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Il disegno programmatico

La nostra programmazione a lungo termine si basa su tre pilastri interconnessi: Diritti, Redistribuzione e Resilienza sociale e politica. I Diritti non possono essere garantiti senza la Redistribuzione del potere (e dunque delle risorse) e sono minacciati dalla mancanza di spazi di Resilienza.

Mentre i primi due pilastri rappresentano quello che facciamo a livello locale, nazionale e internazionale, il pilastro “Resilienza” riguarda il nostro modo di lavorare, attraverso interventi che rafforzano il protagonismo dal basso, rappresentano gli esclusi e promuovono l’accountability delle istituzioni.

Pilastro Diritti

Lo Stato (e le istituzioni internazionali), in qualità di garante fondamentale della vita delle comunità di cui si occupa, ha il dovere di tutelare e promuovere i diritti e assicurare giustizia sociale, costruendo e tutelando l’arena decisionale che consente l’azione collettiva. Per permettere la piena realizzazione dei diritti universalmente riconosciuti è essenziale mobilitare le persone e le comunità che vivono in condizioni di povertà e di esclusione e che maggiormente ne subiscono il mancato riconoscimento.

Pilastro Redistribuzione

Il mondo possiede risorse sufficienti per garantire a tutte e a tutti una vita dignitosa; la criticità risiede nella redistribuzione e nell’accesso a tali risorse, siano esse economiche, finanziarie o naturali. Operiamo per realizzare una democrazia piena che garantisca la redistribuzione del potere economico e sociale consentendo opportunità più eque per tutte e per tutti.

Pilastro Resilienza politica e sociale

La diminuzione della partecipazione dei cittadini ai processi democratici impone che il concetto di resilienza venga applicato anche alla dimensione sociale, civile e politica. Intendiamo la resilienza come capacità degli attori civici e sociali di affrontare e superare ogni genere di avversità, a partire da quelle ambientali (reazione/ resistenza); di imparare dalle passate esperienze e adattarsi a future sfide (adattabilità); di ripensare i modelli sociali ed economici e rafforzare il dialogo fra cittadini, attori privati e istituzioni, per rispondere a future crisi e convertirle in possibilità di cambiamento (trasformazione).

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