Qui Brescia n.ro 170

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ANNO 17 - N° CENTOSETTANTA - OTTOBRE 2021 - € 3

CMP BERGAMO

SPEDIZIONE IN A. P. D.L 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART.1, COMMA 1, DCB BERGAMO IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE EDITA PERIODICI S.R.L. VIA B. BONO, 10 BERGAMO 24121 - TASSA PAGATA BG CPO

BRESCIA MAGAZINE

IN COPERTINA

NUOVO RIVA DIABLE GIORGIA ROSSI PER AUDI Q4 SPORTBACK E-TRON MARTA E L’ELEFANTE SQUILIBRIO: IL FILM DI LUCA RABOTTI FRANCO ZILIANI: COME VA LA VITE MARCELL JACOBS: DESENZANO TUTTA D’ORO MATHAME NULLA INTORNO A NOI PORSCHE FESTIVAL 2021 A CASTREZZATO INCREDIBILE AUDI DESERT STORM WRAP! DECORAZIONI AUTO ARTISTICHE A PELLE DI LUCE ALLA FONDAZIONE NEGRI È TORNATA LIBRIXIA OGGI SPOSI, FINCHÈ MORTE NON CI SEPARI LA CINA NON È VICINA


Nanni Nember Concessionaria BMW Via Valcamonica, 15 c/d - Brescia (BS) - 030 3156411 Nanni Nember Via Mapella - Desenzano del Garda (BS) - 030 3156499 Concessionaria BMW www.nanninember.bmw.it Via Valcamonica, 15 c/d - Brescia (BS) - 030 3156411 Via Mapella - Desenzano del Garda (BS) - 030 3156499 www.nanninember.bmw.it


Eccomi, sono qui FRESCO, CROCCANTE, BIOLOGICO, SOSTENIBILE Sono il magazine mensile di questa città da tanto tempo. Vi racconto quello che di meglio mi passa sotto il naso, che mi rende curioso ed orgoglioso di esserci e di poter contribuire allo sviluppo in questa terra dove sono nati santi, papi e condottieri, musicisti, artisti ed atleti acclamati dalle folle di tutto il pianeta. Che sono onorato di poter “rendere” a voi dalle pagine di carta che toccate, annusate, conservate, perché sono vive e se lo vorrete invecchieranno con voi, come nulla di digitale potrà mai fare. La carta di cui sono fatto non si dissolve in un nulla infinito. La carta non passa, resta con voi se volete, quanto volete e poi… la riciclate. E lei tornerà nelle vostre mani al prossimo giro con nuovi racconti fatti “solo” di immagini e parole, talvolta aromatiche. Immagini, ferme finalmente per lasciarsi osservare e far viaggiare la vostra immaginazione, parole scolpite per essere ricordate. Qualche volta parliamo anche di sogni come quello che trovate nelle prossime pagine e finalmente anche delle serate, gli eventi, le inaugurazioni... viva la vita ritrovata. Viva le feste, io ci vivo in mezzo e mi mancavano sempre tuo


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MADE IN ITALY CHE RIPARTE

DIABLE! ...È UN RIVA

Presentato al Cannes Yachting Festival, il nuovo open con hard top incorporato è sintesi di eleganza, sportività e vivibilità. Profilo seducente e dettagli di stile che ne fanno la barca di tendenza dall’anima fashion. Riva 68’ Diable è già il must have degli open, una barca incredibile che tenta e ammalia: cos’è che desideri veramente? Lungo 20,67m (quasi 68 ft) e largo 5,29m (oltre 17 ft), ha debuttato al Cannes Yachting Festival 2021 e si incastona come un diamante purissimo nella gamma degli open yacht sotto i ’70, un segmento in cui lo storico Cantiere di Sarnico è da tempo leader riconosciuto.

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Frutto della geniale matita di Mauro Micheli, fondatore con Sergio Beretta di Officina Italiana Design, che ha curato tutta la produzione Riva degli ultimi 27 anni, in collaborazione con il Comitato Strategico di Prodotto presieduto dall’ Ing. Ferrari e la Direzione Engineering di Ferretti Group, Riva 68’ Diable è una splendente stratificazione di ingegni, stili e tecniche. Il progetto è una virtuosistica combinazione di innovazioni tecnologiche e di design da una parte, e di passione per la tradizione e cura per i dettagli dall’altra: la formula segreta e inimitabile di ogni successo Riva. 68’ Diable è disponibile in tutti i colori della gamma Riva: la prima unità sarà nel rinomato Shark Grey, con dettagli e hard top in bright black.

ESTERNI Gli esterni riprendono il nuovo corso di design intrapreso da Officina Italian Design, che detta le linee delle ultime tendenze espressione di un lusso dal carattere più sportivo. Il parabrezza, realizzato con i cristalli sferici, presenta una leggera contro-curvatura, particolare che ormai è a tutti gli effetti un tipico stilema Riva. Come tutti i modelli della gamma, Riva 68’ Diable è impreziosito da elementi di design funzionale in mogano e acciaio inox lucido, in omaggio alla tradizione del cantiere più famoso del mondo. Tra questi, gli scarponi di poppa e un fascione in mogano sul portellone del garage, i tientibene laterali della sovrastruttura in acciaio e il tavolino del pozzetto, interamente in mogano.

NUOVO RIVA ’68 DIABLE:

IL DIAVOLO È NEI DETTAGLI


PROPULSIONE E TECNOLOGIA La prima unità di 68’ Diable installa una coppia di motori in linea d’asse V drive MAN V12 dalla potenza mhpè ciascuno cui si dello raggiugono 40 un nodi di velocità massima e i 34 nodi A poppa,dila 1.650 plancetta collegata con ai laterali scafo eben forma unico elemento continuativo che risale in pozzetto. La scala di di crociera. La motorizzazione standard, invece, prevede una coppia di MAN V12 dalla potenzaparzialmente di risalita a sinistra consente agli scalini, in fase di movimentazione della spiaggetta, di immergersi rivelandone altri a 1.550 mhp ciascuno, che consentono di raggiungere una velocità di punta di 37 nodi e una velocità scafo, creando così un’unica comodissima scalinata per scendere e risalire a bordo. Il garage può contenere un tender Williams di crociera (dati preliminari). Su richiesta, può essere installato un Seakeeper NG9, per SportJet 345die33 unnodi Seabob. garantire il massimo del comfortdue durante sosta all’ancora. L’arredo del pozzetto prevede grandilaprendisole, uno fronte mare e un altro a chaise-longue, per godersi al massimo sia La plancia di comando è dotata di sistemi di l’esperienza di navigazione che la sosta in rada.controllo, monitoraggio e navigazione Simrad Command. Ritroviamo inoltre la timoneria elettroidraulica steer-by-wire, sviluppata in collaborazione In quest’area, sul camminamento di sinistra, è collocato l’accesso all’area equipaggio, con cabina singola e bagno separato. con XENTA che, fra i tanti vantaggi, offre una maggiore comodità e precisione di guida grazie all’eMa la grande novità di quest’open è che, in sintonia con i nuovissimi Dolceriva e 56’ Rivale Hard Top, è parzialmente coperto da strema maneggevolezza del timone e a una messa a punto ottimale della virata in ogni condizione un hard top integrato al parabrezza, dal design lineare e pulito, realizzato in carbonio e materiali compositi, in cui scompaiono di a velocità sostenute. allamare, vista anche gli elementi tecnici e tecnologici. Esso integra anche un sistema di aria condizionata al suo interno e protegge e ripara Èle inoltre installato il Joystick di manovra con funzionalità docking mode, che di zone centrali della barca, quindi l’area pranzo e la stazione di comando del permette ponte principale. L’hard top manovrare con estrema facilità in acque ristrette, ad esempio nell’ormeggio all’inglese, monta su richiesta un tettuccio apribile in due direzioni (fronte marcia e contromarcia), sicura grazie traslazione ottenuta con l’uso combinato delle eliche di propulsione fonte dialla benessere in navigazione. eInoltre, dell’elica di manovra di prua proporzionale. A tutto integrato questo si nella aggiunge grazie a un bimini a scorrimento automatico partela funzionalità DPS (Dynamic Positioning System), il sistema che consente terminale, è possibile riparare la zona divano chaise-longue in pozzetto. di mantenerecopertura invariata laè posizione barca anche condizioni Un’ulteriore offerta poidella da tendalini sugliinspazi ai lati, di forte vento o corrente: una soluzione perfetta per la preaperti, e su tutta la zona di poppa. parazione all’ormeggio oppure in attesa di farecon riforniSotto all’hard top, la zona centrale si sviluppa due mento o dell’apertura di un ponte. Il nuovo modello divani a L contrapposti, dove quello di sinistra funviene con i correttori dinamici difino assetto ge da fornito zona pranzo e può accomodare a 6 Humphree. persone. Su richiesta si può avere una doppia zona pranzo, sia a destra che a sinistra. Alle spalle della controplancia è possibile installare un TV fino a massimo 49’’, mentre alle spalle del sedile pilota è posizionato un comodo storage per il ghiaccio. La plancia di comando, con pannelli in carbonio

e un prezioso bordo in acciaio inox lucido, prevede una postazione guida per due persone. Come sempre, grande attenzione da parte di Riva sul tema sicurezza: ne sono la dimostrazione alcuni dettagli funzionali, come il posizionamento delle zattere di sicurezza sotto al divano di dritta. Un altro dei maggiori punti di forza e di novità di questo open è proprio all’insegna della vivibilità: una grandissima prua, dedicata al massimo della libertà e del relax, e al top di categoria per concept e spaziosità. INTERNI Il layout del ponte inferiore è all’insegna del comfort assoluto, con 3 cabine a disposizione di 6 ospiti, che si sviluppano attorno


INTERNI

Il layout del ponte inferiore è all’insegna del comfort assoluto, con 3 cabine a disposizione di 6 ospiti, che si sviluppano attorno a un’area open space dove una galley e una dinette rendono l’ambiente versatile e confortevole: master cabin a centro barca, cabina doppia con letti singoli a sinistra,VIP a prua. Ogni cabina è servita da un bagno, con il bagno a dritta che fa anche da bagno a giorno. Nel sottoscala è possibile creare una piccola lavanderia. I materiali utilizzati per gli ambienti interni del 68’ Diable sono in perfetto stile Riva, con essenza cioccolato wengé effetto lucido sulla prima unità, superfici specchiate e satinate, acciaio e laccati in opaco e lucido, elementi in cuoio e pellami nelle tonalità del blu, del bianco e del grigio chiaro e scuro.


EDITA PERIODICI srl Via Bono, 10 - Bergamo Tel. 035 270989 www.editaperiodici.it www.qui.bs.it Aut. Tribunale di Brescia n°3 del 22/01/1992

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Direttore responsabile: Vito Emilio Filì Direttore editoriale: Patrizia Venerucci venerucci@editaperiodici.it Responsabile redazione: Tommaso Revera redazione@qui.bg.it

Stampa: Euroteam Nuvolera (Bs)

Stampato con inchiostri a base vegetale.

Nuovo Riva Diable

Pag. 9 Giorgia Rossi per Audi Q4 Sportback Hibrid

Pag.13 Marte e l’elefante

Pag. 14 Squilibrio: il film di Luca Rabotti

Pag.17 Post pandemia Dall’io al noi

Pag. 18 Franco Ziliani: come va la vite?

Pag. 20 Marcell Jacobs: Desenzano tutta d’oro

Pag. 24 Mathame: Nessuno intorno a noi

Pag. 28 Porsche Festival 2021 a Castrezzato

Pag. 38 Audi Desert Storm

Pag. 43 Wrap! Come ti rallegro l’automobile

Pag. 46 Ultimi giorni per gli abbonamenti

Pag. 50 È tornata Librixia la Fiera del Libro

Pag. 52 A pelle di Luce Fondazione Negri

Pag. 54 L’Arte incisoria in mostra a Gardone V.T.

Pag. 56 Female in focus Donne e fotografia

Pag. 58 Bosco Navigli di Stefano Boeri

Pag. 62 Il patentino per i padroni dei cani

Pag. 64 Teatro Grande: il programma Set.-Dic.

Pag. 66 Kamon Night a Palazzo Agliardi

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Redazione eventi: Valentina Colleoni redazione.chicera@qui.bg.it Fotografie di: Federico Buscarino Sergio Nessi Paolo Stroppa Hanno collaborato: Bruno Bozzetto Manuel Bonfanti Maurizio Maggioni Giuseppe Mazzoleni Benito Melchionna Francisco Malenchini Giorgio Paglia Valentina Visciglio

Pag. 68 Mostra La Cina non è vicina

Pag. 72 Restauri del Moroni Ritornati alla luce

Pag. 34 Cover Story

Carrozzeria Granelli di Valentinio Rossi

Pag. 76 Mostra: Oggi Sposi

Pag. 80 Bello rivedersi


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Audi Q4 Sportback e-tron:

NATA DAL PROGRESSO

La nuova Audi è stata presentata all’affezionato pubblico bresciano da una madrina d’eccezione: Giorgia Rossi bellissima conduttrice televisiva

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VENERDÌ 15 OTTOBRE PRESSO LA CONCESSIONARIA SAOTTINI AUTO DI VIA FENZI È STATA PRESENTATA LA NUOVA AUDI Q4 SPORTBACK E-TRON. OSPITE D’ECCEZIONE: GIORGIA ROSSI, CONDUTTRICE DAZN

Una Sportback completamente elettrica che

è anche un SUV coupé il cui design dinamico e con forme ancor più accattivanti definisce il futuro della mobilità elettrica. Saottini Auto ha presentato la nuova Audi Q4 Sportback e-tron durante un evento esclusivo al quale hanno partecipato in molti. Ciò che colpisce dell’ultima nata della casa dei 4 anelli, oltre all’eleganza sportiva, è il design del frontale e del posteriore, incisivo e possente. Gli interni, al contempo, sono il connubio perfetto di tecnologia, sportività e funzionalità.


Nuova Q4 Sportback e-tron, inoltre, è la prima Audi che si avvale del sistema audio premium SONOS: dieci altoparlanti ad alte prestazioni che trasformano la musica in un’esperienza indimenticabile. Insieme ai bassi profondi, la riproduzione nitida del suono fa sì che i toni alti e bassi possano essere sperimentati nella loro piena intensità. Audi Q4 Sportback e-tron fa strada a una nuova idea di mobilità, in cui le grandi prestazioni sono in armonia con l’ambiente. Scegliere la semplicità dell’elettrico per la vita di ogni giorno è ormai realtà: l’autonomia sorprendente del motore a zero emissioni consente infatti di raggiungere ogni destinazione contando sempre su modalità di ricarica semplici e veloci, sia a casa che in viaggio.

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phPaolo Stroppa- le trovi anche nelle nostre gallery chi c’era ww.qui.it


MARTA E L’ELEFANTE

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UN COMPLEANNO ALL’INSEGNA DELL’ARTE PER CASA RONALD MCDONALD BRESCIA, CHE IL 2 OTTOBRE HA CELEBRATO I SUOI 13 ANNI “Marta e l’elefante”, è la speciale opera d’arte dedicata all’incredibile forza dei bambini nell’affrontare il percorso di cura. Realizzata dall’artista bresciano Stefano Bombardieri sarà la principale attrazione della festa Brescia, 28 settembre 2021 – Casa Ronald McDonald Brescia compie quest’anno 13 anni, festeggiando oltre 480 famiglie accolte nella struttura. Un anniversario importante che verrà celebrato con una grande festa all’insegna dell’arte organizzata per l’occasione nella giornata di sabato 2 ottobre presso la Casa; un momento di gioia e condivisione insieme a volontari, famiglie, ospiti e sostenitori. A rendere unico questo compleanno, è proprio il tema che lo accompagna: l’arte. Arte intesa come bellezza che guarisce, che allevia la sofferenza e porta del bene nel percorso di cura che i piccoli ospiti e le loro famiglie devono affrontare. Durante l’evento sarà possibile ammirare nel giardino della struttura, l’istallazione di un’opera d’arte realizzata dall’artista bresciano Stefano Bombardieri, dal titolo “Marta e l’elefante”, che vuole essere un omaggio alla forza e alla tenacia che i bambini dimostrano nell’affrontare la sfida della malattia. Sarà inoltre possibile far visita ad una speciale galleria d’arte, che raccoglie i disegni dei bambini ospiti. La struttura in cui Casa Ronald opera è di proprietà di Fondazione Casa di Dio Onlus, che l’ha affidata in gestione alla Fondazione Ronald con lo scopo di portare avanti l’accoglienza delle famiglie dei bambini in cura presso il Presidio Ospedale dei Bambini degli Spedali Civili di Brescia. “Siamo felici e orgogliosi di poter festeggiare questo compleanno”. Afferma Martina Ferrari, House Manager di Casa Ronald McDonald Brescia. “Un anniversario un po’ diverso dagli altri, al quale abbiamo voluto attribuire il tema dell’arte, grazie anche al prezioso contributo di Stefano Bombardieri e della sua opera, certi che progetti come questo o come anche le attività di ortoterapia che abbiamo voluto proporre nella struttura, possano concorrere al bene del bambino e della famiglia, accompagnandoli nel percorso di cura”. Durante la giornata avrà luogo anche una coinvolgente iniziativa benefica: l’artista bresciano realizzerà una riproduzione in scala dell’opera “Marta e l’elefante”, che sarà poi messa all’asta, con lo scopo di contribuire e sostenere la missione di Casa Ronald McDonald Brescia.


La Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia è un’organizzazione non profit, nata nel 1974 negli Stati Uniti e nel 1999 in Italia, con l’obiettivo di creare, trovare e sostenere progetti che contribuiscono a migliorare in modo diretto la salute e il benessere dei bambini e delle loro famiglie. Un bambino gravemente malato deve spesso curarsi lontano dalla sua città. Fondazione Ronald si propone di costruire, acquistare o gestire Case Ronald ubicate nelle adiacenze di strutture ospedaliere e Ronald McDonald Family Room, situate direttamente all’interno dei reparti pediatrici, per offrire ospitalità e assistenza ai bambini malati e alle loro famiglie durante il periodo di cura o terapia ospedaliera. Fondazione Ronald tiene la famiglia vicina quando la cura è lontana, perché stare insieme migliora il loro benessere. Attraverso i suoi programmi - Casa Ronald e Family Room - non solo consente l’accesso a cure d’eccellenza, ma supporta le famiglie, permette loro di essere attivamente coinvolte nella cura dei propri figli e favorisce l’implementazione del modello di cura Family Centered Care. Oggi in Italia le Case sono 4: due a Roma, una a Brescia e una a Firenze, cui si aggiungono una Family Room all’interno dell’Ospedale Niguarda di Milano, una all’interno dell’Ospedale S. Orsola di Bologna e una all’interno dell’Ospedale Infantile Cesare Arrigo di Alessandria. Dal 1999 ad oggi, nel corso della sua attività in Italia, Fondazione ha supportato più di 45.000 bambini e famiglie, offrendo oltre 235.000 pernottamenti.


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Un giovane regista innamorato del neorealismo insieme al suo collettivo e un personaggio emblematico: dal loro incontro nasce SQUILIBRIO, il primo lungometraggio firmato da Luca Rabotti che racconta la dipendenza, la redenzione e la missione di Giovanni Merla. Il “contadino anarchico”, ex cocainomane che ha trovato la salvezza nella cura degli animali e della sua fattoria di Lovere, in provincia di Bergamo.

“L’idea è nata da un precedente incontro con Giovanni. Avevamo avuto l’occasione di conoscerci e dopo aver ascoltato la sua storia, ho sentito la necessità e la volontà di approfondirla e raccontarla a un pubblico più ampio. Per il mio primo lungometraggio cercavo un personaggio non omologato, adatto per ciò che avevo in testa: un’opera di neorealismo” racconta Luca Rabotti, regista del film. “Per immergermi davvero in ciò che è il suo mondo, mi sono trasferito a Lovere per più di un anno con la mia troupe, nella sua piccola realtà incontaminata fatta di personaggi unici e autentici. La cosa migliore di certo è stata di decidere di adattare noi alla sua vita e non Giovanni a quelle che sono le necessità di produzione di un film. Ne è nata una storia densa, forte e con un messaggio deciso e universale: dobbiamo essere consapevoli delle nostre capacità. Tutti noi possiamo far diventare qualcosa di negativo qualcosa di positivo. Questo film è un tributo a chi ogni giorno cerca di trasformare il male in bene. Ognuno a modo suo”.


SQUILIBRIO: LUCA RABOTTI

Regista e sceneggiatore, classe 1993.
 Ha studiato regia e sceneggiatura a Roma e all’Accademia Nazionale del Cinema di Bologna, ha poi conseguito un master alla UCLA di Los Angeles. Dal 2015 ha iniziato a lavorare dirigendo spot per aziende.
 Ha diretto e prodotto diversi cortometraggi riconosciuti da premi e candidature nazionali e internazionali, come il 48 FilmProject di Hollywood e il Festival di Cannes. Grande estimatore della corrente neorealista, Luca Rabotti è sempre alla ricerca di storie vere, come quelle dei grandi autori del dopoguerra. “La più grande difficoltà che affronto ogni giorno in questa ricerca è il continuo scontrarmi con un mondo sempre più omologato. Lontano dalla mia idea di cinema.” afferma il regista. “Ma dopo una lunga ricerca, ho trovato un personaggio emblematico come Giovanni Merla”. Nel 2020 ha prodotto e diretto la sua prima opera SQUILIBRIO.

IL CONTADINO ANARCHICO GIOVANNI MERLA RACCONTATO NELL’OPERA PRIMA DI LUCA RABOTTI Giovanni è un uomo sui 40 anni che vive insieme alla sua adoranta nonna ultracentenaria. Dopo un passato burrascoso, segnato della dipendenza dalla cocaina, è alla costante ricerca della sua redenzione. Giovanni si è ritagliato uno spazio nel mondo dove vive, in mezzo alla natura con i suoi amici animali che come lui sono dei sopravvissuti. Nonostante i mostri del passato non lo lascino in pace, la natura lo aiuta a essere felice e a ritrovare sé stesso. La sua missione è salvare gli animali, ma nell’intento di salvare Rosi - una vitellina destinata al macello - Giovanni inciampa nel suo passato da cocainomane, rischiando di perdere tutto ciò che ha costruito con tanta fatica.


DALLA PARTE DELLE DONNE, SEMPRE LE BUONE ABITUDINI ALIMENTARI CHE FANNO LA DIFFERENZA. CIBO E CANCRO: IL SUPPORTO DI ESA ALLE PAZIENTI CON TUMORE AL SENO Numerosi studi hanno osservato come sia strettamente connesso l’aumento del rischio di sviluppare una malattia oncologica con un’alimentazione ipercalorica, ricca di grassi saturi, cereali raffinati e zuccheri. Per contro, una dieta sana varia, ricca di frutta e verdure, è in grado non solo di prevenire l’insorgenza di neoplasie, ma anche di tenere sotto controllo la crescita tumorale nei diversi stadi della malattia. Non è facile fare calcoli precisi, ma l’American Institute for Cancer Research ha calcolato che le cattive abitudini alimentari sono responsabili di circa tre tumori su dieci.

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Ed è proprio sulle abitudini alimentari e sull’educazione nutrizionale che si concentra un nuovo progetto di ESA; la creazione di un “Ambulatorio di Nutrizione clinica e dietetica”, accolto dalla Breast Unit degli Spedali Civili di Brescia, realizzato inizialmente grazie al «Premio Fernanda Linetti» e successivamente proseguito, vista l’enorme richiesta, solo con l’esclusivo sostegno di Esa. Un Dietista Nutrizionista libero professionale è presente in reparto con l’obiettivo di affiancare e orientare le pazienti con tumore al seno nella scelta dell’alimentazione più corretta, attraverso indicazioni utili sui profili nutrizionali da seguire, gli accorgimenti per rimanere nel peso forma e le strategie per contenere, attraverso le scelte alimentari, i fastidiosi effetti collaterali della chemioterapia, o per contrastare la perdita di calcio durante l’ormonoterapia. Nel 2020 sono state erogate più di 500 visite nutrizionali all’interno della Breast Unit degli Spedali Civili di Brescia, numeri che evidenziano la qualità del servizio e l’elevata richiesta da parte delle pazienti che, soprattutto durante le terapie oncologiche, necessitano di un supporto professionale per poter meglio affrontare gli effetti collaterali della chemioterapia. L’impegno di Esa nel supporto alle donne con tumore al seno è costante e attento a tutte le necessità che le pazienti possono manifestare durante la terapia e nel delicato processo di guarigione: Esa è con le donne e per le donne!

ESA Educazione alla Salute Attiva Sede operativa “Il Ronchettino” Via del Medolo 2, Brescia Tel e fax 030 3385027 info@esa-salutedonna.org - www.esa-salutedonna.org

Per donazioni: IBAN IT43Q0623011201000030573912 Per devolvere il 5xmille: 02883270981


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Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare. (Winston Churchill)

LUPUS IN FABULA

Benito Melchionna Procuratore emerito della Repubblica

Il primo paragrafo La necessità di relazionarsi è stato pubblicato sul numero di settembre e lo trovate qui: www.editaperiodici.it

POST PANDEMIA, DALL’IO AL NOI Tra ragione e sentimento

Come consigliano l’antropologia, la psicologia e la religione, è necessario costruire - attraverso il dialogo - relazioni e cioè “ponti” (da cui Pontefice) tra gli esseri umani. Tuttavia, essendo gli uomini “rivali” per competizione e per ingordigia, è difficile realizzare la pace (da pax, pactum, patto), intesa quale presupposto dell’ordine civile garantito dal “patto sociale”, già teorizzato dal filosofo Thomas Hobbes nel suo Leviathan (1651). Di conseguenza si diffondono, ancora oggi, infinite guerre, dato che i legami tra le persone e le diverse comunità geopolitiche (o meglio geoeconomiche) sono condizionati da un intreccio di errate motivazioni, a cominciare dalle paure e dall’ansia sociale indotte da cattiva o insufficiente informazione. I comportamenti umani sono anzitutto orientati da mappe cognitive, ossia da processi razionali disegnati dalle sinapsi e dai neuroni cerebrali, i quali sono a laro volta progettati dalla natura al fine di selezionare i vantaggi per la specie e le opportunità degli scambi e delle utilità materiali tra gli uomini. Interagiscono nel contempo le mappe emotive che percepiscono e interpretano “da dentro” gli eventi della vita, collegandoli alle emozioni, al sentimento etico e al bisogno di spiritualità (religione significa appunto mettere in relazione, unire terra e cielo). Il coordinamento tra gli schemi cognitivi (mentali e psicologici) appare quindi in grado di indicarci la strada nella scelta tra bene e male, e di indirizzarci al culto dell’estetica e della bellezza. Occorre tuttavia rilevare che la esibizione - fruizione del “bello” risulta sempre più futile nella civiltà dell’apparire attraverso l’agghindarsi esteriore. Dal suddetto insondabile intreccio nascono comunque la beata inquietudine e i dolorosi contrasti che scandiscono le umane passioni (da patior, patire). Così che, fortificata dalla trama dell’intelligenza relazionale e dai vincoli affettivi (empatia), l’esperienza umana riesce in ogni caso a districarsi tra le lusinghe e le insidie che si manifestano nel convulso divenire della storia individuale e collettiva.

L’era dei legami virtuali

La cultura del passato sintetizzava con mordace e talvolta cinica semplicità il codice degli scambi e della permuta dei beni - compresa finanche la santità in vista della salvezza eterna - attraverso il motto “do ut des” (do perché tu mi dia). In quel contesto i legami familiari e di prossimità erano praticati in presenza, nel solco di rituali modellati da convenzioni tradizionali poco disponibili al cambiamento. Certamente, in molti casi, non erano rose e fiori; ma in genere i rapporti erano rinsaldati dalla fiducia reciproca, resa manifesta anzitutto dal linguaggio diretto e dalla gestualità del corpo. Le relazioni sociali erano poi regolate da rigorose clausole di reciprocità. Il cui rispetto era garantito - in specie nei circoscritti ambienti rurali - da un marcato controllo sociale, fondato sui valori condivisi del prestigio e dell’onore (spesso solo di facciata). Nell’attuale passaggio epocale verso la transizione digitale e all’alba di un tempo nuovo, caratterizzato da passioni solitarie orientate al febbrile consumismo edonistico da supermercato, tendono a perdere vigore le relazioni “dal vivo”. Imperversano invece gli incontri virtuali, che circolano attraverso i social all’insegna di un “noi” poco autentico, considerato che nel web ognuno si può creare una propria “cattedra” posticcia. Perciò in una società che ha liquidato i sogni, le convenzioni e le progettazioni dell’antica convivenza, ora annegata nel menefreghismo e nel silenzio calato tra le persone, i primi a perdersi sono i legami di prossimità. Quanto poi alla socializzazione, gli analisti registrano un cortocircuito che tende a spegnere la comunicazione, a suo tempo illuminata dalla (pur conflittuale) partecipazione attiva in presenza. La realtà attuale, governata dagli algoritmi e “aumentata” dalla telematica e dalle nuove protesi tecnologiche, offre certamente infinite potenzialità e molti comfort: velocizzazione dei servizi, creatività digitale, accelerazione degli scambi, inclusione sociale, evoluzione dei costumi, affrancamento dalla fatica e da molte malattie, adeguamento in tempo reale al mondo della complessità informativa…È anche vero però che la pervasività dell’elettronica “connettiva”, non solo raffredda le emozioni, ma viola spesso la nostra riservatezza (privacy). Tanto è vero che la dignità-libertà individuale e la stabilità sociale sono minacciate da: fake news, odio in rete, cybercrimes, intrusioni illecite di hacker, guerre commerciali, controllo digitale della persona da parte del potere.... Intanto, mentre i borghi antichi tendono a svuotarsi, nella società di massa, concentrata in poche metropoli (città-stato abitate da oltre 10 milioni di persone), ognuno viene prima di te e tutti hanno fretta di immergersi nell’atomismo sociale e nella dipendenza dal web (il cosiddetto “effetto grotta”). Di conseguenza, aumentano la povertà educativa (espressiva, linguistica e relazionale) e il pesante disagio dei nativi digitali, non più accompagnati nel loro difficile cammino formativo.... (segue)

Sul prossimo numero: Il dopo Covid nella comunità di destino


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COME VA

LA VITE?

Franco Ziliani, che compie quest’anno 90 anni, oltre ad essere considerato il padre delle Bollicine della Franciacorta, è la prova vivente che un buon bicchiere di vino fa bene alla salute.


Il calo nella produzione di uva non dovrebbe destare

preoccupazioni, consentendo al nostro Paese di mantenere il primato rispetto a ai concorrenti più agguerriti (Francia e Spagna) penalizzati da condizioni climatiche avverse. Da un punto di vista qualitativo le prime analisi parlano di gradazioni mediamente elevate, in linea con gli ultimi anni, con qualche criticità sul rapporto zuccheri/acidità, ma su questo fronte farà la differenza il lavoro degli enologi e delle imprese in cantina. Sul fronte prezzi le prospettive sembrano incoraggiare: dopo il calo del 3% avuto nel 2020 dovremmo assistere ad un rimbalzo per quest’anno a nche a causa della minore produzione stimata. A far sperare in una ripresa dei listini sono due fattori: un ottimo andamento delle esportazioni salite nei primi cinque mesi del 2021 dell’11% e la ripartenza dell’enoturismo, della ristorazione e in generale del settore dell’hospitality, fanno prevedere che, il fatturato del vino italiano nel 2021, dovrebbe superare 11 miliardi di euro (stime di Coldiretti). Ma per alcune cantine italiane la vendemmia 2021 sarà ricordata per un motivo che va oltre le statistiche e le proiezioni sulla qualità e quantità delle uve prodotte. È il caso di Berlucchi, azienda pioniera del metodo classico italiano, che festeggia il sessantesimo anniversario della nascita del primo Franciacorta. Nel lontano 1955 infatti, il nobile vignaiolo Guido Berlucchi e il talentuoso enologo Franco Ziliani intraprendevano una sfida che in quegli anni sembrava impossibile, creando un modello tutto italiano di eccellenti vini spumanti. Berlucchi cercava un consulente che desse un nuovo volto al suo Pinot del Castello, migliorando quel vino bianco poco stabile prodotto con le uve del vigneto posto sotto il piccolo maniero con vista sul Lago d’Iseo. Ma Ziliani, il cui sogno era produrre un Metodo Classico nel suo territorio natale, si spinse ben oltre la richiesta del gentiluomo discendente dalla famiglia dei Lana de’ Terzi, e, affascinato dalla sua meravigliosa dimora e dall’antica cantina sotterranea, gli pose la domanda: “Se facessimo uno spumante alla maniera dei francesi?” La storia della Franciacorta e del Franciacorta DOCG inizia proprio da quella proposta, ardita per l’epoca: dar vita ad un vino spumante in un territorio di vini fermi. Dopo alcune annate problematiche, nel 1961 furono sigillate tremila bottiglie di Pinot di Franciacorta che, stappate l’anno dopo, si rivelarono eccellenti. L’anniversario è celebrato dall’azienda di Borgonato con l’arrivo di un vino da collezione, vero e proprio tributo al fondatore, che tra l’altro quest’anno compie 90 anni: l’edizione speciale Franco Ziliani, con tiratura limitata in Magnum, di un Franciacorta Nature a base di pinot nero frutto dei migliori vigneti di proprietà, con 96 mesi sui lieviti.


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MARCELL

JACOBS IL DOPPIO ORO OLIMPICO, ATLETA DELLE FIAMME ORO, MARCELL JACOBS TORNA AL CENTRO SPORTIVO «TRE STELLE» DOVE LA SUA CARRIERA DI CAMPIONE HA MOSSO I PRIMI PASSI. L’ABBRACCIO DEI CONCITTADINI, LA GRATITUDINE DELL’AMMINISTRAZIONE DI DESENZANO E DELLA POLIZIA DI STATO.


DESENZANO È TUTTA D’ORO

Un tributo, ma anche e soprattutto un momento di condivisione autentica con la comunità che lo

ha cresciuto, dentro e fuori dalla pista d’atletica, e che è stata testimone dell’impegno e dei sacrifici necessari per raggiungere il punto più alto nelle ambizioni della vita di un atleta. Il doppio oro olimpico Marcell Jacobs ha illuminato il cielo della sua città d’origine, protagonista indiscusso di “Un Desenzanese d’oro a Tokyo”, evento organizzato all’impianto sportivo “Tre Stelle”, dove l’atleta ha mosso i primi passi, dall’amministrazione del comune gardesano e alla presenza di diverse istituzioni regionali, del Questore di Brescia e di molti compagni del gruppo sportivo sezione atletica delle Fiamme Oro. “Ringrazio Marcell e la mamma Viviana per la grande gioia che ci hanno dato consentendo di proporre questo bellissimo evento. Solo grazie a loro oggi siamo qui. Desenzano è infinitamente grata ad un campione contraddistinto da grande sensibilità e disponibilità che qui ha vissuto la sua gioventù con la famiglia e i suoi amici. Desenzano è salita alla ribalta nazionale e non solo, grazie a lui e alle sue imprese. Possiamo solo e umilmente dire “GRAZIE MARCELL!” Un grazie trasformato nell’onorificenza al campione “Ambasciatore dello Sport desenzanese nel mondo” e in progetti futuri pensati per la collettività desenzanese: “Sono sicuro che grazie a lui tanti ragazzi si avvicineranno all’atletica, uno sport in cui serve grande passione e che a volte non è sufficientemente considerato. È per questo che l’Amministrazione Comunale che rappresento, nel prossimo Consiglio Comunale proporrà una variazione al piano opere pubbliche che conterrà proprio i lavori per la sistemazione della pista. Mi auguro che il Consiglio Comunale possa approvare tale opera”. “Ambasciatore dello Sport desenzanese nel mondo” è un’onorificenza che l’atleta ha ricevuto con emozione non celata al folto pubblico presente (l’evento era sold out già da una settimana). “Sono lusingato, grato e fiero per tutto ciò che sta accadendo in seguito alla doppia gioia di Tokyo 2020 - ha commentato Jacobs. Essere accolti con un evento di questa portata nella Città in cui sono cresciuto è un onore e voglio ringraziare tutti coloro che hanno organizzato questa cerimonia, dagli amministratori comunali a tutta la comunità desenzanese. Siete e sarete parte della mia storia”. L’eccezionalità dell’uomo e dello sportivo, sommata ad un’atmosfera di connessione vera con la sua comunità presente a celebrarlo hanno dato sostanza al profondo coinvolgimento espresso anche dall’assessore alle Attività sportive di Desenzano del Garda Francesca Cerini. “Mai avrei pensato nella mia vita di poter vivere un momento del genere - ha affermato l’assessore. In una situazione così bella, ricoprire il mio ruolo istituzionale diventa un ulteriore motivo di grande orgoglio. Aver organizzato questo evento per Marcell è giusto e doveroso perché un nostro concittadino ha riscritto la storia dell’atletica mondiale e delle Olimpiadi: non lo ringrazieremo mai abbastanza per aver portato Desenzano e la sua comunità là dove nessun italiano era mai riuscito nemmeno ad avvicinarsi. Per questo, oggi e sempre, viva Marcell Jacobs!”.


JACOBS L’ATLETA, MA ANCHE L’UOMO, NELLE PAROLE DI FAMIGLIARI E AMICI La serata, così come da intenti dell’amministraione di Desenzano, ha consegnato l’umanità di un uomo eccezionale attraverso le testimonianze a cuore aperto di persone a lui profondamente legate. A partire dalla madre Viviana Masini, e dalle sue parole dense di emozione. “La nomina a Marcell di Ambasciatore dello Sport in rappresentanza di Desenzano nel mondo mi rende una mamma e una donna incredibilmente orgogliosa - ha affermato. Mi riempie il cuore di gioia rivedere Marcell sul campo dove ha mosso i suoi primi passi d’atleta, vedere il suo percorso, vedere i suoi sacrifici, fino a tornare in questo stadio ed essere premiato con una onorificenza così importante. Un sincero grazie a chi ha permesso e predisposto tutto ciò”. Proprio da quel centro sportivo è partita la corsa di Jacobs che lo ha condotto verso il traguardo più prestigioso. In questo lungo percorso, molta strada è stata condivisa con il suo allenatore Paolo Camossi, testimone del suo talento. “Ricordo che ci stavamo allenando a Trieste su delle ripetute sui 60 metri. Mediamente quelli bravi hanno un tempo che va tra i 6”16 e i 6”30 - ricorda Camossi -. Marcell fa la prima ripetuta e subito taglia il traguardo a 5”97. Io rimango colpito perché era un tempo davvero molto buono, subito penso di aver sbagliato a prenderlo, quindi dico a Marcell di rifarlo. Marcell corre, tempo ancora più basso, così fino alla terza volta dove fa un tempo ancora più incredibile. Erano le prime volte che si allenava in velocità e fu in quel preciso momento che capii di aver di fronte un talento vero, un fuoriclasse”.

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MATHAME

NIENTE INTORNO A NOI


Cresciuti tra Bergamo e le pendici dell’Etan i Mathame, i fratelli Matteo e Amedeo Giovannelli sono tra gli artisti italiani oggi più richiesti nel panorama internazionale della musica tekno. Volano da una parte all’atra del pianeta per tenere oro ambitissimi concerti nelle location più incredibili. Una musica che solo in apparenza potrebbe sembrare fredda ma che viceversa è in grado di scaldarsi con cambio di suoni e di vertigini sonore. Ti entra sottopelle e prende a comandare il ritmo dei tuoi moviementi. Travolgente. Raggiungono il grande pubblico nell’estate del 2018 con l’ E.p “Nothing around us”, uscito per l’etichetta dei Tale of Us, Afterlife, che include la title track “Nothing around us” e la bellissima “Fade into you” entrambe entrate ai primi posti nelle charts e nelle playlist più importanti al mondo.

Quando è scattato il meccanismo che vi ha portato a comporre musica elettronica dopo gli studi classici? “L’idea non è nata in un momento preciso - ci confida Amedeo - ma è stata una evoluzione naturale delle nostre passioni. Ho sempre avuto la passione del clubbing e di andare a ballare al sabato con gli amici. Gli studi classici sono stati il modo per capire come si facevano certe cose. Abbiamo vissuto con la musica, con la casa invasa da dischi, cassette e CD..... I nostri genitori avevano una radio, Radio Taxi, che negli anni Ottanta era una delle tante emittenti che trasmettevano dalla Maresana. Siamo cresciuti ascoltando musica… Di tutto, di più e oltre agli studi classici di pianoforte anche jazz, pop, R&B, elettronica, sconfinado spesso in sonorità sperimentali. Non siamo cresciuti ascoltando musica standard.

Un percorso che ci ha portato all’estrema sintesi della tekno. La musica elettronica ci diverte e la sentiamo in profondità. La cosa nella quale possiamo esprimerci al meglio. Naturale evoluzione. 24 anni Amedeo 36 Matteo. “Ho studiato cinema per molto tempo e avevo sperimentato anche un percorso autoriale. Lui è di un’ altra generazione con 6 anni di Conservatorio. “Ho smesso - interrompe - perché ero scoraggiato dal fatto che c’erano ragazzine di sei anni che erano già a un livelli irraggiungibili. Mio fratello mi ha tirato dentro alla sua passione mentre io, ai tempi, ascoltavo solo rap americano. Quando avevo 16 avevo una pagina blog. Ascoltavo musica difficile musica spinta. Una cosa tira l’altra abbiamo iniziato la produzione di Mathame. Praticavamo già mix mix”. Il nome Mathame? “È molto semplice anche se quasi nessuno lo capisce “Mat” di Matteo, H a fare da congiunzione e Ame mio da mio fratello Amedeo. MatHAme ci è piacuito da subito, suonava bene. Abbiamo scoperto solo dopo che in alcune lingue ha significati precisi come in spagnolo màtame significa uccidimi, in greco è un verbo che vuol dire imparare... o giù di lì. Sono solo le tre iniziali del nome di noi due. Greco e Latino al S.Alessandro per tutti e due”.


Il duo è esploso nel 2018 con un singolo di successo su Afterlife Records, contenente gli attesissimi brani “Nothing Around Us” e “Fade Into You”, che sono diventati un successo internazionale. Hanno continuato con un altro classico istantaneo “Skywalking”. Recentemente hanno chiuso due remix “All I’ve got” di Rufus du sol e “Lose Control” di Meduza, entrambi artisti nominati ai Grammy nel 2019. La loro ultima uscita è stata un remix di collaborazione di Adriatique con Tale of us chiamato “Mistery”, seguito da un terzo EP “For Every Forever” su Afterlife records, l’uscita è stata premiata come “The Essential New Tune” da Pete Tong.

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Come avete passato i mesi lontani dai concerti? “Fortunatamente prima che arrivasse il Covid, avevamo già programmato due mesi di stop. Per scrivere musica e riposare un po’. Quando è arrivata la chiusura siamo stati presi un po’ alla sprovvista dall’ansia che ci ha messi a tappeto. A Bergamo abbiamo capito che era successo qualcosa di molto grave. Di potente. La musica per un periodo è stata accantonata. Abbiamo trascorso mesi in studio e, anche come valvola di sfogo, a scrivere. Abbiamo dato vita ad alcuni progetti di streaming on line con utilizzo di nuove tecnologie di real time. Ci siamo messi in un video gioco e abbiamo suonato per una raccolta fondi a favore di Cesvi”.

Mathame Niente intorno a noi

Come vivete questa popolarità? “Secondo me siamo talmente tanto in tour che non ne siamo coscienti. Siamo molto bergamaschi in questo. Quando non siamo al lavoro stiamo tranquilli. Ci piace fare musica e il fatto che piaccia ci è gradito. Mentalità bergamasca.” Programmi per l’inverno? Sperando che riparta tutto... “A dire il vero siamo fermi solo in Italia e purtroppo siamo in ritardo. Ieri c’è stato un evento con 30 mila persone in Belgio. Noi del resto siamo già ripartiti alla grande da due mesi. Siamo già stati in America e ci torneremo tra pochi giorni, a Los Roches, per un grande festival con100 mila persone. Del genere è il più grande. I nostri ritmi non hanno davvero confini, parlano un linguaggio unversale e vanno dritti alle corde più sensibili”. (F.Malenchini)



2021

PORSCHE

FESTIVAL

UN’EDIZIONE DA RECORD 8.000 VISITATORI NELLA DUE-GIORNI E 1.152 PORSCHE IN PISTA PER LE TRADIZIONALI PARATE

Migliaia le Porsche che hanno raggiunto il Porsche Experience Center Franciacorta per partecipare alla sesta edizione del Porsche Festival organizzato il 2 e 3 ottobre. Dopo la pausa forzata del 2020, l’annuale kermesse che Porsche Italia dedicata ai possessori e agli appassionati del marchio, ha registrato numeri da record. A iniziare dai visitatori, con quasi 8.000 presenze nei due giorni di evento. Per l’occasione, il PEC Franciacorta si è trasformato in un contenitore di eventi con un susseguirsi di attività che hanno animato e intrattenuto i visitatori durante l’intero weekend: dai test drive sui diversi circuiti dell’impianto alle esibizioni artistiche e sportive lungo il boulevard; dalle quattro gare della Porsche Carrera Cup Italia alle lezioni di mindful yoga. Tanto divertimento condiviso anche con ospiti d’eccezione come Jorge Lorenzo, Horacio Pagani e Luca Trazzi.



I NUMERI E GLI HIGHLIGHTS DEL PORSCHE FESTIVAL 2021 - 1.152 vetture Porsche in parata (600 nella giornata di sabato e 552 nella giornata di domenica); - 34 911 GT3 Cup in gara, 95 giri percorsi e 142 cambi di posizione in totale; - 9 piloti under 25; - 10.000 chilometri percorsi in pista durante le sessioni di guida “Sport Experience”, “My Porsche” e “Hot Lap; - 80 giovani under 18 hanno guidato una Porsche 718 nelle sessioni “Young Driving Experience” con i doppi pedali; - Numerose vetture speciali hanno sfilato nel paddock e in pista: Porsche 935, 959, 917 coda lunga, 550 RS, 908, 911 RSR, 918, Carrera GT, 904 e anche la monoposto a zero emissioni del campionato di Formula E, la Porsche 99X; - 49.923 è il miglior tempo registrato nel weekend sui Go-Kart elettrici (con mappatura Turbo); - 1′10″001 è il miglior tempo stabilito ai simulatori da una 911 GT3 Cup sul circuito virtuale del PEC Franciacorta; - 70 ascensioni a bordo della mongolfiera Q8 Hi Perform; - 1.600 metri scalati sul climbing wall; - Il modellino della 911 GT3 edizione limitata PEC Franciacorta è stato l’articolo più venduto durante il weekend; - 24 ore impiegate a realizzare l’opera murales “Guida. Esplora. Vivi.” dedicata alla nuova Macan; - 7 lezioni di mindful yoga.

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AUDI RS Q E-TRON: IL PROTOTIPO DAKAR 2022 ALLA PROVA DEL DESERTO MAROCCHINO

DESERT STORM

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Audi Sport ha messo a dura prova in Maroc-

co Audi RS Q e-tron, il prototipo elettrico con range extender che a gennaio 2022 prenderà parte al rally raid più impegnativo al mondo. Temperature di oltre 40°C, sequenze interminabili di dune e tempeste di sabbia hanno consentito di portare al limite i componenti della vettura. Dopo i test in Germania e Spagna, il Team si è diretto verso il caldo del Marocco, affrontando per la prima volta il deserto e le dune. Come in precedenza, sono stati impegnati tutti e tre gli equipaggi ufficiali. “Mister Dakar” Stéphane Peterhansel, navigato da Edouard Boulanger, Carlos Sainz con il copilota Lucas Cruz e Mattias Ekström con a fianco Emil Bergkvist si sono alternati al volante del prototipo dei quattro anelli.

• DUE SETTIMANE DI TEST CON CONDIZIONI AMBIENTALI ESTREME • PRIMO SHAKEDOWN TRA LE DUNE PER IL POWERTRAIN ELETTRICO CON RANGE EXTENDER • IL KNOW-HOW MATURATO GRAZIE AL PROGETTO DAKAR ANDRÀ A VANTAGGIO DEI FUTURI MODELLI BEV DEI QUATTRO ANELLI

La sintonia all’interno dell’equipaggio è uno dei fattori chiave per il successo nei rally raid. “Dopo il test di Saragozza volevamo approfondire proprio questo aspetto”, afferma Andreas Roos, Project Manager Dakar di Audi Sport. “Abbiamo apportato alcune modifiche alla vettura così che pilota e navigatore avessero più spazio a disposizione all’interno dell’abitacolo e potessero comunicare meglio. I feedback sono stati positivi”.


DESERT STORM Estreme le condizioni ambientali in Marocco: “Il termome-

tro è salito ben oltre i 40°C”, dichiara il team principal Sven Quandt. “In aggiunta, le tempeste di sabbia hanno ostacolato i test e, come prevedibile, abbiamo dovuto risolvere piccoli problemi legati al caldo torrido. Inconvenienti che vanno affrontati in questa fase di sviluppo”. “Ci aspettiamo temperature più basse alla Dakar – aggiunge Andreas Roos – ma abbiamo comunque voluto portare la vettura al limite. I componenti come le MGU non sono progettati per un utilizzo costante a oltre 40°C e lo stesso dicasi per la trasmissione e i powertrain. Ci siamo spinti oltre la nostra comfort zone e le informazioni raccolte saranno fondamentali per il futuro”. La batteria ad alto voltaggio, realizzata appositamente per la Dakar, è tuttavia risultata performante in ogni condizione. “La gestione termica è cruciale – dice Roos – e a ogni sessione di test affiniamo le componenti elettriche della vettura. Stiamo acquisendo un incredibile know-how condiviso con i colleghi che si occupano dei modelli di serie”.

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E: due MGU (Motor Generator Unit), una in corrispondenza di ciascun assale, si occupano della trazione, mentre una terza unità agisce quale generatore per contribuire alla ricarica della batteria ad alto voltaggio, specie in frenata. Non essendo possibile attingere energia nel deserto, Audi ha optato per una soluzione on board: l’accumulatore viene rifornito durante la marcia grazie all’azione di un range extender. Funzione, quest’ultima, affidata al performante quattro cilindri TFSI – turbo a iniezione diretta della benzina – derivato dal DTM, il Campionato Tedesco Turismo. Parallelamente ai test, Audi Sport ha dato il via all’assemblaggio, presso il Competence Center Audi Motorsport di Neuburg an der Donau, del primo esemplare di Audi RS Q e-tron, telaio 104, destinato a prendere il via alla Dakar. “L’auto utilizzata in Marocco è una vettura laboratorio – afferma Benedikt Brunninger, Co-Project Manager Dakar di Audi Sport – mentre il prototipo che gareggerà a gennaio sarà decisamente più curato sotto ogni aspetto”.

AUDI RS Q E-TRON: IL PROTOTIPO DAKAR 2022 ALLA PROVA DEL DESERTO MAROCCHINO

Audi RS Q e-tron è dotata di tre powertrain derivati dalla monoposto Audi e-tron FE07 di Formula



WRAP! LA BELLEZZA DI BRESCIA E DESENZANO CORRE SULLE VETTURE DEL GRUPPO SAOTTINI AUTO, GRAZIE ALLA CREATIVITÀ DEGLI STUDENTI DELL’ACCADEMIA SANTAGIULIA

Un concorso interno rivolto agli studenti del triennio di Grafica e del biennio di Grafica e

Comunicazione finalizzato alla realizzazione di Wrap di diverse autovetture VW, transitanti e in showroom a Brescia e a Desenzano, è lo strumento scelto per avviare una interessante collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia e il Gruppo Saottini Auto. L’obiettivo del contest, promosso durante l’anno accademico 20/21, era quello di realizzare una grafica per due coppie di auto riconoscibili che esprimessero il forte senso di appartenenza alla città di Brescia e Desenzano, sedi di Saottini. Il lavoro grafico doveva essere in continuità alle forme sinuose e agli elementi simili delle auto indicate dal committente. La proposta è stata accolta dai futuri grafici professionisti e tra i 50 elaborati presentati sono stati scelti i progetti degli studenti Paola Vivaldi e Filippo Aquilino. “Durante il primo incontro il Dott. Lorenzo Rosi” - racconta il prof. Massimo Tantardini “ha illustrato la storia del Gruppo Saottini Auto. Conoscerla è stato il primo passo fondamentale per poter capire come tradurre e rappresentare i valori e lo spirito della realtà. La storia è odore di uomini e tradurre le azioni umane è il senso della progettazione visuale della comunicazione. In un secondo momento è stato chiarito il significato del termine car wrapping, che sta per “auto avvolta” (applicazione di speciali pellicole adesive alla carrozzeria così da poter cambiare in modo sicuro ed efficace l’aspetto della propria macchina); un esempio chiaro di come l’immagine attraverso la percezione crei il reale. La risposta dei ragazzi è stata positiva, in molti hanno studiato il Gruppo Saottini Auto in relazione alle due città e abbiamo ricevuto proposte di qualità”. “Tutte le proposte creative presentate” - spiega il Dott. Lorenzo Rosi, Responsabile Marketing del Gruppo Saottini Auto - “sono state originali e inedite, caratterizzate per la loro innovatività; ciascuna ha dimostrato le infinite possibilità offerte dai nostri territori nella loro interezza per i viaggiatori ma anche per le persone che vivono la nostra provincia.” La scelta è caduta su due progetti distinti. Il primo, di Paola Vivaldi (diplomata al percorso magistrale in Grafica e Comunicazione) ha convinto la giuria interna del Gruppo Saottini grazie a un progetto completo: oltre alle grafiche wrap la studentessa ha presentato una campagna di comunicazione e di marketing online che coinvolgesse la cittadinanza. “Quando il Dott. Rosi ci ha spiegato il contest,” racconta la studentessa” ho subito pensato di creare due wrap di impatto che provocasse un sorriso a chi le incontrasse. Due grafiche differenti per le identità dei luoghi ma con elementi fissi e riconoscibili. Nello specifico ho scelto come soggetti principali dei cuori disegnati insieme a dei monumenti e simboli delle città realizzati in modo stilizzato accompagnati a cibi tipici, come lo spiedo e il bossolà, parte integrante del nostro patrimonio”.

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Ogni

dettaglio è stato scelto con cura, a partire dal nome “Saottini loves “; l’intento è quello di tramettere un senso di giocosità, giovinezza e grazia: “per questo progetto mi sono spinta un po’ oltre e ho scelto di pensare alla visibilità che il progetto potesse avere anche sui social. Ho pensato ad una comunicazione social ideando una sorta di concorso a cui i cittadini possono partecipare, fotografando l’auto e vincere un possibile premio”.

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In questa pagina l’idea di Filippo Aquilino


WRAP! Il secondo progetto selezionato, creato da Fi-

lippo Aquilino, si ispira al lavoro del noto designer Enzo Mari e al suo lavoro “La Serie della Natura” che rende omaggio ad elementi naturali come animali e piante, cercando, attraverso una metodologica eliminazione di ogni segno e narrativa superflui, di arrivare all’essenza più pura dei suoi soggetti. La leonessa per Brescia e il pesce per Desenzano sono i due animali-simbolo studiati e creati da Filippo Aquilino, graficamente progettati con l’intento di utilizzare il minor numero di forme possibili e inseriti nel wrap seguendo le forme dell’auto, lungo le fiancate. Le due tonalità blu selezionate per il progetto descrivono Brescia e Desenzano e conferiscono movimento ai singoli elementi. “Il risultato” spiega lo studente Filippo Aquilino “sono due vetture che attraverso la grafica risultano dinamiche, sportive e allo stesso tempo eleganti”. Ancora una volta la consolidata attitudine dell’Accademia di Belle Arti SantaGiulia nel proporre corsi caratterizzati da uno stretto rapporto con le realtà del territorio, siano esse istituzioni, enti pubblici, aziende e associazioni non governative di volontariato sociale, diventa l’elemento imprescindibile della metodologia progettuale. “Noi definiamo Accademia SantaGiulia l’università dei talenti creativi interamente dedicata all’arte, alla ricerca e alla tecnologia, che valorizza le doti degli studenti promuovendo costantemente occasioni di formazione reale e professionale.” Spiega il Direttore dell’Accademia SantaGiulia, Cristina Casaschi. “In Accademia accompagniamo i nostri studenti a mettere in gioco nel loro contesto storico e territoriale le loro energie creative, le competenze culturali e le abilità tecniche maturate nel percorso di studi ma anche nel loro percorso personale e, come testimonia la selezione dei lavori di Paola Vivaldi e Filippo Aquilino, l’esito di sintesi che riescono a produrre ci stupisce sempre”. “Seppure Saottini Auto fa parte dall’aprile 20219 Eurocar Italia, controllata direttamente da Porsche Holding Salzburg, quindi è gestito e seguito un sistema e una gestione internazionale, con dinamiche delicate e complesse,” – spiega il Direttore Generale Alessandro Bettinoni di Saottini Auto - “la strategia del Gruppo è quella di mantenere una forte territorialità, un contatto con il proprio contesto sociale. Per questo siamo sempre alla ricerca di Partner di eccellenza sul nostro territorio”.

In questa pagina il lavoro di Paola Vivaldi (diplomata al percorso magistrale in Grafica e Comunicazione) che ha convinto la giuria interna del Gruppo Saottini grazie a un progetto completo: oltre alle grafiche wrap la studentessa ha presentato una campagna di comunicazione e di marketing online che coinvolgesse la cittadinanza.


ULTIMI GIORNI PER ACQUISTARE

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In occasione della Campagna Abbonamenti 2021/22, il Gruppo Brescia Mobilità ha lanciato un nuovo shop online: un portale completamente rinnovato che permette di acquistare in modo comodo e veloce – da pc, smartphone o tablet - qualsiasi tipologia di abbonamento con consegna gratuita della Omnibus Card presso il proprio domicilio. E per incentivarne ulteriormente l’utilizzo, il Gruppo offre uno sconto del 5% (cumulabile con altri sconti preesistenti) su tutte le tipologie di abbonamento annuale acquistate entro il 31 ottobre 2021. Per chi ha la necessità di acquistare e/o rinnovare il proprio abbonamento annuale, sono dunque gli ultimi giorni per poter approfittare della scontistica riservata agli acquisti online. E nel caso si avesse bisogno di aiuto durante l’utilizzo del nuovo shop, è possibile rivolgersi all’assistenza dedicata scrivendo via WhatsApp al numero 348 2306552, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.00.


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sili o plurimensili attraverso lo shop online, presso le emettitrici automatiche presenti in tutte le stazioni metro, in Infopoint oppure presso i rivenditori autorizzati. Si ricorda che l’abbonamento mensile, se sottoscritto dopo il 16, sarà valido a partire dal 1° giorno del mese successivo. Tutte le informazioni su titoli di viaggio, modalità di richiesta, percorsi e orari sono disponibili sul sito www.bresciamobilita.it oppure rivolgendosi al servizio di Customer Care chiamando il numero 030 3061200, scrivendo via WhatsApp al numero 342 6566207, scrivendo a customercare@bresciamobilita.it o attraverso le pagine ufficiali di Metro Brescia e Gruppo Brescia Mobilità su Facebook e Twitter.


LA NOTTE DELLA CULTURA ph. Comune di Brescia

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CALA IL SIPARIO SULLA “NOTTE DELLA CULTURA”, L’APPUNTAMENTO ANNUALE CHE METTE IN VETRINA LE ISTITUZIONI E LE REALTÀ CHE PRODUCONO, ORGANIZZANO E TRASMETTONO CULTURA A BRESCIA.


Sabato 2 ottobre si è svolta la ‘Notte della cultura’, un’iniziativa organizzata dal Comune di Brescia e promossa in collaborazione con Fondazione Brescia Musei e Ctb – Centro Teatrale Bresciano, con la partecipazione della Provincia di Brescia, del Conservatorio di Musica L. Marenzio, e realizzata grazie al sostegno di Regione Lombardia e di molte realtà culturali locali che hanno partecipato alla costruzione del programma, dando vita a un palinsesto ricco di eventi. Un’iniziativa sempre molto apprezzata ideata allo scopo di diffondere la conoscenza e la fruizione dei luoghi della cultura, del patrimonio cittadino e dei progetti artistici, con eventi in grado di catturare la curiosità e gli interessi di ogni genere di pubblico. Le iniziative allestire per quest’anno - visite guidate e teatralizzate della Biblioteca Queriniana, del Castello di Brescia, di Palazzo e Piazza Loggia così come i percorsi tematici, i laboratori, i talk e gli showcase organizzati alla Pinacoteca Tosio Martinengo ed incentrati su Dante Alighieri, le visite guidate alle mostre «Palcoscenici archeologici», «Dante e Napoleone» e alle esposizioni fotografiche del Brescia Photo Festival - sono state tutte a ingresso gratuito, fatta eccezione per alcune proposte speciali - come per esempio l’Escape Room «Ora et labora. A brand new museum experience», il rompicato che per la prima volta allestito negli spazi di Santa Maria in Solario - segno del significato promozionale della Notte della Cultura, che vuole sempre e comunque essere una vetrina della ricca offerta culturale


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LIBRIXIA, LA FIERA

DEL LIBRO

VA IN ARCHIVIO L’OTTAVA EDIZIONE DELLA FIERA DEL LIBRO ANDATA IN SCENA DAL 25 SETTEMBRE AL 3 OTTOBRE: UN PALINSESTO RICCHISSIMO CHE HA RISCOSSO GRANDE SUCCESSO

Nove giorni ininterrotti di incontri con gli autori, dibattiti, riflessioni, reading ed eventi con molte novità: oltre al mercato librario con le librerie e le case editrici in Piazza Vittoria, per esempio, Piazza Mercato ha ospitato l’area meeting “Agrobresciano arena” dove si sono svolti gran parte degli incontri con gli autori. Ma non solo: l’edizione di quest’anno ha aperto nuovi spazi di lettura anche per i più piccoli, andando ad animare nuovi luoghi della città: dal Teatro Sociale al Teatro Grande, dal Cinema Nuovo Eden all’Università degli Studi oltre ad un coinvolgimento sempre più ampio di attori della società, dell’associazionismo, del territorio. Ampia ed eterogenea la proposta culturale portata da autori ed autrici che ha spaziato dall’arte al teatro, dallo sport alla storia locale, passando per i gialli, la musica, l’attualità, la poesia e la scienza per una kermesse che, ancora una volta, ha coniugato la voglia di leggere, conoscere, ascoltare, confrontarsi.

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MOSTRA FOTOGRAFICA:

A PELLE DI LUCE FOTOGRAFIE DI ELLIE IVANOVA SPAZIO FONDAZIONE NEGRI Via Calatafimi, 12/14 25122 Brescia tel. 030 42020 www.negri.it Fino al 13 Novembre 2021 Orari: Mar-Ven: 16.00-19.00 Sab: 15.00-19.00

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La stagione autunnale di Spazio Fondazione Negri si apre con la mostra dal titolo “A pelle di luce” dedicata ai lavori di Ellie Ivanova, artista e ricercatrice visuale che lavora tra gli Stati Uniti e l’Italia. Il suo lavoro è centrato sulla sperimentazione che indaga i confini della fotografia in cerca della sua elusiva definizione essenziale. La sua produzione artistica si basa sui concetti di memoria e realtà, due temi fondativi del medium, che lei sviluppa e mette in questione mediante processi antichi e contemporanei in confronto. Creando fotografie tattili, che coinvolgono il gesto della mano e l’occhio, la sua prassi punta sull’aspetto materiale e fisico di un’arte apparentemente ottica. I concetti importanti sono la superficie portatrice dell’immagine, sensibilità e reazione, mutazione, effimeralità e permanenza e l’archivio come metafora sociale. I lavori di Ellie sono stati esposti in mostre negli Stati Uniti e l’Italia, alla SohoPhoto di New York City, Brookline Art Center, Wichita Falls Museum of Art, Philadelphia Photo Arts Center e PRC di Boston, a 091 Art Projects a Palermo e altri. Sono parte della collezione permanente di Fort Wayne Museum of Art, la collezione di Human Rights Art al South Texas College e numerose collezioni private. Ellie è stata visiting artist al Dallas Museum of Art nel 2018 e il suo progetto è stato scelto per la panoramica Discoveries of the Meeting Place di FotoFest, a Houston, nel 2020. Tra i premi e riconoscimenti più importanti sono il Porter Fellowship del Business Council for the Arts di Dallas, Clardy Award di Fort Worth Art Dealers Association e Society for Photographic Education National Award.


Ha presentato artist talk e conferenze sulla teoria della fotografia in molti convegni come Kunsthistorisches Institut Florenz, ECER, College Art Association, InSEA e NAEA. La tecnica della creazione di queste fotografie si chiama mordançage. È un processo chimico che, sulla base della stampa fotografica di gelatina ai sali d’argento, creata in camera oscura, agisce ulteriormente sulla sua emulsione creando veli, rotture, modulazione di tono e di colore e altre modifiche che spesso non si possono controllare e vengono come una sorpresa; io preferirei accettarli come un regalo. Anche usando più di una stampa dello stesso negativo, ogni volta che si applica, il processo produce risultati diversi. Per questa ragione le stampe sono copie uniche e irripetibili. Il mordente chimico, una miscela delicata di acido, volatile e difficile da lavorarci se non si tratta con attenzione, agisce soprattutto sulle aree scure della foto, quelle che hanno assorbito più luce in camera oscura. È un processo laborioso, che richiede di molto spazio e ventilazione per chi lo pratica. Siccome il risultato produce la rottura dell’emulsione per rivelare la carta sottostante, le stampe si devono vedere di persona per accorgersi della mutevole superficie tra riflessi e opacità della carta.

Mi interessa la memoria e il suo rapporto con la fotografia. La fotografia tradizionalmente è pensata come per fissare la realtà per sempre, così come è stata “vista” dalla macchina fotografica. Ma la memoria non è fissa. Quello che abbiamo testimoniato e ricordato con il tempo cambia nella nostra mente. Questo progetto ha come scopo proprio di mostrare il processo di cambiamento nella memoria, attraverso la fotografia che appunto cerca di conservarla precisa, un conflitto perenne. In questo senso, il progetto esplora i limiti del fotografico e cerca di approfondire la definizione stessa della fotografia. Le stampe sono uniche e a volte i risultati sono incontrollabili, il che è il contrario di quello che ci si aspetta dalla fotografia: riprodurre in copie illimitate una visione oggettiva della realtà in cui la mano del fotografo resta invisibile. Nel mio progetto la mano dell’artista è presente, la stampa è irripetibile e spesso una sorpresa, le foto non fissano la realtà ma la modificano ulteriormente, e la superficie della foto, quella che porta l’informazione di quello che ha visto l’obiettivo, viene rotta per mostrare l’instabilità del visto, la fragilità della memoria e dell’esperienza testimoniata, la mutabilità della nostra realtà interna.

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ARS AEMULA NATURAE

L’ARTE INCISORIA A GARDONE VAL TROMPIA

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Gardone Val Trompia ha aperto i battenti la mostra dedicata all’arte incisoria presso il Museo delle Armi e della Tradizione armiera. È un’esposizione fortemente voluta dall’Amministrazione Comunale per promuovere un settore artigianale riconosciuto come fiore all’occhiello delle produzioni valtrumpline. La mostra desidera raccontare al pubblico i livelli raggiunti dall’arte incisoria contemporanea nell’ambito della decorazione delle armi (armi da fuoco e coltelli) che a Gardone Val Trompia rappresentano un’eccellenza con una secolare tradizione alle spalle. L’incisione gardonese affonda le radici in un’abilità artigiana secolare, costituita da uomini sapienti ed esperti che hanno sempre vissuto del loro saper “fare” operoso, di poche parole, che hanno creato oggetti dall’elevato valore tecnologico ed artistico. Nei decenni i temi sono cambiati, insieme alla committenza, ma le capacità sono rimaste le medesime, accettando anche la sfida della concorrenza data da strumenti tecnologici che avrebbero potuto benissimo sostituire il lavoro manuale. Gli incisori sono artigiani che domano con i loro tratti la luce e l’acciaio, realizzano immagini ricche di suggestioni ed emozioni in cui è bello perdersi per gustare i particolari, girovagando tra scene di caccia, quadri famosi, grottesche e tanto altro. Il percorso sarà suddiviso in due sezioni: la prima presenterà armi antiche del 1600 e 1700 di pregiate produzioni bresciane e più in generale italiane, con incisioni di elevato valore artistico. La seconda sarà costituita dai lavori degli incisori gardonesi e bresciani, foto e stampe a grandezza naturale ed ingrandimenti delle incisioni. L'accostamento tra antico e contemporaneo vuole far emergere l'aspetto artistico dell'incisione per renderlo comprensibile anche a chi non conosce la tecnica. Nell'immaginario comune l'incisione è legata all'arte, vista come materia scolastica o comprensibile solo a una piccola parte, e tante persone non conoscono minimamente il livello che ha raggiunto oggi questa tecnica su differenti supporti, soprattutto su armi e coltelli. L'oggetto antico sarà quindi un gancio per spiegare il contemporaneo. INCISORI IN MOSTRA

P. Beretta, reparto incisioni. Luca Bertella Diego Bonsi Mario Candito Aron Castelli Giorgia Contessa Gianfranco Ferrante Simone Fezzardi Firmo e Francesca Fracassi Max Gobbi Naida Giuseppina Martinelli Stefano e Luca Muffolini Gianfranco Pedersoli G.S. Pedretti Daniele Pozzi Aldo Rizzini Renato Sanzogni Andrea Tanghetti Team Terzi Engraving Lab Manrico Torcoli

MUSEO DELLE ARMI E DELLA TRADIZIONE ARMIERA DI GARDONE VAL TROMPIA (BS) Visitabile su prenotazione il Martedì e il Mercoledì dalle 14:30 alle 18:30, Giovedì e Venerdì dalle 09:00 alle 12:00 e dalle 14:30 alle 18:30, Sabato dalle 09:00 alle 12:00. Per le prenotazioni telefonare allo 030.5782392 o dal sito del Comune di Gardone Val Trompia, nella sezione Prenota online.


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FEMALE

IN FOCUS ll premio Female in Focus è stato lanciato nel 2019 da Media e British Journal of Photography, in risposta allo sconcertante squilibrio di genere nella fotografia. A livello globale, il 70-80% degli studenti di fotografia sono donne. Eppure rappresentano solo il 13-15% dei fotografi professionisti. E quando le storie delle donne non vengono riconosciute, non otteniamo il quadro completo. Dall'interpretazione toccante della maternità di Imogen Freeland allo sguardo di Marzena Han sull'"invisibilità sociale" percepita dalle donne di mezza età - il ritratto provocatorio dell'identità latina di Paola Vivas alla vibrante celebrazione dell'individualità africana di Thandiwe Muriu - Female in Focus 2021 tesse un crudo e intricato arazzo delle esperienze delle donne di tutto il mondo. I vincitori sono stati selezionati da una giuria stimata a livello internazionale, tra cui Joanna Milter, direttore della fotografia del New Yorker; Aldeide Delgado, Fondatrice e Direttrice dell'Archivio Internazionale delle Fotografe Donne (WOPHA); Holly Fraser, caporedattore di WePresent e altri. La mostra, sponsorizzata da MPB, la più grande piattaforma online al mondo di kit foto e video usati, sarà allestita al Green Space Miami nell'ambito del Congresso inaugurale WOPHA a Miami, USA, dal 18 novembre 2021 al 18 gennaio 2022, nonché come una mostra nel Regno Unito entro la fine dell'anno. LE IMMAGINI VINCITRICI Nella pagina accanto: © Thandiwe Muriu Female in Focus a Miami è reso possibile grazie al supporto di In questa pagina: Green Family Foundation, Green Space Miami e del Dipartimento in alto a sinistra © Anouchka Renaud Eck degli affari culturali della contea di Miami-Dade, del Consiglio per in alto a destra © Lebo Thoka gli affari culturali e del sindaco della contea di Miami-Dade e dei al centro © Marzena Hans commissari del consiglio di contea. in basso © Imogen Freeland


BOSCONAVIGLI

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DA UN’IDEA DI STEFANO BOERI NASCE BOSCONAVIGLI, UN PROGETTO DI STEFANO BOERI ARCHITETTI E ARASSOCIATI CON LA PROGETTAZIONE PAESAGGISTICA DI AG&P GREENSCAPE.


BOSCONAVIGLI É UN EDIFICIO SOGLIA FRA CITTÀ E NATURA CHE SI PROPONE COME RIFERIMENTO PER L’IMMAGINE CONTEMPORANEA DI CITTA’.

27 Da un’idea di Stefano Boeri, Bosconavigli è un pro-

getto di sviluppo residenziale di Stefano Boeri Architetti e Arassociati con la progettazione paesaggistica di AG&P greenscape. Promosso da Milano 5.0, società che raggruppa un pool di sviluppatori e investitori milanesi, Bosconavigli sarà il fulcro di un profondo rinnovamento dell’area che connetterà zona Tortona con i Navigli, riqualificherà via San Cristoforo e rappresenterà un tassello importante nella riforestazione di quel contesto urbano. Bosconavigli sorgerà su un’area da riqualificare di oltre 8.000 mq, adiacente all’antico borgo San Cristoforo affacciato sul Naviglio Grande, e sarà un edificio circondato e avvolto dal verde, che si integrerà nel paesaggio, come a volersi mimetizzare con l’ambiente circostante. Bosconavigli è pensato come un corpo unitario, racchiuso a corte e sviluppato tramite grandi gradonate che ospiteranno terrazze private e giardini pensili, dal fronte cittadino a nord verso sud, che progressivamente scende verso San Cristoforo, preservandone la visibilità e la bellezza. I fronti dell’edificio hanno un’altezza massima di 11 piani, che digradano fino a 3 piani. Le facciate, insieme alle coperture sono caratterizzate da un verde rigoglioso che le ricopre totalmente.


Bosconavigli sarà un organismo vivo e sostenibile poiché il sistema vegetativo è pensato per filtrare le microparticelle di polveri sottili e abbattere l’inquinamento, riducendo al contempo il consumo energetico grazie all’inerzia termica della vegetazione che garantisce protezione dai raggi del Sole e assorbimento della CO2. Le migliaia di piante e arbusti che ricopriranno Bosconavigli saranno un baluardo di biodiversità e modificheranno colori e profili dell’edificio al mutare delle stagioni. Nella progettazione una grande attenzione è stata posta alle migliori soluzioni tecnologiche e costruttive per garantire un’eccellente sostenibilità ambientale dell’edificio: fotovoltaico integrato con l’architettura, raccolta dell’acqua piovana per l’autosufficienza dell’irrigazione degli organismi vegetali, energia geotermica. Il disegno delle logge, inoltre, migliora la compenetrazione fra interno ed esterno, migliorando lo scambio di calore e luce naturale. Il progetto prevede un’ampia area di verde pubblico che si sviluppa in particolare sul lato est dell’edificio. Questa, oltre a conservare le alberature già esistenti, avrà un lungo filare di peri da fiore che si stenderà ai lati del percorso ciclopedonale. Infine, via San Cristoforo verrà riqualificata con l’aggiunta di un nuovo percorso ciclabile in continuità con quello del Naviglio Grande. La riqualificazione degli scali ferroviari milanesi passerà anche per Bosconavigli; per l’asse ferroviario che si snoda da Porta Genova verso San Cristoforo è prevista in futuro la dismissione della linea ferroviaria e la realizzazione di un parco pubblico lineare costeggiante il Naviglio Grande. “Bosconavigli nasce in una zona che sta cambiando profondamente il suo volto, cerniera fra il tessuto urbano ad alta densità e una zona verde caratterizzata dal Naviglio e porta verso il sistema dei parchi. Siamo certi che il progetto potrà essere di guida e faro per un ridisegno positivo dell’intera cornice urbana”, ha commentato Marco Nolli di Milano 5.0, società promotrice dell’intervento. “Dopo il successo nel mondo del Bosco Verticale, il mio studio ha voluto proporre una sua versione che si sviluppa attorno ad una corte centrale e a un olmo centenario. Bosconavigli aggiunge alle facciate alberate la presenza delle piante su tutti i tetti, trasformati in terrazze verdi. Un nuovo ecosistema ad alta biodiversità sta nascendo lungo i Navigli, nel cuore della Milano più autentica”, dichiara Stefano Boeri. “I canoni architettonici rappresentati in Bosconavigli sono l’esito di una ricerca ultradecennale che punta a riscrivere le caratteristiche tipologiche rilevanti della tradizione milanese guardando a un futuro fatto di edifici performanti e integrati nel tessuto urbano circostante”, ha aggiunto Giovanni da Pozzo di Arassociati. “Bosconavigli nasce anche da una volontà paesaggistica chiara: contribuire alla riforestazione della città, permettendo una piena integrazione del verde pubblico e di quello privato, preservando la biodiversità e pensando agli organismi vegetali come alleati nel contrasto agli effetti deleteri dei cambiamenti climatici”, ha concluso Emanuele Bortolotti di AG&P greenscape.


BOSCONAVIGLI • 8.000 mq: area di progetto •Circa 3.000 mq: di aree verdi a terra •Quasi 1.000mq di aree verdi in quota •Circa 90: unità abitative •Oltre 170 alberi •Oltre 8.000 piante ad arbusto •Oltre 60 specie vegetali diverse •23.000: Kg di CO2 assorbita in un anno


UN PATENTINO PER FIDO SONO SEMPRE DI PIÙ LE FAMIGLIE ITALIANE CHE ADOTTANO O ACQUISTANO UN CANE. MA SONO TUTTI IN GRADO DI BADARE AD UN AMICO A QUATTRO ZAMPE? COME FARE PER AVERE TUTTE LE COMPETENZE NECESSARIE, SOPRATTUTTO SE SI TRATTA DEL PRIMO ANIMALE? UN AIUTO POTREBBE ARRIVARE DAL PATENTINO, RILASCIATO A SEGUITO DI UN CORSO DI POCHE LEZIONI TENUTO DAI COMUNI CONGIUNTAMENTE CON I SERVIZI VETERINARI PUBBLICI (ASL-USL) PER FORNIRE LE NOZIONI DI BASE PER UNA PERFETTA GESTIONE DELL’ANIMALE.

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I cani, animali

meravigliosi in grado di portare gioia in ogni casa e famiglia. Ma non tutti conoscono le regole base per una perfetta convivenza, e anche coloro che non sono alla loro prima esperienza possono non conoscere tutte le misure per gestirli al meglio. Un aiuto in questo senso può arrivare dal cosiddetto patentino, attestato rilasciato in seguito ad un percorso formativo con esame finale organizzato dai Comuni congiuntamente con il Servizio Veterinario Pubblico territorialmente competente. Ma come funziona il conseguimento del patentino? E a chi può essere utile?

MYLAV (www.mylav.net) - laboratorio di analisi veterinarie privato con un’esperienza ventennale a servizio di medici veterinari, liberi professionisti, di tutta Italia - per sensibilizzare sull’importanza di una gestione consapevole del cane, anche in ottica di scongiurare eventuali abbandoni, criticità e problematiche varie, vuole fare il punto sul patentino per proprietari, strumento utile anche per coloro che non si trovano alla loro prima esperienza e che non vogliono arrivare ad essere obbligati a farlo per un cane che, se gestito male, diventa critico.


“Quasi tutti amiamo i cani e quasi tutti ne vorremmo uno nella nostra vita, ma siamo sicuri di conoscere tutte le regole base per gestire il nostro animale al meglio? - si chiedono da MYLAV - I proprietari di cani, e non per forza alla prima esperienza, spesso interagiscono in modo non corretto con i propri animali, magari per mancanza di competenze adeguate sui comportamenti, bisogni fisiologici, comunicativi o anche medici. A cosa può portare questa carenza cognitiva? A difficoltà di interazione e, nel peggiore dei casi, a problematiche anche serie. Proprio per questo le possibilità di formazione possono essere tante, che sia il documentarsi con un libro o fare una visita veterinaria pre-adozione o seguire dei corsi di formazione, l’importante è comunque acquisire conoscenze per una corretta relazione tra il cane e il suo proprietario e consentire una perfetta integrazione dell’animale nel suo contesto familiare e sociale”. Il patentino per cani, può essere proprio uno di questi strumenti per formarsi: questo viene rilasciato ai proprietari (o anche a coloro che intendono divenirlo) al termine di un percorso di formazione della durata quattro o cinque lezioni che si conclude con un test di verifica finale. Il patentino può essere anche ottenuto su base volontaria per tutti coloro che si rendono conto di non avere sufficienti competenze per prendersi cura di un cane. I temi affrontati nel corso per il rilascio del patentino. Tra gli argomenti trattati durante i corsi vi può essere lo sviluppo comportamentale in relazione alle diverse fasi della vita (da cucciolo a cane anziano), il benessere del cane, la comunicazione intra ed extra specifica, la comunicazione olfattiva, acustica e visiva, la relazione uomo – cane e gli errori di comunicazione, come prevenire l’aggressività e i problemi di comportamento, nonché conoscere i doveri e le responsabilità dei proprietari come detentori da un punto di vista normativo. Si tratta di tematiche utili per tutti i proprietari di animali a quattro zampe, in particolar modo per gli appassionati che desiderano saperne di più, per conoscere meglio il proprio animale e per diventare dei proprietari modello” spiegano gli esperti di MYLAV.

Il corso di formazione con il rilascio del patentino è obbligatorio quando si parla di cani coinvolti in episodi di aggressione e qualsiasi altra manifestazione di comportamento potenzialmente pericoloso. In seguito alla segnalazione, i Servizi Veterinari Pubblici sono tenuti a verificare la presenza o meno di infezione rabida (bisogna ricordare infatti che il motivo principale di pratiche di morsicatura e passaporti è per la profilassi della rabbia, malattia mortale per tutti i mammiferi). Oltre a questo, i Servizi Veterinari delle Aziende Sanitarie sono tenuti a verificare anche le condizioni psicofisiche dell’animale e la corretta gestione di questo da parte del proprietario. In caso di problematiche, subentra l’obbligo di formazione, a seguito di Ordinanza di cane pericoloso che comporta responsabilità penali


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2 POLITICANDO di Maurizio Maggioni

PANTA REI Sembrerebbe che tutto scorra in modo normale... Panta rei potremmo dire, ma se, andiamo a vedere ben bene, sotto la cenere arde la brace. Erano anni che non si verificava una così imponente sollevazione popolare, che molta stampa ha chiamato fascista, ma che tutti ben sappiamo non essere altro che il risultato di una incazzatura generale del famoso popolo che non si sente più sovrano. La manifestazione di Roma e l’assalto alla sede del sindacato, il blocco del porto di Trieste da parte dei lavoratori assieme agli 8 milioni di italiani non ancora vaccinati (come le baionette di mussoliniana memoria) ci dicono che, ancora una volta, qualcosa non va, per due motivi: 1. Una minoranza minaccia la maggioranza del Paese: oltre 43 milioni di persone si sono vaccinate e loro, la minoranza, vorrebbero dettar legge. 2. La sinistra si appropria di stupide manifestazioni lasciate libere dal governo imperialista di Draghi, e come a Genova 20 anni fa, per non peggiorare l’ordine pubblico, lo stato (minuscolo) non interviene anticipando i tempi della gestione dell’evento perchè reprimendolo sarebbe successo di peggio, com’è accaduto per il rave party di quest’estate. Non è così che dovrebbero andare le cose, ma non importa, ormai siamo abituati a tutto, come assistere alle manifestazioni a Roma il giorno prima delle elezioni. D’altronde, contravvenire al silenzio elettorale da par condicio di antiberlusconiana memoria, non serve più a nessuno: la stampa ormai al 90 per100 è a favore del governo. Anche Mario Capanna, sessantottino, difende questo sistema, sarà che la pensione da parlamentare e gli introiti da latifondista lo hanno un po’ rammollito. Diciamo le cose come stanno: i no vax sono una minoranza, hanno il diritto di esserlo, ma non hanno quello di voler travolgere il Paese. Devono sottostare alle leggi dello stato che deve garantire della salute pubblica. Forse con uno Speranza in meno e un ministro degli Interni più attento, ciò non succederebbe. Ma siamo italiani, cattolici ed impostori per definizione, democristiani sino al midollo e allora, tra convergenze parallele di andreottiana memoria e il solito vullimece bene, andiamo avanti.

L’elettore non si presenta più alle urne. Ormai solo poco più del 50% aderisce al diritto-dovere che è il voto e la prossima volta sarà il 60% chi non andrà a votare e la rivoluzione si sarà completata. Sì, perchè esiste e si fa strada un movimento rivoluzionario trasversale, quello del non voto. Quando saranno minoranza quelli che votano, il risultato risulterà sempre falsato, poco realizzabile nel suo intimo. Mi spiego: se la maggioranza degli italiani non crede nelle istituzioni, le stesse devono “accorgersene” e prendere in serio esame la situazione. Se poi il popolo del non voto andrà in piazza, rappresenterà una volontà popolare antisistema, di cui non si potrà non tenere conto. Se poi i media danno sempre più voce alle minoranze, creando a torto o a ragione, il caos mediatico e nei social a cui assistiamo, immaginiamo quando daranno via libera al vero populismo del non votante. I non votanti avranno sempre più peso e sempre più ragione loro, come una maggioranza silenziosa. Questo è ciò che abbiamo ottenuto non introducendo le modifiche alla politica che da sempre sono richieste a gran voce.Vedremo dove finiremo alla prossima tornata del 2023 con i parlamentari dimezzati. Nel frattempo dobbiamo bere per non annegare, sopportare i 5 Stelle, turarci il naso per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica... Non so come finirà, ma sarà tutto viziato da ciò che sta succedendo nel Paese e in Parlamento. Draghi al posto della Merkel alla guida dell’Europa? Ben venga. Draghi presidente della Repubblica? Benissimo. Draghi presidente del Consiglio sino al 23? Ma certo.... Non abbiamo altro da proporre? Voi vedete scenari diversi? Aspettiamo Casini? Ci mettiamo Enrico Letta o chi altri? Aspettiamo la sentenza sul figlio di Grillo? Palamara lo stanno scagionando dalle accuse, magari alla fine lo riammetteranno in Magistratura... Faremo la perizia psichiatrica a Berlusconi, che in Italia vogliamo in manicomio e in Europa invece viene riabilitato e tutti lo vorrebbero come interlocutore primario... Aiutoooooooooooooo, il post covid ci ha lobotomizzato??!!! Non ci rimane che sperare che davvero qualcosa cambi in questo mondo, che finalmente ci si accoga che così non potremo andare avanti molto, completamente obnubilati dal potere e da quel qualcosa che si respira nell’aria: la normalizzazione del politicamente corretto. Mi piace essere esuberante, scorretto nella correttezza, a favore dell’auterevolezza, a fovore della scientificità e della giustezza del detto fatto... Insomma mi piace essere ancora tra coloro che sanno apprendere dalla storia, antica e moderna, che desiderano imparare e che sanno cogliere l’attimo di ogni singola situazione. Siamo la maggioranza, ma molti sono stanchi di dire come la pensano, fanno finta di niente e lasciano passare…Panta rei, si diceva prima.


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Questo è il potente messaggio trasmesso nel corso della Kamon

Night, il ricevimento esclusivo del 23 settembre organizzato dallo studio BEPLANO presso lo storico Palazzo Agliardi di Bergamo. L’esposizione di alcuni preziosi kimono - reinterpretati ad arte da Artificio Berenike - ha regalato il pretesto narrativo: su ogni kimono, infatti, è apposto un simbolo famigliare, il kamon. Da qui un’evidenza: l’arte e il desiderio di distinguersi sono un’esigenza antica che accumuna famiglie e aziende. E proprio l’assonanza del termine giapponese KAMON con l’incitazione inglese “Come on!” ha riportato idealmente tutti i presenti (imprenditori e professio-

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nisti) alla necessità di svegliarsi dal torpore dell’anonimato e di riprendere confidenza con il tema dell’identità, intesa anche come la necessità di far vibrare le proprie visioni e i propri ideali raccontandosi senza timori, con la precisa finalità di intercettare i propri simili. “Partendo dagli spazi aziendali, ogni giorno cuciamo su misura progetti di identità per i nostri clienti - raccontano i fondatori di BEPLANO, Angela Laurino e Cesare Grasseni. L’identità di un’azienda, che si determina nei luoghi fisici, nei luoghi digitali e anche in una peculiare capacità di racconto, permette alle aziende di raggiungere ottimi risultati di business dentro e fuori le mura aziendali”.

ph. Sergio Nessi - Le trovi anche nelle nostre gallery Chi c’era www.editaperiodici.it


LA CINA (NON) È VICINA

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LA CINA (NON) È VICINA Badiucao – opere di un artista dissidente A cura di Elettra Stamboulis Museo di Santa Giulia, Brescia 13 novembre 2021 – 13 febbraio 2022 Il Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei, presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov, presentano per la prima volta in Italia un nuovo progetto espositivo dell’artista dissidente cinese, residente in Australia, Badiucao (Shangai, Cina, 1986): la mostra LA CINA (NON) È VICINA. Badiucao – opere di un artista dissidente, a cura di Elettra Stamboulis, si terrà dal 13 novembre 2021 al 13 febbraio 2022 negli spazi espositivi del Museo di Santa Giulia di Brescia. La mostra rappresenta il principale evento espositivo del Festival della Pace, organizzato dal Comune e dalla Provincia di Brescia dal 12 al 26 novembre 2021. L’evento, giunto alla sua IV edizione, vanta ad oggi il Patrocinio del Parlamento Europeo e di Amnesty International.


L’esposizione è la prima personale dedicata a Badiucao, pseudonimo dell’artista-attivista cinese noto per la sua arte di protesta, attualmente operante in esilio in Australia. Il percorso espositivo ripercorre l’attività artistica di Badiucao, dagli esordi alle opere più recenti che sono nate in risposta alla crisi sanitaria innescata dalla pandemia di Covid-19. Badiucao, conosciuto anche come il Bansky cinese, si è affermato sul palcoscenico internazionale grazie ai social media, coi quali diffonde la propria arte in tutto il mondo - il suo account twitter @ badiucao è seguito da più 80 mila persone - e sfida costantemente il governo e la censura cinese. La sua vocazione artistico-politica nasce nel 2007, quando, studente di Legge all’Università di Shanghai vede il documentario The Gate of Heavenly Peace, un girato clandestino diretto da Carma Hinton e Richard Gordon sulle proteste di Piazza Tienanmen. L’artista sviluppa una ferma decisione di esprimersi in prima linea contro ogni forma di controllo ideologico e morale esercitato dal potere politico, a favore della trasmissione di una memoria storica non plagiata. Il suo impegno politico si realizza, infatti, nella creazione di campagne partecipative, affissioni in luoghi pubblici, illustrazioni e attività online, spesso costruite con un linguaggio visivo che evoca ironicamente lo spirito pop della propaganda comunista, ricalcandone lo stile grafico, i colori e i toni. Grazie al suo blog, ai social media e a campagne di comunicazione organizzate, Badiucao dall’Australia ha portato avanti la propria attività di resistenza, diventando l’unico canale non filtrato dal controllo governativo capace di trasmettere i racconti dei cittadini di Wuhan durante il lockdown del 2020.


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Elettra Stamboulis, curatrice della mostra, commenta: “Il lavoro di mappatura degli artisti dissidenti, attivisti politici e visualmente militanti, continua con questo progetto espositivo: al centro la poetica dell’artista cinese che collabora con i movimenti del tè al latte. Il Milk tea Alliance è formato da Net Citizen che operano ad Hong Kong, Taiwan, Thailandia e Birmania. Sono tra gli artefici e promotori delle più importanti manifestazioni per la democrazia e i diritti umani in Estremo Oriente, e Badiucao è il loro artista”. Tanti i temi affrontati dalla mostra nelle diverse sezioni che verranno allestite. Dalle opere pittoriche e multimateriali che testimoniano le violazioni dei diritti umani, alla censura inflitta ai cittadini cinesi sul tema Covid-19, dalla repressione del dissenso in Myanmar durante il colpo di stato militare del 2021 al tema dell’assimilazione culturale forzata degli Uiguri, fino al dettagliato racconto in chiave artistica delle proteste degli ultimi anni che hanno visto la popolazione di Hong Kong battersi per contrastare la linea politica governativa a Hong Kong.


“La Fondazione Brescia Musei sta preparando in queste settimane un nuovo importante evento espositivo, dedicato al rapporto tra arte contemporanea e diritti”, afferma Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei. “Questa volta la mostra dedicata al dissidente cinese Badiucao, esule in Australia da una decina di anni e mai esposto in Occidente, sarà una vera e propria rivelazione fatta di installazioni multimateriali, tele, opere grafiche e cartoon. Ciò che rende davvero importante questo impegno è che l’artista stesso è presente a Brescia per l’allestimento delle proprie installazioni e per il fitting del set up agli spazi che sarà particolarmente originale visto che l’arte di Badiucao attraversa i generi e ammicca alla iconografia della propaganda rivelando però un’ironia tagliente espressa nei colori e nei toni pop e in uno stile grafico incredibilmente moderno. Una vera rivelazione, che aspetta da metà novembre il pubblico italiano a Brescia nuovamente al centro della discussione attorno ai temi del contemporaneo”. Con questo nuovo progetto Fondazione Brescia Musei, insieme al Comune di Brescia, prosegue il percorso iniziato nel 2019 con la mostra Avremo anche giorni migliori. Zehra Dogan. Opere dalle carceri turche, nella quale l’artista curda, attraverso l’esposizione di una sessantina di opere inedite, ha intersecato e intrecciato la propria vicenda personale con i drammatici eventi politici della più stringente attualità, evidenziando la relazione tra opere contemporanee e diritti umani. Un format espositivo dedicato alla narrazione del contemporaneo attraverso l’arte, un dialogo grazie al quale vengono interpretati i più significativi fenomeni storici attuali. Arte contemporanea e diritti umani trovano quindi un punto di sintesi nella rivelazione di artisti dissidenti e attivisti, per lo più inediti in Occidente. “Fondazione Brescia Musei ha intrapreso un paio di anni fa un percorso dedicato alla comprensione dell’arte contemporanea quale forma di espressione particolarmente forte e simbolica delle sofferenze vissute nei contesti in cui la libertà di parola, di espressione, di movimento è limitata o fortemente violata”, dichiara Francesca Bazoli, presidente della Fondazione Brescia Musei. “Questo format, che ci permette ogni anno di esporre un artista che opera in quadranti geopolitici impegnativi, consente alla nostra istituzione di definire al meglio una voce autonoma e autentica nel panorama italiano dell’arte contemporanea. Sono dunque particolarmente felice che ci accingiamo a replicare l’esperienza estremamente positiva già avviata con Zehra Dogan nel 2019, con un altro artista nuovamente giovane, inedito in occidente e colmo di passione civile e coraggio”.

LA CINA (NON) È VICINA

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TORNATI ALLA LUCE In occasione del cinquecentesimo anniversario della nascita di Giovan Battista Moroni, Fondazione Credito Bergamasco ha presentato al pubblico le opere restaurate nel corso del 2021 nell’ambito del Progetto “Grandi Restauri”, proponendo un fitto programma di iniziative culturali e didattiche, molte delle quali realizzate in collaborazione con la Fondazione Bernareggi, volte alla diffusione della conoscenza del grande artista e delle sue opere collocate nei nostri territori. Con questi interventi di ripristino, salgono a 16 le opere moroniane recuperate da Fondazione Creberg nel corso degli ultimi anni: polittici, pale d’altare, opere per la devozione privata (per un totale di 30 dipinti, considerando le singole opere componenti i polittici). La campagna di restauri 2021 di Fondazione Creberg è stata rivolta al completamento del pluriennale percorso virtuoso di recupero e di valorizzazione di capolavori di Giovan Battista Moroni. Da molti anni Fondazione Creberg è attiva sul nostro territorio nel “salvataggio” di opere d’arte che il passare del tempo e le difficoltà di adeguata conservazione hanno reso fragili o addirittura messo in pericolo. Monitoraggio, manutenzione e restauro sono operazioni essenziali per assicurare una accurata, adeguata ed efficace opera di salvaguardia del nostro patrimonio storico e artistico. In occasione della ricorrenza dei Cinquecento anni dalla nascita di Giovan Battista Moroni è fondamentale permettere al pubblico - che partecipa alle molte iniziative organizzate per le celebrazioni - di ammirare i suoi capolavori nelle migliori condizioni Crocifisso tra i Santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova, olio su tela, 240 × 170 cm Bergamo, Cappella della Congregazione delle Suore di carità di leggibilità. delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa Restauro affidato a Delfina Fagnani Sesti Restauri.


IN RESTITUZIONE ALLE CHIESE DEL TERRITORIO I CAPOLAVORI BERGAMASCHI DI GIOVAN BATTISTA MORONI RESTAURATI DA FONDAZIONE CREBERG NELL’ANNO DEDICATO AL GRANDE PITTORE ALBINESE


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L’artista Nato ad Albino nel 1521, Giovan Battista Moroni si forma a Brescia presso il Moretto, del quale, per molti anni, è anche capace collaboratore. Ancora giovane ha l’imperdibile occasione di lavorare a Trento, città che negli anni del suo primo soggiorno è in fermento per la preparazione del Concilio che si terrà dal 1545 al 1563. Durante la seconda trasferta a Trento, le capacità sviluppate nell’arte pittorica gli danno la possibilità di eseguire i ritratti - molto apprezzati - dei nipoti di Cristoforo Madruzzo, Principe Vescovo della città, nonché organizzatore del Concilio stesso. Al rientro nella bergamasca queste referenze gli aprono le porte a una committenza di altissimo livello. La sua fama è principalmente legata all’attività ritrattistica svolta per aristocratici, artigiani, piccoli commercianti, liberi professionisti, clero, ma è parallelamente impegnato in opere di soggetto sacro. La produzione in questo campo si intensifica soprattutto dopo il ritorno definitivo ad Albino dove morirà nel 1579. Le sue composizioni in questo ambito accolgono perfettamente le indicazioni Conciliari di sobrietà e chiarezza, rispondendo alle esigenze di divulgazione dottrinale proposte dalla Riforma Cattolica di stampo borromaico. Alle immagini sacre era affidato il compito di spiegare, commuovere e convincere. Nel 1563, in una delle ultime sessioni del Concilio, era stato promulgato il decreto “Della invocazione, della venerazione e delle reliquie dei santi e delle sacre immagini”, con il quale la Chiesa, richiamandosi alla tradizione, permetteva l’uso delle immagini sacre delle divinità e dei santi, la cui presenza era stata fortemente criticata dalla Riforma protestante che voleva solo Cristo come intermediario tra Dio e gli uomini.

Ai vescovi era demandato il controllo sulla “liceità” delle raffigurazioni e, nel facilitare il rispetto del decreto, negli anni successivi furono pubblicati numerosi trattati dedicati alle arti figurative a soggetto sacro. Moroni si fa interprete delle nuove esigenze e molte sue opere, disseminate nelle valli bergamasche, riscuotono l’ammirazione del Cardinale Carlo Borromeo in Visita Apostolica nell’anno 1575. Il successo di Moroni ha permesso alle valli bergamasche di arricchirsi di grandi capolavori commissionati dal clero locale e da donatori (pale d’altare, polittici, stendardi processionali, tabernacoli) molti dei quali ancora collocati nelle chiese per le quali vennero eseguiti, a conferma dell’affetto e della considerazione - non solo artistica ma anche devozionale - che queste opere hanno suscitano e suscitano ancor oggi nelle comunità di appartenenza. “Moroni 500” – Gli interventi di restauro promossi e attuati da Fondazione Creberg Nell’ambito della risalente programmazione volta al ripristino di opere bisognose di cure, Fondazione Creberg ha annunciato il

programma di restituzione alle Comunità di appartenenza delle sei opere di Moroni restaurate nel 2021. Gli interventi portano a 16 le opere del grande pittore che la Fondazione ha recuperato negli anni sotto la guida delle competenti Soprintendenze (se si contano singolarmente le opere dei Polittici si arriva a 30 dipinti riportati all’originario splendore). Con il completamento della campagna dedicata alle sei opere di Moroni, il numero complessivo dei capolavori restaurati da Fondazione Creberg dal 2008 al 2021- nell’ambito del progetto “Grandi Restauri” – ammonta a 88 opere (128 dipinti, se consideriamo i Polittici). Dal 2008, nella Sala Consiliare di palazzo Creberg sono transitati capolavori di Giovan Battista Moroni, Moretto, Alessandro Allori, Palma il Vecchio, Romanino, Giambattista e Giandomenico Tiepolo, Enea Salmeggia, Giovan Paolo Cavagna, Andrea Previtali, Giuseppe Vermiglio, Matthias Stom, Francesco Capella, Antonio Campi, Giambettino Cignaroli, Francesco e Leandro del Ponte detti Bassano, Vittore Carpaccio, Palma il Giovane, Simone Peterzano, Padovanino… “Consapevole del ruolo primario che le varie espressioni artistiche hanno rivestito nella costruzione del vasto panorama della civiltà bergamasca e lombarda – sottolinea Angelo Piazzoli, Presidente della Fondazione, ideatore e coordinatore del progetto “Grandi Restauri” – la nostra Fondazione ha consolidato negli anni una costante attività di salvaguardia del patrimonio artistico che, da un lato, ha permesso di ridare vita ad opere ormai deteriorate (e non più perfettamente fruibili) e dall’altro ha consentito di riportare, ad ogni tappa del suo itinerario, l’interesse degli studiosi e degli appassionati d’arte su una molteplicità di dati e di scoperte che anche in questi ultimi restauri non sono certamente mancati”.


FUOCHI DI PAGLIA di Giorgio Paglia www.fuochidipaglia.it

PSICO VIRUS

fanno altro che inchinarsi al pensiero unico dominante, in una reminiscenza di epoche che, almeno in Europa, credevamo passate per sempre grazie al sangue versato dai nostri antenati. Come si dice in ambito esoterico, un vero Maestro ti aiuta a scoprire che il vero Maestro è dentro di te. Detto in altri termini, nella nostra epoca l’essere umano sta maturando dalla fase infantile a quella adolescenziale, e deve imparare a smettere di affidarsi ad autorità esterne per poter così scoprire la propria autorità interiore, costituita non da dogmi, opinioni o concetti mentali, quanto invece dal sentire autentico del cuore e dell’anima, dal sorgere di una volontà comune di bene per tutte le forme viventi. Stiamo vivendo un macro-movimento evolutivo messo in atto da forze molto più grandi di noi: forze amorose che, come un genitore benevolo ma fermo, permettono all’oscurità di prendere i posti di comando e di compiere le nefandezze che vediamo, allo scopo di costringerci a prendere in mano le nostre responsabilità verso noi stessi, gli altri e la vita. Ora alla crisi del covid si aggiungono artatamente le emergenze legate al cambiamento climatico, agli attacchi informatici, all’interruzione delle forniture energetiche e della catena di approvvigionamento, oltre a un crescente e diffuso disagio psichico, sociale ed esistenziale. L’essere umano del XXI secolo viene così spinto a ricercare dentro di sé le risposte urgenti di cui ha bisogno, in una dinamica che, seppur dolorosa, offre a molti l’opportunità di scoprire nuove strade personali e professionali, di creare nuove realtà condivise e interconnesse sempre più svincolate dai lugubri progetti che qualcuno ha pensato per noi. A mio avviso, soltanto una spiritualità concreta e autentica, che abbia per scopo il miglioramento della condizione interiore dei singoli, e quindi delle collettività, attraverso una riconnessione reale con il Divino nelle sue varie forme, è in grado di offrire le risposte che tutti stiamo faticosamente cercando, ciascuno al proprio livello di coscienza.”

Nel mio cammino cognitivo, ho avuto il piacere di frequentare un formatore importante: il dr. Marco Massignan, titolare di Nemeton, la più autorevole scuola italiana di crescita personale e professionale nel campo delle Costellazioni familiari, dello Sciamanismo e della Risoluzione globale dei traumi. Marco, nel 2020 durante il lock down causato dal Covid19, ha tra l’altro scritto il libro “Psicovirus”. In un momento così particolare, in cui la pandemia ha stravolto gli equilibri psichici ed economici di intere popolazioni mondiali, ho voluto chiedergli un’analisi particolare della situazione. “Marco, è lo psicovirus ad aver fatto i danni maggiori? E ora cosa accadrà?” Ecco la risposta: “Sono passati quasi due anni da quando il covid ha fatto il suo ingresso nelle nostre vite, e oltre ai dati sciorinati quotidianamente dai media mainstream su contagi e ricoveri, l’opinione pubblica sta finalmente cominciando ad accorgersi che vi sono ben altri problemi a cui dobbiamo far fronte. Si tratta di una strage sempre meno silenziosa e sempre più evidente che anche i più assuefatti alla narrazione ufficiale possono sempre meno ignorare. Lavorando da una ventina d’anni come formatore e operatore olistico nel campo della terapia sistemica e della risoluzione dei traumi, sin dall’inizio di questa vicenda ho dichiarato che il modo in cui essa veniva gestita avrebbe fatto danni ben più gravi e duraturi del male che si dichiarava di voler combattere. Già col primo lockdown era infatti evidente l’enorme aumento dei casi di suicidio, depressione, ansia, panico, attacchi cardiaci e numerose altre patologie, a cui si aggiungevano liti familiari, crisi personali e professionali, perdita del senso della vita e dei valori di riferimento. Tutto questo mi ha spinto a scrivere un libro uscito a giugno 2020, Psicovirus. Dal trauma da Covid-19 al Risveglio interiore, nel quale ho tentato di delineare la situazione e di offrire spunti e risorse per identificare e cercare di risolvere i traumi e le problematiche che ci affliggono tutti in questa situazione di crisi globale, sia a livello individuale che collettivo. Nel libro, che nonostante sia stato rifiutato da vari editori ha ricevuto numerose recensioni positive e qualche piccolo riconoscimento, ho cercato di spiegare come sia stato possibile che interi popoli dei Paesi democratici abbiano accettato di sottomettersi in pochissimo tempo a restrizioni delle libertà fondamentali tipiche dei regimi totalitari. Mi sono chiesto come mai i media si siano resi protagonisti di falsificazioni e disinformazione a reti unificate, esplorando il ruolo emergente dei social nell’arena della comunicazione globale. Ho infine descritto alcune dinamiche sociali, energetiche e sistemiche che hanno provocato molti dei comportamenti assurdi e irrazionali che abbiamo visto ovunque dall’inizio della crisi, sia tra le persone comuni che nei posti di comando e responsabilità. Uno degli aspetti più importanti di questa vicenda è però emerso nell’ultimo anno, con l’introduzione dei vaccini e le politiche di messa al bando delle cure domiciliari, che seppure abbiano salvato migliaia di vite sono tuttora osteggiate a livello ufficiale. A questo si accompagna la potente campagna di divisione e polarizzazione dell’opinione pubblica messa in atto da governi e media su scala pressoché globale: una campagna tuttora in atto che mira a dividere e discriminare i cittadini, esasperando le contraddizioni già insite nella società e portando alla situazione attuale, a un passo dallo scontro sociale e dalla guerra civile. Secondo il mio parere, corroborato dall’esperienza sul campo con migliaia di persone e centinaia di famiglie, dobbiamo però interrogarci soprattutto sul senso profondo di quanto sta accadendo. È innegabile infatti che l’avvento della crisi attuale abbia se non altro costretto tutti quanti a guardarsi dentro, ad andare oltre il mero, accelerato soddisfacimento dei bisogni animali primari a cui si era ridotta la vita prima del 2020. Che lo vogliamo o no, tutti noi siamo ora spinti a chiederci chi siamo, che cosa ci facciamo qui, che tipo di persone desideriamo essere e come vogliamo che siano le nostre vite e il mondo. In questo senso la politica, la filosofia e la religione così come le intendevamo fino a poco tempo fa non sono più in grado di fornire risposte al passo coi tempi. È sotto gli occhi di tutti il fatto che le categorie politiche di Destra e Sinistra sono ormai retaggio financo ridicolo del secolo scorso, così come il fatto che la filosofia appare ai più come uno sterile esercizio intellettuale lontano anni luce dalla realtà quotidiana. Al tempo stesso, i vertici delle principali religioni sono stati in varia misura Alla prossima e in alto i cuori leggeri. cooptati da forze che, anziché indicare una via metafisica che conforti e getti luce sul presente, non Anche su Twitter: @Fuochidipaglia

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Matrimonio di Gianni Agnelli


OGGI SPOSI

FINCHÈ MORTE NON CI SEPARI Renato Corsini Ritratto nel giorno del matrimonio della principessa Astrid di Svezia

Il matrimonio e la fotografia sono indivisibili. Il famoso “album di nozze” non può

mai mancare nel rito del “giorno più bello della vita”. E’ una componente che ha lo stesso valore del vestito della sposa, del prete celebrante (quando c’è), del pranzo, dei regali e del viaggio. Anzi, l’album ha un valore ancora maggiore perché testimonia, racconta e documenta l’evento: ne costituisce la memoria visiva, ne garantisce la partecipazione e ne esalta l’enfasi. Impossibile farne a meno, nemmeno i malefici telefonini e gli immancabili selfie sono in grado di sostituirlo. Eppure il fotografo da matrimonio continua ad essere considerato un mestierante di serie B, un mercenario assoldato per rispondere ai desideri della coppia di sposi; nella migliore delle ipotesi un onesto artigiano cui è consentita una creatività che non vada oltre i confini e i canoni della rappresentazione della gioia, della felicità e dell’allegria: al festival dei sorrisi non è ammessa la normalità, al massimo ci sta la commozione . Il lavoro del fotografo di nozze raramente ha riconoscimenti culturali per il suo significato sociale e documentale: ha però riscontri economici (il che non è poco).

Brescia Via Moretto 78 Fimo al 7 novembre da martedì a domenica 15.00-19.00


Matrimonio Mondaini Vianello

Francesco Cito Napoli

Francesco Cito Napoli


OGGI SPOSI

FINCHÈ MORTE NON CI SEPARI Ma è lui stesso a crederci poco. Sento spesso la frase: “per tirare a campare faccio gli album di nozze”. Mai sentito dire: “per quattro sporchi soldi fotografo la moda o faccio il creativo o il fotoreporter”. E pensare che le fotografie di matrimonio ci raccontano come poche altre proprio la moda, l’evolversi di una società e i suoi protagonisti; sanno entrare nelle nostre case e rimanervi per tutta una vita, oggetto -l’album nella sua storicizzata rilegatura - di orgogliosa esibizione e condivisa curiosità. A volte, la foto più bella, o meglio quella ritenuta tale, finisce in cornice sul comò per una privata esposizione destinata a diventare permanente. Almeno fintanto che dura il matrimonio: “Ad majora”, iconografica reliquia del passare del tempo e quotidiana, a tratti anche drammatica, testimonianza del “come eravamo” da contrapporre al “come siamo” non solo fisicamente ma anche coniugalmente. I riti e le tappe del giorno del matrimonio, nell’album, sono e rimangono da sempre gli stessi. Rigorosamente. La preparazione a casa della sposa, il futuro marito in attesa davanti alla chiesa (o al municipio), la cerimonia con scambio di anelli, la firma insieme ai testimoni, il lancio del riso (una volta confetti) all’uscita, i gruppi vari, il pranzo e il taglio della torta, la foto con gli amici o le amiche e il lancio del bouquet sono degli immancabili evergreen. Il tutto interpretato da lui, il fotografo: personaggio chiave della giornata, comandante in capo e regista delle pose e delle finte sceneggiature. Il “cercate di essere naturali perché così viene meglio” è pura fantasia, lava-coscienza per le posture impacciate e salvagente se la foto è modesta. Ma dietro a ogni scatto è intuibile la sua presenza, la sua esperienza e la sua professionalità. Più è caro più è bravo: funziona sempre così, ma questa è un’altra storia. La mostra “Oggi sposi” vuole rendere omaggio alla sua figura, con la speranza di rivalutarne il ruolo all’interno della storia (con la S maiuscola) della fotografia, nella certezza che il suo lavoro ritaglia una traccia di vita vissuta e nella consapevolezza che non esiste immagine che, a futura memoria, possa definirsi poco interessante. Anche quando, di fronte a certe interpretazioni di stile naif, può semplicemente farci sorridere.

Francesco Cito Napoli

Renato Corsini 2017

Renato Corsini 2010

Renato Corsini 2007

Francesco Cito Napoli


FONDAZIONE A.R.M.R. AIUTI PER LA RICERCA SULLE MALATTIE RARE

RED PARTY: DAVVERO BELLO RIVEDERSI DI PERSONA!! Finalmente dopo un lungo periodo di isola-

Ing. Giuseppe Mazzoleni Fondazione ARMR

mento dettato dalla drammatica situazione pandemica, ricominciamo ad incontrarci, non più in modalità “virtuale”. Il grande piacere di rivederci si è concretizzato in occasione della sesta edizione della festa “RED PARTY”, primo evento di A.R.M.R., dopo tantissimi mesi passati in isolamento, organizzato sabato 18 settembre a Palazzo Colleoni. “RED PARTY” è diventato nel corso degli anni, un magico momento per incontrarci, stare insieme, divertirci ma soprattutto nutrire la ricerca; quindi tutti hanno il desiderio di essere partecipi di questo meraviglioso appuntamento. Infatti, grazie alla adesione di tutte le persone intervenute persone (più di 200, ma purtroppo, per motivi di sicurezza sanitaria, non siamo riusciti a soddisfare molte altre richieste di partecipazione), ai contributi donati dagli sponsor è stato raccolto un importo considerevole da dedicare a borse di studio per “nutrire la ricerca” Pertanto credo sia opportuno ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della serata, partendo da tutti i volontari impegnati, la “Band degli Imprevedibili” che allieta da sempre la serata, fino ad arrivare ai “donatori” Un sincero e accorato ringraziamento va a tutti i donatori partendo da UNICREDIT che ogni anno offre una intera borsa di studio, ACS DOBFAR S.p.A., Azimut Wealth Management, EMA Leather Clothing, Expotex S.r.l., Giambarini Group S.p.A., Mekanica S.r.l., PG&W S.r.l., Phidias, R.B. Rotolificio Bergamasco S.r.l., SCM Solutions Capital Management SIM S.p.A, Studio AMICA.

Nel frattempo, dopo il successo di “RED PARTY”, altri momenti di incontro con la presenza di persone sono stati organizzati e altri sono in fase di preparazione sempre con l’obiettivo di raccogliere fondi per la “Ricerca” Infatti, grazie alla determinazione e all’impegno delle Delegazioni A.R.M.R. di Brescia, Valcalepio e Orobie, il 26 settembre è stata organizzata la bellissima manifestazione “In moto per la ricerca” alla scoperta del lago d’Iseo e venerdì 8 ottobre al Casinò di S. Pellegrino Terme “Boomerang - Official Tribute Band dei POOH” ha suonato e ci ha fatto cantare le meravigliose canzoni scritte da Facchinetti & co.. Le manifestazioni sono tornate sempre in presenza e mercoledì 13 ottobre si è tenuta a Ranica presso la Villa Camozzi, la cerimonia, per la consegna delle “Borse di studio 2021” dove la Fondazione A.R.M.R. dona € 220.000,00 a tredici Ricercatori che andranno a prestare la loro opera presso l’Istituto Farmacologico Mario Negri. Sabato 6 novembre è organizzato al “Rifugio Monte Avaro” il “Pranzo Solidale dell’Alpinista Memorial Egidio Gherardi della camminata Bergamo - Rifugio Calvi” Un altro importante appuntamento di raccolta fondi che prevede la visita con degustazione presso una cantina e per il pranzo lo “spiedo bresciano” sarà domenica 21 novembre a Botticino (Bs) e tutte le informazioni si possono trovare sul sito www.armr.it Grazie di cuore a tutti voi che sarete partecipi e protagonisti del futuro.

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