Il Tesoro dei libri Profetici

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ADI Media

IL TESORO

I libri dei profeti sono espressione degli appassionati richiami divini ad un popolo recalcitrante e ribelle. Sono, allo stesso tempo, messaggi che esortano al ravvedimento e forieri di potenti risvegli. L’annuncio profetico, di fatto, affonda le sue radici nel piano di Dio per Israele, attraverso il quale il Signore avrebbe benedetto tutte le altre nazioni, estendendo così a tutti i popoli l’invito a ravvedersi e andare a Lui. Il messaggio di questi servi del Signore, anche se proclamato in un periodo di oscurantismo spirituale, rappresenta sempre una “luce in fondo al tunnel”, che addita la salvezza di Dio. La lettura di questo libro sarà certamente proficua, soprattutto se preceduta e seguita da quella dei brani biblici segnalati, che accompagnano ogni meditazione.

dei LIBRI PROFETICI

AA. VV.

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ISBN 978-88-89698-55-6

Servizio Pubblicazioni delle “Assemblee di Dio in Italia”

Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 2284970 - Fax 06 2251432 adi@adi-media.it - www.adi-media.it

€ 9,70

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“Il Tesoro Dei Libri Profetici” © ADI-Media Via della Formica, 23 - 00155 Roma Tel. 06 2251825 - 06 2284970 Fax 06 2251432 Email: adi@adi-media.it Internet: www.adi-media.it Servizio Pubblicazioni delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” Ottobre 2011 - Tutti i Diritti Riservati Tradotto e compilato: A cura dell’Editore Tutte le citazioni bibliche, a meno che non sia indicato diversamente, sono tratte dalla Bibbia Versione Nuova Riveduta - Ed. 1996 Società Biblica di Ginevra - Svizzera Si ringraziano quanti hanno contribuito alla pubblicazione di questo libro. Stampa: Produzioni Arti Grafiche S.r.l. - Roma

ISBN 978-88-89698-55-6


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PREFAZIONE Questo libro di meditazioni bibliche quotidiane si aggiunge alla collezione di testi già dati alle stampe e di cui fanno parte i seguenti titoli: Il Tesoro dei Salmi, dei Vangeli, del Pentateuco e delle Epistole Paoline. L’intento dell’editore è quello di percorrere le pagine della Bibbia, attraverso questa serie di scritti, per incastonare le riflessioni bibliche qui esposte in una preziosa collana che li raccoglierà tutti. Il volume espone il pensiero di noti scrittori evangelici del calibro di C.H. Spurgeon, F.B. Meyer, R.A. Torrey ed altri, opportunamente revisionati e adattati per questo genere di testo. Ricordiamo, perciò, che questa e le altre opere della stessa collana espongono il pensiero evangelico classico, messo insieme “spigolando” da brevi scritti, frammenti di sermoni o altre pubblicazioni. Al pari dei precedenti anche le meditazioni bibliche quotidiane presenti in quest’opera prendono in esame il testo della Scrittura con un approccio di carattere prevalentemente espositivo, senza lesinare, però, applicazioni pratiche sui libri dei Profeti Maggiori e Minori. I libri profetici sono espressione degli appassionati richiami divini ad un popolo recalcitrante e ribelle. I toni, talvolta, sembrano aspri e pungenti ma, allo stesso tempo, caratterizzano messaggi che esortano al ravvedimento e sono forieri di potenti risvegli. L’annuncio profetico, di fatto, affonda le sue radici nel piano di Dio per Israele, attraverso il quale il Signore avrebbe benedetto tutte le altre nazioni, estendendo così a tutti i popoli l’invito a ravvedersi e andare a Lui. Il messaggio di questi servi del Signore, anche se proclamato in un periodo di oscurantismo spirituale, rappresenta sempre una “luce in fondo al tunnel”, che addita la salvezza di Dio. La lettura di questo libro sarà certamente proficua, soprattutto se preceduta e seguita da quella dei brani biblici segnalati, che accompagnano ogni meditazione. L’Editore


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1 GENNAIO

UN APPELLO ACCORATO “Ascoltate la parola del SIGNORE ...”

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[ISAIA 1:10]

bbiamo bisogno di fare ancora nostro l’appello appassionato di Isaia. Il capitolo uno di questo libro, cambiando il nome dei destinatari, può essere rivolto alla Chiesa o alla nostra nazione, ed essere ancora perfettamente attuale. Sicuramente il nostro Paese “non ha conoscenza”. Lo stato di decadimento morale ritratto da Isaia (cfr. vv. 5, 6) sprigiona il medesimo effluvio, manda lo stesso cattivo odore che si eleva dalla società, o forse addirittura anche dalla Chiesa. Dio odia la superficiale religiosità domenicale come disprezzava il vuoto formalismo di Giuda (cfr. vv. 11-15). Il Signore detesta i tratti cerimoniali che fanno da corona a un’esistenza che, di fatto, ha escluso le realtà dello Spirito. Ai nostri giorni ogni forma di religiosità è ben accetta, ma non abbiamo ancora allontanato la malvagità delle nostre azioni e non abbiamo smesso di fare il male (cfr. vv. 16, 17). Dobbiamo quindi additare come superata e inutile una spiritualità che fa mostra di sé soltanto con teorie svuotate ormai di ogni contenuto. Sono in troppi a preferire una religione che non comporti una rottura effettiva con il mondo, la carne, il diavolo... Il Signore ci invita ancora a discutere con Lui (cfr. v. 18). Spesso ragioniamo con noi stessi e con gli altri, ma non siamo pronti ad accettare il pensiero di Dio. Vogliamo essere salvati alle nostre condizioni e non alle Sue! Quando saremo disposti, incondizionatamente, a convertirci dal peccato a Dio e ad accettare quanto Egli ci dice, allora mangeremo i frutti del paese. Altrimenti, saremo divorati dalla spada, perché “la bocca del SIGNORE ha parlato”.

Lettura biblica: Isaia 1:1-11


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2 GENNAIO

UNA SCATOLA VUOTA “Smettete di portare offerte inutili; l’incenso io lo detesto; e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocare riunioni, io non posso sopportare l’iniquità unita all’assemblea solenne”

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[ISAIA 1:13]

io non vuole tanto ciò che ti appartiene, quanto, piuttosto, la tua stessa persona. Sé stessi, il proprio servizio, le proprie sostanze: queste sono le priorità divine in ordine decrescente. Anania e Saffira non soltanto non diedero tutto ciò che possedevano, ma non donarono mai sé stessi (cfr. Atti 5:1-10). Un anziano pastore era solito dire: “Non compro molti regali per mia moglie. Temo che le mie scelte siano spesso tanto misere, ma lei le accetta con grazia, perché sa che prima di regalarle qualcosa le ho donato il mio cuore”. Ci sono mogli che hanno visto infrangersi i loro sogni, alle quali i mariti portano fiori e regali preziosi, senza però aver mai donato loro l’amore del proprio cuore. Non possiamo comprendere sino in fondo quanto Dio sia rattristato tutte le volte che Gli portiamo oblazioni vane! Il denaro lasciato cadere nel cestino dell’offerta per Lui non significa nulla, se poi tratteniamo noi stessi. Il bambino che mise nel cestino un pezzo di carta con scritto “Io dono me stesso” aveva avuto l’idea giusta. Questa è la donazione che il Signore si attende prima di ogni altra. I macedoni iniziarono bene. Donarono innanzitutto sé stessi (cfr. II Corinzi 8:1, 5). Quando Dio ottiene te, sa per certo che avrà anche tutto quello che ti appartiene. Il Signore non si lascia impressionare dalla liberalità di qualche offerta, se a fronte di questo deve tollerare l’insipidezza di una vita cristiana fiacca. Dovrai essere molto più di un cristiano capace di compilare un assegno con tanti zeri, perché il dono senza il donatore non è che una scatola vuota.

Lettura biblica: Isaia 1:12-15


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2 MAGGIO

PROPOSITI DIVINI “Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito profeta delle nazioni”

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[GEREMIA 1:5]

io ha un piano per ciascuno dei Suoi figli. Dai piedi della croce, dove siamo stati cullati nella nostra seconda nascita, all’estremo margine del fiume, dove deporremo la nostra armatura, si snoda un sentiero che Egli ha preparato per ogni uomo. Il Signore prepara anche noi per il sentiero che ha scelto. Non c’è un solo bisogno lungo il nostro cammino che non possa essere soddisfatto dalle nostre risorse naturali. Dal primordiale principio della sua vita, Dio aveva un piano per il servizio di Geremia, in vista del quale lo aveva preparato. Cerca di comprendere qual è il tuo ruolo nel mondo, quello per cui sei nato, al quale sei stato chiamato, e in base al quale sei stato concepito nel pensiero creativo di Dio. Che ci sia un proposito divino riguardo alla tua persona è un fatto assolutamente indiscutibile. Cercalo, per poi realizzarlo, e non dubitare mai del fatto di essere stato rivestito delle qualità che quel proposito particolare può richiedere. Dio ti ha formato e ha riempito la tua mente di tutto quello che sarebbe stato necessario per la tua vita di servizio. Sta a te trafficare al meglio il talento o i talenti che sono stati affidati alla tua cura. Non essere geloso o avido; non invidiare i cinque talenti degli altri, ma rispondi all’intenzione divina della tua creazione, della tua redenzione e chiamata al servizio. Traffica il tuo e fallo sempre al meglio delle tue possibilità. Ma nel caso in cui il proposito divino non sia chiaramente rivelato, se la tua vita è vissuta in modo frammentario, se i tasselli del tuo mosaico sono ammucchiati senza rivelare una figura apparente, dobbiamo credere che Dio ha comunque un progetto esatto per ciascuno di noi. Se siamo fedeli ai nostri più nobili ideali, certamente riusciremo a ricostruire il modello divino, e un giorno ci sarà concesso di ammirarlo nella sua totale simmetria e bellezza. Continuiamo ad occupare la posizione in cui siamo stati posti dalla Provvidenza Divina, e manteniamola fino a quando Egli ci inviterà a fare qualcos’altro! Questi sono i segreti dorati della benedizione e del servizio. Lettura biblica: Geremia 1:1-5


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3 MAGGIO

CONSAPEVOLMENTE INADEGUATI

G

“Io risposi: ‘Ahimé, Signore, DIO, io non so parlare, perché non sono che un ragazzo’” [GEREMIA 1:6]

eremia era stato chiamato ad essere profeta delle nazioni. Di fronte all’enormità di un tale compito assistiamo alla replica di Geremia che, consapevole della propria inadeguatezza, si appella alla sua giovane età. Dio, nel ribadire il Suo mandato, lo esorta a riguardare non tanto alla sua età quanto all’importanza dell’incarico affidatogli e ancor di più a Colui che glielo aveva conferito. Espressioni quali: “Ti ho costituito” e “ho messo le mie parole nella tua bocca” crediamo che da subito, in un brevissimo volgere di tempo, abbiano inquietato il cuore di Geremia per poi lasciare il posto ad una profonda sensazione di pace e sicurezza. In ogni tempo il Signore ha avuto degli uomini di fiducia, ai quali affidare il mandato di esserGli portavoce. Quando accade che l’Eterno “tocca la bocca” di un uomo, o più in generale ogniqualvolta viene affidato un ministerio o si riceve un dono celeste, ci si deve umiliare al cospetto di Dio, prendendo coscienza, ad un tempo, della propria limitatezza e dell’onnipotenza divina. La cosa più triste è forse quella di non considerare con la dovuta attenzione il mandato ricevuto dal Signore. “… A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto …” (Luca 12:48). Il Signore non ha unto degli uomini perché più abili o migliori di altri, ma unicamente con lo scopo di far giungere a tutti la Sua benedizione, per il tramite della Chiesa. Ecco perché Gesù esortava a predicare l’Evangelo ad ogni creatura, affinché credendo all’Evangelo, fossero salvati. Se non si comprende questo, si corre il rischio di ricadere nella superbia, come purtroppo è accaduto a quanti non hanno fatto stima del dono di Dio. Sia ringraziato il Signore per le benedizioni ricevute, ma non dimentichiamo mai il peso delle responsabilità di cui dobbiamo farci carico. I doni di Dio sono stati dati alla Chiesa per grazia, e non per merito dei credenti. Lettura biblica: Geremia 1:6-19


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15 SETTEMBRE

IL SOFFIO DELLO SPIRITO “Allora egli mi disse: Profetizza allo Spirito, profetizza figlio d’uomo, e di’ allo Spirito: Cosí parla DIO, il Signore: Vieni dai quattro venti, o Spirito, soffia su questi uccisi, e fa’ che rivivano!”

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[EZECHIELE 37:9]

uesta sorprendente visione descritta dal profeta Ezechiele gli fu mostrata in un tempo ed in circostanze del tutto particolari. Egli viveva con il resto dei suoi fratelli molto lontano dalla terra dei suoi padri, stava infatti subendo la dolorosa esperienza dell’esilio. Gli Ebrei non erano più una nazione, non potevano più disporre della loro organizzazione religiosa né del tempio che era stato distrutto. Eppure, il popolo stava soffrendo a causa della sua infedeltà verso Dio. La sua situazione, disperata dal punto di vista umano, non era tale agli occhi del Signore. A questo proposito Egli mostra in visione ad Ezechiele una valle disseminata di ossa secche, le quali, per il soffio dell’Onnipotente, risorgono e formano un esercito numerosissimo. Questa visione descrive una realtà di morte spirituale. Dobbiamo vedere ciò che Dio vede nel cuore umano ed allora comprenderemo che la visione del profeta riproduce fedelmente la condizione di coloro che sono caduti nel peccato. Il mondo d’oggi è una valle di ossa secche. I peccatori sono morti agli occhi di Dio, perché hanno rifiutato la vera vita, vita di santità e d’amore, vita immortale che il meraviglioso Creatore aveva voluto donare all’uomo, creandolo a Sua immagine e somiglianza. Ezechiele fu lo strumento usato dal Signore in quelle circostanze, ma Egli è tuttora alla ricerca di uomini e donne che temono il Suo nome e che vogliono essere usati da Lui per portare la Parola della vita a quanti soffrono nella schiavitù del peccato. Abbiamo più che mai bisogno che quello Spirito vivificante soffi, non soltanto su quanti sono morti nei loro falli, ma anche su di noi, per vivere una vita esuberante. Lavoriamo mentre è ancora giorno, affinché nell’ora della Sua apparizione possiamo trovarci fra quel grande esercito che Lo accoglierà in trionfo. Lettura biblica: Ezechiele 37:1-14


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15 OTTOBRE

UNA PREGHIERA COSTANTE “Quando Daniele seppe che il decreto era firmato, andò a casa sua; e, tenendo le finestre della sua camera superiore aperte verso Gerusalemme, tre volte al giorno si metteva in ginocchio, pregava e ringraziava il suo Dio come era solito fare anche prima”

D

[DANIELE 6:10]

aniele è sovente ricordato per la sua lodevole abitudine di pregare tre volte al giorno il Signore con le finestre spalancate verso Gerusalemme. Era certamente un uomo straordinario, dotato di grandi capacità. Dio aveva premiato la sua fedeltà donandogli uno spirito straordinario. Per questi motivi Daniele occupava posizioni privilegiate in seno all’impero babilonese, e addirittura il re Dario già pensava di affiancarlo a sé nella conduzione del regno. Naturalmente, i satrapi erano terribilmente invidiosi della posizione di Daniele e ordirono un piano per eliminarlo al più presto, facendo approvare dal re una legge per cui, chi fosse trovato a pregare qualcuno all’infuori del re, sarebbe stato condannato a morte. Il nemico della nostra anima, proprio come costoro, cerca di impedire la nostra adorazione e il nostro culto personale al Signore. Ma nonostante il decreto imperiale vietasse l’adorazione di qualsiasi altra divinità che non fosse il re, Daniele continuava, come suo solito, ad inginocchiarsi tre volte al giorno con le finestre spalancate verso Gerusalemme per adorare l’unico e vero Dio: il Signore! Il vero credente non si ferma dinanzi alla persecuzione, alla prova o agli ostacoli, ma continua in modo costante e con perseveranza ad offrire il proprio culto e la propria adorazione in “spirito e verità” al proprio Dio e Salvatore. Purtroppo, però, alcuni credenti servono Dio soltanto quando le cose sono più facili, quando tutto va bene e non ci sono impedimenti. Ma il Signore premiò la fedeltà e la costanza di Daniele dandogli una grande liberazione dai leoni e la vittoria su tutti i suoi nemici. Dio premia uomini e donne che Lo servono e Lo adorano con costanza e fedeltà. Il Signore ci aiuti a piegare ogni giorno le nostre ginocchia ed a flettere soprattutto il nostro cuore con vero slancio e amore verso di Lui. Lettura biblica: Daniele 6:1-28


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24 OTTOBRE

PROMESSE DI GRAZIA “Di là le darò le sue vigne e la valle d’Acor come porta di speranza; là mi risponderà come ai giorni della sua gioventú, come ai giorni che uscí dal paese d’Egitto”

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[OSEA 2:15]

ella letteratura sacra ebraica era frequente l’uso di simboli o il ricorso ad immagini, per meglio esprimere l’idea di ciò che il profeta era chiamato a dire da parte del Signore. In questo caso particolare, il profeta usa una figura molto familiare al popolo d’Israele, richiamandosi all’esempio dei rapporti intercorrenti tra i coniugi. Molto probabilmente la condizione descritta rispondeva alla realtà, era veramente la situazione in cui versava la famiglia del profeta, ma da questo episodio traspare un insegnamento profondo per l’intero popolo del Signore. La pazienza di Osea e l’amore verso sua moglie rispecchiano la misericordia e l’amore incondizionato di Dio nei confronti del Suo popolo. Possiamo pensare, infatti, che la moglie e i figli di Osea rappresentino le tribù d’Israele, rigettate e abbandonate dal Signore, ma ancora in condizioni di trovare grazia ai Suoi occhi. Il modo di esprimersi di Osea lascia intendere l’affetto profondo che egli nutriva per la moglie e i figli, facendoci comprendere che bisogna non disperare, ma riporre la nostra fede in Dio e tornare a Lui per ricevere misericordia e perdono. È vero che Osea dapprima ripudiò sua moglie, com’è scritto: “... contestate vostra madre, contestatela! perché lei non è più mia moglie ...” (v. 2), ma più tardi, mosso a compassione, le offrirà una via di redenzione, espressa dalle parole: “... e parlerò al suo cuore ...” (v. 14). Grazie a Dio, anche a noi è stata offerta una via di salvezza: Gesù, che è “la via la verità e la vita”. Consacriamoci a Lui, ed Egli ci fidanzerà a Sé per l’eternità.

Lettura biblica: Osea 2:1-15


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19 NOVEMBRE

FAME DELLA PAROLA “‘Ecco, vengono i giorni’, dice il Signore, DIO, ‘in cui io manderò la fame nel paese, non fame di pane o sete d’acqua, ma la fame e la sete di ascoltare la parola del SIGNORE’”

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[AMOS 8:11]

ai tempi di Amos ad oggi sono cambiate molte cose, ma una è rimasta sicuramente immutata: il cuore dell’uomo. È interessante notare come le celebrazioni religiose riuscivano soltanto formalmente ad interrompere una costante fatta di frodi e ruberie, magari di poco conto, ma assolutamente insopportabili agli occhi del Dio tre volte Santo. Aggiungere un po’ di cascame al grano nel momento della vendita, agli occhi del mondo non è certo una colpa gravissima, ma per i parametri che usa il Signore, anche questo è un peccato che non si può sorvolare. Delle nubi fosche si stavano addensando su questo popolo di benpensanti, che dietro una patina di perbenismo nascondeva una vita di abusi, sfruttamenti e inganni. Questo capitolo proclama il giudizio che cadrà su coloro che avendo rifiutato “le parole del Signore” nel momento in cui sono state annunciate e quando le condizioni per accogliere quel messaggio erano favorevoli, si troveranno nella terribile condizione di volerle “udire” senza però averne più la possibilità a causa di una terribile carestia spirituale. Che tremenda realtà! Avendo chiuso l’orecchio nel momento della visitazione divina, ora il tempo è scaduto, la porta è sbarrata, le opportunità sono esaurite e il Signore rimane sordo a qualsiasi lamento... ormai è troppo tardi. Sono diventati insensibili e non possono più udire quella voce che l’anima, in preda alla disperazione, vorrebbe ascoltare e seguire. Il resto del capitolo descrive proprio la febbrile quanto inutile ricerca del popolo, nel tentativo di soddisfare quella fame e quella sete. Ma la Parola dice: “Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!” (Ebrei 4:7). Mentre il Signore parla, ascoltiamoLo, ravvediamoci e torniamo a scoprire la vera fedeltà e la completa consacrazione!

Lettura biblica: Amos 8:1-14


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30 DICEMBRE

G LI E FFETTI D ELLA S UA V ENUTA “‘Ecco, io vi mando il mio messaggero, che spianerà la via davanti a me e subito il Signore, che voi cercate, l’Angelo del patto, che voi desiderate, entrerà nel suo tempio. Ecco egli viene’, dice il SIGNORE degli eserciti”

C

[MALACHIA 3:1]

on cinque secoli di anticipo, Malachia parla della venuta di Cristo, degli effetti benefici e gloriosi che avrebbe prodotto nella vita di quanti Lo avrebbero accettato, e degli effetti devastanti per coloro che Gli avrebbero resistito. Prima di Lui, sarebbe venuto il messaggero, il precursore che avrebbe preparato la via. Subito dopo, il Signore stesso si sarebbe manifestato come Uomo tra gli uomini, per purificare coloro che avrebbero riconosciuto la loro condizione di peccato e di corruzione. I credenti che ricorrono a Cristo, prima di ogni altra cosa sono da Lui purificati: “… Egli infatti è come il fuoco del fonditore, come la potassa dei lavatori di panni. Egli si metterà seduto, come chi raffina e purifica l’argento, e purificherà … e li raffinerà come si fa dell’oro e dell’argento”. Tutto questo Egli lo compie in virtù del Suo prezioso sangue sparso sulla croce e della Sua sola grazia. Inoltre, i credenti che vanno a Cristo, e sono rigenerati dallo Spirito Santo, possono offrire a Dio offerte pure, adeguate, affinché la Sua opera prosperi. “… essi offriranno al Signore offerte giuste … come nei giorni antichi, come negli anni passati” (vv. 3, 4). Tali offerte consistono soprattutto nell’adorazione e nella lode, senza mai trascurare le decime e le offerte, che in troppi purtroppo fanno finta di dimenticare (vv. 7-12). Infine, i credenti purificati da Cristo, che offrono lode e beni materiali alla Sua gloria, contrariamente a quanto fanno gli altri, si consultano reciprocamente per valutare come servire la causa di Dio in modo sempre migliore, nell’edificazione reciproca e impegnandosi nell’evangelizzazione. Il Signore ha proclamato che tali credenti saranno: “… la mia proprietà particolare … io li risparmierò, come uno risparmia il figlio che lo serve … Voi vedrete di nuovo la differenza che c’è fra il giusto e l’empio, fra colui che serve Dio e colui che non lo serve”. Anche oggi, scegliamo chi vogliamo servire: noi stessi oppure il Signore. La Parola di Dio ci consiglia di umiliarci sotto la potente mano di Dio, affinché Egli ci innalzi a suo tempo. Lettura biblica: Malachia 3:1-18


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IL TESORO

I libri dei profeti sono espressione degli appassionati richiami divini ad un popolo recalcitrante e ribelle. Sono, allo stesso tempo, messaggi che esortano al ravvedimento e forieri di potenti risvegli. L’annuncio profetico, di fatto, affonda le sue radici nel piano di Dio per Israele, attraverso il quale il Signore avrebbe benedetto tutte le altre nazioni, estendendo così a tutti i popoli l’invito a ravvedersi e andare a Lui. Il messaggio di questi servi del Signore, anche se proclamato in un periodo di oscurantismo spirituale, rappresenta sempre una “luce in fondo al tunnel”, che addita la salvezza di Dio. La lettura di questo libro sarà certamente proficua, soprattutto se preceduta e seguita da quella dei brani biblici segnalati, che accompagnano ogni meditazione.

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