Portfolio Architettura

Page 1





Terminati gli anni di studio, nella confusa fase postlaurea, con la consapevolezza che non fosse la fine ma l’inizio dello studio e con la volontà di trovare un senso personale all’architettura, iniziai a viaggiare, fisicamente e mentalmente, verso un obiettivo che non sapevo dov’era: la mia strada architettonica. Tra pensieri e visioni, in realtà nuove e differenti, è arrivata a me, cullata dal continuo ragionare, l’idea che l’unico vero futuro dell’architettura è quello biologico, fatto di materiali ed etica naturali, di sistemi energetici alternativi; con la consapevolezza di non voler lavorare in nessuna altra direzione che non rispecchi questi canoni. Sognando una nuova idea di città, nuova nei concetti, nella forma, nelle prassi, fatta di piccoli insediamenti, recupero, verde, agricoltura, artigianato ed arte.



SOMMARIO CURRICULUM VITAE, p. 8 PROGETTI ACCADEMICI, p. 10 - PROGETTI ARCHITETTONICI, p. 12 - RENDER, p. 22 - VETTORIALI, p. 36 - MODELLI, p. 44 - TESI DI LAUREA, p. 54 PROGETTI LAVORATIVI, p. 120 - GRAFICA, p. 122 - ARCHITETTURA, p. 128 PROGETTI PERSONALI, p. 132 - DESIGN, p. 134 - ARCHITETTURA E GRAFICA, p. 146 - FOTOGRAFIA, p. 162 Allegati, p. 219






ROGETTI ACCADEMIC


PROGETTI ARCHITETTONICI



AVANA, 2012-2013

centro d’arte collettivo PROGETTO SIN EMBARGO

Progetto Sin Embargo fa parte di una tesi di laurea in restauro strutturale e consiste nella riqualificazione funzionale di un edificio di rilevanza storica, sito nel famoso lungomare avanero, il Malecon, con un progetto di restauro creativo. Sorta come residenza di lusso di una importante famiglia borghese, questa architettura venne occupata dal popolo durante la rivoluzione castrista. Ne deriva la trasformazione da palazzo signorile a edificio popolare, con le conseguenti problematiche: la mancanza di manutenzione, il sovraccarico della struttura portante (causato dalla presenza delle “barbacoas”: ulteriori divisioni interne e aggiunta di piani intermedi),l’azione costante degli agenti atmosferici, hanno portato inesorabilmente, in poco più di cent’anni, al degrado materico e strutturale dell’edificio. Una porzione della struttura è vicina al collasso e l’intera struttura necessita intervento urgente. Per l’angolo della facciata principale il progetto prevede la sostituzione della parte originale (prossima al collasso) con una parete vegetale che funge da puntellamento per la struttura portante originale, oltre a dare uno spunto per una differente interpretazione del restauro in una realtà nella quale la prassi prevede la demolizione e rifacimento ex novo della copia dell’originale. Questa parete vegetale simboleggia la volontà di non nascondere il passaggio degli avvenimenti storici che questo magnifico edificio ha subito e vuole dimostrare come si possano trasformare i punti di debolezza in punti di forza, trovando spunto nella città che lo circonda dove non è raro che gli alberi crescano sui tetti ed i balconi. (vedi anche p. 126-127).

Il progetto di riabilitazione funzionale prevede l’utilizzo dell’edificio come centro d’arte collettivo, destinato ad essere la prima struttura polifunzionale di questo genere nella capitale cubana, con spazi riservati ad workshop di pittura, scultura, architettura, fotografia e danza, sale di registrazione, una galleria d’arte, uno spazio teatrale, uno shop, un ristorante e una casa collettiva per gli artisti ospiti. L’arredamento interno, realizzato soprattutto con materiali di riciclo, vuole sottolineare una visione nuova di architettura sostenibile.

PAGINA A LATO, SOPRA La parete vegetale prevista dall’innovativo restauro strutturale: una particolare soluzione ad un grave problema statico è stata ottenuta con questo elemento costituito da una struttura portante metallica sulla quale vengono inserite piante di malanga, seguendo l’andatura originale della facciata. PAGINA A LATO,SOTTO Inserimento del progetto nel contesto architettonico (notturno).

SOPRA 1-Modello tridimensionale del Palazzo Sarrà con l’inserimento della parete vegetale; 2-Planimetrie riportanti il progetto degli interni del centro collettivo per l’arte e le relative legende. Gli ambienti sono stati arredati soprattutto con opere di recycled desing. SOTTO Inserimento del progetto nel contesto architettonico (diurno).

1


“Stand ultrasensoriale Billabong“ è una struttura itinerante di sensibilizzazione al tema della difesa delle specie marine. Una pinna di bambù e tela, al cui interno si trova uno spazio ultrasensoriale con proiezioni e suoni che vuole ricreare un’esperienza underwater vista mare. Da utilizzare in occasione delle varie manifestazioni sportive Billabong. Per il suo carattere itinerante, la struttura in bambù e connessioni metalliche è interamente smontabile e trasportabile.

Proiezione ortogonale


ITINERANTE, 2011

stand ultrasensoriale BILLABONG EXPERIENCE

2


Progetto di architettura razionalista per una scuola elementare costituita da tre semplici prismi su tre relativi terrazzamenti, disposti ortogonalmente a se stessi, connessi tra loro da un’altro corpo prismatico che segue la direzione del fronte stradale. La funzione definisce lo spazio. Cemento armato (rivestito in pietra serena) e vetro.


SESTO FIORENTINO, 2010

SCUOLA ELEMENTARE

3


SOPRA A SINISTRA Planimetria generale di progetto, inserimento nel contesto: a sinistra ed in alto, il tessuto urbano con l’architettura storica, residenziale e religiosa, a destra, lo spazio non edificato del declivio delimitato dalle mura difensive medioevali e l’università nell’angolo in basso. SOPRA A DESTRA Sezioni ambientali. A SINISTRA Dettagli tecnologici del tetto giardino dei laboratori e del’aggancio tra la struttura orizzontale e quella verticale nella terrazza del piano superiore del nucleo espositivo. A DESTRA In ordine: pianta del piano terreno, del primo piano e della copertura. Nucleo espositivo. SOTTO Sezioni del nucleo espositivo. SFONDO Inquadramento. ***Tavole eseguite a tecnica mista vettoriale e manuale***


CENTRO D’ARTE

SIENA, 2010

Centro d’arte contemporanea sito all’interno del nucleo storico della città di Siena in un amplio spazio verde delimitato dall’edificato storico e dalle mura antiche della città, in un soleggiato lieve declivio naturale che guarda le colline toscane oltre le mura urbane. Il progetto è costituito da due parti staticamente indipendenti: - il primo nucleo è quello espositivo, la cui forma viene direttamente dettata dal sitio, (seguendo gli assi esistenti della città e prendendo spunto dal carattere aggregativo dell’architettura medioevale) e dalla funzione. Si inserisce a completare la parte edificata dal tessuto urbano circostante tra edifici e terrazzamenti. Al piano terreno ospita la struttura ricettiva per i visitatori: una hall dalla quale si raggiungono lo spazio espositivo, il teatro e il ristorante. Al piano superiore invece si trovano alcune residenze di lusso per gli artisti ospiti: dei loft progettati giocando sui differenti volumi del primo livello; - il secondo nucleo è quello dei laboratori: immersi nel verde del declivio, dove terrazzamenti in pietra traforati da grandi vetrate si mimetizzano nell’ambiente naturale. I laboratori con la loro forma si aprono sul panorama circostante come grandi occhi. La parte superiore è calpestabile e costituisce un percorso espositivo all’aperto, immerso nel verde del parco, dove i visitatori potranno ammirare le opere finite mentre al di sotto gli artisti saranno impegnati nella fase creativa, a diretto contatto con la natura.

4


ROGETTI ACCADEMIC


RENDER



AVANA, 2012-2013

tesi EDIFICIO SARRA’

1






SOPRA Scalone principale e corte interna, Edificio Sarrà, Avana, Cuba, 2013. SOTTO A DESTRA Modello tridimensionale completo particolareggiato, esterno e interno, Edificio Sarrà, Avana, Cuba, 2013. SOTTO A SINISTRA Particolare scalone principale, Edificio Sarrà, Avana, Cuba, 2013. PAGINA A LATO Corte interna principale e terrazza superiore, Edificio Sarrà, Avana, Cuba, 2013. PAGINE PRECEDENTI In ordine: -cupola eclettica e terrazza superiore, Edificio Sarra’, Avana, Cuba, 2013; -prospetto posteriore, Edificio Sarrà, Avana, Cuba, 2013; -prospetto posteriore, Edificio Sarrà, Avana, Cuba, 2013.



SOPRA Vista del corridoio esterno di accesso definito dai tre blocchi e dalla parete del prismaposto perpendicolarmente ad essi. PAGINA A LATO,SOPRA Vista del fronte di ingresso, definito da una alta parete con tre tagli verticali. PAGINA A LATO,SOTTO La corte interna con i terrazzamenti ed i tre blocchi della scuola.


SESTO FIORENTINO, 2010

SCUOLA ELEMENTARE

2



A DESTA Vista assonometrica. A SINISTRA Vista interna. AL CENTRO Fasi dell’assemblaggio. IN BASSO Piante, prospetti e prospettive.

FIRENZE, 2011

stand ultrasensoriale BILLABONG EXPERIENCE

3


ROGETTI ACCADEMIC


VETTORIALI



FIRENZE, 2008

geometria descrittiva CUPOLA SCHWEDLER

Prospettiva , proiezione ortogonale su piano inclinato e proiezione assonometrica. Cupola Schwedler, Colisseo di Charlotte, Carolina del Norte, EE.UU.

1



AVANA, 2012-13

dettagli architettonici EDIFICIO SARRA’

2

Particolari architettonici e decorativi. Edificio Sarrà, Avana, Cuba, 2013.



Rivestimento interno in ceramica. Edificio SarrĂ , Avana, Cuba. 2013


ROGETTI ACCADEMIC


MODELLI



FIRENZE, 2011

stand ultrasensoriale BILLABONG EXPERIENCE

3

Il modello dello Stand Ultrasensoriale Billabong è stato costruito seguendo le fasi reali della messa in opera: in primis la perimetrazione del piano orizzontale al livello di fondazione per poter posizionare correttamente i nodi connettivi, alla base della forma dell’intera struttura, punto di partenza ben definito da cui si snodano gli assi che vanno a formare la struttura della pinna: tanti travicelli in balsa del diametro di 5mm e di differenti lunghezze (calcolate grazie alla precedente realizzazione del modello tridimensionale digitale), connesse tra loro in corrispondenza di piccole sfere che simulano le connessioni metalliche reali. Il piano d’appoggio orizzontale dal primo livello della struttura è stato ottenuto con un foglio in pvc, secondo la planimetria del progetto. La struttura portante è rivestita in tela bianca serigrafata con il logo del brand. Nella parte alta del modello, sovrastante il piano d’appoggio, il rivestimento interno è costituito da un foglio di sughero che simula la presenza del pannello su cui vengono effettuate le videoproiezioni. Dal punto di vista dimensionale, il modello completo misura circa 60x20x45 cm.

DALL’ALTO VERSO IL BASSO Prospetto laterale, prospetto frontale, prospettiva, pianta della copertura. PAGINA A LATO Prospettiva interna.



FIRENZE, 2006

RIFUGIO NEL BOSCO

Modello in cartonlegno apribile. Su base in cartapesta. Tempera e china.

5



FIRENZE-PORTOVENERE, 2008

Modello del mulino medioevale di Portovenere, realizzato come studio della tecnica costruttiva storica del manufatto originale, con attenzione alle fasi edificatorie. Dal punto di vista materico il modello è stato realizzato similmente all’originale: la pietra, reperita in loco, il laterizio e la malta cementizia. Il modello riproduce solamente una porzione del manufatto, quella in corrispondenza delle aperture (la porta di accesso e la finestrella sovrastante), al fine di studiarne le differenti fasi costruttive: dal tracciamento della parte perimetrale (di forma circolare), alla posa in opera del livello di fondazione, dei pilastri e delle travi delle aperture, della centina per la costruzione del semiarco di copertura superiore all’apertura principale.

IN QUESTE PAGINE Il modello ed il manufatto originale.

caratteri dell’edilizia storica MULINO MEDIOEVALE

1


Trazado del perímetro.

Depósito de fundación agregada de piedra y tierra.

Capas horizontales de piedra y aglomerante que constituyen la pared.

Creación de los pilares de piedra.

instalación del arco superior con el método de la costilla.

Instalación del arquitrabe.

Instalación de los pilares de la ventana superior.

Colocación de la pared superior.


.

.

MUSEO DEL ARA PACIS

ROMA-FIRENZE, 2010

Alineación de los primeros niveles de las piedras de la pared exterior.

Creación de los pilares de piedra.

Colocación de la primera piedra de los pilares de la apertura di acceso.

Alineación del último nivel de los pilares.

IN ALTO E A SINISTRA Modello in cartonlegno e balsa del Museo dell’Ara Pacis, rivestito con vivaci ritagli di carta e dipinto a tempera in alcune parti. AL CENTRO Le varie fasi costruttive del modello del Mulino di Portovenere. Pietra, laterizio e malta cementizia.

Colocación de la pared superior.

Colocación de la pared superior.

Colocación de la pared superior.

Instalación del arquitrabe de la ventana.

A DESTRA Modello completo del nucleo storico della città di Siena, cartonlegno.

2


ROGETTI ACCADEMIC


TESI TESI DI LAUREA IN RESTAURO STRUTTURALE DI UN EDIFICIO DI RILEVANZA STORICA, SITO SUL LUNGOMARE DELL’AVANA, CUBA. IL LAVORO COMPRENDE IL RILIEVO ARCHITETTONICO COMPLETO DELL’EDIFICIO, LO STUDIO DEL DEGRADO MATERICO E STRUTTURALE, IL PROGETTO DI RESTAURO MATERICO E STRUTTURALE, IL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE FUNZIONALE E RIUSO.




































































ROGETTI LAVORATIV


GRAFICA



LA SPEZIA, 2014

spazio museale BATTERIA CHIODO

Pannelli informativi all’interno di uno spazio espositivo ottenuto dal restauro di una batteria militare della prima guerra mondiale. I pannelli informano sulle caratteristiche originali del manufatto e il suo funzionamento, oltre che definire un quadro storico fotografico. Qui, alcuni dei pannelli.

1



BARCELLONA, 2015

copertine digitali musicali EL MANN / LIC. DE LA CALLE

3


ROGETTI LAVORATIV


ARCHITETTURA



MANAROLA, 2013

arredamento AFFITTACAMERE

Progetto di interni. Studio di arredamento interno low cost per un affittacamere nel centro di Manarola, località turistica all’interno del Parco Naturale delle Cinque Terre. Sono stati scelti degli arredamenti di produzione industriale popolare ed alcuni elementi di riciclo creativo, come i lampadari di cartone delle stanze da letto e il divano di pallet della zona giorno. A LATO Planimetria con informativa degli arredamenti interni.

1




ROGETTI PERSONAL


RECYCLED DESIGN


100% RICICLATO Viviamo in un mondo dove sempre più persone si rendono conto delle problematiche derivanti da un consumismo sfrenato che gravano sull’ambiente e sulla vita stessa dell’uomo. Riciclare ormai non è più solo importante, ma è diventato fondamentale in un’ottica che guardi ad un futuro migliore, ad un mondo più vivibile, per noi e per le generazioni di domani. Riciclare per smettere di sottrarre alla Terra le sue risorse naturali, riciclare per smettere di restituite alla Terra le sue stesse risorse naturali, rielaborate, rese inquinanti e consumate. In quest’ottica ogni individuo, singolo o collettivo, dovrebbe pensare a consumare il meno possibile e reciclare il più possibile di ciò che è costretto a consumare.

IN QUESTA PAGINA Lampada “CAVALIERE” Contenitore plastico traforato montato su lampada a luce fredda.

A LATO Portapenne “CREATIVAMENTE” Manichino in polistirene espanso, trattato con smalto per polistirolo rosa shocking e trasformato in portapenne da tavolo. 100% materiale riciclato.



CARTONE Il cartone ondulato è un materiale cartaceo particolarmente spesso e pesante, costituito da uno strato ondulato centrale e due fogli piani laterali. Le sue origini risalgono alla Cina del XV secolo, mentre nel 1817 in Inghilterra furono vendute le prime scatole di cartone commerciali. Si caratterizza per tre fattori principali: leggerezza, resistenza a compressione e fonoassorbenza. Vi sono però alcune problematiche che ne limitano fortemente l’impiego: difficoltà di utilizzo in condizioni di elevata umidità (per cui esistono in ogni caso cartoni ondulati che hanno subito speciali trattamenti che ne migliorano molto le prestazioni); impossibilità di utilizzo per impieghi che richiedano particolari prestazioni di reazione al fuoco (ad esempio nelle opere pubbliche). Il cartone alveolare è costituito oltre dagli alveoli stessi e da due copertine di cartone come nel caso dell’ondulato, ma rispetto a questo a caratteristiche di resistenza maggiori, la struttura a nido d’ape è infatti una delle più resistenti a compressione, che per questo tipo di cartone possono arrivare anche a 400 KN/mq. Si possono avere cartoni alveolari costituiti da carte prodotte sia con fibra vergine che con materiale riciclato, il cartone può essere costituito dallo 0% al 100% di materiare riciclato. I tubi di cartone consentono per le loro caratteristiche una grande varietà di applicazioni, con prestazioni fisico-meccaniche eccellenti, grazie alle loro caratteristiche: un’ampia gamma di spessori e diametri disponibili, fino a 10 metri di lunghezza (anche se teoricamente si può andare oltre) finitura esterna personalizzabile (impermeabilizzazione, colori, disegni). Inoltre, i tubi sono normalmente utilizzati con un’altissima percentuale di fibra riciclata che può arrivare al 100%, i tubi ad alto spessore hanno anche buone caratteristiche di resistenza al fuoco. La produzione si effettua secondo due modalità: tubi a spirale, creati da successivi avvolgimenti a spirale di strisce di cartone incollate; tubi in parallelo, formati dalla successiva sovrapposizione di fogli di cartone (industria tessile). Tavolino “C”

Pannello di cartone alveolare, modellato a C per dare la forma di tavolino; 30 mm di spessore, resistenza a compressione 300 KN/mq. 100% materiale riciclato.




Libreria “CARTOON�

Arredo in cartone alveolare e tubi di cartone rivestiti. 4 ripiani, altezza totale 130 cm. 100% materiale riciclato.



Portafrutta in silicone Recipiente in gomma siliconica bianca, modellabile, diametro 18 cm. 100% materiale riciclato.


In questa pagina: accessori femminili realezzati con camere d’aria (prelevate dall’ambiente naturale) e tessuti. 100% materiale riciclato. Nella pagina a lato: rivestimento di una parete realizzato con tappi di latta. 100% materiale riciclato.



ROGETTI PERSONAL


ARCHITETTURA E GRAFICA Il bello di essere architetto è che puoi camminare nei tuoi sogni. (Harold Wagoner)



“Il coniglio è la nuova carne di manzo... poichè abbiamo orrore dell’utilitario, abbiamo condannato noi stessi ad un’immersione a vita nell’arbitrario. [...] L’identità è il nuovo cibo spazzatura per i diseredati, il foraggio della globalizzazione per chi non ha diritto di voto. Se lo space-junk (spazzatura spaziale) sono i detriti umani che ingombrano l’Universo, il junk-space (spazio spazzatura) è il residuo che l’umanità lascia sul Pianeta. Il prodotto costruito della modernizzazione non è l’architettura moderna ma il junkspace. Il junkspace è ciò che resta dopo che la modernizzazione ha fatto il suo corso o, più precisamente, ciò che si coagula mentre la modernizzazione è in corso, le sue ricadute. La modernizzazione aveva un programma razionale: condividere i benefici della scienza, universalmente. il junkspace è la sua apoteosi,o il suo punto di fusione... Per quanto le sue parti individuali siano il risultato di brillanti invenzioni, lucidamente pianificate dall’intelligenza umana, sospinte da una capacità di calcolo infinits, la loro somma scandisce a chiare lettere la fine dell’Illuminismo. Il junkspace è la

PAGINA A LATO Città parassita. 2015.

somma complessiva delle nostre attuali conquiste; abbiamo costruito più di tutte le precedenti generazioni messe insieme, ma per qualche ragione non possiamo essere misurati sulla stessa scala. Non lasciamo piramidi. Secondo un nuovo Vangelo della bruttezza, c’è già molto più junkspace in costruzione nel XXI secolo di quanto ne sia sopravvissuto dal XX... Inventare l’architettura moderna, nel XX secolo, è stato un errore. Nel XX secolo l’architettura è scomparsa: abbiamo speso il nostro tempo a leggere al microscopio una nota a piè di pagina sperando che si trasformasse in un romanzo, la nostra preoccupazione per le masse ci ha resi ciechi all’Architettura della Gente. Il junkspace sembra un’aberrazione, ma è l’essenza, ciò che conta... [...] Dal momento che lo spazio in sé è invisibile, ogni teoria sulla produzione dello spazio si basa su una preoccupazione ossessiva per il suo opposto: la sostanza e gli oggetti, ovvero l’architettura. Gli architetti non hanno mai saputo spiegare lo spazio. Il junkspace è la nostra punizione per le loro mistificazioni. ok, parliamo dello spazio allora.” Rem Koolhaas, Junkspace.

SOPRA Deviazione consigliata. 2014.


PERMACULTURA

« Le strategie “dal basso verso l’alto” più rilevanti partono dall’individuo e si sviluppano attraverso l’esempio e l’emulazione fino a generare cambiamenti di massa. La permacultura - per quanto complementare a molti approcci “dall’alto verso il basso” all’interno del movimento ambientalista - non ha come obiettivo principale quello di far pressione su governo e istituzioni per cambiare la politica, ma quello di permettere a individui, famiglie e comunità locali di accentuare la loro autosufficienza e autoregolazione. [...] Tale approccio si basa sulla consapevolezza che una parte della società è pronta, disponibile e in grado, sostanzialmente - questo è ancora più significativo - di cambiare il proprio comportamento, se crede che ciò sia possibile e rilevante. Questa minoranza socialmente ed ecologicamente motivata rappresenta la chiave di volta di un cambiamento su larga scala. » (David Holmgren, Permacultura, dallo sfruttamento all’integrazione. Progettare modelli di vita etici, stabili e sostenibili)

La permacultura è un metodo per progettare e gestire paesaggi antropizzati in modo che siano in grado

di soddisfare bisogni della popolazione quali cibo, fibre ed energia e al contempo presentino la resilienza, ricchezza e stabilità di ecosistemi naturali. Il metodo della permacultura è stato sviluppato a partire dagli anni settanta da Bill Mollison e David Holmgren attingendo da varie aree quali architettura, biologia, selvicoltura, agricoltura e zootecnia. Il termine “permacultura” deriva dall’inglese permaculture, una contrazione sia di permanent agriculture sia di permanent culture dal momento che, secondo il coniatore del termine Bill Mollison: “una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile ed un’etica dell’uso della terra”.Metodo di coltivazione che, sulla base di principi e strategie ecologiche, permette di progettare insediamenti agricoli simili agli ecosistemi naturali, e quindi in grado di mantenersi autonomamente e di rinnovarsi con un basso impiego di energia.


Progetto ideale tra architettura e permacultura. La forma sferica definisce la planimetria di questo progetto che vuole incentivare stili di vita alternativi. Carettere fondamentale la ricerca dell’autosufficienza alimentare. Solo una porzione del lotto, di forma sferica è edificata, il resto del terreno è destinato all’agricoltura e l’allevamento. Una casa collettiva per gli uomini, le serre per le piante e le stalle per gli animali. Poi i giardini gli orti e i pascoli. La casa, nella pianta il centro della pupilla, riproduce la forma di un tipi degli indigeni d’America ma con una struttura a doppio livello in

terra cruda, legno e vetro; al piano terra la zona giorno ed al secondo piano la zona notte. Subito fuori un frutteto ed un permagiardino. Le serre, nella pianta le ciclia dell’occhio, dividono la parte del giardino da quella dell’orto. La loro forma organica si sviluppa sulla base di una struttura reticolare e semigeodetica. Ancora più lontano dalla casa, nella parte superiore della pianta, un recinto fatto da piccole casine di terra cruda per gli animali di piccola taglia, separano gli orti dalla zona dei pascoli e le stalle.



La Madre Terra, nella sua complessità naturalmente viva, regge con i suoi rami la chioma parassita della città dell’uomo. China su tela



Le complesse geometrie contraddittorie delle plaminetrie di questi stands in forma di fiori astratti.





“Dipingendo i quartieri dell’Avana”, progetto autonomo di recupero del tessuto abitativo della pariferia della capitale cubana. A LATO Restauro del murales dell’artista Juan Carlos Laza Taylor. SOPRA I restauratori all’opera.


IN ALTO Fire burning. 2013. A LATO Abitare in una foglia. 2015. IN BASO A SINISTRA Vedo, sento e parlo. 2014. IN BASSO A DESTRA Mostri dell’inquinamento sulla Barceloneta. 2015.



ROGETTI PERSONAL


FOTOGRAFIA L’occhio vede ciò che la mente conosce. (Johann Wolfgang Goethe)



ARCHITETTURA RESIDENZIALE AUTOCOSTRUITA

Quello dell’architetto è un mestiere antico come cacciare, pescare, coltivare ed esplorare. Dopo la ricerca del cibo viene la ricerca della dimora. Ad un certo punto, l’uomo, insoddisfatto dei rifugi offerti dalla natura, è diventato architetto. (Renzo Piano) Stili di vita alternativi e architettura: abitare ambienti differenti. L’architettura dell’uomo, che esprime le esigenze dell’uomo, tra cui la più importante ed attuale: vivere con un impatto minimo sulla Terra in simbiosi con la Natura. In un’epoca in cui è ovvio quanto sia necessario un cambiamento reale e radicale in direzione ambientalista e contro l’inquinamento, l’architettura gioca un ruolo fondamentale. Architettura alternativa residenziale che rispecchia un nuovo modo di vivere, piccoli insediamenti spontanei, dove si abitano ambienti differenti: piccole case autocostruite o liberamente restaurate, circondate da orti e frutteti.

IN ALTO Mimetizzato nel mezzo del Deserto di A, tra cespugli secchi e vegetazione arida, un arco d’ingresso: varcandolo si entra nel patio di un piccolo rifugio; qualcuno era passato di li nel 2012, stava girando il mondo con la sua bicicletta e il suo cane, aveva trascorso li una quindicina di giorni, nel caldo deserto a non troppi passi dal mare, li nessuno ti vede (rifugiato dentro un cespuglio), un tappeto, una panca di fiori d’agave secchi e pali che sicuramente sono serviti per stendere un telo o un nylon per difendersi dal vento e dall’acqua. Spagna, 2015. AL CENTRO Architetture spontanee di un villaggio immerso nella natura: pareti in pietra e terra cruda, tetto in nylon e paglia, infissi in legno. In primo piano una piccola casa, circondata dal suo orto e custodita dalla scultura che da dietro sembra osservarla e proteggerla. Sullo sfondo un’altra abitazione più grande. Spagna, 2015. IN BASSO ­Casa grotta, architettura antica in pietra, recuperata e restaurata. L’ingresso è l’unica parte visibile esternamente assieme all’orto. La pietra dipinta di bianco della facciata è l’unica caratteristica che rende individuabile la casa nella montagna. Così vivevano gli uomini e così ancora l’uomo vuole vivere. Spagna, 2015.

1



IN ALTO Sedute appese ad un albero. Arredi esterni in bambù dei giardini del Boom Festival. Portogallo, 2014. SOPRA “Divieto d’accesso proprietà privata”. Sbarra artigianale. Legno e agave. Rovine di Eldorado, 2015. A LATO Bagno secco contadino, materiali vari. Italia, 2015.

PAGINA A LATO IN ALTO La scritta luminosa Optimism sopra un padiglione dei giardini della Biennale di Architettura. Venezia, 2010. PAGINA A LATO IN BASSO A SINISTRA Specchio d’acqua all’interno dei giardini-orto del Boom Festival. Portogallo, 2014. PAGINA A LATO IN BASSO A DESTRA In ordine: -Fontana di pietra e terra cruda addossate ad una grande pietra incontrata in loco; -Installazione: rami d’ulivo intrecciati tra loro che sorreggono un vaso d’acqua. Giardini del Boom Festival, Portogallo, 2014;

DESIGN

2



ARCHITETTURA RURALE SENZA TEMPO

3

Arroccate che sembrano appese alla montagna, a strapiombo sul mare, in un contesto franoso, consumate dal sole e dal sale, esposte al mare e ai venti. Camminando per un sentiero di pietra nella montagna, passando per boschi di pini e castagni, per menhir e fonti, appaiono agli occhi i tetti rossi delle cantine e delle abitazioni immerse nel verde vivo dei coltivi di vite, gli orti e gli alberi da frutto. Un borgo benedetto dal primo sole del mattino. Con i settecento ripidi scalini in pietra si arriva alle baracche dei pescatori sul mare, con le barche, il pergolato, il paiolato e l’incanto della costruzione sincera contadina.

A LATO Baracca del pescatore, costruita direttamente sulla roccia sedimentaria della costa, con tecnica mista! Italia, 2015. SOTTO A SINISTRA La vista sul mare dalle finestre di una cucina dove gli infissi non sono necessari. Italia, 2013. SOTTO A DESTRA Il “sistema di ancoraggio a terra” di una barchina. Italia, 2013. PAGINA A LATO Le precarie casette di legno costruite in posizione anomala, per ospitare le barche al di sotto in occasione del mare mosso. Italia, 2015

NELLE PAGINE SUCESSIVE, IN SENSO ORARIO. -vaso di fiori in legno, decoro della parete del sentiero nella parte alta del borgo; -vista aerea della Marina, con le baracche dei pescatori ed il suo aspetto fuori dal tempo; -la scalinata, con i suoi 700 scalini che separano il borgo contadino dalle baracche dei pescatori; -l’accesso a una casa incorniciato dalle piante di limoni; -il tramonto tra i pali delle vigne; -la scritta “terreno franoso” tra le baracche dei pescatori arroccate alla montagna. Italia, 2015.





ARCHITETTURA E PIETRA

4

La pietra, materia della natura e materiale millenario dell’architettura. Onnipresente intorno a noi in quanto crosta terrestre ed ossatura del mondo intero, emerge a formare rilievi montuosi, si stabilizza sotto le pianure, si inabissa a creare scoscendimenti e faglie, tiene insieme ogni cosa e conferisce alla terra il suo profilo generale. L’uomo, inizia a confrontarsi con l’universo litico sin dal suo primordiale essere sulla terra, per proseguire attraverso manifestazioni più coscienti, sfruttando le condizioni propizie per farne arma, monile, strumento di lavoro, ricovero, recinto, monumento. Molti sostengono che le origini dell’uso della pietra nelle costruzioni sono da collegare con la semplice ed intuitiva pratica della raccolta in superficie dei frammenti litici staccati dalle masse rocciose dei monti per effetto di fenomeni naturali, selezione ed accumulazione, quindi, di pietre erratiche: macigni, massi, pietre stratificate, schegge informi a spigoli vivi, ma anche grandi e piccoli ciottoli fluviali e marini dalle superfici morbide e levigate. Si è di fronte alla primitiva valorizzazione delle pietre come si trovano in natura sulla superficie terrestre: non raffinate, brutali, non configurate geometricamente dall’uomo, pur già inscritte all’interno di una logica costruttiva. Siamo di fronte all’archetipo del tumulo la cui massa litica è spesso “erosa” al suo interno con grande difficoltà per la creazione di uno spazio esistenziale oppositivo e contrapposto a quello della capanna lignea, nella disputa dei tipi primitivi, originari dell’architettura. La logica concettuale che sta a monte della costruzione a secco con elementi informi, ci consente di svolgere una riflessione sul modo di impiego della pietra che viene trasferita direttamente dal mondo della natura a quello dell’architettura. Se ogni manufatto in materiale vegetale, o in argilla cruda, si caratterizzerà sempre come opera effimera dando vita ad una sorta di sovrastruttura rispetto al terreno su cui sorge, la costruzione in pietra incarnerà sin dalle origini l’idea della permanenza in stretta continuità con il suolo che l’accoglie saldandola ad esso, facendosi apprezzare per una serie di caratteri peculiari ed unici connaturati al materiale stesso (massa, volume, solidità, durata) che diventeranno fattori simbolo della stessa idea di monumentalità in architettura. IN ALTO Muratura in pietra erosa dal mare. Cuba, 2013. AL CENTRO Muratura in pietra varia. Spagna, 2015. IN BASSO Muratura in materiale corallino. Cuba, 2013. PAGINA A LATO IN ALTO Casa grotta scavata nella roccia della costa. Spagna, 2015. PAGINA A LATO IN BASSO Casa grotta scavata nella roccia della montagna. Spagna, 2015.



DETTAGLI

5

Dettaglio o particolare architettonico, un elemento o una parte di un elemento di una costruzione edilizia, di un edificio o di una struttura architettonica. Può essere una colonna, il suoi capitello e piedistallo, oppure la finestra, il tipo di vetrata o di maniglia... Corrispondono come prima individuazione agli elementi indipendenti che costituiscono una architettura (colonna, architrave, timpano...), ma possono anche rappresentarne una parte (fregio, capitello, base...). Nell’architettura classica i particolari architettonici denotavano lo stile dell’edificio (romanico, gotico, rinascimentale ecc.); il Movimento Moderno ha portato una semplificazione delle forme con l’evidenza della struttura ed i particolari architettonici si sono fusi con i quelli costruttivi (pilotis, brise-soleil, curtain wall...); Con la nuova corrente del Post Modernismo, che vuol rendere autonoma la forma dalla funzione, il particolare architettonico è tornato ad essere elemento anche superfluo, dello spazio architettonico. Il progetto dell’ambiente costruito si arricchisce di elementi simbolici espressione del passato ed i particolari, che denotano questa architettura della storia, sono aggiunti e sovrapposti alla struttura compositiva e costruttiva.

A LATO Colonna di granito dell’Alhambra di Granada. Spagna 2015. SOTTO A SINISTRA Congiunzione tra asse verticale e orizzontale di una copertura in terra cruda. Boom Festival, Portogallo, 2014. SOTTO A DESTRA Muratura im pietra di fiume e mattone del fossato dell’Alhambra di Granada. Spagna, 2015. PAGINA A LATO Palizzata in legno. Spagna 2015.



Rovine, resti dell’architettura dell’uomo. Luoghi caduti in abbandono con l’inesorabile passare del tempo. Le ragioni possono essere varie: abbandono, mancanza di manutenzione, spopolamento, motivi politici e anche climatici. Luoghi che fanno pensare a come un giorno tutto questo sarà selva un’altra volta. Le città, gli stabilimenti industriali, le strade lasciate dall’uomo, per la terra sarà naturale riconquistare tutto il suo spazio. La forte e vigorosa vegetazione tropicale si fonde con le antiche mura di quest’architettura coloniale e la ridisegna: le radici ed i rami dei ficus seguono l’andatura dei vecchi archi delle aperture, come se fossero un’armatura esterna dalla parete.

IN ALTO A SINISTA Un vecchio ingresso dove le piante di ficus hanno ridisegnato l’arco, con le radici che si fondono tra loro. Cuba, 2013. IN ALTO A DESTRA La vegetazione cresciuta sulla scala di accesso al secondo livello. Cuba, 2013. A LATO IN ALTO Parete in rovina dove piante di cordovan si sono fatte spazio tra le pietre. Cuba, 2013. A LATO IN BASSO La vecchia casetta dei servi a cui ormai fanno da tetto solo altissimi alberi, in un messaggio di libertà. Cuba, 2013. PAGINA A LATO Particolare della finestra della casetta dei servi. La pietra ricoperta da un reticolo di radici e felci, inquadra la vegetazione cresciuta all’interno. Cuba, 2013.

LE ROVINE NELLA FORESTA

6


Eldorado, luogo mitico, mentalmente il viaggio personale verso le proprie utopie, che da dentro di noi, per uscire e manifestarsi, hanno bisogno di luoghi fisici e presenze umane che ci appoggino in questo percorso personale utopico, come se ci aiutassero a nascere, a crescere. A volte Eldorado è così vicino mentre noi lo cerchiamo lontano. A volte sta nel non mostrare la nostra intelligenza a chi se ne vuole servire, a chi la vuole incanalare nel sistema. A volte le sue rovine sono li, dove il piede fetente dell’uomo non ha tracciato sentieri. Sulle Rovine di Eldorado, del fallente sistema, per costruire una nuova cultura che ci arriva da dentro, lontana da quelle imposte. Le rovine da sempre attraggono l’uomo: monumenti del passato e al passato, da trasformare e far rinascere in una nuova visione, come un’utopia. Danno un senso di forza, una sensazione energica e volenterosa di quando si vuole creare qualcosa di nuovo partendo da qualcosa di vecchio.

Perdute nell’ambiente naturale, le rovine di vecchie miniere d’oro si sporgono in decadenza nel paesaggio. La montagna martoriata rivela la natura colorata e fantasiosa dei suoi corpi di pietra; rigetta, come infezioni, i vecchi edifici in cemento armato che servivano per le estrazioni; sgretola, come castelli di sabbia, le vecchie case in terra e pietra dei minatori, in un contesto incontaminato dove l’uomo non batte più i sentieri e la natura riconquista il suo spazio.


IN ALTO Particolare delle rovine di una casa in pietra dove, da una semplice parete si può intendere la natura fantasiosa nei colori della roccia di questa montagna. Spagna, 2015. A LATO Vecchio edificio della miniera d’oro, ormai in rovina. Spagna, 2015. IN BASSO In basso, particolare dei canali di entrata ed uscita che collegano l’edificio della miniera alla montagna. Spagna, 2015. PAGINA A LATO Le rovine di una vecchia casa del minatore, sperduta nella montagna. In alto: il degrado dell’edificio ne rende visibile la semplice struttura: muri portanti in pietra e terra cruda, strutture orizzontali in legno. Qui ciò che resta: le pareti si sgretolano, il solaio è caduto, restano solo alcune parti delle mura dei vecchi infissi in legno. In basso: arredo interno costruito assieme alla struttura portante in muratura. Spagna, 2015.

LE ROVINE DI ELDORADO

7



FINESTRE SUL MARE

Oculo nella muratura in pietra e laterizio consumata dal mare. Spagna, 2015.

Tra le terre: il mare. Continente europeo e continente africano. Spagna, 2015.

Muratura in pietra e corallo, erosa nella sua parte bassa, per effetto del mare. Cuba, 2013.

Antica torre di guardia, ormai in rovina, sullo sfondo: l’Africa. Spagna, 2015. PAGINA A LATO Apertura di pietra sul mare invernale. Italia, 2015.

8



L’AVANA DECADENTE

9

La fisionomia della città coloniale che caratterizza l’Avana dai tempi dell’egemonia spagnola, cambia rapidamente nel XIX secolo. I blocchi massicci e compatti, che formavano le mura continue di conventi e abitazioni, imballando le strette vie imposte dalla Legge delle Indie, sono soppiantate dalla trama semitrasparente di inferiate e porticati che definiscono i percorsi urbani. La città costruita nel XIX secolo mantiene una coerenza unitaria che non si avrà nel XX secolo, quando la “città a valore d’uso” cederà alla “città con valore di cambio”, creata dalla speculazione edilizia. Una nuova cultura architettonica si uniforma nel XX secolo, a tutti i livelli progettuali e costruttivi, fino alla fusione con la tradizione popolare: la persistenza di capitelli, dentature e colonne, elementi modulatori della forma urbana, diventa visibile tanto nei palazzi realizzati con un canone stilistico europeo, come nei liberi investimenti dei costruttori anonimi, contenuti nelle modeste abitazioni che sorgono lungo gli assi viari. Si può parlare di un linguaggio dalla valenza universale, adoperato per la sua efficienza stilistica e funzionale, fino al punto di attenuare l’individualità espressiva dei palazzi e degli edifici pubblici. L’Avana, tra la seconda metà dell’ottocento e la fine della prima metà del novecento, ha subito una forte espansione. E’ in questa fase che viene edificata tutta la parte che sta tra i due poli principali della città (Avana Vecchia e Vedado): il Centro Avana. La speculazione edilizia in questa fase espansiva è stata fortissima, i materiali che sono stati usati erano di bassa qualità e le tecniche costruttive inesatte (es. impastare il cemento con arena di mare non lavata, vedi tavola 23 tesi di laurea).

IN ALTO Alcuni esempi di mantenimento in buono stato degli edifici ad opera degli stessi abitanti. Calle Gervasio, Centro Avana, Cuba, 2012. IN BASSO Le bow-window angolari nello scheletro di un edificio in rovina. Calle Anima, Centro Avana, Cuba, 2013. PAGINA A LATO In un edificio in rovina di cui restano quasi solamente le parti verticali, una finestra incornicia una colonna ionica. Calle Virtud, Centro Avana, Cuba, 2013. PAGINE SUCCESSIVE In senso orario partendo da in alto a sinistra: -i tetti del Centro Habana visti dal Malecon. Cuba, 2012; -gli edifici del Vedado inquadrati dai piloni del muro del Malecon Tradicional, Avana, Cuba, 2013; -lo scheletro in cemento armato di un vecchio edificio. Centro Avana, Cuba, 2013; -la perdita delle tamponature verticali in laterizio lasciano intravedere i solai puntellati dell’interno di un palazzo. Centro Avana, Cuba, 2013; -una finestra lesionata incornicia la barbacoa interna all’edificio. Centro Avana, Cuba, 2012; -cresconono alberi sui tetti e sui balconi, le cui radici arriveranno forse un giorno fino a terra. L’edificio degradato mantiene integra solamente la porzione verticale della sua struttura mentre dei solai restano quasi solamente le parti delle travature metalliche che reggevano le parti prefabbricate in cemento armato, Centro Avana, Cuba, 2013; -porzione di arco lesionato e tamponato. Malecon, Avana, Cuba, 2012.





Questi fattori, assieme alla sovrappopolazione (e le sue conseguenze strutturali), hanno fatto si che, ad oggi, il quartiere, così come l’Avana intera, siano in grave stato di degrado. Anche i fattori ambientali, (umidità e salsedine soprattutto), la mancanza di manutenzione e l’inquinamento giocano un ruolo fondamentale, causando l’alto livello di degrado di gran parte del patrimonio architettonico, storico e non, della città. Gli edifici sono spesso fatiscenti, con un deficit sia qualitativo che quantitativo dei servizi. La continua crescita dei nuclei familiari, che tendono, per ragioni economiche, a non dividersi, ma restare accorpati, fa si che, in quartieri dove la densità della popolazione arriva a livelli altissimi (come nell’Avana Vecchia - 600 abitanti per ettaro - o nel Centro Avana), la sicurezza degli edifici sia uno dei problemi principali. Molto spesso nonostante le gravi problematiche strutturali ed il rischio di crollo, i palazzi sono comunque densamente abitati per necessità o anche per volontà degli abitanti che semplicemente non vogliono lasciare la propria casa. Facendo eccezione solo per alcuni quartieri, mi viene da parlare dell’Avana come di una città di sabbia che si sgretola all’inesorabile passare del tempo, il paradiso delle lesioni (di cui se ne possono trovare un senza numero di esempi da manuale).

IN ALTO Fantasiosi puntellamenti in legno. Centro Avana, Cuba, 2013. AL CENTRO Particolare costrutivo dei fantasiosi puntellamenti della figura precedente. Centro Avana, Cuba, 2013. IN BASSO I ponteggi trasformati dalla natura in opere di architettura sostenibile: una delle pareti vegetali, ad oggi ancora più verde e rigogliosa, che hanno ispirato il progetto di restauro creativo della mia tesi di laurea. Avana Vecchia, Cuba, 2012. PAGINA A LATO Restauro della facciata art nouveau di una casa del Centro Avana. Cuba, 2013.


IN ALTO Abitazione in pietra risalente al periodo coloniale spagnolo. Cuba, 2013. A LATO Casa rurale del periodo coloniale, riutilizzata e restaurata. Semplice architettura costituita da una stanza a pianta rettangolare, addossata a spesse mura di cinta. Un piccolo portale di accesso si stende verso il grande giardino dove giganteschi alberi incorniciano la piccola abitazione di pietra. Cuba, 2013. PAGINA A LATO IN ALTO “Bienvenidos a Santiago” così intitola il cartello presentativo della città, con il Quartier Moncada, simbolo della rivoluzione cubana, la fortezza e l’industria. In contrasto con l’immagine della zona periferica della città, dove si trova, in corrispondenza del passaggio della linea ferroviaria, al lato di una piccola abitazione in legno. Cuba, 2012. PAGINA A LATO, IN ORDINE -casa su palafitta. Cuba, 2012; -architettura rurale cubana in mattoni. Cuba, 2013; -galline. Cuba, 2013.


L’architettura rurale delle campagne cubane è una architettura semplice fatta di piccole case, normalmente ed un solo piano, in legno o mattoni, se sono di nuova costruzione, o in pietra se di età più antica.

ARCHITETTURA RURALE CUBANA

10


IN ALTO A SINISTRA Felce nell’arida Firenze. 2011. IN ALTO A DESTRA Padiglione dei Paesi Nordici, Biennale di Venezia. 2012. SOPRA A SINISTRA Ecosistema stradale. La Spezia, 2014. SOPRA A DESTRA Vedado. Cuba, 2012. A LATO Padiglione di Carlo Scarpa, Biennale di Venezia. 2012.


IN ALTO A SINISTRA Ambasciata Russa, Avana. 2013. IN ALTO A DESTRA I tetti di Conil de la Frontera, Spagna. 2015. A LATO Negozio Cosmos. Almeria, Spagna, 2015. SOPRA Copenaghen. 2014.

URBAN JUNGLE

11


IN ALTO A SINISTRA Decori urbani sui lampioni di Zahara de Atunes. Spagna, 2015. IN ALTO A DESTRA Rovine, Zahara de Atunes. Spagna, 2015. SOPRA A SINISTRA Architettura rurale andalusa. Spagna, 2015. SOPRA A DESTRA Architettura Rurale, Delta del Ebre. Spagna, 2015. A LATO Pascoli liberi tra le case del paese di Palmar di Vejer. Spagna, 2015.


IN ALTO A SINISTRA Strade di paese, Liguria, Italia 2014. IN ALTO A DESTRA Monaco in un monastero nelle montagne ad est di Tripoli, Libano 2011. IN BASSO A SINISTRA Gli archi in pietra della parte delle cantine di un vecchio rudere di una casa nobiliare, caduta in rovina con i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Liguria, Italia, 2014. IN BASSO A DESTRA Palo della luce traforato da un missile israeliano che puntava al minareto retrostante, nelle vicinanze di Tiro, Libano, 2011.



PIETRA

12

Che cosa vale di più? Un chilo di pietra o un chilo d’oro? Sembra una domanda ridicola. Soltanto al commerciante però. L’artista risponderà: per me tutti i materiali sono ugualmente preziosi. (Adolf Loos)

IN ALTO Pietra sedimentaria decorata per così dire dal’arte del mare che onda dopo onda si è occupato di ricreare una splendida fantasia sulla costa di Tarifa. Spagna, 2015. AL CENTRO La pietra storicamente usata in Liguria per creare i coppi dei tetti, date le cartatteristiche della stessa che tende a dividersi ed esfogliarsi con facilità. Liguria, 2014. IN BASSO La costa sarda regala spettacoli inimmaginabili. Qui la pietra sembra leggera e morbida, lavorata dal tempo e dai venti. Valle della Luna, Sardegna. 2009. PAGINA A LATO IN ALTO Effetto del mare sulle pietre della costa, Cala Violina, Toscana, Italia, 2014. PAGINA A LATO IN BASSO I segni lasciati dalla vegetazione sulla duttile roccia Andalusa, Spagna, 2015. PAGINE SUCCESSIVE Pietre, molte delle quali fotografate nelle rovine di Eldorado. 2015.




SOPRA La planimetria di una piccola città immaginaria creata dalle crepe della siccità sul greto del delta del fiume durante il periodo di bassa marea. A LATO Fantasia creata dagli strati di sabbia di differente colore. SOTTO Disegno naturale creato dal passaggio dell’acqua sulla sabbia bagnata


IN ALTO Radici che sembrano una piccola città nel deserto. A LATO Disegno naturale creato dal passaggio dell’acqua sulla sabbia bagnata. SOPRA Jose Marti, con il corpo di sirena, la testa sottosopra e il sigaro in bocca, scolpito nell’arena.

ARENA

13



CONTAMINAZIONE

14

Inquinamento delle acque: Sulla Terra sono presenti circa un miliardo e mezzo di metri cubi di acqua, il 97% dei quali costituito da acqua salata dei mari ed il restante 3% costituito da acqua dolce sotto forma di laghi, fiumi, ghiacciaie acque sotterranee. Abitualmente si considera l’acqua un bene illimitato, suddiviso in due sole varietà, dolce e salata. Inquinare l’acqua significa proprio modificarne le caratteristiche in modo tale da renderla inadatta allo scopo a cui è destinata. Tipi di inquinamento delle acque: -civile: deriva dagli scarichi delle città quando l’acqua si riversa senza alcun trattamento di depurazione nei fiumi o direttamente nel mare; -industriale: formato da sostanze diverse che dipendono dalla produzione industriale; -agricolo: legato all’uso eccessivo e scorretto di fertilizzanti e pesticidi, che essendo generalmente idrosolubili, penetrano nel terreno e contaminano le falde acquifere. Alcune sostanze chimiche presenti nell’acqua sono particolarmente pericolose per la salute dell’uomo e per la sopravvivenza di numerose specie viventi, come ad esempio alcuni metalli (cromo, mercurio) o composti quali i solventi clorurati. (www.protezionecivile.gov.it)

IN ALTO Detriti sul bagnasciuga. Cuba, 2015. AL CENTRO Schiuma “mimetica” sull’arena. Spagna, 2014. IN BASSO Detriti dentati. Spagna, 2014. PAGINA A LATO Bicchiere di plastica che in una calda alba sembra voler volare via con il sole mattutino, come una farfalla. Spagna, 2014. PAGINA SUCCESSIVA IN ALTO Il vecchio contenitore di un detersivo come una maschera triste sulla spiaggia. Cuba, 2012. PAGINA SUCCESSIVA IN BASSO IN SENSO ORARIO -bottiglia di vetro decorata dalla salsedine marina. Spagna, 2014; -petrolio sull’arena, Spagna, 2014; -occhio di alghe e plastica, Spagna, 2014; -la gamba di plastica di una bambola spicca tra i detriti portati dal mare. Italia, 2013.



IN ALTO Alba sull’oceano: mentre la luna si tuffa di testa nel tranquillo mare, il colore roseo del cielo è tagliano dalla nube viola proveniente dalla vicina centrale elettrica. Cuba, 2013. A LATO La ruota di un’auto abbandonata nella natura. Spagna, 2015. SOPRA Un tubo di plastica portato dal mare che sembra uscire la sotto la sabbia. Spagna, 2015.



NATURA

15

Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata. (Albert Einstein)

IN ALTO Pianta dell’ecosistema arido, semisecca con una parte di colori vivi. AL CENTRO Particolare di una tavola di legno: il nodo ormai consumato dal tempo disegna curve nello spazio. IN BASSO Geometria trigomonetrica nella spinosa pianta mediterranea. PAGINA A LATO Particolare di un tronco di legno dove un’occhio architettonico critico può vedere la geometria della planimetria di una città radiale.


IN ALTO Pianta il cui sviluppo segue la geometria e la matematica della combinazione numerica di Fibonacci, la sezione aurea. SOPRA Anche per questo fiore la sezione aurea è fondamentale. A LATO Malanga.


IN ALTO La crescita dei funghi spontanei su un tronco tagliato, segue le curve naturari del legno. A LATO Un taglio in un tronco mostra il disegna naturale a forma di fungo. SOPRA Favolosi funghi del sottobosco che sembrano avere il solito disegno della tipicha carta fiorentina.


SOPRA Muschi e licheni. A LATO Muschi e licheni. SOTTO Alta marea sul fango secco del letto del fiume. Una pianta e il suo riflesso.


IN ALTO Fiore stropicciato. SOPRA Nodo del legno di una vecchia tavola A LATO Un ulivo che sembra camminare reggendosi la chioma.


IN ALTO ColibrĂŹ. SOPRA Larve di zanzara. A LATO Coppia di cicogne con il loro nido costruito sul campanile.


IN ALTO Lucertola. A LATO Farfalle in amore. SOPRA Insetto stecco.

ANIMALI

16



Alta Marea e riflessi. La torre del Palmar, Vejer, Spagna. 2015.

RIFLESSI

17



LUCE

18

I colori: interpretazioni del cervello delle varie lunghezze d’onda per mezzo dei coni della retina. La luce: porzione dello spettro elettromagnetico visibile dall’occhio umano, approssimativamente compresa tra 400 e 700 nanometri di lunghezza d’onda, ovvero tra 790 e 435 THz di frequenza, intervallo che coincide con il centro della regione spettrale della luce emessa dal Sole che riesce ad arrivare al suolo attraverso l’atmosfera. I limiti dello spettro visibile all’occhio umano non sono uguali per tutte le persone, ma variano soggettivamente e possono raggiungere i 720 nanometri, avvicinandosi agli infrarossi, e i 380 nanometri avvicinandosi agli ultravioletti. La presenza contemporanea di tutte le lunghezze d’onda visibili, in quantità proporzionali a quelle della luce solare, forma la luce bianca. La luce, come tutte le onde elettromagnetiche, interagisce con la materia. I fenomeni che più comunemente influenzano o impediscono la trasmissione della luce attraverso la materia sono: l’assorbimento, la diffusione, la riflessione speculare o diffusa, la rifrazione e la diffrazione. La riflessione diffusa da parte delle superfici, da sola o combinata con l’assorbimento, è il principale meccanismo attraverso il quale gli oggetti si rivelano ai nostri occhi, mentre la diffusione da parte dell’atmosfera è responsabile della luminosità del cielo. Sebbene nell’elettromagnetismo classico la luce sia descritta come un’onda, l’avvento della meccanica quantistica agli inizi del XX secolo ha permesso di capire che questa possiede anche proprietà tipiche delle particelle e di spiegare fenomeni come l’effetto fotoelettrico. Nella fisica moderna la luce (e tutta la radiazione elettromagnetica) viene composta da unità fondamentali, o quanti, di campo elettromagnetico chiamati fotoni.

IN ALTO Pietre di differenti colori. Spagna, 2014. AL CENTRO Il foro nel tetto del Pantheon che lo inonda di luce e misticismo. Roma, 2008. IN BASSO I riflessi di color viola metallico sul corpo dell’insetto. Italia, 2013. PAGINA A LATO L’ombra innondata di luce della sagoma umana sul lago di Idhana a Nova. Sullo sfondo un’istallazione che basa la sua geometria sulla sezione aurea. Portogallo, 2014.


Fuga, ricerca di libertĂ , di indipendenza, di riuscita, lontano dai luoghi comuni, cercando il faro che illumini la strada, aperta con una visione visionaria verso nuove cittĂ e nuovi mari.


IN ALTO Strada all’infinito, o verso il nulla. Andalucia, Spagna, 2015. A LATO Monumento agli uomini di mare, Tarifa, Spagna 2015. SOPRA Roma vista dal Pantheon. 2010. PAGINA A LATO IN ALTO L’uomo che guarda al dipinto. Cuba, 2013. PAGINA A LATO IN BASSO A SINISTRA Il faro. Minorca, 2008. PAGINA A LATO IN BASSO A DESTRA Squatting è sia la possibilità che la limitazione dei fallimenti immobiliari. Biennale di architettura di Venezia. 2012.

FUGA

19



Allegati


FIRENZE, 23-01-2014

ATTESTATO DI LAUREA

1


LA SPEZIA, 15-12-2005

ATTESTATO DI TECNICO RECUPERO E RESTAURO EDILE

2


FIRENZE, 09-09-2014

ABILITAZIONE ALL’ESERCIZIO PROFESSIONALE

ESAMI DI STATO PER L’ABILITAZIONE ALL’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI

ARCHITETTO – SEZIONE A – SETTORE ARCHITETTURA II COMMISSIONE GIUDICATRICE ANNO 2014 – PRIMA SESSIONE II COMMISSIONE – PRESIDENTE PROF. ULISSE TRAMONTI Prova Orale dei giorni 08-09 settembre 2014 Candidati

COSSU ALESSANDRO COTZA ENRICO CROVARA ADELE DA FRASSINI LUCA DE GAUDIO FRANCESCA DI NAUTA FLAVIO DOMENICI IRENE DONINI ANDREA DURANTI COSTANZA EVANS CRISTOPHER BENNETT FADDA ALESSANDRA FAGA ROBERTA FALASCHI ALESSANDRO FANCIULLACCI ALESSANDRA FEDERICO GIULIA FERRINI ELEONORA FILIPPO MICAELA FOGLIA ROSSELLA FONTANA STEFANO GALASTRI COSTANZA GHEZZI COSTANZA GIALDINI ADRIANA GIANCATERINA GRAZIANO GIANNINI MARIO GIUNTOLI ANDREA GIUNTOLI FRANCESCO GIUSTI CARLOTTA

VOTO FINALE (/200) 143 135 130 149 127 151 130 134 137 163

ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO

130 135 120 130

ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO

133 155 130 159 138 149 132 137 138 148 120 135 133

ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO ABILITATO

ESITO

3




adelecrovara@gmail.com


PORTFOLIO


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.