meno di 2000 abitanti. Nonostante ciò, però, vanta un interessante primato: ospita più di 30 librerie ed è per questo che è noto anche con il nome di “the book town”. La maggior parte delle attività è dedicata ai testi di seconda mano e una di queste è davvero particolare sia per la posizione che per come viene gestita dai proprietari: la Honesty Book Shop si trova all’aperto lungo le ormai fragili mura del castello medievale e vende libri per pochi centesimi o poche sterline. Non ha una vera e propria cassa, ma i clienti possono lasciare le monete all’interno di salvadanaio in metallo prima di andarsene con la loro piccola occasione tra le mani. Da qui il nome della libreria, che fa affidamento sull’onestà dei lettori.
Librairie Avant-Garde, Nanjing (Cina) Nata nel 1999, la Librairie Avant-Garde è un altro esempio di riqualificazione e rinascita. Ospitata all’interno di un ambiente utilizzato prima come bunker antiaereo e poi come parcheggio sotterraneo, la libreria di Nanjing è riuscita a trasformare uno spazio freddo e impersonale in un luogo di design e cultura, punto di riferimento per la città e per tutti gli studenti della vicina università. Le numerose croci sparse per il negozio sono l’espressione della fede dei proprietari non solo nei confronti della propria religione, ma anche nei confronti dei libri.
Livraria Ler Devagar, Lisbona (Portogallo) La LX Factory di Lisbona è il risultato di un progetto di riqualificazione che ha dato nuova vita a una fabbrica abbandonata nel quartiere dell’Alcântara. All’interno degli spazi oggi ci sono ristoranti, artigiani e negozi e uno di questi è la libreria Ler Devagar, una delle più particolari del mondo. Creata intorno a una vecchia macchina tipografica utilizzata per stampare rotocalchi, è caratterizzata da alti scaffali che contengono libri di tantissime lingue e generi diversi, da un piccolo bar e da creazioni meccaniche che volteggiano sopra le teste dei clienti. Una vera e propria isola creativa in grado di stupire chiunque.
The Last Bookstore, Los Angeles (USA) Varcare la soglia di The Last Bookstore, a Los Angeles, è un po’ come entrare nel mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie, complici i libri messi nelle posizioni più strane, sistemati per formare archi, tunnel e labirinti o appesi come se volassero sopra le teste dei clienti. La maggior parte dei volumi in vendita è di seconda mano, ma non mancano anche nuove pubblicazioni, stampe e disegni. Un paradiso per gli amanti della lettura e per i creativi in cerca di nuove idee.
Boekhandel Dominicanen, Maastricht (Paesi Bassi) L’antica chiesa duecentesca di Maastricht, nei Paesi Bassi, fu sconsacrata nel 1796 e da allora è stata utilizzata per tanti scopi diversi. Da qualche anno, però, ospita al suo interno la Boekhandel Dominicanen, una libreria ricchissima di testi nuovi che spaziano dalla narrativa all’arte e dall’olandese allo spagnolo. Il contrasto tra l’edificio gotico e gli allestimenti moderni al suo interno è affascinante: uno spettacolo non solo per gli amanti della letteratura, grazie ai tantissimi titoli disponibili, ma anche per gli appassionati di design e architettura.
El Ateneo, Buenos Aires (Argentina) La libreria El Ateneo di Buenos Aires è una delle più belle e famose di tutto il Sud America. Ospitata all’interno di un vecchio teatro di inizio Novecento, noto come il Grand Splendid, la libreria è un vero e proprio palcoscenico per tutte le nuove pubblicazioni. Il negozio ha mantenuto la struttura originale, ma, al posto delle poltrone in velluto rosso, oggi ci sono scaffali e librerie divise tra platea e galleria, il tutto sotto un soffitto elegantemente affrescato e di fronte a un sipario sempre aperto.
Leakey’s Bookshop, Inverness (Scozia) Nella cittadina di Inverness, in Scozia, esiste un’antica chiesa gaelica sconsacrata che oggi è un vero paradiso per gli amanti dei libri. Il Leakey’s Bookshop, nato nel 1994, è un negozio che vende principalmente testi di seconda mano, ma anche mappe, stampe e qualche nuova pubblicazione, in grandi scaffali tra pulpiti e vetrate colorate. Il piccolo caminetto e le decorazioni in legno rendono sacra l’accoglienza, invitando i clienti a spulciare tra i titoli posti ovunque ci sia un po’ di spazio.
Word on the water, Londra (Inghilterra) Word on the water, a Londra, è una libreria galleggiante: un luogo più unico che raro! Ospitata all’interno di una barca in legno fin dagli anni Venti del Novecento, inizialmente era solita navigare seguendo le acque del Regent’s Canal, ma con il passare degli anni ha deciso di abbandonare la sua vita da nomade e oggi è ormeggiata non distante dalla stazione di King’s Cross. La libreria non è solo un negozio, ma un vero e proprio punto di riferimento culturale grazie agli eventi che organizza, dagli incontri con gli autori alle esibizioni a ritmo di jazz.
“InstaGlam” CONTORNI DI LUCE
Fotografie FotoGlam3.0
A BRESCIA DI SCENA LA FOTOGRAFIA TRA EROS DI CLASSE E BENEFICENZA
“InstaGlam”
“InstaGlam” Eros raffinato in bianco e nero, nella tradizione di Helmut Newton. È questo lo stile degli scatti di “InstaGlam - Contorni di luce”, una mostra proposta dal gruppo FotoGlam che si è tenuta a Brescia il 7 giugno scorso nell’ambito di una serata, ospitata presso l’Osteria Valle Bresciana, che i partecipanti, circa un centinaio, hanno potuto vivere da protagonisti. L’evento, infatti, non prevedeva solo la mostra ma offriva anche una serie di proposte collaterali come per esempio l’allestimento di un set fotografico glamour e uno di nudo artistico, la possibilità per fotografi e fotoamatori di effettuare degli scatti alle modelle presenti, l’opportunità per le ospiti di essere non solo truccate ma anche fotografate per diventare “modelle per una sera”. Parte del ricavato della serata è stato devoluto all’Associazione Nazionale Tumori. Il prossimo appuntamento con FotoGlam è in programma il prossimo 30 giugno con un doppio workshop che si terrà a Rozzano (MI).
vittoria amata AL SUO RIENTRO LA STATUA NON TORNERÀ NEL MUSEO DI SANTA GIULIA (DOVE È STATA ESPOSTA PER VENT’ANNI) MA SARÀ POSIZIONATA NELLA CELLA ORIENTALE DEL TEMPIO ROMANO, IL CAPITOLIUM, IN UN NUOVO ALLESTIMENTO MUSEALE CURATO DALL’ARCHITETTO SPAGNOLO JUAN NAVARRO BALDEWEG
IL PUNTO SUL PROGETTO DI RESTAURO E VALORIZZAZIONE DELLA VITTORIA ALATA DI BRESCIA
Il simbolo della città, la meravigliosa statua della Vittoria alata, uno dei pochi grandissimi bronzi conservatisi dell’antichità, tornerà a Brescia tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 dopo uno storico restauro svolto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, eccellenza nell’ambito della conservazione dei beni culturali. Al suo rientro la statua non tornerà nel museo di Santa Giulia, dove è stata esposta per vent’anni. Sarà invece posizionata nella cella orientale del Tempio romano, il Capitolium, in un nuovo allestimento museale curato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg, egli stesso artista e sculture, oltre che architetto di altissima levatura internazionale (ha firmato l’espansione del Museo Nazionale Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, il Museo dell’Evoluzione Umana di Burgos, l’Istituto della conoscenza di Amersfoort – Paesi Bassi, la Biblioteca Hertziana di Roma). Il restauro e il progetto del nuovo allestimento hanno mosso un concorso di forze affiancando il pubblico (Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei) a numerosi privati, sulle orme di quanti li precedettero nel lontano 1823, quando per gli scavi del Capitolium vene promossa una sottoscrizione tra i cittadini bresciani. Attraverso il dispositivo fiscale dell’Art Bonus, numerose aziende della città e della provincia hanno voluto partecipare a questa impresa con straordinaria generosità, confermando il ruolo identitario di questo bronzo antico.
vittoria amata
Per garantire alla Vittoria alata la massima qualità sia nella fase di diagnostica, sia in quella dell’intervento di restauro vero e proprio, è stato sottoscritto un accordo operativo nel giugno 2018, nell’ambito di un primo e ampio Protocollo d’Intesa tra Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei, Opificio delle Pietre Dure di Firenze e Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Brescia e Bergamo che assicurasse risorse e competenze per il primo vero e proprio intervento di restauro sulla statua, condotto tramite un’azione combinata di specialisti afferenti a diversi ambiti e di strumentazioni dedicate. A seguito di una prima fase di diagnostica svolta presso il Museo di Santa Giulia, grazie ai dati preliminari emersi da essa, è stato steso un progetto organico ed è stato disposto il trasferimento della statua a Firenze, presso i laboratori dell’Opificio. Mentre a Firenze sono state condotte – e sono in corso - importanti azioni previste dal progetto, di cui danno conto i numerosi specialisti coinvolti nel convegno che si tiene oggi “Il restauro dei grandi bronzi archeologici. Laboratorio aperto per la Vittoria alata di Brescia”, Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei stanno predisponendo il rientro della statua al Capitolium. Sono stati affrontati parallelamente il progetto dell’ordinamento scientifico e quello di allestimento, affidato a Juan Navarro Baldeweg, che ha interpretato con grande sensibilità sia le istanze del comitato scientifico, sia
lo spazio, sia l’aura della statua stessa. Il progetto, condiviso con il Comitato scientifico di Fondazione Brescia Musei e con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Brescia e Bergamo, prevede la valorizzazione della statua nell’aula orientale del Capitolium, dove i resti antichi sono meno conservati ed è quindi possibile intervenire più ampiamente nello spazio e sulle superfici. Accompagneranno la Vittoria alata alcuni bronzi che con essa vennero trovati al Capitolium nel 1826, costituendo – secondo il progetto di Baldewg -, una quinta scenografica geometrica che evoca l’utilizzo delle cornici in bronzo come doveva avvenire in antico, a decorazione delle preziose pareti di luoghi di culto o di edifici pubblici. Gli altri bronzi, parte integrante del tesoro della Vittoria alata, verranno esposti al Museo di Santa Giulia in un rinnovato percorso espositivo. Grazie agli studi e al restauro in corso sarà quindi possibile conoscere molti aspetti che di quest’opera straordinaria non erano affatto noti o immaginabili, sia sulla sua vita antica, sia su quella moderna, a seguito del rinvenimento del 1826. Le soluzioni allestitive, individuate grazie ai recenti studi e al confronto serrato tra gli specialisti, valorizzano ulteriormente la forza identitaria e fondativa della Vittoria alata per Brescia e per i bresciani, per i quali è stata in passato e in tempi recenti elemento di orgoglio civico e di attrazione virtuosa. I nuovi dati e la proposta progettuale di alto valore proposta all’interno del Capitolium amplieranno ulteriormente i confini di riferimento di questo simbolo, importante non solo per l’archeologia dell’Italia settentrionale, ma riferimento cardine per tutto il bacino del Mediterraneo e oltre.
LAUDATO SÌ. TRA BELLEZZA E GRIDO
FINO AL 5 LUGLIO PRESSO IL PALAZZO STORICO DEL CREDITO BERGAMASCO DI BERGAMO LE OPERE DI MARGHERITA LEONI E LUCIANO MELLO WITKOWSKI PINTO
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La mostra “Laudato si’. Tra bellezza e grido” rientra in un’operazione culturale di ampio respiro nella quale Fondazione Creberg è impegnata, ormai da diversi anni, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico su tematiche che coinvolgono l’essere umano e il contesto in cui vive attraverso percorsi artistici itineranti. “Laudato si’. Tra bellezza e grido” – a cura di Angelo Piazzoli e Tarcisio Tironi – è dedicata alle opere di Margherita Leoni (artista bergamasca, specializzata di botanica) e di Luciano Mello Witkowski Pinto (scultore brasiliano) coppia impegnata, da oltre vent’anni, nella celebrazione della bellezza della foresta amazzonica e nella denuncia della silenziosa distruzione della natura che si perpetra giorno per giorno, nell’indifferenza globale della società modernista e consumista. Il loro lavoro di sensibilizzazione richiama l’attenzione sull’impatto della deforestazione ed è presente in una lunga serie di mostre con titoli che evocano la salvaguardia e la magnificazione del dono della natura. “Da circa dieci anni - ha sottolineato Angelo Piazzoli - seguiamo il percorso professionale di Margherita Leoni – con il sostegno ad esposizioni di carattere naturalistico – a cui nel 2010 abbiamo commissionato un lavoro site specific per il Loggiato di Palazzo Ceberg che dal 2011 fa parte del patrimonio della Fondazione Creberg. L’approfondimento della conoscenza personale e professionale di Margherita e, nel tempo, di Luciano (suo compagno di vita e di professione) ci ha consentito di promuovere un ragionamento sulla salvaguardia del Creato, fino a proporre loro una sorta di sfida: realizzare un’esposizione di dipinti sul tema della “Creazione” sviluppando un percorso di approfondimento dell’argomento che costituisse poi la base teoretica sulla quale costruire un itinerario espositivo di grande forza evocativa e di rilevante valenza culturale ed educativa, volto ad approfondire il tema dei cambiamenti climatici, il loro devastante impatto sul Pianeta e la recente Enciclica del Papa con le sue accurate analisi e con i rimedi che autorevolmente suggerisce. Nell’allestimento vengono ricreate tre distinte sezioni con oltre 30 opere: Paradiso Terrestre (il Creato che ci è stato affidato), Paradiso Perduto (l’effetto delle nostre devastazioni), Paradiso Ritrovato (se ci mettiamo d’impegno a modificare politiche ambientali e comportamenti individuali...).” Cercando risposte o semplicemente avvalendosi di un mezzo per diffondere domande, i due artisti operano su linee convergenti: l’universo pittorico ad acquerello, carboncino e processi digitali di Margherita Leoni, dove in modo analitico e decorativo l’artista “tocca” la natura fino ad immedesimarsi con essa; l’indagine dei suoi abitanti, uomini e animali, nelle sculture in resina e ceramica di Luciano Pinto, che con immagini di aulica quotidianità ricerca un’immersione e un contatto profondo con la Grande Madre Terra, che – come ci ricorda il Papa, con una icastica definizione – rappresenta la nostra Casa Comune.
Fino al 5 luglio 2019 Palazzo Storico Credito Bergamasco Largo Porta Nuova 2, Bergamo Da lunedì a venerdì, negli orari di apertura della filiale (8.20 - 13.20 e 14.50 - 15.50)
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1. ARIA (3) - 2012, TECNICA MISTA SU TELA, - CM 80X80 2. GAVIÃO - REAL (PARTICOLARE) 2018, PIGMENTO SU TELA - M 2,45X18 3. PARADISO TERRESTRE - 2011, STAMPA DIGITALE SU TELA - M 3X3 4. ARISTOLOCHIA GIGANTEA - 2002, ACQUARELLO SU CARTA - CM 100X70 5. JAGUAR – ANIMAL - 2019, BUCCHERO E TERRACOTTA POLICROMA - MISURE VARIABILI
Hollywood versus Cinecittà A cura di Renato Corsini
MUSEO LECHI A MONTICHIARI APRE LE PORTE ALLE DIVINE DEL CINEMA
“ HOLLYWOOD VERSUS CINECITTÀ” È LA MOSTRA FOTOGRAFICA CURATA DA RENATO CORSINI E MARGHERITA MAGNINO CHE SARÀ ESPOSTA AL MUSEO LECHI FINO AL 15 SETTEMBRE 2019 A confronto due mondi che, a partire dagli anni ‘30 in America e dagli anni ‘50 in Italia, inaugurarono e svilupparono il fenomeno del divismo. Soprattutto due modi diversi di rappresentarli; quello patinato e celebrativo americano e quello indagatore e scandalistico dei paparazzi italiani. La mostra ne propone i protagonisti dietro e davanti l’obiettivo con le immagini delle attrici più note dell’epoca e le firme più prestigiose della fotografia da rotocalco. Tazio Secchiaroli, Giuseppe Palmas, e gli scatti dell’agenzia Dufoto ci raccontano gli anni della “Dolce Vita” romana in contrapposizione con le icone di quella che fu definita la “Mecca del cinema americano”. Due pianeti quasi contrari, frutto di culture e tradizioni diverse, lontane non solo chilometricamente ma anche per vissuto storico. Diverso è il loro linguaggio fotografico, l’approccio comunicativo e l’impatto verso il pubblico. L’America ci offre una diva astratta, un sogno difficilmente realizzabile, un’icona lontana dalla quotidianità, che non può essere imitata dal resto delle donne. La sua rappresentazione passa attraverso un ritratto lungamente studiato e preparato, nel quale la luce, il trucco, l’abbigliamento e il sapiente gioco delle sfuocature ci restituiscono un’atmosfera quasi magica, intrisa di favola e di mistero, capace di illusione ma non di identificazione. Non è ancora il tempo delle “pin-up” con la loro femminilità contemporanea e il loro travolgente bagaglio di sensualità disinibita ma non volgare : la star di Hollywood è una dea fuori da qualsiasi contesto, da ammirare ma non da invidiare perché irraggiungibile.
Hollywood versus Cinecittà A Roma invece, Cinecittà mette in scena la nascita di un nuovo genere fotografico: il paparazzismo. Un movimento nato in Italia e destinato a rappresentare Indiscutibilmente uno dei fermenti più significativi della fotografia moderna. Roma non è solo la capitale di un paese che incomincia a vivere il “boom economico”, ma è anche la fabbrica dei sogni, è l’ Hollywood sul Tevere che scopre il piacere dello scoop, del piccolo scandalo da raccontare sui rotocalchi. La notte trasgressiva della borghesia che conta nella discoteca “Il Rugantino” con lo spogliarello della ballerina turca Aichè Nanà, immortalata da Tazio Secchiaroli, è una linea di confine, è lo sdoganamento dell’estetica del vojeurismo giornalistico da contrapporre al puritanesimo americano.
Hollywood versus Cinecittà Il fotografo lavora più per necessità che per desiderio, fa il lavoro sporco concentrandosi più sull’azione che la ricerca compositiva. Nell’ambito della comunicazione opera un’ involontaria rivoluzione ribaltando i codici estetici della rappresentazione della Diva , decretandone la de-divinizzazione, rubando scatti privati per venderli al pubblico e stabilendo una nuova forma di collaborazione con l’ editoria. A differenza dei loro colleghi d’ oltreoceano, i paparazzi propongono il “servizio” senza esserne stati incaricati, inseguendolo con provocazioni e appostamenti che non sempre danno i frutti desiderati ma che producono fotografie che parlano la stessa lingua della loro quotidianità.
Leonardo in 3D Fotografie Š Art Media Studio - Firenze
IL PIÙ GRANDE EVENTO MAI REALIZZATO SUL GENIO DEL RINASCIMENTO A MILANO FINO AL 22 SETTEMBRE ALLA FABBRICA DEL VAPORE
Leonardo in 3D Una mostra coinvolgente dove la tecnologia più rivoluzionaria racconta il Genio, la sua vita, le sue scoperte e le sue straordinarie opere d’arte come non sono mai state viste. “Leonardo da Vinci 3D” è arrivato a Milano e dal 30 maggio ha stupito il pubblico con effetti sorprendenti: fra realtà aumentata e ologrammi, la mostra abbatte i tradizionali confini, sfidando le leggi della fisica, del tempo e dello spazio con luci, immagini, suoni e colori in uno scenario suggestivo, la Cattedrale della Fabbrica del Vapore con i suoi 1500 metri quadri espositivi. Pensata per i nativi digitali, la mostra oltrepassa invece le barriere generazionali per rivolgersi a tutte le fasce d’età, dai Babyboomers ai Millenials, fino alla cosiddetta generazione Google. Prodotta da MEDARTEC e Comune di Milano, con la produzione artistica del pluripremiato studio fiorentino ART MEDIA STUDIO, la mostra è realizzata con il Patrocinio dell’Istituto di Calcolo e Reti ad Alte Prestazioni (ICAR) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ed in collaborazione con FRATELLI ALINARI, il più antico archivio fotografico al mondo. Ideata come un viaggio lungo oltre 500 anni, un salto sorprendente dal passato al futuro, la mostra “Leonardo da Vinci 3D” permette di conoscere “dal vivo” il maestro del Rinascimento Italiano: è infatti lo stesso Leonardo, riprodotto in una creazione olografica a grandezza naturale, a raccontare le intuizioni e gli episodi che costellano il suo lavoro. Grazie all’app Leonardo da Vinci 3D – scaricabile per iOS e Android - è possibile interagire con le opere e il suo creatore per vivere un’esperienza immersiva: basta inquadrare le creazioni leonardesche o il logo della mostra per scoprire nuovi contenuti sull’universo di Leonardo. Il racconto di Leonardo da Vinci 3D nasce infatti da un’inedita commistione di linguaggi, dove tradizione e innovazione dialogano per spalancare al pubblico la vastità e la complessità del mondo che gravita intorno alla figura di Leonardo, per un utilizzo sempre più critico e consapevole delle tecnologie dell’informazione. L’arte in digitale può, nelle sue diverse declinazioni, tangibili e intangibili, rappresentare un valido strumento di conoscenza, un’occasione per avvicinarsi alla creatività espressiva di un’artista e alle ardite evoluzioni della sua mente. Il percorso narra l’intero universo di Leonardo attraverso un racconto affascinante e coinvolgente: dalla sala macchine alla mirror room dedicata al volo, ideata con un gioco di specchi e riflessi che attraversa i suoi paesaggi. Dalla grande sala immersiva per lasciarsi andare e trasportare, alla rappresentazione a grandezza naturale dell’Ultima Cena, fino alla cosiddetta “mostra impossibile”: una galleria digitale che riunisce per la prima volta in un unico spazio i più celebri dipinti leonardeschi riprodotti a grandezza naturale - dalla Gioconda alla Vergine delle rocce - “superando l’inamovibilità” delle opere d’arte dei più importanti musei al mondo. Tra le attrattive virtuali il maxi-libro popup in realtà aumentata che interagisce con le ingegnose macchine da guerra e del volo, e il corner Virtual Reality con postazioni Oculus che consentono di entrare virtualmente nell’affascinante mondo vinciano.
NIKI PER SEMPRE Niki Lauda è morto lunedì 20 maggio, a 70 anni. Era uno dei più famosi piloti nella storia della Formula 1. Durante la sua carriera vinse tre Mondiali alla guida di Ferrari (1975 e 1977) e McLaren (1984) e fu protagonista di una delle più iconiche rivalità nella storia degli sport motoristici con il pilota britannico James Hunt, raccontata da Ron Howard nel film Rush. La notizia della sua morte è stata comunicata dalla famiglia, che in una nota ha scritto: “Con grande tristezza, annunciamo che lunedì il nostro amato Niki è morto in pace e circondato dalla sua famiglia”. Non si conoscono con precisione le cause della morte. Lauda era stato ricoverato in ospedale lo scorso gennaio a causa di un’influenza che lo aveva colpito durante le ultime vacanze di Natale, trascorse in Spagna, mentre ad agosto 2018 aveva subito un trapianto di polmone.
Lauda iniziò a correre prima di compiere vent’anni. Proveniva da una ricca famiglia di banchieri viennesi, la quale non vedeva bene il suo interesse per le automobili e la velocità, quindi dovette arrangiarsi. Nel 1968 iniziò nelle gare riservate a vetture Mini, piccole e poco costose automobili allora prodotte dalla British Motor Corporation. Per arrivare in Formula 2 fu costretto a farsi prestare soldi e a dare come garanzia una polizza di assicurazione sulla propria vita. Entrò a far parte del team March e nel 1971 debuttò in Formula 1, dove corse alcune gare. L’anno seguente partecipò all’intero campionato ma la macchina era poco competitiva e non ottenne nemmeno un punto. In seguito ottenne, pagandoselo con un complicato contratto, un posto alla BRM, un’altra scuderia britannica, in cui rafforzò il suo rapporto con il pilota svizzero Clay Regazzoni. Lauda si fece conoscere come buon pilota, ma soprattutto come esperto collaudatore, dotato di una particolare sensibilità nel riconoscere i difetti delle auto. Fu notato dall’occhio lungo di Enzo Ferrari, il quale, anche su consiglio dell’amico Regazzoni, lo portò alla Ferrari. Nei lunghi mesi della preparazione tecnica a Maranello, Lauda si diede molto da fare per lavorare sulla monoposto, inizialmente poco affidabile e difficile da guidare. Si racconta che, esasperato dai malfunzionamenti, si confrontò di persona con Enzo Ferrari dicendogli senza mezze misure: «Questa macchina è una merda». Nel 1974 arrivò quarto nella classifica generale del Mondiale. Nel 1975 lo vinse con venti punti in più del brasiliano Emerson Fittipaldi.
NIKI PER SEMPRE
Perse però il Mondiale del 1976 per un solo punto. Venne battuto da Hunt, che correva per la McLaren. La rivalità tra Lauda e Hunt arrivò al suo massimo proprio quell’anno. Hunt e Lauda erano amici ancora prima di gareggiare in Formula 1. Durante i loro primi anni nelle corse condivisero un piccolo appartamento a Londra. In pista ci fu grande competizione tra i due, ma anche molto rispetto, come spiegò Lauda: «Potevi guidare a due centimetri dalle ruote della sua auto ed essere certo che non avrebbe mai fatto una cazzata. Era un grande pilota». Rimasero in contatto e si frequentarono anche quando lasciarono entrambi la Formula 1, in anni diversi, e fino alla morte di Hunt nel 1993 per un infarto. Uno dei momenti più ricordati della carriera di Lauda fu il terribile e famoso incidente che avvenne durante il Gran Premio di Germania del 1976. L’incidente avvenne sul lunghissimo tracciato del Nürburgring, in Germania. All’epoca al Nürburgring si correva su una pista di 22,8 chilometri piena di curve, in cui erano morti 131 piloti di diverse categorie in meno di cinquant’anni. In quell’edizione del Gran Premio, Lauda propose di non correrlo durante la riunione pre-gara dei piloti, spiegando che le condizioni della pista non erano ottimali a causa del maltempo e che i rischi erano molto alti. A maggioranza i piloti decisero però di gareggiare, bocciando la sua proposta. Poco prima della gara la pioggia aveva bagnato buona parte del circuito, cosa che aveva indotto la maggioranza dei piloti a usare gomme da bagnato. Dopo il primo giro (erano necessari quasi sette minuti per farne uno) la pista si era relativamente asciugata e ci fu grande concitazione ai box per cambiare le ruote alle auto e mettere quelle da asciutto. Poco dopo Lauda iniziò il suo secondo giro. Percorse diversi chilometri fino a raggiungere la zona più lontana dai box, dove sbandò in una curva a sinistra a causa di un cedimento strutturale favorito dalle condizioni della pista. L’auto colpì in pieno una roccia a lato del circuito e si fermò in fiamme in mezzo alla pista. Lauda, privo del casco saltato via durante l’impatto, fu tamponato dalle auto di due piloti in arrivo. Lauda fu trasportato in elicottero al vicino ospedale militare di Coblenza. A causa dell’incendio riportò numerose ustioni soprattutto al viso, che non era protetto né dalla tuta né dal casco. Il danno più serio, ma meno visibile, lo ebbe ai polmoni: aveva inalato aria molto calda e satura dei prodotti di combustione della benzina, che lo avrebbero potuto uccidere. Nei primi giorni, quando i medici erano molto scettici sulle sue condizioni, un prete gli diede l’estrema unzione. Per ricostruirgli parte del volto i chirurghi eseguirono un autotrapianto di pelle da una sua gamba. Lauda riuscì a rivincere il Mondiale nel 1977 e, dopo essersi ritirato per un paio di stagioni, nel 1984, ma con la McLaren. Nel 1985 si ritirò per la seconda volta, quella definitiva. In seguito, oltre a occuparsi delle sue due compagnie aeree, non lasciò mai il mondo della Formula 1, o come commentatore televisivo o in qualità di consulente e manager di diverse squadre, tra cui la Ferrari e la Jaguar. Si sposò due volte: nel 2005 la seconda moglie gli donò un rene per salvarlo da una malattia di cui soffriva da anni, probabilmente come conseguenza dell’incidente del 1976. Aveva cinque figli.
la miura
dal cuore matto LA LAMBORGHINI MIURA CHE FU DI LITTLE TONY, CANTANTE DI SUCCESSO DEGLI ANNI ‘60, È UNA DELLE SOLE SEI VERNICATE IN AZZURRO MESSICO La Miura P400 S, ex Little Tony, certificata dal Lamborghini Polo Storico al Concorso d’Eleganza Villa d’Este 2019. All’edizione 2019 del Concorso di Eleganza di Villa d’Este ha preso parte la Miura P400 S (1971) appartenuta a Little Tony, tra i cantanti italiani di maggior successo degli anni ’60. Appassionato di motori e in particolare di vetture sportive, di Miura ne acquistò tre, tra cui quella in Azzurro Mexico con interni neri, in concorso a Villa d’Este nella classe “Baby You Can Drive My Car: Le Auto delle Star della Musica”. La vettura è oggi di proprietà di un collezionista italiano ed è stata certificata dal Lamborghini Polo Storico. La P400 S, telaio numero #4797, venne consegnata il 2 Marzo del 1971 nella Repubblica di San Marino ad Antonio Ciacci, noto al grande pubblico con il nome d’arte di Little Tony, che, nonostante fosse nato a Tivoli (Roma), è sempre stato, almeno ufficialmente, cittadino Sammarinese. La vettura venne però immatricolata in Italia, con targa Roma, nel Maggio del1973. Questa Miura è stata completamente restaurata grazie alla consulenza del Polo Storico. Oltre a fornire dal suo archivio i dati con le specifiche di produzione della vettura, ha messo a disposizione la sua competenza per il rispetto delle modalità di lavorazione, per far sì che non solo l’aspetto estetico fosse corretto, ma che tutte le fasi di restauro rispettassero quanto previsto in fase di costruzione della casa madre. In aggiunta, tramite un concessionario ufficiale Lamborghini, il Polo Storico ha fornito i ricambi originali per le componenti di cui si è resa necessaria la sostituzione. L’obiettivo è stato mantenere la vettura quanto più originale possibile. Una volta terminati i lavori di restauro, il Polo Storico ha certificato la vettura, storicamente importante non solo per il suo famoso primo proprietario, ma anche per essere una delle sole sei Miura originariamente verniciate in Azzurro Mexico.
la miura di little tony
Lamborghini Polo Storico Inaugurato nel 2015, è il dipartimento di Automobili Lamborghini che si occupa di preservare il patrimonio storico e culturale della Casa di Sant’Agata Bolognese. Il restauro e la certificazione di tutte le vetture Lamborghini prodotte fino al 2001 sono solo alcuni dei compiti del Polo Storico. A questi infatti si aggiunge la ricostruzione dei pezzi di ricambio delle Lamborghini d’epoca, di cui più di 200 nuovi codici introdotti nel solo 2018, e la conservazione e gestione dell’archivio, attività con le quali il Lamborghini Polo Storico vuole supportare la conservazione e il ripristino di tutte le Lamborghini classiche.
NEL 1939 OTTANT’ANNI FA LA MASERATI 8CTF “BOYLE SPECIAL” TRIONFAVA NEL CATINO DELL’INDIANA Maserati celebra l’ottantesimo anniversario della clamorosa vittoria della Maserati 8CTF alla 500 miglia di Indianapolis. Domenica 30 maggio 1939 la Maserati 8CTF con al volante il 27enne Warren Wilbur Shaw tagliava il traguardo dopo una corsa di 4 ore e 20 minuti alla media di oltre 115 miglia orarie (pari a 185 km/h). Ancora oggi Wilbur Shaw, pilota dell’Indiana, è tra i 5 piloti più vincenti della storia ad Indianapolis con 3 vittorie (1937, 1939 e 1940, le ultime due a bordo di una 8CTF) e 3 secondi posti (1933, 1935 e 1938) per un totale di 13 partecipazioni. Per Maserati non era la prima esperienza americana: già nei primi anni 30 Alfieri Maserati era stato invitato dagli organizzatori ad assistere ad alcune gare nel continente americano. Successivamente la cessione del pacchetto azionario dell’azienda al Gruppo Orsi del maggio 1937 aveva permesso ai fratelli Maserati di concentrarsi sulla progettazione di nuove vetture da competizione. L’autorità sportiva internazionale in quel periodo aveva stabilito di modificare il regolamento tecnico per le vetture da Gran Premio: a partire dal 1938 sarebbero state introdotte norme più restrittive e la cilindrata non sarebbe più stata libera bensì regolata in funzione del peso della vettura per un massimo di 3000 cc per i motori dotati di compressori. Ernesto Maserati, basandosi su questa nuova normativa, impostò lo sviluppo e la realizzazione di una nuova vettura denominata 8CTF. Il telaio riprendeva la classica struttura delle monoposto dell’epoca, con due longheroni in profilati d’acciaio e traverse, un motore a 8 cilindri verticali in linea, costituito da due gruppi di 4 fusi in blocco unico con la testata: da qui la sigla 8CTF: 8 cilindri, testa fissa. La cilindrata era di 2991,4 cc, il rapporto di compressione di 6,5:1 e l’alimentazione era forzata, con due carburatori e due compressori volumetrici. La distribuzione, a due valvole per cilindro disposte a V di 90°, era comandata da due alberi a camme in testa.
la maserati che vinse a indianapolis nel 1939
La Maserati 8CTF arrivava ad Indianapolis dopo aver partecipato ad alcune corse nel 1938 dove aveva dimostrato il suo grande potenziale: il Conte Carlo Felice Trossi aveva condotto al comando alcuni giri nel GP di Tripoli e aveva ottenuto la pole position nella Coppa Ciano. Il mitico Luigi “Gigi” Villoresi si era aggiudicato il giro più veloce alla Coppa Acerbo. Questi risultati avevano attratto diversi clienti che avevano richiesto di acquistare la vettura. Fu così che Maserati cedette alla scuderia statunitense di Chicago - Boyle Racing Headquarters, di proprietà dell’irlandese Michael Joseph “Mike” Boyle una Maserati 8CTF. Boyle, appassionato di corse automobilistiche fin da ragazzo, aveva come obiettivo quello di vincere la più famosa corsa d’America, la 500 Miglia di Indianapolis, con una vettura da lui finanziata e gestita dalla sua scuderia.
Prima di acquistare la Maserati 8CTF, Boyle aveva partecipato a diverse edizioni della corsa con altre vetture: Summers, Cooper, Smith, iscritte via via come Boyle Products/Henning, Boyle Motor Products, IBEW Boyle Racing, ma sempre con scarsa fortuna. All’inizio del 1939 il team manager delle squadre di Boyle, Harry W. “Cotton” Henning, arrivò a Bologna per comprare dalla Maserati un esemplare di 8CTF. La vettura, una volta arrivata in America, fu allestita per la corsa con ruote maggiorate e pneumatici Firestone; venne adottata la livrea di colore amaranto che caratterizzava la Boyle Racing Headquarters. Iscritta come “Boyle Special”, la guida fu affidata a Warren Wilbur Shaw che, il 30 maggio 1939, partito con il terzo tempo di qualifica ottenuto a quasi 129 miglia orarie (pari a 207.7 km/h), si aggiudicò la gara, con 51 giri in testa dopo una dura lotta con la Stevens-Winfield di Louis Meyer e la Adams-Sparks di Jimmy Snyder. Per Maserati si trattava di una vittoria storica, era infatti dal 1919 che un’auto europea non riusciva a vincere nel “catino” dell’Indiana. Il trionfo del 1939 diede grande notorietà a Maserati sul piano internazionale e all’edizione successiva della 500 Miglia di Indianapolis, oltre alla vettura di Shaw, furono iscritte altre 3 esemplari della Casa del Tridente. Wilbur Shaw si impose anche nel 1940, confermando la superiorità della 8CTF per doti velocistiche, affidabilità sulla lunga distanza e ottima tenuta di strada. Queste vittorie sulla storica pista statunitense, conferirono alla Casa del Tridente un prestigio unico, accresciuto dal fatto che nel dopoguerra le 8CTF, in livree tipicamente americane, furono protagoniste non solo nel “catino” dell’Indiana ma su tutte le piste ovali degli Stati Uniti. La straordinaria carriera della 8CTF, una delle più lunghe e gloriose che possa vantare una monoposto da competizione, terminò nel 1950 dopo che Bill Vulcanich non si qualificò alla 500 Miglia di Indianapolis di quell’anno. La HVA (Historical Vehicle Association) degli Stati Uniti nel 2014 ha registrato la leggendaria Maserati 8CTF come la prima automobile di produzione non americana ad entrare permanentemente negli annali della Biblioteca del Congresso USA. Registrata fra gli “Standard for Heritage Documentation” del Ministero degli Interni, la documentazione fa parte del NHVR (National Historic Vehicle Register) e dell’HAER (Historic American Engineering Record). Uno dei tre esemplari costruiti, numero di telaio 3032, quello che con Wilbur Shaw ha trionfato nelle 500 Miglia del 1939 e del 1940, è stato riconfigurato con la livrea di quei giorni di gloria ed è attualmente esposto all’Indianapolis Speedway Museum. PRINCIPALI CARATTERISTICHE TECNICHE TIPO 8CTF: Motore: otto cilindri verticali in linea Cilindrata: 2991 cm³ Potenza: 350 CV; 365 CV dal 1939 Cambio: Meccanico a quattro velocità + retromarcia Telaio: longheroni e traverse in lamiera di acciaio stampata con sezione a C, uniti per chiodatura Peso: 780 kg Velocità massima: 290 km/h
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I VIAGGI DELLO SCIAMANO
PERDERSI AD ISTANBUL
Un luogo quasi fiabesco, Istanbul, la città che tutti amano definire come il ponte tra Europa e Asia, un posto dove l’Oriente incontra l’Occidente e dove le culture coesistono da secoli. Ma Istanbul è anche una città ricca di contraddizioni, dettate dal crogiolo di etnie e tradizioni che convivono in città. Per l’esattezza sono 15 milioni gli abitanti che brulicano ogni giorno tra le vie di questa città, la più popolosa della Turchia. Bastano anche solo pochi giorni per innamorarsene perdutamente: si tratta, infatti, di un luogo unico al mondo che conta una quantità di bellezze di ogni genere sia paesaggistiche che monumentali. Si parte da uno dei più famosi edifici del mondo, l’Ayasofya, unico per le sue forme innovative, l’importanza storica e la maestosa bellezza. Forse il suo esterno non rende merito alla meraviglia ipnotica dell’interno. Le parole non bastano a descriverla: l’anima si esalta e i sensi vanno in estasi. Semplicemente sublime. Chiudi gli occhi e immagina di assistere a un rito bizantino, di vedere i crociati passare davanti alla porta principale, i musulmani rivolgere preghiere ad Allah e il più prosaico Atatürk trasformare Ayasofya in museo nel 1935.
Se parliamo invece di paesaggio, impossibile non rimanere incantati dallo skyline di Istanbul, immortalato da milioni di cartoline. I sette colli della città vecchia sono disseminati da una collezione di moschee che regala uno spettacolo senza pari. Leggiadri minareti, cupole imponenti, palazzi e residenze dominano lo skyline e fanno da sfondo a romantiche cene in terrazza tra Eminönü e Beyoğlu. Quando visitiamo questa città impossibile non fare tappa nella zona dei bazar, affollata e piena di colori. Se l’esclusivo Kanyon Shopping Center (Büyükdere Caddesi 185) è il massimo per gli acquisti sull’altro lato del Corno d’oro, le vere bayanlar (signore) di Istanbul preferiscono sgomitare nel labirinto ottomano del bazar. Avvicinandosi al Bazar delle spezie (Mısır Çarşısı) si viene avvolti da un inconfondibile aroma di cannella e garofano. Lasciato il brulichio dei bazar è possibile cercare pace lungo la costa di Eminönü, dove i traghetti sbuffano nuvolette grigie circondati da gabbiani in cerca di un boccone di simit (piccoli anelli di pane decorati di semi di sesamo). Sempre qui è possibile salire su uno dei tanti traghetti che ripercorreranno
il Bosforo, attraversato da due enormi ponti: un percorso che ogni giorno migliaia di auto, traghetti, barche da pesca e da diporto compiono. Imbarcarsi al tramonto, quando la grandiosa silhouette della città vecchia si staglia nel cielo tinto d’arancio, non ha prezzo. E quando cala la sera è consigliabile concedersi del vino, una cena ed un salto a İstiklal Caddesi (Viale dell’Indipendenza), un simbolo perfetto della Turchia del XXI secolo. A una delle estremità si trova la frenetica e affollata piazza Taksim, il cuore della Istanbul moderna. All’altra estremità sorge il quartiere di Galata, con le sue tortuose stradine lastricate che hanno assistito alla nascita e al declino di molti imperi. Una delle particolarità da sapere è che ad Istanbul chi vuole mettersi in evidenza sa di poter seguire una strada infallibile e un po’ pazza: aprire una galleria, meglio se dedicata all’arte contemporanea. Non sappiamo spiegare perché la gente bella e un po’ rifatta abbia scoperto all’improvviso una vena artistica, ma è così. La prima collezione privata della serie è stata il Proje4L / Elgiz Museum of Contemporary Art di Levent, seguito subito dall’İstanbul Modern di Tophane e dal Pera Museum di Beyoğlu.
Buone notizie per i viaggiatori: ti aspettano opere di primo livello in zone magnifiche della città, piene di negozi e caffè eleganti. Non da meno la musica: nella vita non si hanno molte opportunità di ascoltare musica classica e lirica all’interno di magnifiche chiese bizantine e sontuosi palazzi di origini ottomani. L’International İstanbul Music Festival (tra giugno e luglio) è una di queste. L’evento più importante del calendario cittadino sì è guadagnato un significativo prestigio internazionale. La location principale è Aya İrini, una ex chiesa ortodossa dall’austera bellezza, ma soprattutto dall’acustica superba. Allo stesso tempo ad Istanbul il benessere del corpo e della mente mantengono un’importanza notevole: impossibile quindi non arrendersi al vapore di un bagno turco. I celebri hamam della città offrono un’opportunità unica per un tuffo nella storia e nell’architettura oltre che, naturalmente, in acque calde e rigeneranti. Molte delle moschee imperiali sono dotate di bagno turco, senza contare gli innumerevoli hamam disseminati nella città vecchia alcuni, certo, sono caduti in disgrazia e sono stati convertiti in centri commerciali. Uno dei più celebri è il Çemberlitaş Hamamı, costruito per ordine di Nûr-Banû Sultâna, moglie di Selim II. E poi il Cağaloğlu Hamamı, commissionato dal sultano Mahmut I.
Dal benessere al cibo: gli abitanti della città amano il cibo sopra ogni cosa. Per loro si tratta di convivialità, non di semplice ‘carburante’. I pranzi sono una vera cerimonia, pieni di gioia, rumore al punto tale da essere inevitabilmente affollati. La cucina locale ha alle spalle secoli di raffinata evoluzione ed è più venerata delle opere di un museo. Non aspettarti, però, qualcosa di ricercato o artefatto, perché la cucina turca è sempre schietta e genuina. I meze (antipasti) sono semplici, il kebab quasi austero e i frutti di mare non sono accompagnati da salse o intingoli. Un trionfo dei sapori scandito da ingredienti sempre di stagione. I migliori chef della Turchia passano da Istanbul a perfezionare la propria arte. Sono pronti a servirti spaghetti perfetti o curry thailandese infuocato. E per una nottata da leoni, impossibile non imbattersi nei Superclubbing, noti per i buttafuori impietosi e per i costi esorbitanti, così come per le magnifiche vedute del Bosforo. Ne vale la pena, in ogni caso. Il tratto tra Ortaköy e Kuruceşme è pieno di locali che segnano il trionfo dell’opulenza: lusso ovunque, cibo fantastico, cocktail a regola d’arte, uomini d’affari in Armani, modelle, celebrità dell’ultima ora e personaggi che indossano jeans stretti e decorati di preziosità. ISTANBUL, VIAGGIO TRA OCCIDENTE E ORIENTE Per conoscere la proposta de “I Viaggi dello Sciamano”, ideata per il periodo compreso tra il 10 e il 13 ottobre 2019, visita il sito: https://www.viaggidellosciamano.com/tours/instabul/
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MEDIO ORIENTE, VITE APPESE A UN FILO di Alberto Negri Fotografie di Farian Sabahi
Il viaggio è anche incoscienza. A poco più di vent’anni quando il mio amico iraniano Mohammed nel 1980 mi portò in Iran in piena rivoluzione khomeinista passando dalla Turchia avevo una nozione assai vaga dei posti che stavo attraversando e di quello che stavo cercando. Ma una cosa è certa: ovunque andassi ero ben accolto, forse perché ero giovane, piuttosto povero e probabilmente avevo un’aria più da pellegrino che da giornalista.
Ha ragione Farian Sabahi quando rimpiange l’epoca in cui attraversare il Medio Oriente era un viaggio, anche un’avventura, ma non una sfida contro la morte. Ci si poteva perdere ore e giorni in un bazar, davanti a rovine immaginifiche di civiltà scomparse, persino la dimensione del tempo veniva scandita diversamente da mezzi di trasporto come i cavalli, i cammelli o vecchie corriere così lente ad arrampicarsi sulle montagne del Kurdistan che non perdevi neppure un fotogramma del paesaggio. Certo anche allora c’erano posti pericolosi, A Beirut con la guerra civile gli scontri erano feroci, continui ed era pure alto il rischio per un occidentale di essere sequestrato da qualche gruppo della guerriglia. Ma in generale c’era ancora il piacere di viaggiare in un tempo dilatato: per inviare un pezzo al giornale c’era soltanto come mezzo il telefono o al massimo una telescrivente che funzionava con l’alfabeto Morse. E i telefoni, fuori dalle grandi città, erano rari, le telescriventi ancora di più. Molto spesso il giornale non sapeva neppure dov’eri. E quando mandavi un pezzo spesso raccontavi cose che avevi visto e sentito giorni prima: la sera ti abbattevi su un letto o un giaciglio qualunque pensando di avere informato il mondo.
MEDIO ORIENTE, VITE APPESE A UN FILO
Guardando alcune di queste foto scattate in Iraq, in Yemen o in Siria non posso non pensare a quel tempo perduto. Prima della tempesta. Ricordo che proprio con Farian andammo a Mosul a visitare uno dei capi della comunità yezida. Allora degli yezidi non parlava nessuno, soltanto dopo, quando l’Isis fece nel 2014 la sua comparsa in Iraq, salirono tragicamente alla ribalta delle cronache come una delle comunità più perseguitate insieme agli sciiti e ai cristiani. A quell’epoca, quando ancora gli americani non avevano invaso l’Iraq, nel 2003, si passeggiava sulle rive del Tigri e si potevano incontrare i Mandei con la loro storia millenaria: il loro capo, appoggiato a un bastone e avvolto in una tunica bianca, li accompagnava a immergersi nelle acque con un rituale che aveva tremila anni. Vedo le foto di Sanaa e si stringe il cuore: quelle torri, quei pinnacoli, oggi sono in molti casi ridotti in macerie. Gli Houthi, i ribelli zayditi, allora era soltanto dei manipoli di adolescenti che conducevano la guerriglia contro il potere centrale e i sauditi con vecchi fucili. Oggi lo Yemen è forse la peggiore emergenza umanitaria mondiale ma se ne parla assai poco perché tra i responsabili del disastro ci sono americani, sauditi, Emirati, ma anche noi italiani, che vendiamo bombe alla monarchia di Riad.
Nulla di tutto quello che vediamo in questi scatti ci è estraneo. È un mondo diverso ma non così esotico. Abbiamo contribuito pesantemente alla sua distruzione. È difficile raccontare cosa volesse dire vivere in Iraq o Siria in questi anni, sotto i bombardamenti, asserragliati senza mai potere uscire. La morte arrivava dall’alto con i raid aerei o i missili, oppure in maniera silenziosa sulla lama di un coltello. E molti dei monumenti, dei muri, delle case, dei volti delle persone che qui sono ritratti non ci sono più. Perduti per sempre. Ecco perché l’immagine, anche la più innocente, come il sorriso di un bambino, non è semplicemente un ricordo ma un atto d’accusa..
busker festival sarnico e paratico UNA GRANDE KERMESSE CON 150 ARTISTI DA TUTTO IL MONDO E PIÙ DI 200 SPETTACOLI DI ACROBATICA AEREA, CIRQUE NOUVEAU, TEATRO DI FIGURA, MIMO, DANZA E GIOCOLERIA Realizzato da Pro-Loco Sarnico, il Sarnico Busker Festival, Festival Internazionale dell’Arte di Strada arriva alla sua XXI Edizione. Tra le più importanti rassegne italiane dedicate all’arte performativa di strada, il Festival va in scena dal 25 al 28 luglio 2019 sul Lago di Iseo, tra Sarnico e Paratico. Anche quest’anno, il Sarnico Busker Festival gode di un palcoscenico d’eccellenza tra il Lungolago e il Centro Storico, dove è prevista l’esibizione di 150 artisti di strada, 40 compagnie provenienti da tutto il mondo, per oltre 200 spettacoli. Alla kermesse sono attese oltre 40 mila persone, per una festa dedicata ad un pubblico di ogni età. La proposta artistica del Sarnico Busker Festival incontra davvero tutti i gusti e comprende performance di cirque nouveau, circo acrobatico, teatro di figura, teatro urbano, teatro danza, acrobatica aerea su teli e trapezio, giocoleria con il fuoco, funambolismo ed equilibrismo, mimo, teatro di burattini, musica. Tra le performance più attese per il 2019, spettacoli di danza urbana che coinvolgono e rendono protagonista il pubblico, percussioni che richiamano le atmosfere del Carnevale brasiliano e un suggestivo spettacolo di Sand Art, per raccontare storie con la sabbia. Non mancano le proposte dedicate ai bambini con tanti giochi interattivi e laboratori per stimolare curiosità, creatività e abilità manuali. Mantenuta anche per il 2019 la formula degli spettacoli itineranti: street band musicali, ballerini, giocolieri e dj accompagnano il pubblico tre le vie della Contrada sarnicese. Il Sarnico Busker Festival è anche occasione di shopping. Oltre all’apertura dei negozi fino a mezzanotte, sul Lungolago di Sarnico e di Paratico si passeggia tra le bancarelle del Mercatino del Busker, che offre una selezionata scelta di artigianato artistico, etnico, curiosità e oggetti realizzati a mano. L’ingresso a tutte le attività è libero e gratuito. I NUMERI DEL FESTIVAL 40 compagnie 150 artisti 200 spettacoli 24 postazioni (18 Sarnico, 6 Paratico) Gli orari del Festival dal 25 al 28 luglio 2019 Giovedì e Venerdì 20.30-00.30 Sabato 17- 00.30 - Domenica 9.30-12.30 e 17- 00.30 Il programma è disponibile sul sito sarnicobuskerfestival.it