Il Tesoro dei Salmi

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I Salmi sono l’espressione delle più diverse emozioni e dei bisogni dell’animo umano. Nessun altro libro della Bibbia li trasmette in modo più adeguato: lo scoraggiamento e la paura che affrontiamo nella vita, la brama di adorazione e di ricerca di Dio che ci eleva il cuore a Lui nella preghiera e nella lode. È facile, perciò, capire perché i Salmi sono il libro più letto e meditato dell’Antico Testamento. Charles H. Spurgeon ha consacrato ben vent’anni della sua vita nel considerare il valore profondo di questo tesoro della Scrittura e la profondità spirituale in esso contenuta. I suoi pensieri ed alcuni suoi appunti sono stati raccolti in questo volume che suddivide i 150 Salmi in 366 meditazioni quotidiane.

C. H. SPURGEON

5-05-2009

TESOROdei SALMI

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ISBN 978 88 89698 13 6

ADI Media

Servizio Pubblicazioni delle “Assemblee di Dio in Italia”

ADI Media


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Titolo originale: “Spurgeon’s Daily Treasury From The Psalms” Liberamente adattato da The Treasury of David - Charles Haddon Spurgeon Robert Backhouse, Editor © 2002 - Good News Publishers / Crossway Books 1300, Crescent Street Wheaton, Illinois - USA Per l’edizione italiana: “Il Tesoro Dei Salmi” © “Assemblee di Dio in Italia” Servizio Pubblicazioni ADI-Media Via della Formica, 23 - 00155 Roma Internet: www.adi-media.it Email: adi@adi-media.it 2007 - Tutti i Diritti Riservati

Traduzione: C. L. R. - A cura dell’Editore

Tutte le citazioni bibliche, a meno che non sia indicato diversamente, sono tratte dalla Bibbia Versione Riveduta, Libreria Sacre Scritture - Roma

Stampa: Produzioni Arti Grafiche - ROMA - ottobre 2007

ISBN 978-88-89698-13-6


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P R E FA Z I O N E

I Salmi sono l’espressione delle più diverse emozioni e dei bisogni dell’animo umano. Nessun altro libro della Bibbia li trasmette in modo più adeguato: lo scoraggiamento e la paura che affrontiamo nella vita, la brama di adorazione e di ricerca di Dio che ci eleva il cuore a Lui nella preghiera e nella lode. È facile, perciò, capire perché i Salmi sono il libro più letto e meditato dell’Antico Testamento. Charles Haddon Spurgeon ha consacrato ben vent’anni della sua vita nel considerare il grande valore di questo tesoro della Scrittura e la profondità spirituale in esso contenuta. I suoi pensieri ed alcuni suoi appunti sono stati accuratamente raccolti e adattati in questo volume da Robert Backhouse, pastore evangelico e prolifico scrittore impegnato da sempre a promuovere la diffusione della letteratura cristiana nel mondo. Questo libro suddivide i 150 Salmi in 366 meditazioni quotidiane, all’inizio di ognuna di esse è riportato il versetto biblico tratto dal Salmo in esame, seguito da un’analisi espositiva del testo, tipica degli scritti di C.H. Spurgeon. In fondo alla pagina, troviamo alcuni Versetti da meditare inerenti al Salmo citato ed un’ulteriore Riflessione, sempre tratta dalla meditazione esposta. Il lettore si scoprirà come un pellegrino impegnato in una sorta di viaggio attraverso l’intero libro dei Salmi; il desiderio vivo di chi lo pubblica è quello di avvicinare di più il lettore a Dio, grazie alla lettura e alla meditazione della Sua Parola, aiutarlo a maturare il desiderio di una maggiore devozione cristiana per adorare e servire il Signore. L’Editore


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1 GE NNAIO

S TA B I L I T À

E

P RO S P E R I T À

“Egli sarà come un albero piantato presso a rivi d’acqua, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e la cui fronda non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà” [SALMO 1:3]

VERSETTO 1. “Beato l’uomo”. Notiamo come il libro dei Salmi inizi con una benedizione, proprio come il Sermone sul Monte del nostro Signore. Questo versetto potrebbe leggersi come una gioiosa esclamazione del credente. Possa la medesima benedizione riposare su noi! VERSETTO 2. “Ma il cui diletto è nella legge dell’Eterno”. Egli non è “sotto” la legge, sottoposto ad una maledizione o ad una condanna, ma “in” essa, ed è felice di fare della legge di Dio la sua regola di vita. Egli si diletta, ancor più, a“meditarla”, a leggerla di“giorno” e a ricordarla durante la“notte”. VERSETTO 3. “Egli sarà come un albero piantato”. Non un albero selvatico, ma uno “piantato”, coltivato e al sicuro dall’ultimo e terribile sradicamento (cfr. Matteo 15:13).“Presso a rivi d’acqua”. Anche se un ruscello dovesse prosciugarsi, quell’albero può abbeverarsi a un altro rivo. I ruscelli del perdono e quelli della grazia, i ruscelli delle promesse e quelli della comunione con Cristo hanno una fonte inesauribile.“Il quale dà il suo frutto nella sua stagione”. Non si tratta di una grazia inopportuna come fichi fuori stagione, che non hanno un buon sapore. L’uomo che si diletta nella Parola di Dio, essendo istruito da essa, manifesta pazienza anche nel tempo della sofferenza, fede nel giorno della prova e una gioia soprannaturale nell’ora della prosperità. Portare frutto nella sua stagione è una qualità fondamentale per il credente. “La cui fronda non appassisce”. La sua più umile parola avrà un peso eterno; le sue più piccole azioni d’amore saranno ricordate. Non soltanto il frutto, ma anche la “fronda” sarà preservata. Chi ama la Parola di Dio non perderà né la sua operosità né la sua grazia. “E tutto quello che fa, prospererà”. Beato l’uomo che può godere di una simile promessa.

Versetti da meditare: Salmo 1:1-6. Riflessione: Portare frutto è una virtù fondamentale per un credente davvero consacrato.


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2 GE NNAIO

A U TO R I T À E C C E L S A “Colui che siede ne’ cieli ne riderà; il Signore si befferà di loro” [SALMO 2:4]

VERSETTO 4. Volgiamo il nostro sguardo dalla sala di convegno dei malvagi e dalle nazioni in tumulto (vv. 1-3) al luogo segreto della maestà dell’Altissimo. Che cosa dice Dio? Cosa farà il Re a chi rifiuta il Suo Unigenito Figliuolo, l’Erede di tutte le cose? Notiamo la calma dignitosa dell’Onnipotente e i sentimenti che Egli dimostra ai prìncipi e ai popoli in sommossa. Egli non prende come pretesto la loro rivolta per combatterli; semplicemente, li sdegna. Egli sa quanto siano assurdi, irrazionali e futili i loro attacchi; perciò ne ride. VERSETTO 5. Dopo essersi beffato di loro, Egli “parlerà”. Dio non ha bisogno di colpire; sarà sufficiente la Sua Parola. Nell’istante in cui la loro furia sarà violenta e la loro forza sarà all’apice,“allora” Dio manderà la Sua Parola contro di loro. Cosa dirà? La risposta del Signore apparirà molesta e provocatoria. “Sono io”. Nonostante la loro malvagità, le congiure, la saggezza dei loro consigli e l’abilità dei loro legislatori, Dio dirà:“… io ho stabilito il mio re sopra Sion, monte della mia santità” (v. 6). Quale meravigliosa dichiarazione! Egli ha già fatto ciò che il nemico cerca di prevenire. Mentre gli altri propongono, Egli ha già dato disposizioni. Mentre la volontà di Dio è attuata, l’uomo si agita e complotta invano. Il primo salmo mostra la differenza fra l’uomo giusto e il peccatore; il secondo evidenzia il contrasto fra la disubbidienza tumultuosa degli empi e l’esaltazione certa del Figlio di Dio. Nel primo salmo abbiamo letto degli empi che sono portati via come pula; nel secondo vediamo gli stessi ridotti a cocci di un vaso rotto.

Versetti da meditare: Salmo 2:1-6. Riflessione: Dio ha stabilito il Suo Unto, e il Suo piano non potrà mai essere ostacolato.


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13 FEBBRAIO

U N PA S TO R E P E R S O N A L E “L’Eterno è il mio pastore, nulla mi mancherà” [SALMO 23:1]

“L’Eterno è il mio pastore …”. Quale condiscendenza e disponibilità è questa che, nella Sua grandezza, il Signore assuma nei confronti del Suo popolo l’ufficio ed il carattere di un “pastore”! Il fatto che il grande Dio si conceda a un così umile paragone per dimostrare il Suo grande amore e la cura per il Suo popolo dovrebbe essere oggetto della nostra gratitudine più sincera. Lo stesso Davide era stato un pastore ed era a conoscenza dei bisogni delle pecore, come pure delle attenzioni che deve avere un pastore. Egli si confronta con una debole, indifesa, umile creatura e fa di Dio il suo Benefattore, Protettore, Guida, il suo tutto. Nessun uomo ha il diritto di considerarsi una pecora del Signore, a meno che la sua natura non sia stata rinnovata; infatti, la descrizione scritturale di coloro che non sono convertiti all’Evangelo non li raffigura come pecore, bensì come lupi e capre. La pecora è oggetto di proprietà; non è un animale selvatico. Il suo proprietario, per mezzo di essa, si procura delle provviste e, di solito, compra la bestia a caro prezzo. È bene notare, come certamente aveva considerato lo stesso Davide, che noi apparteniamo al Signore. In questa frase, c’è un nobile tono di fiducia. Non c’è alcun “se” o “ma”, e nemmeno un “mi auguro”. Il salmista dice: “Il Signore è il mio pastore”. Dobbiamo coltivare questo spirito di fiducia totale nel nostro Padre celeste. La parola più dolce di tutta la frase è un monosillabo,“mio”. Davide non dice: “Il Signore è il pastore del mondo intero, che guida come un gregge”, ma “il Signore è il mio pastore”. Se anche non lo fosse per qualcuno, Egli è sicuramente un pastore per me. Si prende cura di me, veglia su di me e mi protegge. Le parole sono al presente e personali. Qualunque sia la posizione del credente, anche in questo momento, egli è sotto la cura pastorale dell’Eterno. Versetti da meditare: Salmo 23:1-6. Riflessione: La parola più dolce di tutta la frase è quell’aggettivo “mio”, perché Dio ha personalmente cura di me.


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22 APRILE

L AVAT I D A L P E C C ATO “Lavami del tutto della mia iniquità e nettami del mio peccato!” [SALMO 51:2]

“Lavami del tutto …”. Pietro avrebbe rivolto a Gesù queste parole avendo appreso quanto fosse importante essere del tutto nettati da Cristo. Non è sufficiente cancellare il peccato; il cuore del salmista è corrotto, ed egli desidera essere purificato. Davide vuole che Dio stesso lo “netti”, perché nessuno, al di fuori di Lui, può farlo in modo efficace. La purificazione deve essere totale, e ripetuta, perciò egli esclama:“Lavami del continuo”. Il peccato è un colorante indelebile, ed io, peccatore, sono stato a lungo immerso in esso, tanto che ogni mia fibra ne è impregnata; ma Tu, oh Signore, lavami, e lavami, e lavami di nuovo, affinché anche l’ultima macchia scompaia, e non rimanga alcuna traccia della mia contaminazione. L’ipocrita si accontenta che vengano lavati i suoi abiti, ma il credente sincero implora: “Lavami del tutto, lavami dentro e fuori, il cuore e la mente, ogni aspetto della mia vita: il parlare, la condotta, tutto sia purificato da Te!”. L’anima superficiale si ferma ad un lavaggio simbolico, mentre la coscienza risvegliata desidera essere lavata realmente e nel modo più completo ed efficace. Il peccato di Davide viene visto come un’unica grande contaminazione, che infetta tutta la sua natura e quanto gli appartiene, come se non possedesse altro che il proprio peccato. La trasgressione commessa con Bath-Sheba rivelò al salmista l’enorme cumulo della sua “iniquità”, di cui quell’azione stolta non era che l’ultima pietra. Egli desidera sbarazzarsi di tutto quell’ammasso di sporcizia, un tempo poco evidente, ma che si era trasformato ora in un odioso e ossessionante incubo per la sua mente. “… E nettami del mio peccato”. Questa è un’espressione più completa; è come se il salmista dicesse: “Signore, se lavarmi non fosse sufficiente, prova in qualche altro modo; se l’acqua non mi purificasse, usa il fuoco. Utilizza ogni mezzo, affinché io possa essere nettato. Sbarazzami del mio peccato in qualsiasi modo, ma purificami totalmente e non lasciare colpe sull’anima mia”. Egli non grida contro il castigo, ma contro il peccato. Versetti da meditare: Salmo 51:1-6. Riflessione: Signore, lavami, e lavami di nuovo, affinché anche l’ultima macchia scompaia, e non rimanga alcuna traccia della mia contaminazione.


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23 APRILE

S A LV E Z Z A

E

R I S TO RO

“Rendimi la gioia della tua salvezza e fa’ che uno spirito volonteroso mi sostenga” [SALMO 51:12]

VERSETTO 11. “Non rigettarmi dalla tua presenza …”. Il salmista sembra dire:“Non buttarmi via per la mia indegnità; non bandirmi dal Tuo volto e dal Tuo favore, come hai fatto con Caino. Permettimi di stare insieme a coloro che condividono il Tuo amore, anche se soltanto sulla soglia. Sicuramente, merito che mi sia negato l’accesso ai Tuoi cortili per sempre, ma, oh mio buon Signore, concedimi ancora questo privilegio che mi è più caro della vita”. “… E non togliermi lo spirito tuo santo”. Egli aggiunge: “Non togliermi la sua consolazione, i suoi consigli, la sua assistenza e incoraggiamenti; altrimenti sarò un uomo morto. Non lasciarmi come hai fatto con Saul, quando non gli hai risposto con l’urim, né con i profeti, e nemmeno tramite i sogni. Il Tuo Spirito è la mia unica fonte di sapienza, non abbandonarmi alla follia; Egli è la mia forza, oh, non lasciarmi nella mia debolezza. Non allontanarmi da Te e non andare via da me. Questa comunione è la mia unica speranza di salvezza. Sarà un grande miracolo, se uno Spirito così puro si degnerà di rimanere in un cuore indegno come il mio; ma Tu puoi farlo. Opera questo per la Tua misericordia, Te ne supplico fervidamente”. VERSETTO 12. “Rendimi la gioia della tua salvezza …”. Il salmista aveva conosciuto la “salvezza” e sapeva che essa apparteneva soltanto a Dio; aveva sperimentato anche la “gioia” che deriva dall’essere salvati nel Signore. Ora che aveva perduto quel bene prezioso, desiderava ardentemente che gli fosse restituita. Nessuno può ridarci la gioia della salvezza, se non Dio. Noi possiamo chiederla e Lui ce la restituirà, per la Sua gloria e per il nostro bene. Questa “gioia” non precede, ma segue il perdono e la purificazione. Soltanto in questo ordine essa è certa, altrimenti si tratta soltanto di vana presunzione o sciocca follia.

Versetti da meditare: Salmo 51:7-12. Riflessione: Nessuno può ridarci questa “gioia” se non Dio, e Lui ce la restituirà, per la Sua gloria e per il nostro bene.


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30 DICEMBRE

I F E D E L I E S U LTA N T I “Esultino i fedeli adorni di gloria, cantino di gioia sui loro letti” [SALMO 149:5]

VERSETTO 5. “Esultino i fedeli adorni di gloria …”. Dio li ha onorati e ha messo su loro una “gloria” rara; perciò, esultino pure in essa. Quelli per i quali Dio è la loro “gloria” saranno forse abbattuti e afflitti? No, anzi, che la loro gioia testimoni la loro condizione benedetta. “… Cantino di gioia sui loro letti”. La loro esultanza dovrebbe esprimersi in canti d’esultanza, perché non è un sentimento di cui hanno bisogno di vergognarsi. Quello che è pienamente giustificato dai fatti può essere ben proclamato ad alta voce. Anche nei loro momenti più quieti, possano esprimersi con inni di lode; quando nessuno li ascolta, “cantino di gioia” al loro Dio sempre presente. Se sono costretti a letto dalla malattia, gioiscano pure nel Signore. Nelle veglie della notte, che non stiano svegli a piangere ma, come falene, siano affascinati dalla luce intorno alla quale si raccolgono gioiosi. Le loro grida ora non sono per il campo di battaglia, ma per i luoghi del loro riposo. Essi possono stare in pace e godere la vittoria con la quale il Signore li ha adornati. La fede vince e canta il suo trionfo. Quale benedizione avere i nostri “letti” trasformati in troni, e i nostri momenti di quiete mutati in grandi vittorie! VERSETTO 6. “Abbiano in bocca le alte lodi di Dio, una spada a due tagli in mano”. Sembra che non se ne stiano sempre sui loro letti, ma che siano pronti per compiere azioni da prodi. Quando sono chiamati a combattere, i mansueti sono difficili da vincere; sono forti nel conflitto quanto lo sono nella pazienza. Il loro modo di combattere è straordinario, perché cantano a Dio, ma tengono la loro spada nelle mani. Possono fare due cose per volta; se non brandiscono la cazzuola e la spada, cantano ed usano la Parola.

Versetti da meditare: Salmo 149:1-9. Riflessione: Quando sono chiamati a combattere, i mansueti sono difficili da vincere; sono forti nel conflitto quanto lo sono nella pazienza.


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31 DICEMBRE

SOMMA GRANDEZZA “Lodatelo per le sue gesta, lodatelo secondo la sua somma grandezza” [SALMO 150:2]

VERSETTO 2. “Lodatelo per le sue gesta …”. Ormai siamo all’apice della lode e qui vi scorgiamo un altro ottimo motivo per farlo. In queste gesta di potenza, vediamo il Signore stesso. Le opere della creazione, la provvidenza e la redenzione incoraggiano alla lode; esse sono “le Sue gesta”; perciò ci uniamo al coro universale per lodare il nostro Dio. “… Lodatelo secondo la sua somma grandezza”. Dio è illimitato, e la lode che Gli offriamo dovrebbe corrispondere alla Sua natura, perciò dovrebbe essere lodato grandemente. Non c’è nulla di piccolo in Dio, e non c’è nulla di davvero grande al di fuori di Lui. Se fossimo sempre attenti a rendere la nostra lode adatta e appropriata al nostro grande Signore, canteremmo sicuramente meglio! VERSETTO 3. “Lodatelo col suon della tromba …”. Radunate il popolo, chiamatelo con le note più squillanti, con quelle più cristalline. Fate in modo che tutti sappiano che non ci vergogniamo di adorare Dio. Il suono della “tromba” è associato con gli eventi più importanti e solenni, come la promulgazione della legge, la proclamazione del giubileo, l’incoronazione dei re e l’inizio della battaglia. Questo suono sarà presente anche al ritorno del Signore nel Suo secondo avvento e alla risurrezione dei morti. Se non possiamo dare letteralmente voce a questo strumento, almeno facciamo sì che la nostra lode sia decisa e audace, come se dessimo fiato alle trombe. Non suoniamo mai una “tromba” per il nostro onore, ma riserviamolo per la gloria di Dio. Quando il popolo è riunito dal suono della “tromba”, allora procede a lodare “col saltèro e la cetra”. Gli strumenti a corda devono avere la stessa funzione di quelli a fiato. Le note melodiose devono essere consacrate come quelle che emettono un suono risonante. Gli strumenti di ogni genere, le creature celesti e quelle della terra, l’universo intero e la Sua chiesa, tutti siamo convocati per lodare il nostro Dio, benedetto in eterno!

Versetti da meditare: Salmo 150:1-6. Riflessione: Se fossimo sempre attenti a rendere la nostra lode adatta e appropriata al nostro grande Signore, canteremmo decisamente meglio!


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I Salmi sono l’espressione delle più diverse emozioni e dei bisogni dell’animo umano. Nessun altro libro della Bibbia li trasmette in modo più adeguato: lo scoraggiamento e la paura che affrontiamo nella vita, la brama di adorazione e di ricerca di Dio che ci eleva il cuore a Lui nella preghiera e nella lode. È facile, perciò, capire perché i Salmi sono il libro più letto e meditato dell’Antico Testamento. Charles H. Spurgeon ha consacrato ben vent’anni della sua vita nel considerare il valore profondo di questo tesoro della Scrittura e la profondità spirituale in esso contenuta. I suoi pensieri ed alcuni suoi appunti sono stati raccolti in questo volume che suddivide i 150 Salmi in 366 meditazioni quotidiane.

C. H. SPURGEON

5-05-2009

TESOROdei SALMI

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