The Food Gazette | Numero 1

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NUMERO UNO | 01 MARZO 2018 acme srl - WWW.THEFOODGAZETTE.COM - prezzo €10 - mail:info@thefoodgazette.com


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NUMERO UNO | 01 MARZO 2018 RIVISTA FATTA PER PASSIONE DIRETTORE CREATIVO Gianluca Piroli DIRETTORE CREATIVO Jr Da Solo

Italiano vero

RESPONSABILE DI REDAZIONE Elena Galbusera RICERCA ICONOGRAFICA Giovanni Mecati Ilenia Carloni GESTIONE DIGITALE Cassandra Sena REDAZIONE Elena Galbusera Alessandro Feroldi Chiara La Rotonda Gino Campagna Da Solo FOTOGRAFI Gianluca Piroli Chiara La Rotonda Anna Antonelli Henry Conwell

ACME Srl Via Modenese 1475/b 41058 Vignola Mo +39 059 766242

indice 8 Intervista a Chef Gino 12 Intervista a Corrado Zamboni de LaSfoglia 16 Curiosità 18 A pranzo con il coach Davide Schioppa 22 Il vino del mese 23 Trattoria Torre di Pisa

@thefoodgazette

30 Sicurezza a tavola 32 In cucina con... Chiara Carolei 36 Intervista a Paolo Fontanili del ristorante La Scarpetta 40 Instafood 42 Food Truck 44 Eventi 46 Il Duello

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48 E che cavolo?

la pizza La pizza è un prodotto gastronomico salato che consiste in un impasto solitamente a base di farina e acqua che viene spianato e condito con pomodoro e mozzarella ed altri ingredienti, e cotto in un forno a legna. Originario della cucina napoletana, è oggi, insieme alla pasta, l’alimento italiano più conosciuto all’estero. Col nome pizza, praticamente ignoto al di là della cinta urbana napoletana, ancora nel XIX secolo, si indicavano le torte, quasi sempre dolci. Fu solo a partire dagli inizi del XIX secolo che la pizza assunse, sempre a Napoli, la sua attuale connotazione. Il successivo successo planetario della pietanza ha portato, per estensione, a definire nello stesso modo qualsiasi preparazione analoga. Nel 2017 l’Unesco ha dichiarato la pizza “Patrimonio dell’umanità”.


su questo numero

Gino Chef

Chiara carolei @ginothechef

@chiaracarolei

È l’idolo dei bambini americani. Nato a Parma si trasferisci poco più che adolescente negli Stati dove vive tutt’ora. La sua “missione”: educare i bambini alla cultura del cibo sano.

Dice di sé: mi piacciono le parole, alcune più di altre. Oltre che “viaggiare”, anche “mangiare”, “conoscere”, “chiacchierare”, “camminare”, “scrivere” e “dormire”, soprattutto negli alberghi.

? junk food or healthy food?

Si parla molto di junk food e di healthy food, ci piacerebbe sapere cosa ne pensate.

Davide schioppa @davide_schioppa

Non ho la soluzione ai tuoi problemi. Non ho nulla da insegnarti. Non ho consigli da darti su come poter essere felice. Non sono né un guru, né un maestro di vita. Sono Davide Schioppa, ho 35 anni e faccio il Life and Love Coach. Alleno le persone a fare la punta al cervello ed i muscoli al coraggio.

Corrado zamboni @lasfoglia_re

Classe 1972, Corrado Zamboni è un reggiano DOC. Nel suo laboratorio di pasta fresca La Sfoglia, nascono prodotti unici dal profumo antico.

il primo doc

Alla mensa di Lucia (Leonardo da Vinci)

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THE FOOD GAZETTE GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO 2018 Il cibo è parte della nostra vita, che lo si voglia o meno. In questi anni abbiamo assistito ad una vera e propria esplosione di blog, siti, pagine social e chi ne ha più ne metta, questo è molto bello e interessante, un pò ci ha unito e un pò ci ha allontanato. Volevo fare qualcosa con i miei amici e coinvolgere le persone che mi piacciono e che frequento. E così è nato The Food Gazette, un prodotto cartaceo che, ironicamente, ho descritto come una cosa che possa essere letta anche senza wi-fi. Ricordo che quando ero ragazzo vedevo i giornali, e sopratutto le persone che li scrivevano, come delle entità astratte e irraggiungibili. Io non sono nè astratto nè irraggiungibile, al contrario sono disponibile ed è molto facile comunicare con me, scrivetemi, risponderò a tutti.

Grazie per l'attenzione

Gianluca Piroli

@gianlucapiroli

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gino chef

CHEF GINO, IL CUOCO DEI BAMBINI. IN AMERICA DA 30 ANNI HA DEDICATO LA SUA VITA AD INSEGNARE AI BIMBI A CUCINARE, ORA è USCITO IL SUO LIBRO E PARTECIPA AD UNA TRASMISSIONE DAVVERO PARTICOLARE.

Chef Gino è l’idolo dei bambini americani. Nato a Parma si è trasferito 27 anni fa negli Stati Uniti dove vive tutt’ora. Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo in occasione del suo tour firmacopie. Chef Gino infatti è da poco stato in Italia per presentare il suo ultimo libro

Se non fossi un Cooking Instructor saresti? Sarei uno scrittore. Ho tante storie che vorrei raccontare e poco tempo per scriverle….un giorno forse.

Qual è il TUO piatto di battaglia? Direi che faccio delle “Lasagne Killer”: le migliori a Los Angeles….e accetto sfide.

Una ricetta per The Food GaCome inizia la tua giornata? zette Un caffè americano, un Il guacamole. Ingredienuovo sodo e poi apro la porta ti: un avocado maturo, mezza Nome: Gino a Marcello (il nostro bassotto) cipolla, 1 pomodoro piccolo, Cognome: Campagna sale e un po’ di succo di lime. per farlo andare in cortile. Professione:Cooking Instructor Mettere tutto nel mixer per Nome d’arte: Chef Gino Qual è il piatto che ti ricorda qualche secondo (non bisogna “casa”? farlo troppo vellutato), prenDa piccolo sognavi di? Non è un piatto quanto dere qualche Tortilla chip, un Da piccolo sognavo, poi un ingrediente: la mortadella. margarita ghiacciato, trovare la crescendo ho continuato a far- Ricordo che da piccolo la ado- spiaggia più vicina ed è subito lo e tuttora, se penso a una pa- ravo e ogni volta che l’assaggio Fiesta! rola che mi descriva al meglio, mi ritrovo bambino nell’Oltreposso solo pensare a: sogna- torrente, il quartiere dove sono La più grande delusione che tore. hai avuto a oggi nella tua pronato a Parma. fessione e la più grande sod-

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“Adoro l’idea che mischiando uova e farina si ottenga una ricetta che si adatta a centinaia di diverse applicazioni�.

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gino chef disfazione? Qualche anno fa ho lavorato con il Celebrity Chef Jamie Oliver, quando ha tentato di migliorare il cibo nelle scuole elementari di Los Angeles, il risultato è stato un po’ una delusione. Il cibo per le scuole è un grande business, attorno al quale girano davvero molti soldi e della salute dei nostri bambini non si preoccupa nessuno. La più grande soddisfazione recentemente è stata avere partecipato al reality “Born This Way” per il canale A&E, un programma rivoluzionario nella televisione Americana, che mostra la vita di 7 giovani con la Sindrome di Down: 7 individui che sono fiero di chiamare amici!

“Un consiglio per i giovani La vita è una bellissima avventura: vivetela.” Una persona che stimi? Barack Obama: una persona che quando parla riesce a ispirare il meglio in ognuno di noi. Io poi giudico le persone anche guardando il loro partner: adoro Michelle Obama per la quale ho partecipato al programma “Chefs Move To School”.

scomparsa. Devo anche a lui e alle sue canzoni l’aver imparato l’inglese. Una in particolare, forse la mia favorita, è Life On Mars, ricordo di averla imparata a Londra in uno dei miei soggiorni nella capitale Inglese. Passavo tantissime ore spostando la puntina dello stereo avanti e indietro per Un consiglio per i giovani impararne il testo, mangiando La vita è una bellissima Fai un abbinamento tra un quello che potevo permettermi avventura: vivetela. piatto e: a Londra in quegli anni con un budget “ristretto”. Come ti vedi un domani? Una canzone La canzone è sicuramente Ambasciatore del cibo Sono una grande fan questa: Life On Mars e la buono e fresco per i bambini di Bowie, ancora non riesco abbinerei a un baked beans su del mondo. a capacitarmi della sua toast!

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Un film Ricordo, di aver visto da piccolo, l’Uomo Che Uccise Liberty Vallace, un film western degli anni cinquanta. Nel film, James Steward lavora in un Saloon, e lo si vede servire questi piatti con delle bistecche grandi come pizze margherite con fagioli e patate. Sono dovuto andare in Texas per capire che queste “porzioni” esistono veramente. Un Libro Nel Colore Dei Soldi, un libro che adoro, Fast Eddie, il protagonista scopre il suo amico/antagonista seduto ai bordi del letto in una stanza all’Holiday Inn mentre mangia un Twinkie. Eddie si stupisce ma Minesota Fats gli ricorda che in un Holiday Inn non servono di certo mousse al cioccolato e quindi si accontenta di questo. Quando lessi il libro, in inglese in Italia, prima della mia avventura americana, ricordo che capii il senso della scena, ma non sapevo cosa fosse un Twinkie (sì, stiamo parlando

di un tempo prima di Google). Arrivato in America, scoprii che i twinkies sono dei dolci super zuccherati che costano pochissimo. Te stesso La pasta fresca è forse il piatto che promuovo più

spesso in America: in classi e visite a scuole, in tv e sul web. Adoro l’idea che mischiando uova e farina si ottenga una ricetta che si adatta a centinaia di diverse applicazioni. Elena Galbusera

Chef Gino conosce un segreto, ogni bimbo può cucinare! Le ricette contenute in questo libro sono semplici, facili da seguire, e soprattuto sono tutte buone! Sono anche con un “finale aperto” in modo che tu possa aggiungere qualcosa di particolare, che la renda tua e un pò speciale! Le ricette contenute in questo libro sono semplici, facili da seguire, e soprattuto sono tutte buone! Sono anche con un “finale aperto” in modo che tu possa aggiungere qualcosa di particolare, che la

renda tua e un pò speciale! Le ricette contenute in questo libro sono semplici, facili da seguire, e soprattuto sono tutte buone! Sono anche con un “finale aperto” in modo che tu possa aggiungere qualcosa di particolare, che la renda tua e un pò speciale! Le ricette contenute in questo libro sono semplici, facili da seguire, e soprattuto sono tutte buone! Sono anche con un “finale aperto” in modo cla renda tua e un pò speciale!

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il pastaio

corrado zamboni: mastro pastaio nella città del tricolore cappelletti e tortelli al mojito si ritrovano in tavola classicità e innovazione a braccetto, scopriamo come.

Nome: Corrado Cognome: Zamboni Professione: Mastro pastaio Classe 1972, reggiano doc, Corrado Zamboni inizia la propria esperienza dalla gavetta con un apprendistato a 360°, quando adolescente entra a far parte nell’azienda di famiglia La

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Sfoglia, piccolo laboratorio artigianale di pasta fresca situato nel cuore di Reggio Emilia. Lo abbiamo incontrato per una intervista. La peculiarità della produzione odierna è quella di affiancare la tradizione con l’innovazione. Accanto ai classici cappelletti di carne, ai tortelli di zucca e verdi trovano spazio sfiziosi tortelli al mojito, ai fichi e rum, al mango e chi ne ha più ne metta, tutti rigorosamente fatti a mano. Come preferisci essere chiamato? Pastino

cio la pasta. Se non fossi un Mastro pastaio saresti? Un imbianchino. Come inizia la tua giornata? Colazione tassativamente a casa. Giretto con i miei due cani Milly e Margot. Questi sono i momenti della giornata che preferisco e poi via mi butto nel lavoro. Qual è il piatto che ti ricorda “casa”? La pasta ragia. Per me significa famiglia, tradizione, il pranzo della domenica.

Da piccolo sognavi di? Diventare pasticcere. Alla fine Qual è il TUO piatto di battanon è andata molto diversa- glia? mente invece che le torte fac- Tortello di zucca.


Tortelli di cotechino e purè in crema di lenticchie

Ingredienti per il ripieno Cotechino stagionato, patate, formaggio Parmigiano-Reggiano, latte, burro, olio extravergine di oliva, scalogno, vino rosso (ottimo se Lambrusco), sale, pepe e noce moscata. Crema di lenticchie: Lasciare le lenticchie in ammollo in una bacinella di acqua tiepida per una notte. Il giorno dopo sciacquate e scolate le lenticchie. In una casseruola far soffriggere lo scalogno

finemente tritato e le lenticIngredienti per 4 persone: chie con un filo di olio extravergine di oliva, salare e - 500 gr di tortelli di cotechino e purè; pepare a piacere. Sfumare con il vino ed aggiungere il - 3 etti di lenticchie: brodo. - 1⁄2 Lt di brodo vegetale; Cuocere a fuoco lento fino ad evaporazione. In- 1 scalogno, olio extravergine di oliva fine con un mixer frullare le lenticchie in modo da otte- 1 bicchiere di vino bianco, sale e pepe nere una crema con la quale condire i tortelli. Tempo di cottura dei tortelli 4/5 min. circa

“ Mi piace sperimentare, unire ingredienti che all’apparenza sembrano non avere nulla in comune ma che se miscelati fra loro nelle giuste dosi, possono dare vita a gusti particolari in grado di stuzzicare piacevolmente tutti i palati, coinvolgendo al tempo stesso anche gli altri sensi”. 13


il pastaio

Fai un abbinamento tra un piatto e:

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Una canzone

Un film

Un Libro

Te stesso

Torta di pane e Diamante di Zucchero . Alla fine della canzone si sente “Delmo, Delmo vin à cà..” Anche questo è un ricordo della mia infanzia. Mia nonna cucinava appositamente per me la sua famosa torta di pane e come quella nonna che chiama Delmo, sento lei che mi chiama per dirmi che è pronto in tavola.

Caffè latte e pane in abbinamento con Don Camillo. Anche lui faceva colazione con il caffè latte e il pane e poi era di Brescello.

Più che un libro mi piace l’abbinamento tra Dylan Dog e la pizza, un must della mia vita a militare.

Aglio olio e peperoncino. Un piatto all’apparenza molto semplice ma anche molto complicato. Un po’ come sono io.


Un consiglio per i giovani Una sola parola: umiltà. Come ti vedi un domani? Con i miei cani ad osservare il mare seduto su una spiaggia. Non dovesse avverarsi sarei molto felice di avere la giusta serenità. Una persona che stimi? Mia madre. G.E.

Alla fine della canzone si sente “Delmo, Delmo vin à cà..” Anche questo è un ricordo della mia infanzia.

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curiosità

contano le dimensioni?

…Stiamo parlando del vino of course! Generalmente sulle nostre tavole troviamo bottiglie di dimensioni standard, la classica da 0,75L. Non tutti forse sanno che ne esisotno ben 15 formati. 1.

Piccolo: mezza bottiglia. 0.1875 Litri;

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Chopin: 0,25 Litri;

3. Demi: 0,375 Litri (mezza bottiglia) 4. Bottiglia standard: quella che cosnosciamo tutti, il classico formato da 0.75 Litri; 5.

Magnum: doppia bottiglia. 1.5 Litri;

6. Jeroboam: prende il nome dal del re dell’antico Testamento Gerobamo. È il tipo di bottiglia usato durante le premiazioni delle gare di Formula 1 e motomondiale. 3 Litri

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7. Rehoboam: prende il nome dal primo re della Giudea. 4,5 Litri;

8. Mathusalem: prende il nome dall’uomo più longevo dell’antico testamentomed è usato in occasioni speciali come matrimoni o premiazioni sportive. 6 Litri;

9. Mordechai nome biblico cugino di Ester, regina di Persia 9 Litri Sempre con capienza 9 Litri, Salmanazar: prende il nome dal Re Assiro 10. Baltazar: Prende il nome da uno dei tre Re Magi 12 Litri; 11. Nabuchodonosor: prende il nome dal nome di un’antica dinastia babilonese del re Nabuchodonosor. 15 Litri; 12. Melchior: prende il nome da uno dei tre Re Magi 18 Litri 13. Solomon: nome biblico, Re di Israele e figlio di Re Davide 20 Litri di vino;


13. Sovereign 25 Litri; 14. Primato o Goliaht: dal gigante ucciso con la fionda da Davide 27 litri; 15. Mechizèdec: la bottiglia in assoluto più grande, prende il nome dal re di Salem 30 Litri (la quantità di 40 bottiglie classiche)

Il nostro parere… non contano le dimensioni ma il contenuto! 17


il coach

foto: Anna antonelli

a Davide pranzo con il coach Schioppa. Ospite Monica Stefinlongo. Il primo appuntamento

“Ci sono tre possibili parti che compongono un appuntamento, di cui almeno due devono essere offerte: divertimento, cibo, e affetto. È consuetudine dare inizio a una serie di appuntamenti con una buona dose di divertimento, un ammontare moderato di cibo, e una minima traccia di affetto. Mentre la quantità di affetto aumenta, il divertimento deve venire ridotto in proporzione. Quando l'affetto diventa il divertimento, non lo chiamiamo più appuntamento. In nessun caso deve mancare il cibo.” [Miss Manners] E’ un lunedì freddissimo a Milano. L’appuntamento con Monica è alle ore 13 da Hug in via Venini al numero 83, un lo-

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cale molto particolare, aperto alla fine del 2017. Nato negli spazi di un’antica fabbrica di cioccolato, hug è un community hub di rigenerazione urbana, è un bistrot con spazio lavoro, eventi, hospitality e accoglienza bikers, in una corte dove sentirsi a casa. Il posto ideale per affrontare il tema che abbiamo scelto insieme: il primo appuntamento. Il tavolo a noi riservato si affaccia su una tipica corte milanese. L’ambiente, in perfetto stile nordico, è caldo e confortevole. Ordiniamo due piatti dal menù del giorno. Monica, che è vegana, ordina la pappa al pomodoro con gel di basilico, io scelgo una crema di broccoli

acciughe capperi e pane croccante. Pronti a degustare le nostre pietanze iniziamo la nostra chiacchierata. D. Cosa ti aspetti da un primo appuntamento? M. Per prima cosa è giusto che tu sappia che non è mia abitudine accettare subito un invito. Sono alla “vecchia maniera”. Mi piace il corteggiamento. Da un primo appuntamento mi aspetto innanzitutto di passare una piacevole serata ma soprattutto mi aspetto di giocare entrambi a carte scoperte. Trovo inutile vestire i panni di chi qualcun altro e trovo assolutamente sconveniente che l’accompagnatore lo faccia a sua volta anche per-


Monica Stefinlongo Conduttrice Radiofonica. Nel suo programma “Mattino Lombardia”, in onda dal lunedì al venerdì tutte le mattine dalle ore 10 alle ore 12, si parla di musica, cinema , teatro e libri affrontando temi di attualità e informando il pubblico su tutto quello che accade in Lombardia. Viaggiatrice per passione ha due grandi amori: Myo, una micina bianca e rossa e Stinky, un cagnolino nero. Non ama cucinare ma è affascinata da chi, mescolando ingredienti, ottiene ottimi risultati.

“Godere della tavola è come godere della vita. Il mio, però, è più un discorso focalizzato sulla qualità che sulla quantità".

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ché se il primo appuntamento diventa un secondo o un terzo, poi diventa un problema ricordarsi le bugie dette. Certo, a volte capita come conseguenza della cosiddetta “ansia da prestazione”. Tutti vogliamo apparire migliori ma attenzione a non esagerare. D. Ti propongo un gioco. Invece cha al ristorante, lui t’invita a casa per una cena con amici. Ha passato tutto il giorno a cucinare per te ma alla fine scopri che nulla di quello che ha preparato, ti piace. Cosa fai? M: impossibile! Io ho fatto la scelta di diventare vegana non solo per una questione etica ma anche perché tempo fa ho scoperto di avere delle importanti intolleranze alimentari. Ogni volta che sono invitata a un pranzo o a una cena lo faccio subito presente. D. Allora, diciamo che ti ha invitata sapendo che sei vegana e ti ha preparato una cena ad hoc ma tutti i piatti sono immangiabili. M. Cercherei di mangiare lo stretto necessario e probabilmente gli direi anche quanto sono buoni. La volta successiva però porterei io il cibo oppure proporrei una cena fuori suggerendo io il locale. D: Osservando il comportamento di una persona a tavola è possibile capire delle cose su di lei? M: Assolutamente sì. Il modo in cui una persona, si rapporta con il cibo, è molto significativo. Io ad esempio sono limitata nella scelta dei piatti, come dicevo prima, ho molte intolleranze ma amo mangiare e soprattutto bene. Gode-

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re della tavola è come godere della vita. Il mio, però, è più un discorso focalizzato sulla qualità che sulla quantità. Un piatto ben fatto può essere associato a del sesso altrettanto ben fatto. D. So che hai una nipote; cosa le diresti se ti chiedesse un consiglio per il suo primo appuntamento? M. Le direi due cose: primo es-

sere se stessa e secondo puntare sull’umorismo. D. Domanda scottante. Chi paga al primo appuntamento? M. Non vorrei sembrare scontata ma al primo appuntamento mi aspetto che offra lui. E’ una questione di galanteria. Non do importanza a dove mi porta, potrebbe essere anche un picnic nel parco. G.E.

Un pi c risolv colo trucc ere l’i mbar o per primo azzo confid appuntame del all'alt ate senza nto: timor ra e il vos persona il t v r o o stro sta rester ete so to d’anim o che è r lo ste presi di sa , sso c p Una v he pro ere o l t a m v tavola a lei. esse l tutto sarà p e carte in iù sem plice.

Siamo ospiti di Alberica Di Carpegna Loredana Lorenzi Sara Atelier

@hugmilano @hug_milano


HUG

Nato negli spazi di un’antica fabbrica di cioccolato, hug è un community hub di rigenerazione urbana nel cuore di NoLo a Milano. Aperto alla fine del 2017, hug è un bistrot con spazio lavoro, eventi, hospitality e accoglienza bikers, in una corte dove sentirsi a casa. Uno spazio in disuso da decenni in una corte che si apre in via Venini, nel cuore di NoLo, dove in passato aveva sede la fabbrica di cioccolato Grassi. Tre giovani donne si incontrano e decidono di trasformare il loro sogno in un progetto condiviso: dare forma a un luogo in cui lavorare, incontrarsi, entrare in contatto con il territorio e con le persone che lo vivono, riscoprire la città sulle due ruote. Un luogo dove ritrovare il piacere di dedicarsi al proprio lavoro senza abbandonare i propri sogni, dove concedersi una pausa in un ambiente informale, dove ritrovare sapori autentici. hug nasce per mettere a disposizione spazi e servizi, ma anche per accogliere progetti e iniziative dall’esterno. Accogliendo le suggestioni del Nord Europa, hug coccola i suoi ospiti nelle atmosfere di una casa, prediligendo i materiali naturali e le tinte chiare. Ed è proprio dalla Danimarca che viene la filosofia hygge che ha ispirato hug: è il tentativo di creare un'atmosfera accogliente, piacevole, intima mentre si assaporano i piaceri della vita circondati dall'affetto delle persone care. La luce calda di una candela è hygge. Ma anche gli amici e la famiglia sono hygge. www.hugmilano.com

Davide Schioppa, 35 anni, diplomato in Coaching Umanistico è Coach Professionista, specializzato in Life Coaching. La sua missione è allenare le persone affiancandole nei più importanti momenti di cambiamento della vita. Nel 2016 ha fondato l’Associazione INTRAPRENDENTE • Centro di Formazione &Ricerche, per portare avanti assieme ad altri Coach Professionisti, studi e ricerche sul mondo del Coaching. Da Settembre 2017, ogni lunedì, è ospite fisso del programma Mario and the City di radio m2o. Da Novembre 2017 è autore e co-conduttore del programma #coachinghour all’interno della rubrica #coachinghour su Radio Lombardia. Alla professione di Coach affianca il lavoro di manager e imprenditore nell'industria della pubblicità online. È laureato in Economia Aziendale e Marketing. Nel suo tempo libero scappa a caccia di tramonti mozzafiato oppure prova a volare con il suo paracadute lanciandosi dagli aerei.

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il conte

alla mensa di lucia (leonardo da vinci) CON IL PRIMO DOC ITALIANO di alessandro feroldi

Ad Anchiano, una trentina di km a ovest di Firenze, c’era un’osteria campestre frequentata nel ‘400 dal giovane notaio fiorentino Pier di ser Antonio da Vinci. Con Caterina, che serviva ai tavoli, nacque l’amore e nel 1451 Leonardo da Vinci. Ceramiche pregiate e il primo vino Doc italiano, il Carmignano rosso di Bacchereto, certificato nel 1716 da Cosimo de’ Medici Appena fuori del villaggio di Vinci c'è un piccolo agglomerato, Anchiano, sulla strada principale che superava il monte Albano (così chiamato perché parte della fauna e flora erano di colore bianco) e

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scendeva dalla val di Nievole a Prato e Pistoia. In una torre superstite del nobile castello degli Adimari, in Anchiano, esisteva un'allegra osteria campestre, luogo prediletto da tutti i residenti e viaggiatori di passaggio. Nella primavera del 1451 il giovane notaio fiorentino ser Pero di ser Antonio da Vinci, in vacanza nella vicina casa paterna, in quell'osteria redige un contratto di cessione di un frantoio da ulive. La servetta, Caterina, è assai graziosa e il ventiquatrenne se n'invaghisce. L’anno seguente nasce Leonardo, figlio illegittimo allattato da una capra perché la madre non ha latte. Il piccolo Nardo crescerà in quei luoghi, felice in mezzo alla natura, sotto le amorose

cure della nonna paterna, Lucia di Zoso, nella casa di lei a Becchereto. La casa di Lucia di chiamava “Toia”: esiste ancora e, restaurata perfettamente nelle dimensioni originarie, accoglie liberamente i visitatori, offrendo loro un'ottima cucina locale esclusivamente prodotta dal forno, come ai tempi di Leonardo. L'ambiente è di una vasta cantina: grandi tini intieri altri dimezzati come tavoli, il forno in vista dei clienti del ristorante. Nella parte superiore e attigua le camere, come allora. La base delle pietanze è tutta prodotta in loco: carne, verdura, frutta, vini, olio extravergine. Anche le stoviglie rientrano nella tradizione locale dei ceramisti,


fin dal lontano '400. Oltre a dare i natali a Leonardo da Vinci, la zona è ricca di storia e arte: fu residenza di caccia (e di amori più o meno tumultuosi) di tutti i medici, dal '400 in poi, che vi edificarono splendide ville, nonché di Vittorio Emanuele II re d'Italia, quando Firenze fu capitale d'Italia (1865-1870). La principale produzione artistica locale è la ceramica, poi noon mancano il vino e una prelibata cucina. Per gli appassionati esistono in zona corsi di ceramica, tradizione locale che risale al '400, con albero genealogico delle famiglie dei ceramisti, e scuole di cucina. Sul vino val la pena di spendere qualche parola, perché il Carmignano rosso di Bacchereto è il primo Doc (Denominazione di origine controllata) della storia enologica italiana. Infatti il Granduca Cosimo de' Medici, emise nel 1716 un Decreto (7luglio) e un successivo bando (17 settembre) regolando vendemmia, denunce di produzione, controlli (anche commerciali), repressioni delle frodi, istituendo una Congregazione di vigilanza e fissando in modo chiaro e inequivocabile i confini del comprensorio del vino Carmignano. Ancora oggi

esiste e opera attivamente la Congregazione, composta dai migliori vitivinicultori del luogo. Di questo vino comunque si parlava già nel ' 300, epoca in cui il cronista Domenico Bartoloni parla dei vini del Carmignano e di Artimino che sono eccellenti. Ser Lapo Mazzei, notaio, acquistò l'8 dicembre 1396 per conto di Francesco di Marco Datini quindici some di Carmignano al prezzo di un “fiorentino suggello” la soma, prezzo pari a circa quattro volte i vini più prestigiosi dell'epoca. E il Datini è il celebre inventore della cambiale, per evitare che il denaro contante fosse rubato nei lunghi viaggi

dell'epoca. CARATTERISTICHE Età media del vigneto: 21 anni Produzione media per ettaro: 33.0 Vendemmia: raccolta manuale 100%. Prodotte: ca. 9500 CARATTERISTICHE Vino rosso dal naso intenso, fruttato, animale, dalla bocca strutturata, concentrata, potente, tipica del Carmignano. ABBINAMENTI Arrosti di carni, fiorentina alla brace, selvaggina.

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trattoria

trattoria torre di pisa la tradizione toscana dal 1951 nel cuore di milano di chiara la rotonda

alla cucina casalinga che non è mai cambiata e al passa parola. La Trattoria Torre di Pisa è un vero e proprio salotto milanese e negli anni ha visto tutte Era il 1951, l'Italia usciva le personalità più importanti di da soli sei anni da una guerra Milano passare da qui: il segredisastrosa, molti italiani dalle to di questo grande successo? campagne si spostavano in città, tanti anche dalla toscana a Dagli anni sessanta ad Milano. Il primo che aprì questo oggi tutti gli artisti, i nomi imlocale nel 1951 lo chiamò Trat- portanti della moda, gli intellettoria da Omero, poi nel 1954 la tuali e i più grandi uomini d'affafamiglia Meacci comprò il ri- ri di Milano, sono passati di qui. storante e da quell'anno ebbe Siamo nel cuore di Brera, nel molto successo e lo chiamò cuore di Milano, pensate che in “Trattoria Torre di Pisa”. Gli anni quegli anni non era insolito che sessanta furono gli anni che re- qualche artista pagasse il prangalarono il primo vero succes- zo con i suoi quadri. Il segreto so al nostro ristorante, grazie è la nostra cucina che non è La trattoria Torre di Pisa è un ristorante storico di Milano, ma ripercorriamo insieme al suo gestore e socio, Ettore, la sua storia...

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mai cambiata, è una garanzia per chi vuole mangiare bene i piatti della tradizione. Noi con il nostro impegno cerchiamo di mantenere standard altissimi in tutto, dall'empatia con i clienti, all'amore che mettiamo nei nostri piatti. La cucina della tradizione toscana dal 1951 al 2018... Abbiamo sempre cercato di mantenere la nostra identità tramandano le ricette della tradizione e non solo per quanto riguarda la cucina, ma anche per le materie prime; abbiamo una grandissima attenzione e cura nella scelta dei prodotti e dei fornitori. Noi non serviamo


i piatti più sofisticati, qui non si trovano ostriche o caviale, ma facciamo lo spezzatino ad arte come lo faceva la nonna e la pasta fatta in casa. Io personalmente ho voluto continuare a servire anche i piatti che hanno una storia, come fegatelli, la peposa e li portiamo avanti con lo stessa passione di sempre. Ettore, Lei è una figura di riferimento del ristorante, per tutto lo staff e per i clienti, è ancora un oste alla vecchia maniera, si vede che fa questo mestiere con passione. Come nasce la sua passione per questo lavoro?

struire dei rapporti di fiducia Certo, io per esempio con i clienti e pochissimo per faccio tutti i dolci in casa e li distruggere tutto, se si mette il faccio quasi tutti senza glutine, cuore, si avrà successo. sia per venire in contro alle esiA Milano oggi ci sono genze dei clienti e permettere a tutti di mangiare i nostri dolci e stati molti ristoranti di moda anche perché mi sono accorto che hanno alzato i prezzi in che sono molto più digeribili. proporzione alla popolarità e Per me cucinare è una passio- poi sono crollati a picco. La ne, tutto il mio lavoro lo è, ma Trattoria Torre di Pisa invece il pomeriggio, quando la sala è ha sempre avuto un grande successo, ma non ha mai alzato i prezzi: come si fa?

Il fatto di avere avuto sempre successo, ci ha permesso di non aver mai avuto bisogno di alzare i nostri prezzi per guadagnare. Sappiamo Io da tutto quanto ragazzino vopossa costalevo studiare, re avere un ma la mia faristorante, miglia voleva ma io credo mandarmi a che non si lavorare, aldebbano allora decisi di zare i prezzi fare il camee soprattutto riere l'estate non rinunciae questo mi re ai prodotavvicinò al ti di qualità, mondo della ristorazione, anche se una mia vuota, amo mettere la musica la qualità con il tempo paga, passione era il teatro che pra- (che cambia a seconda del dol- costa di più sicuramente, ma paga. Bisogna limare dove ci ticai durante gli anni di scuola, ce) e cucinare prelibatezze. sono gli sprechi, ma mai sulla ma ad oggi, credo che proprio l'esperienza sul palcoscenico Quanta passione ci qualità. mi abbia aiutato nel mio lavoro vuole per fare questo lavoro? I prodotti di qualità oggi in sala. Tanta, senza passione non si sono una garanzia della Trat La tradizione si può può fare bene. La passione si toria Torre di Pisa e, a Milano, sposare anche con la cucina ripercuote in sala e nei nostri si sa che se si vuole mangiare moderna per Lei? piatti. Ci vuole tempo per co- una delle più buone fiorenti-

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ne, bisogna venire in via Fiori Chiari, ma come fate a tenere questi livelli sempre altissimi? Noi usiamo solo prodotti di stagione e fornitori fidati da anni. E' la nostra filosofia, noi non serviamo mai un risotto ai funghi se non è stagione e così seguiamo la stagionalità con tutto quello che portiamo in ta-

cosa più bella è che il cliente si senta a casa e questo avviene, infatti tanti nostri clienti che vengono in settimana per lavoro, tornano il weekend con la famiglia. Siamo aperti tutti i giorni dell'anno, anche le feste, prepariamo piatti ad hoc, ma il menù rimane comunque sempre alla carta.

sono in nostro zoccolo duro che continuano a venirci a trovare dagli anni 60, ma ci sono anche i figli e i nipoti che sono cresciuti venendo qui, ma non solo, i giovani d'oggi stanno riscoprendo la cucina casalinga, quindi il sabato sera abbiamo anche tante tavolate di ragazzi giovani.

vola, solo prodotti freschi, tutto In questo locale ci sono il resto non lo prendiamo due generazioni a confronto: Se una persona doves- Ettore che è la storia e Franse venire nel Suo ristorante cesco che è il figlio di uno dei per la prima volta, che menù soci. Francesco, come vivi questo lavoro? ideale potrebbe consigliarle?

67 anni di storia e di successo, che cosa vi augurate per il futuro?

Menù di Ettore: Antipasto: prosciutto crudo toscano tagliato al coltello e mozzarella. Primo: pasta fatta in casa o una ribollita. Secondo: una fiorentina o se fosse solo, una battuta alla senape che è il nostro piatto forte. Dolce: una torta della nonna senza farina, con crema al limone e pinoli tostati.

Io posso dire di essere figlio d'arte, da quando sono nato ho sempre vissuto e sono cresciuto respirando questo ambiente, quindi sono a mio agio ed è quello che ho sempre voluto fare. Io cerco di pormi al meglio con le persone e ho di fianco Ettore da cui posso imparare tutti i giorni. Questo è un ristorante che abbraccia tutti i target di persone?

Da noi al centro c'è la persona, non il piatto, deve Assolutamente si, a paruscire da questo ristorante fe- lice e soddisfatto. Per noi la te i nostri clienti affezionati che

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Vorremmo continuare a vedere riempite queste salette di gioia, allegria e convivialità. Portare avanti questo angolo di storia nel futuro, crescere insieme alla nostra amata città, una Milano sempre più futuristica ma allo stesso tempo sempre più affezionata alle tradizioni.


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sicurezza

sicurezza a tavola: 5 motivi per cui il rischio è maggiore per i bambini

Sicurezza a tavola: i 5 motivi per cui il rischio è maggiore per i bambini. Il progetto “Sicurezza a tavola”, una serie di corsi organizzati da Four Srl presso ristoranti, bar e mense (scolastiche o di lavoro) ha un duplice obiettivo: prevenire gli episodi di soffocamento, grazie alla corretta preparazione del cibo, e rimediare laddove si presenti un caso di ostruzione da cibo, grazie alle manovre giuste e tempestive. Nel percorso di Sicurezza a tavola è prevista anche la parte di formazione sul primo soccorso, la rianimazione e l’uso del defibrillatore (BLSD) in caso di bar, ristorante e mense cardioprotetti. La maggior attenzione è rivolta ai bambini. Perché? Come si legge nel documento “Linee di indirizzo per la prevenzione del soffocamento da cibo in età pediatrica” che si trova sul sito del Ministero della Salute, tutte le linee guida sono concordi nell’affermare che la fascia di età in cui i bambini sono esposti a un maggior rischio di soffocamento da cibo è quella tra gli zero e i quattro anni. L’elevata incidenza di episodi di soffocamento è dovuta a 5 caratteristiche psico-fisiologiche del bambino: 1 - le vie aeree sono di diametro piccolo e forma conoide (fino alla pubertà); 2 - la scarsa coordinazione tra masticazione e deglutizione dei cibi solidi (che non è innata come per i liquidi); 3 - la dentizione incompleta (i molari, necessari per ridurre il cibo in un bolo liscio, crescono intorno ai 30 mesi); 4 - la frequenza respiratoria elevata; 5 - la tendenza a svolgere più attività contemporaneamente (mangiano mentre corrono, giocano, parlano o guardano la TV, tablet e così via).

@gianluigibonanomigiornalista

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la blogger

con un viaggio nella testa quando il social incontra la realtà, ti viene da scrivere... e finisci in cucina con chiara carolei

è andato on line il 1° settembre 2014, tardi rispetto alla nascita dei primi grandi blog, ma non sono mai stata una pioniera, ho sempre creduto troppo poco in me stessa. A un certo punto ho pensato fosse semplicemente naturale farlo. Viaggio da quando ho sei mesi e posso dire in tutta sicurezza che viaggiare è Chi è Chiara? l'unica cosa alla quale non potrei mai rinunciare per nulla al Un'anima in pena, per mondo. farla breve. Non sono mai riuscita a dedicarmi a una sola Ci parli del tuo blog e del tuo Da una parte il blog è professione, da ragazza men- lavoro di fotografa di matrimo- la mia scatola nella quale cutre studiavo facevo la barista ni? stodisco gli appunti di viagla sera in un pub e di giorno la guida turistica. Ho lavorato in Il mio blog si chiama gio, dall'altra è una piattaforma una galleria d'arte e nel frattem- "Con un viaggio nella testa" ed potentissima grazie alla quale Da un punto di vista prettamente astrale è un Saggitario d.o.c.. Il Sagittario infatti, assicurano i manuali di astrologia, è il viaggiatore per antonomasia. Merito degli zoccoli? Lei dice di inciampare sempre, anche dalle ciabatte, ma se le proponete un viaggio sappiate che vi sta già aspettando in aeroporto.

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po iniziavo la mia professione giornalistica in un settimanale di cronaca. Oggi continuo a scrivere (troppo), ma la cronaca l'ho abbandonata: è roba per gente con lo stomaco forte! Nel 2011 ho trasformato la mia passione per la fotografia in una professione e nel 2014 ho aperto un blog di viaggi. Ci sarebbe anche altro, ma poi mi viene mal di testa se racconto tutto.


ogni giorno mi misuro con il web. Che significa persone che mi scrivono, ma anche Google Analytics, SEO, programmazione dei contenuti, corsi, formazione… insomma, una bellissima sfida che più si fa difficile e più mi appassiona. Non nascondo che più volte ho pensato "mollo tutto", dietro al blog c'è una quantità di lavoro inimmaginabile, soprattutto nel momento in cui si decide che deve essere uno strumento professionale. Esattamente come ogni altro lavoro, ha scadenze, urgenze, emergenze… con l'aggravante di essere completamente soli (o almeno, questo è il mio caso). Oggi sono felice di non avere mollato e vedere crescere qualcosa che è partito con un post qualunque, mi dà la carica per affrontare nuove nottate insonni! Collaborare con enti del turismo, alberghi, tour operator e ristoranti è molto stimolante e gratificante, ma non smetterò mai di viaggiare anche da sola. Il mio lavoro di fotografa di matrimonio è iniziato per caso come praticamente ogni cosa della mia vita. Mi è sempre piaciuto fotografare, ho sempre avuto un buon occhio, ma fotografavo in maniera del tutto amatoriale. Così ho deciso di

chiedere a un fotografo professionista di darmi qualche lezione. Casualmente lui era, ed è tuttora, uno dei più grandi fotografi matrimonialisti d'Italia, mi ha insegnato tantissimo dal punto di vista tecnico e umano e presto mi ha portata con lui sul campo. Insieme al mio compagno, che nel frattempo si era appassionato insieme a me, abbiamo deciso di buttarci in questa avventura che abbiamo battezzato "Moumou Photography". Il mondo digitale ci ha permesso di provarci con

cui le persone sono (solitamente!) molto felici è un gradissimo privilegio. Non nascondo che talvolta faccio fatica a ricordare che si tratti di lavoro! Mettiamo caso che sia tu a sposarti, che scelta faresti per il menù?

La vedo dura, in ogni caso sono sicura che mangerei tutto! Per me non potrebbe mai mancare il risotto, che è il mio piatto preferito, quello che porterei con me sull'Arca di Noè se dovessi scegliere un solo piatto da salvare! Ma sarei preoccupatissima della cottura: fare un risotto al dente per un matrimonio credo sia davvero difficile. Vorrei "poco", e quello che abbiamo una distesa di capesante, gamfatto ogni tanto sembra incre- beri rossi crudi, pesce cucinato dibile anche a me! in qualsiasi modo, curdo o cot to Sulla torta non avrei dubbi: Ci siamo "specializzati" una Sacher gigante! in destination wedding, ovvero matrimoni di persone che vengono a sposarsi in Italia dall'estero. E per me è un'ulteriore scusa per viaggiare, perché normalmente si tratta dei laghi, www.conunviaggionellatesta.it della Toscana, di Venezia, della Costiera Amalfitana. Lavorare in un giorno in @conunviaggionellatesta

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la blogger "A un certo punto ho pensato fosse semplicemente naturale farlo. Viaggio da quando ho sei mesi e posso dire in tutta sicurezza che viaggiare è l'unica cosa alla quale non potrei mai rinunciare per nulla al mondo". 34


una ricetta per the food gazette Per me la ricetta non può che essere quella del risotto. Una variante che io amo moltissimo è

Il Risotto alle Fragole Ecco la ricetta per 4 persone:

Ingredienti:

procedura:

320 gr di riso 350 gr di fragole 2 scalogni 1/2 bicchiere vino bianco 1 litro di brodo vegetale parmigiano olio sale

Mondare le fragole e tagliarle a pezzettini, togliendo il picciolo, e metterle da parte. Tagliare lo scalogno sottile e farlo imbiondire in una casseruola con l'olio, senza farlo annerire. Aggiungere subito il riso e farlo tostare, fino a quando diventa trasparente, quindi aggiungere il vino bianco e farlo evaporare. Aggiungere il brodo a mestoli di modo che il riso sia coperto, e rimboccare prima che si asciughi. A metĂ cottura aggiungere le fragole e continuare a versare brodo quando necessario, facendo attenzione a non schiacciare troppo le fragole. Una volta raggiunta la cottura, spegnete il fuoco e mantecate il risotto con un po' di parmigiano (non troppo, ma va a gusti) e qualche pezzetto di burro. Lasciarlo riposare un paio di minuti e impiattare aggiungendo qualche una fragola intera per ogni piatto.

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l'oste

osteria la scarpetta

questo non puoi non assaggiarlo... Abbiamo incontrato Paolo a casa sua: al ristorante La Scarpetta a Reggio Emilia. Un locale dove appena varcata la soglia si respira la vera tradizione culinaria emiliana. Una lunga chiacchierata ci ha portato a scoprire un bambino che aveva un sogno, diventare oste e che forza a determinazione è riuscito a realizzare. Paolo non ha dubbi, gli ingredienti del successo: passione, rispetto per il cibo e per le tradizioni. INTERVISTE THE FOOD GAZETTE Nome Paolo Cognome Fontanili Professione Ristoratore Come preferisci essere chiamato: Oste

sempre il “piatto della festa”. Sapevo che c’era qualcosa da festeggiare perché in tavola c’erano le lasagne. Tutt’oggi, in occasione del mio compleanno, mia mamma me ne regala una teglia.

la dei miei clienti: un sorriso e un grazie a fine pasto non hanno prezzo.

Qual è il TUO piatto di battaglia? La carbonara L’ingrediente segreto della nostra ricetta è Amore, per quello che stai facendo e per chi lo stai facendo.

Come ti vedi un domani? Spero felice e soddisfatto del mio lavoro.

Da piccolo sognavi di? Ho avuto sempre le idee ben chiare in merito a quello che avrei fatto “da grande”: l’oste e così è stato. Se non fossi un Oste saresti? Sarei sicuramente uno chef Come inizia la tua giornata? Senza un buon caffè non vado da nessuna parte e subito dopo di corsa a fare la spesa per il mio ristorante. Qual è il piatto che ti ricorda “casa”? Non ho dubbi: la lasagna, da

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La più grande delusione che hai avuto a oggi nella tua professione e la più grande soddisfazione? La più grande delusione è sentire la gente dire che nelle catene si mangia bene. La qualità dei prodotti, la stagionalità, la tradizione sono i pilastri del mio credo culinario. La mia soddisfazione è la quel-

Un consiglio per i giovani Smettere di mangiare il “cibo spazzatura”.

Una persona che stimi? La mia compagna Anna. E’ stata la prima a credere in questa mia avventura tanto da seguirmi in toto. Oggi è lei l’anima della cucina: la Chef de La Scarpetta


"L’ingrediente segreto della nostra ricetta è Amore, per quello che stai facendo e per chi lo stai facendo."

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l'oste

Fai un abbinamento tra un piatto e:

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Una canzone

Un film

Un Libro

Senza ombra di dubbio “La donna cannone” di De Gregori, una poesia e come tale la abbino un dolce, direi alla torta di riso che amo alla follia.

“Eddie the Eagle – il coraggio della follia” la storia di un uomo e di un sogno, il suo. Un uomo che non si arrende davanti a nulla, che lotta e non molla mai e alla fine ottiene ciò per cui ha lottato. Per me Eddie the Eagle è un piatto semplice ma che proprio dalla semplicità trae la sua forza: un bel tagliere di salumi e gnocco fritto.

Il libro “Il Piccolo Principe” e lo abbinerei a un bel piatto di cappelletti in brodo. Per me entrambi rappresentano l’infanzia, l’amore, l’amicizia.

Te stesso Non posso che dire la lasagna!


una ricetta per the food gazette Ossobuco con piselli

Ingredienti: Ossibuchi di vitello, carote, sedano, cipolla, sale, brodo di carne, piselli, olio extravergine di oliva.

procedura: In una padella fate sciogliere il burro con l’olio extra vergine di olive e unire il trito di carote, sedano e cipolle. Far appassire le verdure e aggiungere gli ossibuchi facendoli rosolare da entrambi i lati. Salare, pepare e aggiungere il brodo. Cuocere a fuoco lento per circa 40 minuti (a metà cottura girare gli ossibuchi). Qualche minuto prima del termine della cottura aggiungere i piselli e la salsa di pomodoro.

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people

INSTAFOOD

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@CONCETTACUCARANO tina Cooking for passion italia "L'alba è una meraviglia, vedere sorgere il sole mi dà tanta energia, ancora un nuovo giorno per assaporare ed amare tutto ciò che mi circonda e mi rende felice".

LA MIA RICETTA

MEZZE MANICHE CON PISELLI E PROSCIUTTO COTTO

ingredienti Per 2 persone 180 gr di mezze maniche 200 gr di piselli freschi e sgranati 70 gr di prosciutto cotto a dadini 1/2 cipolla tritata Olio extravergine d'oliva, prezzemolo tritato e sale q.b. 3 cucchiai di parmigiano

PROCEDIMENTO

Scaldare una padella con l'olio e far rosolare la cipolla e il prosciutto cotto, aggiungere i piselli, prezzemolo, un mestolo d'acqua, sale e

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cuocere per circa 12-15 minuti. Nel frattempo in una pentola far bollire l’acqua salata e cuocere la pasta, scolarla e versarla nella padella con il condimento aggiungendo un mestolo di acqua di cottura. Mescolare a fuoco basso per alcuni minuti, togliere dal fuoco e aggiungere il parmigiano. Questo è un piatto semplice, gustoso e veloce da preparare in tutte le stagioni


INSTAFOOD

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@cooking_with_tash canada "Le mie ricette sono vivaci, fresche, facili da seguire e deliziose. Il mio segreto in cucina è semplice ...seguo i miei sensi e permetto al mio palato di guidare la strada che poi crea le ricette che semplificano il complicato".

LA MIA RICETTA

grilled chiplote rib steak

ingredienti

Costata di manzo da 220gr (3cm di spessore)

dry rub

1/2 cucchiaino di peperoncino chipotle macinato 1/4 di cucchiaino di pepe nero macinato 1/2 cucchiaino di aglio in polvere 1/4 cucchiaino di sale

PROCEDIMENTO

In una piccola ciotola mescolare delicatamente e in modo uniforme tutti gli ingredienti della miscela secca. Lasciare riposare la bistecca a temperatura ambiente per almeno 15 minuti prima di strofinare con un impasto a secco. Prendi metà del tuo mix di sfregamento a secco e strofina su un lato della bistecca.

Capovolgere la bistecca e usare il composto secco rimasto e strofinare bene nella bistecca. Riscalda la griglia su fuoco medio alto e griglia per circa 3 o 4 minuti su ciascun lato solo ruotando una volta per raggiungere una temperatura media di 135-140 gradi Lasciare riposare e riposare per alcuni minuti prima di affettare. Cuocere la bistecca secondo i propri gusti, regolando il tempo di cottura secondo necessità.

cosè il dry rub?

Letteralmente «massaggio secco», è un misto di sale, spezie e occasionalmente zucchero con cui si preparano certi tipi di carne prima della cottura. Il nome deriva dal «massaggio» con il quale si applica questa miscela.

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FOOD truck

@smokinpit.it @smokinpit_barbeque

AUTHENTIC AMERICAN BARBEQUE VOLETE SENTIRE DEL CIBO AMERICANO DA STRADA, FATTO COME SI DEVE? MORBIDO E CUCINATO CON LEGNI AROMATICI CHE LASCIANO IL LORO MARCHIO INDELEBILE? Smokin Pit è il truck giusto. • Pork Ribs • Pulled Pork • Brisket Queste sono solo alcune delle preparazioni di carne al barbeque ed affumicate in vero stile Americano. Gli Smokers che utilizzano (Barbeque Affumicatori) affumicano e cuociono la carne per moltissime ore con legna di quercia per il manzo e di ciliegio per il maiale. Le spezie utilizzate

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sono calibrate per ogni tipologia di carne, un mix per esaltarne ed intensificarne il sapore durante la fase di cottura e consegnarvi un prodotto che vi sarà difficile dimenticare.

Pulled Pork

Spalla e collo di maiale cotte a bassa temperatura per 12 ore ed affumicate con legno di ciliegio. Dopo la cottura è talmente morbido che si sfilaccia con una forchetta. Ideale nel panino burger con la tipica Coleslaw, una fresca insalata di cavolo cappuccio verde e rosso, carote e salsa di yogurt, accompagnata con la nostra famosa salsa bbq alla mela!


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EVENTI

Mandorlo in fiore Agrigento 3-11 Marzo

Il “Mandorlo in Fiore” è una festa popolare della città di Agrigento. Nata nel 1934 si ripete, da tradizione, ogni primavera dell’anno per un’intera settimana. Si festeggia l’anticipo della stagione primaverile con il rifiorire del mandorlo, che rappresenta, insieme all’olivo, la pianta caratteristica del paesaggio agrario tradizionale della Valle dei Templi e il ritorno alla vita. Una manifestazione ricca di musica, folklore, attività di intrattenimento per i più piccini e enogastronomia.

567 ̂ La Segavecchia di Cotignola Cotignola (RA) 8-11 Marzo

La Leggenda narra che il Duca di Milano, Francesco 1°, figlio di Muzio Attendolo Sforza di Cotignola, avesse concesso ai sudditi di festeggiare il Carnevale anche in Quaresima come ringraziamento per aver scampato a un grave maleficio di cui fu accusata una vecchia, arsa sul rogo, in una fredda giornata di marzo 5 secoli prima. Oggi si ricorda la Vecchia con una grande sfilata carnevalesca guidata da un’enorme figura di cartapesta realizzata dalla locale Scuola Arti e Mestieri. Due sono le sfilate, una in notturna il giovedì sera e l’altra nel pomeriggio della domenica. Ed è al termine di quest’ultima che la Vecchia è condannata, decapita e bruciata in piazza.

Foto Segavecchia di Cotignola Ed. 2017 Photo Credit: Pro Loco Cotignola

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Dal punto di vista simbolico è la vittoria del bene contro il male, della primavera che sboccia contro il freddo inverno appena terminato.


Funerale della saracca di Oliveto Oliveto (BO) 11 Marzo

Il funerale della saracca (o sardina), in spagnolo “El entierro del sardina”, risale alla metà dell’800 ed è ritratta anche in un celebre quadro del Goya del 1816. Il significato si trova nella sepoltura della saracca come simbolo di miseria e fame, un modo per chiudere le porte all’inverno, e accogliere così la primavera con la sua prosperità. Ad accompagnarla nel suo ultimo viaggio terreno, un vero e proprio corteo funebre che al tramonto si dirige verso una croce posta sul monte Oliveto dove sarà seppellita. La cerimonia è interrotta ogni tanto per permettere ai congiunti della vittima di esibirsi nel ballo tipico: lo “scucioll”. La festa si sviluppa nel borgo di Oliveto, dove è presente uno stand gastronomico principale che propone le classiche crescentine, polenta e saracca.

Foto: finto prete celebra il funerale della Saracca Photo Credit: Roberto Corradini Zenchiù

Sagra del salame di cinghiale Valdellatorre (TO) Domenica 25 Marzo

Giunto alla sua 16° edizione, l’evento organizzato dall’Associazione Turistica Pro Loco Val della Torre (in collaborazione con il Comune e tutte le Associazioni locali), ha la finalità di valorizzare il territorio e promuovere i Prodotti Tipici Locali, in primis il Salame Valtorrese di Cinghiale insignito del marchio De.C.O. (Denominazione Comunale d’Origine).

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il duello

junk food E' davvero cosÏ difficile scegliere bene? Il cibo spazzatura attira i ragazzi di ogni parte del mondo, sappiamo benissimo che non fa bene ma a volte cediamo al desiderio di mangiare questo genere di alimenti. Ma è davvero tutto uguale? Che differenza passa fra un ristorante di una tipica catena americana e uno locale? Queste sono alcune delle domande che ci siamo posti, in realtà non conosciamo una risposta, ci piacerebbe sentire la vostra su questo argomento.

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healthy food Al lato opposto abbiamo il "cibo sano" la frutta e la verdura sono considerati cibi giusti, quelli che non dovrebbero mai mancare nella nostra dieta. Ma è davvero cosÏ? Tutti i vegetali sono sani? Si sente molto parlare di prodotti alterati geneticamente, anche su questo vorremmo avere la vostra opinone, le migliori risposte sul prossimo numero. la nostra mail:

inchiesta@thefoodgazette.com

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la ricetta

e che cavolo?

The Food Gazette ha deciso di portare in tavola il cavolo rosso ubriaco

Oggi vi parliamo proprio del cavolo, una delle verdure che a Marzo dovrebbe spopolare sulle nostre tavole. Ed è proprio il caso di dire e che cavolo? Ne esistono veramente tante varietà. Tra le più diffuse in Italia troviamo, solo per citarne alcune: il cavolo verde cimoso, il cavolo bianco, il cavolo cappuccio rosso (e la bandiera l’abbiamo portata a casa), il cavolini di bruxelles, il cavolo nero toscano e il cavolo verza (ebbene sì quella che noi chiamiamo semplicemente verza in realtà fa parte della famiglia dei cavoli). Questa verdura, ammettiamolo poco amata dai bambini, (chi da piccolo di fronte ai cavolini di bruxelles non ha mai storto il naso? ) ha tantissime proprietà. Il cavolo è un antinffiamatorio naturale, è molto ricco di fibre, di ferro e di calcio, insomma un vero e proprio toccasana per la nostra salute. Ma bando alle ciance, veniamo alla nostra TFG ricetta.

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Ingredienti: • 1 kg di cavolo rosso • 40 gr di burro (al posto del burro si può usare l’olio extravergine di oliva) • 1 cipolla • 1 mela • 3 bicchieri di vino rosso (quello buono) • sale e pepe qb

procedimento: Lavare bene il cavolo sotto l’acqua corrente e tagliarlo a striscioline. In una padella antiaderente far dorare la cipolla con il burro (o l’olio Evo). Unite il cavolo e la mela. Salate e pepate a piacere. Versare il vino e far cuocere per 40 minuti a tegame scoperto


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Linda: "Ma tu ti cuoci solo cibi surgelati?”. Woody Allen:“Cuocerli? E chi li cuoce? Io neanche li scongelo. Li succhio come se fossero ghiaccioli!”.


@thefoodgazette

thefoodgazette.com


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