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SAPIENZA E SCELTE LE GIUSTE PRIORITÀ
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BIBBIA E SOCIETà ANORESSIA E BULIMIA
manuale di studio biblico per i giovani
Beati i puri di cuore, perchè vedranno Dio Matteo 5:8
una vita santa
IL VALORE DELLA 8 000869 013915
PUREZZA STUDENTE
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01 02 sommario 04 05 06 07 03 08 09 10 11 12 13
UNA VITA SANTA LA PUREZZA: VALORE SPIRITUALE O CULTURALE? 10
Manuale di Studio per le Scuole Domenicali Corso “Giovani” - Testo per lo studente Pubblicazione trimestrale a cura delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemlee di Dio in Italia” Ente Morale di Culto D.P.R. 5.12.1959, n. 1349 Legge 22.11.1988, n. 517 © Tutti i diritti riservati Edito da: ADI-Media Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06.2251825 - Fax 06.2251432 www.adi-media.it - adi@adi-media.it Stampa: Typokolor S.r.l. Via Decollatura, 60 - Roma Luglio 2017
NATI DI NUOVO LA CONVINZIONE DI PECCATO
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I FONDAMENTI DELLA FEDE L’ISPIRAZIONE DELLA BIBBIA
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BIBBIA E SOCIETÀ ANORESSIA E BULIMIA
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LO SPIRITO SANTO E NOI L’AZIONE DELLO SPIRITO SANTO
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LE PARABOLE DI GESÙ IL SEMINATORE, IL SEME E IL SUOLO
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STORIA BIBLICA LE ORIGINI DELLA CREAZIONE
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SAPIENZA E SCELTE LE GIUSTE PRIORITÀ
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I MIRACOLI DI CRISTO LE NOZZE DI CANA
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I LUOGHI DELLA BIBBIA IL MAR ROSSO
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VERITÀ O CONTRAFFAZIONE? ATEISMO, IPOTESI POSSIBILE?
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PRIMI PIANI BIBLICI GIUSEPPE
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ESSERE CHIESA L’IDENTITÀ DELLA CHIESA DI CRISTO
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NATI DI NUOVO
La convinzione di peccato L
a fede cristiana non si poggia su metodi di pensiero positivo né su condizionamenti di massa, bensì sulla diretta testimonianza divina al cuore del credente. La persona sicura della propria giustizia e, all’opposto, quella dilaniata da sensi di colpa sono entrambe lontane da una vita in armonia con Dio. Il peccato, infatti, produce una rivolta contro il Signore, stabilisce una falsa autonomia: la sostituzione di una vita vissuta per sé stessi ad una vita vissuta per Dio. Per riconciliarci a Sé, il Signore ci rivela innanzitutto il nostro stato di colpa
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rispetto alla Sua gloriosa e perfetta giustizia. Tale opera di persuasione, così autorevole e profonda, se da una parte mette in crisi, dall’altra produce, in modo crescente, una forte e stabile certezza spirituale nel credente. “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23). Ecco il motivo per cui gli uomini sono posti dinanzi all’innegabile ed universale realtà del peccato: riacquistare il privilegio più alto per il quale esistono, cioè vivere alla presenza di Dio e condividere eternamente la Sua ineguagliabile gloria!
01. UNA CONVINZIONE CHE RISVEGLIA :: Giovanni 16:8 :: I Timoteo 1:13-15 :: Salmo 51:4, 5, 10 Il peccato è come una patina fosca, difficile da scorgere ma che toglie visibilità, produce torpore e insensibilità. Tutti i peccatori, perfino le persone più religiose, non riescono a vedere la luce che viene dalla relazione con Dio, perché sono spiritualmente morte nei loro peccati (Efesini 2:1), pertanto sono all’oscuro delle realtà spirituali. Per questo, nel divino processo che riconduce un’anima a Dio, il primo passo è la convinzione di peccato. È Lo Spirito Santo che convince di peccato il mondo (cfr. Giovanni 16:8). Questo significa innanzitutto che Egli persuade l’individuo non di sbagli morali o reati giuridici, bensì della violazione della giustizia divina, anche su abitudini comuni, su gesti che fanno tutti; su cose reputate “morali” anche dalla maggioranza. Per essere più precisi, la ragione su cui Gesù fonda questa soprannaturale opera di convinzione non è basata sulla denuncia di qualche particolare colpa, ma sulla mancanza di fede in Cristo: “Perché non credono in me” (Giovanni 16:9). Quando lo Spirito Santo pone in evidenza questo aspetto: il rifiuto di credere in Cristo. Al-
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lora cadono tutte le nostre scuse e si afferra, per rivelazione divina, cosa voglia dire e quali siano le conseguenze che si producono dalla decisione di respingere l’insostituibile “Mediatore” per il quale l’uomo può nuovamente ottenere la “corona” della gloria di Dio (II Corinzi 7:10, 11). Tale convinzione rivela che il peccato, prima ancora di risiedere in azioni fisiche, consiste in uno stato di separazione da Dio che contagia, alla radice, l’intero essere dell’uomo (Salmo 51:4, 5, 10). Nessun codice giuridico o etico può destare nell’uomo una così profonda coscienza del peccato, quindi l’urgenza di confessare il proprio stato di peccato e di accettare per grazia la redenzione divina (Luca 16:30, 31). La sensibilità della nostra coscienza sul bene e il male ha un certo valore, però va sempre sottoposta alla rivelazione biblica, poiché la coscienza non è fonte di luce spirituale ma soltanto uno “specchio” che riflette il tipo di luce che vi si proietta (Romani 2:15; I Corinzi 4:4). Soltanto quando lo Spirito Santo interviene in quanti ascoltano l’Evangelo, li rende coscienti della propria condizione di fallimento e morte (Giobbe 42:5, 6; I Timoteo 1:13-15). La predicazione, infatti, è il mezzo che Dio usa per risvegliare le coscienze e per salvare quanti credono (Atti 2:3638; I Corinzi 1:21, 24).
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NATI DI NUOVO Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l’occhio mio ti ha visto. Perciò mi ravvedo, mi pento sulla polvere e sulla cenere Giobbe 42:5, 6
Le accuse del più abile oratore o le espressioni più commoventi possono scuotere un po’ di fogliame ma non sradicare “la pianta” del peccato. Anche se l’individuo ammettesse il proprio degrado spirituale, indotto da una presa di coscienza personale, non potrebbe mai comprendere quanto ha offeso Dio e reagirebbe con ammissioni parziali, solitamente richiamando le corresponsabilità altrui, e perfino del Creatore, come scusa per le proprie debolezze. Lo Spirito Santo La convinziocompunge i cuori, come ne prodotta nel giorno di Pentecoste, con dallo Spiquando Pietro annunciò la sid rito SanParola di Dio ai presenti e si era to nulconvertirono in tremila. Ma ci sono anche situazioni in cui si può la ha da addirittura resistere alla voce chiara spar tire di Dio e all’azione dello Spirito con il senSanto. Stefano incontrò crudele so di colopposizione all’annuncio pa religiodi Cristo. so, che invece può far sprofondare nello smarrimento totale, nella degenerazione sfrenata di una condotta che disonora il Signore. Il Consolatore non convince l’uomo per affossarlo nell’indegnità delle sue colpe, ma per rialzare l’anima decaduta, facendola guardare con speranza a Cristo. Mentre contende con lo spirito umano, lo Spirito Santo non respinge, ma spinge a Gesù! È in quel momento che ciascuno può decidere se persistere nel proprio stato di peccato, oppure rispondere
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fiduciosamente alla voce dello Spirito di Dio (Atti 7:51; II Timoteo 2:25). La verità con cui Egli penetra l’anima sarà forse avvertita come una lama pungente che trapassa ogni corazza e trafigge il cuore, ma risulterà liberatrice e risanatrice per chi confessa a Dio i propri peccati (Salmo 32:1-5; Atti 2:37).
02. UNA CONVINZIONE PROGRESSIVA :: Giovanni 17:17 :: I Giovanni 1:7 :: Salmo 19:12 :: Proverbi 4:18 Una fede matura e produttiva non può prescindere da una netta esperienza della santità di Dio, quindi da una sempre più profonda persuasione di peccato. Per favorire una santificazione progressiva è doveroso dedicarsi alla meditazione quotidiana della Parola di Dio (Giovanni 17:17). Questo continuerà a far cadere tutte le insane categorie di peccato che talvolta ci costruiamo o abbiamo superficialmente ereditato. Magari non facciamo grossolane distinzioni fra peccati “mortali” e “veniali”, ma ci convinciamo intimamente che, dopo tutto, alcuni peccati non sono poi così gravi. Eppure i dieci comandamenti mettono la menzogna e l’avidità sullo stesso piano dell’assassinio o dell’idolatria! Il Nuovo Testamento pone l’invidia, il pettegolezzo e la mancanza di rispetto per i genitori accanto all’omicidio (Romani 1:28-32). Attenzione! chi continua a commettere gli stessi peccati,
con la convinzione che poi Dio lo perdonerà è stato sedotto da Satana e non persuaso dal Signore! (I Giovanni 3:7-9). Limitarsi ad un confronto con gli altri è un esercizio pericoloso, che induce alla superbia o al disfattismo (Galati 5:3-5). Inoltre, gli altri possono correggerci per alcuni aspetti negativi del carattere e del modo di fare, ma vi sono cose intime di noi che vede soltanto Dio (I Tessalonicesi 4:7, 8). Tuttavia, se l’Onnisciente ci dice tutta la verità, non ci presenta tutti i peccati in una volta, per non deprimerci, ma Egli si rivela gradualmente a coloro che desiderano sempre maggiore comunione con Lui (I Giovanni 1:7).
Chi conosce i suoi errori? Purificami da quelli che mi sono occulti Salmo 19:12
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salonicesi 1:5; Ebrei 10:22, 23). I redenti sanno senza ombra di dubbio che Gesù è vivente e che in Lui hanno vita eterna (Romani 8:16; I Giovanni 5:10-12). Tale attestazione divina è molto più di una convinzione logica o di una prova scientifica: è una realtà celeste che il loro spirito possiede! Nel caso, però, non ci si lasci più persuadere dallo Spirito Santo, che vuole continuare ad allinearci con la giustizia e la santità del Signore, la fede comincerà a perdere presto vigore e sicurezza. In questa condizione di debolezza, l’anima sarà esposta alla voce del nemico che ci accusa e mette in dubbio l’opera di redenzione divina (Apocalisse 12:10, 11). Finché viviamo, ciascuno continuerà a ricevere nuova rivelazione di tutto quello che nella nostra vita non è conforme alla purezza del Signore. Lo Spirito Santo, tramite la Bibbia, rivela tutte le nostre mancanze dinanzi alla santità di Dio, non soltanto per le cose che commettiamo, ma anche per le omissioni inconsapevoli, partendo da quelle riguardanti l’adorazione, la lode e il ringraziamento dovuti al Signore della gloria (Ebrei 13:15; Giacomo 4:17). Tale convinzione di peccato, che riguarda i redenti ed accompagna la loro intera vita, non deve essere fraintesa: con essa il Redentore non vuole farci sentire sempre più sporchi, non ci boccia, non condanna a morte o alla separazione da Lui, ma intende promuovere la nostra fede ad una qualità sempre più elevata e fruttuosa (Proverbi 4:18; Giovanni 15:2; I Giovanni 5:16-18).
03. UNA CONVINZIONE CHE PRODUCE CERTEZZA :: I Tessalonicesi 1:5 :: I Giovanni 5:10-12 :: Apocalisse 12:10, 11
Glossario “Peccato” è un termine generico, indica la trasgressione della Legge di Dio (Giobbe 13:23; I Giovanni 3:4; 5:17). “Iniquità” si riferisce più specificamente all’ingiustizia contro i diritti delle creature o del popolo di Dio (Geremia 14:7; 7:5-10; 2:34, 35; I Giovanni 1:10; Deuteronomio 32:4).
Chi crede nel Figlio di Dio ha questa testimonianza in sé … e la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel Figlio suo I Giovanni 5:10, 11
Intrecciata alla convinzione di peccato è quella di giustizia. Lo Spirito Santo ci mostra la perfezione del sacrificio di Cristo, che Dio, risuscitandoLo dai morti, ha attestato di gradire e accettare per il riscatto dei peccatori (Giovanni 16:10; Efesini 1:20). Quanti hanno creduto in Cristo, hanno l’assoluta certezza di essere passati dalla morte alla vita (I Giovanni 3:14). Chi si lascia convincere della propria insanabile situazione spirituale, sarà anche persuaso del perfetto rimedio divino, che lo rafforzerà in tutte le certezze prodotte dalla fede in Cristo, per seguirlo con entusiasmo e costanza (I Tes-
Tuttavia, la certezza dell’eredità celeste continua ad accompagnare quanti rimangono fedeli al Signore e si impegnano a crescere (II Timoteo 2:13; II Pietro 1:9, 10). In questo modo rimarranno saldi nella profonda convinzione che le promesse bibliche si adempiranno tutte, oltre ogni visibile contrarietà terrena (Romani 4:18-22). D’altronde, essere convinti della giustizia non è sufficiente, se al contempo non siamo certi che essa, alla fine, trionferà sul male e su ogni avversità (II Timoteo 1:12).
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UNA VITA SANTA
La purezza: valore spirituale o culturale? L
a società in cui viviamo, confondendo il piacere sfrenato con la libertà e la felicità, normalizza ogni tipo di licenza e ridicolizza quanti scelgono la purezza e la castità [vedi glossario] come valori base di vita. Anche le “norme” giuridiche devono necessariamente adeguarsi ai mutamenti delle realtà sociali e, spesso, legittimare la moralità delle maggioranze. In un mondo tanto segnato dalla relatività del bene e del male, dove trovare la purezza? Come ripristinarla nella vita intima e conservarla nei rapporti umani? C’è forse una civiltà modello, che mai è stata contaminata da malvagità e scandali? Indubbiamente no! Lo scopo della ri-
velazione divina è ricondurre l’uomo al Creatore. Pertanto gli insegnamenti biblici sulla purezza non possono essere soggetti alle mutazioni generazionali, a mode e scuole di pensiero, ma esprimono degli assoluti punti fermi, validi e benefici per l’uomo di ogni luogo e d’ogni tempo. I credenti non sono chiamati a stare al passo con i tempi, bensì con la Parola di Dio, in un progresso spirituale che non riporta alle tradizioni di una bigotta condotta all’antica, ma fa vivere verità eterne, verso il futuro più radioso: la gloria celeste! In tale prospettiva, la purezza deve coinvolgere tutto l’essere umano: la mente, il cuore e l’agire (I Tessalonicesi 5:23).
01. LA PUREZZA NEI PENSIERI :: Romani 12:2 :: II Corinzi 10:4, 5 :: Filippesi 4:7-8 :: Ebrei 4:12 :: Salmo 19:9-13 Una coscienza pulita ed una vita trasparente non s’improvvisano! Fondamentalmente sono frutto di una mente radicalmente rinnovata dalla grazia in Cristo, di uno spirito vivificato e quindi reso abile a ricevere luce dalla diretta influenza dello Spirito Santo. La purezza innanzitutto non si ottiene mediante una separazione fisica dal mondo, ma accogliendo in noi Colui
Rifletti Il relativismo [vedi glossario] morale, imperante nella nostra società, non è una conquista del libero pensiero, ma l’assoggettamento ad uno stato di profonda
incertezza, una crisi d’identità. Non riconoscere verità o valori definiti vuol dire non sapere chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando.
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Siamo chiamati a purificarci e fortificarci nella potenza prodotta dalla comunione con il Signore (II Corinzi 10:4, 5). Questo ci permette di ricevere luce e potenza per rimuovere quelle intime trasgressioni di cui siamo già coscienti, ma che sembrano più forti della nostra volontà. Ciò implica la rivelazione dei peccati a noi ancora nascosti (Salmo 19:9-13; 139.23, 24, I Giovanni 1:7).
Come potrà il giovane render pura la sua via? Badando a essa mediante la tua parola Salmo 119:9
che è puro e santo, lasciando che lo Spirito Santo trasformi il nostro stesso modo di pensare e ci guidi ad attingere alle incorrotte fonti celesti (Romani 12:2). Un delicato problema di fondo dei giovani, e non solo, è la mancanza di identità. Ancora di più dove manca una nitida esperienza di rigenerazione spirituale e dunque una realtà di vita cristiana certa. Una persona che sperimenta la salvezza in Cristo e possiede la certezza di essere un figlio di Dio, non soltanto potrà difendersi al meglio contro tutti quei pensieri in contrasto con la giustizia e la
gloria del Signore, ma vorrà evitare ogni sorgente inquinata che avvelena la mente. Dubbi e tentazioni cercheranno di offuscare la nostra anima; non possiamo credere di poterli coltivare e poi magari riparare i peccati commessi con delle punizioni periodiche o dei pentimenti superficiali, tanto meno possiamo sforzarci di sostituire o bilanciare idee ed immagini immorali con altre pure. Infatti, quando la mente è “sporcata” da un pensiero, non lo è in una zona, ma è contagiata tutta, a macchia d’olio. La purezza dal peccato non si ottiene con alcun rimedio umano (Geremia 2:22).
Quello che leggiamo o guardiamo tende inevitabilmente a condizionarci e a orientarci in determinate direzioni. La purezza va coltivata con una lettura attenta ed umile della Parola di Dio, posta come un “filtro” che ci fa discernere il bene dal male secondo la luce celeste e non semplicemente in base alla morale vigente nella società (Ebrei 4:12, 13; I Pietro 4:4, 5). Questo profondo esame dei pensieri fa dimorare e governare il Signore nei nostri ragionamenti (Filippesi 4:8; I Giovanni 1:7, 9). Occorre deporre ogni pensiero impuro in preghiera, chiedendo a Dio di santificarci (Filippesi 4:7). Ciò non significa riuscire all’istante a non pensare più certe cose, ma a condividere il giudizio di condanna che la Bibbia riserva a tali cose.
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3 02. LA PUREZZA NEI SENTIMENTI :: II Timoteo 2:22 :: Efesini 5:3-5 :: I Pietro 2:1, 2 :: Giacomo 1:21 Il coinvolgimento emotivo, nella sfera dei sentimenti, è un forte propulsore che serve a superare gli indugi o i freni esasperati della razionalità, aiutandoci così a tramutare le intenzioni in azioni. La spinta del sentimento, però, può portare tanto a glorificare Dio quanto indurci al male e a fare ciò che Lo offende (Matteo 5:27). Al primo sorgere di attrazioni ed emozioni, bisogna essere intelligenti da separare tempestivamente un desiderio che onora il Signore da una passione dovuta invece all’influenza di un mondo corrotto (Proverbi 4:23; II Timoteo 2:22). Attenzione a non cadere in pericolose semplificazioni, come, ad esempio, l’idea che i sentimenti impuri o immorali Come un si riducano alambiente salubre con la sfera sesè tale innanzitutto sid suale, della perché è un luogo era tenuto pulito, così fornicazioun’anima in buona salute ne o dell’aè il frutto di un cuore dulterio. quotidianamente La Parola di purificato mediante una Dio non laviva relazione con scia dubbi sulCristo. la vastità della sporcizia spirituale e morale che può intossicarci (Galati 5:19-21; Efesini 4:31; 5:3-5). I sentimenti non soltanto devono essere buoni, ma santificati, separati da ogni residuo di male. Infatti, l’odio potrebbe alternarsi all’amore verso una stessa persona. L’indifferenza e un morboso
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a t t a ccamento per qualcuno o qualcosa possono coesistere nello stesso cuore, vittima di desideri insani. Tali passioni, nel tempo, distruggono chi gli concede spazio, portando con sé molteplici amare conseguenze (Giacomo 1:21). Un cuore puro non è esente da imperfezioni, ma indica un animo trasparente, che si lascia scrutare e soppesare dallo Spirito Santo, con il desiderio di approfondire la gioia dell’approvazione divina (Proverbi 16:2). Il “filtro spirituale” si aziona con semplici domande e sincere risposte. Stiamo idolatrando qualcuno, qualcosa o noi stessi? Stiamo ospitando risentimenti, covando vendette? Stiamo coltivando superbia, invidia, gelosia, avarizia, avidità e altre forme di egoismo? Negare e dissimulare cattivi sentimenti come questi non ci esenta dalle conseguenze del peccato nella nostra vita. Questi sfogheranno altrove e non meno rovinosamente, con rabbia, malinconia e ansia… Per esserne purificati c’è una sola via: la confessione e il perdono divino (Giacomo 3:14-17; 4:8; I Giovanni 1:8, 9).
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio Matteo 5:8 La purezza di cuore è la condizione di gioiosa e serena sicurezza che è frutto della divina giustificazione ottenuta in Cristo; avendo confessato il proprio peccato a Dio, non si ha bisogno di celarlo, cercando scuse o addossandolo ad altri. La bontà dei sentimenti può esserci anche quando, senza volerlo, commettiamo errori o compiamo gesti che inducono gli altri ad attribuirci passioni insane. In tal caso, non lasciamoci scoraggiare né smaliziare, deducendo che non vale la pena proporsi certe cose; piuttosto, valorizzando sentimenti d’umiltà, chiediamo a Dio maggiore saggezza per amministrare quello che sentiamo nel cuore di fare (Salmo 26:2, 3).
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03. LA PUREZZA NELLE AZIONI :: I Pietro 1:13-16 :: II Corinzi 8:20, 21 :: Salmo 24:3, 4 :: Giacomo 3:13 :: Colossesi 3:17 Consacrarsi a Cristo non vuol dire rinchiudersi in qualche monastero, isolandosi da tutto e tutti. In ogni caso, una condotta pura include, quale naturale conseguenza della purezza interiore, un allontanamento risoluto da qualunque pratica o stile di vita in antitesi con la santità Dio (II Corinzi 7:1; I Tessalonicesi 4:37; I Pietro 1:13-16). L’espressione di I Tessalonicesi 5:22 è anche tradotta: “Astenetevi da ogni mala apparenza”. Ciò deve farci considerare l’opportunità di evitare certi contesti di penombra e ambigue situazioni di intimità non soltanto per essere preservati da tentazioni, ma anche per non esporre la testimonianza dell’Evangelo a delle conclusioni umane dispregiative. La purezza nelle azioni implica l’assenza di malizia e ipocrisie, ma non è sinonimo d’ingenuità (Proverbi 27:12; Romani 16:18, 19). Una condotta integra sarà sempre sostenuta da una intelligenza pura e vigile, alla quale non sfugge che viviamo alla presenza dell’onnisciente Dio, ma pure dinanzi agli uomini che, non conoscendo i cuori, valutano le azioni. Tale armonia tra pensieri provenienti da Dio e senti-
menti che ci portano ad attuare la Sua volontà, permette di camminare con il giusto passo nelle vie del Signore, preservandoci non soltanto da rovinose cadute, ma anche da cattive apparenze e facili deduzioni negative da parte di altri (II Corinzi 8:20, 21) Tuttavia, essere santi non si limita all’astensione dal male, ma riguarda soprattutto la dedicazione al bene (Salmo 37:27; Efesini 4:28, 29; II Timoteo 2:21).
La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni, e conservarsi puri dal mondo. Giacomo 1:27 Per essere certi che i nostri atteggiamenti e la nostra condotta siano secondo la volontà di Dio, domandiamoci se il nostro modo di agire ha lo scopo di onorare ed
innalzare il Signore, oppure se tende ad attirare su di noi lo sguardo e il plauso degli altri (Filippesi 1:9, 10; Colossesi 3:17). Davanti a Dio un’azione è pura quando sono limpide le motivazioni o l’uso dei mezzi che ci inducono a compierla. Infatti, si potrebbe donare quello che si è rubato o compiere un gesto apparentemente altruista, perfino eroico, soltanto per vanagloria o animati da rancori verso altri (Salmo 24:4, 5; I Corinzi 13:3; Colossesi 2:20-23).
Glossario “Puro” significa non contaminato dal peccato. “Casto” è colui che si astiene, con gli atti e con la mente, da pratiche sessuali non consentite al suo stato. “Relativismo” indica la corrente di pensiero secondo cui il concetto di bene e male non possono essere affermati in modo assoluto e definitivo, ma vanno lasciati alla interpretazione delle diverse generazioni, culture e società umane.
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BIBBIA E SOCIETÀ
Anoressia e bulimia I
termini “anoressia” e “bulimia” si riferiscono a quei disordini compulsivi [vedi glossario] alimentari, che sono sintomo di un grave malessere interiore (definiti DAP: Disturbi Alimentari Psicogeni). L’anoressia è il persistente rifiuto del cibo, determinato da un’intensa paura di acquistare peso, mentre la bulimia è una patologica avidità di cibo (fame da bue). Queste alterazioni alimentari sono talmente diffuse nella nostra società, da essere considerate una vera e propria epidemia, perché attraversano tutti gli strati sociali e le diverse etnie, sebbene interessino specialmente la fascia giovanile e generalmente le giovani ragazze. Spesso questi disturbi dipendono dalla sopravvalutazione dell’importanza della propria forma fisica e del proprio peso corporeo, dalla necessità di corrispondere ad un canone estetico. I modelli sociali, falsati dai media (non tutti considerano che con un computer puoi
intervenire sui difetti corporei e far apparire i personaggi famosi ben diversi da come sono realmente), richiedono infatti corpi perfetti, smunti ed esili, ed è gratificato chi riesce ad apparire il più simile a quei parametri di immagine e, quindi, di peso. Chi invece non è abbastanza snello o non ha una corporatura scolpita, si sente brutto e poco attraente, per cui il giovane, per essere considerato, si sente spinto a mangiare sempre meno (Proverbi 31:30). Il mezzo per dimagrire sono appunto i comportamenti anoressici e bulimici. Alla base di ogni disordine alimentare non c’è soltanto il fatto di sentirsi oggetto di derisione degli altri per la propria forma fisica. Tutto questo potrebbe dipendere anche da problemi familiari, dall'essere trascurati dai genitori, da eventi traumatici (come la perdita di un caro o una separazione) o da continue frustazioni nate da un sentimento di incapacità o inadeguatezza. Quando il giovane inizia a sottoporsi ad una dieta eccessiva, sempre “fai da te” e senza il parere di un dietologo, in principio prova soddisfazione e piacere nel poter controllare completamente la propria astinenza dal cibo. L’autostima e la gratificazione di sé diventano diret-
tamente proporzionali ai numeri che appaiono sulla lancetta della bilancia e a quanto riesce a vederli calare sempre più verso un numero inferiore. Questo è l’inizio di un vortice incontrollato! Quella dieta ossessiva, che in un primo momento potrebbe compiacere il giovane, in seguito però diventa la sua prigione, perché mangiare qualcosa in più crea una tale frustrazione che si tenta a tutti i costi di piegare la propria volontà al solo fine di liberarsi dal cibo. Così si comincia a pensare che sarebbe meglio affinare le “tecniche” per svuotare lo stomaco e ci si ritrova a mangiare qualsiasi cosa in quantità enormi per poi provocarsi forzatamente il vomito e così impedire l’assimilazione di quanto mangiato: si mangia e si vomita.
Lo stolto incrocia le braccia e divora la sua carne Ecclesiaste 4:5 I disturbi compulsivi alimentari sono la conferma della fragilità umana, perché privano il corpo del fabbisogno necessario e ne compromettono il metabolismo basale [vedi glossario].
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01. LA BIBBIA E LA CURA DEL PROPRIO CORPO :: Genesi 2:16 :: Salmo 78:24 :: Matteo 6:26; 15:32 Dal punto di vista fisico l’uomo è una meravigliosa "macchina" che si alimenta ad “aria e cibo”. Per compiere tutte le attività, razionali o fisiche che siano, e per mantenere il minimo di funzioni vitali, l’organismo consuma “energia”, che viene acquisita dal cibo. Mentre ci si alimenta, il cibo viene trasformato in “mattoni” utili alla crescita fisica. Il Signore ha realizzato l’uomo in modo che nutrirsi sia una precisa e spontanea indicazione naturale, un istinto [vedi glossario]. La Bibbia ci insegna ad aver cura del nostro corpo per alcune importanti ragioni. A. Perché siamo il tempio di Dio.
Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno guasta il tempio di Dio, Iddio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi I Corinzi 3:16, 17 Il nostro corpo appartiene al Signore ed Egli ce ne ha affidato l’amministrazione. Ciascuno di noi dunque deve
preoccuparsi di curarlo nel modo più opportuno, in quanto esso è “tempio di Dio”. Quando ci alimentiamo con equilibrio, allora dimostriamo riverenza e rispetto verso il Signore e la Sua Parola, perché la Bibbia ci esorta a tenere il nostro corpo in onore (cfr. I Tessalonicesi 4:4). I disturbi compulsivi alimentari sono profondamente dannosi perché determinano conseguenze devastanti per la salute e la vita. Come se non bastasse, compromettono la testimonianza che diamo agli altri di Dio, anche
attraverso il nostro corpo (Luca 8:55). L’apostolo Paolo scrive ai Corinzi di agire in modo che, vedendoli, gli uomini avrebbero potuto lodare il Signore (I Corinzi 10:31). B. Perché il corpo deve essere protetto dall’insorgere di malattie. Alcune malattie sono causate proprio da un’alimentazione non corretta, per cui dobbiamo essere saggi nello scegliere cibi sani ed idonei alla nostra salute (Genesi 6:21). Evitiamo quegli alimenti che ci dan-
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4 Glossario “Compulsivo” generato da un impulso irrefrenabile o da una costrizione. “Metabolismo basale” è la quantità di energia, che un organismo vivente consuma in condizione standard di riposo. ”Istinto” è un impulso naturale, congenito e immutabile, ad agire e comportarsi in un determinato modo; il movente naturale di ogni comportamento, finalizzato alla propria conservazione. “Psicoterapeuta” professionista specializzato in trattamenti atti a ricostituire o rafforzare l’efficienza funzionale della personalità.
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BIBBIA E SOCIETÀ neggiano, ma non certamente quelli che sono essenziali al fabbisogno quotidiano, alla crescita fisica e allo sviluppo intellettivo e morale. Anoressia e bulimia invece determinano una grave malnutrizione e ciò comporta ulcere, danni permanenti ai tessuti dell’apparato digerente, disidratazione, danni cardiaci e al sistema nervoso, debilitazione fisica, depressione, senso di vergogna e di colpa, difficoltà a mantenere relazioni sociali e familiari, tendenza a comportamenti maniacali. C. Perché la santità non riguarda soltanto lo spirito e l’anima.
Or il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo
02. LA POTENZA DELLA GRAZIA DI CRISTO
I Tessalonicesi 5:23
:: Giovanni 21:9, 12 :: Galati 5:1 :: I Timoteo 4:4
Il credente deve principalmente perseguire la salute spirituale come anche quella fisica, ma questi due aspetti non si possono sdoppiare. Il Signore a ragione vuole che ogni componente della nostra persona sia santo: lo spirito, l’anima e il corpo. Come dunque ricerchiamo la Parola di Dio e la preghiera per crescere in grazia e nella conoscenza davanti al Signore, così dobbiamo preoccuparci anche del benessere fisico e ciò è dovuto ad una corretta alimentazione. Questo è il risultato sia di sani pensieri e sia dell’ubbidienza alla volontà di Dio (cfr. Efesini 5:28).
Questa lezione vuole farti riflettere sul pericolo di precipitare nel vortice incontrollato dei disturbi compulsivi alimentari, manifestazioni segnate anche dall’incapacità di prendersi cura con amore di sé stessi, dalla profonda solitudine e dalla paura continua di non sentirsi amati. Se avevi pensato di emulare gli altri che praticano l’anoressia o la bulimia perché si credono poco attraenti, evita di finire in questo circolo vizioso a livello spirituale e fisico. Inoltre, ricorda di non crederti tanto capace da provarci per poi uscire indenne solamente con le tue forze. Anche altri hanno creduto di poterci riuscire, ma
sono rimasti succubi di queste complesse malattie. Se poi stai già vivendo problemi di anoressia o di bulimia e, mentre consideri questa lezione, lo Spirito Santo ti convince del bisogno di essere liberato/a da una simile schiavitù, allora hai bisogno di considerare alcune importanti verità. A. Riconosci la gravità della tua attuale condizione. La Bibbia ci insegna che è il peccato che rovina la nostra vita e ci spinge alla morte (Romani 6:23). Talvolta si identifica il peccato con cose eclatanti come il furto, l’adulterio o qualche altra grave manifestazione sociale. La Bibbia invece ci insegna che anche ciò che ha il potere di alterare la purezza di un istinto, sia in difetto sia in eccesso, è peccato. L’istinto della nutrizione è deturpato quando
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La tristezza. Una componente da non sottovalutare, e che spesso cerca di albergare il nostro essere, è quella della tristezza. Come recitava un cantante del secolo scorso: “tristezza ... amica della mia malinconia .... facciamoci ancor oggi compagnia” (BuongiornoTristezza - Claudio Villa). Un sentimento, un’emozione che non deve prendere il sopravvento, ma che deve essere affidata a Gesù: Colui che può aiutarci davvero, come fece con quei due discepoli sulla via di Emmaus, ai quali si avvicinò e parlò ed ai quali si rivelò. Può farlo anche con te!
Credi nella guarigione La Bibbia ci ricorda: “Se cammino in mezzo alle difficoltà, tu mi ridai la vita” (Salmo 138:7); “Chiedete e vi sarà dato … perché chiunque chiede riceve” (Matteo 7:7, 8); “La preghiera della fede salverà il malato e il Signore lo ristabilirà” (Giacomo 5:15).
Ci sono tanti altri versetti con i quali il Signore ti incoraggia ad invocarLo. Se lo desideri, chiedi di pregare ai tuoi genitori, ad un responsabile della comunità, ad un amico, ma soprattutto al monitore della tua classe. Esercita la tua fede nel Signore, considerando che Cristo
non si mangia, quando si mangia troppo o quando si mangia male. Hai dunque bisogno che Dio operi nella tua vita, liberandoti anche dalla schiavitù dei comportamenti compulsivi alimentari.
Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo
B. Devi capire che soltanto il Signore ha la capacità di liberarti. Esistono medici specialisti come lo psicoterapeuta [vedi glossario], che possono aiutarti a ricomporre la tua struttura psicologica e possono darti un supporto teorico per affrontare malattie complesse come quelle in esame nella lezione. Il Signore però ha l’autorità di operare istantaneamente e perfettamente (Salmo 147:15). Ricorda che, quando per gli specialisti non c’è più niente da fare, Dio può ancora tutto! Soltanto il Signore Gesù ha l’autorità di vincere il peccato e risolverne le conseguenze.
Se ti affidi al Signore con una semplice preghiera, Egli opererà. Non devi più essere tu a lottare ogni volta contro il desiderio di liberarti da ciò che mangi e risolvere così i tuoi problemi, ma devi affidarti a Gesù, fidarti di Lui con tutto te stesso e mettere completamente la tua vita nelle Sue mani.
ha trionfato per mezzo della croce per provvedere anche la tua guarigione (Isaia 53:5) e la liberazione da ogni forma di schiavitù (Galati 5:1). “... io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce” (Esodo 15:26).
Efesini 3:20
C. Richiedi al Signore la guarigione. Non pensare mai che per te non ci sia più alcuna speranza, perché il Signore non è cambiato. MettiLo alla prova!
Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il Signore? Genesi 18:14
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SAPIENZA E SCELTE LE GIUSTE PRIORITÀ
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BIBBIA E SOCIETà ANORESSIA E BULIMIA
manuale di studio biblico per i giovani
Beati i puri di cuore, perchè vedranno Dio Matteo 5:8
una vita santa
IL VALORE DELLA 8 000869 013915
PUREZZA STUDENTE