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DR. LUCA CORVI
from Medicomo N.01
by Acmesign
Un articolo del Dott. Luca Corvi fisioterapista esperto in posturologia
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In questi 10 anni di attività mi sono reso conto di quanto la cattiva postura sia la causa dei disturbi articolari (artrosi, alluce valgo, meniscopatie, sovraccarichi ossei, edemi, ecc), muscolari (contratture, lesioni e tendiniti) e vertebrali (protrusioni, ernie, sciatica, listesi, scoliosi) e relativi vari sintomi associati (mal di testa, capogiri, vertigini, nevralgie, periartiti, formicolii, talloniti, fascite plantare, ecc).
Perché tutte queste problematiche sono legate alla postura?
Lo scheletro si difetta geneticamente a partire dai 2 anni di vita. Il bambino ha un difetto al piede che tende in pronazione o supinazione (ovvero è piegato verso l’interno o verso l’esterno) e, crescendo, il difetto rimane, causando un costante e continuativo sovraccarico articolare, muscolare, vertebrale, tendineo, legamentoso, fino alla naturale comparsa di un sintomo, qualsiasi esso sia (tensione, infiammazione, dolore) a qualsiasi età.
Il peso, l’età e l’attività sportiva o il lavoro, sono un’ulteriore aggravante di un corpo già storto e in sovraccarico.
Negli ultimi 10 anni ho eseguito circa 4000 valutazioni posturali e ho potuto appurare che tutti gli scheletri hanno i piedi che pronano o supinano, bilateralmente o meno, un bacino inclinato e ruotato con relativa rotazione e inclinazione vertebrale, che causa molto spesso scoliosi di compenso, un fuori asse tra l’ombelico e lo sterno, le spalle inclinate e ruotate, la testa fuori asse rispetto lo sterno e il cranio inclinato. Spesso è presente anche una malocclusione mandibolare che, dalla mia esperienza, attraverso un intervento gnatologico, non sempre potrebbe ottenere il 100% della correzione senza intervenire prima sulla postura.
Ognuno di questi fuori asse genera uno scompenso che porta un sovraccarico continuo, con conseguente usura. Qual è la causa dell’artrosi all’anca o al ginocchio?
La pronazione o supinazione dei piedi ad ogni passo che lo scheletro svolge ogni giorno, con conseguente torsione della tibia sul femore, causando compressione meniscale e cartilaginea.
Anche successivamente ad un eventuale intervento di protesi è indispensabile correggere la postura dei piedi, in modo da intervenire sulla possibile causa di complicazioni, o per favorire un corretto recupero, ma questo, purtroppo, viene raramente preso in considerazione. Come si corregge la postura? Avendo a che fare con un difetto scheletrico genetico, la fisioterapia, la ginnastica posturale, lo stretching, il rinforzo muscolare, l’osteopatia o la chiropratica, non riescono ad intervenire sulla più comune causa del problema, che è l’appoggio dei piedi.
Tutti i mei pazienti che sono in cura o sono stati in cura dall’osteopata, chiropratico o fanno ginnastica posturale, seppure abbiano ottenuto ottimi benefici da tali trattamenti, in fase di controllo si presentano sempre con uno scheletro sbilanciato, il bacino inclinato e ruotato e relativamente una o più vertebre sono spesso ruotate e fuori asse.
Purtroppo, pochi professionisti prendono in esame il concetto dell’appoggio dei piedi e tutte le relative conseguenze quando quet’ultimo non è ottimale, ma quei pochi che lo fanno, consigliano sempre l’utilizzo di un plantare su misura, poiché è l’unica soluzione concreta al problema.
I plantari vanno tutti bene?
Per esperienza, in 10 anni ho visto solamente 3 pazienti con un plantare in grado di correggere la postura fino al cranio, direi che non è sufficiente statisticamente.
Mi sono chiesto come mai e la risposta è stata che un tecnico ortopedico o un podologo non sono esperti di postura, non analizzano la postura intera dello scheletro per individuare i difetti da correggere al fine di costruire un plantare su misura specifico, in grado di correggerli al meglio, ma realizzano di solito dei plantari che compensano il disequilibrio, senza correggerlo veramente.
Di norma viene eseguito un esame dell’appoggio del piede in statica e/o dinamica (camminata o corsa) e nient’altro. Questo non è sufficiente e non identifica il problema da risolvere.
Proprio per questo, tutti i plantari che verifico hanno spinte correttive insufficienti per correggere la pronazione o la supinazione e, di conseguenza, non correggono nessuna articolazione o vertebra.
Come faccio a sapere se il plantare che uso va bene?
La domanda corretta dovrebbe essere, ha risolto o ridotto il dolore? O ha migliorato le mie performance sportive?
La maggior parte dei miei pazienti non ha o non ha avuto beneficio dal plantare che utilizza da mesi o anni. Tanti non percepiscono la differenza tra averlo e non averlo e, alla fine, smettono semplicemente di utilizzarlo.
Qual è l’errore principale?
Il plantare raramente viene verificato una volta costruito, per cui né il paziente né il tecnico sanno se va bene, ma viene presunto che sia corretto sulla base degli esami strumentali effettuati.
A volte mi capita di avere pazienti che sono stati controllati dai tecnici, ma quando li metto di fronte ad uno specchio per fare loro osservare la propria postura sul plantare, continuano ad avere gli stessi fuori asse scheletrici, sebbene talvolta sia migliorata unicamente la posizione dei piedi.
La Kyminasi Postural in cosa si differenzia?
Viene posta particolare attenzione ad individuare tutti i difetti posturali in statica e da seduti, in primo luogo attraverso un’attenta osservazione visiva dettata da moltissimi anni di esperienza, abbinata ad un esame strumentale ad infrarosso che proietta in 3D la parte posteriore e laterale del bacino/tronco/spalle di cui viene rilasciato un esito riconosciuto.
Successivamente tramite spessori in gomma costruiti appositamente e che simulano le spinte necessarie, bisogna individuare i punti giusti in cui posizionarli esattamente sotto il piede e verificare ogni volta la correzione dell’inclinazione e rotazione delle ginocchia, bacino, colonna vertebrale, cassa toracica, spalle, cranio. Quando lo scheletro è nella migliore condizione di equilibrio, vengono fatte delle foto del posizionamento dei supporti.
Quindi viene fatto un video dell’appoggio dei piedi durante dei movimenti specifici e presa un’impronta su carta carbone in modo da misurare le lunghezze di specifiche parti del piede, cosa che non si può fare con una pedana elettronica.
Tutti questi dati posturali vengono inviati al tecnico ortopedico che costruisce il plantare su misura con correzioni specifiche destra e sinistra, basandosi sulla tecnologia di costruzione dei plantari dettata dalla Kyminasi Postural.
Ricevuto il plantare a domicilio, il paziento lo utilizza per 15 gg in tutte le scarpe, poi viene fatta una nuova valutazione posturale, prima senza e poi con il plantare, per verificare se le nuove spinte del plantare abbiano modificato lo scheletro in modo sufficiente. La prova viene fatta anche con le scarpe e in camminata e tutti i parametri presi in considerazione devono essere in asse, chiaramente ascoltando sempre tutte le sensazioni del paziente durante la giornata o l’attività sportiva.
Qualora lo scheletro non sia sufficientemente corretto, si cercano ulteriori modifiche nel plantare per creare il miglior assetto possibile. Ulteriori controlli vengono ripetuti a distanza di due o tre mesi. Nel corso dei controlli è importantissimo verificare la camminata con le scarpe e/o ciabatte, perché, per esperienza, ho imparato che spesso le scarpe possono cedere, oppure il tacco può rovinarsi e quindi, nonostante il plantare sia preciso, lo scheletro non è in asse a causa dell’eccessivo consumo delle scarpe.
Ogni minimo dettaglio tecnico fa la differenza quando si tratta dell’appoggio dei piedi in relazione a tutta la struttura. Il plantare è sempre modificabile e, in base alle esigenze (attività sportiva, il peso, metatarsalgie, talloniti, ecc,), si può renderlo più confortevole ricoprendolo con del memory.
Ogni corpo, ad ogni età, può essere corretto nel migliore dei modi e un corpo bilanciato è un corpo che non è più predisposto a consumarsi e subire sovraccarichi che inevitabilmente creano, nel tempo, tutte le problematiche articolari e muscolari più conosciute.
Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio o indicazione riportata. Si dichiara che il presente messaggio è diramato nel rispetto delle linee guida inerenti l’applicazione degli art. 55-56-57 del Codice di Deontologia Medica.”