ANNO 15 - N° CENTOQUARANTASEI - FEBBRAIO 2019 - € 3
IN COPERTINA
BRESCIA
PORSCHE HOLDING SALZBURG ACQUISISCE SAOTTINI AUTO S.P.A.
MAGAZINE
SPEDIZIONE IN A. P. D.L 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART.1, COMMA 1, DCB BERGAMO IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE EDITA PERIODICI S.R.L. VIA B. BONO, 10 BERGAMO 24121 - TASSA PAGATA BG CPO
da 15 anni
CMP BRESCIA
GINO CORIONI, UOMO E PRESIDENTE DENTRO LA PERMANÈNTE FOTOGRAFIA BRESCIANA CIDNEON 2019: ICONE ITALIANE TRA MITI E MERAVIGLIE CHRISTO: OLTRE LA SUPERFICIE NUOVA BMW SERIE 3 AFRICA ECO RACE 2019: TRIONFA ALESSANDRO BOTTURI DALLARA: UN SOGNO “STRADALE” GLI ANIMALI NELL’ARTE: DAL RINASCIMENTO A CERUTI
ASSOCIAZIONE ARNALDO DA BRESCIA www.arnaldodabrescia.com
EDIT
vito emilio filì
Sarà un anno bellissimo! Fatevene una ragione. Nonostante tutto faccia temere che questo non sarà un anno roseo per il nostro Paese, sebbene nessun indicatore, tra quelli che vengono presi in considerazione, dica che le cose andranno meglio, il Premier Conte, che sta impettito ad occupare un posto per il quale nessuno lo ha mai votato - tanto per cambiare è il quarto nominato e non eletto - va ripetendo che quello che si dice in giro sono solo frottole, che l’Italia non è in recessione ma, viceversa sull’orlo di un nuovo boom economico grazie alle riforme del suo governo… Ha anche assicurato che la Juventus vincerà la Champions e la Ferrari il campionato di Formula1. L’industria come per magia riprenderà a veder crescere la produzione, la disoccupazione diminuirà e i poveri non esisteranno più per decreto. L’Italia sarà la nuova locomotiva del vecchio continente e come sostiene il Premier Conte, gli altri governi europei verranno a copiare le nostre riforme. La fatturazione elettronica farà emergere un gettito imprevisto per l’erario e quelli che vogliono la pensione in anticipo in fondo sono pochi. Il turismo porterà in Italia tanti soldi in più, alla fine si farà sia la Tav, sia la Tap e anche la Tac, magari senza dover aspettare mesi. La banca d’Italia sarà costretta a restituire al popolo la riserva aurea, che è la quarta nel mondo e che potrebbe azzerare il nostro debito pubblico, mantenere per anni il reddito di cittadinanza a quelli che non lavorano, così non rompono le scatole, non rubano e hanno in tasca due soldi per farsi una birretta, una canna e un gratta e vinci. In pochi avevano previsto che la Lega avrebbe superato Forza Italia nel centrodestra e che i 5 stelle sarebbero arrivati al 30%. Nessuno aveva ipotizzato un governo Lega-5 Stelle che in campagna elettorale si erano accusati vicendevolmente delle peggior cose. Nessuno poteva immaginare che la smania di arrivare al potere di Matteo Salvini l’avrebbe portato a saltare il fossato e governare con i grillini. Il contratto di governo ha le ore contate e ha la scadenza scritta, come del resto ogni contratto che si rispetti. Dopo le elezioni del Parlamento Europeo i due schieramenti che oggi compongono la maggioranza potranno misurarsi, vedere chi ne ha di più e tutto potrebbe essere rimesso in discussione, sperando che, nel frattempo qualcuno rinsavisca e si renda conto che non si può andare avanti facendo ancora più debito pubblico di quello che già non grava sulle nostre teste, che il reddito di nulla-facenza non possiamo permettercelo, che i giovani vanno spinti a trovare un lavoro e non a stare disoccupati. Oggi tutto si brucia in fretta e anche le tendenze politiche potrebbero mutare nel giro di poco tempo come abbiamo già visto in tempi recenti. Cinque anni fa fummo chiamati a rinnovare il Parlamento Europeo e sulla cresta dell’onda c’era Matteo Renzi e il renzismo. Solo cinque anni fa l’ex sindaco di Firenze convinse il 40% degli italiani a votarlo e fu un successo travolgente. Oggi quel leader appare inesorabilmente tramontato e altri al posto suo cavalcano la stessa deriva populista… Ricordate gli 80 € in busta paga? Salvini gode dello stesso vento che soffiava nelle vele di Renzi. Il primo però sembra molto più furbo e anche il suo tradimento perpetrato nei confronti degli alleati del centrodestra appare come parte di un preciso disegno, una precisa strategia per diventare il leader maximo. (v.e.f.)
qui Brescia, una piattaforma editoriale che nel corso dei suoi 15 anni di vita ha sviluppato un rapporto intenso, trasparente e fedele con il suo pubblico affermando la mission che si era prefissata dall’inizio: mettere in mostra il meglio della nostra città, valorizzando chi ne ha il merito e promuovendo ogni azione per la diffusione di un’immagine positiva dei suoi cittadini, di quello che sanno fare e di come lo sanno fare. Nel corso degli anni abbiamo articolato i nostri canali di comunicazione, oltre la carta anche la rete, mantenendo invariata la qualità e l’originalità dei nostri contenuti. Promuovere la vostra attività tramite i nostri canali vuol dire essere in primo piano presso un pubblico selezionato che preferisce ancora scegliere il meglio. Quest’anno inoltre, grazie al bonus pubblicità, quello che investirai sui nostri mezzi, ti verrà scontato dalle imposte del prossimo anno! Chiamaci e ti diremo come fare
AMANO E SOFFRONO COME NOI di Bruno Bozzetto
in questo numero
BRESCIA www.qui.bs.it
autorizz. Tribunale di Brescia n°18 del 22/04/2004
cover story EUROCAR NELLA CITTà DELLE MILLE MIGLIA
EDITA PERIODICI srl Via Bono 10 Bergamo Tel 035.270989 - Fax. 035.238634 www.editaperiodici.it Direttore responsabile: Vito Emilio Filì Direttore editoriale: Patrizia Venerucci
CORIONI, uomo e presidente
venerucci@editaperiodici.it Responsabile redazione: Tommaso Revera redazione@qui.bs.it Responsabile grafica: Paolo Biava grafica@qui.bs.it Redazione eventi: Valentina Colleoni redazione.chicera@qui.bg.it
DENTRO LA PERMANENTE FOTOGRAFIA BRESCIANA
Hanno collaborato in redazione: Bruno Bozzetto, Lisa Cesco, Franco Gafforelli, Maurizio Maggioni, Alice Bonanno, Giorgio Paglia, Valentina Colleoni, Federica Zaccaria Fotografie di: Federico Buscarino, Sergio Nessi, Paolo Biava, Paolo Stroppa, Daniele Trapletti Matteo Marioli, Lorenzo Passini, Matteo Biatta Stampa: Euroteam Nuvolera Brescia
CIDNEON 2019
GARDEN FESTIVAL
nuovo bmw c400X
ATTACCHI DI PANICO? ECCO COSA FARE
CHRISTO: OLTRE LA SUPERFICIE
NUOVA BMW SERIE 3
TEMPO DI FRANCIACORTA HISTORIC
AFRICA ECO RACE 2019
michael schumacher
DALLARA: UN SOGNO “STRADALE”
GLI ANIMALI NELL’ARTE
DES OISEAUX
energygas: your next energy
n°146
IL LUSSO DI MUOVERSI NEL FUTURO
Business Trip
Airport Transfer
City and Shopping Tour
Wedding Transfer
Hourly Arrangement
presente perfetto: nuova audi q3
Dalla classica auto con conducente all’organizzazione di transfer aziendali per congressi, meeting ed eventi, iDrive offre stile, sicurezza e relax. E, con Tesla S, il massimo delle prestazioni e della sicurezza. Per chi vuole muoversi nel futuro. Da oggi.
+393498388398 w w w . i D r i v e - n c c . i t iDrive@iDrive-ncc.it
Agency L U X U R Y
M O V I N G
Corioni, uomo e presidente UNA MOSTRA PER RICORDARLO A TRE ANNI DALLA SUA SCOMPARSA
Il Brescia resta in B. é questo l’amaro verdetto emerso dal campo. Ad una giornata dal termine del campionato cadetto, infatti, le Rondinelle si lasciano sfuggire anche l’opportunità (parsa francamente alla portata) di centrare la promozione in serie A accedendo dalla porta secondaria dei playoff. La sconfitta interna, patita contro i granata dell’ex Gianni De Biasi, non ammette attenuanti e condanna l’undici di Zeman ad un risultato tanto temuto quanto deludente. Si chiude, dunque, nel peggiore dei modi, la travagliata e sfortunata stagione dei biancoblu. Sul banco degli imputati troviamo, tra gli altri, il presidente Gino Corioni artefice, a undici giornate dal termine, di una decisione che ha fatto molto discutere: l’esonero di Rolando Maran con la squadra in piena corsa playoff e la conseguente scelta di affidare la panchina al tecnico boemo Zdenek Zeman. Le cose, purtroppo, non sono andate come si aspettava: sei sconfitte in dieci partite, un ruolino di marcia fallimentare. Ed ora, alla luce di questa cocente delusione, impazzano polemiche e contestazioni rivolte a squadra e dirigenza aggravate, per altro, dalla parallela affermazione dei “rivali” orobici. Noi, da tifosi, non siamo rimasti indifferenti a questa situazione e, a palla ferma, ne abbiamo voluto parlare con chi questa scommessa l’ha persa per fugare ogni dubbio relativo al futuro della squadra. L’incontro informale è avvenuto alla vigilia del big match contro il Torino: il presidente Gino Corioni infatti, in compagnia della moglie Annamaria e della figlia Silvia, ci ha aperto le porte della residenza di Ospitaletto: l’impressione è stata quella di un uomo combattutto tra speranze e aspettative, deciso a far valere le proprie idee e risentito per alcuni episodi di gratuita contestazione. Un profondo conoscitore del mondo del pallone, schifato dalle ultime vicende che lo hanno investito. Una persona saldamente attaccata ai colori biancoblu che, in un mesto esame di coscienza, non si tira indietro dinnanzi alle proprie responsabilità. L’incontro è stato poi chiarificatore sia in relazione alle vicende connesse al recente terremoto che ha investito il nostro calcio, sia per analizzare la questione tanto dibattuta, quanto indefinita, inerente al nuovo stadio. Presidente Corioni, come spiega l’esonero di Rolando Maran? “Rolando Maran è un allenatore abbastanza bravo ma la squadra con lui giocava male. In quel momento ho ritenuto che il Brescia non sarebbe mai arrivato ad occupare le prime due posizioni e quindi non avrebbe mai raggiunto la promozione diretta. Sarebbe probabilmente arrivata ai play-off però, già allora, si capiva che avremmo incontrato o il Torino o il Catania, due città troppo importanti dove si poteva vincere solo giocando un buon calcio. Proprio in quel frangente si era liberato Zeman che non era disposto ad aspettare l’estate per iniziare il suo lavoro. Ricordo mi disse: “O subito o niente perché mi sono stufato di stare a casa”.” Cosa l’ha fatta propendere nei confronti del boemo? “Zeman è un allenatore specialissimo, nessuno è come lui nel bene e nel male. è unico sia come tecnico, sia come persona. Certamente è chiaccherato ma, essendo molto quotato, fa parte dei migliori allenatori del calcio italiano. Portare a Brescia un tecnico di questo calibro non era facile soprattutto considerato lo stadio (fa ridere i polli), la squadra (a tratti inguardabile), la tifoseria (molto particolare) e la mentalità di noi bresciani. L’occasione è stata troppo ghiotta per farsela scappare: con lui avrei sperato di andare benissimo (promozione diretta) o rischiato di non centrare nemmeno i play-off. è andata male, ma se ci fossimo andati lo avremmo fatto con un gioco certamente migliore”. Riguardo al cambio di allenatore, quale critica ha trovato maggiormente appropriata? “Il cambio di un allenatore in corsa è sempre molto difficile. A questo proposito sento di condividere l’esternazione fatta da Martinazzoli: “è stato bravo Corioni che ha cambiato i libri agli studenti due mesi prima dell’esame”. Del resto, però, non saremmo andati comunque in serie A e la conferma di Maran sarebbe certamente stata la scelta per me più conveniente al riparo da critiche e contestazioni. Purtroppo abbiamo fallito anche con Zeman...”. Dieci partite e sei sconfitte? Come spiega questo rendimento? “Penso che i giocatori abbiano pagato in maniera eccessiva un carico di lavoro doppio, rispetto alla precedente gestione. Del resto molti infortuni dipendono da questo fattore. Devo aggiungere, inoltre, che molte partite dominate in lungo e in largo (vedi Modena) siano state perse in maniera davvero sfortunata. Da questi episodi subentra il morale che gioca un ruolo certamente determinante”.
UNA MOSTRA PER RICORDARLO A TRE ANNI DALLA SUA SCOMPARSA A TRE ANNI DALLA SUA SCOMPARSA TORNIAMO A PARLARE DI GINO CORIONI, IL PRES DELLE RONDINELLE. PERSONAGGIO CONTROVERSO PERCHÉ STIMATO DA MOLTI E UN PO’ DISCUSSO DA ALTRI, HA FATTO INDUBBIAMENTE LA STORIA DEL BRESCIA CALCIO CHE HA GUIDATO PER BEN 22 ANNI. SOTTO LA SUA PRESIDENZA SONO PASSATI GIOCATORI INDIMENTICABILI COME GEORGE HAGI, ROBERTO BAGGIO, PEP GUARDIOLA MA ANCHE TECNICI DEL CALIBRO DI MIRCEA LUCESCU, CARLO MAZZONE, GIANNI DE BIASI E ZDENEK ZEMAN. AL DI LÀ DI OGNI RAGIONEVOLE OPINIONE,VA RICONOSCIUTO QUANTO SIA RIUSCITO A FARE PER IL BRESCIA CALCIO: UN AMORE E UN ATTACCAMENTO INCONDIZIONATI PER I COLORI BIANCOBLÙ, CONDITI DA UNA COMPETENZA VERSO IL MONDO DEL PALLONE NON COSÌ BANALE. ORA PIÙ DI QUALCUNO LO RICORDA MA È GRAZIE SOPRATTUTTO A PAOLO PARIZZI, CHE AMA DEFINIRSI TIFOSO E NON ULTRÀ, CHE POTREMO OMAGGIARLO ANCOR MEGLIO GRAZIE ALLA MOSTRA, ORGANIZZATA PRESSO LA SEDE DELLA FONDAZIONE CIVILTÀ BRESCIANA IN VICOLO SAN GIUSEPPE, CHE INAUGURERÀ IL PROSSIMO 8 MARZO IN CITTÀ. IN ATTESA DI QUELLA DATA, NOI LO RICORDIAMO A MODO NOSTRO: RIPROPONENDO UN’INTERVISTA REALIZZATA TREDICI ANNI FA, NEL GIUGNO 2006…
A suo avviso non c’è stata da parte dei giocatori una chiusura nei confronti di Zeman? “Una chiusura certamente no, ma un amore nei confronti del tecnico precedente probabilmente sì. Questa condizione ambientale si è alimentata nel momento in cui sono sopraggiunte le prime sconfitte. Se fossimo partiti col piede giusto i giocatori si sarebbero scordati in fretta del passato. Comunque reputo assolutamente lecito e normale il fatto che qualche giocatore sia rimasto in contatto con l’ex tecnico Rolando Maran”. C’è stato un momento in cui ha avuto un ripensamento? “No. Non ho mai avuto ripensamenti. Diciamo, però, che la chiusura di questo campionato ha preso la piega peggiore. Si è materializzata l’ipotesi più negativa in assoluto. Il problema è che siamo stati sfortunati anche con il calendario”. L’organico in vista del futuro va certamente rafforzato. Che ne pensa? “Sicuramente quest’anno abbiamo avuto una squadra incompleta, l’abbiamo sempre saputo che ci mancava qualcosa. All’interno del gruppo abbiamo però dei giovani interessanti e mi auguro che almeno cinque di loro possano diventare dei campioni”. Che idea si è fatto della tifoseria in questi quindici anni di presidenza? “Il tifo diviso è un grande problema, che spesso ha condizionato negativamente la serenità dell’ambiente. C’è una chiara spaccatura tra fazioni ultras che non porta giovamento a nessuno. Questo atteggiamento penso esista solo a Brescia. Una città non abituata a fare grande calcio. Io sono sempre stato contestato: nell’arco della mia presidenza, però, la squadra ha militato per ben otto anni nella massima serie, a dispetto di cinquant’anni di storia nei quali, solo per cinque anni, il Brescia è stato in serie A”. Riguardo al nuovo stadio ci sono novità? “Il progetto per lo stadio nuovo non è ancora stato definito ma probabilmente è in fase d’attuazione. La Provincia di Brescia che ha manifestato maggior interesse nei confronti di questa iniziativa ha affittato ad un buon prezzo il terreno ad una società. Questa, a sua volta, costruirà la struttura ammortizzando le spese con gli introiti del Centro Commerciale. Non esiste che sia la società Brescia Calcio a doverlo pagare. Noi siamo stati i primi a fare questo ragionamento, adesso in tutta Italia lo stanno riproponendo. Io sono orgoglioso di essere stato il primo ad introdurre questa formula ma, per il momento, rimane solo il principio teorico perché per quello pratico se non si affrettano si corre il rischio di arrivare secondi”. Il calcio moderno va a rotoli. Di chi è la colpa? “Il calcio attuale produce una ricchezza mai prodotta in passato. Il problema è che tutti i soldi finiscono nelle casse dei grandi club a scapito delle più piccole realtà sportive. In genere se si produce ricchezza tutti dovrebbero usufruirne, ma questo in Italia non avviene. Dieci anni fa si considerava il campionato italiano il più bello del mondo; oggi non lo si può certo dire quando la prima in classifica chiude con 95 punti e l’ultima con 15. In Inghilterra, dove sono più intelligenti e meno avari, la gestione del denaro è più omogenea: se alla prima spetta 120, all’ultima va 50. In Italia, invece, alla prima viene riconosciuto 200 e all’ultima solamente 5. Il calcio è diventato una pazzia instaurata da soggetti che comandano con prepotenza. Come spiega il controllo capillare che Moggi deteneva nel mondo del calcio? “Ricordo quindici, vent’anni fa una frase dell’avvocato Giovanni Agnelli che diceva: “Il cancro del calcio è Moggi”. Dopo l’avvento di Umberto, però, avvenuto sette anni dopo, la Juventus lo ingaggiò in qualità di direttore sportivo. Da quel momento si può considerare viziato l’ambiente-calcio. Per spiegare le ragioni di un simile tracollo è sufficiente sommare le capacità di questo tizio (tralasciando le definizioni) all’intelligenza e all’acume di Giraudo inserite nel contesto Juventus, la squadra più forte del mondo. Il risultato ottenuto è il mix terribile che ha sconvolto il mondo del pallone”. Alla luce degli scandali che stanno venendo a galla pensa che la retrocessione subita dal Brescia contro la Fiorentina sia stata influenzata da un sistema corrotto? “Non è stata influenzata. è stata determinata. Non solo in quell’occasione ma nell’arco dell’intero campionato 2004-05. Alcune squadre, senza far nomi, sono state ampiamente favorite”. In relazione a questo il Brescia ha possibilità di essere comunque ripescato? “Gli avvocati dicono di sì. Anzi mi hanno detto di allestire una squadra per la serie A. I giuristi, infatti, dichiarano che per i danni e i torti subiti nello scorso campionato se dovessero retrocedere qualcuno quei posti spetterebbero di diritto a Bologna e Brescia, le due squadre maggiormente danneggiate. Noi ci stiamo muovendo con le dovute azioni legali. Speriamo di ottenere giustizia”. Dopo circa due settimane dall’incontro con Gino Corioni, la notizia che Zdenek Zeman non sarà più l’allenatore del Brescia è stata ufficializzata. La ricerca del nuovo coach è aperta... Attendiamo il responso a palla ferma.
eurocar nella città della mille miglia DOPO IL GRUPPO BONALDI A BERGAMO PORSCHE HOLDING SALZBURG ACQUISISCE A BRESCIA IL GRUPPO SAOTTINI AUTO TRAMITE LA CONTROLLATA EUROCAR ITALIA
Porsche Holding Salzburg, il più grande rivenditore di automobili in Europa, ha firmato un contratto per l’acquisizione di Saottini Auto S.p.A. che conta tre sedi a Brescia e due a Desenzano. L’acquisizione sarà conclusa dopo l’autorizzazione da parte della Direzione generale della Concorrenza della Commissione europea. Il rinomato e storico gruppo di concessionarie Saottini Auto S.p.A. fu fondato nel 1951 e, attualmente, era di proprietà delle sorelle Beatrice e Cristina Saottini.“La vendita a Porsche Holding è stata per noi una decisione ponderata ed emotiva insieme. In una fase caratterizzata da profondi cambiamenti del mercato abbiamo deciso di mettere in primo piano il futuro della nostra azienda e dei nostri dipendenti. Affidiamo la nostra società a Porsche Holding, un affermato rivenditore di respiro internazionale e con una visione a lungo termine” afferma l’amministratrice delegata Beatrice Saottini. Nelle cinque sedi del gruppo si vendono i marchi VW automobili,Audi, Škoda e Porsche. Nel 2018 l’azienda, con i suoi 188 dipendenti, ha venduto 4.160 vetture nuove realizzando un fatturato di 152 milioni di Euro.
MATTHIAS MOSER, DIRETTORE GENERALE DI EUROCAR ITALIA, CONTROLLATA DI PORSCHE HOLDING
“Siamo lieti di rafforzare ulteriormente la nostra presenza nell’Italia settentrionale con le sedi, particolarmente proficue in termini di vendite, del gruppo Saottini”, afferma Johannes Sieberer, amministratore delegato di Porsche Holding per la vendita al dettaglio in Austria, Europa centro-orientale, Italia, Svezia, Cina e Giappone. “Le concessionarie di Brescia e Desenzano completano perfettamente la nostra rete commerciale in Lombardia e ci consentono di seguire ancor più da vicino i nostri clienti tra Verona e Bergamo”, afferma soddisfatto Matthias Moser, direttore generale di Eurocar Italia, controllata di Porsche Holding.Con questa acquisizione la Porsche Holding continua la sua crescita strategica in Porsche Holding GmbH, con sede a Salisburgo, controllata al 100% dalla Volkswagen AG dal 1° marzo 2011, opera nei settori della vendita all’ingrosso, della vendita al dettaglio, dei servizi finanziari e dello sviluppo di sistemi informatici.
Eurocar Italia, la controllata di Porsche Holding, ha infatti acquisito diverse concessionarie, tra cui quelle del gruppo Bonaldi di Bergamo e del gruppo Dorigoni di Trento, e ha concluso una joint venture con la Vicentini S.p.A. di Verona. Con tali operazioni Eurocar Italia aumenterà più del doppio il volume delle vendite di vetture nuove, arrivando a circa 35.700 unità. L’azienda ha 1.200 dipendenti e, dopo l’acquisizione della Saottini Auto S.p.A., possiede 28 sedi distribuite in Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Toscana.
“Abbiamo deciso di mettere in primo piano il futuro della nostra azienda e dei nostri dipendenti”
MATTHIAS MOSER, BEATRICE E CRISTINA SAOTTINI, CHRISTIAN LANG BEATRICE SAOTTINI, MOLTO STIMATA IN CITTÀ PER LA SUA VICINANZA A TANTE CAUSE DI SOLIDARIETÀ E PER IL COSTANTE CONTRIBUTO ALLA VITA CULTURALE DI BRESCIA, PASSA IL TESTIMONE DI UN’AZIENDA DI SUCCESSO AD UN COLOSSO A LIVELLO INTERNAZIONALE
L’impresa commerciale salisburghese, fondata nel 1949, alla fine del 2018 era presente in 28 paesi: in Austria, nell’Europa occidentale e sud-orientale, in Colombia, in Cile, in Cina, in Malesia, a Singapore, nel Brunei e in Giappone.
dentro
la permanènte
fotografia bresciana
“Fotografia bresciana” è un nuovo spazio, all’interno della Mostra Permanente allestita al Ma.Co.f, interamente dedicato agli autori bresciani. Un contenitore nel quale lo storico, il moderno e il contemporaneo trovano l’opportunità di esporre i loro interpreti attraverso un percorso articolato e rappresentativo ma nello stesso tempo libero da ogni schema di appartenenza a generi precostituiti e classificati.
Dieci mostre e dieci protagonisti all’anno, apparentemente senza alcun legame tra di loro se non quello dell’immagine, proveranno a raccontarci perché Brescia è stata, e lo è tuttora, una delle città più attive dal punto di vista fotografico. L’intento del Comitato Scientifico, composto da Paolo Clerici, Renato Corsini, Albano Morandi, Beppe Vigasio e Carolina Zani, è quello di proporre una visione il più ampia possibile del diverso modo di fare e di interpretare la fotografia in tutte le sue declinazioni e ricerche, legate ai contenuti ma anche alle tecniche impiegate, alle singole progettualità ma anche alla loro capacità di coinvolgimento.
dentro
la permanènte
fotografia bresciana
Un mondo e un modo per offrire possibilità espositive alle nuove generazioni e nello stesso tempo raccontare alla cittadinanza le radici della fotografia nella nostra città. Un percorso per immagini con quei protagonisti sui quali Brescia sente la necessità di fare il punto per capire un fenomeno, quello fotografico, che la tecnologia digitale sta rendendo sempre più esteso e praticato. All’interno e a fianco dei “mostri sacri” della fotografia italiana del secondo Novecento presenti nella Permanente del Ma.Co.f, la fotografia bresciana troverà il modo di confrontarsi, di integrarsi o di distinguersi, aprendo in ogni caso un dibattito e considerazioni sulla sua validità e vitalità. Si è cominciato sabato 26 gennaio con Ramona Zordini e il suo lavoro “obscura- ritratti intorno alla fotografia”, per proseguire, a partire dal 2 Marzo, con gli scatti originali dell’Archivio Predali. Di seguito le opere di Bruno Sorlini e la mostra di Eros Fiammetti “lo sguardo bresciano sull’Italia che cambia”.
fotografia bresciana
la permanènte
dentro
cerchi in lega LA RICERCA È STATA SVILUPPATA DA UN TEAM DI RICERCA COORDINATO DA MAURIZIO GALETTO, DOCENTE DEL DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA GESTIONALE E DELLA PRODUZIONE DEL POLITECNICO DI TORINO, ED È STATA PRESENTATA AL PARLAMENTO EUROPEO DI BRUXELLES I veicoli usati hanno un peso importante nel panorama economico italiano: oltre 157mila aziende operano nella compravendita, si contano 440mila addetti, e lo scorso anno, più della metà delle vendite del settore automotive ha riguardato l’usato. Anche in Europa i numeri sono importanti: dal 2011 al 2016 il numero dei veicoli circolanti è salito da 243 a 257 milioni e, in questa classifica, l’Italia si piazza al secondo posto con 37,8 milioni dietro la Germania e davanti a Regno Unito e Francia. Ed è sempre più importante conoscere lo stato delle vetture: arriva dunque l’algoritmo che “leggerà” lo stato dell’automobile grazie al lavoro del team di ricerca del Politecnico di Torino, coordinato da Maurizio Galetto, docente del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e
QUANTI CHILOMETRI POTREBBE ANCORA PERCORRERE LA VOSTRA AUTO?
UN ALGORITMO PER CALCOLARE LA VITA RESIDUA DI UN VEICOLO USATO
della Produzione del Politecnico di Torino (DIGEP) che su impulso di Mo.Vi, azienda italiana del settore, ha elaborato una formula innovativa. Si tratta di un algoritmo che consente di calcolare sulla base di parametri oggettivi la percentuale di vita residua di un veicolo usato. Una formula che non solo “fa la radiografia” alla vettura al momento, ma che potrà anche essere utile per l’utilizzo futuro e il continuo monitoraggio “Km percorsi, età del veicolo, ma anche lo stile di guida e il carico da stress a cui è stato sottoposto: sono alcuni esempi di variabili tenute in conto dall’algoritmo - ha spiegato Luca Mastrogiacomo, docente del DIGEP. Questo consente non solo di calcolare la durata residua di un veicolo usato al momento del suo acquisto, ma in prospettiva anche di trasformarlo in un dispositivo che, installato sulla vettura e collegato a un’app, fornisce in tempo reale all’utilizzatore lo stato di usura, componente per componente, e di prevederne eventuali guasti consentendo di pianificare e ottimizzare la sua manutenzione”. Una ricerca che si inserisce nel dibattito sulle ultime normative in materia di tutela ambientale e del consumatore per il settore della compra-vendita dell’usato: l’algoritmo è infatti stato presentato al Parlamento europeo di Bruxelles dove l’Associazione italiana rivenditori veicoli d’occasione (AIRVO) ha posto la questione chiedendo l’istituzione di un tavolo europeo dedicato al comparto, richiesta suffragata dall’eurodeputato Alberto Cirio: “Presenterò a Bruxelles una proposta di risoluzione affinché tra le iniziative a tutela del comparto e dei consumatori venga definito uno standard europeo per calcolare in modo scientifico la vita residua di un veicolo. L’algoritmo elaborato dal Politecnico di Torino può fare scuola in Europa”.
CidneOn 2019 Fotografie Sergio Nessi
ICONE ITALIANE, TRA MITI E MERAVIGLIE Dall’8 al 16 febbraio 2019 si è svolta la terza edizione di CidneON, il Festival Internazionale delle Luci nel Castello di Brescia che, anche quest’anno, ha riscosso un incredibile successo, portando in Castello oltre 340.000 visitatori e superando gli eccezionali numeri delle due passate edizioni che avevano richiamato l’attenzione di quasi 450.000 visitatori (150.000 nelle cinque serate dell’edizione 2017 e quasi 300.000 nelle otto serate dell’edizione 2018). Promosso dal Comitato Amici del Cidneo, nato con lo scopo di valorizzare il Castello di Brescia, organizzato da Up! Strategy to action, con la Direzione Artistica di Cieli Vibranti e Robbert Ten Caten, direttore di “Lumen in Art”, CidneON ha permesso alla cittadinanza di riappropriarsi della sua fortezza, di svegliare l’attenzione dei turisti verso il nostro incredibile patrimonio e di tratteggiare il futuro di una rassegna annuale stabile che può essere da traino per il palinsesto culturale da un livello cittadino fino ad un livello nazionale e per il suo notevole indotto economico. Icone italiane, tra miti e meraviglie. Questo il tema della terza edizione di “CidneON – Festival Internazionale delle Luci”, un omaggio al Belpaese con installazioni luminose, videoproiezioni, video-mapping e opere interattive che hanno raccontato personaggi, luoghi, simboli di un’inesauribile storia di arte e bellezza. Il binomio di successo tra il Castello di Brescia e la light-art si è rinnovato con un itinerario originale e spettacolare che ha condotto gli spettatori dalle caverne preistoriche della Valle Camonica ai monumenti più celebri, portandoli a scoprire con occhi nuovi la moda e il design, conquistandoli con produzioni originali capaci di reinterpretare con inediti linguaggi visivi arte, letteratura, musica e cinema, riscrivendo il mito dell’Italia come superpotenza culturale. Un omaggio speciale, attraverso l’installazione che ha aperto il percorso dell’edizione 2019, è stato riservato a Leonardo Da Vinci, nel cinquecentesimo anniversario della morte, esplorando creativamente le meraviglie tecniche e artistiche scaturite dal suo multiforme ingegno. CidneON, in questa prospettiva, persegue l’obiettivo di coniugare un respiro internazionale con la valorizzazione di giovani talenti bresciani e italiani.
IL PERCORSO 2019 ERA COMPOSTO DA 20 INSTALLAZIONI, DI CUI BEN 17 PRODUZIONI ORIGINALI, CON ARTISTI PROVENIENTI DA FRANCIA, OLANDA, GERMANIA, POLONIA, UCRAINA, COREA DEL SUD E ITALIA
CidneOn 2019
CidneOn 2019
CidneOn 2019
CidneOn 2019
ELENCO INSTALLAZIONI: 1. PORTALE DI INGRESSO LEONARDO, L’INVENTORE DMC - OLANDA 2. BASTIONE DI S. MARCO CIN CIN STÉPHANE MASSON - FRANCIA 3. BASTIONE DI S. MARCO L’UOMO PERFETTO SCENA URBANA - ITALIA ANNA BERNA, LUCA CHIARINI, STEFANO MAZZANTI, DARIO PASOTTI, MARCO POLI, ENRICO RANZANICI, MARINA ROSSI 4. BASTIONE DI S. PIETRO SFILATA DI LUCE KIM TAE GON – COREA DEL SUD ISTITUTO TECNICO SUPERIORE “MACHINA LONATI” ACCADEMIA “SANTA GIULIA” 5. TORRE DEI FRANCESI DE LUME TOMMASO TRAK - ITALIA 6. MURA VISCONTEE PINOCCHIO NOBU_LAB GIOVANNI COLOMBO - ITALIA 7. FOSSA VISCONTEA ITALIA A MILLE MIGLIA HANNES NEUMANN – GERMANIA DMC - OLANDA 8. TUNNEL TORRE COLTRINA VIAGGIATORI NEL TEMPO DANIEL KURNICZAK - GERMANIA 9. FOSSA DEI MARTIRI ANAMNESI LABA BEATRICE BRUGALI, STEFANO CHIAPPARINI, GRETA GARDONI, PAOLA INVERARDI - ITALIA 10. SENTIERO TORRE DEI FRANCESI SOLO MUSICA ITALIANA 11. TORRE DEI FRANCESI FULGIDA MASSIMO UBERTI - ITALIA 12. AREA VERDE TORRE DEI FRANCESI 500 STÉPHANE MASSON - FRANCIA 13. TORRE MIRABELLA SAPORI D’ITALIA JULIA SHAMSHEIEVA - UCRAINA 14. CORTILE DEL MASTIO AMORE CHE VIENI, AMORE CHE VAI 15. VIALE DEL PONTE LEVATOIO GEOMETRIE DI LEONARDO ROBERTO GIUNTI - ITALIA 16. TORRE DI MEZZO AURELIA ALICE BIAZZI E ALICE ZANIBONI,VIDEO FILIPPO BIAZZI, MUSICA - ITALIA 17. PIAZZALE DELLA LOCOMOTIVA BRILLIANT WALTZ C999 – ITALIA 18. SENTIERO SUL BASTIONE DI S. MARCO HYPERVSN ART STAVENKA 19. SENTIERO SUL BASTIONE DI S. MARCO TRICOLORE SCUOLE BRESCIANE - ITALIA 20. SCALA DI USCITA CINEMA PARADISO GIORGIO ROSSANO E LORENZO CATTANEO – ITALIA
GREEN, DESIGN, HANDMADE, FOOD E MUSICA A CASTELLO QUISTINI E LA NOVITÀ “IL GIARDINO ILLUMINATO” Fotografie Carla Cinelli
Nuovo appuntamento a Castello Quistini in Franciacorta Sabato 4 e Domenica 5 Maggio con lo speciale format green che unisce natura, botanica, design & handmade market, laboratori e incontri gratuiti, street food e concerti. A fare da cornice al festival come al solito i magnifici giardini e le sale di Castello Quistini, dimora del 1500 in Franciacorta, ormai famosa come “il castello delle rose”, con oltre mille varietà che in Primavera colorano i giardini del palazzo, diventato negli anni un punto di riferimento per tutti gli appassionati di piante e fiori, del vivere green e della vita all’aria aperta. Garden Festival nasce da un’idea di Andrea Mazza che, dopo il grande successo delle prime due edizioni, torna con un festival completamente rinnovato pronto a far emozionare ancora una volta il pubblico che nel corso dell’ultima edizione ha potuto assistere tra le tante cose alla splendida installazione green nella sala affrescata del palazzo: un giardino surreale dove architettura e vegetazione hanno dato vita a qualcosa di magico.
Garden Festival
Il market di Garden Festival sarà come sempre unico nel suo genere, ma ancor più selezionato: espositori provenienti da tutta Italia che spazieranno tra creatività e artigianato (kokedama, terrarium, abbigliamento sartoriale, accessori e bijoux, illustrazioni, arredo per la casa e il giardino, ceramiche, libri e manuali, profumeria botanica, ma anche collezioni e rarità di piante come carnivore, piante grasse, perenni e fioriture di stagione, oltre alle centinaia di rose in vendita del vivaio di Castello Quistini). Tra le novità della nuova edizione uno speciale allestimento luminoso che renderà magico l’intero giardino, con i portoni del castello che per la prima volta resteranno aperti fino alle ore 23.00 nella giornata di Sabato. Garden Festival è un festival nel verde dove si potrà ascoltare buona musica, ammirare allestimenti e installazioni green, scoprire giovani creativi e designer, partecipare a workshop e incontri e mangiare sano e buon cibo tra i giardini della famosa dimora franciacortina. Orari Sabato 4 Maggio dalle 10.00 alle ore 23.00 Domenica 5 Maggio dalle 10.00 alle ore 20.00 Ingresso: 6,00€ / Bambini gratis fino ai 12 anni / cani a guinzaglio benvenuti *L’evento si terrà anche in caso di maltempo
attacchi di panico? ecco cosa fare Come aiutare chi soffre di attacchi di panico. I consigli dello psicoterapeuta “Fanno paura e condizionano la vita delle persone, ma uscirne è possibile”, lo psicoterapeuta Giovanni Porta, ci offre alcuni consigli che possono aiutare chi soffre di attacchi di panico, ma anche chi è loro vicino. Gli attacchi di panico sono uno dei sintomi più spaventosi che un persona possa provare, in quanto si ha l’ingestibile sensazione di perdere il controllo del proprio corpo e della propria mente. Il respiro diviene così corto che sembra di soffocare, il cuore batte velocissimo, si sente un peso sul petto, negli arti appare uno strano formicolio, si ha paura di morire, di impazzire, che la strana sensazione di distacco dalla realtà che si sta provando non passi mai, si teme di non potere mai più tornare “normali”. È molto difficile aiutare una persona che sta vivendo un attacco di panico, tanto che – spesso – si finisce per andare al pronto soccorso a cercare un aiuto medico-farmacologico che allevi i sintomi. Ma c’è qualcosa che una persona vicina a qualcuno che soffre di attacchi di panico possa fare per aiutarla? Ci sono da distinguere due principali modi di intervenire: nei momenti di urgenza (cioè durante un attacco di panico) nei momenti di calma in cui non sono presenti attacchi.
Cosa fare durante un attacco di panico Ecco alcune cose che si possono fare per aiutare qualcuno che ci è vicino durante un attacco di panico, ce le illustra lo psicoterapeuta Giovanni Porta.
SPIEGARE CHE FINIRA’ PRESTO. La maggior parte degli attacchi di panico dura tra i 5 e i 20 minuti, al massimo mezz’ora dalla comparsa. È dunque importante, se abbiamo vicino qualcuno in preda a un attacco di panico, spiegargli con voce calma e sicura che tra poco quella spiacevole esperienza finirà. Per chi sta vivendo un attacco di panico, il tempo sembra infinito e sembra impossibile immaginare una fine a quell’agonia.
FAR FARE LUNGHE ESPIRAZIONI. Spesso gli attacchi di panico sono accompagnati da iperventilazione: la sensazione di “fame d’aria” che la persona sta vivendo la porta ad immettere nei polmoni tantissima aria, nella speranza di placare la sensazione spiacevole. Questo, però, non fa che peggiorare le cose, in quanto si accelera ulteriormente il ritmo cardiaco e la pressione arteriosa. È dunque importante fare consumare un po’ dell’ossigeno di troppo, per esempio facendo piccoli gesti come aprire e chiedere le mani, o camminando o portando la persona a fare delle lunghe espirazioni (che calmano anche il ritmo respiratorio e dunque cardiaco)
SPIEGARE CHE NON C’E’ PERICOLO. Di attacchi di panico non si muore! È solo estremamente spiacevole. È fondamentale spiegare a una persona immersa in una crisi di panico che non c’è assolutamente alcun pericolo per la sua vita. Che non morirà, né impazzirà ma che tra pochi minuti sarà tutto finito
SPOSTARE L’ATTENZIONE DA DENTRO A FUORI: DISTRARSI. L’attacco di panico, spesso, insorge per l’eccesso di attenzione che la persona che ne soffre dedica al controllo del proprio interno, in particolare di alcuni elementi del proprio corpo (respiro e battito cardiaco, principalmente). Più soffro di attacchi panico, più ascolterò con attenzione il mio cuore e il mio respiro. Però, portando la mia attenzione allarmata su questi processi automatici, per natura non consapevoli, prima o poi inevitabilmente sentirò qualcosa di strano (anche perché già il fatto di ascoltare respiro e battito cardiaco è un’attività strana). Può dunque risultare utile aiutare la persona che sta avendo un attacco di panico a spostare la propria attenzione verso il fuori: passanti, elementi curiosi dell’ambiente, paesaggio.
MUOVERSI UN PO’. Nella stessa ottica di distrarre la persona dai propri stati fisiologico, può essere utile fare due passi, magari all’aria aperta, perché camminando è più facile prendere contatto con il mondo fuori di sé, spostandosi dalla fissazione verso il proprio interno che ha provocato il panico. (e si consuma anche un po’ di ossigeno in eccesso)
Cosa fare tra un attacco e l’altro. E invece, cosa può risultare utile fare per aiutare una persona non nel momento acuto dell’attacco di panico, ma nei periodi di relativa calma che intercorrono tra un attacco e l’altro? Le paure tra un attacco e l’altro possono diventare importanti. Si teme di impazzire, di svenire, di fare brutte figure in pubblico, di perdere il controllo. “A mio modo di vedere, – spiega lo psicoterapeuta Giovanni Porta - l’unica cosa davvero importante per aiutare la persona che soffre di attacchi di panico è sostenerla nel chiedere aiuto a uno psicoterapeuta che la aiuti a elaborare e gestire in maniera diversa i propri vissuti interni. Nella mia ottica, infatti, gli attacchi di panico sono un sintomo (molto spiacevole) spesso correlato alla difficoltà della persona che ne soffre di far valere i propri vissuti nel mondo circostante. Si tratta spesso di persone che si tengono tutto dentro, al punto che l’aggressività che non esprimono si rivolta contro loro stessi, facilitando l’insorgere di attacchi di panico. Questa spiegazione non è naturalmente esaustiva di tutti i casi possibili ma, nella mia esperienza clinica, è la più frequente. Un adeguato lavoro di psicoterapia è fondamentale per modificare le ragioni interne da cui si generano gli attacchi di panico. Nei casi più gravi (attacchi di panico così frequenti e intensi da impedire una normale vita lavorativa e di relazione) può essere importante ricorrere – parallelamente alla psicoterapia – anche a un sostegno farmacologico per alleviare l’intensità dei sintomi mentre si lavora sulla risoluzione delle cause. Superare queste situazioni è possibile. Serve impegno e voglia di guarire. Chiedere aiuto è il primo passo. Nel giro di qualche mese la vita migliorerà in maniera sensibile”. GIOVANNI PORTA (www.giovanniporta.it) Psicologo psicoterapeuta di orientamento gestaltico, è esperto in alimentazione e teatroterapia.Vive e lavora tra Roma e Milano. Da anni realizza laboratori e percorsi in cui l’arte viene utilizzata con finalità terapeutiche. Laureato in Psicologia presso l’Università degli Studi di Padova, si è successivamente specializzato con un master in “Utilizzo di tecniche artistiche nella relazione d’aiuto”, ha una specializzazione in Psicoterapia della Gestalt presso l’I.G.F. di Roma, ed una in “Teatro e Psichiatria”. Riceve a: Roma, via delle Lega Lombarda 13 (metro Bologna) - Pomezia, via Rimini 5B - Milano, via Ozanam 15 (metro Lima)
Christo: oltre la superficie Testo Tommaso Revera - Fotografie Matteo Marioli
‘CENTODIECI È ARTE’ PRESENTA LA MOSTRA DI CHRISTO & JEANNE-CLAUDE Il nuovo ciclo di incontri sul territorio proposto da Mediolanum Corporate University (MCU) per diffondere la cultura dell’arte, si arricchisce di una nuova ed imperdibile iniziativa: fino al 20 marzo, infatti, presso gli uffici di Banca Mediolanum di via Gramsci 47, sarà possibile visitare su appuntamento la mostra ‘Christo: oltre la superficie’, un percorso espositivo con alcune rare opere-progetto realizzate da uno dei massimi artisti viventi i cui interventi interessano l’ambiente naturale e l’ambiente urbano e molti storici oggi associano al movimento della Land Art nato negli Stati Uniti verso metà/ fine degli anni sessanta, il cui approccio progettuale parte dal contatto e intervento diretto in spazi incontaminati trasformati nel supporto su cui operare un segno artistico con l’intento di intervenire per modificare la natura stessa. “Gli interventi di Christo e Jeanne-Claude sono interventi e scenografie di un mondo nuovo in cui la meraviglia è il suo fulcro. Creazioni architettoniche, ingegneristiche diffuse su un pianeta che diventa un enorme teatro dell’arte. Sono eutopie, cioè buoni luoghi attraverso cui diffondere valori che vanno da un’economia giusta, alla sostenibilità, alla libertà, all’indipendenza, alla creatività, alla collettività - ha sottolineato Oscar di Montigny, Chief Innovation Sustainability & Value Strategy Officer di Banca Mediolanum e fondatore di MCU. Sono prospettiva molto vicina all’idea di Economia 0.0 che da anni auspico. Un ritorno al centro, alla dimensione valoriale e universalmente ideale. Un invito a mettere l’uomo al centro di tutti i progetti economici, scientifici, artistici, in quanto scopo di quelle discipline e a mettere le discipline, prima fra tutte l’economia, nel proprio ruolo naturale di mezzo e non più di scopo”. Oltre la Superficie di Christo e Jeanne-Claude è un viaggio curato da Montrasio Arte nella storia dell’arte dei due artisti che più di ogni altro sono riusciti nell’arco di otre cinquant’anni di carriera a lasciare un segno indelebile e stupire il modo. In mostra dieci progetti che vanno da Running Fence, Over the River, Pont Neuf fino a Porta Pinciana e Vittorio Emanuele, entrambi realizzati in Italia a Roma e Milano. Sono progetti che tracciano la traiettoria globale del loro impegno che si snoda su due livelli: interventi urbani e interventi naturalistici. In entrambi i casi i progetti dei due artisti colpiscono per potenza, originalità, grandezza.
IN MOSTRA DIECI PROGETTI CHE VANNO DA RUNNING FENCE, OVER THE RIVER, PONT NEUF FINO A PORTA PINCIANA E VITTORIO EMANUELE, ENTRAMBI REALIZZATI IN ITALIA A ROMA E MILANO Tutti i progetti in un certo senso appaiono utopie, invenzioni fantastiche apparentemente irrealizzabili che in molti casi però si sono realizzate anche in maniera rocambolesca e con attese di oltre vent’anni dalla progettazione. Per questa ragione il tema di Oltre la Superficie è la bellezza dell’utopia, che è la forza trainante in grado di smuovere letteralmente le montagne, i mari, i laghi, che attraverso la caparbietà e la costanza dei due artisti si è tramutata in realtà. Spesso sono state realtà effimere della durata di pochi giorni, ma appunto descrivono la volontà attraverso l’arte di realizzare l’impossibile. In tempi come i nostri dove si tende a quantificare e calcolare ogni cosa prima di realizzarla restando troppo spesso imbrigliati in ciò che è sicuro, l’indipendenza operativa e progettuale che gli artisti sono riusciti a generare da un punto di vista economico e finanziario ha reso le loro azioni ancor più straordinarie e significative, permettendoci di assistere ad operazioni uniche nella storia. La capacità di progettare e di generare risorse attraverso la vendita diretta dei progetti ha reso i due artisti del tutto liberi di scegliere cosa realizzare, diventando strumenti di sensibilizzazione, di opportunità, regalando ad altri esseri umani la possibilità di essere spettatori di un evento unico e irripetibile. In questo senso l’utopia della realizzazione, della presenza, del vivere, del creare diventa iconografia del contemporaneo. Pensiamo a The Gates a New York, a The Floating Piers sul Lago d’Iseo, al Mastaba di Hyde Park a Londra, al Reichstag di Berlino, al Post Neuf di Parigi per citarne solo alcuni e comprenderemo come l’utopia visionaria di un artista si trasformi in opera d’arte, rigenerando con la sua realizzazione una nuova possibile visione del mondo. Là dove sembrava solo una follia eccentrica priva di senso si realizza un rituale collettivo che unisce e rende felici con gioia e semplicità. L’utopia di Christo diviene motore di sviluppo creativo, ingegneristico, economico, culturale, popolare, che a detta dei
due artisti è la prerogativa stessa della loro arte. È allora interessante ricordare le parole di Oscar Wilde: “Una cartina del mondo che non contenga Utopia non è degna neppure di uno sguardo, perché tralascia il paese nel quale l’umanità continua ad approdare. E, quando vi approda, l’umanità si guarda intorno, vede un paese migliore e issa nuovamente le vele. Il progresso è la realizzazione di Utopia”. Nella geografia artistica di Christo è evidente quanto abbiamo bisogno dell’arte, del sogno, dell’utopia che in inglese ci regala un doppio significato. La parola utopia deriva dal greco ou “non” e tomos “luogo” e significa appunto “non-luogo”. Nella parola, coniata da Thomas More, è presente un gioco di parole con l’omofono inglese eutopia, derivato dal greco eu “buono” o “bene” e tomos “luogo”, che significa “buon luogo”. Questo è dovuto all’identica pronuncia in inglese di “utopia” e “eutopia”; dà quindi origine ad un doppio significato: utopia-nessun luogo, eutopia-buon luogo.
FAMILY BANKER OFFICE DI BANCA MEDIOLANUM Via Gramsci, 47 - Brescia Tel. 030 295959
settima tre
La settima generazione della Nuova BMW Serie 3 Berlina segna anche l’inizio di un nuovo capitolo nel mondo del design: le forme chiare e le superfici da favola arricchiscono il dinamismo “innato� con un impatto moderno. La Nuova BMW Serie 3 Berlina ripensa il concetto di design
sportiva definitiva
La Nuova BMW Serie 3 Berlina lascia tutto alle spalle, incluse le convenzioni e le aspettative. Ancora una volta, questa icona mostra di sapersi reinventare. Con un linguaggio di design pionieristico rappresenta l’inizio di una nuova era. È alimentata da motori ancora più potenti ed efficienti. ma la sua nuova forza risiede nel riconoscimento vocale: è sufficiente pronunciare “Hey BMW” e la Nuova BMW Serie 3 risponde a ogni vostra parola. Con il nuovo linguaggio di design, questa berlina sportiva collega con il futuro la sua storia di successo. Un look che risponde al desiderio del piacere di guidare in ogni dettaglio. Il nuovo linguaggio del design BMW presenta il carattere moderno e dinamico della nuova BMW serie 3 Berlina con una silhouette precisa e delle superfici attentamente sagomate. Il modello è 85 millimetri più lungo del suo predecessore (4.709 mm), 16 millimetri più larghi (1.827 mm) e solo 1 mm più alto (1.442 millimetri). Il passo 41 millimetri (2.851 mm) e le carreggiate (anteriori: + 43 mm, posteriori: + 21 mm) entrambi più lunghe rispetto al modello precedente, contribuiscono a garantire maggiore equilibrio e agilità al veicolo. Cinque motori potenti ed efficienti disponibili al lancio Dall’inizio delle vendite per la nuova BMW serie 3 Berlina saranno disponibili cinque motori potenti ed efficienti. La line-up comprende una coppia di motori a benzina a quattro cilindri con 135 kW/184 CV per la BMW 320i e 190 kW/258 CV per la BMW 330i, una coppia di quattro-cilindri diesel con 110 kW/150 CV per la BMW 318d e 140 kW/190 CV per la BMW 320d. Un motore diesel a sei cilindri 195 kW/265 CV alimenta la BMW 330d. A partire dal lancio sarà anche disponibile la trazione integrale della BMW 320d xDrive. Tutti i modelli sono conformi agli standard EURO 6d-TEMP per il gas di scarico. Tecnologia da telaio innovativa per prestazioni sportive e comfort di guida Durante lo sviluppo del telaio – sia dal punto di vista strutturale sia tecnologico – della nuova BMW serie 3 Berlina, sono stati introdotte una serie di linee guida: migliore dinamica di guida, maneggevolezza, sterzo ad alta precisione e spazi di frenata inferiori. Nel complesso, la nuova BMW serie 3 Berlina, in base alla motorizzazione/versione e optional inclusi, può arrivare a pesare circa 55 chilogrammi in meno rispetto alla vecchia edizione dello stesso modello. Inoltre, la nuova BMW serie 3 Berlina ha un basso baricentro e una distribuzione del peso ottimale 50:50. Invece la rigidità della struttura è significativamente aumentata. L’aerodinamica ottimizzata riduce il coefficiente di resistenza della vettura a 0,23 (BMW 320d).
Aprendo la strada alla guida automatizzata
La nuova BMW serie 3 Berlina utilizza una selezione significativamente ampliata di sistemi di assistenza innovativi permettendole di assumere un ruolo di primo piano nell’introduzione della guida autonoma sul mercato. Nell’equipaggiamento standard è compresa l’avviso di collisione e passaggio pedonale con la funzione di frenata automatica per città. La versione più recente di questa funzione permette al conducente di essere avvertito al passaggio di un ciclista. Le opzioni includono la funzione Active Cruise Control con stop & go e la guida assistita Professional con avviso cambiamento di corsia, prevenzione collisione posteriore e allarme Cross-Traffic. Incluso anche guida assistita Professional: un pacchetto all’insegna del confort e maggiore sicurezza. Una delle caratteristiche della guida assistita Professional è il controllo dello sterzo e della corsia o carreggiata; queste funzioni aiutano il conducente a mantenere il veicolo nella corsia rilevata attraverso canali stretti e include anche il Lane Keeping Assistant con la capacità di proteggere in modo proattivo la collisione laterale e facilità l’uscita in caso di emergenza. Funzionamento intuitivo e connettività impeccabile: BMW Operating System 7.0 e BMW Intelligent Personal Assistant Il nuovo BMW Operating System 7.0 svolge un ruolo di primo piano nell’ottimizzazione del sistema Control & Display con funzioni digitali moderne, adattate perfettamente alle esigenze del conducente. L’optional BMW Live Cockpit Professional comprende schermate progettate in base a diverse situazioni e personalizzabili sul quadro da 12,3 pollici completamente digitale e sul display di controllo da 10,25 pollici. Per un funzionamento intuitivo, il conducente può scegliere tra il touch control del Control Display, il controller iDrive, i pulsanti al volante, il controllo gestuale di BMW e il controllo vocale.
settima tre
sportiva definitiva
Interni: un percorso di classe per il fascino sportivo Il nuovo design del marchio echeggia anche nella disposizione degli spazi negli interni della nuova BMW serie 3 Berlina. Questa caratteristica accentua la spaziosità dell’abitacolo e facilita anche l’attenzione del pilota sulla strada. Il nuovo quadro strumenti, la consolle centrale alta con luci coordinate, del pannello strumenti moderno e del pannello dello sportello trasmettono un feeling spazioso e un’aura sportiva.
NANNI NEMBER - Concessionaria BMW Via Valcamonica, 15 c/d - Brescia Tel. 030 3156411 - info@nanninember.bmw.it Orari Showroom Dal lunedì al venerdì 08:30 - 12:30 / 14:30 - 19:00 Sabato 09:00 - 12:30 / 15:00 - 18:30 www.nanninember.it
tempo di franciacorta historic ph Pierpaolo Romano Archiviata con successo la 31ª Winter Marathon, la Vecars è già al lavoro per organizzare la nuova edizione del Franciacorta Historic, gara di regolarità classica per auto storiche a calendario ACI Sport in programma sabato 6 aprile che sarà valida quale prima prova del Criterium Bresciano Regolarità 2019. Forte del successo di iscritti delle ultime 9 edizioni (almeno 100 vetture sempre al via, 116 scorso anno), la gara è riservata alle vetture costruite fino al 1971 oltre a una selezione di modelli di particolare interesse storico e collezionistico prodotti entro il 1976, scelti ad insindacabile giudizio del Comitato Organizzatore. Quartier generale della manifestazione sarà ancora una volta l’Agriturismo Solive: questa magnifica location, vero e proprio centro dell’Anfiteatro della Franciacorta, accoglierà i partecipanti a partire dal pomeriggio di venerdì 5 aprile con la prima sessione di verifiche sportive e tecniche pensate soprattutto per gli equipaggi locali.
LA 12ª EDIZIONE DEL CLASSICO APPUNTAMENTO PRIMAVERILE PER AUTO STORICHE, PRIMA PROVA DEL CRITERIUM BRESCIANO REGOLARITÀ 2019, AVRÀ NUOVAMENTE LUOGO ALL’AGRITURISMO SOLIVE DI CORTE FRANCA
La mattina di sabato 6 aprile, dopo una buona colazione e lo svolgimento della seconda sessione di verifiche con la consegna dl Road Book, le vetture lasceranno l’Agriturismo dalle ore 11.00 per affrontare il percorso di gara, salvo poi farvi ritorno a metà pomeriggio per godere di un ricco buffet con assaggio del locale bollicine in attesa delle premiazioni previste alle ore 19.00. Il percorso di gara divertirà e impegnerà i concorrenti come sempre attraverso le più belle zone della Franciacorta lungo un affascinante tracciato di circa 130 km e 50 prove cronometrate in linea (non ripetute) predisposte per esaltare le doti dei migliori specialisti che solitamente non mancano all’appuntamento, grazie anche alla ricca e ampia dotazione di coppe e premi speciali offerti dalle aziende partner da sempre a fianco degli organizzatori.
Le iscrizioni apriranno ufficialmente alle ore 10.00 di venerdì 1 marzo 2019
Africa Eco Race 2019:
trionfa Alessandro Botturi
Testo Tommaso Revera Fotografie Tim Buitenhuis
IL PILOTA DI LUMEZZANE SBARAGLIA TUTTI GLI AVVERSARI E IN SELLA ALLA SUA YAMAHA 450 CONQUISTA IL RALLY RAID DISEGNATO SULLE ROTTE CHE HANNO SEGNATO L’EPOCA DELLA GRANDE PARIGI-DAKAR CON PASSAGGI TRA IL DESERTO DEL MAROCCO, I PAESAGGI DELLA MAURITANIA E QUELLI DEL SENEGAL
La passerella finale sulle sponde del Lago Rosa, dopo un totale di 12 tappe e 6.000 chilometri percorsi, è l’epilogo perfetto per l’impresa sportiva firmata da Alessandro Botturi. Il pilota bresciano, giunto al traguardo del rally africano davanti a Pal Anders Ullevalseter e Simone Agazzi, non ha trattenuto la commozione. “Tre mesi fa ho perso mia mamma e dedico a lei questa vittoria. Ci tenevo tanto a dimostrare a lei che è sempre stata la mia prima sostenitrice che ce la potevo fare a vincere questa gara: il suo sorriso mi ha accompagnato per tutta la gara”. Un risultato straordinario conseguito al termine di una prestazione eccellente sin dalle prime schermaglie. Lo abbiamo intervistato durante i festeg.giamenti avvenuti in occasione della ‘Bottu Night’, organizzata al Seconda Classe, dove oltre alla sua Yamaha 450, faceva bella mostra di sé anche la nuova Yamaha YZR-M1 dell’amico Valentino Rossi. Da 1 a 10 quanto sei contento della vittoria nell’Africa Eco Race 2019? “Tantissimo. Dopo un po’ di anni sfortunati vissuti alla Dakar un successo del genere ci voleva proprio anche per togliermi qualcosa sassolino dalla scarpa…”. Una competizione molto intensa che immagino sia stata molto dispendiosa sia dal punto vista fisico che mentale. Non è così? “Molto, soprattutto mentale. Fare 600/700 chilometri al giorno, in cui freddo e caldo si alternano repentinamente, non è facile. Sei solo sulla tua moto, la concentrazione è altissima perché basta un errore e rischi di compromettere tutto”.
“È UN SOGNO CHE SI AVVERA” HA AFFERMATO BOTTURI AL TERMINE DI DUE SETTIMANE DAVVERO INTENSE SIA SUL PIANO FISICO CHE MENTALE. “GUARDAVO LA VECCHIA DAKAR GIÀ DA BAMBINO E VINCERLA È UN QUALCOSA CHE MI RIPAGA DI TANTA SFORTUNA”
Senza considerare la pressione degli avversari dietro che incalzano… “Proprio così. Stando in testa dal prima giorno ti mette ulteriore pressione. Il pensiero fisso è rivolto a chi ti sta dietro per non farti raggiungere…”. Questa è una vittoria dal sapore particolare che hai dedicato alla tua mamma scomparsa qualche mese fa. Che sensazioni hai provato tagliando il traguardo? “Tanta commozione. Mia madre è venuta a mancare improvvisamente ad ottobre. È stato un duro colpo perché, oltre a volerle molto bene, era la mia prima fan. Mi ha sempre sostenuto in questi 21 anni di professione, anche durante i momenti bui. Ho voluto dedicare questa vittoria esclusivamente a lei”. Simone Agazzi, il pilota orobico che ha chiuso al terzo posto, ti ha dato filo da torcere? “È stato in gamba. Simone ha fatto una gran bella gara centrando un podio prestigioso. Ha avuto dei problemi nei primi giorni ma si è riscattato alla
grande lottando fino alla fine insieme a me e a Pal Anders Ullevalseter”. Durante i festeggiamenti per questa vittoria, oltre alla tua moto, c’era anche quella dell’amico Valentino Rossi… “Proprio così. Lunedì 4 febbraio Yamaha ha svelato la livrea ufficiale di Valentino Rossi e il giorno dopo, la nuova YZR-M1 era esposta insieme alla mia Yamaha 450 al Seconda Classe dove ho festeggiato insieme a parenti e amici”. Com’è il tuo rapporto con Valentino? “Buono, ogni tanto ci incontriamo per alcuni eventi ufficiali Yamaha. Anche con il suo Fan Club VR46 il rapporto è ottimo. Ogni tanto mi scrive per coinvolgermi nelle iniziative di beneficenza che lo vedono protagonista. Il 22 febbraio, per esempio, insieme ai referenti del suo Fan Club, faremo visita all’Unità Operativa di Oncoematologia Pediatrica degli Spedali Civili di Brescia dove porteremo sia la mia, sia la sua moto”.
Come lo vedi quest’anno? Sarà dura con questo Marquez… “Devo dire che quest’anno, guardando anche i tempi registrati nei test (cosa che mi appassiona molto), sarà un campionato molto aperto.Vale, Marquez, Petrucci e Dovizioso se la giocano: sono in tanti che daranno battaglia”. Quali saranno, invece, i tuoi prossimi obiettivi? “A metà marzo ci sarà la prima gara del Campionato Italiano Motorally e subito dopo il Merzouga Rally in Marocco che vinsi nel 2015. Gli stimoli non mancano perché sono gare importanti a cui teniamo molto”. Non avessi scoperto la passione per la moto oggi cosa faresti? “Un bel punto di domanda! Da ragazzino ero un rugbista, arrivando a militare sino in serie A2, oggi sono un pilota: di sicuro sarei rimasto nel mondo dello sport: ho sempre percepito questa vocazione da sportivo”.
NUMERO VERDE
IL MAITE SI TINGE DI ROSA CON PINK UP L’associazione culturale UP APS e Maite presentano cinque venerdì di musica al femminile: Pink UP, una rassegna per celebrare l’universo femminile in musica con alcune tra le voci più interessanti del territorio, dal 15 febbraio al 15 marzo al Maite di Bergamo Alta. - Venerdì 22.02: CARMEN CANGIANO Cantante e autrice dalle incredibili qualità vocali, ma che dal vivo sa essere addirittura travolgente. Il suo ultimo album “Outta Kali Phobia” ha ottenuto i favori della stampa specializzata di settore: Il buscadero la consacra “una voce indimenticabile” definendo le sue canzoni un esempio di “musica sciamanico metropolitana”. A lei piace definire la sua musica post-rock impressionista: certamente è una musica carica di blues, oriente, sciamanesimo, psichedelìa, ma anche ironia, spiritualità e tanto sanguigno rock ‘n roll. Vincitrice del prestigioso Premio Janis Joplin nazionale - voce potente, indole istintivamente genuina e sanguigna, ci regalerà un concerto per così dire “unificante” , che mette insieme tutte le sue esperienze passate e ci proietta verso il futuro. Da cover di Janis Joplin, Tom Waits, Nick Cave, ai brani inediti. - Venerdì 01.03: BAG LADIES (Giulia Spallino e Carolina Pasinietti) Quando due ragazze esplosive si incontrano, non può che nascere una bomba. E così il progetto Bag Ladies, nome ispirato da un pezzo di Erykah Badu, un pezzo che in sostanza dice «ragazza, se hai un obiettivo, non aspettare il destino o gli altri ma datti una mossa», non può che essere un progetto ad alto tasso di ritmo e talento, un’esplosione di note dietro cui si celano due artiste molto note sul territorio orobico, ovvero Giulia Spallino e Carolina Pasinetti. - Venerdì 08.03: TITA con la partecipazione di Anna Sartori (Gruppo Radio Number One) Cristina Malvestiti, inizia il suo percorso artistico durante l’infanzia, periodo in cui manifesta un interesse “onnivoro” verso ogni forma d’arte. A bordo della roulotte di famiglia, giocando con pennelli, parole e melodie, prendono forma le prime creazioni artistiche fino a quando, all’età di 11 anni, inizia a suonare la chitarra e a frequentare i primi corsi di canto. A 14 anni iniziano le prime esperienze sul palco con diverse cover band rock-blues e dal 2007 studia presso Z&N Vocal Studio seguita dal Vocal Trainer Maurizio Zappatini. La passione per la musica e il canto la spinge negli anni a scrivere canzoni, in cui il suo animo soul si fonde con l’intensità e la leggerezza della lingua italiana. La sua voce, dal timbro caldo, scuro e personale è accompagnata da una gestualità stravagante. Curiosità ed entusiasmo, instabilità e paure prendono corpo in testi evocativi di immagini e suggestioni, che mettono a nudo un animo inquieto ma tenace, in bilico tra energia e fragilità. È con il suo brano “Stupida La Luna” (ottobre 2015) che partecipa e vince Area Sanremo 2015, valutata dalla commissione composta da Massimo Cotto, Franco Zanetti, Stefano Senardi, Mauro Pagani, Maurizio Caridi e Maurilio Giordana. Si aggiudica inoltre la Borsa di Studio Akamu e la Borsa di Studio Smemoranda. Dopo questa esperienza Tita decide di lavorare su nuove idee che diventeranno poi le canzoni del suo primo album intitolato Andare Oltre registrato e prodotto da Giancarlo Boselli in uscita il 20 aprile 2018 con Prismopaco Records. Canzoni che sembrano un’unica storia che in ordine di scrittura hanno per finale il brano Bambina, il singolo apripista dell’album. Parallelamente alla musica, Tita si esprime anche attraverso linguaggio pittorico. Trova nella pittura la sensazione di un’avventura, uno stato di sbilanciamento, di prova ed errore. Le sue rappresentazioni pittoriche sono caratterizzate da immagini forti, simboliche e fintamente ingenue, trattando I temi dell’identità, della pelle come zona di confine tra noi e l’esterno, del corpo e le sue costrizioni. Figura chiave è quella femminile, spesso colta tra resistenza e disfacimento. Una ricerca, la sua, che spesso avviene attraverso l’improvvisazione e l’osservazione degli effetti del caso, perché́ “c’è sempre la possibilità che le cose vadano in altre direzioni, è affascinante la sensazione dell’imprevisto e come ci si trova a reagire”. - Venerdì 15.03: CAROLINA PASINETTI E TOMMASO LANDO Carolina Pasinetti : voce e cajon Tommaso Lando: chitarra, basso ed elettronica Carolina e Tommaso vengono ingaggiati a gennaio 2017 per suonare i Led Zeppelin ad un funerale. Dopo questo discreto successo, i due musicisti danno vita ad un nuovo progetto di musica soul, che si pone l’ambizioso obiettivo di trovare un equilibrio quasi perfetto tra i troppi accordi e i troppo pochi. In repertorio anche brani di artisti purtroppo sottovalutati dalla critica, quali Britney Spears. Maite - Vicolo Sant’Agata - Bergamo Alta Inizio concerti ore 21:00 Prenotazioni 351 9379888 Info: upmusicbergamo@gmail.com - info@maite.it
michael 50 UNA MOSTRA DEDICATA A SCHUMACHER PRESSO IL MUSEO FERRARI
Ha aperto il 5 gennaio “Michael 50”, la mostra dedicata a Schumacher presso il Museo Ferrari che sta attirando una folla di tifosi da tutta Europa Tantissimi tifosi e i rappresentanti degli Scuderia Ferrari Club di tutta Europa sono accorsi al Museo Ferrari per l’apertura della mostra “Michael 50” in occasione del compleanno del campione. L’omaggio di Maranello a Michael Schumacher per i suoi 50 anni prende forma in una mostra speciale che racconta la sua straordinaria carriera e i suoi record ineguagliati nella storia della F1: 7 titoli mondiali, 91 vittorie, 155 podi.
michael 50 FINO AL 31 MARZO PRESSO IL MUSEO FERRARI
La Sala delle Vittorie espone alcune delle monoposto Ferrari più importanti tra quelle guidate nei suoi undici anni con la Scuderia. Dalla F310 del 1996, con la quale Schumacher vinse tre GP nella sua prima stagione con il Cavallino Rampante, alla F399 che permise al team più longevo nella storia della Formula 1 di aprire nel 1999 un eccezionale ciclo vincente con la conquista del titolo Costruttori. È presente anche la F1-2000 della leggendaria “Alba Rossa”, quando a Suzuka Michael tornò a conquistare il titolo mondiale a 21 anni di distanza da Jody Scheckter. Non potevano mancare la F2002 e la F2004, le vetture dei record, e la 248 F1 del 2006, con cui conquistò in Cina la sua ultima vittoria, la numero 72 con la Ferrari. La mostra dà anche modo di scoprire un lato meno conosciuto di Schumacher, quello di sviluppatore. Dopo avere lasciato la Formula 1, infatti, il campione di Kerpen rimase in Ferrari non solo per aiutare la Scuderia ma anche per contribuire alla messa a punto di alcune vetture stradali, come la 430 Scuderia del 2007 e la Ferrari California del 2008. L’esposizione affianca le mostre già presenti al Museo di Maranello, “Driven by Enzo” e “Passion and Legend”. “Michael 50” è organizzata in collaborazione con la Fondazione Keep Fighting.
un sogno “stradale” CON CHICCO REGGIANI ALLA FACTORY DALLARA PER PROVARE LA NUOVA STRADALE CON IL MITICO INGEGNER GIAMPAOLO, FONDATORE DELLA CASA AUTOMOBILISTICA V.E.Filì
Visitare la nuova Academy ed il museo della Dallara, ma ancor di più poter conoscere il fondatore, Giampaolo Dallara, uno dei miti dell’automobilismo moderno, mi era sembrata da subito una prospettiva interessante. Poterlo fare con l’amico Chicco Reggiani, grande appassionato di auto, nonché protagonista nella Carrera Cup alla guida di una Porsche, rende la cosa ancora più piacevole. Ma c’è di più. Potremo vedere da vicino e provare l’incredibile Dallara Stradale, la barchetta che sta facendo innamorare il mondo, la prima vettura destinata al pubblico Made in Dallara omologata per circolare su strada. Un sogno che si materializza per chi ha l’automobile nel sangue e Reggiani non smette mai di sognare. Strada facendo mi racconta per sommi capi la storia dell’ingegner Dallara nato alle pendici dell’Appennino Parmense, che ha incrociato il suo destino con quello di molte delle più prestigiose case automobilistiche italiane. Giovane e con poca esperienza venne scelto dal Enzo Ferrari per entrare nel suo team di progettisti. Da lì passò alla Maserati e quindi alla Lamborghini dove firmò il progetto della Miura, una delle più belle automobili mai realizzate. A quel punto, innamorato del mondo delle corse, ha iniziato la produzione in proprio di piccole vetture da competizione che cominciano ad affermarsi in vari campionati nazionali e internazionali per arrivare alla Formula 1. Ma più che altrove, Dallara sfonda in Nord America dove oggi realizza come fornitore unico il telaio di tutte le auto che corrono nei campionati IndyCar, Indy Lights, F2, GP3,World Series by Renault, Super Formula e Formula E. La Dallara a pieno titolo rientra in quel gruppo di eccellenze mondiali nel mondo dell’automobile che sono nate in questa terra emiliana dove del resto il giovane ing. Dallara si è fatto le ossa.
Siamo arrivati. La nuova costruzione voluta all’entrata degli impianti di produzione è scintillante. L’architetto Alfonso Femia, a cui è stato affidato l’incarico di progettare l’edificio dando forma e materia al pensiero dell’Ingegner Dallara, spiega: “Un complesso che pone attenzione alla topografia del luogo, al suo inserimento nel paesaggio, alla sua doppia percezione (dall’esterno e dall’interno) e che ha la volontà di essere un luogo di ricerca, di progetto, di incontro, di eccellenza... Un edificio veloce e lento, silenzioso e sonoro, tecnologico e poetico. Dallara Academy ospita in sé molte anime che prendono vita nelle diverse funzioni dell’edificio: il legame con il territorio circostante, l’importanza della formazione, la trasmissione della passione. L’idea che abita il progetto è quella di creare un edificio capace di conciliare quindi l’identità individuale delle parti che concorrono a creare il tutto, con un senso di unitarietà dell’insieme, un paesaggio nel paesaggio” .
Un edificio particolare: tre coni rivestiti di placche dorate ospitano su vari livelli uffici e aule dell’Academy, legati tra loro da una fascia che soregge la passerella del museo. Oltre alla hall, alla base della costruzione, si percorre una sorta di pit lane dove luccicano le creazioni più significative che hanno partecipato e vinto sui circuiti di tutto il mondo. E, siccome il primo amore non si scorda mai, una bianchissima Lamborghini Miura apre la sfilata che accompagna la lieve rampa, dove le vetture sembrano davvero sul punto di scattare. Ordinate su due file ci vengono incontro vetture destinate a campionati con regole differenti, con ruote coperte e ruote scoperte ma tutte ispirate dalla musa della velocità. Reggiani è già stato qui e descrive a me e al suo piccolo Gilberto che ci ha seguiti in questa gita con mamma Silvia, i vari bolidi tirati a lucido con sopra i nomi dei piloti che li hanno guidati e scopriamo così
quanti e quali assi del volante hanno portato e portano in trionfo le Dallara in giro per il mondo. Ma siamo qui per un altro sogno. Guardo bene e vedo in fondo a questa pit lane con le glorie di casa Dallara una sagoma flessuosa coperta dal telino di raso nero. Sì, è lei. Una versione molto speciale della Stradale Dallara, configurata come in un video game da Chicco Reggiani che oggi ne scopre il risultato. E deciderà se perderci il cuore. L’agitazione sale mentre si attende il grande capo che ha chiesto di assistere a queso momento, quasi sempre emozionante, di una presentazione ufficiale. E, come un padre a cui tocca di dare in sposa una delle sue figliole amatissime, si palesa da una porta sul fondo Giampaolo Dallara, fondatore nel 1972 della fabbrica di automobili da corsa da poco anche sul mercato stradale. Appunto.
La Dallara viene fondata dall’attuale Presidente, l’Ing. Giampaolo Dallara, il quale, dopo aver lavorato in Ferrari, Maserati, Lamborghini e De Tomaso, volle continuare a coltivare il suo sogno di lavorare nel mondo delle vetture da competizione a Varano de Melegari, suo paese natale, dove dà vita alla “Dallara automobili da competizione” nel 1972. I successi in Formula 3, prima in Italia e poi in tutto il mondo, l’affermazione in America con l’IndyCar, le consulenze per importanti costruttori, la costante attenzione alla tecnologia e all’innovazione, hanno portato l’azienda ad essere una delle più importanti realtà specializzate nella progettazione, produzione e sviluppo di vetture da competizione. Le competenze chiave che caratterizzano la Dallara sono le seguenti: la progettazione, con particolare attenzione ai materiali compositi in fibra di carbonio; l’aerodinamica, mediante l’uso della Galleria del vento e della CFD, la dinamica del veicolo, attraverso simulazioni e testing al simulatore di guida ed ai banchi prova; e la produzione prototipale, veloce, flessibile e di qualità. Ogni weekend circa 300 vetture Dallara corrono sui circuiti di tutto il mondo ed in varie formule: l’azienda è infatti presente in tutti i campionati Formula 3, è fornitore unico di vetture ai campionati IndyCar, Indy Lights, Formula 2, GP3, Formula 3.5 V8, Super Formula e Renault Sport Trophy, realizza vetture per campionati addestrativi come il Formulino, per la Formula E, il WEC, l’ELMS e l’IMSA. Negli ultimi anni l’attività di engineering si è ampliata, sia per quanto riguarda le vetture da competizione, che per le vetture stradali ad alte prestazioni. La consulenza offerta dall’azienda ha interessato i più importanti marchi automobilistici internazionali, tra i quali: Alfa Romeo, Audi, Bugatti, Ferrari, KTM, Lamborghini, Maserati, Porsche e tanti altri che non si possono nominare per rispetto degli accordi di confidenzialità. Dal 2007, l’ing. Giampaolo Dallara è affiancato dall’ing. Andrea Pontremoli che, dopo aver lasciato l’incarico di presidente e amministratore delegato di IBM Italia, ha assunto la carica di amministratore delegato della Dallara con l’obiettivo di coltivare strategie innovative per lo sviluppo della factory parmense. Nel 2012, l’apertura di un centro di ingegneria a Indianapolis: Dallara IndyCar Factory. Si tratta di un centro polifunzionale per la ricerca e lo sviluppo, guidato dal concetto di “Edutainment”, che stimola la passione per la tecnologia e l’innovazione, creando un’esperienza divertente ed emozionante. Nel 2014 viene acquisita all’interno del gruppo Dallara la Camattini Meccanica, oggi Dallara Compositi, azienda altamente tecnologica specializzata nella lavorazione dei materiali compositi in fibra di carbonio con sede a Collecchio (Parma). Il 2016 ha visto la creazione di un nuovo centro di ricerca sui materiali compositi, il DARC (Dallara Advanced Composite Research Center), nella sede di Varano de’ Melegari. Nel 2017, in concomitanza con il lancio della prima vettura omologata da strada a marchio Dallara “Dallara Stradale”, è stata inaugurato l’edificio Fabbrica Dallara, ove ha sede la linea di assemblaggio.
Cordiale, come ogni emiliano e, come ogni emiliano, nato con la velocità nel sangue, si ferma come per vantare i pregi della figlia ad un eventuale pretendente… Strette di mano, complimenti e alla fine il telino nero viene rimosso svelando una linea bellissima sinuosa vestita in un abito elegantissimo. La versione più fotografata e già vista è la barchetta a due posti, che può essere dotata anche di un piccolo parabrezza anteriore, mentre questa ha anche un tettuccio, che può esssre rimosso, dotato di due sportelli che si aprono ad ala di gabbiano… La fibra di carbonio con la quale è realizzata tutta la carrozzeria mostra la sua trama caratteristica ed è quanto di più high tec si sia mai visto. A questo punto Reggiani ha già una discreta sudorazione e al primo contatto con la “pelle” della Stradale ne è già innamorato. Sembra un colpo di fulmine. È bellissima esclama almeno sei o sette volte rigirandosela tutta. All’apertura dell’abitacolo rimane a bocca aperta per la raffi-
nata esclusività di un “uovo” dove tutto è frutto di una ricerca esclusiva made in Dallara. Per salire bisogna calarsi nella vettura non essendo provvista di portiere. Chi capisce tutto subito è Gilberto che in un batter d’occhio si mette al volante e fa il verso del motore. La vettura ha una linea disegnata dal vento, direi decisamante sexi. Ogni lato è avvolto in una linea morbida che però sprigiona un’energia totale. Due posti con sedili scivolati un po’ in avanti e prima sorpresa: dato il sedile fisso per regolare la distanza dalla pedaliera si è pensato di far scorrere questa per arrivare all’assetto di guida migliore. Strumentazione digitale e totale controllo elettronico della vettura derivata dall’esperienza in pista della casa. Non essite la leva del cambio e al suo posto le levette dietro al volante. Il cockpit è un vero spettacolo per il tripudio di led, tecnologia e un design accuratissimo in ogni particolare. Un salottino in fibra di carbonio e alcantara.
L’ING. GIAMPAOLO DALLARA (a destra), FONDATORE DELLA CASA AUTOMOBILISTICA, CON CHICCO REGGIANI, IMPRENDITORE E GENTLEMAN DRIVER
un sogno “stradale” Non mi lascio sfuggire l’occasione di farmi raccontare dall’ing. Dallara non tanto la sua notissima storia, che potrebbe occupare tutto il giornale, ma qualcosa a rigurado della sua ultima visone, diventata realtà. Parliamo di Dallara Academy dove, con la collaborazione delle facoltà di Ingegneria delle Università emiliane è stato creato un polo per la formazione di giovani ingegneri che desiderano specializzarsi nel settore automobilistico. “Concretizza un progetto che inseguivo da tempo - ci racconta il fondatore e presidente dell’azienda. Desideravo poter condividere la storia di una vita sviluppata intorno alla passione per le auto da competizione. Nelle mie intenzioni un primo scopo dell’Academy rispondeva al mio desidero di ringraziare, attraverso l’esposizione delle nostre vetture più significative, tutti i collaboratori che hanno contribuito alla reputazione e alla crescita dell’azienda. Ma ancor di più, volevo creare e sviluppare una collaborazione con le Università per la formazione degli ingegneri del domani. Infine, ma non per ultimo, ho pensato di mettere a disposizione del territorio un luogo di ritrovo e di confronto, un centro di stimoli e di interessi vivo e aperto per la nostra vallata”.
un sogno “stradale”
La Dallara Academy, si sviluppa su due piani collegati da un’ampia rampa curva vetrata percorribile a piedi. Al piano terra si trovano gli spazi dedicati all’accoglienza del pubblico e ai laboratori per le scuole, mentre il primo piano ospita l’area dedicata alla formazione universitaria e l’auditorium. L’Academy rivolge una particolare attenzione ai giovani: un’intera area dell’edificio è dedicata a Laboratori Didattici pensati e progettati per gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, dove i ragazzi possono sperimentare in prima persona le leggi della fisica applicate alla progettazione ed allo sviluppo delle automobili. I Laboratori Didattici si basano sulla filosofia dell’”edutainment” ossia dell’imparare divertendosi, portando i ragazzi oltre lo studio della fisica legata alla sola esperienza scolastica, per coinvolgerli direttamente in attività ispirate alle tre competenze principali che contraddistinguono l’azienda: la progettazione e la produzione con particolare attenzione all’utilizzo di materiali compositi, l’aerodinamica e la dinamica del veicolo. Si tratta dell’area di collegamento tra i due piani della Dallara Academy, sempre aperta ai visitatori, singoli o a gruppi, con possibilità di essere accompagnati da una guida. La rampa espositiva ospita le auto che hanno segnato la storia dell’Ingegner Dallara prima, e della Dallara poi: dalla Miura all’X19, dalle vetture Sport, nate in collaborazione con la Lancia, alle Indycar che corrono negli Stati Uniti, dai prototipi di Le Mans fino alle serie come Formula 3 e Formula E, per arrivare all’ultima nata, la “Dallara Stradale”.
“CI SONO LE AUTOMOBILI, CI SONO LE MOTOCICLETTE E POI C’È LA DALLARA STRADALE CAPACE DI REGALARTI STRAORDINARIE EMOZIONI DI GUIDA ANCHE A 80/KM ALL’ORA. UNA MACCHINA DA CORSA CHE SI ADATTA IN OGNI SITUAZIONE ALLA GUIDA DI TUTTI I GIORNI (Chicco Reggiani)
La prova ha entusiasmato Chicco Reggiani e anche noi siamo rimasti molto impressionati dalla bellezza della linea della Dallara Stradale e dalla sua versatilità. Ma ancor di più lo siamo stati dalla vitalità del Presidente, Giampaolo Dallara, e dalla sua visione d’impresa proiettata al futuro
Il visitatore si immerge in una passeggiata nella storia delle auto, da corsa e da strada ad alte prestazioni, senza mai perdere il contatto con l’ambiente circostante, grazie all’ampia vetrata che segue la traiettoria dell’intera rampa. L’impegno dell’azienda nella formazione prosegue con un’area dedicata agli studi di livello universitario. Il primo piano, infatti, sarà la sede del secondo anno del corso di laurea magistrale in “Racing Car Design” del MUNER, un sodalizio fortemente voluto dalla Regione Emilia Romagna tra gli atenei regionali e le storiche case motoristiche della Motor Valley che rappresentano l’eccellenza italiana nel mondo del Motorsport. La Dallara Academy ha al suo interno un’area progettata per poter ospitare conferenze, meeting, presentazioni ed attività di team building. Si tratta di uno spazio modulabile con una capienza fino a 350 persone, caratterizzato dalla marcata presenza di elementi tecnologici ed allestito con un videowall di 7mx2m.
impianti.
Energy gas opera in un settore che ha assunto nel corso di questi anni un’importanza sempre maggiore perché è strategico per l’economia e cruciale per l’ambiente. Quali sono gli asset principali di questa realtà ubicata a Castelli Calepio? Lo chiediamo a Sergio Belometti. che insieme al fratello Giovanni è a capo della’azienda . “La nostra azienda si propone per la soluzione di una vasta gamma di esigenze: installiamo e riforniamo impianti di GPL sia per le singole abitazioni, quindi il consumo privato per il riscaldamento e la produzione di acqua calda, sia per attività commerciali, artigianali agricole ed industriali che sempre con maggiore interesse convertono vecchi impianti a gasolio con apparecchiature tecnologicamante avanzate che utilizzano il GPL”.
energy gas:your next energy
con il gpl energia pulita e attenzione all’ambiente
TUTTI I SERBATOI DEL DEPOSITO SONO SOTTOTERRA PER IL MASSIMO RISPETTO DELL’AMBIENTE E DELLA SICUREZZA
Quando è nata Energy Gas?
“L’inizio dell’attività risale al 1948, quindi subito la guerra quando mio padre Marcello iniziò ad effettuare la consegna a domicilio, nei paesi e nelle cascine circostanti, di legna e carbone con un carretto trainato da un cavallo. Come sempre gli inizi furono segnati dai sacrifici, tante le ore di lavoro e modesti i ricavi. Siamo all’alba di quello che diventerà il boom economico degli anni ‘60 e molte cose iniziano a cambiare anche nelle delle abitudini degli italiani che, abbandonate le scomode stufe di un tempo, cominciano ad apprezzare sempre più il cherosene, fino ad allora utilizzato per l’illuminazione delle strade, che diventa la prima vera alternativa al carbone e alla legna. Piccole stufe capaci di riscaldare interi ambienti iniziano a diffondersi e anche l’azienda Belometti deve ampliare la sua offerta per soddisfare le crescenti richieste del nuovo combustibile liquido venduto in piccole taniche facili da trasportare e immagazzinare.
energy gas: your next energy
Dal carretto trainato dal cavallo si passa al motocarro, che ancora oggi è conservato in azienda, mentre più recentemente, all’inizio degli anni ‘90, l’azienda, diventata nel frattempo una società tra gli eredi di Marcello, compie il passo che ne segnerà il destino e lo sviluppo. Con il nome di Energy gas iniziammo la distribuzione di un combustibile pulito, il GPL, che brucia completamente e quindi con l’enorme vantaggio di essere privo di scorie. Il GPL (gas di petrolio liquefatti) è tutt’oggi uno dei combustibili meno inquinanti in assoluto, una fonte energetica molto versatile, facile da trasportare ed economicamente vantaggiosa. Queste caratteristiche sono alla base del suo successo. Il cambiamento ha significato per noi un salto radicale che ha richiesto impegni ed investimenti non indifferenti per le cisterne di stoccaggio e i veicoli dotati dei serbatoi per il trasporto del gas allo stato liquido fin nelle piccole cisterne, i bomboloni, destinati al consumo di famiglie e aziende. Oltre alla distribuzione del GPL, questa evoluzione ci ha visto sempre più specializzarci anche nelle realizzazione degli impianti per l’utilizzo finale, creando un servizio a 360° per i nostri clienti grandi e piccoli. Oggi siamo una delle principali aziende di distribuzione di GPL e di installazione degli impianti che operano nel territorio di Brescia e Bergamo e la nostra offerta spazia dagli impianti più semplici per il riscaldamento domestico a quelli industriali che comprendono spesso reti canalizzate per la distribuzione e l’approvvigionamento del prodotto”.
Per quali utilizzi il GPL è più adatto di altri combustibili?
“Sicuramente, rispetto alle tradizionali stufe a gasolio o a biomasse, gli impianti a GPL risultano più pratici, ecologici e decisamente più performanti, in quanto forniscono un maggior calore a parità di energia impiegata. Inoltre, i moderni termoconvettori a GPL con camera a combustione stagna, permettono l’emissione dei pochi residui di combustione all’esterno senza consumare ossigeno all’interno dell’ambiente domestico.
Anche per il raffrescamento, tramite ventilconvettori fan-coil che sfruttano la convezione forzata con ventole, si ottengono ottimi risultati per regolare il clima negli ambienti domestici e di lavoro con aria fredda. Esistono, anche se ancora poco diffusi, elettrodomestici alimentati a GPL come lavasciugatrici, tagliaerba, funghi radianti, antizanzare e generatori di energia elettrica che ne sfruttano le grandi proprietà di efficienza termica e di rispetto dell’ambiente”.
Oltre agli utilizzi domestici?
“Gli impianti GPL vengono impiegati anche per usi agricoli e zootecnici, come gli allevamenti avicoli, dove i sistemi di riscaldamento a cappe radianti alimentate a GPL sono una fonte di calore efficiente che garantisce la diffusione omogenea del calore in tutto il capannone riducendo il tasso di mortalità dei pulcini. Anche nelle serre, utilizzate in agricoltura, i generatori di aria calda a combustione diretta di GPL sono ideali per la concimazione carbonica delle colture protette e con l’utilizzo di bruciatori a GPL è possibile ottenere un’essicazione ottimale di cereali, riso, sale, foraggio e cotone grazie all’alto rendimento termico del GPL. Inoltre, gli impianti a GPL sono utilizzati per la torrefazione del caffè e l’incenerimento degli scarti animali macellati. Esistono, infine numerose attività industriali e artigianali che sfruttano nei loro processi produttivi le proprietà di questo combustibile. Si tratta di particolari attività che hanno necessità per le varie lavorazioni di un potere calorifico elevato e di una continuità della resa: metallurgia, ossitaglio, oreficeria, verniciatura, trattamento termico di calzature o imballaggi, asfaltistica, essiccatoi per fanghi e pelletteria, ne sono un esempio. Per le attività produttive in campo industriale, agricolo ed alberghiero, la legislazione italiana riserva una particolare agevolazione che permette l’utilizzo del GPL a costi decisamente convenienti con la riduzione dell’accisa del 90% che consente la defiscalizzazione parziale del gas utilizzato”.
Come avviene la distribuzione del GPL?
“Questa è oggi la nostra principale attività e avviene tramite autobotti dotate di contalitri omologate e collaudate a norma di legge. Il servizio di consegna viene effettuato direttamente presso gli impianti nei serbatoi che variano per capacità da 1000 a 5000 litri e possono essere interrati o fuori terra. Il GPL, distribuito attraverso reti canalizzate, è la soluzione migliore per soddisfare le esigenze dei condomini. Infatti, collegando le abitazioni ad un unico serbatoio, più utenze vengono dotate di un proprio contatore in grado di rilevare la quantità di prodotto consumato. Attraverso l’utilizzo della telelettura del contatore e del livello di prodotto contenuto nel serbatoio, Energygas è in grado di registrare i consumi di ogni utilizzatore e di garantire l’approvvigionamento senza nessuna preoccupazione di richiesta di rifornimento. ENERGYGAS SI OCCUPA DA OLTRE 25 ANNI DELLA DISTRIBUZIONE DI GPL E DELL’INSTALLAZIONE DI SERBATOI DI GPL E GARANTISCE AI PROPRI CLIENTI UN SERVIZIO RAPIDO ED EFFICIENTE GRAZIE ALLA PROFESSIONALITÀ DEI SUOI TECNICI QUALIFICATI Nel corso degli ultimi anni in azienda sono entrati a dar man forte, Marcello, figlio di Sergio a cui è stato dato il nome del fondatore, Andrea e Alessandro figli di Giovanni, che si occupano rispettivamante della distribuzione, dell’approvvigionamento, del reparto commerciale e dell’installazione degli impianti.
DISTRIBUZIONE DI GPL E INSTALLAZIONE DI IMPIANTI GPL Castelli Calepio via Don Ravizza 2/4 2 - Tel. 035 848686 e-mail: info@energygas.it
fuochi di paglia di Giorgio Paglia www.fuochidipaglia.it
CHIARI DI LUNA
In questi pochi mesi, il governo giallo-verde ha provato a darsi da fare. Qualche risultato si è visto, ma molto è ancora da venire. Nel frattempo è stato scientificamente massacrato da tutti i poteri storici in mano alla sinistra: informazione, cultura, spettacolo, scuola, magistratura e via dicendo. Sono persino tornati di moda due termini che non sono proprio insiti nell’animo degli italiani: fascismo e razzismo. Insomma una guerra totale a grillini e leghisti, che comunque oggi democraticamente godono insieme di oltre la metà del consenso dell’elettorato. Se guardiamo in faccia la realtà, il problema non è tanto politico quanto strutturale. L’Italia è uno dei paesi più indebitati del mondo, con una scarsa produttività industriale, con infrastrutture vecchie e obsolescenti, con una miriade di leggi inutili, con una magistratura lentissima, con una burocrazia medioevale e soprattutto con delle tasse altissime. Una miscellanea in grado di far fallire anche le nazioni più virtuose, indipendentemente da chi le governi. Ormai per risolvere questi atavici problemi bisognerebbe avere una bacchetta magica e sperare nella divina provvidenza. Il fatto è che i miracoli oggigiorno sono rarissimi e non di questa portata mastodontica. Intanto l’Italia è entrata in recessione tecnica e il 2019 si profila come un anno economicamente molto difficile. La globalizzazione senza regole ha messo in ginocchio migliaia di piccole imprese nazionali, che sono l’ossatura della nostra economia. In pratica, non reggiamo più la competizione e, a furia di risicare i margini, gli imprenditori preferiscono delocalizzare o chiudere. Basta un dato: sui contribuenti italiani nel 2018 ha pesato una pressione fiscale reale pari al 48,3%, oltre 6 punti in più rispetto a quella ufficiale (dati CGIA). Sulle imprese si aggirano intorno al 64% e per le partite Iva arrivano al 70%.
Con tasse così alte, condite dai limiti sopra esposti, è difficile pensare di sopravvivere. La questione è che l’Italia, con un indebitamento pari a quasi 2.500 miliardi di euro in aumento ogni mese, grandi cose non le può fare, soprattutto con i vincoli di bilancio che l’Europa le impone. Inoltre le attuali politiche di austerity, anche sul proseguimento delle grandi opere pubbliche, non fanno altro che peggiorare i consumi interni e quindi causare il rallentamento dell’intero paese. Poi alla gente, che vive il quotidiano e deve far quadrare i conti, è inutile raccontare tante belle storielline e appalesare futuri colmi di splendore. Il reddito di cittadinanza non servirà a molto e forse qualche beneficio al turn over aziendale lo si avrà con l’introduzione pensionistica di quota 100. È ovvio che nascondere la realtà non risolva niente: è solo una soave musica orchestrale che distrae i passeggeri intanto che la nave affonda. Tornando al governo giallo-verde, l’impressione è quella di essere di fronte a politici pieni di buona volontà, ma con scarse capacità tecniche di programmazione economica e finanziaria. Non possiamo pensare di passare altri 4 anni a parlare di immigrati, di accoglienza, di sovranisti, di buonisti e di redenzione eterna. Il mondo sta
cambiando rapidamente e interi vecchi imperi stanno crollando. Così si fanno avanti nuovi colossi che sono stati ritenuti terzo mondo fino a qualche anno fa. Non guardano in faccia nessuno, hanno soldi a palate e popoli sottomessi. Se ne fregano bellamente dei regolamenti e dell’etica negli affari: sanno che alla fine vincerà solo il più forte. Nel frattempo l’Europa viene ancora guidata da Capitan Trinchetto Juncker, che non riesce nemmeno ad abbinare il colore di due scarpe, mentre la Brexit e altri nazionalismi avanzano. Questi sono i chiari di luna che ci aspettano in questo anno appena cominciato. Auguri di buona fortuna a tutti e continuate a pensare positivo! Anche su Twitter: @Fuochidipaglia
Manovrabile, agile e di carattere
IL NUOVO BMW C400X SCOOTER DINAMICO DI MEDIE DIMENSIONI PER IL MASSIMO DIVERTIMENTO DI GUIDA Come suggerisce il suo design, il nuovo scooter di media cilindrata BMW C400X è perfetto per la città: leggero e manovrabile. La forma a V impressa dai componenti di rifinitura conferisce un aspetto dinamico e mobile se visto da davanti: una silhouette che enfatizza la superiorità del C400X nei vicoli stretti e nel traffico caotico.
Inoltre il C400X è dotato anche delle caratteristiche di robustezza e affidabilità delle GS: le proporzioni verticali, la suggestione del parafango anteriore, la separazione grafica decisa dei componenti di rifinitura verniciati e l’ampio faro anteriore asimmetrico con luci completamente a LED e la forma a Y orizzontale della luce diurna sono un chiaro segnale di questo aspetto. Tuttavia i componenti di rifinitura non mettono in evidenza solo le caratteristiche di uno stile urbano raffinato ma ti proteggeranno anche da vento e pioggia. La parte posteriore slanciata manda un messaggio chiaro, afferma che tutto resta alle spalle; questo è come può essere la mobilità urbana: semplice, veloce e senza stress. Dopo i maxi scooter C600Sport e C650GT, la BMW fa un altro passo avanti verso la mo-
bilità urbana e lancia sul mercato un nuovo veicolo esclusivo per il segmento scooter di medie dimensioni: il C400X. Questo scooter manovrerà il proprio conducente attraverso il caos del traffico urbano in modo veloce e flessibile, offrendo nello stesso momento un fantastico piacere di guida. Questo è reso possibile da un potente motore monocilindrico della massima efficienza, combinato con una trasmissione CVT, smorzamento delle vibrazioni ed il controllo automatico della stabilità (ASC). Il motore del C400X ha una potenza di 34 CV (25 kW) a 7500 giri / min. Lo scooter è costruito su un telaio tubolare in acciaio. Per la sospensione e l’ammortizzazione, viene utilizzata una forcella telescopica nell’anteriore e due ammortizzatori a molla nel posteriore.
L’ABS di serie, in combinazione con il freno a doppio disco sull’anteriore ed un freno a disco singolo sul posteriore, offre prestazioni di frenata di livello superiore. Il nuovo C400X ha una tecnologia d’illuminazione LED di serie. Per quanto riguarda la connettività, lo scooter ha alcuni particolari che sono disponibili come accessori opzionali, per esempio un quadro strumenti multifunzionale con uno schermo a colori TFT da 6.5 pollici. Questo, in combinazione con il Multi-Controller BMW Motorrad, consente al pilota di accedere velocemente alle funzioni del veicolo e di connettività senza distrarsi durante la guida. Grazie al suo inconfondibile faro LED, il C400X si distingue chiaramente dai suoi concorrenti ed ha un aspetto sportivo e dinamico. Il design moderno ed innovativo dello scooter include anche una migliore protezione dal vento ed un concetto di carico accuratamente concepito, che rende il C400X la migliore scelta quando si parla di praticità per l’uso quotidiano e versatilità touring. L’aspetto innovativo dello scooter viene completato da due interessanti verniciature. In Zenith Blue metallizzato il C400X mette in mostra la sua sportività ed il suo aspetto dinamico, apparendo molto moderno. Nella colorazione Alpine White non metallizzata lo scooter appare molto tecnico, compatto e leggero.
Gli Animali nell’Arte dal Rinascimento a CerutI
Dopo aver ospitato oltre 200.000 persone negli ultimi quattro anni di grandi mostre, l’Associazione Amici di Palazzo Martinengo festeggeia il quinto anno di attività con un’esposizione – a cura di Davide Dotti – sorprendente e unica nel suo genere, dedicata alla rappresentazione dei nostri amici animali nella pittura rinascimentale e barocca italiana. Per la prima volta in assoluto a livello europeo, grazie alla selezione di un centinaio di opere di altissima qualità provenienti da prestigiosi musei, pinacoteche e collezioni private italiane ed estere, sarà possibile dar vita ad un vero e proprio “zoo artistico”, che consentirà al pubblico di comprendere come l’animale abbia da sempre avuto un ruolo fondamentale nella Storia dell’Arte. Infatti, i più grandi maestri del Rinascimento, del Barocco e dell’Età dei Lumi, da Raffaello a Caravaggio, da Guercino a Tiepolo fino a Ceruti, hanno spesso dipinto animali sia in rappresentazioni autonome – alla stregua di veri e propri ritratti caratterizzati anche psicologicamente – che in compagnia dell’uomo, soprattutto in occasione di commissioni ufficiali da parte di nobili e aristocratici. Inoltre, traendo ispirazione dai testi biblici e dalla letteratura classica greca e latina, gli artisti hanno licenziato tele nelle quali l’animale è l’assoluto protagonista – come, ad esempio, nell’episodio dell’Arca di Noè – oppure comprimario, divenendo attributo iconografico dei santi più venerati – Girolamo con il leone, Giorgio con il drago, Giovanni Battista con l’agnello -, o parte essenziale del racconto mitologico. Basti citare, ad esempio, le storie di Diana cacciatrice accompagnata dal suo fedele cane, Ganimede e l’aquila, Leda e il cigno e il ratto di Europa escogitato da Zeus tramutato toro. Senza dimenticare gli affascinanti personaggi della maga Circe – che aveva il potere di trasformare i suoi nemici in animali – e di Orfeo che, suonando la lira con impareggiabile maestria, incantò gli animali e la natura.
In virtù della sua rilevanza culturale, artistica e scientifica, la mostra ha ottenuto il prestigioso patrocinio del WWF Italia, la collaborazione con il quale permetterà di approfondire durante la visita alcune tematiche particolarmente importanti quali la salvaguardia dell’ambiente, delle specie protette e della biodiversità, la cultura della sostenibilità contro lo spreco di risorse, il rispetto degli ecosistemi e la lotta contro il bracconaggio. Grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Scienze Naturali e Zoologia dell’Università di Pisa, che analizzerà in maniera scientifica le opere selezionate per l’esposizione, si potranno altresì ricavare preziose informazioni sulle razze e sulla loro evoluzione nel corso dei secoli. L’avvincente percorso espositivo, ricco di oltre cento opere, ideato dal prestigioso comitato scientifico internazionale della mostra, è suddiviso in dieci sezioni tematiche rispettivamente dedicate a: – Animali nella pittura sacra – Animali nella pittura mitologica – Cani – Gatti – Pesci, rettili e insetti – Uccelli – Animali della fattoria – Animali e uomini: un rapporto millenario – Nani e pigmei Vs. animali – Animali esotici e fantastici
Attraversando le sale di Palazzo Martinengo il pubblico compirà un emozionante viaggio lungo tre secoli di Storia dell’Arte, ammirando capolavori dei grandi maestri della pittura che, con impareggiabile sensibilità estetica, dipinsero animali di ogni specie riservando grande attenzione alle definizione delle caratteristiche anatomiche delle singole razze, cogliendo anche le più sottili sfumature caratteriali. Un rapporto, quello tra uomo e animali, che i più celebri artisti di tutti i tempi hanno esternato in dipinti di incantevole bellezza, e che questa sorprendente mostra vuole riscoprire e portare all’attenzione della società contemporanea. Per la gioia degli amanti dell’Arte e degli Animali!
Des oiseaux
GIBELLI - MANTOVA
GALLERIA DELL’INCISIONE
VIA BEZZECCA 4 BRESCIA FINO AL 17 MARZO
SAMMALLAHTI - DELHI - INDIA
Che si tratti del canto che annuncia l’arrivo della primavera, dei suggestivi e coreografici passaggi migratori o dell’invidia di una condizione di libertà che ispirò a Paul Valéry la celebre frase “Il faut être léger comme l’oiseau et non comme la plume”, il potente legame che questo animale intrattiene con la natura e con la sua ciclicità si conserva inalterato nel tempo, giungendo fino al cittadino urbanizzato di oggi che durante l’inverno assiste all’arrivo di uccelli in cerca di qualche grado in più rispetto alla rasa e fredda campagna. Con “Des Oiseaux”, mostra che prende il titolo dal nuovo libro del fotografo Pentti Sammallahti (Éditions Xavier Barral, 2018), di cui esponiamo una trentina di scatti, si presenta una preziosa occasione: interrogare gli universi di diversi artisti per scoprire in che modo si sono lasciati ispirare da quello che, declinato in una moltitudine di specie, può essere considerato l’animale allegorico per eccellenza. Insieme a questa nuova rassegna di fotografie del maestro finlandese (la galleria aveva organizzato una sua personale “Aspettare l’immagine” nel 2008 curata da Silvana Turzio) sono quindi esposti disegni, acquarelli, stampe, fotografie e sculture, tutti a tema ornitologico, di autori storici e contemporanei (Andrea Collesano, Vanni Cuoghi, Giuseppe Gallizioli, Armida Gandini, Quentin Garel, Ernst Moritz Geyger, Fausto Gilberti, Giorgio Maria Griffa, Frances Lansing, Michael Kenna, Franco Matticchio, Andrea Micheli, Louis Moe, Karl Moser, Richard Müller, Andrea Pedrazzini, Felice Tosalli,Velasco Vitali e altri).
SAMMALLAHTI - WESTERN - CAPE
SAMMALLAHT - VORUMA
SAMMALLAHTI - ETJO
SAMMALLAHTI - PRZEVORSK - POLAND
GALLERIA DELL’INCISIONE Via Bezzecca 4 Brescia www.incisione.com galleria@incisione.com fino al 17 marzo
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO
I LUOGHI, LA STORIA, L’AVVENIRE
Federico Buscarino
In principio erano i luoghi. Da questa considerazione, essenziale e quasi tangibile, prende forma il libro che avrà il compito di presentare l’Università degli studi di Bergamo al mondo. Realizzato grazie al prezioso sostegno di Siad SpA da Bolis Edizioni, con il coordinamento di PEO Comunicazione culturale e d’impresa, il libro mostra l’università concreta, le sue pietre, i muri, le architetture, le prospettive di luce. Aule, laboratori, sedi vengono catturati dall’obiettivo di Federico Buscarino e si trasformano in una narrazione per immagini.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO
I LUOGHI, LA STORIA, L’AVVENIRE
Ma i luoghi sono il frutto di una storia e la storia è, almeno in buona parte, conseguenza di emozioni e pensieri dell’uomo. Così ecco prendere corpo il testo che accompagna le splendide immagini del nostro ateneo, a firma di Paolo Aresi. Un testo che racconta come tutto ciò sia nato, come sia stato possibile uno sviluppo di questa dimensione. Parole scritte con la consapevolezza che la storia richiama un passato che ha portato al presente e che sarà premessa per l’avvenire.
“Non a caso - ha precisato il Rettore Remo Morzenti Pellegrini durante la presentazione del volume - abbiamo rispolverato la parola avvenire: termine desueto, invece molto in voga negli anni Cinquanta e Sessanta, quando l’Italia era un Paese tutto proteso verso il futuro, un Paese ricco di speranza e di buona volontà, solidale e competitivo al tempo stesso. Un termine che oltrepassa la semplice accezione cronologica per aprire a una dimensione carica di attese, in cui il futuro è il tempo in cui si realizzano le promesse, si concretizzano i progetti, si guarda con fiducia al mondo”.
Altro termine essenziale che diventa perno di questo racconto è “campus diffuso”. Rappresenta un’università che si colloca in diversi punti della città, in dialogo con essa, proprio come auspicava il suo primo rettore Vittore Branca, dalla fondazione in quel dicembre 1968. Un’università che vuole innervare la città, che vuole respirare il territorio, assorbirne i valori restituendo competenze, capacità, cultura. Ed è quella stessa aspirazione che, in modo esplicito e convinto, ha caratterizzato la vita accademica lungo tutto il 2018, anno in cui l’ateneo ha celebrato i suoi cinquant’anni di vita attraverso numerose iniziative che hanno avuto come obiettivo principale proprio lo scambio reciproco con il contesto sociale in cui è collocato.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO
e la sua espeaffiancando il pria strada di i al reportage , all’architetivi, al mondo
con il padre, la produzione tre spettacoli rmo, Bologna libro Il mare e del progetto tivo numerosi
his experience is father Maufessional phoge, advertising e, educational performances,
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO I luoghi, la storia, l’avvenire
Uno sguardo dell’Universi attraverso l’o Buscarino ch il fascino del e la dinamici
An insight int University of expert lens o who excels in charm of the and verve of
her completed ction of three shows - in the ermo, Bologna final result of ct in the book as published a mes.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO
Ex Monastero di Sa
I LUOGHI, LA STORIA, L’AVVENIRE
Former monastery o
È in questo rimando circolare che possiamo cogliere la coerenza con la quale l’ateneo di Bergamo si è sviluppato, secondo il pensiero dei fondatori che, come un codice genetico, ne ha guidato la crescita. Come in un buon romanzo, l’incipit racchiude il senso della storia.
Federico Buscarino Nato a Bergamo nel 1970, arricchisce la sua esperienza nel mondo della fotografia affiancando il padre Maurizio e intraprende la propria strada di fotografo professionista dedicandosi al reportage sociale, alla fotografia pubblicitaria, all’architettura, al ritratto, ai progetti educativi, al mondo del teatro. Tra il 2006 e il 2007 ha realizzato, con il padre, un’indagine fotografica di scena sulla produzione di tre laboratori teatrali – confluiti in tre spettacoli – nei tre istituti penali minorili di Palermo, Bologna e Milano, che è stata pubblicata nel libro Il mare dietro un muro (2008), risultato finale del progetto Comunitario “I.P.M. DI SCENA”. All’attivo numerosi volumi fotografici a tema.
Paolo Aresi Laureato in lettere alla statale di Milano, ha pubblicato diversi libri, fra cui alcuni romanzi tra cui si ricordano “Ho pedalato fino alle stelle” (Mursia) e “Oltre il pianeta del vento” (Urania Mondadori e poi Delos Digital). Giornalista, per molti anni inviato dell’Eco di Bergamo, oggi collabora con il settimanale Bergamo Post. Ha iniziato a scrivere racconti nel 1978 e dal 1992 tiene regolarmente corsi di scrittura creativa a Bergamo.
Politicando di Maurizio Maggioni
FESTA, FARINA E FORCA
Un’analisi approfondita di quanto ci aspetta nel prossimo futuro potrebbe essere fatta osservando per un giorno intero il movimento perenne dell’Oceano, quella grande massa d’acqua che ricopre per i 2/3 la superficie terrestre; il movimento è quasi circadiano, come il ritmo ormonale del regno animale. Le maree si ritirano all’alba, le onde sono lievi, per poi montare pian piano durante la giornata. Divengono cavalloni che si infrangono sulle spiagge, portando molluschi, conchiglie e sabbia, che rimodellano le spiagge e plasmano le scogliere, per poi tendersi, le onde, spianate dal sole, sempre più caldo. Risalgono le maree e i frutti della pesca giornaliera, giungono in porti sicuri, pronti per essere distribuiti ai più, che lo desiderano. La politica mondiale e di conseguenza quella nostrana, rispecchiano i movimenti delle acque”. Vi sono momenti in cui le intemperanze dei singoli soggetti sembrano devastare le masse, non far bene, ma capire cosa stia succedendo, le spiagge, i mercati, si rimodellano momento dopo momento, secondo ritmi di convenienza e di necessità. La gente pensa sempre che il tutto e subito sia il meglio, che ciò porti del bene per tutti, ma non è così. Serve programmazione e stabilità, passando certamente per momenti di difficoltà, che però possono dare certezze future. Trump cambia spesso idea, e ciò gli fa onore, solo i cretini non lo fanno, però non trova un seguito formale nel panorama internazionale. Ha ragione su molti temi ma non ha una organizzazione politica credibile. Solo il Brasile, in grave difficoltà socio economica, seguirà la linea americana, tenterà in tutti i modi di tornare ad essere il riferimento dell’America Latina, portandosi al seguito quel popolo disperato degli argentini che mai, dicesi
mai, hanno imparato dalla propria storia; un po’ come noi italiani e infatti, il 40% degli argentini discendono da noi. Speriamo che si associ anche il Cile, che ha paura di ammettere, dopo oltre vent’anni, che l’economia di Pinochet tirava, certo a discapito della libertà politica. Ma qual’é la libertà politica di oggi? Quella di Macron che si inchina ai gillet gialli? Quella italiana succube dei social e degli avvisi ai naviganti? Quella delle banche tedesche e dei disastri che hanno combinato e che noi stiamo ancora pagando, pur sapendo bene che a noi torneranno solo di nuovo lacrime e sangue? Carige docet! Un Euro impostore che compie vent’anni? Non vi è libertà se non vi è programmazione, se la nostra opulenza non viene ridistribuita. L’Africa islamica ci pressa alle frontiere, potremo contenerla per qualche tempo, soprattutto se a Maggio la nuova Unione Europea sarà capace di organizzarsi con un efficiente Ministero degli Esteri Unico, regole precise sui trattati ed una rivisitazione generale della Burocrazia.
Noi, italiani, dovremo fare la nostra parte, che già abbiamo cominciato a fare con questa rivoluzione politica del popolo qualunquista che ha fatto saltare il sistema politico, mettendo a nudo le sue fragilità. Nel bene e o nel male, l’austerità è finita, vedremo se distribuire ai meno fortunati risorse collettive servirà a qualcosa. Valuteremo poi cosa sarà meglio fare in futuro. Festa, Farina, Forca, dicevano un tempo! Regole precise, certezza della pena e presenza dello Stato: forca! Redditi minimi garantiti per tutti per i più che non possono arrivare a fine mese, regole precise nella ricerca del nuovo lavoro... farina! Movimento delle masse, libero pensiero, social, divertimento di massa, calcio, grande fratello e cuochi in Tv.... festa! Però tutto ciò è condito da un impoverimento politico e culturale specifico e la frase precedente delle 3 F, finiva con: Francia o Spagna purchè se magna!! Se è questo quello che desideriamo, continuiamo così, se desideriamo modulare il cambiamento, ormai inarrestabile, diamoci da fare. Possiamo iniziare dalle realtà locali, sino a risalire a quelle nazionali. Riflettiamo sulle reali necessità, apriamo le nostre menti a letture più specifiche sui macrosistemi, usciamo dai nostri orticelli e valutiamo bene, prima di esprimerci con un post e voti di pancia.
il presidente dai
mille volti ATTILIO FONTANA: PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA, E LE TANTE ESPRESSIONI NELLE QUALI È STATO FOTOGRAFATO. POTRÀ ANCHE NON PIACERE MA NON SI PUÒ DIRE CHE NON CI METTA LA FACCIA...
Armen Petrosyan è arrivato in Italia insieme al fratello Giorgio Petrosyan all’età di 13 anni. Vive e si allena a Gorizia con il fratello e con il maestro Alfio Romanut nella palestra Satori Gladiatorum Nemesis. Combatte per l’Italia. Viene lanciato nel mondo pro internazionale dal Manager Carlo di Blasi, che gestiva già il fratello Giorgio Petrosyan, diventa: Campione Italiano Thai Boxe WPKC 2006 Campione MTA Europeo 2007 Campione del Mondo WMTA 2013
petrosYANmania per l’assessora PER L’ASSESSORE REGIONALE MARTINA CAMBIAGHI GLI SPORT DA COMBATTIMENTO FANNO BENE ALLO SVILUPPO DEI GIOVANI. LO HA DETTO ALLA PRESENTAZIONE DI “PETROSYANMANIA GOLD EDITION”, MANIFESTAZIONE DEDICATA ALLA KICKBOXING Conclusa da poco a Milano “Petrosyanmania Gold Edition’, la spettacolare competizione dedicata a kickboxing, boxe francese savate e mma (mixed martial arts), in cui si sono sfidati 32 atleti di livello internazionale, sul ring della Candy Arena di Monza. Un’occasione unica per vedere in azione dal vivo in Europa il pluri-iridato Giorgio Petrosyan (103 match, 98 vittorie, 2 sconfitte, 2 pari, 1 no contest). “Gli sport da combattimento - ha detto Cambiaghi durante la conferenza di presentazione - continuano a spopolare nelle palestre. Contrariamente all’immaginario collettivo, che, in queste discipline, vede espressione di atteggiamenti aggressivi e violenti, voglio ricordare che le arti marziali sviluppano sia le capacità motorie sia le funzioni cognitive, con particolare attenzione alla consapevolezza e alla padronanza del proprio corpo. L’allenamento e le tecniche, inoltre, puntano a trasmettere la capacità di controllare e gestire l’emotività, di sviluppare le relazioni e il confronto con il gruppo dei pari, valori indispensabili nella crescita dei giovani e di sostegno nella lotta alla dispersione scolastica e all’emarginazione. Ringrazio gli allenatori di queste discipline che contribuiscono a diffondere un clima complessivo di educazione sportiva e di sana competitività”.
Inizia a essere conosciuto dopo che si qualifica alle Selezioni di Oktagon battendo a Milano, il 30 gennaio 2009, il campione francese Abdellah Mabel, venendo proiettato sui ring di tutto il mondo. Sabato 14 marzo riesce a partecipare a OKTAGON e vince ai punti all’unanimità contro il portoghese Arnaldo Silva (vanta i titoli di campione nazionale Thai Boxing 2007 e Kick Boxing 2005, ed è stato semifinalista ad Oktagon 2008), incontro 3×3 K-1 rules. Il 24 aprile 2009 al PalaChiarbola di Trieste ha conquistato il titolo di Campione Italiano MTA battendo per Ko alla prima ripresa il sardo Mauro Serra. Nel 2010 ha preso parte alla prima stagione del reality show britannico Enfusion, dove i partecipanti si sfidano in un torneo di kickboxing ad eliminazione diretta: Armen sconfisse Vuyisile Colossa e Mirko Vorkapić prima della debacle ai punti in semifinale contro il thailandese Pajonsuk. Il 24 marzo 2013 ad Haarlem nei Paesi Bassi si aggiudica il titolo di campione del mondo cat. 70 kg WMTA battendo 3 avversari: KO al primo match, vittoria ai punti al secondo e vittoria per abbandono al terzo. Nel 2014, Armen Petrosyan entra in esclusiva nella Associazione Sportiva Fight1, di cui fa parte anche Oktagon, e torna a vivere a Milano con il fratello Giorgio Petrosyan.
Armen Petrosyan
IL VITTORIALE DI GIORDANO BRUNO PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE VIAREGGIO RÈPACI
A GIORDANO BRUNO GUERRI IL PREMIO SPECIALE CITTÀ DI VIAREGGIO Il Presidente del Vittoriale degli Italiani, del MuSa - Museo di Salò e di GardaMusei - rete territoriale nata per promuovere la cultura, l’arte, l’ambiente, il turismo, il territorio, valorizzando l’immagine e la forza dell’intero Lago di Garda - Giordano Bruno Guerri ha ricevuto quest’anno il Premio Speciale “Città di Viareggio”. Il riconoscimento gli è stato assegnato durante la cerimonia del Premio Letterario Internazionale Viareggio Rèpaci, con le seguenti motivazioni: “Per la sua efficace valorizzazione di un artista profondamente legato alla Versilia come Gabriele d’Annunzio e per la creazione dell’innovativo progetto culturale Magnifiche Presenze, che riunisce d’Annunzio a Giovanni Pascoli e Giacomo Puccini, tramite le rispettive case museo, l’attivazione di reti nazionali e internazionali e comuni progetti e percorsi didattici ed editoriali”. Magnifiche Presenze è il ponte che ha ricostruito idealmente, attraverso due mostre, il rapporto tra tre grandissimi della cultura italiana: Giovanni Pascoli, Gabriele d’Annunzio e Giacomo Puccini. Un progetto e una collaborazione tra Istituzioni e Fondazioni che ha dato il via alla creazione di un circuito virtuoso, turistico e culturale, all’avanguardia in Italia con il quale riappropriarsi della bellezza, dell’arte e della cultura del nostro paese.
Molto è stato fatto, nel 2018, al Vittoriale degli Italiani. Il restauro del viale d’ingresso, dei Pili del Piave e del Dare in Brocca, dell’affusto di cannone che accompagnò d’Annunzio nell’ultimo viaggio, dei Pili portabandiera, della serra da fiori, del Ponte dei Conigli e del Ponte della Fortuna; abbiamo vinto molti bandi, stabilito nuove alleanze, accresciuto GardaMusei e lanciato il progetto GardaMusei Scuole; abbiamo avuto giornate assai speciali il 20 gennaio, il 17 marzo, il 26 maggio (con il Silent Wifi Concert c’erano 7785 visitatori, numero mai raggiunto prima), il 2 giugno, giorno del matrimonio sulla Nave Puglia di Federico d’Annunzio e Giulia Mazzoni, il 14 agosto con il Premio Più Luce! per attori che leggono poesia, il 9 agosto abbiamo ricordato il Volo su Vienna con un spettacolare lancio di volantini da aerei d’epoca, il 22 settembre, con la presentazione di guanti bellissimi dannunziani, del nostro olio e la nostra prima vendemmia, il 2 dicembre è stato consegnato a Samantha Cristoforetti il IX Premio del Vittoriale e il 14 dicembre il Premio Genio Vagante a Elenonora Troja, un’astronauta e un’astrofisica, non a caso nel motto dannunziano “Più alto, più oltre”; abbiamo organizzato un convegno su d’Annunzio e Ovidio e pubblicato gli atti di un importante convegno internazionale su Fiume tenuto nel 1996, allora non pubblicati per mancanza di fondi; abbiamo accolto e aiutato 131 studiosi, acquisito e pubblicato volumi, voglio ricordare in particolare la nuova edizione critica dell’Elettra e il volume che ha dedicato al Vittoriale la Treccani, secondo di una collana sui grandi palazzi italiani, subito dopo il Quirinale; abbiamo ricevuto in dono opere d’arte, volumi preziosi, autografi, e molti ne abbiamo acquisiti, compresi gli autografi scomparsi dal Vittoriale all’inizio degli anni Sessanta; abbiamo inaugurato cinque mostre, “La Favolosa gioia” a Gardaland, “L’illusione del mio tempo” di Quirino Gnutti, “Odorarium mirabilis”, realizzata da Mavive grazie all’art bonus, “Clausure al Vittoriale” di Grazia Cucco, “Fiume 1850-2018. La filatelia fiumana tra mito, storia ed economia. 1918-1924”; abbiamo aiutato a formare numerosi giovani con l’alternanza scuola-lavoro, con i tirocini curriculari universitari, con il Servizio Civile Nazionale e con la didattica museale; abbiamo concluso accordi per il finanziamento di due studiosi con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e con l’Università degli studi di Brescia; inoltre abbiamo finanziato tre studiosi per ricerche su Fiume; Il Festival Vittoriale Tener-a-Mente, con biglietti venduti in 31 Paesi, ha avuto il tutto esaurito nella maggior parte degli spettacoli; il bilancio è florido e gli ingressi – 265.146 – hanno raggiunto il numero più alto degli ultimi 40 anni. Le attività di maggiore soddisfazione – però, a mio parere – sono state quelle meno appariscenti. La pulizia degli alvei e la messa in sicurezza delle Vallette, l’ammodernamento dell’impianto elettrico dell’Anfiteatro, la creazione dei nuovi magazzini sotto l’Anfiteatro, con la conseguente liberazione di Casa Cama per fini più appropriati, il nuovo impianto di climatizzazione che garantisce una conservazione perfetta dei preziosissimi documenti ospitati negli Archivi. L’incontro del 2 dicembre, al Vittoriale, con l’assessore alla Cultura di Fiume Ivan Sarar e con la rappresentante dell’ambasciata croata Tamara Perisic. È stata la prima volta di un simile evento, ma appena l’inizio di un percorso che impegnerà il Vittoriale nel prossimo biennio: lo studio e la divulgazione dell’Impresa di Fiume”, un episodio cruciale nella vita di Gabriele d’Annunzio e nella storia d’Italia, ancora da mettere nella giusta luce storiografica e interpretativa. Lo faremo. Giordano Bruno Guerri Presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani
GIORDANO BRUNO GUERRI
Ph. Marco Beck Peccoz
800 piccoli ebrei I bimbi di Sciesopoli a Selvino UNA COLONIA MONTANA REALIZZATA DAL REGIME PER I BIMBI DA FASCISTIZZARE DIVENTATA POI RICOVERO PER OLTRE 800 BAMBINI EBREI SOPRAVVISUTI ALLO STERMINIO DEI LAGER NAZISTI E RIMASTI ORFANI UNA STORIA DA RISCOPRIRE
800 piccoli ebrei A Selvino, centro montano in provincia di Bergamo, venne inaugurata nel 1933 una colonia dedicata ad Amatore Sciesa, un eroe del Risorgimento, dal quale prese il nome di “Sciesopoli”. Il progetto fu firmato da Paolo Vietti Violi (1882-1965), noto architetto dell’epoca, già autore dell’Ippodromo e del Palazzo dello Sport di Milano. L’Istituto Luce presentò in un filmato il nuovo edificio come un’opera creata “per i bimbi del popolo”, a dimostrazione dell’importanza attribuita dal regime a questa realizzazione. Il complesso era caratterizzato da un un sobrio disegno “razionalista” e dall’uso di elementi simbolici, come le bandiere collocate su tutti gli angoli dei quattro padiglioni e sul cancello d’ingresso al giardino, definito da quattro pilastri in forma di fasci littori. Il paradosso della storia è che un luogo pensato per formare agli ideali fascisti i giovani balilla e gli avanguardisti, divenne nell’immediato dopoguerra uno dei più importanti centri in Italia di raccolta di bambini e ragazzi sopravvissuti alla Shoah. Subito dopo la Liberazione il complesso venne affidato dal Comitato di Liberazione Nazionale. al biologo Luigi Gorini, socialista attivo nella Resistenza, che accolse la richiesta del presidente della Comunità Ebraica di Milano, Raffaele Cantoni, e di due ufficiali della Compagnia “Solel Boneh” dell’Esercito Britannico, Moshe Ze’iri e Teddy Beery, di utilizzare Sciesopoli come luogo di transito per i bambini e i ragazzi ebrei scampati alle persecuzioni, che avevano esigenze specifiche rispetto agli adulti. A partire dal 20 settembre 1945, grazie all’aiuto delle organizzazioni “Gordonia”, Alyat Hanoar, Joint, alla Brigata Ebraica e alla Comunità Ebraica milanese, la colonia divenne il luogo di ritorno alla vita degli orfani sopravvissuti al nazismo e al fascismo. In totale furono circa 800 i bambini e ragazzi ebrei che, fino al 1948, passarono per Selvino prima della difficile e avventurosa emigrazione verso la Palestina sotto mandato britannico. I giovani profughi trovarono a Selvino “un paradiso a lungo sognato, un castello da fiaba e a fatica si rendono conto di essere liberi, rinati a nuova vita”, come ha scritto Aharon Megged nel 1985 nel suo The Story of the Selvino Children: Journey to the Promised Land. Moshe Ze’iri, che assunse il ruolo di direttore del centro di accoglienza, realizzò qui una sorta di “repubblica dei bambini”, quasi una prefigurazione dei kibbutz che molti dei ragazzi ospitati a Selvino fonderanno nel futuro stato di Israele.
Uno di loro ha così ricordato questa esperienza: “Mi sono chiesto più di una volta perché Sciesopoli sia rimasta così profondamente impressa nella nostra memoria. Forse perché era un posto così isolato, tagliato fuori dal mondo, fra le montagne? No, è perché quella casa aveva accolto bambini così isolati, così tagliati fuori dal mondo! Bisogna considerare in quali condizioni fisiche e spirituali ci trovavamo quando giungemmo a Selvino. Non avevamo quasi coscienza della nostra condizione di ebrei, la vergogna e il marchio d’infamia che alcuni di noi avevano impresso sul braccio da parte di coloro che ci odiavano era tutto quello che testimoniava le nostre origini. Eravamo estranei e distanti dal nostro paese ... Non dimenticherò mai i soldati che, venendo a parlare con noi, ci resero orgogliosi di essere ebrei. Le parole non possono esprimere la loro dedizione ... ci riavvicinarono a noi stessi, al nostro retaggio” (Megged, 1997). La vicenda della Sciesopoli ebraica è considerata dagli storici della Shoah come una delle più importanti esperienze avvenute in Italia, insieme al campo di Bolzano-Gries, al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, al Campo di Fossoli, alla Risiera di San Sabba di Trieste e al Campo di Ferramonti di Tarsia. Nel 1976 Luigi Gorini e la moglie Anna Maria Torriani hanno ricevuto un riconoscimento da parte dello Yad Vashem di Gerusalemme per il loro aiuto a favore dei giovani profughi. Nel 1983 un gruppo di sessantasei ebrei ospitati a Sciesopoli ha fatto ritorno a Selvino, dove sono stati accolti dal Sindaco Vinicio Grigis, ed è stata posta una targa ricordo sul cancello di ingresso alla colonia. Lo scorso settembre l’Amministrazione Comunale e il Comitato “Perché duri la memoria” hanno celebrato il settantesimo anniversario, alla presenza dei bambini ancora vivi e dei loro eredi. Nel corso del 2015 la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Milano ha riconosciuto l’importanza di questa pagina di storia del Novecento avviando il procedimento di “dichiarazione dell’interesse culturale” di Sciesopoli, che si è concluso con il Decreto di tutela emanato dalla Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia del 25 novembre. L’auspicio è che questo provvedimento, grazie anche ai benefici fiscali e normativi connessi alla tutela ministeriale e alla collaborazione del Comune di Selvino e di Regione Lombardia, possa favorire l’avvio del restauro dell’ex colonia - dismessa da quasi trent’anni - nel rispetto delle sue qualità architettoniche significato testimoniale legato alla Shoah.
Bergomum
un colle che divenne città viaggio nella bergamo romana
È la prima, grande mostra che ricompone in un racconto complessivo le tracce archeologiche della storia millenaria di Bergamo, unica città lombarda a nascere e crescere su un colle. Il quadro frammentario restituito dai tanti ritrovamenti e dalla rete delle aree archeologiche riportati in luce da decenni di scavi sotto la pelle della città, oggi viene integrato dagli studi, dalla tecnologia interattiva e dalla realtà aumentata, per far riaffiorare dal sottosuolo l’immagine e la vita di Bergamo antica città romana. Il visitatore si cala nei panni di un antico romano, che percorre il tragitto che conduce nel cuore di Bergomum. Un viaggio che è destinato a cambiare il modo di guardare la città. Nell’arco di circa 40 anni sono stati condotti scavi archeologici nella Città Alta di Bergamo che hanno riportato alla luce le tracce di una millenaria occupazione del colle. La quantità dei dati archeologici emersi fino ad oggi, integrati dagli studi geologici, petrografici, archeobotanici e antropologici, permette di delineare un quadro approfondito degli aspetti urbanistici, della componente sociale, delle attività economiche, dei contatti a breve e vasto raggio e delle forme dell’arte e della spiritualità. Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo con il Civico Museo Archeologico e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, Non una “tradizionale” mostra archeologica ma un archeoracconto che narra le vicende della città di Bergamo dalle origini all’età romana, e poi si fa mostra diffusa, in un gioco continuo di rimandi al vicino Museo Archeologico e alle aree archeologiche urbane in questi anni rese visitabili. Il colle di Bergamo fu abitato fin dall’età del Ferro, ma è dall’intervento urbanistico e architettonico dei Romani che nacque Bergomum, una città romana a tutti gli effetti, dotata di tutti quegli elementi di spettacolarità tipici delle città d’altura, punto di riferimento di un vasto territorio solcato da percorsi commerciali e fonte di materie prime. In mostra si rivede la Bergomum con il suo cardine e il suo decumano, il suo foro monumentale tra il Palazzo del Podestà e il Teatro Sociale, il teatro per la rappre-
sentazione di tragedie e commedie nella zona più settentrionale di piazza Mascheroni, l’anfiteatro per gli amatissimi ludi gladiatorii nel giardino della Crotta, appoggiato alle pendici orientali del colle di San Giovanni, le botteghe (tabernae) e le terme pubbliche nell’attuale Piazza Mercato del Fieno dove trascorrere la giornata giocando a palla, curando il corpo, mangiando e bevendo, leggendo in biblioteca. Bergomum era inserita in un sistema commerciale che la collegava anche ai luoghi più lontani dell’Impero, portando in città perfino marmo dalla greca isola di Taso, balsamari in vetro dall’area siro-palestinese e ostriche dalla costa pugliese. E poi l’ingegnoso sistema di acquedotti, fontane e cisterne, i luoghi di culto, le necropoli. E, naturalmente, le domus impreziosite di affreschi, pavimenti a mosaici, arredi preziosi, e i loro abitanti, i Bergomensi uomini e donne, padroni, liberti e schiavi. Dal cavaliere Publius Marius Lupercianus al commerciante Caius Statius Faustus, dal paedagogus Rubrius Teophilus con la moglie Septumia Prima agli schiavi Martia e Primula, dalle famiglie degli Antonii e dei Valerii al liberto Marcus Betutius. L’allestimento della mostra, curato dall’architetto Silvana Sermisoni all’interno del Palazzo della Ragione, crea una sorta di mise en scène teatrale: come papiri srotolati nella sala di una biblioteca romana, carte bianche calano dall’alto, svelando passo passo i molteplici volti della Bergamo romana documentati da una selezione di oltre 450 reperti riportati alla luce dalle campagne di scavo: affreschi, mosaici, bronzi finemente lavorati, monete, un rarissimo balsamario in vetro, vasi, lucerne, lapidi, calici di vetro, statuette in terracotta dei gladiatori più in voga, oggetti di vita quotidiana, per la casa e la cura della persona. Videoproiezioni, paesaggi sonori, Beacon che dialogano con i dispositivi mobili e installazioni interattive, curati da Studio BASE2, fanno emergere il colle di Bergomum dalle acque plioceniche, ci accompagnano dentro i luoghi della città romana con i suoi suoni e i suoi abitanti, ci im-
mergono dentro antiche cisterne ricolme d’acqua, ci invitano a scoprire, strato dopo strato, le emergenze archeologiche rinvenute. E nella Cinearena, curata da Lab80, i visitatori potranno assistere ai giochi gladiatori così come ricostruiti al cinema, dai film peplum degli anni ’60 e ’70 ad oggi. Il percorso della mostra prosegue, poi, direttamente sul territorio urbano. Una piccola e conclusiva tappa espositiva è allestita anche nel vicino Museo e Tesoro della Cattedrale, dove lo scavo archeologico ha fatto affiorare alcune domus romane sopra le quali sono state edificate la cattedrale paleocristiana e, successivamente, quella romanica. Di qui prende il via un itinerario alla scoperta di tutte le emergenze archeologiche visibili e visitabili in Città Alta, tra le quali ci si potrà muovere in autonomia, guidati dalla App “Bergomum”. Sarà visitabile in orari definiti anche l’Area archeologica di vicolo Aquila Nera, solitamente chiusa al pubblico. Accompagnano la mostra un catalogo pensato come strumento di divulgazione delle conoscenze archeologiche (Lubrina Bramani Editore), visite guidate da archeologi, conferenze di approfondimento, attività didattiche curate dal Centro Didattico Culturale del Museo Archeologico. Bergomum, inoltre, non è un’operazione a tempo, ma pensata in previsione del riallestimento del Civico Museo Archeologico, nel quale dopo il periodo espositivo il progetto sarà trasferito e reso permanente. Mostra a cura di Stefania Casini e Maria Fortunati. Promossa da Comune di Bergamo Assessorato alla Cultura e Civico Museo Archeologico Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio, per le province di Bergamo e Brescia, realizzata con la collaborazione dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Bergamo e Fondazione Adriano Bernareggi, grazie al sostegno di Regione Lombardia, con il contributo di Provincia di Bergamo, Uniacque e Immobiliare Percassi. Orari della mostra: da martedì a venerdì 9.30 /13.00 -14.30 alle 18.00 sabato, domenica e festivi 10.30 - 18.30. Chiuso lunedì INGRESSO LIBERO.
PROPONE IN VENDITA
A POCHI MINUTI DAL CENTRO
SCATTA UNA FOTO AL QRCODE PER MAGGIORI INFORMAZIONI
VIALE DUCA DEGLI ABRUZZI situato in posizione strategica, zona di forte passaggio veicolare, vendiamo interessante soluzione direzionale/commerciale in recente ed elegante contesto, ampie vetrine con ottima visibilità. l’immobile è disposto su due piani con ampio e comodo interrato, cablato e dotato di aria condizionata; cantina e ampio box completano la soluzione. 160.000,00 euro
classe E - kWh/m2anno 154,00
CONSULENTI IMMOBILIARI DAL 1995 orari d’ufficio Lun.-Ven. 9.00 - 12.30 / 14.30 - 19.00 via trieste, 10/F - brescia - Tel. 030 41380 - Fax. 030 41651 info@duomoimmobiliare.it - WWW.DUOMOIMMOBILIARE.IT
Scopri la formula residenziale per la terza età, anche per soggiorni brevi
Vittoria Appartamenti Terza Età
Gli Appartamenti per la terza età di Korian Vittoria rappresentano un nuovo modo di abitare che coniuga indipendenza e sicurezza, con un’assistenza sanitaria continua garantita dall’équipe medica dell’adiacente RSA. Un’attenzione importante alla salute e al benessere, rafforzata dalla convenzione con l’ATS di Brescia, che offre tramite voucher il servizio di Residenzialità Assistita per le prestazioni socio-sanitarie. Eleganti, curati e indipendenti, gli Appartamenti sono collocati in un edificio nel centro di Brescia con ampi spazi comuni.
Korian Appartamenti Vittoria
Per maggiori informazioni:
Via Calatafimi (angolo Via Capriolo) 25122 Brescia
Tel. 030 2035400 - korian.it