Farmà Magazine Gennaio-Marzo 2020

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Anno 5 - Numero 1 - Gennaio - Marzo 2020

Salute, benessere e bellezza in Farmacia

SALUTE

Morbillo: il vaccino è fondamentale

PERSONAL CARE Che brutte le smagliature!

SPORT

Sciare per la propria salute

GLAMOUR Mani in vista e di tendenza

VIAGGI

Alla scoperta della bella Napoli



FOCUS

La curcuma, spezia dalle mille proprietà benefiche.

SALUTE

L’importanza del vaccino contro il morbillo

ALIMENTAZIONE

La dieta comincia dalla testa

CELIACHIA

Possibile cura con nanoparticelle contenenti il glutine

GLAMOUR

Tendenza mani 2020: Sea glass nails

PERSONAL CARE

Smagliature, brutti inestetismi

SPORT

Sciare fa bene, lo dice la scienza

Anno 5 - N° 1 Gennaio/Marzo 2020 Testata Giornalistica Reg. Trib. di Napoli n. 2016/00000467 Direttore Responsabile Simona De Falco Ufficio Abbonamenti 081 3982790 Editore Farvima Medicinali S.p.a. Promozione e pubblicità marketing@farvima.it Redazione, grafica e impaginazione VOX s.r.l. Stampa ACM s.p.a. Foto Shutterstock

MONDO BAMBINI

Il bruxismo nei bambini

VETERINARIA

Lo stress del padrone contagia anche il cane

VIAGGI

Vedi Napoli e...i suoi 5 posti inusuali

ATTUALITÀ

Esercizio fisico, meglio prima della colazione

EDITORIALE Cari lettori, anno nuovo, propositi nuovi, obiettivi nuovi… ma siamo sicuri che gennaio sia il mese giusto per avviare dei cambiamenti importanti? Forse si, forse no. Un antico proverbio recita ‘chi ben comincia è a metà dell’opera’, significa che è sempre meglio iniziare con impegno qualsiasi impresa se si vogliono ottenere maggiori possibilità di successo. In questo inizio anno molti di noi si impegnano soprattutto per rimettersi in forma, ma sarebbe opportuno migliorare noi stessi sotto altri aspetti. In una società guidata dalla competizione, anziché combattere per prevalere sull’altro, bisognerebbe impegnarsi per il bene comune. Ciò che non cambierà, purtroppo, è la lotta dei più giovani contro l’inarrestabile deriva del cambiamento climatico. Urlano per il loro futuro, che è anche il nostro, si radunano pacifici, creativi, per condividere gli stessi ideali, le stesse preoccupazioni. Chiedono grandi azioni dei governi e piccoli atti quotidiani di gentilezza verso la Terra. Iniziamo il nuovo anno con il reale intento di cambiare, unendoci alla loro lotta. Non serve scendere in piazza, bastano piccoli gesti quotidiani antispreco, antinquinamento, gesti di buona azione

nei confronti della natura che ancora ci circonda. A tal proposito, sono nate diverse e curiose idee salva natura, progetti di green economy, quali pitture che mangiano lo smog, packaging che aiutano a limitare lo spreco alimentare, adozioni di nuove foreste per ridare ossigeno all’ambiente e tante altre. Pensare alla salvaguardia del pianeta può fare bene non solo alla nostra salute, ma anche alle nostre finanze, perchè se non siete così sensibili al tema ambiente, dovreste pensare di rivedere le vostre abitudini anche per un discorso legato al risparmio economico. Si stima che in Italia ogni abitante consumi circa 220 litri di acqua potabile al giorno e che 7 famiglie su 10 comprino acqua minerale in bottiglie di plastica. Scegliere di bere l’acqua del rubinetto è un’abitudine molto vantaggiosa che riduce significativamente la produzione di rifiuti di plastica facendovi risparmiare. È importante cambiare le nostre abitudini. È urgente cambiare i nostri comportamenti per salvare il nostro pianeta. SIMONA DE FALCO DIRETTRICE DI SaluteStyle

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FOCUS SALUTE

La curcuma, spezia dalle mille proprietà benefiche Usata da tempo nella tradizione orientale ed introdotta recentemente nella medicina moderna. Ma siamo sicuri di conoscere i suoi reali effetti?! Scopriamoli con la Dottoressa Roberta Rossi Brunori

Dottoressa Roberta, quali sono le proprietà che apprezza di questa spezia?

Dottoressa Roberta Rossi Brunori

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Oltre a godere di un posto di tutto rispetto anche nella cucina italiana, per i suoi colori e sapori unici, ci sono molteplici benefici racchiusi in questa esotica radice. Diventata famosa per le sue proprietà dimagranti, in realtà l’elenco delle proprietà benefiche dimostrate della curcuma, per la salute dell’organismo, è davvero lungo. È un ottimo antiossidante, aiuta a contrastare colesterolo e zuccheri nel sangue, aiuta l’intestino e la digestione. È un antinfiammatorio, cicatrizzante ed epatoprotettore. Tutte queste proprietà

sono dovute alla presenza notevole di vitamine e sali minerali. La curcuma contiene al suo interno ferro, calcio, potassio, sodio, magnesio e le vitamine A, B, C e D. La dose di curcuma in polvere consigliata per poter beneficiare al meglio delle proprietà di questa spezia è di 2 cucchiaini al giorno. Qual è la sua opinione circa la diffusione di notizie relative alla pericolosità della curcuma? Pericolosa non è la curcuma in sè, ma l’utilizzo da parte di alcuni rivenditori di sostanze non ottimali e non della curcuma pura. Il problema sussiste


quando una persona, che però già prende medicinali che affaticano il fegato, assume una sostanza non pura ma mescolata con sostanze, anche solo parzialmente inquinate. Anzi, sono state proprio dimostrate le proprietà di epatoprotettore della curcuma! Il Ministero della Salute, infatti, ha deciso che in futuro sulle etichette degli integratori a base di curcuma e curcumina dovrà essere presente un’avvertenza che sconsiglia il consumo alle persone con alterazioni della funzione epato-biliare e a quelle con calcoli delle vie biliari. Cosa ne pensa del Depur Fegato della linea di Integratore Accento Salute del Network Farmà? È un ottimo integratore che consiglio con grande entusiasmo alla mia clientela per i quantitativi molto alti di principio attivo e per l’ottimo rapporto qualità prezzo. Inoltre, provo ammirazione per il produttore padovano della linea, Frama Fitoterapici, che garantisce elevati standard qualitativi.

Gli estratti di curcuma presentano attività antinfiammatorie, antiossidanti ed immunostimolanti. Le sue proprietà farmacologiche più note favoriscono la produzione della bile e il suo deflusso nell’intestino.

Il pepe nero stimola il processo digestivo ed è consigliato nelle cure a base di estratto di curcuma, per detossinare il fegato. Associato alla curcuma, favorisce un netto assorbimento, stimolando la depurazione epatica.

La sostanza estratta dalle foglie dei carciofi ha un’azione terapeutica sul fegato, sulla sua protezione e funzionalità e sulla riduzione dei grassi.

La radice del tarassaco possiede proprietà depurative, in quanto stimola la funzionalità biliare, epatica e renale, cioè attiva gli organi emuntori adibiti alla trasformazione delle tossine

Prodotto da Frama Fitoterapici per Farmà - Accento Salute via Cavallerizza a Chiaia,8 84121 Napoli

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SALUTE

L’importanza del vaccino contro il morbillo Dall’inizio del millennio ad oggi, le vaccinazioni contro il morbillo hanno salvato 20.4 milioni di vite: a testimoniare l’importanza assoluta dell’immunizzazione contro questa malattia - i cui effetti vanno ben oltre lo sfogo cutaneo - è un’analisi dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie.

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nnanzitutto cos’è il morbillo? È una malattina infettiva causata da un virus. È molto contagiosa e colpisce soprattutto i bambini, ma non risparmia adolescenti e adulti. Oltre la metà dei casi in Italia si verifica nella fascia di età tra i 15 e 39 anni. È un virus diffuso in tutto il mondo e nel nostro paese colpisce maggiormente tra la fine dell’inverno e l’avvio della primavera. Si trasmette per via respiratoria attraverso tosse e starnuti e attraverso le secrezioni nasali. Il virus può rimanere attivo e contagioso nell’aria o sulle superfici infette anche per due ore. Chi contrae questo virus risulta essere contagioso già quattro giorni prima della comparsa delle tipiche macchioline rosse e fino a quattro giorni dopo. Il periodo dell’incubazione dura 10-12 giorni e il decorso della malattia va dai 10 ai 20 giorni. Una volta contratto il virus si è immuni dal morbillo, teoricamente per tutta la vita. In Italia vige l’obbligo di segnalare il contagio avvenuto di morbillo alle autorità sanitarie. Il 6 · SaluteStyle

sintomo tipico del morbillo è l’eruzione cutanea, ma nonostante ciò non sempre è facilmente diagnosticabile al primo colpo, in quanto i medici possono confondere la diagnosi con altre malattie virali come la rosolia o la scarlattina. Prima ancora dell’eruzione cutanea, di solito, appaiono altri sintomi come forte raffreddore, congiuntivite e febbre sempre più alta. Le possibili complicanze del morbillo possono essere: otite, diarrea e polmonite che si verificano, complessivamente, nel 20-30% dei casi. Esistono anche complicazioni molto meno frequenti ma molto più pericolose. Una di queste, in 1 caso su 1.000, è l’encefalite, che è un processo di infiammazione del cervello - mortale nel 10% dei casi - che può creare danni neurologici permanenti. Infine, c’è una complicanza ancora più rara, 1 caso su 100.000, che può manifestarsi anche a distanza di anni dall’avvenuta malattia, che è la panencefalite sclerosante subacuta (PESS). Si tratta di una malattia progressiva del cervello dagli


effetti devastanti, come deterioramento mentale, movimenti muscolari incontrollabili e convulsioni. Il morbillo possiede tutte le caratteristiche di una patologia eradicabile con un vaccino che risulta essere sicuro ed altamente efficace. Eppure, se guarda ai dati raccolti dal 2000 ad oggi, si intende che anzichè progredire, stiamo regredendo. Parlando di numeri, per far ben intendere l’importanza dell’immunizzazione contro questa malattia, secondo l’OMS, nel 2000 morivano di morbillo 550 mila persone ogni anno. Nei primi mesi del 2019, in 48 dei 53 stati della Regione Europea dell’OMS, si sono registrati 90.000 casi con 37 decessi. Per l’Ucraina è un bollettino di guerra: oltre 54.000 casi con 18 decessi. All’inizio di agosto 2019 il Regno Unito ha perso il suo status di nazione “morbillo-free”, con 489 casi accertati, 69 dei quali importati dall’estero. Il direttore dell’OMS, Tedros Adhamon Ghebreyesus, sottolinea come i vaccini contro il morbillo siano in grado di salvare fino a due milioni di vite l’anno, precisando che accanto a chi rifiuta di vaccinarsi c’è chi vorrebbe farlo ma non può, come i bambini affetti da cancro o da malattie del sistema immunitario. Sono proprio questi soggetti deboli a correre maggiormente il rischio, perchè possono solo contare sulla buona salute della società, ossia sull’immunità di gregge, sperando sempre che il virus non trovi terreno fertile per propagarsi.

Per combattere il movimento antivax, nato dalla diffusione di false notizie, come quella secondo la quale i vaccini causano l’autismo, in un mondo in cui i social network sono le principali fonti di notizie, Pinterest ha dichiarato la propria imposizione di norme più severe ai suoi utenti, per impedire la diffusione di falsi miti.

GRADO DI PROTEZIONE DEL VACCINO CONTRO IL MORBILLO Dopo 2 dosi, l’efficacia del vaccino contro il morbillo supera il 97% e dura tutta la vita nella maggior parte delle persone completamente vaccinate. Le persone che non rispondono alla vaccinazione sono a rischio di morbillo a qualsiasi età. I vaccini sono stati sviluppati in modo d’aver sia la migliore efficacia e sia la miglior tolleranza possibile. Una reazione cutanea nel luogo dell’iniezione è possibile ma rara. Circa 1 bambino su 10 reagisce con la febbre, a volte (2-4 casi su 100) con delle macchie rosse sulla pelle o un rigonfiamento delle ghiandole salivari. Quando queste reazioni sopravvengono, appaiono circa 7-12 giorni dopo la vaccinazione. È importante sapere che i vaccini MOR (morbilloorecchioni-rosolia) non sovraccaricano il sistema immunitario e non aumentano il rischio di sviluppare in futuro allergie, autismo o malattie infiammatorie e autoimmuni. SaluteStyle · 7


ALIMENTAZIONE SALUTE

La dieta comincia dalla testa Non esistono diete miracolose e tutti lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle. Dimagrire non è cosa facile se non si comincia dalla testa, convincendoci che stiamo facendo la cosa giusta per noi stessi, per il nostro benessere psico-fisico.

È

questo, in estrema sintesi, il consiglio che nutrizionisti e psicologi rivolgono a chi sta per mettersi a dieta, perché non esistono rimedi miracolosi come puntualmente i media vogliono farci credere. Per perdere peso occorrono tempo e costanza; soprattutto, è necessario capire che il primo “nemico” è proprio dentro di noi, è la nostra mente che si oppone a qualsiasi soluzione dimagrante. Per cui, se il nostro cervello non collabora, nessuna dieta avrà successo! Significa che, prima di scegliere quale dieta intraprendere, è indispensabile capire perché abbiamo deciso di perdere peso e sentiamo il bisogno di cambiare la nostra immagine. La predisposizione psicologica è dunque determinante. Spesso si decide di cominciare una dieta perché subiamo le pressioni di amici e parenti o dei messaggi che la televisione e la società trasmettono, non per una reale e profonda motivazione, come la consapevolezza che seguire uno stile alimentare più sano migliorerà anche il nostro benessere. Se questa forte motivazione manca, la dieta è destinata al fallimento, perché la privazione di cibo 8 · SaluteStyle

provoca stress e frustrazione, ci mette di malumore e così per risollevarci finiamo per mangiare più di prima e la dieta è tristemente abbandonata! Sembra, quindi, che dimagrire sia, prima di tutto, motivazione. Più che “perdere peso” dovrebbe essere “voler perdere peso”: deve diventare un obiettivo che vogliamo raggiungere ad ogni costo, mettendoci tutto l’impegno e la volontà possibile. Bisogna diventare dei soldati pronti a combattere e magari a fare qualche piccola rinuncia, consapevoli e decisi. Bisogna affrontare la dieta con grande decisione e soprattutto con un bel sorriso stampato sulle labbra, convinti che nessun obiettivo è per noi troppo alto da raggiungere. È bene sottolineare che dimagrire non è soltanto un’esigenza estetica, il desiderio di eliminare qualche rotolino in eccesso e di specchiarsi con maggiore serenità; è anche una necessità per chi ha problemi di salute e non vuole peggiorare la propria condizione patologica. Se dunque la motivazione non manca, sei pronto per iniziare una dieta dimagrante. Vogliamo darti qualche consiglio che speriamo ti possa aiutare a vincere la sfida. • Per individuare il regime alimentare che fa per te,


è bene che ti faccia consigliare da un esperto. La dieta corretta è personalizzata e dovrebbe basarsi sullo psico-biotipo-morfologico di appartenenza. Ecco perché una dieta che produce effetti su una persona può non averne affatto su di un’altra. Ad esempio, un biotipo bilioso o sanguigno avrà necessità in termini di carboidrati diverse rispetto al cerebrale o al linfatico. Così come il classico biotipo sdoppiato a pera (minuto dalla testa alla vita e abbondante dalla vita ai piedi) avrà necessità di una dieta che tenga in considerazione questa costituzione e con essa il diverso assetto ormonale. La dieta psico-biotipizzata si basa sulle caratteristiche fisiche, il carattere, l’assetto ormonale, le abitudini, lo stress e la capacità di gestirlo. Intraprendere la dieta sbagliata, quindi, soprattutto in caso di stress, può far perdere ogni entusiasmo ed ottenere l’effetto opposto. • Prima di cominciare la dieta, dai un’occhio alla tua dispensa e cerca di capire quali cibi essa contenga. Occorre eliminare salse ricche di zuccheri, merendine e cibi confezionati, caramelle, bevande zuccherate e non, e rifornirla con semi oleosi, frutta

oleosa, frutta, verdura, proteine magre, cereali integrali, farine integrali, olio extra vergine d’oliva. • Spesso un’altra fonte di stress deriva dal vivere con persone che mangiano liberamente quello che vogliono. Ricorda che mangiare quello che si vuole non significa mangiare nel modo corretto, ed inoltre, se la dieta che stai seguendo è ben bilanciata, sarai in grado di resistere alle tentazioni perché terrà alti i livelli di serotonina che è il neurotrasmettitore dell’appagamento. • Fare del sano sport non solo aumenta il dispendio calorico, sia durante il movimento sia a riposo durante il periodo di recupero muscolare, ma favorisce anche la produzione di endorfine che fanno percepire meno la fatica. Inoltre, aiuta la produzione dell’ormone irisina che innesca il processo del browning, ovvero della conversione delle cellule adipose bianche (depositi di grasso) in cellule adipose brune (fornaci brucia grasso), ottimizzando il dimagrimento.

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CELIACHIA SALUTE

Possibile cura con nanoparticelle contenenti il glutine Una sperimentazione clinica condotta presso la Northwestern Medicine ha permesso ai pazienti affetti da celiachia di mangiare cibi contenenti glutine come la pasta, la pizza, il pane, i biscotti per 14 giorni senza risentirne.

uesto straordinario risultato è stato reso possibile grazie ad una nanoparticella biodegradabile contenente il glutine che, iniettata ai pazienti, ha permesso loro di mangiare glutine per 2 settimane senza subirne le abituali conseguenze. La scoperta è di notevole importanza, perché allo stato attuale non esiste una cura per la celiachia e i soggetti affetti da tale patologia devono necessariamente ricorrere ad una dieta composta da alimenti gluten-free. La celiachia è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario riconosce come nemico la principale componente proteica del grano, il glutine, e cosi reagisce attaccando le pareti intestinali. Gli esperti attivi in questa ricerca hanno usato la nanoparticella come un “cavallo di troia” per insegnare al sistema immunitario dei pazienti a 10 · SaluteStyle

considerare il glutine non più pericoloso e quindi a non reagire. La nanoparticella contenente glutine, infatti, iniettata nel sangue viene subito captata da cellule immunitarie, i macrofagi, che letteralmente ingoiano il suo cargo e avvertono altre cellule immunitarie della sua innocuità, cosicché si prevengano reazioni avverse al glutine. Il nanodispositivo è stato già posto al vaglio della FDA statunitense e sarà ora testato anche per altre malattie autoimmuni e per allergie alimentari come quella alle arachidi. La celiachia è una delle malattie croniche legate all’alimentazione più diffuse a livello globale e può comparire a qualsiasi età. Attualmente si stima che la celiachia interessi circa l’1% della popolazione generale e che sia più frequente tra le donne (3 volte più che negli uomini).


Il Ministero della Salute stima che i celiaci in Italia siano 600mila, ma il dato non tiene in considerazione chi non è stato ancora diagnosticato, non meno di un 30% in più secondo l’Associazione Italiana Celiachia. Infatti, sebbene sia una delle patologie croniche più frequenti, l’eterogeneità delle espressioni cliniche spesso non la rende tempestivamente riconoscibile. Dal 2017, con la revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), la celiachia è stata inserita nell’elenco delle malattie croniche invalidanti. Tale collocazione prevede il regime di esenzione sia per tutte le prestazioni sanitarie successive alla diagnosi, sia per gli alimenti senza glutine specificatamente formulati per i celiaci (es. pane, pasta, biscotti, pizza, cereali per la prima colazione e alimenti similari) che devono coprire il 35% del fabbisogno energetico totale giornaliero da carboidrati senza glutine. I fattori che possono determinare l’insorgere della malattia sono essenzialmente due: fattori ambientali, ossia una dieta con cereali contenenti glutine e fattori genetici, oppure la presenza di specifiche sequenze nei geni che definiscono la

struttura con cui le nostre cellule immunitarie riconoscono i diversi elementi che vengono a contatto con esse. I sintomi con cui la malattia si presenta possono essere molto vari, a carico di diversi organi e con differente gravità. A lungo andare, la reazione autoimmune, scatenata dal glutine nei soggetti celiaci, produce un’infiammazione che danneggia il rivestimento dell’intestino tenue e impedisce l’assorbimento di alcuni nutrienti. La celiachia è stata nominata per la prima volta da Areto di Cappadocia che, nel 250 d.C., scriveva dei koiliakos, “coloro che soffrono negli intestini”. Nel 1856, Francis Adams tradusse questo termine dal greco all’inglese, coniando l’espressione “celiaci”. Pochi anni dopo, nel 1888, Samuel Gee descrisse i sintomi dettagliati di questa condizione sia negli adulti che nei bambini, anticipando che l’unica valida cura fosse una dieta adeguata, basata sulla quasi totale eliminazione degli alimenti derivati dalla farina. Solo a metà del XX secolo, però, fu chiarito che la celiachia si manifesta in alcune persone in seguito all’ingestione di proteine del grano che danneggiano la mucosa intestinale.

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GLAMOUR SALUTE

Tendenza mani 2020: Sea glass nails

La tendenza nails per quest’inverno vuole unghie a ballerina o a mandorla unite ad un effetto mat. Ed è stata soprannominata Sea Glass Nails.

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a portata su unghie a ballerina (cosi chiamate perché hanno una forma che rimanda alle scarpette di danza classica) o a mandorla (con le tips leggermente a punta) perchè l’effetto “vetro colorato” si rende proprio nella lunetta. Una tendenza per l’inverno 2020 che guarda all’estate 2019 quando esplose la mania Jelly, ma con una grossa differenza: il finish. La texture Sea Glass è infatti opaca, da realizzare con un top coat mat. Per il resto ognuna si può sbizzarrire con la propria fantasia! Provate a dare uno sguardo su Instagram per scovare le soluzioni più interessanti e fantasiose. Chi saprebbe 12 · SaluteStyle

dire con esattezza quando è nata la nail art? Eppure un gesto semplice come quello di darsi una passata di smalto sulle unghie racchiude in sé migliaia di anni di storia. La nascita della nail art si fa, infatti, risalire all’età del bronzo in Asia. Già a quei tempi si usava colorarsi le unghie per mezzo della tintura all’henné, ricavata dalla riduzione in polvere di alcune foglie essiccate. I primi smalti comparvero in Cina a partire dal 3000 a.C. ed erano realizzati unendo cera d’api, gelatina, gomma arabica, bianchi d’uovo e tinte vegetali. Per ottenere colorazioni più intense e particolari, che variavano dal rosa al


rosso, si frantumavano petali di rosa e di orchidea, per poi mescolarli a questa miscela. Il composto impiegava ore prima di asciugarsi, per questo si era soliti applicarlo la notte precedente per essere pronti il giorno successivo. Alle origini lo smalto aveva un significato profondamente sociale, infatti dal colore che veniva impiegato per decorare le unghie si comprendeva lo status sociale della persona che lo indossava. Ad esempio, nell’Antico Egitto, i colori più scuri come il rosso erano riservati alle regine, mentre i colori chiari e dalle tonalità pastello erano riservate alle donne di estrazione sociale più bassa. Secondo una leggenda sembra che la regina Nefertiti portasse le unghie di colore rosso vivo, ottenuto mescolando un raro tipo di henné con alcune gocce di sangue!

La nail art come la intendiamo oggi è stata ideata negli anni Venti da Michelle Menard, un’estetista che si lasciò ispirare dai colori usati per verniciare le autovetture. Fu lei a sdoganare la moda della manicure a mezzaluna, che prevedeva di lasciare non colorata o a contrasto la mezzaluna sopra le cuticole e spesso la parte bianca dell’unghia. Negli anni ‘70 l’americano Jeff Pink crea la french manicure e negli anni a seguire non si contano le nuove tendenza e i nuovi tool che spaziano dai colori fluo alle prime penne da nail art! È con il nuovo millennio che la manicure non conosce più limiti: grazie all’aerografo e allo stamping, tecnica con cui si imprimono sulle unghie, con stencil e timbri, disegni estremamente elaborati, le unghie diventano tele su cui dipingere opere d’arte.

Qualche scatto da Instagram #seaglassnails

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PERSONAL CARE SALUTE

Smagliature, brutti inestetismi Le smagliature sono tra gli inestetismi del corpo più comuni ma anche i più temuti. Tutti ne possono essere colpiti, indipendentemente dal sesso, ma in percentuale colpiscono circa il doppio delle donne rispetto agli uomini.

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ono vere e proprie cicatrici sulla pelle dovute a delle rotture delle fibre elastiche nello strato del derma. La pelle, che è un organo a tutti gli effetti e anche il più esteso del corpo umano, si divide in tre strati e quello mediano, il derma, è molto vascolarizzato e ricco di fibre di collagene e tessuto connettivo; nonostante sia un organo incredibilmente elastico e duraturo, purtroppo, se viene sottoposta a grande stress e viene stirata oltre ai suoi limiti di elasticità, la pelle reagisce con un processo diviso in varie fasi che porta alla formazione delle smagliature. La prima è la fase infiammatoria, nella quale il derma inizia ad essere tirato e sollecitato eccessivamente. Questa infiammazione interessa le cellule che sono adibite alla produzione di collagene ed elastina, causando un’anomalia nella loro produzione o, nei casi estremi, all’interruzione della stessa. Di conseguenza, la struttura e l’impalcatura del derma iniziano a subire delle modifiche e compaiono le prime incrinature. Questa fase non comporta dei sintomi ben definiti, si può solo, in rari casi, avvertire prurito o bruciore nelle zone colpite. La seconda è la fase rigenerativa, nella quale le cellule riprendono la produzione ma il derma continua ad essere sollecitato in maniera smisurata. 14 · SaluteStyle

Compaiono così le striature rosse o rosa sulla pelle, comunemente dette smagliature rosse o rosa. L’ultima è la fase di cicatrizzazione e ha una durata variabile. Le cellule provvedono alla produzione di collagene ed elastina e la frattura del derma tende a cicatrizzarsi. Le striature rosse diventano smagliature bianche e perlescenti, a causa del tessuto fibroso della cicatrice. Come abbiamo visto, vi sono due tipi di smagliature: rosse e bianche. Quelle rosse sono in genere quelle più giovani, perché la lesione è allo stato iniziale. Poi, dopo alcuni mesi, quelle rosse evolvono nelle forme bianco/avorio, lievemente depresse. Si tratta di vere e proprie cicatrici, che difficilmente possono essere trattate. Non vi è certezza assoluta sulle cause, ma sicuramente vi sono dei fattori che contribuiscono a determinare questi inestetismi cutanei. Un ruolo importante è giocato dalla predisposizione genetica. Alcuni individui possono essere maggiormente colpiti dalla formazione di smagliature a causa della loro scarsa elasticità della pelle. Altra causa, piuttosto comune, è l’estensione troppo rapida della pelle, come avviene nei casi di aumenti e perdite improvvise di peso oppure durante la gravidanza. In queste circostanze la zona più colpita dalle smagliature è la pancia ma non è raro che appaiano


anche su seno e cosce. La pubertà rappresenta certamente un periodo di rapida crescita che può determinare l’insorgere di smagliature, perché la pelle potrebbe non avere il tempo e l’elasticità sufficiente per adattarsi al cambiamento. Questo tipo di striature è molto comune nelle ragazze adolescenti e solitamente colpiscono seno, cosce, fianchi e glutei. Nei ragazzi invece, tendono a comparire su spalle, schiena e braccia. Anche la produzione ormonale, in particolare di cortisolo, è una delle cause della comparsa delle strie poiché tende a ridurre la produzione dell’elastina, con conseguente perdita di elasticità della pelle. Per lo stesso motivo compaiono anche le smagliature iatrogene nelle zone dove vengono applicati farmaci corticosteroidei. Una cura per eliminare totalmente le smagliature, purtroppo, non esiste. Pertanto risulta molto importante prevenirne la formazione, prediligendo un’alimentazione sana ed equilibrata, possibilmente ricca di acidi grassi Omega 3, Omega 6 e di vitamine. Il modello di dieta ideale è la dieta mediterranea perché garantisce un perfetto equilibrio tra tutti i nutrienti. Occorre anche ricordarsi di bere almeno 2 litri d’acqua e mangiare 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, perché permettono di prevenire la disidratazione della pelle. Risulta utile anche inserire nella dieta cibi che stimolano la sintesi del collagene (come pomodori, salmone, uova, ecc) perché, col passare degli anni, la pelle ne produce di meno e diventa meno elastica. Se si decide di sottoporsi ad una dieta per perdere qualche chilo di troppo, è assolutamente da evitare l’effetto yo-yo, la circostanza dovuta a rapide perdite di peso ottenute con diete drastiche ed eccessivamente privative

e la successiva ripresa dei chili persi, deleterio per la pelle e spesso causa della comparsa delle smagliature. Il consiglio da seguire è sempre quello di rivolgersi ad esperti nutrizionisti o dietologi che somministrano diete bilanciate che prevedono la graduale perdita di peso. Lo sport è certamente l’altro alleato fondamentale nella battaglia contro gli inestetismi della pelle, perché non solo aiuta a mantenersi in forma, ma migliora la tonicità cutanea. E quando la pelle è più tonica, le fibre si mantengono elastiche e il rischio di smagliature si riduce. Inoltre, fare attività sportiva serve a liberare il proprio corpo dallo stress e permette così di tenere bassa il livello di cortisolo. Attenzione però al sollevamento pesi e a tutte quelle discipline sportive che hanno come obiettivo l’ipertrofia muscolare: capita spesso di vedere frequentatori delle palestre con smagliature sul corpo. Anche qui il consiglio è di affidarsi sempre a personal trainer competenti in grado di impostare un programma adatto al proprio corpo. Sul mercato, inoltre, esistono numerose creme e oli che possono essere impiegati per migliorare l’elasticità della pelle. Per aumentare la produzione di collagene, si può ricorrere a creme che contengono centella asiatica, acido boswelico e vitamina E. Creme antismagliature più forti sono, invece, quelle contenenti derivati della vitamina A, che non sono utilizzabili in gravidanza, e creme a base di acido glicolico. Utili sono anche i fanghi termali per stimolare la rigenerazione dei tessuti, grazie ai sali minerali che contengono. Per quanto riguarda gli oli vegetali, in commercio ve ne sono tanti. Ottimi sono quelli a base di mandorle dolci, avocado, cocco, argan, burro di karité.

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SPORT SALUTE

Sciare fa bene. Lo dice la scienza Ora avete la scusa per giustificare la vostra voglia pazza di sciare.

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e vette imbiancate, i laghi ghiacciati, le grandi distese di neve riempiono lo sguardo di incanto, magia e gioia. Il silenzio dei boschi innevati dona pace all’anima cancellando in fretta lo stress della città. I polmoni si rinvigoriscono con l’aria fresca, pura e pungente. Che tu sia uno sciatore provetto o non abbia mai messo un paio di sci ai piedi, c’è sempre un buon motivo per cui andare a sciare. Sciare fa bene al corpo e alla mente. Lo conferma uno studio scientifico portato avanti da SAES - Istituto di scienze motorie dell’Università di Salisburgo - che dimostra che praticare questo sport con una certa frequenza ha la 16 · SaluteStyle

capacità di inibire alcuni meccanismi che potrebbero generare malattie cardiovascolari e Alzheimer. In particolare, sciare a quote mediamente alte, migliora l’ossigenazione dei tessuti e il rinnovamento del sangue. L’effetto più comune percepibile si ha sui muscoli, compreso il cuore. Sulla muscolatura, sciare agisce positivamente aumentandone la massa, che a sua volta protegge articolazioni e legamenti. Per quanto riguarda il cuore, invece, l’effetto lo si ha sulla frequenza cardiaca, permettendo al cuore di fare un allenamento prolungato e costante, che ne aumenta la resistenza e la forma fisica in generale. Altro aspetto


positivo generato da una sciata lo si ottiene sulla respirazione. Infatti, più si sale in quota più l’aria risulta libera da agenti che possono provocare problemi all’apparato respiratorio. Sciare regolarmente riduce sensibilmente i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, riducendo i livelli di colesterolo e ipertensione nonché il peso, grazie all’aumento del consumo calorico. E poi rigenera il sangue, perché passare qualche giorno in montagna, anche a quote moderate come quelle tra i 1400 e i 2000 metri, migliora l’ossigenazione, aumenta la produzione di globuli rossi ed emogoblina nel sangue e, come conseguenza, rinnova sia il sangue che i tessuti, ringiovanendo il corpo. Chi scia poi fa un’attività sportiva che impegna il cuore tra il 60% e l’80% della sua frequenza cardiaca massima, che è proprio quella consigliata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per garantirsi a lungo termine la

salute dell’apparato cardio-circolatorio. E i benefici non si limitano solo ai momenti in cui si affronta la discesa sulle piste, perché anche durante le pause, per esempio sulla seggiovia, il cuore continua a battere a un ritmo utile per un interval training che migliora la forma fisica generale e la resistenza alla fatica, sia durante lo sport che negli impegni di tutti i giorni. Un aspetto molto importante da non sottovalutare è quello legato al benessere che riceve la mente. Lo studio scientifico si è concentrato anche su questo aspetto, valutando emozioni e umore delle persone che si sono sottoposte allo studio. Fattori come fare sport all’aria aperta, immergersi nella natura abbandonando lo stress quotidiano, creano uno stato mentale positivo durante una sciata lasciando percepire solo una stanchezza relativa.

ATTENZIONE: SE SIETE ALLE PRIME ARMI, AFFIDATEVI AD UN BRAVO MAESTRO, PRIMA DI SFRECCIARE GIÙ PER DISCESE VERTIGINOSE! Lo sci, anche praticato

Non arrivare sulle piste

a livello base e non

digiuni di qualsiasi

agonistico, favorisce la

altra attività fisica.

capacità polmonare,

E, in questo senso,

che aumenta in modo esponenziale. È sempre bene, però, tutelare le vie aeree per evitare raffreddamenti o sintomi influenzali.

conoscere e praticare

Il guadagno si ha anche

la presciistica di base

in termini di estetica

è un’ottima abitudine,

e miglioramento di linea: un’ora di sci fa consumare circa 400 calorie, anche nel caso di un’attività normale e non eccessiva. Lo sci migliora la propriocezione e la familiarità col proprio corpo per via del movimento coordinato di braccia e gambe.

utile di anno in anno.

L’attività presciistica

Evitare di trascurare

contempla un

alcuni accorgimenti di

allenamento funzionale

base: dotarsi sempre

con o senza carico

delle protezioni,

e gradualmente

scegliere la pista in

amplificato. A corpo

base alle proprie

libero si eseguono una

capacità, misurarsi

serie di movimenti

sempre con le energie

tecnici classici come

che si hanno in quel

squats, piegamenti,

determinato giorno.

trazioni, saltelli.

SaluteStyle · 17


MONDO BAMBINI SALUTE

Il bruxismo nei bambini Il bruxismo consiste nel digrignamento dei denti facendoli stridere, dovuto alla contrazione della muscolatura masticatoria, soprattutto durante il sonno. Generalmente viene considerato come una parafunzione, ovvero un movimento senza uno scopo.

I

l bruxismo può essere sia diurno che notturno. In quello diurno la persona è cosciente dell’azione, mentre in quello notturno non ne è consapevole. Durante la notte il disturbo risulta essere del tutto involontario legato ai cosiddetti micro-risvegli, cioè brevissime e improvvise interruzioni del sonno. I fattori di rischio correlati al bruxismo sono essenzialmente due: fattori predisponenti di tipo occlusale: prematurità e interferenze (contatti anomali tra denti di arcate opposte), e fattori scatenanti: stress, tipo di dentatura, posizione durante il sonno. La combinazione di fattori predisponenti e scatenanti concorrono entrambi nell’indurre l’abitudine di stringere e stridere i denti. Nei bambini il bruxismo può essere un campanello di allarme che riconduce ad altri disturbi, soprattutto in età infantile prescolare, quando i bambini difficilmente parlano chiaramente e con coscienza dei sintomi che 18 · SaluteStyle

sentono. Infatti, il bruxismo, cosi come i borbottii o il succhiarsi il pollice, è una modalità infantile che serve a scaricare la tensione emotiva interna. Il bambino piccolo nei primi anni di vita non è in grado di elaborare mentalmente l’ansia ed esprimere a parole quello che gli causa tensione e allora utilizza il proprio corpo come canale di trasmissione. Ad esempio, durante la notte, il bruxismo si manifesta maggiormente, perché per il bambino quello rappresenta un momento di forte ansia, di confronto con il buio e le paure nascoste. Cosi digrignando i denti, oppure in alternativa dondolandosi, il bambino cerca e trova conforto per le sue paure ed una sorta di sostituto dei genitori. Tutti gli eventi che sottopongono il bambino a uno stress sono dunque potenzialmente responsabili del presentarsi del sintomo. I fattori di rischio si identificano in: iperattività, ansia, nervosismo, reazioni psicologiche, fumo passivo,


mal di testa, sonno agitato, sonno disturbato (come dormire con la luce accesa, avere rumore nella stanza), ore di sonno non sufficienti, problemi di condotta, sintomi emotivi o anche problemi di salute mentale. Il bruxismo nei bambini è frequentemente presente e si verifica in circa il 20% dei bimbi sotto i 12 anni. Per diagnosticarlo si deve ricorrere principalmente all’anamnesi, per cui è fondamentale il supporto dei genitori e dei tutori dei minori. Generalmente il medico consiglia di osservare il comportamento dei bambini, oltre che durante il sonno, in momenti di rilassamento, durante la fase del gioco o la visione della televisione. Vero è che tale disturbo tende a svanire con la crescita, per questo non è sempre considerato patologico. Essendo però un disturbo comune, può causare problemi collaterali al cavo orale e la muscolatura adiacente come denti danneggiati, errori di masticazione, mal di testa, mal d’orecchio e dolori muscolari. Non esistono terapie farmacologie per questo disturbo, per cui la sua gestione parte soprattutto dalla prevenzione e dalla capacità dei genitori di creare intorno al bambino un clima di serenità, eliminando gli stress psicologici ai quali può essere soggetto. Può succedere che il bambino digrigna i denti, anche durante la giornata per comunicare proprio una situazione di eccessiva tensione. Compito dei genitori e delle persone che sono loro accanto è quello di insegnargli come esprimere l’aggressività e la rabbia all’esterno. Sarà poi il bambino a scegliere il linguaggio più adatto alla sua età: attività fisica, disegno, fare giochi di costruzione e di creatività. Le strategie di gestione dello stress

si apprendono da piccoli e diventeranno, in età adulta, modalità quotidiane per affrontare le tensioni e lo stress. Per i bambini più piccoli, laddove si adottano strategie come quelle sopra descritte, non è consigliato usare mascherine bite. Solo se il medico specialista, l’odontoiatra, lo ritiene necessario si può prendere in considerazione l’eventuale utilizzo precoce di dispositivi intraorali per qualche ora al giorno sotto la supervisione del genitore ma il trattamento di prima linea consiste nell’incoraggiare i pazienti, ma soprattutto i genitori, a monitorare il comportamento parafunzionale dannoso e, di conseguenza, a cercare di modificarlo e cessarlo.

DENTI SANI

BRUXISMO

SaluteStyle · 19


VETERINARIA SALUTE

Lo stress del padrone contagia anche il cane Che lo stress fosse contagioso è cosa conosciuta e dimostrata da numerose ricerche: studenti che hanno un insegnante in condizione di forte agitazione mostrano maggiori livelli di cortisolo, l’ormone dello stress; la stessa cosa succede tra mamme e figli. Ma un recente studio ha dimostrato come questa emozione si può trasmettere anche tra uomo e animale.

L’

osmosi emozionale, ovvero la condivisione e trasmissione di emozioni, può essere sia positiva che negativa: per questo motivo se si va a lavorare sulle emozioni dell’uomo, di conseguenza, si andrà a lavorare anche su quelle del cane e quindi sul suo comportamento. Cosa accade però se la situazione stressante permane e si cronicizza? Uno studio della Linköping University, condotto in Svezia, ha dimostrato che tra un padrone cronicamente stressato e il proprio cane è facile che si verifichi quella che gli scienziati chiamano “sincronizzazione interspecifica”, che innalza i livelli di cortisolo anche nell’animale. Lo stress

20 · SaluteStyle

benefico, o eustress, è una condizione che tutti sperimentiamo nella vita: quando dobbiamo sostenere un esame, prima di un avvenimento importante o durante una gara sportiva. La prova biochimica è data da un picco temporaneo nella saliva e nel sangue dei livelli di cortisolo, un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali, che induce aumento della gittata cardiaca e che serve, in quel dato momento, a far fronte a una situazione anomala (risposte del tipo fight or flight, combatti o fuggi). Se però gli eventi “stressanti” durano troppo, la situazione si cronicizza e un esame del capello


- dove il cortisolo in eccesso si accumula - può metterlo in evidenza. Nello studio svedese sono stati esaminati 25 Border Collie e 33 cani da pastore dello Shetland, i cui proprietari erano donne, che condividevano la vita quotidiana. Siccome i cani erano due razze da lavoro, i ricercatori hanno prima escluso che ci fosse un legame fra l’attività normalmente richiesta loro e l’accumulo di cortisolo nel pelo. I ricercatori, coordinati da Lina Roth, hanno analizzato le concentrazioni di cortisolo, l’ormone che misura lo stress, nei capelli delle donne e nel pelo del cane, sia nel periodo estivo che invernale. L’obiettivo era individuare e controllare il livello di stress presente in cane e padrone. Le proprietarie hanno poi dovuto compilare due questionari sulla loro personalità e su quella del loro amico a quattro zampe, al fine di verificare la correlazione fra stress e aspetti del carattere della persona e dell’animale.

Dalla ricerca è emerso come il legame fra stress nel proprietario e stress nel cane fosse molto forte: se, infatti, il livello di cortisolo era elevato negli esseri umani, lo era anche negli animali, mentre se le concentrazioni dell’ormone erano basse nelle proprietarie, allo stesso modo lo erano nei cani. La sincronizzazione era influenzata anche dal sesso: a parità di altre condizioni, le cagnoline mostravano un maggiore livello di risposte emozionali. Lo stesso accade anche fra gli scimpanzé, i ratti e gli esseri umani. In quest’ultimo caso, ipotizzano i ricercatori, il motivo sarebbe legato al diverso ruolo sociale che le femmine rivestono rispetto ai maschi. Anche se, come hanno affermato i ricercatori, saranno necessari ulteriori studi e approfondimenti anche su altre razze di cani, è evidente come siano proprio gli amici a quattro zampe a rispecchiare il livello di stress dei loro proprietari, e non viceversa.

SaluteStyle · 21


VIAGGI SALUTE

Napoli

Vedi e... i suoi 5 posti insoliti Un famoso proverbio dice “Vedi Napoli e poi muori”. La verità è l’esatto opposto, perché Napoli è una città incantevole ed affascinante che non si smetterebbe mai di visitare. Lascia in chi la visita il desiderio di ritornarci perché custodisce tanti tesori nascosti, alcuni davvero poco conosciuti. Ve ne consigliamo 5.

Palazzo della Borsa È un palazzo monumentale, ubicato nel quartiere Porto, che ospita la Camera di Commercio di Napoli. Di stile neo-rinascimentale a tre piani, l’edificio, realizzato su progetto di Alfonso Guerra e Luigi Ferrara, fu inaugurato nel 1899 e poi ingrandito in epoca fascista che aggiunse i due obelischi ai lati dell’ingresso principale. L’elemento che suscita più interesse con i suoi marmi multicolore è, indubbiamente, il Salone delle Grida, immensa sala contornata da colonne con cariatidi che riportano lanterne ed ancore, simboli del commercio marittimo, che ha ospitato fino al 1992 gli uffici della Borsa prima che tutte le attività di trading venissero centralizzate a Milano. Non solo la sala è visitabile, ma è anche possibile riservarla per eventi di ogni genere. Altra bellezza nascosta da non perdere è la chiesa di Sant’Aspreno, piccolo tempio paleocristiano che è stato inglobato all’interno della Borsa e al quale si può tuttora accedere da un ingresso laterale dell’edificio. La biblioteca Lucchesi Palli La Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli ospita la preziosa e poco conosciuta collezione del conte Febo Eduardo Lucchesi Palli. 22 · SaluteStyle

Nel 1888 il conte donò la sua ricca biblioteca drammatica, con annesso Archivio Musicale, allo Stato Italiano. La collezione originale comprendeva circa 30.000 volumi tra cui molte lettere del compositore Giuseppe Verdi, tutti i manoscritti e le pubblicazioni del celebre poeta Salvatore Di Giacomo, sceneggiature di circa 2500 commedie dei primi anni del 19° secolo e comprendeva persino una ricca collezione di opere letterarie giapponesi ed una sezione legale, fornita di memorie giuridiche. Il conte, all’atto della donazione, espresse il desiderio che bibliotecario e sottobibliotecario fossero scelti “fra i più rinomati cultori della letteratura drammatica”. Infatti, il primo bibliotecario destinato alla direzione della Lucchesiana fu il celebre commediografo Achille Torelli. Dal 1° settembre 1902 l’incarico passò a Salvatore Di Giacomo che lo conservò per circa un trentennio. La Farmacia degli Incurabili La Farmacia degli Incurabili è annessa all’ospedale rinascimentale, noto come Santa Casa degli Incurabili, situato nella parte alta del Decumano superiore. Si tratta di un vero gioiello che racconta della storia artistica cittadina, con i suoi


elementi barocco-rococò, e nello stesso tempo della storia della medicina e della farmacologia. Gli spazi della Farmacia sono caratterizzati dalle maioliche e dalle scaffalature in legno, lavorate da artigiani dell’epoca che si occuparono della falegnameria e degli stucchi dorati. Altro elemento di grande suggestione sono le ampolle, situate in 66 nicchie, che conservano tutt’oggi residui di prodotti farmaceutici. Nei “farmaci” repertoriati si ritrovano degli ingredienti e preparazioni che si rifanno a credenze alchemiche ed esoteriche. Infatti, la Farmacia era spesso inserita negli itinerari della Napoli massonica. Fra le curiosità, si nota un’ampolla contenente la teriaca, una mistura contenente tra l’altro oppio, carne e pelle di vipera che era considerata la panacea di tutti i mali. Questo farmaco, un antiveleno di origini greche, ebbe una larga diffusione del Medioevo e Rinascimento. Era considerato, infatti, l’antidoto per eccellenza, dalle virtù magiche, capace di guarire ogni male.

Cimitero delle Fontanelle Nel cuore del rione Sanità è possibile visitare un luogo molto particolare e suggestivo: “O’ Campusanto d’e Funtanelle”. Più che un cimitero è un’immensa e antica fossa comune. Luogo che tragicamente rimanda a lontani accadimenti della storia della città di Napoli. Nel 1656 la peste si abbatte su Napoli e sono numerosissime le vittime, tanto che, non potendole seppellire singolarmente, viene dato l’ordine di deporre le salme in quel che era la cava di tufo delle Fontanelle. Agli appestati si aggiungeranno, in seguito, le vittime delle carestie e quelle del colera del 1836. Si trattava di povera gente di cui oggi rimangono esposti in uno spettacolo inusuale migliaia di crani. Proprio in questo luogo, fino al dopoguerra, si praticava il “rito delle anime pezzentelle”. Secondo le credenze popolari, infatti, le anime delle Fontanelle vagavano in Purgatorio senza trovare pace. Cosi nacque l’usanza di adottare un cranio orfano - una capuzzella - curandolo e lucidandolo, in modo da alleviare la sua sofferenza. Ma si sa, non si fa mai nulla per nulla. Ed infatti,

le capuzzelle ricambiavano con favori e grazie. Sono cosi diventate note ‘A capa ‘e Pascale (la testa di Pasquale) che può suggerire i numeri vincenti alla lotteria e ‘A Capa d’o Capitano (la testa del capitano), che ha il potere di far maritare entro l’anno una ragazza celibe. Napoli Sotterranea La visita alla città di Napoli non può che concludersi compiendo un viaggio nella storia che si compie a 40 metri di profondità! La città poggia le sue fondamenta su un’antichissima rete di strade e cisterne: i Greci scavarono le prime cave sotterranee per estrarre il tufo dal sottosuolo necessario per costruire le mura e i templi della loro Neapolis. Successivamente, in epoca romana, il vasto reticolo di passaggi sotterranei venne ampliato e adattato per raccogliere l’acqua piovana, realizzando così un acquedotto che servirà a portare acqua alle case napoletane fino al 1885! I cunicoli si diramavano in tutte le direzioni per rifornire di acqua le fontane e le abitazioni della città superiore che cresceva in bellezza e sfarzo. Agli inizi del XVI secolo il vecchio acquedotto e le moltissime cisterne pluviali non riuscivano più a soddisfare il bisogno d’acqua della città che si era estesa a macchia d’olio e fu così che il facoltoso nobile napoletano Cesare Carmignano costruì un nuovo acquedotto. Ma fu solo agli inizi del XX secolo che si smise di scavare nel sottosuolo per l’approvvigionamento idrico e si abbandonò la rete di cunicoli e cisterne che aveva raggiunto un’estensione di oltre 2.000.000 m². I sotterranei vennero cosi trasformati, durante la Seconda Guerra Mondiale, in rifugi antiaerei utilizzati dalla popolazione per proteggersi dai disastrosi bombardamenti che colpirono la città. Le cavità vennero illuminate e sistemate per accogliere centinaia di persone che al suono della sirena correvano giù per le scale per trovare riparo. Durante la visita alla Napoli sotterranea, colpiscono resti di arredi, graffiti e vari oggetti conservati in ottimo stato, che testimoniano ancora oggi la grande paura dei bombardamenti e i numerosi periodi vissuti nei rifugi, facendo riemergere uno spaccato di vita importante e al tempo stesso tragico della storia cittadina.

SaluteStyle · 23


ATTUALITÀ SALUTE

Esercizio fisico, meglio prima della colazione Sport al mattino? Meglio prima di colazione se l’obiettivo è bruciare i grassi. Una ricerca, pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, rivela che svolgere attività fisica prima di mangiare migliora il controllo degli zuccheri nel sangue e aiuta a bruciare più grassi.

C

on lo stomaco vuoto, il nostro corpo è costretto ad usare i lipidi come fonte energetica e migliora la risposta dell’insulina, l’ormone che tiene sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue, abbassando così il rischio di diabete di tipo 2 e di patologie cardiovascolari. Lo studio è stato condotto da un gruppo di scienziati delle Università di Bath e Birmingham, nel Regno Unito, che hanno sottoposto 30 uomini obesi o sovrappeso a una sezione di esercizio fisico guidato (50 minuti di cyclette per tre volte alla settimana) per sei settimane. I volontari sono stati divisi in due gruppi attivi, che si sono allenati rispettivamente prima e dopo aver fatto colazione, e un gruppo di controllo che non ha esercitato alcuna attività 24 · SaluteStyle

fisica. Gli uomini che si sono allenati prima di colazione hanno bruciato una quantità doppia di grassi rispetto a quelli che hanno fatto sport a pancia piena. Secondo gli scienziati, l’aumentato consumo di grasso corporeo è riconducibile ai bassi livelli di insulina nel sangue durante l’esercizio fisico: poiché i volontari erano reduci dal digiuno notturno, hanno bruciato prima i pochi carboidrati ancora disponibili, e subito dopo le riserve di grasso nei loro tessuti come fonte di energia. Questo gruppo ha anche mostrato una migliore risposta all’insulina anche in seguito, nel corso della giornata - ossia ha avuto bisogno di minori livelli di insulina per controllare la glicemia. L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas che


permette alle cellule di prelevare lo zucchero presente nel sangue e assunto con l’alimentazione, per utilizzarlo come fonte energetica. Le persone che non fanno abbastanza esercizio fisico e accumulano peso in eccesso devono produrre più insulina affinché l’ormone svolga il suo compito: una condizione nota come insulino-resistenza, anticamera e caratteristica principale del diabete di tipo 2. Differente è però il discorso sulla perdita di peso: il dimagrimento tra i volontari dei due gruppi (colazione prima e dopo lo sport) è risultato uguale, perché bruciare grassi non porta a perdere peso, se il bilancio con le calorie ingerite rimane in pari, ma la loro salute metabolica e cardiovascolare è notevolmente migliorata. “I nostri risultati suggeriscono che cambiare l’orario dei pasti in base a quando si fa sport può apportare cambiamenti profondi e positivi sulla salute”, ha spiegato il dottor Javier Gonzales, del dipartimento di Salute dell’Università di Bath. “Questo lavoro evidenzia come fare sport quando si è ancora a digiuno dalla sera precedente, possa aumentare i benefici dell’esercizio fisico per la salute, senza cambiare l’intensità o la durata dell’allenamento”, ha aggiunto il dottor Gareth Wallis, dell’Università di Birmingham.

Alcuni consigli per chi desidera provare a svolgere attività fisica al mattino prima di fare colazione: • Inserite gli allenamenti a digiuno con una dieta finalizzata al dimagrimento e abbinate anche sessioni di allenamento con i pesi incentrati sullo sviluppo della forza; • Allenarsi a digiuno aumenta il rischio di crisi ipoglicemiche, specie nei soggetti non allenati o non abituati a svolgere esercizio fisico in tali condizioni; la comparsa di ipoglicemia è segnalata da sintomi come desiderio smodato di cibo, pallore, sudorazione fredda, cefalea e vertigini, tremore. All’insorgere di questi sintomi smettete immediatamente di correre a digiuno e assumete piccole quantità di alimenti ricchi di zuccheri come cioccolatini, bevande analcoliche zuccherate, miele, uva passa, seguiti da un pasto più consistente a base di carboidrati complessi; • Assumete un paio di caffè o un integratore termogenico (a base di arancio amaro, guaranà, cola, teina), prima dell’allenamento a digiuno; • Bevete, prima di iniziare l’allenamento, un paio di bicchieri d’acqua, soprattutto quando non avete la possibilità di bere durante la sessione allenante. • Correre a digiuno potrebbe indurre un eccessivo stress anche dal punto di vista psichico, specie quando si sacrificano troppe ore di riposo notturno. Per questo motivo, il consiglio è di variare le modalità di allenamento durante la settimana. Potreste optare per due volte a settimana dopo aver fatto colazione ed una sola volta a stomaco vuoto. Riservate poi gli allenamenti di intensità media e bassa per il workout a stomaco vuoto e quelli ad alta intensità per dopo mangiato. COME FUNZIONA IL MECCANISMO DI PRODUZIONE DELL’ENERGIA Il processo di base per la produzione dell’energia è lo stesso per ciascun individuo. Ciò che cambia è il modo in cui questa viene trasformata ed impiegata nei processi vitali. Durante un allenamento, il corpo utilizza energia ricavata da diverse fonti primarie, per poi contare su altre in caso di emergenza. La prima fonte è rappresentata dai depositi di fosfato. Questi ultimi sono suddivisi in CP (creatinfosfato) ed ATP (adenosintrifosfato). I depositi di fosfato sono i primi ad essere bruciati e si esauriscono quasi subito. Consentono di ottenere la massima performance nel minor tempo possibile ed è per questo che sono fondamentali durante gli allenamenti di forza e per gli scatti. La seconda fonte è rappresentata dai depositi di glicogeno, ossia i carboidrati immagazzinati dall’organismo. La “glicolisi” è il processo attraverso cui l’organismo crea energia a partire dai carboidrati. Possiamo distinguere due tipologie di glicolisi: la glicolisi aerobica e quella anaerobica. La prima viene utilizzata negli sport di resistenza, quindi quando si brucia ossigeno per produrre energia. La seconda viene utilizzata negli allenamenti brevi, caratterizzati da un alto grado di intensità, come l’Interval Training. Sono riserve di energia che vengono utilizzate già dopo i primi 10 secondi di allenamento.

SaluteStyle · 25


ARIETE Il 2020 inizia un po’ in sordina, a causa del transito di Saturno e Plutone. A gennaio dovrai saper mettere in discussione il rapporto di lavoro. Giove, può portare qualche spesa imprevista e rendervi meno entusiasti e fiduciosi del solito. Dalla primavera ritornerete nelle grazie di Saturno che vi lascerà in pace. Quello sarà un momento ideale per chiedere un aumento al capo, o per guardarti intorno alla ricerca di occasioni migliori per crescere.

TORO Il 2020 si avvia sotto i buoni influssi di Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone: questi transiti diventano occasioni favorevoli in ogni settore della vostra esistenza. La presenza di Urano vi invita ad apportare cambiamenti profondi nella vostra vita. Questa esigenza si farà sentire di più in primavera a causa del transito di Saturno. Giove vi sostiene sia economicamente, che con un’iniezione di fiducia.

GEMELLI Per i Gemelli il 2020 sarà un anno di transito, in attesa di grandi notizie e di importanti verità. Giove vi permette di recuperare forma fisica e quella spensieratezza e leggerezza che tanto vi contraddistingue. Unico sorvegliato speciale per i prossimi mesi sarà Mercurio, il vero pianeta dei Gemelli, che non va trascurato da febbraio ad aprile. Il vostro destino pratico e professionale brillerà per chiarezza e coerenza fino a giugno.

CANCRO Il 2020 si presenta con un cielo un po’ nervoso a causa dell’opposizione di Giove, Saturno e Plutone. Non sarà un anno come gli altri perché non mancheranno quei pianeti che vi terranno svegli fino a tardi, quelli che, in un modo o nell’altro, esigeranno parecchio. Il settore delle relazioni è molto stimolante, anche se è necessario muoversi con accortezza per non creare danni irrimediabili. I mesi importanti: gennaio, aprile, novembre e dicembre.

LEONE Per il leone è previsto un anno di fuoco che sarà generalmente positivo, anche se l’opposizione di alcuni pianeti preannuncia la necessità di fare pulizia nella vostra esistenza. Da gennaio ad agosto ci saranno cambiamenti improvvisi. La primavera porterà qualche problema nel settore delle relazioni o in quello professionale. Con Giove neutro per quasi tutto l’anno, vi conviene capitalizzare e consolidare i traguardi ottenuti nell’anno precedente.

VERGINE Il 2020 si prospetta molto positivo. Questo cielo dominato dai transiti favorevoli di Giove, Saturno, Urano e Plutone, vi coccola e vi offre molte opportunità per realizzare progetti e desideri. Mercurio, da febbraio ai primi di aprile, potrebbe crearvi qualche intoppo con il lavoro e con le relazioni, che possono presentare ombre con qualche ambiguità. Nella vita sentimentale cercate di tenere i piedi ben saldi.

BILANCIA Il 2020 segna un momento di svolta e di ripresa in ogni settore. I primi due mesi saranno gratificanti, grazie al transito dei pianeti veloci che vi consentiranno di vivere con pienezza sentimenti e vita professionale. Con la primavera comincerà a presentarsi il lato più oscuro. Attenzione a marzo, aprile e giugno. In quei periodi il vostro rapporto di coppia potrebbe subire pesanti scossoni che mineranno la fiducia e la comprensione.

SCORPIONE Questo sarà un anno più che generoso per alcuni rapporti che possono rivelarsi romantici e molto passionali. Febbraio, giugno, luglio e agosto saranno mesi positivi per incontri molto eccitanti. Siate molto cauti in primavera, con la maggior parte dei pianeti veloci in contrasto al vostro cielo, che sveglieranno quell’aggressività che vi spinge a scelte avventate. Conferme e soddisfazioni le avrete anche nella vita professionale, soprattutto da giugno.

SAGITTARIO Il 2020 è un anno che scorre tranquillo e sereno. Questo cielo vi permette di fare nuovi progetti, sia personali che professionali. La vita affettiva, che a gennaio godrà ancora di momenti piccanti e piacevoli, potrebbe però rivelarsi improvvisamente difficile da gestire. Al lavoro aumenteranno le occasioni propizie per chi riuscirà a mantenere collegato il cervello e a moderare l’ambizione sfrenata.

CAPRICORNO Questo nuovo anno si mostra molto positivo ma anche molto tranquillo. La presenza di Giove, Saturno e Plutone vi rendono solidi come rocce. La vita professionale sarà molto intensa, con improvvisi cambiamenti che andranno accettati con ottimismo. Potrebbe presentarsi l’occasione di chiudere con un’attività frustrante, per iniziarne una più consona alle proprie esigenze. Nei primi mesi del 2020 avrete mille opportunità sia nella vita privata.

ACQUARIO Il 2020 ha inizio con un senso di insoddisfazione a causa della quadratura di Urano. Avvertite l’esigenza di dare una svolta decisa alla vostra esistenza, ma vi sentite come ingabbiati. Dovrete imparare a fare affidamento più sulle vostre capacità, che sulla buona sorte. Vi sentirete vincolati a situazioni obbliganti, in contrapposizione con le vostre aspirazioni. Questo varrà sia nella vita di coppia, sia nella professione.

PESCI Il vostro 2020 è molto positivo, perchè sarà l’anno delle grandi svolte. Siete ben sostenuti in ogni vostra iniziativa in qualsiasi ambito, sia nella vita privata che nella professione. Sarà per voi un anno in crescendo. Pianificate ogni mossa già dalle prime battute e tenetevi pronti per le meravigliose sorprese che le stelle garantiranno a chi avrà il coraggio e l’energia per far decollare progetti innovativi o prenderà decisioni importanti.



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