numero 3 - anno 2017
Edito da Galletti Elisabetta - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% CN/BO/0001
MOBILITÀ
La parola al Presidente della Commissione Mobilità del Comune di Bologna
SPORT
Merito di Hamilton o demerito di Vettel? di Alberto Sabbatini
TURISMO
Canavese, dolci lusinghe
DISTRAZIONI ALLA GUIDA NOTIZIE DALLE DELEGAZIONI ACI BO
Auto
5 L’Editoriale a cura del Presidente AC Bologna Federico Bendinelli
Hanno collaborato: - Autoscuola Fly - Giancarlo Caroli - Osvaldo Ferretti - Alberto Sabbatini - Stefania Gubellini - Domenico Salcito - Vinicio Zanetti
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La mobilità a Bologna. Visione e orizzonte per disegnare il nostro futuro. a cura di Vinicio Zanetti Comune di Bologna
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Merito di Hamilton o demerito di Vettel? a cura di Alberto Sabbatini Direttore mensile Auto
15 On the Road – proposte per il week-end Canavese, Dolci Lusinghe a cura di Osvaldo Ferretti 19 CHE BELLA GIORNATA AL RADUNO DEL G.F.!
Stampa:
Tipografia F.lli Cava tipografiacava@libero.it
21 Notizie dalle delegazioni IL MEGLIO DEL MEGLIO! a cura di Autoscuola Fly
Pubblicità: MarketinG E di Galletti Elisabetta info@marketing-e.it
23 LE DISTRAZIONI ALLA GUIDA a cura di Giancarlo Caroli Rianimatore e Medico dello Sport
Autorizzazione
Tribunale di Bologna n. 2985 del 15/03/1962
Foto di copertina:
Il Presidente AC Bologna Avv. Federico Bendinelli e il Vice Presidente Dott. Domenico Salcito assieme a Walter De Silva, al termine del convegno organizzato da Automobile Club Bologna e Formula Passion all’interno del Complesso Monumentale di San Giovanni in Monte il 13 ottobre u.s.
Auto
SICUREZZA STRADALE: l’impegno di ac bologna prosegue anche nel 2018
La sicurezza nella circolazione stradale è sempre un obiettivo prioritario dell’Automobile Club di Bologna e dell’intera federazione ACI, alla quale l’art. 230 del Codice della Strada attribuisce un ruolo non secondario proprio ai fini dell’educazione stradale. Per questo obiettivo il Consiglio del nostro Automobile Club ha deciso di confermare anche per il 2018 le proprie iniziative destinati all’educazione stradale nelle scuole, da svolgere in collaborazione con il Provveditorato agli studi e le singole direzioni didattiche: in primis le già collaudate “#Staisobrio” e “Karting in piazza”, alle quali cercheremo anzi di assicurare la maggiore estensione possibile, Nella stessa linea abbiamo recentemente aderito al Progetto integrato “Fair Play” dell’Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale della Regione Emilia-Romagna, finalizzato a sollecitare a tutti gli utenti della strada, di ogni categoria, la coscienza che nel convulso muoversi quotidiano e nel rapporto con gli altri è sempre più necessario osservare non solo le norme del Codice della Strada, ma anche le normali regole di convivenza civile e di buona educazione; abbiamo inoltre partecipato alla redazione del Protocollo d’intesa degli A.C. dell’Emilia-Romagna con gli Assessorati Regionali alle politiche per la salute ed ai trasporti per “rafforzare, promuovere e sviluppare azioni idonee ad accrescere la cultura della sicurezza stradale e dell’educazione ad una mobilità sicura, consapevole e sostenibile”, di cui è in imminente la definitiva approvazione. Naturalmente per lo stesso obiettivo l’ACI, ed a livello internazionale la Fédération Internazionale de l’Automobile - di cui l’ACI è parte - si stanno impegnando anche per ottenere a livello normativo, soprattutto europeo, di rendere obbligatori per i costruttori di automobili l’adozione di serie in tutte le autovetture dei più moderni sistemi di sicurezza, quali il freno automatico di emergenza. Tutto ciò resta però inutile se da parte degli utenti della strada non si radica la coscienza e la volontà di accedere a comportamenti di maggior prudenza nell’uso dei loro strumenti di mobilità, qualunque essi siano: automobili, ma anche moto e biciclette. In prima linea tra i comportamenti da rivedere vi è indubbiamente l’uso non responsabile dei telefoni cellulari, che durante la guida dovrebbero invece essere sempre dimenticati rappresentando da tempo la principale causa degli incidenti stradali dovuti alla distrazione: che, secondo i dati della Polizia stradale, sono purtroppo incrementati di circa il 20 per cento nel primo semestre di quest’anno. E’ del resto negativamente significativo, e molto preoccupante, che nonostante i ripetuti appelli diffusi da più voci, ed in particolare dall’ACI, per evitare l’uso dei cellulari, recentissimi dati emersi da un’indagine condotta nell’area metropolitana di Milano dalla società Eupolis per conto della Regione Lombardia confermino che “il 40 per cento di chi guida un’auto, quasi il 50 per cento [!] di chi va in bicicletta ed il 10 di chi si muove in scuter utilizza lo smartphone durante la guida”, con conseguenze spesso molto gravi in termini di incidentalità stradale, e quindi di morti e di feriti. Dobbiamo, pertanto, condividere l’auspicio espresso da più voci che possa concretizzarsi presto un intervento del legislatore per una disciplina più ristrettiva su questa materia, rimasta sostanzialmente immutata, nonostante le aspettative dei mesi scorsi, anche dopo l’ultimo (modesto) intervento di riforma del Codice della Strada del luglio 2017.
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La mobilità a Bologna. Visione e orizzonte per disegnare il nostro futuro. A cura di Vinicio Zanetti Presidente Commissione Mobilità, Infrastrutture, Lavori Pubblici Comune di Bologna
Comincio innanzitutto col ringraziare Automobile Club Bologna che mi ha dato l’occasione di scrivere un contributo per questo periodico e di entrare così in contatto con voi che ne siete i lettori. Da un anno e mezzo sono Presidente della Commissione Mobilità del Comune di Bologna, un ruolo che mi onora e mi appassiona e al quale cerco di dedicare tutto l’impegno e la dedizione possibili. Penso che il compito di amministratore debba essere svolto con massima professionalità e con un studio e un ascolto costanti, soprattutto per non perdere mai il contatto con la realtà. Quello della mobilità è un tema che, da sempre, accende un dibattito appassionante tra i cittadini. Si tratta infatti di un argomento tanto interessante quanto complesso ovunque, ma soprattutto a Bologna, città crocevia per l’Italia dalla quale passano le maggiori direttrici del traffico civile e di quello merci. Per questo dobbiamo guardare all’Europa, se vogliamo essere una città all’avanguardia e al passo con i tempi, sperimentando e innovando le nostre politiche. Le politiche sulla mobilità incidono non solo sui nostri spostamenti, ma anche sulla qualità della nostra vita e sull’ambiente. E quindi due sono gli obiettivi che, a mio avviso, dobbiamo porci nel medio e lungo termine.
Il primo è virare una grossa parte degli spostamenti quotidiani dal mezzo privato al mezzo pubblico. Per riuscirci, però, abbiamo bisogno di mezzi pubblici più moderni, più efficienti, più capillari, più tecnologicamente avanzati. Occorrono quindi importanti investimenti sulle tratte urbane ed extraurbane per collegare meglio la città di Bologna con i comuni dell’area metropolitana e viceversa; va potenziato fortemente il Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) e il tram che si sta immaginando per Bologna deve diventare un’infrastruttura complementare che colleghi ampie zone densamente abitate e fruite. Dobbiamo offrire un trasporto pubblico al passo con i tempi e proiettato sempre più nel futuro. E sarebbe bello anche riaprire un dibattito sul metrò. Come riuscirci? Se ragionassimo come città metropolitana, da Valsamoggia a Imola, da Porretta e Malalbergo, con il suo milione di abitanti, potremmo immaginarci un’infrastruttura, connessa con l’SFM, frequente e veloce. Inoltre, passando in sotterranea almeno nel tratto cittadino, ci permetterebbe di avere un centro storico di Bologna preservato, protetto, completamente accessibile dandoci la possibilità di liberare spazi in superficie utili anche poter ampliare le pedonalizzazioni sette giorni su sette. 7
Il secondo obiettivo è quello di attuare politiche per facilitare la vita ai cittadini che hanno la necessità di muoversi e spostarsi per famiglia, lavoro e tempo libero. Utilizziamo il buon senso ed evitiamo azioni contro qualcosa o qualcuno che rischiano di mettere in contrapposizione i vari utenti della strada. Lavoriamo per un sistema che favorisca il trasporto pubblico (affinché i bus arrivino in orario e non si fermino in mezzo al traffico così che sempre più persone li possano utilizzare), la mobilità pedonale e ciclabile e che sostenga buone pratiche per una mobilità sostenibile che favorisca i processi virtuosi, incentivandoli, così da renderli strutturali nel tempo. Su questo una grossa mano può darla l’innovazione tecnologica. Penso per esempio al nostro trasporto pubblico che deve essere innovato nelle forme e modalità con le quali facciamo il biglietto, ricerchiamo una linea o un percorso; penso al nostro mezzo ciclabile per il quale dovremmo prevedere strumenti che mappino tutte le nostre piste ciclabili, penso insomma a tutte quelle tecnologie che possono migliorare sensibilmente la vita dei nostri cittadini. Tutto questo tenendo presente una delle battaglie per me più importanti e sulla quale sto lavorando molto: la Sicurezza Stradale. Ci sono ancora troppe vittime e troppi feriti sulle nostre strade e su questo il nostro impegno deve essere massimo per portare il numero a ZERO. Quattro sono a mio avviso le azioni da intraprendere: la prevenzione che va promossa nelle scuole di ogni ordine e grado, provando ad allargarla anche alla popolazione più adulta, unita al buon esempio che dobbiamo dare ai nostri figli; gli investimenti, ovvero strade, marciapiedi, piste ciclabili, passaggi pedonali mantenuti e aumentati; i controlli che
devono servire far rispettare le regole ai vari utenti della strada; la tecnologia, puntando su strumenti ausiliari migliorativi come le strisce pedonali luminose o segnali di allerta per passaggi pedonali delicati. Tutti gli utenti devono rispettare le regole del codice della strada, ma non dimentichiamoci che pedoni, ciclisti e persone anziane rappresentano categorie deboli. E quindi possiamo dare priorità di interventi davanti a scuole, ospedali e parchi pubblici per garantire la massima sicurezza. Un ultimo tema mi sta molto a cuore: l’uso del cellulare alla guida. Non ce ne rendiamo conto a sufficienza, ma il suo utilizzo è pericolosissimo e mette a repentaglio la vita di chi guida e di chi lo circonda. Dobbiamo a mio modo fare campagne ad hoc per il non utilizzo del cellulare oltre a incentivare i controlli e le sanzioni. Ci aspettano mesi molto importanti a Bologna: dovremo discutere di piani complessi ma fondamentali per il futuro della nostra città, primo fra tutti il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Un lavoro lungo, complesso e appassionante che avrà bisogno di una forte visione e un chiaro orizzonte per disegnare una Bologna proiettata nel futuro.
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Auto
Merito di Hamilton o demerito di Vettel? A cura di Alberto Sabbatini – Direttore mensile Auto
campionato era iniziato con una strepitosa vittoria a sorpresa della Ferrari in Australia. Non un fuoco di paglia, ma una vera dimostrazione di forza. E anche perché la stagione era proseguita con un testa a testa Mercedes-Ferrari, anzi Hamilton-Vettel, che
Foto tratta da www.f1.sport.it
Ci siamo illusi per sette mesi, poi da ottobre è apparso chiaro che né Vettel né la Ferrari avrebbero vinto questo mondiale F1. Adesso che Hamilton ha conquistato il quarto titolo mondiale ci resta il sapore amaro in bocca di un’occasione persa. Perché questo
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Benessere e tempo libero
fino a luglio avevano vinto quattro gare a testa. Perfettamente alla pari. Poi, proprio dal GP d’Italia a Monza - quasi un beffardo gioco del destino - il campionato ha imboccato sempre più decisamente la strada della Mercedes. Perciò la vera domanda da porsi è: il titolo l’ha vinto Hamilton con la sua velocità, la sua forza e la sua determinazione o piuttosto l’ha perso Vettel a causa di qualche erroruccio di troppo? In Italia, tra i fan è partita un po’ timidamente ma anche maliziosamente una certa fronda nei confronti del tedesco della Ferrari. Io dico subito che non la penso così. Si sta tentando di far ricadere sul pilota l’eccessiva colpa di un’illusione sfumata. Pure Marchionne ci ha messo del suo nel definirlo un emotivo. “Se non sapessi che è tedesco, direi che è del sud”, ha chiosato il presidente Ferrari. A Vettel secondo me possiamo rimproverare un solo, unico, grave errore d’esuberanza. Gratuito per le sue folli conseguenze. E cioé la ruotata rifilata a Hamilton a Baku, in Azerbaijan in regime di safety car. Lì ha perso davvero il controllo. Ma in quel GP Vettel è arrivato comunque quarto, ha portato a casa 12 punti contro i 10 di Hamilton. Senza la scorrettezza e la penalità avrebbe forse vinto e ne avrebbe incamerati 25 di punti. Ma con i 13 in più non avrebbe comunque conquistato il titolo visto che a fine stagione ha accumulato un distacco assai superiore da Hamilton.
Qualcuno imputa a Vettel anche il crash in partenza a Singapore, ma io continuo a pensare che quello non sia stato un suo errore di guida o una leggerezza, quanto un incidente di gara. Il risultato di eccessivo furore agonistico da parte di tre piloti: Vettel, Verstappen e Raikkonen. È vero che Vettel guida oltre i limiti quando è sotto furore agonistico; ma se certe sue vittorie o alcune rimonte da urlo sono merito di quella prepotenza agonistica che lo pervade (le vittorie in Australia e Bahrain e certi piazzamenti insperati come il 2° posto in Belgio e il 4° in Malesia) dobbiamo anche accettare che a volte il delicato gioco dell’ ”o la va o la spacca” possa finire male. Come a Singapore. Penso perciò che sia ingiusto attribuire a Vettel la responsabilità di una sconfitta che - purtroppo - è più colpa della macchina che del pilota. Vettel ha fatto cilecca un paio di volte; la Ferrari si è rotta almeno tre volte sul più bello del campionato. Proprio quando era stato fatto il massimo sforzo per recuperare sulla Mercedes. Prima il collettore di aspirazione crepato in Malesia su entrambe le monoposto, poi la candela rotta in Giappone. Punti pesanti andati in fumo ben più numerosi di quelli sprecati per l’esuberanza di Vettel in Azerbaijan. Punti che non si possono regalare a un fuoriclasse come Hamilton.
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Ristorazione, casa e turismo
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Canavese, dolci lusinghe
Un viaggio affascinante da compiere nel tardo autunno, alla scoperta di uno spicchio di Piemonte semplice e poetico, ricco di tesori storici e artistici, sapori veri e leccornie dell’arte dolciaria che hanno radici antiche Il fascino del Canavese, terra che ondeggia a nord-ovest di Torino, contornata dalle “dentate scintillanti vette” (Carducci) delle Alpi e dal regolare profilo della Serra d’Ivrea, risiede probabilmente nell’aver conservato ritmi di vita umani. Il paesaggio movimentato da dolci colline coperte di boschi e vigneti e da romantici laghi, è punteggiato da castelli, testimoni dei fasti del passato e da borghi che celano gioielli romanici e barocchi. Un tour nel Canavese, terra di Giuseppe Giacosa e Massimo d’Azeglio offre una gustosa opportunità di coniugare turismo e gastronomia. La prima tappa, partendo da Torino, è Chivasso che si raggiunge percorrendo la strada provinciale 11 che sfiora il corso del Po. Chivasso, patria della Lancia fino al 1994, conserva un genuino aspetto ottocentesco e una sanguigna atmosfera piemontese. Nel centro storico animato da portici medioevali, i monumenti più importanti sono il Duomo di Santa Maria Assunta (del 1400) che presenta una bella facciata con motivi e sculture in cotto piemontese e la Torre ottagonale che ricorda la presenza di un castello. Ma le vere curiosità a Chivasso sono i dolci e la pasticceria Bonfante è un vero santuario. Varcata la soglia di questa bomboniera liberty, gonfia di delizie, si gustano i “Nocciolini”, dolcetti a base di nocciole, zucchero e albume: una vera squisitezza se accompagnati con un “bicerin” allo zabajone. I “Nocciolini” sono il simbolo della città di Chivasso e Luigi Bonfante contribuì a farli conoscere in tutta Italia, racchiusi nel celebre pacchetto rosa. Lasciata Chivasso, la statale 26, dritta come un fuso taglia la campagna coltivata in direzione di Ivrea. Caluso, la prossima sosta, é un paesone a vocazione agricola ed è rinomato per i suoi vini doc. Tra questi si distinguono l’Erbaluce (il nome del vitigno deriva dall’espressione latina “alba lux”), un bianco dal sapore secco e fresco; l’Erbaluce Passito, dolce e vellutato e il Canavese Rosso, secco e armonico. Si consiglia di visitare l’Enoteca Regionale di Caluso ( piazza Valperga, 2) dove, oltre alla degustazione dei vini, è possibile fare spuntini a base di salumi e formaggi del territorio o gustare, su richiesta, piatti tipici della cucina di un tempo, come la “Tofeja”, stufato di fagioli e cotenna cotti nella pentola di terracotta. La tofeja può essere assaporata anche al ristorante Erbaluce di Caluso. Da Caluso con una breve deviazione si arriva al lago di Candia, uno dei tanti specchi d’acqua che testimoniano la presenza di un
Il centro di Chivasso
La vetrina dell’antica pasticceria Bonfante
La storica insegna della pasticceria Bonfante, sullo sfondo la chiesa di San Giovanni e Marta
15 L’orologio del tempo nuovo sul timpano del Palazzo Einaudi. E’ un ricordo della Rivoluzione Francese
immenso ghiacciaio che 20.000 anni fa ricopriva l’anfiteatro d’Ivrea. In questo periodo, il piccolo lago di Candia, circondato da dolci colline e con una quinta di monti alle spalle, è avvolto da una magica atmosfera. Proseguendo questo viaggio on the road, passando per San Giorgio Canavese si raggiunge Aglié cittadina appoggiata sui primi corrugamenti collinari con le montagne che incalzano all’orizzonte. Aglié è nota per la presenza di un imponente ed elegante castello che evoca le trame degli sceneggiati tv, “La freccia nera” e “Elisa di Rivambrosa”. Il castello edificato nel XII secolo, fu trasformato nel 1700 in una delle più belle residenze sabaude dall’architetto Amedeo Castellamonte (quello che progettò la reggia di Venaria). Gli interni, visitabili con guida, sono sontuosi con ricchi arredi e pregevoli opere d’arte. Il castello si presenta come una piccola Venaria, circondato da grandiosi giardini. Altri motivi d’interesse per una sosta ad Aglié sono le antiche chiese e i palazzi barocchi in cotto piemontese che impreziosiscono il centro storico e i “torcetti”, dolci delizie ricavate da un’antica e segreta ricetta. Sosta d’obbligo per gustarle e acquistarle, è l’antica panetteria-pasticceria Alfonsi, alla quale, la principessa Bona di Baviera di Savoia Genova, proprio in virtù della bontà dei torcetti prodotti, concesse il privilegio di esporre lo stemma principesco.
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Una manciata di chilometri (per la sp41- Strada Reale) separa Aglié da Bairo. Questo paese, incorniciato dai primi rilievi alpini e sormontato dalla massiccia Torre Rossa (XIV secolo), è conosciuto per il Dom Bairo “l’Uvamaro”, il famoso elisir a base di vino nato qui qualche secolo fa, ma non più in produzione. Per raggiungere Masino, ultima tappa di questo tour, l’itinerario s’immerge nell’armonioso paesaggio del Canavese con paesini sparsi qua e là, impreziositi dalle tracce di un passato che merita di essere scoperto e conosciuto. Come Torre Canavese addossata alle pendici di una collina morenica e con le facciate delle case abbellite da opere dell’arte russa; oppure come Romano Canavese con il centro storico tra i meglio conservati del Canavese. Dopo aver attraversato la Dora Baltea nei pressi di Strambino, la Sp56 arranca lungo i fianchi boscosi delle colline fino a Caravino, dove si lascia la strada che porta al lago di Viverone per e imboccare quella (Sp80) che sale a Masino. L’attrazione principale di questa solitaria località è l’elegante castello risalente al 1070 e appartenuto ai conti Valperga, la potente famiglia discendente dal leggendario Re Arduino (del quale sono conservate le spoglie nella Cappella di San Carlo Borromeo). La strada che porta al castello, alto su un colle, fu costruita per permettere la salita delle carrozze, di cui si ammirano degli splendidi esemplari all’interno del museo ricavato nelle scuderie settecentesche. Il castello di proprietà del FAI incanta i visitatori con interni monumentali e sfarzosi: tra questi spiccano il Salone dei Gobelins, la Sala del Biliardo, la Sala da Ballo, la Galleria dei Poeti e la Biblioteca. Dalla balconata e dalle terrazze del castello si ammira un panorama emozionante sul territorio del Canavese chiuso da una corona di montagne e dalla barriera morenica della Sella d’Ivrea, emergenza geologica tra le più grandi in Europa e unica nel suo genere. Infine, prima del rientro a casa (per l’A4 per Torino o A26 Santhià Alessandria) non può mancare una sosta per deliziare il palato, come facevano i Savoia, gustando una fumante cioccolata accompagnata dai “bagnati” (pasticceria secca) e da un calice di passito Erbaluce di Caluso.
I Nocciolini di Bonfante
La facciata del Duomo di Chivasso
Nocciolini e zabaione Si serve la “tofeja” all’Enoteca Regionale di Caluso
Presentazione del Passito di Erbaluce all’Enoteca Regionale
Suggestiva veduta del lago di Candia in un giorno di novembre
Il castello di Aglié
La facciata in cotto piemontese dell’antica chiesa di Santa Marta
La storica pasticceria Alfonsi
I famosi torcetti della pasticceria Alfonsi
Particolari degli stupendi interni del castello
Il castello di Masino
La merenda del re con cioccolata calda e biscotti al castello di Masino
SUGGERIMENTI DI VIAGGIO
Turismo Torino e Provincia: ww.turismotorino.org Castello di Agliè: http://www.comune.torino.it/musei/elenco/aglie.shtml - tel. 0124429610 Chivasso: Palazzo del Lavoro “L. Einaudi” - Lungo Piazza d’Armi, tel. 0119103591 Castello di Masino, Caravino, tel. 0125 778100 - http://www.visitfai.it/castellodimasino/?lang=ita Enoteca Regionale di Caluso: Piazza Valperga, 2 - tel. 0119831041 Per chi viaggia in camper: https://www.campercontact.com/it/italia.aspx?fromsso=1 (aree sosta divise per regione e località)
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Tempo libero
CHE BELLA GIORNATA AL RADUNO DEL G.F.!
La giuria popolare vota la più bella: una Fiat 1600 S Cabrio. Premiata anche la MG Midget del 1935 Un bel sole splendente ha baciato anche questa edizione del Raduno del G.F.! Sotto un bellissimo cielo terso gli equipaggi che hanno partecipato ieri alla seconda edizione - che ogni anno dedica la propria intitolazione a diverse prelibatezze gastronomiche - hanno affrontato il percorso previsto dall’Organizzatore, attraversato l’appennino tosco emiliano.
Il premio per l’auto più antica è andato invece alla MG Midget anno 1935, guidata dall’equipaggio ContiniMeneghini. Un premio anche al gruppo di partecipanti più numeroso, che è risultato essere quello Castiglionese capitanato da Antonelli Pietro. Un sentito ringraziamento dell’Ente va all’Amministrazione Comunale di Castiglione dei Pepoli per l’accoglienza, alla Proloco di Firenzuola, alla Lexus Bologna e a tutti coloro che con la loro partecipazione hanno dato fiducia anche a questa nuova edizione del Raduno del G.F.
Partiti dalla CONCESSIONARIA LEXUS di San Lazzaro di Savena, dopo aver attraversato la campagna tra Castel Guelfo e Imola, gli equipaggi in gara si sono inerpicati per “la montanara”, attraversandone i borghi fino a giungere alla pittoresca cittadina di Firenzuola. Arrivederci al prossimo appuntamento! Qui, grazie all’accoglienza dell’Amministrazione Comunale, le vetture hanno potuto sostare nella pedonale Piazza Agnolo, per una sosta che prevedeva anche un’interessante visita guidata al Museo della Pietra Serena, tipica pietra arenaria che contraddistingue i tetti delle costruzioni della zona. Mentre gli equipaggi visitavano il museo, i tanti firenzuolini presenti sono stati coinvolti e invitati a votare la vettura più bella. Analoga votazione in piazza delle Libertà a Castiglione dei Pepoli, arrivo finale del raduno, dove le vetture hanno potuto sostare per la gioia degli abitanti della cittadina. A ristorare i radunisti sono state le prelibatezze preparate per la numerosa comitiva dal Ristorante Il Ponte. Un intero menù tutto a base di FUNGHI, in onore della titolazione del Raduno (“Gran Fungo” per l’appunto). Al termine del pranzo si sono svolte presso il limitrofo Museo del Centro Cultura - aperto in esclusiva per l’occasione - le premiazioni del Raduno. Oltre a un riconoscimento a tutti i partecipanti, diverse sono state le premiazioni. L’esito delle urne ha premiato come “Auto più apprezzata” la Fiat 1600 F cabriolet del 1963, condotta dall’equipaggio Samorì-Neri di Bologna. Premiato anche l’equipaggio Braga-Risi che, al volante di una Fiat X 1/9 del 1973, sono giunti sin da Rimini per partecipare all’evento.
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Turismo
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IL MEGLIO DEL MEGLIO!
A cura di Autoscuola Fly – Autoscuola ACI a metodo Ready 2 Go Pur sapendo che “Chi si loda s’imbroda!” ci piace, di tanto in tanto, raccontare chi siamo e cosa facciamo. Chi siamo lo vedrete dalla firma, cosa facciamo è presto detto: Educazione stradale. In pratica cominciamo ogni mese cicli di lezioni con quello che noi abbiamo chiamato un “apprendimento partecipato”, alle quali con vero piacere e soddisfazione invitiamo i parenti degli allievi ad assistere alle lezioni serali di teoria. E così nella nostra aula potrete trovare mamme, babbi, nonne o fratelli che invece di accompagnare i ragazzi in autoscuola e rimanere in attesa, partecipano agli incontri e intervengono attivamente alle lezioni per portare ai giovani le loro esperienze da “piloti”, oltre a riscoprire nozioni messe nel dimenticatoio negli anni… mentre i ragazzi apprendono e comprendono la parte teorica del Codice della Strada. Scoprono quindi tutti insieme le lezioni specifiche del Modello Aci Ready2go che in maniera moderna ed interattiva integrano ed approfondiscono il programma ministeriale. Gli allievi proseguono poi con il corso pratico di guida, che prevede e si articola su diverse fasi di apprendimento di cui le prime: ü Conoscere la macchina che guidi ü il comportamento su strada e le manovre da fermo per poi concludersi a patente conseguita con un Corso di Guida Sicura Driving Test con gli istruttori Aci Ready2go. Uno dei nostri obbiettivi prioritari è di “avere in giro” per le nostre strade guidatori sicuri, rispettosi delle regole, ma anche dell’ecologia e dell’ambiente.
Renderli poi consapevoli delle loro abilità, ma soprattutto dei loro limiti, è di primaria importanza e siccome sappiamo bene che gli incidenti hanno come causa il comportamento umano per più dell’80% dei casi, noi ci sentiamo un po’ responsabili dell’educazione stradale dei nostri ragazzi. è per questo che, senza alcun scopo di lucro ma solo per “ vocazione, con grandi sacrifici e da oltre cinque anni, i nostri insegnanti ed istruttori si recano presso tutte le scuole pubbliche del comprensorio della nostra montagna per svolgere alcune ore di interventi mirati per ogni classe a partire dalla terza elementare. Noi montanari ribelli ci ricordiamo bene di quando nelle riunioni di associazione, nel momento dei nostri interventi o delle nostre proposte, si sussurrava: “Ma con quale aquila sono scesi ” …erano gli anno ’80. Oggi 2017 tutto il mondo è paese … e con il software on-line delle Autoscuole Aci Ready2Go, i nostri allievi possono esercitarsi da casa ed avere tramite Email, Internet e Facebook un contatto continuo con l’autoscuola; con le simulazioni di Quiz On-line poi possono avere subito e facilmente riscontro sugli errori commessi. Noi, l’avrete capito ci mettiamo l’anima, cercando, con questi nostri strani percorsi formativi, di rimanere in linea sia con un esame da sostenere, sia con la sicurezza di mettere in strada “buoni automobilisti”. Comunque chi ha voglia di venirci a trovare, di una cosa può star certo, sarà accolto con il nostro marchio di fabbrica …un grande sorriso. Ciao ! Michela, Pietro e Cicci Autoscuola Fly – Castiglione dei Pepoli
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LE DISTRAZIONI ALLA GUIDA A cura di Giancarlo Caroli Rianimatore e Medico dello Sport
Chi guida un veicolo è responsabile di eventuali danni causati a se, ai passeggeri e agli altri utenti della strada. Gestisce il mezzo meccanico con vista, mente, mani e piedi azionando con movimenti volontari volante, acceleratore, frizione, marce, freno e quant’altro per adattarlo al percorso che sta compiendo. Sa, o dovrebbe sapere, che il mezzo meccanico percorre alla velocità di 55Km/ora 15m/sec e richiede spazio e tempo per fermarsi. E ’quindi chiaro che il driver deve mantenere mente lucida e capacità di movimento per dominare anche in emergenza il mezzo che conduce. “La distrazione” è una delle condizioni che possono interferire nel contesto della guida. Il termine “distrazione”, dal latino distractioonis, assume diversi significati essendo utilizzato nel linguaggio medico, amministrativo, scolastico con diversi significati. La distrazione è definita (Treccani) come “uno stato del pensiero rivolto altrove e assente dalla realtà attuale e circostante”; nel nostro caso si intende che il pilota mentre conduce per strada un mezzo meccanico in movimento (camion, auto, moto, bici) distoglie la sua mente dalla guida per rivolgerla altrove per un tempo più o meno breve. Diverse e di diversa gravità sono le conseguenze che possono derivare se nel tempo in cui il pilota è distratto causa un incidente stradale; sarà facilmente imputabile per lesioni procurate, fino all’arresto, se poi si allontana senza soccorrere. Per prevenire incidenti collegabili alla distrazione è importante che chi guida e chi comunque si trova sulle strade sia informato su quanto può accadere. E per migliorare la sicurezza di tutti si chiariscono alcuni concetti importanti: 1. Nelle nostre strade circolano oggi grossi Camion, Bus, Mezzi pubblici, Auto, Moto,
Bici, Carrozzine e Pedoni di diverse età e condizioni fisiche che si trovano non raramente a contatto più o meno stretto fra loro. La distrazione (nel senso di negligenza) riguarda la cattiva gestione dei mezzi, il mancato uso delle cinture e dei seggiolini per bambini, i bambini liberi di muoversi, e la manutenzione delle strade e delle segnalazioni da parte delle Istituzioni. 2. La distrazione durante la guida può essere momentanea o protrarsi solo per pochi secondi, ma anche ripetuta. Può essere l’occhiata a un segnale stradale, a una funzione del mezzo, allo smartphone od al navigatore. Il “colpo d’occhio”, però, crea una condizione di pericolo quando non vengono rispettate le distanze di sicurezza o il traffico è intenso, come succede in città. è necessario tenere a mente che in un solo secondo, a 55Km/h si percorrono 15 m e a 110Km/h, 30m. 3. Cause di distrazione esterne: la curiosità per avvenimenti esterni facilmente distrae chi guida. I rallentamenti nella corsia opposta al proprio senso di marcia, guardare o salutare gente, riconoscere un personaggio noto, osservare il paesaggio. 4. Cause di distrazione interne al veicolo: un automatismo quasi innocuo è l’accensione della sigaretta da parte del pilota (purchè trovi subito sigaretta e accendino), il navigatore che richiede frequenti, anche se, momentanee occhiate allo schermo. L’uso dello smartphone, ora anche vietato per legge. è tuttavia nota l’attrazione compulsiva verso lo smartphone quando segnala una chiamata o un sms o in presenza del cosiddetto phubbing, cioè la necessità di controllare ogni 5 m’ lo strumento. è di pochi giorni fa la dichiarazione di un 23
ragazzo che avendo causato un serio incidente si è ingenuamente giustificato dicendo che non riusciva a trovare il telefono che gli era caduto dentro l’abitacolo. Per quanto riguarda il vivavoce, validissimo accessorio, bisogna ricordare che certi argomenti e discussioni possono distrarre fortemente dalla guida. 5. I passeggeri in auto rappresentano una altra possibilità di distrazione, specie i bambini. Va segnalato che nonostante l’obbligo delle cinture e dei seggiolini, alcuni genitori li lasciano assolutamente liberi all’interno dell’abitacolo ed in alcuni casi, i più piccini, vengono tenuti in braccio dal passeggero vicino al pilota. Ogni anno 150 bambini in Italia perdono la vita perché volano fuori dalla macchina sfondando il vetro. Un minimo di attenzione, che diventa disattenzione alla guida, la possono richiedere i passeggeri per malesseri, oppure discussioni insorte fra i presenti in auto (specie moglie, marito, figli). 6. Segnalo infine due condizioni che entrano in gioco con le distrazioni e sono la fretta di giorno e il sonno di notte. La fretta è una caratteristica del mondo attuale globalizzato; si prendono tanti
impegni o appuntamenti in luoghi diversi, e per raggiungerli si trovano strade intasate, camion, auto, moto, bici, carrozzine motorizzate, pedoni, semafori, vigili in ordine sparso. Si urla, si suona il claxon, si alza il dito medio, si passa ovunque è possibile; unico vantaggio è che nel caos la distrazione non ha spazio. Il sonno è un evento quasi solo notturno. è considerato “distrazione lunga” (non è mai di pochi secondi e dormendo si fa della strada) ed è la più pericolosa. è noto che il sonno è dipendente solo in parte dalla nostra volontà, il che significa che quando è forte diventa incontrollabile; basta un battito di ciglia per innescarlo. Raramente può durare solo qualche attimo, ma se la strada è dritta può continuare fino a che il pilota incontra un ostacolo (e ci sbatte contro) o una curva (ed esce di strada). Attenzione: alcuni farmaci, gli alcolici e i vari stupefacenti favoriscono il sonno. 7. Una volta fermata l’auto, è in agguato ancora una pericolosa distrazione: l’apertura dello sportello. Aprire lo sportello senza accertarsi che non sia in arrivo un ciclista, un motociclista o altro mezzo mobile, può causare danni, anche irreparabili, a se stessi e agli altri.
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