Evangelizzare

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ISBN 978-88-89698-37-2

ADI Media

Servizio Pubblicazioni delle “Assemblee di Dio in Italia”

€ 5,00

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INDICE Un Proposito Semplice. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Giorno 1 Due Principi Importanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Giorno 2 Prega con Perseveranza. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 Giorno 3 Parla di Cristo Chiaramente . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 Giorno 4 Sii Saggio Verso “Quelli di Fuori” . . . . . . . . . . . . . 39 Giorno 5 Cogli le Opportunità Giuste . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49 Giorno 6 Parla con Grazia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59 Giorno 7 Rispondi Individualmente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67 Un Piano d’Azione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75


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Titolo originale: “Response Evangelism” Copyright © 2008 Randy Hurst Edizione originale prodotta e distribuita dalle Assemblies of God in USA Commission on Evangelism 1445 Boonville Ave. Springfield, MO 65802 Edizione italiana: “Evangelizzare” © ADI-Media Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 2284970 Fax 06 2251432 Email: adi@adi-media.it Internet: www.adi-media.it Servizio Pubblicazioni delle Chiese Cristiane Evangeliche "Assemblee di Dio in Italia" Aprile 2010 - Tutti i Diritti Riservati Traduzione: A cura dell’Editore Tutte le citazioni bibliche, a meno che non sia indicato diversamente, sono tratte dalla Bibbia Versione Nuova Riveduta - Ed. 1996 Società Biblica di Ginevra - Svizzera Stampa: Produzioni Arti Grafiche S.r.l. - Roma

ISBN 978 88 89698 37 2


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UN PROPOSITO SEMPLICE Esiste, nel vostro cuore, un desiderio vivo e crescente di vedere uomini e donne andare a Cristo, essere salvati e consacrarGli la vita? Se così è, i consigli che il Signore rivolge ai credenti di Colosse, per la penna dell’apostolo Paolo, saranno utili anche a voi: ogni volta in cui Dio ve ne offrirà l’occasione, potrete raggiungere spiritualmente i perduti e rivolgervi loro secondo l’insegnamento della Scrittura. Infatti, così come lo Spirito Santo prepara il cuore degli uomini a ricevere il messaggio dell’Evangelo, allo stesso modo ci provvede la Sua divina potenza per essere in grado di annunciarlo. Una testimonianza efficace dovrebbe essere sempre chiara e convincente. “Infatti il nostro vangelo non vi è stato annunziato soltanto con parole, ma anche con potenza, con lo Spirito Santo e con piena convinzione …” (I Tessalonicesi 1:5), dichiara l’apostolo delle genti. Attraverso l’analisi dei preziosi suggerimenti che troviamo nella Bibbia, questo libro vuole essere uno strumento efficace a spronare ognuno di noi, e aiutarci a diventare quei testimoni efficaci che Dio ci ha chiamato ad essere. Perché questo libro risulti davvero utile, sarà opportuno leggerne soltanto un capitolo al giorno, meditando, con la mente ed il cuore, su ogni principio ed ammaestramento pratico che esso trasmette. Una sua lettura giornaliera permetterà, allo stesso tempo, di stabilire un metodo di studio opportuno e proficuo. Dopo aver esaminato tutti i capitoli, uno per volta, provate a leggere l’intero libro tutto d’un fiato; sarà sufficiente meno di 5


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un’ora. Questa alternanza, nel metodo di lettura, risulterà utile per comprendere al meglio quanto sia importante che teoria e pratica vadano di pari passo. Il tempo dedicato allo studio della Parola di Dio, relativamente al tema dell’evangelizzazione, richiede dal credente una risposta pronta e adeguata. Essere preparati ci metterà nella condizione di segnare la vita di qualcuno, profondamente e per l’eternità.


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DUE PRINCIPI IMPORTANTI Le ultime raccomandazioni rivolte alla comunità di Colosse, descrivono il modo in cui i credenti dovrebbero relazionarsi con i non credenti, chiamati, opportunamente, “quelli di fuori”. Questo semplice, ma altrettanto profondo insegnamento, è la base di ciò che definiamo evangelizzazione che risponde alle necessità altrui: “Perseverate nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie. Pregate nello stesso tempo anche per noi, affinché Dio ci apra una porta per la parola, perché possiamo annunziare il mistero di Cristo, a motivo del quale mi trovo prigioniero, e che io lo faccia conoscere, parlandone come devo. Comportatevi con saggezza verso quelli di fuori, ricuperando il tempo. Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno” (Colossesi 4:2-6). In questi versetti, l’apostolo chiede ai credenti di Colosse di pregare per quanti, insieme a lui, erano impegnati ad annunciare la salvezza in Cristo Gesù. Inoltre, suggerisce loro come bisogna comportarsi per essere efficaci nel presentare Cristo ai non convertiti. Il suo insegnamento ci rivela sei suggerimenti pratici e due principi fondamentali. I due principi - dipendenza e disciplina - contraddistinguono la maggior parte dell’insegnamento biblico nel Nuovo Testamento. 15


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Occorre disciplinarci, imparando a fare la nostra parte, nell’evangelizzazione personale, mentre attendiamo con fiducia che il Signore compia ciò che soltanto Lui può. Questa collaborazione fra Dio e l’uomo, è espressa nella prima parte dell’epistola: “A questo fine mi affatico, combattendo con la sua forza, che agisce in me con potenza” (Colossesi 1:29). Perfino l’impegno e la disciplina dell’uomo che scorgiamo nelle parole: “… mi affatico, combattendo”, dipendono direttamente dal Signore: “… con la Sua forza”. Benché la dipendenza e la disciplina siano distinte l’una dall’altra, non possono essere completamente disgiunte: ciascuna occupa un ruolo fondamentale. I sei metodi pratici, descritti in questo libro, si fondano sull’insegnamento di Colossesi 4:2-6. Il principio della dipendenza è applicato, in misura maggiore, ai primi due metodi, mentre negli altri quattro, si pone l’accento sulla disciplina. In ciascuno di essi, però, la dipendenza e la disciplina si influenzano reciprocamente: l’una può prevalere rispetto all’altra, ma entrambe sono ovunque compresenti. Le prime due pratiche spirituali - ovvero pregare affinché le porte si aprano e condividere Cristo chiaramente con la gente - ci sono presentate come un appello che parte dal cuore dell’apostolo Paolo. L’enfasi maggiore è posta sulla necessità della nostra dipendenza da Dio, ma non dobbiamo dimenticare che, anche nella preghiera, occorre disciplina. Gli ultimi quattro metodi sono essenzialmente degli incoraggiamenti, che il Signore rivolge ai credenti, poiché si riferiscono a cose che, certamente, siamo capaci di fare. Tuttavia, ogni esortazione, per risultare efficace, necessita assolutamente dell’aiuto divino. Quando conversiamo con i non credenti, abbiamo bisogno di essere ripieni della saggezza di Dio e per essa dobbiamo pregare (cfr. Giacomo 1:5). Abbiamo bisogno anche dell’indispen-


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sabile guida dello Spirito Santo, per riuscire a discernere la giusta opportunità e cogliere l’occasione per testimoniare di Gesù. Oltre a ciò, abbiamo bisogno del frutto dell’amore per parlare con grazia, e della sensibilità del Signore per sapere come rispondere personalmente alla gente. Evangelizzare con questi presupposti, mette sì un peso nel nostro cuore, ma lo solleva anche da un onere più grande. La nostra responsabilità è quella di esser pronti a rispondere individualmente ad ogni persona con cui entriamo in contatto, sapendo, però, che la Parola di Dio è in grado di offrire la soluzione giusta ad ogni bisogno dell’uomo. Questo genere di approccio ci spinge, non soltanto a parlare, ma anche ad ascoltare e rispondere alle domande del nostro interlocutore, portandolo, in ultimo, a considerare il suo bisogno più grande, quello spirituale. Si tratta di esser disposti a compiere qualcosa che va ben al di là del fissare una procedura standard di testimonianza, in quanto non avremo mai il pieno controllo della conversazione. Il discorso non deve essere incentrato sui nostri interessi o preoccupazioni, ma su quelli di chi ascolta. Paolo e Pietro sostennero entrambi questo principio, e Gesù ne è la perfetta esemplificazione. Un’evangelizzazione improntata a presentare la risposta giusta per il bisogno dell’uomo, ci affranca anche dalla falsa convinzione che molti hanno - cioè che sia nostra responsabilità convincere la gente ad affidare la propria vita a Cristo. Ma l’evangelizzazione non è una semplice opera di convincimento; è l’azione dello Spirito Santo che interviene nel cuore umano. Gesù ha promesso che lo Spirito Santo avrebbe convinto “… il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Giovanni 16:8). Noi siamo certamente responsabili di condividere il Suo messaggio con chiarezza e franchezza, ma è lo Spirito Santo che convince e persuade il


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cuore di chi ci ascolta. Un’evangelizzazione efficace, avente queste caratteristiche, è possibile soltanto perché il Signore stesso interviene nella vita delle persone e continua a lavorarne il cuore, anche quando noi siamo andati via. Il giorno di Pentecoste leggiamo che lo Spirito Santo compunse i cuori dei presenti, i quali “… dissero a Pietro e agli altri apostoli: Fratelli, che dobbiamo fare?” (Atti 2:37). Essere consapevoli fino in fondo di quest’opera dello Spirito Santo, ci permetterà - proprio come Pietro - di essere audaci, confidando nella Sua autorevole opera di persuasione. Diverremo, altresì, pazienti, confidando che il Signore ha i Suoi tempi e questi sono perfetti; se siamo coscienti di questo, eviteremo di spingere le persone verso una decisione affrettata che può essere addirittura controproducente. Tutto questo ci libera dall’ansia e ci consente di non essere titubanti o sbrigativi nell’approccio con gli altri. Evangelizzare, consapevoli di ciò, ci pone nella condizione di riconoscere la sovranità di Dio, di dipendere interamente dal Suo operato e ci permette di fare bene la nostra parte, rispondendo agli altri sotto la guida e l’unzione dello Spirito Santo. Nella prima lettera ai Corinzi, è descritto l’annuncio del Vangelo, attraverso l’esempio della semina e dell’irrigazione: “Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere” (3:6). Questo versetto ci insegna che il ruolo del Signore, nell’opera di raccolta spirituale, è palesemente distinto da quello dei Suoi servitori. Esistono, in realtà, fasi differenti nel processo di evangelizzazione. Il verbo greco, utilizzato nell’originale, indica che per un certo periodo Paolo ha piantato il seme (il messaggio della Parola), per un altro Apollo lo ha innaffiato. Ma quando è descritta l’opera di Dio, nel corso di questo processo, il verbo utilizzato rivela chiaramente che il Signore non ha svolto la Sua opera soltanto dopo che il seme è stato


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piantato e innaffiato: durante ogni fase, infatti, “Dio ha fatto crescere”. Conversando con un non credente, non saremo sempre nella condizione di annunciare in modo esauriente tutto l’Evangelo; non scoraggiamoci: piuttosto, cerchiamo di ricordare che soltanto poche persone si ravvedono e si convertono a Cristo come avvenne al centurione Cornelio (cfr. Atti 10:4348). Ricordiamoci sempre che il salvare appartiene al Signore (cfr. Salmo 3:8); noi “piantiamo” - annunciando l’Evangelo e “innaffiamo” – curando le anime, ma è Dio che fa crescere. Lo Spirito Santo convince gli uomini e li porta a prendere una decisione ed il Signore li fa sussistere. Ogni volta che ho visto il cuore di un uomo arrendersi a Cristo, ho potuto constatare che il Signore aveva già preparato quella persona a ricevere il messaggio della salvezza. Se siamo stati salvati a seguito dell’ascolto di un sermone o della testimonianza personale di un credente, la maggior parte di noi potrà ricordare che prima ancora di udire il messaggio della salvezza, Dio aveva creato delle circostanze tali da disporre il nostro cuore a ricevere la Verità. La Bibbia dichiara: “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti” (Efesini 2:8, 9); il versetto che segue ci spiega che il Signore ci ha salvato per grazia, con un preciso scopo: “Infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo” (Efesini 2:10). Il Signore ci sta preparando per compiere opere buone, alla Sua lode e gloria. E sta anche preparando molte opere in nostro favore! Già prima della nostra nascita, Egli aveva disposto un piano preciso per la vita di ciascuno di noi. Parte di questo


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progetto, consiste negli appuntamenti che il Signore ha stabilito per noi, sia con degli sconosciuti sia con coloro che già conosciamo bene: amici, parenti, vicini, colleghi e persone con cui ci relazioniamo ogni giorno. Questi appuntamenti avranno luogo sempre e comunque, che siamo pronti o no. A noi spetta comprendere quale sia la parte che dobbiamo assolvere nell’evangelizzazione e renderci conto che alcune opere sono proprie di Dio, e soltanto Lui può compierle. Capire la Sua opera in questo senso è fondamentale per svolgere il nostro compito efficacemente e fedelmente. Se cerchiamo di prendere il posto del Signore, di fare la Sua parte, certamente falliremo. Lui è Dio, noi no! Nella Sua infinita saggezza, Egli ci ha assegnato dei compiti ben precisi; Egli non ci chiederà mai qualcosa che non possiamo fare. Pertanto, possiamo stare tranquilli e confidare nel fatto che, in ogni circostanza, ci sarà sempre provveduto il Suo aiuto. Anche se Dio ci ha onorato di essere Suoi collaboratori (cfr. I Corinzi 3:9) nell’annuncio dell’Evangelo, è possibile fare la nostra parte soltanto grazie all’opera che compie lo Spirito Santo nel cuore dell’uomo – rendendolo sensibile all’annuncio del messaggio di salvezza e vivificando la Parola di Dio. La nostra testimonianza, tra l’altro, non consiste in una mera opera di persuasione umana, infatti l’apostolo esclamerà: “La mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza” (I Corinzi 2:4). L’evangelizzazione, piuttosto, è un’opera che appartiene al Signore, e a noi è stato dato il privilegio di partecipare con lo Spirito Santo a questa missione volta a raggiungere la vita dei perduti. Gesù ha promesso ai Suoi discepoli: “… Riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in


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Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra” (Atti 1:8). La promessa che fa Gesù, relativamente alla capacità provveduta dallo Spirito Santo, concerne ogni aspetto dell’opera che Dio ci ha chiamato a svolgere. Pertanto non ci sono scuse. Il Signore farà ciò che per noi è impossibile – se noi faremo tutto ciò che possiamo.


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