Il Paese che amo di più

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PARLIAMO SPESSO DELLA SECONDA VENUTA DI CRISTO, QUANDO MOLTI ANCORA NON HANNO SENTITO PARLARE DELLA PRIMA

Questo libro ci parla della Patria più bella, del Cielo, di un Paese meraviglioso dove non ci sono lacrime e dolori, dove non saremo soggetti a malattie, sofferenze e morte. Un Paese senza il pericolo di guerre o di stragi; un Paese dove nessuno è troppo ricco o troppo povero; dove nessuno è triste, nessuno soffre, nessuno invecchia; dove non si conosce la parola “addio”, perché i suoi cittadini sono eternamente uniti in un dolce vincolo d’amore per la grazia in Cristo Gesù.

IL PAESE CHE AMO DI PIÙ

Osvald J. Smith

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Oswald Jeffrey Smith nacque l’8 novembre 1889 vicino a Odessa, Ontario [Canada]; primo di dieci figli. L’8 gennaio del 1906, durante una campagna evangelistica condotta da R. A. Torrey a Toronto, si convertì a Cristo; aveva 16 anni. A 18 iniziò a predicare l’Evangelo e a 19 cercò di partire missionario.

ADI Media

ISBN 978-88-89698-78-5

Servizio Pubblicazioni delle “Assemblee di Dio in Italia”

Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 2284970 - Fax 06 2251432 adi@adi-media.it - www.adi-media.it

€ 7,50

9 788889 698785

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Osvald J. Smith

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Osvald J. Smith

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ADI Media A


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INDICE

Note Biografiche Sull’Autore

pag.

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9

1. Il Paese Che Amo di Più

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11

2. Il Peccato e il Perdono

»

23

3. La Nuova Nascita

»

39

4. Che Cosa Significa “Credere”

»

61

5. Il Momento Cruciale

»

73

6. Falsi e Veri Fondamenti

»

85

7. Cinque Verità Importanti

» 107

Prefazione


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Titolo originale: “The Country I Love The Best” © Oswald Jeffrey Smith 1958 Toronto - Canada Edizione italiana: “Il Paese Che Amo di Più” © ADI-Media Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 2284970 Fax 06 2251432 Email: adi@adi-media.it Internet: www.adi-media.it Servizio Pubblicazioni delle Chiese Cristiane Evangeliche "Assemblee di Dio in Italia" Prima edizione 1959 Seconda edizione 1992 Prima ristampa, settembre 2013 Tutti i diritti riservati Traduzione: Lorenzo Ramaccini Tutte le citazioni bibliche, a meno che non sia indicato diversamente, sono tratte dalla Bibbia Versione Nuova Riveduta - Ed. 1996 Società Biblica di Ginevra - Svizzera Stampa: Typokolor S.r.l. - ROMA

ISBN 978 88 89698 78 5


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NOTE BIOGRAFICHE SULL’AUTORE

OSWALD SMITH è nato l’8 novembre 1889, a Odessa in Ontario (Canada), in una famiglia composta da dieci figli. Si è convertito all’Evangelo nel corso di una campagna evangelistica svolta a Toronto da Reuben Archer Torrey. Già all’età di 18 anni tenne una prima campagna di evangelizzazione tra i pellerossa della Columbia Britannica. Dopo un’accurata preparazione teologica presso il Collegio Biblico di Toronto, inoltrò regolare richiesta per essere inviato in campo di missione all’estero, ma il Comitato delle Missioni Presbiteriane non accettò la domanda in considerazione della sua debole costituzione fisica. Nel 1916 accettò l’incarico di assistente pastore della Dale Presbyterian Church di Toronto e successivamente della Alliance Tabernacle. In quegli anni conobbe e sposò Daisy Billings dalla quale ebbe tre figli, uno dei quali, Paul, nel 1959 lo sostituirà come pastore nella Peoples Church di Toronto. Dopo la sua laurea in Lettere al McCormick Theological Seminary di Chicago, Oswald Smith iniziò a esercitare il suo ministerio pastorale a Toronto, fin dal 1915, ottenendo notevoli risultati e anche numerosi riconoscimenti accademici. Nel 1928, sempre a Toronto, Canada, fondò la famosa Peoples Church (La Chiesa del Popolo), dotata di una sala di culto capace di duemila posti, definita “Massey Hall”. Nel 1934 fu acquistato un grandissimo locale di culto a Bloor Street, dove fu costituita la più grande Chiesa Evangelica dell’epoca in Canada. ~5~


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IL PAESE CHE AMO DI PIÙ

Nel 1958 Oswald Smith si dimise dalla carica di pastore per consacrare tutto il suo tempo alla promozione missionaria in campo mondiale. In qualità di evangelista ebbe modo di predicare allo Spurgeon’s Tabernacle e nella Westminster Chapel di Londra, nella Moody’s Church a Chicago e in altri numerosi centri evangelistici della Gran Bretagna, degli Stati Uniti, del Sud Africa, del Sud America, dell’Australia e della Nuova Zelanda. In veste di responsabile delle missioni ha introdotto nella sua comunità un programma missionario della massima importanza. In vista di questa grandiosa opera ha raccolto oltre quattro milioni di dollari e, al tempo della stesura di questo libro, contribuiva al mantenimento di 380 missionari sparsi per il mondo. La rivista “The Church Herald” lo ha soprannominato il “pastore della prima chiesa missionaria”. Come scrittore ha pubblicato ben 35 volumi, tradotti in 128 lingue diverse. Come poeta può essere considerato il cantore sacro più fecondo del Canada. Oltre 1200 tra poesie e inni sacri sono il prodotto della sua prolifica penna e alcuni di questi ultimi sono diventati celebri in tutte le chiese evangeliche del mondo. Come editore ha pubblicato una rivista che da 37 anni viene regolarmente inviata in molte parti del mondo. Si è attivamente prodigato nell’evangelizzazione per mezzo dell’etere e, dal 1930 ai nostri giorni, ha fatto udire la sua voce da oltre 42 stazioni radio. I suoi viaggi missionari non si contano: ha visitato a più riprese 62 nazioni e in particolare la Gran Bretagna, il Sud Africa, le Indie Orientali, l’Alaska, il Messico, le Isole Salomone, l’Australia, la Nuova Zelanda, il Canada, gli Stati Uniti, nonché diversi paesi dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia. L’editore Fleming H. Revell ha detto di lui: “Nelle sue membra arde un fuoco che contagia chi ha il piacere di ascoltarlo. Egli ha acceso nel mondo una grande speranza”. Billy Graham ha scritto la seguente considerazione riguardo ~6~


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Note Biografiche Sull’Autore

al ministerio di questo uomo di Dio: “Il nome di Oswald Smith significa evangelizzazione mondiale. Lo Spirito Santo si è servito di lui e dei suoi libri per operare potentemente nei cuori delle persone. Le sue opere hanno avuto una grande influenza sul mio ministerio e sulla mia stessa vita”. È stato promosso alla gloria il 26 gennaio 1986, all’età di 96 anni. Ecco l’autore del volume che abbiamo il piacere di riproporre ai lettori di lingua italiana. L’Editore

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Capitolo 1

IL PAESE CHE AMO DI PIÙ

NEGLI ANNI PASSATI ho visitato tante nazioni e tanti paesi; per l’esattezza, sono stato in cinquantatré nazioni. Alcune mi sono molto piaciute, altre non troppo; in alcune sono stato solamente una volta, in altre sono tornato numerose volte. Ve ne sono, poi, alcune che esercitano su me un’attrazione particolare: in esse mi sono trovato proprio a mio agio e desidero ardentemente tornarci. Il Canada, per esempio, è proprio una di queste: è la mia Patria. Vi sono paesi, come quelli del Nord America, dov’è possibile trovare i climi e i panorami più incantevoli; in essi c’è tutto quello che l’uomo può desiderare di bello e di buono. Inoltre, molti abitanti di altri paesi vorrebbero stabilirsi in queste nazioni dove sanno di trovare ogni genere di libertà! Vi sono, dunque, paesi bellissimi, ma dobbiamo anche ammettere, però, che sulla terra non esiste un paese dove non ci si stanca mai di restare. Anche nel migliore dei luoghi, anche in quello che noi preferiamo a tutti gli altri, sono commessi troppi peccati, troppi delitti, troppe brutture; dappertutto le leggi vengono violate. Guerre, sangue, malattie e morte, sono ~ 11 ~


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cose che ci rendono quasi odiosa la terra e ci fanno sentire come stranieri e pellegrini, diretti verso una Patria migliore. Ma esiste questa Patria migliore? Certo! Ed è proprio di questa che vorrei parlarvi. Vorrei parlarvi di un Paese meraviglioso dove non ci sono lacrime e dolori; dove non saremo soggetti a malattie, sofferenze e morte. È un Paese senza il pericolo di guerre o stragi; un Paese dove nessuno è troppo ricco o troppo povero; dove nessuno è triste, nessuno soffre, nessuno invecchia; dove non si conosce la parola “addio”, perché i suoi cittadini sono eternamente uniti in un dolce vincolo d’amore. In questo luogo non esiste il peccato; non ci troveremo mai davanti a un cimitero o a un corteo funebre, perché non esiste la morte. Sulle porte delle case o indosso alle persone non vedremo mai i tristi segni del lutto. Le vesti dei felici abitanti di questo Paese saranno sempre candide e splendenti. So che in questo Paese nulla si corrompe, nulla si guasta. I fiori non perdono mai la loro freschezza e la loro fragranza. In esso non ci sono vulcani con le loro terribili eruzioni, né tempeste, uragani o terremoti disastrosi. I germi patogeni, le febbri misteriose, le micidiali pestilenze non conoscono affatto quelle rive luminose. Non è necessario che sorga il sole per illuminare quella terra felice: c’è una Luce splendente che non viene mai meno; là non esiste la notte. In questo Paese nessuno si rifugia nel vino o in altre bevande alcoliche; nessuno è schiavo della droga, dell’immoralità o del vizio: donne e uomini vivono nella più grande purezza. Prigioni, tribunali, riformatori non deturpano la bellezza di questo Luogo. Alle porte e alle finestre non vi sono lucchetti o inferriate poiché non ci si deve difendere dai ladri. Non esistono riviste o immagini licenziose. Ognuno ha la propria casetta; non ci sono tasse o affitti da pagare. È tutto così bello, ma debbo aggiungere anche che uomini e donne sono liberi, non sono assolutamente soggetti a defor~ 12 ~


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mazioni e menomazioni fisiche che rendono la vita insopportabile per molti. In questo Paese non ci sono dunque storpi, zoppi, ciechi, sordi o muti: tutti sono sani e forti. Tutti hanno quanto loro necessita e quindi non vedremo strade frequentate da mendicanti o, comunque, persone indigenti. Ospizi, cliniche, ospedali psichiatrici, sono tutte cose sconosciute, come sono sconosciuti i termini “cancro”, “leucemia”, “AIDS” e altri simili. È un Paese dove non servono affatto medici e medicine. Mi sembra, adesso, di udire la vostra domanda: «Ma come potete conoscere questo Paese così meraviglioso? Lo avete forse visto proprio con i vostri occhi?». No! Non ho avuto ancora il privilegio di recarmi nel Paese da me descritto, ma lo ha visto una Persona che vi è vissuta per tanto tempo e me ne ha parlato moltissimo, descrivendolo in un modo perfetto. Egli ora è tornato là, perché qui non poteva stare: sentiva troppa nostalgia per il Suo Paese. Mi ha promesso, però, che tornerà e io farò assieme a Lui un meraviglioso viaggio per andare in quella Terra. Dal giorno in cui Egli me ne ha parlato ho sempre desiderato ardentemente divenire cittadino di quel Paese felice; esso sarà un giorno la mia Patria, dalla quale non vorrò mai più allontanarmi. Ho già nelle mani il diritto di cittadinanza. Non riesco a comprendere come mai non desiderino tutti di andare in un luogo tanto meraviglioso; eppure tutti ne hanno udito parlare e molti sono persuasi della sua bellezza. Purtroppo, questa è la verità: molti preferiscono il loro paese attuale; preferiscono starsene in mezzo ai peccati, anche se sanno che sono proprio questi che causano tutte le loro sofferenze e i dolori di cui si lamentano in continuazione. Ho provato a parlarci, ma si sono messi a ridere; sembra che non mi credano e non si lasciano convincere a prepararsi per venire con me, quando partirò assieme alla Persona che mi ha descritto le me~ 13 ~


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raviglie gloriose di quella Terra. Un giorno il numero di coloro che saranno ammessi sarà al completo e per gli altri non ci sarà più posto. Sento una pena immensa per questi miei amici, i quali si mostrano tanto ciechi e sciocchi da non accettare la possibilità di diventare cittadini di quello stupendo Paese. UNA CITTÀ MERAVIGLIOSA

In questa Patria gloriosa, c’è una città incantevole. Questa è più grande di qualsiasi città che io abbia mai visto. È larga 2.220 chilometri e, cosa meravigliosa, è altrettanto lunga e alta. Essa copre una superficie quanto tutta l’Europa e parte dell’Africa ed è così alta che, se si dovesse dividere in piani, uno sopra l’altro, se ne potrebbero ricavare comodi appartamenti per tutti gli uomini di tutte le generazioni della terra. Le mura che circondano questa città sono di diaspro purissimo e raggiungono l’altezza di settanta metri. Essa è fondata su dodici colonne che prendono il nome dei dodici apostoli e sono tutte ornate di pietre preziosissime. È davvero una città meravigliosa! La luce che splende in essa è come quella emanata dal diaspro purissimo. Si entra in questa città attraverso dodici porte, custodite ciascuna da un angelo, esse prendono il nome delle dodici tribù d’Israele e sono tre per ogni lato. Ogni porta è costituita da una grande perla preziosa. La città è tutta d’oro purissimo ed è attraversata da un viale anch’esso d’oro purissimo e terso come cristallo, lungo chilometri e chilometri. Oltre al bellissimo viale luminoso, in questa città scorre un fiume incantevole che parte dal trono del Re, al centro della città, e va in tutte le direzioni. La sua acqua cristallina non viene contaminata dalla minima impurità. Un albero meraviglioso cresce sulle rive di questo fiume che porta vita e salute ai felici abitanti di quella città. Al centro di essa sorge il palazzo del Re. Questo è tutto splendente di luce e il trono reale è circondato da un magnifico arcobaleno. Ai piedi del trono vi ~ 14 ~


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sono altri ventiquattro troni e su ciascuno di essi vi è un anziano, vestito di bianco e avente sul capo una corona d’oro. Si accede al Trono camminando su di un pavimento di cristallo limpidissimo. Quattro magnifiche “creature viventi” sono a guardia del Trono e cantano continuamente le lodi del Re, davanti al Quale s’inginocchiano in profonda adorazione. Vorrei descrivere tutti i loro atti, ma non mi è possibile: le parole umane non riuscirebbero mai a dare la più pallida idea del loro devoto comportamento. Gesù chiamò questa città “la nuova Gerusalemme”, “la Città santa”, in qualche altra circostanza “la Casa del Padre mio”, espressione bellissima e piena di un senso di nostalgia. Ricorderete che Davide parlò di questa città, chiamandola “Casa dell’Eterno”. Gesù disse anche che in questa “Casa del Padre Suo” ci sono molte stanze; è quindi una vera casa, bellissima e comoda. Chi volesse leggere la perfetta descrizione di questa città meravigliosa dovrebbe andare agli ultimi capitoli della Bibbia. In essi ci viene detto anche chi avrà il privilegio d’entrare in questa città: “E nulla di impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell’Agnello” (Apocalisse 21:27). Tutti gl’increduli, gli operatori d’iniquità saranno tenuti lontano da quelle mura benedette. DOVE SI TROVA QUESTO LUOGO?

Quando si parla di questa magnifica Città, si parla di Cielo. Ce lo dice la Bibbia, il profeta Isaia lo attesta, da parte di Dio, quando dichiara: “… ecco, io creo nuovi cieli e una nuova terra; non ci si ricorderà più delle cose di prima; esse non torneranno più in memoria” (65:17). Ma anche l’apostolo Pietro, come pure Giovanni. La Scrittura ne parla spesso in più punti. Inoltre, ci viene detto che un giorno la terra in cui abitiamo e tutto ciò che la circonda passeranno attraverso un fuoco purificatore. ~ 15 ~


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Leggiamo alcune delle profezie che si riferiscono a quanto abbiamo accennato: “… cieli e la terra attuali sono … riservati al fuoco per il giorno del giudizio … i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno! Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia” (II Pietro 3:7, 12, 13). Il Signore assicura: “I nuovi cieli e la nuova terra ch’io sto per creare sussisteranno stabili dinanzi a me, dice l’Eterno” (Isaia 66:22; Versione Riveduta). E l’anziano apostolo Giovanni, nell’isola di Patmos, attesta: “Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c’era più” (Apocalisse 21:1). Dunque, ecco ciò che sappiamo di questa nuova terra: 1. Non ci saranno più mari. Il mare separa i continenti. Nella nuova terra gli abitanti non vivranno più separati gli uni dagli altri; i grandi oceani non li divideranno più. 2. Vi regnerà la più assoluta giustizia. La Scrittura si esprime così: “Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia” (II Pietro 3:13). Nel mondo in cui viviamo c’è poca giustizia, ma nella terra che il Signore ci sta preparando la giustizia sarà perfetta. Quale gioia pensare che finalmente il peccato perderà il suo dominio sugli uomini e regnerà incontrastata la più assoluta giustizia! È in questa «nuova terra» che si trova la meravigliosa città da me descritta. Ecco le parole della Bibbia: “E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uo~ 16 ~


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mini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio»” (Apocalisse 21:2, 3). Il Re stesso di questa città abiterà in mezzo al Suo popolo, i suoi abitanti “… vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte” (Apocalisse 22:4). Il Signore Gesù Cristo sarà lì; sarà in mezzo ai Suoi, ma quanto sarà diverso da quel Gesù che visse sulla terra! Nulla potrei aggiungere alle parole con le quali Giovanni ce Lo descrive. “Vestito”, dice, “con una veste lunga fino ai piedi e cinto di una cintura d’oro all’altezza del petto. Il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come lana candida, come neve; i suoi occhi erano come fiamma di fuoco; i suoi piedi erano simili a bronzo incandescente, arroventato in una fornace, e la sua voce era come il fragore di grandi acque. Nella sua mano destra teneva sette stelle; dalla sua bocca usciva una spada a due tagli, affilata, e il suo volto era come il sole quando risplende in tutta la sua forza” (Apocalisse 1:13-16). “Non temere!”, Egli gridò con voce trionfante, “io sono il primo e l’ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli …” (Apocalisse 1:17, 18). Quale magnifica vittoria! Ecco, cari amici che cos’è il Cielo. È questa la città di Dio, la Città di cui vi ho parlato. Non sentite il desiderio di andare in questa meravigliosa città? Ricordatevi, però, che si tratta di un luogo preparato per un popolo preparato. “Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore”, dichiara la Parola di Dio. “Sì, dice lo Spirito, essi si riposano dalle loro fatiche perché le loro opere li seguono” (Apocalisse 14:13). Per beneficiare del riposo promesso e la felicità riservataci, dobbiamo prima morire nel Signore. Se non morirete nel Signore, il Cielo non sarà per voi. Per poter morire nel Signore è necessario prima vivere nel Signore, cioè possederLo nel cuore; è necessario accettarLo come personale Salvatore. Se siete nel Signore e vivete in Lui, ~ 17 ~


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oggi, un giorno certamente morirete nel Signore e andrete con Lui in Cielo. Dovete essere Suoi, qui sulla terra, per essere Suoi su nel Cielo. Là vivrete con Lui, in eterno, nella Città meravigliosa che vi ho descritto. CHE COSA PENSARE DEI NOSTRI CARI DEFUNTI?

Vorrei sapere come vivono quelli che già ci hanno lasciato e sono nella Patria beata, cioè in Cielo. Cosa fanno? Cosa vedono? Che cosa sanno di noi? Possono ricordarci? Li riconosceremo quando ci riuniremo a loro? Penso alla piccola Hazel, una mia sorellina di appena dieci anni, che ci lasciò per andare in Cielo. Anche tu, forse, pensi a qualche persona cara: al papà o alla mamma, a un fratello o una sorella, a una persona che era tanto vicina al tuo cuore e che ora non c’è più, tu vorresti sapere qualcosa di preciso sulla loro condizione attuale, non è vero? Non possiamo conoscere più di quanto dice di loro la Parola di Dio. Soltanto la Scrittura può dirci il vero: tutto il resto non sarebbe che sciocca speculazione della mente umana. La scienza non può dirci nulla, i “medium”, emissari di Satana, potrebbero soltanto trarci in inganno. Il popolo di Dio deve rivolgersi a Lui, alla Sua legge e alla Sua testimonianza, altrimenti non vi sarà per lui alcuna aurora (cfr. Isaia 8:20). A. Sono coscienti oppure no? “Siamo circondati da una così grande schiera di testimoni … ” (Ebrei 12:1), dice la Scrittura. Chi sono questi? Perché nel capitolo 11 vengono presentati come gli eroi della fede? Non sono certamente esseri addormentati, sono degli esseri coscienti: Abramo, Samuele, Mosè... sono tutti vivi e coscienti. “Io sono il Dio d’Abraamo, il Dio d’Isacco e il Dio di Giacobbe …”, dice Gesù in Matteo 22:32. Egli naturalmente è l’Iddio degli esseri viventi; di gente che è viva e sa di esserlo. ~ 18 ~


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“Beati (felici) i morti ...” abbiamo letto in Apocalisse 14:13. Come potrebbero essere beati o felici se non fossero viventi e consci del loro stato? “Ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio”, così si esprime Paolo in Filippesi 1:23. Che valore avrebbero queste sue parole se i morti non fossero in uno stato in cui possono rendersi conto di quanto li riguarda? Come potrebbero sentirsi felici di stare con Cristo se non fossero nella possibilità di apprezzare il loro meraviglioso privilegio? È vivente Cristo? Sappiamo benissimo che Egli vive ed è alla destra del Padre; sappiamo pure che Egli siede sul Suo trono di gloria e intercede per noi. Ora, i nostri cari sono con Cristo e possono beneficiare della Sua vicinanza che costituisce tutta la loro felicità. Ecco perché è molto meglio “partire” e andare con Cristo. Chi sarebbe tanto sciocco da preferire la morte alla vita, il Cielo alla terra, se vi dovesse vivere in uno stato di eterna incoscienza? Sarebbe molto meglio restare quaggiù e servire il Signore qui. Ma l’apostolo Paolo, che parla per divina ispirazione, ci dice che è meglio “partire e di essere con Cristo”. I nostri cari vivono e gioiscono della loro sorte beata. “Affinché dove sono io, siate anche voi”, disse Gesù agli apostoli tristi. E poi, nella Sua preghiera al Padre, aggiunse: “… voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai dati” (Giovanni 17:24). A un discepolo disse anche: “Dove vado io, non puoi seguirmi per ora; ma mi seguirai più tardi” (Giovanni 13:36). Promessa davvero preziosa! I nostri cari che sono morti in Cristo hanno seguito il Signore; essi sono con Lui e si rendono perfettamente conto della loro sorte beata, della loro eterna felicità. È questo il pensiero che spingeva l’apostolo verso quel Luogo beato? Anche noi, come Paolo, dovremmo desiderare ardentemente di “partire” da questo mondo di miseria e di peccato, per andare con Cristo. ~ 19 ~


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“Oggi tu sarai con me in Paradiso”, disse pure Gesù al ladrone che moriva alla Sua destra (Luca 23:43). Quale promessa divina! Quel giorno, poche ore, forse, soltanto pochi minuti dopo, il ladrone pentito sarebbe stato con Cristo, in Paradiso. Che avrebbe fatto lì? Sarebbe andato in quel Luogo per dormire per sempre? No! Sarebbe andato con Cristo; Lo avrebbe visto continuamente, sarebbe stato felice con Lui per tutta l’eternità. Le parole non potrebbero essere più chiare; ogni aggiunta o commento non farebbe che oscurare il testo sacro. Dovremmo dire con Paolo: “… siamo pieni di fiducia e preferiamo partire dal corpo e abitare con il Signore” (II Corinzi 5:8). È proprio così, dunque: la persona cara che ricordiamo e che per tanti anni è stata presente nel corpo e assente dal suo Signore, ora è andata a stare con Lui. Il suo corpo, il tempio o abitacolo terreno, la casa nella quale era vissuta su questa terra, è là, fredda e inerte, in attesa della risurrezione. Quando vedi la sua tomba, non devi dire: «Essa è qui», non sarebbe esatto: lì si trovano soltanto le sue spoglie mortali, il suo abitacolo, ciò che di lei conoscevi, mentre la parte migliore, il suo spirito immortale, è ora in Cielo e vive una vita gloriosa vicino al Signore; essa è in un mondo nuovo: è forte, sana, felice; è con il Signore che tanto ha amato mentre era su questa terra. I nostri cari defunti sono vivi e felici; perché dunque piangere, come quelli che non hanno speranza? B. Potremo riconoscerli quando ci uniremo a loro? Davide, parlando del suo bambino morto, diceva: “… Io andrò a lui …” (II Samuele 12:23). Queste parole, non vengono forse a dirci che Davide avrebbe riconosciuto il proprio bambino, anche in mezzo a tanti altri? Non significano che egli lo avrebbe incontrato e riconosciuto in Cielo? Se Davide, che aveva visto il piccino soltanto per pochi giorni, dichiara che lo avrebbe ~ 20 ~


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riconosciuto, come si può pensare che non riconosceremo i nostri cari con i quali siamo vissuti per tanto tempo? I tre discepoli di Gesù che si trovarono sul Monte della Trasfigurazione, riconobbero subito Mosè ed Elia, sebbene non li avessero mai visti prima di allora. Saul riconobbe subito Samuele, quando Dio permise a questi di manifestarsi. Maria riconobbe Gesù, dopo la Sua gloriosa risurrezione, e, come lei, Lo riconobbero anche i Suoi discepoli. Stefano vide e riconobbe Gesù nella Sua gloria. Anche noi, dunque, riconosceremo i nostri cari, quando ci ricongiungeremo con loro. Nelle pagine dell’Antico Testamento troviamo tante volte la bella espressione: “E fu riunito al suo popolo”. Che cosa significa? Certamente che Isacco, Giacobbe e gli altri, morendo, si riunirono ai loro antenati, ai membri della loro famiglia che li avevano preceduti. Giacobbe disse che sarebbe andato al suo figliolo. Perché, dunque, disperarci? I nostri cari non sono scomparsi per sempre. Potremo rivederli. Quegli occhi che ti hanno fissato spesso con tanta tenerezza torneranno a mirarti; quella voce cara tornerà a risuonare ai tuoi orecchi. I nostri cari, credenti, con i quali camminavamo per le vie di questo mondo, cammineranno un giorno con noi, per le vie del Cielo. L’amore non muore mai; il vero amore è eterno. Ancora un poco e la cortina che li toglie alla nostra vista verrà rimossa ed essi saranno felici di darci il loro benvenuto nella casa del Padre. LA CITTÀ DI DIO

“Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate»” (Apocalisse 21:3, 4). ~ 21 ~


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“Non ci sarà più nulla di maledetto. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello; i suoi servi lo serviranno, vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte. Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli” (Apocalisse 22:3-5). “Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi” (Apocalisse 7:16, 17). Ecco, dunque, il Paese meraviglioso del quale ho cercato di darvi una pallida idea. Non vi piacerebbe andare in un Luogo tanto desiderabile? Ne conosciamo forse uno migliore? Perché non cominciare a prepararci davvero per il grande viaggio che un giorno dovremo tutti fare? Non è difficile caro lettore: devi soltanto aprire il tuo cuore a Gesù, Padrone e Signore assoluto di quel Regno; devi soltanto permetterGli di salvarti. Quando sarai salvato sentirai per il Cielo lo stesso amore ardente, lo stesso desiderio che sentiva l’apostolo Paolo, lo stesso desiderio che sento io. Terminato il pellegrinaggio terreno, se saremo preparati e avremo la necessaria veste nuziale, entreremo per le beate e preziose porte di quella meravigliosa città, in essa abiteremo felici per l’eternità.

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PARLIAMO SPESSO DELLA SECONDA VENUTA DI CRISTO, QUANDO MOLTI ANCORA NON HANNO SENTITO PARLARE DELLA PRIMA

Questo libro ci parla della Patria più bella, del Cielo, di un Paese meraviglioso dove non ci sono lacrime e dolori, dove non saremo soggetti a malattie, sofferenze e morte. Un Paese senza il pericolo di guerre o di stragi; un Paese dove nessuno è troppo ricco o troppo povero; dove nessuno è triste, nessuno soffre, nessuno invecchia; dove non si conosce la parola “addio”, perché i suoi cittadini sono eternamente uniti in un dolce vincolo d’amore per la grazia in Cristo Gesù.

IL PAESE CHE AMO DI PIÙ

Osvald J. Smith

IL PAESE CHE AMO DI PIU_cover_xp9_Layout 1 27/08/13 11:47 Pagina 1

Oswald Jeffrey Smith nacque l’8 novembre 1889 vicino a Odessa, Ontario [Canada]; primo di dieci figli. L’8 gennaio del 1906, durante una campagna evangelistica condotta da R. A. Torrey a Toronto, si convertì a Cristo; aveva 16 anni. A 18 iniziò a predicare l’Evangelo e a 19 cercò di partire missionario.

ADI Media

ISBN 978-88-89698-78-5

Servizio Pubblicazioni delle “Assemblee di Dio in Italia”

Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 2284970 - Fax 06 2251432 adi@adi-media.it - www.adi-media.it

€ 7,50

9 788889 698785

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